guerra e diplomazia in Siria, di Antonio de Martini

epa04455052 An explosion after an apparent US-led coalition airstrike on Kobane, Syria, as seen from the Turkish side of the border, near the Suruc district city of Sanliurfa, Turkey, 20 October 2014. According to news reports, the People's Protection Units (YPG) fighters have made gains against IS militants in their defence of the besieged town of Kobane, following over 50 airstrikes around the town carried out by the international anti-IS coalition which according to the Pentagon have killed hundreds of IS militants in the operation now named Inherent Resolve. Kurdish fighters defending the northern Syrian town of Kobane from the 'Islamic State' confirmed that they had safely received weapons, ammunition and medical supplies dropped by the US military. EPA/SEDAT SUNA

Sergueï Lavrov, Mevlüt Cavusoglu e Mohammad Javad Zarif, i tre ministri degli esteri di Russia, Turchia e Iran si riuniscono oggi a Mosca per l’ennesima volta con l’intento di allargare le quattro zone di de-escalation create da gennaio ad oggi.

A Ginevra continuano a riunirsi, sotto l’egida ONU il governo legittimo siriano e i rappresentanti dei gruppi ribelli.
A parte una certa convergenza sul numero delle vittime (350.000 invece dei 600000 di fonte occidentale), non si fanno passi avanti.

Assenti gli USA, a parte lo scoppio di un ordigno MOAB – una sorta di super bomba di dimensioni e peso mega già usata in Vietnam di cui un esemplare è esposto a Hanoi- che adesso cercano di attribuire a Israele.

Non si giunge a conclusioni di pace a causa delle divergenze di interessi tra i diplomatici e il bombardamento americano ” ufficiale” e questo ultimo ” ufficioso” hanno lo scopo di incrinare i rapporti tra Russi e Iraniani.

Gli uni vogliono la pace per potersene andare, gli altri, per restare. I turchi, intanto continuano a minacciare da Efrin il contingente USA di Manbij perché ci sono le elezioni, ma non attaccano perché , evidentemente non vogliono rompere definitivamente con lo zio Sam.

Restano irremovibili sulla rimozione di Assad che i russi considerano inamovibile. Da Gennaio a oggi gli incontri tripartiti sono stati quattro, ma a parte l’accordo sulle modalità e calendari degli incontri, non si riesce a raggiungere un accordo su un cessate il fuoco permanente.