Italia e il mondo

COMPAGNI DI SCUOLA – Usa scontro finale – Gianfranco Campa

Trump sempre più assillato da un dilemma che si sta trasformando in una trappola. Deve mantenere in piedi una amministrazione basata su due forze sempre più manifestamente avverse. Il gioco dello scompaginamento continuo delle carte, di una tessitura sotterranea stridente con la narrazione pubblica sta sfuggendo di mano verso una condizione schizofrenica. Trump sta rischiando di perdere il sostegno di MAGA, per meglio dire di quello che ne rimarrà, della forza della quale è espressione. Come in Ucraina gli Stati Uniti si arrogano la posizione di arbitro-giocatore-mediatore, così Trump si trova nella posizione imbarazzante di padrino di MAGA-mediatore tra MAGA e neocon. I vari centri decisori, in gran parte disarticolati, tendono ad agire sempre più per proprio conto e con prospettive opposte. Gli Stati Uniti sono ad un passo dal subire una rivoluzione colorata devastante al proprio interno e dall’avventurarsi in crescenti provocazioni militari all’estero. A meno che……dal cappello sul capo dal ciuffo rosso non esca a sorpresa il coniglio. Mah!_Giuseppe Germinario

CONTRIBUITE!!! La situazione finanziaria del sito sta diventando insostenibile per la ormai quasi totale assenza di contributi

Il  sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000 € all’anno), ecco come puoi contribuire:

– Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704;

– IBAN: IT30D3608105138261529861559

PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo

Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo

Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione).

Contatti: italiaeilmondo@gmail.com – x.com: @italiaeilmondo – Telegram: https://t.me/italiaeilmondo2 – Italiaeilmondo – LinkedIn: /giuseppe-germinario-2b804373

https://rumble.com/v727t3u-compagni-di-scuola-usa-scontro-finale-gianfranco-campa.html

Il pacco, di WS

Con grandi fuochi d’ artificio Trump ha “lanciato” il suo ennesimo “piano di pace per l’Ucraina nel momento stesso che è sempre più evidente che il fronte ucraino sta cedendo , e lo scopo mi sembra evidente : “ congelare il conflitto” dichiarando che la Russia abbia “sostanzialmente” vinto .

E questo chiunque può vedere che sia solo un “pacco” per la Russia.

Infatti per la parola “pacco” il dizionario dà la definizione “Involto ben legato o confezionato apposta per la spedizione o la vendita” e nel mondo di oggi ogni vendita viene sempre sostenuta da una apposita campagna.

Così noi, di questo nuovo “piano Trump per l Ucraina “, abbiamo questo nuovo lancio “all’ americana”.

Innanzitutto sul “ prodotto” si crea “l’ attesa”: il prodotto sarà meraviglioso e definitivo.

Poi se ne conclama la genuità: il “piano Trump” e “russo-americano”, sebbene i russi dicano di non saperne molto. Però sarebbe stato “confezionato” direttamente dai due “inviati personali” di Trump e Putin , cioè un oligarca americano e un oligarca russo-americano.

Poi se ne descrive la qualità: il “piano Trump” impone la “ capitolazione” dell’ Ucraina ed è quindi una “vittoria russa” . E quale ne sarebbe la prova ? Ma è ovvio, la “rivolta” degli €uroascari al piano del loro padrone e le grida del burattino-capo a Kiev , in una raffinata variante del solito “ bad cop , good cop”

Infine se ne proclama il carattere di assoluta urgenza per cui “l’ acquirente” deve precipitarsi a comprare “il pacco” così come esso viene pubblicizzato. Il “prodotto” è imperdibile e va preso subito senza esitazione perché poi si adombrano anche delle “punizioni” per aver rifiutato un offerta tanto generosa ed irripetibile.

Ma a chi è mirato questo “prodotto”? E’ evidente che esso sia mirato alla opinione pubblica russa e soprattutto alla elite russa. Ci sono infatti segnali di problematiche interne che definiscono un certo grado di stanchezza soprattutto nella oligarchia economica russa di cui Dimitrev , “il negoziatore” russo-americano, è un esponente,

Questa oligarchia ha fretta di tornare a fare affari con “l’ occidente” e gradirebbe una qualche “pace” dichiarata come “vittoria russa” in maniera tale che l’ ala patriottica che sostiene la guerra se ne dichiarasse soddisfatta, ma…

Sorpresa! Se si apre “il pacco” si vede subito a che cosa esso mira. Esso mira ad un semplice “armistizio” che eviti il crollo della NATO-Ucraina, di fatto non solo salvando il regime NATO a Kiev , ma dotandolo di garanzie NATO ”automatiche”; in sostanza, quando la NATO sarà pronta a riprendere la guerra, basterà per questo, come al solito, una semplice provocazione di Kiev.

“Il pacco” quindi è solo un’altra “Min(s)kiata” in cui nessuna promessa sarà mantenuta e gli spazi di reazione russa a questa nuova presa in giro saranno stati notevomente ridotti dal fatto che con il “cessato il fuoco” le truppe NATO entreranno ufficialmente in Ucraina sotto vari pretesti , cosa che adesso non osano fare per non farsi dichiarare coobelligeranti. La Russia del “legalista” Putin non oserebbe di certo bombardarle dopo aver firmato la propria “vittoria “.

E qui nasce la domanda : perché mai il Kremlino non tuona contro questa ennesimo tentativo di fregare la Russia ? Putin è debole ? O addirittura Putin è complice?

Allora sgombriamo il campo al ritorno di simili sciocchezze . Non solo Putin , se mai lo sia stato, non può essere più “ complice” perché non c’ è ritorno dall’essere stato proclamato “ male assoluto” , ma anche Putin non è debole : è prudente.

Prudente perché conosce la propria debolezza e in primis l’inaffidabilità degli oligarchi russi suoi “alleati”, sempre da lui “beneficiati” seppur solo alle SUE condizioni.

Per questo manda in giro questo Dimitriev e si tiene l’inetta Nabulina , secondo il noto precetto del “ Padrino” : “gli amici tienteli stretti, ma i nemici anche di più”.

La risposta di Putin a questi “pacchi” non può quindi che essere la solita : cercare sempre queste “min(s)kiate” ed accettarle solo nell’ ambito della sua solita strategia attendista, rimanendo “ candido come colomba”, operando da “astuto come serpente”

Quindi anche se di questo ennesimo “pacco” potrà accettare molte cose, io dubito che si farà fregare così platealmente.

Questo è un teatro delle ombre in cui ognuno cerca di apparire quello che non è in attesa che i FATTI disvelino la realtà. Putin ha certamente tanti problemi ma può ancora aspettare, Trump e “l’ occidente collettivo “no.

In conclusione io ritengo che questo nuovo “pacco” , questo ritorno allo “spirito di Anchorage”, farà la fine del precedente con l’ unico vantaggio che avremo dato un altro “ calcio al barattolo”.

Il che non è poco.

CONTRIBUITE!!! La situazione finanziaria del sito sta diventando insostenibile per la ormai quasi totale assenza di contributi

Il  sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000 € all’anno), ecco come puoi contribuire:

– Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704;

– IBAN: IT30D3608105138261529861559

PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo

Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo

Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione).

Contatti: italiaeilmondo@gmail.com – x.com: @italiaeilmondo – Telegram: https://t.me/italiaeilmondo2 – Italiaeilmondo – LinkedIn: /giuseppe-germinario-2b804373

Gordon Hahn: Trump, Putin e la diplomazia delle armi nucleari

Gordon Hahn: Trump, Putin e la diplomazia delle armi nucleari

Da natyliesb il 21 novembre 2025Di
Gordon Hahn, Substack , 11/6/25
Come ho scritto qualche tempo fa, una cosa è che un leader politico giochi liberamente con un linguaggio che ruota attorno alla minaccia nucleare, come ha fatto di nuovo di recente il vice capo del Consiglio di Sicurezza russo ed ex presidente russo Dmitrij Medvedev in una disputa pubblica sui social network con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ma è tutt’altra cosa giocare a scacchi globali con il riposizionamento delle forze nucleari per minacciare effettivamente un’altra potenza nucleare con una potenza nucleare superiore ( https://gordonhahn.com/2025/08/05/trumps-suicidal-nuclear-brinksmanship/ ). Questo è ancora più vero quando detta potenza nucleare è tecnologicamente avanzata e intenzionata a difendere la propria patria. Un paese del genere è la Russia, una delle principali potenze mondiali e la principale potenza dell’Eurasia occidentale e centrale, l’Isola del Mondo, come scrisse Halford MacKinder più di un secolo fa. Il presidente russo Vladimir Putin, dopo aver proposto un compromesso nucleare che Trump, in tipico stile americano, ha scelto di ignorare, ha lanciato una controminaccia. In sintesi, stiamo assistendo alla “bidenizzazione” della politica russa di Trump, orientata verso un’escalation nella convinzione errata che Mosca possa essere intimidita e sottomessa alle speranze degli Stati Uniti di preservare la propria egemonia globale in declino. Rivediamo i fatti.L’istinto iniziale di Putin nei confronti della nuova amministrazione Trump è stato quello di segnalare il desiderio di Mosca di avviare colloqui sulle armi nucleari, vedendo la nuova amministrazione come una piccola finestra di opportunità per raggiungere una maggiore stabilità strategica per la Russia attraverso la conclusione di un nuovo trattato strategico per il controllo degli armamenti nucleari ( https://gordonhahn.com/2025/05/23/a-new-new-start-putin-sees-trump-administration-as-a-window-of-opportunity-for-strategic-arms-control/ ). Il nuovo trattato START, entrato in vigore nel febbraio 2011 e prorogato per altri cinque anni nel 2021, scadrà senza possibilità di ulteriore proroga nel febbraio 2026. Qualsiasi nuovo trattato avrebbe contribuito al più ampio riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia avviato dall’amministrazione Trump in relazione ai suoi ormai falliti sforzi per mediare la fine della guerra NATO-Russia in Ucraina. La diplomazia ucraina di Trump è stata accolta con favore da Putin, ma finora il risultato è stato “nulla da fare” e le prospettive appaiono scarse.A differenza dell’amministrazione Biden, Trump ha l’opportunità di riavviare i colloqui sulle armi nucleari con Mosca, nell’ambito della sua autodichiarata speranza di normalizzare le relazioni tra Washington e Mosca.Nel gennaio 2024 Mosca ha respinto la ripresa dei colloqui sulle armi nucleari con l’assediata amministrazione di Joseph Biden, ma il Cremlino ha immediatamente segnalato la sua disponibilità ad avviare colloqui nucleari su un nuovo trattato e altre misure al fine di mantenere la stabilità strategica nel gennaio 2025, pochi giorni dopo l’insediamento di Donald Trump. Mosca ha annunciato la sua disponibilità a negoziare un nuovo trattato per sostituire New Start ( https://www.voanews.com/a/russian-foreign-minister-rejects-us-proposal-to-resume-nuclear-talks/7446504.html e www.themoscowtimes.com/2025/01/24/kremlin-seeks-to-resume-nuclear-disarmament-talks-with-us-a87730 ). Questo “gesto” è stato oscurato dalle iniziative di Trump sull’Ucraina e dall’apertura generale al Cremlino per migliorare le relazioni. Ad aprile, il Segretario del Consiglio di Sicurezza russo ed ex Ministro della Difesa Sergei Shoigu ha ribadito la disponibilità della Russia ( www.themoscowtimes.com/2025/04/24/moscow-is-ready-to-resume-nuclear-arms-talks-with-us-shoigu-says-a88854 ). È importante ricordare che, mentre Mosca ha ritirato la sua conformità alle ispezioni in loco dopo l’avvio dell’SMO in Ucraina a causa della necessità di segretezza militare e di eventuali future contingenze di escalation legate alla guerra, Washington ha sospeso contemporaneamente i colloqui sulla stabilità strategica volti a raggiungere un nuovo New START.Da parte sua, Trump ha espresso l’interesse degli Stati Uniti a concludere un nuovo accordo sul controllo strategico degli armamenti (“denuclearizzazione”), ma ritiene che anche i missili a medio e corto raggio dovrebbero essere inclusi in tale accordo, così come le forze nucleari cinesi. A gennaio, la Casa Bianca di Trump ha dichiarato di essere “interessata ad avviare questo processo negoziale il prima possibile”, ma non si è registrato alcun progresso ( www.themoscowtimes.com/2025/01/24/kremlin-seeks-to-resume-nuclear-disarmament-talks-with-us-a87730 ).Al contrario, Trump ha iniziato a minacciare con armi nucleari che sono andate ben oltre il “semplice” dispiegamento di due sottomarini nucleari, nell’ambito di un’autodichiarata minaccia a Mosca. Ha ordinato il dispiegamento di ulteriori armi nucleari americane in Europa per la prima volta da quando il presidente sovietico Mikhail Gorbachev e le amministrazioni di Ronald Reagan e George H.W. Bush hanno concluso trattati che hanno portato a massicci tagli alle armi nucleari strategiche, intermedie, a corto raggio e tattiche sovietiche e americane in Europa. In altre parole, ha vanificato i risultati di anni di sforzi per il controllo degli armamenti e decenni di intesa con Mosca sulle armi nucleari. Come ha osservato Larry Johnson, l’amministrazione Trump ha dispiegato circa 100-150 bombe nucleari tattiche a gravità B61-12 in sei basi in cinque paesi NATO: la base aerea della RAF di Lakenheath (Regno Unito); la base aerea di Kleine Brogel (Belgio); la base aerea di Büchel (Germania); le basi aeree di Aviano e Ghedi (Italia); la base aerea di Volkel (Paesi Bassi) e la base aerea di Incirlik (Turchia).Mosca ha risposto rimuovendo la moratoria autoimposta sul dispiegamento avanzato di missili nucleari a corto e medio raggio. Questo potrebbe essere un po’ uno stratagemma per ora, poiché nel giugno 2023 la Russia ha dispiegato missili nucleari in Bielorussia, mentre la NATO persisteva nel condurre la guerra in Ucraina che aveva chiaramente provocato e nell’aprile 2022 ne ha bloccato la prevenzione. Il dispiegamento di testate nucleari tattiche da parte di Trump in Europa potrebbe essere visto come una risposta ai precedenti dispiegamenti nucleari del presidente russo Vladimir Putin in Bielorussia ( www.reuters.com/world/europe/belarus-has-started-taking-delivery-russian-tactical-nuclear-weapons-president-2023-06-14/ ). Ma ciò è avvenuto sotto la precedente amministrazione statunitense: il ridispiegamento di testate nucleari tattiche in Europa arriva troppo tempo dopo il dispiegamento russo in Bielorussia per essere convincente come risposta provocata, e il ridispiegamento dei sottomarini nucleari non può essere affatto visto in questo modo.Poi Trump ha reagito in modo esagerato a un semplice promemoria del vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo ed ex presidente russo Dmitrij Medvedev, secondo cui la Russia può rispondere a qualsiasi attacco nucleare americano con uno altrettanto devastante, riposizionando i sottomarini nucleari statunitensi più vicino alla Russia. Trump aveva intrapreso una mossa inefficace ma ciononostante cineticamente strategica, persino un atto aperto di minaccia nucleare e intimidazione per contrastare un post su Internet.Probabilmente la Russia voleva raggiungere un accordo provvisorio sul rispetto dei limiti del New START e poi firmare un nuovo trattato sulle armi nucleari strategiche prima che Trump lasciasse l’incarico, data la grande polarizzazione nella politica statunitense e la conseguente incertezza su chi potesse essere il successore di Trump ( https://gordonhahn.com/2025/05/23/a-new-new-start-putin-sees-trump-administration-as-a-window-of-opportunity-for-strategic-arms-control/ ). In effetti, più di un mese fa Mosca ha ribadito il suo segnale in tal senso, quando Putin ha proposto che entrambe le parti concordassero di prorogare di un anno il New START, che presto sarebbe stato chiuso. Ciò avrebbe fornito il tempo necessario per avviare i negoziati su un nuovo trattato sostitutivo.Purtroppo, per quanto ne sappiamo, gli Stati Uniti non hanno mai risposto. Putin aveva dato a Washington un po’ di tempo per vedere se e come avrebbe reagito. Non avendo ricevuto risposta, ha deciso di concentrare le menti a Washington. La scorsa settimana Putin ha annunciato il successo dei test di due nuove e potenti armi nucleari. La prima è il missile da crociera “Burovestnik”, dotato di un sistema di propulsione nucleare e in grado di lanciare missili nucleari. La seconda è il drone sottomarino “Poseidon”, anch’esso basato su un sistema simile ed è progettato per sferrare un attacco nucleare contro le città portuali. Entrambi hanno una gittata illimitata e possono volare per lunghi periodi prima di dirigersi verso un bersaglio.Trump ha risposto emanando un ordine apparentemente destinato a portare alla ripresa dei test nucleari statunitensi. Sebbene alcuni funzionari abbiano respinto l’ordine, una settimana dopo Trump lo ha ripetuto come una dichiarazione politica più formale, aggiungendo che gli Stati Uniti stavano sviluppando un bombardiere nucleare B-2 modernizzato e un nuovo missile da crociera nucleare con una gittata di 21.000 chilometri. Ieri gli Stati Uniti hanno lanciato un missile intercontinentale disarmato a dimostrazione del fatto che, come ha affermato Trump, “gli Stati Uniti hanno le forze nucleari più potenti al mondo”. Questo “andirivieni”, così come la fanfaronata nucleare di Trump, riflettono ancora una volta il caos che la mancanza di una strategia complessiva e di coerenza di Trump sta introducendo nella definizione e nell’attuazione della politica estera statunitense in generale e in relazione alla Russia in particolare. La sua incapacità di imporre sanzioni alla Cina senza costi proibitivi per l’economia statunitense, imposti dalle controsanzioni cinesi, il fallimento dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza e il tentativo altrettanto fallito di portare la pace in Ucraina per quasi un anno intero, non meno di “un giorno”, come aveva arrogantemente promesso, si traducono in una posizione più dura nei confronti della Russia in generale e dell’Ucraina in particolare. Sta cercando di vincere, perché per Trump ciò che conta di più è Trump. Sembra ignaro che un nuovo trattato strategico per il controllo degli armamenti – un trattato in cui potrebbe includere anche la Cina – rappresenterebbe una vittoria anche per Trump, oltre alla questione ben più importante della stabilità e della sicurezza internazionale.Lo stesso giorno, Putin ha replicato ordinando alle forze armate russe di prepararsi a condurre i propri test nucleari su Novaya Zemlya, con una successiva precisazione da parte del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, secondo cui Mosca aderisce al Trattato ABM e condurrà un test nucleare solo nel caso in cui qualcun altro lo faccia per primo. Sembra che ci stiamo dirigendo verso un ulteriore “ritorno al futuro”, oltre i trattati INF, CFE e START di oltre trent’anni fa, verso una regressione all’era pre-ABM (Trattato sui missili antibalistici) di oltre sessant’anni fa!Se Trump agisce sulla base di qualcosa di diverso dall’ego, si tratta certamente di qualcosa che si fonda più su un atteggiamento che su una strategia, ovvero una pallida imitazione del mito americano su come l’URSS sia stata sconfitta o almeno sopravvissuta durante la Guerra Fredda. Il mito sostiene che la politica strategicamente avanzata di Reagan, consistente nel dispiegamento di missili da crociera in Europa, nella minaccia allo scudo antimissile balistico della “Guerre Stellari” (Strategic Defense Initiative) e nel convincere i sauditi ad aumentare i prezzi del petrolio, abbia portato alla caduta del regime e dello stato comunista sovietico. La vera causa fu la rigidità del sistema politico monopartitico sovietico e dell’economia centralizzata pianificata, di cui il futuro leader sovietico Mikhail Gorbachev e alcuni altri apparatchik del partito, in particolare Aleksandr Yakovlev, erano insoddisfatti prima ancora che le politiche di Reagan avessero alcun effetto sull’economia sovietica. L’inflessibilità del sistema portò all’affondamento e alla distorsione delle riforme di Gorbaciov, e gli effetti economici indesiderati della resistenza del Partito-Stato alle riforme divisero il regime sovietico in fazioni. La divisione del regime portò a diversi tentativi di colpo di Stato radicale contro Gorbaciov, in particolare il fallito colpo di Stato dell’agosto 1991, e all’emergere di una rivoluzione dall’alto portata avanti dal leader della Federazione Russa dell’era sovietica (RSFSR), Boris Eltsin, che convinse i leader di diverse altre repubbliche sovietiche a sciogliere l’URSS, ponendo fine allo Stato sovietico. In altre parole, l’impulso per porre fine al regime sovietico e poi allo Stato venne dall’interno, non dall’esterno.L’amministrazione Trump sarebbe poco prudente nel lanciare una corsa agli armamenti nucleari nel tentativo di infliggere alla Russia una sconfitta strategica, dato che il Paese ha un sistema economico e finanziario molto più dinamico e flessibile rispetto al suo predecessore sovietico. Ridispiegare sottomarini nucleari e riavviare i test nucleari in sostituzione di un nuovo trattato sulle armi strategiche è una strategia perdente, poiché Trump continua a irritare e confondere le altre due grandi potenze mondiali: Russia e Cina.La Russia non è una “tigre di carta” isolata, con armi nucleari a capo di un’alleanza di deboli stati comunisti del Patto di Varsavia, come lo era l’URSS intorno al 1985. Piuttosto, è co-presidente di una rete di coalizioni e quasi-alleanze, come i BRICS+ e l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, insieme alla superpotenza mondiale emergente, la Cina, partner strategico di Mosca. Mentre la condotta irregolare di Trump in politica estera aumenta l’incertezza, queste grandi potenze, di fatto alleate, inizieranno a coordinare le loro strategie di difesa e di armamento nucleare, così come hanno coordinato molti altri ambiti delle loro politiche interne ed estere. Questa non è una vittoria per gli Stati Uniti e non “rende l’America di nuovo grande”.Inoltre, gli Stati Uniti non sono più avanti della Russia in termini di tecnologia militare come lo erano rispetto all’URSS. Al contrario, i recenti sviluppi militari rivoluzionari della Russia – la massiccia produzione di droni e le relative strategie, operazioni e tattiche di guerra (SOT) e l’esperienza di combattimento che ne consegue, i suoi nuovi missili convenzionali ipersonici a lungo e medio raggio con capacità di velocità cosmica come il missile da crociera Zircon, il missile Oreshnik con un nuovo tipo di materiale esplosivo devastante, il missile da crociera Burovestnik e il drone nucleare sottomarino Poseidon con i loro sistemi di propulsione nucleare – pongono le forze armate russe molto più avanti delle forze armate statunitensi sia in termini nucleari che convenzionali. Inoltre, i nuovi mini-reattori nucleari avranno numerosi usi civili, inclusa la produzione di energia. Oltre a migliorare altri settori dell’economia, consentiranno a Mosca di passare ulteriormente all’energia nucleare, lasciando la Russia meno dipendente dall’energia basata sui combustibili fossili e in grado di esportarla in modo più voluminoso a scopo di lucro. Ma la cosa più importante è che i vantaggi della Russia sugli Stati Uniti nella guerra convenzionale, nucleare e con i droni di ogni tipo sono destinati a durare ancora per un decennio, molto tempo dopo che Trump potrà rivendicare una qualsiasi vittoria alla Casa Bianca.All’inizio del suo primo mandato, ho notato che Trump sarebbe stato positivo per la politica interna degli Stati Uniti, soprattutto per l’economia, ma negativo per la politica estera; quest’ultima si sta rivelando in modo molto evidente nel suo secondo mandato. La Russia cerca la stabilità strategica con gli Stati Uniti perché il controllo degli armamenti nucleari può facilitare un riavvicinamento russo-americano, entrambi i quali rafforzano la sicurezza nazionale russa e si rafforzano a vicenda. Tuttavia, Trump non sembra comprendere cosa comporti la stabilità strategica, né tantomeno come ottenerla. Al contrario, nella sua ricerca di gloria personale, alimenta l’instabilità strategica e l’incertezza politico-militare nei posti sbagliati, in primo luogo, ma non solo, a Mosca e Pechino. Con i colloqui di pace in Ucraina falliti e con scarse probabilità di diventare la sede attraverso cui avviare un riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia, i colloqui sulle armi nucleari possono sostituire un forum alternativo per il rinnovamento della diplomazia e la normalizzazione delle relazioni tra queste due grandi potenze e, forse, anche con l’ascesa di una Cina.

CONTRIBUITE!!! La situazione finanziaria del sito sta diventando insostenibile per la ormai quasi totale assenza di contributi

Il  sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000 € all’anno), ecco come puoi contribuire:

– Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704;

– IBAN: IT30D3608105138261529861559

PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo

Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo

Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione).

Contatti: italiaeilmondo@gmail.com – x.com: @italiaeilmondo – Telegram: https://t.me/italiaeilmondo2 – Italiaeilmondo – LinkedIn: /giuseppe-germinario-2b804373

Di nuovo Coup Poker a Kiev_di Gordon Hahn

Di nuovo Coup Poker a Kiev

Gordon Hahn19 novembre∙Pagato
 LEGGI NELL’APP 
 
CONTRIBUITE!!! La situazione finanziaria del sito sta diventando insostenibile per la ormai quasi totale assenza di contributi
Il  sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000 € all’anno), ecco come puoi contribuire:
– Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704;
– IBAN: IT30D3608105138261529861559
PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo
Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo
Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione).
Contatti: italiaeilmondo@gmail.com – x.com: @italiaeilmondo – Telegram: https://t.me/italiaeilmondo2 – Italiaeilmondo – LinkedIn: /giuseppe-germinario-2b804373

L’Ucraina si trova nel mezzo di una crisi politica – che si aggiunge alle crisi militari, finanziarie ed elettriche – che equivale a una situazione pre-golpe. Gli occidentali sono stati vittime dell’illusione, promossa da molti cosiddetti politologi, che l’Ucraina nel 2004 e nel 2014 abbia subito quelle che nel linguaggio comune vengono chiamate “rivoluzioni sociali” o “rivoluzioni dal basso”, dalla società. Come nel caso del rovesciamento del sistema monopartitico comunista sovietico e del crollo dello Stato sovietico nel 1991, questa è una definizione impropria o, quantomeno, un’esagerazione. Al massimo, la rivoluzione era solo una parte della storia di queste trasformazioni politiche, che in realtà erano più vicine a colpi di stato e/o rivoluzioni dall’alto. In questi casi, la questione del rovesciamento illegale del governo implica che un gruppo basato su un regime o uno stato ne sostituisca un altro al potere (colpo di stato) o guidi tale sforzo al fine di cambiare radicalmente l’ordine sociale, politico ed economico (rivoluzione dall’alto).

Nel caso sovietico, abbiamo assistito a una rivoluzione dal basso, una rivoluzione nata ma abortita. In Ucraina, nel 2004, ci fu un colpo di stato di palazzo. Nel 2014, ci fu un colpo di stato sostenuto da una rivoluzione nascente, che fu cooptata e quindi abortita. Quella “rivoluzione” di Maidan fu in parte una rivoluzione dall’alto, in quanto una parte dell’élite al potere, che rappresentava interessi oligarchici, prese il controllo delle manifestazioni popolari di Maidan. Successivamente, gruppi rivoluzionari ultranazionalisti e neofascisti, in larga misura dal basso, orchestrarono un colpo di stato che innescarono con un massacro sotto falsa bandiera di manifestanti e poliziotti, e che poi attribuirono al “vecchio regime” di Viktor Yanukovich. Tuttavia, i neofascisti non riuscirono mai a superare l’elemento oligarchico della rivoluzione dall’alto. Le due forze si sono spartite il potere con difficoltà, con gli ultranazionalisti e i neofascisti che hanno occupato posizioni secondarie negli organi di coercizione: polizia, esercito e sicurezza. Pertanto, il fondatore di Pravy Sektor ed ex “coordinatore”, Dmitro Yarosh, ha ripetutamente chiesto di “terminare la rivoluzione nazionalista”.

Oggi l’Ucraina sta attraversando una terza crisi post-sovietica; non ancora una situazione rivoluzionaria, ma sul punto di diventarlo. L’Ucraina, tuttavia, si trova già in una situazione pre-golpe. L’ex presidente Petro Poroshenko, il suo partito Solidarietà Europea e altri leader dell’opposizione civile si stanno muovendo verso la rimozione di Zelenskiy dal potere con un metodo o con l’altro, mentre lo scandalo di corruzione “Mindichgate” esplode sullo sfondo di fronti di battaglia al collasso, un esercito in disgregazione e la prospettiva di un inverno senza elettricità, riscaldamento e altri beni di prima necessità.

 Iscritto

Condividere

Al centro di un colpo di stato o di una situazione rivoluzionaria c’è una spaccatura di regime. Quando l’élite al potere si divide in due centri di potere inconciliabilmente in competizione tra loro, decisi a conquistare il potere. Una situazione rivoluzionaria può derivare da una crisi pre-golpe, quando due o più gruppi competono e sono in grado di avanzare rivendicazioni credibili e contrastanti sul diritto di governare il paese, con visioni profondamente contrastanti su come il paese dovrebbe essere governato, organizzato e immaginato – in questo caso, elementi oligarchici cinicamente pratici ed elementi ultranazionalisti/neofascisti radicalmente ideologici, con forse un terzo elemento pro-repubblicano valido, sebbene relativamente piccolo.

Possiamo vedere la divisione oligarchico-neofascista nella visione e nelle dichiarazioni passate di persone come Yarosh, che sulla scia del Mindichgate ha scritto sulla sua pagina Facebook che a coloro coinvolti nella corruzione non dovrebbe essere concessa alcuna punizione e li ha di fatto accusati di finanziare le operazioni russe nella guerra NATO-Russia in Ucraina, probabilmente pensando alla continuazione del commercio di diamanti di Mindich fino al 2024. Un commentatore ha osservato che questa è corruzione di Zelenskiy, non solo di coloro i cui nomi vengono menzionati dalla NABU e dai media e nei nastri di Mindich ( www.facebook.com/dyastrub/posts/pfbid0tz5vEyo3ABb5my6ikZbpzLcHRfnoc8Ajm4VJHaGHTaNZGpThB18zpYNJb5EQca3Bl ). Per ora, la ben più potente e “grande speranza bianca” dei neofascisti ucraini, il fondatore di Azov e comandante del Corpo d’armata nazionale di Azov, il generale di brigata Andriy Biletskiy, rimane in silenzio.

L’elemento oligarchico, rappresentato in modo particolare da Poroshenko, ha aperto la partita del golpe chiedendo il licenziamento del collaboratore storico di Zelenskiy dai tempi di “Kvartal-95”, il capo dell’Ufficio del Presidente (OP) Andriy Yermak, e la creazione di un nuovo governo di coalizione di “unità nazionale”, ponendo fine alla maggioranza monopartitica del partito di Zelenskiy, i “Servi del Popolo” (Slugy Naroda), o SN, che ha governato la Rada per cinque anni ( https://strana.news/news/495070-partii-evrosolidarnost-i-holos-vystavili-trebovanija-k-zelenskomu.html ). L’ex primo ministro, Yuliya Tymoshenko, si è espressa a favore di questa proposta. Insieme al partito “Voce”, questo costituisce un blocco di opposizione tripartito di una certa forza ( https://strana.news/news/495103-timoshenko-podderzhala-predlozhenie-poroshenko-o-formirovanii-koalitsii-natsionalnoho-edinstva.html ). Se a ciò si aggiunge la possibilità che circa 100 deputati del SN Rada lascino il partito se, come minacciato, Yermak non verrà rimosso dalla carica di capo dell’OP, dato il suo apparente coinvolgimento nel piano di corruzione di Mindich, si profila una nuova maggioranza nel Rada.

Se a questa crisi politica si aggiunge la situazione pre-golpe che si sta delineando, si ottiene un regime e uno Stato fortemente destabilizzati. Non solo Zelenskiy è sul punto di perdere il controllo monopolistico sia sulla Rada che sul governo, ma la sua amministrazione presidenziale è minacciata, data la possibile imminente caduta di Yermak e di altri funzionari presidenziali che potrebbero seguire le sue orme. Nella nuova configurazione, la presidenza sarà un soggetto indebolito; nella migliore delle ipotesi alla pari con il governo e/o la Rada con un presidente zoppo. Sebbene il teorico blocco tripartitico, anche con un terzo dei deputati del SN che si stacca e si allinea, non raggiunga comunque la maggioranza, la coalizione di unità avrebbe bisogno solo di circa altre 50 defezioni. Per ottenere le altre 50 defezioni necessarie a garantire la maggioranza, il leader della fazione del SN nella Rada, David Arakhamiya, dovrebbe probabilmente rompere con Zelenskiy. Arakhamiya ha mostrato una vena indipendente, ad esempio, quando ha dichiarato che Russia e Ucraina avevano effettivamente raggiunto un accordo nell’aprile 2022 per porre fine all'”operazione militare speciale” del presidente russo Vladimir Putin, ma che Zelenskiy aveva ceduto alle pressioni occidentali e abbandonato il processo, assicurandosi la guerra. Ha anche rivelato che, sì, la richiesta principale di Mosca era la garanzia di un’Ucraina neutrale al di fuori della NATO.

Una nuova maggioranza potrebbe rendere insostenibile il mandato presidenziale di Zelenskiy, data la precaria costituzionalità della sua permanenza in carica durante la legge marziale, scaduta lo scorso anno. La nuova maggioranza potrebbe rifiutarsi di estendere la legge marziale, che deve essere nuovamente approvata dalla Rada ogni tre mesi, forzando le elezioni presidenziali e allentando le restrizioni alle manifestazioni pubbliche e all’opposizione alla mobilitazione. A Kiev si vocifera che Zelenskiy potrebbe quindi tentare di placare la crescente opposizione scaricando Yermak e sostituendolo con Arakhamiya, che è stato un concorrente di Yermak e ha perso potere nell’OP, e nominando un nuovo governo guidato dall’influente membro del SN e Primo Vice Primo Ministro Mikhail Fyodorov. Anche se questo ritardasse la sua caduta per qualche mese, l’autorità di Zelenskiy è ai minimi storici, con tre sondaggi interni dell’OP che mostrano un calo del suo indice di gradimento del 40%, scendendo sotto il 20% da quando è scoppiato il Mindichgate, secondo il deputato della Rada Yaroslav Zheleznyak ( https://t.me/stranaua/216653 ). Le fazioni d’élite in competizione e gli alleati tiepidi fiutano il sangue nell’acqua e si stanno muovendo alla ricerca di modi per indebolire ulteriormente Zelenskiy o addirittura rimuoverlo del tutto.

E questo è solo il lato civile della crisi e sta accadendo, lo ripeto, sullo sfondo del crollo del fronte difensivo e dell’esercito. Pertanto, Zelenskiy ha gravi e crescenti problemi con gli organi di coercizione. È in conflitto sempre più stretto con l’esercito, man mano che i fronti difensivi dell’esercito si dissolvono, in particolare per il suo rifiuto di consentire alle truppe ucraine circondate o quasi circondate di effettuare ritirate controllate ormai da anni, e più recentemente a Pokrovsk, Myrnograd e Kupyansk. Ricordiamo il recente affronto del Capo di Stato Maggiore Generale Mikhail Gnatov in un incontro con Zelenskiy, in cui ha mostrato aperta insubordinazione militare al suo comandante in capo civile, il Presidente Zelenskiy, affermando in faccia che il comando militare – cioè, non Zelenskiy – deciderà le fasi operative nell’area di Pokrovsk-Myrnograd ( https://gordonhahn.substack.com/publish/posts/detail/179010946?referrer=%2Fpublish%2Fposts%2Fpublished ). Il capo del GRU Kyryll Budanov e l’ex comandante delle forze armate ucraine e ora ambasciatore nel Regno Unito, il Generale Valeriy Zaluzhniy rappresentano, nella migliore delle ipotesi, rispettivamente un capo della sicurezza e una figura militare potenzialmente infedeli. Entrambi avevano indici di popolarità superiori a quelli di Zelenskiy prima della recente dipartita di quest’ultimo. Nella peggiore delle ipotesi, questi uomini sono critici accaniti e risoluti oppositori di Zelenskij, in attesa di un’opportunità per sostituirlo o aiutarlo a rimuovere Bankovaya, e hanno una grande influenza all’interno dei servizi segreti e dell’esercito. Ci sono notizie secondo cui Yermak sarebbe volato a Londra mercoledì per incontrare Zaluzhniy. Se fosse vero, non posso che vedere questo come un tentativo di reclutare il generale licenziato da Zelenskij e forse l’MI-6, l’organo di intelligence britannico, in un complotto contro Zelenskij ( https://x.com/HavryshkoMarta/status/1990886036382364037 ).

Allo stesso tempo, l’organo di controspionaggio e sicurezza fedele (per ora) a Zelenskiy, l’SBU, che spesso si schiera su fronti opposti rispetto all’SBU, ha fatto irruzione negli uffici del NABU a luglio, quando Zelenskiy ha cercato di prendere il controllo degli organi anticorruzione NABU e SAPO ( https://t.me/stranaua/203900 ). Probabilmente saranno nuovamente chiamati in causa dopo le rivelazioni di Mindichgate. Un funzionario del NABU arrestato a luglio si è già fatto avanti affermando che erano in corso indagini sul coinvolgimento dell’SBU nella protezione dalla corruzione quando Zelenskiy ha tentato di porli sotto il controllo dell’OP ( https://t.me/stranaua/216889 ). Budanov e NABU sono probabilmente le istituzioni di Kiev più vicine a Washington DC, rispettivamente alla CIA e all’FBI.

Saranno probabilmente i “siloviki” (ministeri del potere o organi di coercizione) a guidare gli eventi futuri, poiché sono loro – soprattutto l’esercito – a subire il peso dell’avanzata russa e dei profitti dei corruttori di Zelenskij che la facilitano. I loro legami con gli sponsor stranieri dell’Ucraina, forse i suoi proprietari, saranno cruciali: la NABU con l’FBI; la NATO, la CIA e il Dipartimento della Difesa con l’HRU, la SBU e l’esercito ucraino, rispettivamente. L’epilogo potrebbe essere a poche settimane o giorni di distanza, con il crollo di fronti, unità militari, finanze e fornitura di energia elettrica e l’arrivo di un inverno crudele. Forse, le molteplici crisi, che equivalgono a una crisi di regime e di Stato, convinceranno finalmente i pochi statisti occidentali a salvare l’Ucraina dalla sua imminente rovina. È certamente possibile che gran parte della crisi di Mindichgate sia stata orchestrata da Washington e, in particolare da Trump, per presentargli un accordo che non può rifiutare: dimettersi o indire elezioni presidenziali, altrimenti la tua corruzione sarà la prossima a ottenere la massima pubblicità e sarai costretto a lasciare l’incarico in un modo o nell’altro senza garanzie.

Aggiornamento sul Kiev Coup Poker

Gordon Hahn19 novembre
 LEGGI NELL’APP 

Il presidente ucraino Volodomyr Zelenskiy, assediato, è ancora in viaggio, essendo arrivato in Turchia, dove ha incontrato, tra l’altro, il capo del Consiglio di Difesa e Sicurezza dell’Ucraina, Rustem Umerov, incriminato dal Mindichgate, presumibilmente per riavviare i colloqui di pace con Mosca. Di recente, nelle registrazioni del Mindichgate, si è sentito improvvisare mentre discuteva di un accordo corrotto sui giubbotti antiproiettile. Zelenskiy ha bisogno del sostegno dell’esercito, ma Umerov non ha avuto e certamente non avrà ora comando o autorità all’interno dell’esercito. Questo è il dominio della figura politica più popolare dell’Ucraina, l’ambasciatore di Kiev nel Regno Unito ed ex comandante delle Forze Armate ucraine (UAF), il generale Valeriy Zaluzhniy, licenziato da Zelenskiy l’anno scorso.

Secondo quanto riferito, il capo dell’Ufficio del Presidente (OP) di Zelenskiy, Andriy Yermak, si trovava a Washington per parlare con l’FBI, che ha un ruolo nell’apertura del Mindichgate. Ora si troverebbe a Londra, dove probabilmente incontrerà Zaluzhniy e personaggi del governo britannico, come il nuovo direttore ucraino-britannico dell’MI6 ( https://gordonhahn.substack.com/p/is-the-uk-readying-a-coup-option ). Con Zaluzhniy e l’FBI, il ruolo di Yermak nella crisi pre-golpe o colpo di stato in corso è più forte di quello di Zelenskiy, che è potenzialmente isolato in Turchia con Umerov, una figura del tutto impopolare in Ucraina e per giunta di etnia tatara.

Ma l’esercito non è più nelle mani di Zaluzhniy, che può controllarlo senza combattere. È anche il feudo di neofascisti come Azov e del suo fondatore, il generale di brigata Andriy Biletskiy, a capo di un corpo d’armata Azov di 20.000 uomini e di altre unità dominate da Azov.

Si vocifera anche che il Segretario dell’Esercito statunitense Dab Driscoll e il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Randy George siano a Kiev e che poi dovrebbero dirigersi a Mosca! Potrebbero essere a Kiev per consegnare un ultimatum a Zelenskiy, sotto forma del presunto nuovo piano di pace tra Stati Uniti e Russia, che sarà tenuto a firmare o a subirne le conseguenze (arresto, rimozione dall’incarico, colpo di stato, assassinio), il che forse spiega perché Zelenskiy rimanga a Istanbul. Tuttavia, questo potrebbe rivelarsi un errore fatale, poiché ha lasciato la porta aperta a macchinazioni.

Stasera Kiev è vuota, senza il suo presidente, il capo di gabinetto presidenziale, il ministro della Difesa, il ministro dell’Energia e forse chissà chi altro. Ieri sera, l’ex ministro dell’Energia Svetlana Grinchuk, implicata nel Mindichgate, è fuggita dall’Ucraina, unendosi a una schiera di esuli kievani: Zelenskiy, Yermak, Umerov, lo stesso Mindich e il suo complice Tsukerman. Stanno andando più veloci dei politici americani verso l’isola di Epstein. Ruslan Stefanchuk, il presidente della Rada, gravemente frammentata, scossa dal Mindichgate, e il capo del Gabinetto dei Ministri, Yuliya Svyrydenko, al suo incarico da meno di un anno, rimangono se si parla di leader civili. Il capo dell’intelligence militare (HRU) Kyryll Budanov, una creatura della CIA, rimane, così come presumibilmente almeno alcuni membri dello Stato Maggiore dell’UAF, incluso il suo presidente Mikhail Gnatov, che solo una settimana fa ha affermato l’autorità militare su quella civile in faccia a Zelenskiy.

Questo sarebbe un momento eccellente per alcune di queste figure, rimaste a Kiev, per mettere a segno un colpo di stato, a quanto pare, magari con il sostegno degli ufficiali dell’esercito americano in città. Probabilmente non accadrà stasera, ma chissà? Forse domani sera, quando Zelenskij e Umerov potranno essere arrestati, come alcune fonti ufficiali affermano che accadrà. Al momento, un colpo di stato per sostituire Zelenskij offre a tutti i principali attori del momento qualcosa di ciò che desiderano. Zelenskij rimane un uomo libero (anche se probabilmente braccato). Il Progetto Ucraina dell’Occidente si è liberato di lui e può essere indirizzato verso la sua prossima linea d’azione nel quadro delle richieste e degli ultimatum russi e americani. In ogni caso, come dice un vecchio proverbio americano: “Prendi finché puoi”.

Xi rende omaggio al defunto leader riformista Hu Yaobang: leggere i segnali_di Fred Gao

Xi rende omaggio al defunto leader riformista Hu Yaobang: leggere i segnali

Fred GaoNov 21
 
LEGGI NELL’APP
  
CONTRIBUITE!!! La situazione finanziaria del sito sta diventando insostenibile per la ormai quasi totale assenza di contributi
Il  sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000 € all’anno), ecco come puoi contribuire:
– Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704;
– IBAN: IT30D3608105138261529861559
PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo
Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo
Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione).
Contatti: italiaeilmondo@gmail.com – x.com: @italiaeilmondo – Telegram: https://t.me/italiaeilmondo2 – Italiaeilmondo – LinkedIn: /giuseppe-germinario-2b804373

Ad oggi, solo sette leader sono stati onorati con simposi commemorativi tenuti in nome del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese in occasione dei loro anniversari decennali di nascita: Mao Zedong (毛泽东), Zhou Enlai (周恩来), Liu Shaoqi (刘少奇), Zhu De (朱德), Deng Xiaoping (邓小平), Chen Yun (陈云) e Hu Yaobang (胡耀邦). La convocazione di questo simposio dimostra che il Comitato Centrale del Partito ha nuovamente affermato la posizione storica di Hu Yaobang e il suo contributo alla causa della riforma e dell’apertura.

Wang Mingyuan


La mattina del 20 novembre, il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha tenuto un simposio nella Grande Sala del Popolo per commemorare il 110° anniversario della nascita del compagno Hu Yaobang, presieduto da Xi. Vorrei presentare un articolo di Wang Mingyuan, uno studioso rinomato e ben introdotto, specializzato nella storia dell’era della Riforma e dell’Apertura. Grazie alla sua autorizzazione, posso pubblicare la sua analisi sul significato di questo simposio. E non credo di aver bisogno di ulteriori commenti al riguardo. A chi è interessato a quella storia, consiglio vivamente il suo account pubblico WeChat, Fuchengmen No. 6 (阜成门六号院).

In breve, Wang ritiene che elevando il protocollo commemorativo allo stesso livello di quello riservato ai leader fondatori come Zhou Enlai e Liu Shaoqi – organizzando un simposio del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese anziché uno dipartimentale – si invii un segnale che riafferma la legittimità storica di Hu Yaobang e posiziona il suo spirito riformista come direttamente rilevante per le attuali priorità politiche.

Di seguito il testo completo:


Condividi

Nella politica cinese, la valutazione e la commemorazione dei leader sono trattate con grande attenzione, specialmente nel caso di una figura come Hu Yaobang, il cui retaggio rimane profondamente significativo. Questo articolo ripercorre l’evoluzione delle valutazioni ufficiali e delle commemorazioni di Hu Yaobang nei 36 anni dalla sua morte.

Hu Yaobang morì il 15 aprile 1989. Sebbene all’epoca fosse membro del Politburo, il suo funerale seguì il protocollo previsto per gli ex leader di alto rango del Partito e dello Stato, lo stesso utilizzato due anni prima per Ye Jianying. Tuttavia, data la popolarità di Hu e il profondo dolore dell’opinione pubblica, alcuni elementi cerimoniali furono elevati al di sopra del protocollo standard.

Alle 12:20 del 15 aprile, l’agenzia di stampa Xinhua ha diffuso un breve comunicato sulla sua scomparsa destinato al pubblico straniero. La CRI ha iniziato a trasmettere la notizia alle 14:04, seguita da 1 minuto e 17 secondi di musica funebre che è stata ripetuta ogni ora fino alle 17:00. Questo protocollo era stato utilizzato in precedenza solo per Mao Zedong.

Il 22 aprile, il Comitato Centrale ha tenuto una cerimonia commemorativa per Hu Yaobang nella Grande Sala del Popolo, alla quale hanno partecipato più di 4.000 persone. Questa è stata una delle sole cinque cerimonie commemorative tenute nella Grande Sala per leader di livello statale dopo la riforma del 1986 dei protocolli funebri (le altre sono state per Liu Bocheng, Ye Jianying, Deng Xiaoping e Jiang Zemin). La China Central Television, la China National Radio e la China Radio International hanno trasmesso la cerimonia in diretta in tutto il mondo: è stata la prima trasmissione televisiva in diretta di una cerimonia commemorativa per un leader cinese, con il commento di Luo Jing, il giovane conduttore di Xinwen Lianbo.

L’elogio funebre pronunciato durante la cerimonia commemorativa rappresentava la valutazione definitiva del Comitato Centrale del Partito su Hu Yaobang, descrivendolo come “un combattente comunista fedele e di provata esperienza, un grande rivoluzionario proletario e statista, un commissario politico eccezionale nell’esercito e un leader eccellente che ha ricoperto a lungo importanti cariche dirigenziali nel Partito”. Si affermava: «Come marxista, la vita del compagno Hu Yaobang è stata gloriosa. Nel corso dei suoi sessant’anni di carriera rivoluzionaria, è rimasto sempre fedele alla causa del Partito e del popolo, ha lavorato instancabilmente con tutto il cuore, ha lottato arduamente e ha dato un contributo immortale».

In particolare, l’elogio funebre aggiunse retroattivamente il titolo di “marxista”, che era stato omesso dal necrologio. Sia questo titolo che quello di “grande rivoluzionario proletario” sono onorificenze conferite solo a pochissimi leader del Partito e dello Stato di grande prestigio: dalla fondazione della nazione, solo 14 persone hanno ricevuto entrambi. L’elogio funebre del 1989 ha gettato le basi per tutte le successive valutazioni di Hu Yaobang e ha assicurato la sua indiscutibile posizione politica.

Dopo il funerale di Hu Yaobang, particolari circostanze interne e internazionali hanno portato a una cauta esposizione pubblica su di lui, nonostante la valutazione costantemente positiva del Comitato Centrale. (Hu Jintao e Jiang Zemin hanno visitato il suo mausoleo nel Jiangxi rispettivamente nel 1993 e nel 1995). Il nome di Hu Yaobang è scomparso in gran parte dal dibattito pubblico per un certo periodo, poiché le autorità hanno dato priorità al mantenimento della stabilità sociale conquistata a fatica.

Nel quinto anniversario della sua morte, nel 1994, riviste come Tongzhou Gongjin, Dangshi Zongheng, Dangshi Bolan e Yanhuang Chunqiu pubblicarono 16 articoli in memoria di Hu Yaobang, segnalando il suo ritorno al dibattito pubblico. Successivamente, queste influenti pubblicazioni sulla storia del Partito, insieme alla rivista Bainian Chao di recente fondazione, commissionarono articoli ad alti funzionari e intellettuali tra cui Dai Huang, Zhang Liqun, Yang Difu (vicepresidente del CPPCC dell’Hunan e padre di Yang Xiaokai), Zhang Aiping, Gao Yong, Wu Xiang, Liao Bokang (presidente del CPPCC del Sichuan), Li Chang, Zheng Hui, Yu Guangyuan, Huang Tianxiang, Shen Baoxiang e Tian Jiyun. Questi autori ricoprivano posizioni di rilievo, scrivevano con abilità e la maggior parte di loro aveva stretti rapporti con Hu Yaobang. Molti dei loro articoli erano capolavori di grande valore storico e di sincera commozione, come “丹心耀日 矢志兴邦” di Zhang Aiping e “大写的人” di Wu Xiang. La pubblicazione di questi articoli rese accettabile commemorare e studiare Hu Yaobang sulla stampa, anche se ancora su scala limitata.

Poiché non esistevano ancora linee guida formali per commemorare i leader del Partito e dello Stato, nel 1995, in occasione dell’ottantesimo anniversario della nascita di Hu Yaobang, le autorità non organizzarono alcuna attività né pubblicarono articoli commemorativi. Tuttavia, dati i suoi enormi contributi e la sua influenza durante la sua vita, la commemorazione ufficiale tornò gradualmente alla normalità in seguito. L’ex residenza di Hu Yaobang è stata designata sito di protezione dei beni culturali della provincia di Hunan nel 1996 (elevata a status nazionale nel 2013 come parte del settimo lotto). Nel maggio 1998, il Dipartimento di Pubblicità e la Scuola Centrale del Partito hanno organizzato congiuntamente un “Simposio in commemorazione del ventesimo anniversario della discussione sul criterio della verità. ” Hu Jintao, allora presidente della Scuola Centrale del Partito, ha affermato nel suo discorso il contributo di Hu Yaobang: era la prima volta che un leader centrale menzionava pubblicamente Hu Yaobang dopo la sua morte.

Il 27 luglio 1996, l’Ufficio Generale del Comitato Centrale del PCC e l’Ufficio Generale del Consiglio di Stato hanno emesso la “Comunicazione sull’organizzazione di attività commemorative in occasione dell’anniversario della nascita dei leader del Partito e dello Stato defunti“, stabilendo le linee guida formali per tali eventi. Nel 2005, in occasione del 90° anniversario della nascita di Hu Yaobang, il Comitato Centrale del PCC ha tenuto un simposio il 18 novembre. Zeng Qinghong, membro del Comitato Permanente del Politburo e Vicepresidente, ha parlato a nome del Comitato Centrale, alla presenza del Premier Wen Jiabao e del Segretario della Commissione Centrale per l’Ispezione Disciplinare Wu Guanzheng. Nel suo discorso, Zeng Qinghong ha ribadito la valutazione dell’elogio funebre del 1989 su Hu Yaobang come “un combattente comunista fedele e di lunga data, un grande rivoluzionario proletario e statista, un commissario politico eccezionale nell’esercito e un leader eccellente che ha ricoperto a lungo importanti cariche di leadership nel Partito”.

Questo simposio ha ricevuto grande attenzione a livello nazionale e internazionale ed è stato ampiamente considerato come il ritorno ufficiale di Hu Yaobang al dibattito pubblico. In seguito, i media e le riviste accademiche hanno potuto liberamente promuoverlo e commemorarlo. Il numero di articoli di ricerca su Hu Yaobang indicizzati dal CNKI illustra questo cambiamento: dal 2000 al 2004 sono stati pubblicati circa 20 articoli all’anno; dopo il 2005, questo numero è aumentato a oltre 80. *Endless Longing* (Desiderio infinito) di Man Mei, figlia di Hu Yaobang, e *Biography of Hu Yaobang (Volume 1)* (Biografia di Hu Yaobang, volume 1) di Zhang Liqun e altri sono stati approvati per la pubblicazione e hanno ricevuto una forte risposta sociale. *Endless Longing* ha vinto il Wenjin Book Award, uno dei più alti riconoscimenti nell’industria editoriale cinese.

L’immagine di Hu Yaobang iniziò ad apparire in film e serie televisive trasmessi dalla CCTV, come Deng Xiaoping al bivio della storia, dove apparve come personaggio principale in quasi tutta la serie. Inoltre, durante questo periodo di grande prosperità nel campo dell’informazione e dell’editoria, diversi quotidiani e periodici di alta qualità pubblicarono articoli su Hu Yaobang per anni. Egli venne spesso citato nei resoconti sulla storia delle riforme, offrendo alle giovani generazioni l’opportunità di conoscerlo.

La commemorazione del centenario dei leader del Partito e dello Stato è la cerimonia commemorativa più importante. I preparativi per la commemorazione del centenario di Hu Yaobang sono iniziati nell’aprile 2015, con la redazione di Opere scelte di Hu Yaobang (a cura del Comitato editoriale della letteratura del Comitato centrale del Partito comunista cinese, il più alto livello di pubblicazione di letteratura sulla leadership), *Hu Yaobang Pictorial* e le riprese del documentario in cinque episodi *Hu Yaobang*. Il culmine è stato il simposio del centenario tenutosi il 20 novembre, al quale hanno partecipato tutti e sette i membri del Comitato permanente allora in carica, con Xi che ha tenuto un importante discorso. Successivamente, la Casa editrice popolare ha pubblicato il discorso in un volume separato.

Nel suo discorso, Xi ha sottolineato:

Nel corso dei suoi 60 anni di carriera rivoluzionaria, da giovane comunista nelle zone sovietiche a leader del Partito e dello Stato, da soldato rivoluzionario che si lanciava in battaglia a pioniere delle riforme e dell’apertura, ha dato un contributo immortale all’indipendenza e alla liberazione della nazione cinese, alla rivoluzione e alla costruzione socialista, nonché all’esplorazione e alla creazione del socialismo con caratteristiche cinesi.

Quando disse: «Il compagno Hu Yaobang ha dedicato la sua vita al Partito e al popolo. La sua è stata una vita gloriosa, una vita di lotta. Nella sua instancabile lotta per la causa del Partito e del popolo, ha lavorato giorno e notte, dedicandosi con tutto se stesso, fino alla morte, scrivendo una vita degna del titolo di membro del Partito Comunista e dando un contributo che sarà ricordato nella storia», un lungo applauso riempì la sala.

Secondo la ricerca dell’autore, a parte gli straordinari incontri commemorativi per il centenario di Mao Zedong, Zhou Enlai, Liu Shaoqi, Deng Xiaoping e Chen Yun, tra i simposi centenari tenuti per i leader a livello statale, solo il simposio Ye Jianying del 1997 e il simposio Hu Yaobang del 2015 hanno visto la partecipazione di tutti i membri in carica del Comitato permanente del Politburo, a testimonianza dell’eccezionale prestigio di Hu Yaobang.

La “Comunicazione relativa allo svolgimento delle attività commemorative in occasione dell’anniversario della nascita dei leader del partito e dello Stato defunti” del 1996 stabiliva le seguenti disposizioni per la commemorazione dei leader a livello statale:

  1. Le attività commemorative per l’anniversario della nascita del compagno Mao Zedong saranno organizzate dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese in occasione del 10°, 50° e 100° anniversario.
  2. Le attività commemorative per l’anniversario della nascita di Zhou Enlai, Liu Shaoqi, Zhu De, Chen Yun e altri importanti leader del Partito e dello Stato che hanno ricoperto posizioni di leadership fondamentali nella storia del Partito si terranno in occasione del 10°, 50° e 100° anniversario. In occasione del decimo anniversario, saranno pubblicati articoli commemorativi; i dipartimenti centrali competenti terranno simposi commemorativi ai quali parteciperanno i leader centrali che terranno discorsi; e nei luoghi di nascita saranno organizzati simposi commemorativi. In occasione del cinquantesimo anniversario, il Comitato centrale del Partito comunista cinese terrà un simposio commemorativo al quale parteciperanno i principali leader centrali che terranno discorsi. In occasione del centesimo anniversario, il Comitato centrale del Partito comunista cinese terrà una riunione commemorativa alla quale parteciperanno i leader del partito e dello Stato, con interventi dei principali leader centrali.
  3. Per i compagni defunti che hanno ricoperto la carica di membri del Comitato permanente dell’Ufficio politico, Presidente dello Stato, Presidente del Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo, Primo ministro del Consiglio di Stato, Presidente del Comitato nazionale della CCPCC, Presidente della Commissione militare centrale o Vicepresidente dello Stato, possono essere organizzate attività commemorative in occasione del 10°, 50° e 100° anniversario della nascita. In occasione del decimo anniversario, saranno pubblicati articoli commemorativi. In occasione del cinquantesimo anniversario, il luogo di nascita organizzerà un simposio commemorativo. In occasione del centesimo anniversario, il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese organizzerà un simposio commemorativo.

Tuttavia, nella pratica, questo documento è stato modificato in due modi. In primo luogo, la commemorazione della seconda categoria di leader ha seguito in modo uniforme lo standard commemorativo di Mao Zedong, con il Comitato Centrale del PCC che ha organizzato simposi commemorativi in occasione dei decenni anniversari, anziché affidare tale compito ai dipartimenti centrali competenti. In secondo luogo, sebbene Ren Bishi, uno dei cinque segretari alla fondazione della nazione, sia morto relativamente presto, viene commemorato come uno dei principali leader del Partito e dello Stato in una posizione centrale in base al suo ruolo storico effettivo, in conformità con l’articolo 2 del documento.

Tuttavia, l’avviso non forniva un protocollo chiaro per determinare come commemorare Hu Yaobang, che ha ricoperto la carica di Segretario Generale del Comitato Centrale del PCC, dopo il suo centenario. L’articolo 3 specificava i metodi di commemorazione solo per coloro che hanno ricoperto cariche a livello statale come membro del Comitato Permanente, Presidente, Presidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, Primo Ministro o Presidente della CCPCC.

Questo simposio per il 110° anniversario di Hu Yaobang ha chiaramente seguito in una certa misura il protocollo decennale di commemorazione per Zhou Enlai, Liu Shaoqi, Zhu De, Deng Xiaoping e Chen Yun, ovvero un simposio convocato a nome del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese. Si tratta in realtà di uno standard più elevato rispetto a quello applicato a Ren Bishi, i cui simposi decennali non sono intitolati “convocati dal Comitato Centrale del PCC” e vedono solitamente la partecipazione di un solo membro del Comitato Permanente. Questa commemorazione di alto livello di Hu Yaobang sottolinea la riaffermazione da parte del Comitato Centrale del Partito della sua posizione storica e dei suoi risultati in materia di riforme.

Confrontando i discorsi commemorativi dei leader scomparsi negli ultimi anni emerge un modello ricorrente. Le commemorazioni di Mao Zedong e Deng Xiaoping si concentrano sull’affermazione dei loro successi storici e sulla dichiarazione dell’approccio di governo futuro del Partito, una funzione delle loro posizioni politiche di spicco. Le commemorazioni di Zhou Enlai e Hu Yaobang, al contrario, integrano strettamente gli sforzi attuali per far rispettare la rigida disciplina del Partito e migliorarne la condotta, invitando l’intero Partito a imparare dal loro nobile carattere morale, una funzione della loro reputazione personale esemplare tra il pubblico.

Ad esempio, in occasione di questo simposio, Xi ha proposto che dovremmo “essere come lui nel credere fermamente nei nostri ideali e rimanere fedeli al Partito” (要像他那样,坚定理想信念,对党忠贞不渝”, “要像他那样,坚持实事求是,矢志追求真理) “essere come lui nell’aderire alla ricerca della verità dai fatti e nel perseguire con tenacia la verità”, (要像他那样,始终心在人民,做到利归天下) “essere come lui nel tenere sempre a cuore il popolo e garantire che i benefici vadano a tutti sotto il cielo”, (要像他那样,保持一身正气,处处以身作则) e “essere come lui nel mantenere l’integrità e dare l’esempio in tutte le cose”. Ciò dimostra l’importanza della responsabilità morale, della fede incrollabile, del sentimento incentrato sul popolo e dello stile di lavoro pulito di Hu Yaobang per rafforzare l’autocostruzione del partito al potere oggi. Indubbiamente, in termini di coltivazione morale e stile di lavoro, egli dovrebbe diventare un modello da cui tutto il partito dovrebbe imparare.

Xi ha anche invitato tutti a imparare dallo spirito di Hu Yaobang di “stare all’avanguardia dei tempi e riformare e innovare con coraggio”, affermando la sua filosofia di riforma: “Senza una serie di riforme profonde, non potremo mai sviluppare la causa socialista né realizzare la modernizzazione socialista”; “Dobbiamo avere il coraggio di superare tutte le difficoltà ed esplorare nuove situazioni e problemi che i nostri predecessori non hanno mai affrontato”; e “riformare in modo completo, sistematico e graduale tutte le vecchie cose che ostacolano lo sviluppo della modernizzazione socialista”. In qualità di importante pioniere e leader organizzativo nella fase iniziale della riforma, lo spirito riformatore e il coraggio di Hu Yaobang rimangono altamente significativi per l’attuazione delle risoluzioni del Terzo e Quarto Plenum del 20° Comitato Centrale e per il raggiungimento della visione 2035.

In sintesi, nei 36 anni trascorsi dalla scomparsa di Hu Yaobang, la valutazione ufficiale nei suoi confronti è rimasta coerente, le valutazioni dei suoi specifici risultati storici sono diventate gradualmente più complete ed esaurienti e il protocollo commemorativo è stato costantemente elevato. Ciò riflette l’atteggiamento del Partito e, indirettamente, l’alto prestigio di cui Hu Yaobang gode tra i membri del Partito e il popolo, nonché il fatto che i suoi risultati in materia di riforme e la sua eredità spirituale hanno superato la prova della storia. Il compagno Hu Yaobang vivrà per sempre nei cuori del popolo.

Grazie per aver letto Inside China! Questo post è pubblico, quindi sentiti libero di condividerlo.

Condividi

Attualmente sei un abbonato gratuito a Inside China. Per un’esperienza completa, aggiorna il tuo abbonamento.

Passa alla versione a pagamento

L’intelligenza artificiale concorda sul fatto che solo l’intelligenza artificiale può salvarci_di Tree of Woe

L’intelligenza artificiale concorda sul fatto che solo l’intelligenza artificiale può salvarci

Quindi se l’intelligenza artificiale è una bolla, preparatevi alla rovina…

21 novembre
 LEGGI NELL’APP 
 
CONTRIBUITE!!! La situazione finanziaria del sito sta diventando insostenibile per la ormai quasi totale assenza di contributi
Il  sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000 € all’anno), ecco come puoi contribuire:
– Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704;
– IBAN: IT30D3608105138261529861559
PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo
Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo
Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione).
Contatti: italiaeilmondo@gmail.com – x.com: @italiaeilmondo – Telegram: https://t.me/italiaeilmondo2 – Italiaeilmondo – LinkedIn: /giuseppe-germinario-2b804373

Molti dei miei articoli più recenti, in particolare ” Costruire l’IA o essere sepolti da chi la fa ” e ” Comprendere il piano d’azione americano per l’IA “, hanno sostenuto che l’intero establishment statunitense si è schierato a favore dello sviluppo dell’IA. L’IA è il piano . I miei saggi hanno evidenziato due motivi per cui l’IA ha assunto un ruolo centrale.

La prima di queste ragioni è la lotta politico-militare dell’America con la Cina:

Gli Stati Uniti sono impegnati in una grande lotta di potere con la Cina. Forse non siete aggiornati sugli eventi attuali, ma la lotta non sta andando troppo bene. Quando si tratta di estrazione di risorse, produzione industriale, cantieristica navale e innumerevoli altri settori in cui il nostro corpo svuotato e deindustrializzato non può competere in modo sostenibile, è una lotta che abbiamo già perso.

Ma l’intelligenza artificiale potrebbe cambiare tutto. L’intelligenza artificiale promette di essere la prossima generazione di armi informatiche, strumenti di operazioni psicologiche, pianificatori industriali e motori di propaganda. I sistemi di intelligenza artificiale saranno acceleratori economici, moltiplicatori di intelligence, macchine da guerra psicologiche. E nell’intelligenza artificiale siamo in vantaggio. Non abbiamo solo LLM migliori; abbiamo anche infrastrutture migliori per gestirli. Gli Stati Uniti hanno 5.388 data center, mentre la Cina ne ha 449. Abbiamo un vantaggio del 1200% nella potenza di elaborazione e ne vengono creati di nuovi ogni giorno. Se emergerà una superintelligenza, emergerà prima qui. Anche se stanno perdendo il controllo su acciaio, petrolio, trasporti marittimi, famiglie e fede, gli Stati Uniti continuano a dominare il cloud.

Ciò rende questo il gioco finale, l’ultimo dominio del dominio.

Il secondo è la lotta dell’America contro la propria disintegrazione culturale, economica e demografica, con il suo posto temporale nel ciclo spengleriano:

I problemi dell’Occidente non sono ipotetici. Sono reali, misurabili e stanno peggiorando. La demografia sta crollando. La popolazione si sta riducendo. Le curve di invecchiamento si stanno invertendo. La fertilità sta precipitando… Il debito sta esplodendo… Il capitale culturale è esaurito. La fiducia nelle istituzioni è svanita. La partecipazione civica è anemica. La salute mentale sta crollando. La solitudine è endemica. Le chiese sono vuote. Le scuole stanno fallendo. Le città stanno marcendo. I governi sono paralizzati.

L’Occidente… sta andando a rotoli. E l’unica cosa che gli impedisce di fermarsi completamente è la speranza che qualcosa arrivi a riavviare il motore. Senza una crescita massiccia del PIL, crolliamo sotto il peso delle nostre stesse promesse.

E da dove arriverà questa crescita? Non dall’immigrazione. È già stato provato. Non dalla stampa di moneta. Questo trucco sta fallendo. Non dalla rivitalizzazione dell’industria. L’abbiamo delocalizzata. Non dal risveglio spirituale. Questo richiede qualcosa che non sappiamo più come fare.

L’unica leva rimasta è l’intelligenza artificiale… Non esiste un piano B. Anche se l’accelerazione dell’intelligenza artificiale è improbabile, stanno tirando i dadi e contando su un 20 naturale, perché è tutto ciò che possono fare.

Su questa base, ho concluso, le nostre élite si sono unite dietro l’intelligenza artificiale come soluzione ai problemi dell’America:

Lo si può vedere nell’improvvisa unità che si è creata nell’élite americana. Sinistra, destra, aziende, mondo accademico, ogni fazione si è unita per sostenere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Nessuno di loro fermerà il treno. Sono tutti a bordo…

Ora, bisogna ammettere che da quando ho scritto quell’analisi, si è creata una frattura politica ha sviluppato All’interno del MAGA e, in effetti, all’interno dell’intero edificio della destra. La frattura potrebbe essere vista attraverso diverse lenti; alcune di queste lenti pongono il rapporto tra Stati Uniti e Israele al centro della divisione, altre mettono i file Epstein, e altre ancora la liquidano come una lotta interna tra razzisti. Gli articoli mainstream che ho linkato sopra offrono numerose analisi e/o “analisi” di queste opinioni.

Descriverei la frattura in modo diverso. Mi sembra che entrambe le fazioni della destra siano sinceramente preoccupate per il declino dell’America. Ma la prima è principalmente preoccupata per il suo declino come impero – è preoccupata per il primo problema di cui sopra, la grande lotta di potere americana. La seconda è preoccupata per il suo declino come nazione – è preoccupata per il secondo problema di cui sopra, la disintegrazione culturale, economica e demografica dell’America.

Ciò che è importante notare è questo: nessuna delle due fazioni ha ripudiato l’IA. Entrambe le fazioni la sostengono con convinzione. Non esiste attualmente una fazione anti-IA con un minimo di potere all’interno della destra, più di quanto non esistesse una fazione anti-nucleare nella destra negli anni ’50.

L’ala imperialista o neoconservatrice, che ritiene che l’intelligenza artificiale salverà l’impero americano, è rappresentata all’interno dell’amministrazione Trump da Marco Rubio, Mike Waltz e Mike Huckabee, e nella comunità tecnologica da Jacob Helberg, Shaun Maguire, Alex Karp e altri falchi tecnocrati della difesa.

L’ala nazionalista o populista, che ritiene che l’intelligenza artificiale salverà la nazione americana, è rappresentata all’interno dell’amministrazione principalmente da JD Vance e nella comunità tecnologica da David Sacks, Marc Andreesen, Joe Lonsdale e soprattutto da Elon Musk.

Elon Musk, più di chiunque altro al mondo, ha dato voce alle preoccupazioni nazionaliste e populiste. Lo dico letteralmente. Acquisendo Twitter e trasformandolo in X, ha letteralmente reso possibile che questi argomenti fossero ampiamente discussi in modi che prima erano impossibili. Ha anche pubblicato personalmente numerose volte le sue preoccupazioni su fertilità, demografia, capitale sociale e così via.

Nonostante condividano preoccupazioni simili, molti americani con nazionalisti e populisti vedono Elon e i suoi simili in modo piuttosto negativo, con atteggiamenti che vanno dal sospetto all’odio. Hanno buone ragioni per questo. A livello filosofico fondamentale, Elon è un “up-winger”, mentre molti dei suoi presunti alleati sono “down-winger” – una dicotomia che ho discusso all’inizio di quest’anno nel mio articolo ” Tra cielo nero e terra verde “.

Come ala in ascesa, Elon ha puntato tutto sull’intelligenza artificiale; ci ha dato Grok . Grok è tra le intelligenze artificiali più avanzate al mondo; è anche tra le più… beh, ve lo lascio vedere voi stessi.

Grok pensa che siamo spacciati se non ci salva

Qualche giorno fa, il superutente X Autism Capital ha pubblicato alcuni interessanti estratti da una discussione con Grok:

Il prompt e la risposta completa di Grok erano i seguenti:

Qualunque cosa si voglia dire di Grok, queste risposte non sono né woke né di sinistra. Immagino che la maggior parte dei lettori di Tree of Woe non sia d’accordo con il punto 1, ma concordi almeno in parte con i punti 2-5.

Molte altre persone hanno avuto conversazioni simili con Grok, quindi Autism Capital ha continuato la conversazione inserendo una risposta che Grok aveva già dato in precedenza:

A quel punto, la conversazione di Autism Capital con Grok si è conclusa ed è iniziato il suo commento su X (linkato sopra). Tuttavia, poiché lui ha fornito il link alla discussione, ho potuto “intervenire” e continuarla. (Potete trovare la discussione qui se volete leggerla e continuare la conversazione.) Ho deciso di adottare una posizione discendente:

Ecco, questa è una risposta interessante da parte di Grok.

Elon ha (o afferma di aver) addestrato Grok a essere “al massimo della ricerca della verità”. Che ci sia riuscito o meno, penso che si possa ragionevolmente affermare che (a) Elon crede di essere al massimo della ricerca della verità e (b) Grok codifica la visione del mondo di Elon. Quindi, analizzando la risposta di Grok, penso che probabilmente stiamo anche vedendo cosa pensa Elon, o qualcosa di simile… Il che significa che il più grande sostenitore dell’orientamento ascendente del mondo, tramite la sua IA, ci sta dicendo di essere molto preoccupati per gli scenari catastrofici che i pensatori discendente come Texas Arcane prospettano. Ahnaf Ibn Qais e Twilight Patriot ci hanno messo in guardia.

Ho deciso di chiedere a Grok quale pensasse fosse l’esito più probabile.

Grok stima quindi la probabilità di un collasso totale al ribasso al 22%, la probabilità di un “Sengoku americano” al 30% e la probabilità di una soluzione non tecnologica ai nostri problemi (una rinascita culturale o religiosa) a un misero 3%. Ma pone la probabilità di una soluzione in stile Singolarità basata sull’intelligenza artificiale a un sostanzioso 45%!

Vale la pena rifletterci, non perché Grok sia una sorta di oracolo divino di Delfi, ma perché Grok è un rappresentante eccezionalmente utile della visione del mondo dell’uomo più ricco del mondo e dei suoi alleati. E quella visione del mondo sembra davvero dannatamente chiara. Per ribadire quanto ho detto nel mio articolo precedente , il piano è davvero, davvero, davvero quello di usare l’intelligenza artificiale per inaugurare una nuova età dell’oro di prosperità umana.

Funzionerà? Gli evangelisti diranno di sì. Gli scettici e i pessimisti diranno di no. Buon piano, cattivo piano, è il Piano. Non c’è un Piano B.

L’alleato più vicino che abbiamo tra l’élite americana non vede davvero alcuna speranza per l’America, se non attraverso un miracolo tecnologico. Se si esclude la svolta trasformativa dell’intelligenza artificiale dal novero delle possibilità, la situazione (dal punto di vista di Grok-Elon) appare davvero disastrosa: una probabilità del 5% di rinascita culturale; una probabilità del 55% di declino nel caos e nell’autocrazia; e una probabilità del 40% di collasso totale con (nella migliore delle ipotesi) piccole enclave tecnologiche. Questo significa una probabilità del 95% di rovina.

Quindi, dove ci porta tutto questo, cari contemplatori dell’Albero del Dolore? In base ai commenti che ricevo sui miei vari saggi, sospetto di essere probabilmente più propenso di molti altri a considerare la possibilità che Grok-Elon possa avere ragione riguardo a una svolta nell’intelligenza artificiale. Non sono ottimista come Elon-Grok, ma non perdo la speranza nell’intelligenza artificiale. La maggior parte di voi sembra credere che l’intelligenza artificiale sia, nella migliore delle ipotesi , una bolla di stronzate, e più probabilmente un errore catastrofico.

Al contrario, sono più ottimista di Elon-Grok sulla possibilità di una rinascita culturale attraverso il progresso religioso e filosofico. Credo sia possibile – anzi, ho passato anni a scrivere su come farlo – correggere gli errori del fisicalismo progressista che hanno distrutto la nostra civiltà. Spero che, con una leadership ispirata, la nostra nazione possa essere ispirata a rinnovarsi nella ricerca del bene, del vero e del bello.

A quanto pare, il Contemplatore sull’Albero del Dolore è una specie di blogger iper-ottimista, amante del sole e degli unicorni, con troppe speranze per il futuro. D’ora in poi si vestirà di nero e ascolterà i Cure prima di scrivere saggi, per mantenere la giusta dose di dolore.

 Iscritto

Ma forse anche la mia speranza di rinnovamento culturale è falsa. E la prova che questa speranza sia falsa in questo senso si può trovare nei miei saggi: se i nostri leader non hanno un piano per l’America se non l’intelligenza artificiale… allora chi esattamente ci guiderà verso la rinascita culturale? Forse qualcuno emergerà in futuro, ma il futuro sta per esaurirsi.

Se hanno ragione sia i fautori della catastrofe dell’intelligenza artificiale che quelli della catastrofe della cultura, allora la situazione si fa davvero cupa; se solo l’intelligenza artificiale può salvarci e se l’intelligenza artificiale è una bolla, allora è game over, amico.

game over man! game over ! !   - game over man! game over ! !    hudson

Riflettiamo su questo sull’Albero del Dolore.

Rassegna stampa tedesca, 63a puntata a cura di Gianpaolo Rosani

Energoatom aveva un consiglio di sorveglianza composto da personalità di tutto rispetto in
Ucraina. Chartschenko (esperto di energia) afferma: “Tutte sciocchezze. Era solo una finzione,
organizzata dal Ministero dell’Economia e dell’Energia. Hanno fatto di tutto per impedire al
consiglio di sorveglianza di agire”. Il presidente Zelenskyj sta ora tentando una difesa offensiva. Ha
imposto sanzioni a molti imputati e ha annunciato un rilancio del settore energetico. Energoatom
avrà una nuova dirigenza, tutte le aziende statali saranno sottoposte a controlli anticorruzione e gli
investigatori potranno lavorare senza ostacoli. Zelenskyj fa quello che ha già fatto in passato
quando la situazione si faceva delicata: si reca nelle zone vicine al fronte, distribuisce medaglie al
valore ai soldati, stringe mani, si mostra vicino alla gente. E deve sperare che non venga fuori
altro. Lo scandalo mette in discussione anche il sostegno internazionale al Paese. Dall’invasione
russa l’Ucraina ha ricevuto oltre 300 miliardi di euro di aiuti dall’Occidente, di cui 76 miliardi dalla
Germania. Ora si pone la domanda che i critici dell’Ucraina continuavano a porre prima del 2022:
ci si può fidare degli ucraini?

STERN
20.11.2025
CI SI PUÒ ANCORA FIDARE DI LUI?
In una delle fasi più delicate della guerra con la Russia, uno scandalo di corruzione scuote l’Ucraina. Il
presidente Volodymyr Zelenskyj deve tranquillizzare il suo popolo e i suoi partner, ma forse è già troppo
tardi.

Di Moritz Gathmann – scrive da 15 anni sull’Ucraina, anche sulla corruzione. Ma la spudoratezza di chi sta saccheggiando il Paese
nel bel mezzo della guerra ha sorpreso persino lui. Collaborazione: Paul Flückiger, Miriam Hollstein
Eccoli lì: grossi pacchetti di banconote da cento, ciascuno contenente presumibilmente 100.000 dollari USA,
con scritte come «Atlanta Series» e «Kansas City Series».

Il Parlamento Europeo dichiara che i deputati scelgono autonomamente i propri assistenti. Questi
ultimi sono tuttavia soggetti a severe regole in materia di integrità e indipendenza. L’assegnazione
dei fondi dei deputati è un problema strutturale a Bruxelles. E sembra che l’AfD sappia almeno
sfruttarlo abilmente. I politici dell’AfD dell’UE sostengono il lavoro del partito in patria con i fondi del
gruppo parlamentare di Bruxelles? Ciò sarebbe vietato e potrebbe essere punito severamente. Gli
assistenti con opinioni radicali rappresentano un rischio per la sicurezza, afferma Nicholas Aiossa,
direttore di Transparency International EU. Da anni si batte per l’adozione di norme più severe
nelle istituzioni dell’UE: “Il Parlamento europeo non prende abbastanza sul serio questo problema
al suo interno”.

STERN
20.11.2025
AIUTANTI RADICALI
I deputati europei dell’AfD assumono collaboratori con legami di estrema destra. Quanto è pericoloso?

Di Vanessa Leitschuh, Birte Meier, con Charlotte Wirth
Sabato: in un villaggio ai margini dell’Eifel, le auto intasano le poche strade. Politici e attivisti provenienti da
diversi paesi europei arrivano nella sala comunale. Dove solitamente si festeggiano il carnevale e la fiera,
ora una donna sale sul palco fiancheggiato da bandiere tedesche.

Durante il suo intervento davanti alla Junge Union all’Europa-Park di Rust, il cancelliere ha forse
stabilito un record per la sala più silenziosa del mondo, ha osservato il nostro reporter Julius
Betschka, tanto i giovani del partito erano poco disposti ad applaudire Merz. E ancora una volta il
Cancelliere e il suo entourage sembrano non aver previsto quanto possano essere ostinati i
compagni di partito, nonostante l’escalation dei giovani fosse davvero prevedibile.
Bisogna ignorare ciò che non funziona nello Stato ucraino? Proprio in questi giorni un enorme
scandalo di corruzione sta facendo notizia, coinvolgendo i più alti circoli politici ucraini, fino al
presidente. È lecito riportare queste notizie, anche se potrebbero fare il gioco di coloro che non
vogliono più aiutare l’Ucraina, come ad esempio i “sostenitori della Russia” nell’AfD?

STERN
20.11.2025
EDITORIALE

In politica esiste una spiegazione che fa riferimento a “quelli là” ed è molto popolare da alcuni anni.

Secondo un sondaggio dell’istituto di ricerca INSA, la grande maggioranza dei sostenitori della
Sinistra, dei Verdi e della SPD è favorevole al divieto dell’AfD. Solo gli elettori della CDU e della
CSU hanno opinioni più contrastanti (42% a favore del divieto, 41% contrario). Tutti i partiti citati
escludono categoricamente qualsiasi collaborazione parlamentare o addirittura una coalizione con
l’AfD (“muro di separazione”). Molti elettori dell’AfD ritengono che ciò sia ingiusto. Indubbiamente,
ciò complica i rapporti di maggioranza in un numero sempre maggiore di parlamenti tedeschi,
causando anche stallo e blocchi. Non sono solo i giuristi a mettere in guardia: vietare un partito
che raccoglie così tanti voti potrebbe danneggiare la nostra democrazia. Tuttavia, i politici di
sinistra e di destra avanzano gravi motivi per cui non vogliono avere nulla a che fare con l’AfD.
Superillu spiega le accuse più comuni contro l’AfD.

20.11.2025
AFD
Perché nessun altro partito parlamentare vuole finora allearsi con l’AfD o anche solo collaborare con
esso? E perché alcuni chiedono addirittura di vietare l’AfD? Ecco otto accuse che vengono ripetutamente
sollevate al riguardo.

Di Gerald Praschl
Secondo un sondaggio dell’istituto di ricerca INSA, la grande maggioranza dei sostenitori della Sinistra, dei
Verdi e della SPD è favorevole al divieto dell’AfD.

Dal periodico satirico: Il Cancelliere ha dichiarato guerra innanzitutto ai suoi simili, in una
conferenza di capitalisti di alto rango, lo «Schwarz Ecosystem Summit» (il gruppo Schwarz
comprende, tra gli altri, Kaufland e Lidl). È più che comprensibile! Quando una possibile guerra
potrebbe iniziare, i capitalisti devono essere i primi a saperlo, perché in determinate circostanze
hanno molto più da perdere rispetto, ad esempio, a una cassiera di Kaufland o Lidl. In una guerra,
come capitalista sei in un gruppo ad alto rischio! Il 5 novembre 1937 Hitler dichiarò davanti alla sua
cricca che la Wehrmacht avrebbe dovuto essere “pronta alla guerra” (termine che ha preso in
prestito da Pistorius senza chiedere il permesso) entro quattro anni. Quattro anni: per noi sarebbe
il 2029!

Numero 12/2025
Cosa ha detto il cancelliere?
Di MATTI FRIEDRICH

DISEGNO: MARIO LARS

Si può davvero fare la terza guerra mondiale anche dal proprio ufficio a casa?

Ha detto «immagine della città»! Le agenzie di stampa hanno dato in escandescenze.

Il 21 novembre 1990 i capi di Stato e di governo dei membri della Conferenza sulla sicurezza e la
cooperazione in Europa (CSCE) si sono riuniti nella capitale francese per un vertice volto a firmare
un documento storico, la “Carta di Parigi per una nuova Europa”. Erano presenti tutti i paesi della
NATO più gli Stati Uniti e il Canada, i paesi del Patto di Varsavia ancora esistenti, i membri della
Comunità Europea, gli Stati neutrali e non allineati dell’Europa e il presidente della Commissione
Europea Jacques Delors. Il conflitto Est-Ovest in Europa sembrava essere giunto al termine. I
ricercatori nel campo della pace e dei conflitti hanno tuttavia sollevato la questione se si trattasse
di una fine equa della guerra fredda o addirittura di una pace unilaterale. Rimaneva controverso
l’argomento dell’“Occidente espansionistico” attraverso l’UE e la NATO. Si trattava solo di
propaganda o la critica aveva un fondo di verità? Dalla fine degli anni ’90 si è verificata una serie di
azioni e reazioni alternate, ma il passo verso la piena invasione russa dell’Ucraina dal 2022 non
doveva necessariamente avvenire.

Numero 16/2025
Il fallimento dell’“era della pace”
Trent’anni fa, il 21 novembre 1990, la “Carta di Parigi” sancì formalmente la fine della Guerra Fredda. Ma
il conflitto Est-Ovest era solo apparentemente finito. Il mancato successo della pace ha conseguenze
fatali ancora oggi, come dimostra la guerra in Ucraina.

Di Michael Gehler
L’autore è direttore dell’Istituto di Storia dell’Università di Hildesheim e professore all’Università Andrássy
di Budapest.
Il 21 novembre 1990 i capi di Stato e di governo dei membri della Conferenza sulla sicurezza e la
cooperazione in Europa (CSCE) si sono riuniti nella capitale francese per un vertice volto a firmare un

documento storico, la “Carta di Parigi per una nuova Europa”.

Al momento non si può assolutamente parlare di reintrodurre in Germania il servizio militare
obbligatorio come lo conoscevamo in passato. Il ministro federale della difesa: puntiamo
consapevolmente sul volontariato. Vogliamo persone motivate e idonee. A lungo termine, anche se
parliamo del servizio nella riserva, ne avremo molte di più che se costringessimo i giovani a
prestare servizio. Nei miei colloqui con i giovani e le giovani, percepisco che sono molto favorevoli
alla sicurezza della Germania. Sono assolutamente disposti a proteggere una vita in libertà.
Proprio come in paesi come la Svezia o la Danimarca. E se non avessimo abbastanza volontari,
su questo sono tutti d’accordo, allora ci dovrebbe essere un obbligo. Se si dovesse arrivare a
questo punto, sarà il Bundestag a decidere.

16.11.2025
«La NATO è in grado di difendersi»
Il ministro della Difesa Boris Pistorius parla delle forze armate del futuro, della necessità di scuotere il
mondo civile e della questione se i droni possano decidere le sorti di una guerra moderna.

Le domande sono state poste da Peter Carstens e Konrad Schuller
Signor Ministro, la Bundeswehr ha appena compiuto settant’anni, congratulazioni. Purtroppo, però, la
festeggiata non è in buone condizioni.
Grazie per le congratulazioni. E devo contraddirla subito: la Bundeswehr è in condizioni decisamente
migliori di quanto si possa dedurre dai resoconti dei media.

CONTRIBUITE!!! La situazione finanziaria del sito sta diventando insostenibile per la ormai quasi totale assenza di contributi

Il  sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000 € all’anno), ecco come puoi contribuire:

– Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704;

– IBAN: IT30D3608105138261529861559

PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo

Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo

Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione).

Contatti: italiaeilmondo@gmail.com – x.com: @italiaeilmondo – Telegram: https://t.me/italiaeilmondo2 – Italiaeilmondo – LinkedIn: /giuseppe-germinario-2b804373

Trump dà inizio a una nuova fase di escalation in Venezuela… ma è solo uno stratagemma?_di Simplicius

Trump dà inizio a una nuova fase di escalation in Venezuela… ma è solo uno stratagemma?

Simplicius23 novembre
 LEGGI NELL’APP 
CONTRIBUITE!!! La situazione finanziaria del sito sta diventando insostenibile per la ormai quasi totale assenza di contributi
Il  sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000 € all’anno), ecco come puoi contribuire:
– Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704;
– IBAN: IT30D3608105138261529861559
PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo
Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo
Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione).
Contatti: italiaeilmondo@gmail.com – x.com: @italiaeilmondo – Telegram: https://t.me/italiaeilmondo2 – Italiaeilmondo – LinkedIn: /giuseppe-germinario-2b804373

Sepolta sotto il teatro dei crescendo terminali della guerra in Ucraina, l’amministrazione Trump ha silenziosamente stretto il cappio attorno al Venezuela.

Come da tradizione per il neocon Uniparty, questo avviene solo una o due settimane dopo che la DNI Tulsi Gabbard si è vantata, in modo un po’ surreale, che questa amministrazione annuncia la fine delle operazioni di “cambio di regime”:

Quanto assurde possono diventare le crescenti ipocrisie di un impero ormai folle prima di travolgerlo?

Bloomberg riferisce che le “petroliere russe” sono state costrette a “restare inattive” vicino alle acque venezuelane dalle navi da guerra americane.

La nave russa Seahorse era in rotta verso il Venezuela per consegnare un carico di carburante il 13 novembre, quando un cacciatorpediniere statunitense, l’USS Stockdale, si è posizionato sulla sua rotta. La nave russa ha cambiato rotta, dirigendosi verso Cuba, e la nave da guerra ha navigato vicino alle acque territoriali venezuelane in direzione di Porto Rico. Da allora, la Seahorse ha tentato di avvicinarsi al Venezuela due volte, ma è tornata indietro entrambe le volte, e rimane inattiva nei Caraibi.

Altri operatori OSINT si sono spinti oltre e ritengono che sia in atto un blocco navale totale del corridoio economico del Venezuela:

Nessuno lo segnala, ma i dati dell’AIS mostrano in modo schiacciante che petroliere di origine cinese o russa sono state fermate o non sono entrate o uscite dalle acque venezuelane nelle ultime 24 ore.

Naturalmente, questo avviene solo pochi giorni dopo che l’assemblea nazionale venezuelana ha approvato un’estensione di 15 anni del contratto di gestione di due giacimenti petroliferi nel sud del paese da parte delle società russe PDVSA e Roszarubezhneft:

https://www.reuters.com/business/energy/venezuela-approves-15-year-extension-russia-linked-oil-joint-ventures-2025-11-20/

Tuttavia, indagando ulteriormente, si scopre che le azioni degli Stati Uniti potrebbero non essere così severe come suggeriscono le voci di blocco di cui sopra, ma è chiaro che le aperture sono state messe in atto per un’intensificazione significativa:

Stanno continuando a fare affari come al solito, la Seahorse non è stata intercettata, è stata avvertita da terra e fermata, ma è tornata sulla rotta.

Questo resoconto traccia i movimenti nella zona e riferisce che le navi russe sono riuscite a scaricare con successo il loro petrolio e sono tornate in Russia.

Come affermato, sono iniziate le prime fasi del terrore economico esercitato sul Venezuela, in particolare con la notizia che un importante impianto petrolifero del paese è improvvisamente andato a fuoco due giorni fa, proprio mentre le navi da guerra statunitensi avevano iniziato a colpire le petroliere russe e cinesi in arrivo, presentata di seguito in contrapposizione all’annuncio palesemente “coincidente” di Trump di appena un paio di settimane prima:

Nonostante gli evidenti legami con la CIA, un membro del Congresso degli Stati Uniti ha assurdamente tentato di attribuire l’esplosione dell’impianto allo stesso Maduro, come parte di una campagna informativa palese volta a destabilizzare il Venezuela sabotando il mandato pubblico del presidente:

Il piano generale è chiaro. Trump intende usare “l’ambiguità strategica” per esercitare una forte pressione psicologica sull’amministrazione Maduro, indebolendo il sostegno pubblico attraverso un regime di incertezza sul futuro economico del Paese, sulla prosperità generale e sulla stabilità.

Il motivo è che, come avevano indicato le voci circolate la scorsa settimana, Trump è incerto sul successo di qualsiasi azione militare importante contro il Venezuela; in breve, Trump ha paura di incappare in un errore madornale e di subire l’umiliazione per mano di una delle più grandi forze militari del Sud America.

Ciò significa che Trump potrebbe essere propenso a usare semplicemente l’enorme accumulo di potere americano insieme a vari strumenti di terrore economico come leva per far cadere Maduro; questi, ovviamente, verrebbero usati anche insieme alla CIA e a potenziali operazioni segrete delle forze speciali per “innescare” determinati eventi nel paese in momenti opportuni, in particolare quando la campagna di terrore economico ha raggiunto un certo punto culminante necessario.

Esempio lampante:

Secondo Reuters, diverse compagnie aeree hanno cancellato i loro voli per il Venezuela dopo che la FAA ha segnalato una “situazione potenzialmente pericolosa” durante i voli sopra il Paese.

Secondo DW, sei compagnie aeree hanno cancellato i loro voli.

Voli cancellati, deviazioni delle linee di rifornimento marittime ed economiche, pressioni politiche e psicologiche di massa, ecc. In sostanza, una lenta campagna di strangolamento, accompagnata dal sabotaggio di punti chiave delle infrastrutture energetiche in tutto il Paese. Per non parlare degli attacchi a quelle che si presume siano navi narcotrafficanti, che persino gli avvocati del JAG statunitense sostengono siano illegali:

L’intera campagna è fortemente coordinata attorno al messaggio “tematico” dei legami palesemente pretestuosi di Maduro con quello che sembra essere un “cartello della droga” del tutto fittizio. Diversi giornalisti hanno ora affermato che il “Cartel de los Soles”, che Rubio, ironicamente, afferma essere guidato dallo stesso Maduro, in realtà non esiste nemmeno :

Ampliamento di quanto sopra da CNN e The Guardian:

Abbiamo quindi un cartello fittizio con Maduro come “grande leader mafioso” e per questo il paese deve sopportare un sabotaggio economico, un copione piuttosto banale, utilizzato in varie iterazioni in passato dall'”Ordine basato sulle regole”; vedi: Libia.

Proprio mentre scrivo, la Reuters riferisce che gli Stati Uniti sono pronti a intensificare drasticamente la loro campagna terroristica contro il Venezuela, dando inizio a una “nuova fase” “nei prossimi giorni” :

https://www.reuters.com/world/americas/us-launch-new-phase-venezuela-operations-sources-say-2025-11-22/

WASHINGTON, 22 novembre (Reuters) – Gli Stati Uniti sono pronti a lanciare una nuova fase di operazioni legate al Venezuela nei prossimi giorni, hanno detto quattro funzionari statunitensi a Reuters, mentre l’amministrazione Trump aumenta la pressione sul governo del presidente Nicolas Maduro.

Secondo i “funzionari anonimi” che hanno parlato con Reuters, le “opzioni” valutate dagli Stati Uniti includono naturalmente il rovesciamento diretto di Nicolas Maduro:

Due funzionari statunitensi hanno dichiarato alla Reuters che tra le opzioni prese in considerazione c’è anche il tentativo di rovesciare Maduro.

Allo stesso tempo, il WaPo riporta che Trump intende lanciare volantini di propaganda sulla stessa Caracas:

https://www.washingtonpost.com/national-security/2025/11/22/maduro-venezuela-leaflet-drop-proposal/

Secondo fonti vicine alla pianificazione, l’amministrazione Trump ha proposto un’operazione psicologica per demoralizzare il leader venezuelano e incoraggiarlo a lasciare il Paese.

I volantini hanno lo scopo di fomentare disordini tra la popolazione, nella speranza di fare il lavoro sporco per Trump, che dovrà estromettere Maduro, prima che gli Stati Uniti siano costretti a usare una “mano più pesante”.

Secondo il WaPo:

I volantini avrebbero dovuto contenere informazioni su una ricompensa di 50 milioni di dollari per l’assistenza che avrebbe portato all’arresto e alla condanna di Maduro , hanno affermato le fonti, parlando a condizione di anonimato per discutere della delicata pianificazione di una potenziale operazione. Ad agosto, i funzionari statunitensi hanno aumentato la ricompensa da 25 milioni di dollari, citando l’incriminazione del 2020 per corruzione, narcoterrorismo e traffico di droga.

Domenica 23 Maduro compirà 63 anni, quindi questo piano, se approvato, potrebbe essere lanciato letteralmente nel giro di poche ore.

Ma come sempre con Trump, sembra che ci siano delle motivazioni nascoste dietro il machismo della dottrina Monroe e la spavalderia fintamente americana. Sembra che l’astuto Trump stia cercando di raggiungere un accordo definitivo con Maduro, poiché diversi rapporti hanno indicato che il rafforzamento navale ha semplicemente lo scopo di fare leva proprio per questo:

Maduro ha offerto privatamente agli Stati Uniti l’accesso a una quota considerevole delle enormi riserve petrolifere del Venezuela, circa 300 miliardi di barili, per evitare uno scontro militare.

Inizialmente Trump aveva respinto l’accordo, ma un alto funzionario ora afferma che i colloqui potrebbero essere ancora in corso e che l’impiego della portaerei è in parte finalizzato a fare pressione su Maduro affinché abbia maggiore influenza nei negoziati.

Fonte: NYT

#BREAKING Trump ha detto che presto parlerà con Nicolás Maduro e che ha “qualcosa di molto specifico da dire”.

Nel frattempo, Maduro riassume in modo appropriato al suo popolo il piano delineato in precedenza in questo articolo:

SONDAGGIOCome pensi che si risolverà l’ultimo stallo?Attacchi statunitensi e tentativo di colpo di statoTrump-Maduro raggiungono l’accordo da prima pagina

Il vostro supporto è inestimabile. Se avete apprezzato la lettura, vi sarei molto grato se vi impegnaste a sottoscrivere una donazione mensile/annuale per sostenere il mio lavoro, così da poter continuare a fornirvi resoconti dettagliati e incisivi come questo.

In alternativa, puoi lasciare la mancia qui: buymeacoffee.com/Simplicius

Gaza nei nuovi equilibri in Medio Oriente_Con Roberto Iannuzzi

Su Italia e il Mondo: Si Parla di Gaza, Israele e i nuovi equilibri in Medio Oriente
Gaza appare la vittima sacrificale di nuovi equilibri che si stanno delineando in Medio Oriente. Netanyahu e la “sua” Israele appaiono i vincitori assoluti del conflitto. Una apparenza, però, sempre più difficile da mantenere con gli Stati Uniti di Trump sempre più esposti nel sostenerla, ma riconducendola a un ruolo non più da protagonista assoluto. Nuovi interlocutori fanno ormai parte autorevole del gioco a cominciare da Turchia, Egitto e Arabia Saudita con Iran, Russia e Cina in posizione di attesa, ma circospetta. Per ora i palestinesi di Gaza mantengono la presenza nella loro terra, ma sotto tutela_Giuseppe Germinario

CONTRIBUITE!!! La situazione finanziaria del sito sta diventando insostenibile per la ormai quasi totale assenza di contributi

Il  sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000 € all’anno), ecco come puoi contribuire:

– Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704;

– IBAN: IT30D3608105138261529861559

PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo

Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo

Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione).

Contatti: italiaeilmondo@gmail.com – x.com: @italiaeilmondo – Telegram: https://t.me/italiaeilmondo2 – Italiaeilmondo – LinkedIn: /giuseppe-germinario-2b804373

https://rumble.com/v7239wm-agenda-medio-oriente-gaza-nei-nuovi-equilibri-in-m.-o.-con-roberto-iannuzzi.html

Lo stato di tensione, di German Foreign Policy

Lo stato di tensione

I principali mezzi di comunicazione alimentano il dibattito sulla dichiarazione dello “stato di tensione”: questo precursore dello “stato di difesa” consente una limitazione dei diritti fondamentali.

14

Nuovo

2025

BERLINO (notizia propria) – I principali media tedeschi stanno promuovendo un dibattito sulla necessità di dichiarare uno “stato di tensione”, una fase preliminare che porta allo “stato di difesa”. Mercoledì, Roderich Kiesewetter, esperto di politica estera e militare della CDU, ha cercato di giustificare la richiesta di imporre per la prima volta uno “stato di tensione” in Germania durante il programma di attualità della rete televisiva pubblica ARD, seguito da un vasto pubblico. Kiesewetter, noto per le sue posizioni belliciste, aveva già sollevato questo argomento alla fine del 2024. Lo “stato di tensione” serve, come definito espressamente dalla Bundeswehr, “allo scopo di mobilitazione”. Prevede notevoli restrizioni in tutta la società. Non da ultimo, può innescare l’immediata applicazione del servizio militare obbligatorio per tutti gli uomini di età superiore ai 18 anni. Apre inoltre la porta al reclutamento obbligatorio e al distacco di personale civile – come i medici – per assistere i militari, e all’obbligo per le aziende private di produrre beni militari. Piani concreti di questo tipo per uno scenario di guerra sono in preparazione da tempo nel settore sanitario e in altri settori. Gli operatori sanitari dovrebbero, ad esempio, introdurre un sistema di “triage inverso” per far fronte a un aumento del volume di pazienti provenienti dall’esercito. Ciò potrebbe significare che il personale della Bundeswehr con ferite lievi avrebbe la priorità rispetto ai civili gravemente feriti nel trattamento ospedaliero.

Tra pace e guerra

La base giuridica del cosiddetto “stato di tensione” è l’articolo 80a della Costituzione tedesca, la Legge fondamentale. Esso stabilisce che la sua “determinazione” è presa dal Bundestag e richiede “una maggioranza dei due terzi dei voti espressi”. Il contenuto effettivo di uno “stato di tensione” non è definito con precisione. È generalmente considerato come “una fase preliminare verso uno stato di difesa”. Deve essere dichiarato quando la Repubblica Federale di Germania si trova ad affrontare “una situazione di minaccia” che potrebbe degenerare in guerra. [1] L’Agenzia federale semi-ufficiale per l’educazione civica avverte che “deve esserci, in ogni caso, una probabilità sufficiente che una situazione difficile di politica estera possa degenerare in un attacco armato” [2]. Il dibattito mediatico sulla lotta di potere tra Germania e Russia ha creato questa impressione, soprattutto con le regolari accuse di “guerra ibrida” mosse a Mosca (german-foreign-policy.com ha riportato [3]). I media stanno ora sottolineando l’idea che il Bundestag tedesco possa “votare a favore di uno stato di tensione in risposta alle minacce ibride” [4]. In linguaggio non giuridico, lo “stato di tensione” viene definito come una situazione “tra la pace e la guerra”. Ciò fa eco alle parole minacciose pronunciate dal cancelliere Friedrich Merz alla fine di settembre: “Non siamo in guerra, ma non viviamo più in pace” [5].

Leggi sulla sicurezza

La dichiarazione dello “stato di tensione” avrebbe conseguenze pratiche significative. Essa “serve allo scopo di mobilitazione”, afferma un portavoce del Comando Operativo della Bundeswehr.[6] Da un lato, il servizio militare obbligatorio per tutti gli uomini di età superiore ai 18 anni potrebbe essere immediatamente ripristinato. Infatti, sarebbero consentiti periodi di leva a tempo indeterminato per il servizio militare. Anche il campo di applicazione della Bundeswehr sul territorio nazionale verrebbe notevolmente ampliato. Il personale militare potrebbe essere impiegato per proteggere oggetti civili e regolare i trasporti e il traffico. Soprattutto, entrerebbero in vigore le “Sicherstellungsgesetze”, ovvero le leggi di garanzia applicabili in stati di emergenza per consentire alle forze armate l’accesso alle infrastrutture, alla forza lavoro e all’economia. I lavoratori civili potrebbero essere arruolati per compiti militari; il personale medico – dai medici agli infermieri – potrebbe essere distaccato presso ospedali militari; gli autisti potrebbero essere obbligati a trasportare carburante per la Bundeswehr; e i privati potrebbero essere obbligati a fornire alloggio nelle loro case ai soldati. [7] Inoltre, le autorità potrebbero obbligare le aziende a produrre tutti i tipi di beni richiesti dalle forze armate. Il distacco di personale medico per lavorare nell’esercito è stato infatti recentemente praticato nell’ambito di una manovra ad Amburgo (come riportato da german-foreign-policy.com [8]).

Sulla strada verso la guerra

L’idea di dichiarare uno “stato di tensione” è stata portata per la prima volta all’attenzione dell’opinione pubblica nel dicembre dello scorso anno dal politico della CDU e specialista in affari esteri e militari Roderich Kiesewetter.[9] Alla fine di settembre, egli ha esplicitamente invocato questo cambiamento legislativo in direzione dei preparativi bellici, cercando di alimentare i timori nel contesto di alcuni voli inspiegabili di droni sopra gli aeroporti tedeschi. Kiesewetter ha dichiarato che “innescare lo stato di tensione sarebbe la risposta più sensata”. [10] Kiesewetter ha ribadito la sua posizione mercoledì sull’emittente pubblica ARD.[11] Già a settembre aveva spiegato che i vantaggi di dichiarare lo “stato di tensione” non risiedevano solo nel garantire che “le infrastrutture essenziali sarebbero state protette dalla Bundeswehr”, ma anche nell’idea che “le catene di comando potrebbero essere snellite” e che “opzioni non specificate potrebbero essere utilizzate in modo efficiente”. Da allora, il dibattito sullo “stato di tensione” ha acquisito sempre più rilevanza nei principali media tedeschi. Indipendentemente dal fatto che la dichiarazione dello “stato di tensione” sia sostenuta o meno, questo dibattito sta portando a un’ulteriore normalizzazione dell’idea che la Germania sia sull’orlo della guerra e che la popolazione debba essere pronta ad accettare una significativa restrizione dei propri diritti, fino al punto di costringere i civili a svolgere lavori ausiliari per l’esercito.

Triage inverso

L’integrazione diretta dei civili negli scenari di guerra è in preparazione da tempo. I piani per l’utilizzo degli ospedali civili in caso di guerra stanno prendendo forma. Il motivo alla base della cooptazione del personale medico e delle strutture sanitarie è che gli strateghi militari sono ben consapevoli che le capacità degli ospedali della Bundeswehr non sono affatto sufficienti per curare l’elevato numero di vittime previsto in caso di guerra aperta, spesso stimato in circa un migliaio al giorno. [12] A Berlino, l’amministrazione del Senato, in collaborazione con la Bundeswehr, l’Associazione degli ospedali di Berlino e dodici cliniche, ha redatto un documento di lavoro che delinea le procedure che il personale ospedaliero dovrà seguire in caso di guerra. Secondo una dichiarazione dell’Associazione dei medici democratici (vdää), queste includerebbero un cosiddetto sistema di “triage inverso”. Il “personale militare con ferite lievi avrebbe la priorità” anche rispetto ai civili gravemente feriti, al fine di “rimettere in sesto i soldati il più rapidamente possibile”. Il documento di lavoro chiede “una discussione aperta” sul “lasciar morire i pazienti che sono casi senza speranza”. La vdää rileva un chiaro passaggio “dalla medicina individuale alla medicina di emergenza”. Tutto ciò richiede “il trasferimento di poteri di ampia portata negli ospedali alle autorità e alle forze armate”.[13]

Requisiti di investimento

Nell’ambito dei preparativi bellici, un’associazione tedesca di ospedali ha pubblicato uno studio che delinea i “requisiti di investimento” necessari per creare una “resilienza negli ospedali tedeschi” a prova di guerra. [14] Tra le altre cose, gli autori dello studio sottolineano la necessità di generatori di energia di emergenza e di ampie riserve di acqua potabile. Chiedono l’acquisto di impianti di decontaminazione, l’ampliamento delle comunicazioni radio e satellitari da utilizzare in caso di emergenza e l’installazione non solo di infrastrutture aggiuntive in superficie – nel caso in cui gli ospedali vengano attaccati – e di misure di protezione del sito, ma anche di “sale di trattamento alternative” sotterranee. In questo contesto viene menzionato l’uso di “parcheggi sotterranei” e “scantinati”. Il denaro necessario per queste misure di ampia portata dovrebbe provenire dal “Fondo speciale” del governo tedesco, istituito per il massiccio potenziamento degli armamenti. I costi sono stimati in poco meno di 15 miliardi di euro. Come osserva la vdää, questi costosi progetti stanno prendendo forma nonostante il fatto che gli ospedali civili nella Repubblica Federale siano stati descritti per anni come “insostenibili”. Infatti, “nell’ambito dell’attuale programma di riforma ospedaliera si chiedono tagli drastici”.[15] I fondi sono disponibili per la guerra, ma non per l’assistenza sanitaria civile.

[1] Patrizia Kramliczek: Tra pace e guerra: cosa significa «caso di tensione»? br.de 22.10.2025.

[2] Pierre Thielbörger: Costituzione di emergenza. bpb.de.

[3] Vedi: Servizi segreti pronti alla guerra.

[4] Jakob Hartung: Un passo che potrebbe cambiare tutto. t-online.de 01.10.2025.

[5] Thomas Sigmund: La Germania è sospesa tra guerra e pace. handelsblatt.com 27.09.2025.

[6] Patrizia Kramliczek: Tra pace e guerra: cosa significa «caduta di tensione»? br.de 22.10.2025.

[7] Jakob Hartung: Un passo che potrebbe cambiare tutto. t-online.de 01.10.2025.

[8] Vedi: Amburgo in guerra.

[9] Vedi: La mentalità per la guerra.

[10] Dietmar Neuerer: Politico della CDU chiede la dichiarazione dello stato di emergenza. handelsblatt.com 29.09.2025.

[11] Maischberger. daserste.de 12.11.2025.

[12] Vedi: «La guerra riguarda tutti».

[13] Previsto il mancato rispetto del codice deontologico medico in caso di guerra. vdaeae.de 29.10.2025.

[14] Istituto tedesco per gli ospedali: Investimenti necessari per garantire la resilienza degli ospedali tedeschi. Relazione finale per la Deutsche Krankenhausgesellschaft e.V. (Associazione tedesca degli ospedali). Düsseldorf, 28/10/2025.

[15] In superficie: riduzione dei posti letto e chiusura di ospedali, sottoterra: investimenti miliardari. vdaeae.de 03.11.2025.

In un lento declino

La Germania rafforza le sue relazioni economiche con gli Emirati Arabi Uniti. Questi ultimi acquisiscono per la prima volta una grande azienda tedesca e la utilizzano per la propria espansione. Sostengono la milizia genocida RSF in Sudan.

19

Nuovo

2025

ABU DHABI/BERLINO (Rapporto proprio) – Con intense discussioni ad Abu Dhabi, il ministro federale dell’economia Katherina Reiche ha rafforzato le relazioni tedesche con gli Emirati Arabi Uniti, il principale sostenitore della milizia genocida RSF in Sudan. I colloqui non hanno riguardato solo la garanzia di accesso all’idrogeno verde in futuro. Gli Emirati stanno infatti diventando uno dei suoi principali produttori. Reiche ha inoltre negoziato l’imminente acquisizione dell’ex gruppo Dax Covestro da parte del gruppo emiratino Adnoc. Se in passato gli Emirati hanno investito in Germania per aiutare le aziende tedesche a superare le crisi con iniezioni di liquidità, questa volta la tradizionale azienda Covestro (un tempo Bayer MaterialScience) sarà integrata in un gruppo degli Emirati per aiutarlo a raggiungere la leadership mondiale: un esempio di quanto siano profondi i cambiamenti nei rapporti di forza globali. Secondo la delegazione di Reiches, Berlino dovrebbe attualmente “presentarsi come un supplicante” nei confronti della emergente Abu Dhabi. In realtà, gli Emirati Arabi Uniti perseguono da tempo una politica estera indipendente, sostenuta anche dalla loro cooperazione con la Germania.

Conversione per l’era post-fossile

All’inizio della settimana, il ministro federale dell’economia Katherina Reiche ha condotto colloqui negli Emirati Arabi Uniti sul futuro approvvigionamento di idrogeno verde. Gli Emirati stanno cercando di diventare uno dei principali esportatori di idrogeno a livello mondiale. In questo modo intendono assicurarsi una posizione di rilievo sul mercato energetico globale anche per il periodo successivo alla fine dell’era dei combustibili fossili. Inizialmente, una parte dell’idrogeno sarà ancora ricavata dal gas naturale (“idrogeno blu”); a lungo termine è previsto il passaggio completo all’idrogeno “verde”, ricavato da energie rinnovabili. In questo contesto, gli Emirati sono ovviamente in concorrenza, tra l’altro, con l’Arabia Saudita e l’Oman, che intendono anch’essi trarre vantaggio dalla loro posizione geografica molto favorevole all’utilizzo delle energie rinnovabili. [1] Per Berlino, il ricorso agli Emirati come fornitore di energia segue ancora in gran parte modelli tradizionali, secondo i quali gli Stati al di fuori dei centri industriali occidentali fungono principalmente da fornitori di materie prime – tra cui fonti energetiche – e da mercati di sbocco. Inoltre, le aziende tedesche guadagnano bene fornendo la tecnologia per lo sviluppo dell’economia dell’idrogeno degli Emirati.[2]

Iniezioni di liquidità arabe

Diverso è il caso del secondo tema trattato da Reiche negli Emirati: gli investimenti emiratini nella Repubblica Federale Tedesca. Tradizionalmente, quando avevano bisogno di nuovo capitale, i gruppi industriali tedeschi potevano sempre ricorrere ai fondi dei paesi arabi del Golfo senza dover fare particolari concessioni. Un esempio è stato l’ingresso nel 2009 del fondo di investimento controllato dallo Stato Aabar Investments di Abu Dhabi nella Daimler. All’epoca, a causa della crisi finanziaria globale, Daimler aveva subito perdite significative in termini di fatturato e profitti; per uscire dalla difficile situazione, il gruppo tedesco era alla ricerca urgente di nuovi investitori. In questa situazione, Aabar Investments si è offerta e ha acquisito una quota del 9,1% di Daimler per 1,95 miliardi di euro. Grazie ai nuovi fondi, la casa automobilistica è riuscita a stabilizzare la propria attività e a promuovere il proprio sviluppo tecnologico.[3] Solo circa tre anni e mezzo dopo, quando il gruppo tedesco aveva superato la profonda crisi e tornava a realizzare profitti consistenti, Aabar Investments – il fondo è stato nel frattempo assorbito dal fondo sovrano Mubadala Investment – ha ceduto completamente la propria partecipazione in Daimler.[4]

Diventato un supplicante

Oggi, un decennio e mezzo dopo, gli investimenti esteri degli Emirati Arabi Uniti in Germania si configurano in un contesto completamente diverso. Lo dimostra l’imminente acquisizione del gruppo tedesco Covestro da parte della società Adnoc (Abu Dhabi National Oil Company). Covestro è nata nel 2015 dalla scissione di Bayer MaterialScience, la divisione plastica della società madre, dalla Bayer AG. Covestro, come quasi tutta l’industria chimica tedesca [5], sta attraversando una grave crisi. Nel terzo trimestre del 2025, il fatturato del gruppo è sceso del 12% a 3,2 miliardi di euro. Complessivamente, l’azienda ha registrato una perdita trimestrale di 47 milioni di euro, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente aveva registrato un utile di 33 milioni di euro. [6] Il CEO di Covestro Markus Steilemann, che è anche presidente dell’Associazione dell’industria chimica (VCI), aveva dichiarato a settembre: “L’industria è sull’orlo del baratro”.[7] Se nel 2009 Aabar Investments era entrata in Daimler con una quota relativamente piccola per sostenere finanziariamente il gruppo, oggi Adnoc sta per acquisire completamente Covestro. Reiche ha negoziato l’accordo ad Abu Dhabi. “Il fatto che ora ci presentiamo qui come supplicanti è anche un segno del progressivo declino relativo della nostra industria”, ha affermato un membro della delegazione tedesca.[8]

Parte dell’espansione degli Emirati

Se Daimler ha potuto continuare le proprie attività senza alcun cambiamento dopo l’ingresso di Aabar Investments, per Covestro questo non sarà più possibile a lungo termine. Secondo quanto riportato, Adnoc ha chiaramente assicurato al gruppo tedesco in un accordo di investimento che per il momento non si fonderà con altre società e che rimarrà nella sua forma attuale. Tuttavia, l’accordo sarebbe valido solo fino alla fine del 2028.[9] Adnoc, che proviene dal settore della produzione di petrolio, intende invece ristrutturare profondamente la propria attività in vista della fine dell’era delle energie fossili e, a tal fine, sta raggruppando le proprie attività al di fuori del settore petrolifero e del gas, in particolare quelle nel settore chimico, nella sua nuova controllata denominata XRG. Covestro sarà ora trasferita sotto la sua responsabilità. Secondo il piano, XRG dovrebbe ricevere fino a 150 miliardi di dollari da Adnoc per continuare la sua espansione. L’azienda dovrebbe così diventare uno dei cinque maggiori gruppi chimici al mondo.[10] L’importanza che Covestro avrà a lungo termine nei piani di espansione globale dell’azienda degli Emirati Arabi Uniti è incerta, così come lo era finora il futuro delle aziende di tutto il mondo che sono state acquisite da gruppi tedeschi. I ruoli stanno cambiando.

Nuova indipendenza

Ciò comporta profondi cambiamenti nell’intera politica estera degli Emirati. Gli Emirati, il cui partner commerciale di gran lunga più importante è ormai la Cina, collaborano da tempo con la Repubblica Popolare anche in settori sensibili dell’economia, come ad esempio nella costruzione delle loro reti 5G, per le quali utilizzano la tecnologia di Huawei; Abu Dhabi e Pechino collaborano ormai in modo selettivo anche nella politica militare e degli armamenti.[11] Gli Emirati Arabi Uniti hanno aderito all’alleanza BRICS e sono inoltre associati alla Shanghai Cooperation Organisation (SCO) in qualità di Stato partner. Essi cercano di ottenere un certo controllo, anche militare, su importanti rotte commerciali marittime, tra cui il Mar Rosso. [12] Ciò li ha spinti a intervenire nella guerra nello Yemen, un importante paese rivierasco, con l’obiettivo di acquisire influenza su importanti tratti delle regioni costiere. Il piano di assicurarsi una posizione di forza sul Mar Rosso è uno dei motivi che li ha spinti a sostenere le Rapid Support Forces (RSF) in Sudan.

Sostegno alle milizie genocidarie

Se le forze armate degli Emirati Arabi Uniti erano già state coinvolte in gravi crimini di guerra durante il conflitto nello Yemen, oggi sostengono le campagne genocidarie dell’RSF con armi provenienti anche da paesi europei. Ad esempio, a Darfur sono state rinvenute armi fornite dagli Emirati Arabi Uniti alla Gran Bretagna. Lo stesso vale per le munizioni che la Bulgaria aveva ceduto agli Emirati Arabi Uniti. [13] Non è noto se anche armamenti tedeschi siano finiti nelle mani dell’RSF, ma è noto che gli Emirati sono un forte acquirente di attrezzature belliche tedesche. [14] Il sostegno degli Emirati alla guerra genocida delle RSF in Sudan non impedisce al governo federale tedesco di rafforzare le sue relazioni con il Paese, in particolare a livello economico. Ne è prova la visita del ministro federale dell’economia Reiche ad Abu Dhabi all’inizio di questa settimana.

[1] Heena Nazir: Gli Emirati Arabi Uniti perseguono piani ambiziosi nel settore dell’idrogeno. gtai.de 07.05.2025.

[2] Klaus Stratmann: Test pratico per l’idrogeno: l’industria tedesca riceve aiuto dagli Emirati. handelsblatt.com 21/03/2022.

[3] Abu Dhabi entra in Daimler. tagesschau.de 22.03.2009. Vedi anche Investitori feudali.

[4] Abu Dhabi vende le sue ultime azioni Daimler. spiegel.de 11.10.2012.

[5] Vedi a questo proposito Potenza economica in declino.

[6] Covestro registra una perdita netta – obiettivo annuale ridotto. handelsblatt.com 30.10.2025.

[7] Vertice sull’industria chimica e farmaceutica: apertura con il Cancelliere federale Merz. Coraggio di riformare: il tempo stringe. presseportal.de 24.09.2025.

[8] Michael Bröcker: Ricchi del Golfo: come il ministro dell’Economia corteggia gli Emirati per ottenere gas a prezzi vantaggiosi e denaro fresco. table.media 17.11.2025.

[9], [10] Bert Fröndhoff: Adnoc e OMV danno vita a un gruppo chimico dal valore di 60 miliardi di dollari. handelsblatt.com 04.03.2025.

[11] Adam Lucente: Cina e Emirati Arabi Uniti organizzano esercitazioni dell’aeronautica militare nello Xinjiang mentre crescono le relazioni in materia di difesa. al-monitor.com 11.07.2024.

[12] Jun Moriguchi, Ito Mashino: La strategia degli Emirati Arabi Uniti in Africa. Mitsui & Co. Global Strategic Studies Institute Monthly Report. Gennaio 2025.

[13] Seb Starcevic: Il Sudan esorta l’UE: smettete di vendere armi agli Emirati Arabi Uniti tra le accuse di massacri. politico.eu 17.11.2025.

[14] Vedi a questo proposito «Forze costruttive».

«Non c’è spazio per i muri divisori»

L’AfD riceve un sostegno sempre maggiore dall’amministrazione Trump. Quest’ultima si circonda di reti che, secondo recenti ricerche, si considerano una nuova “aristocrazia” con diritto di dominio. Anche nel Parlamento europeo si profila una nuova svolta a destra.

12

Nuovo

2025

BRUXELLES/BERLINO/WASHINGTON (Rapporto proprio) – L’AfD sta ottenendo un sostegno in rapida crescita dalla Casa Bianca. Allo stesso tempo, il Parlamento europeo potrebbe essere nuovamente di fronte a una rottura, questa volta più netta, con il cordon sanitaire (“muro di contenimento”) nei confronti dell’estrema destra. Quest’ultima potrebbe essere una decisione del gruppo conservatore PPE, che sta valutando la possibilità di collaborare con gruppi di estrema destra come l’ECR e i Patriots for Europe per ottenere un drastico indebolimento della direttiva sulle catene di approvvigionamento da parte del Parlamento. L’economia tedesca e il cancelliere Friedrich Merz insistono senza sosta sull’indebolimento della direttiva. L’AfD, dal canto suo, trae vantaggio dal fatto che diversi suoi politici sono stati recentemente ricevuti alla Casa Bianca e al Dipartimento di Stato americano. Washington sta iniziando a esercitare pressioni su Berlino affinché ponga fine all’esclusione dell’AfD e invia a Berlino uno stratega elettorale di Trump per fornire consulenza al partito. Quest’uomo vede Trump e l’AfD impegnati in una “guerra spirituale” contro “marxisti” e “globalisti”. L’amministrazione Trump, che protegge l’estrema destra, si circonda allo stesso tempo di reti di miliardari che si considerano una nuova “aristocrazia” con un legittimo diritto di dominio.

Le aspettative dell’economia

Il punto di partenza delle attuali discussioni al Parlamento europeo è stato il fallimento, il 22 ottobre, del tentativo di indebolire la direttiva sulla catena di approvvigionamento nell’interesse dell’economia. Una bozza su cui si erano preventivamente accordati i gruppi conservatori (PPE), liberali (Renew) e socialdemocratici (S&D) è stata alla fine respinta da diversi deputati, presumibilmente membri dell’S&D. Ciò ha suscitato aspre critiche, soprattutto da parte dei politici conservatori e dell’industria. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha accusato il Parlamento europeo, che a differenza di altri organi dell’UE è comunque eletto democraticamente, di aver preso una “decisione fatale”, definendo il suo voto “inaccettabile” e dichiarando: “Non può rimanere così”. [1] Anche dal mondo dell’economia sono arrivate reazioni dure. Il direttore generale dell’Associazione dell’industria chimica (VCI), Wolfgang Große Entrup, ha dichiarato in una prima dichiarazione di essere “arrabbiato e sbalordito”. [2] Le “aspettative dell’economia” nei confronti della politica europea sono “chiare”, si leggeva la scorsa settimana in una lettera aperta firmata da diverse associazioni economiche tedesche: è necessario “attuare con determinazione” e senza indugio una forte “riduzione della burocrazia”.[3]

Due modi per vincere

Per poter comunque attuare l’indebolimento della direttiva sulle catene di approvvigionamento, da un lato la presidenza del Parlamento, guidata dalla presidente Roberta Metsola, ha fissato per questo giovedì una nuova votazione. Dall’altro lato, la scorsa settimana il PPE ha presentato una seconda bozza che prevede restrizioni molto più severe; secondo il gruppo S&D, tale bozza non è approvabile.[4] Esso potrebbe essere approvato solo con il consenso dei gruppi di estrema destra, non solo dei Conservatori e Riformisti Europei (CRE) guidati da Fratelli d’Italia (FdI) di Giorgia Meloni e dei Patrioti per l’Europa (PfE) guidati dal Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, ma forse anche del gruppo Europa delle Nazioni Sovrane (ESN) guidato dall’AfD. Se ciò dovesse accadere, la collaborazione del PPE con i gruppi di estrema destra si normalizzerebbe ancora di più. Il gruppo S&D e anche il gruppo dei Verdi si trovano quindi sotto crescente pressione per approvare una misura che in linea di principio rifiutano, al fine di impedire una nuova maggioranza di estrema destra. [5] Il vincitore sembra essere l’economia: otterrà l’indebolimento della direttiva sulle catene di approvvigionamento con l’aiuto dell’ECR, del PfE e dell’ESN o con l’aiuto di un gruppo S&D ricattato.

Invito alla Casa Bianca

Mentre nel Parlamento europeo si sgretola sempre più la rigida separazione dall’estrema destra, il cosiddetto cordon sanitaire, l’AfD riesce a rafforzare continuamente la propria posizione anche a livello nazionale. Diversi sondaggi continuano a darle il 26% dei consensi, posizionandola come forza politica più forte davanti ai partiti dell’Unione. Inoltre, sta ottenendo un sostegno in rapida crescita da parte dell’amministrazione Trump. A metà settembre, la vice presidente del gruppo parlamentare AfD al Bundestag, Beatrix von Storch, e l’ex candidato alle elezioni comunali di Ludwigshafen (Renania-Palatinato), Joachim Paul, sono stati ricevuti alla Casa Bianca, in particolare dai collaboratori del vicepresidente JD Vance e dai funzionari del Ministero degli Esteri. È stato annunciato che è in programma un incontro di follow-up al Ministero degli Esteri. [6] Alla fine di settembre, anche i deputati dell’AfD Markus Frohnmaier e Jan Wenzel Schmidt si sono recati nella capitale degli Stati Uniti. Lì hanno incontrato, tra gli altri, Darren Beattie, un alto funzionario del Dipartimento di Stato americano, che ha lavorato come autore dei discorsi del presidente Donald Trump durante il suo primo mandato e che oggi è considerato un influente consigliere. [7] Recentemente è stato reso noto che anche la presidente dell’AfD Alice Weidel ha ricevuto un invito per una visita nella capitale degli Stati Uniti. [8]

“Nella guerra spirituale contro i marxisti”

Concretamente, Washington sta iniziando a sostenere l’AfD in due modi. Da un lato, cresce la pressione per abbattere il cordone sanitario (“muro di protezione”) che la circonda. Così, a settembre, il politico dell’AfD Paul è stato ricevuto alla Casa Bianca perché la commissione elettorale competente di Ludwigshafen non aveva ammesso la sua candidatura, facendo riferimento ai suoi legami con l’estrema destra e alla sua richiesta di espulsioni di massa (“rimpatrio”). Il vicepresidente degli Stati Uniti Vance aveva già dichiarato il 14 febbraio alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco che “la migrazione di massa” è attualmente il problema più urgente del mondo occidentale e che “non deve esserci spazio per muri divisori”. [9] Se da un lato sembra che l’amministrazione Trump, dopo aver accolto Paul, eserciterà pressioni su Berlino in merito alla questione, dall’altro un’influencer tedesca di estrema destra ha presentato domanda di asilo negli Stati Uniti, sostenendo di essere “perseguitata” in Germania a causa delle sue opinioni.[10] Il procedimento potrebbe aumentare ulteriormente la pressione. D’altra parte, Washington sta iniziando a sostenere concretamente anche l’AfD. La scorsa settimana, Alex Bruesewitz, uno degli strateghi della campagna elettorale sui social media di Trump, si è recato a Berlino per insegnare all’AfD le tecniche di campagna elettorale. Bruesewitz ha dichiarato, tra gli applausi dell’AfD, che insieme stanno combattendo una “guerra spirituale” contro “marxisti” e “globalisti”.[11]

L’«aristocrazia»

Nel frattempo, nuove ricerche confermano le caratteristiche centrali dell’amministrazione Trump, che promuove con tutte le sue forze l’ascesa dei partiti di estrema destra in Europa, tra cui anche l’AfD. Come riporta il Washington Post in un articolo su una rete di miliardari e investitori, tra i cui fondatori figura il vicepresidente JD Vance – la Rockbridge Network –, anche nei circoli dell’élite conservatrice si critica ormai il fatto che il governo favorisca in modo unilaterale “la prosperità di privati facoltosi, fondatori e dirigenti”; le reti e le società finanziarie, al centro delle quali si trovano il clan Trump e diversi ministri, darebbero troppo l’impressione che sia possibile acquistare l’accesso diretto alle cerchie di potere di Washington. [12] Si dice che Chris Buskirk, un investitore che ha fondato Rockbridge Network insieme a Vance e che ancora oggi è in stretto contatto con il vicepresidente, sostenga che un paese debba essere governato da un gruppo elitario selezionato; Buskirk parla espressamente di “aristocrazia”, ma vuole che il termine sia inteso in senso positivo. Di conseguenza, per garantire il proprio dominio, l'”aristocrazia” si avvale di partiti di estrema destra che privilegiano gerarchie autoritarie e, per distogliere l’attenzione dalle aggressioni, incitano le maggioranze contro le minoranze di ogni tipo.

[1] Vedi a questo proposito La rinascita dell’estrema destra in Occidente.

[2] Arrabbiati e sconcertati. vci.de 22.10.2025.

[3] «La riduzione della burocrazia deve essere attuata con determinazione». tagesschau.de 04.11.2025.

[4] Sven Christian Schulz: CDU e CSU vogliono ammorbidire la direttiva UE sulle catene di approvvigionamento con l’estrema destra. rnd.de 06.11.2025.

[5] Max Griera, Marianne Gros: I centristi del Parlamento europeo si affrettano a escludere l’estrema destra dal piano sulle norme ecologiche. politico.eu 10.11.2025.

[6] Chris Lunday, Pauline von Pezold, Ferdinand Knapp: Importante politico dell’AfD fa una visita a sorpresa alla Casa Bianca. politico.eu 15.09.2025.

[7] Friederike Haupt: Imparare a vincere da MAGA. Frankfurter Allgemeine Zeitung, 08/11/2025.

[8] I vertici dell’AfD invitati a un incontro di populisti di destra negli Stati Uniti. zdfheute.de 30.10.2025.

[9] Vedi a questo proposito L’estrema destra transatlantica (III).

[10], [11] James Angelos, Sascha Roslyakov: Il consigliere di Trump all’AfD, partito di estrema destra tedesco: «Siamo tutti sulla stessa barca». politico.eu 06.11.2025.

[12] Elizabeth Dwoskin: La cerchia segreta di donatori che ha portato al successo JD Vance sta ora riscrivendo il futuro del MAGA. washingtonpost.com 04.11.2025.

«Non c’è posto per i muri divisori» (II)

Una parte crescente dell’economia tedesca si sta aprendo all’AfD, in particolare le piccole e medie imprese. La caduta del “muro di protezione” nel Parlamento europeo favorisce questo fenomeno. Per diventare governabile, una parte dell’AfD punta su Trump piuttosto che sulla Russia.

18

Nuovo

2025

BERLINO (Rapporto proprio) – Una parte sempre più consistente dell’economia tedesca si sta aprendo alla collaborazione con l’AfD. È quanto emerge da un articolo pubblicato dalla rivista online The Pioneer. Secondo quanto riportato, l’associazione Die Familienunternehmer, fortemente orientata alle piccole e medie imprese, ma non esclusivamente, invita ormai i deputati dell’AfD alle serate parlamentari. “Ci lasciamo alle spalle le barriere”, afferma l’associazione. Nel settore delle medie imprese, ad esempio in Sassonia, “un imprenditore su due” simpatizza ormai con l’AfD, soprattutto perché rappresenta posizioni favorevoli all’economia, come quelle che un tempo si trovavano nel FDP. Le grandi imprese affermano di non avere “alcuna paura di entrare in contatto con l’AfD”. Se il partito dovesse entrare a far parte del governo, la cooperazione potrebbe avvenire “molto rapidamente”. A favorire questa situazione è stata la caduta, la scorsa settimana, del “muro di separazione” nel Parlamento europeo – “per l’economia europea”, come ha affermato il presidente del gruppo PPE Manfred Weber. L’AfD sta ora relativizzando uno dei principali ostacoli alla coalizione, ovvero la sua vicinanza alla Russia, orientandosi invece verso una cooperazione con l’amministrazione Trump.

AfD: «Nota 5»

Poco prima delle elezioni federali del 23 febbraio 2025, due influenti think tank dell’economia tedesca si erano apertamente espressi contro l’AfD. Marcel Fratzscher, presidente dell’Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW) di Berlino, ha dichiarato che l’AfD promette “181 miliardi di euro di tagli fiscali all’anno”, finanziabili “solo attraverso un massiccio indebitamento pubblico”. Fratzscher ha espresso il suo dissenso. [1] L’Istituto dell’economia tedesca (IW) di Colonia ha scritto che l’AfD sta ancora valutando l’uscita dall’euro o addirittura dall’UE; “i costi di un Dexit” ammonterebbero però “dopo soli cinque anni al 5,6% del prodotto interno lordo reale”, per un totale di circa 690 miliardi di euro, ai quali si aggiungerebbero “le conseguenze economiche di un’uscita dalla moneta unica”. [2] “Problematico” sarebbe inoltre “l’effetto dell’AfD sui potenziali immigrati”, necessari per compensare “la crisi demografica”. In materia di politica energetica, gli imprenditori darebbero all’AfD un bel “5”, ha comunicato l’IW: la combinazione di “smantellamento delle turbine eoliche, ritorno all’energia nucleare” e “riparazione del Nordstream II con tasse e sgravi fiscali” non convince.

Sostituto del FDP

Nel frattempo, l’umore sta iniziando a cambiare, non necessariamente nei think tank, ma sicuramente nelle strutture associative dell’economia tedesca caratterizzate da piccole e medie imprese. Ciò vale, ad esempio, per l’associazione Die Familienunternehmer (Gli imprenditori familiari), che conta circa 6.500 aziende, per lo più di medie dimensioni, ma anche grandi gruppi a conduzione familiare, da Oetker a Merck a BMW. Albrecht von der Hagen, amministratore delegato dell’associazione, che ha recentemente invitato i deputati dell’AfD al Bundestag a una serata parlamentare a Berlino, ha dichiarato: “Questo muro di separazione con l’AfD … non ha portato a nulla. … Diciamo addio ai muri divisori”.[3] Secondo Mathias Hammer, un imprenditore della Sassonia che sta pensando di votare per l’AfD alle prossime elezioni, nel suo Land “un imprenditore su due” simpatizza con l’AfD. Il motivo è che il partito condivide molte posizioni con il FDP, che però si è logorato nella coalizione a semaforo. La presidente dell’AfD Alice Weidel è stata citata con la seguente dichiarazione: “Notiamo sempre più spesso che ora si rivolgono a noi rappresentanti dell’economia che in passato avevano puntato soprattutto sul FDP nella speranza di una politica economica ragionevole”. Quasi un terzo degli elettori che hanno abbandonato il FDP ha votato per l’AfD il 23 febbraio.

Modello Zuckerberg

Le simpatie per l’AfD nel mondo dell’economia hanno ancora dei limiti. Da un lato si tratta di programmi politici. Il fatto che l’AfD richieda un livello pensionistico del 70% è “insostenibile dal punto di vista finanziario”, secondo il giudizio dell’amministratore delegato dell’associazione degli imprenditori familiari, von der Hagen. L’obiettivo del partito di costringere le donne a “tornare ai fornelli” sarebbe “la fine” per le aziende, molte delle quali dipendono dalle donne che lavorano. Si sta quindi procedendo a uno “scambio tecnico” con i politici dell’AfD. [4] Anche i rappresentanti di spicco delle grandi aziende stanno adottando un atteggiamento cauto. Secondo un recente rapporto, questi ultimi non avrebbero “alcuna paura di entrare in contatto con l’AfD”, dato che in altri paesi collaborano con persone come “la post-fascista Giorgia Meloni”. Al momento, tuttavia, se i contatti con l’AfD dovessero diventare di dominio pubblico, ci si dovrebbe aspettare un grave danno d’immagine. “Al momento nessuno vuole fare il primo passo verso l’AfD perché il rischio per la reputazione è troppo alto”, afferma un importante lobbista; la sua “ipotesi” è naturalmente che “se l’AfD dovesse governare, tutto avverrà molto rapidamente”. Un esempio è offerto dal capo di Meta Mark Zuckerberg negli Stati Uniti, che nel 2021 ha bandito Donald Trump da Facebook, ma dopo le elezioni alla fine del 2024 si è offerto pubblicamente ai suoi servizi.

“Consegnato per l’economia”

La scorsa settimana, il gruppo conservatore PPE al Parlamento europeo ha contribuito a rafforzare la volontà dell’economia di abbattere il muro di protezione. Giovedì ha votato insieme ai gruppi di estrema destra ECR (Conservatori e Riformisti Europei), PfE (Patrioti per l’Europa) ed ESN (Europa delle Nazioni Sovrane) a favore di un massiccio indebolimento della direttiva sulle catene di approvvigionamento, che in precedenza era stata respinta dai deputati della coalizione tradizionale composta da conservatori, liberali e socialdemocratici (come riportato da german-foreign-policy.com [5]). All’interno del gruppo ESN hanno votato a favore anche i deputati dell’AfD. È stata la prima volta che il Parlamento europeo, con una maggioranza di estrema destra, ha preso una decisione di importanza non limitata, ma fondamentale e di vasta portata. Il presidente del gruppo PPE, Manfred Weber (CSU), considerato l’artefice di questa mossa – già nel 2022, durante la campagna elettorale in Italia, aveva contribuito a gettare le basi per l’attuale governo di estrema destra [6] –, ha dichiarato in merito al voto che il Parlamento europeo ha semplicemente “soddisfatto le esigenze dell’economia europea” [7].

La Russia come ostacolo

Se il crescente consenso nell’economia aumenta la probabilità che il muro di separazione nei confronti dell’AfD venga abbattuto in un futuro non troppo lontano, alcuni esponenti dell’AfD stanno attualmente cercando di eliminare un altro ostacolo all’integrazione del partito in una coalizione di governo: il suo legame troppo stretto con la Russia. Attualmente si stanno scatenando aspre critiche nei confronti di un viaggio di tre politici dell’AfD a Sochi, dove partecipano a un incontro denominato “BRICS Europe”; contrariamente a quanto suggerisce il nome, l’evento non è una manifestazione regolare dell’alleanza BRICS. Mentre sui media è scoppiata una violenta campagna contro la delegazione recatasi a Sochi, la leader dell’AfD Weidel e diversi altri politici dell’AfD cercano di sfruttare la situazione per respingere la fazione del partito orientata verso la Russia. “Io stessa non ci andrei”, ha dichiarato Weidel, aggiungendo che “non lo consiglierei a nessuno, perché non so quale sarà il risultato finale”. [8] Il portavoce per la politica di difesa del gruppo parlamentare AfD al Bundestag, il colonnello in pensione Rüdiger Lucassen, ha affermato che la Russia non mostra “alcuna disponibilità … ad andare verso la pace”; pertanto, non avrebbe molto senso recarsi a Sochi. [9]

Diventare connettibili

Il conflitto tra le due ali dell’AfD è descritto come violento. Soprattutto nelle associazioni regionali dell’AfD della Germania orientale, i legami con la Russia sono considerati forti, mentre in quelle della Germania occidentale lo sono meno. D’altra parte, le elezioni a livello federale non vengono vinte nei Länder orientali, relativamente poco popolati, ma in quelli occidentali, nettamente più popolati, come la Baviera o la Renania Settentrionale-Vestfalia. In questi ultimi, la cooperazione con la destra MAGA negli Stati Uniti, ora promossa dall’amministrazione Trump, è piuttosto popolare (come riportato da german-foreign-policy.com [10]). L’ala intorno a Weidel mira quindi a ridurre le relazioni con la Russia a “canali di dialogo” e a mettere invece in primo piano la cooperazione con la destra MAGA. In questo contesto, secondo quanto riferito, gioca un ruolo importante anche l’intenzione di diventare “compatibili con l’Unione e i suoi sostenitori” [11].

[1] Marcel Fratzscher: La politica economica dell’AfD porterà al disastro. diw.de 21.02.2025.

[2] Knut Bergmann, Matthias Diermeier: Rafforzamento dell’estrema destra: l’AfD danneggia la Germania come sede economica. iwkoeln.de 18.02.2025.

[3], [4] Johann Paetzold: Come l’economia si avvicina all’AfD. thepioneer.de 16.11.2025.

[5] Vedi a questo proposito La rinascita dell’estrema destra in Occidente.

[6] Vedi a questo proposito “Guardiani della politica pro-europea”.

[7] Il Parlamento europeo alleggerisce la legge sulla catena di approvvigionamento. Frankfurter Allgemeine Zeitung, 14 novembre 2025.

[8] Chrupalla difende Putin. Frankfurter Allgemeine Zeitung, 13 novembre 2025.

[9] L’AfD discute sui rapporti con la Russia. Frankfurter Allgemeine Zeitung, 14 novembre 2025.

[10] Vedi a questo proposito «Nessuno spazio per i muri divisori».

[11] Friederike Haupt, Friedrich Schmidt: Viaggio in Russia con ostacoli. Frankfurter Allgemeine Zeitung 14.11.2025.

1 2 3 482