EUROPA: 27 MORTO CHE PARLA, di Antonio de Martini

EUROPA: 27 MORTO CHE PARLA

Guido Camprini all’annunzio dell’accordo tra i 27 ha avuto ragione a dire «chi vivrà vedrà «.

Vediamo su cosa posare lo sguardo.

Il fatto che i dettagli « sono da negoziare » e che a questo pozzo si abbevereranno in 27 e che nessuno abbia pensato a stanziamenti per la politica di prossimità, mi fa pensare che l’iniziativa sarà – a dir poco – deludente.

L’autistica Greta avrebbe suggerito di meglio.

Gli Stati Uniti, con istituzioni federali collaudate ,metà degli abitanti, frontiere difese da oceani, e la predisposizione ad abbandonare i poveri al loro destino, hanno stanziato – per adesso- il doppio dei fondi.

I 27 da Lisbona in poi avevano posizionato l’Unione Europea con la caratterizzazione della « civiltà della conoscenza » ( complementare alla tecnologia USA e al manpower cinese).

Non hanno stanziato un centesimo per la ricerca di un rimedio o posto le basi di linee guida comuni.

Hanno ignorato l’esistenza dei paesi contigui e di quelli mediterranei, coi loro flussi di profughi di guerra e di lavoro cui potrebbero aggiungersi quelli per salute.

Chi oserà fare il corpo a corpo con i malati alla frontiera?
Chi avrà il coraggio di aprire il fuoco su una torma di malati per fermarli ?

Non una parola sulla cooperazione con l’Inghilterra, almeno nel campo della salute. Sono felici che se ne sia andata portandosi via praticamente tutti i funzionari pratici della ricerca scientifica ( la dirigenza di quest’area era in massima parte inglese).

I ventisette – la loro élite isterilita dagli odi reciproci – sono stati polarizzati dal terrore di una rivolta interna contro i rispettivi governi e hanno stanziato quanto basta per placare per una invernata i meno abbienti di casa badando all’economia e non alle persone. Non a noi. Non ai nostri figli.
La maggior parte di loro non ne ha.

Per una risposta tanto riduttiva bastavano i ministri economici.

Con la riunione dei capi di governo, ci hanno fatto credere che avessimo a che fare con statisti che avevano chiari i termini del problema. Ci hanno illuso.

Aveva ragione « Der Spiegel « a dire che non servono miliardi ma trilioni e che siamo in presenza di gretti vigliacchi .

Si è calcolato che un paziente impegna un patrimonio complessivo di 19 milioni.
Siamo mezzo miliardo. Anche dividendo la cifra per cinque, contate i bruscolini.

Siamo in presenza di una versione pop della Santa Alleanza. Non vogliono l’Europa, vogliono l’Eurovisione.

Vogliono solo mantenere l’ordine e il potere. Non riusciranno.

COSA AVREBBERO DOVUTO FARE E DIRE

1 Dichiarare onestamente non prevedibili gli stanziamenti necessari e pronunziare la formula salvifica « watever it takes « .
Avrebbero dovuto rinnovare la Commissione Europea con elementi delle altre famiglie politiche del Parlamento Europeo per assicurare la coesione del Continente.

Avrebbero dovuto invitare i singoli paesi a fare altrettanto a casa loro.

Predicano « uniti ce la faremo « ma continuano nella autotutela dei loro interessi particolari.

2 Avrebbero dovuto proporre all’Inghilterra una momentanea « comunità europea della ricerca anti COVID « coinvolgendo i grandi gruppi farmaceutici che si trovano in UK

3 Avrebbero dovuto creare una cabina di regia – se preferite un « gabinetto di guerra al COVID » che duri quanto l’epidemia e non un giorno di più e che come primo atto decidesse la redazione – entro trenta giorni- di una Carta dei princìpi cui l’Unione si atterrà per questa lotta.

Mantenere in questo frangente e su questo specifico punto del COVID il criterio delle scelte unanimi a 27 non ha solo del surreale. É un suicidio.

Abbiamo la possibilità di creare il nuovo modello di civiltà per cui era nata l’Europa, per cui si è battuta la mia generazione.
Ma l’aver posto il centro a Bruxelles ci ha fornito una dirigenza con una mentalità da cioccolatai.

Mettere allo studio l’adozione della Sterlina inglese diventa una opzione conveniente da percorrere. Ci farebbero ponti d’oro e la borsa di Londra collocherebbe il necessario. E il superfluo.
L’Europa é sfatta. Bisogna rifarla.
Senza lavandaie.