Italia e il mondo

Tre risposte a tre domande_di WS

 Le  tre  domande   di  Fernando   qui  meritano una  risposta  articolata.

Fernando pone   3  quesiti

1)l’ascesa cinese è da imputare a un grossolano errore strategico degli anglosassoni o è la spia del passaggio a oriente di LORSIGNORI?

R:  Datosi  il  rapporto  “simbiotico”      tra “anglosassoni”  e LORSIGNORI   direi  che è stato  l’ errore  di entrambi.   Infatti  sia  il “predatore”  che il suo “parassita”  avevano progetti  propri  sulla Cina   e  hanno operato insieme   e fallito insieme.

In ogni caso   si è trattato  di un  errore  grossolano, cosa apparentemente sorprendente datosi il LORO immensi mezzi di informazione ed elaborazione dei  dati.

La Cina è un “mondo a se” che non può essere inquadrato secondo gli schemi con cui siamo inquadrati noi. E’ un mondo   con cui  si può pensare  di collaborare ma  non si può fagocitare. E’ la  Cina  che “digerisce”  tutto.

  Tantissimi anni fa   la   vecchia professoressa ( marxista) di etnologia di mia moglie, una persona seria  come allora ancora  esistevano ,   disse in aula  che   si  era  letta con  molta  attenzione   il “libretto rosso” di Mao      trovandovi   “tanto Confucio  con una spolverata  di Marx”.

E anche  la “rivoluzione   culturale”  di Mao  che allora  sembrò    più   internamente  lacerante    della   destalinizzazione  sovietica  andrebbe oggi  riconsiderata  sotto un altro aspetto perché nella  sostanza  spazzò via   la “vecchia  classe  rivoluzionaria “   evitando la  sclerosi    del partito   che  fu letale al PCUS..

Una bella differenza  con il  “ nostro”  ‘68   con  i nostri “maoisti”    che  agitando un libretto  che forse non avevano nemmeno letto,  puntavano  solo   a prendere “ sine arte  nec  studio”  il posto  dei loro professori , no ?.

In ogni  caso alla Cina , non importava “il colore  del gatto” ,lo  scopo  era “  scacciare i topi”   che l’ avevano  assaltata  due  secoli prima     e la Cina   ci  è  riuscita   con il principio  del  “ chiodo  scaccia  chiodo”    fino  alla fine    austutamente    trattare con le  “pantegana”   per  far  capire   al “  gatto  rosso”  che   lui non gli  era più  necessario.

Ma perché  “la pantegana”  ci è cascata?  Perché  ha   sovrastimato la  forza  di  quella “ fascinazione”   con  cui stava già avvolgendo  la Russia   dimenticando che la  “Cina  è diversa”-

Nella sostanza si può   considerare  la cosa  come  un tentativo fallito da parte di un parassita di saltare  su  di un  “animale” su cui  non si era  adeguatamente “specializzato” ,così   con il solo risultato di averne rafforzato l’ apparato  immunitario.. 

2)i tentacoli U$A non si diffusero iefficacemente in Russia, pare: fu una colossale dormita dei primi o tutta farina del sacco dei veri rappresentanti della seconda, non attratti dalle sirene occidentali?

R:Anche la Russia è un animale diverso da noi “occidentali” ma più esposto della Cina proprio a causa della “fascinazione”. Diciamo che mentre la Cina non si infetterà mai più , la Russa  resta  più debole e prende ciclicamente ” il raffreddore”.

La crisi de l’ URSS sostanzialmente dette campo libero a due opposte tendenze sempre presenti nel mondo russo : “l’ occidentalismo” e il ” patriottismo” ( non riesco a trovare una  parola migliore) e  che  da sempre si combattono  tra loro,  spesso     nello spirito   della  stessa persona  e  con  risultati paradossali .  Cita  appunto Tolstoj  in “guerra e pace”   la   memoria  del  governatore  di Mosca   del 1812 (   quello  che probabilmente gli dette intenzionalmente  fuoco)   e che   a me  hanno  tanto  colpito  da poterle   riprodurre a memoria “  Sono nato  tartaro  e nobile  dello Zar , ma per tutta la vita ho  desiderato  essere francese :parlavo francese , scrivevo in francese , mangiavo  francese e  adirittura pensavo in francese . Ma poi i Francesi  sono venuti   qui   e ho  capito  che io in realtà  era  soltanto un russo “.

Questo contraddittorio   mix  di “ aspirazione”  ed “identità”      è presente  quasi in ogni  membro  della  elite  russa   ma è  raro  in  quella  cinese .  E  si  può dire  che  in Russia  sono le circostanze   a  fare  emergere  una  su l’ altra o viceversa.

  Ad  esempio  il “primo” Putin    si deve   catalogare   come un “occidentalista”  come  allora lo era tutta l’ intera “mafia  di Leningrado”   che  Sobciak   si portò a Mosca nel 1997  e  che  adesso  ancora  siede  nei posti apicali  del Kremlino .

Diciamo  quindi  che  nel 1992   gli “occidentalisti” presero il potere   e ci  fu un momento  di   catarsi  in  cui    costoro   si  accorsero   che “ in realtà erano  soltanto   russi”.

Quel momento    fu  l’ attacco NATO  alla  Serbia  quando ,  come  scrissi allora in   usenet   su it.politica internazionale   le bombe  NATO  su Belgrado uccidevano  anche  gli  “american boys”  a Mosca.

Ma come  si era conservato  nel marasma   degli  Anni ‘ 90  il segreto  delle  armi sovietiche   e il suo cuore Nucleare?   Ovviamente  sono  stati   quelli  del GRU  ,  questo “cuore  zarista”     della Armata Rossa    ben  descritto  da Dughin (  suo padre ne era un generale) ma non solo .

C’ è infatti una naturale  riservatezza in ogni  russo   ,anche nel più “ occidentalista”  che  lo spinge sempre  a non  confidare mai nulla di importante ad uno “ straniero” (  e figuriamoci poi i cinesi…).

Noi ad  esempio non sapremo mai   le  dinamiche  che hanno fatto emergere  l’attuale  dirigenza  russa.   Chi è Putin in realtà ?  Forse un  uomo del GRU  infiltrato nel KGB   nella  eterna lotta   tra “occidentalisti”  e  “euroasiatisti”   come   talvolta   alluso  da Dughin ?  Ma  perché lui   e non il suo  sodale  e  superiore  Ivanov ?

3)arriverà uno zar coglione nei prossimi anni, secondo te?

Eheh ..  Si  gioca tutto su questo.

 Putin  certamente non lo è , ma  purtoppo    ciclicamente nella  storia  russa      si nota un’ alternanza  “buono”-”cattivo”   tra i suoi  zar. 

Dicono  che  personalmente Putin  non sia  interessato  troppo  a fare lo “zar”  e che    sia  costretto a farlo    “  a vita”  perché è    “insostituibile”. Quando ad  esempio lasciò le briglie  a Medvedev   costui  ha sostanzialmente  fallito   e  Putin è dovuto  tornare  di corsa.

Ma c’è un altro “putin”     che si scalda in panchina ? Ci sono  tante voci  ma     i suoi uomini migliori  ( rogozin patushev, lavrov )   sono già invecchiati  con lui e non potranno  sostituirlo. Gli  altri  non mi piacciono ,  sono solo   dei  grigi funzionari    spesso nemmeno  tanto efficienti.  

Il problema  è che  il Top   di un elite   è generalmente  lo specchio   de l’ elite  sottostante. E  come si  seleziona  questa  elite ?

 In “democrazia   “  abbiamo visto  che oramai si selezionano  solo opportunisti “pigiabottoni”.  Ma nelle “autocrazie” ? . La Cina pare  abbia un sistema  efficiente   mettendo in concorrenza  le  varie  “municipalità”  e  le diverse   strutture “pubbliche” e dove  solo  chi mostra   risultati  validi accede  al Politburo  del Partito.

La  Russia ha un analogo  sistema basato  sui  governatorati  e sul Parlamento ma non sembra  così  efficace. La  differenza  con la Cina   probabilmente  risiede   anche  in  un più  efficace     sistema di  punizione   di chi  danneggia lo  stato   abusando   della propria posizione,    una cosa  che solo ora  Putin ha cominciato  a fare  davvero.

    Putin ha  comunque detto  che  vuole passare il potere  alla  generazione   forgiata   dalla guerra ,  un’ ottima idea; non  credo  però ne abbia  il tempo.

In conclusione,  non c’ è ancora alcuna certezza   che  la successione   a Putin  non evolva poi in modo  catastrofico  quindi:

lunga  vita  a Putin!

Ne abbiamo tutti bisogno.

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Le incursioni di droni russi in Polonia segnalate potrebbero essere state causate da interferenze della NATO_di Andrew Korybko

Le incursioni di droni russi in Polonia segnalate potrebbero essere state causate da interferenze della NATO

Andrew Korybko11 settembre
 
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È improbabile che la Russia rischi di mobilitare l’Occidente a favore di una no-fly zone sull’Ucraina mettendo in atto una provocazione deliberata contro la Polonia o anche solo effettuando una missione di ricognizione nello spazio aereo della NATO.

La Polonia ha affermato di aver abbattuto diversi droni russi mercoledì mattina che, secondo quanto riferito, avrebbero violato il suo spazio aereo durante gli ultimi attacchi su larga scala contro l’Ucraina. Ciò è avvenuto nel corso delle esercitazioni in corso tra Polonia, Lituania e NATO che coinvolgono 30.000 soldati polacchi e proprio alla vigilia delle imminenti esercitazioni Zapad 2025 tra Russia e Bielorussia. Alcuni sospettano quindi che si sia trattato di una provocazione deliberata da parte della Russia o di una missione di ricognizione fallita, ma potrebbe essere stato semplicemente a causa delle interferenze della NATO.

Recentemente è stato sostenuto che “La bufala su Von Der Leyen, il GPS e la Russia potrebbe nascondere qualcosa di più di un semplice tentativo di guadagnare punti nella guerra dell’informazione” dopo che la drammatica affermazione secondo cui la Russia avrebbe disturbato il segnale del suo aereo mentre tentava di atterrare in Bulgaria è stata smentita dalla stessa Sofia e dai media occidentali. La teoria alternativa avanzata era che questa falsa narrazione avesse lo scopo di giustificare le aggressive interferenze a Kaliningrad, anche se queste potrebbero essere dirette anche alla Bielorussia, dato che ospiterà le prossime esercitazioni Zapad 2025.

Tali interferenze potrebbero quindi aver causato la deviazione dei droni russi verso la Polonia durante gli ultimi attacchi su larga scala contro l’Ucraina. L’aggressiva interferenza dei segnali potrebbe anche precedere l’attuazione dei piani segnalati per l’imposizione di una no-fly zone su almeno una parte dell’Ucraina in relazione alle garanzie di sicurezza fornite dall’Occidente a quel Paese. Sebbene non sia affatto infallibile come le pattuglie sullo spazio aereo ucraino e l’autorizzazione ai Patriot della NATO a proteggere i suoi cieli, comporterebbe un rischio di escalation molto minore.

Inoltre, se la NATO si aspettava che i suoi segnali speculativi di disturbo – forse intensificati dopo la bufala di von der Leyen-GPS-Russia, che potrebbe essere stata programmata in modo da coincidere con le imminenti esercitazioni Zapad 2025 – avrebbero causato la deviazione dei droni russi dalla loro rotta, allora questo potrebbe essere parte di un’escalation premeditata. L’obiettivo potrebbe essere quello di raccogliere sostegno per la suddetta proposta di zona di interdizione al volo o addirittura avviare il graduale processo di attuazione della stessa con il pretesto della “difesa proattiva” alla luce di questo incidente.

A oltre 3,5 anni dall’inizio dell’operazione speciale , la Russia avrebbe ormai presumibilmente pianificato tutto ciò che potrebbe realisticamente seguire lo scenario di diversi suoi droni che attraversano il confine con la Polonia, con i responsabili politici quindi probabilmente consapevoli che ciò potrebbe essere sfruttato per portare avanti il piano della no-fly zone. La suddetta intuizione riduce di conseguenza le probabilità che si sia trattato di una provocazione deliberata o di una missione di ricognizione fallita, entrambe probabilmente condotte con forza per rendere più vantaggioso il rapporto costi-benefici.

Si tratta di una logica simile a quella recentemente condivisa in questa analisi qui, secondo cui la Russia probabilmente non ha preso di mira deliberatamente il palazzo del Consiglio dei Ministri a Kiev per evitare di alimentare il complotto sulla no-fly zone. Mentre quel particolare incidente potrebbe essere stato causato casualmente dai detriti di un drone, l’ultimo potrebbe essere stato pianificato in misura molto maggiore se, come ipotizzato, fosse stata effettivamente responsabile la interferenza della NATO. Resta da vedere, tuttavia, se la Polonia parteciperà a una zona di interdizione al volo sull’Ucraina come risultato.

L’ex presidente Andrzej Duda ha recentemente rivelato che Zelensky ha cercato di manipolare la Polonia affinché entrasse in guerra con la Russia in seguito all’incidente di Przewodow del novembre 2022, ma lui ha rifiutato di cadere nella trappola, mentre il suo successore Karol Nawrocki ha promesso prima del secondo turno di non inviare truppe in Ucraina. Questa continuità politica, che è in linea con il fatto che i polacchi sono stufi dei rifugiati ucraini e di questo conflitto con i paesi vicini, potrebbe mandare all’aria i piani della NATO di spingere la Polonia in questa direzione, anche se potrebbe comunque accettare di intensificare le interferenze dei segnali.

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I cinque scenari più probabili dopo l’incursione dei droni russi in Polonia

Andrew Korybko12 settembre
 
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Alcuni commentatori di entrambe le parti ritengono che ciò potrebbe portare alla terza guerra mondiale.

Le forze della NATO hanno intercettato direttamente i droni russi per la prima volta dall’inizio dell’operazione speciale, dopo che alcuni di essi avevano deviato verso la Polonia all’inizio di questa settimana. Questo incidente senza precedenti è probabilmente dovuto alle interferenze della NATO, come spiegato qui. Alcuni commentatori di entrambe le parti ritengono che ciò potrebbe portare alla terza guerra mondiale, ma si tratta di uno scenario inverosimile, poiché non è prevedibile che la NATO risponda con un bombardamento della Russia (anche solo di Kaliningrad) e/o della Bielorussia. I cinque esiti più probabili sono in realtà i seguenti:

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* La “linea di difesa dell’UE” diventa un “muro di droni”

La “ Linea di difesa baltica” e lo “Scudo orientale” della Polonia, noti collettivamente come “Linea di difesa dell’UE” che funge da nuova cortina di ferro, potrebbero presto essere dotati di capacità anti-drone all’avanguardia, come suggerito dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ha parlato della creazione di una “Vigilanza del fianco orientale” che diventerebbe anche un “muro anti-drone”, cosa che gli Stati baltici desiderano da tempo, e ha senso espandere questo programma in entrambe le direzioni verso la Polonia e la Finlandia.

* La Polonia espande la propria influenza militare nei Paesi Baltici

Essendo il Paese ex comunista più popoloso e prospero dell’Europa centrale, che ha già costituito il terzo esercito più grande della NATO, la Polonia potrebbe facilmente espandere la propria influenza militare nella regione con il pretesto di “difendersi dalla Russia”. Il nuovo presidente Karol Nawrocki ha lasciato intendere durante l’estate che la “Iniziativa dei Tre Mari” sarebbe stata il mezzo per raggiungere questo obiettivo e ha persino dichiarato durante il suo ultimo viaggio in Lituania che “siamo responsabili dell’intera regione dell’Europa centrale, compresi gli Stati baltici”.

* Gli Stati Uniti ampliano la loro presenza militare in Polonia

La Polonia chiede da anni un aumento delle truppe statunitensi e Trump sembrava disposto a soddisfare questa richiesta quando, durante la visita di Nawrocki il mese scorso, ha dichiarato: “Se lo desiderano, invieremo ulteriori truppe”. Forse era questo che aveva in mente quando mercoledì ha twittato “Ci siamo!”. Come valutato all’inizio di quest’anno, “La Polonia è nuovamente pronta a diventare il principale partner degli Stati Uniti” e “È improbabile che Trump ritiri tutte le truppe statunitensi dall’Europa centrale o abbandoni l’articolo 5 della NATO“, quindi questa ipotesi rientra nel regno delle possibilità.

* La Polonia ospita elementi dello scudo aereo della NATO…

Meno probabile, ma comunque possibile, è che la Polonia ospiti elementi dello scudo aereo della NATO, sia per proteggere il fianco orientale del blocco e/o estendere questa protezione all’Ucraina occidentale, quest’ultima in linea con una proposta di garanzia di sicurezza. I 10.000 soldati statunitensi presenti in Polonia potrebbero rassicurare il Paese sul fatto che la Russia sarebbe dissuasa dal prendere deliberatamente di mira queste risorse, per non parlare di un eventuale dispiegamento di ulteriori truppe, ma l’opinione pubblica potrebbe mantenere questo scudo incentrato sulla Polonia invece che condiviso con l’Ucraina.

* …Ma questo è tutto ciò che la sua risposta potrà fare.

Indipendentemente da ciò che accadrà nello scenario sopra descritto, la Polonia non farà ulteriori passi avanti, ad esempio inviando truppe in Ucraina, come ha escluso Nawrocki ruled outNonostante le speculazioni occasionali, la Polonia non ha piani revanscisti poiché non vuole essere responsabile di milioni di ucraini ultranazionalisti, che potrebbero anche scatenare un’insurrezione terroristica contro le sue truppe. Sta già valutando la possibilità di affittare terreni e porti per recuperare i propri aiuti e persino trarne profitto, quindi non c’è bisogno di correre tali rischi, compresa una guerra aperta con la Russia.

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Tutto sommato, si prevede che la Polonia eviterà la trappola della “mission creep” dopo l’incidente della scorsa settimana, avendo già concluso qualche tempo fa che i potenziali benefici di un ulteriore aumento del proprio coinvolgimento nel conflitto ucraino non valgono i rischi. Il massimo che la Polonia si aspettava di fare era ospitare elementi dello Sky Shield della NATO, ma la sua estensione all’Ucraina durante o dopo il conflitto bellico avverrebbe probabilmente solo se gli Stati Uniti fornissero alla Polonia garanzie di sicurezza, cosa a cui Trump non sembra interessato.

Duda ha confermato tardivamente che Zelensky ha cercato di manipolare la Polonia per spingerla in guerra con la Russia

Andrew Korybko11 settembre
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Bisogna riconoscere alla Polonia il merito di non essere caduta in questa trappola, che avrebbe potuto innescare una rapida sequenza di eventi che avrebbero potuto sfociare nella Terza Guerra Mondiale. Gli osservatori filorussi dovrebbero quindi ricalibrare le loro valutazioni sul suo approccio al conflitto ucraino alla luce di ciò.

L’ex presidente polacco Andrzej Duda ha rivelato in un’intervista all’inizio di settembre che Zelensky ha tentato di manipolare il suo paese per spingerlo in guerra con la Russia durante l’incidente di Przewodow del novembre 2022, dopo che un missile allora sconosciuto ha attraversato il confine ucraino e si è schiantato in Polonia. Duda ha concordato con il suo interlocutore sul fatto che l’affermazione di Zelensky secondo cui si trattava di un missile russo equivalesse a fare pressione sulla Polonia affinché rispondesse di conseguenza, ma ha anche affermato di non essere sorpreso dal fatto che l’Ucraina volesse trascinare la NATO in guerra.

Nelle sue parole, “Hanno cercato di trascinare tutti in guerra fin dall’inizio. È ovvio, è nel loro interesse, e sarebbe meglio se potessero trascinare i paesi della NATO in guerra. È ovvio che stanno cercando coloro che combatterebbero attivamente al loro fianco contro i russi. Questo accade fin dal primo giorno”. L’ex ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba, nel frattempo fuggito in Polonia , affermò all’epoca che la suddetta visione era una “teoria del complotto russa” e una “propaganda russa”.

Bisogna riconoscere alla Polonia il merito di non essere caduta in questa trappola, che avrebbe potuto innescare una rapida sequenza di eventi che avrebbero potuto sfociare nella Terza Guerra Mondiale. Alcuni osservatori filorussi, come Scott Ritter, all’epoca la pensavano diversamente, ritenendo che fosse stata la Polonia a cercare di trascinare la NATO in guerra. Ora è noto che non fu così, eppure le false supposizioni sulle intenzioni della Polonia all’epoca influenzano ancora oggi l’opinione di alcuni sulle sue politiche attuali e future. Ecco cinque briefing di approfondimento:

* 16 novembre 2022: “ L’Ucraina ha cercato di ingannare la NATO per far scoppiare la Terza Guerra Mondiale dopo aver bombardato accidentalmente la Polonia ”

* 16 novembre 2022: “ Kiev ha fatto il salto mortale dopo che il suo ministro degli Esteri ha insinuato che Biden è un propagandista russo ”

* 16 novembre 2022: “ L’Ucraina ha tradito la fiducia della Polonia con la sua pericolosa teoria del complotto anti-russa ”

* 16 novembre 2022: “ Le cinque principali implicazioni derivanti dal bombardamento accidentale della Polonia da parte dell’Ucraina ”

* 23 novembre 2022: “ Korybko a Ritter: nuove prove ti costringono a correggere la tua conclusione sulla Polonia ”

Ci sono cinque punti principali da trarre dalla rivelazione di Duda: 1) L’Ucraina ha tentato disperatamente “fin dal primo giorno” di trasformare la situazione speciale operazione in una guerra accesa tra NATO e Russia; 2) a tal fine, si è affidato a teorie cospirative trasformate in armi, come quella sull’incidente di Przewodow, e a provocazioni come i suoi regolari attacchi contro la centrale nucleare di Zaporozhye; 3) Polonia, NATO e Russia ne erano consapevoli fin dall’inizio; 4) quindi nessuno di loro è caduto in queste trappole; ma 5) il rischio rimane.

Tutto ciò è rilevante per quanto riguarda la percezione della Polonia da parte della comunità dei media alternativi . Sebbene molti possano ancora non apprezzare la sua politica estera complessiva e lo smantellamento dei monumenti dell’Armata Rossa, è importante essere imparziali nelle valutazioni del suo approccio al conflitto ucraino . La Polonia ha indiscutibilmente cercato di infliggere una sconfitta strategica alla Russia, ergo perché ha contribuito al sabotaggio. bozza del trattato di pace della primavera del 2022 e poi ne ha donato l’ intero scorte in Ucraina, ma non ha mai pianificato di intervenire direttamente se ciò non fosse avvenuto.

Il successore di Duda, Karol Nawrocki, che, in base alla Costituzione polacca, formula la politica estera del Paese in collaborazione con il Primo Ministro e il Ministro degli Esteri, si è impegnato prima del secondo turno a non autorizzare il dispiegamento di truppe polacche in Ucraina . Non ci si aspetta che manchi di parola, visto che i polacchi sono ormai stanchi dei rifugiati ucraini e del conflitto che li circonda. La conclusione più importante della rivelazione di Duda è quindi che la Polonia non si lascerà manipolare da Zelensky per spingerla a dichiarare guerra alla Russia.

La Russia probabilmente non ha preso di mira deliberatamente l’edificio del Consiglio dei Ministri a Kiev

Andrew Korybko9 settembre
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È difficile immaginare il solito cauto e moderato Putin che dà sconsideratamente ai guerrafondai europei esattamente ciò di cui hanno bisogno per aumentare le possibilità che possano manipolare gli Stati Uniti, trasformandoli in una minaccia ancora maggiore per gli interessi di sicurezza della Russia, solo perché presumibilmente ha perso la calma o qualcosa del genere.

L’Ucraina ha accusato la Russia di aver deliberatamente preso di mira il palazzo del Consiglio dei Ministri a Kiev durante i raid aerei su larga scala di domenica in tutto il Paese, cosa che la Russia ha negato , mentre RT ha citato precedenti rapporti ucraini per suggerire che il danno sia stato in realtà causato dai detriti di un drone abbattuto. Mentre alcuni sostenitori della Russia nel conflitto potrebbero deridere questa teoria, sperando che Putin abbia finalmente autorizzato gli attacchi contro obiettivi del governo ucraino, probabilmente non è quello che è successo, come verrà spiegato di seguito.

Dopotutto, non ha autorizzato alcuna ritorsione simmetrica a maggio 2023 dopo che un drone ucraino ha colpito il Cremlino, confermando così la sua riluttanza a salire la scala dell’escalation. Le uniche eccezioni degne di nota negli ultimi 3 anni e mezzo sono state le speciali L’operazione stessa e poi l’impiego degli Oreshnik nel novembre scorso in risposta al permesso concesso dall’Occidente all’Ucraina di utilizzare i suoi missili a lungo raggio all’interno della Russia. Autorizzare a caso un attacco con droni contro un edificio governativo ucraino sarebbe quindi fuori luogo.

Non solo, ma Putin rischierebbe di provocare Trump proprio nel momento in cui è sottoposto a un’enorme pressione da parte dell’Europa affinché intensifichi il coinvolgimento americano nel conflitto, o almeno nel futuro post-conflitto, attraverso la fornitura di solide garanzie di sicurezza , incluso il possibile supporto per una no-fly zone. L’incidente di questo fine settimana può essere sfruttato dagli avversari della Russia per creare la narrazione secondo cui Putin sarebbe stato il primo a intensificare l’escalation, e per giunta nel bel mezzo dei colloqui con Trump, in anticipo rispetto ai loro obiettivi suddetti.

È difficile immaginare il solito cauto e moderato Putin che, senza pensarci due volte, fornisce ai guerrafondai europei esattamente ciò di cui hanno bisogno per aumentare le probabilità che possano manipolare gli Stati Uniti, trasformandoli in una minaccia ancora maggiore per gli interessi di sicurezza della Russia, solo perché ha presumibilmente perso la calma o qualcosa del genere. Date le conseguenze politico-militari di un attacco deliberato della Russia contro obiettivi del governo ucraino, avrebbe senso per lui autorizzare una campagna a tutto campo se volesse correre il rischio di tutto questo, non un attacco isolato.

Per queste ragioni, la teoria di RT secondo cui i detriti di un drone abbattuto sarebbero stati responsabili del danno al palazzo del Consiglio dei Ministri ucraino è la spiegazione più realistica dell’accaduto, non la versione di Kiev, che si allinea alle illusioni di alcuni sostenitori della Russia. Indipendentemente dall’opinione sulla saggezza di questa politica, il fatto è che Putin finora non ha autorizzato alcun attacco contro obiettivi governativi ucraini, ed è improbabile che cambi rotta a questo punto del conflitto.

Gli osservatori possono solo fare congetture sulle sue motivazioni. Alcuni potrebbero sostenere che creda fermamente in ciò che ha scritto nel suo capolavoro del luglio 2021 ” Sull’unità storica di russi e ucraini “, nel bene o nel male a seconda della prospettiva, e che quindi non voglia fare nulla che possa gettare l’Ucraina nel caos e rendere la vita ancora più difficile al suo popolo fraterno. Altri, tuttavia, potrebbero sostenere che tema di provocare l’Occidente e innescare un ciclo di escalation incontrollabile, oppure che abbia raggiunto un accordo con loro.

Qualunque siano le proprie convinzioni, è indiscutibile che Putin non abbia mai autorizzato finora nulla che fosse anche lontanamente conforme a ciò che l’Occidente, l’Ucraina e persino alcuni sostenitori della Russia si aspettavano da lui (ognuno per le proprie ragioni e con diversi giudizi di valore al riguardo). Di conseguenza, la narrazione secondo cui avrebbe improvvisamente dato il via libera a un attacco una tantum contro un obiettivo governativo ucraino è probabilmente una provocazione da guerra d’informazione per manipolare Trump e spingerlo a intensificare ulteriormente la missione.

Un governo ultranazionalista in Nepal potrebbe scatenare una guerra ibrida contro l’India e il Bangladesh

Andrew Korybko10 settembre
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La possibile ascesa del sindaco di Kathmandu Balen Shah alla carica di primo ministro potrebbe vedere questo ultranazionalista nepalese coordinare operazioni di guerra ibrida anti-indiana con alleati affini in Bangladesh.

In precedenza era stato valutato che ” gli Stati Uniti potrebbero tentare di manipolare il Nepal per trasformare in un’arma la sua riaccesa disputa di confine con l’India “, dopo che l’ex Primo Ministro KP Sharma Oli, recentemente estromesso, aveva riportato la questione alla ribalta nazionale alla fine del mese scorso. Le rivolte studentesche che hanno poi portato alle sue dimissioni, probabilmente un fronte per estremisti ultranazionalisti sostenuti dall’Occidente, potrebbero ora portare il sindaco di Kathmandu Balen Shah a diventare il prossimo Primo Ministro, dato il sostegno degli Stati Uniti a ricoprire questo ruolo.

OSINT Updates ha ricordato al pubblico che Shah è anti-India dopo aver installato nel suo ufficio una mappa del Grande Nepal che rivendica il territorio indiano, aver minacciato di vietare i film di Bollywood nella capitale in seguito a uno scandalo scoppiato qualche anno fa e aver criticato l’influenza culturale indiana in Nepal. Per semplificare ulteriormente questo argomento delicato, India e Nepal fanno parte della stessa civiltà, proprio come Russia e Ucraina, e a quanto pare, anche gli ultranazionalisti nepalesi e ucraini svolgono ruoli analogamente conflittuali nei confronti di India e Russia.

La mappa che Shah ha installato nel suo ufficio va ben oltre le affermazioni appena riprese da Oli, poiché include territori a sud e a est degli attuali confini del Nepal, che Kathmandu perse contro gli inglesi nel 1816. Lo stato indiano del Sikkim è a maggioranza Gorkha (indiani nepalesi), mentre due distretti nel Bengala Occidentale settentrionale ne hanno abbastanza da poter formare la “Gorkhaland Territorial Administration” nel 2012. Alcuni, tuttavia, sono ancora insoddisfatti e chiedono un proprio stato all’interno dell’India, ricavato dal Bengala Occidentale settentrionale.

Per essere chiari, la maggior parte dei Gorkha sono cittadini leali, ma i fattori storici, demografici e territoriali possono essere sfruttati da un governo ultranazionalista in Nepal e dal nuovo governo ultranazionalista in Bangladesh per radicalizzare una minoranza di loro in un ibrido anti-indiano. Guerrieri . Si prevede che Shah perseguirà questo obiettivo con il sostegno degli Stati Uniti se diventerà primo ministro, il che potrebbe prevedibilmente ricevere il sostegno del Bangladesh (sia tramite coordinamento bilaterale che trilaterale tramite gli Stati Uniti), date le sue rivendicazioni informalmente riprese nei confronti dell’India:

* 22 dicembre 2024: “ Una mappa provocatoria condivisa dall’assistente speciale del leader del Bangladesh rivendica l’India ”

* 1 aprile 2025: “ Il Bangladesh ha piani di integrazione regionale o di guerra ibrida per l’India nord-orientale? ”

* 5 maggio 2025: “ Il Bangladesh ci riprova con un’altra rivendicazione territoriale ‘plausibilmente negabile’ sull’India ”

La Primo Ministro bengalese di lunga data, Sheikh Hasina, è stata rovesciata nell’estate del 2024 da rivolte studentesche che si sono rivelate un fronte per estremisti ultranazionalisti sostenuti dall’Occidente, parte del complotto degli Stati Uniti per ostacolare l’ascesa dell’India come Grande Potenza contenendola . Appare quindi convincente che quanto appena accaduto in Nepal sia stato un remix di quel modello di cambio di regime per lo stesso scopo, ma con un maggiore senso di urgenza a causa del deterioramento dei rapporti indo-americani negli ultimi mesi.

Se un governo ultranazionalista anti-indiano di stampo bengalese si insediasse presto in Nepal, allora il terreno sarebbe pronto per coordinare le sue operazioni di guerra ibrida irredentiste, che mirano tutte a recidere lo stretto corridoio di Siliguri (“Collo di Pollo”) che collega l'”India continentale” con i suoi stati del Nord-Est. Questa regione è nota per la sua diversità identitaria e la distanza storica dalla civiltà indù indiana, che ha scatenato decenni di insurrezioni terroristiche-separatiste che l’hanno resa il cosiddetto “anello debole” del paese.

Come dimostra il precedente di EuroMaidan, violenti cambi di regime che portano a periodi di anarchia di breve durata ma molto intensi aprono la strada all’ascesa al potere degli ultranazionalisti con falsi pretesti populisti. Considerando che gli ultranazionalisti nepalesi svolgono lo stesso ruolo antagonistico nei confronti dell’India, civilmente fraterna, di quelli ucraini nei confronti della Russia, civilmente fraterna , il Nepal potrebbe rapidamente trasformarsi in un “anti-India”, proprio come l’Ucraina è diventata un “anti-Russia”, ed essere sfruttato dagli Stati Uniti per simili scopi di guerra ibrida.

I fattori geografici pongono limiti a questo scenario, ma il sostegno del Bangladesh potrebbe superare questi ostacoli se Dacca ospitasse, addestrasse e armasse (possibilmente con l’aiuto degli Stati Uniti) un movimento terroristico-separatista di nuova creazione, il “Gorkhaland”, parallelamente ad altri che prendono di mira il nord-est dell’India. È prematuro affermare con certezza che ciò accadrà, per non parlare di come potrebbero evolversi gli eventi, ma ciò che conta di più a questo punto è che l’India sia consapevole di questa minaccia e si prepari di conseguenza nel caso in cui si materializzi.

Gli Stati Uniti potrebbero tentare di manipolare il Nepal per trasformare in un’arma la riaperta disputa di confine con l’India

Andrew Korybko10 settembre
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Le rivolte studentesche, presumibilmente scatenate dal divieto imposto dallo Stato sui social media dopo che le principali piattaforme non si sono registrate come previsto dalla legge, potrebbero essere una copertura per estremisti ultranazionalisti sostenuti dall’Occidente, in una rivisitazione del modello di cambio di regime in Bangladesh dell’estate 2024.

Il Nepal ha formalmente protestato a fine agosto dopo che Cina e India hanno concordato di riprendere il commercio transfrontaliero attraverso il valico di Lipulekh. Anche il Primo Ministro KP Sharma Oli, recentemente estromesso , ha sollevato la questione durante il suo incontro con il Presidente Xi Jinping a margine del vertice della SCO a Tianjin. Kathmandu rivendica questo territorio e una striscia montuosa più in là per una disputa risalente all’epoca coloniale, ma ha iniziato a rivendicarlo con rigore solo alla vigilia degli scontri sino-indo-indiani dell’estate 2020.

Questo contesto suggerisce che il Nepal si aspettasse il sostegno cinese contro l’India, calcolando di poterne trarre vantaggio tramite un sostegno economico e militare privilegiato o, quantomeno, traendo profitto dalla facilitazione degli scambi commerciali, se la disputa bilaterale avesse mantenuto chiusi i valichi di frontiera a tempo indeterminato. Ciò che Oli (all’epoca Primo Ministro e di nuovo Primo Ministro fino a poco tempo fa, dopo una pausa di tre anni) non poteva prevedere, come quasi tutti gli altri, era il riavvicinamento sino-indo-indiano che gli Stati Uniti avevano appena inavvertitamente innescato .

È un comunista con caratteristiche machiavelliche, come dimostrano i calcoli di politica estera sopra menzionati e la sua astuta politica finora, ma è anche un idealista che semplicemente non ha potuto tollerare la realpolitik implicita nei recenti calcoli della Cina comunista nei confronti dell’India. In parole povere, gli interessi della Cina nel contesto attuale sono meglio tutelati dando priorità agli interessi dell’India rispetto a quelli del Nepal nella disputa tra i due, che sembra aver davvero colto di sorpresa Oli e il suo governo.

Tuttavia, la mossa commerciale della Cina non comporta alcun costo tangibile per il Nepal, dato che non controlla questo territorio da oltre 200 anni, ma le conseguenze politiche potrebbero spingere il Nepal a ricalibrare il suo equilibrio, appoggiandosi maggiormente agli Stati Uniti. È esattamente ciò che l’India ha fatto dal 2015 fino a poco tempo fa, grazie al Corridoio Economico Cina-Pakistan, il progetto di punta della Belt & Road Initiative cinese, che attraversa il territorio del Kashmir controllato dal Pakistan e che l’India rivendica come proprio.

La ricalibrazione della politica estera filo-americana dell’India si è concretizzata in un’espansione complessiva dei legami economici e militari, mentre il Nepal potrebbe concentrarsi maggiormente sull’assistenza allo sviluppo, come la “Millennium Challenge Corporation”, quasi tagliata , che mira a contrastare l’influenza sino-indo-indiana . La geografia limita la misura in cui un Nepal potenzialmente filo-americano potrebbe trasformarsi in un cuneo tra Cina e India, ma potrebbe comunque trasformarsi, come minimo, in un bastione di operazioni ostili di “ONG” dopo la sorprendente cacciata di Oli.

Le rivolte studentesche, presumibilmente scatenate dal divieto imposto dallo Stato sui social media dopo che le principali piattaforme non si sono registrate come previsto dalla legge, potrebbero essere una copertura per estremisti ultranazionalisti sostenuti dall’Occidente, in una rivisitazione del modello di cambio di regime in Bangladesh dell’estate 2024. Non si può quindi escludere che le nuove autorità nepalesi possano essere incaricate dagli Stati Uniti di usare come arma la disputa di confine con l’India come punizione per il rifiuto di Delhi di sottomettersi alle richieste di Washington alla Russia.

Tutto sommato, ci sono tre spunti di riflessione dall’ultima svolta in questa disputa che ha preceduto sospettosamente la cacciata di Oli: 1) la Cina sta dando priorità agli interessi dell’India rispetto a quelli del Nepal, per promuovere i propri; 2) i nepalesi potrebbero essere manipolati dagli Stati Uniti contro entrambi i fronti; e 3) questo potrebbe essere sfruttato dalle nuove autorità. Lo scenario migliore è che diano priorità alle riforme economiche e anticorruzione invece di lasciarsi sfruttare come pedine geopolitiche, ma è troppo presto per dire esattamente cosa faranno.

I droni russi avrebbero invaso la Polonia in una grave provocazione… Ma di chi?_di Simplicius

I droni russi avrebbero invaso la Polonia in una grave provocazione… Ma di chi?

Simplicius12 settembre
 
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Lunedì scorso, ora ucraina, la Russia ha lanciato un attacco su larga scala con droni che è stato nuovamente descritto come il “più grande di sempre”, con alcune fonti che hanno contato un totale di 805 droni e esche lanciati:

Mercoledì è seguito un altro grande attacco con oltre 400 droni e più di 50 missili di vario tipo. Questo attacco si è distinto perché, secondo quanto riferito, un numero significativo di questi droni ha volato fino in Polonia, addentrandosi profondamente nell’interno del Paese, cosa che non era mai successa prima.

Come sempre, c’erano due versioni della storia: quella propagandistica “ufficiale”, in cui i funzionari polacchi e della NATO hanno fatto del loro meglio per dipingere l’incidente come una deliberata “aggressione” russa, senza lasciarsi sfuggire l’occasione. E poi c’era la versione “dietro le quinte”, che descriveva l’incidente come molto più “controllato” di quanto sembrasse, con i canali diplomatici che coordinavano con calma la risposta. Più specificamente, si diceva che la Bielorussia avesse avvertito la Polonia che dei droni fuori controllo, influenzati dall’EW ucraino, si stavano dirigendo verso di loro, con rapporti che affermavano addirittura che alcuni droni ribelli dovevano essere abbattuti anche sul territorio bielorusso.

https://www.mk.ru/politics/2025/09/10/mid-polshi-podtverdil-chto-belorussiya-opoveshhala-stranu-o-podletavshikh-dronakh.html

Il capo di Stato Maggiore delle forze armate polacche, generale Wiesław Kukuła, ha annunciato che la parte bielorussa ha avvertito la Polonia dell’avvicinarsi di droni al suo territorio.

In un’intervista su TVN24, ha osservato che un simile atteggiamento era sorprendente nel contesto della situazione di tensione al confine terrestre. Allo stesso tempo, ha sottolineato che la parte polacca ha deciso di avvalersi delle informazioni fornite e non ha abbandonato la cooperazione.

Questo è un buon segno. Ricordiamo che in una conversazione con Patrycjusz Wyżga nel programma “Didaskalia”, il colonnello Piotr Krawczyk, ex capo dell’Agenzia di intelligence (2016-2022), ha affermato chiaramente che la politica occidentale, compresa quella della Polonia, nei confronti della Bielorussia dovrebbe basarsi sul pragmatismo per evitare di spingere il Paese nelle mani della Russia.

L’incidente è stato ovviamente molto strano, perché, mentre alcuni droni russi vaganti erano forse caduti qua e là su altri paesi, probabilmente dopo essere stati deviati dalla loro rotta, questo non era mai successo su così vasta scala. Ciò suggerisce fortemente qualcosa di molto sospetto, come una falsa bandiera o una campagna coordinata; vale a dire, qualcosa di simile a un’operazione israeliana Stux-net o “pager”, in cui un gran numero di droni russi vengono “manomessi” in anticipo, sia che si tratti di un’infezione digitale del firmware tramite virus, o qualcos’altro.

Diversi indizi indicavano la spiegazione della “false flag”, ad esempio una foto di un drone russo atterrato su un “pollaio” polacco che mostra il drone riparato con del nastro adesivo: clicca sulla prima foto per ingrandirla.

Questo è importante perché era noto che l’Ucraina stava raccogliendo droni russi precedentemente abbattuti per riutilizzarli in modo “creativo” a tale scopo. Quindi un drone precedentemente distrutto o danneggiato potrebbe forse necessitare di qualche “intervento” per farlo sembrare integro per la “presentazione”.

Inoltre, le case polacche presentate come “distrutte” dai droni russi sono state smascherate dai cittadini come case danneggiate molto tempo fa da calamità naturali:

Una foto ampiamente diffusa della distruzione di una casa in Polonia, presumibilmente danneggiata da un attacco con droni russi, è stata smentita dai residenti locali, i quali sottolineano che questa casa era stata gravemente danneggiata durante una tempesta due mesi fa e che le sue condizioni non sono cambiate da allora. – FRWL

Come se non bastasse, due giorni prima dell’attacco era stato pubblicato un post che prevedeva che l’Ucraina si stesse preparando a una grande “provocazione” legata ai droni:

“Messaggio del 09/08/2025 sul canale “Cartel” che avverte della preparazione di una provocazione che prevede l’invio di UAV “pseudo-russi” in Occidente. In realtà, il piano è già stato attuato il 10 settembre.”

Ma come conciliare il fatto che la Bielorussia abbia sostanzialmente ammesso che dei droni russi fuori controllo stavano volando verso la Polonia con questa teoria della falsa bandiera? È più probabile che si sia trattato di una combinazione di tutte le tattiche possibili, dai droni realmente disturbati a quelli “preparati” per sembrare provenienti dalla Russia, oltre a una campagna informativa per diffondere notizie false come quella precedente della “casa distrutta”.

Una spiegazione:

In Polonia, durante il giorno sono stati ritrovati i resti di 12 UAV Gerber. Tutti senza testata, non sono esplosi. Per distruggerne alcuni sono stati utilizzati missili costosi, dal valore superiore ai 2 milioni di dollari ciascuno. In particolare, l’F-35A dell’aeronautica militare olandese ha operato in questo modo.

La versione più diffusa è che il “Gerber” “non corrispondente” abbia incontrato un blocco GPS su una delle aree di difesa aerea dell’Ucraina e abbia volato verso la Polonia (spoofing?). I Gerber non sono dotati di antenne CRPA a 16 elementi (ndr: si tratta degli speciali ricevitori GPS Komet a 16 elementi che ora si vedono regolarmente nei droni Shahed/Geran).

Secondo la seconda versione, i Gerber sono stati lanciati dall’Ucraina. Questa versione è supportata dal gran numero di prodotti Gerber, che supera i 1.000. Questo non è tipico per loro.

L’intento è evidente: un altro disperato stratagemma di Zelensky per coinvolgere la NATO, anche se in modo graduale. Quest’ultimo ha quasi funzionato, dato che la Polonia ha fatto un po’ di rumore invocando l’articolo 4 della NATO sulle “consultazioni”.

È emerso tuttavia che la maggior parte dei polacchi incolpava l’Ucraina piuttosto che la Russia, ben consapevole delle meschine strategie dell’Ucraina nel tentativo di trascinare il proprio Paese in guerra:

Trump ha nuovamente dato sfogo alla sua ipocrisia:

Certo, prima aveva dichiarato il suo “disaccordo” con gli attacchi di Israele al Qatar, ma non aveva reagito con la stessa finta indignazione; per non parlare del fatto che gli Stati Uniti hanno ammesso di essere stati a conoscenza degli attacchi al Qatar, il che implica una sorta di tacita approvazione degli stessi.

Sono state osservate altre esibizioni performative ancora più divertenti:

Ma la narrazione più significativa riguardo alla cosiddetta incursione dei droni russi è stata riportata da una serie di articoli che hanno sottolineato l’enorme costo materiale sostenuto nel tentativo di fermare questi droni russi a basso costo:

https://archive.ph/v8gwM

La Polonia ieri ha abbattuto dei droni russi a basso costo con missili dal costo di 400.000 euro ciascuno, riporta Bild.

Sono riusciti ad abbattere esattamente 3 droni su 25, il quarto potrebbe essersi schiantato da solo.

Sono stati abbattuti da due caccia F-35 con missili AIM-9 Sidewinder. Il prezzo di un drone è di diverse migliaia di euro, ovvero centinaia di volte inferiore al prezzo del missile utilizzato per abbatterlo.

“A lungo termine, l’uso degli F-35 contro i droni non ha alcun senso dal punto di vista militare”, ha affermato un alto ufficiale della NATO.

Pertanto, la NATO sta già valutando altre opzioni per contrastare i droni.

Bild scrive che attualmente la Germania non dispone di risorse sufficienti per combattere efficacemente i droni che volano a bassa quota.

Come ulteriore campanello d’allarme per la NATO, abbiamo appreso che la presunta “potenza” europea più attiva dal punto di vista militare è stata in grado di abbattere solo quattro dei 25 droni, secondo il primo ministro Tusk. Ciò è stato possibile grazie all’utilizzo di piattaforme estremamente avanzate e costose come l’F-35. Dall’articolo di BILD sopra riportato:

I piloti dei caccia F-35 hanno combattuto i droni con missili AIM-9 Sidewinder. Il problema: lanciare un missile costa più di 400.000 euro, mentre abbattere un drone costa solo poche migliaia di euro.

Ricordiamo che anche la NATO dispone di AWACS e altre risorse importanti che pattugliano il confine tra Polonia e Ucraina, eppure, per loro stessa ammissione, non sono riusciti a fermare un misero attacco con 19 droni. A seconda di quanti di questi fossero realmente veri, si potrebbe concludere che un vero attacco russo contro uno Stato della NATO con centinaia di droni, come quello compiuto in Ucraina, avrebbe sopraffatto qualsiasi Stato della NATO. Ricordiamo che nemmeno il Qatar, dotato di missili Patriot, è stato in grado di fermare gli attacchi di Israele, sostenendo che gli attacchi “non erano stati rilevati” dai propri sistemi.

La violazione dei droni ha infatti mandato gli “esperti” militari occidentali in preda al panico:

https://www.spiegel.de/ausland/russlands-drohnen-in-polen-wie-gut-sind-deutschland-und-die-nato-vorbereitet-podcast -a-a482a979-2f70-46c1-8bbd-95b11dd3b2ca

È interessante che ciò coincida con la recente ammissione del ministro della Difesa ucraino Denys Shmygal secondo cui l’Ucraina ha perso il proprio vantaggio in termini di FPV sul fronte:

Vale a dire che, come minaccia generale, la Russia è sempre più considerata una sorta di superpotenza terrificante e senza rivali nel campo dei droni agli occhi degli sfortunati e impotenti Stati munchkin della NATO.

A proposito, vi segnalo la dichiarazione ufficiale del Ministero della Difesa russo sull’incursione polacca, che è interessante:

“Non c’era alcuna intenzione di colpire obiettivi in Polonia” sembra formulato in modo abbastanza ambiguo da suggerire che forse i droni hanno volato lì involontariamente: l’unica domanda è come o perché.

Ma il vero motivo per cui quest’ultima debacle è particolarmente interessante è che domani inizieranno le tanto attese e temute esercitazioni congiunte Russia-Bielorussia Zapad 2025.

Breve storia: Zapad, che significa Occidente, è da tempo la principale serie di esercitazioni sovietiche e russe che si svolgono in genere solo una volta ogni quattro anni e sono le più grandi e ambiziose, spesso coinvolgendo centinaia di migliaia di soldati, con lo scopo di simulare una guerra difensiva contro la NATO.

Il più famoso di questi nella storia è stato lo Zapad del 1981che è stato il più grande nella storia e che continua ancora oggi a riecheggiare e a suscitare timori nell’Occidente.

Più recentemente, naturalmente, le esercitazioni Zapad 2021 svoltesi nel settembre 2021 sono state utilizzate come precursori dell’SMO, almeno secondo la NATO.

Quattro anni dopo, la serie Zapad 2025 sta per iniziare, e se ne parla già dall’anno scorso, con varie voci e previsioni sul possibile lancio da parte della Russia di un altro massiccio attacco a Kiev dalla Bielorussia sotto la copertura dell’esercitazione.

Quindi, sotto la minaccia incombente di queste esercitazioni e sulla scia della recente incursione dei droni, la Polonia starebbe inviando 40-50 mila soldati al confine con la Bielorussia, mandando in delirio i sensazionalisti:

https://www.dailymail.co.uk/news/article -15089269/La-Polonia-invia-40-000-soldati-al-confine-orientale-L’Europa-si-avvicina-alla-guerra-Russia-Putin-ammassa-le-forze-armate-in-Bielorussia -enormi-Zapad-2025-esercitazioni-militari-dopo-l’attacco-con-droni.html

“La Polonia si sta preparando da molti mesi alle esercitazioni Zapad-2025”, ha dichiarato mercoledì sera il viceministro della Difesa nazionale polacco Cezary Tomczyk alla televisione Polsat News.

“I soldati polacchi e della NATO sono necessari per rispondere adeguatamente a Zapad-2025”, ha affermato, aggiungendo: “È qui che è iniziata la guerra in Ucraina. Pertanto, l’esercito polacco si sta preparando a questo. Nei prossimi giorni avremo circa 40.000 soldati al confine”.

Naturalmente, anche se gli allarmisti potrebbero stare esagerando la situazione a fini propagandistici, la verità è che esiste un certo pericolo legato alla possibilità che si verifichino provocazioni. Sarebbe elementare per l’Ucraina lanciare una sorta di falsa bandiera, sapendo che decine di migliaia di soldati polacchi sono in fermento al confine, pronti a scattare. In effetti, è abbastanza plausibile che l’attacco “casuale” con i droni contro la Polonia sia stato orchestrato proprio per aumentare la tensione e alimentare le fiamme alla vigilia di queste esercitazioni, al fine di preparare il terreno per ulteriori tensioni che potrebbero essere innescate da qualche “evento” scatenante.

Probabilmente non succederà nulla. La Bielorussia ha appena rafforzato le sue relazioni con gli Stati Uniti quando ieri la delegazione di Trump è stata accolta calorosamente da Lukashenko per una serie di incontri. Trump ha persino inviato a Lukashenko un regalo composto da gemelli con lo stemma della Casa Bianca e ha compiuto un ulteriore gesto di buona volontà revocando le sanzioni alla compagnia aerea di Stato bielorussa Belavia, il che faciliterebbe la creazione di un nuovo comodo punto di transito legale dagli Stati Uniti alla Russia via Minsk.

ULTIME NOTIZIE: Donald Trump ha revocato le sanzioni statunitensi nei confronti della compagnia aerea di bandiera bielorussa Belavia.

I voli diretti da Minsk agli Stati Uniti riprenderanno, a seguito dei colloqui tenutisi a Minsk tra il presidente Alexander Lukashenko e l’inviato di Trump John Cole.

Tutto questo dopo che Trump aveva definito Lukashenko «un uomo molto rispettato, una persona forte e un leader forte».

Dato che Trump non ha ancora dato seguito alle sue vuote minacce contro la Russia, possiamo supporre che continui a cercare un riavvicinamento con la Russia e il suo blocco e che non prenderà parte ad alcuna provocazione legata alle esercitazioni Zapad. Spetta ora all’astuta astuzia di Zelensky determinare cosa accadrà, poiché la tentazione di utilizzare le esercitazioni per provocare uno scontro tra la Russia e l’Occidente deve essere sicuramente forte tra la cricca di Zelensky, in particolare Budanov e i suoi simili.

Un paio di ultime cose veloci:

Molti credono che, solo perché non ci sono prove visibili in ogni momento, la Russia non stia distruggendo attivamente le difese aeree ucraine, in particolare il Patriot e altri sistemi europei di alto livello come l’IRIS-T, ecc. Ecco un altro recente rapporto proveniente da fonti ucraine sul personale della batteria Patriot eliminato da un attacco russo:

Come avevo scritto nella descrizione dell’attacco sopra riportata:

Wow, è un modo davvero indiretto per dire che è stato colpito da un Iskander.

“I detriti caduti da un missile balistico stavano precipitando verso la sua batteria Patriot, si affrettò a spegnere l’incendio, ma poi la testata dell’Iskander abbattuto esplose.”

Allo stesso modo, un altro jet da combattimento ucraino e il suo pilota sono stati silenziosamente eliminati in precedenza:

Oggi, durante una missione di combattimento, un aereo ucraino Su-27 è precipitato: il maggiore Oleksandr Mykolayovych Borovyk, pilota della 39ª Brigata di aviazione tattica, è deceduto. — AFU

A proposito:

Oggi ho deciso di non scrivere dell’assassinio di Charlie Kirk, nonostante sia stata la notizia principale a livello mondiale, per due motivi: primo, per raccogliere le idee senza reazioni impulsive; secondo, perché mi sembrava in qualche modo eccessivo, dato che tutti stavano già inondando il panorama informativo con ogni possibile interpretazione e svolta e c’era davvero poco da aggiungere senza battere lo stesso vecchio tamburo demagogico.

Detto questo, ho pensato di porre la domanda: dovremmo trattare l’argomento qui? Oppure ci sono già abbastanza discussioni in giro che potrebbero stancare i lettori su questo tema?

SONDAGGIODovrei scrivere della saga di Charlie Kirk la prossima volta?No, ci sono già abbastanza argomenti di discussione.Sì, servono più punti di vista

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Le guerre tariffarie di Trump colpiscono Europa, Corea e Giappone_di Michael Hudson

Le guerre tariffarie di Trump colpiscono Europa, Corea e Giappone

Da Michael  Mercoledì 10 settembre 2025 Articoli  UEtariffe  Permalink

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La maggior parte delle discussioni sugli incontri della SCO e dei BRICS della scorsa settimana si è comprensibilmente concentrata sulla crescente forza della loro alternativa multilaterale al tentativo dell’America di imporre il controllo del mondo unipolare secondo le proprie regole che richiedono la subordinazione degli altri Paesi alle richieste degli Stati Uniti di concentrare tutti i guadagni del commercio e degli investimenti internazionali nelle proprie mani. Cina, Russia e India hanno dimostrato la loro capacità di creare un’alternativa a questo controllo.

Ma questo non ha affatto diminuito l’ideale di base degli Stati Uniti di controllo. Semplicemente, ha portato gli strateghi statunitensi a essere abbastanza realistici da restringere la portata di questo controllo, concentrandosi sull’assoggettamento dei propri alleati in Europa, Corea, Giappone e Australia.

Il tentativo eccessivo di Trump di controllare l’economia indiana ha rapidamente fatto uscire la nazione dall’orbita del dominio diplomatico statunitense. (Esiste ancora un sostanziale sostegno neoliberale affinché l’India si unisca al sogno atlantista). La domanda che ci si pone ora è se tali richieste avranno un effetto simile nell’allontanare altri alleati dall’orbita statunitense.

La domanda sussidiaria è se il successo degli Stati Uniti nell’imporre questo controllo avrà l’effetto di indebolire economicamente i suoi alleati europei, dell’Asia orientale e di lingua inglese al punto che la loro capacità di rimanere contributori vitali sarà fatalmente paralizzata e porterà a una reazione nazionalista per de-dollarizzare le loro economie.

Il caso più evidente è quello dell’Europa, in particolare dei membri più favorevoli agli Stati Uniti, Germania, Francia e Gran Bretagna, le cui popolazioni, secondo i sondaggi, rifiutano fortemente gli attuali leader fantoccio filoamericani.

Il punto di rottura più immediato è la sottomissione aperta dell’UE alle richieste statunitensi, che va ben oltre quanto ci si aspettava nella resa abietta del capo della politica dell’UE van der Lehen alle minacce tariffarie di Trump. La responsabile della politica dell’UE van der Lehen ha spiegato che la sua resa valeva la pena per l’Europa perché almeno forniva un ambiente di certezza. Ma non ci può essere incertezza quando si tratta della diplomazia di Trump.

Ha tirato fuori dal cilindro un trucco veloce, aumentando bruscamente le tariffe al di sopra della base promessa del 15%, dissolvendo tale promessa nelle sue più ampie tariffe del 50% sull’acciaio e sull’alluminio importati. Queste tariffe avrebbero dovuto promuovere l’occupazione statunitense (e quindi il sostegno dei sindacati) in questi due materiali di base, nonostante l’aumento dei costi per tutti i produttori statunitensi che utilizzano questi metalli nei loro prodotti. Questo è stato di per sé un folle rovesciamento del principio di base della politica tariffaria: importare materie prime a basso prezzo per fornire un sussidio ai costi dei prodotti industriali ad alto valore aggiunto. Trump ha anteposto il gretto simbolismo politico all’interesse nazionale.

Nessuno aveva previsto che il Dipartimento del Commercio avrebbe applicato queste tariffe del 50% su acciaio e alluminio alle importazioni industriali europee e straniere di motori, utensili e attrezzature per l’agricoltura e l’edilizia. Il Wall Street Journal cita il capo dell’associazione tedesca dell’industria meccanica (VDMA), Bertram Kawlath, che avverte che i macchinari rappresentano circa il 30% delle esportazioni tedesche verso gli Stati Uniti, creando una “crisi esistenziale” così grave per i suoi industriali che il Parlamento europeo potrebbe non approvare i dazi imposti da Trump a luglio.

Un’azienda produttrice di macchine agricole per la raccolta, la Krone Group, ha licenziato un centinaio di dipendenti e starebbe reindirizzando le sue esportazioni già spedite negli Stati Uniti. L’affiliata tedesca della John Deere è stata colpita in modo analogo, dato che il 20% delle sue esportazioni sarebbe stato venduto negli Stati Uniti. I tedeschi starebbero insistendo per ottenere lo stesso limite tariffario statunitense del 15% che Trump ha esteso alle importazioni di prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname.

L’effetto è stato quello di promuovere i partiti nazionalisti che hanno guadagnato consensi per sostituire i partiti atlantisti filo-statunitensi impegnati a partecipare alla guerra dell’America contro la Russia e la Cina, e persino a sostenere i costi dei combattimenti in Ucraina, nel Mar Baltico e in altre aree confinanti con la Russia, nonché a estendere la protezione “atlantica” alle scorrettezze nel Mar della Cina.

La politica estera degli Stati Uniti ha imposto tensioni anche alla Corea e al Giappone. Dopo aver preteso che l’azienda automobilistica coreana Hyundai spostasse la produzione negli Stati Uniti investendo in una fabbrica da 30 miliardi di dollari in Georgia, il servizio immigrazione è piombato nell’impianto in costruzione e ha espulso circa 475 dipendenti (di cui 300 sarebbero coreani) che erano stati assunti per fornire la manodopera specializzata.

La Hyundai ha spiegato che i lavoratori erano altamente addestrati e sotto la direzione di appaltatori che la società aveva utilizzato in Corea per completare la costruzione in tempi rapidi e per evitare il problema di dover affrontare la mancanza di istruzione professionale negli Stati Uniti per fornire tale manodopera – per non parlare del differenziale di prezzo rispetto all’utilizzo di manodopera coreana che ha familiarità con il lavoro su tali progetti. Un funzionario della Korea International Trade Association ha accusato la politica statunitense di imporre una “posizione impossibile” rimandando tale manodopera in Corea, negandole il tipo di visto di lavoro concesso all’Australia. Per molti anni la Corea ha cercato di ottenere un trattamento paritario con questi immigrati bianchi e con Singapore, ma è stata costantemente respinta, anche se l’immigrazione è stata consentita in modo informale – fino al 5 settembre, in quello che si è rivelato un attacco a lungo pianificato da parte di truppe armate dell’ICE che hanno arrestato gli immigrati in altre manette.

Hyundai e altre aziende straniere hanno scoperto che gli investimenti effettuati negli Stati Uniti permettono alle amministrazioni di America First di usarli come ostaggi, stabilendo e modificando a piacimento i termini dell’investimento, sapendo che gli investitori stranieri difficilmente sono disposti ad andarsene e perdere i loro costosi investimenti.

Ma i Paesi vengono costretti a effettuare tali investimenti nell’ambito della politica di controllo finanziario adottata da Trump: Per evitare che i dazi statunitensi sulle importazioni automobilistiche della Corea passassero dal 15% al 25%, la Corea ha dovuto spendere decine di miliardi di dollari per spostare la produzione negli Stati Uniti. La minaccia era quella di far crollare il reddito da esportazione coreano (e quindi l’occupazione e i guadagni) se non si fosse arresa alle condizioni di Trump – senza che fosse necessario un conflitto militare per imporre questo trattato di pace commerciale.

Trump ha usato una simile politica di “bait-and-switch” contro il Giappone, minacciando di creare il caos commerciale nella sua economia imponendo forti dazi sul suo commercio con gli Stati Uniti se non avesse pagato 550 miliardi di dollari in denaro di protezione che Trump avrebbe investito in progetti di sua scelta, tenendo per sé il 90% dei profitti dopo che il Giappone fosse stato rimborsato per il suo anticipo di capitale. La versione giapponese dell’accordo originale indicava che i profitti sarebbero stati divisi al 50%, ma gli Stati Uniti hanno redatto una versione finale in cui si affermava che tale divisione avrebbe regolato solo il rimborso iniziale degli investimenti da parte del Giappone, non i profitti.

La disperazione del Giappone – e la sua abietta resa alle richieste degli Stati Uniti, in stile tedesco – è stata tale che ha accettato l’accordo tariffario di Trump che prevedeva di far pagare agli sport giapponesi “solo” il 15% invece del 25% – lo stesso accordo che aveva fatto con la Corea. Al Giappone sono stati concessi solo 45 giorni per pagare. Il fondo nero che ne è scaturito è stato una manna politica per Trump, che ora è in grado di usarlo come esca per i suoi principali collaboratori e sostenitori della campagna elettorale, utilizzando al contempo gli oltre mezzo trilione di dollari per contribuire a finanziare l’elargizione fiscale del suo bilancio agli americani più ricchi.

Trump ha anche richiesto un contraccolpo sugli investimenti giapponesi nella produzione siderurgica statunitense grazie all’acquisto di U.S. Steel da parte di Nippon Steel per 15 miliardi di dollari. Il governo statunitense ha ricevuto gratuitamente una golden share delle azioni della società per garantire il controllo degli Stati Uniti sulle operazioni dell’azienda.

Sulla scia dei recenti incontri della SCO e dei BRICS, sembra improbabile che i Paesi che non sono già strettamente alleati con il controllo degli Stati Uniti stringano accordi come hanno fatto finora Germania, Corea e Giappone nel 2025. Questi accordi servono come lezioni oggettive che evidenziano il contrasto tra l’Occidente alleato degli Stati Uniti e il resto del mondo.

Alaister Crooke, lunedì 8 settembre, ha descritto come “La modalità psicologica predefinita dell’Occidente sarà difensivamente antagonista. … Riconoscere che la Cina, la Russia o l’India si sono “staccate” dall'”Ordine basato sulle regole” e hanno costruito una sfera separata non occidentale implica chiaramente l’accettazione della fine dell’egemonia globale occidentale. E significa anche accettare che l’era egemonica nel suo complesso è finita. Gli strati dirigenti degli Stati Uniti e dell’Europa non sono categoricamente dell’umore giusto per questo”.

Ovviamente non è finita per le relazioni dell’America con la NATO e gli altri alleati della nuova guerra fredda. Ma è limitato a loro, e Trump sta cercando di estendere la sfera di controllo degli Stati Uniti all’intero emisfero occidentale – non solo all’America Latina e al Canada, ma anche alla Groenlandia. Lo sforzo necessario per bloccare la loro dipendenza e resistere a quelle che ci si aspetta siano reazioni nazionalistiche contro tale asservimento sembra aver portato la politica statunitense ad allontanarsi dal conflitto con i suoi nemici dichiarati Russia, Cina e Iran, almeno per il momento.

Il grande interrogativo è se questi alleati abusati cercheranno prima o poi di scegliere un’altra serie di alleanze.

Foto di Jukan Tateisi su Unsplash

Il prologo freddo_di WS

Ogni  tanto  qui   vengono  tradotti  articoli abilmente mistificanti  che richiedono  un commento  demistificatorio .

Ad  esempio   in questo  articolo  di Kimmage  si  cerca di intorbare un po’ le acque   su cosa sia  stata  la “ guerra  fredda”; la prima  cosa  da notare   come  “normale “ è  che  esso  venga  dall’istituto Kennan  sostanzialmente poggiando sul lavoro   di un  esperto russo della   LSE  ( London  School of Economics )   che “ha letto le  segrete  carte  del Kremlino”.

Ora , io ho una istintiva   diffidenza   verso gli intellettuali     russi   “espatriati “ in occidente, particolarmente  in  quelli   “espatriati”  a Londra e soprattutto in   quelli andati a  “lavorare”  per la  London  School  of Economy, il principale   centro  di irradiazione   della propaganda  del  Grande Capitale  “anglosassone”,   quello  che si definisce “liberale”.

Io non voglio comunque  parlare male di costoro   e  tanto meno  di questo Zubok  che non conosco.  In questa    categoria  non si tratta   sempre  di semplici    opportunisti/traditori del proprio paese , anzi  spesso  c’ è  solo la genuina  fascinazione  “occidentalista “ che  da sempre permea  l’ “intellighenzia”   russa  e  che induce a “la coazione  a ripetere”   delle  relazioni     russo-europee   in cicli  che  fondamentalmente  hanno  culmine    in “  attacchi”  alla Russia   con  cadenza circa  secolare.

 Questa “ fascinazione”  e le sue nefaste conseguenze  Lev  Tolstoj     le  ha  descritte benissimo  nel suo  capolavoro  “guerra è pace”. Le élites  russe  “adorano  l’ occidente” anche quando gli si contrappongono , ponendosi  così  in una condizione di  perniciosa sudditanza  psicologica.   Perniciosa   perché  da una parte ciò alimenta il “disprezzo per  se  stessi”, quindi per il proprio paese; dall’ altra induce  le élites  “occidentali”   all’ errore di  considerare la Russia una “preda facile”,  quindi   ad  aggredirla. Cosa   che  poi  si conclude sempre  per  entrambi nel  doversi ricredere  dolorosamente,     creando   la   reciproca paura  gonfiata  da un profondo e irrazionale risentimento. Premesse  che poi  porteranno al nuovo “ ciclo”

Al contrario della Russia    e degli  slavi  tutti ,  la Cina, gli asiatici ,  non soffrono  di questo  senso di inferiorità  nei confronti de “l’occidente”;  hanno con questo un rapporto molto più   razionale , il  che spiega  perché il partito comunista sovietico si sia  facilmente  disciolto al cospetto delle moine “occidentali” mentre le stesse non hanno  fatto un baffo  al “comunismo”   cinese.

Ma torniamo  alla  questione  “guerra fredda”; l’intero articolo è viziato  da questo  maligno  inciso

“Senza volerlo, il Führer creò l’ambiente unico per una futura guerra fredda”, sostiene Zubok all’inizio del suo libro. Adolf Hitler attirò simultaneamente l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti in Europa, avendo invaso la prima nell’estate del 1941 e dichiarato guerra ai secondi nello stesso anno

Eh  no  caro Kimmage,    Il “Signor H”   era  stato messo lì proprio     per  fare la  guerra all’ URSS     per  ripetere lo stesso giochetto  che  era  quasi   riuscito la volta prima:  far   scontrare Germania e Russia  per poi  assoggettarle  entrambe   al  Grande Capitale  anglosassone    che finanzia appunto  sia  “l’ istituto Kennan “   che  la LSE!

Questo  era  chiarissimo  al “ signor S”  ma totalmente impenetrabile nella  testa  del “ signor H “   che  appunto    era  stato portato  alla guida della  Germania   in base  a   questa  sua  adamantina peculiarità.

Io non so se  “il signor H”  abbia mai intuito  la  trappola   in cui lo  stavano portando  quando “improvvisamente”    dovette  affrontare  le provocazioni polacche; non so  se  nel ‘ 41 abbia     realizzato  di esserci  finito dentro. L’ unica  cosa  certa è  che andò avanti  a testa  bassa “  secondo i piani”, che è  l’ unico modo  con cui i tedeschi  concepiscono    la geopolitica.

E così    sorprese di sicuro  “il  signor S”   per   l’ irrazionalità     del suo  attacco all’URSS.  Nella sua razionalità  il “ signor S”  sapeva benissimo  che   il “signor H” non voleva altro che  aggredire l’ URSS  , sapeva  anche  che   non poteva  farlo  senza  aver  fatto prima “pace”  con l’ Inghilterra.

C’è appunto  una famosa  foto di Stalin  di quel  22 giugno    seduto  pensoso    a  contemplare i suoi  stivali  ed io mi immagino  il suo pensiero  di quel   giorno “ Non è che gli inglesi mi hanno buggerato? “  

La successiva  dichiarazione di guerra agli USA  del    “ signor H”   fu poi un  inutile atto    di un “disperato strategico”,  datosi che   nella  sostanza   andava solo in  soccorso  di  un Giappone che per  sei mesi  aveva  rifiutato   di  andare a sua volta in aiuto alla Germania.

In pratica  il “signor H” mise  da solo  la sua testa  nel  cappio  che   i suoi   ex- sponsors   gli avevano preparato.

Ma non   tutte le  WW   vengono  con il buco, specialmente  quando  si  tratta  della Russia. Nella prima    l’ impero Russo   non seguì la sorte  degli imperi  tedeschi  e  la seconda   aveva addirittura  lasciato l’ URSS padrona di mezza Europa.

Ma il peggio  era  stato  in Asia, scacchiere in cui  “il  signor S”  aveva  pure  restituito lo scherzo  prendendo    “con poca  spesa”  il premio più  grosso: la Cina.

Che fare ? Si poteva   aggredire  subito  questo insolente?  Churchill   si baloccò con questa idea , ma prevalse l’ idea americana  di  “avvolgere” nelle proprie spire  il “ secondo mondo” per  strangolarlo  alla prima  occasione utile ,   tanto  si sapeva bene  che in Russia prima o poi  prende il sopravvento   quella  “ fascinazione” …  e   va al potere uno “ zar” coglione!

Solo  questa è stata la “guerra fredda” : l’ attesa  di uno “zar” coglione.

E  ha funzionato! L’errore  americano, che sicuramente Kennan  non avrebbe  mai  fatto ,   è stato  dichiarare   “la fine della Storia”  pensando   di  avere  vinto  “la WW3 ”;  ne avevano vinto soltanto il “ prologo  freddo” .

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Pensaci Giorgia!_di WS

 Oramai   vieppiù    tutti gli avvenimenti     sembrano    guidati da un pilota  automatico, se volete     da   una AI. Simplicius  , come molti  altri  commentatori con un minimo  di onestà intellettuale,    ci  trasferisce     anche con questo suo  ultimo commento   il  suo  crescente sconcerto  nel  dover   constatare  la      stupida “automaticità”  de  “l’ occidente

Ma   se  solleviamo   la testa   dagli avvenimenti che ci  trascinano inesorabilmente  verso una devastante  WW3   e  cerchiamo di  inquadrarli fin dall’ inizio   di  questa “storia” , questo   sconcerto     sarebbe  da  definire  “di vecchia  data” .  Chi  se non un demente  o una  Deficienza  Artificiale potrebbe   aver  partorito  l’ idea  di “contenere “ la Cina    aggredendo la Russia ? 

Infatti io  fin dall’ inizio     mi sono posto  la seguente  domanda : possibile  che loro,   i “masters of universe” detentori  di     TUTTO , compresi i migliori “think tank”  ,  le migliori   “squole”   dove vengono    educati/selezionati   tutti i nostri supermanager  e  tutti i nostri superpolitici,   non   siano   riusciti   a farsi  consigliare qualcosa di “ più  meglio” ?

  O non è  forse proprio   questo  ciò  che  LORO   vogliono?

Non  siamo per  caso tutti noi   dentro   un  “1984”     dove noi  qui siamo tra   i pochi Wiston Smith? Non siamo tutti  noi de l’“ Oceania”   progressivamente schiavizzati  trascinandoci   in una  perpetua “emergenza di  guerra”  contro   oscuri  “morbi”   o odiosi   nemici, dal  “terrorismo   a  l’  Eurasia /Estasia,  ect;   nemici  dove   forse   c’ è     anche lì   al loro interno     un “partito unico”   diviso  in  “esterno”  ed “interno”,  con  gli “  esterni”    che hanno  anche lì un proprio “socing”  ideologico, laddove però  i rispettivi     “interni” sono  tutti    soci  dello  stesso  club : “ i master of universe”  appunto?

Ogni  giorno   che apro il PC  io mi pongo  sempre  questa  domanda. E poi  però mi dico: possibile  che  LORO siano veramente  così  coglioni ? 

Possibile  che  credano davvero di poter controllare  un   simile  “teatro  bellico”  senza che  un “cigno nero”, ad esempio un “grande fratello”  locale  che   si “mette in proprio”, non lo faccia  deragliare   riportandoci tutti alla realtà    di una  VERA  guerra in cui forse anche   il loro “partito interno ”   fa una brutta  fine?

Beh è  possibile!  In sostanza  è  ciò  che  stiamo  già  vedendo.

 Ad  esempio non vediamo  già  adesso   il    “partito esterno”  €uropeo    che   “rilancia”   come un idiota    semplicemente  perché intuisce  la propria  fine  e non  ci   sta  a “perdere” ?  

Ma  allora  perché   questi  (finti)  “decisori”    sentendosi  ormai  sacrificati  non sviluppano un  razionale pensiero  geopolitico proprio  e non cercano invece  di limitare  i  danni ? 

 Perché   sono  degli psicopatici  scelti  apposta per  interpretare  solo quella parte !

Oggi l’ €uropa è piena  di questi  “ droni”; particolarmente pericolosi   sono  quelli “  tedeschi”, nomi li sapete  già, perché    aggiungono  alla  comune psicopatia  una   particolare cocciutaggine  ed una  efficienza particolarmente  perniciosa .

Quindi   difficile   salvarsi, purtroppo.

Un tempo non era  così. I  veri “decisori” di allora    sapevano  quando  dovevano  “uscire  dal gioco”   limitando i  danni; i   finti decisori  di oggi  sono stati   selezionati   proprio  per non capirlo!

E  chi è stato il primo   decisore   che ha preferito  portare   con se   fino in fondo il proprio paese? Qualcuno  dirà il megalomane  Napoleone   o lo sciocco Gorbaciov ?  Noo ! Io  vedo nella storia  passata un solo soggetto, naturalmente un  tedesco : il   “ il  signor  H”,   quello  che per  tutta la vita  si illuse    di potersi  accordare  con chi lo aveva  messo lì  proprio per portare la guerra  fino in fondo.

 Tutti,  tranne il “signor H “, nel 1943     avevano capito   che la Germania  aveva già perso. Lo  aveva  capito  anche il “signor M”  che pur  essendo un dilettante  non era scemo. Occorreva  quantomeno una “pace separata”  ma le uniche avances  “angloamericane”    consistevano in una pace   separata  riservata alla   sola Italia .

Quel “sola”  significava  però   trasformare  comunque l’ Italia  in un campo  di battaglia;  questa  non  era  quindi una “soluzione”, bisognava     esplorare  altre vie.

 E “l’ altra  via “  per   fermare il massacro   europeo   era  solo  una “pace  separata”  con l’ URSS, perché   solo l’ URSS  poteva  essere interessata   a fermare un  massacro  che  la investiva   in pieno  da  ben due anni.

Ovviamente   solo  alle sue   condizioni,  che però  molto probabilmente  non  avrebbero  richiesto   la “ resa  incondizionata”  richiesta  da sempre  dagli “angloamericani”.

Certamente non  era una cosa molto probabile,  ma nell’interesse   della intera Europa    sarebbe  andata    comunque  esplorata.

 Dicono infatti  che  a Feltre  il “signor M”  volesse   convincere  di questo il  “camerata tedesco ”   e     addirittura  dicono  che per  dare   subito  corso a  questo  tentativo  ci  fosse già  nelle vicinanze   un misterioso    “inviato”      del “signor S”.

Ma la cosa non fu possibile. “ Il signor M” non riuscì nemmeno  ad interrompere  il monologo  spiritato  del “ signor H”    e  che lo   subì a capo  chino,   forse cominciando   a pensare a come   salvare se stesso    da un disastro ormai inevitabile.

Quelli  che pensano infatti   alla  storiella   del “signor M”   sorpreso   dal   Gran Consiglio  non  sono molto  perspicaci       esattamente   come  quelli   che   credono che  “  il signor M”   dovesse  morire   per le  famose “lettere  di Churchill”, perché  quelle “lettere” ,  anche  se ci fossero state ,   potevano  essergli  sempre semplicemente  sottratte.

Io, che  sono malizioso per natura  penso  invece che  fosse un altro  il “  segreto”   che     doveva   essere      sigillato per sempre ,  magari   con un lavoro “  “benfatto”   cioè   ufficialmente    fatto  dai comunisti italiani  ma non per  conto   dei loro  “piccolo padre”, che infatti non lo rivendicò mai.

Costui   daltronde   non aveva  certo motivo per opporvicisi ,  datosi     che   dal 1943  il quadro  geopolitico   era  cambiato  e   seppellire  per sempre    ciò che forse  poteva  essere a Feltre,   di  sicuro  avrebbe   fatto oramai  comodo anche a lui.

La geopolitica è così, non fa sconti a nessuno e non ci sono  spazi per   ideologie   e sentimentalismi ,   perché   quando  ti siedi  a quel tavolo non sai   quando e come  ne  potrai  venir  via .

Quale    è   quindi  la morale di tutto questo ?  

La  prima ovviamente è : mai  sedersi  da dilettanti  al  tavolo  da gioco   della  geopolitica     credendone poi  di potersene   comunque uscire    con poca  spesa, aka  i famosi “ pochi migliaia  di morti”…

La seconda , altrettanto ovviamente , è : mai sedercisi   facendo “società”  con i tedeschi , perché  hanno una  spropositata    propensione  al rischio,  sono  presuntuosi  cocciuti    e pure    delle vere   “schiappe” .

Pensaci  Giorgia !.

L’Europa esausta trema, mentre il governo francese crolla… ancora una volta, di Simplicius

L’Europa esausta trema, mentre il governo francese crolla… ancora una volta

Simplicius10 settembre
 
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Come previsto, il governo francese è caduto, con le dimissioni del primo ministro Bayrou dopo un voto di sfiducia. Ciò ha portato Macron a dover scegliere personalmente il quarto primo ministro in soli dodici mesi, o il quinto in ventiquattro, un risultato quasi incredibile. quarto primo ministro in soli dodici mesi, o il quinto in ventiquattro, un risultato quasi incredibile.

Come se non bastasse, la notizia sembra aver causato il sorpasso della Francia sull’Italia in termini di rendimenti per i titoli decennali per la prima volta dalla nascita dell’euro:

Il rendimento dei titoli decennali francesi supera quello dei titoli decennali italiani per la prima volta dall’introduzione dell’euro

Francese I rendimenti dei titoli decennali sono più elevati rispetto a quelli italiani per la prima volta nella storia dell’area dell’euroItalia

ZeroHedge scrive:

Le obbligazioni francesi hanno registrato le peggiori performance nella regione da quando il presidente Emmanuel Macron ha indetto elezioni anticipate lo scorso anno.

Senza esitazione Macron ha nominato Sebastien Lecornu nuovo primo ministro, lo stesso Lecornu che è stato per anni ministro della difesa della Francia e sotto la cui “guida” l’esercito francese è stato mandato via dall’Africa, portando al lento disfacimento dell’ex potenza in declino.

Il deputato francese Clemence Guette scrive:

Sébastien Lecornu è il Primo Ministro.

Macronista dalla prima ora, e ora anche dall’ultima.

È ministro dal 2017, anno dell’ascesa al potere di Emmanuel Macron. Il presidente si sta rifugiando dietro i suoi ultimi fedelissimi, aggrappandosi al trono e senza alcuna soluzione per uscire da questa situazione.

Il compito che gli è stato affidato è quello di formare un governo negoziando un’alleanza tra socialisti e repubblicani. Il suo bilancio sarà simile a quello di Bayrou. Lo combatteremo per gli stessi motivi.

L’umiliazione dei socialisti e degli altri pretendenti alla carica è totale. I tradimenti saranno stati vani.

Lecornu cadrà come i suoi predecessori.

Per quanto riguarda Macron, ci sta facendo perdere tempo più che mai. Presto sarà dimissioni o licenziamento.

Come discusso qui innumerevoli volte fino alla nausea, la cricca totalitaria europea ha perfezionato il sistema definitivo per riciclare inutili tirapiedi attraverso un nastro trasportatore in modo ripetitivo, al fine di proteggere le figure al vertice, come Macron, che permetterà a una sfilata di primi ministri senza nome di cadere sul proprio coltello per perpetuare il proprio governo antidemocratico.

In ogni angolo d’Europa che si guardi, si trovano sempre meno tracce della specie in via di estinzione chiamata “democrazia”. La Gran Bretagna ha ora incarcerato un uomo per aver definito qualcuno “muppet” online, mentre gli arresti per “libertà di parola” stanno aumentando vertiginosamente:

Nel frattempo in Germania, sette candidati dell’AfD alle elezioni sarebbero morti nel giro di due settimane:

Settimo AfD candidato MORTO.

Elenco dei candidati deceduti nelle ultime due settimane:

Hans-Joachim Kind
Wolfgang Seitz
Wolfgang Klinger
Stefan Berendes
Ralph Lange
René Herford
Patrick Tietze

Samantha Power è stata sorpresa durante una telefonata burlona mentre ammetteva che ingenti investimenti dell’USAID erano stati destinati a mantenere la Moldavia nell’orbita globalista:

Sembra persino consapevole che ciò che sta facendo è illegale e antidemocratico quando menziona l'”ingerenza” di Victoria Nuland e contrappone ciò che lei e l’USAID hanno fatto in Moldavia a forme “più sottili” di “influenza”.

È chiaro che l’intero continente è stato conquistato dal braccio tirannico dello Stato profondo globale: ovunque si guardi non c’è altro che persone in giacca e cravatta con copioni, aggrappate al potere nonostante il sostegno pubblico ai minimi storici. Basta dare un’occhiata al recente discorso di Kaja Kallas in una sala quasi completamente vuota del Parlamento europeo, i cui membri hanno preferito abbandonare l’aula piuttosto che ascoltare i suoi banali discorsi:

Come presagio dei tempi, il neo-nominato ministro della Salute svedese ha fatto un tuffo dal palco:

Elisabet Lann, nuovo ministro della Salute svedese, è svenuta nel bel mezzo di una conferenza stampa nel suo primo giorno in carica.

Sembra che tutto ciò che circonda la decrepita UE sia sull’orlo del collasso. Questi regimi malati stanno andando incontro al disastro ignorando praticamente tutte le cause alla radice dei numerosi mali della loro società. Ma alla fine, il messaggio che viene inviato ai controllori d’élite è che anche queste grossolane dimostrazioni di tradimento e incompetenza non sono sufficienti a suscitare la rivolta, perché nonostante questi fallimenti politici, il popolo è tenuto perennemente sotto il controllo di vari esperimenti sociali e operazioni psicologiche, per non parlare del giogo sempre più pesante dell’illegalità dilagante dei migranti.

Negli Stati Uniti, la situazione non è molto diversa: le “revisioni” dei dati sui nuovi posti di lavoro hanno cancellato quasi un milione di “nuovi posti di lavoro” che avrebbero dovuto evidenziare la “forte economia”: si è trattato della più grande revisione della storia:

Eccolo lì:

Il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha appena rivisto -911.000 posti di lavoro su 12 mesi di dati già riportati, la più grande revisione della storia.

Questo dato è ufficialmente SUPERIORE ai livelli del 2009, con i dati sull’occupazione sovrastimati di circa 76.000 unità AL MESE.

https://x.com/KobeissiLetter/status/1965430045704683825/photo/1

Per non parlare delle prove sempre più evidenti che tutta la “crescita” dell’economia statunitense è dovuta principalmente alla bolla tecnologica dell’intelligenza artificiale, come ho recentemente approfondito. Questo grafico mostra che quasi il 50% di tutta la crescita del PIL statunitense è attribuibile alle spese in conto capitale legate all’intelligenza artificiale delle grandi aziende tecnologiche:

AI-Capex è il ciclo completo, ora Poco meno del 50% della crescita del PIL è attribuibile all’AI Capex

L’unica cosa che apparentemente mantiene a galla l’economia statunitense in questo momento sono i migranti e la bolla dell’intelligenza artificiale; tutto il resto è in una situazione di stagnazione, miseria e lento declino.

A questo proposito, il sito russo MASH ha pubblicato quello che sostiene essere un documento francese ottenuto da hacker russi che mostra un piano “segreto” di dispiegamento delle truppe europee in Ucraina:

I paesi europei hanno elaborato un piano per occupare il territorio dell’Ucraina, con l’obiettivo di impossessarsi dei giacimenti minerari, delle infrastrutture logistiche e dell’accesso al mare. L’organizzatore è l’esercito francese e l’obiettivo è recuperare il denaro dato a Kiev.

Nella foto: una mappa intitolata Les forces conjointes de “Coalition de Volontaires” (Forze congiunte della “Coalizione dei Volontari”) datata 16 aprile 2025. Ottenuta dagli hacker di KillNet a seguito dell’hacking della rete locale dell’ufficio delle forze armate francesi. Mostra lo schema di dispiegamento delle truppe straniere sul territorio dell’Ucraina. Nell’angolo è riportato il nome del responsabile: il capo di Stato Maggiore delle forze armate francesi, il generale Thierry Burkhardt (che ha lasciato l’incarico nel luglio 2025).

Se la mappa e i protocolli segreti delle riunioni della “Coalizione dei volontari” ottenuti dagli hacker sono attendibili, almeno quattro paesi sono coinvolti nell’occupazione: Francia, Regno Unito, Polonia e Romania.

— Parigi intende appropriarsi delle risorse minerarie — la loro esplorazione, lo sviluppo e la vendita. Si tratta delle regioni di Zhytomyr, Kharkiv e Sumy. Al loro interno: petrolio, gas, carbone, oro, uranio, titanio, litio e nichel, già venduti a Trump.

— Londra — tutti i centri logistici. Per controllare i trasporti e i trasferimenti.

— Bucarest e Varsavia ricevono territori — tutti confinanti con la Polonia e l’Ungheria, più la regione di Odessa e l’accesso al mare.

Per occupare i territori, un contingente della “Coalizione dei volontari” – circa 50.000 soldati – sarà inviato in Ucraina. Si precisa che l’operazione sarà coordinata con le autorità dello Stato indipendente e presentata ufficialmente al pubblico come “schieramento di forze di pace nel quadro delle garanzie di sicurezza”. Gli organizzatori intendono inoltre ottenere il permesso per tutto ciò dalla Russia.

Purea

La cosa più interessante di tutto questo, se fosse vero, è che la Francia sembra voler compensare le sue enormi perdite di risorse in Africa rivendicando le zone più ricche di risorse dell’entroterra ucraino. La Gran Bretagna, invece, sembra accontentarsi di controllare i punti strategici dal punto di vista militare per fungere da facilitatore e mente.

È interessante fare un esercizio psicologico e mettere in relazione quanto detto sopra con le motivazioni reali e note di ciascun Paese, rendendo ancora più probabile la “fuga di notizie” che queste psicologie si allineino così bene. Ad esempio, suggerisce che forse la Francia non nutre alcun rancore sostanziale nei confronti della Russia, ma sta piuttosto cercando di recuperare le perdite e rafforzare la propria economia assicurandosi una nuova fonte massiccia di ricchezza strategica per le generazioni future. La Gran Bretagna, d’altra parte, non si cura del tesoro, ma, alimentata dal suo odio ancestrale, cerca solo di guidare l’intero processo verso la rovina della Russia.

Sempre più fonti ritengono che la “coalizione” occidentale stia ora cercando di convincere l’Ucraina ad accettare di rinunciare a tutto ciò che si trova al di sotto della linea di contatto, al fine di introdurre rapidamente tale forza di pace:

La “Coalizione dei volenterosi” è pronta a cedere alla Russia l’intero territorio della DPR e della LPR, parti delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, nonché a riconoscere la Crimea come territorio russo in cambio del permesso di introdurre un “contingente di pace” in Ucraina e della garanzia di non aggressione nei suoi confronti.

Queste informazioni sono state ottenute da hacker russi, riferisce Mash.

Non succederà mai. L’Occidente non regala mai nulla. C’è sempre un costo da pagare più avanti.

Ma come al solito, ciò ignora la maggior parte delle richieste russe, che non sono solo di natura territoriale, e quindi non ha alcuna possibilità di essere accettato. Inoltre, esperti come questo corrispondente di Bloomberg-Europe ora respingono apertamente le richieste relative alle “truppe” definendole fantasiose, e definiscono i governi francese e britannico in bancarotta ed “estremamente deboli”:

Da parte sua, Putin ha nuovamente commentato la proposta relativa alle truppe straniere in Ucraina, ribadendo che tali truppe sarebbero state oggetto di distruzione:

Un paio di ultime cose da notare:

Il conduttore della Fox News Jesse Waters ha avuto l’audacia di suggerire che il nuovo gasdotto russo Power of Siberia 2 – di cui abbiamo recentemente parlato e che reindirizza il gas destinato all’Europa verso la Cina – dovrebbe forse essere bombardato da “qualcuno”:

Questo è il problema derivante dalla mancanza di responsabilità del cosiddetto “ordine basato sulle regole”: crea un ambiente poco etico in cui il terrorismo aperto viene celebrato o scherzato, creando precedenti sempre più severi per le generazioni future. Un grave attacco terroristico può essere oggetto di battute da parte dei commentatori televisivi notturni, proprio come hanno scherzato sullo staccare la spina agli antivaccinisti o sul bombardare le persone di colore nei paesi del terzo mondo. Questo atteggiamento permissivo può sembrare insignificante, ma è al centro del decadimento morale e dell’irreversibile deterioramento ideologico dell’Occidente.

Parlando dei luminari esemplari dell’Occidente, ecco che la sempre erudita ed eloquente Kaja Kallas si permette di istruirci sui punti di forza e di debolezza della Russia e della Cina rispetto all’inimitabile Europa:

Quindi, i cinesi sono automi tecnologici ottusi e i russi sono intrallazzatori e manipolatori senza cervello. Viene da chiedersi come se la cava il suo paese natale, l’Estonia, in queste classifiche relative alla “tecnologia” e alle “scienze sociali”?

Nell’annunciare il nuovo Dipartimento della Guerra, Pete Hegseth va fino in fondo “Airstrip One”, dichiarando che il suo amore per la “pace” è ciò che alimenta la sua passione per la guerra:


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Capire la cultura strategica russa e la minaccia nucleare a basso rendimento_ di RAND

Capire la cultura strategica russa e la minaccia nucleare a basso rendimento

Mattias EkenKiran Suman-ChauhanBeatrice AubertPaul van Hooft

RicercaPubblicato il 17 agosto 2025

Cover: Understanding Russian strategic culture and the low-yield nuclear threat

Scaricare PDFPanoramica di una pagina

Questo rapporto esamina il modo in cui la cultura strategica russa modella la sua postura nucleare, con particolare attenzione alle armi nucleari non strategiche (NSNWs). Commissionato dal Ministero della Difesa britannico e dal Nuclear Deterrence Fund, lo studio si basa su analisi storiche, culturali e ideologiche per fornire una comprensione sfumata delle motivazioni alla base della dottrina e del processo decisionale nucleare della Russia. Attraverso la pianificazione di scenari e interviste ad esperti, il rapporto esplora i contesti in cui la Russia potrebbe prendere in considerazione l’uso di armi nucleari, soprattutto in relazione alla NATO e al conflitto in corso in Ucraina. I risultati rivelano che la cultura strategica della Russia è caratterizzata da una visione del mondo a somma zero, da un forte senso di vulnerabilità e da un affidamento sulla deterrenza nucleare per compensare le debolezze convenzionali percepite. Il rapporto sottolinea come questi fattori spingano la Russia a impegnarsi in segnali nucleari e a considerare l’escalation nucleare in determinate condizioni. Evidenzia inoltre le sfide che queste dinamiche pongono alla NATO, in particolare in termini di deterrenza, gestione dell’escalation e comunicazione. Lo studio fornisce spunti fondamentali per i responsabili politici che si occupano di sicurezza internazionale e di riduzione del rischio nucleare, raccomandando una maggiore attenzione alla comprensione della cultura strategica russa nell’ambito della pianificazione strategica della NATO. Vengono identificate aree per ulteriori ricerche, tra cui la divergenza tra le concezioni russe e della NATO sulle armi nucleari e le implicazioni per le strategie di deterrenza dell’Alleanza.

Risultati principali

La cultura strategica russa guida il processo decisionale nucleare

  • Il rapporto rileva che la cultura strategica della Russia – plasmata da fattori storici, culturali e ideologici – influenza profondamente le sue strategie militari e nucleari. Le caratteristiche principali includono una visione del mondo a somma zero, un persistente senso di vulnerabilità e narrazioni sulla sopravvivenza dello Stato. Queste caratteristiche sono alla base della fiducia della leadership russa nelle armi nucleari come strumenti essenziali per garantire la sicurezza nazionale e dissuadere gli avversari, soprattutto nel teatro europeo.

Gli scenari per l’uso russo delle NSNW dipendono dal contesto

  • Attraverso la pianificazione di scenari e le interviste ad esperti, lo studio dimostra che la Russia ha maggiori probabilità di prendere in considerazione l’uso di armi nucleari in situazioni in cui è in gioco la sopravvivenza del regime, ad esempio in risposta a gravi minacce convenzionali, ad attacchi informatici su larga scala o quando le opzioni convenzionali sembrano insufficienti per raggiungere gli obiettivi strategici. Tuttavia, il rapporto osserva che la Russia intraprenderebbe in genere importanti passi preventivi e di segnalazione prima di prendere in considerazione l’uso effettivo del nucleare, riflettendo sia la cautela che la preferenza per il controllo dell’escalation.

Implicazioni e sfide per la NATO e gli alleati

  • L’analisi evidenzia sfide significative per la NATO e gli alleati europei, in particolare la necessità di comprendere meglio la cultura strategica russa per informare un’efficace deterrenza e gestione delle crisi. Raccomanda di rafforzare la coesione dell’Alleanza, di migliorare le strategie di comunicazione e segnalazione e di dare priorità alla preparazione per una serie di potenziali percorsi di escalation. Il rapporto sottolinea che la ricerca e il dialogo in corso sulle culture strategiche sono fondamentali per mitigare i rischi di escalation e chiarire le concezioni divergenti delle minacce alla sicurezza nazionale tra Russia e Occidente.

Raccomandazioni

Il rapporto raccomanda alla NATO di:

  • Migliorare le comunicazioni coerenti e più chiare con la Russia per ridurre i rischi associati a percezioni errate e all’escalation.
  • Condurre esercitazioni regolari basate su potenziali percorsi di escalation russa, compresi scenari che coinvolgono capacità nucleari e convenzionali a doppio uso o mescolate, per migliorare la preparazione dell’Alleanza e la risposta alle crisi.
  • Rivedere e potenzialmente espandere gli accordi di condivisione nucleare della NATO, in particolare aumentando la partecipazione e le capacità europee, per colmare le lacune di deterrenza legate al considerevole arsenale nucleare non strategico della Russia.

Il piano generale di Putin per l’Artico russo e l’Estremo Oriente accelererà l’ascesa del Sud del mondo_di Andrew Korybko

Il piano generale di Putin per l’Artico russo e l’Estremo Oriente accelererà l’ascesa del Sud del mondo

Andrew Korybko8 settembre
 In calce la trascrizione integrale del discorso di Putin_Giuseppe Germinario
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Il risultato finale potrebbe essere la biforcazione del mondo in un “Occidente globale” guidato dagli Stati Uniti e un Sud globale guidato dalla Cina.

Putin ha illustrato il suo piano generale per l’Artico russo e l’Estremo Oriente durante il suo discorso programmatico al Forum economico orientale di quest’anno, tenutosi la scorsa settimana a Vladivostok. Questo articolo riassume quanto da lui esposto e lo analizza nel contesto geostrategico emergente. Innanzitutto, egli immagina che queste regioni fungano da centri industriali, logistici e tecnologici grazie alla loro posizione e alle loro risorse. Le materie prime alimenteranno l’industria; i fiumi e le nuove ferrovie, i porti marittimi e gli aeroporti faciliteranno la logistica; e le terre rare stimoleranno la tecnologia.

In futuro saranno costruite infrastrutture costiere rilevanti, che potrebbero essere alimentate da nuove centrali idroelettriche, e queste saranno collegate tra loro e alle zone dell’entroterra (giacimenti di risorse e insediamenti) da un sistema logistico integrato. Saranno costruiti anche altri ponti verso la Cina e la Corea del Nord. Le attuali politiche preferenziali per le imprese in alcune zone e per i residenti in determinate condizioni saranno estese a entrambe le regioni per stimolare gli investimenti e aumentare la popolazione locale.

Ridurre il deflusso della popolazione è una priorità, così come incoraggiare l’afflusso di russi provenienti da altre zone, cosa che un numero maggiore di imprese potrà favorire grazie alla semplificazione della politica statale dello scorso anno che prevede rimborsi sotto forma di detrazioni fiscali per chi continua a costruire infrastrutture sociali per i propri dipendenti in aree remote. La partnership pubblico-privata che Putin intende rafforzare può quindi accelerare lo sviluppo socio-economico regionale secondo il suo piano generale per l’Artico e l’Estremo Oriente.

Il contesto geostrategico emergente contribuirà al raggiungimento di questi obiettivi. Il centro dell’economia globale si è spostato dall’Europa all’Asia e, con esso, anche l’attenzione generale della Russia. Cina, India e ASEAN (con l’Indonesia al centro) sono considerati i principali partner della Russia in questo senso. Le ultime notizie sono che la Russia ha appena concluso un accordo a lungo negoziato sul gasdotto Power of Siberia 2; Putin ha in programma di visitare l’India entro la fine dell’anno; e la Russia ha concluso un accordo di partnership strategica con l’Indonesia all’inizio dell’estate.

Gli investimenti nel Corridoio Transartico (la Rotta del Mare del Nord più la prevista connettività ferroviaria fluviale dalla Siberia e dall’Estremo Oriente) e nel Poligono Orientale (la Ferrovia Transiberiana e la ferrovia Baikal-Amur Mainland) aiuteranno la Russia a sfruttare queste opportunità di mercato quasi illimitate. Idealmente, trarrebbe anche vantaggio dal commercio e dagli investimenti provenienti da Stati Uniti, Unione Europea, Giappone, Corea del Sud e Australia, ma questi pilastri del “mondo occidentale” hanno deciso di sanzionare la Russia come punizione per la sua speciale operazione.

Ciò è stato controproducente, poiché ora la Cina probabilmente svolgerà un ruolo ancora più importante nello sviluppo dell’Artico e dell’Estremo Oriente, soprattutto per quanto riguarda l’estrazione delle risorse, accelerando così la sua ascesa a superpotenza e affrettando la loro caduta. L’India e l’Indonesia possono aiutare la Russia a evitare in modo preventivo una dipendenza potenzialmente sproporzionata dalla Cina, il che è nell’interesse di tutti e tre i Paesi, mentre il “mondo occidentale” continuerà a danneggiare i propri interessi rinunciando a qualsiasi ruolo nell’equilibrio geoeconomico della Russia.

In assenza di un’inversione di rotta politica, anche solo parziale e da parte di alcuni paesi del “Global West” come il vicino Giappone e la Corea del Sud, l’attuazione del piano generale di Putin per l’Artico e l’Estremo Oriente fornirà un potente impulso all’ascesa dei paesi BRICS e della SCO, i cui membri cercano di trasformare la governance globale. La Cina aprirà la strada, mentre Russia, India e Indonesia svolgeranno importanti ruoli di supporto. Il risultato finale potrebbe essere la biforcazione del mondo in un “Occidente globale” guidato dagli Stati Uniti e un Sud globale guidato dalla Cina.

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Il potere dell’accordo sul gasdotto Siberia 2 segna il fallimento della grande strategia eurasiatica di Trump

Andrew Korybko4 settembre
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I segnali di escalation di Trump in Ucraina, la frattura indo-americana da lui provocata e la conseguente attenuazione del dilemma di sicurezza sino-indo-indiano hanno permesso alla Russia di concludere l’accordo Power of Siberia 2, negoziato da tempo.

La grande strategia eurasiatica di Trump ha cercato di scongiurare preventivamente la dipendenza potenzialmente sproporzionata della Russia dalla Cina, al fine di evitare che le sue risorse naturali potessero accelerare la traiettoria di superpotenza dell’unico rivale sistemico degli Stati Uniti. A tal fine, gli Stati Uniti hanno previsto di avviare una partnership strategica incentrata sulle risorse con la Russia alla fine del conflitto ucraino , confidando che questo obiettivo condiviso avrebbe incentivato Putin ad accettare significative concessioni territoriali e/o di sicurezza.

La riluttanza o l’incapacità di Trump di costringere Zelensky a fare una qualsiasi delle concessioni richieste da Putin, unitamente alla crescente riguardante Si parla di piani per dispiegare la NATO in Ucraina per indurre Putin a rinunciare al suo equilibrismo e a rivolgersi alla Cina. Il successo del loro accordo a lungo negoziato sul gasdotto Power of Siberia 2, che quasi raddoppierà le esportazioni di gas russo verso la Cina, portandole a circa 100 miliardi di metri cubi all’anno e a un prezzo inferiore a quello dell’UE, segna il fallimento della grande strategia eurasiatica di Trump.

Putin avrebbe potuto resistere più a lungo se Trump non avesse inavvertitamente catalizzato l’incipiente riavvicinamento sino-indo-indiano attraverso i suoi dazi ipocritamente punitivi , volti a ostacolare l’ascesa dell’India a Grande Potenza . Ciò ha spinto l’India a ricucire i suoi legami con la Cina, alleviando il dilemma di sicurezza che gli Stati Uniti stavano sfruttando per dividere et imperare. Questo, a sua volta, ha ridotto le preoccupazioni dell’India riguardo a una più stretta cooperazione energetica russo-cinese, che in precedenza temeva potesse portare la Russia a diventare il partner minore della Cina.

Non è mai stato dichiarato ufficialmente, ma osservatori attenti e coloro che hanno parlato con pensatori indiani sanno che l’India era preoccupata che la Cina potesse sfruttare la sua influenza sulla Russia per indurla a ridurre o interrompere le esportazioni militari verso l’India, dando così alla Cina un vantaggio cruciale nella loro disputa di confine. La frattura indo-americana indotta da Trump e il conseguente alleviamento del dilemma di sicurezza sino-indo-indiano hanno liberato la Russia per concludere l’accordo “Power of Siberia 2” senza il timore di spaventare l’India e di trascinarla tra le braccia degli Stati Uniti, creando così un’Eurasia divisa et impera.

La crescente convergenza tra BRICS e SCO , che mirano a riformare gradualmente la governance globale attraverso i loro sforzi complementari per accelerare i processi multipolari, è dovuta in gran parte all’adozione di entrambi da parte dell’India in risposta alle nuove minacce strategiche provenienti dagli Stati Uniti. La prima visita del Primo Ministro Narendra Modi in Cina in sette anni per partecipare al Summit dei leader della SCO, durante il quale ha tenuto un importante incontro bilaterale con il Presidente Xi Jinping, dovrebbe portare a una nuova normalità nei rapporti sino-indo-indiani.

Le radici delle tensioni non sono state risolte, ma la Russia si aspetta che ora saranno gestite meglio, motivo per cui ha concluso l’accordo con la Cina sul gasdotto Power of Siberia 2 subito dopo aver concluso che gli Stati Uniti non cercheranno di aiutarla a ottenere nulla di ciò che desidera dall’Ucraina. Per riassumere, Trump ha segnalato un’intenzione di escalation in Ucraina, secondo quanto riferito, mentre il quid pro quo per l’ accordo commerciale USA-UE e i successivi rapporti sino-indo-indiani sono migliorati mentre quelli indo-americani sono peggiorati, rendendo così il progetto Power of Siberia 2 politicamente possibile.

La politica estera di Trump nei confronti dell’Eurasia è quindi indiscutibilmente fallita. L’approccio errato del suo team nei confronti di Russia e India, che pretendeva troppo da loro, ha portato queste due potenze e la Cina a risolvere le loro divergenze , che sussistono tra loro a livello bilaterale ma anche nei loro rapporti con gli Stati Uniti, e di conseguenza ha accelerato i processi multipolari a scapito degli interessi unipolari degli Stati Uniti. Il Rubicone è stato chiaramente attraversato dopo quest’ultimo accordo sul gasdotto e nessuno può prevedere come reagiranno gli Stati Uniti.

L’instaurazione di legami diplomatici tra Armenia e Pakistan è parte di un più ampio gioco di potere

Andrew Korybko5 settembre
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Si tratta di dare una spinta al blocco emergente turco-azero-pakistano, concedendo a Islamabad l’accesso al TRIPP per agevolare gli scambi commerciali con la Turchia e l’Europa, al fine di consolidare l’influenza di questo blocco sull’Asia centrale.

I ministri degli Esteri armeno e pakistano hanno firmato un comunicato congiunto a margine del vertice della SCO a Tianjin, che ha stabilito relazioni diplomatiche. Il Pakistan è stato l’unico paese al mondo a non riconoscere l’Armenia in segno di solidarietà con l’Azerbaigian nel Karabakh. Conflitto . Ora che è stato risolto e che gli Stati Uniti, protettori del Pakistan, hanno convinto i due ex rivali ad accettare la “Trump Road for International Peace and Prosperity” (TRIPP) , che ha sostituito il ruolo della Russia, il Pakistan ha visto l’opportunità di riconoscere l’Armenia.

Ciò non viene fatto come prerequisito per i colloqui di libero scambio con l’Unione Economica Eurasiatica a guida russa, di cui fa parte l’Armenia e alla cui guida il Pakistan si è recentemente avvicinato . Dopotutto, il Primo Ministro Nikol Pashinyan ha confermato le speculazioni di lunga data a fine agosto secondo cui l’Armenia potrebbe ritirarsi da quel blocco con l’avvicinarsi all’UE, quindi non è questo a guidare la politica pakistana. Piuttosto, si tratta di parte di un più ampio gioco di potere in Asia centrale, sebbene mascherato dalla rivalità con l’India.

La ripresa delle ostilità su larga scala tra Armenia e Azerbaigian alla fine del 2020 ha avuto la conseguenza indesiderata di estendere la rivalità tra India e Pakistan al Caucaso meridionale. Il Pakistan ha esteso il suo sostegno politico (e, a quanto si dice, anche militare ) all’Azerbaigian per la ragione sopra menzionata, mentre l’India ha fatto lo stesso con l’Armenia come contrappeso al blocco emergente turco-azero-pakistano. Le vendite di armi dell’India all’Armenia hanno poi continuato a crescere fino al punto in cui l’India è diventata il principale fornitore di armi dell’Armenia .

Questi acquisti non sono stati motivati ​​solo da considerazioni di sicurezza militare nei confronti dell’Azerbaigian, ma anche da considerazioni politiche relative alla diversificazione dell’Armenia dalla sua precedente dipendenza dalle attrezzature russe. Il corridoio TRIPP mediato dagli Stati Uniti, la conseguente de-escalation delle tensioni tra Armenia e Azerbaigian e il nuovo consolidamento dei rapporti diplomatici tra Armenia e Pakistan potrebbero presto portare a una riduzione delle importazioni indiane, il che verrebbe prevedibilmente presentato dall’emergente blocco turco-azero-pakistano come una vittoria sull’India.

La verità, però, è che l’espansione della rivalità indo-pakistana al Caucaso meridionale non ha mai avuto molta influenza sugli eventi regionali. Il fattore più importante non sono stati di gran lunga i crescenti legami con Armenia e Azerbaigian, rispettivamente, ma l’andamento della rivalità russo-americana, che alla fine ha portato a battute d’arresto per la prima e a guadagni per la seconda. Il risultato è stato che l’Armenia, che nel frattempo è diventata un protettorato azero-turco, è diventata disponibile a stabilire relazioni diplomatiche con il Pakistan.

Sebbene questo possa essere presentato al pubblico armeno come un’apertura a nuovi mercati, la leadership si sta effettivamente muovendo in questa direzione per dare una spinta al nascente blocco turco-azero-pakistano, concedendo a Islamabad l’accesso al TRIPP per facilitare gli scambi commerciali con la Turchia e l’Europa. Se i tentativi della Cina di mediare un riavvicinamento tra Afghanistan e Pakistan dovessero avere successo, cosa che potrebbe non accadere , le esportazioni pakistane potrebbero transitare da lì verso il Turkmenistan e attraverso il Mar Caspio verso l’Azerbaigian, il TRIPP e oltre.

Pertanto, mentre l’emergente blocco turco-azero-pakistano potrebbe enfatizzare la battuta d’arresto simbolica per l’India rappresentata dall’instaurazione di relazioni diplomatiche armeno-pakistane, ciò rappresenterebbe solo una distrazione dal più ampio gioco di potere in atto lungo l’intera periferia meridionale della Russia. Un nuovo centro di influenza si sta formando lì sotto gli occhi del mondo con il pieno sostegno degli Stati Uniti, il che potrebbe minare gravemente gli interessi geostrategici comuni di Russia, India e Iran in questo spazio se non verrà tenuto sotto controllo.

L’assassinio del principale fascista ucraino Andrey Parubiy potrebbe essere stato un lavoro interno

Andrew Korybko1 settembre
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Sebbene fosse un nemico della Russia e molte persone importanti probabilmente lo volevano morto da tempo, eliminarlo adesso potrebbe impedire un complotto speculativo statunitense e/o intra-fascista per sostituire Zelensky.

L’assassinio pubblico del principale fascista ucraino Andrej Parubij ha spinto molti a puntare il dito contro la Russia, e non senza una buona ragione. Era notoriamente implicato nella provocazione dei cecchini di Maidan al culmine della Rivoluzione Colorata del 2014, nell’incendio del sindacato di Odessa poco dopo e nello scoppio dell’allora guerra civile ucraina nel Donbass, attraverso il suo breve ruolo di Segretario del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale. Parubij era quindi un nemico della Russia e molti lì probabilmente lo volevano morto da tempo.

Allo stesso tempo, tuttavia, l’analista politica di RT Nadezhda Romanenko ha avanzato una convincente contro-opinione, sostenendo che il suo assassinio sia stato in realtà un’operazione interna. Secondo lei , l’esperienza di Parubiy nella co-organizzazione di EuroMaidan e la sua alleanza con l’ex presidente Petro Poroshenko lo hanno reso un nemico naturale di Zelensky, che teme di essere rovesciato. Conosce anche troppi segreti sull’Ucraina post-Maidan, quindi vederli portare tutti nella tomba riempirebbe di sollievo molti cospiratori.

Si tratta di punti validi che non dovrebbero essere liquidati come una “teoria del complotto”. Dopotutto, un neonazista ucraino ha assassinato il principale “nazionalista linguistico” del Paese nel luglio 2024 a causa di un presunto affronto ideologico, cosa che, curiosamente, è accaduta a Leopoli, proprio come l’assassinio di Parubij. Quella città è un focolaio del fascismo ucraino, dove è noto che diverse fazioni si combattono occasionalmente. Pertanto, in teoria, non sarebbe troppo difficile per la cricca di Zelensky sferrare un attacco contro Parubij proprio lì.

Allo stesso modo, una fazione fascista rivale potrebbe averlo semplicemente eliminato per motivi ideologici o commerciali, rendendo così difficile stabilire chi ne sia il responsabile. Sebbene il suo presunto assassino sia stato arrestato meno di 48 ore dopo l’assassinio, qualsiasi potenziale affermazione da parte di quell’individuo di essere stato assunto dalla Russia dovrebbe essere trattata con il massimo scetticismo, a causa dell’uso della tortura da parte dell’Ucraina per estorcere confessioni “politicamente convenienti”.

Indipendentemente da chi abbia ordinato l’assassinio di Parubiy e perché, il fatto è che un importante ideologo fascista è stato appena rimosso dalla scena politica del Paese. Inoltre, era un alleato di lunga data e molto stretto di Poroshenko, uno dei principali rivali di Zelensky. Se a questo si aggiunge la sua esperienza come co-organizzatore di EuroMaidan, è chiaro che la sua eliminazione avrà sicuramente un impatto politico in patria. Questo avviene un mese dopo che il Servizio di Intelligence Estero russo ha riferito che gli Stati Uniti stanno cercando di sostituire Zelensky.

Le proteste di breve durata scoppiate durante l’estate dopo il tentativo del governo di neutralizzare le istituzioni anticorruzione potrebbero aver spaventato Zelensky o qualcuno a lui vicino, facendogli temere che Poroshenko potesse presto usare Parubiy per co-organizzare un altro Maidan. Non è quindi cospiratorio ipotizzare che lui, o uno dei suoi alleati, senza che lui ne fosse a conoscenza, abbia ingaggiato fascisti locali a Leopoli per uccidere Parubiy. Questa paranoia potrebbe quindi aver portato al suo assassinio.

Dal punto di vista russo, l’assassinio di Parubij è agrodolce, poiché era un nemico che molti probabilmente volevano morto da tempo, ma la sua morte in questo momento potrebbe ostacolare un presunto complotto statunitense e/o intra-fascista per sostituire Zelensky. Di conseguenza, la Russia lo avrebbe probabilmente assassinato prima che tutti questi intrighi politici si sviluppassero a Kiev o qualche tempo dopo la sua stabilizzazione, se davvero lo avesse avuto nel mirino, mettendo così in dubbio la teoria che ne fosse responsabile e dando credito all’ipotesi che si sia trattato di un’operazione interna.

Sessione plenaria del 10° Forum economico orientale

Vladimir Putin ha partecipato al 10° Forum economico orientale.

5 settembre 2025

10:00

Isola Russky, Territorio di Primorye

Sessione plenaria del 10° Forum economico orientale

Nel 2025 il Forum si tiene sotto il motto “L’ Estremo Oriente: Cooperazione per la pace e prosperità” 

Alla sessione plenaria hanno partecipato il Primo Ministro della Repubblica Democratica Popolare del Laos Sonexay Siphandone, Primo Ministro della Mongolia Gombojav Zandanshatar e il Vice Presidente del Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo Li Hongzhong. Il giorno precedente, il Presidente ha avuto incontri bilaterali con ciascuno dei tre funzionari.

* * *

La moderatrice della sessione plenaria Maria Rybakova: Signor Putin, onorevoli ospiti, buon pomeriggio.

Porto anche i miei saluti ai partecipanti al forum, al pubblico e ai mattinieri della parte occidentale del nostro Paese che si sono svegliati per assistere alla nostra sessione plenaria.

I nostri ospiti d’onore rilasceranno presto le loro dichiarazioni. Ma prima, se non le dispiace, signor Putin, vorrei rubarle i riflettori per un momento. Solo un paio di minuti per dire qualche parola di spiegazione.

Devo dirlo subito: Non sono un economista. Sono un conduttore di telegiornali con una formazione giuridica che vive a Mosca. In breve, sono orientato verso le materie umanistiche. Ma vado anche spesso a fare shopping e sono una persona che presta attenzione ai prezzi, che francamente a volte mi sorprendono. Di economia ne so davvero poco, e sai, a volte quando cerchi risposte, vai su una piattaforma video – che, come sai, ora funziona un po lentamente in Russia – e lì gli economisti ti dicono che va tutto male: l’inflazione è in aumento e il bilancio è stato portato al limite. Poi vai su un’altra piattaforma, e lì altri economisti ti dicono che va tutto bene, che tutto è fantastico, che ci sono passi avanti, che batteremo tutti, e così via.

Come qualsiasi altro cittadino russo, ho una domanda: Signor Putin, di quale di questi economisti dobbiamo fidarci?

Presidente della Russia Vladimir Putin: Sa, ho già risposto a domande di questo tipo. Non prendete nessuno sulla parola. La verità è che dovreste procedere in base alla vostra esperienza , piuttosto che cercare le opinioni di coloro che amano dare voce alle loro opinioni online. Vi suggerisco invece di consultare le opinioni degli esperti se volete veramente arrivare all essenza della questione che vi interessa. Non sto dicendo nulla di rivoluzionario.

Ma anche tra gli specialisti le opinioni divergono. Le questioni che avete sollevato sembrano semplici solo in superficie. Prendiamo ad esempio i prezzi. L’aumento dei prezzi è essenzialmente inflazione. La Banca Centrale sta lavorando per frenare questa inflazione e riportarla al ben noto e necessario obiettivo di non più del 4-5%. Ma questo richiede di mantenere alto il tasso di riferimento, il che solleva preoccupazioni per coloro che sono impegnati nella produzione reale. Molte persone qui in questa sala diranno senza dubbio: “Questo è inaccettabile, è impossibile, il tasso di riferimento deve essere fortemente ridotto”. Ma se questo accadrà, i prezzi non potranno che aumentare ulteriormente.

Quindi l’unica cosa che posso dire è questa: Voglio assicurarvi che le autorità finanziarie russe – il Governo della Federazione Russa e la Banca Centrale – stanno agendo con professionalità. Abbiamo sempre, e voglio sottolinearlo, sempre proceduto dal principio che una politica macroeconomica stabile è la base per lo sviluppo dell’economia russa e, di conseguenza, della sfera sociale . Abbiamo perseguito questa strada per molti anni, almeno un decennio e mezzo, e ha sempre dato risultati positivi, creando le condizioni perché il Paese potesse andare avanti. Sono fiducioso che sarà così anche in futuro.

Maria Rybakova: Grazie mille.

Forse la mia introduzione è stata un po’ dispersiva, ma il punto principale che volevo fare è questo: oggi vorrei che si parlasse di economia non in termini astratti e altisonanti , non di economia istituzionale, ma dell’economia che interessa alla gente comune di Vladivostok, a una famiglia tipo. Questo è il tipo di economia che interessa me e le persone come me.

Lasciatemi spiegare brevemente come procederemo, quale sarà il formato. Credo che tutti i presenti di lo conoscano. Innanzitutto, ci sarà la parte ufficiale, con gli interventi dei nostri illustri ospiti, tra cui il Presidente Putin. Dopodiché passeremo alla sessione di domande e risposte. Spero vivamente che si tratti di una vera discussione. Non sono sicuro di come si svolgerà, perché non è facile discutere con il Presidente Putin, ma farò del mio meglio.

Darei ora la parola al presidente del Paese che ospita questo forum . Signor Putin, a lei la parola.

Vladimir Putin: Signor Sonexay Siphandone, signor Zandanshatar, signor Li Hongzhong, signore e signori,

Consentitemi innanzitutto di rivolgermi alla parte russa del pubblico. Vi chiedo di porgere un caloroso benvenuto a tutti i nostri ospiti internazionali. Da parte mia, desidero esprimere la mia gratitudine ai colleghi stranieri per essere venuti qui, aver mostrato interesse a lavorare con noi e aver dedicato il loro tempo prezioso a questo forum.

La Russia e Vladivostok ospitano ancora una volta i partecipanti e gli ospiti del Forum economico orientale , con rappresentanti di oltre settanta Paesi di tutto il mondo.

Quest’anno, il forum si tiene per la decima volta. Ricordo che l’idea di istituirlo ha coinciso con l’avvio di una nuova fase nello sviluppo dell’Estremo Oriente russo. Questo grande impegno è volto a creare ampie opportunità per i cittadini, per i giovani e soprattutto per le imprese, per sbloccare pienamente il potenziale di risorse, industriale e logistico di questa regione strategicamente importante della Russia e per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti.

Il forum odierno per l’anniversario non è solo un’occasione per fare il punto sugli sforzi congiunti di enti governativi, imprenditori e organizzazioni pubbliche, ma anche per delineare i prossimi passi – i nostri piani a lungo termine per l’Estremo Oriente. Questi piani riguardano il rafforzamento del ruolo di sia nell’economia nazionale russa sia nelle relazioni internazionali , soprattutto nella regione Asia-Pacifico in rapida crescita.

Come sapete , lo sviluppo dell’Estremo Oriente e della Siberia è stato designato come priorità nazionale della Russia per tutto il 21° secolo. Questo è stato annunciato nel Discorso all’Assemblea federale alla fine del 2013.

Successivamente, il quadro giuridico è stato formato e aggiornato, ed è stata introdotta un’intera gamma di strumenti a sostegno delle imprese, tra cui le zone economiche speciali avanzate, il  porto franco di Vladivostok, accordi preferenziali per le isole Curili e l’istituzione di un distretto amministrativo speciale sull’isola Russky .

Sono stati avviati piani ambiziosi per rafforzare le infrastrutture di trasporto, energia e servizi . Sono state prese decisioni per sostenere la costruzione di alloggi, la ristrutturazione di e lo sviluppo di strutture sociali: scuole, asili, cliniche e ospedali e complessi sportivi.

Tutte queste misure sono riunite nel Programma di Stato su larga scala per lo sviluppo dell’Estremo Oriente. Il programma fissa obiettivi ambiziosi per l’accelerazione della crescita economica e tecnologica e per il miglioramento del benessere della popolazione di regioni dell’Estremo Oriente della Federazione Russa.

Questi sforzi di stanno dando risultati. Negli ultimi anni, l’Estremo Oriente ha conquistato una posizione di leadership in molti indicatori chiave, in primo luogo quelli economici, superando i tassi di crescita complessiva della Russia.

Negli ultimi 10 anni, il prodotto regionale lordo dell’Estremo Oriente è aumentato di oltre 2,5 volte, passando da 4 mila miliardi di rubli a 11 mila miliardi.

Durante questo periodo, 20 mila miliardi di rubli sono stati investiti nel capitale fisso di aziende e imprese dell’Estremo Oriente . Un quarto di questa cifra è stato destinato a progetti con il sostegno dello Stato in settori quali l’estrazione mineraria, la chimica del petrolio e del gas, la costruzione di e altri.

Permettetemi di nominare le regioni leader in termini di investimenti di capitale fisso in questi 10 anni: Yakutia, con 4,5 trilioni di rubli, Regione dell’Amur, con 4 trilioni di rubli, e Regione di Sakhalin, con 2,6 trilioni di rubli. Insieme, queste tre regioni rappresentano il 55% di tutti gli investimenti nel Distretto Federale dell’Estremo Oriente.

La dinamica degli investimenti nelle regioni dell’Estremo Oriente è tale che, in termini reali, loro volume lo scorso anno è stato doppio rispetto a 10 anni fa. Per fare un paragone, in tutta la Russia di la cifra è stata di 1,5 volte superiore. Anche questo è un buon risultato. Ma l’Estremo Oriente ha comunque fatto meglio.

Per persona, gli investimenti in Estremo Oriente sono oggi il doppio della media nazionale .

Cosa significa questo? Significa che non solo si sta formando una base industriale moderna, ma in realtà sta emergendo una nuova mappa industriale della regione. Sono già apparsi migliaia di nuovi punti di crescita, tra cui imprese di livello mondiale come l’impianto minerario e di lavorazione Baimsky in Chukotka, il progetto Udokan Copper nel Territorio Trans-Baikal, l’impianto di lavorazione del gas e il complesso petrolchimico nella Regione dell’Amur, la Nakhodka e il complesso petrolchimico nella Regione dell’Amur; impianto di trattamento del gas e complesso petrolchimico nella Regione dell’Amur, l’impianto di fertilizzanti minerali di Nakhodka, il complesso navale Zvezda nella Primorye, l’impianto idrometallurgico nel Territorio di Khabarovsk e molti altri.

La crescita delle attività commerciali e imprenditoriali, insieme all’espansione delle opportunità economiche in Estremo Oriente, costituisce la base per il futuro sviluppo della regione. È importante mantenere un progresso costante nei settori tradizionali , nelle aree che sono già in crescita, sviluppare le infrastrutture e i collegamenti logistici, garantire forniture affidabili di ed energia pulita a prezzi accessibili e, naturalmente, le risorse.

I devo anche notare che la base di risorse dell’Estremo Oriente e l’estrazione di minerali sono in espansione. Nell’ultimo decennio, la produzione di carbone e oro nella regione è cresciuta di quasi 1,7 volte. Ciò è stato reso possibile in parte dal principio dichiarativo della concessione di licenze per il sottosuolo, che ha permesso un maggiore coinvolgimento di capitali privati nell’esplorazione geologica, aumentando in modo significativo il  numero di giacimenti di recente scoperta, tra cui alcuni importanti come il giacimento d’oro e di rame Lugokan nel Territorio del Trans-Baikal e il giacimento d’oro e d’argento Roman in Yakutia.

Parlerò separatamente della questione dei metalli delle terre rare, utilizzati nell’industria high-tech, nella costruzione di strumenti, nella tecnologia nucleare, nell’elettronica e in altri settori.

Queste risorse sono spesso accumulate in discariche durante lo sviluppo di giacimenti, anche qui in Estremo Oriente. Esiste un sistema di registrazione di queste risorse. Possono essere estratte e utilizzate efficacemente con lo sviluppo di nuove tecnologie. Ho parlato del lancio di questi programmi al Forum economico internazionale di San Pietroburgo.

Al tempo stesso, dovremmo rivedere regolarmente questi preziosi componenti lungo tutta la catena di produzione, anche nella fase di ritrattamento e esportazione sotto forma di concentrati. Inoltre, dobbiamo introdurre tecnologie avanzate per l’arricchimento e la lavorazione dei minerali rari e delle terre rare. Dobbiamo anche incoraggiare la domanda di essi presso nuovi impianti industriali in Russia.

Alcuni mesi fa, a febbraio, abbiamo concordato di approvare un piano a lungo termine per lo sviluppo dell’industria dei metalli delle terre rare. Vorrei che il governo della Federazione Russa lo facesse entro novembre di quest’anno.

Poi, alla vigilia di questa sessione plenaria, si è tenuto un incontro sullo sviluppo del complesso energetico dell Estremo Oriente . Molti di voi ne hanno probabilmente preso nota . È chiaro che la domanda di elettricità nella regione aumenterà con lo sviluppo dell’economia e della sfera sociale. Di conseguenza, dobbiamo pianificare la costruzione di impianti energetici in modo che soddisfino la crescente domanda delle imprese, delle città e dei villaggi, e della popolazione. L’attenzione è rivolta all’espansione della produzione di gas e di carbone moderno, nonché all’utilizzo dell’enorme potenziale della produzione di energia idroelettrica sul sito .

Le centrali idroelettriche sui fiumi dell’Estremo Oriente sono una fonte di energia elettrica a basso impatto, e è necessario costruirne di nuove. La loro costruzione implica soluzioni ingegneristiche e tecnologiche moderne e la nostra azienda leader in questo campo, RusHydro, ha l’esperienza e le basi necessarie. Tuttavia, è ovvio che lo sviluppo della generazione di energia idroelettrica richiede importanti investimenti .

Sono state emanate le relative istruzioni. Spero che il Governo e i colleghi delle regioni continuino a prestare particolare attenzione allo sviluppo delle piccole e grandi centrali idroelettriche. Vorrei sottolineare che non stiamo parlando solo dell’aspetto economico. L’uso responsabile dell’acqua, il mantenimento del deflusso perenne e la prevenzione delle alluvioni sono parti integranti dello sviluppo della produzione di energia idroelettrica che hanno un impatto diretto sull’ambiente, sull’agricoltura e sulla sicurezza delle città e dei paesi.

I fiumi in Estremo Oriente sono anche arterie di trasporto naturali che collegano i territori di e assicurano le consegne a città e paesi nel quadro delle forniture del Nord.

In questo contesto di , un argomento a parte è la logistica. Negli ultimi anni, il carico sul sistema di trasporto dell’Estremo Oriente è cresciuto in modo significativo. I legami della regione con l’estero si stanno rafforzando. Tutto ciò richiede il potenziamento delle arterie stradali e ferroviarie, l’espansione dei porti marittimi e la creazione di moderni hub di trasporto con magazzini automatizzati ed elaborazione digitale dei carichi .

Continueremo a modernizzare la rete ferroviaria orientale – la BAM e la Transiberiana. Entro il 2032, la loro capacità di trasporto dovrebbe essere una volta e mezza superiore a quella dell’inizio di quest’anno.

Sarà inoltre necessario espandere ulteriormente i collegamenti ferroviari con i porti marittimi dell’Estremo Oriente, che si stanno sviluppando in modo dinamico, soprattutto grazie agli investimenti privati . Negli ultimi 10 anni, la capacità portuale della regione è effettivamente raddoppiata. Oggi è di quasi 380 milioni di tonnellate di merci all’anno.

Secondo l’attuale progetto federale, la capacità dei porti dell’Estremo Oriente dovrebbe aumentare di altri 115 milioni di tonnellate di merci all’anno entro il 2030.

Nell’Estremo Oriente sono già stati costruiti ponti di trasporto verso la Cina: il Nizhne-Leninskoye-Tongjiang e il Blagoveshchensk-Heihe. I piani prevedono anche la costruzione di nuovi ponti , tra cui uno verso la Repubblica Popolare Democratica di Corea attraverso il fiume Tumannaya, la cui apertura è prevista per l’anno prossimo. È essenziale sviluppare attivamente i trasporti e gli hub logistici nelle vicinanze di questi ponti per sfruttare appieno la loro capacità. Inoltre, i valichi di frontiera sono in fase di ammodernamento . Anche questo compito è stato fissato, poiché è di notevole importanza: una sola arteria di trasporto non è sufficiente, e è necessaria un’adeguata logistica amministrativa .

Vorrei anche aggiungere che gli aeroporti di ogni regione dell’Estremo Oriente sono in fase di potenziamento. Essi ora gestiscono più di 14 milioni di passeggeri all anno, compresi i turisti, che visitano sempre più spesso questi luoghi straordinari e bellissimi.

In questo contesto , vorrei notare l’iniziativa di VEB.RF. Sono stati preparati piani generali per lo sviluppo di dodici nuovi resort per tutte le stagioni in Primorye, Sakhalin e Kamchatka. Ciò consentirà di raddoppiare il numero di turisti che visiteranno queste regioni nei prossimi dieci anni.

I vorrei anche evidenziare sviluppi di rilievo come il ripristino dei voli tra Vladivostok e Pyongyang dopo la  COVID-19, nonché il lancio di servizi aerei diretti tra le capitali della Russia e della Repubblica Popolare Democratica di Corea. Il volo su questa rotta è stato effettuato alla fine di luglio. Un mese prima sono stati ripresi i servizi ferroviari diretti tra Mosca e Pyongyang . Sono fiducioso che queste misure contribuiranno all’ulteriore avvicinamento dei nostri Paesi e alla creazione di legami più forti.

Di certo, un argomento particolarmente significativo per l’Estremo Oriente, per tutto il nostro Paese e per l’intero continente eurasiatico è lo sviluppo del Corridoio di Trasporto Trans-Artico . Si snoda da San Pietroburgo attraverso Murmansk, Arkhangelsk, e la Via del Mare del Nord, fino a Vladivostok.

Vediamo che l’interesse per questa rotta sta crescendo, sia da parte delle compagnie russe che operano nell Artico, sia da parte dei vettori stranieri. E non si tratta solo di singole spedizioni una tantum, ma di formare una base di carico stabile.

Svilupperemo il Corridoio trans-artico.

Spesso parliamo della Northern Sea Route. Ma se avete notato, ho detto espressamente – e continuo a dire – Corridoio trans-artico, perché abbiamo concluso che dobbiamo operare su una scala più ampia, e che questa arteria deve funzionare come parte di un sistema complesso con tutti i territori adiacenti alla Rotta del Mare del Nord e le loro capacità; che questa arteria deve funzionare come parte di un sistema complesso con tutti i territori adiacenti alla rotta del Mare del Nord e le loro capacità.

Questo è quindi un sistema completo che dovrebbe integrare il trasporto marittimo, ferroviario e stradale. Ci permetterà di utilizzare il potenziale dei nostri fiumi più grandi, come l’Ob, lo Yenisei e il Lena. Tutto deve funzionare come un unico sistema unificato.

Il nostro compito non è solo quello di stabilire rotte marittime affidabili e sicure nell’Artico e consentire il funzionamento tutto l’anno del Corridoio Trans-Artico. C’è anche un lavoro, come dicono , a terra: sviluppare le comunicazioni e la navigazione, i sistemi di assistenza alle navi, e le infrastrutture di emergenza e soccorso. E, naturalmente, questo include la modernizzazione dei porti marittimi nell’Artico e nell’Estremo Oriente.

Incidentalmente, proprio ieri, è stato inaugurato l’ hub multimodale Artyom, nel Territorio di Primorye . L’hub gestisce i container in arrivo sia dall’estero sia dalle regioni russe e si prevede che migliorerà l’efficienza delle consegne delle forniture del nord.

È molto importante che nel nostro Paese si sviluppino analoghi e moderni centri di trasporto e logistica, che ce ne siano sempre di più e che la consegna e la movimentazione delle merci diventino più veloci ed efficienti. E vorrei sottolineare che è proprio in questi punti, negli hub logistici, che dovrebbero essere applicate tecnologie avanzate, compresi i sistemi senza pilota.

Infine, il Corridoio trans-artico deve operare principalmente nell interesse dell’economia nazionale e delle nostre regioni dell’Estremo Oriente, della Siberia e dell’Artico, tenendo conto della cooperazione tra di esse e aprendo nuove opportunità di business. A questo proposito, vorrei sottolineare due direzioni di sviluppo potenzialmente significative.

In primo luogo, la creazione di moderni centri di costruzione navale. Dovrebbero essere in grado di produrre l’intera gamma di navi necessarie per la rotta, dai rimorchiatori e le navi da rifornimento alle navi portarinfuse e alle navi gasiere di classe ghiaccio, oltre ai rompighiaccio ultrapotenti .

In secondo luogo, per aumentare l’efficienza e la resilienza del corridoio trans-artico, dobbiamo fornire un accesso diretto alle merci dalla Siberia e dagli Urali alle rotte marittime dell’Artico .

Chiedo ai miei colleghi del Governo e del Consiglio marittimo russo di valutare la fattibilità di queste proposte e fornire le loro raccomandazioni.

All’epoca, i meccanismi che erano avanzati e innovativi per il nostro Paese, come le aree di sviluppo prioritario (PDA), hanno dato un forte impulso alla crescita economica e all’iniziativa privata in Estremo Oriente.

Come ricorderete, la legge sui PDA è stata adottata alla fine del 2014 e il meccanismo è stato avviato nel 2015. L’obiettivo era creare un ambiente veramente competitivo a livello globale per fare affari nell’Estremo Oriente russo. Pertanto, abbiamo sviluppato accordi PDA basati sulle migliori pratiche commerciali e sul clima degli investimenti, anche dalla regione Asia-Pacifico.

Quali vantaggi offre oggi questo meccanismo ? I nostri colleghi li conoscono bene in generale, ma vorrei che li ripercorresse per i nostri ospiti. Si tratta, innanzitutto, di bassi tassi di premio assicurativo (7,6% per 10 anni). L’imposta federale sulle entrate sarà pari a zero per cinque anni . L’imposta regionale sulle entrate sarà compresa tra lo zero e il cinque per cento nei primi cinque anni e il dieci per cento nei cinque anni successivi. È prevista un’aliquota fiscale agevolata sull’estrazione dei minerali. Inoltre, le PDA prevedono una zona doganale franca, nonché il rimborso di una parte delle spese per la costruzione di infrastrutture e l’erogazione di prestiti a tasso agevolato alle imprese.

La ragione per cui mi sto soffermando sui termini PDA in modo così dettagliato è perché sono unici per gli affari, e non solo nel nostro Paese, ma anche in molti altri Paesi del mondo, per i nostri colleghi e amici di altri Paesi.

I PDA hanno dimostrato la loro efficacia . Hanno contribuito a lanciare numerosi progetti di investimento, supportano sistematicamente gli imprenditori e le aziende nella fase più importante durante la costruzione, l’impostazione del ciclo produttivo e il raggiungimento della capacità di progettazione . In Estremo Oriente, sono state create 18 PDA che impiegano oltre 300 residenti, che hanno investito quasi quattro trilioni di rubli e creato 95.000 nuovi posti di lavoro . Il governo ha preso diverse decisioni per espandere i confini di specifiche PDA per accogliere nuovi progetti.

Sulla base delle esperienze di successo esistenti, propongo a di fare un passo radicale e, come si dice, senza soluzione di continuità, mantenendo inalterati i termini e le condizioni per  gli investitori esistenti, di lanciare un unico regime preferenziale per gli affari in tutto, sottolineo tutto, l’Estremo Oriente russo e l’Artico. Questo lavoro deve iniziare il 1° gennaio 2027.

Il compito è quello di semplificare l’uso delle misure di sostegno per gli imprenditori, le aziende e i loro nuovi progetti. In altre parole, gli investitori dovrebbero avere accesso agli incentivi ovunque portino i loro soldi, in ogni regione, città e paese dell’Estremo Oriente o dell’Artico.

Tengo a precisare che il lancio del regime unico preferenziale manterrà tutte le condizioni estese agli investitori nelle aree prioritarie di sviluppo . Non devono preoccuparsi che qualcosa venga cambiato spontaneamente. Questo riguarda anche i residenti delle aree di sviluppo prioritarie internazionali . Questo strumento prevede privilegi ancora più a lungo termine in materia di imposta sugli utili e la cosiddetta clausola di non ritorno – non tutti nella sala sanno cosa sia, quindi spiegherò questo termine. Questa clausola preclude qualsiasi modifica delle condizioni di operatività fino a 15 anni e prevede un approccio individuale e un sostegno per ogni investitore, comprese le società straniere.

Il quadro giuridico è pronto e le aree prioritarie di sviluppo internazionale inizieranno a operare nel Territorio di Transbaikal, nella Regione dell’Amur, nella Regione Autonoma Ebraica e nei territori di Khabarovsk e Primorye il 1° gennaio 2026. Invitiamo tutti i partner interessati a approfittare di questa opportunità .

Per quanto riguarda il regime preferenziale unico per l’Estremo Oriente, vorrei dire questo: la lista degli incentivi, i loro parametri precisi, le scadenze e il focus del settore saranno determinati dal Governo insieme ai colleghi delle entità dell’Estremo Oriente della Federazione. Ma ci sono alcune questioni fondamentali che vorrei sottolineare.

Utilizzando i risultati ottenuti nelle industrie minerarie e di trasformazione e le solide infrastrutture, dobbiamo avviare una nuova fase di sviluppo in Estremo Oriente, plasmando un’economia del futuro, migliorando radicalmente le condizioni di vita nelle città e nei paesi, formando professionisti richiesti e lanciando progetti ad alta tecnologia; Estremo Oriente, plasmando un’economia del futuro, migliorando radicalmente le condizioni di vita nelle città e nei paesi, formando professionisti richiesti e lanciando progetti ad alta tecnologia . Questa è l’essenza della nuova fase. Dobbiamo trasformare l’intero territorio dell’Estremo Oriente in un hub per progetti ad alta tecnologia. Si tratta di un vasto territorio con una scarsa popolazione e grandi aree dove le persone possono essere impiegate. Dobbiamo utilizzare metodi moderni per lo sviluppo di questo territorio.

Sono già stati avviati progetti nazionali per garantire la leadership tecnologica del Paese. Sulla base di ciascuno di essi, incarico il Governo di preparare e approvare un adeguato programma di sviluppo per l’Estremo Oriente e l’Artico entro la fine dell’anno.

Per una svolta tecnologica, è necessario un approccio veramente coraggioso alla regolamentazione e al quadro giuridico delle operazioni commerciali. Questi devono dare il via libera all’innovazione, stimolare lo sviluppo di soluzioni all’avanguardia e facilitarne l’implementazione nella produzione pilota e successivamente in serie, oltre che nella sfera sociale e nella vita quotidiana.

Per esempio, a Sakhalin è già in vigore un regime giuridico sperimentale. consente la sperimentazione accelerata di tecnologie senza pilota. Chiedo al Governo di creare le condizioni per una loro applicazione diffusa nei terreni agricoli, nella protezione dell’ambiente e nella gestione delle risorse naturali e nei siti industriali e logistici. Perché la tecnologia senza pilota non dovrebbe essere sviluppata in queste aree? Non ci sono i rischi che potrebbe correre nelle regioni densamente popolate del Paese. Inoltre, la vita stessa richiede l’uso di queste tecnologie. Si pensi, ad esempio, agli incendi boschivi che scoppiano a centinaia di chilometri di distanza dai centri incaricati di intervenire. La tecnologia senza pilota è perfettamente adatta all’uso in queste vaste aree.

Ci sono altre opportunità per applicare le moderne tecnologie in questi vasti territori . È proprio qui che dovrebbero essere impiegate. Tuttavia, questo richiede una forza lavoro corrispondente. Cosa bisogna fare per garantire questa forza lavoro? Bisogna creare le condizioni affinché le persone possano vivere qui, affinché vogliano vivere qui. Occorre sviluppare le infrastrutture sociali, potenziare le strutture culturali e così via. Altrimenti non ci sarà forza lavoro e, di conseguenza, non ci saranno persone in grado di far progredire queste tecnologie. Si tratta di un compito globale.

È evidente che tali soluzioni saranno richieste non solo a Sakhalin, ma anche in altre regioni dell’Estremo Oriente, tra cui la Regione dell’Amur, il Territorio Trans-Baikal , la Chukotka e così via.

A questo proposito, ritengo possibile estendere il regime giuridico sperimentale per i sistemi senza pilota a tutte le regioni dell’Estremo Oriente e ampliarlo soprattutto per includere aree come l’uso di piattaforme digitali, l’intelligenza artificiale e lo scambio di dati .

A giugno, in occasione del Forum economico di San Pietroburgo, ho parlato dell’importanza di sfruttare i vantaggi dei mercati elettronici . Nell’ambito del regime giuridico sperimentale, propongo che utilizzi l’infrastruttura delle piattaforme informatiche nazionali per gli appalti statali e comunali nel settore dell’istruzione.

C’è di più. L’Estremo Oriente russo deve diventare una regione di sviluppo digitale avanzato, soprattutto per quanto riguarda la circolazione dei dati . Naturalmente, questa circolazione deve tenere conto di questioni di riservatezza e di sicurezza. Ne parliamo continuamente. Riprenderemo sicuramente l’argomento in occasione del forum sull’intelligenza artificiale, che si terrà verso la fine dell’anno. Attendo con ansia che il Governo prepari le relative proposte.

In seguito, per sviluppare e padroneggiare le tecnologie e creare impianti di produzione moderni, almeno 100 parchi industriali, commerciali e tecnologici con le aree e i servizi adeguati dovranno diventare operativi in Russia entro il 2030. Almeno dieci di questi parchi dovranno essere creati nell’Estremo Oriente russo e nelle regioni artiche. Sono fiducioso che le loro infrastrutture all’avanguardia e le loro capacità saranno apprezzate dalle start-up che stanno realizzando progetti promettenti e che, tra l’altro, hanno in programma di produrre prodotti destinati a sostituire gli analoghi stranieri, tra cui materiali da costruzione, attrezzature mediche e di trasporto, per citarne alcuni.

Al fine di promuovere lo sviluppo delle strutture produttive nazionali, devono essere soddisfatte le condizioni per un uso più ampio dei cosiddetti contratti di compensazione, quando gli investimenti in nuove fabbriche, officine o imprese sono garantiti da ordini statali. È inoltre importante espandere la pratica dei contratti di compensazione interregionali, in base ai quali gli impianti di produzione vengono aperti in un’entità costitutiva della Federazione e i prodotti fabbricati in base a ordini garantiti vengono spediti in più di una regione.

Finanziare idee innovative e progetti tecnologici è una questione a parte. Gli investitori privati e i investimenti di venture hanno un ruolo maggiore da svolgere nell’ambito di questi accordi rispetto allo Stato. Il Fondo Voskhod, che ha sostenuto circa 40 aziende nei settori della robotica, della medicina, di e delle tecnologie spaziali, è un esempio convincente a sostegno di questa tesi.

Chiedo ai nostri colleghi del Governo di esaminare attentamente l’esperienza di questo Fondo e di contribuire a scalare le sue attività per includere i nostri progetti di leadership tecnologica. Vi prego di concentrarvi su .

In generale, ritengo che in Estremo Oriente si debba creare un ecosistema finanziario trasparente, moderno ed efficace. La Borsa Orientale, che è, a tutti gli effetti, una Borsa dell’Estremo Oriente, è operativa. Suggerisco di elaborare piani per la sua ulteriore espansione, compresi i canali finanziari , il quadro normativo e gli incentivi per il collocamento di azioni societarie.

Colleghi, lo sviluppo dell’Estremo Oriente e dell’Artico e la costruzione dell’economia del’futuro dovrebbero migliorare il’benessere delle’popolazioni, aumentare i loro redditi e portare a cambiamenti strutturali nell’occupazione a favore di posti di lavoro altamente qualificati e ben retribuiti; delle persone, aumentare i loro redditi e portare a cambiamenti strutturali nell’occupazione a favore di posti di lavoro altamente qualificati e ben retribuiti. Questa è la logica di fondo e il significato centrale della strategia che stiamo attuando in queste regioni e in tutto il Paese. Per ribadire che l’economia russa deve diventare un’economia di alti salari. Non si tratta di una frase vuota, né di una sorta di retorica populista. Ha un senso economico.

Negli ultimi dieci anni, il salario medio in Estremo Oriente è aumentato di 2,5 volte. Alla fine dello scorso anno, ha superato i 100.000 rubli al mese in valore nominale. Il tasso di disoccupazione nella regione è sceso dal 7% al 2,4%. Il tasso di povertà è in calo in tutte le entità dell’Estremo Oriente che compongono la Federazione. In realtà, nella maggior parte di esse è ancora superiore alla media nazionale e c’è spazio per un miglioramento. Tuttavia, nel complesso, sottolineo, la dinamica è buona e positiva. In media, il livello di povertà in Russia è diminuito dall’11,3% al 7,2% dal 2014 al 2024. Tra le regioni dell’Estremo Oriente, la povertà è al di sotto della media nazionale in alcune regioni, ovvero il 5,3% a Sakhalin, il 5,9% nella regione di Magadan e il 4,4% in Chukotka.

Ricordiamo come, tra i venti contrari dell’economia e le sfide nella sfera sociale alla fine degli anni ’90, la gente cominciò a lasciare l’Estremo Oriente. Era una tendenza davvero minacciosa e invertirla era una sfida. Ma ci stiamo riuscendo. Gradualmente, ci stiamo riuscendo.

Vi fornirò alcuni dati eloquenti . Dal 2014, il flusso migratorio in Estremo Oriente è stato pari a 211.000 persone in cinque anni, ma è diminuito a 109.000 persone nei successivi cinque anni, che è anche un sacco. Ma è diminuito quasi della metà. Inoltre, il 2024 ha visto un afflusso migratorio, anche se piccolo, di 24.000 persone. Non molti, in effetti, ma il fatto stesso dell’inversione di tendenza è stato un importante risultato.

Particolarmente importante è il fatto che giovani di tutto il Paese si sono diretti in Estremo Oriente. Dal 2015, per nove anni di fila, si è registrato un afflusso di giovani tra i 20 e i 24 anni. Solo l’anno scorso è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente.

Questo significa che si può andare lì per intraprendere una professione interessante, trovare un lavoro ben retribuito, stabilirsi, risolvere i problemi di alloggio, creare una famiglia e crescere dei figli. Il futuro del nostro Paese si sta creando in Estremo Oriente. I giovani lo percepiscono, lo vedono e reagiscono di conseguenza.

Continueremo a migliorare il sistema di istruzione generale e superiore nella regione, incoraggiandolo ad adeguarsi alle richieste di personale delle  imprese e delle organizzazioni, e a tenere conto dei potenziali cambiamenti nel mercato del lavoro dovuti allo sviluppo di nuovi settori economici orientati al futuro.

Abbiamo concordato di aprire campus universitari a Yuzhno-Sakhalinsk, Petropavlovsk-Kamchatsky, Yakutsk, Khabarovsk, Blagoveshchensk, Ulan-Ude e Chita, di  costruire la seconda fase del campus dell’Università Federale dell’Estremo Oriente e istituire campus di livello mondiale nell’Artico, ovvero Murmansk e Arkhangelsk. In altre parole, creeremo tutte le condizioni necessarie per ricevere un’istruzione moderna di qualità.

Ovviamente, è necessario sostenere non solo coloro che intendono trasferirsi nella regione, ma anche coloro che sono nati e vivono e lavorano qui, rendendo l’Estremo Oriente e, di conseguenza, l’intera Russia più forte e migliore.

Dobbiamo garantire un miglioramento sostenibile degli standard di vita delle persone e delle famiglie in Estremo Oriente. Questo è un aspetto cruciale e la base per creare un economia del futuro.

Per quanto riguarda l’accessibilità abitativa, lo sviluppo urbano, l’ambiente e la sfera sociale, gli standard delle regioni dell’Estremo Oriente devono superare la media del Paese entro un decennio.

Come sapete, i piani regolatori di 22 città e agglomerati dell’Estremo Oriente sono stati preparati con questo obiettivo. Essi comprendono lo sviluppo economico delle aree residenziali e sono concepiti per creare un ambiente di vita moderno e veramente confortevole , con alloggi e servizi rinnovati, spazi pubblici sviluppati, parchi, viali, parchi giochi per bambini e campi sportivi, e una sfera sociale modernizzata.

Questi piani generali sono in fase di attuazione. Ad oggi, sono state costruite oltre 160 strutture in conformità con essi, tra cui un argine e un parco tecnologico per bambini a Komsomolsk-on-Amur, uno stadio a Ulan-Ude e una pista di pattinaggio coperta a Nakhodka. È stato ammodernato un cantiere navale, è stato costruito un argine ed è stato realizzato un parco a Yakutsk. È stata completata la costruzione dell’ospedale della regione di Kamchatka.

È chiaro che il successo dell’attuazione di questi piani regolatori dipende dall’interazione tra le autorità locali, compresa l’adeguata considerazione degli elementi di governance negli agglomerati urbani che comprendono diverse aree comunali .

Vorrei chiedere al Governo, in collaborazione con i colleghi locali di , di testare i meccanismi di tale interazione nell agglomerato della città di Vladivostok , formalizzando i risultati di questa esperienza entro il 2030.

Entro la fine di questo decennio, nell’ambito dei piani master dell’Estremo Oriente e dell’Artico, saranno messi in servizio oltre 600 impianti. Nel loro sviluppo è importante applicare soluzioni avanzate, sia nella progettazione che nella costruzione.

Poi, per il finanziamento dei piani generali, abbiamo concordato di creare sezioni speciali nei progetti nazionali specificamente dedicate all’ Estremo Oriente e  all’Estremo Oriente e all’Artico, e di destinare il 5% delle spese dei programmi statali relativi alla sfera sociale, alle infrastrutture e ad altri settori alle iniziative dei piani generali.

Chiedo al Ministero delle Finanze di prendere atto di queste decisioni. Certo, c’è lavoro da fare, e tutti questi programmi devono essere attentamente rivisti. Ma chiedo che il 5% venga stanziato qui senza condizioni, per affrontare i compiti che la regione deve affrontare.

Inoltre, in occasione dell’ultimo Forum, ho dato istruzioni affinché un limite separato dei prestiti infrastrutturali del Tesoro venga stanziato per i piani regolatori delle città dell’Estremo Oriente e dell’Artico. Entro il 2030, 100 miliardi di rubli saranno destinati a questi scopi, principalmente per la costruzione e il miglioramento delle infrastrutture.

I progetti dalle regioni sono già in fase di selezione locale e revisione da parte del Governo. Voglio sottolineare che le risorse per questi progetti sono state assegnate alle regioni dell’Estremo Oriente in aggiunta agli strumenti esistenti del cosiddetto menu delle infrastrutture . Tra questi vi sono i fondi del Fondo per la ricchezza nazionale, l’emissione di obbligazioni infrastrutturali e i finanziamenti nell’ambito dei progetti federali Modernizzazione delle infrastrutture di pubblica utilità e Housing. Tutto questo rappresenta un importante contributo allo sviluppo dell’edilizia abitativa in Estremo Oriente e al miglioramento della disponibilità di alloggi per le famiglie dell’Estremo Oriente.

Se nel 2015 la regione ha completato la costruzione di 2,9 milioni di metri quadrati di abitazioni, scorso anno la cifra si è attestata a 4,7 milioni. Il meccanismo del Quartiere Estremo, , con gli incentivi per i costruttori, ha giocato un ruolo importante. E, naturalmente, ha contribuito anche il programma di mutui per l’Estremo Oriente e l’Artico con un tasso agevolato del 2% – originariamente destinato alle giovani famiglie, alle famiglie con bambini e ai partecipanti ai programmi Far Eastern e Arctic Hectare -.

Sono già stati emessi più di 165.000 prestiti nell’ambito di questo programma di mutui. Abbiamo prorogato il programma fino al 2030, e ampliato per includere i partecipanti all’operazione militare speciale , i dipendenti delle imprese dell’industria della difesa, i medici e i lavoratori dell’istruzione. A queste categorie sono stati applicati specifici limiti di età.

Vorrei fare un importante precisazione. L’opportunità di ricevere un mutuo al tasso del 2% dovrebbe essere disponibile non solo per gli insegnanti, ma, sottolineo, per tutti i dipendenti delle istituzioni scolastiche statali e comunali dell’Estremo Oriente e dell’Artico. Chiedo al Governo di apportare le modifiche necessarie al quadro normativo. Si tratta di fondi che, anche nelle condizioni attuali, sono abbastanza gestibili, e chiedo che ciò venga fatto.

Propongo inoltre di utilizzare il programma di mutui dell’Estremo Oriente e dell’Artico anche per il mercato secondario delle abitazioni, non solo mercato primario, ma in particolare in quelle aree urbane prive di condomini, dove sviluppatori non offrono nulla. Naturalmente, l’anno di costruzione e le condizioni degli edifici dovranno essere valutati prima dell’emissione di un prestito ipotecario . Chiedo ai nostri colleghi di valutare attentamente questo aspetto.

Ne abbiamo discusso in relazione ad altre regioni. Gli accordi di sovvenzionamento devono assolutamente essere consentiti sul mercato secondario. E se non venissero costruiti nuovi alloggi? Vi prego di riflettere su . Questa decisione deve essere presa.

La questione abitativa è la chiave per migliorare la situazione demografica. Le famiglie in Estremo Oriente pagano un milione di rubli per il terzo figlio, anziché 450.000 rubli come nel resto del Paese, il che ha perfettamente senso. L’insieme di tutto questo produce il risultato di cui ho appena parlato . I giovani vengono qui.

Inizialmente, questo meccanismo di sostegno è stato introdotto nel territorio di Primorye, e poi in altre sette regioni. Il venticinque per cento in più di bambini del terzo e successivo anno di vita nascono in famiglie dell’Estremo Oriente rispetto alla media nazionale. È anche un indicatore eloquente. Dato che questo pagamento di un milione di rubli serve a estinguere i mutui ipotecari, credo che la cosa giusta da fare sia quella di rendere disponibile il programma di mutui dell’Estremo Oriente e dell’Artico a tutte le famiglie della regione con tre o più figli. Per ribadire, a tutte le famiglie numerose , indipendentemente dall’età dei genitori. Avevamo un tetto massimo di 35 anni. Ma ora le donne partoriscono a 35, 40 e anche di più. Dio le benedica. Più bambini abbiamo, meglio è.

Ovviamente, le famiglie dell’Estremo Oriente, le famiglie con bambini dovrebbero essere dotate di strutture sociali come ambulatori, asili, scuole e ospedali.

La costruzione di tali strutture a spese delle imprese, o più precisamente, dei partner strategici che realizzano grandi progetti di investimento e conducono operazioni di produzione su larga scala in un particolare centro abitato è un approccio popolare nelle remote urbane dell’Estremo Oriente e nelle aree rurali.

Come promemoria, l’anno scorso abbiamo concordato di creare un meccanismo conveniente, in modo che le imprese possano utilizzare i propri fondi per costruire strutture sociali mentre costruiscono i loro impianti produttivi. costruire strutture sociali e poi trasferirle a o alle autorità municipali e farsi rimborsare le spese. Come funzionerà il rimborso ? Attraverso deduzioni fiscali future quando l’impresa diventa operativa.

Vorrei che il Governo e l’azienda VEB.RF – il sig. Shuvalov, prendessero atto che – lanciano questo strumento in modo diffuso e utilizzano le risorse di bilancio accantonate per coprire le detrazioni fiscali sugli investimenti. Senza dubbio, anche i partenariati pubblico-privati e le concessioni dovrebbero essere ampiamente utilizzati .

A questo proposito, conto sulla partecipazione energica della VEB nel migliorare ulteriormente i meccanismi di concessione e PPP. Sto parlando della creazione di uno standard nazionale e di un modello di finanziamento in questo settore, che dovrebbe garantire la trasparenza e la comprensione comune dei termini del partenariato pubblico/privato nei progetti socialmente importanti. Si tratta di un meccanismo semplice, e non c’è nulla di importante. Il bilancio non ne sarà eccessivamente gravato. È un progetto abbastanza fattibile.

Colleghi,

L’Estremo Oriente russo e la regione dell’Asia-Pacifico nel suo complesso sono un’area di cambiamenti dinamici e di crescita prorompente. Dovremmo mantenere alti tassi di cambiamento positivo, migliorare la struttura dell’economia nazionale, aumentare l’efficienza tecnologica di tutte le sfere della vita e utilizzare in modo più efficace le risorse, la produzione, la logistica e il potenziale di ricerca di cui dispongono le regioni dell’Estremo Oriente e il Paese; vita, e utilizzare in modo più efficace il potenziale di risorse, produzione, logistica e ricerca che le regioni dell’Estremo Oriente e il Paese nel suo complesso possiedono.

Per poterlo fare, dobbiamo implementare ampiamente soluzioni innovative e coraggiose. Tutto questo deve riflettersi nel quadro normativo e nel contesto imprenditoriale, mentre continuiamo ad affrontare le questioni che definiscono la qualità della vita dei nostri cittadini. Tutto questo deve essere fatto in modo tempestivo.

Tali approcci si sono dimostrati stessi in Estremo Oriente e Artico. Continueremo a svilupparli e ad adattarli alle esigenze delle persone e alle necessità delle imprese e delle regioni. Li useremo per garantire gli interessi nazionali della Russia.

Ovviamente, il successo di questo lavoro si basa in gran parte su un approccio sistematico e globale, sulla capacità di guardare avanti, di vedere le prospettive, di fissare grandi obiettivi e di impostare i piani per raggiungerli. Sulla base dei risultati di questo forum, chiedo al Governo di approvare una Strategia a lungo termine per lo sviluppo del Distretto Federale dell’Estremo Oriente fino al 2036. Vi prego di farlo entro i prossimi 12 mesi.

Si sta facendo molto in Estremo Oriente e nell’Artico, e molto altro dovrà essere fatto. È importante, e voglio che i nostri amici stranieri mi ascoltino, che siamo aperti a tutti coloro che sono disposti a partecipare a questo lavoro.

Grazie per l’attenzione. Grazie.

Maria Rybakova: Grazie mille, signor Putin.

Ho una domanda veloce da fare a su questo punto. L’Estremo Oriente andrà bene sia a breve che a lungo termine. Possiamo tirare un sospiro di sollievo.

Tradizionalmente, in Russia abbiamo due principali forum economici: il Forum dell’Estremo Oriente, che è sempre stato orientato verso l’Asia e la regione del Pacifico, e il Forum di San Pietroburgo, che, a mio avviso, è sempre stato una piattaforma o una piccola finestra sull’Europa.

Se si guarda al nostro simbolo principale – l’aquila bicipite – esso guarda anche all’Occidente e all’Oriente. Lei ha avuto un appagante viaggio in Cina per il vertice della SCO. Si può avere l’impressione che l’aquila stia guardando verso l’Oriente con le sue due teste.

Una foto di gruppo di lei, Xi Jinping e Narendra Modi è finita sui tabloid di tutto il mondo. È stata definita una nuova alleanza tra l’elefante, il drago e l’orso. La mia domanda è: che posto ha l’orso in questa alleanza? Che posto occupa in questo gruppo?

Vladimir Putin: Un orso è un orso.

Maria Rybakova: Ma l’orso è un animale piuttosto duro, signor Putin.

Vladimir Putin: Lei ha appena detto che la nostra aquila guarda a Est e Ovest. Ma c’è anche il Sud.

Maria Rybakova: Bene, diciamo che l’aquila sta guardando verso sud-est.

Vladimir Putin: Ho discusso questo tema con i miei colleghi molte volte. Quello che stavo dicendo è che la nostra interazione, la nostra interazione allargata e il nostro lavoro congiunto con i nostri amici della regione Asia-Pacifico e del Sud globale non ha nulla a che fare con gli attuali sviluppi politici.

Guarda, il Presidente Xi Jinping e io abbiamo intrapreso questo grande sforzo 20 anni fa. Non ha nulla a che fare con le circostanze attuali, ma è legato ai nostri rispettivi interessi nazionali. Le nostre economie sono complementari, siamo vicini e condividiamo molti interessi comuni, approcci comuni e valori comuni . Per intenderci, valori tradizionali.

Noi, in Russia, conoscevamo il funzionamento interno dell’economia globale. Che cosa sono? Tutto il mondo sa bene che sta crescendo a ritmo sostenuto con nuove aree di attenzione e punti di crescita. Naturalmente, siamo guidati da questo, tanto più che godiamo di eccellenti relazioni di vicinato con molti Paesi, tra cui la Repubblica Popolare Cinese, l’India, e l’Indonesia. Si noti il ritmo di crescita di questi Paesi: L’Indonesia ha quasi 300 milioni di persone. È un bel mercato.

Ci sono Paesi piccoli, ma in rapida crescita, come Malesia, Thailandia e Vietnam, con i quali intratteniamo relazioni speciali da decenni. Perché non dovremmo mettere a frutto tutto questo? È una cosa naturale da fare . Non si tratta di un perno da qualche parte. È semplicemente una risposta a oggettivi processi che si stanno verificando nel mondo e nell economia globale.

Non abbiamo mai rifiutato di collaborare con chi desidera lavorare con noi, anche in altri Paesi dell’Asia. In questo momento non voglio semplicemente mettere nessuno in una posizione difficile o scomoda . Le aziende di alcuni Paesi che si trovano in difficoltà a causa dell attuale situazione politica non hanno abbandonato il nostro mercato; sono ancora lì, continuano a operare e cercano persino di espandere la cooperazione.

Per motivi politici, molte aziende europee del sito sono uscite – sì, con una perdita per loro stesse. Ne siamo consapevoli e rimaniamo in contatto; molte sono desiderose di tornare non appena le restrizioni politiche saranno rimosse. Non voltiamo le spalle a nessuno. Contrariamente a quanto si dice, noi stiamo “guardando altrove”, ma non è così… Le nostre politiche estere ed economiche rimangono stabili e prevedibili.

A mio avviso, questo rappresenta un chiaro vantaggio competitivo , in quanto la stabilità è fondamentale per il business. Non abbiamo allontanato nessuno o costretto nessuno ad andarsene. Chi vuole tornare è sempre il benvenuto, ma in base alle condizioni che si stanno sviluppando in quel momento.

Per quanto riguarda il drago e l’elefante che danzano insieme – questa analogia è stata fatta originariamente dal Presidente Xi Jinping, non da me – in seguito è stato aggiunto l’ orso. L’orso, ovviamente, simboleggia Russia. Ma noi ci troviamo in Estremo Oriente e qui c’è anche la tigre più grande del mondo la tigre Ussuri, che è una tigre russa.

Maria Rybakova: Continuando con il tema dei ritorni:

In generale, mi sembra che ci sia una tendenza globale al protezionismo. In altre parole, sembra che molti Paesi di preferiscano concentrarsi verso l’interno, sostenendo le imprese nazionali, piuttosto che attirare i concorrenti esterni. Voglio sottolineare che questa è solo la mia osservazione e la mia opinione – non sono un economista e mi piacerebbe sentire la vostra opinione .

Cosa ne pensate: questa politica, che sembra essere attivamente perseguita in alcuni Paesi, è vantaggiosa o no?

Vladimir Putin: Questo approccio è dannoso, sia per coloro che lo adottano sia per l’economia globale e il commercio internazionale. Favorisce il separatismo, sia regionale che nazionale. Non c’è nulla di positivo nel perseguire una politica di questo tipo, dato che il mondo di oggi è altamente interconnesso e guidato dalle possibilità e dallo sviluppo tecnologico. Isolarsi in un quadro puramente nazionale è difficile e controproducente, perché inevitabilmente mina la competitività .

Partiamo dal fatto che la Russia è aperta alla cooperazione con tutti i Paesi del mondo, e soprattutto con quelli che sono disposti a lavorare con noi, con i nostri amici. Allo stesso tempo, non ci chiudiamo a nessuno. Credo che la stragrande maggioranza dei presenti qui, se non tutti, saranno d’accordo con me: questa apertura è vantaggiosa per tutti coloro che aderiscono a questo punto di vista e a questa politica .

Maria Rybakova: Grazie.

Vladimir Putin: Come si dice in questi casi – grazie per il vostro sostegno.

Maria Rybakova: Esattamente. Grazie per il vostro sostegno.

Poi, vorrei passare la parola al Primo Ministro della Repubblica Democratica Popolare del Laos. Sonexay Siphandone, salga sul podio. Ha la parola.

Primo Ministro della Repubblica Democratica Popolare del Laos Sonexay Siphandone (ritradotto): Vostra Eccellenza Signor Putin, Presidente della Federazione Russa.

Signore e signori.

È per me una autentica gioia e onore partecipare a questo forum. Sono stato molto felice di ricevere l’invito del Presidente Putin e di venire a Vladivostok. È la prima volta che vengo in questa città.

A nome del Governo e del popolo della Repubblica Democratica Popolare del Laos, vorrei esprimere la mia sincera gratitudine a Sua Ecc; sincera gratitudine a Sua Eccellenza il Presidente Putin e al Governo della Federazione Russa per la calorosa accoglienza riservata a me e alla nostra delegazione.

Vorrei anche ringraziarvi per l’eccellente organizzazione del 10 Forum economico orientale. Sono assolutamente sicuro che questo forum sia una importante forza trainante nella promozione della cooperazione nella sfera dell’economia, dello sviluppo sociale e dell’interazione culturale. Questo forum contribuisce a migliorare la qualità della vita nell’Estremo Oriente russo e nella regione Asia-Pacifico nel suo complesso.

Il nostro incontro di oggi dimostra chiaramente il ruolo guida della Russia che si sforza di promuovere la cooperazione internazionale in ambito bilaterale e multilaterale. Questo vale anche per l’interazione politica ed economica, oltre che per la promozione di tecnologie e progetti innovativi .

Oggi ci troviamo in una situazione estremamente difficile, dove i cambiamenti nello scenario internazionale sono assolutamente imprevedibili a causa della situazione geopolitica, con i problemi esistenti, causati principalmente dalle misure protezionistiche che alcuni Paesi stanno introducendo nel tentativo di competere e addirittura ostacolare la crescita, accelerata, di altri Paesi; geopolitica, con i problemi esistenti, causati principalmente dalle misure protezionistiche che alcuni Paesi stanno introducendo nel tentativo di competere e addirittura ostacolare la crescita, la crescita accelerata di altri Paesi.

Questo è aggravato da una serie di altri problemi, tra cui i disastri naturali, i cambiamenti climatici, lo sviluppo estremamente rapido delle tecnologie moderne e le soluzioni tecnologiche innovative, soprattutto l’introduzione dell’intelligenza artificiale.

Siamo di fronte al problema dell’instabilità dei mercati dell’energia e delle materie prime. Anche l’alimentazione pone alcuni problemi. Stiamo assistendo a crisi anche in questo settore.

Questi problemi devono essere risolti per garantire la pace, la prosperità e la stabilità globali, ora e in futuro. Per risolvere tutti questi problemi, dobbiamo cooperare. Dobbiamo utilizzare i meccanismi consultivi, multilaterali e bilaterali esistenti, basati sui principi del rispetto reciproco e dell’osservanza del diritto internazionale. Si tratta di un importante meccanismo che spesso richiede alcune riforme per riflettere adeguatamente la situazione attuale e affrontare le sue sfide.

Il tema del forum di quest’anno è “cooperazione per la pace e la prosperità”. Questa scelta è estremamente pertinente nelle circostanze odierne, perché senza la pace non si può raggiungere la prosperità. Al contrario, senza prosperità, la pace non può essere veramente sostenibile o duratura. Per questo dobbiamo lavorare insieme per far sì che i concetti di prosperità e pace vadano di pari passo.

Vostra Eccellenza, signore e signori,

L’ Estremo Oriente riunisce un insieme di Paesi con un enorme potenziale. Possiamo constatare che la Federazione Russa gioca un ruolo chiave come forza trainante per rafforzare la cooperazione in questa regione, sia in formato bilaterale che multilaterale.

Soprattutto, associazioni come i BRICS, il quadro di cooperazione Asia-Europa, la SCO e altre contribuiscono significativamente a far progredire la cooperazione economica regionale. Questi formati si basano sui principi di rispetto reciproco e indipendenza dei loro membri.

Laos cerca inoltre di promuovere la cooperazione nel quadro di meccanismi aperti e inclusivi. Crediamo che solo attraverso tale cooperazione si possano trovare soluzioni efficaci alle moderne sfide . È essenziale avvalersi dei meccanismi internazionali che continuano a essere rilevanti nell’affrontare questi problemi.

Per il governo della Repubblica Popolare Democratica del Laos è essenziale creare un ambiente economico più favorevole per attrarre investimenti e espandere il commercio.

Tra le altre misure, stiamo lavorando per istituire e sviluppare zone economiche speciali e parchi industriali in tutto il Paese. Abbiamo anche eliminato le barriere burocratiche non necessarie per rendere il processo di attrazione degli investimenti diretti esteri il più comodo e trasparente possibile .

Abbiamo anche aggiornato la legge sugli investimenti , introducendo una serie di disposizioni che rendono gli investimenti nel nostro Paese più attraenti per i partner nazionali e internazionali.

La nostra attenzione è rivolta ai settori più promettenti: agricoltura, energie rinnovabili, esplorazione geologica, industria manifatturiera, farmaceutica, istruzione, tecnologia, servizi, turismo, trasporti, progetti infrastrutturali e logistica.

Vorrei anche sottolineare che il Laos è l’unico Stato membro dell’ASEAN senza accesso al mare. Questo rende particolarmente importante per noi massimizzare i vantaggi della nostra posizione geografica strategica . Il nostro obiettivo è quello di garantire la connettività attraverso le vie di trasporto terrestri e contribuire così allo sviluppo della logistica nell’intera regione.

Il nostro governo effettua notevoli investimenti nelle infrastrutture e nella costruzione di ferrovie ad alta velocità in tutto il Paese. Continuiamo inoltre ad ampliare la connettività dei trasporti e della logistica con i Paesi amici per diventare un polo regionale per gli investimenti e il commercio. Il turismo gioca ovviamente un ruolo fondamentale in questo senso.

È grazie a tali politiche e misure che la Repubblica Democratica Popolare del Laos si è guadagnata fiducia e riconoscimento sulle piattaforme regionali e internazionali. Vorrei ricordare che Laos ha avuto la presidenza dell’ASEAN 2024, durante la quale abbiamo individuato nove percorsi prioritari .

Tutti riguardavano la promozione di una maggiore connettività e sostenibilità della regione costruita attorno ai tre principi fondamentali dell’ASEAN. Abbiamo avuto una presidenza ASEAN molto fruttuosa e rimaniamo fedeli ai principi dichiarati, in particolare al principio del ruolo centrale dell’ASEAN .

Oggi possiamo dire con certezza che l’ASEAN è una comunità che ha dimostrato il suo impegno per la pace e la cooperazione regionale , agendo sempre nello spirito di mutua assistenza, in conformità con il percorso che l’ASEAN ha scelto.

Pertanto, la Repubblica Popolare del Laos Democratica ritiene che il rafforzamento dell’ASEAN richieda la promozione della cooperazione economica e della connettività nella regione nel suo complesso. Continueremo a per aumentare l’integrazione e la connettività regionale.

Vostra Eccellenza,

donne e signori,

La Repubblica Democratica Popolare del Laos è aperta alla cooperazione con tutti i Paesi per raggiungere gli obiettivi di promozione di pace, stabilità, prosperità e benessere nella regione e nel mondo.

È con questo spirito che vorrei invitare tutti voi a visitare il Laos per conoscere la nostra ricca cultura e la nostra splendida natura e per vedere il vostro potenziale nel promuovere la cooperazione e gli investimenti nel nostro Paese.

Inoltre, a nome del Governo e del popolo del Laos, auguro ogni successo al 10esimo Forum Economico Orientale qui a Vladivostok. Spero che rimanga una sede per il libero scambio di opinioni, per la cooperazione e per la costruzione di un futuro in cui tutti i Paesi abbiano pari opportunità.

Vorrei esprimere la mia sincera gratitudine al Presidente Putin, e ringraziarlo e congratularmi con lui per il riuscito svolgimento del forum.

Vostra Eccellenza, signore e signori, auguro a tutti voi buona salute e un proficuo svolgimento di tutti i vostri compiti.

Grazie per l’attenzione.

Maria Rybakova: Grazie mille per le sue gentili parole. Grazie per l’invito, accetterò volentieri perché non sono mai stata in Laos.

In aggiunta a quanto ci ha detto ora, vorrei parlare separatamente di una cosa sorprendente. Ora siete il più grande esportatore di energia elettrica. Siete addirittura soprannominati una batteria del Sud-Est Asia.

Come siete riusciti ad aumentarla in tali quantità così velocemente? Rispettivamente, potremmo anche imparare dal vostro esempio, il più quindi come ha detto Vladimir Putin dobbiamo anche costruire centrali idroelettriche e aumentare il complesso di combustibili ed energia in ogni modo possibile.

I chiedo scusa, abbiamo problemi tecnici con la traduzione.

Signor Putin, allora dovrò farle una domanda. Ieri avete avuto un importante incontro, in cui avete discusso del complesso di combustibili ed energia in Estremo Oriente, e dell importanza di investire nel suo ampliamento.

La mia domanda principale è da dove verranno i soldi? Stiamo parlando di enormi quantità di fondi, i volumi sono grandi, e gli obiettivi che vi siete posti sono, diciamo, piuttosto seri.

Vladimir Putin: Il denaro è sempre importante, ma non è la cosa principale. La cosa principale è organizzare correttamente il lavoro, identificare le priorità e stabilire un’interazione tra le varie entità a cui è stato assegnato un compito comune.

Questo compito comune spetta alle autorità regionali che, da un lato, devono trovare un accordo con gli investitori e, dall’altro, gli investitori devono garantire – alcuni dei nostri colleghi qui presenti, di sicuro, stanno progettando di fare qualcosa – e  questi investitori devono garantire il consumo di questa energia, il che significa che coloro che la produrranno devono essere sicuri che, mentre investono denaro nella creazione di capacità energetiche e di strutture di rete, i loro sforzi non saranno vani e le cose non si bloccheranno dopo che avranno speso i loro soldi.

La prima cosa da fare è quella di organizzare un lavoro comune, e poi di cercare le ultime tecnologie e investitori pronti a utilizzare queste tecnologie insieme alle organizzazioni di sorveglianza incaricate di monitorare il fragile ecosistema dell’Artico e dell’Estremo Oriente; utilizzare queste tecnologie in collaborazione con le organizzazioni di supervisione incaricate di monitorare il fragile ecosistema dell’Artico e dell’Estremo Oriente. Questo è il compito comune.

In questo caso, il denaro non sarà un problema, perché i fondi investiti si ripagheranno rapidamente. In ultima analisi, questo andrà a vantaggio anche del bilancio, che riceverà maggiori entrate fiscali da il lavoro efficace e organizzato con competenza delle nuove imprese.

Maria Rybakova: E il sostegno alle industrie? Mi riferisco all’industria del carbone, che sta attraversando tempi difficili. Ieri ha parlato del gas e ha detto che potremmo trovarci di fronte a una carenza di gas in Estremo Oriente e che i volumi devono essere aumentati. Come vede le soluzioni a questi problemi in queste particolari industrie e da chi dovremmo cominciare?

Vladimir Putin: Lei ha parlato dei minatori di carbone, che, come ha detto, stanno attraversando momenti difficili. I tempi sono difficili nel senso che la nostra industria carbonifera è grande, e la situazione sui mercati internazionali è cambiata, ma dobbiamo concentrarci in gran parte sui bisogni interni e sul mercato interno. Questo è il mio primo punto.

In secondo luogo, per ribadire che possediamo grandi quantità di carbone in Estremo Oriente che dureranno 900 anni. Affinché noi possiamo usarle efficacemente, abbiamo bisogno delle tecnologie più avanzate. È su questo che occorre che si concentri in primo luogo.

Se il mercato interno consuma i volumi di cui abbiamo bisogno, saremo in grado di utilizzarlo efficacemente, e semplicemente non avremo alcuna difficoltà con la situazione dei mercati internazionali, poiché sarà irrilevante. Saremo quindi in grado di regolare il lavoro di tutte le industrie, compresa l’estrazione del carbone, nel normale corso degli affari. Questo è ciò a cui dovremmo aspirare e questo è uno dei nostri obiettivi critici.

La situazione dei mercati internazionali conta, non dubbio, e dobbiamo tenerne conto. Ma per essere più flessibili e più sostenibili, dobbiamo puntare soprattutto sul mercato interno.

Maria Rybakova: Grazie.

Vorrei invitare il nostro prossimo oratore . Primo Ministro della Mongolia, Gombojavyn Zandanshatar, a lei la parola.

Primo Ministro della Mongolia Gombojavyn Zandanshatar (ritradotto): Stimato Presidente della Federazione Russa, Putin,

Stimato Primo Ministro del Lao Repubblica Popolare Democratica Sonexay Siphandone, stimato Membro del Politburo del Comitato Centrale del Partito Comunista della Cina Li Hongzhong!

Signore e signori!

Consentitemi di porgere i miei saluti.

Signor Putin, vorrei ringraziarla sinceramente per il suo gentile invito a partecipare al Forum Economico Orientale, che cresce in significato e scala ogni anno che passa. È un grande onore per me partecipare al decimo giubileo del Forum Economico Orientale in qualità di capo del potere esecutivo della Mongolia.

L’assemblea periodica del Forum Economico Orientale , insieme alle sue discussioni sui temi chiave dello sviluppo economico internazionale e regionale , degli investimenti, delle infrastrutture, dell’energia e della cooperazione ambientale , è di grande importanza per delineare le traiettorie future dei nostri Paesi . Questo ha fermamente affermato il forum come meccanismo vitale per il dialogo nella regione Asia-Pacifico. Sono fiducioso che continuerà a servire come piattaforma autorevole per discussioni significative.

Il tema di quest’anno – Estremo Oriente: Cooperazione per la pace e la prosperità è al tempo stesso tempestivo e di grande attualità. Credo che le nostre deliberazioni su aiuteranno a tracciare nuove strade per lo sviluppo comune.

In mezzo a cambiamenti politici, sociali ed economici su larga scala sulla scena globale, i nostri Paesi stanno affrontando complesse sfide in ambito sociale ed economico, tra cui l’aumento dei prezzi e le persistenti difficoltà logistiche e finanziarie.

Sono fiducioso che la regione dell’Estremo Oriente – ospita la maggioranza della popolazione mondiale e rappresenta un terzo del PIL globale – giocherà un ruolo decisivo in futuro. Per questo motivo, la Mongolia desidera approfondire i legami commerciali ed economici ed espandere gli investimenti, in particolare con gli Stati dell’Asia orientale e sudorientale.

Oltre ai vantaggi geografici, Mongolia vanta abbondanti risorse naturali e una forza lavoro giovane e qualificata . Il governo della Mongolia ha perseguito politiche coerenti per sfruttare queste risorse, attrarre investimenti e promuovere il commercio e la cooperazione, e questi sforzi stanno già dando risultati. Negli ultimi tre anni, la nostra economia è cresciuta a un tasso medio annuo del 6%, contribuendo allo sviluppo stabile della regione.

Il Governo continuerà a lavorare sulla diversificazione dell’economia, sul rafforzamento della stabilità macroeconomica, sulla creazione di un clima imprenditoriale favorevole e sul rafforzamento dell’apertura del commercio estero.

Signore e signori,

Si sta celebrando in questi giorni l’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, un evento che è rimasto per sempre nella storia del genere umano, compresi i popoli di Mongolia, Russia e Cina.

I nostri Paesi, eterni vicini e partner strategici, continuano a rafforzare e favorire le relazioni bilaterali e trilaterali, superando tutte le barriere, in quanto siamo intenzionati a espandere la cooperazione reciprocamente vantaggiosa.

Dieci anni fa, i leader dei tre Paesi hanno firmato una roadmap di cooperazione tra Mongolia, Russia e Cina, e hanno identificato le priorità dell’interazione trilaterale. Alcuni giorni fa – anzi, tre giorni fa – i leader hanno avuto un incontro in Cina per discutere ulteriori piani di cooperazione .

Voglio sottolineare che la Mongolia è pronta a partecipare attivamente all’allineamento della Iniziativa della Strada della Steppa, l’  Unione Economica Eurasiatica, della Belt and Road Initiative, e anche a promuovere e approfondire la realizzazione del corridoio economico con Russia e Cina. Garantiremo una partecipazione stabile e fruttuosa su questo percorso.

Il programma di creazione di un corridoio economico Mongolia-Russia-Cina, progettato per sviluppare e potenziare la cooperazione globale nell’ambito del partenariato strategico tra Mongolia, Russia e Cina, rafforzerà sicuramente la fiducia politica, attirerà gli investimenti e contribuirà all’integrazione regionale. In questo contesto, la Mongolia ha sempre avuto la massima considerazione per il significato e le prospettive dei 33 progetti del corridoio economico. Riteniamo che gettare le basi per una cooperazione reciprocamente vantaggiosa, soprattutto nel settore dei trasporti stradali, contribuisca ad attrarre investimenti da parte di banche e istituzioni finanziarie internazionali. I regolari incontri trilaterali sulla attuazione di questi progetti ne promuovono anche l’avanzamento.

Le parti si sono inoltre accordate in linea di principio su un altro grande progetto – la costruzione di un gasdotto attraverso il territorio della Mongolia. Vorrei dichiarare con piena responsabilità da questo rostro che il governo mongolo si impegna a dare tutto il supporto possibile a questo mega progetto. Riteniamo che questo progetto aprirà nuove opportunità economiche , sarà benefico per l’ambiente e sarà strategicamente importante. Diventerà un progetto di grande significato per la cooperazione trilaterale .

Stimato Signor Putin, esprimo sincera gratitudine ad Alexei Miller per questo progetto. Grazie.

Inoltre, i nostri Paesi stanno discutendo anche un aggiornamento del corridoio centrale di trasporto che collega le nostre tre nazioni, la creazione di nuovi nodi ferroviari e lo sviluppo di posti di blocco transfrontalieri che soddisfino gli standard internazionali. Si tratta di progetti strategicamente importanti ed economicamente vantaggiosi. Riteniamo che l’attuazione di questi programmi e progetti contribuisca ad ampliare i collegamenti commerciali e di trasporto tra Russia, Cina, Asia ed Europa e a rafforzare la cooperazione regionale.

Un accordo intermedio sul libero scambio tra Mongolia e l’Unione Economica Eurasiatica e i suoi Stati membri è stato firmato durante la riunione del Consiglio Supremo della Commissione Economica Eurasiatica a Minsk lo scorso giugno. In base all’accordo, sono state ridotte le tariffe su 367 merci e sono stati eliminati completamente i dazi doganali temporanei su alcune merci, il che rappresenta un importante passo avanti nell’integrazione economica regionale .

Signore e signori,

Il Forum Economico Orientale aiuterà ad aprire nuove opportunità per combattere le crisi in Estremo Oriente, in Asia e nella Regione del Pacifico , a rinvigorire la cooperazione regionale nell’economia e in altri settori e a lanciare nuovi importanti progetti e programmi comuni.

Siamo totalmente pronti a espandere la cooperazione e a far progredire lo sviluppo della regione insieme. Nel corso degli ultimi anni abbiamo avviato una moltitudine di programmi e misure per migliorare l’integrazione di . Intensificare questi sforzi e riempirli di nuovi contenuti servirà sicuramente i nostri interessi comuni.

Auguro a tutti i partecipanti del Forum Economico Orientale successo, risultati nel lavoro e buona salute.

Grazie.

Maria Rybakova: Grazie mille.

Ho una domanda di approfondimento. Gombojavyn Zandanshatar, lei ha parlato della potenza della Siberia. La Mongolia ha partecipato attivamente al vertice della SCO quando si è tenuto un incontro trilaterale.

Ho la seguente domanda – Ero alla ricerca di informazioni che non erano disponibili fino ad ora – Acquisterete il nostro gas o fornirete solo servizi di transito?

Gombojavyn Zandanshatar (ritradotto): Siamo impegnati negli sforzi trilaterali per posare il gasdotto che dalla Russia attraversa Mongolia fino alla Cina. Al momento, tutti gli aspetti tecnici ed economici sono stati completati , compresa la ricerca.

Si tratta di un progetto trilaterale su larga scala. Le parti si sono accordate in linea di principio sulla posa di questo gasdotto.

Posso dire con tutta la responsabilità che siamo pienamente preparati per la costruzione. Attribuiamo grande importanza alla posa di questo gasdotto in modo corretto. Nell’incontro di oggi con Alexei Miller abbiamo discusso in modo approfondito di tutte le questioni rilevanti, di come realizzare questo progetto in modo efficiente e senza fallimenti, e di come siglare un accordo intergovernativo trilaterale .

La Mongolia non è solo un paese di transito . Può anche acquistare e consumare gas naturale, collegare le sue grandi città a questo gasdotto, cioè costruire una rete di distribuzione del gas. Contribuirà allo sviluppo industriale e a mitigare disastri ambientali come lo smog invernale a Ulaanbaatar, e offrirà nuove opportunità per l’economia della Mongolia. Diventerà una risorsa naturale strategicamente cruciale per risolvere i problemi attuali. Il progetto prevede il trasferimento di 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno attraverso il gasdotto . Si tratta evidentemente di uno dei più grandi progetti del secolo. Credo che comporterà anche un grande sforzo organizzativo.

Vorrei ringraziare e congratularmi con tutti per questo progetto.

Maria Rybakova: Allora, siete pronti a acquistare gas?

Gombojavyn Zandanshatar: Il lavoro di ricerca è attualmente in corso. Il diavolo è nei dettagli, ecco perché sono necessarie ulteriori ricerche e discussioni.

Maria Rybakova (rivolgendosi ad Alexei Miller): Le chiedo di mettere a verbale, signor Miller, che ho appena raggiunto un accordo, come sembra .

Signor Putin, ovviamente, la prossima domanda è un seguito logico della nostra discussione sul potere della Siberia. Il memorandum è stato firmato e ha fatto scalpore. Tutti hanno tirato un sospiro di sollievo, come è sembrato a me. La durata dell’accordo è di 30 anni. Non ho visto il prezzo specifico. Come ho capito, deve essere un segreto commerciale , eppure dicono che i prezzi saranno più bassi che in Europa, almeno.

C’era una battuta sovietica sul fatto che stiamo regalando il nostro petrolio all’Europa attraverso “l’amicizia”. Cosa ne pensate , stiamo per dare il potere della nostra Siberia alla Cina?

Vladimir Putin: Si tratta di un progetto reciprocamente vantaggioso.

Per quanto riguarda i prezzi, essi si basano sul mercato e sono in realtà stimati utilizzando la stessa formula utilizzata per l’Europa. La formula è la stessa, ma i suoi componenti, i prezzi dei vari prodotti, che compongono il prezzo del gas, sono semplicemente diversi nelle varie regioni del mondo. I prezzi in Europa differiscono da quelli in Asia. E la formula per determinare il prezzo è la stessa, è assolutamente basata sul mercato.

Abbiamo avuto lunghi colloqui e ogni volta che i partecipanti alle attività economiche parlano e cercano di trovare una soluzione – e la maggior parte delle persone qui presenti sono come quelle – tutti capiscono abbastanza bene: questo non è un processo facile, eppure tutti si sforzano di raggiungere il risultato a cui entrambe le parti negoziali sono interessate.

Gazprom e i suoi partner cinesi hanno raggiunto un tale risultato nel corso dei loro anni di sforzi . Non posso che congratularmi ancora una volta con tutti loro. Si tratta davvero di uno dei principali progetti energetici del mondo.

Maria Rybakova: Grazie.

Dal momento che abbiamo comunque affrontato i progetti energetici, voglio comunque ascoltare la storia di come il Laos sia riuscito a fare un tale passo avanti. Vorrei chiedere come avete fatto a diventare la principale fonte di energia? Mi risulta che i nostri problemi tecnici siano stati risolti . Signor Sonexay Siphandone, ci racconti il segreto del suo mercato energetico . Come siete riusciti a ottenere risultati così importanti? Perché tutti vogliono che si colleghi alla vostra fonte di energia?

Sonexay Siphandone (ritradotto): Grazie mille per la sua domanda.

Questa è una domanda molto importante. Consideriamo l’energia elettrica un’area prioritaria per noi, come il petrolio e il gas naturale. Il fatto è che siamo un Paese che acquista il 100% del suo petrolio e del suo gas, e per questo motivo l’energia elettrica è importante per noi, ed è anche un’energia verde. Il nostro governo incoraggia un uso più ampio dell’energia elettrica.

Consideriamo inoltre lo sviluppo dell’ingegneria idroelettrica come una priorità, dato che abbiamo abbondanti risorse idriche e molti fiumi nel nostro Paese. Tutto questo ci permette di costruire un gran numero di centrali idroelettriche. Il 95% dell’energia che produciamo proviene dall’ingegneria idroelettrica. La capacità totale supera i 12 milioni di megawatt. Abbiamo in programma di aumentare questa cifra fino a 30 milioni di megawatt.

Tuttavia, dati i cambiamenti climatici e le altre calamità, il problema appare ancora più grande per noi, soprattutto durante le stagioni delle piogge e delle siccità . Per questo motivo ricorriamo ad altre fonti energetiche alternative. In particolare, utilizziamo l’energia eolica e quella solare.

Vogliamo ringraziare il Presidente Putin, dopo la visita del nostro Presidente in Russia alla fine di luglio. Durante i colloqui, si è discusso dell’ uso pacifico dell’energia nucleare e dell’uso dei prodotti dell’energia nucleare nella medicina. Abbiamo parlato di cooperazione nel settore agricolo. Sono fermamente convinto che la cooperazione con la Federazione Russa ci permetterà di sviluppare il nostro settore energetico e di farlo in modo più stabile. Inoltre, garantiremo stabilità nella produzione e nel consumo di energia.

Ovviamente non possiamo parlare per l’intera Asia, ma date le nostre priorità di sviluppo, ci concentriamo sul avanzamento della tecnologia e della scienza. Stiamo creando una rete di centri di metadati per sviluppare il settore ICT , e tutto questo richiede energia. Pertanto, diamo la priorità a soddisfare la domanda interna di energia e a esportare energia nei Paesi vicini.

Stiamo sviluppando una rete di trasmissione di energia al fine di coprire più paesi asiatici.

In precedenza, abbiamo esportato elettricità in Vietnam, Cambogia e Thailandia. Abbiamo anche esportato elettricità a e alla Malesia. Oggi stiamo iniziando la seconda fase di tutti questi progetti . Sì, queste sono tutte aree prioritarie per noi, ma, ripeto, l’energia deve essere fornita prima di tutto per il nostro consumo interno e per soddisfare le esigenze dei Paesi vicini, se esportiamo l’elettricità. Ci sono ottime prospettive per il nostro settore. Le ho appena descritte.

Grazie.

Vladimir Putin: Stiamo discutendo della cooperazione nella regione Asia-Pacifico. Lei continua a riportarmi alla cooperazione, ad esempio, con i nostri amici e alleati della Repubblica Popolare Cinese. Non abbiamo ancora parlato dell’India: anche lì ci sono molti progetti. Ma la regione dell’Asia-Pacifico comprende anche, ad esempio, gli Stati Uniti. E ci sono molte parti interessate che vogliono riprendere o iniziare un nuovo lavoro con noi.

Stiamo parlando della regione Asia-Pacifico. Abbiamo ricevuto ottime proposte di collaborazione con le compagnie americane in Alaska: loro hanno le risorse e noi abbiamo tecnologie per l’estrazione e la liquefazione del gas molto più efficaci di quelle di cui dispongono alcuni dei nostri partner americani. Loro lo sanno, e a livello di attori economici, le compagnie di sono pronte alla cooperazione. Non dipende da noi. Anche noi siamo pronti , ma se verranno prese delle decisioni politiche in merito, ci muoveremo in questa direzione e potremo lavorare insieme anche nell’Artico.

A proposito, abbiamo già discusso con i nostri amici cinesi di un possibile lavoro in formato trilaterale su alcuni dei nostri giacimenti artici . In effetti, tutte queste opzioni sono state discusse, sono sul tavolo. Abbiamo solo bisogno di una decisione politica. È possibile, e la cooperazione sia nel settore del gas che in quello del petrolio sarebbe reciprocamente vantaggiosa.

Maria Rybakova: Signor Putin, qual è secondo lei l’ostacolo che ci impedisce di iniziare il prima possibile? Che cosa sta mettendo i bastoni tra le ruote?

Vladimir Putin: Questa non è una domanda per me. Noi non mettiamo raggi o altro in nessuna ruota.

Maria Rybakova: Vedo.

Vladimir Putin: Inzialmente, lei ha chiesto della nostra aquila, che è uno dei nostri simboli. guarda in una direzione e in quella opposta. Guardi l’aquila adesso. Abbiamo forse allontanato da qualcuno? No, non ci siamo allontanati da nessuno. L’aquila continua a guardare in entrambe le direzioni.

Maria Rybakova: Grazie.

Vorrei dare la parola a Li Hongzhong, membro del Politburo del Partito Comunista della Cina e vicepresidente del Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo .

Per favore, il piano è vostro.

Li Hongzhong (ritradotto): Presidente Putin, Primo Ministro Siphandone del Laos, Primo Ministro Zandanshatar della Mongolia.

Signore e signori, amici,

Sono lieto di incontrarvi a Vladivostok, la perla dell’Estremo Oriente russo, in occasione del 10° Forum economico orientale .

Quest’anno ricorre il decimo anniversario del Forum . Un decennio fa, grazie all’iniziativa del Presidente Putin e al suo sostegno personale, il percorso del Forum è iniziato qui.

Negli ultimi nove anni di lavoro dedicato, il Forum è cresciuto fino a diventare una piattaforma vitale per promuovere la cooperazione in Estremo Oriente e far progredire lo sviluppo regionale.

È diventato un potente motore per liberare il potenziale dell’Estremo Oriente russo e rafforzare l’economia del Nord-Est asiatico.

Negli ultimi nove anni abbiamo assistito non solo alla crescita del Forum, ma anche a notevoli progressi e svolte nella storia delle relazioni Cina-Russia. Sotto la guida strategica del Presidente Xi Jinping e del Presidente Vladimir Putin, la fiducia politica reciproca si è costantemente approfondita, mentre la cooperazione globale tra i nostri due Paesi ha continuato a espandersi.

L’ampiezza, la profondità e l’alta qualità della nostra cooperazione bilaterale riflettono la vitalità dei legami e degli scambi interregionali. In questo contesto, vorrei sottolineare il forte slancio della cooperazione nell’ambito del partenariato tra Cina nordorientale ed Estremo Oriente russo, reso possibile dall’attenzione personale e dagli sforzi dei nostri due capi di Stato.

Per molti anni, la Cina è rimasta il principale partner commerciale e il principale investitore esterno nell’Estremo Oriente russo . Nel 2024, gli scambi commerciali nell’ambito del quadro Cina nord-orientale – Estremo Oriente russo raggiungeranno i 105,8 miliardi di dollari, rappresentando il 43% del totale degli scambi bilaterali e fungendo da motore fondamentale nelle relazioni economiche Cina-Russia.

Signore e signori,

Amici,

Quest’anno ricorre l’80 anniversario della guerra di resistenza del popolo cinese contro l’aggressione giapponese, della Grande Guerra Patriottica e della guerra mondiale contro il fascismo. Ottant’anni fa, di fronte alle forze malvagie del fascismo, la Cina, l’Unione Sovietica e altri Paesi e popoli amanti della pace hanno difeso con fermezza la verità storica e la giustizia e hanno opposto un deciso rifiuto.

Cina e Unione Sovietica, in quanto principali teatri della Seconda Guerra Mondiale in Asia e Europa, hanno sopportato enormi sacrifici e dato un contributo storico alla vittoria nella guerra mondiale antifascista .

In maggio e settembre, il Presidente cinese Xi Jinping e il Presidente russo Vladimir Putin hanno partecipato alle celebrazioni dell’anniversario della vittoria a Mosca e Pechino. Hanno difeso gli esiti della Seconda Guerra Mondiale e i principi della giustizia internazionale, invitando il mondo intero a ricordare la storia e aprire un cammino verso il futuro.

Signore e signori,

Amici,

Oggi il mondo sta subendo profondi e accelerati cambiamenti. Le sfide globali non accennano a diminuire e la mancanza di governance globale sta diventando sempre più acuta. Molte questioni trascendono gli affari interni dei singoli Stati e non possono essere risolte da nessun Paese da solo.

Solo pochi giorni fa, il Presidente Xi Jinping ha presentato un’iniziativa sulla governance globale in occasione della riunione della SCO Plus. Questa iniziativa si concentra sulla questione vitale di quale tipo di sistema di governance globale debba essere creato e di come possa essere riformato e migliorato.

Questo rappresenta la visione della Cina per affrontare efficacemente le sfide globali e approfondire la cooperazione internazionale . Riflette le aspettative di molte parti interessate, dimostra la responsabilità di una grande potenza, ed esprime il desiderio di costruire una comunità di destino condiviso per l’umanità.

Cina e Russia sono potenze influenti e forze costruttive che sostengono la stabilità strategica globale e fanno progredire la governance globale. Siamo pronti a sfruttare appieno i vantaggi di cui godono i nostri due Paesi confinanti e a rafforzare la cooperazione stretta e unita con tutti i partner regionali, compresa la Russia, nello spirito di consultazioni congiunte, costruzione comune e beneficio condiviso. Insieme, possiamo muoverci verso un brillante futuro di sviluppo pacifico e cooperazione reciprocamente vantaggiosa. In questo contesto , vorrei offrire la seguente opinione.

In primo luogo – la pace e la stabilità contribuiscono allo sviluppo. Un’Asia nordorientale pacifica, stabile e prospera risponde agli interessi di tutti i Paesi della regione e è un sogno comune dei suoi popoli. La Cina persegue da tempo la strada dell’amicizia e dell’instaurazione di relazioni di vicinato e di partenariato con le nazioni adiacenti, sostenendo i Paesi della regione nella scelta di un percorso di sviluppo coerente con le loro realtà nazionali. Siamo pronti ad approfondire la fiducia politica reciproca e l’allineamento degli interessi, a salvaguardare insieme la stabilità regionale e a rispondere ai rischi e alle sfide comuni.

Secondo – l’apertura e la tolleranza contribuiscono alla prosperità. Come recita l’adagio cinese, “l’apertura porta al progresso, mentre l’isolamento porta al ritardo”. Nel contesto dell’attuale globalizzazione, nessuno dei Paesi è progredire da solo. Sosteniamo un sistema commerciale multilaterale aperto, trasparente, inclusivo e non discriminatorio e sosteniamo la creazione di un’economia regionale di tipo aperto, liberando il potenziale delle peculiarità naturali e dei vantaggi geografici dei Paesi del mondo. Siamo pronti – attraverso consultazioni congiunte, costruzione congiunta e utilizzo congiunto – a rafforzare la cooperazione nelle catene di produzione e di fornitura, rimuovere il protezionismo, assistere nella libera circolazione di capitali, mercati e tecnologie per il bene dell’integrazione economica nella regione.

Terzo – lo scambio reciproco e l’assimilazione contribuiscono a consolidare la comprensione reciproca. Il legame spirituale tra le nazioni è il fondamento delle relazioni amichevoli tra i nostri Paesi. I nostri Paesi sono legati da montagne e fiumi comuni, le nostre culture si influenzano vicenda. I nostri popoli mantengono stretti legami e la nostra amicizia è radicata nel passato.

Dobbiamo continuare questa linea di tempo amichevole , approfondire gli scambi reciproci e la formazione, rafforzare la cooperazione nel turismo, nell’istruzione, negli affari giovanili, nella cultura e nell’arte. Dobbiamo rendere più facili i viaggi in modo da promuovere la vicinanza e l’amicizia.

Signore e signori,

Amici,

Un adagio cinese dice: “Quando gli sforzi di tutti sono uniti, la vittoria è inevitabile”. La pace e la prosperità nella nostra regione sono inseparabili dagli sforzi di ciascuna parte. La Cina è pronta ad “aprire le sue porte” per condividere nuove opportunità di sviluppo con tutti i Paesi del mondo, sulla base dei risultati della modernizzazione e della maggiore apertura della Cina .

Siamo pronti a promuovere il vicinato e l’amicizia, a rafforzare la cooperazione reciprocamente vantaggiosa per il bene dell’uso congiunto dei risultati dello sviluppo di tutti i Paesi della regione per il nostro meraviglioso futuro comune.

Auguro a tutti i partecipanti un lavoro proficuo. Grazie per l’attenzione.

Maria Rybakova: Grazie mille.

Dopo il suo intervento, vorrei parlare del vostro incontro di ieri, incentrato sulla decisione della Russia di abolire i visti. Ne abbiamo parlato in precedenza, e lei ha menzionato durante la sua visita in Cina che quest’ultima ha introdotto l’abolizione dei visti per i russi.

La mia domanda immediata è questa: Mentre turismo espanso gioverà certamente alle economie e ai legami culturali di entrambi i Paesi, la preoccupazione principale rimane, signor Presidente, la questione dei pagamenti.

Per esempio, vorrei visitare la Cina come turista, ma non ho una carta Visa e la mia Mastercard è bloccata qui. Ho una carta UnionPay emessa circa tre anni fa, ma non funziona più. Oggi sono pochissime le banche che possono emettere carte di questo tipo, e quelle che lo fanno sono basate sul rublo, il che significa che i pagamenti vengono effettuati in rubli. L’unica opzione è portare con sé contanti e cambiarli o trovare una soluzione più creativa. Purtroppo non ho ancora imparato a utilizzare le criptovalute di .

Ci sono i presupposti per rendere il sistema dei pagamenti tra i nostri Paesi più trasparente e accessibile?

Vorrei porre la stessa domanda , a mia volta, al signor Li Hongzhong.

Vladimir Putin: Prima di tutto, vorrei sottolineare che la decisione della leadership politica cinese – presa chiaramente ai massimi livelli – di consentire l’ingresso senza visto ai cittadini russi nella Repubblica Popolare Cinese è stata per noi una sorpresa. Non ne eravamo a conoscenza ed è stata particolarmente gradita.

Naturalmente, questa decisione è un forte segno di amicizia, che apprezziamo profondamente. Senza dubbio porterà a un aumento significativo dei viaggi reciproci, creerà condizioni più favorevoli per le imprese e rafforzerà ulteriormente i legami tra i nostri due Paesi. Questo è semplicemente evidente.

Per viaggiare in qualsiasi Paese, compresa la Cina , una persona comune di solito deve recarsi presso diverse autorità, presentare documenti e espletare varie formalità. Ora, con questo accordo senza visto, si può semplicemente salire su un aereo e volare senza burocrazia. Giusto? Questo avvicinerà senza dubbio i nostri due Paesi. Naturalmente, risponderemo con gentilezza a questo gesto di amicizia e adotteremo le stesse misure.

Per quanto riguarda i viaggi turistici, è vero che il sistema dei pagamenti deve essere ulteriormente migliorato. Stiamo lavorando intensamente su questo . Le nostre istituzioni finanziarie di altissimo livello si stanno occupando della questione, insieme alle banche commerciali.

Non voglio fare ulteriori commenti al momento, per non creare difficoltà per le decisioni future. Questo è anche legato alla necessità di rispettare gli interessi delle istituzioni finanziarie che operano sotto la pressione delle sanzioni. Tuttavia, le soluzioni possibili esistono.

Siamo perfettamente consapevoli che devono essere prese misure affinché i turisti abbiano il minor numero di difficoltà possibile. Possono certamente utilizzare la nostra carta di pagamento Mir, e strumenti cinesi simili. Questi strumenti di pagamento possono essere allineati, si possono usare anche carte bancarie di Paesi terzi. Le assicuro che le banche centrali dei due Paesi stanno lavorando su questo punto e troveranno una soluzione.

I capi delle istituzioni finanziarie hanno discusso di tutti questi temi in mia presenza e in presenza del Presidente Xi Jinping proprio in questi giorni, durante la visita della nostra delegazione nella Repubblica Popolare Cinese. Stanno mantenendo un dialogo e continuano a discutere della questione.

Sono fiducioso che le decisioni siano imminenti.

Maria Rybakova: Ok, allora aspettiamo.

Signor Li Hongzhong, vorremmo sentire un commento sulla questione da parte cinese.

Li Hongzhong (ritradotto): Grazie per la sua domanda.

Il governo cinese sta introducendo un regime di esenzione dal visto per i cittadini russi. Si tratta di importanti risultati e accordi tra i nostri capi di Stato. È un segno significativo di un progresso su larga scala nelle relazioni russo-cinesi.

Ho seguito con attenzione la risposta del Presidente Putin. Ritengo che la risposta del Presidente Putin sia molto professionale e che stabilisca punti di riferimento per gli ulteriori sviluppi.

Non entrerò nemmeno nei dettagli, ma credo che, poiché i nostri Paesi risolveranno meticolosamente tutti i problemi insieme, siamo sicuri di eliminare le difficoltà e i problemi tecnici legati ai pagamenti. Pertanto, siamo fiduciosi di raggiungere i nostri obiettivi.

Per esempio, la circolazione delle valute cinesi e i pagamenti. Naturalmente in Cina non si usa quasi più il contante, ma si usano i telefoni per i pagamenti. Questo è un momento difficile per i ladri perché non usiamo contanti, è solo un metodo di pagamento.

Quando sono arrivato a Vladivostok, ho avuto una buona impressione anche perché ho usato il telefono qui come a Pechino. Significa che abbiamo già un buon allineamento nelle telecomunicazioni.

Dobbiamo anche lavorare sulla comunicazione finanziaria nella prossima fase. Credo che, grazie all’impegno comune, riusciremo a raggiungere questi obiettivi .

Ho appena parlato di cooperazione russo-cinese. Ho detto che dobbiamo garantire la libera circolazione dei capitali, dei mercati e delle persone. Sono fermamente convinto che risolveremo sicuramente questo problema.

Maria Rybakova: Grazie per la risposta.

Beh, sembra che la mia unica speranza siano i codici QR, non ci sono altre opzioni.

Allora, vorrei che passasse da un agenda buona e amichevole a un agenda non così amichevole e viaggiasse verso l’altra parte del pianeta. Come questione di principio, lei ha risposto a domande dei media alla conferenza stampa in Cina proprio il giorno prima. Mi riferisco alla crisi ucraina e a tutto ciò che riguarda le relazioni con l’America, a tutto ciò che accade nell’area dell’operazione militare speciale.

Solo ieri si è conclusa a Parigi un’altra riunione della coalizione dei volenterosi. Fondamentalmente, non ho visto alcuna decisione specifica presa al termine. Finora si è parlato solo di dispiegare forze militari in Ucraina. Ma Donald Trump ha detto che avrebbe chiamato. Prima domanda: ha già chiamato? E la seconda domanda : Cosa pensa delle decisioni proposte dalla controparte?

Vladimir Putin: Abbiamo un aperto dialogo con il presidente Trump. Abbiamo concordato di chiamarci, se necessario, e di parlare. Lui sa che io sono aperto a questi colloqui, così come lo è lui – io lo so. Tuttavia, finora, sulla base dei risultati delle consultazioni in Europa, non abbiamo avuto alcuna discussione. In realtà, è stato difficile per me farlo, dato che sono appena arrivato dalla Cina e sono qui. Qui non abbiamo problemi di comunicazione. Questo è il primo punto.

In secondo luogo, per quanto riguarda possibili contingenti militari in Ucraina. Questa è una delle ragioni fondamentali per trascinare l’Ucraina nella NATO. Quindi, se dovessero apparire truppe in Ucraina, soprattutto ora, durante le operazioni di combattimento , le considereremo obiettivi legittimi da distruggere.

E se si raggiungono decisioni che portano alla pace, una pace duratura, allora non vedo il senso del loro dispiegamento in Ucraina, ecco.

Se gli accordi saranno raggiunti, nessuno dovrebbe dubitare che la Russia li eseguirà in toto. Osserveremo le garanzie di sicurezza, che, ovviamente, saranno redatte sia per la Russia che per l’Ucraina. E lo ripeto : La Russia rispetterà questi accordi. Comunque, nessuno ne ha mai discusso con noi seriamente, questo è quanto.

Maria Rybakova: Quindi aspetteremo. Il tempo ce lo dirà, come si suol dire.

La prossima domanda riguarda l’accordo di pace . Lei ha detto in precedenza di vedere un certo potenziale in questo proposito e ha persino invitato Vladimir Zelensky a Mosca. Tuttavia, il Ministero degli Esteri ucraino ha ufficialmente rifiutato. Ho capito bene – o forse mi sbaglio – che non si può parlare di passi verso un accordo di pace nel futuro più prossimo?

Vladimir Putin: Vorrei che lei si attenesse maggiormente ai temi della cooperazione economica Asia-Pacifico. Ma mi rendo conto che senza risolvere problemi così gravi, la cooperazione nel suo complesso è appesantita, quindi queste sono domande legittime.

Cosa posso dire?

In primo luogo, proprio di recente la leadership del regime di Kiev ha parlato in modo poco lusinghiero di noi, per usare un eufemismo, e ha escluso qualsiasi possibilità di contatti diretti. Ora vediamo che chiedono tali contatti , o almeno suggeriscono di averli.

Ho detto più volte che sono pronto a questi contatti. Alla conferenza stampa di Pechino che lei ha citato ho detto che non ne vedo il senso. Perché? Perché sarà impossibile venire a patti con l’Ucraina sulle questioni chiave. Anche se avessero volontà politica – cosa di cui dubito – ci sono difficoltà legali e tecniche che sono legate al fatto che qualsiasi accordo sui territori deve essere confermato, secondo la costituzione ucraina, da un referendum. Per tenere un referendum, la legge marziale deve essere revocata, poiché i referendum non si tengono sotto la legge marziale. Se legge marziale viene revocata, le elezioni presidenziali devono essere tenute immediatamente. Dopo il referendum, se si tiene, a prescindere dai risultati, deve essere avallato da una sentenza della Corte Costituzionale. Ma la Corte Costituzionale non funziona perché, a mio avviso, dopo aver ricevuto richieste di informazioni sulla legittimità delle autorità in carica, la Corte ha evitato di pronunciarsi, mentre il capo della Corte si è rifiutato di pronunciarsi; Corte ha evitato di pronunciarsi mentre il capo del regime ordinava alle guardie di sicurezza di non permettere al presidente della Corte Costituzionale di raggiungere il suo ufficio. Questo è il tipo di democrazia che hanno lì. Nel frattempo il presidente della Corte Suprema è in carcere con l’accusa di corruzione. È risaputo che la corruzione abbonda in Ucraina. Ma non è chiaro perché sia proprio il presidente della Corte Suprema a dover essere messo dietro le sbarre. Anche se è chiaro che hanno raggiunto il punto di distruggere il sistema giudiziario in quanto tale. Questo è ancora un altro vivido esempio di quanto siano “democratiche” le attuali autorità ucraine . Si tratta quindi di un processo infinito che non porta da nessuna parte. Tuttavia, abbiamo detto che siamo pronti per un incontro di alto livello.

Sentite, la parte ucraina vuole questo incontro e suggerisce che si tenga. Io ho detto: “Sono pronto, venite, noi forniremo certamente condizioni adeguate per il lavoro e la sicurezza, con una garanzia del 100 per cento”. Ma se ci viene detto: “Vogliamo incontrarvi, ma voi dovreste andare in qualche posto per questo incontro”, penso che queste siano solo richieste eccessive nei nostri confronti.

Mi permetta di ribadire che se qualcuno vuole veramente incontrarci, noi siamo pronti. Il luogo migliore per incontrarci è la capitale della Federazione Russa, la città eroe di Mosca.

Maria Rybakova: Signor Putin, grazie per la risposta.

Posso fare un’altra domanda? E poi passeremo definitivamente all’Estremo Oriente.

Vladimir Putin: Prego.

Maria Rybakova: Vorrei tornare alle cause profonde dell’operazione militare speciale.

Letteralmente, durante la stessa conferenza notizia, lei ha detto di non vedere ostacoli e di non avere problemi con l’accesso dell’Ucraina all’UE. Lo stesso giorno è stata rilasciata una dichiarazione dell’ex presidente ucraino Yanukovich. All’epoca godeva di un certo sostegno e noi andavamo d’accordo con lui . Ho capito che anche lui ha sempre detto di volere e guardare all’Occidente. Forse ho capito male. Stavate parlando della stessa cosa, o no?

Vladimir Putin: Non ho modo di sapere come lo avete capito. Le dirò come stanno le cose , e le cose stanno come segue. In effetti, l’Ucraina si è posta l’obiettivo – e lo ha ancora – di entrare nell’UE. Per ribadire, questa è una scelta legittima dell’Ucraina . È l’Ucraina che decide come costruire le sue relazioni internazionali, come garantire i suoi interessi nella sfera economica e con chi concludere le alleanze.

Il problema per noi quando Yanukovich era presidente era che l’integrazione dell’Ucraina nel sistema europeo di relazioni economiche comportava alcune questioni economiche, perché l’Ucraina faceva parte della zona di libero scambio, i nostri confini doganali erano aperti, e per noi questo implicava alcune conseguenze. L’Ucraina doveva fare un confronto, mettere sul piatto della bilancia e vedere cosa perdeva nei contatti con noi in termini monetari diretti e di cooperazione e cosa guadagnava. Questo è ciò che ha pensato il Presidente Yanukovich. Ha fatto girare i numeri e questo lo ha fatto piangere, perché l’apertura dei mercati ai prodotti europei competitivi, altamente competitivi, stava uccidendo l’industria manifatturiera dell’Ucraina e chiudeva le relazioni cooperative e commerciali con la Russia. Questo era il problema. Per quanto ricordo, non disse no all’ingresso nell’UE, anzi, al contrario, voleva entrarvi. Non so cosa abbia detto, ma so per certo che lo voleva e si stava impegnando per ottenerlo, ma a condizioni accettabili per l’Ucraina.

Non ci ha riguardato in alcun modo se non che ha toccato i nostri interessi nei legami di cooperazione. Ma per il resto, nessun problema, non abbiamo mai obiettato a alcuna mossa di integrazione nelle politiche dell’Ucraina con l’Europa.

Le questioni di sicurezza sono un altra questione . Il presidente Yanukovich e il primo ministro ucraino erano contrari all’ingresso dell’Ucraina nella NATO . La questione ci ha riguardato direttamente e continua a riguardarci dal punto di vista della garanzia degli interessi di sicurezza a lungo termine della Russia.

Cosa è successo dopo? Come risultato del colpo di Stato, hanno tolto il potere a Yanukovich. Hanno rimosso la persona che era contraria all’adesione dell’Ucraina alla NATO e hanno usato un sanguinoso colpo di Stato a Kiev per portare al potere forze che sostenevano e continuano a sostenere l’adesione dell’Ucraina alla NATO. Questo non ci piace affatto.

Anche se ogni Paese può scegliere come preferisce garantire la propria sicurezza, tali questioni non possono essere affrontate senza tenere conto della sicurezza della Russia, perché esiste una regola generale inclusa nei documenti europei : la sicurezza di un Paese non può essere garantita a spese della sicurezza di un altro Paese.

Maria Rybakova: Grazie.

La Russia, e soprattutto l’ Estremo Oriente – stiamo per parlare di ricchezza – vanta naturalmente enormi risorse naturali. Questo vale anche per le risorse ittiche . Di recente, mi sono imbattuto in alcune statistiche interessanti, che vorrei condividere con voi.

Secondo i dati, nel 2024 le esportazioni di granchio russo verso la Cina hanno raggiunto il massimo storico di oltre 41.000 tonnellate. Per fare un paragone: le forniture di granchio russo al mercato interno nello stesso periodo sono state di circa 8.000 tonnellate. In altre parole, abbiamo una sorta di paradosso del granchio: il granchio cammina davvero lateralmente, aggirandoci e dirigendosi invece verso Corea, Giappone e Cina.

Ritiene che la Russia abbia una capacità di lavorazione sufficiente nei suoi porti per aggiungere valore attraverso la lavorazione e fornirlo al mercato interno invece di catturarlo e metterlo all’asta? Dopo tutto, il granchio vivo è il prodotto più costoso di e, per quanto ne so, tutte le spedizioni di pesce vivo vanno attualmente nella direzione opposta.

Vladimir Putin: Non si tratta di prezzi, anche se questo è certamente uno dei fattori chiave.

Per poter migliorare ed espandere la fornitura di questo prodotto alle regioni russe , occorre innanzitutto risolvere il problema della logistica. trasportarlo per ferrovia, che è costoso, o per via aerea, che è ancora più costoso. Questo è il problema. I frutti di mare – sia il pesce che il granchio – finiscono soprattutto in ristoranti costosi. Perché? Perché deve essere trasportato in aereo. Se riuscissimo a organizzare i trasporti e a costruire correttamente la logistica, la situazione cambierebbe.

Tuttavia, devo notare che i prodotti ittici provenienti dall’ Estremo Oriente – non solo granchio, ma i frutti di mare in generale – rappresentano circa il 75% del pescato nazionale , se non ricordo male. Di questo, circa il 65% viene lavorato qui.

Oggi la logistica è la questione più delicata. Ci stiamo lavorando. Stiamo dedicando una seria attenzione e espanderemo la nostra capacità di distribuire frutti di mare, compreso il granchio, a tutte le regioni della Federazione Russa. Questo è davvero un problema.

Inoltre, secondo gli standard del Ministero della Salute , non stiamo ancora rispettando i livelli raccomandati di consumo di frutti di mare e pesce . Se non sbaglio, la norma è di 28 kg pro capite all’anno, mentre oggi siamo intorno ai 23-23,5 kg. È chiaro che c’è del lavoro da fare. Ci stiamo pensando e spero che la questione venga risolta.

Maria Rybakova: Meraviglioso.

Da quando abbiamo parlato di trasporti e di accessibilità, voli intraregionali nell’Estremo Oriente russo non sono, ovviamente, una questione di comodità, ma una questione di sopravvivenza. Semplicemente non c’è altro modo per raggiungere alcune aree di con distanze così lunghe.

Vorrei raccontarvi una breve storia. Ho un amico che vive a Khabarovsk. Aveva bisogno di volare a Vladivostok ma non c’erano biglietti diretti disponibili. Credo che tutti coloro che vivono qui sappiano quanto sia difficile prendere un biglietto aereo intraregionale. E non vorrete che si faccia 750 km in auto. Ho sentito dire dagli automobilisti che viaggiano con due pneumatici di scorta per sicurezza. Comunque, il mio amico ha acquistato un volo di collegamento attraverso Mosca e ha volato da Khabarovsk prima a Mosca, dove ha trascorso quattro ore in un aeroporto, poi è salito su un aereo e ha volato fino a Vladivostok. Quindi, ha fatto tutto questo e, mentre il loro aereo si stava avvicinando a Vladivostok, a causa di condizioni meteorologiche avverse, il loro volo è stato deviato su un aeroporto di riserva a Khabarovsk. In totale, ha trascorso 24 ore volando su da Khabarovsk a Khabarovsk. Chiaramente si tratta di un aneddoto, ma credo che spieghi molte cose.

Quando pensa che potremo risolvere la questione degli aerei a medio raggio? Oggi ho anche appreso la notizia che la State Transport Leasing Company ha firmato un accordo per il noleggio di 50 aerei Baikal.

Forse mi sono perso qualcosa. Il signor Trutnev è qui? Non riesco a vederlo. Abbiamo parlato e mi ha detto che non esiste un aereo Baikal. Hanno comprato un aereo che non esiste ancora. Sono un po’ confuso. Non so, forse c’è un motivo per passare dallo stand della Procura generale? Questi aerei esistono o no, signor Presidente? E quali sono le prospettive dei voli intraregionali nell Estremo Oriente russo ?

Vladimir Putin: Purtroppo, anche se c’era una rete di compagnie aeree locali piuttosto decente creata ai tempi dell’Unione Sovietica, è andata persa negli anni Novanta. È stata per lo più trascurata nei primi anni Duemila, per cui la gente doveva, e deve ancora, volare da una città, anche se importante, a un’altra città via Mosca, come il suo amico. Ma abbiamo già creato una compagnia aerea locale. Naturalmente, la questione chiave è la disponibilità di aerei di medio raggio in quantità sufficiente . Il Governo, il Ministero dell’Industria e del Commercio e le nostre imprese nazionali hanno molti progetti in questo settore.

Purtroppo, devo convenire che la questione sta richiedendo più tempo di quanto avremmo voluto. Ma c’è il Baikal e altri piccoli velivoli che devono sostituire l’Antonov An-2. Si tratta di un lavoro in corso.

Sarò onesto, a volte discutiamo con alcuni dei nostri responsabili. Dovranno accelerare questi sforzi.

Abbiamo progetti e modelli specifici pronti. sono stati lanciati e li ho visti in funzione. Il passo successivo è la produzione in serie e la fornitura alle compagnie aeree. Faremo certamente tutto il possibile per accelerare il processo.

Siamo consapevoli di questo problema e del fatto che persiste. Continueremo a lavorare sulle soluzioni.

Non elencherò tutto. Abbiamo il Baikal e molti altri modelli di aerei. Li ho visti in funzione. Ma la produzione di serie di non è ancora stata avviata.

Maria Rybakova: Grazie mille.

Nel suo discorso ha parlato di crescita degli investimenti; e in effetti, gli investimenti esteri sono aumentati negli ultimi quattro anni.

La mia domanda è la seguente: se guardiamo al clima degli investimenti nel suo complesso, gli investimenti esteri provengono principalmente da pochi grandi Paesi, tra cui la Cina.

Inoltre, mi è sembrato che nel suo discorso lei abbia posto una notevole enfasi sul progresso tecnologico, sottolineando la necessità di sviluppare industrie ad alta intensità di conoscenza e complesse. Eppure, e questo non è un segreto per nessuno, gli investimenti sono ancora in gran parte indirizzati verso i settori delle materie prime come l’estrazione mineraria, il petrolio, il gas, il carbone e le infrastrutture che li supportano.

Quindi, forse la domanda più logica sarebbe: c’è il rischio di cadere nella trappola delle materie prime, dove saremmo percepiti esclusivamente come partner di investimento in queste aree?

Vladimir Putin: No, non esiste questa trappola o minaccia di caderci. Questo rischio esisterebbe solo se non facessimo nulla. Avete prestato attenzione al mio discorso, e uno dei miei argomenti centrali, se non il principale, era proprio questo: quando si tratta di investimenti, dobbiamo rendere la regione nel suo complesso più innovativa.

Non è un problema dei nostri partner che tendono a investire nell’estrazione di risorse minerarie. È un problema nostro. Dovremmo creare le condizioni per lo sviluppo di settori innovativi dell’economia, e per persone con le giuste competenze per venire a lavorare qui. In effetti, questa tendenza sta già emergendo , come ho già detto. Il nostro compito è quello di costruire l’ambiente giusto.

Vi assicuro che i nostri partner saranno ansiosi di investire nelle promettenti imprese di , a condizione che la loro implementazione porti loro dei vantaggi. Questo è l’unico modo in cui funziona, non ci sono alternative. Sono fiducioso che potremo attuare tutti questi piani.

A proposito, abbiamo discusso questi temi con i nostri partner cinesi, i nostri amici di , a Pechino. In generale, dovremmo organizzare il nostro lavoro, calibrandolo sui settori economici ad alta tecnologia. Questo è ciò che faremo. Questo è l’unico futuro per le nostre economie e per i nostri Paesi, la base del nostro successo comune. Questo vale certamente anche per le regioni dell’Estremo Oriente.

Maria Rybakova: Grazie.

Vorrei chiedere informazioni sull’economia in generale…

Vladimir Putin: Un’altra cosa su risorse minerarie – io ho appena guardato il signor Miller e l’ho ricordato – è che il concetto che possiamo semplicemente fare un buco, e petrolio e gas si riverseranno attraverso di esso è un concetto primitivo. Il signor Mikhelson sa bene cosa sia il gas naturale liquefatto . Le tecnologie che lui e il suo team hanno adottato non esistono in nessun’altra parte del mondo. Questo è un settore ad alta tecnologia . E lo dico senza esagerare, senza iperboli – è la verità. Lo stesso vale per il settore del gas nel suo complesso.

La cooperazione di Gazprom con i nostri amici e partner cinesi non è limitata ai contratti di fornitura. Si tratta di un autentico partenariato strategico, il che significa che si lavora insieme su settori ad alta intensità tecnologica, compreso il gas. E c’è molto lavoro da fare per garantire l’efficacia e la redditività sia per i fornitori che per gli acquirenti. Un ampio numero di soluzioni tecnologiche avanzate sono necessarie.

Questo lavoro nell’ambito di partnership strategiche tra aziende interessate è già stato stabilito e è in corso. L’unico compito di è ora quello di estenderlo a settori correlati e promettenti, come l’intelligenza artificiale, e naturalmente lo faremo.

Abbiamo accordi nel settore dell’aviazione anche con Cina. Presto volerò in un’altra città russa, dove parlerò della produzione di motori. Ci sono piani per lavorare sull’aviazione, che, by the way, è ben rappresentata in Estremo Oriente, sia per quanto riguarda gli aerei militari che quelli civili. Il Sukhoi Superjet 100 è prodotto qui in Estremo Oriente. Ci sono aree che possono essere migliorate, e lo stesso vale per la cantieristica.

Maria Rybakova: Grazie.

Ho una battuta. Non sapendo come sarebbe andata questa sessione plenaria di , ho controllato un sito web di ricerca di lavoro a Vladivostok. A proposito, non ho trovato un solo annuncio di lavoro per un presentatore televisivo, ma ero curioso di vedere cos’altro viene offerto. Quali sono i lavori e le professioni veramente richiesti qui? Ho visto per lo più lavori da autista – con stipendi fino a 400.000 rubli, , per esempio, dirigenti junior o operatori di pressatura. Signor Presidente, non ho quasi visto posti di lavoro per professionisti IT. Anche la sezione most in-demand professionals non menziona l’informatica. Ho trovato un’offerta di lavoro nello sviluppo di software, ma non è molto.

Secondo un’analisi di SberIndex, le imprese dell’Estremo Oriente russo crescono più velocemente della media del Paese. E tuttavia, ciò è dovuto principalmente alla costruzione di grandi impianti di produzione e alla produzione di risorse minerarie. Il settore IT è in ritardo .

Secondo lei, cosa potrebbe risolvere questo problema se i datori di lavoro iniziassero a cercare professionisti IT? Devono essere “importati”? Come può l’Estremo Oriente attrarre professionisti tecnologici altamente qualificati e incentivarli a rimanere qui e a trattare questa regione come la loro casa piuttosto che come una collocazione temporanea?

Vladimir Putin: Ne ho parlato a lungo nelle mie osservazioni e ho detto che i giovani si trasferiscono qui perché vedono prospettive. C’è una domanda di giovani professionisti. Questa tendenza è evidente, ma ha bisogno di un rafforzamento da parte del governo. La regione ha bisogno di sostegno per dare una nuova immagine dello sviluppo economico locale, soprattutto con l’aiuto delle tecnologie avanzate .

Non so cosa abbiate visto sui siti web, ma so per certo, avendolo sentito dai top manager delle aziende locali, che c’è una carenza di forza lavoro altamente qualificata. Il complesso cantieristico Zvezda di cui abbiamo parlato oggi sta costruendo una flotta di grande capacità che noi non abbiamo mai avuto prima. Abbiamo anche bisogno di professionisti dell’aviazione.

È ovvio che dobbiamo sviluppare tutte le moderne tecnologie in modo da poter andare oltre lo sviluppo delle risorse minerarie dell’Estremo Oriente e dell’Artico e far diventare questa regione parte della produzione ad alta intensità tecnologica della Russia in generale. È quello che abbiamo intenzione di fare e che eleverà la regione a un nuovo stadio di sviluppo.

Maria Rybakova: Signor Presidente, un altro aspetto riguarda le esorbitanti richieste salariali dei colletti blu, come gli autisti vogliono 400.000 rubli e i saldatori ne vogliono 500.000, per esempio. Questo è un altro aspetto della storia. Come si può risolvere la questione, secondo lei? È opportuno oggi chiedere salari così alti?

Vladimir Putin: Credo che più persone guadagnano e meglio è.

Maria Rybakova: Certamente.

Vladimir Putin: È importante. Ho detto che è una categoria economica. Più alto è il salario, più alta è la spesa. Più alta è la spesa, più i prodotti russi sono popolari sul mercato, perché persone desiderano acquistare beni di produzione russa, e così via. Questo è un altro fattore economico e positivo. Inoltre, migliora la vita delle persone.

Maria Rybakova: Grazie.

Ovviamente, visto che stiamo parlando di salari, mi piacerebbe davvero discutere di ciò che sta accadendo con l’economia russa in generale. Molte dichiarazioni sono state fatte a margine del forum.

Vladimir Putin: Non sono l’unico qui.

Maria Rybakova: Sì, certo, signor Presidente. Ma vede, ho molte domande per lei. Sicuramente avrò domande per gli altri ospiti. Per ora, vorrei concentrarmi su ciò che sta accadendo nell’economia.

Il tedesco Gref dice di aver notato segni di stagnazione tecnica nell’economia russa. È d’accordo con questa affermazione?

Vladimir Putin: No.

Maria Rybakova: Signor Gref, ecco a lei.

Vladimir Putin: Lo sa bene. Manteniamo un contatto costante. Partecipa regolarmente alle nostre riunioni, comprese quelle che tengo con il Governo e la Banca Centrale. Alcuni membri del Governo condividono la sua opinione, soprattutto perché la Banca Centrale tiene alto il tasso di interesse per combattere l’inflazione.

Vi siete lamentati dei prezzi nei negozi. L’obiettivo non è solo quello di abbassare i prezzi nei negozi, ma anche di fare in modo che gli attori economici frenino la crescita dei prezzi. Possiamo discutere di tutto, ma io non voglio dare valutazioni ora. Ho il mio punto di vista, naturalmente, ma permettetemi di astenermi dal valutare l’operato della Banca Centrale. Permettetemi invece di notare che la nostra Banca Centrale è molto rispettata in tutta la comunità finanziaria internazionale. Questa è un’informazione di prima mano.

La politica della Banca Centrale è deliberata. Nel 2023, il PIL russo è cresciuto del 4,3 per cento; e nel 2024, del 4,4 per cento. Allo stesso tempo, anche l’inflazione è aumentata. Dobbiamo affrontare le sfide macroeconomiche e assicurare un atterraggio morbido dell’economia per stabilizzare i principali indicatori macroeconomici e rallentare la crescita dei prezzi.

Sì, conosco molto bene i dibattiti: ne discutiamo quotidianamente. Proprio ieri ne parlavamo. Alcuni esperti ritengono che l’economia si sia raffreddata, ma i prestiti non si sono fermati. Chiedete allo stesso Gref: i prestiti si sono fermati? No. Il ritmo è rallentato, sì.

So che alcuni settori stanno attraversando momenti difficili, e anche i presenti lo capiscono bene. Tuttavia, tutti capiscono anche che non accadrà nulla di buono se l’inflazione andrà fuori controllo. Diventerebbe impossibile pianificare qualsiasi cosa, non solo con anni di anticipo, ma anche con dieci giorni di anticipo. Si tratta di una questione molto delicata. Prendiamo ad esempio le banche. Potete chiedere al presidente della VTB. Vi dirà: sì, forse hanno esagerato, forse l’economia si è raffreddata un po’ troppo .

Maria Rybakova: Il signor Kostin spesso si lamenta del tasso di riferimento.

Vladimir Putin: Sì. Il Ministero dello Sviluppo Economico vi dirà la stessa cosa. E tutti loro hanno ragione a loro modo. Ma sono fiducioso che alla fine troveremo un modo per mantenere il ritmo necessario di crescita economica, mantenendo l’inflazione al minimo. Credo che questo sia sufficiente per questo formato di discussione.

Maria Rybakova: Grazie.

La mia prossima domanda è per il Primo Ministro Sonexay Siphandone. Nel 2021, il Laos e la Cina hanno lanciato una delle più grandi ferrovie ad alta velocità . È stato riferito che la ferrovia potrebbe essere successivamente estesa alla Thailandia. Si tratta di un progetto importante che richiede tecnologie e infrastrutture complesse.

La mia domanda è: esiste un’opportunità, una possibilità o una prospettiva per collegare la ferrovia ai porti dell’Estremo Oriente? E come può essere fatto prima? Questo accelererebbe il nostro commercio e la nostra cooperazione. è una prospettiva realistica? Forse ci sono già state delle discussioni.

Sonexay Siphandone (ritradotto): Per quanto riguarda i trasporti, stiamo usando una ferrovia moderna che è molto più avanzata rispetto alla ferrovia che abbiamo costruito molti anni fa.

Come ho già detto, ci stiamo trasformando da un Paese senza accesso al mare in un Paese collegato agli altri. Su questo progetto, collaboriamo con la Cina.

Come avete notato, collaboriamo allo sviluppo del sito . Abbiamo completato con successo questo progetto. Naturalmente, la pandemia di coronavirus ha rappresentato un ostacolo, ma siamo riusciti a superare queste difficoltà nella nostra cooperazione strategica.

Secondo la rispettiva iniziativa, sono completamente certo che ci sia un accordo tra Russia e Cina. Se c’è anche un accordo tra Russia, Laos e Cina, saremo in grado di trasportare prodotti dal Laos attraverso la Cina verso l’Estremo Oriente, anche verso la Russia.

La ferrovia può aprire nuove opportunità di cooperazione per Russia e ASEAN, Cina e ASEAN, e migliorare l’accesso dei prodotti laotiani al mercato. Vorrei sottolineare che si tratta di un percorso alternativo , più veloce e più sostenibile.

Il governo del Laos sta valutando la possibilità di stabilire rotte marittime verso Vladivostok attraverso la Cina, potenzialmente via Hainan o un porto vietnamita. Ad oggi abbiamo già concordato alcuni aspetti di questo progetto.

Sarebbe un’ottima opportunità per noi collaborare con il Vietnam. Non abbiamo accesso al mare, ma abbiamo stretto un accordo con il Vietnam che ci aiuterebbe a raggiungere sia la Cina che la Russia.

Come per la Mongolia, potremmo anche utilizzare le infrastrutture di trasporto simili per scambiare prodotti. Sicuramente ci sono molti vantaggi nello sviluppare la rete ferroviaria Laos-Cina.

Grazie.

Per essere co

Trump punta sulla “patria”: colpo di grazia ai neoconservatori? O semplicemente imperialismo in una nuova veste?_di Simplicius

Trump punta sulla “patria”: colpo di grazia ai neoconservatori? O semplicemente imperialismo in una nuova veste?

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I principali media stanno riportando che gli Stati Uniti sono pronti a spostare la loro intera strategia geopolitica dall’Eurasia alla propria sfera di influenza nell’emisfero occidentale. Questo è quanto riferiscono “fonti” informate su un nuovo quadro strategico di difesa nazionale, il cui principale artefice è Elbridge Colby, sottosegretario alla Difesa per la politica.

Dal link Politico sopra riportato::

I funzionari del Pentagono stanno proponendo al dipartimento di dare priorità alla protezione della patria e dell’emisfero occidentale, un’inversione di rotta sorprendente rispetto al mandato pluriennale delle forze armate di concentrarsi sulla minaccia proveniente dalla Cina.

Una bozza della più recente Strategia di Difesa Nazionale, che è arrivata sulla scrivania del Segretario alla Difesa Pete Hegseth la scorsa settimana, pone le missioni nazionali e regionali al di sopra della lotta contro avversari come Pechino e Mosca, secondo tre persone informate sulle prime versioni del rapporto.

Questo è particolarmente interessante perché, come osserva Politico, Elbridge Colby è stato in passato un falco nei confronti della Cina, e Trump e i suoi responsabili politici hanno in generale citato la Cina come la principale minaccia per gli Stati Uniti, sostenendo una rapida conclusione della guerra in Ucraina al solo scopo di poter passare alla cosiddetta “minaccia cinese”.

Quindi, se queste voci sono vere, perché questo improvviso cambiamento di posizione su una questione geopolitica così importante?

Bernhard al MoA sembra aver trovato la spiegazione più realistica:

Colby vuole cambiare la politica di difesa degli Stati Uniti, passando da un approccio incentrato sulla Cina, come aveva sostenuto in precedenza, a uno incentrato sull’emisfero occidentale. È possibile che abbia acquisito nuove informazioni che hanno modificato la sua opinione.

Il fallito tentativo della Marina degli Stati Uniti di garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso dagli attacchi degli Houthi nello Yemen potrebbe aver causato tale ripensamento. Così come potrebbe averlo causato la sconfitta della guerra per procura degli Stati Uniti e della NATO contro la Russia in Ucraina.

Oppure ha confrontato i video della parata militare “woke” degli Stati Uniti a Washington DC (vid) all’inizio di quest’anno con quella recente e impeccabile in Cina (vid)? La differenza era davvero evidente. Ciò dimostrava che gli Stati Uniti non hanno alcuna possibilità di vincere una guerra contro la Cina.

Trump sembra ammettere che la Cina sta vincendo.

B continua condividendo questo post piuttosto emblematico di Trump:

Trump sembra esprimere la sua indifferenza nei confronti dell’unione tra Cina, Russia e India, anche se potrebbe trattarsi di una sorta di finta affettazione dovuta a una sua auto-ammessa impotenza nelle circostanze. In realtà, le recenti azioni di Trump sembrano quasi progettate per allontanare l’India dagli Stati Uniti e avvicinarla alla Cina e alla Russia, come se il piano fosse quello di isolare intenzionalmente gli Stati Uniti in una sorta di astuta manovra 4D per superare in astuzia l’establishment bellicista e militare-industriale. Questo stile di geopolitica da maestro ubriaco di Kung Fu lascia intendere quali risultati positivi e di successo siano stati progettati e quali siano frutto di pura fortuna caotica, il che, per ora, lascia Trump come una sorta di enigma definitivo come presidente.

In base a questa notizia, il Financial Times riporta che gli Stati Uniti sono pronti a tagliare i fondi destinati alla sicurezza dei paesi europei confinanti con la Russia.

Gli Stati Uniti intendono eliminare gradualmente i programmi di assistenza alla sicurezza per gli eserciti europei lungo il confine con la Russia, spingendo il continente a sostenere maggiori spese per la propria difesa.

La scorsa settimana i funzionari del Pentagono hanno informato i diplomatici europei che gli Stati Uniti non finanzieranno più i programmi di addestramento e equipaggiamento delle forze armate dei paesi dell’Europa orientale che sarebbero in prima linea in caso di conflitto con la Russia, secondo quanto riferito da fonti informate sulla questione.

Ora Trump ha lanciato un’iniziativa per mettere sotto la custodia dell’esercito e dell’ICE le città statunitensi afflitte dalla criminalità e dalla disfunzionalità, come ha fatto a Washington.

Questo ha portato molti a concludere naturalmente che Trump stia davvero dando priorità alla sfera interna rispetto alle questioni globali e internazionali, muovendosi con coraggio per liberare gli Stati Uniti dalla loro disastrosa traiettoria egemonica guidata dai neoconservatori.

Ma come ha osservato B nel suo precedente articolo su MoA, non ci sono ancora elementi concreti che dimostrino che queste mosse cambieranno effettivamente gli equilibri:

È difficile credere, tuttavia, che l’amministrazione Trump sarà in grado di cambiare la grande strategia degli Stati Uniti. Qualsiasi cambiamento avverrà tipicamente solo a passo di lumaca. Ci vorrebbe il sostegno di tutti i partiti per più amministrazioni. Il pivot verso l’Asia è stato lanciato dall’amministrazione Obama nel 2010 e da allora è stato seguito da tutte quelle successive.

Nell’ultimo anno gli Stati Uniti hanno esortato i propri “alleati” a investire maggiormente nella difesa rispetto al passato. Spostare le risorse statunitensi dai luoghi in cui gli alleati assumono il controllo non rappresenta un vero cambiamento di strategia.

Gli Stati Uniti si ritirano dall’Ucraina, ma spingono gli europei a continuare la guerra contro la Russia. L’obiettivo generale di “indebolire la Russia” rimane quindi invariato.

Quindi, mentre le risorse militari statunitensi si riducono o si spostano verso questioni geograficamente più vicine, l’obiettivo strategico generale, ovvero il raggiungimento della supremazia globale degli Stati Uniti, potrebbe rimanere invariato. È solo che altri sono costretti a sostenere un onere maggiore per raggiungerlo. La pressione esercitata da Colby su Australia e Giappone va in questa direzione.

Ricordiamo che anche sotto Trump gli Stati Uniti hanno temporeggiato per anni sulle iniziative volte a ritirare le truppe dall’Iraq, dall’Europa, ecc. All’ultimo momento viene sempre tirata fuori una scusa che fa guadagnare tempo al MIC e mantiene le forze di occupazione statunitensi in luoghi dove la loro presenza alimenta conflitti, esacerba le tensioni e provoca inutilmente i cosiddetti “avversari” come Russia, Cina o Iran. Le truppe statunitensi in Siria, ad esempio, che Trump non è riuscito a ritirare, non hanno fatto altro che facilitare il conflitto, agire come JTAC per i corridoi di attacco israeliani, ecc. L’affermazione di essere una sorta di “forze di pace” è una farsa.

Non c’è da stupirsi che Trump proclami con orgoglio il “Dipartimento della Guerra” mentre predica una pace fittizia e l’isolazionismo:

Ma la conseguenza più rappresentativa di questo apparente riorientamento verso l’emisfero occidentale è l’improvvisa attenzione di Trump verso il Venezuela.

Con il falso pretesto di combattere i cartelli della droga, l’amministrazione Trump ha intensificato la pressione militare contro il governo di Maduro, dimostrando che il cosiddetto approccio “anti-neocon” potrebbe essere semplicemente la solita vecchia ” egemonismo” sotto una veste diversa, come aveva accennato B. B.

È stato dimostrato che solo una minima parte dei narcotici presenti negli Stati Uniti proviene dal Venezuela, quindi l’improvvisa diplomazia delle cannoniere ad alto numero di ottani di Trump nei confronti del Venezuela è chiaramente volta a colpire il “regime” sgradito di Maduro e a ripulire il cortile degli Stati Uniti da qualsiasi presenza o “ingerenza” ostile, ovvero cinese, iraniana o russa.

È ovvio che il falso pretesto della “droga” serva solo a legittimare l’ingerenza e gli attacchi degli Stati Uniti contro il governo venezuelano legittimamente eletto, il che solleva nuovamente la questione se Trump sia davvero contrario alla guerra o semplicemente contrario alle guerre ritenute non redditizie per gli Stati Uniti.

Non solo gli Stati Uniti stanno inviando navi da guerra nella regione, ma stanno anche schierando gli F-35 con il pretesto di combattere i “cartelli della droga”, una copertura ridicola:

L’America posiziona i caccia più vicini al Venezuela.

Gli Stati Uniti hanno ordinato che 10 caccia F-35 siano di stanza in un aeroporto di Porto Rico per operazioni “contro i cartelli della droga”. Lo riferisce Reuters. Gli aerei dovrebbero arrivare entro la fine della prossima settimana.

Inoltre, sono attualmente in corso esercitazioni di sbarco marittimo organizzate dalla 22ª Unità di spedizione dei Marines.

Gli Stati Uniti non prestano attenzione al traffico di droga proveniente da altri paesi, come la Colombia, perché mai dovrebbero farlo? La Colombia invia militanti in Ucraina e il Venezuela ha un leader che non gradiscono. Soprattutto perché questo paese produce anche petrolio.

Perché i caccia stealth di quinta generazione più avanzati al mondo, che costano 50.000 dollari all’ora di volo, sono una necessità contro le imbarcazioni disarmate pilotate dai contadini “venezuelani”.

Ora i marines statunitensi stanno persino addestrandosi a sbarchi anfibii tramite hovercraft nei vicini Caraibi meridionali:

GUARDA: L’esercito statunitense sta conducendo esercitazioni di sbarco anfibio a Porto Rico, in particolare sulle spiagge meridionali che ricordano molto la costa del Venezuela.

Trump accenna alla possibilità di attaccare i “cartelli della droga” all’interno del Venezuela stesso, ma non all’interno della Colombia, naturalmente:

Attaccare il Venezuela con navi da guerra e F-35 per eliminare i “cartelli della droga” è una giustificazione plausibile quanto colpire gli ospedali palestinesi per sradicare “Hamas”.

In realtà, la brusca svolta sembra fortemente un disperato stratagemma per ottenere un’altra rapida “vittoria” per Trump dopo una serie di deludenti fallimenti e umiliazioni nei tentativi di intimidire economicamente l’India, costringere la Russia alla resa, migliorare i dati economici poco brillanti, ecc., e forse anche come diversivo dal crescente scandalo Epstein. Trump è determinato a ottenere la sua vittoria da qualche partein qualche modo, in modo da non rimanere a corto di elogi brillanti da sfoggiare durante i accesi scambi con la stampa.

Ora si dice che il Venezuela stia schierando cannoniere armate con missili anti-nave di fabbricazione iraniana come misura precauzionale:

Il Venezuela schiera nuove imbarcazioni d’assalto di fabbricazione iraniana

Dotato di missili da crociera antinave CM-90, progettati per colpire navi da guerra di grandi dimensioni

Trump ha anche dato ai suoi generali il permesso di abbattere gli aerei venezuelani che “minacciano” le navi da guerra statunitensi radunate vicino alle acque venezuelane.

Pochi dissentirebbero sul fatto che sarebbe un prezzo piccolo e degno da pagare se il rilancio della Dottrina Monroe da parte di Trump significasse effettivamente che gli Stati Uniti lascerebbero in pace il resto del mondo; dopotutto, evitare una terza guerra mondiale contro una superpotenza come la Cina è preferibile a quasi qualsiasi altra opzione. Sebbene ovviamente rappresenterebbe ancora un’ingiustizia imperialistica nei confronti del Venezuela, almeno potrebbe essere vagamente giustificato dalla posizione “realista” secondo cui alle grandi potenze spettano le loro sfere di influenza. Ma ovviamente questo non ha senso quando gli Stati Uniti continuano a coltivare politiche di ipocrisia palese interferendo continuamente negli affari russi, cinesi e indiani, tra molti altri.

Va inoltre ricordato che le ignobili manovre geopolitiche di Trump sono state nuovamente messe in luce in concomitanza con le suddette notizie provenienti dal Venezuela, quando è trapelata la notizia che nel 2019 Trump aveva approvato una missione segreta di sabotaggio dei Navy SEAL contro la Corea del Nord, che ha portato all’omicidio a sangue freddo di pescatori civili della Repubblica Popolare Democratica di Corea.

https://www.nytimes.com/2025/09/05/us/navy-seal-north-korea-trump-2019.html

L’aspetto più eclatante della vicenda, che dimostra la ormai famosa doppiezza di Trump – recentemente dimostrata nei negoziati con l’Iran – è che Trump ha attivato questa missione virtualmente mentre posava per le telecamere e stringeva la mano a Kim Jong Un nella foto-opportunità sul ponte della zona demilitarizzata, che cercava di ritrarre Trump come un grande unificatore e mediatore generazionale di pace.

Certo, dobbiamo essere un po’ diffidenti nei confronti della notizia, vista la tempistica e le solite fonti “anonime”. Ma il NYT sostiene di aver parlato con diverse decine di persone coinvolte, il che sembra difficile da falsificare. È più probabile che abbiano tenuto nascosta una notizia vera per pubblicarla in un momento politicamente opportuno per screditare Trump, che è solitamente il modo in cui funzionano queste cose. Questo non scagiona esattamente Trump, ma piuttosto accusa sia lui che i media mainstream come due facce della stessa medaglia senza lustro.

In ogni caso, ciò dimostra la scarsa fiducia e la natura mercenaria della classe politica statunitense, che rende impossibile per i paesi in via di sviluppo del Sud del mondo prendere sul serio qualsiasi apertura di presunta concordia o amicizia. Ciò dovrebbe contestualizzare ulteriormente il cosiddetto “pivot” verso l’emisfero occidentale venduto da Politico: gli Stati Uniti sono incapaci di raggiungere accordi dopo anni di eccezionalismo politico coltivato che ha generato una classe politica di cretini spudoratamente immorali per i quali la responsabilità e l’etica sono solo meri strumenti di contrattazione “opzionali” o banalità opportunistiche da scartare a piacimento.

Sembra che, nella sua agonia imperialistica, gli Stati Uniti come entità politica non ricordino più come funzionare senza violenza, aggressività, dominio, ecc. È come cercare di addomesticare un animale selvatico che ha trascorso tutta la sua vita strappando carne viva con i denti, bagnando il proprio pelo di sangue, reagendo con intento omicida a ogni strano mormorio nel cuore della notte. Gli Stati Uniti hanno perso ogni capacità di funzionare come uno Stato normale, alla pari con gli altri, in un mondo in rapida evoluzione in cui tali modi di esistere sono considerati sempre più barbari e antidiluviani.

Forse, in modo controintuitivo e inaspettato, Trump ci sorprenderà rappresentando un ultimo tentativo di correggere la rotta. Forse questa “svolta” è davvero un sincero tentativo di riprendere il controllo di questo camion a diciotto ruote in corsa, scegliendo il male minore per allontanare lentamente la macchina da guerra statunitense dalla sua fatale brama di dominio mondiale. È vero, a volte le cose devono essere prese con moderazione, poiché smettere di colpo potrebbe avere conseguenze devastanti.

Ma certamente non si può giudicare chi ha perso l’interesse per speranze inconsistenti e sogni “4D”.


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