Il Medio Oriente post-Soleimani : 10 punti per capire le poste in gioco, di Anthony Samrani

Il Medio Oriente post-Soleimani : 10 punti per capire le poste in gioco

Soldati americani in partenza ieri AFP

E’ ancora possibile evitare l’escalation ?

 

Anthony SAMRANI | OLJ

06/01/2020

 

 

Ristabilimento dell’equilibrio della deterrenza o nuova escalation ?

Tutto dipende non dall’azione in sé, ma dalla percezione che ne ha ciascuno degli attori. Per gli Stati Uniti, l’eliminazione di Kassem Soleimani è un modo per ristabilire l’equilibrio della deterrenza dopo parecchi segnali di debolezza o quanto meno di esitazione da parte loro, in seguito agli attacchi nel Golfo attribuiti all’Iran, e ai quali gli Stati Uniti avevano deciso di non rispondere.

Si tratta di costringere l’Iran ad accettare la politica di massima pressione che le sanzioni economiche americane le fanno subire, e di cessare la sua strategia di graduale escalation controllata. In altri termini, è un modo di dire all’Iran “Smettila di giocare col fuoco o ti brucerai”.

Ma gli iraniani possono sentirci da questo orecchio? Dal punto di vista di Teheran, Washington ha appena eliminato il numero due del regime, una delle personalità più emblematiche del regime, e l’architetto della sua politica regionale.

E’ molto probabile che il regime iraniano percepisca questa azione come un atto di guerra al quale deve rispondere in modo proporzionato per non perdere la faccia e non inviare un segnale di debolezza a tutti i suoi nemici, nemici interni compresi. L’eliminazione di Kassem Soleimani è senz’altro un atto di dissuasione di prima grandezza, ma il regime può incassare senza reagire una simile umiliazione, quando a lungo termine il suo potere, se non la sua sopravvivenza, è seriamente minacciato dalla pressione economica americana?

 

L’Iran ha i mezzi per dare una risposta proporzionata ?

Sta lì il punto dolente per Teheran. La Repubblica islamica può certo dare il via a un’escalation su diversi teatri della regione, per mezzo delle milizie che le sono collegate, ma è assai difficile che possa “fare male” agli Stati Uniti senza correre il rischio di un confronto diretto, che non si può permettere, con la prima potenza mondiale.

Il regime iranano non è suicida, e probabilmente cercherà di trovare un equilibrio tra una risposta vigorosa e una risposta suscettibile d’esser percepita dagli USA come un atto di guerra.

Come fare il calcolo esatto dopo che tutte le convinzioni che s’erano formate su Donald Trump e la sua volontà di evitare ad ogni costo l’opzione militare sono andate in fumo dopo l’operazione contro Kassem Soleimani ?

In un’intervista concessa ieri alla catena americana CNN, il consigliere militare della Guida Suprema Hassan Dehghan ha affermato che “la risposta sarà militare, contro siti militari”. Il Segretario Generale di Hezbollah Hassan Nasrallah ha affermato ieri che l’esercito americano avrebbe « pagato il prezzo » dell’azione contro Soleimani. E’ possibile che Teheran ricominci a bluffare con Washington, facendo affidamento sul fatto che l’operazione contro il generale iraniano sia stata un atto limitato, e che gli Stati Uniti continuino a non voler andare oltre. Ma sarebbe una scommessa estremamente arrischiata.

Gli esempi del passato possono chiarire la situazione ?

In questi ultimi anni, gli israeliani hanno operato migliaia di attacchi in Siria contro gli interessi iraniani, uccidendo numerosi quadri dei pasdaran senza provocare risposte forti da parte di Teheran. Ma da un canto, le operazioni solo di rado vengono rivendicate, dall’altro non è mai stata eliminata una personalità del rango di Soleimani.

Il caso più simile è probabilmente l’eliminazione di Imad Moughniyé, il capo militare di Hezbollah, a Damasco nel 2008, che l’asse iraniano ha attribuito a Israele e promesso di vendicare con severità. A quasi dodici anni di distanza, la risposta di Teheran e di Hezbollah è rimasta piuttosto limitata.

Tuttavia, la perdita di Soleimani è simbolicamente molto più grave, e non si può seriamente equiparare ad alcuun esempio del passato, tanto più perché l’operazione è stata rivendicata. E’ proprio perché l’evento non ha precedenti che è difficilissimo sapere come reagirà l’Iran.

Gli Stati Uniti hanno finalmente una strategia chiara ?

E’ il principale punto interrogativo dopo l’eliminazione di Kassem Soleimani.  I giornali americani hanno rivelato che l’eliminazione del generale iraniano era stata programmata domenica 29 dicembre, all’indomani della morte di un contractor americano attribuita a Kata’ib Hezbollah.

L’assalto all’ambasciata americana ad opera delle milizie pro-iraniane il martedì e il mercoledì successivi ai raids di rappresaglia contro il Kata’ib Hezbollah avrebbe finito per convincere l’amministrazione Trump a passare all’azione. Gli Stati Uniti hanno chiaramente preso la decisione di far montare la tensione di una tacca contro l’Iran, ma sono pronti ad assumerne le conseguenze?Concretamente : Washington deciderà di continuare l’escalation in caso di risposta iraniana ? E in che modo?

Sabato, Donald Trump ha minacciato di colpire 52 siti iraniani « molto rapidamente e molto duramente » se la Repubblica islamica attaccasse personale o siti americani. Il presidente americano che voleva lasciare il Medio Oriente e le sue “guerre inutili” è pronto, in piena campagna elettorale, a colpire direttamente l’Iran, il che, senza dubbio alcuno, provocherebbe una escalation senza precedenti nella regione tra Iran e suoi alleati, da un canto, e Stati Uniti e suoi alleati dall’altro? Qui si pone la questione della determinazione americana a impegnarsi a medio termine in Medio Oriente.

Gli Stati Uniti hanno perso l’Irak ?

L’hanno mai preso ? L’invasione americana in Irak somiglia a una successione di errori che hanno largamente contribuito a peggiorare la situazione. Il parlamento irakeno ieri ha votato per mettere fine alla presenza americana nel paese. Ormai il governo deve prendere la decisione, e se la confermerà, di norma ci vorrà un certo tempo prima che sia messa in opera.

In queste condizioni, sembra difficilissimo che i 5.200 soldati americani restino sul posto. In ogni modo, l’Amministrazione Trump lo desidera, quando il presidente non ha nascosto la sua volontà di disimpegnarsi dalla regione? La partenza delle truppe americane sarebbe una vittoria politica e strategica per l’Iran, ma al contempo la priverebbe di un capro espiatorio in tempo di crisi, e di un bersaglio potenziale per rispondere alla pressione massima degli Stati Uniti.

Partite le truppe americane, gli iraniani sarebbero i padroni del paese. In certa misura lo sono già, ma allora dovranno gestire soltanto le manifestazioni popolari, le velleità d’indipendenza dei Curdi e l’ostilità dei sunniti, visto che Curdi e Sunniti hanno boicottato la seduta parlamentare di ieri. Soltanto 169 deputati su 329 erano presenti.

Che avverrà delle forze americane nella regione ?

Gli Stati Uniti dispongono di meno di 1000 uomini in Siria, la permanenza dei quali non può darsi per certa, vista la volontà di disimpegno da quel terreno di Donald Trump. Se lasciano l’Irak, lasceranno al regime iraniano la possibilità di passare da un paese all’altro, dall’Iran fino al Libano, senza incontrare una forza militare nemica.

Ieri, Hassan Nasrallah ha dichiarato che solo la partenza di tutte le truppe americane dalla regione potrebbe controbilanciare l’uccisione di Kassem Soleimani. Sabato Kata’ib Hezbollah ha invitato i soldati irakeni ad allontanarsi « di almeno mille metri » dai siti ove sono presenti soldati americani a partire da domenica sera, sottintendendo che quei siti potrebbero essere bersaglio di attacchi.

Dal canto suo, il Segretario di Stato Mike Pompeo ieri ha ammesso che le forze americane stazionate nel Vicino Oriente potrebbero subire le rappresaglie iraniane. Secondo il Comando militare centrale degli Stati Uniti, ci sono circa 60.000 soldati dispiegati nella regione. La base più grande è quella di al-Udeid nel Qatar, dove sono di guarnigione 13.000 soldati americani.

Già il presidente Barack Obama aveva designato come obiettivo strategico il disimpegno dal Medio Oriente, senza poterlo poi veramente perseguire a causa dell’evoluzione degli avvenimenti.

Donald Trump, che ha il medesimo obiettivo, potrebbe trovarsi di fronte alla stessa problematica, tanto più che desidera perseguire l’escalation nei riguardi dell’Iran. L’amministrazione Trump aveva annunciato, alla fine del 2019, che circa 3.000 soldati americani sarebbero stati dispiegati in Arabia Saudita per proteggere la regione “contro l’azione ostile dell’Iran e dei suoi satelliti”. Venerdì scorso, Washington ha annunciato che avrebbe dispiegato da 3.000 a 3.500 soldati americani nella regione per rafforzare la sicurezza delle posizioni americane.

Quali conseguenze per le petromonarchie del Golfo ?

Esse potrebbero essere in prima linea nella risposta iraniana contro gli Stati Uniti, per due ragioni almeno. Uno: sono quelle che ospitano il maggior numero di soldati americani nella regione. Due: niente indica che beneficerebbero nuovamente dell’ombrello americano, in caso di un attacco iraniano che non prendesse di mira i soldati americani. Altrimenti detto, se oggi si ripetesse uno scenario simile agli attacchi dello scorso settembre contro il gigante petrolifero Aramco in Arabia Saudita, attribuiti all’Iran, le monarchie saudite del Golfo non hanno la garanzia che gli Stati Uniti risponderebbero.

Ieri, un responsabile saudita ha dichiarato all’AFP che Riyad non è stata consultata da Washington in proposito del raid contro Kassem Soleimani.  Segno del timore del regno saudita di subire le conseguenze di questa nuova escalation, il responsabile saudita ha sottolineato “importanza di dar prova di moderazione”. Va notato che il ministro degli Affari Esteri del Qatar si è recato sabato in Iran, quando i due paesi intrattengono relazioni cordiali nonostante la presenza della grande base americana su territorio qatarino.

Che ne sarà della lotta contro lo Stato Islamico ?

Lo Stato islamico potrebbe approfittare nuovamente del caos geopolitico. Mentre l’organizzazione riprende le forze sia in Siria sia in Irak, la coalizione antijihadista diretta dagli Stati Uniti ha annunciato ieri “la sospensione” dell’addestramento delle forze irakene e dei combattimenti contro lo Stato Islamico, perché sono “ormai totalmente dedicati a proteggere le basi irakene che ospitano e sue truppe”

Quali conseguenze per l’accordo nucleare ?

La questione del nucleare è all’origine dell’escalation americo-iraniana , eppure la si è quasi dimenticata. Mentre gli Stati Uniti sono usciti dall’accordo nucleare nel maggio 2018, ieri l’Iran ha dichiarato che non rispetterà più alcun limite nel numero delle centrifughe.

Questa decisione è stata ritenuta equilibrata dagli esperti, secondo i quali essa proverebbe che l’Iran non vuole, per ora, uscire completamente dal quadro degli accordi. Gli europei cofirmatari dell’accordo, che da mesi tentano di convincere gli iraniani a restare nel quadro da esso delimitato, si preoccupano di questa nuova prospettiva, che potrebbe anch’essa creare una escalation. Né gli Stati Uniti né Israele possono permettere, a priori, che l’Iran si doti dell’armamento atomico.

Resta una chance per la diplomazia ?

In questi ultimi mesi, Iran e Stati Uniti hanno già tentato di aprire un canale diplomatico attraverso il sultanato di Oman, ma il tentativo si è già arenato di fronte al rifiuto di transigere sulle rispettive esigenze di entrambe le potenze.

Anche la Francia ha tentato, senza successo, di farsi mediatrice nella crisi. Alcuni ritengono che l’attuale crisi, se permette il ritorno all’equilibrio della deterrenza, può essere un modo di rilanciare l’iniziativa diplomatica. Questo implicherebbe che Teheran accettasse alcune condizioni americane riguardanti la sua politica regionale. Tuttavia, nelle condizioni attuali, e tenuto conto della reciproca diffidenza dei due attori, ci sono molti motivi d’essere scettici sulla possibilità che si produca uno scenario del genere.

https://www.lorientlejour.com/article/1201274/the-post-soleimani-middle-east-10-points-to-better-understand-the-challenges.html

 

SARDINE SOTT’ODIO, di Teodoro Klitsche de la Grange

SARDINE SOTT’ODIO

Dubitiamo molto che i parlamentari che hanno approvato la mozione Segre contro il “no hate speech”, ossia contro i discorsi di odio in politica, avessero letto quello che scriveva negli anni ‘20 Julien Benda: “il nostro secolo sarà stato in senso proprio il secolo de l’organizzazione intellettuale degli odi politici. Sarà uno dei grandi titoli nella storia morale dell’umanità”. Questo perché permetteva alle parti politiche di incrementare a dismisura la loro potenza di passione (puissance passionelle). Di guadagnare consenso indicando dei nemici, anche assoluti, onde consolidare  il proprio potere.

Di lì a poco, l’avvento al potere del nazismo permise di confermare il giudizio dell’intellettuale francese, che nel momento in cui scriveva La trahison des clercs, pensava allo sciovinismo, al pangermanesimo e, in genere, all’atteggiamento di molti politici ed intellettuali durante la prima guerra mondiale.

Il dubbio è legittimo perché Benda condannava l’ “organizzazione intellettuale” dell’odio in generale. Mentre il parlamento italiano (e non solo) lo ha circondato di sostantivi aventi valore (e senso) illustrativo-restrittivo (intolleranza, antisemitismo, razzismo) che ne delimitano il campo d’applicazione. In particolare non è indicato il fattore socio economico come suscitore d’odio. Come sosteneva Duverger “Per i marxisti gli antagonisti politici sono frutto delle strutture socio-economiche… La contesa politica è perciò il riflesso della lotta delle classi“. Fattore ovviamente positivo per i marxisti.

Per cui, al limite, predicare l’odio di classe non è riconducibile alle cure della commissione Segre, al contrario di quello razziale.

Prima e dopo è stato tutto un fiorire – sui media dell’establishment – e altrove – di dichiarazioni – e invettive preoccupate per l’odio che le posizioni dei popul-sovranisti presupponevano e comunque esternavano, nonché contro le relative menzogne (a cominciare dalle fake-news). A giudizio dei benintenzionati si dovrebbe far politica, ma senza coltivare sentimenti di avversione verso l’avversario. Una lotta a base di riverenze e buone maniere. Che il tutto sia, in diversi casi, auspicabile, è condivisibile; che possa esserlo in ogni frangente è impossibile; che sia poi opportuno, lo è a seconda dei casi. Spieghiamo il perché. Benda scriveva dell’organizzazione intellettuale degli odi politici, cioè della sottomissione dei “chierici” alle esigenze della prassi politica (alla conquista e conservazione del potere), con relativo tradimento della loro funzione. Che questo sia un connotato del XX secolo è, in larga parte vero, ma occorre aggiungervi, come, in modo non altrettanto pervasivo ed efficace, lo sia stato sempre. Nel XX secolo sono state la potenza propagandistica dei mezzi di comunicazione di massa da un lato e la democratizzazione della politica (e della guerra) – con la necessità di coinvolgere, convincere e mobilitare le masse popolari – ad implementare il ruolo dell’ “organizzazione intellettuale” delle passioni politiche, in primis dell’odio. Ma che questa sia una componente costante della politica, perfino quando gestita essenzialmente dai gabinetti ministeriali, (in tal caso in ruolo minore) è cosa nota. Scriveva Clausewitz di quello strumento essenziale della politica (da cui mutua presupposti e funzioni) che è la guerra, che consiste di uno “strano  triedro composto:

  1. della violenza originale del suo elemento, l’odio e l’inimicizia, da considerarsi come un cieco istinto;
  2. del giuoco delle probabilità e del caso, che le imprimono il carattere di una libera attività dell’anima;
  3. della sua natura subordinata di strumento politico, ciò che la riconduce alla pura e semplice ragione.

La prima di queste tre facce corrisponde più specialmente al popolo, la seconda al condottiero ed al suo esercito, la terza al governo. Le passioni che nella guerra saranno messe in giuoco debbono già esistere nelle nazioni”.

E così è per la politica: una politica senza distinzione tra l’amico e il nemico la quale operi senza suscitare un sentimento di avversione per il secondo e solidarietà per il primo è un oggetto sconosciuto. La lotta, anche se non militare, si fa con i presupposti della lotta. Il primo (e più importante dei quali è) l’indicazione del nemico. Se non è tale è necessario crearlo: in mancanza la lotta non ha senso. Il nemico e l’avversione verso il medesimo è la condizione minima (necessaria e sufficiente) per condurre la lotta.

Il che è confermato dal movimento delle sardine, che pare l’ultima (per ora) mascherata in soccorso delle élite decadenti. Non si riesce a strappare dalla bocca dei loro portavoce intervistati in televisione una indicazione su problemi reali, concreti (e divisivi): volete salvare l’ILVA? che ne pensate del MES? o del reddito di cittadinanza? e così via. Nulla: e a ragione. Perché scegliere è dividere: pronunciarsi a favore del MES significa perdere i voti dei contrari e così per il resto. Mentre opporsi a Salvini e al sovranismo unifica gli avversari più disparati: da quelli che rimpiangono Stalin, a coloro che disdegnano il leader leghista perché volgare o perché goloso di Nutella. Così le sardine hanno capito che il nemico serve ad unificare non solo i diversi ma anche gli opposti. Cosa che un poeta tragico come Eschilo aveva capito venticinque secoli fa. Hitler servì a far alleare un conservatore duramente anticomunista come Churchill a un bolscevico rivoluzionario come Stalin.

State sicuri che le sardine e chi le consiglia e le sponsorizza l’hanno capito bene: e quindi se la prendono con l’odio: quello degli altri.

Teodoro Klitsche de la Grange

GESTI E SIMBOLOGIE…un po’ dozzinali, di Giuseppe Germinario

 

  •  L’Iran ha innescato la rappresaglia bombardando con razzi e missili due basi americane in Iraq. Hanno scelto la stessa ora in cui è morto assassinato Soleimani. Non risultano vittime americane; tutto lascia presumere, le voci all’interno degli ambienti militari americani lo confermano, che in realtà gli americani siano stati in qualche maniera avvertiti. Un tweet di fonte autorevole iraniana parla di rappresaglia avvenuta e afferma che ulteriori azioni dipenderanno dall’eventuale replica americana; segno che nella dirigenza farsi sta prevalendo al momento una posizione attendista non ostante l’oltranzismo di Kameney e delle frange dei Guardiani della Rivoluzione. Si sente anche la pressione diretta ed indiretta, vedi la missione in Siria e Turchia di Putin in persona, di russi e cinesi anche se il controllo sul regime iraniano è molto relativo. La situazione politica e la posizione dei militari in Iran è molto più instabile e incerta di quanto lascino intendere le manifestazioni legate alla cerimonia funebre di Suleimani; la proverbiale permeabilità degli apparati di sicurezza iraniani  è tutta lì ad attestarlo. Qualche confusione nella operatività istituzionale comincia a manifestarsi anche negli Stati Uniti a seguito delle ormai annose divergenze politiche; l’esempio del comunicato di ritiro e riposizionamento delle forze americane in Iraq, poi smentito, ne è la prova
  • Nel frattempo gli americani stanno riposizionando su Diego Garcia, fuori dalla portata dei missili iraniani, la maggior parte dei B52. Negli Stati Uniti proseguono le esercitazioni dell’aeronautica militare; in particolare una con 52 (gli ostaggi americani nell’ambasciata di 40 anni fa) F35 https://www.youtube.com/watch?v=oZEtPpLXZic&fbclid=IwAR25T6QaQLRCBwI5iNB21RSHHrkloGe2prq2EqOq5PiWNp1StjkuxTuJbY    
  • un aereo civile ucraino precipita in fase di decollo in Iran. Si parla di guasto tecnico. L’aereo, però, prende fuoco in volo; più probabile un abbattimento accidentale da parte della contraerea  https://twitter.com/AKA_RealDirty/status/1214793221894787072?s=20&fbclid=IwAR1nqU1_Y_zriaTZkhWzJqDQt-BKXoeGgMnh4tAqtUWp0xNcmZpOUttM210
  • Il capo libanese di hezbollah, Nasrallah, ha tenuto a precisare di essere pronto a sostenere militarmente la reazione dell’Iran, ma senza pregiudicare gli equilibri politici in Libano. Un colpo al cerchio iraniano, per delimitare i limiti della propria solidarietà, un colpo alla botte libanese per salvaguardare la precaria alleanza che mantiene quel regime politico
  • Putin scende significativamente e in gran pompa a Damasco. Serve per ribadire a Stati Uniti e Iran che la Siria è sotto la propria tutela. Perde con Soleimani l’interlocutore più stretto, lo stratega politico-militare in grado di convincerlo alla fattibilità dell’intervento in Siria e del sostegno ad Assad; guadagna a suo favore un indebolimento della capacità strategica dell’Iran in Siria. Non ha gradito l’azione terroristica compiuta dagli Stati Uniti; ancor meno ha gradito le provocazioni iraniane all’ambasciata americana e contro le navi nel Golfo Persico proprio quando si profilava un ritiro americano quanto meno dalla Siria. Conosce bene i limiti della forza militare iraniana al cospetto di quella statunitense, specie in una situazione di guerra puramente distruttiva e la fragilità della solidarietà  musulmana
  • qui sotto la mappa dei recenti terremoti verificatisi in Iran nei pressi dei siti nucleari. Ci sono sospetti sul loro carattere artificiale
  • gli Stati Uniti smentiscono fermamente che Soleimani fosse in Iraq in veste di diplomatico

Il rebus turco in Libia, di Bernard Lugan

Tre eventi di grande importanza rimescolano il gioco geopolitico del Mediterraneo:
1) Il 7 novembre 2019, per controllare il percorso dell’oleodotto EastMed attraverso il quale procederanno le future esportazioni di gas dagli enormi giacimenti nel Mediterraneo orientale verso l’Italia e l’Unione europea, la Turchia ha firmato con la GNU (Governo cittadino libico Union), uno dei due governi libici, un accordo di delimitazione delle zone economiche esclusive (ZEE) di entrambi i paesi. Conclusi in violazione del diritto marittimo internazionale e a spese di Grecia e Cipro, questo accordo traccia anche, artificialmente ed illegalmente, un confine marittimo turco-libico nel bel mezzo del Mediterraneo.
2) La salvaguardia di questo accordo dipende dalla sopravvivenza militare del GUN; il 2 gennaio 2020 il Parlamento turco ha quindi votato l’invio di forze di combattimento in Libia per impedire al Generale Haftar, capo di un altro governo libico, la presa di Tripoli.
3) In risposta, sempre il 2 gennaio, la Grecia, Cipro e Israele hanno firmato un accordo sulla rotta del futuro gasdotto EastMed il cui tracciato è collocato parzialmente  nella zona marittima turca sancita unilateralmente dall’accordo Turchia-GUN del 7 novembre 2019.
Questi eventi meritano una spiegazione:
Perché la Turchia ha deciso di intervenire in Libia?
La Libia era un possedimento ottomano dal 1551 al 1912, quando, sopraffatta militarmente, la Turchia ha firmato il Trattato di Losanna-Ouchy con il quale lei ha ceduto Tripolitania, Cirenaica e il Dodecaneso all’Italia (vedere sulla mia bacheca due libri di storia della Libia   e Storia del Nordafrica dalle origini ai giorni nostri ).
Dalla fine del regime di Gheddafi, la Turchia conduce una politica molto attiva nel suo antico possedimento basandosi sulla città di Misurata. Da quest’ultimo alimenta il terrorismo dei gruppi armati del Sahel ricattando la Francia: “Tu aiuti i curdi, allora noi sosteniamo i combattenti jihadisti” …
A Tripoli, militarmente messo alle strette dalle forze del generale Haftar, GNU ha chiesto alla Turchia di intervenire per salvarlo. Il presidente Erdogan ha accettato in cambio della firma dell’Accordo marittimo del 7 Novembre 2019 che consente, aumentando la estensione della sua zona di sovranità, di tagliare la zona marittima economica esclusiva (ZEE) della Grecia tra Creta e Cipro, dove deve passare il futuro gasdotto EastMed.
Come la questione del gas nel Mediterraneo orientale e l’intervento militare turco in Libia si sono collegati?
Nel Mediterraneo orientale, nelle acque territoriali di Egitto, Gaza, Israele, Libano, Siria e Cipro, si distende un enorme giacimento di gas di 50.000 miliardi di m3, quando le riserve mondiali sono stimate in 200,000 miliardi di m3. Ulteriori riserve di petrolio stimate in 1,7 miliardi di barili di petrolio.
A parte il fatto che occupa illegalmente una parte di Cipro, la Turchia non ha alcun diritto di rivendicazione territoriale su questo gas, ma l’accordo militare firmato permette di tagliare l’asse del gasdotto EastMed proveniente da Cipro per l’Italia in quanto passerà attraverso le acque dichiarate unilateralmente … Il presidente turco Erdogan è stato chiaro nel dire che qualsiasi futuro gasdotto o oleodotto richiedono un accordo turco !!! Comportandosi da “stato pirata” la Turchia è ora condannata a impegnarsi miltarmente, in quanto se le forze del maresciallo Haftar dovessero prendere Tripoli, l’accordo sarebbe stato reso obsoleto.
Come fanno gli stati derubati dalla decisione turca?
Di fronte a questa aggressione, che, in altri tempi, avrebbe inevitabilmente portato ad un conflitto armato, il 2 gennaio la Grecia, Cipro e Israele hanno firmato un accordo ad Atene sul futuro gasdotto EastMed, importante collegamento approvvigionamento energetico d’Europa. Italia, punto terminale del gasdotto dovrebbe aderire all’accordo.
Da parte sua, il maresciallo Sissi ha dichiarato il 17 dicembre 2019 che la crisi libica era parte integrante de “la sicurezza nazionale dell’Egitto” e il 2 gennaio ha incontrato il Consiglio di Sicurezza Nazionale. Per l’Egitto, un intervento militare turco che avrebbe dato la vittoria al GUN sul generale Haftar avrebbe infatti rappresentano un pericolo politico mortale, perché il “Fratelli Musulmani”, i suoi nemici implacabili, sostenuti dalla Turchia, si posizionerebbero ai suoi confini. Inoltre, essendo in acque disastrose economicamente, l’Egitto, che basa le sue speranze sull’avvio della costruzione del gasdotto verso l’Europa non può tollerare questo progetto, di vitale importanza ma rimesso in questione dall’annessione turca delle acque marittime.
Qual è l’atteggiamento della Russia?
La Russia sostiene sicuramente il generale Haftar, ma in che misura? Quattro problemi principali sorgono in effetti per quanto riguarda le priorità geopolitiche russe:
1) La Russia ha l’interesse a litigare con la Turchia opponendosi al suo intervento in Libia, quando Ankara può allontanarsi ulteriormente dalla NATO?
2) Ha interesse alla creazione del gasdotto EastMed, fortemente in concorrenza con le proprie vendite di gas verso l’Europa?
3) Non può essere che la rivendicazione turca geli l’interesse alla realizzazione di Turkstream, trascinando la Russia per anni se non per decenni in un contenzioso giudiziario presso la Corte Internazionale?
4) Ha interesse a indebolire la collaborazione con la Turchia nella realizzazione, ormai prossimo alla messa in esercizio, del gasdotto Turkstream, il quale, attraverso il mar Nero, aggira l’Ucraina? ? Tanto più che il 60% del fabbisogno di gas della Turchia sono forniti dal gas russo; se Ankara potesse, in un modo o in un altro, trarre vantaggio dal Mediterraneo orientale, questo le permetterebbe di essere meno dipendente dalla Russia … il che non sarebbe un grande affare per quest’ultima …
E se alla fine non fosse una costruzione da parte del Presidente Erdogan per imporre una rinegoziazione del Trattato di Losanna del 1923?
La Turchia sa molto bene che l’accordo marittimo con GUN è illegale in termini di diritto internazionale del marittimo in quanto viola la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) che la Turchia non ha firmato per altro. Questo trattato è illegale anche anche riguardo agli accordi sotto di Skrirat del mese di dicembre 2015 firmato sotto l’egida delle Nazioni Unite e che costituivano il GUN in quanto non danno un mandato al suo leader, Fayez el-Sarraj, a concludere tale accordo di confine. Inoltre, con solo il Qatar alleato, la Turchia è completamente isolata diplomaticamente.
Riconoscendo queste realtà, puntando sia sulla solita viltà degli europei che sull’inconsistenza della NATO in realtà in uno stato di “morte cerebrale”, il presidente Erdogan si rivela inconsciente nel giocare con la dinamite o, al contrario, un calcolatore abilissimo ad avanzare le sue pedine sul filo del rasoio.
Se la seconda ipotesi fosse corretta, l’obiettivo della Turchia sarebbe quello di aumentare la pressione per rendere chiaro ai paesi che attendono con ansia l’impatto economico della messa in servizio del futuro gasdotto EastMed, che potrebbe bloccare il progetto . A meno che la zona marittima turca possa essere estesa per permettere che sia parte nello sfruttamento delle ricchezze del sottosuolo marino del Mediterraneo orientale. Ma per questo, si dovrebbero rivedere alcuni articoli del Trattato di Losanna del 1923, una politica che ha già sperimentato una rapida attuazione nel 1974 con l’occupazione militare, anche illegale, ma efficace, della parte settentrionale dell’isola Cipro.
La scommessa è rischiosa, perché la Grecia, un membro della NATO e di UE e Cipro, un membro dell’Unione Europea, non sembrano disposti a cedere al ricatto turco. Per quanto riguarda l’Unione europea, nonostante la sua indecisione congenita, è dubbio che accetterà di lasciare il controllo alla Turchia di due delle principali valvole della fornitura di gas, vale a dire EastMed e Turkstream.
Maggiori informazioni sul blog di Bernard Lugan

FINESTRA DI AGGIORNAMENTO SULLA SITUAZIONE IN MEDIO ORIENTE

Il giorno dopo l’assassinio di Soleimani, data la gravità della situazione, aggiorneremo questa pagina con notizie importanti ed eventi che emergeranno strada facendo. Pare che le componenti oltranziste dei vari contendenti, le quali comprendono questa volta direttamente la presidenza americana, si sostengano vicendevolmente, per salvaguardare la propria libertà di azione, nell’alimentare uno scontro irreversibile che porti alla sconfitta conclamata di una delle parti 

A MENO DI IMMINENTI EVENTI CATASTROFICI CON QUESTO ULTIMO AGGIORNAMENTO DELLE 22:10 CHIUDIAMO QUESTA FINESTRA. UN IMPEGNO CHE HA RICHIESTO PARTICOLARE ATTENZIONE E ORE DI RICERCA TRA LE VARIE FONTI SPESSO MOLTO DIFFICILI DA REPERIRE. RITENIAMO CHE I LETTORI ABBIANO GRADITO, SPECIE IN UN PANORAMA EDITORIALE AVARO DI NOTIZIE DIRETTE E TEMPESTIVE, PER NON PARLARE DELL’ACUME DELLE ANALISI, PUR CON ALCUNE LODEVOLI ECCEZIONI. RESTA IL RAMMARICO PER LA SCARSA CORRETTEZZA DEI FRUITORI PROFESSIONALI E SEMIPROFESSIONALI DEL SERVIZIO I QUALI SOLO ECCEZIONALMENTE RIPRENDONO O DIFFONDONO LA FONTE DEI LORO “SCOOP”; FONTE ALIMENTATA DA UN IMPEGNO DEL TUTTO VOLONTARIO E GRATUITO. NEL CASO LA SITUAZIONE DOVESSE PRECIPITARE PROVEREMO A RIAPRIRE LA FINESTRA. A COMINCIARE DALLA LIBIA PROBABILMENTE NON CI SARA` DA ATTENDERE MOLTO TEMPO_per la redazione Giuseppe Germinario

 

06/01/2020 0re 22:10 CONFERMATO DA REUTERS QUELLO CHE AVEVAMO DETTO NEL NOSTRO ULTIMO AGGIORNAMENTO (siamo più veloci dei mass media😁): La coalizione guidata dagli Stati Uniti ha comunicato ai militari iracheni che si ritirerà dall’Iraq per rispetto della sua sovranità nazionale!

06/01/2020 0re 21:05 CONFERMATO: Ci sarebbero movimenti enormi di truppe e personale Americano dalla zona verde di Baghdad. Un numero elevato di elicotteri Apache starebbero sorvolando l’area della zona verde. DA CONFERMARE: Il Corpo dei Marines ha avviato una serie di procedure per un ritiro sicuro “safe exit” dal territorio iracheno o riposizionamento delle truppe stesse. Se confermato vuol dire che le truppe verranno dispiegate in un luogo più sicuro (Kurdistan Iracheno?) Oppure una evacuazione totale per evitare rappresaglie a seguito di un eventuale massiccio attacco missilistico e aereo al territorio Iraniano contro obiettivi strategici. Tra potenziali obiettivi ci sarebbero tutte le installazioni militari Iraniane, tutte le centrali nucleari, il mausoleo di Khomeini e  l’attuale Guida Suprema dell’Iran; Ali Khamenei

06/01/2020 0re 21:05 Dichiarazione di Trump: Minaccia sanzioni all’Iraq che faranno impallidire quelle imposte all’Iran. Per questo il governo Iracheno sta “modificando” le sue richieste agli Stati Uniti

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06/01/2020 0re 21:05 Dopo la minaccia di Trump di imporre sanzioni economiche contro L’Iraq il primo ministro Mahdi “ridimensiona” la richiesta agli USA di lasciare il paese

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06/01/2020 0re 20:54 L’esercito nazionale della Libia ha liberato completamente la città di Sirte e tutte le sue aree circostanti dopo aver sconfitto le milizie islamiste del GNA. I video mostrano le truppe e cittadini di Sirte.

 

06/01/2020 0re 19:14  Netanyahu getta Trump sotto l’Autobus: Il primo ministro Israeliano ha detto al gabinetto di sicurezza che Israele non è  coinvolto nell’uccisione di Soleimani e ha sottolineato “che è una affare Americano e noi dovremmo starne fuori”.

06/01/2020 0re 19:05 Le forze di Haftar hanno preso controllo della città costiera di Sirte dal governo di Tripoli.

06/01/2020 0re 18:59 L’ambasciata americana avverte i cittadini americani in Israele di un possibile attacco missilistico

06/01/2020 0re 18:45 Il leader politico di Hamas e del PIJ (Movimento per il Jihad Islamico in Palestina)il generale Ziad Al-Nakhala, in questa foto sono insieme a visitare la casa e parlare con la figlia di di Qasem Soleimani.

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06/01/2020 0re 18:38 Intensa attività dell’ IDF e IAF (Aviazione ed Esercito Israeliano) sul Libano, sono inoltre segnalati UAV (Droni Israeliani) su Tiro.

06/01/2020 0re 18:00 Jens Stoltenberg, il segretario generale annuncia che le forze della NATO hanno sospeso tutti gli addestramento in Iraq.”Stiamo prendendo tutte le precauzioni necessarie per proteggere il nostro personale. Stiamo valutando la situazione attentamente.” Gli addestramenti delle forze di sicurezza Irachene riprenderanno quando la situazione è sicura.

06/01/2020 ore 17:50 Secondo fonti militari americane il sistema missilistico iraniano è stato portato a livello di allerta rinforzato su tutto il territorio

06/01/2020 0re 17:00 Le quattro probabili opzioni di rappresaglia prospettate dalla dirigenza iraniana, sulla base delle dichiarazioni rilasciate da vari esponenti, sono: l’assassinio di uno o più dirigenti militari e politici statunitensi dentro e fuori il loro territorio nazionale; attacchi missilistici contro le 15 basi militari americane in Iraq; obbiettivi militari americani, fissi e mobili, basati intorno al Golfo Persico; obbiettivi militari israeliani, in quanto paese direttamente corresponsabile. Sempre fonti filoiraniane confermano l’azione diplomatica americana consistente in almeno due dispacci inviati per il tramite di rappresentanti elvetici e qatarioti

06/01/2020 ore 08:15 Il leader supremo di Iraniano scoppia in lacrime mentre recita preghiere funebri per il funerale di Qassem Soleimani in corso a Tehran.

06/01/2020 ore 07:59 I nomi di 704 dei 1.500 manifestanti uccisi durante la rivolta  a novembre in Iran, sono stati pubblicati dalla resistenza iraniana. Tra di loro ci sono 54 donne.

06/01/2020 ore 07:50 Gli Iraniani-Americani si radunano a San Francisco per celebrare l’uccisione del generale Soleimani

https://www.sfchronicle.com/bayarea/article/Iranian-Americans-rally-in-SF-to-celebrate-14951605.php?utm_campaign=CMS%20Sharing%20Tools%20(Premium)&utm_source=t.co&utm_medium=referral

06/01/2020 ore 04:30 I manifestanti iracheni attaccano il palazzo della milizia Khamenei Hashd al Shaabi a Dhi Qar, Iraq.

06/01/2020 ore 04:05 Come risposta ad una eventuale richiesta fatta dagli Iracheni agli americani di lasciare il paese, Trump ha minacciato sanzioni a Baghdad e ha detto che  gli Stati Uniti non lasceranno il paese a meno che gli Iracheni non rimborsano il prezzo della basi militari americane e i soldi spesi dagli Stati Uniti nella ricostruzione del paese.

06/01/2020 ore 03:59 Segnalazioni di intensa attività di caccia dell’aviazione Israeliana. Cittadini Israeliani segnalano rumore inteso di Caccia sul tutto il paese. Molti non riescono a dormire.

https://twitter.com/aleph_media/status/1213915227743490055?s=20

06/01/2020 ore 03:49 Fra qualche ora, seconco fonti Irachene, il primo ministro Mahdi si dovrebbe incontrare ufficialmente con l’ambasciatore degli Stati Uniti per notificare alle truppe statunitensi l’ordine di lasciare il paese.

06/01/2020 ore 03:45 Caccia americani stanno sorvolano la provincia di Anbar.

06/01/2020 ore 00:45 Nelle prossime 48-72 hours si aspettano operazioni militari congiunte Israele-USA di enorme respiro. Ci sono voici di una mobilitazione massiccia dell’Aviazione Israeliana. Secondo le mie fonti; numerosi caccia Israeliani  sarebbero già in volo. Attendiamo sviluppi e conferme

06/01/2020 ore 00:06 Foto dei terroristi di Al Shabaab che hanno ucciso un militare e due due civili del Dipartimento della Difesa Americana durante l’assalto alla base Kenyota Simba (Mamda Bay). I terroristi sono stati tutti eliminati.

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05/01/2020 ore 23:26 Giusto per sorridere un po` e alleggerire questi tempi di tensioni: l’Iran ha annunciato il sostituto di Soleimani e di Al Muhandis:

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05/01/2020 ore 23:26 Questi sarebbero i mortai usati per attaccare la zona verde, attendiamo conferma

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05/01/2020 ore 23:18 Conseguenza degli attacchi con razzi vicino l’Ambasciata Americana.

https://twitter.com/hindu4_bharat/status/1213922963092729857?s=20

https://twitter.com/hindu4_bharat/status/1213938449063071745?s=20

https://twitter.com/hindu4_bharat/status/1213929068527153152?s=20

 

05/01/2020 ore 23:11 David Petraeus afferma che “è impossibile sopravvalutare il significato” dell’eliminazione del terrorista iraniano Soleimani. “Questa operazione e più importante dell’eliminazione di Osama bin Laden e il leader dell’ISIS”

 

05/01/2020 ore 22:40 Il generale di brigata Hossein Dehghan dichiara che la risposta iraniana sarà militare. Sarà adeguata al tipo di offesa arrecata dagli americani ma sarà contenuta, se possibile, in modo da evitare un conflitto generalizzato. Siamo quindi agli avvertimenti e alla presa delle misure reciproche. Gli iraniani continuano a riferire di contatti della presidenza americana tesi a limitare l’azione di ritorsione iraniana. Il paese più inquieto di quell’area sembra essere l’Arabia Saudita

05/01/2020 ore 21:35  I legislatori iracheni presentano una richiesta al Primo Ministro di cambiare il nome dell’aeroporto internazionale di Baghdad in “aeroporto internazionale Al Muhandis”. In onore di Al muhandis che fu assassinato con Soleimani.

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05/01/2020 ore 21:20 I canali iracheni affermano che i missili lanciati contro la Green Zone sono un totale di 5, non 3. Diversi morti. Non  sappiamo ancora chi siano le vittime.

Iraq Alert (UPDATE): Multiple rockets land near perimeter ...

05/01/2020 ore 21:02 3 razzi hanno colpito nelle vicinanze dell’ambasciata americana nella Green Zone. Non si sa ancora se ci sono vittime.

05/01/2020 ore 21:01 RAZZI STANNO COLPENDO LA ZONA VERDE DI BAGHDAD VICINO ALL’AMBASCIATA USA. 

05/01/2020 ore 21:00 Ufficiale: La coalizione guidata dagli Stati Uniti ha sospeso tutte le operazioni contro l’ISIS in Iraq, le forze verranno riposizionate  per proteggere le strutture e il personale americano

05/01/2020 ore 20:50 Il movimento di Al-Nujaba chiude tutti i suoi uffici incluso il suo quartier generale in Iraq e torna alla resistenza armata.

05/01/2020 ore 20:37 Dichiarazione ufficiale di Zarif: Come quinta e ultima fase di correttivo, ai sensi del paragrafo 36 del JCPOA, non vi saranno più restrizioni sul numero di centrifughe. Questo passaggio è contenuto all’interno di JCPOA e tutti e 5 i passaggi sono reversibili in caso di una migliore attuazione degli obblighi reciproci. La piena cooperazione dell’Iran con l’AIEA continuerà. 

05/01/2020 ore 20:31 Macron:E importante per l’Iran evitare che compia azioni che minacciano la stabilità regionale

05/01/2020 ore 20:28  Nell’amministrazione precedente l’Iran aveva obbligato i nostri marinai ad inginocchiarsi…

05/01/2020 ore 20:15  Il 75 ° Reggimento dei Ranger dell’esercito degli Stati Uniti sarà`schierato nel Medio Oriente. Solo in Iraq; quest’ultimo dispiegamento parta a 5.000 le truppe statunitensi presenti nel paese. ll 75 ° Reggimento Ranger è noto per la sua particolare capacità di condurre raid ad azione diretta per catturare o uccidere obiettivi di alto valore.

https://www.armytimes.com/news/your-army/2020/01/05/ranger-contingent-deploys-to-mideast/

05/01/2020 ore 20:10 Johnson: Soleimani rappresentava una minaccia per tutti i nostri interessi

05/01/2020 ore 20:06 L’Iran ha messo un taglia da $ 80 milioni sulla testa di Trump.

https://www.dailymail.co.uk/news/article-7853703/Iran-threatens-attack-White-House-crushing-powerful-retaliation.html?ito=social-twitter_dailymailus

05/01/2020 ore 20:04 Contrordine! Il governo iraniano: Teheran è pronta a tornare all’accordo nucleare in caso di fine delle sanzioni. (NON SUCCEDERÀ MAI! LA NAVE E ORMAI SALPATA)

05/01/2020 ore 19:33 L’Iran ha deciso di intraprendere un ulteriore passo verso il disimpegnano dalle obbligazioni dal JCPOA (accordo sul Nucleare). In particolare, l’Iran  abbandonerà il punto chiave riguardo le limitazioni operative, la “limitazione del numero di centrifughe”. L’arricchimento sarà “illimitato” in base alle esigenze del paese.

Iran Goes All in for a Game of Nuclear Chicken | RealClearDefense

05/01/2020 ore 19:09 UNA PRECISAZIONE IMPORTANTISSIMA: La decisione del parlamento Iracheno di espellere gli americani dal paese NON HA valore esecutivo, NON E` VINCOLANTE, richiede l’approvazione di un’apposita legge e il governo non e` in condizione di vararla. Il Primo Ministro iracheno e il Presidente devono fornire un piano (che potrebbe richiedere molti mesi). Il voto in parlamento ha di fatto un valore simbolico.

05/01/2020 ore 18:30 I parlamentari curdi si sono rifiutati di cooperare con il parlamento iracheno sull’espulsione delle forze statunitensi dall’Iraq. Per loro, questo significherebbe consegnare l’intero paese all’Iran.

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05/01/2020 ore 18:18  Segnalati pesanti scontri in Iraq fra dimostranti anti-miliziani e forze filo-iraniane 

05/01/2020 ore 18:09 Al termine della sessione parlamentare Irachena di oggi…

05/01/2020 ore 18:00 Foto di Qassem Soleimani esposta oggi in Parlamento Iracheno accompagnato dai slogan Anti-USA. 

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05/01/2020 ore 17:49  Il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg ha convocato, per domani, la riunione del Consiglio.

05/01/2020 ore 17:45 Continua il massiccio dispiegamento di truppe americane nel medio oriente

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05/01/2020 ore 17:04 Gli Stati Uniti sospendono l’addestramento delle truppe irachene per concentrarsi tutto sulla sicurezza a seguito dell’uccisione di Soleimani

05/01/2020 ore 17:04 Aviazione Israeliana molto attiva:

C-130H Hercules 435
G550 Nachshon Shavit 676
V Nachshon Shavit 537
G550 Nachshon Aitam 569
Boeing 707 3L6C 272
550 Nachshon Aitam 537

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05/01/2020 ore 17:00 Il Parlamento Iracheno vota per espellere i militari statunitensi dall’Iraq. PM Abdul Mahdi: “È ora che le truppe americane se ne vadano”. Soleimani era suo ospite e l’intervento degli Stati Uniti era illegale. Moqtada Sadr chiede la chiusura dell’ambasciata americana a Baghdad.

05/01/2020 ore 16:30 Proseguono i contatti diplomatici tra Iran e Turchia, anche se difficilmente i turchi prenderanno posizioni dichiaratamente ostili all’attacco americano. Convocato il parlamento iracheno per decidere sulla richiesta di ritiro delle truppe americane. Gran parte dei parlamentari non si sono presentati o sono contrari alla richiesta sostenuta dalle componenti filoraniane. Il fronte sciita non è poi così compatto e quello sunnita teme una netta prevalenza della componente filoraniana. La seduta sino ad ora non riesce a proseguire per mancanza del numero legale. Si profila l’eventualità di un confronto militare interno. La fazione di Hezbollah ha intimato alle truppe irachene di allontanarsi di almeno un km dalle basi americane in previsione di attacchi

05/01/2020 ore 10:45 Primi militari turchi caduti in Libia ad opera dell’aviazione del Generale Haftar. I sauditi condannano con decisione l’intervento turco in Libia. Teheran mette in guardia gli Stati Uniti dal mettere in atto l’eventuale attacco ritorsivo a 52 obbiettivi in territorio iraniano. Sarebbe un ulteriore atto terroristico. Pare evidente un atteggiamento di attesa. Rimandiamo all’ultimo articolo di de Martini per alcune considerazioni opportune http://italiaeilmondo.com/2020/01/04/dollari-e-dispetti-di-antonio-de-martini/

I05/01/2020 ore 09:04  Il sovrano dell’Oman, Sultan Qaboos, ha invitato gli Stati Uniti e l’Iran a risolvere diplomaticamente i loro problemi e ha chiesto alla comunità internazionale di intensificare gli sforzi per la pace nella regione – Arab News

05/01/2020 ore 09:02 Bara del Gen.Solimani portato nella città iraniana di Ahvaz, dove migliaia di persone stanno partecipano al funerale

 

05/01/2020 ore 08:50 Continua inesorabilmente a crescere la presenza dei Marines e di personale militare Americano a Baghdad in Iraq. Cominciano ad arrivare e prendere posizione i migliaia di militari Americani mandati da Trump in Medio Oriente.

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05/01/2019 ore 08:43 Marines con il 2 ° battaglione, 7 ° Marines, incaricato di rafforzare il complesso dell’ambasciata di Baghdad in Iraq.

05/01/2020 ore 08:20 ll Pakistan si schiererebbe con l’Arabia Saudita nella volatile situazione che si sta sviluppando in Medio Oriente. Questo perché il regno saudita ha sempre sostenuto il Pakistan di fronte a ogni situazione difficolta. Ha detto sabato il ministro degli affari religiosi Pir Noorul Haq Qadri.

https://tribune.com.pk/story/2130610/1-middle-east-conflict-pakistan-side-saudi-arabia-says-pti-minister

05/01/2020 ore 08:02 Il tentativo di attacco da parte di militanti di Al-Shabaab a Camp Simba,  base militare congiunta Stati Uniti-Kenya  è stato respinto con successo, almeno quattro militanti sono stati uccisi.

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05/01/2020 ore 07:05 Lo Stato Ombra passa informazioni secretate sull’operazione che ha ucciso Soleimani a una giornalista del New York Times per danneggiare Trump. Potete leggere sotto i tweet della giornalista che ha pubblicato i “leaks”.

05/01/2020 ore 07:01 Militanti di Al-Shabaab hanno attaccato la basi militare di Camp Simba nella baia di Manda di Lamu. L’organizzazione radicale islamista al Shabaab ha rivendicato d’assalto alla base militare in Kenya; l’area è utilizzata sia dal personale militare statunitense che da quello keniota. non si conosce se e quante vittime ci sono.

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05/01/2020 ore 07:00 Il gabinetto della sicurezza Israeliana si riunirà oggi alle 13:00 come conseguenza dell’assassinio di Soleimani 

05/01/2020 ore 06:43 Il presidente Trump aveva respinto l’idea di uccidere Soleimani a fine dicembre e aveva invece optato per attacchi aerei. Successivamente, ha cambiato idea dopo aver visto l’assalto dell’ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad – (New York Times)

05/01/2020 ore 06:35 “Questa non è una bandiera di lutto. È una bandiera che indica che l’Iran sta mobilitando la sua intera società verso un conflitto mai visto prima. Questa bandiera non è stata dispiegata nemmeno durante la guerra Iran-Iraq. La bandiera dell’Imam Hussein e il rosso commemora il suo sangue che fu ingiustamente versato.”

05/01/2020 ore 06:28 Gli Stati Uniti hanno appena speso due trilioni di dollari in armamento militare. Siamo i più grandi e di gran lunga i MIGLIORI al mondo! Se l’Iran attacca una base americana, o qualsiasi americano, utilizzeremo alcune di queste nuove meravigliose attrezzature apposta per loro … e senza esitazione!

05 /01/2020 ore 06:22 Ci hanno attaccato e noi abbiamo risposto. Se attaccano di nuovo, cosa che consiglio vivamente di non fare, li colpiremo più forte di quanto non siano mai stati colpiti prima!

05 /01/2020 ore 06:01 Le milizie irachene hanno cambiato i numeri di telefono dei leader e dei loro assistenti, sostituendo anche gli apparecchi telefonici. Tutti i cellulari dei miliziani sarebbero compromessi.

05 /01/2020 ore 05:38 Secondo fonti libiche; un ufficiale dell’esercito turco è morto e altri 3 feriti all’aeroporto internazionale di Mitiga dopo che la Libya National Air Force ha effettuato un attacco aereo contro un hangar usato da aerei turchi. Sarebbe ufficialmente i primi morti  Turchi in Libia.

05 /01/2020 ore 05:25  A questo punto vogliamo ri-proporvi  le immagini degli incontri  segreti tenutisi a Parigi, nel Maggio del 2018, tra John Kerry e gli Iraniani. 

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05 /01/2019 ore 05:08 Il generale  Ahmed al-Mismari, durante una conferenza stampa ha dichiarato che lesercito nazionale libico e pronto a “respingere l’invasione turca” e che la sua marina è pronta a prendere il controllo e proteggere la costa del paese. 

https://english.alarabiya.net/en/News/north-africa/2020/01/05/Libyan-National-Army-says-it-is-ready-to-repel-Turkish-invasion-.html

05 /01/2019 ore 05:00 Il vice ministro della Difesa dell’Arabia Saudita, il principe Khalid bin Salman, si incontrerà con alti funzionari della Casa Bianca a Washington per discutere strategie volte a ridurre le tensioni nella regione.

Prince Khalid bin Salman Officially Begins Assignment as Saudi Ambassador to the U.S. - ArabiaNow

05 /01/2019 ore 04:37 Secondo un rapporto di Asharq al-Awsat, leader militari sauditi si sono incontrati con controparti di “paesi alleati” per “sviluppare una migliore strategia per affrontare la milizia Houthi” in caso di attacchi a strutture civili ed economiche.

05 /01/2019 ore 04:31 Proteste contro Trump in San Francisco

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05 /01/2019 ore 04:00 Il portavoce delle forze armate iraniane, il generale di brigata Abolfazl Shekarchi ha dichiarato che l’Iran “preparerà pazientemente un piano, per rispondere a questo atto terroristico in modo schiacciante e potente”. Ha aggiunto: “Siamo noi a decidere l’ora e il luogo della nostra risposta”.

05 /01/2019 ore 04:00 Il mio messaggio per il popolo iraniano è inequivocabile: Prendete ciò che è giustamente vostro; la dignità che deriva dal fatto che sei un essere umano. La libertà di vivere, la libertà di adorare il tuo Dio nel modo che scegli. 

05 /01/2019 ore 03:50  Arrivo della bara di Soleimani a Teheran

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05 /01/2019 ore 03:43 Il sito web della biblioteca federale del governo americano è stato hackerato da gli iraniani.

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05 /01/2019 ore 01:23 Confermato: B-52s al momento stanno sorvolando l’Iraq. Non Confermato: Alcuni di questi B52 hanno capacità atomica.

05 /01/2019 ore 01:20 Al-Hadath: Miliziani shite sono stati uccisi e feriti in un bombardamento di un quartier generale vicino al confine siriano-iracheno

05 /01/2019 ore 01:17 La Germania invierà 60 soldati in Iraq. Il ministro degli Esteri tedesco; Heiko Maa,s intende tenere colloqui diretti con l’Iran per cercare di calmare la situazione

05 /01/2019 ore 01:06 Il presidente Trump afferma che gli Stati Uniti hanno “preso di mira 52 siti iraniani” che gli Stati Uniti colpiranno se l’Iran colpisce qualsiasi americano o risorsa americana 

05 /01/2019 ore 01:05 “Dobbiamo ritirare i nostri militari dall’Iraq e dalla Siria. Quante altre vite americane, quanti altri trilioni di dollari saranno sprecati prima di abdicare? Adesso, o tra 20 anni, non ci sarà mai nessuna vittoria americana.

https://twitter.com/TulsiGabbard/status/1213482864341397506?s=20

05 /01/2019 ore 00:15 Dopo otto anni di silenzio assordante e totale, in cui l’amministrazione Obama ha bombardato sette paesi, lanciando oltre 100,000 bombe, autorizzato dieci volte di più attacchi con droni rispetto George W. Bush, uccidendo una miriadi di vittime innocenti e destabilizzando intere aree geografiche; i movimenti pacifisti si rifanno vivi, meglio tardi che mai…

04/01/2019 ore 23.55 Domanda e risposta sull’anello che portava Soleimani:L”anello gli era stato donato dall’ayatollah Khamenei.

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04/01/2019 ore 23.38 Secondo l’agenzia Reuter ripresa da giornali del quadrante mediorientale il Generale Soleimani, a seguito delle manifestazioni antiraniane tenutesi in Iraq, stava pianificando, assieme ai gruppi filoiraniani più oltranzisti in Iraq, un serie di provocazioni e di attacchi in modo da spingere gli americani ad attacchi massicci e indiscriminati tali da far accrescere l’ostilità antiamericana in Iraq. Il piano prevedeva tra l’altro il trasferimento in Iraq di milizie ed armi sofisticate dall’Iran

04/01/2020 ore 22:00 Il principe ereditario Mohammad Bin Salman dell’Arabia Saudita ha chiamato il Primo Ministro dell’Iraq. Re Salman ha sottolineato “l’importanza della stabilità nella regione”.

04/01/2020 ore 21:20 Colpite simultaneamente da due obici di mortaio la zona verde ultra securizzata di Bagdad e una base aerea americana in Iraq senza far vittime

Des paracommandos américains se préparant avant leur départ pour le Moyen-Orient, sur une base de Caroline du Nord, le 4 janvier 2020. Les Etats-Unis ont décidé de renforcer leur présence dans la région après une attaque ayant tué le général iranien Kassem Soleimani. Photo REUTERS/Jonathan Drake

04/01/2020 Ore 21:19 Caccia militari hanno attaccato siti della milizia appoggiata dall’Iran vicino ad Albu Kamal, nella Siria occidentale e il sito della milizia Kata’ib Hezbollah appoggiata dall’Iran, che ospita magazzini di missili a corto e medio raggio iraniani nella regione di Al-Qaim, al confine tra Iraq e Siria. Non siamo sicuri se i caccia appartengono agli Stati Uniti o all’aviazione Israeliana.

04/01/2020 Ore 21:10 La USS Bataan, con F-35 e quasi 2.000 marines, diretta verso il Mediterraneo. La marina Britannica riprende le scorte di navi mercantili attraverso Straight of Hormuz a seguito delle crescenti tensioni Iran.

https://en.wikipedia.org/wiki/USS_Bataan_(LHD-5)

04/01/2020 Ore 21:02 La figlia del Gen. Soleimani chiede a Hassan Rouhani: chi si vendicherà di mio padre? Rouhani: non preoccuparti, tutti vendicheranno il suo assassinio

 

04/01/2020 Ore 20:56 Il ministro delle finanze del Qatar, Mohammed Al Thani, a Teheran oggi. Foto di @AbasAslani

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04/01/2020 Ore 20:27 I paracadutisti dell’esercito Americano lasciano Fort Bragg per il Kuwait

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04/01/2020 Ore 20:16 “E` impossibile non negare l’importanza di questa azione. La morte di Soleimani è molto più significativa dell’uccisione di Osama bin Laden. È persino più importante dell’uccisione di Baghdadi “. General David Petraeus 

04/01/2020 Ore 20:05 RICAPITOLANDO: Attacchi su vasta scala sono ora in corso con almeno 5 bersagli dove sono presenti forze statunitensi, non ci sono notizie di vittime tra militari o civili americani:

Ambasciata USA, Baghdad
Quartiere di Al-Jadirya, Baghdad
Balad Airbase
Al-Kindi Camp, Mosul
Vecchio palazzo presidenziale in Baghdad

04/01/2020 Ore 20:01  Colpi di mortaio vicino all’area del palazzo presidenziale in Baghdad. Sul Luogo si trovano militari USA

04/01/2020 Ore 19:52  Il Ministero della Difesa e la polizia Ceca sospendono l’addestramento di militari Iracheni pur rimanendo nelle loro basi.

04/01/2020 Ore 19:48 Ufficiale: Colpi di mortaio nelle vicinanze della base militare di Al-Kindi a Mosul.

04/01/2020 Ore 19:43 I corpi di Qasem Soleimani e Abu Mahdi al-Muhandis sono arrivati all’aeroporto di Najaf in Iraq per il trasporto delle salme in Iran.

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04/01/2020 Ore 19:17 ll Ministero della Difesa egiziano ha diffuso le foto e i filmati dell’attuale esercitazione congiunta di Egypt Air Force, Army & Navy. Questo esercizio si svolge in risposta alla minaccia causata dalla Turchia. Lo scopo delle esercitazioni e quello di aumentare la prontezza delle forze armate egiziane a fronteggiare qualsiasi aggressione turca in Libia!

04/01/2020 Ore 19:03 Continua il massiccio movimento dell’aviazione Americana di truppe aviotrasportate:KC-10A 85-0031/C-17A Globemaster III 01-0187/CN-235 300 96-6042/C-5M Galaxy 87-0029/C-5M Galaxy 69-0024/KC-130J Hercules 166514

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04/01/2020 Ore 19:00 Il Comandante delle operazioni speciali per le brigate Hezbollah in Iraq: “I servizi di sicurezza e i civili Iracheni dovrebbero allontanarsi dalle basi statunitensi per una distanza non inferiore a mille metri, a partire da domenica sera.”

04/01/2020 Ore 18:50 Fonti non ufficiali: Una serie di attacchi missilistici hanno colpito la base della milizia di mobilitazione popolare appoggiata dall’Iran sulla zona di confine Iraq-Siria   (https://www.alhurra.com)

04/01/2020 Ore 18:45 In attesa di conferma: 5 civili feriti dopo l’attacco di un razzo vicino a Baghdad Green Zone. 

Confermato tramite il Times: 3 militari iracheni feriti dopo l’attacco di un razzo alla base aerea di Balad a nord di Baghdad

04/01/2020 Ore 18:39  I Palestinesi oggi a Gaza:

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04/01/2020 Ore 18:12 Molti si chiedono dove era Moqtada al-Sadr? Eccolo nella foto oggi al funerale di Soleimani.

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04/01/2020 Ore 18:12 IMPORTANTISSIMO: Fonti non ufficiali sostengono che la base aerea di Balad, nel nord dell’Iraq, è stata colpita da missili pochi minuti fa. Sviluppo importante se risulterà vera questa voce. Attendiamo conferme

04/01/2020 Ore 18:12 Maryam Rajavi, Presidente eletto del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, voce di spicco dei diritti e della tolleranza per le donne iraniane: “La comunità internazionale, in particolare quella europea, deve porre fine alla politica di pacificazione e riconoscere il diritto del popolo iraniano di resistenza e difendersi per la libertà di sostituire la sovranità popolare al posto del dominio dei mullah”

Maryam Rajavi in the grand gathering of freedom-loving Ira… | Flickr

04/01/2020 Ore 17:35 Ho discusso con il presidente iracheno Salih la decisione di Donald Trump di intraprendere azioni difensive per proteggere il personale e gli interessi degli Stati Uniti all’estero e ho ribadito che gli Stati Uniti continuano a impegnarsi per la distensione.

04/01/2020 Ore 17:25 Il Parlamento iracheno terrà una sessione di emergenza: voterà se espellere le forze statunitensi dal paese

04/01/2020 Ore 17:23 Oggi, con il ministro degli Esteri turco Cavusoglu abbiamo discusso della decisiva azione difensiva impiegata da Donald Trump a Baghdad per proteggere vite americane. Ho ribadito l’importanza di contrastare le attività destabilizzanti del regime iraniano.

04/01/2020 Ore 17:18 Il ministro degli esteri del Qatar in visita a Hassan Rouhani a Teheran: “Vi trasmettiamo dal Qatar le nostre più sentite condoglianze per il martirio del generale Qasem Soleimani, una perdita per il vostro popolo”.

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04/01/2020 Ore 11:30 Migliaia di persone in lutto che invocano L’America come il Grande Satana, stanno marciando oggi nella processione funebre, attraverso Baghdad, per i leader iraniani e i militanti iracheni, che sono stati uccisi in un attacco aereo americano.

04/01/2020 Ore 11:20 La processione funebre per Qassem Soleimani e Abu Mahdi Al Muhandis si sta svolgendo proprio ora a Baghdad

 

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Nuri al-Maleki, ex primo ministro dell’Iraq

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04/01/2020 Ore 11:19 “La domanda che ci si chiede è perché il ministro degli esteri del Qatar si sta recando a Teheran nel momento in cui il funerale di Qassem Soleimani si svolge a Baghdad?” Vorremmo saperlo anche noi…

https://twitter.com/HSajwanization/status/1213393674429718531?s=20

04/01/2020 Ore 11:06 Il ministro degli Esteri iraniano Zarif minaccia di esporre i diplomatici occidentali che hanno preso tangenti per creare l’accordo nucleare.

Iran’s Zarif congratulates Soleimani on receiving medal of honour – Middle East Monitor

04/01/2020 Ore 10:41 Un iracheno e un siriano che erano a bordo dell’aereo, che a Baghdad aspettava Soleimani, sono stati arrestati.

04/01/2020 Ore 09:43 Candele accese sulla strada per l’aeroporto di Baghdad , vicino al luogo dell’esecuzione di Suleimani.

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04/01/2020 Ore 08:57 Massiccio Movimento di Aviazione Americana: USAF Lockheed C-5M Super Galaxy-RCH827-RCH543-RCH827-RCH609-RCH979-USAF C-17A Globemaster III-RCH622-RCH164-RCH957-RCH402-RCH417-RCH707-RCH311

https://pbs.twimg.com/media/ENa9sXRWoAEwEQv?format=jpg&name=medium
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04/01/2020 Ore 07:38 Il Comando Americano nega l’attacco di ieri a Taji. Chi ha colpito quindi il convoglio a Taji? Israele, Arabia Saudita?
The Coalition @CJTFOIR nei giorni scorsi NON ha condotto attacchi aerei vicino a Camp Taji (a nord di Baghdad).

 

04/01/2020 Ore 07:20 Segretario Pompeo: Ho parlato oggi con Yang Jiechi, membro del Politburo cinese, per discutere di della decisione da parte di Donald Trump di eliminare Soleimani in risposta alle minacce imminenti alla vita di cittadini americani. Ho ribadito il nostro impegno per ridurre le tensioni.

04/01/2020 Ore 06:51 Il Dipartimento di Stato Americano: “Possiamo confermare che negli ultimi giorni, il Generale Soleimani aveva viaggiato attraverso il Medio Oriente coordinando, ulteriori, imminenti, attacchi su larga scala contro diplomatici e membri del servizio degli Stati Uniti. Queste minacce erano altamente credibili e l’informazioni erono solide ”

04/01/2020 Ore 06:12 Il nuovo comandante della forza Quds Esmail Qaani:”Diciamo a tutti di avere un po di pazienza e vedrete i cadaveri degli americani in tutto il Medio Oriente”

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04/01/2020 Ore 04:26 Dichiarazione della presidenza della regione del Kurdistan:Il Kurdistan respinge la violazione alla sovranità irachena. L’Iraq non dovrebbe essere trasformato in un campo di conflitto tra diversi paesi.E imperativo risolvere i problemi attraverso il dialogo.La situazione è molto pericolosa, la moderazione è richiesta da tutti i le parti coinvolte

04/01/2020 Ore 03:50  La coalizione guidata dagli Stati Uniti ha sospeso l’addestramento delle forze irachene a causa dell’aumentato rischio di attacchi e infiltrazioni.

04/01/2020 Ore 03:40 Foto che ci provengono da una località non specificata. E possibile che siano missili balistici appena lanciati. Se qualcuno può tradurre dall’arabo nella foto e confermare l’originalità della foto stesse. Grazie in anticipo.Ore 06:33 AGGIORNAMENTO RIGUARDO LE FOTO: sono state fatte sopra il cielo di Duhok, Iraq. Anche se non siamo sicuri che si tratti di missili.

https://pbs.twimg.com/media/ENZvJfUXsAAfeU4?format=jpg&name=900x900

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04/01/2020 Ore 03:27 Lo sceicco Mehdi Ahmed al-Sumaidaie dell’Iraq (sunnita) chiede a tutti i sunniti iracheni di unirsi agli sciiti iracheni nello scontro con gli Stati Uniti:
“Io e il mio esercito siamo pronti a distruggere l’America, il Grande Satana. Dio è con noi e saremo vittoriosi”.

04/01/2020 Ore 02:30 Il Canada invita i suoi cittadini a lasciare immediatamente l’Iraq.

04/01/2020 Ore 01:32 L’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite:
“L’assassinio di Soleimani equivale a una dichiarazione di guerra contro di noi.”
“La risposta adeguata all’azione militare Americana è l’azione militare”.

04/01/2020 Ore 01:20 Secondo fonti attendibili; l’intelligence americana disporebbe di una rete di informazioni capillare su tutto il territorio Iracheno. Gli americani saprebbero la locazione e le mosse di tutti i maggiori attori Iraniani o pro Iraniani in Iraq. Una pianificazione intrapresa almeno 4-5 mesi fa, culminata con le uccisioni e gli attacchi aerei delle ultime ore.

04/01/2020 Ore 01:11 Il secondo attacco aereo americano che ha colpito il convoglio della milizia irachena a nord di Baghdad, di cui abbiamo riportato la notizia precedentemente, avrebbe causato almeno 6 vittime e 3 i feriti.

04/01/2020 Ore 00:59 Forti esplosioni si sono sentite a ovest di Sinjar, in Iraq, vicino a Mosul

04/01/2020 Ore 00:55 Volo operato dai militari statunitensi: 767-33 AER
CMB 301
Diretto dall’aeroporto di Shannon verso il Medio Oriente.

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04/01/2020 Ore 00:11 Confermato! L’attacco aereo statunitense di oggi (secondo) a Taji ha preso di mira Shibl al-Zaydi (in rosso). L’attacco aereo di ieri ha preso di mira Qasem Soleimani (al centro) e Al Muhandis (a destra). Gli americani stanno sistematicamente eliminando i maggiori attori Iraniani in Iraq 

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04/01/2020 Ore 00:05 Fonti indicano che Shbl al-Zaidi, comandante della milizia di Kataib Imam Ali, e stato preso di mira da un attacco aereo americano vicino a Taji, nel nord di Baghdad.

03/01/2020 Ore 23:56 Un attacco aereo colpisce due veicoli di un convoglio a Taji, a nord di Baghdad, in Iraq. Fonti indicano che questo attacco è stato effettuato dalle forze statunitensi. Potrebbe essere un attacco contro le milizie Asaib Ahl al-Haq sostenute dall’Iran

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03/01/2020 Ore 23:50 Volo curioso arrivato a New York qualche ora fa- Ministero delle finanze saudita B737 HZ-MF2 SVA7665

 

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03/01/2020 Ore 23:37 Il sindaco di New York; Bill de Blasio, ha detto che la città e` in massima in allerta per possibili attacchi terroristici.

03/01/2020 Ore 23:26 Grosso movimento di carri armati Statunitensi dal Kuwait all’Iraq

03/01/2020 Ore 23:15 Dichiarazione del presidente Trump rilasciata qualche minuto fa`riguardo l’esecuzione di Soleimani :

03/01/2020 Ore 22:47 Truppe statunitensi di stanza in Italia sono state messe in allerta, pronte al trasferimento in Libano, per proteggere l’ambasciata americana a Beirut da possibili attacchi. I servizi di intelligence Americani hanno ricevuto informazioni al riguardo.

Soleimani e il futuro del nostro paese, di Massimo Morigi

L’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani orgogliosamente rivendicata dal presidente degli Stati uniti Donald Trump è l’atto storico che pone, anche agli occhi dei più stolti, fine all’Alleanza atlantica intesa come organizzazione di difesa collettiva, collocandola definitivamente nel novero della strutture politico-militari più pericolose e foriere di guerre e terrorismo per gli anni a venire. In questo procurato pericolo da parte dell’Alleanza atlantica, l’Italia è il paese, per ovvie ragioni che non è necessario qui ricapitolare, che rischia maggiormente la sua stessa sopravvivenza non solo come entità politica ma anche sotto l’aspetto della vita dei suoi cittadini. In questi ultimi anni si è parlato, spesso a sproposito, di sovranismo e delle c.d. forze politiche che a quest’idea si ispirerebbero. Dalle prime reazioni di queste forze, è di tutta evidenza che esse hanno strumentalizzato la legittima pulsione degli italiani  non solo ad una maggiore dignità internazionale ma, ancor più importante, alla prospettiva dell’esistenza nei prossimi decenni di una entità politica nazionale e al conseguente diritto degli italiani di non essere biologicamente annientati in future guerre di cui tutto si può dire tranne che verranno combattute per difendere i loro interessi politico-biologici. Concludendo: l’assassinio  del generale iraniano Qasem Soleimani ad opera degli Stati uniti, proprio per la sua natura puramente terroristica e del tutto indifferente ai legittimi interessi dei paesi che un tempo facevano parte del blocco occidentale, è storicamente un atto altamente positivo perché mette tutti di fronte alle proprie responsabilità. A quanto pare in Italia nessuna forza politica organizzata vuole affrontarle cominciando ad impostare un discorso pubblico improntato ad una progressiva neutralità del nostro Paese. Saremmo però molto contenti di essere smentiti e, a questo scopo, è necessario andare a stanare coloro che nel c.d. campo sovranista pur non pronunciandosi con la chiarezza necessaria, non hanno nemmeno abbracciato toto corde la deriva suicida che parte dall’assassinio di Qasem Soleimani. E sul giudizio su questo assassinio e sulla auspicabile, perché da questa decisione dipende la vita della nostra nazione come dei suoi cittadini, progressiva neutralità dell’Italia, invitiamo tutti coloro che hanno dato il loro consenso e voto alle c.d. forze sovraniste ad esprimersi pubblicamente e a porre a queste forze gli stessi ragionamenti ed ammonimenti che, se fatti propri da queste forze, consentirebbero veramente di dire che in Italia il sovranismo non solo è qualcosa di serio ma, ancor più importante, l’unica prospettiva di vita collettiva ed individuale per gli italiani

PS

Quello che mai ci saremmo mai  immaginati, nemmeno nel più sgangherato ed antiamericano racconto di fantapolitica,  è avvenuto: Donald Trump minaccia di bombardare siti culturali iraniani. Si tratta della minaccia di un crimine di guerra che  nemmeno i nazisti osarono mai pronunciare pubblicamente. Il tweet della minaccia del presidente degli Stati uniti è all’URL  https://twitter.com/realDonaldTrump/status/1213593975732527112 e, vista l’importanza della storica dichiarazione che degrada il presidente statunitense al livello di un al Baghdadi fra i cui divertimenti, oltre agli eccidi di massa, era, appunto, ordinare la distruzione di monumenti, abbiamo congelato l’URL di questa lugubre uscita tramite Wayback Machine e abbiamo così generato l’URL https://web.archive.org/web/20200105185413/https:/twitter.com/realDonaldTrump/status/1213593975732527112. Non ci sarebbe altro da aggiungere, ma per amore del nostro paese (che, fra l’altro, ha in sorte di essere la prima potenza mondiale per quanto riguarda i beni culturali che ci ha lasciato in eredità la nostra multimillenaria storia), ribadiamo ancora una volta l’imperativo che deve animare tutti coloro che mantengono un briciolo d’amore per questa terra e per i suoi abitanti: graduale ma anche  senza indugi fuoruscita dall’Alleanza atlantica nel quadro di una vigilante neutralità che, non facendo sconti a nessun vecchio idola fori ereditato dal secondo dopoguerra ed animata da un sodo realismo politico, guardi solo ed unicamente all’interesse nazionale. A meno che non si voglia essere schiavi (e future vittime) di questo od altro  novello al Baghdadi in  barbarica versione militar-tecno-atlantica. Massimo Morigi – 5 gennaio 2019

https://twitter.com/realDonaldTrump/status/1213593975732527112

Wayback machine: https://web.archive.org/web/20200105185413/https:/twitter.com/realDonaldTrump/status/1213593975732527112

SOLEIMANI_DEI FATTI E DELLE INTERPRETAZIONI, di Pierluigi Fagan

DEI FATTI E DELLE INTERPRETAZIONI. Al solito, il volume dei commenti, analisi, interpretazioni dell’attentato americano al generale iraniano in Iraq, supera di molti gradi la manciata risicata dei fatti noti. Ieri ho seguito lunghe dirette televisive su i canali -all news-, oltre ovviamente ad aver dragato nel mondo della stampa e dell’on line. I punti più interessanti da qui riportare mi sembrano tre.

1) Si sta formando un consenso interpretativo maggioritario basato soprattutto sulle idee di chi sa più fatti di altri, sul fatto che la posta immediatamente in gioco sia l’Iraq. Non potendo più contare sulla piena agibilità delle basi in Turchia, gli americani avrebbero cominciato a trasferirsi in parte in Iraq. Soluemani, aveva individuato proprio l’Iraq come terreno di contesa. Molti fatti poco seguiti da chi non si occupa di queste cose, ma è sempre pronto a farci sapere la sua opinione quando qualche botto risveglia la sua assopita attenzione, confermerebbero questa lettura. La questione è troppo complicata per esser qui riassunta, indico solo il tema e do due riferimenti, Negri e NYT. Sul M.O. Alberto Negri indubbiamente sa più fatti di chiunque altro in Italia, fatti reperiti in loco e per decenni e non desunti dalla poltrona di casa scorrendo ieri tre articoli a caso. NYT è sempre indicatore del consenso di certe letture americane provenienti da ambienti meglio informati di chiunque altro.

2) C’è chi ha notato l’insistere ieri di Trump ed in parte Pompeo, sul fatto che: a) forse non poi così tanti, nello stesso Iran oltre che in Iraq, sarebbero stati sinceramente dispiaciuti della scomparsa di Soleimani; b) l’Iran sa che militarmente, in un confronto diretto con gli USA, non andrebbe da nessuna parte (tra droni, missili, aerei e satelliti, nelle prime quattro ore di eventuale conflitto diretto, gli USA possono incenerirti facendo danni molto più decisivi di quelli che tu puoi far loro). Perché allora non accettare l’offerta di ridiscutere l’accordo che Trump ha rimesso in discussione perché fatto da Obama? A dire che Soleimani era il capo del deep state iraniano che come ogni deep state a base di “complesso militar-industriale” vive letteralmente di conflitto. Dato il peso che questo deep state ha negli equilibri interni iraniani, far fuori il suo capo è oggettivamente indebolirlo, il che potrebbe avvantaggiare l’ala più aperta all’ipotetica ripresa della trattativa. Non so se è wishful thinking, ho sentito ripetere l’ipotesi da rappresentanti di aree altrettanto ben informate, ma che lo siano davvero o solo pensino di esserlo, non so dire. Quando si tratta di questioni interne all’Iran, non so dire chi effettivamente ha le informazioni complete, incluse CIa e Mossad.

3) Si nota un diffuso limite analitico tipico delle partizioni che le specializzazioni del lavoro producono. Chi segue politica estera non s’intende di politica interna e viceversa. Ma il presidente degli Stati Uniti, ogni giorno, ha sul tavolo problemi dell’uno e dell’altro, oltre a quelli economici e sociali, quindi quando prende una decisione lo fa non con quello che ha testa l’esperto del parziale ma con quello che riguarda la sua funzione, che è generale. Viepiù se deve andare ad elezioni tra pochi mesi e sa di esser stato eletto con meno voti dell’avversario, grazie a stati in cui si era presentato come protettore dell’industria e potenziale investitore pubblico (promesse che ha mantenuto solo in parte, la seconda per niente), dopo quattro anni in cui la sua notorietà e consenso ecumenico non si è certo allargato. In più è sotto impeachment e se non dovesse esser rieletto perdendo l’immunità, oltretutto anche preda di possibili persecuzioni amministrative e fiscali. Sul piano personale poi, certo a nessun presidente piace non esser riconfermato per il secondo mandato (una manciata su i 44 presenti in lista), ma per il profilo psichico di Trump sarebbe una vera e propria catastrofe psicotica. A parte il gruppo di interesse che lo sostiene, poco propenso a farsi da parte. Quindi, quando Trump ha dato l’ordine tocca ricostruire cosa aveva in testa lui, non quello che abbiamo in testa noi.

L’ampio ventaglio del possibile si amplierà geometricamente fintanto che non avremo la reazione iraniana che ieri ha precisato avverrà “a luogo e tempo debito”. Come detto ieri, anche gli iraniani hanno tre punti da considerare: 1) il messaggio da dare internamente alla nazione divisa politicamente e con recenti manifestazioni represse con molta decisione (difficile aver certezza dei numeri ma il numero dei morti ammazzati non sembra del tipo “c’è scappato il colpo”, quindi il problema c’è ed è bello grosso); 2) il messaggio da dare all’intricata rete delle penetrazioni d’influenza iraniane negli ambienti sciiti della regione (Siria, Libano, Yemen, Iraq ma ricordo che gli abitanti del Bahrein sono in maggioranza sciiti sebbene il monarca sia sunnita filo-saudita e anche la zona dei pozzi sauditi è a forte presenza sciita); 3) più forse che l’America in senso generale, cercar di colpire dove posa far più male proprio a Trump perché altri quattro anni di Trump sarebbero una sciagura e poiché Trump va ad elezioni, “tempo e luogo” forse va interpretato in questo senso. Se l’Iran è diviso, lo sono anche gli Stati Uniti, quindi quella che sembra una partita a due, in realtà è a quattro.

Ricordo infine il quadro strategico a più ampia inquadratura spazio-temporale della questione iraniana. Oltre al ruolo geopolitico regionale (sciiti-sunniti, Siria-Russia-Turchia) e mondiale (in riferimento all’Asia, quindi India, Cina e non solo), c’è il problema della continuità territoriale Iran-Iraq-Siria per il famoso piano delle condotte che possano trasportare il gas del più grande giacimento scoperto sino ad oggi, il North Dome/South Pars del Golfo Persico che gli iraniani hanno in condominio amichevole col Qatar -alleato della Turchia nello scacchiere-, nel Mediterraneo. A suo tempo, c’era chi poneva questa questione a base di tutta la storia iniziata con Stato islamico e guerra siriana. Questo confermerebbe l’importanza del primo punto, condizionato dagli sviluppi del secondo, tenuto conto del terzo. Aspettiamo quindi “tempo e luogo” e capiremo meglio l’entità ed il possibile esito del gioco.

[L’immagine fotografava la faccenda citata in chiusura del post all’inizio della guerra siriana. Oggi, il Qatar esporterebbe tramite l’ipotetica pipeline iraniana. Infine, la condotta ipotetica potrebbe anche passare in Libano facendo di Hezbollah il gruppo più influente in loco.La legenda è quindi superata da altri assetti/alleanze. Per gli amanti del cappa e spada a cui sfuggono le contorsioni della realtà, evidenzio che ai russi non farebbe piacere avere una condotta concorrente che sfocia nel Mediterraneo, ovviamente men che meno ad Israele, Arabia Saudita, EAU, Kuwait]

NEGRI: https://www.radioradicale.it/…/iraq-gli-usa-uccidono-il-gen…

NYT: https://www.nytimes.com/…/01/03/wo…/middleeast/us-iraq.html…

dollari e dispetti, di Antonio de Martini

FINALMENTE SOLI ( dollari e dispetti)

Uno dei primi provvedimenti presi dal famoso Ayatullah Khomeiny non appena giunto al potere, fu di dichiarare “ empia” l’energia nucleare con una “ fatwa” e chiedere alla Francia la restituzione di un miliardo di dollari sborsati dallo Scià, Reza Palhavi, per dotarsi di un armamento nucleare.

Al diniego francese, fece seguito un confronto, segreto e asprissimo , a colpi di morti e attentati reciproci fino a che un attacco dinamitardo al corpo di spedizione francese a Beirut (1982) uccise 34 militari francesi e furono presi ostaggi che la Francia dovette riscattare grazie ai buoni uffici di un certo Ghorbanifar che rincontreremo.

Si decise poi un accordo globale.

Si transò sulla base di settecento milioni di dollari avendo l’Iran riconosciuto un cospicuo “ forfait” per le spese già sostenute dai francesi.

Il secondo scontro tra l’Iran governato dai clericali e un paese occidentale fu con gli USA.
400 “ studenti” assaltarono l’ambasciata USA a Teheran , tennero in ostaggio per un annetto una cinquantina di impiegati statunitensi e, sopratutto si impossessarono dei documenti riservati , nomi dei confidenti , cifrari, rapporti ecc.

Un tentativo di liberare gli ostaggi manu militari naufragò miseramente – senza alcun intervento iraniano- per uno scontro tra due degli elicotteri che avrebbero dovuto intervenire : otto morti ( forse più , non ricordo bene) e l’affondamento della ricandidatura di Carter che cedette il passo a Ronald Reagan.

Gli ayatullah, trombato Carter, rilasciarono gli ostaggi in segno di rispetto per il nuovo presidente.

L’obbiettivo di smantellare la rete USA in Iran, era raggiunto.

Da questo passo, nacque una stramba e ambigua collaborazione.

Un mercante d’armi ex iraniano che faceva la spia volentieri e ad un tempo per Iran, Israele, i francesi e gli americani – Manucher Ghorbanifar- propose di aiutare Reagan a finanziare i ribelli Contras ( Centro America) cui il Congresso aveva tagliato i fondi: vendere armi agli iraniani ( in guerra con l’Irak istigato dagli USA) e usare i fondi neri così ricavati per aggirare il veto del Congresso.

700 missili tattici passarono così di mano col prezzo gonfiato dalle commissioni accantonate per la CIA, il Mossad e , ovviamente Ghorbanifar.

Idem, l’ho già descritto, il duplice furto dei quadri di Modigliani dall’accademia di Brera commissionato dal Colonnello Oliver North per pagare un mercante d’armi siriano residente in USA. La “ merce” passò in Svizzera e da lì , col corriere diplomatico, a Washington.

Il rapporto USA-Iran prosegue così tra contrasti ufficiali e sordidi business che arricchiscono gli intermediari : la guerra di Siria, l’embargo petrolifero che in realtà viene commercializzato da Turchia e Israele; la vicenda nucleare coi tedeschi oggi. Dispetti e dollari.

Dopo Carter, ecco apparire in scena un altro deficiente che cerca motivi di candidatura usando la forza all’estero.

Questa da me descritta è l’atmosfera in cui è maturato l’assassinio di un plenipotenziario accreditato presso il governo americano.

Dopo la grande autosconfitta di Carter ecco quella di Trump: il cadavere di Suleimani vale più di una grande battaglia persa dagli USA.

Con la prima gli USA persero l’Iran. Con questa hanno perso l’Irak e paralizzato l’operazione “ primavere bis” in Libano dove le manifestazioni vedrete che cesseranno.

Patetiche le giustificazioni a posteriori del grassoccio Pompeo che non riesce a incassare nemmeno una dichiarazione di sostegno dalla Unione Europea.
Da Boris Cameron un silenzio più eloquente di una condanna, Israele si sta defilando per timore di vedersi presentare il conto. Erdogan condannerà di certo.

Nancy Pelosi – che presiede la Camera dei Rappresentanti USA, ha condannato chiaramente l’accaduto.
Il solo plauso incondizionato è venuto da tale Salvini che cinque anni fa descrissi su questa colonna con “ in un paese serio questo signore potrebbe al massimo fare il rappresentante di una ditta di preservativi”.
Confermo.

DELITTO COMUNE

Devo dire che ha ragione Giorgio Passardi a pensare che in Iran ci sia anche chi ha emesso un sospiro di sollievo alla notizia dell’assassinio di Suleimani.

L’opposizione laica lo avrebbe certamente preferito ai preti, anche ( o meglio proprio) se non si trattava di un militare a 18 carati.

Aveva però costeggiato i militari doc, condiviso i metodi di ricerca operativa tipici degli Stati Maggiori, visto il mondo e studiato usi e costumi sia dei vicini arabi che degli anglosassoni .

Aveva l’età giusta per entrare in politica e la notorietà per affrontare con successo una elezione in un paese con forte percentuale di analfabetismo.

A suo confronto Rouhani sarebbe apparso come un pretonzolo e Ahmadinejad come un giovinastro litigioso è inaffidabile.

Il candidato ideale per il regime change auspicato, a parole, da tutti.
In realtà l’idea di vederlo al potere e dover normalizzare i rapporti deve essere sembrata intollerabile a Israele, agli USA e ai mullah.
Ecco una base di intesa solida per mantenere lo statu quo.
Un pactum sceleris. In inglese un win-win

COMMENTO DI GABRIELE PASTRELLO

CHISSA’? 1) NON CREDO DA QUELLO CHE SI LEGGE CHE SULEIMANI FOSSE SOSTITUIBILE. E’ STATA L’EMINENZA GRIGIA IRANIANA NEL MEDIORIENTE PER VENT’ANNI DI FILA. CERTO SI RIEMPIE LA CASELLA. MA SOLO QUELLO. E QUINDI QUESTA PERDITA COSTITUISCE UN ELEMENTO DI DEBOLEZZA PER L’IRAN, 2) LA MOSSA ROMPE DELLE CONVENZIONI CONSOLIDATE E QUINDI APPARE MOLTO RISCHIOSA. 3) MA D’ALTRA PARTE COSA CI FACEVA SULEIMANI A BAGDAD. E’ PENSABILE CHE DOPO IL PRIMO ATTACCO ALL’AMBASCIATA USA LA CRISI FOSSE FINITA? DIREI DI NO. ERA STATA SOLO LA PRIMA MOSSA. E PER GESTIRE QUELLA PROBABILE ESCALATION CI VOLEVA SOLO UNO COME SULEIMANI IN GRADO DI CONTROLLARE LE REAZIONI SU TUTTO E RIPETO TUTTO LO SCACCHIERE. 4) SE COME PENSO SULEIMANI ERA A BAGDAD PER GESTIRE UN ATTACCO ALL’AMBASCIATA (CHE NEL CASO DEL 1979 FU UN COLPO MORTALE PER CARTER E I DEMOCRATICI, OLTRE CHE PER GLI USA, LE DATE COINCIDONO – 2019 L’ANNO PRIMA DELLE ELEZIONI. E NON DIMENTICHIAMO CHE L’IRAN FU MOLTO COOPERATIVO CON REAGAN DOPO LA CADUTA DI CARTER. SI POTREBBE IPOTIZZARE UN ATTEGGIAMENTO ANALOGO CON TRUMP E UN EVENTUALE PRESIDENTE DEMOCRATICO. RICORDANDO GLI ACCORDI CON OBAMA?) ALLORA FORSE L’ATTACCO DI TRUMP – OLTRE A PREVENIRE UN ATTACCO MORTALE ALLA SUA CANDIDATURA – FORSE HA ALZATO L’ASTICELLA TROPPO IN ALTO PER L’IRAN. 5) UNA COSA E’ ATTACCARE GLI USA FUORI DELL’IRAN CON UNA CRISI DIPLOMATICA IL CUI LIVELLO MILITARE E’ MOLTO BASSO, ALTRA COSA RISPONDERE MILITARMENTE ALL’ELIMINAZIONE DI UNO DEI NUMERI UNO DELLO STATO IRANIANO.

COMMENTO DI VINCENZO ZAMBONI

Il segretario di stato, il segretario alla difesa, il capo del Pentagono si sono presentati da Trump per “informarlo degli eventi militari delle ultime 72 ore”.
Che senso ha?
Il presidente è il capo delle forze armate, quindi deve sapere in anticipo cosa intende fare il suo esercito.
Sono andati ad informarlo a posteriori perché non lo sapeva?
– A quel punto si tiene una conferenza stampa sull’argomento.
Ma assieme ai tre visitatori manca il presidente: non partecipa.
Piuttosto strano: i vertici dello stato annunciano una importante azione militare, ma il capo dello stato e delle forze armate, benché contattato, non partecipa.
Anzi, proprio se ne va, volando in Florida.
– Sempre prodigo di commenti, Trump pubblica su twitter un post muto, con la sola bandiera americana.
Non ha noente da dire?
Probabilmente prende tempo, per elaborare la migiolre strategia politica da seguire.
– Alla fine Trump assume per buopna le versione del Pentagono, “su ordine del presidente”, ma distingue immediatamente tra Soleimani “terrorista” e popolo iraniano contro il quale “non vuole una guerra” (Ansa).
Come mai?
Ipotesi verosimile:
ha deciso di far sua l’azione per non evidenziare una spaccatura nello stato, ed ha messo le mani avanti per evitare che l’episodio degenri in una guerra, fortemente voluta dal deep state suo avversario politico.
Se Trump volese una guerra contro l’Iran non avrebbe bloccato all’ultimo momento quella del 2019, già pronta e in fase di avvio (è stata la quinta nuova guerra possibile bloccata sul nascere dal presidente).
Altre contraddizioni.
Molti esponenti dem USA hanno condannato l’omicidio di Soleimani come irresponsabile avventurismo di Trump.
Ma questa è pura polemica politica interna contro il presidente repubblicano.
Soleimani era nemico dei dem, in quanto alleato di Assad nella guerra contro le bande terroristiche in Siria, ed Assad è da molti anni nemico del deep state, che lo voleva eliminare.
Che Soleimani abbia combattuto a fianco di Assad non è certo una invenzione propagandistica, visto che lo stesso presidente siriano ha commemorato l’opera del generale nel salvare la Siria dalla destabilizzazione.
Quindi perché i dem condannano l’omicidio di un loro nemico?
Semplicemente perché tanto gli americani non sanno neanche chi fosse Soleimani, e l’occasione è ghiotta per polemizzare contro Trump.

UNO NESSUNO E CENTOMILA, di Antonio de Martini

UNO NESSUNO E CENTOMILA

É tipico di molti regimi a partito unico disporre di una milizia e l’Iran non ha fatto eccezione.

In genere si tratta di organizzazioni di tipo paramilitare con gradi, gerarchie, accademie, ma l’unico « ufficiale e gentiluomo » che si rivelô un eccellente stratega e condottiero, fu il generale, poi maresciallo , Hasso Von Manteufel dell’esercito, dopo però un rapido passaggio in giovinezza nelle famigerate SS, a riprova che la legge dell’eccezione é fondata, ma non si ripete.

Ad Amburgo, città tradizionalmente di sinistra i cui borgomastri diventavano Cancellieri come Helmuth Schmitt, la strada che porta all’Accademia militare si chiama Manteufelstrasse senza che nessuno abbia mai mosso obiezioni.

Non così il maggior generale Suleimani della « Kuds force » – o Quds – come si ostinano a scrivere gli americani.

Il suo ruolo era più assimilabile a quello di un plenipotenziario per gestire la prima collaborazione Irano-americana in funzione anti Daesch.

Gli USA, capito che in Irak non l’avrebbero mai spuntata senza la collaborazione degli sciiti, si erano rassegnati a far reclutare una « milizia popolare sciita » perché i sunniti – spodestati da Bremer- erano tutti avversari del nuovo regime.

Suleimani ebbe una funzione di « endorsement » della.campagna di reclutamento americana e di
amministratore dei rifornimenti di uomini ed armi, da gestire in maniera da perseguire ANCHE obbiettivi di influenza iraniana oltre che di caccia ai jihadisti.

Inizialmente fu apprezzato, intervistato, il suo ruolo ingigantito.
Gli iraniani ne dilatarono il ruolo anche per la Siria.

Gli USA resisi conto di essere stati giocati e che la “loro”, milizia guardava a Tehran, se la legarono al dito.

Suleimani non é stato ucciso perché fulmine di guerra, ma perché gli USA dopo avergli dato notorietà internazionale, avevano disperato bisogno di sbandierare una vittoria degna di ridorarne il blasone e hanno spacciato per escalation strategica una vendetta alla siciliana.

Cosa cambia nel vicino oriente ?

Un regime di teologi non ha uomini indispensabili. Elabora le strategie in modo corale. Altrimenti, dopo Khomeini sarebbero crollati.

Gli sciiti hanno una tradizione di sacrificio e obbedienza da quindici secoli. Sono nati da una sconfitta ( Kerbala) e dalla morte di tutti i loro capi.

Le sconfitte non li abbattono. Li esaltano.
Adesso hanno un martire in più in nome del quale immolarsi.

Gli USA hanno fatto come a Cassino. Non riuscendo a passare se la presero con l’Abbazia.
Adesso è lì e loro fingono non sia successo.

Intanto da Kabul a Gerba è iniziato il dibattito corale e segreto: come far sì che i giaour si pentano amaramente.

L’individuo eccezionale fa parte dell’immaginario anglosassone.
L’Islam è sociale. E segreto.

VANTAGGI E INCONVENIENTI

Il primo paese a fare dell’assassinio mirato dei capi avversari uno strumento sistematico è stato Israele.

Una serie di tiratori scelti , opportunamente appostati, uccidevano in maniera anonima i capi palestinesi durante le manifestazioni, spesso violente, in quel di Gaza.

L’idea era che , se si taglia la testa all’Idra, questa muore. Ma non l’Idra dalle cento teste, anche se ci provarono.

Arafat fu quasi certamente avvelenato, una incursione a Beirut eliminò alcuni dirigenti OLP e un’altra a Tunisi i quattro o cinque più influenti capi palestinesi del momento.

A Roma fu ucciso Adel Zwaiter che era riuscito a farsi ascoltare dal gruppo ESPRESSO diventando un concorrente pericoloso.

A Dubai un quintetto dotato di passaporti canadesi uccise un banchiere palestinese.
A Amman fu avvelenato in capo OLP , ma catturati gli autori, il governo Giordano li liberò in cambio dell’antidoto.

Intanto, l’arma strategica di trasformò in strumento di vendetta : i presunti autori della strage di Monaco ( squadra olimpica israeliana) furono uccisi qua e là in Europa, fino a che si rivolse l’arma anche all’interno.

Il generale Isaac Rabin, premier reo di negoziare la pace , fu ucciso durante un comizio e il processo di pace si arenò.

Da questi numerosi casi, possiamo cominciare a trarre ammaestramenti.

Nel caso di Israele ( e dell’Egitto di Saadat) l’omicidio del capo ha avuto una sua tragica efficacia : in entrambi i casi, il processo di pace , non sentito, si è interrotto.

Nel caso dei rivoltosi palestinesi, la eliminazione dei capi popolo ha avuto effetti contrari a quelli sperati .

Poiché , nel Vicino Oriente le cariche sono praticamente a vita – e dopo un certo periodo ciascuno ha dato quel che poteva dare – l’avvicendamento ha avuto benefici effetti permettendo a elementi più giovani ed energici di accedere a posizioni di comando e scoraggiato le candidature di carrieristi intriganti ma pavidi.

Gli Israeliani hanno capito la lezione e recentemente hanno cambiato obbiettivi indirizzando i tiratori scelti verso gli elementi di supporto alle agitazioni ( infermiere, giornalisti, fotografi ) in maniera da demotivare partecipanti e fiancheggiatori ma senza più colpire i capi provocando una selezione positiva.

Suleimani era a capo della Kuds Force dal 1998 ( ventun anni) . Quel che poteva dare e fare, l’ha dato e l’ha fatto.

Ora utilizzeranno i suoi resti per mostrare la perversione del Grande Satana e sollecitare solidarietà ai tiepidi. Tutto l’Irak è ormai schierato contro gli USA e il premier Adel Abd El Mahdi è sputtanato a vita.

Persino il governo del kurdistan iracheno ha stigmatizzato il comportamento americano.

Trump , in difensiva, si giustifica dicendo che l’iraniano “ stava preparando attentati” , ma l’assalto all’ambasciata è stato fatto da una numerosa folla e non ha prodotto morti.

La guerra per conquistare i cuori degli iracheni – durava da mesi- l’ha vinta Suleimani con l’aiuto degli USA.

Non c’è nemico dell’America tanto stupido da voler uccidere Trump e interrompere la catena di azioni che sta compiendo a danno degli Stati Uniti.

All’America sono rimasti due alleati: Israele e Arabia Saudita. Colpiranno quelli.

i 5 effetti dello strike Usa contro Soleimani in Iran, di Giuseppe Gagliano- Il senso del tragico, di Piero Visani

L’Iraq e la Libia si stanno avviando sulla strada della decomposizione. E’ l’effetto più nefasto e deleterio dell’intervento americano ed occidentale in quei due paesi. Gran parte delle forze politiche, comprese quelle di opposizione a queste intrusioni non stanno operando o si stanno rivelando incapaci di una opera di ricostruzione nazionale. Un gioco di azione e reazione, di provocazioni, incluso quello dello sfoggio di prigionieri, che rende le componenti autoctone in lotta sempre più delle appendici di forze esterne. Tra i paesi in preda al conflitto militare solo la Siria di Assad, almeno nella sostanza, sembra mantenere la caratteristica di una reazione impegnata al mantenimento della propria integrità nazionale_Giuseppe Germinario

Ecco i 5 effetti dello strike Usa contro Soleimani in Iran. Gli scenari di Gagliano

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Tutti gli scenari possibili dopo che il generale iraniano Soleimani è stato ucciso il 3 gennaio da un raid ordinato da Trump. L’approfondimento di Giuseppe Gagliano

Il comandante delle Quds Force, unità del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (IRGC) iraniane, il generale Qassem Soleimani, è stato ucciso venerdì 3 gennaio da un raid ordinato dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sull’aeroporto internazionale della capitale irachena Baghdad, secondo quanto riferito dal Pentagono e dalla Casa Bianca.

Soleimani, 62 anni, non solo aveva coordinato le operazioni extraterritoriali iraniane in particolare in Iraq, in Siria, in Libano e Yemen ma aveva in particolare contribuito in modo decisivo a sostenere il presidente siriano Assad. Inoltre, durante la guerra in Iraq, Soleimani servendosi abilmente delle Forze di Mobilitazione Popolare, unità paramilitari sciite appoggiate proprio dall’Iran, aveva dato un contributo militare di grande rilievo nel fermarne il radicamento dell’Isis in Iraq.

L’operazione americana, che rappresenta un successo sotto il profilo della Intelligence, è stato realizzata grazie all’uso di un drone MQ-9 Reaper che ha anche eliminato il generale delle milizie irachene Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante delle Forze di Mobilitazione Popolare, il Generale Hussein Jaafari Naya, il Colonnello Shahroud Muzaffari Niya, il Maggiore Hadi Tarmi ed il Capitano Waheed Zamanian.

Sotto il profilo strettamente politico-strategico, l’operazione militare è stato attuata a scopo preventivo – per sventare operazioni offensive iraniane contro funzionari americani, come indicato dal Times sulla base delle informazioni del Pentagono – e dissuasivo.

Vediamo di spiegare a tale proposito cosa significa esattamente dissuasivo. Ora, al di là delle comprensibili e scontate reazioni di condanna da parte del leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei e del presidente iraniano, Hassan Rouhani, l’operazione attuata dagli Stati Uniti deve essere contestualizzata sul piano militare in primo luogo all’interno di una più ampia operazione di ritorsione in stile israeliano determinata sia da quella del 27 dicembre in cui un attacco missilistico è stato posto in essere contro una base militare irachena cagionando la morte di un civile americano sia a causa delle violente proteste del 31 dicembre presso l’ambasciata statunitense a Baghdad, situata nella cosiddetta Green Zone, coordinate dalle Brigate di Hezbollah e dalle Forze di Mobilitazione Popolare, proteste volte a chiedere il ritiro delle forze statunitensi dall’Iraq.

Inoltre, sotto il profilo strettamente politico, Mike Pompeo proprio il 13 dicembre aveva avvertito Teheran che qualsiasi azione offensiva sotto il profilo militare nei confronti degli Stati Uniti avrebbe ricevuto una risposta adeguata.

In secondo luogo, sotto il profilo della strategia globale posta in essere da Trump, questa operazione militare risulta essere pienamente coerente con l’obiettivo di contrastare in modo ampio, sistematico e capillare la presenza sciita in Iran, Iraq, Siria, Libano e Yemen.

In terzo luogo, questa operazione militare, può essere inquadrata anche per consolidare il suo consenso interno e per allontanare lo spettro della messa in stato di accusa da parte del Congresso. D’altronde l’uso della politica estera come strumento per rafforzare il consenso al livello di politica interna costituisce non l’eccezione ma una costante a livello storico.

In quarto luogo tutto ciò non farà altro che consolidare la partnership militare degli Usa con l’Arabia Saudita e Israele i cui servizi di sicurezza hanno certamente svolto un ruolo di rilievo nella individuazione di Soleimani.

SCENARI POSSIBILI

Fra gli scenari possibili da escludere vi è certamente l’invasione militare americana determinata dalla natura geografica della Repubblica Islamica. Sebbene gli Usa abbiano infrastrutture militari in 14 Paesi e cioè in Egitto, Israele, Libano, Siria, Turchia, Giordania, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Yemen, Oman, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Bahrein, l’Iran oltre ad avere una estensione di 1.684.000 chilometri quadrati, è una fortezza naturale – pensiamo ad esempio all’uso strategico che Teheran farebbe dei Monti Zagros che dividono l’Iran dalla Turchia – e una eventuale operazione terrestre proveniente dall’Afghanistan non solo implicherebbe mesi di pianificazione ma implicherebbe il dispiegamento di una forza terrestre di almeno 300 mila soldati  operazione che andrebbe autorizzata dal Congresso che, allo stato attuale, sta ponendo in essere un procedimento di messa in stato di accusa proprio contro Trump. Inoltre sarebbe necessaria da parte dell’Iran e/o dei suoi alleati una azione terroristica analoga a quella dell’11 settembre per conseguire una coesione politica necessaria per un intervento di queste proporzioni.

Quanto ad un intervento nucleare limitato da parte degli Stati Uniti questo avrebbe delle conseguenze ancora più imprevedibili sul piano internazionale poiché non soltanto determinerebbe una condanna unanime da parte di tutte le istituzioni internazionali ma soprattutto determinerebbe una reazione anche di natura  militare da parte della Russia.

Non c’è dubbio che in primo luogo questa offensiva statunitense porterà in primo luogo a un aumento della conflittualità da parte sia degli alleati dell’Iran nei confronti di Israele – stiamo naturalmente alludendo a Hezbollah – sia ad un ulteriore incremento della instabilità in Iraq.

In secondo luogo il sostegno militare e di intelligence fornito dall’Iran agli Houthi, attori centrali nel conflitto yemenita, potrebbe determinare  una risposta rapida e diretta stando proprio alle dichiarazioni di Mohammed Ali al-Houthi capo del Comitato supremo rivoluzionario Houthi – cioè ad una  ritorsione militare.

In terzo luogo i rapporti tra Cina e Usa potrebbero subire un ulteriore peggioramento dal momento che proprio la Cina sostiene l’Iran nel contesto della Nuova Via della Seta. 

In terzo luogo l’Iran potrebbe mettere in campo il tentativo di utilizzare lo Stretto di Hormuz come strumento di deterrenza militare.

In quarto luogo, l’Iran potrebbe attuare operazione terroristiche ai danni delle basi militari americane in Qatar e Bahrein.

In quinto luogo questa azione militare da un lato aumenterà in modo rilevante la destabilizzazione in Medio Oriente e dall’altro lato certamente rafforzerà il ruolo politico-religioso sciita a livello globale.

https://www.startmag.it/mondo/soleimani-iran-usa-iraq/?fbclid=IwAR3EFUeKAMbE1v6Lr1tfFADWWG0bVbZOb7bAcZyxhyb9EVuLG_RU877WawA

IL SENSO DEL TRAGICO, di Piero Visani

E’ saper morire per ciò in cui si crede. Si colpisce e si è colpiti. Si sviluppano politiche e se ne subiscono le conseguenze. Non si pensa che vivere consista soltanto nel pagare, farsi tassare da ladri patentati e farsi sfruttare da classi dirigenti ignobili, che non hanno nemmeno il coraggio delle loro azioni.
Marcire – da vivi – non è preferibile che farlo da morti.
Molti del centrodestra italiano – nella loro infinita saggezza da servi – diranno che è stato ucciso un terrorista…

“Difficile concentrare tante sciocchezze geopolitiche in una sola frase.
A partire dal fatto che in Medio Oriente l’Iran (con la Russia) ha fatto da argine al terrorismo islamico dell’Isis tollerato, per non dire altro, da Arabia Saudita e Usa. E per finire con il fatto che l’Italia è il principale partner economico europeo dell’Iran: in questo caso delle imprese nazionali e del popolo delle partite Iva ce ne freghiamo?”

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