Conosci il tuo nemico, di George Friedman

Conosci il tuo nemico

Pensieri dentro e intorno alla geopolitica.

Di: George Friedman

La cosa più importante nel poker è sapere contro chi stai giocando. Devi conoscere la sua

debolezza – non tutte, intendiamoci, ma una debitamente fatale. Perché il poker è un gioco

complesso, richiede una vastità di talenti umani che devi presumere che i punti di forza del

tuo avversario siano molti. Con una debolezza puoi possedere il tuo avversario, e forse la notte.

Lo stesso vale per il gioco delle nazioni. C’è una tendenza tra le persone e le nazioni ad essere

genuinamente consapevoli delle proprie mancanze e ad ignorare le debolezze altrui.

Gli Stati Uniti vivono un momento particolarmente difficile per arrivare a una valutazione

globale delle altre nazioni, in particolare delle loro debolezze. Ciò è in parte dovuto all’enorme

numero di nazioni con le quali una grande potenza deve confrontarsi, in parte perché i suoi

cittadini tendono ad essere ipercritici nei confronti della propria nazione e quindi sovrastimano

le altre nazioni. Altrettanto spesso scambiano i punti di forza per punti deboli o viceversa.

Prima della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno sottovalutato ampiamente il

Giappone su tutto; dalla sua capacità di produrre aerei da combattimento di qualità superiore

alla sua incapacità di pensare attraverso un’astuta mossa d’apertura. Gli Stati Uniti

disconoscevano anche le loro debolezze; l’esercito e la marina erano tra loro nemici mortali.

In molti modi, non rispondevano a nessuno. Washington pensava che le forze navali giapponesi

avrebbero collaborato con il loro esercito, pianificando operazioni congiunte, condividendo

strutture e così via. Di conseguenza, le opportunità sono andate perdute.

Durante la Guerra Fredda, gli Stati Uniti consideravano l’Unione Sovietica come un’immagine

speculare di se stessi. Contava i carri armati di Mosca ed era sbalordito dal loro numero, senza

rendersi conto che in molti casi erano in rovina o che avrebbero avuto grossi problemi a

mantenere l’erogazione del carburante durante l’offensiva. Gli Stati Uniti giunsero alla

conclusione che i sovietici avrebbero invaso la NATO in breve tempo, e quindi fecero piani

per l’uso di armi nucleari tattiche. I politici statunitensi non si sono mai preoccupati di

chiedersi: se i sovietici ci hanno inchiodati, perché non agiscono? Questa eccellente domanda

è stata discussa raramente. Il potere sovietico era un dato di fatto, tranne per il fatto che i

sovietici non attaccavano perché non potevano. In altre parole, gli Stati Uniti si preoccupavano

dei punti di forza dell’Unione Sovietica piuttosto che delle sue debolezze.

Quando gli Stati Uniti invasero l’Iraq, pensavano che la missione principale fosse la distruzione

dell’esercito di Saddam Hussein e che una volta ottenuto ciò avrebbero potuto imporre loro la

propria volontà. Non capiva che il regime si basava su una società armata, violenta e capace.

Né capiva il ruolo che avrebbero giocato gli sciiti. In questo caso, gli Stati Uniti hanno perso la

forza dietro l’apparente debolezza dell’Iraq. Il risultato fu una guerra prolungata che gli Stati

Uniti hanno perso non vincendola.

Da allora la Cina è diventata il principale avversario di Washington. Come con i sovietici, gli

Stati Uniti contano il materiale militare come se solo questo ci dicesse del potere della Cina.

La marina cinese non ha combattuto una battaglia tra flotte dal 1895, quando il Giappone le

ha schiacciate. In un confronto con gli Stati Uniti, né l’aviazione cinese né la marina hanno

abbastanza esperienza in battaglia. Né hanno la memoria istituzionale della guerra per

sostenerli. Tutte le esercitazioni e l’equipaggiamento più brillante del mondo non preparano

alla guerra ammiragli o sottufficiali inesperti.

Con il Giappone, gli Stati Uniti non sono riusciti a riconoscere quel profondo difetto nelle forze

armate. Nella Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno sopravvalutato il loro nemico. In Iraq, gli

Stati Uniti non sono riusciti a capire la struttura della resistenza che avrebbero incontrato.

E ora con la Cina, non riescono a riconoscere un nemico ben addestrato ma inesperto.

Nel poker, non capire le debolezze degli altri giocatori o, peggio, non vederne nessuna, è un

errore costoso. Ma sono solo soldi. Il fallimento degli Stati Uniti nel capire l’Iraq gli è costato

molto sangue e risorse. Non vedendo la principale debolezza militare della Cina, gli Stati Uniti

agiscono con una timidezza che non è del tutto giustificata e perdono l’opportunità di

ristrutturare forse pacificamente le loro relazioni con la Cina.

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LA CARNASCIALATA E L’IMPEACHMENT DI TRUMP, di Teodoro Klitsche de la Grange

LA CARNASCIALATA E L’IMPEACHMENT DI TRUMP

Le vicende successive all’irruzione a Capitol Hill ci hanno indotto a tornare ad intervistare Machiavelli, sempre così premuroso e disponibile.

Ecco cosa ci ha detto.

Cosa pensa dell’irruzione dei sostenitori di Trump al Congresso?

Che è stata una gran carnascialata. Ai tempi miei per fare un golpe s’usavano pugnale e veleno. Nel secolo scorso fucili e carri armati. A parlare, come fa la vostra stampa, di colpo di stato, Cile e così via si entra nella comicità. Ma tant’è: vi vogliono prendere tutti per grulli.

Ma è stato violato il tempio della democrazia… Ai tempi nostri si ammazzava in quello di Dominenostro, dove i Pazzi assalirono i Medici in una delle più belle chiese del mondo, e spensero Iuliano. A pugnalate e non in costume e con le corna.

Ma è stato violato qualcosa di sacro…

Voi il senso del sacro lo celate così bene che l’avete perso. A forza di negarlo non sapete più dove sta. Il che non vuol dire che non ci sia. Solo che lo tirano fuori solo quando serve ad abbindolare il popolo. Utile a legittimare il potere nell’occasione opportuna, e dimenticato in tutte le altre. Guardate come rispettano, a casa vostra, la volontà del popolo: negli ultimi dieci anni avete cambiato sette governi, uno solo dei quali poteva vantare di avere la maggioranza dei suffragi popolari espressi nelle elezioni. Spesso i capi del governo non erano stati eletti neppure in un’assemblea di condominio, e poco o punto conosciuti al popolo. Anche perché, visti i risultati, a conoscerli li avrebbe accuratamente evitati.

A cosa è dovuta, secondo Lei, quest’abitudine a prendere per grandi e decisivi eventi di scarsa rilevanza. E così a promuoverli da carnascialate a eventi storici?

Gli è che voi non volete vivere nella storia né studiarla, ma ne avete una nostalgia nascosta, che spesso vi sollecita non la ragione, ma la fantasia. Così credete di vivere eventi epocali, mentre invece state assistendo, appunto, a carnascialate. D’altra parte vivete rischiando poco, assai meglio che in qualsiasi altra epoca, ma vi annoiate parecchio. Compensate così la piattezza del reale con l’eccitazione del fantastico. Noi avevamo a che fare con le picche svizzere e le spade spagnole, e dovevamo stare ben attenti a guardarci da entrambe. Voi spade e picche le dovete creare e così vi limitate ai giochi da computer.

E che ne pensa del processo a Trump per, come dice lei, la carnascialata?

Che tutti sapevano come sarebbe andata, mancando al Senato i numeri per la condanna ed essendo evidente che la carnascialata non era nulla di preoccupante, oggi.

Ma è un sintomo per il futuro. Scriveva Lenin che non si combattono le battaglie che si sanno perse in partenza. Ed è vero come regola, ma talvolta posso esserci delle eccezioni.

Solo che le cause profonde della carnascialata non si eliminano con i processi: né quelli che si vincono e ancor più se si sanno persi.

Lei ha scritto che i processi politici sono utili alla Repubblica.

Purché si concludano con una giusta valutazione dei fatti per cui si accusa “le accuse giovano alle repubbliche quanto le calunnie nuocono”.

Il buon senso ha fatto sì, che, seguendo gli ordini, sia stato conseguito il risultato meno dannoso. Hanno dato sfogo agli omori senza attizzarne altri, contrapposti.

Allora meritano la sua approvazione?

Per ora si. Per il futuro, vedremo.

Teodoro Klitsche de la Grange

Cinque punti sull’accordo Cina-UE, di Olivier Prost e Anna Dias

Cinque punti sull’accordo Cina-UE

Con l’ambizione di “riequilibrare” i propri rapporti con la Cina, l’Unione Europea ha firmato con Pechino un accordo globale di investimenti, frutto di negoziati iniziati nel 2013 in un contesto politico completamente diverso. Sebbene il suo contenuto sia stato pubblicato di recente, Olivier Prost e Anna Dias forniscono un’analisi informata su un accordo sensibile.

Il 30 dicembre 2020, Ursula von der Leyen, Charles Michel, Angela Merkel ed Emmanuel Macron hanno annunciato in videoconferenza la conclusione di un accordo di investimento globale con la Cina di Xi Jinping, chiudendo i negoziati avviati nel 2013 (il “CAI” o “Accordo” ).

Il suo contenuto, recentemente svelato1, mostra un ambito tecnico relativamente modesto. Tuttavia, spetterà chiaramente alle imprese europee, attraverso gli strumenti offerti dall’accordo e gli strumenti per l’efficace attuazione degli accordi bilaterali della Commissione, far vivere al massimo le sue disposizioni e cercare soluzioni costruttive e pragmatiche, che gli impegni della Cina in termini di accesso agli investimenti nel suo territorio diventano una realtà più visibile.

Politicamente, tuttavia, l’Accordo è tanto coerente quanto tecnicamente modesto. Concluso in un particolare contesto geopolitico, dà alla Cina la speranza di migliorare la sua posizione nelle relazioni commerciali triangolari tra l’Unione europea (UE) e gli Stati Uniti. Questa non è la garanzia per la Cina di evitare sistematiche opposizioni UE-USA nei suoi confronti, ma la speranza che l’UE possa non allinearsi sistematicamente con le posizioni degli Stati Uniti.2. Questo costo politico, significativo per l’UE, è senza dubbio uno dei motivi per cui i suoi organi sono stati colti da diversi mesi da una frenesia di proposte normative volte a disciplinare il flusso di importazioni ingiuste, destabilizzanti o addirittura non rispettose di alcuni principi fondamentali quali come quelli relativi ai diritti umani. Sebbene queste iniziative siano rivolte a tutti i paesi, nessuno può negare che siano guidate principalmente dalla Cina.

1.  Un primo passo compiuto in un contesto particolare, un processo ancora lungo

Il trattato di Lisbona ha conferito all’Unione la competenza esclusiva nel settore degli investimenti esteri diretti (IDE). Spetta quindi ora a lui promuovere la sua competitività sui mercati mondiali attraverso maggiori investimenti e un migliore accesso ai mercati dei paesi terzi. Questa estensione delle competenze conferisce inoltre all’Europa una maggiore influenza sugli accordi di investimento internazionale, uno strumento essenziale in qualsiasi reazione alla globalizzazione.

L’obiettivo dei negoziati avviati nel 2013 con la Cina e sfociati nell’Accordo appena “firmato politicamente” è stato innanzitutto quello di sostituire il “mosaico” degli accordi bilaterali di investimento conclusi dagli Stati membri dell’UE, 25 in il tutto, comprendente perimetri diversi e incentrato sulla protezione degli investitori, senza affrontare la questione essenziale dell’accesso al mercato.

Già a settembre, a seguito di una videoconferenza con il presidente cinese Xi Jinping, il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva dichiarato alla stampa: “La Cina deve convincerci che vale la pena di avere un accordo di investimento”. La Cina sembra quindi essere stata persuasiva, facendo nuove offerte e riconoscendo che la conclusione di un accordo sotto la Presidenza tedesca offriva una finestra di opportunità che rischiava di chiudersi in seguito. Eppure, se gli ultimi quattro anni ci hanno insegnato qualcosa – il recente accordo sulla Brexit, la rinegoziazione del NAFTA, l’accordo di Fase 1 tra Stati Uniti e Cina – è che gli accordi commerciali e gli investimenti sono più che semplici accordi tecnici tra due economie.

Gli accordi commerciali e di investimento sono più che semplici accordi tecnici tra due economie. Sono diventati sempre più sforzi politici.

OLIVIER PROST E ANNA DIAS

L’Unione Europea ha deciso di suggellare l’accordo con Pechino, pur sottolineando che non era probabile che impedisse una stretta collaborazione con gli Stati Uniti sulle questioni cinesi. Lo testimonia la presentazione, lo scorso dicembre, di una nuova agenda transatlantica, di cui la Cina si qualifica ancora una volta come “rivale sistemica”. Stava rispondendo all’amministrazione Biden, che al suo arrivo ha anche sottolineato il suo impegno a lavorare con i suoi alleati e partner per affrontare le sfide che la Cina presenta agli standard e alle istituzioni globali.

Ciò non è sembrato sufficiente a creare una certa confusione nell’amministrazione Biden sul reale posizionamento dell’Unione nei confronti della Cina, e la stessa Cina sembra nella sua comunicazione pubblica dare l’impressione di aver stretto una nuova alleanza con l’Europa. È vero che la temporalità della conclusione è più che particolare: mentre le relazioni diplomatiche tra Unione, Stati Uniti e Cina sono segnate da un insieme di temi di grave e altamente politica preoccupazione (repressione degli oppositori politici a Hong Kong, deportazione di Uiguri ai campi di lavoro, censura e mancanza di trasparenza nella gestione dell’attuale pandemia) – tutte preoccupazioni che hanno portato gli Stati Uniti a prendere sanzioni nei confronti della Cina e dei suoi leader – l’Unione Europea decide di concludere un Accordo che segna una dinamica di apertura agli investimenti e di rinnovata fiducia con il suo partner cinese. Tuttavia, non si può negare che le relazioni economiche sino-europee avevano un disperato bisogno di un nuovo inizio. La Cina ha accumulato per molti anni un ritardo significativo nell’attuazione dei suoi impegni commerciali, in particolare quando è entrata a far parte dell’OMC. Potremmo ovviamente considerare la Cina come un partner in malafede, ma l’Unione Europea, sotto la guida del Cancelliere Merkel e del Presidente Macron, ha invece scelto una strada pragmatica,

La Cina ha accumulato per molti anni un notevole ritardo nell’attuazione dei suoi impegni commerciali, in particolare quando ha aderito all’OMC. L’Unione Europea, sotto la guida del Cancelliere Merkel e del Presidente Macron, ha invece scelto una strada pragmatica, che consente di sbloccare questa situazione e di far avanzare concretamente le cose a favore delle imprese europee che investono in Cina.

OLIVIER PROST E ANNA DIAS

Quanto all’entrata in vigore dell’Accordo stesso, la strada da percorrere è ancora lunga e dovranno precederla diverse tappe importanti.

Primo, perché il testo attuale non è un testo definitivo, nonostante l’importante comunicazione pubblica da entrambe le parti. La Commissione ha indicato che sta effettuando revisioni tecniche di cui non si conosce l’entità. Inoltre, l’accordo concluso dal negoziatore, vale a dire la Commissione europea, deve quindi essere riesaminato dai giureconsulti e quindi ratificato, come qualsiasi trattato internazionale, per acquisire forza di legge. È probabile che il processo di ratifica sia complesso. La Commissione ha dichiarato di ritenere che l’accordo rientri nella competenza esclusiva dell’Unione europea come definita dal trattato, il che implica una ratifica limitata al Parlamento europeo. Alla luce delle recenti esperienze con accordi conclusi, ad esempio, con Singapore o il Canada, si discute la questione delle competenze esclusive o condivise tra l’Unione e gli Stati membri. Per quanto riguarda la giurisprudenza della Corte di giustizia, quello che riguarda la tutela degli investimenti è una competenza condivisa, necessita quindi di una ratifica estesa a tutti i Parlamenti nazionali, con il rischio di blocchi e ritardi, come abbiamo visto. Con l’accordo con Canada. D’altra parte, poiché le questioni relative alla protezione degli investimenti sono state rinviate per ulteriori negoziati nell’Accordo con la Cina, si potrebbe pensare che la ratifica sarebbe limitata al Parlamento Europeo, ad eccezione di un gruppo di Stati membri. Non soddisfatto dell’Accordo non lo fa. dimostrare che alcune clausole riguardano effettivamente la protezione degli investimenti. quello che riguarda la tutela degli investimenti è una competenza condivisa, quindi richiede una ratifica estesa a tutti i parlamenti nazionali, con il rischio di blocchi e ritardi, come abbiamo visto con l’accordo con il Canada. D’altra parte, poiché le questioni relative alla protezione degli investimenti sono state rinviate per ulteriori negoziati nell’Accordo con la Cina, si potrebbe pensare che la ratifica sia limitata al Parlamento europeo, ad eccezione di un gruppo di Stati membri che non sono soddisfatti dell’Accordo non mostra che alcune clausole riguardano in realtà la protezione degli investimenti. quello che riguarda la tutela degli investimenti è una competenza condivisa, quindi richiede una ratifica estesa a tutti i parlamenti nazionali, con il rischio di blocchi e ritardi, come abbiamo visto con l’accordo con il Canada. D’altra parte, poiché le questioni relative alla protezione degli investimenti sono state rinviate per ulteriori negoziati nell’Accordo con la Cina, si potrebbe pensare che la ratifica sarebbe limitata al Parlamento Europeo, ad eccezione di un gruppo di Stati membri. Non soddisfatto dell’Accordo non lo fa. mostrano che alcune clausole riguardano effettivamente la protezione degli investimenti.

È chiaro che il processo darà luogo a un dibattito politico sulla posta in gioco delle relazioni Europa-Cina che andrà ben oltre le questioni economiche e commerciali con il potenziale o il rischio di bloccarne l’attuazione a tempo indeterminato.

OLIVIER PROST E ANNA DIAS

È chiaro che in un caso o nell’altro – ratifica da parte del Parlamento europeo o di tutti i 27 parlamenti nazionali – il processo darà luogo a un dibattito politico sulla posta in gioco delle relazioni Europa-Cina che andrà ben oltre le questioni economiche e con potenziale o il rischio di bloccarne l’implementazione a tempo indeterminato. Alcuni temi delicati legati a questo Accordo, come il commercio sostenibile oi diritti umani, dovranno assolutamente essere “chiariti” per la firma finale dell’Accordo che dovrebbe avvenire a metà della Presidenza francese dell’Unione Europea, nel primo metà del 2022, anno delle elezioni presidenziali anche in Francia. La strategia globale dell’Unione europea nei confronti della Cina dovrebbe pertanto essere quanto più chiara possibile entro il 2022.

2.  Le caratteristiche principali dell’accordo

L’accordo mira innanzitutto a consentire alle imprese europee un migliore accesso al mercato cinese e ad offrire loro condizioni di concorrenza più eque su questo mercato. D’altra parte, bisognerà attendere altri due anni prima di scoprire il secondo pilastro di questo Accordo che, una volta effettuato l’investimento, mirerà a tutelarlo da espropriazioni o altre misure penalizzanti. Questo sarà quindi il momento in cui le regole bilaterali a livello europeo sostituiranno i 25 trattati bilaterali in vigore sulla protezione degli investimenti conclusi tra la Cina e gli Stati membri.

2.1 Garantire un migliore accesso ai mercati

L’accordo contiene nuove aperture e nuovi impegni sull’accesso al mercato. In pratica, ciò significa porre fine alle restrizioni che limitano il numero di società suscettibili di operare in uno specifico settore, ai limiti alla partecipazione di capitali esteri oa requisiti come l’obbligo di costituire joint venture con una società cinese come condizione per operare in territorio cinese. Oltre a ciò, l’Accordo merita attenzione in quanto l’Unione Europea è riuscita a elencare un gran numero di impegni, ispirati da tante esperienze negative incontrate dalle aziende europee negli ultimi vent’anni – e altrettante clausole legali, specifiche, e quindi meno suscettibili all’interpretazione, che può, se necessario, essere soggetto al meccanismo delle controversie bilaterali. Tra queste clausole, si segnala il divieto di trasferimenti forzati di tecnologia o l’obbligo di svolgere una certa percentuale di ricerca e sviluppo in Cina.

Se queste concessioni cinesi possono sembrare un’importante vittoria per l’Unione Europea, va anche ricordato che molte di queste clausole erano già state concesse dalla Cina nella sua legge sugli investimenti esteri entrata in vigore nel 2020, largamente ripresa nella fase un accordo commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina.

OLIVIER PROST E ANNA DIAS

Se queste concessioni cinesi possono sembrare un’importante vittoria per l’Unione Europea, va anche ricordato che molte di queste clausole erano già state concesse dalla Cina nella sua legge sugli investimenti esteri entrata in vigore nel 2020, largamente ripresa nella fase un accordo commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina. Ad esempio, la legge cinese già proibiva i trasferimenti forzati di tecnologia, concedendo il trattamento nazionale alle imprese a investimento straniero e garantendo loro pari diritti di partecipazione agli appalti pubblici. Inoltre, per quanto riguarda la graduale apertura dell’accesso al mercato agli investimenti esteri, dal 1995 la Cina ha classificato i settori come “limitati” o “vietati” per l’accesso da parte di investitori stranieri. Quando questo elenco negativo è stato aggiornato l’ultima volta, conteneva solo 34 settori. Inoltre, alcuni degli impegni di apertura del mercato assunti dalla Cina ai sensi dell’Accordo sono già coperti dalle sue normative o politiche nazionali e sono applicabili a tutti gli investitori stranieri, inclusi alcuni dei settori chiave dell’Accordo.

Resta il fatto che è inutile cercare la “paternità” definitiva delle concessioni fatte dalla Cina. La cosa più importante è che esistono, e inoltre la Commissione Europea ha sottolineato che sarebbero applicabili a tutti i paesi membri dell’OMC applicando la clausola della nazione più favorita. Ma soprattutto, per le imprese europee, era fondamentale che fossero “scolpite nella pietra” in un accordo bilaterale che univa Unione Europea e Cina e capaci di essere oggetto di risoluzione bilaterale delle controversie, che non necessariamente favorisce l’approccio del contenzioso, ma la ricerca di soluzioni costruttive da parte delle aziende interessate, con il supporto dei rispettivi Stati. Perché un impegno dalla Cina poteva esistere da diversi anni e un’azienda europea,

2.2 Rafforzare la parità di condizioni

L’accordo contiene anche impegni intesi a promuovere condizioni di parità) a vantaggio delle imprese europee (cui è concesso il “trattamento nazionale”) e una maggiore trasparenza nella regolamentazione dei sussidi e delle licenze. Tra le sue disposizioni volte a garantire parità di condizioni, l’Accordo presenta un articolo volto alla regolamentazione e alla trasparenza delle sovvenzioni, con ampia copertura dei settori dei servizi. L’accordo adotta la definizione di sovvenzioni dell’Accordo sulle sovvenzioni e le misure compensative (ASCM) e non si applica alle sovvenzioni per la pesca e i prodotti della pesca o per i servizi audiovisivi. Un allegato specifica i settori ai quali si applicano gli impegni in termini di trasparenza delle sovvenzioni: servizi alle imprese, servizi di comunicazione, servizi di costruzione e relativi servizi di ingegneria, servizi di distribuzione, servizi ambientali, servizi finanziari, servizi relativi alla salute, servizi relativi al turismo e ai viaggi, trasporti e fornitura di servizi. Questo articolo prevede che le parti debbano pubblicare informazioni su obiettivi, base giuridica, forma, importo e destinatario di ciascuna sovvenzione. Questi impegni in materia di trasparenza dovrebbero entrare in vigore entro due anni dall’entrata in vigore dell’accordo.

Tenuto conto del fatto che la Cina è riuscita ad escludere le sovvenzioni dall’ambito della risoluzione delle controversie, si può affermare che in termini di controllo delle sovvenzioni concesse dal governo cinese nel suo territorio, l’accordo rimane di portata estremamente limitata.

OLIVIER PROST E ANNA DIAS

Tuttavia, va notato che in termini a volte un po ‘diversi, gli obblighi inclusi nel CAI in termini di trasparenza dei sussidi agli investimenti erano simili a certe disposizioni dell’OMC applicabili alla Cina dal 2001 che non erano mai state attuate correttamente fino ad oggi. Si può pensare in particolare agli obblighi di notifica delle sovvenzioni nel settore delle merci, procedura che dal 2001 è rimasta lettera morta. Inoltre e soprattutto, se si tiene conto del fatto che la Cina è riuscita ad escludere le sovvenzioni dal settore applicazione della risoluzione delle controversie, si può affermare che in termini di controllo delle sovvenzioni concesse dal governo cinese nel proprio territorio, l’accordo resta di portata estremamente limitata.

2.3 Incoraggiare il commercio sostenibile 

La lotta contro il lavoro forzato e la necessità di impegnare la Cina ad aderire alle convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) e agli strumenti di protezione ambientale sono stati una questione importante durante i negoziati IAC. In base all’accordo, la Cina si impegna, ad esempio, a continuare ad aumentare il livello di protezione dell’ambiente e del lavoro. Né dovrebbe indebolire la protezione in quest’area per attrarre investimenti stranieri, e le discipline ambientali o lavorative non possono costituire una restrizione mascherata agli investimenti stranieri. In particolare, la Cina si impegna ad attuare efficacemente la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l’Accordo di Parigi. Accetta inoltre di attuare efficacemente le Convenzioni ILO che ha già ratificato e accetta di lavorare per la ratifica di altre Convenzioni fondamentali ILO, in particolare le Convenzioni n. 29 e 105, che trattano di lavoro forzato.

Su questo punto, gli impegni cinesi in materia di clima e lavoro sono probabilmente senza precedenti nel contesto di un accordo bilaterale. Resta il fatto, tuttavia, che gli impegni in questione si basano essenzialmente su clausole di ” best effort ” e soprattutto che, come le sovvenzioni, la Cina ha ottenuto che tali disposizioni siano oggetto solo di un processo di consultazione. Caso di disaccordo, meccanismo senza effetto vincolante.

OLIVIER PROST E ANNA DIAS

Su questo punto, gli impegni cinesi su clima e lavoro sono probabilmente senza precedenti in un accordo bilaterale. Resta il fatto, tuttavia, che gli impegni in questione si basano essenzialmente su clausole di ” massimo impegno “.E soprattutto che, come i sussidi, la Cina ha ottenuto che queste disposizioni siano soggette a un processo di consultazione solo in caso di disaccordo, un meccanismo senza alcun ambito vincolante. Si può quindi ragionevolmente pensare che la salvezza delle imprese europee interessate in questo settore passerà anche, e forse soprattutto, dall’utilizzo degli strumenti giuridici autonomi dell’Unione Europea, in particolare quelli che sono in gestazione come il “dovere di diligenza “(Commissario Reynders) e il” regime di sanzioni globali dell’UE nel settore dei diritti umani “, che prenderà di mira le persone e le entità responsabili (partecipanti o associate) di gravi violazioni o abusi nel campo dei diritti umani. sanzionare attori statali e non statali.

3. La Cina onorerà i suoi impegni?

Il record della Cina nel rispettare i suoi impegni commerciali è a dir poco mediocre, alcuni potrebbero persino optare per una qualificazione più severa. Lo stato cinese continua a guidare l’economia e il commercio, nonostante le sue stesse dichiarazioni e impegni a trasformare la sua economia in un’economia di mercato. Dalla sua adesione all’OMC, i membri dell’Organizzazione hanno perseguito molteplici sforzi per spingere la Cina a rispettare i suoi impegni. Non hanno portato a cambiamenti significativi nell’approccio della Cina all’economia e al commercio.

Dalla sua adesione all’OMC, i membri dell’Organizzazione hanno perseguito molteplici sforzi per spingere la Cina a rispettare i suoi impegni. Non hanno portato a cambiamenti significativi nell’approccio della Cina all’economia e al commercio.

OLIVIER PROST E ANNA DIAS

Questo approccio continua a imporre costi significativi ai suoi partner commerciali, arrivando fino alla distorsione sistematica di settori critici dell’economia mondiale come l’acciaio e l’alluminio, devastando i mercati dei paesi industrializzati. La Cina continua inoltre a prevenire la concorrenza straniera da parte di preziosi settori della sua economia, in particolare i settori dei servizi. Allo stesso tempo, la Cina mantiene una politica aggressiva di investimenti all’estero, intervenendo per conto delle sue imprese in nuovi settori e paesi emergenti dell’economia mondiale.

Sulla carta, l’accordo raggiunto rappresenta quindi un importante passo avanti, visto il contesto sopra citato. Pertanto, nei settori in cui sono stati concordati impegni di accesso al mercato, la Cina non sarà in grado di imporre limitazioni al numero di imprese che possono svolgere attività economiche, al valore totale delle transazioni, al numero totale di persone da assumere, limitare o richiedono la costituzione di una joint venture o di una specifica entità giuridica come condizione per operare. Inoltre, l’accordo prevede il divieto del trasferimento forzato di tecnologia.

Tuttavia, l’accordo ha valore solo se viene effettivamente attuato dalla Cina. E in base all’esperienza, è lecito interrogarsi su questo punto, poiché è vero che il rispetto delle sue disposizioni implica uno sconvolgimento del sistema cinese di controllo sull’economia. Tuttavia, la Cina non adotterà misure che minerebbero la sua stabilità sociale o economica. Di conseguenza, le disposizioni dell’Accordo che mirano al rispetto delle misure che incidono sul controllo dell’economia e sul rispetto delle norme ambientali e sociali sono poco restrittive, così come quelle finalizzate all’accesso al mercato, che non sono in discussione il sistema politico ed economico cinese, sono fermi e potenzialmente efficaci per le imprese.

La Cina non adotterà misure che mettano a repentaglio la sua stabilità sociale o economica. Di conseguenza, le disposizioni dell’Accordo che mirano al rispetto delle misure che incidono sul controllo dell’economia e sul rispetto delle norme ambientali e sociali sono poco restrittive, così come quelle finalizzate all’accesso al mercato, che non sono in discussione il sistema politico ed economico cinese, sono fermi e potenzialmente efficaci per le imprese.

OLIVIER PROST E ANNA DIAS

Da un lato, per quanto riguarda il controllo delle sovvenzioni promesso nell’accordo, la Cina ha finora rifiutato di adottare misure efficaci in questo settore. Sono come un’estensione del potere del partito e sostengono a debita distanza le imprese pubbliche in fallimento o lo sviluppo aggressivo delle imprese nei mercati interni o di esportazione.

Ad esempio, sebbene la Cina si sia impegnata ad aprire i servizi di pagamento elettronico ai fornitori stranieri come parte della sua adesione all’OMC, ha mantenuto le restrizioni, mentre un’impresa di proprietà statale (SOE), la China’s Union Pay , gode dell’accesso esclusivo al mercato interno, ha costruito una rete di servizi di pagamento elettronico in 179 paesi. È quindi improbabile che l’apertura di questi servizi agli investitori stranieri nell’accordo determini una migliore concorrenza poiché la posizione di monopolio dell’impresa statale è stabilita oggi.

D’altra parte, l’accordo include disposizioni relative all’ambiente e alle condizioni di lavoro. Richiede l’adesione ai protocolli di base dell’ILO, compreso il diritto di formare sindacati, la contrattazione collettiva e il divieto del lavoro forzato. La Cina si è impegnata solo a fare il massimo per raggiungere questo obiettivo, ma questa promessa è difficilmente credibile, dati gli scarsi risultati della Cina su questi temi.

In queste condizioni, per garantire che l’accordo non rimanga lettera morta, il meccanismo essenziale è quello che consente di risolvere le controversie e questo è uno degli obiettivi comprovati dell’Unione europea in tutti i recenti accordi commerciali che ha concluso di porre in collocare processi che consentano l’applicazione di sanzioni efficaci o misure correttive, se necessario.

Tuttavia, in questa fase, risulta che sui due punti sensibili sopra – il controllo degli interventi finanziari dello Stato nell’economia e gli impegni ambientali e il diritto del lavoro – i meccanismi destinati a garantire gli impegni di attuazione assunti nei confronti dello Stato gli interventi finanziari nell’economia o in questioni sociali e ambientali non sono vincolanti. In entrambi i casi è escluso il ricorso al meccanismo di risoluzione delle controversie previsto dalla Convenzione, che consente a una delle parti di adottare, se necessario, misure correttive. Ciò implica che per le disposizioni più delicate dell’accordo, gli unici mezzi di ricorso sono le consultazioni ministeriali e la buona volontà delle parti.

Ciò non è molto rassicurante alla luce dell’esperienza passata e un po ‘paradossale se confrontiamo questa situazione con l’accordo Brexit appena concluso, dove i nostri vicini britannici sono soggetti alla minaccia di sanzioni rapide, dissuasive ed efficaci in caso di mancato -conformità all’Accordo su questi temi specifici. Viene data la curiosa impressione di essere più flessibili con la Cina che con il Regno Unito.

Si dà la curiosa impressione di essere più flessibili con la Cina che con il Regno Unito.

OLIVIER PROST E ANNA DIAS

Tuttavia, l’accordo prevede un adeguato processo di risoluzione delle controversie per le disposizioni sull’accesso al mercato che è paragonabile a quello che può esistere in altri recenti accordi commerciali e di investimento in Canada, nell’Unione europea (Canada, Corea del Sud, Giappone, ecc.).

Del tutto convenzionalmente, questo meccanismo di risoluzione incoraggia innanzitutto le parti a risolvere le controversie avviando consultazioni. Le parti possono anche optare per la mediazione. Se le parti non raggiungono una soluzione concordata di comune accordo, la parte richiedente può chiedere l’istituzione di un collegio arbitrale. Gli arbitri saranno selezionati dalle due Parti, per essere scelti da una lista predisposta dal Comitato Investimenti istituito dall’accordo. L’arbitrato funziona come i meccanismi di risoluzione delle controversie da stato a stato che si trovano nella maggior parte dei moderni accordi commerciali o di investimento. Gli arbitri devono presentare una relazione intermedia entro 120 giorni e la relazione finale entro 180 giorni dalla composizione del collegio. Le decisioni devono essere accettate incondizionatamente dalle Parti, ma non devono creare diritti o obblighi per le persone fisiche o giuridiche. L’Accordo prevede inoltre alle Parti la possibilità di applicare misure temporanee in risposta al mancato rispetto del lodo arbitrale, inclusa la ritorsione incrociata – violazione in un settore, sospensione di diritti / obblighi in un altro. La sospensione degli obblighi sarà temporanea e cesserà non appena la parte reclamata notificherà le misure che dimostrano la conformità con la decisione del collegio. Il testo prevede inoltre che, laddove una particolare misura abbia presumibilmente violato un obbligo ai sensi della IAC e un obbligo equivalente ai sensi di un altro accordo internazionale come l’OMC, la parte attrice può scegliere il foro di sua preferenza.

4. Il successo dell’Accordo presuppone che le aziende “lo facciano vivere  “

Per anni, quando un’azienda europea si è imbattuta in una legislazione cinese protezionistica o discriminatoria, il suo primo istinto è stato spesso quello di sollevare la questione in modo “politico” con le proprie autorità politiche, la Camera di Commercio Europea in Cina o altre istanze. Le aziende europee devono ora imparare ad attuare le disposizioni dell’accordo di accesso al mercato, prendendo l’iniziativa per stimolare la risoluzione delle controversie con la Commissione europea. Bisogna ripeterlo, non necessariamente per andare in contenzioso, ma per utilizzare tutti i pallet offerti dall’accordo permettendo di trovare una soluzione costruttiva con la Cina.

Le aziende europee devono ora imparare ad attuare le disposizioni dell’accordo di accesso al mercato, prendendo l’iniziativa per stimolare la risoluzione delle controversie con la Commissione europea.

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Infatti, se gli Stati stanno manovrando per negoziare gli accordi, sono le società che stanno al timone per farli rispettare. Per fare questo, devono rivolgersi a Bruxelles e alla DG Commercio per sensibilizzare il ”  Chief Trade Enforcer Officer”. (CTEO) e ottenere dai propri servizi, in caso di violazione dell’Accordo, l’ingaggio del sistema di risoluzione delle controversie, concepito non soprattutto come contenzioso, ma soprattutto come soluzione costruttiva! Ciò è particolarmente vero per un paese come la Cina, che raramente favorisce i conflitti nella risoluzione delle controversie. Il meccanismo di risoluzione delle controversie dell’Accordo, che considera il contenzioso solo come la soluzione definitiva, è quindi benvenuto a questo riguardo, a condizione che le società europee non indeboliscano e integrino l’Accordo e la sua risoluzione delle controversie “multiforme” nelle loro strategie di commercio di esportazione, in altre parole il diritto di servire le esportazioni.

In effetti, ciò che è essenziale per noi ricordare è che le società europee non dovrebbero essere spaventate dalla natura “statale” di questa risoluzione delle controversie. Al contrario, con il ritorno della politica all’economia, questo tipo di risoluzione delle controversie sta gradualmente diventando la norma nel contesto di molti accordi bilaterali. La cosa migliore che un’azienda può fare per risolvere le controversie in questo tipo di accordo è (i) presentare una valida argomentazione che dimostri l’illegittimità di una misura cinese con l’accordo e (ii) cercare, in collaborazione con la Commissione europea, un costruttivo soluzione con la Cina. Questa ricerca sarà minacciata da una decisione del Panel che, essendo di natura orizzontale, potrebbe essere molto più penalizzante per la Cina. Preferirà davvero,

A questo proposito, è chiaro che un’Europa potente si esprime ora in molti regolamenti autonomi della Commissione, in particolare nella modifica del regolamento del 2014 che consente di rafforzare i poteri della Commissione quando un paese terzo che ha un accordo con il L’Unione non la rispetta.

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Ovviamente, affinché possa emergere una soluzione costruttiva, deve ancora sussistere il rischio di sanzioni (nell’ambito di un Panel bilaterale). Se la Cina sa che l’Europa non ha i mezzi legali o la volontà di avere una pratica sancita dall’adozione di contromisure consentite alla fine del Panel bilaterale, questa debolezza priverà le società interessate di ogni motivazione, e alla Cina ogni incentivo a cercare soluzioni costruttive. A questo proposito, è chiaro che un’Europa potente si esprime oggi in numerosi regolamenti autonomi della Commissione, in particolare nella modifica del regolamento del 2014 (”  regolamento di applicazione “) Ciò consente di rafforzare i poteri della Commissione quando un paese terzo che ha un accordo con l’Unione non lo rispetta. Tale regolamento, infatti, consentirà di adottare misure di ritorsione, non solo nel settore oggetto della violazione (ad esempio il commercio di beni), ma anche estendendolo al commercio di servizi o alla proprietà intellettuale. Si tratta in tal senso di un testo complementare ed essenziale alla risoluzione delle controversie stabilite dall’Accordo.

5. Il CAI: solo una parte del progressivo riequilibrio dei rapporti economici con la Cina

Parallelamente all’apertura del dialogo con la Cina, l’Europa vuole essere allo stesso tempo estremamente ferma sui flussi ingiusti o destabilizzanti cinesi in Europa. Questa realtà ci invita a comprendere che l’Accordo è solo un aspetto del riequilibrio delle relazioni economiche che l’Unione europea desidera portare avanti con la Cina. Questo riequilibrio si riflette anche nel moltiplicarsi negli ultimi mesi di proposte normative autonome a tutela di un mercato unico innovativo e competitivo, disciplinando ulteriormente le nostre relazioni con i paesi terzi, primo fra tutti la Cina.

L’accordo è solo un aspetto del riequilibrio delle relazioni economiche che l’Unione europea desidera perseguire con la Cina.

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5.1 Controllo degli investimenti

A seguito delle crescenti preoccupazioni per l’acquisizione di società altamente strategiche in tutta Europa, in particolare da parte di investitori cinesi, gli Stati membri hanno cercato di proteggere le proprie tecnologie e infrastrutture, senza un approccio europeo coordinato. L’Unione, da parte sua, ha introdotto una normativa entrata in vigore nell’ottobre 2020, intesa a rafforzare la cooperazione e il coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione europea.3. Gli Stati membri dovranno ora notificare alla Commissione i casi soggetti alle loro procedure nazionali di controllo degli investimenti. Vengono quindi emessi pareri sugli investimenti o rimborsi proposti che devono essere presi in considerazione dallo Stato membro in cui ha luogo l’investimento.

Non appena annunciato l’accordo, la Commissione europea ha chiarito che non stava abbandonando gli strumenti di controllo degli investimenti appena messi in atto nei confronti della Cina e che la firma dell’accordo non segnala in alcun modo un abbassamento di tali controlli per quanto riguarda la Cina. L’Accordo, infatti, prevede esplicitamente il diritto di ciascuna parte di esercitare i propri diritti di rivedere e controllare gli investimenti dell’altra parte in conformità alla legislazione in vigore. Possiamo quindi aspettarci un aumento dell’utilizzo del nuovo strumento europeo di revisione degli investimenti perché è nuovo, ma anche perché l’accordo appena concluso dovrebbe tradursi in un aumento degli investimenti cinesi in Europa.

Possiamo aspettarci un aumento dell’utilizzo del nuovo strumento europeo di revisione degli investimenti perché è nuovo, ma anche perché l’accordo appena concluso dovrebbe tradursi in un aumento degli investimenti cinesi in Europa.

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Il focus sarà sulla tecnologia, che i governi europei generalmente considerano correlata alla sicurezza nazionale, e in particolare quelle relative all’intelligenza artificiale, ai materiali avanzati e alla crittografia. La tecnologia Internet mobile di quinta generazione (5G) è un esempio fallimentare di coordinamento europeo in questo settore. Con l’escalation delle tensioni geopolitiche tra i governi occidentali e Pechino, le restrizioni agli investimenti influenzeranno chiaramente le società cinesi. Cresce il disagio di molti governi europei per il coinvolgimento dello Stato cinese in industrie strategiche, così come la pressione politica degli Stati Uniti per ridurre l’accesso cinese alle nuove tecnologie.

5.2 Controllo degli aiuti di Stato esteri

Nel 2021 è previsto anche il riequilibrio delle relazioni UE-Cina in tema di controllo degli aiuti di Stato esteri. È anche un argomento che dovrebbe portare a pressioni molto forti durante l’anno. Infatti, contro le sovvenzioni estere, in particolare quelle cinesi, le aziende europee possono utilizzare prima di tutto strumenti di difesa commerciale, in particolare quelli che consentono di contrastare le distorsioni commerciali derivanti dall’ingerenza dello Stato cinese ( antidumpinge antisovvenzioni). Ma questi strumenti attualmente mirano solo al commercio di merci. Attualmente esiste una falla nella normativa europea, contro, ad esempio, le società cinesi presenti sul mercato europeo e che verrebbero sovvenzionate direttamente o indirettamente dallo Stato cinese nelle loro acquisizioni o partecipazioni ad appalti pubblici. Questo è il motivo per cui il Commissario Vestager ha già proposto un Libro bianco sull’argomento e ha presentato rapidamente una proposta di regolamento.4.

Attualmente esiste una falla nella normativa europea, contro, ad esempio, le società cinesi presenti sul mercato europeo e che verrebbero sovvenzionate direttamente o indirettamente dallo Stato cinese nelle loro acquisizioni o partecipazioni ad appalti pubblici.

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Conclusione

Sul CAI si è parlato molto dalla sua pubblicazione.

Prima di tutto, notiamo che il multilateralismo è fallito. Non metteremo attorno al tavolo a breve, anche se questo rimane l’obiettivo a lungo termine, 164 paesi per modernizzare e rafforzare regole insufficienti e mal applicate, che è una fonte permanente di tensione, soprattutto quelle sui sussidi industriali. Il bilateralismo, di cui il CAI è un buon esempio, permette di superare le attuali carenze del multilateralismo.

Allo stesso tempo, dobbiamo misurare i limiti di questo Accordo, che è vincolato dall’asimmetria tra il sistema cinese ed europeo, ad esempio sui sussidi industriali e sul commercio sostenibile. Per questo, in particolare, l’UE deve continuare a costruire parallelamente una politica di regolamentazione autonoma che consenta di stabilire discipline che vadano oltre ciò che può negoziare bilateralmente o a fortiori multilateralmente.

Infine, nelle loro relazioni con la Cina, le aziende europee – a seconda del loro posizionamento e dei loro interessi – devono entrambe impegnarsi risolutamente nell’attuazione dell’Accordo per migliorare l’accesso al mercato cinese, insieme alla Commissione Europea e ai loro governi. Allo stesso tempo, devono avvalersi, quando necessario, degli strumenti autonomi dell’Unione europea. È così che la strategia di riequilibrio dell’Unione nei confronti della Cina sarà una strategia vincente.

FONTI
  1. Le principali misure previste dall’Accordo sono disponibili in lingua inglese sul sito della Commissione Europea: https://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=2237
  2. L. Van Middelaar, ”  Accordo UE-Cina: l’America è ancora in grado di diventare il leader del mondo libero?  », Le Grand Continent , 12 gennaio 2021.
  3. Regolamento (UE) 2019/452 che istituisce un quadro per il controllo degli investimenti esteri diretti nell’Unione.
  4. Cfr. Il Libro bianco sugli effetti distorsivi causati dai sussidi esteri all’interno del mercato unico: https://ec.europa.eu/france/news/20200617/subventions_etrangeres_marche_interieur_fr

Che cosa succede in Francia sull’energia nucleare, di Giuseppe Gagliano

La questione ambientale sarà un terreno fondamentale di confronto e di scontro politico. Dagli indirizzi che verranno imposti e dagli strumenti che verranno utilizzati dipenderà la prevalenza dei particolari centri decisionali e la conformazione delle formazioni politico-sociali. E’ già un terreno di duro scontro nelle dinamiche geopolitiche celato dietro un lirismo stucchevole e strumentale. Buona lettura_Giuseppe Germinario

Che cosa succede in Francia sull’energia nucleare

di

L’articolo di Giuseppe Gagliano sulla chiusura della centrale nucleare di Fessenheim in Francia

 

“Nella notte tra lunedì 29 giugno e martedì 30, la centrale nucleare alsaziana di Fessenheim ha cessato definitivamente l’attività prima di essere smantellata. Situata sulle rive del Reno, vicino alla Germania e alla Svizzera, la più antica centrale elettrica della Francia ha smesso per sempre di produrre elettricità. Nei prossimi quindici anni ne è previsto lo smantellamento, a partire dalla rimozione del combustibile altamente radioattivo, che, secondo il programma sarà completato nel 2023”.

La chiusura è stata accolta come un successo della lotta ambientalista. Da molti anni infatti numerosi attivisti antinucleari hanno portato avanti manifestazioni non violente e azione di lobbying sulle autorità francesi per chiudere la centrale nucleare di Fessenheim alle quali hanno risposto provocatoriamente gli attivisti pro – nucleare.

In un primo momento si era previsto che questa chiusura dovesse essere per così dire sincronizzata con il lancio della terza centrale a Flamanville.

Ma la data di completamento è stata posticipata a causa di nuovi problemi al 2023. Quindi, come produrre i 12,32 TWh prodotti nel 2019 dalla centrale nucleare?

È più che ingenuo scommettere su mega fattorie di pannelli solari o turbine eoliche. La prevista installazione massiccia di un pannello solare nell’Alto Reno in sostituzione di Fessenheim fornirebbe solo il 17% della potenza dell’impianto. È importante sottolineare che il sole della regione ha una percentuale del 13%.

Per continuare e per compensare questa improvvisa perdita di energia, EDF dovrà rivolgersi a centrali termiche. Queste ultime pesano molto nella produzione di carbonio rispetto alle loro omologhe nucleari. Dove l’elettricità nucleare emette solo 6 g di CO2 per KWH, quella prodotta dal gas emette fra 500 e 1000 g di CO2 prodotta dall’energia dal carbone.

Anche se è necessario credere nelle fonti energetiche rinnovabili come l’eolico, il solare o l’idroelettrico, occorre assumere un atteggiamento realistico: il miraggio di questa transizione non tiene conto di molteplici elementi.

Per citarne solo uno, l’offshoring dell’inquinamento. Infatti per poter avere elettricità verde, occorre importare pannelli solari o turbine eoliche. Merci prodotte per la stragrande maggioranza nella Repubblica popolare cinese in modo molto inquinante e che richiedono materie prime estratte in modo identico e in condizioni umane più che deplorevoli.

Sarebbe quindi più realistico e soprattutto più ecologico parlare di complementarità energetica, dove le fonti di energia rinnovabile producono simultaneamente centrali nucleari, riducendo la quota di elettricità a base di carbonio.

Partendo dalla constatazione di natura storica che il nucleare sia civile che militare ha consentito alla Francia autorevolezza e credibilità sia nel contesto della autonomia energetica che in quello della politica internazionale, il caso francese dimostra in modo esemplare come i fondamentalismi in campo ecologico conducano i governi a scelte che finiscono per danneggiarne l’autonomia energetica e soprattutto la competizione globale.

A tale riguardo è di estremo interesse l’intervista rilasciata dall’ex direttore dell’impianto nucleare Joël Bultel che smentisce numerosi luoghi comuni. Secondo l’ex direttore seguire il modello tedesco costituirebbe un grave danno per la Francia.

In primo luogo gli impianti tedeschi producono quasi 10 volte più CO2 rispetto al sistema francese nel quale i consumatori pagano circa il 75% in più per la loro elettricità rispetto ai loro omologhi francesi. Si tratta di un modello energetico dai costi altissimi: parliamo di oltre 500 miliardi di euro.

Sostituire una tecnologia che produce quanto effettivamente serve con un’altra tecnologia che produce in modo intermittente a seconda delle condizioni meteorologiche significa degradare l’autonomia energetica.

In secondo luogo la chiusura di questo impianto è stata in realtà dettata da motivi squisitamente politici e questa chiusura sarà pagata molto cara da i consumatori: quasi mezzo miliardo di euro a breve termine e diversi miliardi cumulativi (tra 4 e 7 per un prezzo medio di mercato dell’elettricità compreso tra 40 e 50 € / MWh) per i prossimi 20 anni per compensare il danno.

In terzo luogo — sottolinea il direttore — questo impianto era in realtà funzionante e avrebbe potuto continuare a produrre elettricità a basso costo per altri vent’anni. Infatti la Corte dei Conti francese ha sottolineato il grave danno economico che una tale chiusura determinerà.

In quarto luogo questa vicenda dimostra per l’ennesima volta il ruolo sempre più importante e rilevante delle associazioni e delle ONG ambientaliste nel condizionare le scelte di politica energetica dei governi e dall’altro lato dimostra la debolezza della classe politica che per ragioni di consenso politico — non certo per convinzione — asseconda queste scelte.

https://www.startmag.it/energia/che-cosa-succede-in-francia-sullenergia-nucleare/?fbclid=IwAR1sKIHI1dKPW9-yz87f5qNgSMmVOLu4wb1aHXXh44NHxuLSgltKWFxO-9I

MEGLIO ARISTOTELE, di Teodoro Klitsche de la Grange

MEGLIO ARISTOTELE

Tra le tante cose che ci ha portato il Covid, v’è l’analisi/prospettiva/auspicio della riduzione/depotenziamento/annichilimento dei ceti medi e del loro ruolo nelle comunità umane. Sembra che le decadenti élite globalsinistre esorcizzino il proprio declino auspicando quello degli strati sociali meno ben disposti verso di loro. Pomposi accademici, elzeviristi mainstream, economisti di regime (e anche non di regime) profetizzano che dopo la scossa del Covid lavoratori autonomi, professionisti, artigiani, commercianti, quadri del settore privato (e anche di quello pubblico) diverranno pochi, inutili e miseri. Qualcuno sostiene idee del genere basandosi sul darwinismo sociale, altri sulle profezie marxiste, altri scomodano la “mano invisibile”.

Tutti sembrano contenti dell’auspicato evento: ma non tengono conto di quanto “pesino”, soprattutto se si passa da criteri economici a quelli politico-sociali i ceti medi; perché questi sono stati spesso considerati l’ossatura della società, i garanti dell’equilibrio politico-sociale sul quale ogni comunità durevole – ma soprattutto quelle democratiche – si fonda.

Già Aristotele – sostenitore dello Status mixtus, cioè di costituzioni che tenessero insieme elementi di più forme “pure”1 – lo sosteneva; si chiede infatti qual è la costituzione migliore, quale “forma di vita partecipata”, e fa ricorso al “giusto mezzo”2. Dove non c’è il giusto mezzo dei “ceti intermedi” ma prevalgono i troppo ricchi o i più poveri, si creano, per così dire, problemi di governabilità “Si forma quindi uno stato di schiavi e di despoti, ma non di liberi, di gente che invidia e di genere che disprezza, e tutto questo è quanto mai lontano dall’amicizia e dalla comunità statale, perché la comunità è in rapporto con l’amicizia, mentre coi nemici non vogliono avere in comune nemmeno la strada” (il corsivo è mio) e conclude che questo è l’ordinamento migliore: “È chiaro dunque, che la comunità statale migliore è quella fondata sul ceto medio e che possono essere ben amministrati quegli stati in cui il ceto medio è numeroso e più potente, possibilmente delle altre due classi, se no, di una delle due, ché in tal caso aggiungendosi a una di queste, fa inclinare la bilancia e impedisce che si producano gli eccessi contrari”3.

Nell’età moderna il rapporto tra ricchezza e istituzioni è spesso considerato analogamente4. Una particolare menzione merita Gaetano Mosca che nell’analisi della classe politica e del regime liberale (lo “Stato rappresentativo”) scrive che “il principio liberale trova le condizioni migliori per la sua applicazione quando il corpo elettorale è composto in maggioranza da quel secondo strato della classe dirigente che forma la spina dorsale di tutte le grandi organizzazioni politiche”5.

Marx ed Engels vedono invece i ceti medi, classi superate dallo sviluppo capitalistico; non si pongono il problema della democrazia (in senso classico) perché questa come ogni regime politico è destinata a sparire con la realizzazione della società comunista6.

È un pensiero ricorrente quindi che, ai fini dell’ordine politico sociale, ancor più in comunità democratiche, è decisiva l’esistenza di un ceto medio che garantisca l’equilibrio politico e sociale (e così moderi la lotta politica) e da cui viene reclutata (parte) della classe dirigente.

Ed è quindi quanto mai curioso che non sia considerata la funzione politica del “giusto mezzo” nelle società umane e di come la decadenza di questo apra a scenari di lotta aspra e dissoluzione istituzionale. Probabilmente va ascritto, almeno in buona parte – alla tendenza a pensare il criterio economico per valutare il buon governo prevalente su ogni altro; ed ancor più che un risultato quantitativamente “pagante” per tutti debba essere apprezzato anche da parte di coloro che pagano il conto. Ma in politica non è così: vale ancora il giudizio di Friederich List (da me spesso citato) che giudicava la propria come economia politica perché teneva conto dell’interesse della comunità, mentre quella di Adam Smith era economia cosmopolitica perché considerava quanto giovava all’homo aeconomicus, astratto e distaccato da ogni legame d’appartenenza politica e sociale.

In effetti è proprio del pensiero politico che l’interesse della comunità organizzata in Stato e non quello dell’umanità sia da conseguire. In primo luogo riguardo all’equilibrio del sistema, senza il quale quello all’esistenza viene, prima o poi, ad essere compromesso.

Teodoro Klitsche de la Grange

1“Diciamo di seguito a quanto s’è trattato in che modo sorge, oltre la democrazia e l’oligarchia, la cosiddetta politia, e in che modo bisogna costituirla. Insieme risulterà chiaro anche come si definiscono la democrazia e l’oligarchia, perché si deve fissare la distinzione tra queste due forme e poi metterle insieme, prendendo per dire un contributo da ciascuna delle due” i passi sono ripresi da Aristotele, La politica, IV, 9, 1294 a-b e ss. trad. it. di R. Laurenti.

2 Scrive “In tutti gli stati esistono tre classi di cittadini, i molto ricchi, i molto poveri, e, in terzo luogo, quanti stanno in mezzo a questi. Ora, siccome si è d’accordo che la misura e la medietà è l’ottimo, è evidente che anche dei beni di fortuna il possesso moderato è il migliore di tutti, perché rende facilissimo l’obbedire alla ragione, mentre chi è eccessivamente bello o forte o nobile o ricco, o, al contrario, eccessivamente misero o debole o troppo ignobile, è difficile che dia retta alla ragione” e prosegue “Oltre ciò, quelli che hanno in eccesso i beni di fortuna, forza, ricchezza, amici e altre cose del genere, non vogliono farsi governare né lo sanno… mentre quelli che si trovano in estrema penuria di tutto ciò, sono troppo remissivi. Sicché gli uni non sanno governare, bensì sottomettersi da servi al governo, gli altri non sanno sottomettersi a nessun governo ma governare in maniera despotica” (il corsivo è mio) op. cit., 1295 b..

3 Op. cit., 1296 a.

4 Per sintetizzarlo v. la voce Buon governo di P. Silvestri nel Dizionario del liberalismo “Con la progressiva emersione della sfera pubblica moderna, e in vista di un nesso più stretto tra governati e governanti, sotto forma di equilibrio delle forze sociali. In questo senso, e secondo l’idea sette-ottocentesca di «civilizzazione» che individuava un circolo virtuoso tra tra borghesia e progresso, il ceto medio era chiamato a svolgere un ruolo cruciale nell’ideale del governo misto. L’idea di «civilizzazione» supponeva che nella misura in cui lo sviluppo economico-sociale avrebbe allargato i fianchi del ceto medio (inteso come fulcro della società civile), a sua volta l’espansione del ceto medio avrebbe dovuto assorbire e mediare la lotta sociale e l’antagonismo fra le classi, anche in virtù di una maggiore osmosi tra sfera della proprietà e sfera pubblica” ed autori lì citati.

5 Ovviamente di Stato liberale si tratta. Ma nel discorso di Mosca per liberale lo s’intende non tanto in senso ideal-tipico, ma come assetto concreto che i poteri pubblici (ormai democratico-liberali) avevano all’inizio del XX secolo. E aggiunge “Al di sotto del primo strato della classe dirigente ve ne è sempre, e quindi anche nei regimi autocratici, un altro più numeroso, che comprende tutte le capacità direttrici del paese. Senza di esso qualunque organizzazione sarebbe impossibile, perché il primo strato non basterebbe da solo ad inquadrare e dirigere l’azione delle masse. Sicché dal grado di moralità, d’intelligenza e di attività di questo secondo strato dipende in ultima analisi la consistenza di qualunque organismo politico” v. Elementi di scienza politica, Torino 1923, pp. 412 ss.

6 “Quelle che furono fino ad ora le piccole classi medie dei piccoli industriali, negozianti e rentiers, degli artigiani e dei contadini proprietarii, finiscono per discendere al livello del proletariato” Manifesto del partito comunista.

Il costruttore, di Giuseppe Germinario

A Giuseppe Conte non è riuscito il colpo di convincere un pugno di “costruttori”, diciassette, per raggiungere al Senato quella maggioranza assoluta che gli avrebbe consentito di galleggiare ancora per qualche tempo.

Ci è riuscito invece Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica. Ne ha raccolti addirittura quasi venti volte tanto, più di trecento. Per attirarli ha dovuto liquidare con qualche malcelato sollievo Conte ed accogliere e investire un vicerè da tempo atteso, Mario Draghi.

Un vero trionfo, il suo di quest’ultimo; degno dei fasti riservati dal popolo italico ai suoi antesignani sin dai tempi di Carlo VIII, annunciato a tambur battente e ormai predestinato alla consacrazione delle assise parlamentari.

Quasi superfluo soffermarsi sugli apologeti, entusiasti e ben disposti a stringersi intorno al carro del vincitore. Pronti ad esaltare a spron battuto le virtù giovanili di un discepolo dal promettente futuro keynesiano, corroborate nella sua piena ed inoltrata maturità da una volitiva fermezza nel contrastare, in qualità di Presidente della BCE, le fisime oltranziste di austerità dei suoi comprimari tedeschi; altrettanto lesti e sommessi nel rimuovere le pesanti ombre calate sulla sua figura di teorico e solerte esecutore delle sciagurate scelte economiche soprattutto nella seconda metà degli anni ‘90 e in minor misura nella prima decade del 2000.

Altrettanto fuorviante rischia di essere, nel loro impeto denigratorio, l’esorcismo praticato da coloro i quali incentrano l’attenzione esclusivamente sulla sua azione svolta in quel periodo cruciale con la ciliegina del suo importante incarico in Goldman&Sachs, incasellato e prigioniero nel ruolo di campione del liberismo estremo.

Due sguardi complementari entrambi rivolti al passato che paradossalmente, non ostante l’enfasi, tendono a irrigidire e sminuire la statura, la posizione e il ruolo del personaggio.

Mario Draghi non è uomo legato ad una stagione, né fossilizzato religiosamente ad una impostazione teorica cui piegare a tutti i costi la realtà.

Grazie alla straordinaria rete di relazioni tessuta sin dai suoi studi universitari negli States e coltivati nei periodi di Direttore al Ministero del Tesoro, alto dirigente di G&S, Presidente di Banca d’Italia e componente di numerosi organismi internazionali, Mario Draghi rientra nella ristretta élite dei decisori o quantomeno degli esecutori direttamente a contatto con i primi; pronto quindi a sostituire paradigmi e modalità operative non più efficaci. In questa veste è stato invocato e in questa veste sta prendendo in mano le redini del Governo.

Poco a che vedere con la ruspa messa in moto da Mario Draghi dieci anni fa.

In questa veste ha tracciato, con consenso ormai ecumenico, i due solchi che dovranno segnare l’indirizzo politico: l’Alleanza Atlantica e l’Unione Europea.

Non sono certo una novità, ma diverso è il modo di segnarli e riempirli con l’avvento della nuova amministrazione americana e con il protrarsi dell’incertezza e della debolezza della situazione politica in quel paese.

Una condizione che ostacola la riproposizione delle mire egemoniche nei termini posti durante la Guerra Fredda e a cavallo del nuovo millennio e che richiede nell’agone europeo la presenza di almeno tre interlocutori di potenza paragonabile e in competizione tale da poter giocare e limitare le ambizioni di scelte più autonome di qualcuno tra di questi; tanto più che una importante pedina, la Gran Bretagna, ha deciso di tirarsi fuori da uno dei campi di azione, la UE.

Con l’amministrazione Trump ci sono già stati inviti più o meno espliciti ad una maggiore iniziativa specie nell’area mediterranea, ma anche nella UE. Conte e l’intero ceto politico nostrano hanno dato l’impressione di non essersi neppure accorti delle opportunità. In un contesto del tutto diverso e con l’amministrazione Biden appena insediata è arrivato tempestivamente un vicerè a condurci con mano lungo la strada, a proporci ed attuare quei cambiamenti strettamente necessari a perseguire più efficacemente gli indirizzi politici.

Il vuoto determinatosi nel Mediterraneo dalla passività italiana, la gestione disastrosa della pandemia anche in rapporto a quella non esaltante dei principali paesi europei e la disarmante incapacità di elaborare un piano PNRR appena presentabile, per non parlare della improbabile capacità di attuazione di esso devono aver allarmato non solo i gestori imperiali, ma anche i più famelici predatori della famiglia europea riguardo alla tenuta generale del paese. Da qui l’esigenza di insediare un promotore competente ed un interlocutore più credibile, perché più capace e rappresentativo dei centri operativi in campo, con il quale trattare.

Si sa però che in politica, ancor più nelle dinamiche geopolitiche, la generosità altrui comporta prezzi ben più salati da pagare rispetto alla iniziativa propria di una classe dirigente e di un ceto politico autoctoni e più autonomi.

Non lo vedremo in politica estera, al di fuori del consesso europeo delle cui prerogative si è appropriato non a caso Draghi in prima persona, giacché la conferma di un fuoco fatuo, Luigi di Maio, a Ministro degli Esteri ne sancisce l’assenza e l’irrilevanza per almeno un triennio ancora. Lo percepiremo invece, ma a giochi fatti nelle modalità di salvaguardia, ristrutturazione e rinnovamento che pur dovranno essere perseguiti di quel che rimane e rimarrà del nostro apparato economico, specie di quello industriale e del complesso militare-industriale.

Sempre meglio, probabilmente, della caricatura di politica economica ed industriale perseguita dal Governo Conte e della pedissequa ed inetta accondiscendenza agli imput della Commissione Europea del Ministro Gualtieri.

Già prima di insediarsi Mario Draghi ha ottenuto un enorme successo politico e di immagine, a dispetto dei cantori della morte della politica: aver assorbito nell’alveo dell’ortodossia europeista e strettamente atlantista pressoché l’intero arco delle forze e delle frazioni politiche, di aver dissolto per un tempo indeterminato ogni singulto “sovranista” credibile politicamente, di aver evidenziato definitivamente i limiti e la verbosità sterile di tale espressione politica. Limiti che non tarderanno a manifestarsi apertamente anche in ambito europeo, in particolare in Francia.

La conduzione assertiva del Governo ne potrà sancire il trionfo definitivo a futura memoria, almeno nei simulacri delle attuali élites imperanti, o la malinconica caduta nell’anonimato dei più, tra le tante promesse mancate di questa lunga transizione politica.

Oltre alle parole e ai programmi è la composizione stessa della compagine governativa a rivelare le intenzioni e ad essere lo specchio della situazione e quindi:

  • il divario qualitativo esistente tra il ceto politico particolarmente dimesso e ai margini delle posizioni di potere espresso e spesso riconfermato dai partiti nella compagine e le componenti tecnico-politiche collocate nei posti chiave da Draghi si rivela eclatante. Con le dovute eccezioni di Guerini alla Difesa e Giorgetti allo Sviluppo, ma con l’incognita dello svuotamento di competenze del Ministero di quest’ultimo da un lato; con quella di Colao dall’altra, vista la sopravvalutazione mediatica del personaggio e la poco edificante prestazione a capo dello staff di esperti nominati da Conte in sede di elaborazione del piano di ricostruzione. A latere una decisione apparentemente inspiegabile rimane la nomina intemerata di Renato Brunetta a Ministro della Pubblica Amministrazione, un ambito imprescindibile per l’elaborazione e l’attuazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e per l’esercizio delle prerogative statali e di governo. È probabilmente l’indizio che il Capo del Governo vorrà procedere, nell’esecuzione del PNRR e delle politiche economiche ad esso collegate, attraverso la nomina di esperti e commissari vista l’impellenza; una procedura non nuova che però quasi sempre ha accompagnato, all’insegna dell’urgenza, il conseguimento di successi immediati alla duplicazione di apparati e strutture rimaste poi nel tempo a sovrapporsi ed accavallarsi in una condizione di paralisi progressiva degli ambiti dello Stato. Un duro colpo comunque alla credibilità dei partiti foriero di una radicale ricomposizione e scomposizione dei partiti e degli schieramenti

  • la priorità dell’azione di governo è rivolta al PNRR, alla ristrutturazione profonda dell’economia e alla garanzia di politiche assistenziali più mirate che renda socialmente sostenibile un processo di riorganizzazione pesantissimo e drammatico. Ha trovato piena accondiscendenza nell’intero quadro politico ed associativo: le parti sociali hanno iniziato ad avviare e concludere inaspettatamente i contratti di lavoro; qualche notizia di nuovi importanti insediamenti industriali come quello di batterie in Piemonte; la dirigenza europea più disponibile probabilmente a trattare a condizioni più paritarie sulle condizioni di rientro del debito, anche se l’ambizione di Draghi, sostenuta ormai da vari ambienti, va oltre l’intenzione di trattare sulle condizioni di austerità. Nel discorso di insediamento al Senato il nuovo Presidente del Consiglio ha parlato del resto chiaramente: “gestire la politica economica, la riorganizzazione dei settori, la selezione dei rami produttivi e delle aziende da sostenere e quelle da abbandonare al loro destino è compito della politica”. Una tesi ben lontana dagli orientamenti liberisti più rigorosi. È il segno di un cambio di paradigma o quantomeno di rappresentazione già per altro preannunciato in questi ultimi due anni da ambienti ben più altolocati. La stessa retorica del “grande reset” fa parte di questo tentativo. La nomina di Roberto Cingolani, proveniente da Leonardo, a Ministro dell’Ambiente è il segno di un tentativo di scendere dalle altitudini rarefatte dell’integralismo ambientalista a quello della fattibilità scientifica e tecnologica, con tempi di transizione più realistici.

L’avvento di Mario Draghi sancisce il fallimento del movimento sovranista così come lo si è conosciuto e declamato in questi anni.

Alla mancanza di una visione complessiva e di un programma credibile, all’assenza di una prospettiva tale da configurare nuovi schieramenti e nuovi sistemi di relazione in particolare tra i paesi europei che portassero ad una maggiore autonomia ed indipendenza politica, ha corrisposto il sopravvento surrettizio dell’opportunismo e del trasformismo, l’accodamento acritico all’atlantismo più codino. Di fatto una via obbligata per non scomparire o perire sotto i colpi della reazione. Del resto anche i movimenti “sovranisti” di riferimento in Europa Orientale hanno come riferimento nemmeno la NATO, ma l’americanismo più allineato condito con una dipendenza dai fondi europei tale da rendere fragili i loro aneliti, almeno sino a quando continueranno a coltivare la loro russofobia. È esattamente il contesto che ha determinato la situazione in cui si è cacciata la Lega, un partito sempre più espressione dei gruppi che rappresenta piuttosto che capace di sintesi e di indirizzo di una comunità.

Nell’altro versante, più che la formazione di un movimento riformista e produttivista accompagnato e sostenuto da una riedizione del “welfare”, sembra favorire nell’immediato un sodalizio nel quale il PD, nel tentativo di assorbimento dei resti del M5S, non fa che assimilarne anche i tratti di assistenzialismo unito all’atavica acritica adesione ai precetti della UE e delle classi dirigenti che la esprimono e ai legami di interesse con gli ambienti del terzo settore dal quale scaturisce ormai gran parte del gruppo dirigente.

Due dinamiche all’interno delle quali si inserisce il tentativo efficentista di Mario Draghi reso ancora più ambiguo e problematico dalla sua mancanza di visione dell’interesse nazionale e dal fatto che un nuovo sistema di relazioni tra stati europei presuppone la ricostruzione di uno stato nazionale secondo una visione di interesse nazionale che consenta di trattare con pari dignità con gli interlocutori.

Un tentativo che intende affrontare nell’immediato l’emergenza pandemica e del PNRR e contestualmente avviare le riforme nel lungo termine nella posizione di esecutore prima in qualità di PdC e di supervisore dopo in qualità di Presidente della Repubblica.

Una situazione in apparenza disperante per altri punti di vista praticabili, ammesso che ci siano.

Le vicende politiche di questi ultimi cinque anni, specie quelle verificatesi negli Stati Uniti, lasciano qualche spiraglio agli “imprevisti”. Classi dirigenti e ceti politici che dispongono praticamente di tutte le leve di potere e di tutti gli strumenti di manipolazione sono stati sorpresi dal “fenomeno Trump” ed hanno dovuto penare ben cinque anni per ripristinare una situazione ancora lungi dall’essere normalizzata. Di sicuro hanno preso una grande spavento e perso gran parte della loro sicumera. In Europa sembra andare loro un po’ meglio e non è un caso che personaggi come Soros abbiano scelto negli ultimi tempi questo continente come base e retrovia per perseguire le loro trame. La tattica “inclusiva” sembra funzionare ancora.

Le ciambelle però escono sempre meno con il buco e l’azione di Draghi di certo non sfugge a questa eventualità.

Tanto per fare un esempio calzante, il Recovery Fund, come i fondi strutturali possono diventare un fatale cappio al collo per gli stati nazionali; se accompagnati però da investimenti autonomi complementari, non vincolati alle normative europee possono rivelarsi comunque uno strumento utile. È quello che fanno con relativo successo esattamente la Francia e la Germania, come pure alcune regioni in Italia. È un ambito operativo entro il quale possono inserirsi le frange residue del movimento sfruttando gli eventuali ulteriori margini di debito per ricostruire ed ampliare la base industriale del paese. Le stesse politiche industriali, meglio ancora dei gruppi industriali, dietro la retorica del libero mercato nascondono trattative politiche e processi decisionali che perseguono politiche di accorpamento o di fondazione di nuovi gruppi. Sono tutti spazi i quali, anche nei peggiori dei contesti, offrono opportunità operative a condizione di avere una classe dirigente e un ceto politico capaci e consapevoli. Uno dei promettenti potrebbe essere ad esempio il progetto di caccia di VI generazione italo-inglese da condividere in futuro con quello franco-tedesco ancora tutto da avviare. È un banco di prova, per quanto limitato, per dimostrare che la scelta di sostegno a Draghi non è una mera operazione trasformista o di difesa lobbistica di interessi a carico e ai danni della collettività.

La tabella di marcia del prossimo governo sarà irta di ostacoli e di problemi da affrontare; pare anzi che più di qualche centro abbia l’intenzione di incalzarlo e metterlo già in affanno. La recente sentenza del TAR di Lecce sulla chiusura della ex-ILVA di Taranto è la prima mina piazzata a bella posta sul percorso. Sarà questione di giorni, nemmeno di mesi, per trovare conferma dei timori e delle incognite di questa operazione come pure del fatto che anche questo tentativo rimanga impantanato nella palude dei conflitti di potere e delle oligarchie chiuse in se stesse.

Ci sarà una terza alternativa tra la padella e la brace, quella cioè di diventare cuochi? Draghi si confermerà un vicerè o un capobastone? Staremo a vedere.

Epigenetica e fantasmagorie transumaniste_ 5a parte, di Massimo Morigi

Massimo Morigi

Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis,  su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della  prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale    del    Repubblicanesimo    Geopolitico

                                            (V parte di 5)

                                                                        

Al Dialectical Biologist, che è in errore numerose volte ma che è  nel giusto sui punti essenziali

 

A Lustig von Dom e alla sua madre in dialettica Frau Stockmann, Friederun von Miran-Stockmann

 

Questo documento, che ora viene presentato in anteprima sul blog di geopolitica “L’Italia e il Mondo”, inteso a raccogliere e a dare un primo approccio alle valenze teoriche che per il Repubblicanesimo Geopolitico possono rivestire le ultime acquisizioni della biologia molecolare e dell’epigenetica e costituito dal presente commento su questo argomento più una  rassegna di URL attraverso i quali i lettori possono prendere visione di importanti documenti afferenti a queste branche della biologia, che erano già presenti sul Web ma che noi, vista la loro importanza sia scientifica  che per la teoria del Repubblicanesimo Geopolitico, abbiamo provveduto a caricare su Internet Archive (e nella rassegna bibliografica finale verranno debitamente indicati gli URL da cui originariamente sono stati scaricati i documenti  – URL e documenti relativi che, quando tecnicamente possibile,  sono stati da noi anche “congelati” tramite  la Wayback Machine – accanto agli URL creati ex novo attraverso i nostri caricamenti su Internet Archive), sviluppa la sua critica a queste nuove acquisizioni delle scienze biologiche nell’ambito dello studio e dell’elaborazione   del  paradigma olistisco-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico – teoria-paradigma dell’azione olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico   ultima sintesi e sistemazione della filosofia della prassi i cui maggiori esponenti sono stati nel Novecento Antonio Gramsci, Giovanni Gentile e Karl Korsch – e azione olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale che, in primo luogo, dalla profonda   dialetticità del Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin (per quanto ancora  il Dialectical Biologist non sia riuscito del tutto a liberarsi dello pseudodialettico  engelsismo1 della Dialettica della natura e dell’ Anti-Dühring),  dall’epigenetica (principale esponente Eva Jablonka), dalla teoria endosimbiotica di Lynn Margulis e quindi da un aggiornato lamarckismo riceve potenti stimoli dialettici ed euristici. (Oltre che ottenere una riabilitazione, se non in sede di histoire événementielle, cioè in sede di una impossibile riabilitazione dello stalinismo, ma sì dal punto di vista di una nuova teoresi olistico-dialettica-gnoseologica-epistemologica-politica – cioè dal punto di vista di una rinnovata filosofia della prassi di cui si è appena detto – cui il Repubblicanesimo Geopolitico cerca di dar vita, del tanto ideologicamente diffamato Trofim Denisovič Lysenko, la cui genetica non può essere sbrigativamente liquidata come una infelice pseudoscienza frutto della pseudodialettica dell’autoritario e veteroengelsiano Diamat staliniano, quanto fu piuttosto una forma di lamarckismo ancora all’oscuro dei meccanismi    che    indirizzano   l’evoluzione  degli  organismi2, meccanismi  che cominciano solo ora ad essere compresi dall’epigenetica e, più in generale, da tutti quegli approcci di ricerca biologica e genetica che intendono costruire una Extended  Evolutionary Synthesis  –  Sintesi evoluzionistica estesa, per la  quale anche il dato culturale acquisito,  costruito ed introiettato  dall’organismo stesso in una sorta di autopoiesi genotipico-fentotipica per poi riverberarsi, questa autopoiesi culturale-genetipica-fenotipica, al livello dello stesso ambiente che ne rimane influenzato perché, evolutosi in seguito a questa modificazione dell’organismo, modifica a sua volta dialetticamente l’organismo stesso, è una decisiva componente dell’evoluzione3 – non contrapposta alla Modern Evolutionary Synthesis (Sintesi evoluzionistica moderna, detta anche neodarwinismo – responsabile di aver esasperato in senso meccanicistico le felici intuizioni darwiniane, e costituendo quindi la Sintesi Evoluzionistica Estesa non tanto una fuoruscita dal canone evoluzionista darwiniano ma bensì, attraverso la consapevole introduzione nel campo  teorico esplicativo dell’evoluzione di una Gestalt storicistico-dialettica, non una contrapposizione all’idea darwiniana di evoluzione, modello darwiniano di evoluzione  nel quale erano tenuti in precario equilibro valenze meccanicistiche e valenze storicistiche, ma semmai una sua pur profonda e radicale integrazione alla luce di un rinnovato lamarckismo che solo ora con le nuove tecniche di investigazione scientifica comincia a sviluppare tutte le sue potenzialità) ma al più o meno rozzo meccanicismo che precedentemente aveva afflitto la Modern Evolutionary Syntesis che ha portato alle più estreme ed infauste conseguenze i nodi irrisolti  presenti nel modello  darwiniano4. Si noti bene:  Darwin  era  ben  consapevole dei notevoli problemi che il suo schema di evoluzione delle specie animali e vegetali che vedeva questi organismi come soggetti passivi rispetto all’ambiente si portava con sé e, piuttosto che per il meccanicismo del suo schema evolutivo, l’immortale importanza del suo lascito scientifico consiste nel fatto che egli, a differenza di Lamarck, collegò la variabilità degli organismi all’interno di una specie con la comparsa di nuove specie che non sarebbero mai comparse se questa variabilità individuale non si fosse manifestata, mentre Lamarck, pur avendo correttamente individuato un meccanismo evolutivo dove l’organismo non giocava solo un ruolo passivo – classico l’esempio della giraffa che si allunga il collo per mangiare le foglie degli alberi e riesce poi a trasmettere direttamente alla prole questa sua caratteristica somatica – confinò questo meccanismo evolutivo all’interno di ogni singola specie, cosicché, per farla semplice, le giraffe potevano sì allungare il loro collo a seconda delle necessità ambientali ma dalle giraffe potevano evolversi solo delle giraffe e mai, mettiamo, una nuova specie di erbivori distinta dalle giraffe. Era un’idea di evoluzione un po’ modello arca di Noè, dove le specie del Creato sono sempre state le stesse ab initio temporum – nell’arca gli animali entrano a coppie  e, a parte la facile ironia che viene dalla domanda su come faranno i milioni di specie di viventi, anche se presenti solo a livello di una coppia composta da un maschio e una femmina, a stare dentro un così ridotto vascello, c’è una visione del mondo che sta dietro a questo singolare mito biblico, e cioè l’eterna fissità delle specie viventi che, dai tempi antidiluviani, quindi sin dall’inizio del mondo, sono sempre le stesse.  L’immortale lascito di Darwin non è, quindi, quello di avere recisamente rifiutato e sovvertito in direzione meccanicista il modello lamarckiano di un processo di attiva autopoiesi genotipico-fentotipica dell’organismo e di trasmissione di queste nuove caratteristiche così attivamente acquisite anche alle successive generazioni ma il fatto di aver compreso che la variabilità degli individui all’interno di una popolazione può generare nuove specie. Per rimanere all’esempio della giraffa. Secondo lo schema darwiniano, se particolari condizioni ambientali non costringono più le giraffe ad allungare il collo – o per attenerci ad una formulazione di ancor più stretta osservanza darwiniana, se particolari condizioni ambientali non favoriscono la selezione di giraffe dal collo sempre più lungo –, questo mutamento ambientale può selezionare   –  perché un collo troppo lungo che non risponda più a necessità alimentari è uno svantaggio in quanto una eccessiva massa dell’animale consuma troppe calorie – non solo giraffe dal collo più corto ma una nuova specie animale che non riesce più a riprodursi con le giraffe a collo lungo. Una eccezionale intuizione che, per la prima volta, riusciva a spiegare la presenza delle varie specie presenti sulla Terra partendo da una stessa famiglia di organismi. Insomma prima di Darwin sarebbe stato assolutamente impossibile concepire  LUCA (Last Universal Common Ancestor), e in mancanza di questo ‘ultimo antenato comune universale’ – o almeno in mancanza nella teoria evoluzionistica di un originario antenato iniziatore della vita, sia stato questo antenato un singolo organismo o un gruppo di (proto)organismi e/o molecole organiche (oppure vari e distinti gruppi di molecole organiche e/o (proto)organismi)  che siano divenuti una comunità di organismi  (o più comunità di organismi come nel secondo caso dei gruppi distinti) tramite il trasferimento di geni orizzontale ed evolutesi e differenziatesi in seguito in molteplici e diversificate altre comunità di organismi, cioè nelle varie specie biologiche presenti sul nostro pianeta – gli attuali  paradigmi evoluzionistici sulla varietà e differenziazione delle  specie dei viventi presenti sulla Terra, Sintesi evoluzionista moderna e Sintesi evoluzionistica estesa indifferentemente,  sarebbero gravemente mùtili  della loro  forza  euristica ed analogica nell’opposizione a qualsiasi Weltanshauung imperniata su una divinità personalistica e creazionistica ex nihilo ed ex suo5 – opposizione che è consustanziale alla filosofia della prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico –, una ingenua rappresentazione della religiosità popolare sull’origine del mondo  che iconicamente  trova oggigiorno la sua più limpida manifestazione nelle immagini devozionali di proselitismo religioso dei Testimoni di Geova rappresentanti il Paradiso Terrestre, dove leoni, giraffe e gazzelle ed altre specie selvagge vivono felici e rispettandosi a vicenda – povero leone costretto ad una dieta vegetariana, da costituirsi immediatamente un’associazione animalista contro i maltrattamenti alimentari che il leone subisce in questo paradiso terrestre, e alle fiamme il dipinto Paradiso di Jan Brueghel il Giovane, forse la più diretta fonte iconografica di queste immagini devozionali!6 –, e, a parte la bizzarria del leone vegetariano, recanti queste immagini un’altra informazione al devoto, e cioè che queste specie ora pacificate nel Paradiso sono state create tali e quali  ab initio temporum. Insomma, siamo sempre dalle parti dell’arca di Noè e delle mitologie veteroneotestamentarie e derivati7. Darwin  ha iniziato  a  liberarci  da  questa   mitica arca8. La Sintesi evoluzionistica estesa riesce, a sua volta, a liberarsi – e a liberarci –  nel campo della biologia e degli studi sull’evoluzione degli organismi dell’ideologia meccanicistica di stampo cartesiano-galileano – che nell’ Ottocento e  nel Novevento trovò la sua più tetra e ridicola interpretazione nel positivismo e nel neopositivismo – in cui finora era stata costretta questa liberazione e in cui era rimasto impastoiato, pur fra profondi dubbi, anche Darwin. E ovviamente il Repubblicanesimo Geopolitico non può che cogliere con profonda soddisfazione questo ulteriore avanzamento dialettico delle scienze biologiche e genetiche.).  Un’ultima notazione. Pur prendendo spunti ed analogie dalle nuove frontiere aperte dall’epigenetica, dalla sintesi evoluzionistica estesa  e dalla teoria endosimbiotica, ideata quest’ultima  da Lynn Margulis, il Repubblicanesimo Geopolitico si pone decisamente agli antipodi da tutte le ridicole e cupe impostazioni transumaniste, siano queste anche in forma più o meno attenuata come, per esempio, in Donna Haraway. Questo perché – sempre rimanendo al transumanismo harawayno, che attualmente  ne è la forma più attenuata, ed anzi la Haraway espressamente nega di condividerne i fini, anche se, in pratica, deve a buon diritto essere inserita in questa disumanizzante impostazione antropologica – pur riconoscendo volentieri e come segno indubbiamente positivo le potenzialità dialettiche e/o contro la vecchia suddivisione natura/cultura che promanano da tutto il lavoro della Haraway (dal Cyborg Manifesto per finire col Staying with the Trouble. Making kin in the Chthulucene9),  si   deve   sottolineare  il fatto che 1) questa dialettica è espressa per lo più attraverso immagini simboliche (il cyborg del Cyborg Manifesto, l’endosimbionte del Stayng with the Trouble – quest’ultimo, comunque effettivamente esistente nella realtà mentre il primo, almeno per ora, è solo il frutto di una fantasmagoria fantascientifica), che per quanto immagini inconsce ed oniriche della dialettica si fermano sempre ad un passo da una piena consapevolezza della stessa e che 2) il progetto transumanista che traspare da tutto il lavoro della Haraway (per quanto il transumanismo venga formalmente respinto dalla Haraway) altro non si risolve alla fine, anche se abbandonando l’iniziale fantasmagoria fantascientifica del Cyborg perché evidentemente percepita dalla Haraway troppo disumanizzante, che in una fuoruscita dall’umano  non più in via bioingegneristica  come nel Cyborg Manifesto ma in via ingegneristico-genetica (cfr. in Staying with the Trouble il racconto fantascientifico The Camille Stories: Children of Compost10), ma fuoruscita storica dalle attuali contraddizioni storiche dell’umano –  e non dall’umano stesso inteso come dispositivo olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale come invece propone il transumanismo che lo vorrebbe sostituire con un più perfezionato prodotto da laboratorio ma dal quale, ahinoi, scompare la dimensione storico-dialettica della sua evoluzione – che solo può compiere una soddisfacente Aufhebung attraverso una rinnovata e potenziata filosofia della prassi, insomma quella filosofia della prassi, erede dell’idealismo storicista italiano e tedesco e delle migliori espressioni del marxismo occidentale direttamente influenzate da questo idealismo,  che nel XXI secolo solo il Repubblicanesimo Geopolitico ha assunto su di sé il compito del suo sviluppo e potenziamento teorico-pratico. E, infatti, l’incapacità della Haraway a formulare coerentemente un suo autonomo ed originale pensiero dialettico e addirittura il tentativo di fare dell’endosimbionte il simbolo di un nuovo rapporto dell’uomo con la natura  e con la società – suggerendo quindi che l’endosimbionte è, in un certo senso, il  culmine della scala biologica e l’obiettivo cui deve tendere una rinnovata ingegneria sociale poggiata su un’ideologia ecologista e realizzata attraverso le sempre più penetranti tecnologie genetiche utilizzate per modificare il genoma umano: cfr. oltre al summenzionato apologo fantascientifico ancora, passim, Staying with the Trouble. Making kin in the Chthulucene e, in particolare, alle pp. 61-62, 64 la trattazione sul simbionte   Mixotricha paradoxa11– sfocia  alla  fine,  sempre   in  Staying   with  the Trouble, certamente risultato non voluto dalla Haraway, nel progetto di una sorta di uomo nuovo, conseguito non attraverso una selezione e/o eliminazione di pool genetici e culturali umani come nel nazismo12 ma attraverso l’assorbimento nel stesso patrimonio genetico dell’homo sapiens, ad opera dell’ingegneria genetica,  del patrimonio genetico di altre specie animali e vegetali (questo processo di trasferimento di DNA e RNA non finalizzato a finalità riproduttiva all’interno di una specie ma fra membri appartenenti a specie diverse e quindi svincolato da qualsiasi teleologia riproduttiva – che, alla luce delle attuali acquisizioni nell’ambito del paradigma della sintesi evoluzionistica estesa, tutto si può dire di questo fenomeno tranne che si tratti di un ‘epifenomeno’ di trascurabile importanza, mentre è assai più verosimile pensare che si tratti di un passaggio decisivo dell’evoluzione degli organismi e dal punto di vista della dialettica del Repubblicanesimo Geopolitica ne è evidente la grande valenza euristica in quanto si pone agli antipodi di qualsiasi visione “fissista”  del mondo biologico e,  con profonda analogia,  della realtà tutta,  fisica, biologica, culturale e storica, proiettandoci quindi in uno schema olistico della realtà informato alla creazione autopoietica della stessa attraverso il  paradigma   dell’azione dialettico-espressiva-strategica-conflittuale – non è una fantasmagoria fantascientifica ma avviene in natura, e avviene anche per quanto riguarda l’uomo nel cui materiale genetico sono state rinvenute tracce più o meno consistenti di materiale genetico di altre specie animali, un trasporto probabilmente avvenuto attraverso virus vettori). Questo ‘trasferimento genico orizzontale’ svincolato dalla riproduzione  (acronimo TGO,  o ‘trasferimento di geni laterale’, acronimo TGL, in inglese ‘Horizontal gene transfer’, acronimo HGT) che avviene, ovviamente, anche dall’uomo verso gli animali, mentre potrebbe costituire una potentissima metafora dell’intima dialetticità non solo del mondo biologico ma, nell’ambito di una visione olistica della realtà tutta, non solo del mondo della φύσις globalmene intesa ma anche della realtà culturale e storica dell’uomo, viene  quindi suggerito dalla Haraway in Staying with the Trouble  – con grande sfacciataggine ed ingenuità materialistica, ma mai come nel caso della Haraway questo materialismo non è altro che il volto deturpato e degradato di un non ben superato spiritualismo, e infatti la Haraway non ha mai fatto mistero della suo background cattolico e della centralità nello sviluppo del suo   Bildungsroman del mistero della transustanziazione13– come  una  sorta  di processo da intensificare ulteriormente attraverso una sempre più scaltrita ingegneria genetica, venendo così a delineare, sempre involontariamente per carità, una sorta di eugenetica non di marca nazista ma di tipo ecologista, ignorando, come del resto avviene sempre nel nazismo e nelle altre forme di totalitarismo, che se mai si può parlare di uomo nuovo, questo uomo nuovo – se vogliamo mantenere per comodità espositiva questa espressione, sideralmente lontana dalla Weltanschauung olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale (e storicista) del Repubblicanesimo Geopolitico – non può che avere la sua reale epifania attraverso il potenziamento del Logos (Logos che non è una peculiarità dell’uomo ma che nell’uomo, a differenza degli altri animali ed anche vegetali, è la principale forza di indirizzo e di sviluppo della sua evoluzione), potenziamento del Logos che trova la sua massima espressione – attraverso il manifesto e pubblico compimento nella società, di una cultura informata al modello dell’azione olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale – nell’ Epifania strategica del Repubblicanesimo Geopolitico;  ed Epifania strategica che, per concludere,  può trarre, come effettivamente già trae attraverso la filosofia della prassi del Repubblicanesimo Geopolitico, potenti spunti euristici e dialettici dall’epigenetica e, più in generale, dall’ Extended evolutionary synthesis che finalmente si è lasciata definitivamente alle spalle il mito di un’evoluzione biologica guidata meccanicamente da forze esterne all’organismo e verso le quali l’organismo non possa dialetticamente interagire (quindi si può dire che l’ Extended Evolutionary Synthesis è una sorta di filosofia della prassi  per quanto riguarda gli studi biologici e di storia naturale); ma Epifania strategica che è l’esatto contrario della fuga in utopie comunistiche, comunitaristiche o eugenetiche di destra o sinistra che esse siano ma è,  una sorta di obiettivo limite;  o, se vogliamo una sorta di mito, ma un mito che affonda le sue radici nella reale natura dell’uomo14, natura dell’uomo, che similmente al resto del mondo animato ed inanimato ma con maggior evidenza di questi due ambiti  – che, allo stesso titolo  dell’uomo, appartengono alla stessa totalità dialettico-espressiva-strategica-conflittuale, e qui torniamo all’artificiosità della separazione fra mondo naturale biologico o fisico che esso sia e il mondo culturale, sociale e storico fino a poco tempo fa ritenuto di esclusiva costruzione umana, artificiosità nella separazione di questi due mondi che, alla luce di un vigoroso anche se non impeccabile sforzo dialettico perché impacciato da  un sentimento di reverentia ac metus verso la figura di Friedrich Engels, nessuno meglio del Dialectical Biologist è riuscito ad esprimere, cfr. del Dialectical Biologist pp. 277-288, sulle quali ritorneremo anche in future altre discussioni15 –,  è il Logos concreto ed immanente dell’azione olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale; un Logos (o Epifania strategica) che anche dalle scienze biologiche di cui si è appena detto (nonché,  –  vedi Teoria della Distruzione del Valore   e Dialecticvs Nvncivs – dalla meccanica quantistica e dall’elaborazione  di modelli matematici non lineari, cioè dallo studio della  Teoria del caos  e dei Complex Adaptive Systems – antesignano di questo approccio non lineare nello studio della guerra e della società Carl von Clausewitz col suo Vom Kriege –,  approcci anche questi, analogamente a quelli introdotti dalla nuove scienze biologiche e genetiche appena illustrate, di grande valore dialettico  per lo  studio della società e dell’uomo perché ci liberano dai vecchi meccanicismi e determinismi cartesiani e galileiani che hanno afflitto gli ultimi cinque secoli di studi  “umanistici” e che fra Ottocento e Novecento hanno visto il loro triste trionfo nel positivismo, nel neopositivismo per finire col Diamat staliniano), trae potentissimi spunti dialettici ed operativi16  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note

 

 

 [Nota 1 omessa perchè già riportata nella prima parte del presente saggio]

 

 

[Nota 2 omessa perchè già riportata nella prima parte del presente saggio]

 

 

3  [Nota 3 omessa perchè già riportata nella prima parte del presente saggio]

 

 

4   [Nota 4 omessa perchè già riportata nella prima parte del presente saggio]

 

5 [Nota 5 omessa perchè già riportata nella seconda parte del presente saggio]

 

6 [Nota 6 omessa perchè già riportata nella seconda parte del presente saggio]

 

[Nota 7 omessa perchè già riportata nella seconda parte del presente saggio]

 

[Nota 8 omessa perchè già riportata nella seconda parte del presente saggio]

 

[Nota 9 omessa perchè già riportata nella seconda parte del presente saggio]

 

10  [Nota 10 omessa perchè già riportata nella terza parte del presente saggio]

 

11  [Nota 11 omessa perchè già riportata nella terza parte del presente saggio]

 

12  [Nota 12 omessa perchè già riportata nella quarta parte del presente saggio]

 

13   [Nota 13 omessa perchè già riportata nella quarta parte del presente saggio]

 

14  [Nota 14 omessa perchè già riportata nella quarta parte del presente saggio]

 

15 [Nota 15 omessa perchè già riportata nella quarta parte del presente saggio]

 

16 Da I rapporti fra il Portogallo dell’Estado Novo e l’Italia fascista e del secondo dopoguerra in relazione al problema coloniale africano REDVX: versione con integrazioni sulla filosofia della praxis e sul marxismo occidentale. Atto di riparazione strategica n°1: Primo inventario e “congelamento” tramite WebCite ed Internet Archive delle fonti Internet   riferentisi a Dante Cesare Vacchi, il creatore dei commandos portoghesi in occasione della guerra coloniale portoghese. Fonti primarie e secondarie presenti in Internet per una storia dei commandos portoghesi nella guerra coloniale del Portogallo in Africa, dei rapporti fra il Portogallo dell’Estado Novo ed Italia fascista e del secondo dopoguerra riguardo al problema coloniale africano e per un’applicazione su uno specifico case study, il fascista ed ex repubblichino  Dante Cesare Vacchi che crea i commandos portoghesi, della teoria politologica e filosofico-politica  del Repubblicanesimo   Geopolitico, di prossima pubblicazione: «Solo da un pensiero che fondi il suo sviluppo sulla  immanentizzazione del conflitto che fu in primo luogo di Niccolò Machiavelli ma  anche il filo rosso che lega indissolubilmente le migliori e più originali espressioni del pensiero italiano – e queste solo per limitarci al Novecento,  sotto il segno di una consapevole anche se variamente declinata filosofia della prassi, Gentile, Gramsci, Croce, con le più scaltrite e intimamente dialettiche manifestazioni del marxismo occidentale, György Lukács e Karl Korsch; per finire con Walter Benjamin che, stricto sensu, marxista non fu ma la cui intima e poetizzata Weltanschauung dialettica, il momento-ora attraverso il quale possono irrompere e manifestarsi quelle potenzialità messianiche presenti in ognuno di noi che rendano possibile la restitutio ad integrum di coloro che nel corso del conflitto strategico sono stati sconfitti e sepolti20 lo pone come una delle più umanamente ed umanisticamente dense espressioni, sia sul piano personale, filosofico ed anche religioso, della filosofia della prassi e una sorta di prefigurazione dell’Epifania strategica del Repubblicanesimo Geopolitico –, solo un pensiero che, detto altrimenti, sappia manifestare una piena  Epifania strategica consapevole erede di tutta la miglior tradizione olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale della filosofia occidentale, che iniziata dagli aristotelici ζῷον πολιτικόν e ζῷον λόγον ἔχων trova nel Secolo breve col gramsciano moderno Principe la sua più efficace e teoricamente evoluta sintesi politico-sociale21 e tradizione olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale che nel XXI secolo ha manifestato  la sua ultima sistemazione col Repubblicanesimo Geopolitico che, ben oltre il “timido prassismo” costruttivista alla Alexander Wendt22 e piuttosto trovando un suo antesignano nell’antideterministica e antimeccancistica polemologia del Carl von Clausewitz del Vom Kriege23 rinnova, alla luce di una visione della scienza non meccanicistica e quindi ispirata all’intima dialetticità dell’epigenetica e della fisica quantistica, la grande tradizione della filosofia della prassi in un’ottica di radicale abolizione dell’idea della separazione fra scienze umane e scienze della natura e dell’illusorio iato, come già stigmatizzato da Adorno in L’idea della storia naturale, fra storia e natura24 potrà salvare non solo una morente  democrazia italiana ma anche l’oramai definitivamente esausta modernità politica democratica, che dopo l’abbattimento con l’Illuminismo e la sua traduzione politica nella Rivoluzione francese della ipostatica teologia politica dell’ancien régime dell’origine divina del potere e della conseguente alleanza fra trono ed altare, non ha saputo far altro che incardinare il suo concetto di libertà su altrettanto metafisici diritti dell’uomo e su una molto meno metafisica  ma altrettanto stupida – e criminale – concezione pratica della libertà basata sulla robinsonata  dell’individualismo metodologico di stampo liberale, capostipiti di questo monadico individualismo, Thomas Hobbes e John Locke e, nel secolo che è appena tramontato, su un piano di assoluta volgarità storica e filosofica ma di gran fortuna sul piano pubblicistico Francis Fukuyma, la cui ridicola previsione di fine della storia non è che il compendio ed exitus novecentesco di tutta una tradizione liberale antidialettica ed antiumanistica iniziata nel ’600 e che trova tragica espressività nelle hobbessiane metafora dell’homo homini lupus e nella grandiosa e tenebrosa allegoria del Leviatano. (Sulla “dialetticità” del nuovo modo di intendere la biologia che abbandona paradigmi meccanicistici per sottolineare il rapporto olistico e dialettico fra organismi e specie con l’ambiente vedi The Dialectical biologist (Richard Levins, Richard Lewontin, The Dialectical Biologist, Cambridge (MA), Harvard University Press, 1985 (Delhi, Aakar Books for South Asia, 2009), documento in Rete  presso https://athens.indymedia.org/media/upload/2016/09/02/LEWONTIN_-_THE_DIALECTICAL_BIOLOGIST.pdf 25. Nostri “congelamenti”: WebCite: http://www.webcitation.org/75i27bpR1 e http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fathens.indymedia.org%2Fmedia%2Fupload%2F2016%2F09%2F02%2FLEWONTIN_-_THE_DIALECTICAL_BIOLOGIST.pdf&date=2019-01-26; Internet Archive: https://archive.org/details/TheDialecticalBiologist                                                                     e https://ia801507.us.archive.org/26/items/TheDialecticalBiologist/Lewontin_-Levins_the_dialectical_biologist.pdf26; WebCite su Internet Archive: http://www.webcitation.org/75i3BdM3Q e http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fia801507.us.archive.org%2F26%2Fitems%2FTheDialecticalBiologist%2FLewontin_-Levins_the_dialectical_biologist.pdf&date=2019-01-26), e per quanto riguarda l’ aspetto dialettico dell’epigenetica cfr.   Eva Jablonka, Marion J. Lamb,  Evolution in Four Dimensions. Genetic, Epigenetic, Behavioral, and Symbolic Variation in the History of Life, The MIT Press, Cambridge, Massachusetts, USA, 2005 (scaricabile all’URL https://epdf.pub/evolution-in-four-dimensions-genetic-epigenetic-behavioral-and-symbolic-variatio77b373b02c8e9bf92311cdc8ccb292ef95359.html, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200918075423/https://epdf.pub/evolution-in-four-dimensions-genetic-epigenetic-behavioral-and-symbolic-variatio77b373b02c8e9bf92311cdc8ccb292ef95359.html; da noi ricaricato su Internet Archive, generando gli URL URL https://archive.org/details/eva-jablonka-marion-lamb-evolution-in-four-dimensions-massimo-morigi-epigenetic-/mode/2up                                      e https://ia801506.us.archive.org/32/items/eva-jablonka-marion-lamb-evolution-in-four-dimensions-massimo-morigi-epigenetic-/EVA%20JABLONKA%2C%20%20MARION%20LAMB%2C%20%20%20EVOLUTION%20IN%20FOUR%20DIMENSIONS%2C%20MASSIMO%20MORIGI%2C%20EPIGENETIC%2C%20GEOPOLITICAL%20REPUBLICANISM%2C%20FILOSOFIA%20DELLA%20PRASSI%2C%20EPIFANIA%20STRATEGICA.pdf), dove, in una sorta di opportuno ritorno all’impostazione che fu prima di Lamarck e poi di Lysenko, che sostenevano il principio di una selezione naturale dove l’organismo non viene solo selezionato dall’ambiente ma questo è in grado di rispondere attivamente e creativamente agli stimoli ambientali, è prefigurato una sorta di modello biologico che ha profonde attinenze con l’impostazione della filosofia della prassi del rapporto dinamico e dialettico fra soggetto ed oggetto e sfatando quindi in Eva Jablonka, Marion J. Lamb, Evolution in Four Dimensions cit., il dogma della biologia della barriera di August Weismann dove vi si sosteneva l’esistenza di un barriera insormontabile negli organismi fra le cellule somatiche e quelle germinali; mentre per la sottolineatura dell’eliminazione del principio di non contraddizione, assunto basilare di ogni filosofia autenticamente dialettica e quindi fondamentale anche per il conflittualismo dialettico del Repubblicanesimo Geopolitico ma anche naturale portato  del principio della superposition  della fisica quantistica cfr. Garrett Birkhoff, John von Neumann, The Logic of Quantum Mechanics, “The Annals of Mathematics”, 2nd Ser., Vol. 37, No. 4. (Oct., 1936), pp. 823-84327, John von Neuman, On Alternative  System of Logics, unpliblished manuscript, 1937, von Neumann Archives, Library of Congress, Washington    e Id., Quantum Logics (Strict-and Probability-Logics), unpublished manuscript, 1937, von Neumann Archives, Library of Congress, Washington). [Nota 20: « «Articolare storicamente il passato non significa conoscerlo «come propriamente è stato». Significa impadronirsi di un ricordo come esso balena nell’istante di un pericolo. Per il materialismo storico si tratta di fissare l’immagine del passato come essa si presenta improvvisamente al soggetto storico nel momento del pericolo. Il pericolo sovrasta tanto il patrimonio della tradizione quanto coloro che lo ricevono. Esso è lo stesso per entrambi: di ridursi a strumento della classe dominante. In ogni epoca bisogna cercare di strapare la tradizione al conformismo che è in procinto di sopraffarla. Il Messia non viene solo come redentore, ma come vincitore dell’Anticristo. Solo quello storico ha il dovere di accendere nel passato la favilla della speranza, che è penetrato dall’idea che anche i morti non saranno al sicuro del nemico, se egli vince. E questo nemico non ha smesso di vincere.»: Walter Benjamin, VI Tesi di filosofia della storia.»]; [Nota 21: «Certamente non si deve omettere il grande merito di Hannah Arendt che con Vita Activa (Vita Activa. La condizione umana, odierno titolo della traduzione italiana pubblicata in Italia nel 1964 per i tipi di Bompiani del saggio originalmente pubblicato nel 1958 negli Stati uniti: Hannah Arendt, The Human condition, University of Chicago Press, 1958) ha introdotto prepontemente nel Novecento ζῷον πολιτικόν e ζῷον  λόγον  ἔχων come figure archetipe dell’agire politico. Ma con Antonio Gramsci esse cessano di essere un elemento di archeologia politica legato al mondo ellenico per dialettizzarsi integralmente e nella storia e nella filosofia del XX secolo (e anche del XXI) attraverso la figura mitologica di conio machiavelliano – e figura mitologica carica di una dirompente carica prassistica – del moderno Principe.»]; [Nota 22: «Su questo “timido prassismo” wendtiano, timido soprattutto perché è completamente dimentico della grande tradizione della filosofia della prassi ma comunque importante perché introduce all’interno dello studio delle relazioni internazionali fondamentali spunti volontaristici e umanistici tratti da questa impostazione  filosofico-politica, cfr. Alexander Wendt, Anarchy is what States Make of it: The Social Construction of Power Politics in “International Organization”, Vol. 46, N°. 2. (Spring, 1992), pp. 391-425, articolo consultabile all’URL https://people.ucsc.edu/~rlipsch/migrated/Pol272/Wendt.Anarch.pdf, dai noi  caricato su WebCite agli URL  http://www.webcitation.org/76DqnzgU1 e http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fpeople.ucsc.edu%2F~rlipsch%2Fmigrated%2FPol272%2FWendt.Anarch.pdf&date=2019-02-16 [e su Wayback Machine all’URL https://web.archive.org/web/20190618162554/https://people.ucsc.edu/~rlipsch/migrated/Pol272/Wendt.Anarch.pdf: aggiunta al testo della nota compiuta nella presente versione Redux]; su Internet Archive agli URL https://archive.org/details/AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf   e https://ia601506.us.archive.org/7/items/AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf/AlexanderWendt.AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf [URL successivamente trasformati da Internet Archive in

https://archive.org/details/AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf/mode/2up e https://ia600105.us.archive.org/23/items/AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf/AlexanderWendt.AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf e nostro salvataggio aggiuntivo di quest’ultimo URL  per la versione Redux dei  Rapporti fra il Portogallo dell’Estado Novo e l’Italia fascista e del secondo dopoguerra in relazione al problema coloniale, cit. tramite Wayback Machine all’URL https://web.archive.org/web/20190618163138/https://ia600105.us.archive.org/23/items/AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf/AlexanderWendt.AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf: aggiunta al testo della nota compiuta nella presente versione REDVX] con successivo finale caricamento della stessa pagina di Internet Archive su WebCite agli URL http://www.webcitation.org/76DoCJ4ia e http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fia601506.us.archive.org%2F7%2Fitems%2FAnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf%2FAlexanderWendt.AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf&date=2019-02-15.»]; [Nota 23: «Sull’importanza di Clausewitz per il Repubblicanesimo Geopolitico citiamo nuovamente da Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico. Il fatto che queste Glosse siano da tempo annunciate come prossime per pubblicazione ma che, nella realtà, subiscano sempre successivi e ripetuti rinvii nella loro pubblica presentazione, fa sì che i riferimenti di politica internazionale presenti in nota esaminino la “guerra infinita” al terrorismo  e i successivi   strategia del caos e  finanziamento dell’ISIS da parte degli Stati Uniti che erano stati messi in atto sotto l’amministrazione di Bush figlio e poi quella di Obama. Ma depurando il testo da questi elementi contingenti di politica internazionale (contingenti per modo di dire, perché l’amministrazione Trump, oltre ad essere caotica anche per manifesta incapacità del presidente USA, persegue con ancor più vigore delle precedenti la destrutturazione e disarticolazione dello scenario politico internazionale: sul caos supremo che vuole indurre l’amministrazione Trump, vedi i commenti di Giuseppe Germinario e Massimo Morigi sul terroristico assassinio USA del generale iraniano Qasem Suleimani pubblicati sull’ “Italia e il Mondo” in data 4 gennaio 2020 all’URL http://italiaeilmondo.com/2020/01/05/finestra-di-aggiornamento-sulla-situazione-in-medio-oriente/#disqus_thread; download del documento e copiaincolla dello stesso e poi caricato su Internet Archive agli URL https://archive.org/details/giuseppegerminariomassimomorigidallitaliaeilmondofinestradiaggiornamentosullasit/mode/2up  e https://ia803102.us.archive.org/1/items/giuseppegerminariomassimomorigidallitaliaeilmondofinestradiaggiornamentosullasit/GIUSEPPE%20GERMINARIO%2C%20MASSIMO%20MORIGI%2C%20DALL%E2%80%99ITALIA%20E%20IL%20MONDO%20FINESTRA%20DI%20AGGIORNAMENTO%20SULLA%20SITUAZIONE%20IN%20MEDIO%20ORIENTE%20SULL%20UCCISIONE%20PUBBLICAM.pdf; ma l’URL originario del commento sull’ “Italia e il Mondo” del commento di Massimo Morigi  è http://italiaeilmondo.com/2020/01/06/soleimani-e-il-futuro-del-nostro-paese-di-massimo-morigi/; Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200112150126/http://italiaeilmondo.com/2020/01/06/soleimani-e-il-futuro-del-nostro-paese-di-massimo-morigi/; inoltre si è provveduto anche a copiaincollare la pagina del commento del solo Massimo Morigi e caricandola su Internet Archive si sono generati gli URL https://archive.org/details/qasemsoleimanieilfuturodelnostropaeserepubblicanesimogeopoliticodonaldtrumprepub/mode/2up                                                                                                  e https://ia802800.us.archive.org/32/items/qasemsoleimanieilfuturodelnostropaeserepubblicanesimogeopoliticodonaldtrumprepub/QASEM%20SOLEIMANI%20E%20IL%20FUTURO%20DEL%20NOSTRO%20PAESE%2C%20REPUBBLICANESIMO%20GEOPOLITICO%2C%20DONALD%20TRUMP%2C%20REPUBBLICANESIMO%20GEOPOLITICO%2C%20MASSIMO%20MORIGI%2C%20GEOPOLITICAL%20REPUBLICANISM%2C%20NEOMARXISMO.pdf), il brano di Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico al quale qui si rinvia, connettendo in un unicum dialettico la dimensione “pacifica” della società con quella più strettamente bellica dei conflitti armati e questa rinnovata dimensione del vivere sociale connotata ed esplicata dal paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico contrapponendolo al modello meccanicistico-galileano di spiegazione della società umana (e della sua cultura e storia) e della natura biologica e fisica espresso filosoficamente per ultimi dal positivismo e dal neopositivismo e, a livello politico-economico  di indottrinamento delle masse omega-strategiche, dal liberalismo e dal liberismo, con tutti i loro vari ed assortiti camuffamenti democraticistico-riformistici –, non solo è particolarmente adatto ad esprimere la Weltanschauung del Repubblicanesimo Geopolitico ma, più nello specifico, riallaccia idealmente – e con notevole potenza euristica –  il più grande teorico della guerra, Clausewitz, con un grande applicatore nel concreto, benché fino ad oggi praticamente quasi sconosciuto, dei principi del Vom Kriege, Dante Cesare Vacchi, che, come le numerose testimonianze attestano, nel creare i commandos portoghesi, applicò alla lettera  i principi contenuti nel trattato clausewitziano, vale a dire che per i commandos formati da Vacchi il punto più importante della loro formazione era l’essere pronti ad affrontare situazioni impreviste; preparazione e prontezza  a reagire (ed agire)  all’imprevisto e all’imprevedibile della guerra (e, a maggior ragione, del conflitto sociale) che è il vero ramo d’oro dell’insegnamento del Vom Kriege e preparazione e prontezza (a reagire ma, soprattutto, ad agire) che è il cardine epistemologico, etico e pratico del Repubblicanesimo Geopolitico e della sua rivoluzionaria filosofia della prassi (perché il  filo rosso che unisce, al di là delle differenze dei singoli autori, ogni espressione della filosofia della prassi, è che  vera preparazione e prontezza significa alla luce della filosofia della prassi attiva azione e continua autocreazione ed automodificazione ex nihilo ed ex suo del soggetto che non considerando l’oggetto – nello specifico del Vom Kriege e del Repubblicanesimo Geopolitico, la guerra come la dinamica del conflitto sociale – come altro da sé  ma come momento dialettico della creazione, genesi, formazione e sviluppo del soggetto agente – ‘soggetto agente’: aggettivazione quasi pleonastica perché solo nell’azione dialettica rivolta all’interno come all’esterno di sé può costituirsi il soggetto ex nihilo ed ex suo, e quindi un’azione autocreatrice dove ‘dal nulla’ sta a significare non tanto una ridicola autosufficienza ma il rifiuto di qualsiasi trascendenza esterna e il ‘da sé’ altrettanto analogamente significa che in questo sé è compreso anche l’oggetto apparentemente esterno sul quale esso agisce ma avente, questo oggetto, la stessa piena dignità ontologico-epistemologica-prassistica del soggetto perché l’oggetto a sua volta agisce sul soggetto –, fa sì che  questo imprevisto ed imprevedibile si realizzi rivoluzionando, o meglio, realizzando e rendendo manifesta la natura conflittuale della  realtà, in altre parole rendendo autocosciente – perché se ne è presa coscienza fino a farne un elemento costitutivo della propria soggettività – l’intima strategicità della realtà, cioè pienamente e consapevolmente  manifestando dentro di sé e contemporaneamente realizzando nella società quella che il Repubblicanesimo Geopolitico ha definito ‘Epifania strategica’), filosofia della prassi la cui più alta manifestazione nel Novecento furono i Quaderni del Carcere di Antonio Gramsci  e della quale il Repubblicanesimo Geopolitico intende riproporre nel XXI secolo, portando alle estreme (e logiche) conseguenze, la demitologizzazione del marxismo economicistico  magistralmente (e coraggiosamente) eseguita da Gramsci e facendo affiorare, depurandolo, il nucleo olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del pensiero di Marx (un pensiero quello del rivoluzionario di Treviri verso il quale, nonostante la demitologizzazione in senso  antieconomicistico operatane dall’autore dei Quaderni, Gramsci aveva pur dovuto pagare ancora pesanti tributi), incardinando il rivoluzionamento della società in uno schema operativo non più di tipo classista (che fu il pesante tributo che Gramsci pur dovette pagare alla mitologia marxista) ma di matrice integralmente olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale, che è l’enorme ed imperituro lascito dell’autore dei Quaderni e della sua filosofia della praxis, portata dal Repubblicanesimo Geopolitico alla sua piena entelechia: «Nel pàntheon del Repubblicanesimo Geopolitico, un posto a parte deve essere poi riservato a Carl von Clausewitz. Ancor prima di Marx – e ancor più di Marx – Clausewitz  utilizzò la dialettica hegeliana per elaborare un canone dall’incredibile valenza cognitiva in cui  i fenomeni sociali sono unificati dalla dimensione conflittuale (nello specifico, Clausewitz vide come il fenomeno della guerra si legava con la politica e con la cultura – celebre, anche, se spesso mal compreso nella sua rivoluzionaria portata dialettica, il suo motto tratto dal Vom Kriege «la guerra non è che la prosecuzione della politica con altri mezzi»), comprendendo che sempre e comunque questa dimensione conflittuale si esprime attraverso sintesi dialettiche (si veda a questo proposito la “fantastica Trinità” clausewitziana – Clausewitz’ wunderliche Dreifaltigkeit –,  che comporta, in ultima analisi, l’assoluta imprevedibilità di qualsiasi guerra e, per esteso, di qualsiasi azione sociale, consentendoci, così, di porre Clausewitz  non solo nell’ empireo  del pensiero militare ma anche di considerarlo come il più grande sociologo di tutti i tempi: Clausewitz non è importante perché ha infallibili ricette su come combattere vittoriosamente una battaglia campale – ricette che lui stesso afferma di non avere perché impossibili da formulare in astratto –, è fondamentale perché per primo, attraverso l’immagine di questa Trinità, costruì la grammatica dell’azione  sociale – quindi  non solo militare –  intesa come strategia). Per Clausewitz l’esito della guerra era determinato da questa “fantastica Trinità” che era composta dai seguenti fattori: il furore irrazionale dei combattenti, la pura casualità che impera sui campi di battaglia e il calcolo razionale del governo e/o dei pianificatori militari. Fin qui si potrebbe dire che ci si trova di fronte ad una descrizione, nemmeno tanto profonda e fors’anche banale, di ciò che accade in ogni conflitto armato, con semmai l’aggravante, riportando il tutto ai conflitti dei nostri giorni, che le guerre hanno oggi assunto forme in cui, rispetto a quanto affermato da Clausewitz, cambiano i protagonisti e cambiano pure i loro comportamenti. Analizzando empiricamente le guerre del XXI secolo: il calcolo razionale dei decisori militari – civili o militari o civili-militari come più realisticamente si devono considerare – non è più, come era ai tempi di Clausewitz o come era stato idealizzato dall’autore del Vom Kriege, un calcolo razionale per arrivare ad un esito politico del conflitto («la guerra non è che la prosecuzione della politica con altri mezzi») ma si riduce  o a un calcolo puramente tecnico per prevalere sul campo di battaglia o addirittura – si hanno buone ragioni per sospettarlo – a non altro che il tentativo consapevolmente perseguito di non concludere mai – de facto – il conflitto armato, rovesciando così  la predetta nota massima clausewitziana nel «la politica non è che la prosecuzione della guerra con altri mezzi». Esemplare, a questo proposito, sul piano lessicale, l’idiota locuzione  bushiana ‘guerra infinita’ – come se dopo ogni guerra, fatta eccezione per i casi di totale annientamento e/o sterminio del nemico, non fosse sempre seguito un periodo di pace, seppur conflittuale e propedeutico a nuova guerra, verso il vecchio nemico – contro il “terrorismo”, termine quest’ultimo del cui conio non si può dare la colpa a Bush figlio ma, comunque, appartenente allo sciocchezzaio della politica nonché alla sua demonologia  che non fa altro che nascondere il fatto che il demonio che si dice di voler annientare è uno strumento creato dagli stessi che lo hanno demonizzato per prevalere nello scontro geopolitico (ogni riferimento alla strategia del caos statunitense e agli Stati Uniti iniziali finanziatori dell’ISIS, per poi combatterli di malavoglia, è puramente non casuale) ed ora,  anche se ormai scoperti gli altarini, ancora comunque uno strumento utile per compattare un’alleanza che fa acqua da tutte le parti (ogni riferimento alla Nato e al suo  partner egemone è ancora puramente non casuale). E altro esempio che sembrerebbe rendere inattuale Clausewitz, potrebbe consistere nel fatto che fra i decisori politici che stanno al vertice della violenza organizzata oggi non sono solo gli Stati ma anche sempre i soliti “terroristi”; i quali, vedi sempre caso ISIS, arrivano non solo a controllare direttamente ampli territori ma, smentendo apparentemente Clausewitz, impiegano una razionalità che sembra sfuggire del tutto ad una corretta razionalità rispetto allo scopo,  ma in realtà non è così,  sia perché il terrore ha ottenuto dei risultati, lo dimostrano i territori in mano ai “terroristi” ma, soprattutto, perché il vero scopo che sta in capo a tutta la faccenda non è tanto quello di istituire fantomatici califfati – questo lo crede la carne da cannone che si fa saltare in aria per raggiungere questo obiettivo e lo crede la gran massa della credulona e manipolata pubblica opinione occidentale – ma destrutturare completamente un’area geopolitica a favore di una potenza che non potendo più intraprendere, per ragioni economiche, “guerre infinite”, preferisce, attraverso infiniti stragi ed eccidi, destrutturare ed annientare le espressioni politico-statali presenti in quell’area. Ma in tutto questo ragionamento riguardante la “fantastica Trinità”, l’errore fondamentale è considerare la “fantastica Trinità” non sotto il punto di vista dei fondamentali momenti dialettici che determinano il corso della guerra ma sotto il punto di vista delle figure storiche che, secondo Clausewitz, davano vita a questi momenti. Certamente Clausewitz parlando della “fantastica Trinità”, volle indicarne anche le sue incarnazioni storiche – incarnazioni storiche che riflettevano il mondo sociale a cavallo fra Ancien régime e successivi rivoluzionari sconvolgimenti delle guerre napoleoniche – ma oltre ad affermare che questa “fantastica Trinità” rendeva la guerra una sorta di camaleonte il cui esito è continuamente mutevole come la colorazione di quel rettile, per descrivere l’azione della Trinità ricorre ad un esempio tratto dalla fisica che la distacca definitivamente dalla piatta rappresentazione storica dei personaggi originariamente deputati ad incarnarla, affermando che la sua azione può essere rappresentata come  l’oscillazione di un pendolo il cui moto sia diretto da tre magneti posti ad uguale distanza: al contrario del pendolo tradizionale la cui oscillazione, partendo da un dato punto, è del tutto prevedibile, l’oscillazione del pendolo sottoposto a tre punti di forza magnetica, sebbene anch’esso parta apparentemente sempre dallo stesso punto e sebbene questo moto sia descritto da un’equazione che renderebbe esattamente determinabile l’oscillazione, non è mai la stessa: «War is more than a true chameleon that slightly adapts its characteristics to the given case. As a total phenomenon  its dominant tendencies always make war a [remarkable (1976) or paradoxical (1984)] trinity – composed of primordial violence, hatred and enmity, which are to be regarded as a blind natural force; of the play of chance and probability  within which  the creative spirit is free to roam and of its element of subordination, as an instrument of policy, which makes it subject to reason alone.[…] These three tendencies are like three different codes of law, deep-rooted in their subject and yet variable in their relationship to one another. A theory that ignores any one of them or seeks to fix an arbitrary relationship between them would conflict with reality to such an extent that for this reason alone it would be totally useless. Our task therefore is to develop a theory that maintains a balance between these three tendencies, like an object suspended between three magnets [evidenziazione nostra]. What lines might best be followed to achieve this difficult task will be explored in the book on the theory of war [Book Two]. At any rate, the preliminary concept of war which we have formulated casts a first ray of light on the basic structure of theory, and enables us to make an initial differentiation and identification of its major components.»: Carl Philipp Gottlieb von Clausewitz, On War, edited and translated by Michael Howard an Peter Paret, introductory essays by Peter Paret, Michael Howard and Bernard Brodie; with a commentary by Bernard Brodie; index by Rosalie West, Princeton, N.J., Princeton University Press, 1984, p. 89 (p. 101 in Knopf’s “Everyman’s Library” edition), da noi citato attraverso  http://www.clausewitz.com/mobile/HPtrinity.htm; Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190711052313/https://clausewitz.com/mobile/HPtrinity.htm. Clausewitz è quindi il primo pensatore che si sia consapevolmente avventurato nel mondo descritto dalle equazioni non lineari, nel mondo, per intenderci della Teoria del caos, dei frattali, della Teoria delle catastrofi, dei Complex Adaptive Systems, nel mondo dell’ “effetto battito ali di farfalla”. Clausewitz nella sua Trinità bellica era profondamente debitore della Trinità dialettica hegeliana e il più grande errore che si potrebbe fare sarebbe pensare che della dialettica egli avesse colto solo l’immagine esteriore e storicamente datata (tesi, antitesi, sintesi) espressa dal grande filosofo di Stoccarda. In realtà, della dialettica egli aveva colto il nucleo olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale e questa Weltanschauung del paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale aveva applicata alla guerra vista come l’imprescindibile momento dialettico, ontogenetico, demiurgico e, in ultima analisi,  creatore ex nihilo ed ex suo  di ogni società (da questa attenzione verso la dialettica della genesi e generazione del sociale,  derivano anche  le dramatis personae di questa genesi e generazione appartenenti alla società del suo tempo, questo sì l’aspetto strettamente datato e contingente della Trinità, incaricate di interpretare i tre momenti della “meravigliosa Trinità”), rendendosi conto che questa visione olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale rendeva impossibile una rappresentazione della guerra (e della società) di tipo deterministico e meccanicistico. Clausewitz è stato quindi il più grande teorico dell’azione sociale, al quale il Repubblicanesimo Geopolitico riconosce di esser per primo riuscito, attraverso l’euristicamente potentissima immagine trinitaria, di tradurre l’hegeliana “lotta per il riconoscimento” – il cui agognato esito finale mantiene più di un’assonanza con il Dominio Repubblicano Diffusivo del Repubblicanesimo Geopolitico – in un formidabile strumento teorico per comprendere le dinamiche sociali (e quindi belliche). Un ultimo accenno sull’apporto che la fuoriuscita dal modello galileiano di scienza meccanicistica può dare allo sviluppo delle scienze sociali. Nonostante le oscillazioni del pendolo attratto da tre forze magnetiche non siano mai le stesse anche se (apparentemente) rilasciamo il pendolo partendo sempre dalla stessa posizione (in verità la posizione non può mai essere esattamente sempre le stessa ed è proprio questa infinitesimale differenza che fa sì che ogni volta le oscillazioni varino e non in maniera infinitesimale, come nel classico pendolo, ma in maniera macroscopicamente diversa e assolutamente non prevedibile, insomma il già menzionato “effetto battito ali di farfalla”), l’equazione che descrive la bizzarria ed imprevedibilità di queste oscillazioni è una equazione che porta ad un esito deterministico. Viene detta equazione non lineare la quale, appunto, come l’equazione lineare conduce immancabilmente ad un esito preciso e deterministico, solo che questa equazione non lineare è terribilmente sensibile, al contrario dell’equazione lineare,  alle pur infinitesimali  variabili immesse nell’equazione. Possiamo quindi dire che la “fantastica Trinità” clausewitziana se dal punto di vista dell’inquadramento analitico-empirico dei fenomeni sociali ci introduce nel regno di un’assoluta imprevedibilità di questi fenomeni che devono essere descritti da un’equazione non lineare dove alla fine impera il fenomeno del battito ali di farfalla, dal punto di vista del modello di riferimento teorico questo modello è sempre la meccanicistica e deterministica scienza fisica galileiana (solo che, novità di Clausewitz, questa fisica galileiana non era più in grado di condurre, in pratica, ad alcuna previsione, quindi se non in teoria, nella prassi si è già al di fuori dal determinismo galileiano perché con i fenomeni descritti dalle equazioni non lineari non si ha più, de facto,  alcuna certezza in merito all’evoluzione dei fenomeni osservati). Oggigiorno, inizio del secolo XXI, il paradigma della scienza meccanicistica galileiana, nonostante le scienze sociali e storiche ne soffrano ancora quasi totalitaristicamente  il nefasto influsso e cerchino o di ricavare un’illusoria autonomia da questo o, ancor peggio, tentino, in un supremo e vano sforzo neopositivistico, di adeguarvisi,  è caduto definitivamente in crisi. Non intendiamo qui tanto riferirci alla relatività ristretta einsteiniana che, nonostante le sue applicazioni pratiche e gli sconvolgimenti per il senso comune che introduce riguardo la visione del mondo fisico, non è altro che un’estensione del modello galileiano, in quanto sì, a differenza del  modello galileiano introduce un sistema di riferimento universale, e cioè la velocità della luce nel vuoto che rimane sempre uguale indipendentemente dal sistema di riferimento ma che, assolutamente in linea col protocollo galileiano, presuppone una totale separazione ed irrilevanza dell’atto osservativo rispetto al fenomeno osservato nel corso dell’esperimento ma alla meccanica quantistica,  il cui caposaldo è, secondo la più accredita interpretazione data a questa fisica, cioè quella della scuola  di Copenhagen di Niels Bohr, appunto l’impossibilità di isolare la perturbazione indotta dall’atto osservativo sul fenomeno osservato. Senza voler qui discutere se sia la semplice misurazione a perturbare l’esperimento o se, invece, questa perturbazione sia indotta da un atto osservativo cosciente (i fisici John von Neumann  e Eugene Paul Wigner pensavano che fosse l’atto osservativo cosciente a perturbare l’esito dell’esperimento) e senza nemmeno voler definitivamente affermare  se l’atto osservativo cosciente o no che sia ci porti completamente al di fuori dal modello meccanicistico e deterministico galileiano (la fisica classica – con le sue equazioni lineari o non lineari che siano – ci rappresenta un universo retto da ferree leggi meccaniche in cui noi non siamo altro che ingranaggi di un orologio. Invece, le succitate interpretazioni della fisica quantistica ci orientano fortissimamente verso una rappresentazione diametralmente opposta permettendoci di porci di nuovo al centro di un universo non più perfetto e ferreo meccanismo e non più rappresentabile con l’immagine dell’orologio o, aggiornando l’immagine, col computer ma un computer di tipo classico, perché con i computer quantistici prossimi venturi, il problema è la lettura dell’output da parte di un soggetto cosciente…), non è assolutamente rimuovibile il semplice dato di fatto che nella realtà (fisica, ma in extenso, anche umana, storica, culturale, sociale ed economica) reinterpretata alla luce della fisica quantistica la causalità e il determinismo vengono rimpiazzati da un totale indeterminismo ontologico  che va  ben oltre  l’ heisenberghiano principio di indeterminazione, che per quanto stabilisca l’impossibilità di una atto osservativo neutro e considerando l’evoluzione del sistema osservato prevedibile solo in termini probabilistici (nella fattispecie i parametri presi in considerazione dal principio di indeterminazione di Heisenberg sono  la posizione e la velocità dell’elettrone che, alla luce di questo principio, sono alterati, e quindi determinabili solo probabilisticamente, dall’emissione di energia esterna al sistema atomo, portato inevitabile dell’atto osservativo compiuto sull’elettrone)  non  attribuisce alcuna importanza al fatto se quest’atto osservativo sia o no cosciente. Comunque o attenendoci solo ad una stretta interpretazione heisenberghiana del principio di indeterminazione  oppure sposando  l’interpretazione di Wigner e von Neumann sul ruolo della coscienza nel fenomeno della decoerenza quantistica  (in questa interpretazione decoerenza quantistica che, oltre che essere descrivibile solo in sede statistica, diviene soggetta anche ad un elemento esterno assolutamente non computabile – la coscienza, appunto –, coscienza che secondo Wigner e von Neuman ed anche alla luce del teorema di incompletezza di Gödel, non può essere ridotta  ad alcun algoritmo  non potendo così più essere giudicata, come in passato dalla fisica classica, come una sorta di epifenomeno ma, in un certo senso, come la singolarità demiurgica e creatrice dell’Universo, cfr. a questo proposito il potente simbolo della grande U di Wheeler o grande occhio di Wheeler –   Wheeler’s big UWheeler’s U, Wheeler’s eye, Wheeler’s big eye

quello che senza alcun dubbio possiamo in questa sede affermare è che la fisica quantistica ha aperto un irrimediabile vulnus alla scienza galileiana (e kantiana e positivistica e neopositivistica) che aveva presupposto una separazione ontologica, prima che epistemologica, fra soggetto e oggetto. Insomma, con la fisica quantistica che non riconosce più una separazione ontologica fra soggetto ed oggetto si è passati da una fisica galileiana meccanicistica a una nuova e rivoluzionaria fisica della praxis. Gli attardati neopositivisti di destra e di sinistra (e, de facto, nemici giurati, tutti, di ogni rivoluzionamento della società perché, contraddittoriamente, affermano sì – e fanno atto di fede su – una libera volontà modificatrice del “dato”, ma libera volontà esistente solo metafisicamente e non nella realtà perché questa stessa realtà è per loro solo totalmente meccanica e non dialettica, naturale portato questa disperata e disperata Weltanschauung del loro volere omologare le scienze sociali alla meccanica galileiana, e con conseguente  relegare le azioni sociali a gruppi ristretti di esperti conoscitori degli ineluttabili meccanismi sociali e storici, insomma coloro chi più a sinistra o più a destra, rappresentano l’ideologia democratica dell’attuale liberal-liberismo) siano avvertiti perché ora esiste – o meglio sta prendendo una sempre più definita autocoscienza –  anche una  fisica della praxis (fisica quantistica) e accanto una fisica sociale, culturale, storica ed economica della praxis (ultimo e più avanzato stadio della filosofia della praxis che nel Novecento trovò la sua più alta espressione nei Quaderni del carcere di Gramsci), entrambe nei loro rispettivi ma dialetticamente intercomunicanti ambiti totalmente inutilizzabili  per i loro giochetti di infinocchiamento delle masse (agenti omega-strategici) ad adiuvandum gli agenti alfa-strategici (per l’inquadramento teorico di queste due locuzioni  nell’ambito del paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico e che rappresentano la definitiva Aufhebung del vecchio conflittualismo bipolare marxiano, classe operaia vs classe capitalista, verso un panconflittualismo olistico, dialettico, espressivo, strategico, conflittuale ed attivistico, cfr. la nostra Teoria della Distruzione del Valore (Teoria fondativa del Repubblicanesimo Geopolitico e per il superamento/conservazione del Marxismo), reperibile in Rete). Il Repubblicanesimo Geopolitico ne ha invece già preso debita nota e nell’ambito della sua visione dialettica dell’inseparabilità fra natura e cultura o natura e storia non può che sottolineare le profondissime analogie (per non dire identità) fra la Weltanschauung della fisica della praxis, naturale e finale Gestalt espressiva della fisica quantistica e la Weltanschauung della compiuta filosofia della praxis  del Repubblicanesimo Geopolitico stesso, ora  anche ridefinita, alla luce dell’antideterminismo e dell’implicito psichismo (Scuola di Copenhagen di Niels Bohr) della fisica quantistica e dell’ugualmente antideterministica,  dialettica ed attivistica novecentesca filosofia della praxis – nonché frutto pressoché  maturo, grazie all’elaborazione ormai integralmente dialettica allora datane nei Quaderni del carcere da Antonio Gramsci, dell’ originario idealismo tedesco di Fichte, Hegel e Schelling –, fisica sociale, culturale, storica ed economica della praxis.». »]; [Nota 24: «L’idea della storia naturale, conferenza tenuta da Adorno nel  1932, può essere considerata e uno dei più efficaci attacchi nel Novecento, assieme alle Tesi di filosofia della storia di Walter Benjamin, all’impostazione similpositivistica dello storicismo tedesco che aveva abbandonato tutti gli spunti dialettici della grande stagione dell’idealismo e contestualmente – e conseguentemente – come la presa d’atto, anche se espressa in maniera tutt’altro che cristallina, che la divisione fra mondo della natura retto da deterministiche leggi e mondo storico dell’uomo, che in ragione dell’impossibilità ad essere inquadrato in tali leggi sarebbe separato dal mondo della natura da un’alterità addirittura ontologica,  dal punto di vista teorico non aveva alcun fondamento: «Se si vuole che la domanda sul rapporto tra natura e storia abbia una risposta concreta, bisogna riuscire a comprendere l’essere storico stesso come un essere naturale, ossia a comprenderlo nelle sue determinazioni naturali, proprio laddove esso è maggior­mente storico; oppure riuscire a comprendere la natura come un essere storico proprio laddove essa si mostra come natura apparente.»: Die Idee der Naturgeschichte, trad. it. di M. Farina, L’idea della storia naturale, in T. W. Adorno, L’attualità della filosofia. Tesi all’origine del pensiero critico, Mimesis, Milano 2009, p. 69. Il tema dell’impraticabilità teorica della separazione fra mondo della natura e mondo storico-sociale dell’uomo verrà infine completamente sviluppato da Adorno in Dialettica negativa, dove si può anche apprezzare un suo deciso approssimarsi ad un modello dell’azione filosofico-politica con significative analogie al paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico, unito però ad  una non soddisfacente focalizzazione della problematica del rapporto fra natura e storia in Marx, dove il filosofo e rivoluzionario di Treviri viene da Adorno praticamente – ed erroneamente – del tutto assolto delle degenerazioni della dialettica verificatesi tramite il Diamat staliniano: «Il concetto di storia universale, dalla cui validità la filosofia hegeliana è ispirata quanto quella kantiana da quella delle scienze naturali, divenne tanto più problematico, quanto più il mondo unificato si approssimava ad un processo globale. Da un lato la scienza storica avanzante con metodo positivistico ha disgregato la concezione di una totalità e di una continuità senza interruzioni. Rispetto ad essa la costruzione filosofica aveva il dubbio vantaggio di una minore conoscenza dei dettagli, che voleva spacciare fin troppo facilmente per una sovrana distanza; e veramente anche meno timore di dire qualcosa di essenziale, che si profili soltanto alla distanza. Dall’altro una filosofia sviluppata doveva cogliere l’accordo tra storia universale e ideologia1 e la vita sconvolta come discontinua [nota 1 di p. 287 di Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno, Dialettica negativa, Torino, Einuadi, 1966: «Cfr. Benjamin, Scriften cit., vol. I, pp. 494 sgg. [pp. 81 sgg.].»]. Hegel stesso aveva concepito la storia universale come unitaria solo grazie alle sue contraddizioni. Con la sua riformulazione materialistica l’accento maggiore fu posto sulla comprensione della discontinuità di ciò che non era tenuto insieme da alcuna unità consolatoria dello spirito e del concetto. Tuttavia bisogna pensare insieme storia universale e discontinuità. Cancellare quella come residuo di superstizione metafisica, consoliderebbe la mera fattualità come l’unica cosa da conoscere e quindi da accettare, allo stesso modo della  sovranità precedente, che ordinava i dati nell’avanzata totale dello spirito uno, confermandoli con le sue manifestazioni. La storia universale si deve costruire e negare. Sarebbe cinico affermare dopo le catastrofi e nell’attesa delle future un piano mondiale verso il miglioramento che si manifesti nella storia e la unifichi. Però non si deve negare perciò l’unità, che salda insieme i momenti e fasi discontinui, caoticamente disgregati dalla storia, quella del dominio della natura, progredente nel dominio sugli uomini ed infine sulla natura interiore. Non c’è una storia universale che conduca dal selvaggio all’umanità, ma certo una che porta dalla fionda alla megabomba. Essa termina nella minaccia totale dell’umanità organizzata contro gli uomini organizzati, la quintessenza della discontinuità. Così Hegel viene terribilmente verificato e messo sulla testa. Se egli trasfigurava la totalità della sofferenza storica in positività dell’assoluto che si realizza, l’uno e il tutto che si sviluppa per prender fiato fino ad oggi è teleologicamente la sofferenza assoluta. La storia è l’unità di continuità e discontinuità. La società si mantiene in vita non malgrado il suo antagonismo, ma tramite esso; l’interesse al profitto, e quindi il rapporto di classe sono oggettivamente il motore del processo produttivo, da cui dipende la vita di tutti e il cui primato ha il suo punto di fuga nella morte di tutti. Ciò implica anche l’elemento conciliante nell’inconciliabile: poiché esso soltanto permette agli uomini di vivere; senza di esso non ci sarebbe nemmeno la possibilità di una vita trasformata. Ciò che quella possibilità creò storicamente, può anche distruggere. Lo spirito del mondo, degno oggetto di definizione, dovrebbe essere definito come catastrofe permanente.  Sotto il principio d’identità che assoggetta tutto, ciò che non si dissolve  nell’identità  e si sottrae alla razionalità pianificante nell’ambito dei mezzi diventa angoscioso, rappresaglia per quel male che il non identico subisce da parte dell’identità. La storia potrebbe difficilmente essere interpretata altrimenti, senza trasformarla magicamente in idea [evidenziazione nostra].»: Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno, Dialettica negativa, cit., pp. 286-88. «L’oggettività della vita storica è quella di una storia naturale. Marx lo ha riconosciuto contro Hegel, e precisamente in stretta connessione con l’universale realizzantesi sopra le teste dei soggetti: «Anche quando una società è riuscita a intravvedere la legge di natura del proprio movimento – e fine ultimo al quale mira quest’opera è di svelare la legge economica del movimento della società moderna – non può  né saltare né eliminare per decreto le fasi naturali dello svolgimento… Non dipingo affatto in luce rosea le figure del capitalista e del proprietario fondiario. Ma qui si tratta delle persone soltanto in quanto sono la personificazione delle categorie economiche, incarnazione di determinati rapporti e di determinati interessi di classe. Il mio punto di vista, che concepisce lo sviluppo della formazione economica della società come processo di storia naturale, può meno che mai rendere il singolo responsabile di rapporti dei quali egli rimane socialmente creatura, per quanto soggettivamente possa elevarsi al di sopra di essi1 [nota 1 di p. 319 di Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno, Dialettica negativa, cit.: «Marx, Das Kapital cit., Vol. I, prefazione alla 1° ed., pp. 7 sg. [vol. I, I, p. 18].»]. Non s’intende certo il concetto antropologico di natura di Feuerbach, contro il quale Marx ha rivolto il materialismo storico, nel senso di una ripresa di Hegel contro gli hegeliani di sinistra2 [nota 2 di p. 319 di Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno, Dialettica negativa, cit.: «Cfr. Schmidt, Der Begriff der Natur in der Lehre von Marx, cit., Vol. II, p. 15 [cap. I, sez. A].»]. La cosiddetta legge naturale, che pure è solo una legge della società capitalistica, viene perciò chiamata mistificazione da Marx: «La legge dell’accumulazione capitalistica mistificata in legge di natura esprime dunque in realtà il fatto che la sua natura esclude ogni diminuzione del grado di sfruttamento del lavoro o ogni aumento del prezzo del lavoro che siano tali da esporre a un serio pericolo la costante riproduzione del rapporto capitalistico e la sua riproduzione su scala sempre più allargata. Non può essere diversamente in un modo di produzione entro il quale l’operaio esiste per i bisogni di valorizzazione di valori esistenti, invece che, viceversa, la ricchezza materiale per i bisogni di sviluppo dell’operaio1.» [nota 1 di p. 320  di Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno, Dialettica negativa, cit.: «Marx, Das Kapital cit., Vol. I, pp. 652 sg. [Vol. I, 3, p. 69]».]. Tale legge è naturale a causa del carattere della sua inevitabilità sotto i rapporti di produzione dominante. L’ideologia non si sovrappone all’essere sociale come uno strato che si possa staccare, ma gli inerisce. Essa si fonda sull’astrazione, che è essenziale per il processo di scambio. Ciò implica nel processo della vita reale fino ad oggi un’apparenza socialmente necessaria. Il suo nocciolo è il valore della cosa in sé, «natura». La quasi naturalità della società capitalistica è reale e nello stesso tempo apparenza. Che l’assunto di legge naturale non deve essere preso alla lettera, e tanto meno ontologizzato nel senso di un qualche progetto del cosiddetto uomo, è confermato dal motivo più potente della teoria marxiana in generale, quello dell’eliminabilità di tali leggi. Dove inizia il regno della libertà, non varrebbero più. La distinzione kantiana fra un regno della libertà e uno della necessità viene trasposto al succedersi delle fasi, mobilitando come mediazione la filosofia della storia hegeliana. Soltanto uno stravolgimento dei motivi marxisti come il Diamat, che prolunga il regno della necessità assicurando che sia quello della libertà, poteva cadere nell’errore  di falsificare il concetto polemico marxiano di  normatività naturale da una costruzione della storia naturale in una dottrina scientistica di invarianti. Con ciò il discorso marxiano sulla storia naturale non perde nulla del suo contenuto di verità, appunto quello critico. Hegel si aiutò ancora ricorrendo ad un soggetto personificato trascendentale, che perde però già la natura di soggetto; Marx denuncia non solo la trasfigurazione hegeliana, ma la fattispecie che ne è oggetto. La storia umana, il progressivo dominio sulla natura, prosegue quella inconsapevole della natura, mangiare ed essere mangiato. In senso ironico Marx era un socialdarwinista: ciò che i socialdarwinisti esaltano e secondo cui godono di agire, per lui è la negatività, in cui si risveglia la possibilità della sua negazione [evidenziazione nostra].»: Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno, Dialettica negativa, cit., pp. 319-320. E a questo proposito  (e, riteniamo, senza bisogno di ulteriori commenti se non sottolineare che il paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico permette di affrontare con un’inedita, rivoluzionaria – e soprattutto dialetticamente unitaria – prospettiva situazioni storiche e/o filosofiche ritenute erroneamente non connesse fra di loro e, comunque, prima di oggi, ricacciate negli inferi dalla trasognata ideologia  delle “magnifiche sorti e progressive” del mondo liberal-liberista del secondo dopoguerra: dalla storia  «che porta dalla fionda alla megabomba», ma anche alle elaborazioni culturali dalle più popolari alle più alte, fino a giungere all’espressività artistica e scientifica!, fino al fascista Dante Cesare Vacchi che crea i commandos portoghesi per aiutare il morente Portogallo salazarista nella guerra contro i movimenti di liberazione in Africa) accostiamo alla citazione adorniana una da una nostra riflessione, citando integralmente da pp. 3-23 il nostro Dialectivs Nvncivs  (agli URL di Internet Archive:

https://archive.org/details/DialecticvsNvncivs.IlPuntoDiVistaDelRepubblicanesimoGeopolitico_866/mode/2up e                                                                                     https://ia801603.us.archive.org/7/items/DialecticvsNvncivs.IlPuntoDiVistaDelRepubblicanesimoGeopolitico_866/DialecticvsNvncivs.IlPuntoDiVistaDelRepubblicanesimoGeopoliticoAttraversoIQuaderniDelCarcereEStoriaECoscienzaDiClasse.pdf, e di WebCite:

http://www.webcitation.org/76Q9qTn9X e http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fia801603.us.archive.org%2F7%2Fitems%2FDialecticvsNvncivs.IlPuntoDiVistaDelRepubblicanesimoGeopolitico_866%2FDialecticvsNvncivs.IlPuntoDiVistaDelRepubblicanesimoGeopoliticoAttraversoIQuaderniDelCarcereEStoriaECoscienzaDiClasse.pdf&date=2019-02-24 [Ulteriore congelamento per la presente versione REDVX tramite Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190618195114/https://ia801603.us.archive.org/7/items/DialecticvsNvncivs.IlPuntoDiVistaDelRepubblicanesimoGeopolitico_866/DialecticvsNvncivs.IlPuntoDiVistaDelRepubblicanesimoGeopoliticoAttraversoIQuaderniDelCarcereEStoriaECoscienzaDiClasse.pdf: aggiunta al testo della nota compiuta nella presente versione Redux]): «Dal punto di vista del Repubblicanesimo Geopolitico,1 oltre alla “falsificazione” di Marx, innumeri volte rappresentata da La Grassa in tutta la sua opera e ora per ultimo di nuovo molto opportunamente ripetuta nella Intervista (teorica) a Gianfranco La Grassa (di F. Ravelli), cioè la nascita mai avvenuta della nuova classe al potere del lavoratore collettivo cooperativo associato, sulla quale ci soffermeremo fra poco, siamo di fronte a due ulteriori “crampi” del pensiero marxiano che, uniti alla “falsificazione” di cui sopra ci consentono davvero, alla luce dell’impostazione conflittuale-strategica lagrassiana, di compiere un passo decisivo per lo sviluppo delle scienze sociali e storiche che, non solo rivoluzionino gli attuali paradigmi teorici, ma anche possano dare l’inizio ad una reale prassi sociale anch’essa rivoluzionaria rispetto agli stantii paradigmi politici democraticistici. [Nota 1 di p. 3 di Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs. Il punto di vista del Repubblicanesimo Geopolitico attraverso i Quaderni del Carcere e Storia e Coscienza di Classe per il rovesciamento della gerarchia della spiegazione meccanicistico-causale e dialettico-conflittuale, per il rinnovamento degli studi marxiani e marxisti e per l’Aufhebung della gramsciana e lukacsiana Filosofia della Praxis: «L’occasione per l’elaborazione di questo punto di vista, Dialecticvs Nvncivs, oltre che dai precedenti lavori sul Repubblicanesimo Geopolitico, nasce originariamente come commento di Massimo Morigi in data 16 luglio 2016 all’intervista a Gianfranco La Grassa Intervista (teorica) a Gianfranco La Grassa (di F. Ravelli). Il commento all’intervista è agli URL http://www.conflittiestrategie.it/commento-di-massimo-morigi-allintervista-di-gianfranco-la-grassa-intervista-teorica-di-g-la-grassa-di-f-ravelli-pubblicata-su-conflitti-e-strategie; https://www.webcitation.org/6j4Ecswj9 ; http://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fwww.conflittiestrategie.it%2Fcommento-di-massimo-morigi-allintervista-di-gianfranco-la-grassa-intervista-teorica-di-g-la-grassa-di-f-ravelli-pubblicata-su-conflitti-e-strategie&date=2016-07-17 [ora anche sulla Wayback Machine all’URL http://web.archive.org/web/20200329071538/http://www.conflittiestrategie.it/commento-di-massimo-morigi-allintervista-di-gianfranco-la-grassa-intervista-teorica-di-g-la-grassa-di-f-ravelli-pubblicata-su-conflitti-e-strategie: aggiunta alla nota per la presente comunicazione sulla dialetticità delle nuove frontiere della biologia e la sintesi evoluzionistica estesa] ed è presente pure come commento sulla pagina di presentazione dell’intervista stessa caricata su Internet Archive all’URL https://archive.org/details/IntervistateoricaAGianfrancoLaGrassaECommentoDiMassimoMorigi  (l’intervista è poi scaricabile direttamente sempre    su    Internet   Archive      all’URL

https://ia601204.us.archive.org/32/items/IntervistateoricaAGianfrancoLaGrassaECommentoDiMassimoMorigi/IntervistateoricaAG.LaGrassadiF.Ravelli.html). L’Intervista (teorica) a Gianfranco La Grassa (di F. Ravelli) è stata inizialmente pubblicata in data 15 luglio 2016 sul sito di “Conflitti e Strategie” e su questo sito è all’URL http://www.conflittiestrategie.it/intervista-teorica-a-g-la-grassa-di-f-ravelli e, vista la sua importanza si è pure provveduto di caricarla, oltre presso i già citati https://archive.org/details/IntervistateoricaAGianfrancoLaGrassaECommentoDiMassimoMorigi e https://ia801204.us.archive.org/32/items/IntervistateoricaAGianfrancoLaGrassaECommentoDiMassimoMorigi/IntervistateoricaAG.LaGrassadiF.Ravelli.html, anche ricorrendo alla ridondanza di WebCite all’URL http://www.webcitation.org/6jFLY1dNh  [ora anche sulla Wayback Machine all’URL https://web.archive.org/web/20200329072642/http://www.conflittiestrategie.it/intervista-teorica-a-g-la-grassa-di-f-ravelli: aggiunta alla nota per la presente comunicazione sulla dialetticità delle nuove frontiere della biologia e la sintesi evoluzionistica estesa]. Si segnala anche che il Dialecticvs Nvncivs è stato preceduto, oltre che da tutta la precedente elaborazione presente nel Web sul Repubblicanesimo Geopolitico, specificatamente da tre lavori: la Teoria della Distruzione del Valore. (Teoria Fondativa del Repubblicanesimo Geopolitico e per il Superamento/conservazione del Marxismo), Repubblicanesimo Geopolitico. Intervista al professor Massimo Morigi e Repubblicanesimo Geopolitico Anticipating Future Threats. Saggio sulla Moralità del Repubblicanesimo Geopolitico più Breve Nota all’Intervista del CSEPI a La Grassa (di Massimo Morigi). La Teoria della Distruzione del Valore, oltre che essere sparsa in vari luoghi del Web, è recuperabile agli URL https://archive.org/details/MarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore/mode/1up; https://ia800501.us.archive.org/20/items/MarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore/MarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore.pdf;http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fia800501.us.archive.org%2F20%2Fitems%2FMarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore%2FMarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore.pdf&date=2015-12-04 e http://www.webcitation.org/6dWOlPr8n. L’intervista sul Repubblicanesimo Geopolitico, curata da Giuseppe Germinario, oltre ad essere visionabile su “Conflitti e Strategie” e su YouTube, rispettivamente agli URL http://www.conflittiestrategie.it/repubblicanesimo-geopolitico-intervista-al-professor-massimo-morigi e https://www.youtube.com/watch?v=VeOUHYC8zq8,  è  stata anche caricata su Internet Archive agli URL https://archive.org/details/RepubblicanesimoGeopoliticoIntervistaAlProfessorMassimoMorigi e https://ia600508.us.archive.org/8/items/RepubblicanesimoGeopoliticoIntervistaAlProfessorMassimoMorigi/RepubblicanesimoGeopoliticoIntervistaAlProfessorMassimoMorigi.mp4. Infine Repubblicanesimo Geopolitico Anticipating Future Threats. Saggio sulla Moralità del Repubblicanesimo Geopolitico più Breve Nota all’Intervista del CSEPI a La  Grassa (di Massimo Morigi), prima parte sotto l’aspetto di una morale pubblica dialettica e di una conseguente filosofia della prassi che trovi la sua raggiunta entelechia in una pienamente manifestata epifania strategica di un trittico sul Repubblicanesimo Geopolitico che comprende oltre il presente lavoro anche il di prossima pubblicazione Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico (cfr. in proposito la nota introduttiva di Repubblicanesimo Geopolitico Anticipating Future Threats), è anch’esso tramite motori di ricerca reperibile in vari luoghi del Web o può essere direttamente visionabile e scaricabile ai seguenti URL

https://archive.org/details/RepubblicanesimoGeopoliticoAnticipatingFutureThreatsDialogoSulla_297/mode/2up; https://ia801909.us.archive.org/17/items/RepubblicanesimoGeopoliticoAnticipatingFutureThreatsDialogoSulla_297/RepubblicanesimoGeopoliticoAnticipatingFutureThreatsDialogoSullaMoralitaDelRepubblicanesimoGeopolitico.pdf; https://www.webcitation.org/6lXceRo2L;

http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Farchive.org%2Fdetails%2FRepubblicanesimoGeopoliticoAnticipatingFutureThreatsDialogoSulla_297&date=2016-10-26; https://www.researchgate.net/publication/309427489_Repubblicanesimo_Geopolitico_Anticipating_Future_Threats_Dialogo_sulla_Moralita_del_Repubblicanesimo_Geopolitico_piu_Breve_Nota_all%27Intervista_del_CSEPI_a_La_Grassa_di_Massimo_Morigipdf: https://doi.org/10.13140/RG.2.2.11532.72320. Ultima notazione di bibliografia internettiana: prima dell’immissione nel Web – iniziata il 25 dicembre 2016 – tramite le piattaforme di conservazione e condivisione digitale (in particolare Internet Archive), il Dialecticvs Nvncivs è stato pubblicato sul sito di geopolitica e di teoria politica marxista “Italia e il Mondo”. Gli URL presso “Italia e il Mondo” dove è possibile prenderne visione e scaricarlo sono http://italiaeilmondo.com/2016/12/13/dialecticus-nuncius-di-massimo-morigi/ e http://italiaeilmondo.com/category/agora/, rispettivamente WebCite http://www.webcitation.org/6mn0wfXNh                               o http://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fitaliaeilmondo.com%2F2016%2F12%2F13%2Fdialecticus-nuncius-di-massimo-morigi%2F&date=2016-12-15

 e http://www.webcitation.org/6mn1dOsRD                                                                              o

http://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fitaliaeilmondo.com%2Fcategory%2Fagora%2F&date=2016-12-15 [Wayback Machine all’URL https://web.archive.org/save/http://italiaeilmondo.com/2016/12/13/dialecticus-nuncius-di-massimo-morigi/: aggiunta alla nota per la presente comunicazione sulla dialetticità delle nuove frontiere della biologia e la sintesi evoluzionistica estesa]. (Ovviamente questa ultima notazione è assente nel file del Dialecticvs visionabile presso “Italia e il Mondo”). RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM»]. Partiamo, molto semplicemente, dal passo fondamentale del Capitale  dove Marx individua il carattere del tutto ideologico dell’allora (e tuttora) imperante economia politica: «Al possessore di denaro, che trova il mercato del lavoro come particolare reparto del mercato delle merci, non interessa affatto il problema del perché quel libero lavoratore gli compaia dinanzi nella sfera della circolazione. E a questo punto non interessa neanche a noi. Noi, dal punto di vista teorico, ci atteniamo al dato di fatto, come fa il possessore di denaro dal punto di vista pratico. Però una cosa è evidente. La natura non produce da un lato possessori di denaro o di merci e dall’altro semplici possessori della propria forza lavorativa. Tale rapporto non risulta dalla storia naturale né da quella sociale ed esso non è comune a tutti i periodi della storia. È evidente come esso sia il risultato d’uno svolgimento storico precedente, il prodotto di molte rivoluzioni economiche, della caduta di una intera serie di più vecchie formazioni della produzione sociale.»2 [Nota 2 di p. 5 di Massimo Morigi,  Dialecticvs Nvncivs, cit.: «Karl Marx, Il Capitale, trad. it., Roma, Newton Compton, 1970, I, pp. 199-200.»].  Marx ci dice quindi, al contrario di quanto sostenevano gli economisti classici (e di quanto sostengono ancor oggi gli attuali economisti), che è la storia e non la natura a produrre la società dominata dal capitalismo e che, di conseguenza, le presunte leggi economiche non sono per niente naturali ma totalmente dovute all’umana evoluzione storica. Questo totale cambio di paradigma segna ad un tempo la grandezza ed anche l’enorme ed invalicabile limite di Marx (e di tutte le varie scuole di pensiero e di azione che da lui prenderanno origine). Detto in estrema sintesi: vero è che la società capitalistica e le presunte leggi dell’economia non hanno affatto l’ineluttabilità della natura ma sono di pura origine storico-sociale. Falso è, come invece traspare chiaramente dal testo appena citato, che sussista una suddivisione reale fra natura e storia. Come ho già affermato in altri luoghi, questa errata epistemologia è l’errore più grande di tutta la tradizione filosofica occidentale, alla quale, con risultati del tutto insoddisfacenti, cercarono di porre rimedio Hegel e Schelling e che, quindi, non si può fare particolare biasimo a Marx per esservi ricaduto. Ma se non si può certo biasimare in particolare Marx per questo errore, sul piano del giudizio storico sono del tutto da deprecare i problemi derivatine. La conseguenza, veramente nefasta, è stata una visione terribilmente ristretta del metodo dialettico dove da una parte, cioè nel cosiddetto Diamat – sviluppo teorico finale delle cosiddette tre pseudoleggi dialettiche di Engels illustrate nella sua Dialettica della Natura e nell’Anti-Dühring (conversione della quantità in qualità, compenetrazione degli opposti e negazione della negazione, tre leggi che sono la scimmiottatura della logica aristotelica) –, la dialettica è diventata una forma corrotta di pensiero positivistico e che, sulla linea dell’ineluttabilità di queste leggi pseudodialettiche engelsiane, ha smesso, appunto, di essere dialettica per trasformarsi in instrumentum regni dei regimi totalitari del socialismo reale; dall’altra parte, invece, cercando di preservare i limiti di libertà e di creazione prassistica dell’azione che dovrebbe consentire la dialettica stessa, si è cercato di staccare la dialettica dalla comprensione dei fenomeni naturali, gravissima perdita gnoseologica il cui esempio più famoso è quello di György Lukács, dove in Storia e Coscienza di Classe afferma che «Questa limitazione del metodo alla realtà storico-sociale è molto importante. I fraintendimenti che hanno origine dall’esposizione engelsiana della dialettica poggiano essenzialmente sul fatto che Engels – seguendo il falso esempio di Hegel – estende il metodo dialettico anche alla conoscenza della natura. Mentre nella conoscenza della natura non sono presenti le determinazioni decisive della dialettica: l’interazione tra soggetto ed oggetto, l’unità di teoria e praxis, la modificazione storica del sostrato delle categorie come base della loro modificazione nel pensiero, ecc. Purtroppo è qui impossibile discutere di questi problemi in modo più minuzioso.»3. [Nota 3 di pp. 6-9 di Massimo MorigiDialecticvs Nvncivs, cit.: «György Lukács, Storia e Coscienza di Classe, Milano, Sugar Editore, p. 6. In Codismo e Dialettica, concepito per rispondere alle accuse di chi aveva giudicato Storia e Coscienza di Classe di non essere opera marxista ma bensì idealista, Lukács comincia a rispondere a questi problemi davvero in modo più minuzioso e, a proposito del problema dell’applicabilità nei vari campi del sapere e dell’attività umana del metodo dialettico, fornisce una regola veramente aurea che oggi è anche fatta propria – ma poco merito, un po’ di storia, di tragedie, di filosofia, di scienze biologiche, informatiche, fisiche, di epigenetica, di teoria del caos e di meccanica quantistica sono da allora passate sotto i ponti, discipline per una trattazione delle quali, sotto l’aspetto del loro decisivo apporto per una rifondazione della dialettica, il nunzio rimanda ancora a Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico, cit., di imminente pubblicazione – dalla dialettica del Repubblicanesimo Geopolitico. Questa regola si esprime in questi termini: non è che la spiegazione dialettica debba sostituire in toto la spiegazione meccanicistico-causale ma deve essere in testa, rispetto a quella meccanistico-causale, nella gerarchia della preferenza fra le due (e oltre sotto l’aspetto dell’explanandum per il quale deve occupare questo primo posto, dal punto di vista dell’explanans, cioè della dialettica dell’origine del modello teorico stesso, occupa questo primato gerarchico perché 1) per quanto sia meccanico, un modello esplicativo esso come modello risale come genesi alla struttura dialettica della totalità, se no si è in presenza, per la sua isolata e presunta autosufficienza, ad un principio teologico, valido unicamente in ragione di una cieca fede nello stesso e quindi 2) esso è concretamente ed operativamente costituito da elementi del mondo anch’essi rapportati empiricamente e dialetticamente con la totalità, se no si ricade in fattispecie religiose già evidenziate in 1). Che poi non tutte le spiegazioni impiegate dalle scienze, allo stato attuale dello sviluppo delle conoscenze e del conseguente concreto sviluppo della dialettica della filosofia della praxis, non rispondano formalmente ad una legalità dialettica, poco importa. Quello che importa realmente è essere consapevoli della necessità di questo rovesciamento nella gerarchia della spiegazione e della dialetticità del reale, quella dialetticità che se assunta come forma mentis ed agendi è la sola condizione necessaria e sufficiente per generare mutamenti autenticamente rivoluzionari e quindi veritativi: «Nel materialismo dialettico il problema strutturale viene risolto storicamente (cioè mostrando la genesi concreta, reale e storica della struttura data), e il problema storico viene risolto teoricamente (cioè mostrando la legge che ha prodotto il contenuto concreto dato) [il Repubblicanesimo Geopolitico dice: cioè mostrando che è il principio dell’azione/conflitto/dialettico/epressivo/strategico – e non una galileiana meccanica e predestinante legalità esemplata sul modello di presunte leggi di natura – ad avere prodotto il contenuto concreto dato, ndr]. Ecco perché Marx, a proposito del susseguirsi delle categorie economiche, scrive: «La loro successione è determinata dalla relazione in cui esse si trovano l’una con l’altra nella moderna società borghese, e questo è esattamente l’inverso di quello che sembra essere il loro ordine naturale o di ciò che corrisponde alla successione dello sviluppo storico». [ndr: Karl Marx, Per la Critica dell’Economia Politica, introduzione di Maurice Dobb, traduzione di Emma Cantimori Mezzomonti, Roma, Editori Riuniti, 1974, p. 196] Da ciò comunque, cioè dal fatto che il processo oggettivamente reale è esso stesso dialettico e che l’origine reale e l’intreccio della conoscenza che gli corrisponde adeguatamente siano essi stessi dialettici, non segue affatto che ogni conoscenza debba apparire nella forma di conoscenza del metodo dialettico [corsivo di Lukács: nel Dialecticvs Nvncivs le evidenziazioni del testo delle citazioni, dove non di mia espressa autoattribuzione, sono di Lukács]. L’affermazione del giovane Marx: «La ragione è sempre esistita ma non sempre in forma razionale» [ndr: lettera di Karl Marx ad Arnold Ruge scritta nel settembre 1843 da Kreuznach, in Arnold Ruge, Karl Marx, Annali franco-tedeschi, a cura di Gian Mario Bravo e traduzione di Anna Pegoraro Chiarloni e Raniero Panzieri, Milano Edizioni del Gallo, 1965, p.81] vale anche per la dialettica. Dipende dalla struttura economica della società e dalla posizione di classe che il conoscente assume in essa, se fino e a che punto un rapporto oggettivamente dialettico assuma forma dialettica nel pensiero, se e fino a che punto gli uomini possano diventare coscienti del carattere dialettico del rapporto dato. In determinate circostanze può accadere che esso non appaia affatto dal punto di vista del pensiero conoscitivo; oppure può apparire sotto forma di contraddizione irrisolvibile, come antinomia; può essere compreso adeguatamente sotto certi aspetti, senza che possa essere determinato correttamente il suo giusto posto nello sviluppo complessivo etc. Da quanto abbiamo detto finora è chiaro che tali conoscenze possano comunque essere, almeno in parte,  oggettivamente giuste. Ma solo quando lo sviluppo storico della società è progredito fino al punto che i problemi reali che stanno alla base di queste contraddizioni etc. sono storicamente risolti, oppure che la loro soluzione non è lontana, solo allora può essere trovata la conoscenza teoricamente giusta e dialettica. In altre parole: la soluzione, il superamento di una contraddizione dialettica viene prodotta dalla realtà nel processo storico reale. Il pensiero può, a certe condizioni, anticipare mentalmente questi processi, ma solo quando il loro superamento esiste oggettivamente nel processo storico effettivo come una reale tendenza di sviluppo (anche se magari come tendenza ancora immatura dal punto di vista della prassi). E se questo rapporto con il processo storico reale non è divenuto pienamente cosciente, se quel problema dialettico non viene ricondotto al suo fondamento concreto e materiale, l’anticipazione mentale deve necessariamente rimanere incastrata nell’astrazione e nell’idealismo (Hegel).»: György Lukács, Codismo e Dialettica (titolo originale del manoscritto: Chvostismus und Dialektik), ed. it. Idem, Coscienza di Classe e Storia: Codismo e Dialettica, postfazione di Slavoj Žižek, Roma, Alegre, 2007, pp. 86-88. Purtroppo, la succitata regola d’oro non doveva risultare, evidentemente, di facile applicazione, perché costante è in Codismo la tensione fra la piena applicazione del predetto ordine gerarchico fra i due tipi di spiegazione e un piegarsi agli idola fori della gnoseologia del tempo che, nonostante quanto avrebbe voluto una conseguente ed integrale applicazione della appena esposta filosofia della prassi, finiva con l’accettare, de facto, una divisione di ambiti – usando un’area semantica compatibile con la Weltanschauung conflittuale/strategica della dialettica del Repubblicanesimo Geopolitico, noi ancor meglio diremmo una divisione delle sfere d’influenza – fra spiegazione meccanicistica e spiegazione dialettica, con complementariamente inevitabile separazione ontologica fra società e natura che da questa impostazione natural-meccanicistica consegue: «Fino a che, tuttavia, non siamo in grado di mostrare in senso storico-genetico l’origine delle nostre conoscenze a partire dalla loro base materiale concreta – cioè non solo il fatto “che” esse siano, ma anche “cosa” e “come” – come fece Marx per le nostre conoscenze storico-sociali, la nostra visuale sarà manchevole di un importante e oggettivo momento della dialettica: la storia. Ribadisco che non mi passa affatto per la testa di negare che le scienze della natura comprendano elementi della visione storica, che in essi ci sono gli inizi (Kant-Laplace, Darwin etc.) di quella “scienza unitaria della storia” richiesta da Marx. Anche la conoscenza sociale premarxista conteneva elementi storici (Steuart, Hegel, gli storici francesi etc.) ma una conoscenza  realmente e storicamente dialettica la si trova solo in Marx ed è sorta come conoscenza dialettica del presente in quanto momento del processo complessivo. Nessuno vorrà però sostenere che questi elementi storici si trovino al centro delle problematiche delle moderne scienze della natura o che proprio le scienze naturali più sviluppate e che fanno da modello metodologico per le altre si occupino coscientemente di queste problematiche. Viste tali questioni, sarebbe necessario, da un lato, chiarire per quali epoche o periodi valgano determinate conoscenze, poiché esse colgono col pensiero i loro rapporti specifici, storici, oggettivi e reali; dall’altro comprendere dialetticamente la genesi necessaria delle conoscenze a partire dallo stesso processo storico oggettivo e reale. (Per quanto concerne le conoscenze economiche si esprime chiaramente Engels). In che misura le conoscenze della natura possono essere trasformate in conoscenze storiche, ovvero, se si diano fatti materiali in natura che non mutano mai la loro struttura, oppure soltanto in periodi di tempo così lunghi che essi non possono essere percepiti come mutamenti dalla conoscenza umana, non è questione che possa essere trattata qui, poiché anche laddove ci sembra che sviluppi storici sono avvenuti, il loro carattere storico può ora essere affermato solo in misura molto limitata. Ciò significa che noi siamo spinti fino a conoscere che la storia dell’umanità deve essere preceduta da uno sviluppo storico oggettivo che copre un infinito lasso temporale, ma le fasi di passaggio tra questa storia e la nostra ci sono tuttavia note solo in piccola parte o, addirittura, per nulla. E ciò non avviene perché materiali a disposizione oggi siano ancora insufficienti o a causa del temporaneo sottosviluppo dei nostri metodi di ricerca (molte scienze della natura surclassano le scienze della storia per quanto concerne la precisione [sottolineatura nostra ad evidenziare quanto anche in Lukács agisse prepotentemente il pregiudizio di una maggiore “scientificità” delle cosiddette scienze della natura rispetto alle scienze sociali e storiche: per un definitivo e minuziosamente argomentato rigetto di questo fondamentale e fondante errore di tutta la tradizione filosofica della modernità occidentale, errore che non è altro che il negativo fotografico dell’altro fondante e fondamentale errore di questa tradizione, cioè l’illusoria e fantasmatica separazione ontologica ed empirica fra natura e cultura, Dialecticvs Nvncivs rinvia per l’ennesima volta a Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico, cit., di prossima pubblicazione]); ciò avviene perché la capacità di scoprire i fondamenti materiali della conoscenza e di derivare dialetticamente quest’ultima dalla sua base materiale, non è stata ancora prodotta dallo sviluppo oggettivo reale. Gli scienziati migliori si trovano perciò dogmaticamente prigionieri, come ad es., Ricardo rispetto alla società capitalistica (i peggiori sono divorati dallo scetticismo e possono essere qui considerati solo come sintomo di una crisi). Ciò non impedisce loro affatto – come mostra l’esempio di Ricardo – di raggiungere conoscenze oggettivamente valide, lo stesso Ricardo ne ebbe in alcuni campi. Ciò che è loro impossibile è di chiarire le contraddizioni che sorgono dal materiale concreto e mostrarle come contraddizioni dialettiche, di mostrare i momenti singoli come momenti di un processo storico unitario e, come è stato indicato prima, di ordinarli al tempo stesso teoricamente e storicamente in un contesto complessivo. Una tale storicizzazione delle scienze della natura, una crescente penetrazione nella loro origine (ad es., la consapevolezza del loro carattere geocentrico) le renderebbe tanto poco “relativiste” quanto lo sono diventate le scienze sociali come risultato della penetrazione marxista nella genesi reale della [sic!] loro conoscenze. Tutto l’opposto.»: Ivi, pp. 96-97. È sempre difficile discernere in un autore (come nella vita di tutti i giorni) quanto una scelta sia dettata da convinzione e quanto, invece, dalla preoccupazione – molto concreta e realistica nel caso di Lukács – delle conseguenze personali e politiche del comportamento o del messaggio che si intende rendere pubblico. Le parole conclusive di Codismo appena citate, nel loro incerto e tortuoso procedere teorico, ci fanno propendere per la seconda ipotesi ma non nel senso di una egoistica tutela personale ma nel significato di un tentativo di tutela, anche se solo  difensivistico, della dialettica dalla deriva positivistica che poi avrebbe definitivamente preso la forma del Diamat staliniano: «Per Engels, dunque, l’aver parzialmente omesso le mediazioni che gli hanno reso possibile la sua conoscenza dialettica e che appartengono oggettivamente a questa conoscenza, costituisce semplicemente un episodio. E se si trattasse solo di Engels, si potrebbe tranquillamente lasciare cadere la questione, oppure essa potrebbe essere una questione inessenziale da trattare in modo storico-filologico. Poiché però queste lacune vengono ampliate entusiasticamente ed erette a Sistema del Marxismo allo scopo di liquidare la dialettica, allora bisogna sottolineare con forza questi aspetti. La tendenza di Deborin e Rudas è evidente: essi vogliono – usando le parole di Marx ed Engels – fare del materialismo storico una “scienza” nel senso borghese, poiché essi non possono rinunciare a ciò che tiene in vita la società borghese e la sua concezione della storia, né al carattere puramente spontaneo dell’accadere storico, perché essi […: periodo non completo perché la pubblicazione di Codismo si è basata su un manoscritto mutilo di alcune pagine, ndr ]. »: Ivi, p. 118. La realtà teorica e politica era invece molto più cruda e (in tutti i sensi) molto più pericolosa di quella che in queste parole conclusive di Codismo Lukács si sforzava di voler rappresentare. L’abbandono e/o il depotenziamento della dialettica con la conseguente deriva positivistica in Engels non era un episodio ma la sua vera nota di fondo (vedi Anti-Dühring e Dialettica della Natura, opere nelle quale vengono esplicitate, in una vera e propria inconsapevole parodia della logica aristotelica, le tre farlocche engelsiane leggi dialettiche: la legge della conversione della quantità in qualità, la legge della compenetrazione degli opposti, la legge della negazione della negazione) e Deborin e Rudas non intendevano affatto perpetuare culturalmente e socialmente la società borghese ma criticando Storia e Coscienza di Classe (anche se la critica partiva dal corretto presupposto dell’insostenibile e niente affatto dialettica contraddittorietà dell’impostazione lukacsiana di una divisione fra società e natura – separazione, fra l’altro, come abbiamo visto, molto “opportunistica” e alla quale nemmeno Lukács, ad attenta  analisi, mostra di credere – dove per la natura non sarebbero valse le impostazioni dialettiche), agivano oggettivamente e con convinzione nel senso di creare sì una dialettica unificata fra questi due ambiti ma una dialettica falsa e positivizzata alla Engels. Il senso profondo quindi della reazione di Lukács, vero e proprio Defensor Dialecticae, era di creare una sorta di ridotta gnoseologica dove almeno lì sarebbe valsa la vera dialettica. Evidenti ragioni storico-politiche del secolo della violenza e degli sterminii organizzati su base scientifica e dei totalitarismi prima ancora che ragioni teoriche, resero questa difesa impossibile. Compito di chiunque voglia lasciarsi benjaminiamente lo strazio novecentesco alle spalle non è tanto proclamare vuoti slogan politici (oggi dopo la caduta dei regimi socialisti, totalmente di marca democratico-liberal-liberista) ma raccogliere quella bandiera dialettica che all’insegna di una vera filosofia della prassi possa costituire un reale progresso (per una volta sia consentito usare questo termine) rispetto agli immani lutti che non solo non ci siamo lasciati alle spalle ma che continuano non contrastati se non dalle vuote retoriche democraticistiche, una “distrazione/distruzione di massa” democraticistica vero frutto autentico e legittimo del secolo che ci ha lasciati poco più di un decennio fa e che non contrastato continua nei suoi nefasti – ma perciò pure rivoluzionari – effetti anche nel presente. (Per comprendere come un autore come Benjamin apparentemente così poco politico e apparentemente così distante e da György Lukács e da ogni possibile altra declinazione della filosofia della prassi – fra poco, alla nota 8 ci occuperemo di quell’altro gigante della filosofia della prassi che va sotto il nome di Antono Gramsci – ci possa venire in soccorso per superare e quindi recuperare la filosofia della prassi stessa e con ciò a prenderci dal Novecento un dialettico e non postmoderno commiato da fine di tutte le metanarazioni e da fine liberal-liberista alla Fukuyama della storia, cfr. le Tesi di Filosofia della Storia, in particolare la tesi numero 1, con le figure simboliche del fantoccio in veste da turco, del nano gobbo nascosto sotto la scacchiera asso nel gioco degli scacchi e della teologia piccola e brutta ma indispensabile per far vincere sempre «il fantoccio chiamato “materialismo storico”» e la tesi numero 9 con l’Angelus Novus di Klee, l’angelo della storia per Benjamin, al quale una tempesta che soffia dal paradiso, trascinandolo via contro la sua volontà, gli fa sorvolare le rovine del progresso, volto fisso alle passate e presenti sciagure, spalle rivolte al futuro e, pertanto, drammaticamente senza apparente possibilità di rendere pensabile né un intervento immediato e nemmeno di guardare – ed agire – oltre l’ “orizzonte degli eventi” ma, però, traslucendo da questa allegoria un’evidente fede soteriologica, noi diremmo un volontà di riscrittura ab imis delle “categorie del politico” – e della conoscenza – che è propria del Repubblicanesimo Geopolitico; una riscrittura ab imis che dovrà avvalersi non solo dei poeticamente dialettici simboli benjaminiani ma anche di quell’iperdecisionismo benjaminiano, che è una delle più potenti e veritative “categorie del politico” e del “filosofico” prodotte dal pensiero occidentale – assai più integrale del timido decisionismo schmittiano e che costituisce uno dei più importanti pilastri per il superamento/conservazione della filosofia della prassi del Repubblicanesimo Geopolitico, e rimandiamo ancora alle prossime Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico per una più approfondita  trattazione di questo fondamentale aspetto iperdecisionista e prassistico del pensiero benjaminiano –, e di cui abbiamo già scritto in Massimo Morigi, Walter Benjamin, Iperdecisionismo e Repubblicanesimo Geopolitico: lo Stato di Eccezione in cui Viviamo è la Regola, in “Il Senso della Repubblica nel XXI Secolo. Quaderni di Storia e Filosofia”, anno VIII, n. 2, febbraio 2015. Questo numero della rivista, oltre ad essere visionabile all’ URL presso il quale è stato caricato dall’editore della rivista stessa, https://issuu.com/heos.it/docs/sr_febbraio_15, è stato caricato anche dallo scrivente su Internet Archive agli URL  https://archive.org/details/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopolitico e https://ia800504.us.archive.org/33/items/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopolitico/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopolitico.pdf e quindi su WebCite agli URL http://www.webcitation.org/6mudCd4pb e http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fia800504.us.archive.org%2F33%2Fitems%2FWalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopolitico%2FWalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopolitico.pdf&date=2016-12-20; inoltre l’articolo, sempre dallo scrivente, è stato anche caricato direttamente sempre su Internet Archive agli URL https://archive.org/details/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoMassimo [tramutato ora da Internet Archive in  https://archive.org/details/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoMassimo/mode/2up: aggiunta alla nota per la presente comunicazione sulla dialetticità delle nuove frontiere della biologia e la sintesi evoluzionistica estesa] e https://ia601501.us.archive.org/33/items/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoMassimo/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoDiMassimoMorigi.2.pdf [tramutato ora da Internet Archive in https://ia601901.us.archive.org/9/items/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoMassimo/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoDiMassimoMorigi.2.pdf: aggiunta alla nota per la presente comunicazione sulla dialetticità delle nuove frontiere della biologia e la sintesi evoluzionistica estesa] e quindi su WebCite agli URL http://www.webcitation.org/6mugMchmd e http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fia601501.us.archive.org%2F33%2Fitems%2FWalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoMassimo%2FWalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoDiMassimoMorigi.2.pdf&date=2016-12-20).»]. Altrove, sempre in Storia e Coscienza di Classe, Lukács sembra arrivare quasi ad un passo dallo scioglimento del nodo gordiano fra storia e natura che lo ha bloccato nel passo appena citato. Ad un passo senza mai arrivarci e non ci vuole molta immaginazione per vedere dove poggiasse questa impossibilità di “discutere di questi problemi in modo più minuzioso”: certamente non solo di natura teorica ma, soprattutto, di natura molto, molto pratica …4 [Nota 4 di p. 9 di Massimo Morigi,  Dialecticvs Nvncivs, cit.: «Se non arrivò mai a compiere questo passo, Lukács, attraverso il magistero marxiano ed in asprissimo contrasto col revisionismo, comprese assai bene la falsa “naturalità”, la farlocca “inevitabilità” ed il presunto “determinismo” delle presunte “leggi naturali” dell’economia. Storia e Coscienza di Classe è totalmente percorsa da questa consapevolezza prassistica e citando forse il più efficace di uno dei suoi tanti passaggi in proposito, il presente Dialecticvs Nvncivs ribadisce con ancora maggiore energia e convinzione, se possibile, la ridicolaggine della credenza nell’esistenza di leggi di natura economiche che non derivino dalle decisioni degli uomini (o, per meglio dire, da azioni/conflitti strategici che vengono compiuti più o meno consapevolmente da agenti singoli o collettivi: per un primo approccio del Repubblicanesimo Geopolitico sulla problematica del conflitto strategico, cfr. Teoria della Distruzione del Valore agli URL https://archive.org/details/MarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore [tramutato ora da Internet Archive in https://archive.org/details/MarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore/mode/1up

  : aggiunta alla nota per la presente comunicazione sulla dialetticità delle nuove frontiere della biologia e la sintesi evoluzionistica estesa]; https://ia800501.us.archive.org/20/items/MarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore/MarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore.pdf; https://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fia800501.us.archive.org%2F20%2Fitems%2FMarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore%2FMarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore.pdf&date=2015-12-04;https://www.webcitation.org/6dWOlPr8n). Ovviamente, tutta la filosofia della praxis del discorso marxiano e lukacsiano deve essere riorientato smontando la controdialettica (e veramente oggettivamente controrivoluzionaria) divisione fra natura e cultura: «Solo in questa coscienza [di classe, ndr] infatti viene in luce la profonda irrazionalità che sta in agguato dietro i sistemi razionalistici parziali della società borghese e che si manifesta altrimenti in modo catastrofico, in eruzioni improvvise, e proprio per questo senza modificare alla superficie la forma e la connessione degli oggetti. Si può senz’altro riconoscere questa situazione negli avvenimenti più semplici della vita quotidiana. Il problema del tempo-lavoro che abbiamo considerato provvisoriamente, dal punto di vista dell’operaio, come momento in cui nasce la sua coscienza in quanto coscienza della merce (quindi come coscienza del nucleo strutturale della società borghese), mostra nell’istante in cui essa sorge ed oltrepassa la mera immediatezza della situazione data, concentrato in un punto, il problema fondamentale della lotta di classe: il problema della violenza, come il punto in cui, in seguito al fallimento delle “leggi eterne” dell’economia politica, in seguito al loro dialettizzarsi, la decisione sul destino dello sviluppo viene necessariamente rimessa all’attività cosciente degli uomini. Marx sviluppa questa idea nel modo seguente. “È evidente: prescindendo dai limiti del tutto elastici, dalla stessa natura dello scambio delle merci non risulta nessun limite della giornata lavorativa, quindi nessun limite al plus-lavoro. Quando cerca di prolungare al massimo la giornata lavorativa fino al punto di giungere, se è possibile, a raddoppiarla, il capitalista non fa altro che affermare il proprio diritto di compratore. Dall’altra parte, la natura specifica della merce venduta implica un limite del suo consumo da parte del compratore, e l’operaio afferma il proprio diritto di venditore, quando vuole limitare la giornata lavorativa ad una grandezza normale determinata. Qui ha dunque luogo un’antinomia: diritto contro diritto, entrambi consacrati dalla legge dello scambio delle merci. Fra diritti eguali decide la violenza. Così nella storia della produzione capitalistica la regolazione della giornata lavorativa si presenta come lotta per i limiti della giornata lavorativa – lotta tra il capitalista collettivo, cioè la classe dei capitalisti, e l’operaio collettivo, cioè la classe operaia. [Karl Marx, Il Capitale, cit., p. 284]”»: György Lukács, Storia e Coscienza di Classe, cit., pp. 234-235.»]. Torniamo ora a Marx, quando afferma nella prefazione alla prima edizione del Capitale con una evidente contraddizione (per niente dialettica) rispetto al passo sempre del Capitale appena citato [appena citato nel testo principale, non in nota, ndr]: «Una parola ad evitare possibili malintesi. Non ritraggo per niente le figure del capitalista e del proprietario fondiario in luce rosea. Ma qui si tratta delle persone solo in quanto sono la personificazione di categorie economiche, che rappresentano determinati rapporti e determinati interessi di classe. Il mio punto di vista che considera lo sviluppo della formazione economica della società come processo di storia naturale, non può assolutamente fare il singolo responsabile di rapporti da cui egli socialmente proviene, pure se soggettivamente possa innalzarsi al di sopra di essi.5 [Nota 5 di p. 10 di Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs cit.: «Karl Marx, Il Capitale, cit., pp. 6-7.»]. Qui la società è quindi per Marx assimilabile ad una sorta di processo naturale, gli uomini piuttosto che agire in esso sono agiti da forze che li sovrastano e la loro natura, insomma, è quella del Gattungswesen, un ente naturale generico determinato dalle leggi e dalle forze che agiscono nella società stessa.6 [Nota 6 di p. 10 di Massimo Morigi,  Dialecticvs Nvncivs, cit.: «Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza. Ad un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i rapporti di proprietà (che ne sono soltanto l’espressione giuridica) dentro i quali tali forze per l’innanzi s’erano mosse. Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. E allora subentra un’epoca di rivoluzione sociale. Con il cambiamento della base economica si sconvolge più o meno rapidamente tutta la gigantesca sovrastruttura.»: Karl Marx, Per la Critica dell’Economia Politica cit., p.5: per i due maggiori interpreti del marxiano Gattungswesen come un ente generico che proprio in ragione di questa sua genericità non è meccanicamente determinato dalla società ma in questa consapevolmente, culturalmente e pubblicamente vi agisce in analogia all’aristotelico Zoon Politikon e del marxismo come una teoria della libertà in cui questa libertà è data dal rapporto dialettico dell’uomo con la storia e la società, confronta, in particolare, Costanzo Preve e Giorgio Agamben e segnatamente: Costanzo Preve, L’Eguale Libertà. Saggio sulla Natura Umana, Vangelista, Milano, 1994; Id., I Secoli Difficili. Introduzione al Pensiero Filosofico dell’Ottocento e del Novecento, Petite Plaisance, Pistoia, 1999; Id., Marx Inattuale. Eredità e Prospettiva, Bollati Boringhieri, Torino, 2004; Giorgio Agaben, Mezzi senza Fine. Note sulla Politica, Bollati Boringhieri, Torino, 1996; Id., La Comunità che Viene, Bollati Boringhieri, Torino, 2001.»]. In questo passaggio si sviluppa sì una linea di pensiero che unisce società e natura ma è una linea di pensiero similpositivistica, anticipatrice della Dialettica della Natura e dell’ Anti-Dühring di Engels prima e poi del Diamat di cui abbiamo già detto. Veniamo ora ai nostri giorni. Il conflittualismo strategico di Gianfranco La Grassa nasce dopo la definitiva consunzione, filosofica prima che politica, di tutta la tradizione marxista che, se a livello storico-politico, è crollata per la tragicomica inefficienza economica dei vari sistemi socialisti effettivamente storicamente realizzatisi unita alle lusinghe (totalmente) false del paese dei balocchi della forma di stato “democratico-capitalistica”, sul piano teorico e filosofico praticamente sin dal suo inizio aveva fatto bancarotta in ragione del suo economicismo, prendendo poi successivamente le forme ideologiche di una pseudodialettica di stato, il Diamat, che altro non era che una forma di positivismo degradato, di pratiche e modelli economici meno inefficienti di quelli del cosiddetto “libero mercato” capitalistico e, last but not the least, di una visione filosofica dell’uomo come Gattungswesen, un ente naturale generico completamente sottoposto alle determinazioni sociali, con la non irrilevante conseguenza che alla mitizzata classe operaia (mito che era una versione degradata del marxiano lavoratore collettivo cooperativo associato) veniva riservato un trattamento da Gattungswesen, appunto, mentre alla nomenklatura veniva, in pratica, violentemente concesso di “elevarsi al di sopra” di essa; realizzando cioè nella prassi, a solo uso e consumo della burocratica classe dominante, un compiuto modello conflittuale-strategico, in cui il dominato era la tanto mitizzata (e presa per il fondelli) classe operaia-gattungswesen. Il conflittualismo strategico di Gianfranco La Grassa, portando esplicitamente il conflitto al centro dell’interpretazione della società, mantiene e approfondisce la fondamentale critica marxiana sulla falsa naturalità dell’economia politica, chiude quindi definitivamente con tutta questa tradizione marxista economicistico-positivistica da una parte (Diamat, altrimenti detto marxismo orientale) o dialettico-dimidiata dall’altra (il cosiddetto marxismo occidentale: uno dei massimi esempi di questa seconda – immensamente più feconda però per il futuro, nonostante le segnalate contraddizioni, della deriva diamattina – quella avanzata da György Lukács in Storia e Coscienza di Classe) e però, per il completo sviluppo rivoluzionario del suo paradigma, è per il Repubblicanesimo Geopolitico assolutamente necessario un dialettico riorientamento gestaltico sia della prassi del conflitto strategico che del suo stesso concetto.7 [Nota 7 di pp. 11-13 di Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, cit.: «Una interpretazione dialettica dimidiata quella di Lukács e, allo stesso tempo, in contraddizione, con una precisa visione di quello in cui deve consistere il metodo dialettico. In vari luoghi successivi al passaggio citato alla nota 3, Storia e Coscienza di Classe mostra ad un tempo la natura totale e “anticosale” della dialettica – che sembra già una prefigurazione della consapevolezza dell’intima natura dialettica del conflitto/scontro strategico che modella di continuo e trasforma la realtà stessa – unita, però, contraddittoriamente, ad una interpretazione del tutto “cosale” dello scontro sociale che inevitabilmente da questa dialettica avrebbe dovuto scaturire (contro una lettura mitologica ed ipostaticizzata delle due classi antagoniste capitalistica ed operaia, il conflittualismo strategico lagrassiano costituisce il primo indispensabile passo per questo riorientamento. Per il Dialecticvs Nvncivs – e come si vedrà poi più per esteso nelle Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico, di prossima pubblicazione – sarà necessario poi riorientare a sua volta anche il conflittualismo strategico di La Grassa sulla falsariga dell’abolizione della divisione fra natura e cultura): «Ma anche in questo caso si deve sottolineare che la violenza, che appare come figura concreta dei limiti di irrazionalità del razionalismo capitalistico, del punto di intermittenza delle sue leggi, è per la borghesia qualcosa di completamente diverso che per il proletariato. Per la borghesia, la violenza è la continuazione immediata della sua vita quotidiana: essa non rappresenta dunque un problema nuovo: d’altro lato, e proprio per questo, essa non è capace di risolvere nemmeno una delle contraddizioni sociali che si autogenerano. Il suo intervento e la sua efficacia, la sua possibilità e la sua portata dipendono del resto dal grado in cui è stata superata l’immediatezza dell’esistenza. Certo, la possibilità di questo oltrepassamento, quindi la estensione e la profondità della coscienza stessa, è un prodotto della storia. Ma questo livello storicamente possibile non consiste qui nella continuazione graduale e rettilinea di ciò che si trova già nell’immediatezza (e delle sue “leggi”), ma nella consapevolezza, raggiunta attraverso molteplici mediazioni, sull’intero della società, nella chiara intenzione diretta alla realizzazione delle tendenze dialettiche dello sviluppo. E la serie delle mediazioni non può concludersi nella contemplazione immediata ma deve dirigersi alla novità qualitativa che scaturisce dalla contraddizione dialettica: essa deve essere un movimento di mediazione tra il presente e il futuro. Tutto ciò presuppone ancora una volta che il rigido essere cosale degli oggetti dell’accadere sociale si scopra come mera parvenza, che la dialettica – la quale rappresenta un’autocontraddizione, un’assurdità logica, finché si tratta del passaggio di una “cosa” ad un’altra, oppure di un concetto che ha la struttura di cosa ad un altro – trovi la propria conferma in tutti gli oggetti e che le cose si mostrino perciò come momenti che si risolvono nel processo. Siamo così pervenuti al limite della dialettica antica, al punto che separa questa dialettica da quella del materialismo storico. (Hegel rappresenta il momento di transizione metodologica, in lui si trovano cioè gli elementi di entrambe le concezioni in una funzione non interamente chiarita in rapporto al metodo). Infatti, la dialettica eleatica del movimento indica appunto le contraddizioni immanenti nel movimento in generale, ma essa lascia intatta la cosa che si muove. Sia che la freccia in volo si muova o si trovi in quiete – all’interno del vortice dialettico – essa resta nella sua oggettualità, come freccia, come cosa. Stando ad Eraclito, è impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume: ma poiché lo stesso eterno mutamento non diviene, ma è, non produce nulla di qualitativamente nuovo, esso è un divenire soltanto rispetto all’essere rigido delle cose singole.[…] In Marx, invece, il processo dialettico trasforma le forme di oggettualità degli oggetti in un processo, in un flusso. Nella riproduzione semplice del capitale appare in tutta la sua chiarezza questa sovversione delle forme di oggettualità che caratterizza in modo essenziale il processo.[…] Non appena si abbandona quella realtà immediata, che si presenta come già definita, nasce così l’interrogativo: “Un lavoratore in una fabbrica di cotone produce soltanto cotone”? No, produce capitale. Produce i valori che serviranno di nuovo a comandare il suo lavoro, a creare, per suo mezzo, nuovi valori” [Karl Marx, Lavoro Salariato e Capitale, Roma, Editori Riuniti, 1967, p. 51]»: György Lukács, Storia e Coscienza di Classe, cit., pp. 235-238.  «Hegel stesso distingue tra dialettica meramente negativa e dialettica positiva, dove per dialettica positiva si deve intendere l’emergere di un determinato contenuto, il venire alla luce di una totalità concreta. Ed in sede di esecuzione effettiva, anch’egli percorre quasi sempre nello stesso modo la via che conduce dalle determinazioni della riflessione sino alla dialettica positiva, benché ad esempio, quest’ultima venga direttamente esclusa dal suo concetto di natura come “essere altro”, come essere “esterna a sé stessa” dell’idea (e indubbiamente qui si potrà trovare uno dei motivi metodologici delle costruzioni spesso forzate della sua filosofia della natura). D’altra parte, dal punto di vista storico, Hegel stesso vede chiaramente che la dialettica della natura – dove, almeno al grado finora raggiunto, il soggetto non può essere inserito nel processo dialettico – non è in grado di oltrepassare il piano di una dialettica del movimento che si presenta ad uno spettatore che non vi partecipa. Egli sottolinea, ad esempio, che le antinomie di Zenone si sono elevate sino all’altezza conoscitiva delle antinomie kantiane e che quindi non è possibile qui procedere oltre. Con ciò risulta la necessità della separazione metodologica della dialettica del movimento puramente oggettivo della natura dalla dialettica sociale, nella quale anche il soggetto è inserito nell’interazione dialettica, la teoria e la praxis debbono entrare in un reciproco rapporto dialettico ecc. (Va da sé che lo sviluppo della conoscenza della natura come forma sociale è sottoposto alla dialettica del secondo tipo). Inoltre, sarebbe tuttavia assolutamente necessario per la concreta costruzione del metodo dialettico illustrare concretamente i diversi tipi di dialettica. In tal caso, le distinzioni hegeliane di dialettica positiva e negativa così come quelle relative ai livelli dell’intuizione, della rappresentazione e del concetto (senza che ci si debba necessariamente attenere a questa terminologia) caratterizzerebbero soltanto alcuni tipi di differenze. Per gli altri, nelle opere economiche di Marx si trova un ricco materiale per un’analisi strutturale chiaramente elaborata. In ogni caso, una tipologia di queste forme dialettiche, sia pure presentata con pochi cenni, andrebbe ampiamente oltre i limiti di questo lavoro.»: Ivi, pp. 272-273. Prima Lukács afferma la necessità della separazione fra la dialettica della natura e la dialettica sociale improntata alla filosofia della praxis e poi, sentendo tutta la debolezza di questo ragionamento, rimanda la precisazione del suo pensiero ad un ulteriore lavoro. Conscio quindi della fragilità di tutto il suo ragionamento – e conscio che se si vuole dare una chance al proletariato è assolutamente indispensabile fuoruscire integralmente dal vecchio materialismo meccanicista – immediatamente dopo avere affermato che l’affrontare la questione della separazione fra dialettica della natura e quella sociale sarebbe andare “oltre i limiti di questo lavoro”, riprende il ragionamento sminuendo l’importanza della predetta distinzione dialettica e insistendo sull’importanza del processo di reificazione che, secondo Lukács, avrebbe un intimo legame diretto con la dialettica della natura: «Ma ancora più importante di queste distinzioni metodologiche è il fatto che anche quegli oggetti che si trovano manifestamente al centro del processo dialettico, possono rendere esplicita la loro forma reificata solo in un lungo e difficile processo. In un processo, nel quale la presa del potere del proletariato e la stessa organizzazione socialista dello Stato e dell’economia rappresentano soltanto tappe, certo molto importanti, ma non il punto di arrivo. Sembra anzi che il periodo in cui il capitalismo entra in una crisi decisiva abbia la tendenza ad accrescere ancor più la reificazione, a spingerla ai suoi estremi. All’incirca nel senso in cui Lassalle scriveva a Marx: “Il vecchio Hegel soleva dire: immediatamente prima del sorgere di qualche cosa di qualitativamente nuovo, il vecchio stato qualitativo si raccoglie nella sua essenza originaria puramente generale, nella sua totalità semplice, superando ancora una volta e riprendendo in sé tutte le sue marcate differenze e le sue peculiarità che esso aveva posto quando era ancora vitale”. D’altro lato, ha ragione anche Bucharin quando osserva che nell’epoca della dissoluzione del capitalismo le categorie feticistiche falliscono, ed è necessario risalire alla “forma naturale” che si trova alla loro base. Questi due modi di vedere sono contraddittori solo in apparenza. O più esattamente: il segno che contraddistingue la società borghese al suo tramonto è proprio questa contraddizione: da un lato, il crescente svuotamento delle forme della reificazione – si potrebbe dire, il lacerarsi della loro crosta per via del loro vuoto interno –, la loro crescente incapacità  di comprendere i fenomeni, sia pure nella loro singolarità e secondo modi calcolistici-riflessivi; dall’altro la loro crescita quantitativa, il loro vuoto diffondersi estensivamente sull’intera superficie dei fenomeni. E con il crescente acuirsi di questo contrasto, aumenta per il proletariato sia la possibilità di sostituire i propri contenuti positivi a veli svuotati e lacerati, sia il pericolo – almeno temporaneo – di soggiacere ideologicamente a queste vuote ed esautorate forme della cultura borghese. In rapporto alla coscienza del proletariato, non vi è automatismo di sviluppo. Per il proletariato è quanto mai vero che la trasformazione e la liberazione può essere solo opera della sua azione, che “l’educatore stesso deve essere educato”: cosa che il vecchio materialismo meccanicistico-intuitivo non riuscì a comprendere. Lo sviluppo economico oggettivo ha potuto soltanto creare la posizione che il proletariato occupa nel processo di produzione e dalla quale viene determinato il suo punto di vista; esso può solo far sì che la trasformazione della società diventi per il proletariato possibile e necessaria. Ma questa trasformazione può essere operata soltanto dalla libera azione del proletariato stesso.»: Ivi, pp. 273-274. Lukács era completamente nel giusto nel dire che le forme feticistiche e reificate abbiano un intimo legame con la dialettica della natura (volendo, però, così suggerire un legame errato della filosofia della praxis con la filosofia della natura, attraverso cioè il negativo, o meglio, la negazione della filosofia della praxis stessa, la reificazione e le forme di feticismo appunto; reificazione che, invece, non è che una delle manifestazioni della dialettica del confronto/scontro strategico, che a sua volta non è che la traduzione in atto concreto della filosofia della prassi, consapevoli o no che di questa Weltanschauung/Forma mentis/Forma mundi siano gli attori – alfa-strategici o omega-strategici, per i quali cfr. Teoria della Distruzione del Valore, cit. – del  confronto/scontro strategico stesso), era però completamente in errore, ma questo è l’errore che attraversa praticamente tutte le varie scuole marxiste, pensando che le forme feticistiche e la reificazione possano e debbano essere superate nella rivoluzione prossima ventura in cui il proletariato avrebbe dovuto essere la classe universale che avrebbe dissolto queste forme alienanti. Alla base di questo errore sta, lo ripetiamo, l’artificiale suddivisione marxiana (ma non di origine marxiana, non ci stancheremo mai di ripetere) fra natura e cultura, uno scenario artificiale nel quale il capitalismo frutto di una “cattiva” cultura umana avrebbe imposto agli uomini delle scelte del tutto innaturali, scelte innaturali alle quali sarebbe stato compito del proletariato, la classe universale ed erede della filosofia classica tedesca, porre rimedio. In realtà, questa suddivisione fra natura e cultura è del tutto innaturale; in realtà l’alienazione/reificazione/feticismo non è, di per sé, un fatto negativo, ma rappresenta il fondamentale momento di trasformazione dialettico-strategica del soggetto per venire incontro e incorporare l’oggetto che inizialmente gli si pone di fronte: insomma, l’alienazione/reificazione/forme di feticismo non è che lo sviluppo concreto del processo dell’Aufhebung; infine, in questo processo dialettico-strategico di superamento/conservazione del soggetto nell’oggetto e viceversa, credere che il proletariato, nelle condizioni storiche di allora, fosse l’unica classe in grado di interpretarlo e di dargli compiuta espressione è stato il più grande errore del marxismo essendo il processo dialettico-strategico un processo – giusto l’attualismo di Giovanni Gentile – cognitivo/attivo/creativo, un

processo che può essere sì guidato da una classe – storicamente non è mai stato guidato, ma semmai solo innescato, dalle classi subalterne ma per questo non si può certo affermare che, in un futuro totalmente imprevedibile dal punto di vista di una conseguente antideterministica filosofia della prassi, le classi subalterne, proprio per la natura dialettica e pantocratrice di questo processo, non possano farlo proprio e recitarvi una parte da protagoniste: la dittatura del proletariato altro non è che l’ingenua espressione utopico-mitologica di una potenzialità reale della dialettica del confronto/scontro strategico – ma  che attraversa tutte le classi e categorie della società. E volendo far sì che questo processo alienanante/reificante di trasformazione dialettica attraversi in senso rivoluzionario tutti gli strati della società, rende il Repubblicanesimo Geopolitico l’erede diretto – anche se sotto l’insegna dell’ Aufhebung, del suo, cioè, superamento/conservazione nel quadro di un totale rinnovamento che abolisca la suddivisione fra natura e cultura – di quella linea di realismo dialettico-cognitivo che corre lungo Machiavelli, Vico, Hegel e che culmina in Marx, l’erede diretto, quindi, anche di quella tradizione marxista – ci riferiamo in specie al quel marxismo occidentale che al contrario del diamattino marxismo orientale, oppose strenua resistenza alla deriva positivistica del marxismo – che sempre fu ai ferri corti con l’interpretazione meccanicistica e fatalistica del marxismo stesso, quest’ultima conseguenza inevitabile – ed anche voluta per le ovvie ragioni di più facile dominio delle masse Gattungswesen composte da miriadi di esseri naturali generici – della versione positivistica e eterodiretta dall’alto della lezione del pensatore di Treviri. A suivre, anche in Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico, di prossima pubblicazione, ulteriore giustificazione di questa impegnativa affermazione del Dialecticvs Nvncivs …»]  Questo riorientamento passa A) attraverso un deciso abbandono della mainstream impostazione della cultura occidentale che vede una suddivisione fra storia e natura (o cultura e natura: sotto questo punto di vista, l’annullamento cioè dell’antidialettico discrimine fra natura e cultura, è possibile ricuperare e superare, rovesciandolo, il significato del concetto di alienazione, facendolo, cioè, poggiare saldamente sui piedi di un sodo realismo politico e di un’altrettanto concreta epistemologia politico-filosofica prassistica anziché su una testa positivista e/o genericamente gattungsweseniana; l’uomo, comunque si intenda il marxiano Gattungswesen – in senso deterministico-positivista o come un segno delle sue potenzialità e libertà – non è un ente generico, ma è, polarmente al contrario, un ente naturale strategico, anzi il massimo ente strategico prodotto dalla natura, o per dare conseguente e migliore definizione a quanto fin qui affermato, il massimo ente strategico prodotto dalla natura/cultura – per un approfondimento su questo inestricabile rapporto natura/cultura e sull’uomo ente naturale strategico, il presente nunzio anticipa  Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico per una Fenomenologia della Dialettica della Natura e della Cultura attraverso il Conflitto Espressivo-Cognitivo-Evoluzionistico-Strategico. Nuovo Nomos della Terra, Nuovo Principe, Rivoluzione e Dialettica della Filosofia della Praxis Espressiva, Conflittuale e Strategica del Repubblicanesimo Geopolitico (Aufhebung della Rivoluzione e dell’Azione Strategica nello Sviluppo Storico-Dialettico della Cultura e della Natura), di prossima pubblicazione –, una nuova semantica dell’alienazione così interpretata ed indagata, contrariamente all’accezione negativa marxiana, attraverso il riorientamento compiuto su di questa dal concetto e dalla prassi dell’azione-conflitto strategico e, perciò, come la felice concreta manifestazione della dialettica di tale conflitto; felice anche da un punto di vista soggettivo solo se, è ovvio, questo processo alienante è vissuto consapevolmente e strategicamente da un agente alfa-strategico e non risulta, invece, dall’imposizione di un dominio esterno di un agente alfa-strategico su un agente omega-strategico – sulle dinamiche dei rapporti fra agenti alfa-strategici e agenti omega-strategici, i portatori storici, quest’ultimi, del negativo marxiano significato originario di ‘alienazione’ e, quindi, il permanente lato “infelice” dell’alienazione, cfr. la Teoria della Distruzione del Valore. Teoria Fondativa del Repubblicanesimo Geopolitico e per il Superamento/conservazione del Marxismo, riferimenti bibliografici in nota 1) [ma per la presente versione REDVX dei  Rapporti fra il Portogallo dell’Estado Novo e l’Italia fascista e del secondo dopoguerra in relazione al problema coloniale cit., testo consultabile, oltre che in molte altre piattaforme di preservazione digitale,  su Internet Archive agli URL https://archive.org/details/TeoriaDellaDistruzioneDelValore_792 e

https://ia800306.us.archive.org/24/items/TeoriaDellaDistruzioneDelValore_792/TeoriaDellaDistruzioneDelValore.pdf, con  ulteriore congelamento tramite Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190619160659/https://ia800306.us.archive.org/24/items/TeoriaDellaDistruzioneDelValore_792/TeoriaDellaDistruzioneDelValore.pdf: aggiunta al testo della nota compiuta nella presente versione Redux] e passa quindi B) attraverso un ripudio delle categorie positivistiche, in primis quella di legge di natura deterministica e immodificabile ed immutabile. Insomma, e qui dissento da La Grassa, il punto non è se il pensiero possa o meno riprodurre la realtà, il punto è che il pensiero, se veramente pensiero e quindi pensiero integralmente strategico e quindi strategia realmente in azione, produce – o, meglio, crea – la realtà. E ora mi taccio, in parte perché la giustificazione di questa mia ultima fondante e fondativa affermazione dovrebbe essere trovata nelle parole che l’hanno qui preceduta (e che, oltre a quanto si è già precedentemente scritto o ora espresso nel presente Dialecticvs Nvncivs – che introduce le prossime Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico che svolgono, attraverso il taglio del nodo gordiano natura/cultura o storia/natura, la dialettica del Repubblicanesimo Geopolitico stesso –, seguono il filo rosso di una filosofia della praxis che, partendo dalle marxiane Glosse a Feuerbach, approda prima in Giovanni Gentile – cfr. del filosofo dell’attualismo La Filosofia di Marx del 1899 – e poi nella filosofia della praxis compiutamente espressa da Antonio Gramsci nei Quaderni del Carcere)8 e  in parte perché, oltre La Grassa, altri grandi (vedi la teoria del rispecchiamento di Lenin in Materialismo e Empiriocriticismo)9 hanno sempre espresso una differente opinione, un contraddittorio che necessita acribia e anche una puntuta analisi delle relative fonti e non certo il presente discorso da intendersi solo come inquadramento generale – anche se con tutta la dignità ed autorevolezza che, in via di consolidata storica consuetudine, ogni nunzio merita che gli si accordi – del necessario e, ormai, non più rinviabile dibattito. Massimo Morigi, luglio-25 dicembre 2016. [Nota  finale di qualche tempo dopo (febbraio-marzo 2019) e in circostanze non solo puramente teoriche (una riflessione  filosofico-politica ma anche l’applicazione della stessa sul case study  del fascista Dante Cesare Vacchi che creando i commandos portoghesi si mostra nella prassi come una perfetta realizzazione della Gestalt del paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale): lungo la linea tracciata dallo Zoon Politikon di Aristotele, dal  Principe di Niccolò Machiavelli, dalla dialettica hegeliana, dal Vom Kriege di Carl von Clausewitz, dalla potentissima azione teorico-prassistica nel disvelamento-costruzione dell’identità italiana svolta nel Risorgimento da Giuseppe Mazzini, dalle Tesi su Feuerbach di Karl Marx, dalle  Tesi di Filosofia della storia di Walter Benjamin,   dalla Filosofia di Marx di Giovanni Gentile, da Storia e coscienza di classe di György Lukács, da Marxismo e filosofia di Karl Korsch per finire con i Quaderni del Carcere di Antonio Gramsci,  l’invito, al dibattito con Gianfranco La Grassa è tuttora valido. ]. [Nota 8 di pp. 15-18 di Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, cit.: «Dai Quaderni del Carcere emerge lo scarto decisivo gramsciano per una filosofia della praxis che non solo aveva superato in maniera definitiva ogni residuo positivistico (consapevolmente ma, purtroppo, come abbiamo visto, in maniera non del tutto conseguente ciò era avvenuto anche nel Lukács di Storia e Coscienza di Classe, di Codismo e Dialettica, per terminare – e in una prospettiva che, complici la sua travagliata vita personale sempre all’insegna, negli anni che seguirono alle critiche a Storia e Coscienza di Classe e fino alla sua morte, di una straussiana ermeneutica della reticenza e le non brillantissime prove che aveva dato il socialismo reale, aveva ridimensionato le originarie speranze millenaristiche e rivoluzionarie del comunismo novecentesco – nel Lukács di Ontologia dell’Essere Sociale – «É anche giusto, anche se del tutto evidente, ricordare che in Storia e Coscienza di Classe si riflette teoricamente il carattere messianico ed ottimistico del comunismo degli anni Venti, mentre nella Ontologia dell’Essere Sociale è presente l’inevitabile metabolizzazione della delusione staliniana e della sensazione di blocco e di crisi del processo rivoluzionario. Sarebbe sciocco se una grande opera filosofica non rispecchiasse anche le attese, le illusioni e le consapevolezze diffuse del tempo.»: Costanzo Preve, Il Testamento Filosofico di Lukács. II Parte, agli URL http://www.kelebekler.com/occ/lukacs02.htm,

WebCite: https://www.webcitation.org/6mHHmUGbL e https://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fwww.kelebekler.com%2Focc%2Flukacs02.htm&date=2016-11-25; Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200331065544/http://www.kelebekler.com/occ/lukacs02.htm [Ulteriore congelamento per la presente versione REDVX tramite Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200331065544/http://www.kelebekler.com/occ/lukacs02.htm: aggiunta al testo della nota compiuta nella presente versione Redux] –, una Ontologia dell’Essere Sociale anch’essa preda di questa illusoria separazione fra cultura e natura o storia e natura –, ma anche che, sull’onda dell’attualismo gentiliano, additava il positivismo come uno dei principali nemici da battere – ma non ricadendo negli errori del filosofo di Castelveltrano di derivazione ficthiana dell’atto puro, dove in Gentile l’atto puro soggettivistico era il creatore di tutta la realtà, la cosiddetta autoctisi, mentre in Gramsci, correttamente, non poteva sussistere l’autoctisi, non poteva esservi un “atto puro” soggettivo che crea la realtà ma un soggetto che agendo sull’oggetto trasforma e crea sé stesso e nel corso di questa attività morfogenetica interna/esterna si unisce inscindibilmente e dialetticamente con l’oggetto: «Idealismo-positivismo [“Obbiettività” della conoscenza.] Per i cattolici: “… Tutta la teoria idealista riposa sulla negazione dell’obbiettività di ogni nostra conoscenza e sul monismo idealista dello “Spirito” (equivalente, in quanto monismo, al quello positivista della “Materia”) per cui il  fondamento stesso della religione, Dio, non esiste obbiettivamente fuori di noi, ma è una creazione dell’intelletto. Pertanto l’idealismo, non meno del materialismo, è radicalmente contrario alla religione” (padre Mario Barbera, nella “Civiltà Cattolica” del I°-VI-1929). Per la quistione della “obbiettività” della conoscenza secondo il materialismo storico, il punto di partenza deve essere l’affermazione di Marx (nell’introduzione alla Critica dell’economia politica, brano famoso sul materialismo storico) che “gli uomini diventano consapevoli (di questo conflitto) nel terreno ideologico” delle forme giuridiche, politiche, religiose, artistiche o filosofiche. Ma questa consapevolezza è solo limitata al conflitto tra le forze materiali di produzione e i rapporti di produzione – come materialmente dice il testo marxiano – o si riferisce a ogni consapevolezza, cioè a ogni conoscenza? Questo è il problema: che può essere risolto con tutto l’insieme della dottrina filosofica del valore delle superstrutture ideologiche. Né il monismo materialista né quello idealista, né “Materia” né “Spirito” evidentemente, ma “materialismo storico”, cioè attività dell’uomo (storia) [sottolineatura nostra] in concreto, cioè applicata a una certa “materia” organizzata (forze materiali di produzione), alla “natura” trasformata dall’uomo. Filosofia dell’atto (praxis), ma non dell’ “atto puro”, ma proprio dell’atto “impuro”, cioè reale nel senso profano della parola. [sottolineatura nostra]»: Antonio Gramsci, Quaderni del Carcere, ed. critica a cura di Valentino Gerratana, vol. I, Torino, 1975, pp. 454-455. Gramsci, in altre parole, era fortissimamente refrattario ad ammettere la separazione fra cultura e natura, e questo profondissimo rifiuto di uno dei più inveterati paradigmi della civiltà occidentale veniva inquadrato in una Weltanschauung dove filosofia della prassi si traduceva direttamente in una prassi, appunto, – al contrario delle visioni elitaristiche alla Mosca, alla Pareto o alla Michels – dove il vertice non doveva regnare dispoticamente ma fra l’alto (il nuovo Principe, cioè il partito comunista, e con questa immagine machiavelliana, unendo la filosofia della praxis con l’insegnamento del realismo politico del Segretario fiorentino Antonio Gramsci si pone anche come il più grande erede, nella teoria e, appunto, nella prassi, del magistero di Niccolò Machiavelli) e il basso della società (la classe operaia e contadina) si doveva dialetticamente istituire un’azione politica e sociale di continuo mutuo arricchimento cognitivo ed accrescimento di potenza politica, che avrebbe costituito, ancor prima e premessa ineludibile della pur necessaria lotta di classe condotta su base ed in prospettiva economicista, la vera ragion d’essere ed energia generatrice del costituito e sempre evolutivamente costituendo partito comunista/Nuovo principe, una dinamica della conoscenza e del potere che è praticamente sovrapponibile con la visione dialettico-conflittualistica-strategica del Repubblicanesimo Geopolitico: «“Marx e Machiavelli”. Questo argomento può dar luogo a un duplice lavoro: uno studio sui rapporti reali tra i due in quanto teorici della politica militante, dell’azione, e un libro che traesse dalle dottrine marxiste un sistema ordinato di politica attuale del tipo Principe. L’argomento sarebbe il partito politico, nei suoi rapporti con le classi e con lo Stato: non il partito come categoria sociologica, ma il partito che vuole fondare lo Stato. In realtà, se bene si osserva, la funzione tradizionale dell’istituto della corona è, negli stati dittatoriali, assolta dai partiti: sono essi che pur rappresentando una classe e una sola classe, tuttavia mantengono un equilibrio con le altre classi, non avversarie ma alleate e procurano che lo sviluppo della classe rappresentata avvenga col consenso e con l’aiuto delle classi alleate. Ma il protagonista di questo “nuovo principe” non dovrebbe essere il partito in astratto, una classe in astratto, uno Stato in astratto, ma un determinato partito storico, che opera in un ambiente storico preciso, con una determinata tradizione, in una combinazione di forze sociali caratteristica e bene individuata. Si tratterebbe insomma, non di compilare un repertorio organico di massime politiche, ma di scrivere un libro “drammatico” in un certo senso, un dramma storico in atto, in cui le massime politiche fossero presentate come necessità individualizzata e non come principi di scienza. [sottolineatura nostra per evidenziare l’antipositivitismo e l’impostazione dialettica del conflittualismo strategico di Antonio Gramsci]»: Ivi, vol. I, p. 432; «Il moderno Principe deve e non può non essere il banditore e l’organizzatore di una riforma intellettuale e morale, ciò che poi significa creare il terreno per un ulteriore sviluppo della volontà collettiva nazionale popolare verso il compimento di una forma superiore e totale di civiltà moderna. Questi due punti fondamentali – formazione di una volontà collettiva nazionale-popolare di cui il moderno Principe è nello stesso tempo l’organizzatore e l’espressione attiva e operante, e riforma intellettuale e morale – dovrebbero costituire la struttura del lavoro. I punti concreti del programma devono essere incorporati nella prima parte, cioè dovrebbero “drammaticamente”, risultare dal discorso, non essere una fredda e pedantesca esposizione di raziocini [sottolineatura nostra sempre per le ragioni appena esposte]. Può esserci riforma cultuale e cioè elevamento degli strati depressi della società, senza una precedente riforma economica e un mutamento nella posizione sociale e nel mondo economico? Perciò una riforma intellettuale e morale non può non essere legata a un programma di riforma economica, anzi il programma di riforma economica è appunto il modo concreto con cui si presenta ogni riforma intellettuale e morale. Il moderno Principe, sviluppandosi, sconvolge tutto il sistema di rapporti intellettuali e morali in quanto il suo svilupparsi significa appunto che ogni atto viene concepito come utile o dannoso, come virtuoso o scellerato, solo in quanto ha come punto di riferimento il moderno Principe stesso e serve a incrementare il suo potere o a contrastarlo. Il Principe prende il posto, nelle coscienze, della divinità o dell’imperativo categorico, diventa la base di una laicismo moderno o di una completa laicizzazione di tutta la vita e di tutti i rapporti di costume.»: Ivi, vol. III, pp. 1560-1561; «“La tesi XI”: “I filosofi hanno soltanto variamente interpretato il mondo; si tratta ora di cangiarlo”, non può essere interpretata come un gesto di ripudio di ogni sorta di filosofia, ma solo di fastidio per i filosofi e il loro psittacismo e l’energica affermazione di una unità tra teoria e pratica.[…] Questa interpretazione delle Glosse al Feuerbach come rivendicazione di unità tra teoria e pratica, e quindi come identificazione della filosofia con ciò che il Croce chiama ora religione (concezione del mondo con una norma di condotta conforme) – ciò che poi non è che l’affermazione della storicità della filosofia fatta nei termini di un’immanenza assoluta, di una “terrestrità assoluta” – si può ancora giustificare con la famosa proposizione che “il movimento operaio tedesco è l’erede della filosofia classica tedesca”, la quale non significa già, come scrive il Croce: “erede che non continuerebbe già l’opera del predecessore, ma ne imprenderebbe un’altra, di natura diversa e contraria” ma significherebbe proprio che l’ “erede” continua il predecessore, ma lo continua “praticamente” poiché ha dedotto una volontà attiva, trasformatrice del mondo, dalla mera contemplazione e in questa attività pratica è contenuta anche la “conoscenza” che solo anzi nell’attività pratica è “reale conoscenza” e non “scolasticismo”. Se ne deduce anche che il carattere della filosofia della praxis è specialmente quello di essere una concezione di massa, una cultura di massa e di massa che opera unitariamente, cioè che ha norme di condotta non solo universali in idea, ma “generalizzate” nella realtà sociale. E l’attività del filosofo “individuale” non  può essere pertanto concepita che in funzione di tale unità sociale, cioè anch’essa come politica, come funzione di direzione politica.»: Ivi, vol. II, pp.1270-1271; «La posizione della filosofia della praxis è antitetica a questa cattolica: la filosofia della praxis non tende a mantenere i “semplici” nella loro filosofia primitiva del senso comune, ma invece a condurli a una concezione superiore della vita. Se afferma l’esigenza del contatto tra intellettuali e semplici non è per limitare l’attività scientifica e per mantenere una unità al basso livello delle masse, ma appunto per costruire un blocco intellettuale-morale che renda politicamente possibile un progresso intellettuale di massa e non solo di scarsi gruppi intellettuali. L’uomo attivo di massa opera praticamente, ma non ha una chiara coscienza teorica di questo suo operare che pure è un conoscere il mondo in quanto lo trasforma. La sua coscienza teorica anzi può essere storicamente in contrasto col suo operare. Si può quasi dire che egli ha due coscienze teoriche (o una coscienza contraddittoria), una implicita nel suo operare e che realmente lo unisce a tutti i suoi collaboratori nella trasformazione pratica della realtà e una superficialmente esplicita o verbale che ha ereditato dal passato e ha accolto senza critica. Tuttavia questa  concezione “verbale” non è senza conseguenze: essa riannoda a un gruppo sociale determinato, influisce nella condotta morale, nell’indirizzo della volontà, in modo più o meno energico, che può giungere fino a un punto in cui la contraddittorietà della coscienza non permette nessuna azione, nessuna decisione, nessuna scelta e produce uno stato di passività morale e politica. La comprensione critica di se stessi avviene quindi attraverso una lotta di “egemonie” politiche, di direzioni contrastanti, prima nel campo dell’etica, poi della politica, per giungere ad una elaborazione superiore della propria concezione del reale [evidenziazione nostra]. La coscienza di essere parte di una determinata forza egemonica (cioè la coscienza politica) è la prima fase per un’ulteriore e progressiva autocoscienza in cui teoria e pratica finalmente si unificano. Anche l’unità di teoria e pratica non è quindi un dato di fatto meccanico, ma un divenire storico, che ha la sua fase elementare e primitiva nel senso di “distinzione”, di “distacco”, di indipendenza appena istintivo, e progredisce fino al possesso reale e completo di una concezione del mondo coerente e unitaria. Ecco perché è da mettere in rilievo come lo sviluppo politico del concetto di egemonia rappresenta un grande progresso filosofico oltre che politico-pratico, perché necessariamente coinvolge e suppone una unità intellettuale e una etica conforme a una concezione del reale che ha superato il senso comune ed è diventata, sia pur entro limiti ancora ristretti, critica [evidenziazione nostra]. Tuttavia, nei più recenti sviluppi della filosofia della prassi, l’approfondimento del concetto di unità della teoria e della pratica non è ancora che ad una fase iniziale: rimangono ancora dei residui di meccanicismo, poiché si parla di teoria come “complemento”, “accessorio” della pratica, di teoria come ancella della pratica. [evidenziazione nostra]. Pare giusto che anche questa quistione debba essere impostata storicamente, e cioè come un aspetto della quistione politica degli intellettuali. Autocoscienza critica significa storicamente e politicamente creazione di una élite di intellettuali: una massa umana non si “distingue” e non diventa indipendente “per sé” senza organizzarsi (in senso lato) e non c’è organizzazione senza intellettuali, cioè senza organizzatori e dirigenti, cioè senza che l’aspetto teorico del nesso teoria-pratica si distingua concretamente in uno strato di persone “specializzate” nell’elaborazione concettuale e filosofica. Ma questo processo di creazione degli intellettuali è lungo, difficile, pieno di contraddizioni, di avanzate e ritirate, di sbandamenti e di riaggrupamenti, in cui la “fedeltà” della massa (e la fedeltà e la disciplina sono inizialmente la forma che assume l’adesione della massa e la sua collaborazione allo sviluppo dell’intero fenomeno culturale) è messa talvolta a dura prova. Il processo di sviluppo è legato a una dialettica intellettuali-massa; lo strato degli intellettuali si sviluppa quantitativamente e qualitativamente, ma ogni sbalzo verso una nuova “ampiezza” e complessità dello strato degli intellettuali è legato a un movimento analogo della massa di semplici, che si innalza verso livelli superiori di cultura e allarga simultaneamente la sua cerchia di influenza, con punte individuali o anche di gruppi più o meno importanti verso lo strato degli intellettuali specializzati. Nel processo però si ripetono continuamente dei momenti in cui tra massa e intellettuali (o certi di essi, o un gruppo di essi) si forma un distacco, una perdita di contatto, quindi l’impressione di “accessorio”, di complementare, di subordinato. L’insistere sull’elemento “pratico” del nesso teoria-pratica, dopo aver scisso, separato e non solo distinto i due elementi (operazione appunto meramente meccanica e convenzionale) significa che si attraversa una fase storica relativamente primitiva, una fase ancora economico-corporativa, in cui si trasforma quantitativamente il quadro generale della “struttura” e la qualità-superstruttura adeguata è in via di sorgere, ma non è ancora organicamente formata.[…] Una di queste fasi si può studiare nella discussione attraverso la quale si sono verificati i più recenti sviluppi della filosofia della praxis, discussione riassunta in un articolo di D. S. Mirsckij, collaboratore della “Cultura”. Si può vedere come sia avvenuto il passaggio da una concezione meccanicistica e puramente esteriore a una concezione attivistica, che si avvicina di più, come si è osservato, a una giusta comprensione dell’unità di teoria e pratica [evidenziazione nostra], sebbene non ne abbia ancora attinto tutto il significato sintetico. Si può osservare come l’elemento deterministico, fatalistico, meccanicistico sia stato un “aroma” ideologico immediato della filosofia della prassi, una forma di religione e di eccitante (ma al modo degli stupefacenti), resa necessaria e giustificata storicamente dal carattere “subalterno” di determinati strati sociali. Quando non si ha l’iniziativa nella lotta e la lotta stessa finisce quindi con l’identificarsi con una serie di sconfitte, il determinismo meccanico diventa una forza formidabile di resistenza morale, di coesione, di perseveranza paziente e ostinata [evidenziazione nostra]. “Io sono sconfitto momentaneamente, ma la forza delle cose lavora per me a lungo andare ecc.”. La volontà reale si traveste in atto di fede, in una certa razionalità della storia, in una forma empirica e primitiva di finalismo appassionato che appare come un sostituto della predestinazione, della provvidenza, ecc., delle religioni confessionali. Occorre insistere sul fatto che anche in tal caso esiste realmente una forte attività volitiva, un intervento diretto sulla “forza delle cose” ma appunto in una forma implicita, velata, che si vergogna di se stessa e pertanto la coscienza è contraddittoria, manca di una critica, ecc. Ma quando il “subalterno” diventa dirigente e responsabile dell’attività economica di massa, il meccanicismo appare a un certo punto un pericolo imminente, avviene una revisione di tutto il modo di pensare perché è avvenuto un mutamento nel modo sociale di essere [evidenziazione nostra]. I limiti e il dominio della “forza delle cose” vengono ristretti perché? perché, in fondo, se il subalterno era ieri una cosa, oggi non è più una cosa ma una persona storica, un protagonista, se ieri era irresponsabile perché “resistente” a una volontà estranea, oggi si sente responsabile perché non più resistente ma agente e necessariamente attivo e intraprendente. Ma anche ieri era egli stato mera “resistenza”, mera “cosa”, mera “irresponsabilità”? Certamente no, ed è anzi da porre in rilievo come il fatalismo non sia che un rivestimento da deboli di una volontà attiva e reale. Ecco perché occorre sempre dimostrare la futilità del determinismo meccanico, che, spiegabile come filosofia ingenua della massa e in quanto solo tale elemento intrinseco di forza, quando viene assunto a filosofia riflessa e coerente da parte degli intellettuali, diventa causa di passività, di imbecille autosufficienza, e ciò senza aspettare che il subalterno sia diventato dirigente responsabile [evidenziazione nostra]. Una parte della massa anche subalterna è sempre dirigente e responsabile e la filosofia della parte precede sempre la filosofia del tutto non solo come anticipazione teorica, ma come necessità attuale. Che la concezione meccanicistica sia stata una religione di subalterni appare da un’analisi dello sviluppo della religione cristiana, che in un certo periodo storico e in condizioni storiche determinate è stata e continua ad essere una “necessità”, una forma necessaria della volontà delle masse popolari, una forma determinata della razionalità del mondo e della vita e dette i quadri generali per l’attività pratica reale.»: Ivi, vol. II, pp. 1384-1389; «Non solo la filosofia della praxis è connessa all’immanentismo, ma anche alla concezione soggettiva della realtà, in quanto appunto la capovolge, spiegandola come fatto storico, come “soggettività storica di un gruppo sociale”, come fatto reale, che si presenta come fenomeno di “speculazione” filosofica ed è semplicemente un atto pratico, la forma di un contenuto concreto sociale e il modo di condurre l’insieme della società a foggiarsi una unità morale. L’affermazione che si tratti di “apparenza”, non ha nessun significato trascendente e metafisico, ma è la semplice affermazione della sua “storicità”, del suo essere “morte-vita”, del suo rendersi caduca perché una nuova coscienza sociale e morale si sta sviluppando, più comprensiva, superiore, che si pone come sola “vita”, come sola realtà in confronto del passato morto e duro a morire nello stesso tempo. La filosofia della praxis è la concezione storicistica della realtà, che si è liberata di ogni rediduo di trascendenza e di teologia anche nella loro ultima incarnazione speculativa; lo storicismo idealistico crociano rimane ancora nella fase teologico-speculativa. [evidenziazione nostra]»: Ivi, vol. II, pp. 1225-1226. A parte la mitizzazione della classe operaia e contadina che costituisce la parte oggi caduca dei Quaderni ma nei quali la gramsciana filosofia della praxis segna un decisivo distacco da una visione cosale delle classi e dove decisivo è per queste classi, proprio come nel Repubblicanesimo Geopolitico, il processo cognitivo legato all’aquisizione, mantenimento e creazione di nuovo potere, la forma della filosofia della praxis espressa nei Quaderni del Carcere rappresenta uno dei capisaldi per il Repubblicanesimo Geopolitico. Per l’approfondimento della decisiva importanza  della filosofia della praxis per il conflittualismo dialettico-strategico del Repubblicanesimo Geopolitico (e su come sia possibile far definitivamente evolvere questa filosofia della praxis in una dialettica in cui l’azione/scontro strategico – compiendo, sia individualmente che socialmente, la sua piena entelechia attraverso una consapevole ed attiva epifania strategica – sia il principio unificante dell’agire conoscitivo/teorico/pratico dell’uomo e perciò dissolvente della illusoria diarchia cultura/natura e quindi, in ultima istanza, generante quella vera e profonda rivoluzione politica e culturale inseguita con risultati del tutto deludenti – ma non per questo inutili, anzi! – durante tutto il Novecento), si rinvia ancora a Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico.»; [Nota 9 di pp. 15-18 di Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, cit.: «Riguardo la teoria leniniana del rispecchiamento, radicale è il rifiuto espresso in Storia e Coscienza di Classe: «La coscienza del proletariato può chiamare in vita, nella sua riconversione pratica, soltanto ciò che viene spinto ad una decisione dalla dialettica storica, ma non può disporsi “praticamente” al di sopra del corso della storia ed imporre ad essa puri e semplici desideri e conoscenze. Infatti, essa stessa non è altro che la contraddizione divenuta cosciente dello sviluppo sociale. D’altro lato, una necessità dialettica non è affatto identica ad una necessità meccanico-causale. Nel passo citato in precedenza Marx dice: “la classe operaia non deve far altro che mettere in libertà gli elementi della società nuova, che si sono sviluppati nel seno della società borghese nella fase del suo crollo”. Alla semplice contraddizione – che è un prodotto automatico secondo legge, dello sviluppo capitalistico – deve dunque aggiungersi qualcosa di nuovo: la coscienza del proletariato che si trasforma in azione. Tuttavia, poiché la semplice contraddizione si eleva così ad una contraddizione dialettica, poiché la presa di coscienza si trasforma in punto di passaggio per la praxis, appare ancora una volta e con maggior concretezza, il carattere essenziale, che abbiamo già più volte ricordato, della dialettica proletaria: la coscienza non è qui coscienza di un oggetto che si contrappone, ma autocoscienza dell’oggetto stesso – e per questo l’atto della presa di coscienza rovescia le forme di oggettività del proprio oggetto.»: György Lukács, Storia e Coscienza di Classe, cit., p. 234; un rifiuto in cui il proletariato è la classe universale che attraverso la sua dialettica realizza con la sua praxis l’unione fra soggetto ed oggetto e dove a sottolineare l’improponibilità di una pensiero che rifletta meccanicamente la realtà, Lukács arriva a cogliere l’inizio dell’ errore della teoria del riflesso nel mito della cosa in sé kantiana e nel mito platonico delle idee, entrambe posizioni che sono queste sì il riflesso di una concezione mitica e cosale della realtà: «Soltanto se comprendiamo tutto ciò siano in grado di penetrare sino all’ultimo residuo della struttura coscienziale reificata e della sua forma concettuale, del problema della cosa in sé. Anche Friedrich Engels si è una volta espresso a questo proposito in modo facilmente equivocabile. Descrivendo il contrasto che divedeva Marx e lui stesso dalla scuola hegeliana, egli dice: “Noi intendevamo i concetti  della nostra testa ancora una volta materialisticamente come riflessi (Abbild) delle cose reali in luogo di considerare le cose reali come riflessi di questo o quel grado del concetto assoluto”. [Friedrich Engels, Ludovico Feuerbach e il Punto di Approdo della Filosofia Classica Tedesca, Mosca, Edizioni in lingue estere, 1947, p. 41] Tuttavia, si deve porre qui l’interrogativo che del resto si pone lo stesso Engels ed al quale egli dà anzi, nella pagine [sic!] seguente, una risposta del tutto conforme a ciò che noi pensiamo: “Il mondo non è da comprendere come un complesso di cose già definite, ma come un complesso di processi”. Ma se non vi sono due cose – che cosa viene “riflesso” dal pensiero? Qui non è possibile, neppure per cenni, tracciare la storia della teoria della riflessione immaginativa, benché essa sola possa mostrare tutta la portata di questo problema. Infatti, in questa teoria si oggettiva teoricamente la dualità insuperata – per la coscienza reificata – tra pensiero ed essere, coscienza e realtà. E da questo punto di vista è lo stesso che le cose vengano intese come riflessi dei concetti o i concetti come i riflessi delle cose, dal momento che in entrambi i casi questa dualità riceve un’insuperabile fissazione logica. Il grandioso e coerente tentativo di Kant di superare logicamente questa dualità, la teoria della funzione sintetica della coscienza in generale nella creazione della sfera teoretica, non poteva portare alcuna soluzione filosofica alla questione, perché la dualità, allontanata dalla logica, veniva resa eterna come problema filosoficamente insolubile nella forma della dualità tra fenomeno e cosa in sé. Che questa soluzione kantiana possa difficilmente essere riconosciuta come soluzione in senso filosofico, è dimostrato dal destino della sua teoria. Le radici di questo equivoco si trovano tuttavia nella teoria stessa: certo, non direttamente nella logica, ma nel rapporto tra la logica e la metafisica, tra il pensiero e l’essere. Ora, bisogna comprendere che ogni comportamento contemplativo, quindi ogni pensiero “puro” che si assume come compito la conoscenza di un oggetto che gli sta di fronte, solleva al tempo stesso il problema della soggettività e dell’oggettività. L’oggetto del pensiero (come contrapposto) si trasforma in qualcosa di estraneo al soggetto ed ha origine così il problema se il pensiero concordi con l’oggetto. Quanto più il carattere conoscitivo del pensiero viene elaborato nella sua “purezza”, quanto più il pensiero diventa “critico”, tanto più grande ed incolmabile appare l’abisso tra la forma “soggettiva” del pensiero e l’oggettività dell’oggetto (essente). Ora, è possibile, come accade in Kant, intendere l’oggetto del pensiero come “generato” dalle forme del pensiero. Ma con ciò il problema dell’essere non viene risolto, ed in quanto Kant allontana questo problema dalla teoria della conoscenza, sorge per lui la questione filosofica: anche i suoi oggetti pensati debbono concordare con una “realtà” qualsiasi. Ma questa realtà viene tuttavia posta – come cosa in sé – al di fuori di ciò che è “criticamente” conoscibile. Nei confronti di questa realtà (che anche per Kant, come dimostra la sua etica, è la realtà vera e propria, la realtà metafisica) il suo atteggiamento resta lo scetticismo, l’agnosticismo: anche se l’oggettività gnoseologica, la teoria della verità immanente al pensiero ha trovato una soluzione ben poco scettica. Non è dunque affatto un caso che abbiano trovato un aggancio in Kant indirizzi agnostici di genere diverso (basti pensare a Maimon od a Schopenhauer). E lo è ancora meno il fatto che proprio Kant cominciò a reintrodurre nella filosofia quel principio che si trova in netto contrasto con il suo principio sintetico della “generazione”: la teoria delle idee di Platone. Infatti, questo è l’estremo tentativo di salvare l’oggettività del pensiero, la sua concordanza con il suo oggetto, senza essere costretti a ricercare il criterio della concordanza nell’essere empirico materiale degli oggetti. Ora è chiaro che in ogni conseguente riformulazione della teoria delle idee un principio che, da un lato, connette il pensiero con gli oggetti del mondo delle idee, dall’altro questo mondo con gli oggetti della conoscenza empirica (rimemorazione, intuizione intellettuale, ecc.). Con ciò tuttavia la teoria del pensiero viene spinta oltre il pensiero stesso: essa si trasforma in teoria dell’anima, in metafisica, in filosofia della storia. Anziché essere risolto, il problema assume una duplice o triplice forma. Infatti, la comprensione dell’impossibilità di principio di una concordanza, di un rapporto di “riflessione immaginativa” tra forme oggettuali che sono per principio eterogenee, è il motivo che guida ogni interpretazione di questo genere di teoria delle idee. Essa intraprende il tentativo di dimostrare questa stessa ultima essenzialità come nucleo negli oggetti del pensiero o nel pensiero stesso. Così Hegel caratterizza da questo punto di vista molto giustamente il motivo filosofico fondamentale della teoria della rimemorazione: in essa il rapporto fondamentale dell’uomo verrebbe presentato miticamente, “la verità si troverebbe in lui e si tratterebbe perciò soltanto di portarla alla coscienza” [Nota a piè di pagina di Lukács: «Werke, XI, p.160»]. Ma in questo modo è possibile dimostrare nel pensiero e nell’essere questa identità – dopo che, per via del modo in cui si presentano necessariamente all’atteggiamento intuitivo e contemplativo, il pensiero e l’essere sono stati già intesi nella loro reciproca eterogeneità di principio? Qui deve appunto intervenire la metafisica, per unificare ancora una volta in qualche modo, attraverso mediazioni apertamente e implicitamente  mitologiche, il pensiero e l’essere, la cui separazione, oltre a formare il punto di vista di avvio del pensiero “puro”, deve anche essere – volenti o nolenti – costantemente mantenuta. E questa situazione non muta minimamente, se la mitologia viene capovolta e il pensiero viene spiegato a partire dall’essere empiricamente materiale. Rickert definì una volta il materialismo un platonismo di segno rovesciato. A ragione. Infatti, finché il pensiero e l’essere mantengono la loro vecchia e rigida contrapposizione, finché essi restano immodificati nella struttura loro propria, ed in quella dei loro reciproci rapporti, la concezione secondo la quale il pensiero è un prodotto del cervello e concorda perciò con gli oggetti dell’empiria, non è meno mitologica di quella della rimemorazione del mondo delle idee. Ed anche questa mitologia non è in grado di spiegare a partire da questo principio i problemi specifici che qui emergono. Essa è costretta ad abbandonarli irrisolti a mezza via oppure a risolverli con i “vecchi” mezzi: la mitologia entra in scena soltanto come principio di soluzione del complesso non analizzato nel suo insieme. [nota a piè di pagina di Lukács: «Questo rifiuto del significato metafisico del materialismo borghese non muta nulla nella sua valutazione storica: esso fu la forma ideologica della rivoluzione francese e resta come tale praticamente attuale, finché resta attuale la rivoluzione borghese (anche come momento della rivoluzione proletaria). Cfr. in proposito i miei saggi su Moleschott, Feuerbach e l’ateismo in “Rote Fahne”, Berlino; e soprattutto l’ampio saggio di Lenin, Unter der Fahne des Marxismus, in “Die kommunitische Internationale”, 1922, n. 21.»] Ma, come sarà ormai chiaro da quanto precede, è impossibile anche togliere di mezzo questa differenza ricorrendo ad un progresso all’infinito. Allora ha origine una soluzione apparente oppure si ripresenta in una forma modificata la questione della riflessione immaginativa. [nota a piè di pagina di Lukács: «Molto coerentemente Lask introduce nella logica stessa una regione pre-immaginativa e post-immaginativa (Die Lehre vom Urteil). Benché egli escluda criticamente il platonismo puro, la dualità riflessiva tra idea e realtà, essa rivive in lui sul terreno della logica.»] Proprio nel punto in cui al pensiero storico si rivela la concordanza tra pensiero e essere, il fatto che entrambi hanno nell’immediatezza (e solo in essa) una rigida struttura di cosa, il pensiero dialettico viene costretto ad assumere questa insolubile impostazione del problema. Dalla rigida contrapposizione di pensiero ed essere (empirico) segue, da un lato, che essi non possono trovarsi l’uno con l’altro in un rapporto di riflessione immaginativa, ma dall’altro che solo in essa si deve ricercare il criterio del pensiero corretto. Finché l’uomo si comporta in modo intuitivo-contemplativo, egli può riferirsi al suo proprio pensiero ed agli oggetti dell’empiria che lo circondano solo in modo immediato. Egli li assume nel loro carattere di definitiva compiutezza, che è stato prodotto dalla realtà storica. Poiché vuole soltanto conoscere il mondo e non modificarlo egli è costretto ad assumere come inevitabile sia la fissità empirico-materiale dell’essere che la fissità logica dei concetti: e le sue impostazioni mitologiche dei problemi non sono orientate nel senso di accertare da quale terreno concreto abbia avuto origine la fissità di queste due datità fondamentali, quali siano i momenti reali che in esse si celano e che operano nel senso del superamento di queste fissità, ma tendono unicamente ad accertare in che modo l’essenza immutata di queste datità possa essere ricomposta nella sua immutabilità e spiegata in quanto tale. La soluzione che Marx indica nelle sue tesi su Feuerbach è la conversione della filosofia nella praticità. Tuttavia, come abbiamo visto, l’aspetto complementare ed il presupposto strutturale oggettivo di questa praticità è la concezione della realtà come un “complesso di processi”, la concezione secondo cui le tendenze evolutive della storia rappresentano una realtà superiore, la vera realtà rispetto alle fatticità rigide e cosali dell’empiria, pur emergendo dall’empiria stessa, e quindi senza essere al di là di essa. Ora, per la teoria del riflesso ciò significa che il pensiero, la coscienza deve orientarsi appunto alla realtà, che il criterio della verità consiste nell’incontro con la realtà. Tuttavia, questa realtà non è per nulla identica all’essere empirico fattuale. Questa realtà non è, essa diviene. Ed il divenire va inteso in due sensi. Da un lato, in quanto divenire, in questa tendenza, in questo processo si scopre la vera essenza dell’oggetto. E precisamente nel senso – si pensi agli esempi citati, che possono essere moltiplicati a piacere – che questa trasformazione delle cose in un processo porta concretamente a soluzione tutti i problemi concreti posti dal pensiero dai paradossi della cosa essente. Riconoscere che è impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume è soltanto un’incisiva espressione per indicare l’incolmabile contrasto tra concetto e realtà, ma non aggiunge nulla di concreto alla conoscenza del fiume. Invece, riconoscere che il capitale come processo può essere soltanto capitale accumulato o meglio capitale che si accumula, rappresenta una concreta e positiva soluzione di un complesso di problemi concreti e positivi, di contenuto e di metodo, che concernono il capitale. Quindi soltanto se viene superata la dualità tra filosofia e conoscenza particolare, tra metodologia e conoscenza dei fatti, si può aprire la via verso il superamento nel pensiero della dualità tra pensiero ed essere. Ogni tentativo orientato – come nel caso di Hegel, nonostante i molti sforzi nella direzione opposta – verso il superamento dialettico di questa dualità nel pensiero liberato da ogni rapporto concreto con l’essere, nella logica, è condannato al fallimento. Infatti, ogni logica pura è platonica: è pensiero separato dall’essere e fissato in questa separazione. Solo nella misura in cui il pensiero appare come realtà, come momento del processo complessivo, esso può andare dialetticamente al di là della propria fissità, assumere il carattere del divenire. [nota a piè di pagina di Lukács: «Le indagini puramente logiche e puramente metodologiche non fanno dunque altre che  contrassegnare il punto nel quale storicamente ci troviamo: la nostra provvisoria incapacità di afferrare e presentare i problemi categoriali nel loro complesso come problemi della realtà che si trasforma storicamente.»] D’altro lato, il divenire è al tempo stesso mediazione tra passato e futuro: tra il passato concreto, cioè storico ed il futuro altrettanto concreto, cioè altrettanto storico. Il concreto qui ed ora nel quale il divenire si risolve nel processo, non è più un istante passeggero ed inafferrabile, sfuggente immediatezza [nota a piè di pagina di Lukács: «Cfr. in proposito, la Fenomenologia di Hegel (in particolare Werke, II, pp. 73 sgg) dove questo problema viene trattato con maggiore profondità, ed anche la teoria di Ernst Bloch dell’ “oscurità del momento vissuto” e del “sapere non ancora cosciente”.»], ma il momento della mediazione più profonda ed articolata, il momento della decisione, della nascita del nuovo. Finché l’uomo rivolge intuitivamente e complessivamente il proprio interesse verso il passato o verso il futuro, entrambi si fissano in una estraneità d’essere – e tra soggetto ed oggetto si estende l’incolmabile “dannoso spazio” del presente. Soltanto se l’uomo è in grado di afferrare il presente, in quanto riconosce in esso quelle tendenze dal cui contrasto dialettico egli è capace di creare il futuro, il presente, il presente come divenire diventa il suo presente. “Infatti, la verità – dice Hegel – consiste nel non atteggiarsi nell’oggetto come verso qualcosa di estraneo”. [nota a piè di pagina di Lukács: «Werke, XII, p. 207.»] Ma se la verità del divenire è rappresentata dal futuro non ancora sorto, che deve essere reso prossimo, dal nuovo che emerge dalle tendenze che si realizzano (con il nostro ausilio cosciente), allora la questione della riflessività immaginativa del pensiero appare completamente priva di senso. Il criterio della correttezza del pensiero è appunto la realtà. Ma questa non è, diviene – non senza l’intervento del pensiero. Qui si realizza dunque il programma della filosofia classica: il principio della genesi e [sic!: è] di fatto il superamento del dogmatismo (in particolare nella sua massima figura storica, nella teoria platonica del riflesso). Ma la funzione di questa genesi può essere svolta soltanto dal divenire concreto (storico). Ed in questo divenire, la coscienza (la coscienza di classe divenuta pratica nel proletariato) è un elemento costitutivo necessario ed indispensabile. Il pensiero e l’essere non sono quindi identici nel senso che essi si “corrispondono” reciprocamente, si “riflettono” l’uno nell’altro, procedono “parallelamente” o “arrivano a coincidere” (tutte queste espressioni sono soltanto forme dissimulate di un rigido dualismo): la loro identità consiste piuttosto nel loro essere momenti di uno stesso processo dialettico storico-reale. Ciò che la coscienza del proletariato “riflette” è quindi il positivo e il nuovo che scaturisce dalla contraddizione dialettica dello sviluppo capitalistico. Non dunque qualcosa che il proletariato trova o “crea” dal nulla, ma una conseguenza necessaria del processo di sviluppo nella sua totalità: qualcosa che, non appena arriva alla coscienza del proletariato e viene da esso reso pratico, si trasforma da astratta possibilità in realtà concreta. Questa trasformazione non è tuttavia meramente formale, dal momento che il realizzarsi di una possibilità, l’attualizzarsi di una tendenza significa appunto trasformazione oggettuale della società, modificazione delle funzioni dei suoi momenti e quindi modificazione sia strutturale che contenutistica di tutti gli oggetti particolari. Ma non si deve dimenticare: soltanto la coscienza di classe divenuta pratica del proletariato possiede questa funzione trasformatrice. In ultima analisi, ogni comportamento contemplativo puramente conoscitivo si trova in un rapporto duplice rispetto al suo oggetto: e la semplice introduzione della struttura qui riconosciuta in un altro comportamento qualsiasi che non sia l’agire del proletariato – dal momento che solo la classe nel suo riferirsi allo sviluppo complessivo può essere pratica – riconduce necessariamente ad una nuova mitologia del concetto, ad una ricaduta nel punto di vista della filosofia classica superato da Marx. Infatti, ogni comportamento puramente conoscitivo resta affetto dalla macchia dell’immediatezza: cioè, in ultima analisi, trova di fronte a sé una serie di oggetti finiti, non risolubili in processi. La sua essenza dialettica può consistere soltanto nella tendenza alla praticità, nell’orientamento verso le azioni del proletariato. Nel fatto che esso si rende criticamente cosciente di questa sua tendenza all’immediatezza, insita in ogni comportamento non-pratico e tende di continuo a chiarire criticamente le mediazioni, i rapporti con la totalità come processo, con l’azione del proletariato in quanto classe. Il sorgere ed il realizzarsi del carattere pratico nel pensiero del proletariato è tuttavia anch’esso un processo dialettico. In questo pensiero, l’autocritica non è soltanto autocritica del suo oggetto, la società borghese, ma è anche il riesame critico tendente ad accertare in che misura la propria natura pratica sia realmente arrivata a manifestarsi, quale grado di vera praticità sia oggettivamente possibile e quanto sia stato praticamente realizzato di ciò che era oggettivamente possibile. È chiaro infatti che la comprensione del carattere processuale dei fenomeni sociali ed il disvelamento della parvenza della loro rigida cosalità, per quanto possano essere corretti, non possono tuttavia sopprimere praticamente la realtà di questa parvenza nella società capitalistica. I momenti in cui questa comprensione può realmente convertirsi nella praxis sono determinati appunto dal processo sociale di sviluppo. Perciò il pensiero proletario è anzitutto soltanto una teoria della praxis, per trasformarsi poi a poco a poco (e indubbiamente spesso a salti) in una teoria pratica che trasforma la realtà. Solo le singole tappe di questo processo – che non è possibile qui neppure schizzare – potrebbero mostrare in piena chiarezza la via dello sviluppo della coscienza proletaria di classe (del costituirsi del proletariato in classe). Soltanto qui si illuminerebbero le intime interazioni dialettiche tra la situazione oggettiva, storico-sociale, e la coscienza di classe del proletariato; solo qui si concretizzerebbe realmente l’affermazione che il proletariato è il soggetto-oggetto identico del processo di sviluppo sociale.»: György Lukács, Storia e Coscienza di Classe, cit., pp. 263-271. Per quanto la critica lukacsiana alla teoria del rispecchiamento arrivi con estrema precisione a minarne le fondamenta filosofiche e, come abbiamo visto, pagando un inevitabile pesantissimo pedaggio al mito del proletariato come classe universale, in Storia e Coscienza di Classe non si troverà un passo dove verrà attaccato Materialismo ed Empiriocriticismo. Nella edizione impiegata nel Dialecticvs Nvncivs di Storia e Coscienza di Classe, alla prefazione, alle pp. XXXV-VI, Lukács fornisce il seguente ritratto di Lenin come interprete della filosofia della praxis che, oltre ad avere una indubbia aderenza col personaggio storico reale, rappresenta anche una sorta di Imitatio Lenini, dalla quale ogni vero rivoluzionario per Lukács avrebbe dovuto trarre ispirazione seguendo una corretta – e concreta – filosofia della praxis (ma avrebbe dovuto trarre, pure questo traspare dalle parole di Lukács, se non dalla vita di Lenin, dalla storia del movimento comunista anche motivi di meditata e sorvegliata prudenza: questa prefazione fu apposta da Lukács all’edizione di Storia e Coscienza di Classe del 1967 e dal 1923 fino all’anno dell’edizione del 1967 utilizzata nel presente lavoro Lukács non aveva autorizzato nessun’altra edizione ufficiale: fra l’edizione del 1923 e quella del 1967 tutta l’operato di Lukács fu teso – se escludiamo l’episodio di Codismo e Dialettica, opera, fra l’altro, rimasta per oltre settant’anni solo manoscritta, che se fu verosimilmente conosciuta, direttamente o indirettamente, nei circoli ristretti degli addetti ai lavori della rivoluzione, non poté mai dispiegare quella carica dirompente che avrebbe avuto se, in occasione delle critiche paleodiamattine di Rudas e Deborin a Storia e Coscienza di Classe, fosse stato data allora alle stampe – a smorzare sul piano personale e su quello politico le gravissime potenzialità di frattura che all’interno di un movimento comunista dominato dall’incipiente sovietico Diamat recava con sé Storia e Coscienza di Classe): «Già nella prefazione che scrissi recentemente per la riedizione separata di questo breve studio ho tentato di mettere in luce con una certa precisione ciò che io ritengo ancora vitale ed attuale nel suo atteggiamento di fondo. Ciò che importa a questo proposito è anzitutto intendere Lenin nella sua vera peculiarità spirituale, senza considerarlo come un prosecutore rettilineo sul piano della teoria di Marx e di Engels e neppure come un geniale e pragmatico “politico realistico”. Nel modo più conciso si potrebbe formulare questo ritratto di Lenin come segue: la sua forza teorica poggia sul fatto che egli considera qualsiasi categoria – per quanto possa essere astrattamente filosofica – dal punto di vista della sua efficacia all’interno della praxis umana e al tempo stesso porta l’analisi concreta della situazione concreta data di volta in volta, su cui si basa costantemente ogni sua azione, in una connessione organica e dialettica con i principi del marxismo. Così egli non è nel senso stretto del termine, né un teorico né un pratico, ma un profondo pensatore della praxis, un uomo il cui penetrante sguardo è sempre rivolto al punto in cui la teoria trapassa nella praxis e la praxis nella teoria. Il fatto che la cornice storico-spirituale di questo mio vecchio studio all’interno del cui ambito si muove questa dialettica, porti ancora in sé i tratti tipici del marxismo degli anni venti, altera indubbiamente alcuni elementi della fisionomia intellettuale di Lenin, dal momento che soprattutto nei suoi ultimi anni di vita egli sviluppò molto più di quanto faccia il suo biografo la critica del presente, ma riproduce anche i suoi lineamenti fondamentali in modo sostanzialmente corretto, poiché l’opera teorico-pratica di Lenin è anche oggettivamente inscindibile dai momenti preparatori del 1917 ed associata alle loro conseguenze necessarie. Oggi io credo che il tentativo di cogliere la peculiarità specifica di questa grande personalità riceva una sfumatura non del tutto identica, ma non per questo completamente estranea, attraverso l’illuminazione compiuta a partire dalla mentalità degli anni venti.»: György Lukács, Storia e Coscienza di Classe, cit., pp. XXXV-VI. Gramsci, a differenza di Lukács, non ebbe la felice sorte di vivere abbastanza a lungo per vedere il fallimento dei regimi che iniziarono dalla Rivoluzione d’ottobre; ebbe però la fortuna di consegnarci un pensiero che giganteggia, forse anche per le sue eccezionali sventure personali, su tutti quanti coloro, fra questi indubbiamente Lukács, diedero fondamentali contributi per la fondazione di una filosofia della praxis che sapesse rompere definitivamente con tutti i positivismi e meccanicismi (e, conseguentemente, con tutti i postmodernismi liberal-liberisti) che hanno sempre tarpato le ali a coloro che vollero cogliere il vivo dell’insegnamento di Marx (e, ovviamente, della dialettica di Hegel: fra i giganti di quel marxismo occidentale che felicemente seppero far evolvere l’idealismo in una feconda filosofia della prassi nominiamo qui solo di sfuggita Karl Korsch e il suo Marxismo e Filosofia: autore ed opera che troveranno una ben più completa disamina in Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico). Il conflittualismo dialettico-strategico del Repubblicanesimo Geopolitico, forse immodestamente ma, si spera, anche con la consapevolezza di Bernardo di Chartres, a questo aspira.»]]; [Nota 25: «Ulteriore congelamento per la presente versione REDVX tramite Wayback Machine:

https://web.archive.org/web/20190618163839/https://athens.indymedia.org/media/upload/2016/09/02/LEWONTIN_-_THE_DIALECTICAL_BIOLOGIST.pdf.»]; [Nota 26: «URL successivamente trasformato da Internet Archive in  https://ia800900.us.archive.org/3/items/TheDialecticalBiologist/Lewontin_-Levins_the_dialectical_biologist.pdf  e nostro salvataggio aggiuntivo di quest’ultimo URL  per la versione REDVX dei  Rapporti fra il Portogallo dell’Estado Novo e l’Italia fascista e del secondo dopoguerra in relazione al problema coloniale, cit. tramite Wayback Machine     all’ URL https://web.archive.org/web/20190618164825/https://ia800900.us.archive.org/3/items/TheDialecticalBiologist/Lewontin_-Levins_the_dialectical_biologist.pdf.]; [Nota 27: «In Rete anche presso                                                                                           l’ URL http://www.fulviofrisone.com/attachments/article/451/the%20logic%20of%20quantum%20mechanics%201936.pdf; “congelamento” WebCite agli URL  http://www.webcitation.org/76DzVbjNK  e http://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fwww.fulviofrisone.com%2Fattachments%2Farticle%2F451%2Fthe%2520logic%2520of%2520quantum%2520mechanics%25201936.pdf&date=2019-02-16 [Ulteriore congelamento per la presente versione REDVX tramite Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190618193921/http://www.fulviofrisone.com/attachments/article/451/the%20logic%20of%20quantum%20mechanics%201936.pdf: aggiunta al testo della nota compiuta nella presente versione REDVX]; Internet Archive: https://archive.org/details/TheLogicOfQuantumMechanics1936 e   https://ia801506.us.archive.org/0/items/TheLogicOfQuantumMechanics1936/the%20logic%20of%20quantum%20mechanics%201936.pdf [URL successivamente trasformati da Internet Archive in

https://archive.org/details/TheLogicOfQuantumMechanics1936/mode/2up                            e                                         

https://ia800905.us.archive.org/21/items/TheLogicOfQuantumMechanics1936/the%20logic%20of%20quantum%20mechanics%201936.pdf e nostro salvataggio aggiuntivo di quest’ultimo URL  per la versione REDVX  dei  Rapporti fra il Portogallo dell’Estado Novo e l’Italia fascista e del secondo dopoguerra in relazione al problema coloniale, cit. tramite Wayback Machine all’ URL    https://web.archive.org/web/20190618194424/https://ia800905.us.archive.org/21/items/TheLogicOfQuantumMechanics1936/the%20logic%20of%20quantum%20mechanics%201936.pdf: aggiunta al testo della nota compiuta nella presente versione REDVX] e infine “congelamento” della pagina Internet Archive agli URL WebCite http://www.webcitation.org/76E0F0hI7 e   http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fia801506.us.archive.org%2F0%2Fitems%2FTheLogicOfQuantumMechanics1936%2Fthe%2520logic%2520of%2520quantum%2520mechanics%25201936.pdf&date=2019-02-16.»]»: I rapporti fra il Portogallo dell’Estado Novo e l’Italia fascista e del secondo dopoguerra in relazione al problema coloniale africano REDVX: versione con integrazioni sulla filosofia della praxis e sul marxismo occidentale. Atto di riparazione strategica n°1: Primo inventario e “congelamento” tramite WebCite ed Internet Archive delle fonti Internet   riferentisi a Dante Cesare Vacchi, il creatore dei commandos portoghesi in occasione della guerra coloniale portoghese. Fonti primarie e secondarie presenti in Internet per una storia dei commandos portoghesi nella guerra coloniale del Portogallo in Africa, dei rapporti fra il Portogallo dell’Estado Novo ed Italia fascista e del secondo dopoguerra riguardo al problema coloniale africano e per un’applicazione su uno specifico case study, il fascista ed ex repubblichino  Dante Cesare Vacchi che crea i commandos portoghesi, della teoria politologica e filosofico-politica  del Repubblicanesimo   Geopolitico. Il saggio  di cui per chiarezza abbiamo  ora replicato il titolo apparso ad inizio nota e da cui proviene la lunga citazione con una struttura a matrioska russa contenente altre subcitazioni da altri nostri lavori –  i quali, a loro volta, citano brani dei  principali autori basilari per la filosofia della prassi del Repubblicanesimo Geopolitico – e mostrante anche in questa pluristratificazione tutta la ricchezza euristico-dialettica per il paradigma prassistico olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico dello studio dei Complex Adaptive Systems (precursore di questa mentalità “non lineare” von Clausewitz col suo Vom Kriege) e  della meccanica quantistica e come la dialettica di queste due scienze impatti direttamente, come l’epigenetica  e la  Sintesi evoluzionistica estesa, sulla riconsiderazione della falsa suddivisione fra natura e cultura, è un lavoro che deve essere ancora pubblicato ma  è anche una sorta di riscrittura de I rapporti fra il Portogallo dell’Estado Novo e l’Italia fascista e del secondo dopoguerra in relazione al problema coloniale africano. Atto di riparazione strategica n°1: Primo inventario e “congelamento” tramite WebCite ed Internet Archive delle fonti Internet   riferentisi a Dante Cesare Vacchi, il creatore dei commandos portoghesi in occasione della guerra coloniale portoghese. Fonti primarie e secondarie presenti in Internet per una storia dei commandos portoghesi nella guerra coloniale del Portogallo in Africa, dei rapporti fra il Portogallo dell’Estado Novo ed Italia fascista e del secondo dopoguerra riguardo al problema coloniale africano e per un’applicazione su uno specifico case study, il fascista ed ex repubblichino  Dante Cesare Vacchi che crea i commandos portoghesi, della teoria politologica e filosofico-politica  del Repubblicanesimo   Geopolitico, pubblicato in data 9 marzo 2019 sul blog di geopolitica “L’Italia e il Mondo” all’URL http://italiaeilmondo.com/2019/03/09/dante-cesare-telesforo-vacchi-il-portogallo-dellestado-novo-e-litalia-repubblicanesimo-geopolitico_di-massimo-morigi/ (WebCite: http://www.webcitation.org/76kjtWEou e http://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fitaliaeilmondo.com%2F2019%2F03%2F09%2Fdante-cesare-telesforo-vacchi-il-portogallo-dellestado-novo-e-litalia-repubblicanesimo-geopolitico_di-massimo-morigi%2F&date=2019-03-09; Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190816143950/http://italiaeilmondo.com/2019/03/09/dante-cesare-telesforo-vacchi-il-portogallo-dellestado-novo-e-litalia-repubblicanesimo-geopolitico_di-massimo-morigi/). Come si evince dai quasi sovrapponibili titoli dei due lavori, in entrambi si discute dal punto di vista del paradigma dialettico prassistico del Repubblicanesimo Geopolitico su un personaggio italiano molto poco conosciuto, Dante Cesare Vacchi, che fondò i commandos portoghesi in occasione delle guerre coloniali scoppiate durante la fase terminale dell’Estado Novo di Salazar e entrambi i lavori sono, innanzitutto, una ricerca bibliografica internettiana su questo personaggio accompagnata da un “congelamento” di queste fonti Internet su apposite piattaforme informatiche di conservazione della memoria digitale, ma mentre nel lavoro pubblicato sull’ “Italia e il Mondo” il “congelamento” delle fonti avviene tramite WebCite nel secondo lavoro ancora da pubblicare tale congelamento è stato effettuato anche tramite la Wayback Machine di Internet Archive.  Ma se si trattasse solamente di questo, se cioè la differenza fra i due lavori fosse solamente l’aggiunta dei congelamenti bibliografici tramite la Wayback Machine di Internet Archive, la riscrittura del saggio non sarebbe giustificata mentre, secondo noi, è pienamente giustificata dal fatto che il pubblicando lavoro contiene anche riflessioni filosofico-politiche che nella sua prima stesura non erano presenti per il semplice fatto che il lavoro su Dante Cesare Vacchi era originariamente nato nell’ambito di una ricerca accademica di africanistica interessata alle guerre coloniali portoghesi e alla ricerca di nuove ed inedite fonti sull’argomento piuttosto che a sviluppare un discorso teorico filosofico-politico, come invece è stato fatto nel secondo lavoro ancora da pubblicare e di cui in questa nota abbiamo citato uno stralcio. Tuttavia per quanto il secondo lavoro in attesa di pubblicazione non lesini, come s’è potuto leggere, di considerazioni in merito all’importanza per la filosofia politica del Repubblicanesimo Geopolitico della meccanica quantistica e dello studio dei Complex Adaptive Systems e della teoria del Caos, si tratta sempre di uno studio biografico-bibilografico su un moderno capitano di ventura italiano e quindi non è stato lì possibile sviluppare fino in fondo (o, almeno, con la completezza che noi avremmo desiderato) il discorso sull’importanza di queste scienze per il nostro paradigma. (Un esempio di non completo sviluppo del nostro paradigma lo abbiamo nella subcitazione dal Dialecticvs Nvncivs – per essere più precisi alla nota 3 di pp. 6-9 del Dialecticvs Nvncivs, che è una subcitazione dalla nota 24 dal pubblicando lavoro su Dante Cesare Vacchi –, dove affermiamo a proposito del rapporto fra spiegazione dialettica e spiegazione meccanicistico-causale che «non è che la spiegazione dialettica debba sostituire in toto la spiegazione meccanicistico-causale ma deve essere in testa, rispetto a quella meccanicistico-causale, nella gerarchia della preferenza fra le due». Come  è definitivamente e cristallinamente sottolineato  dal presente lavoro e come parimenti è chiara consapevolezza  nella versione Redvx di prossima pubblicazione del  lavoro su Dante Cesare Vacchi già pubblicato nella sua versione semplificata sull’ “Italia e il Mondo”), oggi, alla luce di una ancor più chiarificata consapevolezza storicistica, abbiamo ancor meglio compreso che la meccanicità dei fenomeni, nella maggior parte afferenti alla fisica, sono meccanici solo ad un occhio non allenato ad una prospettiva storica di lunghissimo periodo, abbiamo cioè compreso che queste manifestazioni fisiche si sono consolidate in una attuale apparente legalità meccanica attraverso un lunghissimo processo storico di storia naturale; e un lunghissimo processo storico che ha modellato questi fenomeni, fino a giungere all’attuale apparente meccanicità e ineluttabilità della legalità che manifesta  gli stessi, generantesi ex nihilo e ex suo solo attraverso il movimento dialettico del paradigma olistico-espressivo-strategico-conflittuale, lo stesso movimento dialettico, cioè, della storia, cultura e società umane, le quali fra l’altro – sia detto per inciso – una volta che la loro evoluzione sviluppatasi attraverso il paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale ha raggiunto un apparente equilibrio e stabilità, razionalizzano questo apparente stato di equilibrio conferendo alle consuetudini generatesi attraverso questo paradigma lo status di leggi, la cui natura sarebbe appunto quella di essere ab aeterno, proprio come le leggi fisiche. Oggi, in un’epoca comunque non più dominata dalla sacralità del potere, le leggi sono, de facto e de iure, continuamente modificabili attraverso un processo politico più o meno pubblico ma se esse hanno perso la loro aura di sacrale ineluttabilità ed eternità  continuano 1) ad essere espressione di una visione ed ideologia della società ispirata a principi non dialettici, “eternicistici” e dove lo scontro e il conflitto è visto, in ultima istanza, come una perturbazione, e poco importa se, ma solo apparentemente, l’ideologia democratico-liberale, renda un omaggio alla conflittualità sociale perché da questa (ipocriticamente) indicata come fattore di sviluppo e 2) continuano altresì, proprio per l’ipostatizzazione meccanicistica che racchiude nella semantica collettiva il termine stesso di ‘legge’, ad ispirare una visione della natura e della fisica totalmente meccanicistica e retta, appunto, dalle c.d. leggi fisiche e/o della natura. Solo da questi veloci spunti, traspare quanto sia politica la fisica e fisica la politica, quanto ambedue se dialetticamente considerate abbattano la soluzione di continuità fra cultura e natura e quanto il paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico voglia far crescere accanto ad una “fisica della praxis” una “fisica sociale, culturale, storica ed economica della praxis” da Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico, citato alla subnota 23 della presente nota.). Ripetendo quindi per l’ennesima volta l’adagio amicus plato sed magis amica veritas affrontiamo in primo luogo il problema del computer quantistico. Avevamo già accennato al computer quantistico nella nostra Teoria della Distruzione del Valore, ma qui ci eravamo limitati ad affermare la sua numinosa capacità di calcolo che, sul piano politico sociale e culturale, non potrà che portare, quando sarà realizzato, ad epocali e terribili sconvolgimenti (in estrema sintesi: il computer quantistico in pochi secondi è in grado di compiere calcoli che  gli odierni più potenti computer impiegano  millenni ad eseguire e non occorre spendere ulteriori parole sulle spaventose – o felici, secondo il punto di vista – conseguenze culturali, politiche, sociali e storiche che discendono da questa numinosa e/o stregonesca – apparentemente evocatrice dei primigeni spiriti del Cosmo – capacità di calcolo). Ma il computer quantistico cela dentro di sé anche un quid filosofico estremamente interessante per la filosofia della prassi del Repubblicanesimo Geopolitico – filosofia della prassi per la quale non è possibile porre, in ultima analisi,  una distinzione ontologico-epistemologica fra soggetto ed oggetto, e questo per il semplice ed incontestabile fatto che  l’uno è creatura dialettica dell’altro e che l’uno senza l’altro non sarebbe né concepibile epistemologicamente e nemmeno ontologicamente –, perché uno dei problemi che ha fin qui ostacolato la costruzione di computer quantistici effettivamente operativi è il problema della decoerenza quantistica, decoerenza quantistica che, all’atto pratico e comprensibile nei suoi effetti anche ai profani, fa sì l’atto di leggere i dati prodotti dalla computazione quantica, alteri i dati stessi in uscita. Saremmo quindi certamente in presenza del paradigma prassistico che vede il soggetto (il lettore dei dati) inestricabilmente connesso con l’oggetto (l’output in uscita dal computer quantistico) ma non solo, siamo anche in presenza di una sorta di ribaltamento del classico schema storicistico dove il tempo può scorrere solo unidirezionalmente  dal presente verso il futuro e mai in senso contrario, perché nel caso della decoerenza quantistica che avviene nella computazione quantistica (ed anche, come vedremo, non solo nella computazione, ma anche in altre situazioni di questa bizzarra ma estremamente reale fisica) questa decoerenza avviene per una un’osservazione che è posticipata  rispetto all’elaborazione dell’output stesso. Se ricordate, cfr. supra nota n° 15, Galasso in Nient’altro che storia afferma che il flusso temporale va sempre in senso unidirezionale dal presente al futuro. Ora, alla luce delle conoscenze sulla meccanica quantistica (che, come abbiamo detto, sembrano trovare conferma anche dalle  difficoltà di costruire un computer quantistico efficacemente operativo), è nostra opinione che il paradigma storicistico olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale possa essere compatibile anche con uno schema temporale che viaggia dal futuro verso il passato. Ma prima di dilungarci in ulteriori considerazioni e sul computer quantistico ma, soprattutto, sulla significatività dialettica di uno schema temporale invertito, vediamo di approfondire, o perlomeno di fornire elementi di bibliografia internettiana di approfondimento, in merito al problema dell’importanza dell’osservazione-osservatore  sul verificarsi di questa decoerenza (osservazione o osservatore?: i fisici che si occupano di meccanica quantistica non si sono messi ancora d’accordo se sia l’atto osservativo o l’intenzione di osservare a causare la  decoerenza quantistica). L’esperimento cardine che dimostra che l’osservazione-osservatore determina la decoerenza quantistica è l’esperimento della doppia fenditura (in inglese, double slit experience), esperimento variazione dell’esperimento di Young sulla natura ondulatoria della luce e dove a differenza di Young invece di un fascio di luce che attraversa una doppia fenditura e che in ragione di questo attraversamento proietta su uno schermo posto dietro le due fenditure uno schema ondulatorio (come accade quando un’ onda nell’acqua attraversa due fenditure creando così dopo l’attraversamento  sub-onde che interferiscono a vicenda), viene realizzato facendo passare attraverso la doppia fenditura un solo fotone per volta (o anche altra particella) per poterlo osservare, col risultato sorprendente che se la particella, fotone o elettrone che sia, viene osservata si verifica una decoerenza quantistica e la proiezione sullo schermo dell’impatto non è ondulatoria e data dall’interferenza delle sub-onde ma solo la proiezione delle due fenditure, mentre se non effettuiamo l’osservazione otteniamo di nuovo proiettato sullo schermo lo schema ondulatorio. Per un primo approccio sull’esperimento della doppia fenditura cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_della_doppia_fenditura#Descrizione (Wayback Machine : https://web.archive.org/web/20191221090746/https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_della_doppia_fenditura) o anche l’originale più completo  in inglese di questa pagina: https://en.wikipedia.org/wiki/Double-slit_experiment (Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191221091308/https://en.wikipedia.org/wiki/Double-slit_experiment) ma in ottemperanza al principio ciceroniano del ‘docere, delectare, movere’, proponiamo sull’argomento anche il divertente Dr. Quantum Double Slit Experiment (originariamente su YouTube all’URL https://www.youtube.com/watch?v=NvzSLByrw4Q e da noi scaricato e poi da noi ricaricato agli URL di Internet Archive https://archive.org/details/drquantumdoubleslitexperiment1https://ia601501.us.archive.org/13/items/drquantumdoubleslitexperiment1/Dr%20Quantum%20%20%20Double%20Slit%20Experiment%20%281%29.mp4), un cartone animato dove il Dr. Quantum, un anziano e bizzarro professore con costume e poteri  da supereroe, ci illustra l’esperimento della doppia fenditura e lo stranissimo fenomeno della decoerenza quantistica qualora avvenga l’osservazione della particella. Ma Dr. Quantum Double Slit Experiment non è un audiovisivo autonomo essendo un breve stralcio del lungometraggio del 2004 What the Bleep Do We Know!? Down the Rabbit Hole che, con l’attrice sordomuta Marlee Matlin nel ruolo di protagonista, può essere considerato una sorta di manifesto dell’incontro dell’ideologia-religione New Age con la volgarizzazione della meccanica quantistica (per un primo approccio sul misticismo quantico, vedi l’articolo su Wikipedia Quantum Mysticism, all’URL https://en.wikipedia.org/wiki/Quantum_mysticism, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191222073151/https://en.wikipedia.org/wiki/Quantum_mysticism), e, proprio perché l’approccio misticheggiante  di What the Bleep Do We Know!? Down the Rabbit Hole è, apparentemente, quanto di più lontano dalla nostra Weltanschauung storicistica olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale ma, al tempo stesso, il misticismo quantico del film contesta intransigentemente tutte quelle categorie che repellono anche al Repubblicanesimo Geopolitico, in primo luogo l’esistenza della materia e dello spirito e la loro separazione e, in secondo luogo, errore direttamente correlato al primo, la suddivisione  ontologico-espitemologica fra natura e cultura, noi in omaggio all’esortazione didattico-retorica ciceroniana dove, dal nostro punto di vista, ‘movere’ non deve essere inteso solo come ‘commuovere’ ma anche come suscitare un movimento dialettico che metta in discussione vecchie e consolidate abitudini e convinzioni, abbiamo deciso di includere questo film fra gli espedienti euristici che possono affiancare la nostra filosofia prassistica e quindi, indicandolo come una delle fonti attraverso le quali, comunque, si può avere un primo approccio verso la meccanica quantistica ed anche una messa in discussione degli idòla fori e degli idòla theatri  contro i quali anche il Repubblicanesimo Geopolitico non fa alcuno sconto, forniamo l’URL di YouTube attraverso il quale si può prendere visione di questo film, https://www.youtube.com/watch?v=R6G3-Zc9mtM, e poi anche gli URL prodotti da Internet Archive dopo che, scaricato questo film da YouTube, abbiamo provveduto al suo upload  presso la più importante piattaforma di preservazione digitale oggi esistente: https://archive.org/details/whatthebleepdoweknowfullmovieextended e https://ia601500.us.archive.org/9/items/whatthebleepdoweknowfullmovieextended/What%20The%20Bleep%20Do%20We%20Know%20FULL%20MOVIE%20EXTENDED.mp4. In ogni modo, New Age o quantum mysticism che sia, né il Dr. QuantumWhat the Bleep Do We Know!? affrontano direttamente il problema della retrocausalità in relazione alla decoerenza quantica legata all’esperimento della doppia fenditura. Per un primo approccio  su questa questione, risulta di grande utilità Anthony Peake, The John Wheeler “Delayed Choice” Experiment, 19 aprile 2015, pubblicato sul sito che porta nell’indirizzo il nome dell’autore https://www.anthonypeake.com/, e scaricabile nello specifico all’URL https://www.anthonypeake.com/627/ (nostro congelamento Wayback Machine all’URL http://web.archive.org/web/20191221075403/https://www.anthonypeake.com/627/). Nell’articolo viene descritto l’esperimento mentale (col termine esperimento mentale si indica un esperimento che non si intende realizzare concretamente ma i cui passaggi solo immaginati vengono però svolti alla luce di reali principi della fisica) del fisico John Wheeler, il quale, per provare la possibilità che l’osservazione-osservatore agisse come retrocausa nella decoerenza quantistica, pensò  un esperimento in cui la funzione della doppia fenditura fosse svolta da una galassia posta a milioni di anni luce dall’osservatore terrestre e in cui immaginò che a seconda che l’osservatore attraverso un telescopio terrestre osservasse direttamente o  non osservasse il fascio di luce diviso in due onde dalla galassia, sullo schermo posto sulla Terra apparisse o uno schema ad onde che si sovrappongono oppure semplicemente due fasci di luce distinti, con ciò provando che un’osservazione effettuata milioni di anni dopo che la luce è passata attraverso la doppia fenditura cosmica ha causato la decoerenza quantistica («Wheeler suggested that we could consider the two light sources as being identical to the two streams of light coming out of the two slits in the “Double Slit Experiment”, it is just that their source is billions of years ago rather than the tiny fraction of a second it takes the light to leave the slit and arrive at the light-sensitive film or photon detector. Wheeler then suggested that we have a choice of either placing the light sensitive film in the path of the light, in which case we will see a classic banded interference pattern emerge or we point our telescope to the left or right side of the galaxy and, hey presto, we will see photons arriving which will create the blob pattern. In effect this example of the “delayed choice” experiment changes the past not from a few nano-seconds ago but from billions of years ago.» : Anthony Peake, The John Wheeler “Delayed Choice” Experiment). Una trattazione più tecnica del Wheeler’s delayed-choice gedanken  experiment  (formiamo questa dicitura internazionale dell’esperimento mentale di Wheeler per facilitare, per chi ne fosse interessato, un autonomo approfondimento sull’esperimento, visto che ormai in italiano su Internet in campo scientifico si trova sempre meno e sempre più fonti tradotte) e delle difficoltà operative che a tutt’oggi hanno reso impossibile realizzare l’esperimento di Wheeler può essere consultata su Wikipedia all’URL https://en.wikipedia.org/wiki/Wheeler%27s_delayed-choice_experiment (Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20191220132231/https://en.wikipedia.org/wiki/Wheeler%27s_delayed-choice_experiment), mentre una versione “più realizzabile” (ed effettivaente realizzata) del  gedanken experiment     di Wheeler la possiamo apprendere da A. G. Manning, R. I. Khakimov, R. G. Dall and A. G. Truscott, Wheeler’s delayed-choice gedanken experiment with a single atom, “Nature Physics”, data di pubblicazione online: 25 maggio  2015;  https://doi.org/10.1038/NPHYS3343, da noi scaricato da https://it.scribd.com/document/383529835/Wheeler-s-Delayed-choice-Gedanken-Experiment-With-Single-Atom  e poi ricaricato su Internet Archive generando così gli URL https://archive.org/details/383529835wheelersdelayedchoicegedankenexperimentwithsingleatom/mode/2up                                                       e https://ia902809.us.archive.org/18/items/383529835wheelersdelayedchoicegedankenexperimentwithsingleatom/383529835-Wheeler-s-Delayed-choice-Gedanken-Experiment-With-Single-Atom.pdf. Analoga versione tecnicamente più abbordabile (ed anche questa realizzata) dell’esperimento mentale di Wheeler può essere esaminata in Experiment confirms quantum theory weirdness, data di pubblicazione online: 27 maggio 2015, sul sito istituzionale dell’Australian National University all’URL https://www.anu.edu.au/news/all-news/experiment-confirms-quantum-theory-weirdness e URL e documento da noi congelati con la Wayback Machine generando l’URL http://web.archive.org/web/20191221073319/https://www.anu.edu.au/news/all-news/experiment-confirms-quantum-theory-weirdness. Tuttavia, l’esperimento mentale di Wheeler, e soprattutto nelle sue due realizzazioni qui sopra indicate che non implicano come quadro di riferimento la presenza  di distanze cosmiche ed eoni ma, bensì, molto più ridotti laboratori e tempi di frazioni di secondi per determinare se sia possibile o meno una retrocausalità quantistica (e gli esperimenti appena citati dimostrerebbero che questa è proprio possibile), non fanno altro che parte, almeno dal punto di vista di profani della fisica quali noi siamo, della più vasta famiglia dei cosiddetti esperimenti  di cancellazione quantistica a scelta ritardata, la cui prima versione è illustrata in Yoon-Ho Kim, Rong Yu, Sergei P. Kulik, Yanhua Shih, and Marlan O. Scully, A Delayed Choice Quantum Eraser, “Physical Review Letters”, 2000, 3 gennaio; Vol. 84(1), pp. 1-5, PMID: 11015820, https://doi.org/10.1103/PhysRevLett.84.1, articolo da noi scaricato all’URL https://www.researchgate.net/publication/12307552_Delayed_Choice_Quantum_Eraser e poi da noi ricaricato su Internet Archive generando gli URL https://archive.org/details/adelayedchoicequantumeraseryoonhokimr.yus.p.kulikrepubblicanesimogeopoliticomassimomorigi/mode/2up                                                                                  e https://ia803100.us.archive.org/7/items/adelayedchoicequantumeraseryoonhokimr.yus.p.kulikrepubblicanesimogeopoliticomassimomorigi/A%20Delayed%20Choice%20Quantum%20Eraser%2C%20Yoon-Ho%20Kim%2C%20R.%20Yu%2C%20S.P.%20Kulik%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Massimo%20Morigi.pdf. Ma  se si vuole una illustrazione meno ostica per i profani di questo esperimento rispetto a quella datane da coloro che per primi lo hanno realizzato, invece che a Scully e soci può rivolgersi alla solita Wikipedia all’URL  https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_di_cancellazione_quantistica_a_scelta_ritardata (Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200110073252/https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_di_cancellazione_quantistica_a_scelta_ritardata; oppure al suo originale in inglese all’URL https://en.wikipedia.org/wiki/Delayed-choice_quantum_eraser, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20191209234602/https://en.wikipedia.org/wiki/Delayed-choice_quantum_eraser), nel quale articolo viene spiegato che a differenza che nel classico esperimento della doppia fenditura dove le particelle che attraversano le fenditure vengono osservate ininterrottamente prima e dopo questo attraversamento (oppure non osservate né prima né dopo), queste particelle sono osservate solo successivamente il loro attraversamento  e ciò che determina o meno lo schema di interferenza è se questa osservazione successiva sia stata o no effettuata: «Nell’esperimento di base della doppia fenditura, un fascio di luce (di solito un laser) è diretto perpendicolarmente verso una parete forata da due aperture a fessura parallela. Se uno schermo di rilevamento è messo sull’altro lato della parete a doppia fenditura, si osserverà un modello di luce e ombra a frange, un modello che viene chiamato «modello di interferenza». Altri enti su scala atomica come gli elettroni si trovano a mostrare lo stesso comportamento quando vengono sparati verso una doppia fenditura. Diminuendo la luminosità della sorgente in maniera sufficiente, singole particelle che formano la figura di interferenza sono rilevabili. L’emergere di una figura di interferenza suggerisce che ogni particella che passa attraverso le fessure interferisce con se stessa e che quindi, in un certo senso, le particelle stanno attraversando entrambe le fessure nello stesso tempo. Questa è un’idea che contraddice la nostra esperienza quotidiana degli oggetti discreti. Un esperimento mentale ben noto, che ha svolto un ruolo fondamentale nella storia della meccanica quantistica, ha dimostrato che, se i rivelatori di particelle sono posizionati nelle fessure si mostra attraverso quale fenditura un fotone passa, ma in questo caso la figura di interferenza scompare. Questo esperimento illustra il principio di complementarità sul fatto che i fotoni possono comportarsi sia come particelle o come onde, ma non entrambi allo stesso tempo. Tuttavia, realizzazioni tecnicamente possibili di questo esperimento non sono state proposte fino al 1970. Le informazioni sul percorso e la visibilità delle frange di interferenza sono quantitativi complementari. [sic!: nostra traduzione dall’originale in inglese: «L’informazione sul percorso delle particelle  e la visibilità dello schema di interferenza mutualmente si escludono»: senza ulteriori commenti in merito alla già segnalata scarsa qualità delle traduzioni in italiano delle fonti scientifiche in inglese presenti sul Web]. Nell’esperimento della doppia fenditura, seguendo [sic!] con la conoscenza convenzionale, si è ritenuto che osservando le particelle esse vengono disturbate di una misura sufficiente a distruggere la figura di interferenza a causa del principio di indeterminazione di Heisenberg. Tuttavia nel 1982 Scully e Drühl hanno trovato una scappatoia a questa interpretazione. Hanno proposto un “cancellatore quantistico” ideale per ottenere le informazioni del percorso senza disperdere le particelle o comunque con l’introduzione di fattori di fase non controllati da loro. Piuttosto che tentare di osservare quale fotone entrasse in ogni fessura (in questo modo disturbandoli), hanno proposto di “marcarli” con l’informazione che, in linea di principio, permetterebbe ai fotoni di essere distinti dopo il passaggio attraverso le fessure. La previsione teorica è che la figura di interferenza scompare quando i fotoni sono marcati, ma riappare se le informazioni sul percorso vengono ulteriormente manipolate per cancellare le marcature dopo che i fotoni segnalati sono passati attraverso le doppie feritoie. Dal 1982 ulteriori esperimenti, ideali e reali, hanno dimostrato la validità della cosiddetta “cancellazione quantica”.[…] Questo risultato è simile a quello dell’esperimento a doppia fenditura quando l’interferenza [sic!: «il modello di interferenza»] è osservata fino a che non è nota da quale fenditura il fotone è passato, mentre non si osservano interferenze [sic!: «modelli di interferenza»] quando il percorso è noto. Ciò che rende questo esperimento sorprendente è che a differenza dell’esperimento della doppia fenditura classico, la scelta se mantenere o cancellare le informazioni del percorso non compiuto fino a 8 nsec dopo la posizione del fotone, avviene dopo che è già stata effettuata una misura su D0. La rilevazione dei fotoni su D0 non produce direttamente tutte le informazioni sul percorso. Il rilevamento dei fotoni pigri in D3 o D4, che forniscono informazioni sul percorso, significa che nessun modello di interferenza  può essere osservato nel sottoinsieme di fotoni individuati su D0. Allo stesso modo, la rilevazione dei fotoni pigri in D1 o D2, che non forniscono informazioni sul percorso, significa che i modelli di interferenza possono essere osservati nel sottogruppo di fotoni su D0. In altre parole, anche se un fotone pigro non è osservato se non molto tempo dopo che il suo segnale entangled arriva su D0 a causa del percorso ottico più breve, l’interferenza su D0 è determinata dal fatto che il fotone entangled pigro è rilevato in un rivelatore che conserva le informazioni del percorso (D3 o D4), o in un rivelatore che cancella le informazioni sul percorso (D1 o D2). Alcuni hanno interpretato questo risultato in merito alla scelta ritardata sul fatto che se si osservi o meno il percorso del fotone pigro si determina un cambiamento del risultato di un evento passato. La posizione del consenso contemporaneo è che la retrocausalità non è necessaria a spiegare il fenomeno della scelta ritardata. Si noti in particolare che una figura di interferenza può essere estratta solo per l’osservazione dopo che sono stati rilevati i fotoni pigri (cioè in D1 o D2). Il modello complessivo di tutti i fotoni di segnale su D0, di cui gli entangled pigri sono andati su più rivelatori, non mostrerà mai un’interferenza su ciò che accade ai fotoni pigri. Si può avere un’idea di come funziona il processo guardando i grafici di R01, R02, R03 e R04, e osservando che i picchi di R01 in linea con le depressioni di R02 (cioè in presenza di uno sfasamento π tra le due frange di interferenza). R03 mostra un singolo massimo e R04, che è sperimentalmente identico a R03 mostrerà risultati equivalenti. I fotoni entangled, come filtrati con l’aiuto del contatore di coincidenze, sono simulati nelle figure che inviano un’impressione visiva delle prove disponibili dall’esperimento. In D0, la somma di tutti i conteggi correlati non mostreranno interferenze. Se tutti i fotoni che arrivano su D0 dovevano essere tracciati su un grafico, si vedrebbe solo una fascia centrale luminosa.» Infine per chi volesse attingere ad una fonte di assoluta autorevolezza in merito alla retrocausalità invitiamo a consultare la voce Retrocausality in Quantum Mechanics della Stanford Encyclopedia of Philosophy, presso l’URL https://plato.stanford.edu/entries/qm-retrocausality/, pubblicato sul sito dell’Enciclopedia il 3 giugno 2019 (Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20191220131958/https://plato.stanford.edu/entries/qm-retrocausality/), che oltre, per quanto possibile, rifuggire da una trattazione troppo tecnica che renderebbe l’argomento inaccessibile a noi profani, fa pure un excursus storico sul dibattito scientifico sulla retrocausalità, non disdegnando neppure di sfiorarne l’ambito filosofico. Usiamo volontariamente il termine ‘sfiorare’, perché l’impostazione filosofica della voce è di stampo positivista-neopositivista, vi si cita abbondantemente Russell, e di idealismo, storicismo, marxismo, liberalismo, di filosofia della prassi e di dialettica  – per non parlare dell’idea di retrocausalità storica che è la struttura portante delle Tesi di filosofia della storia di Walter Benjamin – nemmeno una parola. Risolvendo noi questa “piccola” pecca affermando che per questo ci siano noi, con ciò volendo dire un po’ più per esteso che il paradigma storicistico olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico si pone il compito, dal punto di vista ontologico-epistemologico, di ribaltare la vecchia ipostatica suddivisione fra natura e cultura non unendo artificialmente i due termini in uno sciocco e meccanico binomio natura-cultura ma rivoluzionando tutta la semantica che i due termini trasmettono, con ciò volendo significare che sia la natura che la cultura non sono altro che l’espressione storicamente definita del paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale, dove però ‘storicità’ significa solo che il paradigma per svolgersi necessita della dimensione temporale (e non solo per svolgersi, per la verità, ma anche assumendo questa storicità come un elemento costitutivo del suo telos dialettico) ma non che questa dimensione temporale  corra  unicamente dal passato verso il futuro, del tutto consapevoli, cioè, che  se si protestasse come articolo di fede questa unidirezionalità del tempo,  ricadremmo vittime di un rigido schematismo causa-effetto che è parente stretto della Weltanschauung che divede natura e cultura, cosa che dal nostro punto di vista non è accettabile perché nelle vicende della cultura e della storia vediamo che comportamenti e decisioni vengono assunti non solo per mantenere inalterato il presente o modificare il futuro ma anche come atti cristallizzatori, restauratori e riparatori verso il passato – culto delle tradizioni, vendette, commemorazioni funebri, fino a giungere all’attività storiografica vera e propria – e perché, conseguentemente, il passato continui ad essere di ispirazione per il presente e per il futuro (ritorniamo a Benjamin e alle sue Tesi di filosofia  della storia nelle quali il Messia viene innanzitutto a salvare chi è stato la vittima del potere nel passato e così dando una speranza di salvezza anche in questo presente), e il Repubblicanesimo Geopolitico proprio perché prassisticamente intende rivoluzionare il dualistico concetto di cultura-natura né intende ricadere in vecchi errori positivistico-neopositivistici (solo per riferirsi a chi, nel Novecento, ha sia ribadito la suddivione cultura-natura e ha sempre ribadito un rigido schematismo causa→effetto, perché lo schematismo della suddivisione cultura-natura, ed anche lo schematismo causa→effetto è, in un certo senso, la maledizione di tutto il pensiero occidentale che non ha saputo sviluppare, ulteriormente dialettizzandolo, lo spunto aristotelico dello ζῷον πολιτικόν e dello ζῷον  λόγον  ἔχων) ma dialettizzare integralmente ed olisticamente tutta la realtà espressiva attribuendo a questa realtà anche le modalità retrocausali della c.d.  cultura (che sì, dal punto di vista di un osservatore legato ed influenzato dalla fisica classica e/o dal positivismo-neopositivismo si è sviluppata storicamente con paradigmi temporali unidirezionali ma che, questa cultura, in ultima analisi, ha sempre aspirato ad agire anche retrospettivamente), non può certo rimanere abbarbicato ad una visione storico-temporale di modello unidirezionale (fatta salva, ovviamente, la solita osservazione, amicus plato sed magis amica veritas, perché come il Repubblicanesimo Geopolitico non è la traduzione filosofico-politica delle nuove frontiere della biologia evoluzionistica non lo è nemmeno della meccanica quantistica, rappresenta, se vogliamo, la loro realistica dialettizzazione nella realtà umana olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale ma una dialettizzazione che precede e non viene al seguito di queste scienze). Al termine di queste considerazioni sulla meccanica quantistica, appare di tutta evidenza che la costruzione di un computer quantistico solleva problematiche che vanno ben al di là delle difficoltà tecniche della sua realizzazione, coinvolgendo una riscrittura della categorie spazio-temporali che pur non  sbarazzandoci della dimensione storica ce ne propongono una nuova dove il senso comune (il senso comune, solo per rimanere nella nostra modernità delle “democrazie” rappresentative, borghese, positivistico e liberaldemocratico ma comprendiamo nella lista anche il senso comune espresso dal defunto Diamat, con tutti i suoi annessi e connessi politico-ideologici) è totalmente soppiantato da una visione della realtà storica totalmente dialettica e dove il percorso del tempo non è più unidirezionale ed è, per di più influenzato in questa bidirezionalità, dalla decisione o meno di compiere un atto osservativo e/o di dialettizzazione prassistica della realtà legante bidirezionalmente in vicendevolmente influenzati definizione e mutamento il soggetto e l’oggetto (per la verità, un primo scardinamento del tempo si era avuta con la teoria della relatività ristretta di Einstein ma mentre in questa le coordinate spazio-temporali erano determinate dal sistema di riferimento dell’osservatore, nella meccanica quantistica è la decisione di osservare e quando osservare che determina l’esito dell’esperimento), ed è quindi qualcosa più di un sospetto che la costruzione di questo computer non sia solo ostacolata dall’effettiva difficoltà di risolvere il problema della decoerenza quantistica cagionata dall’osservazione dei dati in uscita del computer ma anche dalle indubbie ricadute non solo politico-economiche e sociali (già evidenziate in Teoria della distruzione del valore, dove si parla delle numinose capacità  computazionali di questo computer) ma anche valoriali ed ideologico-religiose che  genererebbe  un dispositivo meccanico che avrebbe a che fare con una nuova visione del tempo che può anche andare a ritroso – meccanico sì ma veramente un terribile ircocervo perché per i più molto più affine, a questo punto, ad un atto di magia nera che ad una “solida” visione positivistica della scienza ed anche antitetico  alla  Weltanschauung cosmologica delle attuali religioni positive monoteiste, entrambe convergenti nel dare forma al “naturale” senso comune del flusso unidirezionale del tempo sul quale si modella la consuetudinaria vita sociale ed etica di ogni giorno. E, viste anche queste problematiche non solo tecniche, è forse allora troppo azzardato ipotizzare che, in realtà, gli studi su questo fantastico computer, siano  più avanzati di quanto finora non si è ammesso? Covavamo questo sospetto da molto tempo e, molto recentemente, abbiamo ricevuto anche un piccolo indizio che le cose potrebbero stare in questi termini. Ricapitoliamo velocemente questa vicenda. Nell’agosto del 2019 viene pubblicato sul sito ufficiale  della NASA un articolo, a firma di Eleanor G. Rieffel, intitolato Quantum Supremacy Using a Programmable Superconducting Processor e nel riassunto di presentazione dell’articolo così si afferma: «The tantalizing promise of quantum computers is that certain computational tasks might be executed exponentially faster on a quantum processor than on a classical processor. A fundamental challenge is to build a high-fidelity processor capable of running quantum algorithms in an exponentially large computational space. Here, we report using a processor with programmable superconducting qubits to create quantum states on 53 qubits, occupying a state space 253~1016. Measurements from repeated experiments sample the corresponding probability distribution, which we verify using classical simulations. While our processor takes about 200 seconds to sample one instance of the quantum circuit 1 million times, a state-of-the-art supercomputer would require approximately 10,000 years to perform the equivalent task. This dramatic speedup relative to all known classical algorithms provides an experimental realization of quantum supremacy on a computational task and heralds the advent of a much-anticipated computing paradigm.». Tutto giusto e perfetto (e dischiudente fantastici e lisergici paradisi dominati dalla supercapacità di calcolo di questo supercomputer: 200 secondi per compiere calcoli che il più potente degli attuali computer impiegherebbe 10.000 anni), se vogliamo, ma c’è un piccolo ma e questo piccolo ma consiste nel fatto che l’articolo fu tolto immediatamente dal sito della NASA. Sorge allora un legittimo sospetto: in realtà la Nasa non ha mai pubblicato sul suo sito questo articolo, e questo articolo è in realtà un falso diffuso sul Web su siti originariamente dediti – o poco attenti – alla diffusione di fake news (noi lo abbiamo recuperato da Scribd, non un sito che diffonde false notizie ma una piattaforma commerciale di preservazione digitale ma non sappiamo dei passaggi precedenti all’approdo in Scribd ma delle nostre peripezie per entrare in possesso di questo documento diremo fra breve). Ma contro l’ipotesi ‘fake’ militano tre considerazioni fondamentali.  La prima è che la NASA non ha mai smentito di aver messo in Rete sul suo sito l’articolo, e vista l’importanza dell’argomento, che non può essere rubricato come  la notizia dell’avvistamento da parte dell’Agenzia di un UFO e che quindi non meriterebbe da parte di questa alcun commento vista l’evidente stupidaggine ed irrilevanza della stessa, questo silenzio equivale ad una mezza prova sull’originaria presenza dell’articolo sul sito della Nasa stessa.  La seconda ragione che milita contro l’ipotesi ‘fake’ e che prende lo spunto dalla prima ragione, delinea una scenario un po’ diverso, dove piuttosto che incentrarsi sull’eventuale silenzio della NASA in merito alla messa in rete dell’articolo, preferisce considerare il problema dell’eventuale silenzio NASA in merito alla rimozione dell’articolo dal suo sito, rimozione che, nel caso fosse effettivamente avvenuta, o  causata come nel primo caso, per le conseguenze politico-sociali-tecnologiche dell’articolo, oppure perché, molto più banalmente, l’articolo sarebbe stato giudicato scadente e non sufficientemente all’altezza per gli standard scientifici dell’Agenzia. Noi che abbiamo letto l’articolo in questione, in ragione della nostra più volta ribadita profanità professionale non sappiamo proprio pronunciarci in merito alla qualità scientifica dell’articolo (che comunque sottoponiamo fra poco alla lettura integrale da parte  dei nostri gentili lettori non solo per la nostra acribia sulle fonti e bibliografica ma anche nella speranza che qualcuno più preparato di noi ci possa aiutare nel giudizio) ma la nostra, chiamiamola così, perizia professionale storico-dialettica ci suggerisce che l’articolo non sia stato rimosso perché giudicato scadente. In ogni modo, articolo interessante e valido o articolo scientificamente poco fondato, e quindi silenzio della NASA nell’ambito dei due sopraddetti scenari, equivale in entrambi i casi ad articolo originariamente pubblicato sul sito dell’agenzia. Ma la terza più forte ragione in merito al fatto che l’articolo sia stato pubblicato sul sito della NASA, ed anche avvalorante l’ipotesi che l’articolo sia tutt’altro che scadente, sta nel nome stesso dell’autrice, alla quale sul sito della NASA è dedicata una intera pagina di presentazione dove vi si afferma che essa è «Senior Research Scientist. Lead, Quantum Artificial Intelligence Laboratory (QuAIL) NASA AMES RESEARCH CENTER. Eleanor.rieffel@nasa.gov», che «Eleanor G. Rieffel joined the NASA Advanced Supercomputing (NAS) Division at NASA Ames Research Center in September 2012 to contribute to NASA’s expanding quantum computing effort.», che i suoi interessi di ricerca  «in quantum computing dates back to 1997, when she read early papers and saw the mix of the practical and fundamental, of physics, mathematics, and computer science. Through her research she hopes to catch glimmers as to the elusive source of the power of quantum computation. Her current research interests include adiabatic and measurement-based approaches to quantum computing, and the insights these different approaches give to into both fundamental questions in quantum computation and into algorithmic design. She has long been interested in heuristic quantum algorithms such as quantum annealing, and looks forward to experimenting with them on emerging quantum computing hardware. She is working with various teams at NASA to explore quantum approaches to attacking the many hard computational problems required for NASA’s ambitious missions.» e Il tutto corredato, alla fine della pagina dedicate alla ricercatrice, da una vasta e sontuosa bibliografia della Rieffel nel campo della ricerca sul computer quantico (pagina biografica della NASA dedicata alla Rieffel scaricata  all’URL https://ti.arc.nasa.gov/profile/erieffel/; Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191226080454/https://ti.arc.nasa.gov/profile/erieffel/; inoltre vedere anche pagina di Wikipedia dedicata alla Rieffel: https://en.wikipedia.org/wiki/Eleanor_Rieffel, congelamento Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191226080933/https://en.wikipedia.org/wiki/Eleanor_Rieffel). Ora è del tutto inverosimile che una ricercatrice di tale livello non pronunciasse una parola in merito alla questione, cioè non pronunci una parola se l’articolo sia o no a lei attribuibile e/o se tale articolo sia stato o meno rimosso dal sito della NASA, se la vicenda dell’articolo fosse riconducibile a uno o dalla combinazione dei due sopraddetti ipotetici (ma poco verosimili) scenari. L’articolo e la sua pubblicazione sul sito della NASA (ed anche la sua alta qualità) sono quindi, dal nostro punto di vista storico-dialettico, più dimostrati del teorema di Pitagora stesso ed ora veniamo a rendere brevemente conto di come ne siamo venuti in possesso, anche nella presunzione che questo resoconto sulla nostra ricerca sulle fonti della vicenda costituisca parte della vicenda stessa (ricordiamo che per la filosofia della prassi soggetto ed oggetto sono inestricabilmente legati in rapporto mutualmente autogenerativo, che per molti fisici nella meccanica quantistica vale il principio che l’osservazione cosciente influisce direttamente sul fenomeno osservato e che, per ultimo, la ricerca storiografica, a meno che non lo si voglia degradare positivisticamente a mera e meccanica registrazione, vuole essere anch’essa parte viva di quella storia che si sforza di analizzare). Come già detto, la piattaforma presso la quale, dopo molte ed in parte infruttuose ricerche siamo entrati in possesso di Eleanor G. Rieffel,  Quantum Supremacy Using a Programmable Superconducting Processor è Scribd, URL: https://it.scribd.com/document/427430775/Quantum-Supremacy-Using-a-Programmable-Superconducting-Processor, e dopo il download da questo sito lo abbiamo ricaricato su Internet Archive, generando così gli URL  https://archive.org/details/427430775quantumsupremacyusingaprogrammablesuperconductingprocessor/mode/2up                                                                                                              e https://ia601007.us.archive.org/12/items/427430775quantumsupremacyusingaprogrammablesuperconductingprocessor/427430775-Quantum-Supremacy-Using-a-Programmable-Superconducting-Processor.pdf.  Ma questa è solo la parte finale della nostra acribia di bibliografi internettiani in merito a questo documento (documento che, fra l’altro, proprio alla pagina iniziale contiene un link col seguente URL:   https://ntrs.nasa.gov/search.jsp?R=20190030475%202019-09-14T15:29:28+00:00Z, dove cliccandolo compare una pagina Web dal sito della Nasa che recita: «The URL that you have entered in your browser is incorrect. Please re-enter the URL and try again or start a new NTRS search by clicking here.» e «The link that you clicked on points to a page on this server that no longer exists or has been moved». Cliccando su ‘here’ – venendo così rinviati all’URL https://ntrs.nasa.gov/search.jsp; Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20191226085315/https://ntrs.nasa.gov/search.jsp   –   compare un’altra pagina dal sito della NASA ma dell’articolo nessuna traccia ma, comunque, vista la mezza ammissione della NASA che l’articolo potrebbe essere anche stato rimosso, abbiamo tramite Wayback Machine congelato anche l’ URL https://ntrs.nasa.gov/search.jsp?R=20190030475%202019-09-14T15:29:28+00:00Z dal quale si risale alla pagina della NASA dove c’è la mezza ammissione della rimozione dell’articolo: http://web.archive.org/web/20191226085302/https://ntrs.nasa.gov/search.jsp?R=20190030475%202019-09-14T15:29:28+00:00Z), perché in data 7 ottobre 2019 avevamo caricato di nostra iniziativa su Internet Archive  –  generando così gli URL https://archive.org/details/quantumsupremacyusingaprogrammablesuperconductingprocessormassimomorigieleanorg./mode/2up               e https://ia903109.us.archive.org/22/items/quantumsupremacyusingaprogrammablesuperconductingprocessormassimomorigieleanorg./QUANTUM%20SUPREMACY%20USING%20A%20PROGRAMMABLE%20SUPERCONDUCTING%20PROCESSOR%2C%20MASSIMO%20MORIGI%2C%20ELEANOR%20G.%20RIEFFEL%2C%20%20REPUBBLICANESIMO%20GEOPOLITICO.pdf  –  Massimo Morigi, Commento ed Indicazioni di Bibliografia Internettiana di Massimo Morigi su “Quantum Supremacy Using a Programmable Superconducting Processor”. Materiali di Studio per il Repubblicanesimo Geopolitico, che oltre a contenere un copiaincolla dell’articolo della Rieffer, ma non desunto dal PDF originale dell’articolo pubblicato su Scribd, riportava gli URL dei siti che ospitavano, ma anche in questi non scaricato dal  PDF di Scribd, l’articolo della Rieffer (e quindi riportava anche l’URL dal quale noi avevamo poi svolto il copiaincolla presente in calce di quel nostro breve saggio), assieme alle nostre considerazioni, del tutto analoghe a quelle qui svolte in nota, sul perché in Rete non compariva la versione originale dell’articolo della Rieffer perché probabilmente ritirato dal sito della NASA. Successivamente  al nostro caricamento su Internet Archive di questo  saggio – poche ore dopo, per la verità – siamo  riusciti, come s’è visto, a rintracciare presso Scribd il PDF originale dell’articolo della Rieffer e presso la pagina introduttiva che Internet Archive mette a disposizione per gli upoloader dei documenti, noi, al breve commento di accompagnamento caricato poche ore prima,  aggiungevamo il seguente P.S. , dal quale abbiamo anche desunto l’URL di Scribd e i successivi relativi caricamenti e congelamenti esposti all’inizio del breve sunto di bibliografia internettiana relativo all’articolo della Rieffer (si potrà notare, confrontando col sopra riportato https://archive.org/details/427430775quantumsupremacyusingaprogrammablesuperconductingprocessor/mode/2up, che il caricamento del PDF rinvenuto su Scribd su Internet Archive ha generato successivamente un URL diverso da quello riportato in questo post scriptum. Ciò è dovuto al fatto che Internet Archive  sempre modifica  successivamente gli URL generati all’inizio: ad ogni modo anche attraverso questi URL provvisori è sempre possibile risalire al documento): «P.S. alla breve premessa esplicativa dell’elaborato di cui sopra e al testo contenuto nel file del documento. Pur permanendo tutti i dubbi e i sospetti in merito alle difficoltà (o, meglio, all’impossibilità) da noi inizialmente riscontrata di caricare su Internet Archive un file PDF dell’articolo  Quantum Supremacy Using a Programmable Superconducting Processor, problemi di cui si parla nel presente elaborato qui caricato su Internet Archive (è ovvio che un file ritirato dalla NASA possa avere “comportamenti” non proprio analoghi a file PDF dalla storia più “tranquilla”),  e problemi ai quali si è  data soluzione attraverso un copiaincolla in Word del testo in questione poi tramutato in PDF e qui caricato (all’URL  https://archive.org/details/quantumsupremacyusingaprogrammablesuperconductingprocessormassimomorigieleanorg._201910 è stato caricato direttamente il documento in formato Word), dopo molti sforzi siamo riusciti a scaricare un PDF del documento che è stato possibile caricare su Internet Archive.  L’URL dal quale è avvenuto il download è https://it.scribd.com/document/427430775/Quantum-Supremacy-Using-a-Programmable-Superconducting-Processor. Gli URL Internet Archive  del nostro caricamento del documento PDF Quantum Supremacy Using a Programmable Superconducting Processor                 sono  https://archive.org/details/427430775quantumsupremacyusingaprogrammablesuperconductingprocessor  e https://ia601007.us.archive.org/12/items/427430775quantumsupremacyusingaprogrammablesuperconductingprocessor/427430775-Quantum-Supremacy-Using-a-Programmable-Superconducting-Processor.pdf. Infine abbiamo anche provveduto ad un congelamento del documento caricato su Internet Archive tramite Wayback Machine all’URL https://web.archive.org/web/20191007201103/https://ia601404.us.archive.org/21/items/427430775quantumsupremacyusingaprogrammablesuperconductingprocessor/427430775-Quantum-Supremacy-Using-a-Programmable-Superconducting-Processor.pdf . Massimo Morigi – 7 ottobre 2019.». E attraverso questo resoconto sull’opacità dei percorsi del documento Quantum Supremacy Using a Programmable Superconducting Processor  (tanto per aggiungere a riguardo un’altra criticità: il PDF che abbiamo trovato su Scribd, risulta essere lì stato caricato da un certo Alexandre Couto in data 25 settembre 2019: le nostre ricerche internettiane su questo signore non ci hanno permesso di ricavare dati biografici significativi afferenti a  questo nominativo – abbiamo trovato qualche persona con questo nome ma nessuna di queste è legata in maniera significativa con la  fisica – e così non possiamo fare nemmeno ipotesi di come Alexandre Couto sia venuto in possesso del documento in questione e, al limite, vista l’opacità di questa immissione in Rete, si potrebbe anche dubitare che il PDF che noi abbiamo scaricato da Scribd  e poi caricato su Internet Archive, proprio perché da noi ritenuto il PDF del documento originale, sia veramente il documento originale e non, piuttosto, un  PDF di un falso originale confezionato sulla base dei documenti non PDF presenti in rete, ma tutti recanti lo stesso testo e lo stesso titolo Quantum Supremacy Using a Programmable Superconducting Processor: ma l’ipotesi più probabile è che si tratti del PDF del documento originale o scaricato dal sito della Nasa per iniziativa di Couto prima che la NASA lo ritirasse o, addirittura, immesso sempre da Couto su Scribd, ma non di sua autonoma iniziativa ma su sollecitazione e/o con l’assenso della Rieffel stessa, forse in previsione da parte di quest’ultima di una fugace e non sicura permanenza del documento sul sito della NASA) ed anche delle nostre difficoltà nel tentare di districare questa stessa opacità, non riteniamo ci sia alcunché da aggiungere riguardo a quanto si è già detto non solo sulla portata filosofico-politica che la meccanica quantistica riveste per la filosofia della prassi del Repubblicanesimo Geopolitico ma anche tutte  quelle scienze – in questo scritto ci si è concentrati specialmente sull’epigenetica e sulla sintesi evoluzionistica estesa,  ma si è qui  anche parlato, pur se molto più di scorcio, dei fenomeni descrivibili tramite equazioni non lineari,  mentre non si parlato delle geometrie non euclidee le quali con le precedenti branche del sapere qui trattate condividono verso la propria materia, a ben vedere, un approccio altamente storicistico ed avverso al trascendentalismo kantiano – che, più o meno consapevoli ne siano i diretti cultori,  implicano l’abbandono di qualsiasi legalità meccanico-meccanicistica agente nell’ambito di una congerie di fenomeni il cui unico punto di contatto sarebbe la loro mera esistenza e manifestazione alla sensibilità umana a favore di una visione olistica della realtà, in cui i fenomeni che vi si manifestano non solo sono intrecciati dialetticamente e attraverso questo intreccio dialettico pongono la condizione per l’esistenza della realtà stessa, ma sono interconnessi e vicendevolmente autogenerati entro una dialettica di natura storico-temporale, il che inevitabilmente comporta che l’azione del soggetto sull’oggetto è, in ultima analisi, l’azione responsabile della creazione-analisi di questa totalità e, al tempo stesso, della creazione-analisi del soggetto stesso, che in questa sua azione di creazione-conoscenza non può, né in linea di teoria né in punto d’azione, essere distinto dall’oggetto, ma distinzione solo possibile – ed anche operativamente utile sia dal punto di vista ontologico che da quello epistemologico – solo che questi due momenti, ovviamente, vengano considerati in prospettiva  dialettico-evolutiva storico-temporale – che può essere anche di eoni per i c.d. fenomeni fisici e molto più breve per i c.d. fenomeni umani e storico-sociali – e non meccanicamente congelandoli in un falso eterno e cadavericamente irrigidito presente, salma temporale che è il cimitero ed inferno di tutti i positivismi e di tutti i meccanicismi (non solo quelli materialistici ma anche di quelli spiritualistici, per finire con quelli più bassi di tutti derivanti dagli  idòla fori dell’ideologia liberal-liberista e diritto- umanista, disgustosa e malriuscita sintesi, col suo ridicolo ed antidialettico individualismo metodologico, del peggior materialismo e del peggior spiritualismo…). Seguono     ora      nella

successiva sezione bibliografica internetiana di cui si è detto all’inizio gli URL,  i congelamenti degli stessi e dei relativi documenti ed anche i ricaricamenti della maggior parte di quest’ultimi riguardanti prevalentemente l’epigenetica, la sintesi evoluzionistica estesa e la teoria endosimbiotica.

 

Massimo Morigi – 1° gennaio 2021. P. S. Queste considerazioni e la rassegna bibliografica di documenti qui in calce sono dedicati in concordia discors a Gianfranco La Grassa.

 

 

            Rassegna bibliografica internettiana

 

        Presso l’URL http://www.cybermuse.com/blog/2012/2/13/endosymbiosis-homage-to-lynn-margulis.html, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200112085207/http://www.cybermuse.com/blog/2012/2/13/endosymbiosis-homage-to-lynn-margulis.html, si ha visione del dipinto di Shoshanah Dubiner dedicato a Lynn Margulis e alla sua teoria endosimbiotica,  “endosymbiosis”: homage to Lynn Margulis. Abbiamo scaricato la pagina HTML e la abbiamo caricata su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/shoshanahdubinerendosymbiosishomagetolynnmargulisepigeneticepigeneticsrepubblica                                                                                                                 e https://ia801502.us.archive.org/24/items/shoshanahdubinerendosymbiosishomagetolynnmargulisepigeneticepigeneticsrepubblica/Shoshanah%20Dubiner%20%20endosymbiosis%20%20%20homage%20to%20Lynn%20Margulis%20epigenetic%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.html. Non essendo riusciti con questo caricamento a restituire l’immagine del dipinto, siamo quindi ricorsi ad un copiaincolla del documento dall’URL del download, che è poi stato successivamente caricato su Internet Archive col titolo Materiale iconografico per una teoria del Repubblicanesimo Geopolitico, della sua filosofia della prassi e del paradigma dialettico-espressivo-strategico-conflittuale,  generando gli URL https://archive.org/details/materialeiconograficoperunateoriadelrepubblicanesimogeopoliticodellasuafilosofia/mode/2up                                                                                                         e                                                                                                                     https://ia802803.us.archive.org/5/items/materialeiconograficoperunateoriadelrepubblicanesimogeopoliticodellasuafilosofia/Materiale%20iconografico%20per%20una%20teoria%20del%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20%20della%20sua%20filosofia%20della%20prassi%20e%20del%20paradigma%20dialettico%20espressivo%20strategico%20conflittuale%20Massimo%20Morigi%20Shoshanah%20Dubiner.pdf. La valenza simbolica di “endosymbiosis”: homage to Lynn Margulis, presenta, a nostro giudizio, nonostante le abissali differenze stilistiche e di epoca,  notevoli parallelismi simbolici col dipinto di Giulio Romano i Due amanti. Abbiamo così creato un altro copiaincolla, Materiale iconografico II per una teoria del Repubblicanesimo Geopolitico, della sua filosofia della prassi e del paradigma dialettico-espressivo-strategico-conflittuale, che a differenza del primo copiaincolla contiene, assieme al dipinto della Dubiner, anche i Due amanti di Romano, e lo abbiamo anch’esso caricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/materialeiconograficoiiperunateoriadelrepubblicanesimogeopoliticoedelparadigmadi/mode/2up                                                                                                       e  https://ia802803.us.archive.org/26/items/materialeiconograficoiiperunateoriadelrepubblicanesimogeopoliticoedelparadigmadi/Materiale%20iconografico%20II%20per%20una%20teoria%20del%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20%20e%20del%20paradigma%20dialettico%20espressivo%20strategico%20conflittuale%20Massimo%20Morigi%20Shoshana%20Dubiner%20Giulio%20Romano%20Due%20amanti.pdf. Entrambi i caricamenti dei due copiaincolla sono avvenuti in data 20 gennaio 2020, e danno inizio a questa rassegna bibliografica internettiana sull’epigenetica che si svolge dai documenti più recenti fino a quelli temporalmente più distanti nel tempo.

 

 

 

       Documento senza data. Presso l’URL https://works.bepress.com/lynn_margulis/,  l’University of Massachusetts Amherst ha creato una pagina HTML attraverso la quale si possono scaricare numerosi articoli e lavori in formato PDF in cui Lynn Margulis è autrice unica o in collaborazione, oltre a contributi video relativi sempre alla Margulis. Il congelamento della pagina tramite Webcite ha generato l’URL http://web.archive.org/web/20161206124535/https://works.bepress.com/lynn_margulis/. Non avendo modo di conoscere la data di immissione in Rete dell’URL, la presente nota è stata inserita, come tutti gli URL e documenti di cui non si conosce la data, all’inizio del presente elenco bibliografico che  inizia dai documenti più recenti (e quelli senza data assimilati ai più recenti) fino ai più lontani temporalmente. I diversi documenti  in formato PDF recuperati tramite la suddetta pagina HTML e che però recano una indicazione temporale definita, saranno ovviamente ordinati come tutti gli altri documenti non recuperati tramite la già detta pagina HTML, cioè ad iniziare dai più recenti fino ai più remoti temporalmente.

 

       Documento senza data. Athel Cornish-Bowden, María Luz Cárdenas, Life before LUCA (senza data di redazione, senza data di immissione in Rete, senza rivista di pubblicazione perchè immesso direttamente in Rete e nota in prima pagina che recita: «This paper is dedicated to the memory of Lynn Sagan (Margulis), and especially of her paper “On the origin of mitosing cells”.». Comunicazione scaricata dall’URL http://bip.cnrs-mrs.fr/bip10/LUCA.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20190704220220/http://bip.cnrs-mrs.fr/bip10/LUCA.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/athelcornishbowdenmarialuzcardenaslifebeforelucaepigeneticaepigeneticslynnsaganm/mode/2up  e                                                                                                                                    https://ia802806.us.archive.org/35/items/athelcornishbowdenmarialuzcardenaslifebeforelucaepigeneticaepigeneticslynnsaganm/Athel%20Cornish%20Bowden%20%20%20Mar%C3%ADa%20Luz%20C%C3%A1rdenas%20%20Life%20before%20LUCA%20epigenetica%20epigenetics%20Lynn%20Sagan%20Margulis%20%20Repubblicanesimo%20Geopoliltico%20Massimo%20Morigi%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa%20neomarxismo.pdf.

 

 

       Documento senza data. The Endosymbiotic Hypotesis: buon sito divulgativo presso WordPress  dedicato alla teoria endosimbiotica di Lynn Margulis (non abbiamo notizie significative sugli autori del sito), con tutte le sue pagine da noi congelate tramite Wayback Machine: https://endosymbiotichypothesis.wordpress.com/, http://web.archive.org/web/20200112075535/https://endosymbiotichypothesis.wordpress.com/; https://endosymbiotichypothesis.wordpress.com/evidence-for-the-endosymbiotic-hypothesis/,

http://web.archive.org/web/20200112080647/https://endosymbiotichypothesis.wordpress.com/evidence-for-the-endosymbiotic-hypothesis/;  https://endosymbiotichypothesis.wordpress.com/history-the-formation-of-the-endosymbiotic-hypothesis/, http://web.archive.org/web/20200112075513/https://endosymbiotichypothesis.wordpress.com/history-the-formation-of-the%20-endosymbiotic-hypothesis/;

https://endosymbiotichypothesis.wordpress.com/primary-versus-secondary-endosymbiosis/, http://web.archive.org/web/20200112080701/https://endosymbiotichypothesis.wordpress.com/primary-versus-secondary-endosymbiosis/; https://endosymbiotichypothesis.wordpress.com/sources/, http://web.archive.org/web/20200112080701/https://endosymbiotichypothesis.wordpress.com/sources/.

 

       Cthulhu (From Wikipedia, the free encyclopedia: page  last edited on 21 May 2020). All’URL https://en.wikipedia.org/wiki/Cthulhu, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200521200939/https://en.wikipedia.org/wiki/Cthulhu.

 

       Presso gli  l’URL  https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/brv.12453, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200421162741/https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/brv.12453 e https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1111/brv.12453, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200421163127/https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1111/brv.12453, abbiamo scaricato Etienne Danchin, Arnaud Pocheville, Olivier Rey,  Benoit Pujol,  Simon Blanchet, Epigenetically facilitated mutational assimilation: epigenetics as a hub within the inclusive evolutionary synthesis, “Biological Reviews”, Vol. 94(1), 2019, pp. 259-282, https://doi.org/10.1111/brv.12453. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/epigenetically-facilitated-mutational-assimilation-epigenetics-as-a-hub-etienne-/mode/2up                                                                                                       e https://ia801409.us.archive.org/2/items/epigenetically-facilitated-mutational-assimilation-epigenetics-as-a-hub-etienne-/Epigenetically%20facilitated%20mutational%20assimilation%20epigenetics%20as%20a%20hub%20%20%20Etienne%20Danchin%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf.

 

 

       Viola Carofalo, Cyborg arrugginiti e animali potenti. Donna Haraway alla ricerca di un mito per l’antropocene, “Scienza & Filosofia”, N° 21, 2019, pp. 32-49. Articolo scaricato presso l’URL della versione online della rivista http://www.scienzaefilosofia.com/2019/06/29/cyborg-arrugginiti-e-animali-potenti-donna-haraway-alla-ricerca-di-un-mito-per-lantropocene/, Wayback Machine http://web.archive.org/web/20200112105433/http://www.scienzaefilosofia.com/2019/06/29/cyborg-arrugginiti-e-animali-potenti-donna-haraway-alla-ricerca-di-un-mito-per-lantropocene/, e accedendo attraverso un link all’interno della pagina stessa all’articolo in formato PDF, raggiunto tramite un URL sempre appartenente al sito della rivista: http://www.scienzaefilosofia.com/wp-content/uploads/2019/07/21-04-CAROFALO.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200211085221/http://www.scienzaefilosofia.com/wp-content/uploads/2019/07/21-04-CAROFALO.pdf. Scaricato l’articolo in formato PDF e ricaricatolo su Internet Archive, si sono generati gli URL

https://archive.org/details/violacarofalocyborgarrugginitieanimalipotentiepigeneticaepigeneticsteoriaendosim/mode/2up                                                                                                            e                                                                                                                                 

https://ia902809.us.archive.org/11/items/violacarofalocyborgarrugginitieanimalipotentiepigeneticaepigeneticsteoriaendosim/Viola%20Carofalo%20Cyborg%20arrugginiti%20e%20animali%20potenti%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20%20Donna%20Haraway%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

 

 

       Etienne Danchin, Arnaud Pocheville, Olivier Rey,  Benoit Pujol,  Simon Blanchet,  Epigenetically facilitated mutational assimilation: epigenetics as a hub within the inclusive evolutionary synthesis, “Biological Reviews”, Vol. 94(1), February 2019, pp. 259-282, https://doi.org/10.1111/brv.12453. Articolo scaricato da https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1111/brv.12453, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200131073057/https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1111/brv.12453. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/etiennedanchinepigeneticallyfacilitatedmutationalassimilationepigeneticsepigenet/mode/2up e                                                                                                                                                https://ia802801.us.archive.org/33/items/etiennedanchinepigeneticallyfacilitatedmutationalassimilationepigeneticsepigenet/Etienne%20Danchin%20%20Epigenetically%20facilitated%20mutational%20assimilation%20epigenetics%20epigenetica%20teoria%20endosimbiotica%20%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

       Ambra Lulli, Manifesto Cyborg. Ieri e oggi (recensione), “Philosophy Kitchen. Rivista di Filosofia Contemporanea”, Dicembre 2018. Articolo pubblicato all’URL della rivista di filosofia online di cui sopra http://philosophykitchen.com/2018/12/manifesto-cyborg-ieri-e-oggi/, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200112110227/http://philosophykitchen.com/2018/12/manifesto-cyborg-ieri-e-oggi/.  Ricaricata la pagina HTML su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/ambralullimanifestocyborgepigeneticaepigeneticsttranshumanismteoriaendosimbiotic                                                                                                                       e                                                                                                                                                          https://ia802801.us.archive.org/25/items/ambralullimanifestocyborgepigeneticaepigeneticsttranshumanismteoriaendosimbiotic/Ambra%20Lulli%20%20Manifesto%20Cyborg%20%20epigenetica%20epigenetics%20t%20transhumanism%20%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblianesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo%20Cyborg%20Manifesto%20Donna%20Haraway.html. Avendo dato questo caricamento risultati del tutto deludenti, siamo così ricorsi ad un copiaincolla della pagina su foglio Word, tramutato in PDF e caricato quindi sempre su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/ambralullimanifestocyborgepigeneticaepigeneticstranshumanismtransumanismorepubbl/mode/2up                                                                                               e                                                                                                                                 https://ia802809.us.archive.org/0/items/ambralullimanifestocyborgepigeneticaepigeneticstranshumanismtransumanismorepubbl/Ambra%20Lulli%20%20Manifesto%20Cyborg%20%20epigenetica%20epigenetics%20%20transhumanism%20%20transumanismo%20Repubblianesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo%20Cyborg%20Manifesto%20Donna%20Haraway%20Manifesto%20Harawat.pdf.

 

       Kathleen E. Feyh, A Survey of Materialism in Thought and Communication, in Oxford Research Encyclopedia of Communication, December 2018, https://doi.org/10.1093/acrefore/9780190228613.013.554. Documento scaricato da https://www.academia.edu/38046481/A_Survey_of_Materialism_in_Thought_and_Communication?email_work_card=view-paper, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200914060526/https://www.academia.edu/38046481/A_Survey_of_Materialism_in_Thought_and_Communication?email_work_card=view-paper, ma congelamento fallito. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/a-survey-of-materialism-in-thought-and-kathleen-e-feyh-massimo-morigi/mode/2up e https://ia801501.us.archive.org/29/items/a-survey-of-materialism-in-thought-and-kathleen-e-feyh-massimo-morigi/A%20Survey%20of%20Materialism%20in%20Thought%20and%2C%20Kathleen%20E%20Feyh%20%2C%20%20Massimo%20Morigi.pdf.

 

       Alexis De Tiège, Stefaan Blancke, Johan Braeckman, The modern versus extended evolutionary synthesis  –  Sketch of an intragenomic gene’s eye view for the evolutionary-genetic underpinning of epigenetic and developmental evolution, “Life Science Press”, Vol. 2(1),  December 2018, pp. 70-78, https://doi.org/10.1007/s40656-017-0174-x. Articolo scaricato da
https://www.researchgate.net/publication/330281681_The_modern_versus_extended_evolutionary_synthesis_-_Sketch_of_an_intra-genomic_gene’s_eye_view_for_the_evolutionary-genetic_underpinning_of_epigenetic_and_developmental_evolution, Wayback Machine: https://www.researchgate.net/publication/330281681_The_modern_versus_extended_evolutionary_synthesis_-_Sketch_of_an_intra-genomic_gene’s_eye_view_for_the_evolutionary-genetic_underpinning_of_epigenetic_and_developmental_evolution. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/alexisdetiegestefaanblanckejohanbraeckmanthemodernversusextendedevolutionarysynt/mode/2up  e                                                                                                                                 https://ia802803.us.archive.org/29/items/alexisdetiegestefaanblanckejohanbraeckmanthemodernversusextendedevolutionarysynt/Alexis%20De%20Ti%C3%A8ge%20Stefaan%20Blancke%20Johan%20Braeckman%2C%20The%20modern%20versus%20extended%20evolutionary%20synthesis%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

        Alejandro Fábregas‑Tejeda, Francisco Vergara‑Silva, The emerging structure of the Extended Evolutionary Synthesis: where does Evo‑Devo fit in?, “Theory in Biosciences”, Vol. 137(2), August 2018, pp. 169-184, https://doi.org/10.1007/s12064-018-0269-2. Articolo scaricato da https://philpapers.org/archive/FBRTES.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20190426135412/https://philpapers.org/archive/FBRTES.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/alejandrofabregastejedafranciscovergarasilvatheemergingstructureoftheextendedevo/mode/2up    e                                                                                                                                       https://ia802801.us.archive.org/4/items/alejandrofabregastejedafranciscovergarasilvatheemergingstructureoftheextendedevo/Alejandro%20F%C3%A1bregas%20Tejeda%20Francisco%20Vergara%20Silva%20The%20emerging%20structure%20of%20the%20Extended%20Evolutionary%20Synthesis%20%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

       Eva Jablonka, The Evolutionary Implications of Epigenetic Inheritance, “Interface Focus”, N° 7, 18 August 2017, https://doi.org/10.1098/rsfs.2016.0135. Articolo all’URL http://extendedevolutionarysynthesis.com/wp/wp-content/uploads/2017/09/Jablonka-E_Interface-Focus_2017.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190514184450/http://extendedevolutionarysynthesis.com/wp/wp-content/uploads/2017/09/Jablonka-E_Interface-Focus_2017.pdf. Download dell’articolo e caricamento presso Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/jablonkaeinterfacefocus2017/mode/2up       e                                                   https://ia803105.us.archive.org/3/items/jablonkaeinterfacefocus2017/Jablonka-E_Interface-Focus_2017.pdf. Documento anche all’URL https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5566804/pdf/rsfs20160135.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506061958/https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5566804/pdf/rsfs20160135.pdf. Caricamento del file dall’ultimo URL su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkateoriaendosimbioticaepigeneticasintesievoluzionisticaestesarepubblica/mode/2up  e                                                                                                                                            https://ia802804.us.archive.org/9/items/evajablonkateoriaendosimbioticaepigeneticasintesievoluzionisticaestesarepubblica/Eva%20Jablonka%20teoria%20endosimbiotica%20epigenetica%20%20%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa%20Repubblicanesmo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf. Inoltre, tramite il succitato DOI: https://doi.org/10.1098/rsfs.2016.0135, abbiamo raggiunto l’URL https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rsfs.2016.0135. Congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200510062932/https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rsfs.2016.0135.

 

       Pierrick Bourrat, Qiaoying  Lu, Eva Jablonka, Why the missing heritability might not be in the DNA, “BioEssays”, Vol.  39, June 2017. Articolo scaricato da http://pierrickbourrat.com/wp-content/uploads/Bourrat_et_al-2017-BioEssays.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20190523004302/http://pierrickbourrat.com/wp-content/uploads/Bourrat_et_al-2017-BioEssays.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/pierrickbourratqiaoyingluevajablonkawhythemissingheritabilitymightnotbeinthednae/mode/2up   e                                                                                                                                    https://ia802809.us.archive.org/12/items/pierrickbourratqiaoyingluevajablonkawhythemissingheritabilitymightnotbeinthednae/Pierrick%20Bourrat%20%20Qiaoying%20%20Lu%20%20Eva%20Jablonka%20%20Why%20the%20missing%20heritability%20might%20not%20be%20in%20the%20DNA%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

       Fredric M. Menger, Molecular Lamarckism: On the Evolution of Human Intelligence, “World Futures. The Journal of new Paradigm Research”, Vol. 73(2), 26 May 2017, pp. 89-103, https://doi.org/10.1080/02604027.2017.1319669. Articolo scaricato da https://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/02604027.2017.1319669?needAccess=true, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200131081336/https://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/02604027.2017.1319669?needAccess=true&. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/fredricmmengermolecularlamarckismontheevolutionofhumanintelligenceepigeneticaepi/mode/2up  e                                                                                                                                    https://ia802808.us.archive.org/1/items/fredricmmengermolecularlamarckismontheevolutionofhumanintelligenceepigeneticaepi/Fredric%20M%20Menger%20%20Molecular%20Lamarckism%20On%20the%20Evolution%20of%20Human%20Intelligence%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

 

 

       Sophie Lewis, Cthulhu plays no role for me, “Wiewpoint Magazine”, 8 May 2017. Articolo pubblicato all’URL della rivista di filosofia online di cui sopra https://www.viewpointmag.com/2017/05/08/cthulhu-plays-no-role-for-me/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200112105102/https://www.viewpointmag.com/2017/05/08/cthulhu-plays-no-role-for-me/. Attraverso un link all’interno della pagina HTML raggiunta tramite il succitato URL, si rinvia ad un’altra pagina HTML dell’articolo: https://www.printfriendly.com/p/g/gNid9P, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200211080510/https://www.printfriendly.com/p/g/gNid9P, la quale, a sua volta ci rinvia ad un formato PDF dell’articolo. Lo abbiamo scaricato e poi ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/sophielewiscthulhuplaysnoroleformestayingwiththetroubleepigeneticaepigeneticsteo/mode/2up                                                                                                         e                                                                                                                                        

https://ia902800.us.archive.org/35/items/sophielewiscthulhuplaysnoroleformestayingwiththetroubleepigeneticaepigeneticsteo/Sophie%20Lewis%20%20Cthulhu%20plays%20no%20role%20for%20me%20Staying%20with%20the%20Trouble%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20%20Donna%20Haraway%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

 

       Alyssa Battistoni, Monstruous, Duplicated, Potent. On Donna Haraway, “Half-Life”, N° 24, Spring 2017. L’articolo è visionabile e scaricabile all’URL https://nplusonemag.com/issue-28/reviews/monstrous-duplicated-potent./, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200112103446/https://nplusonemag.com/issue-28/reviews/monstrous-duplicated-potent./. Ricaricata la pagina HTML su Internet Archive, si sono generati gli URL

https://archive.org/details/alyssabattistonimonstruousduplicatedpotentondonnaharawayepigeneticaepigeneticstr                                                                                                                       e                                                                                                                                                         

https://ia802802.us.archive.org/9/items/alyssabattistonimonstruousduplicatedpotentondonnaharawayepigeneticaepigeneticstr/Alyssa%20Battistoni%20%20Monstruous%20%20Duplicated%20Potent%20%20On%20Donna%20Haraway%20epigenetica%20epigenetics%20transumanismo%20%20femiminismo%20feminism%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.html. Pur avendo dato il caricamento della pagina HTML su Internet Archive buoni risultati, siamo anche ricorsi ad un copiaincolla della pagina su foglio Word, tramutato in PDF e caricato quindi sempre su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/alyssabattistonimonstruousduplicatedpotentondonnaharawayepigeneticaepigeneticstr_202002/mode/2up                                                                                         e                                                                                                                          

https://ia802804.us.archive.org/21/items/alyssabattistonimonstruousduplicatedpotentondonnaharawayepigeneticaepigeneticstr_202002/Alyssa%20Battistoni%20%20Monstruous%20%20Duplicated%20Potent%20%20On%20Donna%20Haraway%20epigenetica%20epigenetics%20transumanismo%20%20femiminismo%20feminism%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20%20neomarxismo.pdf.

 

 

 

 

 

 

       Zohar Ziv Bronfman, Simona Ginsburg, Eva Jablonka, The Transition to Minimal Consciousness through the Evolution of Associative Learning, “Frontiers in Psychology”, Vol. 7 (Article 1954), 22 December 2016, https://doi.org/10.3389/fpsyg.2016.01954. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/312279430_The_Transition_to_Minimal_Consciousness_through_the_Evolution_of_Associative_Learning/links/587a4a3308ae9a860fe8913e/The-Transition-to-Minimal-Consciousness-through-the-Evolution-of-Associative-Learning.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200123095848/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/312279430_The_Transition_to_Minimal_Consciousness_through_the_Evolution_of_Associative_Learning/links/587a4a3308ae9a860fe8913e/The-Transition-to-Minimal-Consciousness-through-the-Evolution-of-Associative-Learning.pdf (cliccando sul DOI si viene rinviati sul sito di “Frontiers in Psychology” e alla pagina che riporta anch’essa alla versione completa dell’articolo. L’URL così raggiunto è https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyg.2016.01954/full, congelamento tramite Wayback Machine di URL e documento: http://web.archive.org/web/20200506063340/https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyg.2016.01954/full). Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/zoharzivbronfmansimonaginsburgevajablonkathetransitiontominimalconsciousnessthro/mode/2up  e                                                                                                                  https://ia802804.us.archive.org/14/items/zoharzivbronfmansimonaginsburgevajablonkathetransitiontominimalconsciousnessthro/Zohar%20Ziv%20Bronfman%20%20%20Simona%20Ginsburg%20%20Eva%20Jablonka%20%20The%20Transition%20to%20Minimal%20Consciousness%20through%20the%20Evolution%20of%20Associative%20Learning%20epignetica%20epigenetics%20%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf.

 

       Matt Thompson, Staying with the Trouble: Making Kin in the Chthulucene (review), “Savage Minds. Notes and Queries in Antropology”, 18 November 2016. Articolo pubblicato all’URL della rivista di filosofia online di cui sopra

https://savageminds.org/2016/11/18/staying-with-the-trouble-making-kin-in-the-chthulucene-review/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200112104253/https://savageminds.org/2016/11/18/staying-with-the-trouble-making-kin-in-the-chthulucene-review/ . Ricaricata la pagina HTML su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/mattthompsonstayingwiththetroublemakingkininthechthuluceneepigeneticaepigenetics                                                                                                                             e                                                                                                                                                        https://ia802801.us.archive.org/7/items/mattthompsonstayingwiththetroublemakingkininthechthuluceneepigeneticaepigenetics/Matt%20Thompson%20Staying%20with%20the%20Trouble%20Making%20Kin%20in%20the%20Chthulucene%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20%20Donna%20Haraway%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.html. Avendo dato il caricamento della pagina HTML su Internet Archive risultati non soddisfacenti, siamo anche ricorsi ad un copiaincolla della pagina su foglio Word, tramutato in PDF e caricato quindi sempre su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/mattthompsonstayingwiththetroublemakingkininthechthuluceneepigeneticaepigenetics_202002/mode/2up                                                                                              e                                                                                                                         https://ia802800.us.archive.org/11/items/mattthompsonstayingwiththetroublemakingkininthechthuluceneepigeneticaepigenetics_202002/Matt%20Thompson%20Staying%20with%20the%20Trouble%20Making%20Kin%20in%20the%20Chthulucene%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20%20Donna%20Haraway%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

       McKenzie Wark, Chthulucene, Capitalocene, Anthropocene, “Theory & Practice”, 8 September 2016. All’URL http://publicseminar.org/2016/09/chthulu/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200521195532/http://publicseminar.org/2016/09/chthulu/.

 

Donna Jeanne Haraway, Tentacular Thinking: Anthropocene, Capitalocene, Chthulucene, “Journal #75”, September 2016. All’URL https://www.e-flux.com/journal/75/67125/tentacular-thinking-anthropocene-capitalocene-chthulucene/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200521194505/https://www.e-flux.com/journal/75/67125/tentacular-thinking-anthropocene-capitalocene-chthulucene/. In calce alla pagina si legge la seguente scritta:  «This text is an edited extract from chapter 2, “Tentacular Thinking: Anthropocene, Capitalocene, Chthulucene,” in Donna J. Haraway, Staying with the Trouble: Making Kin in the Chthulucene, Duke University Press, 2016. Copyright, 2016, Duke University Press. All rights reserved. Republished by permission of the copyright holder. www.dukeupress.edu».

 

       Ilaria Negri, Eva Jablonka, Editorial: Epigenetics as a Deep Intimate Dialogue between Host and Symbionts, “Frontiers in Genetics”, Vol. 7, 9 February 2016,  https://doi.org/10.3389/fgene.2016.00007. Articolo scaricabile all’URL https://www.researchgate.net/profile/Ilaria_Negri/publication/293636521_Editorial_Epigenetics_as_a_Deep_Intimate_Dialogue_between_Host_and_Symbionts/links/56cdc7f108ae059e375331a8/Editorial-Epigenetics-as-a-Deep-Intimate-Dialogue-between-Host-and-Symbionts.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191016063506/https://www.researchgate.net/publication/293636521_Editorial_Epigenetics_as_a_Deep_Intimate_Dialogue_between_Host_and_Symbionts. Dopo download, ricaricamento presso Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/epigeneticsasadeepintimatedialoguebetweenhostandsymbiontsilarianegrievajablonka/mode/2up   e                                                                                                                                        https://ia801000.us.archive.org/30/items/epigeneticsasadeepintimatedialoguebetweenhostandsymbiontsilarianegrievajablonka/Epigenetics%20as%20a%20Deep%20Intimate%20Dialogue%20between%20Host%20and%20Symbionts%20-%20Ilaria%20Negri%20-%20Eva%20Jablonka.pdf. Articolo anche presso https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fgene.2016.00007/full, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20180602094022/https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fgene.2016.00007/full. Altro URL dal quale si può scaricare l’articolo: https://pdfs.semanticscholar.org/8502/97f816c544be9b0782af9eca1a2878a2d6ef.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200124091759/https://pdfs.semanticscholar.org/8502/97f816c544be9b0782af9eca1a2878a2d6ef.pdf/. Cliccando sul succitato DOI:  https://doi.org/10.3389/fgene.2016.00007, si viene rinviati all’original URL https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fgene.2016.00007/full. Congelamento dell’ URL e del testo del documento tramite  Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506080237/https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fgene.2016.00007/full.

 

       Donna Jeanne Haraway, Staying with the Trouble. Making Kin in the Chthulucene, Durham (N.C.), Duke University Press, 2016. URL  presso il quale è possibile prenderne visione      e scaricarlo: https://edisciplinas.usp.br/pluginfile.php/4374763/mod_resource/content/0/Haraway-Staying%20with%20the%20Trouble_%20Making%20Kin%20in%20the%20Chthulucene.pdf;  Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190930132847/https://edisciplinas.usp.br/pluginfile.php/4374763/mod_resource/content/0/Haraway-Staying%20with%20the%20Trouble_%20Making%20Kin%20in%20the%20Chthulucene.pdf  e, infine, gli URL del  nostro caricamento su Internet Archive del documento in questione: https://archive.org/details/donnaj.harawaystayingwiththetroublemakingkininthechthulucene/mode/2up                                                                                                                                            e

https://ia803104.us.archive.org/4/items/donnaj.harawaystayingwiththetroublemakingkininthechthulucene/Donna%20J.%20Haraway-Staying%20with%20the%20Trouble_%20Making%20Kin%20in%20the%20Chthulucene.pdf. Questo ultimo caricamento su Internet Archive è stato in seguito annullato dalla piattaforma per ipotetica violazione delle clausole d’uso della stessa relativa ai diritti proprietari del file. Questa ipotetica violazione è stata segnalata, come si può leggere da https://archive.org/details/donnaj.harawaystayingwiththetroublemakingkininthechthulucene/mode/2up,  con la seguente scritta: «This item is no longer available. Items may be taken down for various reasons, including by decision of the uploader or due to a violation of our Terms of Use.». Rimane comunque accessibile il congelamento documentario tramite la Wayback Machine sempre di Internet Archive.

 

       Kevin N. Laland, Tobias Uller, Marcus W. Feldman, Kim Sterelny, Gerd B. Müller, Armin Moczek, Eva Jablonka, John Odling-Smee, The extended evolutionary synthesis: its structure, assumptions and predictions,  “Proceedings of the  Royal Society B”, Received: 3 May 2015, N° 282,  Accepted: 9 July 2015, published: 22 August 2015,  https:// doi.org/10.1098/rspb.2015.1019. Articolo scaricato da https://royalsocietypublishing.org/doi/pdf/10.1098/rspb.2015.1019, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20191027043246/https://royalsocietypublishing.org/doi/pdf/10.1098/rspb.2015.1019. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/kevinnlalandtobiasullermarcuswfeldmantheextendedevolutionarysynthesisepigenetics/mode/2up    e                                                                                                                                     https://ia802806.us.archive.org/21/items/kevinnlalandtobiasullermarcuswfeldmantheextendedevolutionarysynthesisepigenetics/Kevin%20N%20%20Laland%20%20%20Tobias%20Uller%20%20Marcus%20W%20%20Feldman%20%20%20%20The%20extended%20evolutionary%20synthesis%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

       Giuseppe Fusco,  For a new dialogue between theoretical and empirical studies in evo-devo, “Frontiers in  Ecology and  Evolutions”, 21 August 2015,  https://doi.org/10.3389/fevo.2015.00097Articolo raggiunto tramite https://www.researchgate.net/publication/283184352_For_a_new_dialogue_between_theoretical_and_empirical_studies_in_evo-devo  ma che nel suo formato PDF raggiungibile tramite l’URL di cui sopra  è sprovvisto di  URL, per cui non può essere impiegata Wayback Machine. Dopo download, ricaricamento dell’articolo presso Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/giuseppefuscoforanewdialoguebetweentheoreticalandempiricalstudiesinevodevoepigen/mode/2up  e                                                                                                                                       https://ia802808.us.archive.org/18/items/giuseppefuscoforanewdialoguebetweentheoreticalandempiricalstudiesinevodevoepigen/Giuseppe%20Fusco%20For%20a%20new%20dialogue%20between%20theoretical%20and%20empirical%20studies%20in%20evo-devo%20%20epigenetics%20%20%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf. Una pagina HTML dell’articolo è raggiungibile anche presso l’URL https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fevo.2015.00097/full, congelamento della stesso con Wayback Machine generando l’URL http://web.archive.org/web/20200131210439/https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fevo.2015.00097/full. Tramite il succitato DOI: https://doi.org/10.3389/fevo.2015.00097, raggiungimento dell’ URL https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fevo.2015.00097/full e del relativo documento: congelamento tramite  Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506064350/https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fevo.2015.00097/full.

 

       Presso https://environmentalhumanities.org/arch/vol6/6.7.pdf, Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20200112105720/https://environmentalhumanities.org/arch/vol6/6.7.pdf, abbiamo scaricato Donna Haraway, Anthropocene, Capitalocene, Plantationocene, Chthulucene: Making Kin (commentary), “Environmental Humanities”, Vol. 6, 2015, pp. 159-165. Ricaricato su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/donnaharawayanthropocenecapitaloceneplantationocenechthulucenemakingkincommentar/mode/2up                                                                                            e                                                                                                                           

https://ia802802.us.archive.org/28/items/donnaharawayanthropocenecapitaloceneplantationocenechthulucenemakingkincommentar/Donna%20Haraway%20%20Anthropocene%20%20Capitalocene%20%20Plantationocene%20Chthulucene%20%20Making%20Kin%20commentary%20%20%20tranhumanism%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20%20neomarxismo%20filosofia%20della%20prassi%20%20epigenetics.pdf. Si tratta di un capitolo di Donna Jeanne Haraway, Staying with the Trouble. Making Kin in the Chthulucene, Durham (N.C.), Duke University Press, 2016, documento da noi già congelato nella presente rassegna bibliografica internettiana.

 

 

       Max Gladstone, The Ghostbusters are an Antidote to Lovecraft’s Dismal Worldview, “TOR.COM. Science fiction. Fantasy. The universe. And related subjects”, 11 September  2014. All’URL  https://www.tor.com/2014/09/11/ghostbusting-lovecraft/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200521202403/https://www.tor.com/2014/09/11/ghostbusting-lovecraft/. Documento apparso originariamente all’URL https://www.maxgladstone.com/2014/09/ghostbusting-lovecraft/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200529064218/https://www.maxgladstone.com/2014/09/ghostbusting-lovecraft/, screenshot: https://web.archive.org/web/20200529064228/http://web.archive.org/screenshot/https://www.maxgladstone.com/2014/09/ghostbusting-lovecraft/.

 

 

 

 

       Zohar Z. Bronfman, Simona Ginsburg,  Eva Jablonka, Shaping the learning curve: epigenetic dynamics in neural plasticity, “Frontiers  in Integrative  Neuroscience”, Vol. 8, 7 July 2014, https://doi.org/10.3389/fnint.2014.00055. Articolo scaricato all’URL http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.783.3618&rep=rep1&type=pdf, Wayback Machine : http://web.archive.org/web/20200506070147/http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.783.3618&rep=rep1&type=pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL  https://archive.org/details/zoharzbronfmansimonaginsburgevajablonkashapingthelearningcurveepigeneticaepigene/mode/2up   e                                                                                                                                 https://ia802806.us.archive.org/11/items/zoharzbronfmansimonaginsburgevajablonkashapingthelearningcurveepigeneticaepigene/Zohar%20Z%20%20Bronfman%20%20Simona%20Ginsburg%20%20%20Eva%20Jablonka%20%20Shaping%20the%20learning%20curve%20epigenetica%20epigenetica%20epigenetics%20%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo.pdf. Tramite il succitato DOI: https://doi.org/10.3389/fnint.2014.00055,  raggiungimento dell’ URL https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnint.2014.00055/full e del relativo documento: congelamento tramite  Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506070152/https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnint.2014.00055/full.

 

       Denis Noble, Eva Jablonka,  Michael J. Joyner, Gerd B. Müller, Stig W. Omholt, Evolution evolves: Physiology returns to centre stage, “The Journal of Physiology, Vol. 592(11), June 2014, https://doi.org/10.1113/jphysiol.2014.273151. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Gerd_Mueller/publication/262773527_Evolution_evolves_Physiology_returns_to_centre_stage/links/5a83d6b9a6fdcc6f3eb2ac4c/Evolution-evolves-Physiology-returns-to-centre-stage.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200119091844/https://www.researchgate.net/profile/Gerd_Mueller/publication/262773527_Evolution_evolves_Physiology_returns_to_centre_stage/links/5a83d6b9a6fdcc6f3eb2ac4c/Evolution-evolves-Physiology-returns-to-centre-stage.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/denisnobleevajablonkaevolutionevolvesphysiologyreturnstocentrestageepigenticaepi/mode/2up  e                                                                                                                                          https://ia802807.us.archive.org/15/items/denisnobleevajablonkaevolutionevolvesphysiologyreturnstocentrestageepigenticaepi/Denis%20Noble%20%20Eva%20Jablonka%20%20Evolution%20evolves%20Physiology%20returns%20to%20centre%20stage%20epigentica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20neo-marxismo%20neo%20marxismo%20neo%20marxis.pdf. Tramite il succitato DOI: https://doi.org/10.1113/jphysiol.2014.273151, abbiamo raggiunto l’URL https://physoc.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1113/jphysiol.2014.273151: congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506081317/https://physoc.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1113/jphysiol.2014.273151.

 

 

 

 

       Claes Andersson, Anton Törnberg, Petter Törnberg, An Evolutionary Developmental Approach to Cultural Evolution, “Current Anthropology”, Vol. 55(2),  April 2014, https://www.jstor.org/stable/10.1086/675692. Scaricato da https://www.academia.edu/37557046/An_Evolutionary_Developmental_Approach_to_Cultural_Evolution, Wayback Machine:  impossibilità della Wayback Machine di operare su questo URL. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/claesanderssonantontornbergpettertornberganevolutionarydevelopmentalapproachtocu/mode/2up  e                                                                                                                                 https://ia802800.us.archive.org/27/items/claesanderssonantontornbergpettertornberganevolutionarydevelopmentalapproachtocu/Claes%20Andersson%20%20Anton%20T%C3%B6rnberg%20%20Petter%20T%C3%B6rnberg%20%20An%20Evolutionary%20Developmental%20Approach%20toCultural%20Evolution%20epigenetics%20epigenetica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

       Moshe Szyf, Lamarck revisited: epigenetic inheritance of ancestral odor fear conditioning,  “Nature Neuroscience, Vol. 17(2-4), January 2014, https://doi.org/10.1038/nn.3603: articolo che parla del fenomeno dei topi che riescono a tramettere attraverso le generazioni, ma non per via culturale,  l’avversione verso stimoli che preannunciano situazioni di dolore fisico. Articolo scaricato da Academia.edu, URL https://www.academia.edu/6484497/Lamarck_revisited_epigenetic_inheritance_of_ancestral_odor_fear_conditioning, e poi da noi ricaricato su Internet Archive generando gli URL  https://archive.org/details/lamarckrevisitedepigeneticinheritance/mode/2up                              e                                     https://ia801008.us.archive.org/24/items/lamarckrevisitedepigeneticinheritance/Lamarck_revisited_epigenetic_inheritance.pdf.

 

       Arnaud Pocheville, Inheritance is where physiology meets evolution, “The Journal of Physiology”, Vol. 592(11), 1 January 2014, pp. 2307-2317. All’URL https://www.academia.edu/7447796/Inheritance_is_where_physiology_meets_evolution?email_work_card=view-paper, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200914064843/https://www.academia.edu/7447796/Inheritance_is_where_physiology_meets_evolution?email_work_card=view-paper, congelamento  fallito. Caricamento del documento su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/danchin-inheritance-is-where-physiology-meets-evolution-filosofia-della-prassi-e/mode/2up e https://ia801501.us.archive.org/32/items/danchin-inheritance-is-where-physiology-meets-evolution-filosofia-della-prassi-e/Danchin%2C%20Inheritance%20is%20where%20physiology%20meets%20evolution%2C%20Filosofia%20della%20prassi%2C%20Epigenetica%2C%20Neomarxismo%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Massimo%20Morigi.pdf.

 

       Brian G. Dias, Kerry J. Ressler, Parental olfactory experience influences behavior and neural structure in subsequent generations, “Nature Neuroscience”, Vol. 17(1), December 2013, https://doi.org/10.1038/nn.3594: articolo che tratta sempre lo stesso argomento di Moshe Szyf, Lamarck revisited: epigenetic inheritance of ancestral odor fear conditioning della trasmissione nei topi per via epigenetica di informazioni in cui è esclusa, per l’iniziale separazione della prole dai genitori, la via culturale. Articolo inizialmente consultato su ResearchGate all’URL https://www.researchgate.net/publication/259109859_Parental_olfactory_experience_influences_behavior_and_neural_structure_in_subsequent_generations, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200522083905/https://www.researchgate.net/publication/259109859_Parental_olfactory_experience_influences_behavior_and_neural_structure_in_subsequent_generations,   ma che, per difficoltà di download, abbiamo preferito scaricare da altro sito, all’URL  https://www.aaronkrasner.com/wp-content/uploads/2014/02/Olfactory-Historical-Grief.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200522084136/https://www.aaronkrasner.com/wp-content/uploads/2014/02/Olfactory-Historical-Grief.pdf,  per poi effettuare il successivo upload su Internet  Archive, generando gli URL  https://archive.org/details/olfactoryhistoricalgrief/mode/2up                                                                     e  https://ia801007.us.archive.org/16/items/olfactoryhistoricalgrief/Olfactory-Historical-Grief.pdf.

 

       Ali B. Rodgers, Christopher P. Morgan, Stefanie L. Bronson, Sonia Revello, Tracy L. Bale, Paternal Stress Exposure Alters Sperm MicroRNA Content and Reprograms Offspring HPA Stress Axis Regulation, “The Journal of Neuroscience”, Vol. 33(21), 22 May 2013, pp. 9003–9012. Articolo all’URL https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3712504/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191015150730/https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3712504/https://doi.org/10.1523/JNEUROSCI.0914-13.2013. Attraverso la pagina incontrata attraverso l’URL di cui sopra, è possibile anche accedere ad un formato PDF, venendo così rinviati all’URL https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3712504/pdf/zns9003.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200114160202/https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3712504/pdf/zns9003.pdf. L’articolo è anche scaricabile presso l’URL https://pdfs.semanticscholar.org/7d3e/042e5c196dc9b050a2f7a7619fa6fc6b24f1.pdf?_ga=2.171240928.1380457842.1571065521-369721173.1568987673, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191015151704/https://pdfs.semanticscholar.org/7d3e/042e5c196dc9b050a2f7a7619fa6fc6b24f1.pdf?_ga=2.171240928.1380457842.1571065521-369721173.1568987673. Download del documento dall’ultimo   URL qui indicato e caricamento del documento presso Internet Archive, generando così gli URL https://archive.org/details/paternalstressexposurealtersspermmicrornacontent/mode/2up     e                https://ia903106.us.archive.org/14/items/paternalstressexposurealtersspermmicrornacontent/Paternal%20Stress%20Exposure%20Alters%20Sperm%20MicroRNA%20Content.pdf.

 

       Ueli Grossniklaus, William G. Kelly, Anne C. Ferguson-Smith, Marcus Pembrey, Susan Lindquist, Transgenerational epigenetic inheritance: How important is it?, “Nature Reviews Genetics”, February 2013, Vol. 14(3), pp. 228–235, https://doi.org/10.1038/nrg3435. Articolo all’URL https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4066847/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191015150117/https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4066847/. Al primo URL indicato è possible anche accedere ad un formato PDF, venendo così rinviati all’URL https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4066847/pdf/nihms-599422.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200114151909/https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4066847/pdf/nihms-599422.pdf. Presso  https://www.researchgate.net/publication/235649085_Transgenerational_epigenetic_inheritance_How_important_is_it di ResearchGate è pure possibile scaricare il documento, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200522141847/https://www.researchgate.net/publication/235649085_Transgenerational_epigenetic_inheritance_How_important_is_it. Scaricato presso questo URL il documento, abbiamo provveduto al suo upload presso Internet Archive, generando così gli URL https://archive.org/details/transgenerationalepigeneticinheritancehowimportantisitquestionmark/mode/2up  e                                                                                                                                                                https://ia803101.us.archive.org/19/items/transgenerationalepigeneticinheritancehowimportantisitquestionmark/Transgenerational%20epigenetic%20inheritance%20How%20important%20is%20it%20question%20mark.pdf.

 

       Alex Mesoudi, Simon Blanchet,  Anne Charmantier,  Étienne Danchin,  Laurel Fogarty,  Eva Jablonka,  Kevin N. Laland,  Thomas J. H. Morgan,  Gerd B. Müller, F. John Odling-Smee,  Benoît Pujol, Is Non-genetic Inheritance Just a Proximate Mechanism? A Corroboration of the Extended Evolutionary Synthesis (Received: 10 December 2012 / Accepted: 29 January 2013), “Biological Theory”, 13 February 2013, http://dx.doi.org/10.1007/s13752-013-0091-5. Scaricato da https://www.academia.edu/3600079/Is_Non-genetic_Inheritance_Just_a_Proximate_Mechanism_A_Corroboration_of_the_Extended_Evolutionary_Synthesis, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200119100706/https://www.academia.edu/3600079/Is_Non-genetic_Inheritance_Just_a_Proximate_Mechanism_A_Corroboration_of_the_Extended_Evolutionary_Synthesis: ma impossibilità della Wayback Machine di operare su questo URL  non riproducendo testo dell’articolo. Documento caricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/alexmesoudievajablonkaisnongeneticinheritancejustaproximatemechanismmassimomorig/mode/2up   e                                                                                                              https://ia802801.us.archive.org/35/items/alexmesoudievajablonkaisnongeneticinheritancejustaproximatemechanismmassimomorig/Alex%20Mesoudi%20Eva%20Jablonka%20Is%20Non%20genetic%20Inheritance%20Just%20a%20Proximate%20Mechanism%20%20Massimo%20Morigi%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo.pdf. Inoltre articolo scaricabile anche presso https://synergy.st-andrews.ac.uk/lalandlab/files/2015/08/Publication193.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200119102551/https://synergy.st-andrews.ac.uk/lalandlab/files/2015/08/Publication193.pdf. Infine, tramite il succitato DOI http://dx.doi.org/10.1007/s13752-013-0091-5, raggiunto l’URL https://link.springer.com/article/10.1007/s13752-013-0091-5. Congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506083400/https://link.springer.com/article/10.1007/s13752-013-0091-5.

 

       Ricardo Guerrero, Lynn Margulis, Mercedes Berlanga, Symbiogenesis: the holobiont as a unit of evolution, “International Microbiology”, Vol. 16, 2013, pp. 133-143,   http://dx.doi.org/10.2436/20.1501.01.188  ISSN 1139-6709. Documento scaricato da  http://revistes.iec.cat/index.php/IM/article/viewFile/74108/73862, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20141020053450/http://revistes.iec.cat/index.php/IM/article/viewFile/74108/73862. Caricamento su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/symbiogenesistheholobiontasaunitofevolutionmargulisetal/mode/2up         e https://ia801004.us.archive.org/5/items/symbiogenesistheholobiontasaunitofevolutionmargulisetal/Symbiogenesis%20%20the%20holobiont%20as%20a%20unit%20of%20evolution%20-%20Margulis%20et%20al.pdf. Documento scaricabile anche da https://pdfs.semanticscholar.org/ca2d/a45168757a73cbd8256c9fba0dbb938abe8c.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200219160652/https://pdfs.semanticscholar.org/ca2d/a45168757a73cbd8256c9fba0dbb938abe8c.pdf.

 

       “Boxer dell’Agro di Spazzavento” (allevamento di Deutscher boxer e sito Internet), Un po’ di storia: Lustig von Dom, 30 ottobre 2012 (nella pagina HTML che pubblica il documento di cui sopra si legge la seguente manchette: «Pubblico l’articolo “La storia di Lustig” scritto dal dr.Tomaso Bosi sul n° 18/1977 della rivista BOXER del B.C.I. L’autore ci racconta il suo primo incontro con Frau Stockmann e soprattutto ci rende partecipi della storia di Lustig von Dom narrata con tono dolce e commosso dalla più grande allevatrice di Boxer di tutti i tempi. »). Articolo scaricato da http://www.boxerdispazzavento.it/content.php?type=blog&articolo=179; Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200121095818/http://www.boxerdispazzavento.it/content.php?type=blog&articolo=179. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/boxerdellagrodispazzaventounpodistorialustigvondomtomasobosi e https://ia902800.us.archive.org/32/items/boxerdellagrodispazzaventounpodistorialustigvondomtomasobosi/Boxer%20dell%20Agro%20di%20Spazzavento%20%20Un%20po%20di%20storia%20Lustig%20von%20Dom%20Tomaso%20Bosi.html. Non avendo dato il caricamento della pagina HTML su Internet Archive soddisfacenti risultati, siamo ricorsi ad un copiaincolla della pagina su foglio Word, tramuto in PDF e caricato quindi sempre su Internet Archive, generando gli URL

https://archive.org/details/boxerdellagrodispazzaventounpodistorialustigvondomtomasobosilastoriadilustig/mode/2up                                                                                                               e                                                                                                                                        

https://ia902807.us.archive.org/21/items/boxerdellagrodispazzaventounpodistorialustigvondomtomasobosilastoriadilustig/Boxer%20dell%20Agro%20di%20Spazzavento%20%20Un%20po%20di%20storia%20Lustig%20von%20Dom%20Tomaso%20Bosi%20%20La%20storia%20di%20Lustig.pdf.  Si lascia alla sagacia dell’attento lettore comprendere la ragione di questo “bizzarro” inserimento bibliografico (e ve ne sono anche alcuni altri, la cui interpretazione è sempre lasciata all’indubbio acume di chi ha avuto la pazienza di seguirci fin qui) E, inoltre, sempre sull’argomento: http://www.boxerdispazzavento.it/content.php?type=blog&articolo=109, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200217164524/http://www.boxerdispazzavento.it/content.php?type=blog&articolo=109http://boxerdelsudsalento.it/2016/05/21/trentanni-di-dialoghi-dott-bosi/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200217155003/http://boxerdelsudsalento.it/2016/05/21/trentanni-di-dialoghi-dott-bosi/ e http://www.wpbc.co.za/history.html, Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20201223074101/http://www.wpbc.co.za/history.html.

 

       Eva Jablonka, Epigenetic Variations in Heredity and Evolution, “Clinical Pharmacology & Therapeutics”, Vol. 92(6), October 2012, https://doi.org/10.1038/clpt.2012.158. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/232277604_Epigenetic_Variations_in_Heredity_and_Evolution/links/0deec515af772d9c51000000.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200122085832/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/232277604_Epigenetic_Variations_in_Heredity_and_Evolution/links/0deec515af772d9c51000000.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkaepigeneticvariationsinheredityandevolutionepigeneticaepigeneticsrepub/mode/2up  e                                                                                                                                          https://ia802800.us.archive.org/8/items/evajablonkaepigeneticvariationsinheredityandevolutionepigeneticaepigeneticsrepub/Eva%20Jablonka%20%20Epigenetic%20Variations%20in%20Heredity%20and%20Evolution%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Geopolitical%20Republicanism%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

       Eva Jablonka, Simona Ginsburg, Daniel Dor, The co-evolution of language and emotions, “Philosophical Transactions of The Royal Society B Biological Sciences”, Vol. 367(1599),  August 2012, pp. 2152-2159, https://doi.org/10.1098/rstb.2012.0117. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Daniel_Dor/publication/228067280_The_co-evolution_of_language_and_emotions/links/00463530cce9dc7259000000.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200119104827/https://www.researchgate.net/profile/Daniel_Dor/publication/228067280_The_co-evolution_of_language_and_emotions/links/00463530cce9dc7259000000.pdf. Caricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkasimonaginsburgdanieldorepigeneticarepubblicanesimogeopoliticomassimom/mode/2up e                                                                                                                                  https://ia802807.us.archive.org/21/items/evajablonkasimonaginsburgdanieldorepigeneticarepubblicanesimogeopoliticomassimom/Eva%20Jablonka%20%20Simona%20Ginsburg%20%20Daniel%20Dor%20epigenetica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20neo-marxismo%20neo%20marxismo%20The%20co-evolution%20of%20language%20and%20emotions.pdf. Tramite il succitato DOI: https://doi.org/10.1098/rstb.2012.0117, abbiamo raggiunto l’URL https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rstb.2012.0117. Congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200506123805/https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rstb.2012.0117.

 

       Eva Jablonka, Ehud Lamm, Commentary: The epigenotype  – a dynamic network view of development, “International Journal of Epidemiology”, Vol. 41(1), February 2012, pp. 16-20,  https://doi.org/10.1093/ije/dyr185  Articolo scaricato da https://pdfs.semanticscholar.org/ede9/ff82d6ba421f370682a17f36602bc1eb584f.pdf?_ga=2.257659016.20994297.1580505520-1163832075.1579693989, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200417063140/https://pdfs.semanticscholar.org/ede9/ff82d6ba421f370682a17f36602bc1eb584f.pdf?_ga=2.257659016.20994297.1580505520-1163832075.1579693989. Ricaricato su internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/ehudlammevajablonkacommentarytheepigenotypeadynamicnetworkviewofdevelopmentepige_202001/mode/2up   e                                                                                                            https://ia802803.us.archive.org/2/items/ehudlammevajablonkacommentarytheepigenotypeadynamicnetworkviewofdevelopmentepige_202001/Ehud%20Lamm%20%20Eva%20Jablonka%20%20Commentary%20The%20epigenotype%20%20%20%20a%20dynamic%20network%20view%20of%20development%20%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo%20Massimo%20Morigi%20marxismo.pdf. Un originale del documento (da https://pdfs.semanticscholar.org/ede9/ff82d6ba421f370682a17f36602bc1eb584f.pdf?_ga=2.257659016.20994297.1580505520-1163832075.1579693989 è stata scaricata una copia dattiloscritta del documento) è scaricabile presso https://watermark.silverchair.com/dyr185.pdf?token=AQECAHi208BE49Ooan9kkhW_Ercy7Dm3ZL_9Cf3qfKAc485ysgAAAlMwggJPBgkqhkiG9w0BBwagggJAMIICPAIBADCCAjUGCSqGSIb3DQEHATAeBglghkgBZQMEAS4wEQQMSqjkstz45T9DMmytAgEQgIICBlfgDr88SmyWel2z7Z380_d_J_NMHYLOKpRIv838h9aTbFRkARRRGuWnfmrq4cply35zZ-9haNZ8XoDUEfSofjXcZutWnUE-u7hmpy7W1NNIbLChy3GqwPY6LXkk0Xfo4EbLv3gIZw010uQ6vCPSLOj6DIljcKdMINrz9UuQKSqUgbE_arUibFGI5tpdfZRsTsfed4Lmn83OOFEbNjF8DcrWnn2SW2o2PDD7iKRbXcpgLJoDYRURhADDjtzTPpb7y5sD0PvzA2HuiJBDudFI7XIGQ67JZLmeSk9PmP1kwmcWth0TBh_pCrmfu4rqXaFlSukwaj0LEsmT-qraCfrjuHzNqx502YwQi-1LoYbRtGpg75dA_DWuDGVYq-tVgTaAg9Bf_MUerR6t46D6BGhrKbfD3eU4KYoG0Vof7J69WvQgqOUchQViltwix3FU7r5lsA4ZHTwNOpnIPpxyh0JeXstMz5yjHDX7ZTf_Yx4LSKZ5pvPlW05wnHfCByq1CAxY70vDTNFivALojvGNTc9oVvcoJ8I4hyfurD99lP83jq7AEhzdjSYZ2Tz2VIfXwkvWy2_XiCtIyIW23dOdOdyNMRaplTFLZyueGQVz1nlo6qN0C6p023aCoi1rHBtt1J7lym4_qBAQ_GC9tqQ3am-jWZSQuwzYxUD5__oM_itIdLuJZQ-1ThLy, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200131211720/https://watermark.silverchair.com/dyr185.pdf?token=AQECAHi208BE49Ooan9kkhW_Ercy7Dm3ZL_9Cf3qfKAc485ysgAAAlMwggJPBgkqhkiG9w0BBwagggJAMIICPAIBADCCAjUGCSqGSIb3DQEHATAeBglghkgBZQMEAS4wEQQMSqjkstz45T9DMmytAgEQgIICBlfgDr88SmyWel2z7Z380_d_J_NMHYLOKpRIv838h9aTbFRkARRRGuWnfmrq4cply35zZ-9haNZ8XoDUEfSofjXcZutWnUE-u7hmpy7W1NNIbLChy3GqwPY6LXkk0Xfo4EbLv3gIZw010uQ6vCPSLOj6DIljcKdMINrz9UuQKSqUgbE_arUibFGI5tpdfZRsTsfed4Lmn83OOFEbNjF8DcrWnn2SW2o2PDD7iKRbXcpgLJoDYRURhADDjtzTPpb7y5sD0PvzA2HuiJBDudFI7XIGQ67JZLmeSk9PmP1kwmcWth0TBh_pCrmfu4rqXaFlSukwaj0LEsmT-qraCfrjuHzNqx502YwQi-1LoYbRtGpg75dA_DWuDGVYq-tVgTaAg9Bf_MUerR6t46D6BGhrKbfD3eU4KYoG0Vof7J69WvQgqOUchQViltwix3FU7r5lsA4ZHTwNOpnIPpxyh0JeXstMz5yjHDX7ZTf_Yx4LSKZ5pvPlW05wnHfCByq1CAxY70vDTNFivALojvGNTc9oVvcoJ8I4hyfurD99lP83jq7AEhzdjSYZ2Tz2VIfXwkvWy2_XiCtIyIW23dOdOdyNMRaplTFLZyueGQVz1nlo6qN0C6p023aCoi1rHBtt1J7lym4_qBAQ_GC9tqQ3am-jWZSQuwzYxUD5__oM_itIdLuJZQ-1ThLy. Ricaricato il file ottenuto dallo scaricamento presso quest’ultimo URL  presso Internet Archive  si sono generati gli URL https://archive.org/details/evajablonkacommentarytheepigenotypeadynamicnetworkviewofdevelopmentepigeneticaep/mode/2up e                                                                                                                          https://ia802808.us.archive.org/31/items/evajablonkacommentarytheepigenotypeadynamicnetworkviewofdevelopmentepigeneticaep/Eva%20Jablonka%20Commentary%20%20The%20epigenotype%20a%20dynamic%20network%20view%20of%20development%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20paradigma%20dialettico%20espressivo%20strategico%20conflittuale.pdf. Inoltre, tramite il succitato DOI: https://doi.org/10.1093/ije/dyr185, abbiamo raggiunto l’URL https://academic.oup.com/ije/article/41/1/16/648042. Congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506124505/https://academic.oup.com/ije/article/41/1/16/648042.

 

 

 

 

       Eva Jablonka, Epigenetic inheritance and plasticity: The responsive germline, “Progress in Biophysics and Molecular Biology”,  2012, pp. 1-9, http://dx.doi.org/10.1016/j.pbiomolbio.2012.08.014. Articolo raggiunto presso l’URL di Academia.edu https://www.academia.edu/33012543/Epigenetic_inheritance_and_plasticity_The_responsive_germline. Ricaricato  su Internet Archive, generando gli URL    https://archive.org/details/evajablonkaepigeneticinheritanceandplasticitytheresponsivegermlineepigeneticaepi/mode/2up    e                                                                                                                                         https://ia802807.us.archive.org/22/items/evajablonkaepigeneticinheritanceandplasticitytheresponsivegermlineepigeneticaepi/Eva%20Jablonka%20%20Epigenetic%20inheritance%20and%20plasticity%20The%20responsive%20germline%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

Snait B. Gissis,  Eva Jablonka (eds.), Transformations of Lamarckism. From Subtle Fluids to Molecular Biology,  Cambridge (Massachusetts),  London (England), The Mitt Press, 2011. Documento (libro) scaricato da https://teoriaevolutiva.files.wordpress.com/2014/02/gissis-s-b-y-jablonka-e-eds-transformations-of-lamarckism.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191016132225/https://teoriaevolutiva.files.wordpress.com/2014/02/gissis-s-b-y-jablonka-e-eds-transformations-of-lamarckism.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL  https://archive.org/details/gissis-s-b-y-jablonka-e-eds-transformations-of-lamarckism/mode/2up e https://ia903100.us.archive.org/16/items/gissis-s-b-y-jablonka-e-eds-transformations-of-lamarckism/gissis-s-b-y-jablonka-e-eds-transformations-of-lamarckism.pdf.

 

  1. Shea, I Pen, T. Uller, Three epigenetic information channels and their different roles in evolution, “Journal of Evolutionary Biology”, Vol. 24(6), June 2011, pp. 1178–1187, https://doi.org/10.1111/j.1420-9101.2011.02235.x. Scaricato da https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3116147/pdf/jeb0024-1178.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200131083728/https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3116147/pdf/jeb0024-1178.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/nsheaipentullerthreeepigeneticinformationchannelsandtheirdifferentrolesinevoluti/mode/2up   e                                                                                                                                          https://ia802805.us.archive.org/6/items/nsheaipentullerthreeepigeneticinformationchannelsandtheirdifferentrolesinevoluti/N%20Shea%20%20I%20Pen%20%20T%20%20Uller%20%20Three%20epigenetic%20information%20channels%20and%20their%20different%20roles%20in%20evolution%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf. Inoltre, tramite il succitato DOI: https://doi.org/10.1111/j.1420-9101.2011.02235.x, abbiamo raggiunto l’URL https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1420-9101.2011.02235.x. Congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine: https://web.archive.org/save/https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1420-9101.2011.02235.x.

 

 

 

       Presso l’ URL  https://works.bepress.com/lynn_margulis/10, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506125840/https://works.bepress.com/lynn_margulis/10/: impossibilità della Wayback Machine di congelare  direttamente  il documento tramite l’ URL https://works.bepress.com/lynn_margulis/, cfr. infra seconda nota della presente bibliografia internettiana, abbiamo scaricato Lynn Margulis, Symbiogenesis. A New Principle of Evolution Rediscovery of Boris Mikhaylovich Kozo-Polyansky (1890–1957),  “Paleontological Journal”,  Vol. 44(12), December 2010, pp. 1525-1539  (la  prima pagina del  documento PDF dell’originale dell’articolo da noi scaricato reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the Selected Works of Lynn Margulis (1938 – 2011)’), https://doi.org/10.1134/S0031030110120087. Ricaricato quindi l’articolo su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/lynnmargulissymbiogenesisanewprincipleofevolutionrediscoveryofborismikhaylovichk_202002/mode/2up e                                                                                                                       https://ia802803.us.archive.org/25/items/lynnmargulissymbiogenesisanewprincipleofevolutionrediscoveryofborismikhaylovichk/Lynn%20Margulis%20Symbiogenesis%20%20A%20New%20Principle%20of%20Evolution%20%20Rediscovery%20of%20Boris%20Mikhaylovich%20Kozo-Polyansky%20%201890%201957%20epigenetica%20%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi.pdf.

                                                                                                     

       Simona Ginsburg, Eva Jablonka,   The evolution of associative learning: A factor in the Cambrian explosion, “Journal of Theoretical Biology”, Vol. 266(1), 15 June 2010, pp. 11-20, https://doi.org/10.1016/j.jtbi.2010.06.017. Articolo scaricato all’URL https://www.academia.edu/33012531/The_evolution_of_associative_learning_A_factor_in_the_Cambrian_explosion, Wayback Machine: impossibilità della Wayback Machine di operare su questo URL. Ricaricato  su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/simonaginsburgevajablonkatheevolutionofassociativelearningafactorinthecambrianex/mode/2up    e                                                                                                                                       https://ia802800.us.archive.org/5/items/simonaginsburgevajablonkatheevolutionofassociativelearningafactorinthecambrianex/Simona%20Ginsburg%20%20%20%20Eva%20Jablonka%20%20%20%20The%20evolution%20of%20associative%20learning%20%20A%20factor%20in%20the%20Cambrian%20explosion%20epigenetica%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

      Omri Tal, Eva Kisdi, Eva Jablonka, Epigenetic Contribution to Covariance Between Relatives, “Genetics”, Vol. 184(4), April 2010,  pp. 1037-1050, https://doi.org/10.1534/genetics.109.112466. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/41139255_Epigenetic_Contribution_to_Covariance_Between_Relatives/links/0c96052e254b76d382000000/Epigenetic-Contribution-to-Covariance-Between-Relatives.pdf, Wayback Machine:  https://web.archive.org/web/20200119073846/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/41139255_Epigenetic_Contribution_to_Covariance_Between_Relatives/links/0c96052e254b76d382000000/Epigenetic-Contribution-to-Covariance-Between-Relatives.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL  https://archive.org/details/omritalevakisdievajablonkaepigeneticcontributiontocovariancebetweenrelativesepig/mode/2up       e                                                                                                                                    https://ia902800.us.archive.org/7/items/omritalevakisdievajablonkaepigeneticcontributiontocovariancebetweenrelativesepig/Omri%20Tal%20Eva%20Kisdi%20Eva%20Jablonka%20Epigenetic%20Contribution%20to%20Covariance%20Between%20Relatives%20epigenetica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo%20Massimo%20Morigi.pdf. Anche presso https://www.genetics.org/content/genetics/184/4/1037.full.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200418070155/https://www.genetics.org/content/genetics/184/4/1037.full.pdf. Inoltre, tramite il succitato DOI: https://doi.org/10.1534/genetics.109.112466, abbiamo raggiunto l’ URL https://www.genetics.org/content/184/4/1037. Congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine:    http://web.archive.org/web/20200506130947/https://www.genetics.org/content/184/4/1037.         

 

      Presso l’URL https://www.researchgate.net/publication/41760759_Spirochete_Attachment_Ultrastructure_Implications_for_the_Origin_and_Evolution_of_Cilia, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200419063538/https://www.researchgate.net/publication/41760759_Spirochete_Attachment_Ultrastructure_Implications_for_the_Origin_and_Evolution_of_Cilia,  abbiamo scaricato   Andrew M. Wier, Luciano Sacchi, M.F. Dolan, Claudio Bandi, James Macallister, Spirochete Attachment Ultrastructure: Implications for the Origin and Evolution of Cilia, “Biological Bulletin”, Vol. 218(1), February 2010, pp. 25-35. Ricaricato l’articolo su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/andrewm.wierlynnmargulisspirocheteattachmentultrastructuresintesievoluzionistica/mode/2up                                                                                                              e https://ia902808.us.archive.org/24/items/andrewm.wierlynnmargulisspirocheteattachmentultrastructuresintesievoluzionistica/Andrew%20M.%20Wier%20Lynn%20Margulis%20%20%20%20%20Spirochete%20Attachment%20Ultrastructure%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa%20epigenetica%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf. Inoltre, un altro nostro caricamento presso Internet Archive dello stesso file ha generato gli URL https://archive.org/details/andrewm.wierlynnmargulisspirocheteattachmentultrastructuresintesievoluzionistica_202002/mode/2up  e                                                                                                                  https://ia802806.us.archive.org/21/items/andrewm.wierlynnmargulisspirocheteattachmentultrastructuresintesievoluzionistica_202002/Andrew%20M.%20Wier%20Lynn%20Margulis%20%20%20%20%20Spirochete%20Attachment%20Ultrastructure%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa%20epigenetica%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

       Eva Jablonka,  Maria L.  Johansson,  Mikaela Rohdin, Achievement as a Matter of Choice? , conference paper, January 2010, Conference:  “The Seventh Swedish Mathematics Education Research Seminar, January 2010. Documento scaricato all’URL https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka3/publication/259602709_Achievement_as_a_Matter_of_Choice/links/0deec52cdd146b452a000000/Achievement-as-a-Matter-of-Choice.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200124092400/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka3/publication/259602709_Achievement_as_a_Matter_of_Choice/links/0deec52cdd146b452a000000/Achievement-as-a-Matter-of-Choice.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkamarialjohanssonmikaelarohdinachievementasamatterofchoiceepigeneticaep/mode/2up  e                                                                                                                                 https://ia802802.us.archive.org/0/items/evajablonkamarialjohanssonmikaelarohdinachievementasamatterofchoiceepigeneticaep/Eva%20Jablonka%20%20%20Maria%20L%20%20%20Johansson%20%20%20Mikaela%20Rohdin%20%20Achievement%20as%20a%20Matter%20of%20Choice%20epigenetica%20epigenetics%20lamarckismo%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo.pdf.

 

       Daniel Dor, Eva Jablonka, Plasticity and canalization in the evolution of linguistic communication: An evolutionary developmental approach, Cambridge University Press, January 2010, pp. 135-147,  https://doi.org/10.1017/CBO9780511817755.010. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/265527075_Plasticity_and_canalization_in_the_evolution_of_linguistic_communication_An_evolutionary_developmental_approach/links/54d574e60cf2464758079fc6/Plasticity-and-canalization-in-the-evolution-of-linguistic-communication-An-evolutionary-developmental-approach.pdf, Wayback Machine https://web.archive.org/web/20200122152402/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/265527075_Plasticity_and_canalization_in_the_evolution_of_linguistic_communication_An_evolutionary_developmental_approach/links/54d574e60cf2464758079fc6/Plasticity-and-canalization-in-the-evolution-of-linguistic-communication-An-evolutionary-developmental-approach.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/danieldorevajablonkaplasticityandcanalizationintheevolutionoflinguisticcommunica/mode/2up  e                                                                                                                     https://ia902802.us.archive.org/27/items/danieldorevajablonkaplasticityandcanalizationintheevolutionoflinguisticcommunica/Daniel%20Dor%20%20Eva%20Jablonka%20%20Plasticity%20and%20canalization%20in%20the%20evolution%20of%20linguistic%20communication%20%20An%20evolutionary%20developmental%20approach%20epigenetica%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi.pdf.

 

      Simona Ginsburg, Eva Jablonka, Experiencing: A Jamesian ApproachProbabilmente caricato direttamente in Rete senza previa pubblicazione su rivista e dall’URL c’è forse indicazione o sulla data di composizione dell’articolo o della sua immissione in Rete: https://www.openu.ac.il/personal_sites/download/simona-ginsburg/Experiencing-A-Jamesian-Approach2010.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20161219060508/http://www.openu.ac.il/personal_sites/download/simona-ginsburg/Experiencing-A-Jamesian-Approach2010.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/simonaginsburgevajablonkaexperiencingajamesianapproachepigeneticaepigeneticsrepu/mode/2up   e                                                                                                                                  https://ia802800.us.archive.org/26/items/simonaginsburgevajablonkaexperiencingajamesianapproachepigeneticaepigeneticsrepu/Simona%20Ginsburg%20%20%20Eva%20Jablonka%20Experiencing%20%20A%20Jamesian%20Approach%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

      Simona Ginsburg, Eva Jablonka, Epigenetic learning in non-neural organisms, “Journal of Bioscience”, Vol. 34(4), October 2009, pp. 633–646. Articolo scaricato da https://www.openu.ac.il/personal_sites/download/simona-ginsburg/Epigenetic%20learning-2009.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200121091025/https://www.openu.ac.il/personal_sites/download/simona-ginsburg/Epigenetic%20learning-2009.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/simonaginsburgevajablonkaepigeneticlearninginnonneuralorganismsepigeneticaepigen/mode/2up   e                                                                                                                                     https://ia802802.us.archive.org/12/items/simonaginsburgevajablonkaepigeneticlearninginnonneuralorganismsepigeneticaepigen/Simona%20Ginsburg%20%20Eva%20Jablonka%20%20Epigenetic%20learning%20in%20non-neural%20organisms%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20neo%20marxismo%20neomarxism%20filosofia%20della%20prassi.pdf.

 

      Eva Jablonka, Some Problems with Genetic Horoscopes: The Charms and Perils of Genetic Astrology (nessuna indicazione di pubblicazione su rivista; nessuna indicazione di immissione in Rete ma in calce alla prima pagina del documento si legge la scritta ‘Based on a lecture delivered at the conference “Bioscience and Society: Biodiversity”, held on October 1-2, 2009, in Ljubljana, Slovenia.’). Documento scaricato da https://pdfs.semanticscholar.org/6040/44a9c79b3ed44149fd406245f580b29ce3a7.pdf, Wayback Machne: http://web.archive.org/web/20190225134718/http://pdfs.semanticscholar.org/6040/44a9c79b3ed44149fd406245f580b29ce3a7.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkasomeproblemswithgenetichoroscopesthecharmsandperilsofgeneticastrology/mode/2up   e                                                                                                                                  https://ia802808.us.archive.org/23/items/evajablonkasomeproblemswithgenetichoroscopesthecharmsandperilsofgeneticastrology/Eva%20Jablonka%20%20Some%20Problems%20with%20Genetic%20Horoscopes%20%20The%20Charms%20and%20Perils%20of%20Genetic%20Astrology%20epigeenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

      Eva Jablonka, Gal Raz, Transgenerational Epigenetic Inheritance: Prevalence, Mechanisms, and Implications for the Study of Heredity and Evolution, “The Quarterly Review of Biology”, Vol. 84(2), June 2009, pp. 131-176. Articolo scaricato da https://pdfs.semanticscholar.org/b94c/de654ce7c8401df574f717c9a15668835cca.pdf?_ga=2.196535020.1380457842.1571065521-369721173.1568987673, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20191016161054/https://pdfs.semanticscholar.org/b94c/de654ce7c8401df574f717c9a15668835cca.pdf?_ga=2.196535020.1380457842.1571065521-369721173.1568987673. Caricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/transgenerationalepigeneticinheritanceprevalencemechanismsandimplicationsforthes/mode/2up  e  https://ia801008.us.archive.org/12/items/transgenerationalepigeneticinheritanceprevalencemechanismsandimplicationsforthes/Transgenerational%20Epigenetic%20Inheritance%20Prevalence%2C%20Mechanisms%2C%20and%20Implications%20for%20the%20Study%20of%20Heredity%20and%20evolution%20Jablonka%20Raz.pdf. Ugualmente scaricato all’URL http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.617.6333&rep=rep1&type=pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190119174514/http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.617.6333&rep=rep1&type=pdf. Download e caricamento su Internet  Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkagalraztransgenerationalepigeneticinheritanceprevalencemechanismsandim/mode/2up  e                                                                                                                                     https://ia902809.us.archive.org/23/items/evajablonkagalraztransgenerationalepigeneticinheritanceprevalencemechanismsandim/Eva%20Jablonka%20%20%20Gal%20Raz%20Transgenerational%20Epigenetic%20Inheritance%20%20Prevalence%2C%20Mechanisms%2C%20and%20Implications%20for%20the%20Study%20of%20Heredity%20and%20Evolution%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf.

 

      Ehud Lamm, Eva Jablonka, The Nurture of Nature: Hereditary Plasticity in Evolution, “Philosophical Psychology”, Vol. 21(3), June 2008, pp. 305-319, https://doi.org/10.1080/09515080802170093. Articolo scaricato da http://www.labex-whoami.org/images/documents/Lamm_Jablonka_Nurture_of_Nature.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200420073802/http://www.labex-whoami.org/images/documents/Lamm_Jablonka_Nurture_of_Nature.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/ehudlammevajablonkathenurtureofnaturehereditaryplasticityinevolutionepigeneticae/mode/2up                                                                                                          e https://ia802804.us.archive.org/4/items/ehudlammevajablonkathenurtureofnaturehereditaryplasticityinevolutionepigeneticae/Ehud%20Lamm%20%20Eva%20Jablonka%20%20The%20Nurture%20of%20Nature%20Hereditary%20Plasticity%20in%20Evolution%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf. Inoltre, apparentemente questo articolo è scaricabile anche presso l’URL di ResearchGate https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/247516095_The_Nurture_of_Nature_Hereditary_Plasticity_in_Evolution/links/541d35ae0cf241a65a15d050.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200123072202/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/247516095_The_Nurture_of_Nature_Hereditary_Plasticity_in_Evolution/links/541d35ae0cf241a65a15d050.pdf, ma dopo la prima pagina di introduzione all’articolo non segue il testo dell’articolo in questione ma quello di Eva Jablonka,  Ehud Lamm, Commentary: The epigenotype – a dynamic network view of development,  “International Journal of Epidemiology”, Vol. 41(1), February 2012, pp. 16-20, https://doi.org/10.1093/ije/dyr185.  Ad ogni buon conto, anche se, vedi  nota supra, avevamo già trattato questo articolo,  abbiamo provveduto a scaricarlo anche tramite questo nuovo URL, con successivo ricaricamento presso Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/ehudlammevajablonkacommentarytheepigenotypeadynamicnetworkviewofdevelopmentepige/mode/2up                                                                                              e https://ia802809.us.archive.org/19/items/ehudlammevajablonkacommentarytheepigenotypeadynamicnetworkviewofdevelopmentepige/Ehud%20Lamm%20%20Eva%20Jablonka%20%20Commentary%20The%20epigenotype%20%20%20%20a%20dynamic%20network%20view%20of%20development%20%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo%20Massimo%20Morigi%20marxismo.pdf. Inoltre tramite il DOI: https://doi.org/10.1093/ije/dyr185, abbiamo raggiunto l’URL: https://academic.oup.com/ije/article/41/1/16/648042. Congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506132644/https://academic.oup.com/ije/article/41/1/16/648042.

 

 

 

 

      Eva Jablonka, Marion  J.  Lamb, The Epigenome in Evolution: Beyond the Modern Synthesis, “Вестник ВОГиС”, Том 12, N° 1/2, 2008. Articolo scaricato da http://www.bionet.nsc.ru/vogis/pict_pdf/2008/t12_1_2/vogis_12_1_2_21.pdf, Wayback Machine:  https://web.archive.org/web/20200121080107/http://www.bionet.nsc.ru/vogis/pict_pdf/2008/t12_1_2/vogis_12_1_2_21.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkamarionj.lambtheepigenomeinevolutionbeyondthemodernsynthesisepigenetic/mode/2up        e                                                                                                                            https://ia802802.us.archive.org/18/items/evajablonkamarionj.lambtheepigenomeinevolutionbeyondthemodernsynthesisepigenetic/Eva%20Jablonka%20%20%20Marion%20%20J.%20%20Lamb%20The%20Epigenome%20in%20Evolution%20%20Beyond%20the%20Modern%20Synthesis%20epigenetica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20neo%20marxismo%20neomarxism%20filosofia%20della%20prassi.pdf. Suggerito dalla necessità di variare il titolo di caricamento e di variare i tag, vista l’importanza del documento,  altro nostro caricamento sempre su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/theepigenomeinevolutionbeyondthemodernjablonkaandlamb/mode/2up  e https://ia803104.us.archive.org/9/items/theepigenomeinevolutionbeyondthemodernjablonkaandlamb/THE%20EPIGENOME%20IN%20EVOLUTION%20%20BEYOND%20THE%20MODERN%2C%20JABLONKA%20AND%20LAMB.pdf.

 

      Eva Jablonka,  Marion J. Lamb, Soft inheritance: Challenging the Modern Synthesis, “Genetics and Molecular Biology”, Vol. 31(2), 2008, pp. 389-395. Articolo scaricato da http://www.scielo.br/pdf/gmb/v31n2/a01v31n2.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20180725025839/http://www.scielo.br/pdf/gmb/v31n2/a01v31n2.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkamarionjlambsoftinheritancechallengingthemodernsynthesisepigeneticaepi/mode/2up      e                                                                                                                                 https://ia802802.us.archive.org/5/items/evajablonkamarionjlambsoftinheritancechallengingthemodernsynthesisepigeneticaepi/Eva%20Jablonka%20%20Marion%20J%20%20Lamb%20Soft%20inheritance%20%20Challenging%20the%20Modern%20Synthesis%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

      Eva Jablonka, Marion J. Lamb, Soft inheritance: Challenging the Modern Synthesis, “Genetics and Molecular Biology”, Vol. 31(2),  January 2008, https://doi.org/10.1590/S1415-47572008000300001, License CC BY-NC 4.0. Scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/228631064_Soft_inheritance_Challenging_the_Modern_Synthesis/links/02e7e515a9165ca3df000000.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200118144332/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/228631064_Soft_inheritance_Challenging_the_Modern_Synthesis/links/02e7e515a9165ca3df000000.pdf. Documento successivamente ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkamarionj.lambsoftinheritancechallengingthemodernsynthesismassimomorigi/mode/2up   e                                                                                                                                https://ia802802.us.archive.org/10/items/evajablonkamarionj.lambsoftinheritancechallengingthemodernsynthesismassimomorigi/Eva%20Jablonka%20%20Marion%20J.%20Lamb%20Soft%20inheritance%20Challenging%20the%20Modern%20Synthesis%20Massimo%20Morigi%20epigenetica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo.pdf. Inoltre tramite il DOI: https://doi.org/10.1590/S1415-47572008000300001, abbiamo raggiunto l’URL: https://www.scielo.br/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S1415-47572008000300001&lng=en&tlng=en. Congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine: http://web.archive.org/save/https://www.scielo.br/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S1415-47572008000300001&lng=en&tlng=en.

 

      Lynn Margulis, Discurs de Lynn Margulis (discorso letto alla cerimonia di Conferimento a Lynn Margulis della laura honoris causa svoltasi nell’aula del Rettorato dell’Università Automona di Barcellona il 6 giugno 2007, presentazione di Isabel Esteve Martínez), Bellaterra (Barcellona),  Servei de Publicacions de la Universitat Autònoma de Barcelona, s.d. . Versione elettronica del documento scaricata presso https://it.scribd.com/document/134276306/Discurso-l-Margulis, Wayback Machine: impossibilità della Wayback Machine di operare su questo URL.  Ricaricato il documento su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisdiscursdelynnmargulisdoctorahonoriscausauniversitatautonomadebarcelo/mode/2up  e                                                                                                                                  https://ia802805.us.archive.org/16/items/lynnmargulisdiscursdelynnmargulisdoctorahonoriscausauniversitatautonomadebarcelo/Lynn%20Margulis%20%20Discurs%20de%20Lynn%20Margulis%20Doctora%20Honoris%20Causa%20Universitat%20Aut%C3%B2noma%20de%20Barcelona%20%20endosymbiotic%20theory%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20%20%20%20%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa.pdf.

 

      Eva Jablonka, Marion J. Lamb, The expanded evolutionary synthesis – a response to Godfrey-Smith, Haig, and West-Eberhard, “Biology and Philosophy”, Vol.  22(3), pp. 453-472, May 2007,  https://doi.org/10.1007/s10539-007-9064-z. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/226664943_The_expanded_evolutionary_synthesis-a_response_to_Godfrey-Smith_Haig_and_West-Eberhard/links/55280b170cf29b22c9ba43c1/The-expanded-evolutionary-synthesis-a-response-to-Godfrey-Smith-Haig-and-West-Eberhard.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200121083218/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/226664943_The_expanded_evolutionary_synthesis-a_response_to_Godfrey-Smith_Haig_and_West-Eberhard/links/55280b170cf29b22c9ba43c1/The-expanded-evolutionary-synthesis-a-response-to-Godfrey-Smith-Haig-and-West-Eberhard.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL  https://archive.org/details/evajablonkamarionjlambtheexpandedevolutionarysynthesisaresponsetogodfreysmithhai/mode/2up e                                                                                                                                   https://ia802802.us.archive.org/31/items/evajablonkamarionjlambtheexpandedevolutionarysynthesisaresponsetogodfreysmithhai/Eva%20Jablonka%20%20Marion%20J%20%20Lamb%20%20The%20expanded%20evolutionary%20synthesis%20%20a%20response%20to%20Godfrey%20Smith%20%20Haig%20%20and%20West%20Eberhard%20epigenetica%20epigenetics%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo.pdf. Suggerito dalla necessità di variare il titolo di caricamento e di variare i tag, vista l’importanza del documento,  altro nostro caricamento sempre su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/theexpandedevolutionarysynthesis–aresponsetogodfreysmithhaigandwesteberhardevajablonkamarionlamb/mode/2up                  e               https://ia803106.us.archive.org/15/items/theexpandedevolutionarysynthesis–aresponsetogodfreysmithhaigandwesteberhardevajablonkamarionlamb/The%20expanded%20evolutionary%20synthesis%E2%80%94a%20response%20to%20Godfrey-Smith%2C%20Haig%2C%20and%20West-Eberhard%2C%20Eva%20Jablonka%2C%20Marion%20Lamb.pdf.

 

      Eva Jablonka, Marion J. Lamb, Précis of Evolution in Four Dimensions, “Behavioral and Brain Sciences”,  2007,  Vol. 30(4), pp. 353-392, https://doi.org/10.1017/S0140525X07002221. Sunto di Eva Jablonka, Marion J. Lamb,  Evolution in Four Dimensions: Genetic, Epigenetic, Behavioral, and Symbolic Variation in the History of Life, Bradford Books/The MIT Press. 2005. Articolo scaricato presso l’URL https://pdfs.semanticscholar.org/03df/28ec6a85110710521033ef253698ad06e0e1.pdf?_ga=2.137897584.1380457842.1571065521-369721173.1568987673, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191016060608/https://pdfs.semanticscholar.org/03df/28ec6a85110710521033ef253698ad06e0e1.pdf?_ga=2.137897584.1380457842.1571065521-369721173.1568987673. Download dell’articolo e caricamento presso Internet  Archive, generando gli URL https://archive.org/details/precisofevolutioninfourdimensionsevajablonkamarionj.lamb         e            https://ia601504.us.archive.org/26/items/precisofevolutioninfourdimensionsevajablonkamarionj.lamb/Precis%20of%20Evolution%20in%20Four%20Dimensions%20-%20Eva%20Jablonka%20-%20Marion%20J.%20Lamb.pdf.

 

      Lynn Margulis, Emily Case, The Germs of Life, “Orion Magazine”, 1 November 2006. Articolo originariamente scaricato (attraverso un link da https://works.bepress.com/lynn_margulis/27/, cfr. supra seconda nota bibliografica) da  https://orionmagazine.org/article/the-germs-of-life/, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200421070453/https://orionmagazine.org/article/the-germs-of-life/ oppure http://web.archive.org/web/20200204162915/https://orionmagazine.org/article/the-germs-of-life/. Successivamente scaricato anche da  https://dayonecomptwo.files.wordpress.com/2011/02/margulis-case-germs-of-life.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200204163033/https://dayonecomptwo.files.wordpress.com/2011/02/margulis-case-germs-of-life.pdf. Dal primo URL abbiamo scaricato un file HTML che, ricaricato su Internet Archive ha generato gli URL https://archive.org/details/orionmagazinethegermsoflife            e https://ia802805.us.archive.org/0/items/orionmagazinethegermsoflife/Orion%20Magazine%20_%20The%20Germs%20of%20Life.html; mentre dal secondo abbiamo scaricato un file PDF che, ricaricato sempre su Internet Archive, ha generato gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisemilycasethegermsoflifeepigeneticaepigeneticsteoriaendosimbioticasin/mode/2up   e                                                                                                                                        https://ia802807.us.archive.org/32/items/lynnmargulisemilycasethegermsoflifeepigeneticaepigeneticsteoriaendosimbioticasin/Lynn%20Margulis%20%20Emily%20Case%20%20The%20Germs%20of%20Life%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

      Lynn Margulis, Michael Chapman, Ricardo Guerrero, John Hall, The last eukaryotic common ancestor (LECA): Acquisition of cytoskeletal motility from aerotolerant spirochetes in the Proterozoic Eon, “PNAS” (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), Vol. 103(35), 29 August 2006, pp.  13080-13085, https://doi.org/10.1073/pnas.0604985103. Articolo scaricato da https://www.pnas.org/content/pnas/103/35/13080.full.pdf,  Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20190501211429/https://www.pnas.org/content/pnas/103/35/13080.full.pdf (siamo giunti a questo URL che ci ha permesso di scaricare il PDF dell’articolo  attraverso la pagina HTML del PNAS dalla quale si può pure scaricare l’articolo. URL della pagina del PNAS: https://www.pnas.org/content/103/35/13080, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20181112162854/http://www.pnas.org/content/103/35/13080). Ricaricamento del PDF dell’articolo su Internet Archive, generando gli URL  https://archive.org/details/lynnmargulismichaelchapmanricardoguerrerojohnhallthelasteukaryoticcommonancestor/mode/2up  e                                                                                                                              https://ia802807.us.archive.org/6/items/lynnmargulismichaelchapmanricardoguerrerojohnhallthelasteukaryoticcommonancestor/Lynn%20Margulis%20%20Michael%20Chapman%20%20Ricardo%20Guerrero%20%20%20John%20Hall%20%20The%20last%20eukaryotic%20common%20ancestor%20LECA%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

      Eva Jablonka, Epigenetics and Evolution: An Overview, “Memorie di Scienze Fisiche e Naturali” (Rendiconti Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL), Vol. 30(124), P. II, 2006,  pp. 327-337. Articolo scaricato dall’URL http://media.accademiaxl.it/memorie/S5-VXXX-P1-2-2006/Jablonka327-337.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200130072937/http://media.accademiaxl.it/memorie/S5-VXXX-P1-2-2006/Jablonka327-337.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkaepigeneticsandevolutionanoverviewepigeneticaepigeneticsrepubblicanesi/mode/2up   e                                                                                                                                      https://ia902805.us.archive.org/28/items/evajablonkaepigeneticsandevolutionanoverviewepigeneticaepigeneticsrepubblicanesi/Eva%20Jablonka%20%20Epigenetics%20and%20Evolution%20%20An%20Overview%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

       Eva Jablonka, Marion J. Lamb, The evolution of information in the major transitions, “Journal of Theoretical Biology”, Vol. 239(2), March 2006, pp. 236-246, https://doi.org/10.1016/j.jtbi.2005.08.038. Articolo scaricato all’URL http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.470.1735&rep=rep1&type=pdf,  Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200421084246/http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.470.1735&rep=rep1&type=pdf. Successivamente caricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/theevolutionofinformationinthemajortransitionsevajablonkaamarionj.lambepigenetic/mode/2up   e                                                                                                                                      https://ia802802.us.archive.org/18/items/theevolutionofinformationinthemajortransitionsevajablonkaamarionj.lambepigenetic/The%20evolution%20of%20information%20in%20the%20major%20transitions%2C%20%20Eva%20Jablonkaa%2C%20%20Marion%20J.%20Lamb%2C%20Epigenetica%2C%20Massimo%20%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20marxismo%2C%20neomarxismo.pdf.

 

       Eva Jablonka, Genes as Followers in Evolution – A Post-synthesis Synthesis?, “Biology and Philosophy”, Vol. 21(1), January 2006, pp.143-154, https://doi.org/10.1007/s10539-004-0319-7. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/226572469_Genes_as_Followers_in_Evolution_-_A_Post-synthesis_Synthesis/links/552806e90cf29b22c9ba0641.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20170918032727/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/226572469_Genes_as_Followers_in_Evolution_-_A_Post-synthesis_Synthesis/links/552806e90cf29b22c9ba0641/Genes-as-Followers-in-Evolution-A-Post-synthesis-Synthesis.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkagenesasfollowersinevolutionapostsynthesissynthesisepigeneticaepigenet/mode/2up  e                                                                                                                                           https://ia802806.us.archive.org/5/items/evajablonkagenesasfollowersinevolutionapostsynthesissynthesisepigeneticaepigenet/Eva%20Jablonka%20%20Genes%20as%20Followers%20in%20Evolution%20%20A%20Post%20synthesis%20Synthesis%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20neo%20marxismo%20filosofia%20della%20prassi.pdf.

 

  1. Peter Gogarten, Jeffrey Peter Townsend, Horizontal gene transfer, genome innovation and evolution, “Nature Reviews Microbiology”, Vol. 3(9), October 2005, pp. 679-687, https://doi.org/10.1038/nrmicro1204. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/publication/7623363_Gogarten_JP_Townsend_JP_Horizontal_gene_transfer_genome_innovation_and_evolution_Nat_Rev_Microbiol_3_679-687, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506193345/https://www.researchgate.net/publication/7623363_Gogarten_JP_Townsend_JP_Horizontal_gene_transfer_genome_innovation_and_evolution_Nat_Rev_Microbiol_3_679-687. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/gogartenjptownsendjp..horizontalgenetransfergenomeinnovationandevolution/mode/2up                                                                                                                 e https://ia801001.us.archive.org/13/items/gogartenjptownsendjp..horizontalgenetransfergenomeinnovationandevolution/Gogarten%20JP%2C%20Townsend%20JP..%20Horizontal%20gene%20transfer%2C%20genome%20innovation%20and%20evolution.pdf.

 

      Presso l’URL https://works.bepress.com/lynn_margulis/6, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200202083522/https://works.bepress.com/lynn_margulis/6/,  abbiamo scaricato Lynn Margulis, Hans Ris,  Genophore, Chromosomes and the Bacterial Origin of Chloroplasts,  International Microbiology”, Vol. 8(2), 2005, pp. 145-148 (la  prima pagina del  documento PDF dell’originale dell’articolo reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the SelectedWorks of Lynn Margulis (1938 – 2011)’). Ricaricato quindi l’articolo su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/lynnmargulishansrisgenophorechromosomesandthebacterialoriginofchloroplastsepigen/mode/2up  e                                                                                                                                     https://ia802803.us.archive.org/34/items/lynnmargulishansrisgenophorechromosomesandthebacterialoriginofchloroplastsepigen/Lynn%20Margulis%20Hans%20Ris%20%20Genophore%20Chromosomes%20and%20the%20Bacterial%20Origin%20of%20Chloroplasts%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20%20Geopolitico%20teoria%20endosimbiotica%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

      Oladele Ogunseitan, Microbial Diversity. Form and Function in Prokaryotes, Blackwell  Publishing, 2005. Libro scaricato presso  https://www.academia.edu/27327840/Microbial_Diversity?email_work_card=view-paper, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200914070034/https://www.academia.edu/27327840/Microbial_Diversity?email_work_card=view-paper, congelamento fallito. Caricamento del documento su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/oladele-ogunseitan-microbial-diversity-lynn-margulis-repubblicanesimo-geopolitic/mode/2up e https://ia801502.us.archive.org/34/items/oladele-ogunseitan-microbial-diversity-lynn-margulis-repubblicanesimo-geopolitic/Oladele%20Ogunseitan%2C%20MICROBIAL%20DIVERSITY%2C%20Lynn%20Margulis%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Filosofia%20della%20prassi%2C%20Dialettica%2C%20Neomarxismo%2C%20Neomarxism%2C%20%20Massimo%20Morigi.pdf.

 

      Eva Jablonka, Marion J. Lamb, Evolution in four Dimensions.  Genetic, Epigenetic, Behavioral, and Symbolic Variation in the History of Life, The MIT Press, Cambridge, Massachusetts, USA, 2005, documento (libro) fondamentale per la volgarizzazione delle tematiche dell’epigenetica e di notevole importanza anche per la dialettica prassistica del Repubblicanesimo Geopolitico.  All’URL  https://epdf.pub/evolution-in-four-dimensions-genetic-epigenetic-behavioral-and-symbolic-variatio77b373b02c8e9bf92311cdc8ccb292ef95359.html, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200918075423/https://epdf.pub/evolution-in-four-dimensions-genetic-epigenetic-behavioral-and-symbolic-variatio77b373b02c8e9bf92311cdc8ccb292ef95359.html. Download e ricaricamento su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/eva-jablonka-marion-lamb-evolution-in-four-dimensions-massimo-morigi-epigenetic-/mode/2up    e                                  https://ia801506.us.archive.org/32/items/eva-jablonka-marion-lamb-evolution-in-four-dimensions-massimo-morigi-epigenetic-/EVA%20JABLONKA%2C%20%20MARION%20LAMB%2C%20%20%20EVOLUTION%20IN%20FOUR%20DIMENSIONS%2C%20MASSIMO%20MORIGI%2C%20EPIGENETIC%2C%20GEOPOLITICAL%20REPUBLICANISM%2C%20FILOSOFIA%20DELLA%20PRASSI%2C%20EPIFANIA%20STRATEGICA.pdf.

 

      Eva Jablonka, The evolution of the peculiarities of mammalian sex chromosomes: an epigenetic view, “Biology Essays”,  Vol. 26(12),  18 November 2004, pp. 1327-1332. Documento scaricato da http://aerg.canberra.edu.au/library/sex_general/2004_Jablonka_evolution_of_sex_chromosomes.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200423063603/http://aerg.canberra.edu.au/library/sex_general/2004_Jablonka_evolution_of_sex_chromosomes.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkatheevolutionofthepeculiaritiesofmammaliansexchromosomesanepigeneticvi/mode/2up    e                                                                                                                                     https://ia902806.us.archive.org/24/items/evajablonkatheevolutionofthepeculiaritiesofmammaliansexchromosomesanepigeneticvi/Eva%20Jablonka%20%20The%20evolution%20of%20the%20peculiarities%20of%20mammalian%20sex%20chromosomes%20an%20epigenetic%20view%2C%20epigenetica%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

      Lynn Margulis,  Serial endosymbiotic theory (SET) and composite individuality. Transition from bacterial to eukaryotic genomes, “Microbiology Today”, Vol. 31, November 2004, pp. 172-174. Documento scaricato da https://www.socgenmicrobiol.org.uk/pubs/micro_today/pdf/110406.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20190714151922/http://www.socgenmicrobiol.org.uk/pubs/micro_today/pdf/110406.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisserialendosymbiotictheorysetandcompositeindividualityepigeneticaepig/mode/2up      e                                                                                                                                     https://ia802801.us.archive.org/4/items/lynnmargulisserialendosymbiotictheorysetandcompositeindividualityepigeneticaepig/Lynn%20Margulis%2C%20Serial%20endosymbiotic%20theory%20%28SET%29%20and%20composite%20individuality%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

      Eva Jablonka, Epigenetic Epidemiology, “International Journal of Epidemiology”, Vol. 33(5), November 2004, pp. 929-935, https://doi.org/10.1093/ije/dyh231. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/8540659_Epigenetic_Epidemiology/links/552806250cf29b22c9ba0279/Epigenetic-Epidemiology.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200119080323/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/8540659_Epigenetic_Epidemiology/links/552806250cf29b22c9ba0279/Epigenetic-Epidemiology.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkaepigeneticepidemiologyepigeneticaepigeneticsrepubblicanesimogeopoliti/mode/2up  e                                                                                                                                         https://ia802804.us.archive.org/4/items/evajablonkaepigeneticepidemiologyepigeneticaepigeneticsrepubblicanesimogeopoliti/Eva%20Jablonka%20%20Epigenetic%20Epidemiology%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo%20neo%20marxismo%20neo-marxismo%20neomarxism%20Massimo%20Morigi.pdf. Inoltre, presso il succitato DOI: https://doi.org/10.1093/ije/dyh231, abbiamo raggiunto l’URL: https://academic.oup.com/ije/article/33/5/929/623973. Congelamento dell’URL e del documento con Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506194122/https://academic.oup.com/ije/article/33/5/929/623973.

 

      Abbiamo compreso in questa rassegna bibliografica What the Bleep Do We Know!? Down the Rabbit Hole, lungometraggio del 2004 di 109 minuti, attrice protagonista Marlee Matlin, film che tratta della connessione fra meccanica quantistica e coscienza. Sebbene si tratti di opera misticheggiante con pesante deriva New Age, può essere considerata una buona introduzione narrativa alle problematiche filosofiche della fisica quantistica. Su YouTube originariamente all’URL https://www.youtube.com/watch?v=R6G3-Zc9mtM (ora questo URL rimosso da YouTube e sul riquadro di creazione dell’immagine compare la seguente scritta “Video non disponibile. Questo video non è più disponibile a causa di un reclamo per violazione del copyright da parte di Gaia International.”) ma da noi scaricato e poi ricaricato su Internet Archive generando gli URL https://archive.org/details/whatthebleepdoweknowfullmovieextended e https://ia803107.us.archive.org/11/items/whatthebleepdoweknowfullmovieextended/What%20The%20Bleep%20Do%20We%20Know%20FULL%20MOVIE%20EXTENDED.mp4 (si tratta di una versione più estesa rispetto al film rilasciato nel 2004 della durata di 2 ore, 55 minuti e 25 secondi). Inoltre all’URL di YouTube  https://www.youtube.com/watch?v=NvzSLByrw4Q  si può prendere visione del divertente cartone animato  Dr. Quantum Double Slit Experiment, che è uno stralcio del succiato lungometraggio. Pur non essendo allo stato questo stralcio ancora rimosso da YouTube ( scriviamo queste parole nel mese di settembre del 2020)  anche questo documento, sempre  in omaggio al nostro molto praticato principio di cautela archivistica, è stato da noi scaricato e poi ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/drquantumdoubleslitexperiment1https://ia802809.us.archive.org/33/items/drquantumdoubleslitexperiment1/Dr%20Quantum%20%20%20Double%20Slit%20Experiment%20%281%29.mp4.Ovviamente, pensiamo non sia necessario dilungarsi in spiegazioni, visto il contenuto della presente comunicazione, sul perché questa sezione bibliografica internettiana sull’epigenetica e la sintesi evoluzionistica estesa ospiti questi due documenti sulla meccanica quantistica.  Inoltre, per i medesimi qui ulteriormente non esplicitati motivi ma, si spera, altrettanto chiari, alcuni URL sull’occhio di Wheeler o U di Wheeler (in inglese: Wheeler’s eye o Wheeler’s big U o Wheeler’s U) e su questo  scienziato, John Archibald Wheeler,  come nostro  fondamentale Virgilio della fisica della prassi: https://jamreilly.tumblr.com/post/827197410/the-wheeler-eye-universe-u-observing-itself,  Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200914163547/https:/jamreilly.tumblr.com/post/827197410/the-wheeler-eye-universe-u-observing-itself; https://www.organism.earth/library/document/participatory-universe,       Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200914171536/https://www.organism.earth/library/document/participatory-universe; http://christian-transhumanism.blogspot.com/2014/03/a-universe-from-nothing-but-not-by.html, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200914165909/http://christian-transhumanism.blogspot.com/2014/03/a-universe-from-nothing-but-not-by.html; https://plus.maths.org/content/it-bit, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200914164702/https://plus.maths.org/content/it-bit; https://uncommondescent.com/intelligent-design/if-the-universe-is-a-computer-who-is-the-computer-maker/, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200914164932/https://uncommondescent.com/intelligent-design/if-the-universe-is-a-computer-who-is-the-computer-maker/; http://rationalcatholic.blogspot.com/2016/01/it-from-bit-what-about-god.html, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200914165208/http://rationalcatholic.blogspot.com/2016/01/it-from-bit-what-about-god.html; https://jawarchive.files.wordpress.com/2012/02/beyond-the-black-hole.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20190807073928/https://jawarchive.files.wordpress.com/2012/02/beyond-the-black-hole.pdf; https://www.researchgate.net/publication/51892845_The_art_of_science_Interview_with_Professor_John_Archibald_Wheeler, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200915064430/https://www.researchgate.net/publication/51892845_The_art_of_science_Interview_with_Professor_John_Archibald_Wheeler;    https://archive.org/details/JohnArchibaldWheeler/mode/2up e https://ia803108.us.archive.org/30/items/JohnArchibaldWheeler/johnwheeler-fbi1.pdf;   https://archive.org/details/arxiv-1105.4532 e https://ia803004.us.archive.org/14/items/arxiv-1105.4532/1105.4532.pdf; https://archive.org/details/betweenquantumco0000unse, libro ottenibile solo in prestito presso Internet Archive; https://archive.org/details/fundamentalprobl00whee, documento ottenibile solo in prestito presso Internet Archive; https://archive.org/details/geonsblackholesq00whee, documento ottenibile solo in prestito presso Internet Archive; https://en.wikipedia.org/wiki/John_Archibald_Wheeler#Participatory_Anthropic_Principle, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200915065107/https://en.wikipedia.org/wiki/John_Archibald_Wheeler (comunque, per aiutare: si tratta sempre di una Weltanschauung che richiama un universo partecipativo molto affine alla tesi dialettica esposta nel presente elaborato e alla filosofia della prassi – e fisica della prassi –  del Repubblicanesimo Geopolitico).

 

      Eva Jablonka, From Replicators to Heritably Varying Phenotypic Traits: The Extended Phenotype Revisited, “Biology and Philosophy”, Vol. 19(3), January  2004, pp. 353-375, https://doi.org/10.1023/B:BIPH.0000036112.02199.7b. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/226573171_From_Replicators_to_Heritably_Varying_Phenotypic_Traits_The_Extended_Phenotype_Revisited/links/02e7e515a9165f34df000000/From-Replicators-to-Heritably-Varying-Phenotypic-Traits-The-Extended-Phenotype-Revisited.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200122092755/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/226573171_From_Replicators_to_Heritably_Varying_Phenotypic_Traits_The_Extended_Phenotype_Revisited/links/02e7e515a9165f34df000000/From-Replicators-to-Heritably-Varying-Phenotypic-Traits-The-Extended-Phenotype-Revisited.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkafromreplicatorstoheritablyvaryingphenotypictraitstheextendedphenotype/mode/2up  e                                                                                                                                      https://ia802802.us.archive.org/23/items/evajablonkafromreplicatorstoheritablyvaryingphenotypictraitstheextendedphenotype/Eva%20Jablonka%20%20From%20Replicators%20to%20Heritably%20Varying%20Phenotypic%20Traits%20%20The%20Extended%20Phenotype%20Revisited%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

      Presso l’URL  https://works.bepress.com/lynn_margulis/8, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200202100806/https://works.bepress.com/lynn_margulis/8/, abbiamo scaricato Lynn Margulis,  Review of Irwin M. Brodo, Sylvia Duran Sharnoff, Stephen Sharnoff: Lichens of North America,  “International Microbiology”, N° 6, 19 June 2003, pp. 149-150, https://doi.org/10.1007/s10123-003-0124-1 (la  prima pagina del  documento PDF dell’originale dell’articolo reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the SelectedWorks of Lynn Margulis (1938 – 2011)’).  Ricaricato quindi l’articolo su Internet Archive si sono generato gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisreviewofirwinmbrodoepigeneticaepigeneticsteoriaendosimbioticasintesi/mode/2up      e                                                                                                                                      https://ia802800.us.archive.org/5/items/lynnmargulisreviewofirwinmbrodoepigeneticaepigeneticsteoriaendosimbioticasintesi/Lynn%20Margulis%20%20Review%20of%20Irwin%20M%20Brodo%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

      Eva Jablonka, Information: Its Interpretation, Its Inheritance, and Its Sharing, “Philosophy of Science”, Vol. 69(4), December 2002, pp. 578-605, https://doi.org/10.1086/344621.  Articolo           scaricato        all’URL https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/240548043_Information_Its_Interpretation_Its_Inheritance_and_Its_Sharing/links/556e98e508aec2268308c80b/Information-Its-Interpretation-Its-Inheritance-and-Its-Sharing.pdf, Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20200118073249/https://www.researchgate.net/publication/240548043_Information_Its_Interpretation_Its_Inheritance_and_Its_Sharing.  Ricaricato              su    Internet     Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkainformationitsinterpretationitsinheritanceanditssharingmassimomorigir/mode/2up                                                                                                             e                                                                                                                                            https://ia802800.us.archive.org/17/items/evajablonkainformationitsinterpretationitsinheritanceanditssharingmassimomorigir/Eva%20Jablonka%2C%20Information%20Its%20Interpretation%2C%20Its%20Inheritance%2C%20and%20Its%20Sharing%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopoliltico%2C%20neomarxismo%2C%20neomarxism.pdf.

 

      Eva Jablonka, Marion J. Lamb, The Changing Concept of Epigenetics, “Annals of New York Academy of Sciences”, Vol. 981(1), December 2002, pp. 82-96. Articolo scaricato all’URL http://mechanism.ucsd.edu/teaching/philbio/readings/jablonka.changingconceptofepigenetics.2002.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20140829110101/http://mechanism.ucsd.edu/teaching/philbio/readings/jablonka.changingconceptofepigenetics.2002.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkamariong.lambthechangingconceptofepigenetics.2002/mode/2up          e https://ia801007.us.archive.org/9/items/evajablonkamariong.lambthechangingconceptofepigenetics.2002/eva%20jablonka%2C%20marion%20g.%20lamb%2C%20the%20changingconceptofepigenetics.2002.pdf.

 

      Petra Hajkova, Sylvia Erhardt, Natasha Lane, Thomas Haaf, Osman El-Maarri, Wolf Reik, Jörn Walter, M. Azim Surani,  Epigenetic Reprogramming in Mouse Primordial Germ Cells, “Mechanisms of Development”, Vol. 117(1-2), October 2002, pp. 15-23. Scaricato da https://core.ac.uk/download/pdf/144966356.pdf, Wayback Machine:   http://web.archive.org/web/20191015144851/https://core.ac.uk/download/pdf/144966356.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/epigeneticreprogramminginmouseprimordialgermcells/mode/2up e https://ia601009.us.archive.org/22/items/epigeneticreprogramminginmouseprimordialgermcells/Epigenetic%20reprogramming%20in%20mouse%20primordial%20germ%20cells.pdf.

 

 

 

  1. I. Franklin, Reading Walter Benjamin and Donna Haraway in the age of digital reproduction, “Information, Communication & Society”, Vol. 5(4), 2002, pp. 591-624, http://dx.doi.org/10.1080/13691180208538808. Documento scaricato presso https://it.scribd.com/document/74524264/Franklin-Reading-Walter-Benjamin-and-Donna-Haraway, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200212135826/https://www.scribd.com/document/74524264/Franklin-Reading-Walter-Benjamin-and-Donna-Haraway  ma congelamento solo dell’ URL ma non del testo del documento.  Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL

https://archive.org/details/mifranklinreadingwalterbenjaminanddonnaharawayintheageofdigitalreproductiontrans/mode/2up e                                                                                                                                   

https://ia802801.us.archive.org/21/items/mifranklinreadingwalterbenjaminanddonnaharawayintheageofdigitalreproductiontrans/M%20%20I%20%20Franklin%20%20Reading%20Walter%20Benjamin%20and%20Donna%20Haraway%20in%20the%20age%20of%20digital%20reproduction%20transhumanism%20%20femminismo%20feminism%20%20f%C3%A9minisme%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20%20%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

 

       Presso l’URL https://works.bepress.com/lynn_margulis/7, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200201072844/https://works.bepress.com/lynn_margulis/7/, abbiamo scarico Lynn Margulis, Review of Frank Ryan: Tuberculosis: the Greatest Story Never Told, “International Microbiology”,  N° 5, 19 July 2002, pp. 151-152, https://doi.org/10.1007/s10123-002-0080-1  (la  prima pagina del  documento PDF dell’originale dell’articolo reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the SelectedWorks of Lynn Margulis (1938 – 2011)’). Ricaricato quindi l’articolo su Internet Archive, si sono generati gli URL  https://archive.org/details/lynnmargulisreviewoffrankryantuberculosisthegreateststorynevertoldepigeneticaepi/mode/2up  e                                                                                                                        https://ia802806.us.archive.org/15/items/lynnmargulisreviewoffrankryantuberculosisthegreateststorynevertoldepigeneticaepi/Lynn%20Margulis%20Review%20of%20Frank%20Ryan%20Tuberculosis%20the%20Greatest%20Story%20Never%20Told%20epigenetica%20epigenetics%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo%20teoria%20endosimbiotica.pdf.

 

 

  1. J. T. Mitchell, The Work of Art in the Age of Biocybernetic Reproduction, “Artlink”, Vol. 22(1), March 2002. Articolo scaricato all’URL dell’edizione online della rivista https://www.artlink.com.au/articles/2522/the-work-of-art-in-the-age-of-biocybernetic-reprod/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200212144651/https://www.artlink.com.au/articles/2522/the-work-of-art-in-the-age-of-biocybernetic-reprod/.  Ricaricata la pagina su Internet Archive, generando gli URL

https://archive.org/details/wjtmitchelltheworkofartintheageofbiocyberneticreproductionwalterbenjamintransuma                                                                                                                    e                                                                                                                                                      

https://ia902808.us.archive.org/23/items/wjtmitchelltheworkofartintheageofbiocyberneticreproductionwalterbenjamintransuma/W%20%20J%20%20T%20%20Mitchell%20%20The%20Work%20of%20Art%20in%20the%20Age%20of%20Biocybernetic%20Reproduction%20Walter%20Benjamin%20transumanismo%20transhumanism%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.html. Non avendo dato il caricamento della pagina HTML su Internet Archive soddisfacenti risultati, siamo ricorsi ad un copiaincolla della pagina su foglio Word, tramutato in PDF e caricato quindi sempre su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/wjtmitchelltheworkofartintheageofbiocyberneticreproductionwalterbenjamintransuma_202002/mode/2up                                                                                      e                                                                                                                         

https://ia802802.us.archive.org/1/items/wjtmitchelltheworkofartintheageofbiocyberneticreproductionwalterbenjamintransuma_202002/W%20%20J%20%20T%20%20Mitchell%20%20The%20Work%20of%20Art%20in%20the%20Age%20of%20Biocybernetic%20Reproduction%20Walter%20Benjamin%20transumanismo%20transhumanism%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20%20neomarxismo.pdf.

 

 

        Andrew Wier, Michael Dolan, David Grimaldi, Ricardo Guerrero, Jorge Wagensberg, Lynn Margulis, Spirochete and protist symbionts of a termite (Mastotermes electrodominicus) in Miocene amber, “PNAS” (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), Vol. 99(3), 5 February 2002, pp. 1410-1413,  https://doi.org/10.1073/pnas.022643899, articolo scaricato da https://www.pnas.org/content/pnas/99/3/1410.full.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200204151730/https://www.pnas.org/content/pnas/99/3/1410.full.pdf  (siamo giunti a questo URL che ci ha permesso di scaricare il PDF dell’articolo  attraverso la pagina HTML del PNAS dalla quale si può pure scaricare l’articolo. URL della pagina del PNAS: https://www.pnas.org/content/99/3/1410.full, Wayback Machine http://web.archive.org/web/20200204152110/https://www.pnas.org/content/99/3/1410.full). Ricaricamento del PDF dell’articolo su Internet Archive, generando gli URL  https://archive.org/details/andrewwierlynnmargulisspirocheteandprotistsymbiontsofatermitemastotermeselectrod/mode/2up e                                                                                                                                    https://ia802805.us.archive.org/3/items/andrewwierlynnmargulisspirocheteandprotistsymbiontsofatermitemastotermeselectrod/Andrew%20Wier%20Lynn%20Margulis%20Spirochete%20and%20protist%20symbionts%20of%20a%20termite%20Mastotermes%20electrodominicus%20teoria%20endosimibiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf. Inoltre presso il succitato DOI: https://doi.org/10.1073/pnas.022643899, abbiamo raggiunto l’URL: https://www.pnas.org/content/99/3/1410. Congelamento dell’URL e del documento con Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506195556/https://www.pnas.org/content/99/3/1410.

 

      Michael F. Dolan, Hannah Melnitsky, Lynn Margulis, Robin Kolnicki, Motility Proteins and the Origin of the Nucleus, “The Anatomical Record”, Vol. 268, 2002, pp. 290-301. Articolo scaricato presso https://www.academia.edu/6358765/Motility_proteins_and_the_origin_of_the_nucleus?auto=download, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200919063659/https://www.academia.edu/6358765/Motility_proteins_and_the_origin_of_the_nucleus?auto=download, congelamento fallito. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/michael-f-dolan-lynn-margulis-motility-proteins-and-the-origin-of-the-nucleus-ne/mode/2up  e                                                                                                                                                                                                         https://ia801408.us.archive.org/25/items/michael-f-dolan-lynn-margulis-motility-proteins-and-the-origin-of-the-nucleus-ne/MICHAEL%20F%20DOLAN%2C%20LYNN%20MARGULIS%2C%20Motility%20Proteins%20and%20the%20Origin%20of%20the%20Nucleus%2C%20Neomarxismo%2C%20Neomarxismo%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Epigenetica%2C%20Filosofia%20della%20Prassi%2C%20Massimo%20Morigi.pdf.

 

        Wolf Reik, et al., Epigenetic Reprogramming in Mammalian Development, “Science”, Vol. 293(5532),  10 August 2001,    pp. 1089-1093, https://doi.org/10.1126/science.1063443. Articolo scaricato da https://s3.amazonaws.com/academia.edu.documents/46031411/Epigenetic_Repeogramming_in_Mammian_Deve20160528-5091-1ty26np.pdf?response-content-disposition=inline%3B%20filename%3DEpigenetic_Reprogramming_in_Mammalian_De.pdf&X-Amz-Algorithm=AWS4-HMAC-SHA256&X-Amz-Credential=AKIAIWOWYYGZ2Y53UL3A%2F20191015%2Fus-east-1%2Fs3%2Faws4_request&X-Amz-Date=20191015T061828Z&X-Amz-Expires=3600&X-Amz-SignedHeaders=host&X-Amz-Signature=ea6e9ca557d724f9855316b8cdff4145dd8250086615eec8be5670b79de1600c, per il quale non è stato possibile il congelamento su Wayback Machine e così ci siamo limitati al download e al successivo caricamento su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/epigeneticreprogramminginmammaliande/mode/2up   e                                 https://ia803106.us.archive.org/6/items/epigeneticreprogramminginmammaliande/Epigenetic_Reprogramming_in_Mammalian_De.pdf. Ad un successivo controllo, non solo l’URL presso il quale abbiamo effettuato il download è risultato impermeabile alla Wayback Machine ma non si riesce nemmeno più a scaricarvi direttamente l’articolo. Successivamente siamo riusciti a prendere visione dell’articolo anche presso ResearchGate e di questo URL relativo alla suddetta piattaforma, https://www.researchgate.net/profile/Wendy_Dean/publication/11845458_Epigenetic_Reprogramming_in_Mammalian_Development/links/09e4150e3210318497000000/Epigenetic-Reprogramming-in-Mammalian-Development.pdf, e del relativo documento abbiamo provveduto al congelamento con la Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191015143340/https://www.researchgate.net/profile/Wendy_Dean/publication/11845458_Epigenetic_Reprogramming_in_Mammalian_Development/links/09e4150e3210318497000000/Epigenetic-Reprogramming-in-Mammalian-Development.pdf.

 

      Presso l’URL  http://www.naturalhistorymag.com/htmlsite/master.html?http://www.naturalhistorymag.com/htmlsite/0601/0601_feature.html, Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20200423082805/http://web.archive.org/screenshot/http://www.naturalhistorymag.com/htmlsite/master.html?http://www.naturalhistorymag.com/htmlsite/0601/0601_feature.html, congelamento fallito, abbiamo scaricato Lynn Margulis, Dorion Sagan,  The beast with five genomes,  “Natural History Magazine”, June 2001, pp. 38-41. Scaricata la pagina HTML e dopo creazione documento formato PDF in seguito a copiaincolla su foglio Word della pagina HTML, caricamento del PDF  su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisdorionsaganthebeastwithfivegenomes/mode/2up   e                  https://ia902800.us.archive.org/34/items/lynnmargulisdorionsaganthebeastwithfivegenomes/Lynn%20Margulis%2C%20Dorion%20Sagan%2C%20%20The%20beast%20with%20five%20genomes.pdf.

 

 

 

       Daniel Dor, Eva Jablonka, How language changed the genes: toward an explicit account of the evolution of language, in Jürgen Trabant (ed.), New Essays on the Origin of Language, De Gruyter Mouton, 2001,  pp. 147-173,  https://doi.org/10.1515/9783110849080. All’URL https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/27450463_How_language_changed_the_genes_toward_an_explicit_account_of_the_evolution_of_language/links/02e7e515a9166a4a78000000.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200116154657/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/27450463_How_language_changed_the_genes_toward_an_explicit_account_of_the_evolution_of_language/links/02e7e515a9166a4a78000000.pdf. Download e caricamento su Internet Archive generando gli URL https://archive.org/details/danieldorevajablonkahowlanguagechangedthegenestowardanexplicitaccountoftheevolut/mode/2up       e                                                                                                                              https://ia802805.us.archive.org/0/items/danieldorevajablonkahowlanguagechangedthegenestowardanexplicitaccountoftheevolut/Daniel%20Dor%20%20Eva%20Jablonka%20%20How%20language%20changed%20the%20genes%20%20toward%20an%20explicit%20account%20of%20the%20evolution%20of%20language%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo.pdf.

 

      Daniel Dor, Eva Jablonka, From Cultural Selection to Genetic Selection: A Framework for the Evolution of Language, “Selection” Vol. 1(1), January 2001 (in prima pagina, la scritta ‘Received: 29 March 2000, Accepted in revised form: 11 July 2000’), pp. 33-55. Articolo scaricato da https://langev.com/pdf/dor01selection.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20191016122919/https://langev.com/pdf/dor01selection.pdf e https://web.archive.org/web/20200122074556/https://langev.com/pdf/dor01selection.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/fromculturalselectiontogeneticselectiond.dorande.jablonka/mode/2up       e https://ia803103.us.archive.org/22/items/fromculturalselectiontogeneticselectiond.dorande.jablonka/From%20Cultural%20Selection%20to%20Genetic%20Selection%2C%20D.%20Dor%20and%20E.%20Jablonka.pdf.

 

      Presso l’URL https://works.bepress.com/lynn_margulis/4, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200202073423/https://works.bepress.com/lynn_margulis/4/,   abbiamo scricato   Andrew Wier,  Jon Ashen Lynn Margulis,   Canaleparolina Darwiniensis, Gen. Nov., Sp. Nov., and Other Pillotinaceae Spirochetes from Insects, “International Microbiology”, Vol. 3(4),  5 September 2000, pp. 212-223 (la  prima pagina del  documento PDF dell’originale dell’articolo reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the SelectedWorks of Lynn Margulis (1938 – 2011)’. Ricaricato l’articolo su Internet Archive si sono quindi generati gli URL https://archive.org/details/andrewwierjonashenlynnmarguliscanaleparolinadarwiniensisepigeneticaepigeneticste/mode/2up       e                                                                                                                                 https://ia802804.us.archive.org/17/items/andrewwierjonashenlynnmarguliscanaleparolinadarwiniensisepigeneticaepigeneticste/Andrew%20Wier%20%20%20Jon%20Ashen%20Lynn%20Margulis%20%20%20Canaleparolina%20Darwiniensis%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimmhiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

 

      Dani Cavallaro, Cyberpunk and Cyberculture: Science Fiction and the Work of William Gibson, The Athlone Press, 2000. Documento scaricato presso https://is.muni.cz/www/yojo/25476916/Cyberpunk_and_Cyberculture__Science_Fiction_and_the_Work.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200212085419/https://is.muni.cz/www/yojo/25476916/Cyberpunk_and_Cyberculture__Science_Fiction_and_the_Work.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL

https://archive.org/details/danicavallarocyberpunkandcyberculturesciencefictionandtheworkofwilliamgibsondonn/mode/2up                                                                                                   e                                                                                                                  

https://ia802807.us.archive.org/1/items/danicavallarocyberpunkandcyberculturesciencefictionandtheworkofwilliamgibsondonn/Dani%20Cavallaro%20%20Cyberpunk%20and%20Cyberculture%20%20Science%20Fiction%20and%20the%20Work%20of%20William%20Gibson%20Donna%20Haraway%20Walter%20Benjamin%20scienze%20fiction%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20%20neomarxismo.pdf.

 

 

      Michael Lachmann, Guy Sella, Eva Jablonka, On the advantages of information sharing, “Proceedings of the Royal Society B Biological Sciences”,  Vol. 267(1450),  July 2000, pp. 1287-1293,   https://doi.org/10.1098/rspb.2000.1140. Articolo scaricato da http://tuvalu.santafe.edu/~lachmann/papers/information.pdf, Wayback Machine:  https://web.archive.org/web/20200121073639/http://tuvalu.santafe.edu/~lachmann/papers/information.pdf. Ricaricato su Internet  Archive, generando gli URL https://archive.org/details/michaellachmannguysellaevajablonkaontheadvantagesofinformationsharingepigenetica/mode/2up e                                                                                                                                       https://ia802807.us.archive.org/12/items/michaellachmannguysellaevajablonkaontheadvantagesofinformationsharingepigenetica/Michael%20Lachmann%20%20Guy%20Sella%20%20Eva%20Jablonka%20On%20the%20advantages%20of%20information%20sharing%20epigenetica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neo%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

      Lynn Margulis, Michael F. Dolan,  Ricardo Guerrero, The chimeric eukaryote: Origin of the nucleus from the karyomastigont in amitochondriate protists, “PNAS” (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), Vol. 97(13), 20 June 2000, pp. 6954-6959,   https://doi.org/10.1073/pnas.97.13.6954. Articolo scaricato da https://www.pnas.org/content/pnas/97/13/6954.full.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200125091741/https://www.pnas.org/content/pnas/97/13/6954.full.pdf (siamo giunti a questo URL che ci ha permesso di scaricare il PDF dell’articolo  attraverso la pagina HTML del PNAS  dalla quale si può pure scaricare l’articolo. URL della pagina del PNAS: https://www.pnas.org/content/97/13/6954, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200125091349/https://www.pnas.org/content/97/13/6954). Ricaricamento del PDF dell’articolo su Internet Archive, generando gli URL  https://archive.org/details/lynnmargulismichaelfdolanricardoguerrerothechimericeukaryoteepigenticateoriaendo/mode/2up e                                                                                                                                      https://ia802804.us.archive.org/27/items/lynnmargulismichaelfdolanricardoguerrerothechimericeukaryoteepigenticateoriaendo/Lynn%20Margulis%20%20Michael%20F%20%20Dolan%20%20Ricardo%20Guerrero%20%20The%20chimeric%20eukaryote%20%20epigentica%20teoria%20endosmibiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf. Inoltre, tramite il succitato DOI: https://doi.org/10.1073/pnas.97.13.6954, abbiamo raggiunto l’URL https://www.pnas.org/content/97/13/6954. Congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506201740/https://www.pnas.org/content/97/13/6954.

 

      Presso l’URL https://works.bepress.com/lynn_margulis/5, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200202075811/https://works.bepress.com/lynn_margulis/5/, abbiamo scaricato Andrew Wier,  Lynn Margulis, The Wonderful Lives of Joseph Leidy (1823–1891),  International Microbiology, Vol. 3(1), April 2000, pp. 55-58 (la  prima pagina del  documento PDF dell’originale dell’articolo reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the SelectedWorks of Lynn Margulis (1938 – 2011)’). Ricaricato l’articolo su Internet Archive si sono quindi generati gli URL https://archive.org/details/andrewwierlynnmargulisthewonderfullivesofjosephleidyepigeneticaepigeneticsteoria/mode/2up   e                                                                                                                                        https://ia802800.us.archive.org/3/items/andrewwierlynnmargulisthewonderfullivesofjosephleidyepigeneticaepigeneticsteoria/Andrew%20Wier%20%20Lynn%20Margulis%20%20The%20wonderful%20lives%20of%20Joseph%20Leidy%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

      Eytan Avital, Eva Jablonka, Animal Traditions. Behavioural Inheritance in Evolution, Cambridge, Cambridge University press, 2000, documento all’URL  https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/267964525_Animal_Traditions_Behavioural_Inheritance_in_Evolution/links/54d574e60cf2970e4e64ef4d/Animal-Traditions-Behavioural-Inheritance-in-Evolution.pdf, ma si tratta solo di un  un piccolo stralcio del libro Animal Tradition,  Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200704063808/https:/www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/267964525_Animal_Traditions_Behavioural_Inheritance_in_Evolution/links/54d574e60cf2970e4e64ef4d/Animal-Traditions-Behavioural-Inheritance-in-Evolution.pdf. Download di questo stralcio e caricandolo su Internet Archive si sono generati gli URL https://archive.org/details/animaltraditionsbehaviouralinheritanceinevolutionevajablonkamassimomorigirepubbl/mode/2up   e                                                                                                                                    https://ia802800.us.archive.org/0/items/animaltraditionsbehaviouralinheritanceinevolutionevajablonkamassimomorigirepubbl/Animal_Traditions_Behavioural_Inheritance_in_Evolution%20%20Eva%20Jablonka%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Epigenetica.pdf.

 

      Daniel Dor, Eva Jablonka,  From Cultural Selection to Genetic Selection: A Framework for the Evolution of Language, “Selection” Vol. 1(1-3), 2000, pp. 33-55, DOI: https://doi.org/10.1556/select.1.2000.1-3.5  (p. 1 del documento reca la scritta ‘Available online at http://www.akkrt.hu, ma cliccando sull’URL si viene rinviati all’URL https://akademiai.hu/ e ad una pagina di commercio online: abbiamo deciso di congelare anche questo URL  e questa pagina tramite Wayback Machine  –  congelamento Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200122073858/https://akademiai.hu/  – a dimostrazione dell’indispensabilità del presente lavoro da noi intrapreso di preservazione digitale delle fonti Internet  importanti per il presente lavoro teorico del Repubblicanesimo Geopolitico sull’epigenetica).  Articolo scaricato da https://langev.com/pdf/dor01selection.pdf; Wayback Machine http://web.archive.org/web/20200122074556/https://langev.com/pdf/dor01selection.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/danieldorevajablonkafromculturalselectiontogeneticselectionaframeworkfortheevolu/mode/2up      e                                                                                                                                    https://ia802800.us.archive.org/4/items/danieldorevajablonkafromculturalselectiontogeneticselectionaframeworkfortheevolu/Daniel%20Dor%20%20Eva%20Jablonka%2C%20From%20Cultural%20Selection%20to%20Genetic%20Selection%20%20A%20Framework%20for%20the%20Evolution%20of%20Language%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf. Inoltre tramite il succitato  DOI: https://doi.org/10.1556/select.1.2000.1-3.5, abbiamo raggiunto l’URL https://akjournals.com/view/journals/076/1/1-3/article-p33.xml, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201210150232/https://akjournals.com/view/journals/076/1/1-3/article-p33.xml (ma a questo URL non libero accesso al documento e di libero accesso solo dati bibliografici dello stesso).

 

      Aviv Regev, Marion J. Lamb,  Eva Jablonka, The Role of DNA Methylation in Invertebrates: Developmental Regulation or Genome Defense?,  “Molecular Biology and Evolution”, Vol.15(7), 1 July 1998, pp. 880-891, https://doi.org/10.1093/oxfordjournals.molbev.a025992,  da noi scaricato dall’URL  https://pdfs.semanticscholar.org/898a/b374bf249c676638d1ee60af006e6db68df9.pdf (ma il documento a sua volta reca la dicitura ‘Downloaded from https://academic.oup.com/mbe/article/15/7/880/1074882 by guest on 24 October 2018’), Wayback Machine dall’URL del nostro download: https://web.archive.org/web/20190228010725/http://pdfs.semanticscholar.org/898a/b374bf249c676638d1ee60af006e6db68df9.pdf; Wayback Machine dell’URL https://academic.oup.com/mbe/article/15/7/880/1074882 indicato dalla  dicitura:   https://web.archive.org/web/20200118092220/https://academic.oup.com/mbe/article/15/7/880/1074882 , ma pagina che non contiene testo documento. Caricamento del documento scaricato dall’URL di partenza https://pdfs.semanticscholar.org/898a/b374bf249c676638d1ee60af006e6db68df9.pdf su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/avivregevmarionj.lambevajablonkatheroleofdnamethylationininvertebratesdevelopmen/mode/2up    e                                                                                                                https://ia802807.us.archive.org/15/items/avivregevmarionj.lambevajablonkatheroleofdnamethylationininvertebratesdevelopmen/Aviv%20Regev%20Marion%20J.%20Lamb%20%20Eva%20Jablonka%20The%20Role%20of%20DNA%20Methylation%20in%20Invertebrates%20Developmental%20Regulation%20or%20Genome%20Defense%20Massimo%20Morigi%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20%20Neomarxismo.pdf.

 

      Michael J. Chapman,  Lynn Margulis, Morphogenesis by symbiogenesis,  “International Microbiology”, Vol. 1, 30 June 1998 (in prima pagina, con la precisazione ‘Received 20 May 1998 Accepted 30 June 1998), pp. 319-326. Articolo scaricato all’URL https://core.ac.uk/download/pdf/159083922.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506202017/https://core.ac.uk/download/pdf/159083922.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/michaeljchapmanlynnmargulismorphogenesisbysymbiogenesisepigeneticaepigeneticsteo/mode/2up e                                                                                                                                     https://ia902802.us.archive.org/5/items/michaeljchapmanlynnmargulismorphogenesisbysymbiogenesisepigeneticaepigeneticsteo/Michael%20J%20%20Chapman%20%20%20Lynn%20Margulis%20%20Morphogenesis%20by%20symbiogenesis%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf. Stesso articolo scaricato anche presso l’URL https://works.bepress.com/lynn_margulis/2, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200201083532/https://works.bepress.com/lynn_margulis/2/    (la  prima pagina del  documento PDF scaricato presso questo URL reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the SelectedWorks of Lynn Margulis (1938 – 2011)’). Ricaricato l’articolo su Internet Archive si sono quindi generati gli URL https://archive.org/details/michaeljchapmanlynnmargulismorphogenesisbysymbiogenesisepigeneticateoriaendosimb/mode/2up  e                                                                                                                                  https://ia902800.us.archive.org/34/items/michaeljchapmanlynnmargulismorphogenesisbysymbiogenesisepigeneticateoriaendosimb/Michael%20J%20Chapman%20Lynn%20Margulis%20%20%20Morphogenesis%20by%20Symbiogenesis%20epigenetica%20teoria%20endosimbiotica%20Reppubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomaxismo.pdf.

 

      Eva Jablonka,  Marion J. Lamb,  Eytan Avital, ‘Lamarckian’ mechanisms in Darwinian evolution,  “Trends in Ecology & Evolution”, Vol. 13(5), pp. 206-10, May 1998, https://doi.org/10.1016/S0169-5347(98)01344-5. Articolo scaricato da https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/49758641_%27Lamarckian%27_mechanisms_in_Darwinian_evolution/links/5cd5e3e092851c4eab93538f/Lamarckian-mechanisms-in-Darwinian-evolution.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200118101140/https://www.researchgate.net/profile/Eva_Jablonka2/publication/49758641_%27Lamarckian%27_mechanisms_in_Darwinian_evolution/links/5cd5e3e092851c4eab93538f/Lamarckian-mechanisms-in-Darwinian-evolution.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkamarionj.lambeytanavitallamarckianmechanismsindarwinianevolutionmassim/mode/2up  e                                                                                                                                 https://ia902809.us.archive.org/22/items/evajablonkamarionj.lambeytanavitallamarckianmechanismsindarwinianevolutionmassim/Eva%20Jablonka%20%20%20Marion%20J.%20Lamb%20%20%20Eytan%20Avital%20%20Lamarckian%E2%80%99%20mechanisms%20in%20Darwinian%20evolution%20Massimo%20Morigi.%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo.pdf.

 

      Lynn Margulis,  Jeremy Z. Jorgensen, Sona Dolan, Rita Kolchinsky, Frederick A. Rainey,  Shyh-Ching Lo, The Arthromitus stage of Bacillus cereus: Intestinal symbionts of animals, “PNAS” (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), 3 February 1998, Vol. 95(3), pp. 1236-1241, https://doi.org/10.1073/pnas.95.3.1236. Articolo raggiunto attraverso  https://www.pnas.org/content/95/3/1236.full, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200205083259/https://www.pnas.org/content/95/3/1236.full. Ricaricato su Internet Archive (il precedente URL con link all’interno del sito, ci ha rinviati all’ URL https://www.pnas.org/content/pnas/95/3/1236.full.pdf, Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20200205083324/https://www.pnas.org/content/pnas/95/3/1236.full.pdf , dal quale abbiamo effettuato il download del documento PDF caricato poi su Internet Archive), si sono generati gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisjeremyzjorgensensonadolanritakolchinskyfrederickaraineyshyhchingloth/mode/2up e                                                                                                                                     https://ia802808.us.archive.org/35/items/lynnmargulisjeremyzjorgensensonadolanritakolchinskyfrederickaraineyshyhchingloth/Lynn%20Margulis%20%20Jeremy%20Z%20%20Jorgensen%20%20Sona%20Dolan%2C%20Rita%20Kolchinsky%20Frederick%20A%20%20Rainey%20%20%20Shyh-Ching%20Lo%20%20The%20Arthromitus%20stage%20of%20Bacillus%20cereus%20%20Intestinal%20%20%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf. Inoltre, presso il succitato DOI: https://doi.org/10.1073/pnas.95.3.1236, abbiamo raggiunto l’URL https://www.pnas.org/content/95/3/1236. Congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506202732/https://www.pnas.org/content/95/3/1236.

 

      Eytana Avital, Eva Jablonka, Michael Lachmann, Adopting adoption, “Animal Behaviour”, Vol. 55(6), 1998, pp. 1451-1459.  (La prima pagina reca la scritta ‘Received 11 June 1997; initial acceptance 23 July 1997; final acceptance 29 September 1997; MS. number: 5564’). Articolo scaricato da http://tuvalu.santafe.edu/~lachmann/papers/adoption.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200122144903/http://tuvalu.santafe.edu/~lachmann/papers/adoption.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL

https://archive.org/details/eytanaavitalevajablonkamichaellachmannadoptingadoptionrapportoculturanaturamemem/mode/2up                                                                                              e                                                                                                                           

https://ia802808.us.archive.org/1/items/eytanaavitalevajablonkamichaellachmannadoptingadoptionrapportoculturanaturamemem/Eytana%20Avital%20%20Eva%20Jablonka%20%20Michael%20Lachmann%20Adopting%20adoption%2C%20rapporto%20%20cultura-natura%2C%20meme%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20neomarxismo.pdf.

 

 

      Presso l’URL https://works.bepress.com/lynn_margulis/3/, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200202090207/https://works.bepress.com/lynn_margulis/3/, abbiamo scaricato Lynn Margulis, Antoni Navarrete, Mónica Solé,  Cosmopolitan Distribution of the Large Composite Microbial Mat Spirochete, Spirosymplokos Deltaeiberi,  International Microbiology”,  Vol. 1(1), 15 January 1998, pp. 27-34 (la  prima pagina dell’articolo in formato PDF reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the SelectedWorks of Lynn Margulis (1938 – 2011)’). Ricaricato quindi l’articolo su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisantoninavarretecosmopolitandistributionofthelargecompositemicrobialm/mode/2up   e                                                                                                                  https://ia802807.us.archive.org/33/items/lynnmargulisantoninavarretecosmopolitandistributionofthelargecompositemicrobialm/Lynn%20Margulis%20Antoni%20Navarrete%20Cosmopolitan%20Distribution%20of%20the%20Large%20Composite%20Microbial%20Mat%20Spirochete%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa%20neomarxismo.pdf.

 

      Irmgard Roemer, Wolf Reik, Wendy Dean, Joachim Klose, Epigenetic inheritance in the mouse, “Current Biology” Vol. 7(4), 1997, pp. 277-280,  https://doi.org/10.1016/S0960-9822(06)00124-2Articolo raggiunto tramite l’URL https://www.cell.com/fulltext/S0960-9822(06)00124-2, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200130091343/https://www.cell.com/fulltext/S0960-9822(06)00124-2.  Attraverso la pagina HTML di cui al succitato URL, si può cliccando su download PDF scaricare anche la pagina PDF dell’articolo. L’URL così raggiunto che ci permette di scaricare la pagina PDF è https://www.cell.com/action/showPdf?pii=S0960-9822%2806%2900124-2: Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200130091536/https://www.cell.com/action/showPdf?pii=S0960-9822%2806%2900124-2. Ricaricata  la pagina PDF dell’articolo su Internet Archive, si sono quindi quindi gli URL  https://archive.org/details/irmgardroemerepigeneticinheritanceinthemouseepigeneticarepubblicanesimogeopoliti/mode/2up      e                                                                                                                                  https://ia802801.us.archive.org/24/items/irmgardroemerepigeneticinheritanceinthemouseepigeneticarepubblicanesimogeopoliti/Irmgard%20Roemer%20Epigenetic%20inheritance%20in%20the%20mouse%20epigenetica%20Repubblicanesimo%20geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo%20filosofia%20della%20prassi.pdf. Inoltre, presso il succitato DOI: https://doi.org/10.1016/S0960-9822(06)00124-2, abbiamo raggiunto l’URL: https://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(06)00124-2?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS0960982206001242%3Fshowall%3Dtrue. Congelamento dell’URL e del documento tramite Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200506203306/https://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(06)00124-2?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS0960982206001242%3Fshowall%3Dtrue.

 

       Lynn Margulis, Archaeal-eubacterial mergers in the origin of Eukarya: Phylogenetic classification of life, “PNAS” (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America),  Vol. 93(6), February 1996, pp. 1071-1076, https://doi.org/10.1073/pnas.93.3.1071. Articolo scaricato da http://academic.uprm.edu/~lrios/4368/Margulis96.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200125083036/http://academic.uprm.edu/~lrios/4368/Margulis96.pdf.  Caricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisarchaealeubacterialmergersintheoriginofeukaryaphylogeneticclassifica/mode/2up e                                                                                                                                             https://ia802808.us.archive.org/22/items/lynnmargulisarchaealeubacterialmergersintheoriginofeukaryaphylogeneticclassifica/Lynn%20Margulis%20%20Archaeal%20eubacterial%20mergers%20in%20the%20origin%20of%20Eukarya%20%20Phylogenetic%20classification%20of%20life%20epigenetica%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf. Documento scaricato anche da https://www.pnas.org/content/pnas/93/3/1071.full.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200205094100/https://www.pnas.org/content/pnas/93/3/1071.full.pdf. Nuovo caricamento su  Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisarchaealeubacterialmergersintheoriginofeukaryaphylogeneticclassifica_202002/mode/2up     e                                                                                                                           https://ia802800.us.archive.org/18/items/lynnmargulisarchaealeubacterialmergersintheoriginofeukaryaphylogeneticclassifica_202002/Lynn%20Margulis%20Archaeal%20eubacterial%20mergers%20in%20the%20origin%20of%20Eukarya%20phylogenetic%20classification%20of%20life%20%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

      Eva Jablonka, Beáta Oborny, István Molnár, Éva Kisdi, Josef Hofbauer, Tamás Czárán, The adaptive advantage of phenotypic memory in changing environments, “Philosophical Transactions of the Royal Society B”, 29 November 1995, https://doi.org/10.1098/rstb.1995.0147,  articolo scaricato da https://royalsocietypublishing.org/doi/pdf/10.1098/rstb.1995.0147, Wayback Machine https://web.archive.org/web/20191026201255/https://royalsocietypublishing.org/doi/pdf/10.1098/rstb.1995.0147. Download dell’articolo e upload presso internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/evajablonkabeataobornyistvanmolnarevakisdijosefhofbauertamasczarantheadaptiveadv/mode/2up  e                                                                                                                 https://ia802806.us.archive.org/33/items/evajablonkabeataobornyistvanmolnarevakisdijosefhofbauertamasczarantheadaptiveadv/Eva%20Jablonka%20%20Be%C3%A1ta%20Oborny%20%20Istv%C3%A1n%20Moln%C3%A1r%20%20%C3%89va%20Kisdi%20%20Josef%20Hofbauer%20%20Tam%C3%A1s%20Cz%C3%A1r%C3%A1n%20%20The%20adaptive%20advantage%20of%20phenotypic%20memory%20in%20changing%20environments%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20neomarxismo.pdf.

 

      Eva Jablonka,  Eörs Szathmdry, The evolution of information storage and heredity, “Tree”, Vol. 10(5), May 1995. Scaricato da http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.556.9589&rep=rep1&type=pdf, Wayback Machine: impossibilità della Wayback Machine di operare su questo URL.  Caricato su Internet Archive, generando gli URL  https://archive.org/details/evajablonkaeorsszathmdrytheevolutionofinformationstorageandhereditymassimomorigi/mode/2up   e                                                                                                                                   https://ia902803.us.archive.org/4/items/evajablonkaeorsszathmdrytheevolutionofinformationstorageandhereditymassimomorigi/Eva%20Jablonka%20%20E%C3%B6rs%20Szathmdry%20The%20evolution%20of%20information%20storage%20and%20heredity%20Massimo%20Morigi%20epigenetica%20epigenetics%20neomarxismo%20%20%20%20neo-marxismo%20neo%20marxismo%20neomarxism%20Repubblicanesimo%20Geopoliltico.pdf.

 

      Lynn Margulis, Dorion Sagan, Microcosmos. Cuatro mil millones de años de evolución desde nuestros ancestros microbianos (titolo originale: Microcosmos. Four Billion Years of Evolution from Our Microbial Ancestors), Barcelona, Tusquetes Editores, Mayo  1995. Libro scaricato all’URL https://www.academia.edu/8385628/Microcosmos_Margulis-_Sagan, Wayback Machine: impossibilità della Wayback Machine di operare su questo URL. Nostro caricamento su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisdorionsaganmicrocosmosbiologyrepubblicanesimogeopoliticoteoriaendosi/mode/2up   e                                                                                                                                   https://ia802803.us.archive.org/15/items/lynnmargulisdorionsaganmicrocosmosbiologyrepubblicanesimogeopoliticoteoriaendosi/Lynn%20Margulis%20Dorion%20Sagan%20Microcosmos%20Biology%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Teoria%20endosimbiotica%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

 

 

      David Bermudes, Gregory Hinkle, Lynn Margulis, Do Prokaryotes Contain Microtubules?, “Microbiological Reviews”, Vol. 58(3), September 1994, pp. 387-400. Articolo scaricato all’URL https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC372974/pdf/microrev00022-0105.pdf, Wayback Machine: congelamento fallito notificato con la scritta ‘Forbidden Your client does not have permission to get this resource from this server. Please see our Copyright Notice.’. Successivo tentativo: http://web.archive.org/web/20200505072803/https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC372974/pdf/microrev00022-0105.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/davidbermudesgregoryhinklelynnmargulisteoriaendosimbioticasintesievoluzionistaes/mode/2up    e                                                                                                                    https://ia802807.us.archive.org/33/items/davidbermudesgregoryhinklelynnmargulisteoriaendosimbioticasintesievoluzionistaes/David%20Bermudes%20%20Gregory%20Hinkle%20%20Lynn%20Margulis%20teoria%20endosimbiotica%20%20sintesi%20evoluzionista%20estesa%20repubblicanesimo%20geopolitico%20%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

      Steven Mentor, Manifesto technologies: Marx, Marinetti, Haraway, probabilmente giugno 1994. L’articolo senza alcuna notazione bibliografica,  tranne la seguente manchette che appare, sotto l’indicazione del nome dell’autore e del titolo dell’articolo, all’inizio del documento HTML attraverso il quale ne abbiamo preso visione in Rete: «Department of English University of Washington Seattle, WA 98195 cybunny@u.washington.edu June 1994 to appear in: Technohistory (Krieger Publishing)», è visionabile e scaricabile all’URL http://www.dvara.net/hk/technomanifest.asp, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20160623232259/http://www.dvara.net/hk/technomanifest.asp.  Ricaricata la pagina html su Internte Archive si sono generati gli URL

https://archive.org/details/stevenmentormanifestotechnologiesmarxmarinettiharawayepigeneticaepigeneticsteori                                                                                                                    e

https://ia801504.us.archive.org/1/items/stevenmentormanifestotechnologiesmarxmarinettiharawayepigeneticaepigeneticsteori/Steven%20Mentor%20%20Manifesto%20technologies%20%20Marx%20%20Marinetti%20%20Haraway%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20%20transumanismo%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20%20neomarxismo.html. Non avendo dato il caricamento della pagina HTML su Internet Archive soddisfacenti risultati, siamo ricorsi ad un copiaincolla della pagina su foglio Word, tramutato in PDF e caricato quindi sempre su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/stevenmentormanifestotechnologiesmarxmarinettiharawayepigeneticaepigeneticsteori_202002/mode/2up                                                                                         e                                                                                                      

https://ia802807.us.archive.org/23/items/stevenmentormanifestotechnologiesmarxmarinettiharawayepigeneticaepigeneticsteori_202002/Steven%20Mentor%20%20Manifesto%20technologies%20%20Marx%20%20Marinetti%20%20Haraway%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20%20transumanismo%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

 

Lynn Margulis, Oona West, Gaia and the Colonization of Mars, “GSA Today”, Vol. 3(11), November 1993, pp. 278-291. Articolo scaricato da https://www.geosociety.org//gsatoday/archive/3/11/pdf/i1052-5173-3-11-sci.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200205150511/https://www.geosociety.org//gsatoday/archive/3/11/pdf/i1052-5173-3-11-sci.pdf. Ricaricato su Internet  Archive, generando gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisoonawestgaiaandthecolonizationofmarsepigeneticaepigeneticsrepubblica/mode/2up   e                                                                                                                                     https://ia802803.us.archive.org/25/items/lynnmargulisoonawestgaiaandthecolonizationofmarsepigeneticaepigeneticsrepubblica/Lynn%20Margulis%20%20Oona%20West%20%20Gaia%20and%20the%20Colonization%20of%20Mars%20%20%20epigenetica%20%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

      Presso l’ URL  https://works.bepress.com/lynn_margulis/75/, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200205153232/https://works.bepress.com/lynn_margulis/75/, abbiamo scaricato  Lynn Margulis,  J. B. Ashen,  M. Solé,  R. Guerrero,  Composite, Large Spirochetes from Microbial Mats: Spirochete Structure Review, “PNAS” (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America) Vol. 90, August 1993, pp. 6966-6970,  (la  prima pagina del  documento PDF  dell’articolo reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the Selected Works of Lynn Margulis (1938 – 2011)’). Ricaricato quindi l’articolo su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisjbashenmsolerguerrerocompositelargespirochetesfrommicrobialmatsspiro/mode/2up                                                                                                 e https://ia802804.us.archive.org/21/items/lynnmargulisjbashenmsolerguerrerocompositelargespirochetesfrommicrobialmatsspiro/Lynn%20Margulis%20%20J%20%20B%20%20Ashen%20%20M%20%20Sol%C3%A9%20%20%20R%20%20Guerrero%20%20%20Composite%20Large%20Spirochetes%20from%20Microbial%20Mats%20Spirochete%20Structure%20%20%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20%20neomarxismo.pdf.

 

      Eva Jablonka, Michael Lachmann, Marion J. Lamb, Evidence, Mechanisms and Models for the Inheritance of Acquired Characters, “Journal of Theoretical Biology”, Vol. 158(1), September 1992, pp. 245-268. Articolo scaricato da http://tuvalu.santafe.edu/~lachmann/Jablonka1992_inheritance_of_acquired_characters.pdf , Wayback Machine:  https://web.archive.org/web/20200118083337/http://tuvalu.santafe.edu/~lachmann/Jablonka1992_inheritance_of_acquired_characters.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL  https://archive.org/details/evajablonkamichaellachmannmarionj.lambevidencemechanismsandmodelsfortheinheritan/mode/2up   e                                                                                                                             https://ia802800.us.archive.org/1/items/evajablonkamichaellachmannmarionj.lambevidencemechanismsandmodelsfortheinheritan/Eva%20Jablonka%2C%20Michael%20Lachmann%2C%20Marion%20J.%20Lamb%2C%20Evidence%2C%20Mechanisms%20and%20Models%20for%20the%20Inheritance%20of%20Acquired%20Characters%2C%20Epigenetica%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20neomarxismo%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf.

 

      Alexander Wendt, Anarchy is what States Make of it: The Social Construction of Power Politics, “International Organization”, Vol. 46(2), Spring, 1992, pp. 391-425. Articolo consultabile all’ URL https://people.ucsc.edu/~rlipsch/migrated/Pol272/Wendt.Anarch.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190618162554/https://people.ucsc.edu/~rlipsch/migrated/Pol272/Wendt.Anarch.pdf. Caricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf/mode/2up e https://ia600105.us.archive.org/23/items/AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf/AlexanderWendt.AnarchyIsWhatStatesMakeOfIt.TheSocialConstructionOfPowerPolitics.pdf.

 

      Lynn Margulis, Biodiversity: molecular biological domains, symbiosis and kingdom origins, “Biosystems”, Vol. 27(1), 1992, pp. 39-51, https://doi.org/10.1016/0303-2647(92)90045-Z, articolo scaricato da http://www.ask-force.org/web/Evolution/Margulis-Biodiversity-Molecular-1992.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200205163248/http://www.ask-force.org/web/Evolution/Margulis-Biodiversity-Molecular-1992.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisbiodiversitymolecularbiologicaldomainssymbiosisandkingdomoriginsepig/mode/2up    e                                                                                                                                 https://ia802809.us.archive.org/10/items/lynnmargulisbiodiversitymolecularbiologicaldomainssymbiosisandkingdomoriginsepig/Lynn%20Margulis%20%20Biodiversity%20%20molecular%20biological%20domains%20%20symbiosis%20and%20kingdom%20origins%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

      Presso l’URL  https://works.bepress.com/lynn_margulis/83/, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200206073338/https://works.bepress.com/lynn_margulis/83/, abbiamo scaricato Lynn Margulis, Words as Battle Cries: Symbiogenesis and the New Field of Endocytobiology, “BioScience”, Vol. 40(9), Ecosystem Science for the Future, October 1990, pp. 673-677 (la  prima pagina del  documento PDF  dell’articolo reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the Selected Works of Lynn Margulis (1938 – 2011)’). Ricaricato quindi l’articolo su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/lynnmarguliswordsasbattlecriessymbiogenesisandthenewfieldofendocytobiologyteoria/mode/2up  e                                                                                                                                       https://ia802800.us.archive.org/8/items/lynnmarguliswordsasbattlecriessymbiogenesisandthenewfieldofendocytobiologyteoria/Lynn%20Margulis%20%20Words%20as%20Battle%20Cries%20%20Symbiogenesis%20and%20the%20New%20Field%20of%20Endocytobiology%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo%20filosofia%20della%20prassi.pdf.

 

      Lynn Margulis, Mark McMenamin, Kinetosome-Centriolar DNA: Significance for Endosymbiosis Theory, “Treballs de la Societat Catalana de Biologia”, Vol. 41, 1990, pp. 5-16. Articolo scaricato da https://publicacions.iec.cat/Front/repository/pdf/00000097%5C00000065.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200205170812/https://publicacions.iec.cat/Front/repository/pdf/00000097%5C00000065.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/lynnmargulismarkmcmenaminkinetosomecentriolardnasignificanceforendosymbiosistheo/mode/2up e                                                                                                                                https://ia902800.us.archive.org/13/items/lynnmargulismarkmcmenaminkinetosomecentriolardnasignificanceforendosymbiosistheo/Lynn%20Margulis%20%20Mark%20Mcmenamin%20%20%20Kinetosome%20Centriolar%20DNA%20%20Significance%20for%20Endosymbiosis%20Theory%20%20teoria%20endosimbiotica%20%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20marxismo%20neomarxismo.pdf. Articolo scaricabile anche presso https://zs.thulb.uni-jena.de/servlets/MCRFileNodeServlet/jportal_derivate_00100672/ECR_05_1988_133-162_Margulis.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200206075653/https://zs.thulb.uni-jena.de/servlets/MCRFileNodeServlet/jportal_derivate_00100672/ECR_05_1988_133-162_Margulis.pdf.

 

       Presso l’ URL https://works.bepress.com/lynn_margulis/91/,  Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200206084409/https://works.bepress.com/lynn_margulis/91/, abbiamo scaricato  David Bermudes, David Chase, Lynn Margulis, Morphology as a Basis for Taxonomy of Large Spirochetes Symbiotic in Wood-Eating Cockroaches and Termites: Pillotina nov., norn. rev.; Pillotina calotermitidis sp. nov. norn. rev.; gen. Diplocalyx gen. nov. nom. rev. ; Diplocalyx calotermitidis sp. nov. , nom. rev.; Hollandina gen. nov., nom. rev.; Hollandina pterotermitidis sp. nov. , norn. rev. ; and Clevelandina reticulitermitidis gen. nov. sp. nov., “International Journal of Systematic Bacteriology” , Vol. 38(3), 1 July 1988, pp. 291-302, https://doi.org/10.1099/00207713-38-3-291 (la  prima pagina del  documento PDF dell’articolo reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the Selected Works of Lynn Margulis (1938 – 2011)’). Ricaricato quindi l’articolo su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/davidbermudesdavidchaselynnmargulismorphologyasabasisfortaxonomyoflargespirochet/mode/2up    e                                                                                                             https://ia802803.us.archive.org/1/items/davidbermudesdavidchaselynnmargulismorphologyasabasisfortaxonomyoflargespirochet/David%20Bermudes%20%20David%20Chase%20Lynn%20Margulis%20Morphology%20as%20a%20Basis%20for%20Taxonomy%20of%20Large%20Spirochetes%20Symbiotic%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf. Inoltre il succitato numero DOI, https://doi.org/10.1099/00207713-38-3-291  ci rinvia all’URL https://www.microbiologyresearch.org/content/journal/ijsem/10.1099/00207713-38-3-291, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200208070845/https://www.microbiologyresearch.org/content/journal/ijsem/10.1099/00207713-38-3-291, presso il quale, tramite link all’interno dello stesso sito, si raggiunge l’URL https://www.microbiologyresearch.org/docserver/fulltext/ijsem/38/3/ijs-38-3-291.pdf?expires=1581146481&id=id&accname=guest&checksum=7E4C868E5DFDC7A6ECE89E82E2AE1AA9, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200208071227/https://www.microbiologyresearch.org/docserver/fulltext/ijsem/38/3/ijs-38-3-291.pdf?expires=1581146481&id=id&accname=guest&checksum=7E4C868E5DFDC7A6ECE89E82E2AE1AA9, attraverso il quale abbiamo scaricato un’altra  pagina PDF dell’articolo. Ricaricato anche questo documento su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/davidbermudesdavidchaselynnmargulismorphologyasabasisfortaxonomyendosymbioticthe/mode/2up e                                                                                                                              https://ia802806.us.archive.org/32/items/davidbermudesdavidchaselynnmargulismorphologyasabasisfortaxonomyendosymbioticthe/David%20Bermudes%20%20David%20Chase%20Lynn%20Margulis%20Morphology%20as%20a%20Basis%20for%20Taxonomy%20%20endosymbiotic%20theory%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

       Attraverso l’URL  https://works.bepress.com/lynn_margulis/88/, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200206075639/https://works.bepress.com/lynn_margulis/88/, tramite un link   che rinvia alll’URL esterno al sito https://zs.thulb.uni-jena.de/servlets/MCRFileNodeServlet/jportal_derivate_00100672/ECR_05_1988_133-162_Margulis.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200206075653/https://zs.thulb.uni-jena.de/servlets/MCRFileNodeServlet/jportal_derivate_00100672/ECR_05_1988_133-162_Margulis.pdf, abbiamo scaricato Lynn Margulis, Serial Endosymbiotic Theory (SET) – Undulipodia, Mitosis and Their Microtubule Systems Preceded Mitochondria, “Endocytobiosis and Cell Research”, Vol. 5(2), 1988, pp. 133-162. Ricaricato su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisserialendosymbiotictheorysetundulipodiamitosisandtheirmicrotubulesys/mode/2up  e                                                                                                                     https://ia802805.us.archive.org/4/items/lynnmargulisserialendosymbiotictheorysetundulipodiamitosisandtheirmicrotubulesys/Lynn%20Margulis%20%20Serial%20Endosymbiotic%20Theory%20%20SET%20%20%20Undulipodia%2C%20Mitosis%20and%20Their%20Microtubule%20Systems%20Preceded%20Mitochondria%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20%20neomarxismo.pdf.

 

  1. R. Fleischaker, Lynn Margulis, Autopoiesis and the origin of bacteria, “Advances in  Space Research”,  Vol. 6(11), 1986, pp. 53-55. Articolo scaricato da https://vdocuments.mx/autopoiesis-and-the-origin-of-bacteria.html, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200208133910/https://vdocuments.mx/autopoiesis-and-the-origin-of-bacteria.html. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/grfleischakerlynnmargulisautopoiesisandtheoriginofbacteriaepigeneticateoriaendos/mode/2up                                                                                                              e                                                                                                                                                                                                                                                                                                        https://ia802808.us.archive.org/31/items/grfleischakerlynnmargulisautopoiesisandtheoriginofbacteriaepigeneticateoriaendos/G%20%20R%20%20Fleischaker%20%20Lynn%20Margulis%20%20Autopoiesis%20and%20the%20origin%20of%20%20bacteria%20epigenetica%20teoria%20endosmimbiotica%20Massimo%20Morigi%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

      Presso l’ URL  https://works.bepress.com/lynn_margulis/98, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200208082718/https://works.bepress.com/lynn_margulis/98/, abbiamo scaricato Ricardo Guerrero, Carlos Pedrós-Alió, Isabel Esteve, Jordi Mas, David Chase, Lynn Margulis, Predatory prokaryotes: Predation and primary consumption evolved in bacteria, “PNAS” (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America),  Vol. 83, April 1986,  pp. 2138-2142,  https://doi.org/10.1073/pnas.83.7.2138. Ricaricato quindi l’articolo su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/ricardoguerrerolynnmargulispredatoryprokaryotesteoriaendosimbioticaepigeneticasi/mode/2up  e                                                                                                                      https://ia802809.us.archive.org/24/items/ricardoguerrerolynnmargulispredatoryprokaryotesteoriaendosimbioticaepigeneticasi/Ricardo%20Guerrero%20Lynn%20Margulis%20Predatory%20prokaryotes%20teoria%20endosimbiotica%20epigenetica%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf. Inoltre, il succitato numero DOI   https://doi.org/10.1073/pnas.83.7.2138  ci rinvia all’URL del “PNAS” https://www.pnas.org/content/83/7/2138, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200208090016/https://www.pnas.org/content/83/7/2138, presso il quale, tramite link all’interno dello stesso sito, si raggiunge l’URL  https://www.pnas.org/content/pnas/83/7/2138.full.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200208090033/https://www.pnas.org/content/pnas/83/7/2138.full.pdf, attraverso il quale abbiamo scaricato la pagina PDF  dell’articolo. Ricaricato anche questo documento su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/ricardoguerrerolynnmargulispredatoryprokaryotesteoriaendosimbioticarepubblicanes/mode/2up  e                                                                                                                                https://ia802809.us.archive.org/3/items/ricardoguerrerolynnmargulispredatoryprokaryotesteoriaendosimbioticarepubblicanes/Ricardo%20Guerrero%2C%20%20Lynn%20Margulis%2C%20Predatory%20prokaryotes%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo%20filosofia%20della%20prassi.pdf.

 

      Presso l’ URL https://works.bepress.com/lynn_margulis/97/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200208075533/https://works.bepress.com/lynn_margulis/97/, abbiamo scaricato Lynn Margulis,  David Chase,  Ricardo Guerrero, Microbial Communities, “BioScience”, Vol. 36(3), March 1986, pp. 160-170, https://doi.org/10.2307/1310303 (la  prima pagina del  documento PDF dell’originale dell’articolo reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the Selected Works of Lynn Margulis (1938 – 2011)’). Ricaricato quindi l’articolo su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisdavidchasericardoguerreromicrobialcommunitiesteoriaendosimbioticaepi/mode/2up e                                                                                                                                                           https://ia802808.us.archive.org/6/items/lynnmargulisdavidchasericardoguerreromicrobialcommunitiesteoriaendosimbioticaepi/Lynn%20Margulis%20%20David%20Chase%20%20%20Ricardo%20Guerrero%20%20Microbial%20Communities%20teoria%20endosimbiotica%20epigenetica%20sintesi%20evoluzionistica%20estesa%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

      Richard Levins, Richard Lewontin, The Dialectical Biologist, Cambridge (MA), Harvard University Press, 1985 (Delhi, Aakar Books for South Asia, 2009), documento da noi scaricato presso https://athens.indymedia.org/media/upload/2016/09/02/LEWONTIN_-_THE_DIALECTICAL_BIOLOGIST.pdf. Nostro congelamento WebCite (quando ancora questa piattaforma accettava congelamenti diretti di URL e relativi documenti):  http://www.webcitation.org/75i27bpR1 e http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fathens.indymedia.org%2Fmedia%2Fupload%2F2016%2F09%2F02%2FLEWONTIN_-_THE_DIALECTICAL_BIOLOGIST.pdf&date=2019-01-26. Successivo congelamento anche sulla Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20190618163839/https://athens.indymedia.org/media/upload/2016/09/02/LEWONTIN_-_THE_DIALECTICAL_BIOLOGIST.pdf. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL  https://archive.org/details/TheDialecticalBiologist/mode/2up                                                   e https://ia800900.us.archive.org/3/items/TheDialecticalBiologist/Lewontin_-Levins_the_dialectical_biologist.pdf. Vista l’importanza del documento, ulteriore congelamento WebCite del documento da noi caricato su Internet Archive:    http://www.webcitation.org/75i3BdM3Q e http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fia801507.us.archive.org%2F26%2Fitems%2FTheDialecticalBiologist%2FLewontin_-Levins_the_dialectical_biologist.pdf&date=2019-01-26 ed ora, alla luce del  funzionamento non soddisfacente di WebCite, congelamento tramite Wayback Machine di Internet Archive del documento già caricato direttamente su Internet Archive, generando l’URL 

http://web.archive.org/web/20190618164825/https://ia800900.us.archive.org/3/items/TheDialecticalBiologist/Lewontin_-Levins_the_dialectical_biologist.pdf.

 

 

      Lynn Margulis, David Bermudes, Symbiosis as a Mechanism of Evolution: Status of Cell Symbiosis Theory, “Symbiosis”, Vol. 1(2), 1985 (Received September 4, 1985; Accepted September 18, 1985) , pp 101-124.  Articolo scaricato da https://dalspace.library.dal.ca/bitstream/handle/10222/76849/VOLUME%201-NUMBER%202-1985-PAGE%20101.pdf?sequence=1, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200208141523/https://dalspace.library.dal.ca/bitstream/handle/10222/76849/VOLUME%201-NUMBER%202-1985-PAGE%20101.pdf?sequence=1. Ricaricato su Internet Archive, si sono quindi generati gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisdavidibermudessymbiosisasamechanismofevolutiontheoryteoriaendosimbio/mode/2up                                                                                                       e                                                                                                                                  https://ia802807.us.archive.org/2/items/lynnmargulisdavidibermudessymbiosisasamechanismofevolutiontheoryteoriaendosimbio/Lynn%20Margulis%20Davidi%20Bermudes%20%20Symbiosis%20as%20a%20Mechanism%20of%20Evolution%20%20Theory%20teoria%20endosimbiotica%20sintesi%20evoluzionisitca%20estesa%20epigenetica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo.pdf.

 

  1. C. Lewontin, Steven Rose, and Leon Kamin, Not in Our Genes, New York, Pantheon, 1984, anticipatore del  Dialectical Biologist,  all’ URL  https://it.scribd.com/document/383665958/Not-in-Our-Genes-Richard-Lewontin-Steven-Rose-Leon-Kamin, Wayback machine: http://web.archive.org/web/20200508072833/https://www.scribd.com/document/383665958/Not-in-Our-Genes-Richard-Lewontin-Steven-Rose-Leon-Kamin ma congelamento non soddifacente. Ricaricato su Internet Archive, generando agli URL https://archive.org/details/r.c.lewontinstevenroseleonkaminnotinourgenesmassimomorigirepubblicanesimogeopolitico/mode/2up                                                                                             e                                                                                                                                                                                                                                                                                                               

https://ia903102.us.archive.org/21/items/r.c.lewontinstevenroseleonkaminnotinourgenesmassimomorigirepubblicanesimogeopolitico/R.%20C.%20Lewontin%2C%20Steven%20%20Rose%2C%20Leon%20Kamin%2C%20Not%20in%20Our%20Genes%20%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf.

 

 

      Lynn Margulis, Symbiosis in cell evolution: life and its environment on the early Earth, San Francisco, W.H. Freeman, 1981. Negli anni successivi alla pubblicazione di questo libro, la teoria endosimbiotica della Margulis, inizialmente osteggiata, riceverà progressivamente sempre più riconoscimenti. Il libro è stato digitalizzato da Internet Archive nel 2010 ma, per ragioni di proprietà letteraria, il libro non può essere scaricato ma solo preso in prestito e letto direttamente sulla piattaforma Internet Archive. L’URL di Internet Archive presso il quale può essere effettuato il prestito è https://archive.org/details/symbiosisincelle00marg.

 

 

 

      Lynn Margulis, Elso S. Barghoorn, Debra Ashendorf, Sumana Banerjee, David Chase, Susan  Francis,  Stephen Giovannoni, John Stolz,  The microbial community in the layered sediments at Laguna Figueroa, Baja California, Mexico: Does it have Precambrian analogues?,  “Precambrian Research”, vol. 11(2),  April 1980, pp. 93-123, https://doi.org/10.1016/0301-9268(80)90042-XArticolo scaricato da https://www.academia.edu/25514369/The_microbial_community_in_the_layered_sediments_at_Laguna_Figueroa_Baja_California_Mexico_Does_it_have_Precambrian_analogues, Wayback Machine: impossibilità della Wayback Machine di operare su questo URL. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisthemicrobialcommunityepigeneticaepigeneticsteoriaendosimbioticarepub/mode/2up     e                                                                                                                                   https://ia802805.us.archive.org/8/items/lynnmargulisthemicrobialcommunityepigeneticaepigeneticsteoriaendosimbioticarepub/Lynn%20Margulis%20%20%20The%20microbial%20community%20%20%20%20%20%20%20%20epigenetica%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo%20marxism.pdf.

 

     Peter Mazur, Elso S. Barghoorn, Harlyn O. Halvorson, Thomas H. Jukes, Isaac R. Kaplan, Lynn Margulis,  Biological Implications of the Viking Mission to Mars, Space Science Reviews”,  Vol. 22(1), June 1978, pp. 3-34, DOI: https://doi.org/10.1007/BF00215812. Articolo scaricabile da http://articles.adsabs.harvard.edu//full/1978SSRv…22….3M/0000003.000.html, Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20200209091802/http://articles.adsabs.harvard.edu//full/1978SSRv…22….3M/0000003.000.html o da http://articles.adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-iarticle_query?db_key=AST&bibcode=1978SSRv…22….3M&letter=0&classic=YES&defaultprint=YES&whole_paper=YES&page=3&epage=3&send=Send+PDF&filetype=.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200508081116/http://articles.adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-iarticle_query?db_key=AST&bibcode=1978SSRv…22….3M&letter=0&classic=YES&defaultprint=YES&whole_paper=YES&page=3&epage=3&send=Send+PDF&filetype=.pdf.

 

      Richard Dawkins, The Selfish Gene (third edition, 30th anniversary edition), New York, Oxford University Press, 2006 (first edition: New York, Oxford University Press, 1976). Testo scaricato all’URL  https://pdfs.semanticscholar.org/206e/a4e48d95acd10fb9c2bdc291811cd341c04a.pdf?_ga=2.110581445.1974409258.1572036165-369721173.1568987673; Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20191025204931/https://pdfs.semanticscholar.org/206e/a4e48d95acd10fb9c2bdc291811cd341c04a.pdf?_ga=2.110581445.1974409258.1572036165-369721173.1568987673Caricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/richarddawkinstheselfishgene30thanniversaryeditionwithanewintroductionbytheauthor/mode/2up  e                                                                                                                                    https://ia803102.us.archive.org/4/items/richarddawkinstheselfishgene30thanniversaryeditionwithanewintroductionbytheauthor/RICHARD%20DAWKINS%20THE%20SELFISH%20GENE%20%2030TH%20ANNIVERSARY%20EDITION%20WITH%20A%20NEW%20INTRODUCTION%20BY%20THE%20AUTHOR.pdf. Presso Internet Archive  è pure presente un’altra edizione del Selfish Gene, URL https://archive.org/details/selfishgene00dawkrich, ma essendo il documento vincolato ad un regime di prestito online,  si è  preferito evitare a noi e ai nostri lettori questa procedura e rendere  scaricabile il documento  senza restrizioni.

 

      James E. Lovelock, Lynn Margulis, Atmospheric homeostasis by and for the biosphere: the gaia hypothesis,   “Tellus”, Vol. 26(2), February 1974 (Manuscript received May 8; revised version August 20, 1973), https://doi.org/10.1111/j.2153-3490.1974.tb01946.x. Articolo scaricato da https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/j.2153-3490.1974.tb01946.x, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200203161108/https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1111/j.2153-3490.1974.tb01946.x. Ricaricato su Internet Archive,  si sono generati gli URL https://archive.org/details/jameselovelocklynnmargulisatmospherichomeostasisbyandforthebiospherethegaiahypot/mode/2up e                                                                                                                   https://ia802808.us.archive.org/28/items/jameselovelocklynnmargulisatmospherichomeostasisbyandforthebiospherethegaiahypot/James%20E%20Lovelock%20Lynn%20Margulis%20%20Atmospheric%20homeostasis%20by%20and%20for%20the%20biosphere%20the%20gaia%20hypothesis%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

       Presso l’URL https://works.bepress.com/lynn_margulis/1, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200201075926/https://works.bepress.com/lynn_margulis/01/, abbiamo scaricato K. B. Younger,  S. Banerjee,  J. K. Kelleher,  M. Winston,  Lynn Margulis,  Evidence that the Synchronized Production of New Basal Bodies is not Associated with Dna Synthesis in Stentor Coeruleus, “Journal of Cell Science”,  Vol. 11(2), September 1972, pp. 621-637 (la  prima pagina del  documento PDF dell’originale dell’articolo reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the SelectedWorks of Lynn Margulis (1938 – 2011)’). Ricaricato l’articolo  su Internet Archive si sono quindi generati gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisevidencethatthesynchronizedproductionofnewbasalbodiesisnotassociated/mode/2up e                                                                                                                                       https://ia802807.us.archive.org/30/items/lynnmargulisevidencethatthesynchronizedproductionofnewbasalbodiesisnotassociated/Lynn%20Margulis%20%20Evidence%20that%20the%20Synchronized%20Production%20of%20New%20Basal%20Bodies%20is%20not%20Associated%20with%20Dna%20Synthesis%20in%20Stentor%20%20teoria%20endosimbiotica%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo.pdf.

 

     Lynn Margulis, The Origin of Plant and Animal Cells, “American Scientist”, Vol. 59(2), March-April 1971, pp. 230-235. Uno dei primi articoli della Margulis volti alla formulazione della teoria endosimbiotica, all’URL  https://pdfs.semanticscholar.org/b8ff/7dd9429a9001e1ce8f9dfd54ce4acf4beece.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190304060318/https://pdfs.semanticscholar.org/b8ff/7dd9429a9001e1ce8f9dfd54ce4acf4beece.pdf. Download e caricamento su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/theoriginofplantandanimalcellslynnmargulis/mode/2up                             e https://ia801000.us.archive.org/0/items/theoriginofplantandanimalcellslynnmargulis/The%20Origin%20of%20Plant%20and%20Animal%20Cells%20-%20Lynn%20Margulis.pdf.

 

 

      Lynn Margulis, Whittaker’s Five Kingdoms of Organisms: Minor Revisions Suggested by Considerations of the Origin of Mitosis, “Evolution”,  March 1971, pp. 242-245,  https://doi.org/10.1111/j.1558-5646.1971.tb01876.x. Articolo scaricato presso https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1111/j.1558-5646.1971.tb01876.x, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200205071429/https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1111/j.1558-5646.1971.tb01876.x. Ricaricato l’articolo su Internet Archive, si sono quindi generati gli URL https://archive.org/details/lynnmarguliswhittakersfivekingdomsoforganismsepigeneticaepigeneticsrepubblicanes/mode/2up  e                                                                                                                                   https://ia802802.us.archive.org/4/items/lynnmarguliswhittakersfivekingdomsoforganismsepigeneticaepigeneticsrepubblicanes/Lynn%20Margulis%20Whittaker%20s%20Five%20Kingdoms%20of%20Organisms%20epigenetica%20epigenetics%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20marxismo%20neomarxismo.pdf.

 

       Presso l’ URL  https://works.bepress.com/lynn_margulis/9, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200202104147/https://works.bepress.com/lynn_margulis/9/, abbiamo scaricato Lynn Margulis,  New Phylogenies of the Lower Organisms: Possible Relation to Organic Deposits in Precambrian Sediment,  “The Journal of Geology”,  Vol. 77(5), July 1969, pp. 606-617 (la  prima pagina del  documento PDF dell’originale dell’articolo reca la scritta ‘University of Massachusetts Amherst From the Selected Works of Lynn Margulis (1938 – 2011)’). Ricaricato quindi l’articolo su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/lynnmargulisnewphylogeniesofthelowerorganismspossiblerelationepigeneticsteoriaen/mode/2up         e                                                                                                                              https://ia802804.us.archive.org/3/items/lynnmargulisnewphylogeniesofthelowerorganismspossiblerelationepigeneticsteoriaen/Lynn%20Margulis%20%20New%20Phylogenies%20of%20the%20Lower%20Organisms%20Possible%20Relation%20%20epigenetics%20teoria%20endosimbiotica%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%20Massimo%20Morigi%20neomarxismo%20marxismo.pdf.

 

      Lynn Sagan, On the origin of mitosing cells, “Journal of Theoretical Biology”, Vol. 14(3),  March 1967, pp. 225-274, https://doi.org/10.1016/0022-5193(67)90079-3, PMID 11541392. Successivamente al divorzio dal famoso astronomo  Carl Sagan, pioniere della ricerca della vita extraterrestre, l’ideatrice della teoria endosimbiotica assumerà il nome di Lynn Margulis, dal cognome del suo secondo marito, il chimico Thomas Margulis. L’articolo  On the origin of mitosing cells è, in pratica, il debutto pubblico della teoria endosimbiotica che rese famosa Lynn Margulis e  inizialmente   «fu rifiutato più di dieci volte prima di essere pubblicato nel Journal of Theoretical Biology nel 1967.» (fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Lynn_Margulis, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200115092534/https://it.wikipedia.org/wiki/Lynn_Margulis). Articolo scaricato all’URL http://web.gps.caltech.edu/classes/ge246/endosymbiotictheory_marguli.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190604224443/http://web.gps.caltech.edu/classes/ge246/endosymbiotictheory_marguli.pdf. Download dell’articolo e caricamento su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/ontheoriginofmitosingcellslynnsaganorlynnmargulis/mode/2up  e                 https://ia801005.us.archive.org/0/items/ontheoriginofmitosingcellslynnsaganorlynnmargulis/On%20the%20Origin%20of%20Mitosing%20Cells%20Lynn%20Sagan%20or%20Lynn%20Margulis.pdf.

 

      Per la fondamentale opera dialettico-strategica Tesi di filosofia della storia (1940) di Walter Benjamin abbiamo compilato per la presente bibliografia internettiana, similmente alle Tesi su Feurbach (vedi infra) un’antologia nelle principali lingue europee di quest’opera di Walter Benjamin, intitolata   Tesi di filosofia della storia, Thesen Über den Begriff der Geschichte e nelle principali lingue europee più Frammento teologico-politico. Dalla introduzione di quest’antologia: «I primi due file PDF riuniti in questa antologia relativi alle Thesen Über den Begriff der Geschichte di Walter Benjamin sono stati scaricati nell’ordine da  https://www.ildialogo.org/pace/Documenti_1313243593.htm, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20120621135633/https://www.ildialogo.org/pace/Documenti_1313243593.htm (Tesi in italiano) e da https://www.uzh.ch/cmsssl/suz/dam/jcr:00000000-36d7-41d4-ffffffffa7cb2e14/benjamin.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200920083943/https://www.uzh.ch/cmsssl/suz/dam/jcr:00000000-36d7-41d4-ffff-ffffa7cb2e14/benjamin.pdf (Tesi in tedesco). L’originale file del documento in italiano è la conversione in HTM di Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia (1940), in Id., Angelus Novus. Saggi e frammenti, a cura e trad. it. di Renato Solmi (con un saggio introduttivo di Fabrizio Desideri), Torino, Einaudi, 1995 pp. 75–86, mentre l’originale file del documento in tedesco è la conversione in PDF di Walter Benjamin, Thesen Über den Begriff der Geschichte, in Id., Gesammelte Schriften, Vol, I.I, Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag, 1991, pp. 691-704, volume che, fra l’altro, può essere letto e scaricato anche presso Internet Archive agli URL https://archive.org/details/GesammelteSchriftenBd.1/mode                                 e https://ia800302.us.archive.org/1/items/GesammelteSchriftenBd.1/BenjaminGs1.pdf. I restanti quattro file nelle principali lingue europee sono stati scaricati da https://www.marxists.org/reference/archive/benjamin/1940/history.htm, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201105231851/https://www.marxists.org/reference/archive/benjamin/1940/history.htm (Thesen in inglese); https://13lunes.wordpress.com/2013/11/24/theses-sur-la-philosophie-de-lhistoire/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201109171728/https://13lunes.wordpress.com/2013/11/24/theses-sur-la-philosophie-de-lhistoire/ (Thesen in francese); http://www.anticapitalistas.org/IMG/pdf/Benjamin-TesisDeFilosofiaDeLaHistoria.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201109174513/http://www.anticapitalistas.org/IMG/pdf/Benjamin-TesisDeFilosofiaDeLaHistoria.pdf  (Thesen in spagnolo); https://edisciplinas.usp.br/pluginfile.php/3957253/mod_resource/content/1/Teses%20sobre%20o%20conceito%20de%20hist%C3%B3ria%20%281%29.pdf, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201101145741/https://edisciplinas.usp.br/pluginfile.php/3957253/mod_resource/content/1/Teses%20sobre%20o%20conceito%20de%20hist%C3%B3ria%20%281%29.pdf (Thesen portoghese).  Questa antologia nelle principali lingue europee delle Thesen Über den Begriff der Geschichte di Walter Benjamin è stata da noi redatta nell’ambito della compilazione della sezione bibliografica internettiana della nostra opera, conformata alla filosofia della prassi del Repubblicanesimo Geopolitco, sulla dialetticità strategica dell’epigenetica e della sintesi evoluzionistica estesa e intitolata Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis, su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico. Propedeutica alla compilazione della sezione bibliografica internettiana di tale opera (come, del resto lo è pure la presente antologia delle Thesen Über den Begriff der Geschichte) di imminente pubblicazione, è già stata pubblicata su Internet Archive una nostra antologia, sempre nelle principali lingue europee, intitolata Thesen über Feuerbach. Nelle traduzioni di Giovanni Gentile e Antonio Gramsci (più la traduzione di Palmiro Togliatti, il testo in tedesco e le versioni in inglese, francese, portoghese e spagnolo dal Marxists Internet Archive (tale lavoro è già stato caricato su Internet Archive undici volte per ragioni di visibilità internettiana e qui noi forniamo l’URL solo del primo caricamento: https://archive.org/details/karl-marx-thesen-uber-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up   e                                                https://ia801509.us.archive.org/32/items/karl-marx-thesen-uber-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Thesen%20%C3%BCber%20Feuerbach%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf) e siccome la giustificazione della ratio della compilazione di quella antologia è la stessa che ha presieduto alla presente, non troviamo nulla di meglio che citare dalla nota introduttiva della già pubblicata antologia: «Indubbiamente, e molto di più di Das Kapital, le Thesen über Feuerbach di Karl Marx rappresentano l’Urlgestalt del pensiero dialettico-strategico dell’epoca contemporanea, senza le quali non sarebbero nemmeno concepibili non solo il marxiano Capitale ma anche Storia e coscienza di classe di György Lukács, Marxismo e filosofia di Karl Korsch, i Quaderni del carcere di Antonio Gramsci, per finire con due Weltanschauung filosofiche apparentemente molto lontane da Marx ma che senza la moderna filosofia della prassi che è germinata dalle Tesi molto difficilmente si sarebbero sviluppate nelle forme prassistiche con cui le conosciamo: ci riferiamo all’attualismo di Giovanni Gentile e al pensiero di Walter Benjamin, in specie nelle modalità di ‘stato di eccezione permanente’ e di ‘iperdecisionismo’ così come ci sono state affidate attraverso le Tesi di filosofia della storia (sull’ ‘iperdecisionismo” e lo ‘stato di eccezione permanente’ benjaminiani cfr. Massimo Morigi, La Democrazia che Sognò le Fate. Stato di Eccezione, Teoria dell’Alieno e del Terrorista e Repubblicanesimo Geopolitico, Id., Walter Benjamin, Iperdecisionismo e Repubblicanesimo Geopolitico: Lo Stato di Eccezione in cui Viviamo è la Regola e, infine, Id., Teoria della distruzione del valore, tutti lavori facilmente reperibili su Internet Archive). Nell’ambito della compilazione della sezione bibliografica internettiana del nostra opera olistico-dialetticaespressiva-strategica-conflittuale che pubblicheremo fra poco col titolo di Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis, su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico non potevano quindi mancare le Thesen über Feuerbach ma nel caso di quest’opera per le sopraddette considerazioni, si è deciso di procedere in maniera particolare rispetto agli altri documenti facenti parte della sezione bibliografica internettiana, si è deciso cioè, oltre ad eseguire il nostro caricamento del documento facente parte della sezione bibliografica internettiana su Internet Archive se il lavoro in questione non fosse stato accompagnato su questa piattaforma da un debito corredo di tag (operazione di nostro caricamento autonomo con relativa aggiunta di appropriati tag che per la sezione bibliografica internettiana viene eseguita per Il Principe di Niccolò Machiavelli, per il Vom Kriege di Carl Von Clasuewitz, per le Réflexions sur la violence di Georges Sorel, per le Tesi di Filosofia della storia di Benjamin, per Storia e coscienza di classe di Lukács, per Marxismo e filosofia di Korsch e per i Quaderni del Carcere di Gramsci), di creare a nostra cura un’opera autonoma composta dalle versioni, oltre che anche dall’originale testo in tedesco, nelle principali lingue europee in cui sono state tradotte le Thesen über Feuerbach (in italiano, inglese, francese, portoghese e spagnolo), giustificato questo sforzo perché di fronte alle Tesi ci si dovrebbe veramente comportare come dovrebbe fare l’esegesi biblica di fronte al testo sacro, e cioè non fermarsi a commentare e ipostaticamente teologizzare al cospetto della versione nella propria lingua o nella lingua ufficiale che l’autorità ha scelto per tramandare il messaggio, operazione che, inevitabilmente, comporta dei “tradimenti” dolosi e/o colposi (Lorenzo Valla e le sue Adnotationes in Novum Testamentum docent), ma cercare di risalire al maggior numero di “tradimenti” possibili perché sono proprio questi, assieme ai “tradimenti” ermeneutici che si originano proprio dal testo nella lingua di nascita del messaggio, che forniscono l’autentico senso dialettico-strategico di quest’opera base del marxismo occidentale.». Un finale breve commento sul Frammento teologico-politico di Walter Benjamin che in questa antologia si manifesta con presenza diradata e non ordinata rispetto alle Tesi di filosofia della storia. A noi piace considerarlo come una specie di masso erratico, singolare manifestazione della storia della Terra che desta gli interrogativi e le più strane meraviglie dei più ma che per il geologo altro non è che l’epifania di una vicenda spazio-temporale del nostro pianeta che va ben al di là delle statiche ed irrigidite interpretazioni che la mente di ogni uomo per inerzia è propenso di attribuire alla storia naturale del luogo del Cosmo dove viviamo. Insomma come il geologo, nella sua odissea negli infiniti spazi dell’umanità e quindi indietro nel tempo con riattualizzante, salvifico – e strategico – «balzo di tigre» e perciò contemporaneamente rivolta al presente e al futuro anche il filosofo della prassi – Walter Benjamin avrebbe detto il materialista storico – deve passare a contropelo la storia. E il masso erratico del Frammento teologico-politico, scritto da Walter Benjamin – secondo Gershom Scholem – fra il 1920-21, può essere considerato non solo come una sorta di proto Epifania strategica per l’autore delle Tesi di filosofia della storia ma anche per coloro che, ultimi eredi della filosofia della prassi, considerano e fanno dialetticamente loro gli infiniti e sempre cangianti spazi dell’uomo e della natura.»  Resta solo da dire, last but not the least,  che Tesi di filosofia della storia, Thesen Über den Begriff der Geschichte e nelle principali lingue europee più Frammento teologico-politico è stato da noi caricato presso Internet Archive ed è quindi visionabile e scaricabile presso gli URL  https://archive.org/details/walter-benjamin-tesi-di-filosofia-della-storia-thesen-uber-den-begriff-der-gesch/mode/2up                                                                   e https://ia801508.us.archive.org/23/items/walter-benjamin-tesi-di-filosofia-della-storia-thesen-uber-den-begriff-der-gesch/Walter%20Benjamin%2C%20Tesi%20di%20filosofia%20della%20storia%2C%20Thesen%20%C3%9Cber%20den%20Begriff%20der%20Geschichte%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Neo-marxismo%2C%20%20Filosofia%20della%20prassi.pdf.

 

       Garrett Birkhoff, John von Neumann, The Logic of Quantum Mechanics, “The Annals of Mathematics”, 2nd Ser., Vol. 37(4), October 1936, pp. 823-843, all’URL http://www.fulviofrisone.com/attachments/article/451/the%20logic%20of%20quantum%20mechanics%201936.pdf, WebCite: http://www.webcitation.org/76DzVbjNK  e http://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fwww.fulviofrisone.com%2Fattachments%2Farticle%2F451%2Fthe%2520logic%2520of%2520quantum%2520mechanics%25201936.pdf&date=2019-02-16, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190618193921/http://www.fulviofrisone.com/attachments/article/451/the%20logic%20of%20quantum%20mechanics%201936.pdf. Nostro download e ricaricamento su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/TheLogicOfQuantumMechanics1936/mode/2up e https://ia800905.us.archive.org/21/items/TheLogicOfQuantumMechanics1936/the%20logic%20of%20quantum%20mechanics%201936.pdf.

 

 

 

       Su Internet Archive è già presente Antonio Gramsci, Quaderni del Carcere, ed. critica dell’Istituto Gramsci, a cura di Valentino Gerratana, 4 voll., Torino,  Einuadi, 1977. Gli URL di questo caricamento su Internet Archive sono https://archive.org/details/AntonioGramsciQuaderniDelCarcereEdizCriticaVol1Einaudi1977/mode/2up  e                                                                                                                                                                        https://ia800106.us.archive.org/16/items/AntonioGramsciQuaderniDelCarcereEdizCriticaVol1Einaudi1977/Antonio-Gramsci-Quaderni-Del-Carcere-Ediz-Critica-Vol-1-Einaudi-1977.pdf, per il primo volume; https://archive.org/details/AntonioGramsciQuaderniDelCarcereVol2VIXIPdf/mode/2up  e                https://ia803106.us.archive.org/3/items/AntonioGramsciQuaderniDelCarcereVol2VIXIPdf/Antonio-Gramsci-Quaderni-del-carcere-vol-2-VI-XI-pdf.pdf, per il secondo; https://archive.org/details/AntonioGramsciQuaderniDelCarcereVol3XIIXXIX/mode/2up    e               https://ia800109.us.archive.org/20/items/AntonioGramsciQuaderniDelCarcereVol3XIIXXIX/Antonio-Gramsci-Quaderni-Del-Carcere-Vol-3-XII-XXIX.pdf, per il terzo e https://archive.org/details/AntonioGramsciQuaderniDelCarcereVol4ApparatoCriticoPdf  e                  https://ia800109.us.archive.org/1/items/AntonioGramsciQuaderniDelCarcereVol4ApparatoCriticoPdf/Antonio-Gramsci-Quaderni-del-carcere-vol-4-apparato-critico-pdf.pdf, per il quarto.  Tuttavia l’assoluta povertà ed insufficienza della introduzione di questo fondamentale documento nella finestra di presentazione del primo URL di ognuno di questi quattro caricamenti, unito all’ altrettanto tragica situazione dei tag immessi in ciascuno dei quattro caricamenti, ci ha indotti ad un nostra autonoma azione di preservazione digitale sempre su Internet Archive per fare in modo che questo fondamentale documento anche su Internet possa essere consultato e scaricato (e facilmente trovato!) dal maggior numero possibile di ricercatori e studiosi, cosa che sembrerebbe invece negata, colposamente o colpevolmente non si sa, dai già summenzionati quattro caricamenti. Si sono così generati gli URL https://archive.org/details/antonio-gramsci.-quaderni-del-carcere-vol.-1-massimo-morigi-marxismo-marxism-neo/mode/2up e https://ia801509.us.archive.org/6/items/antonio-gramsci.-quaderni-del-carcere-vol.-1-massimo-morigi-marxismo-marxism-neo/Antonio%20Gramsci.%2C%20Quaderni%20del%20carcere%2C%20Vol.%201%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Marxismo%2C%20Marxism%2C%20Neomarxismo%2C%20Neomarxism%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Filosofia%20della%20Prassi%2C%20Marxismo%20Occidentale.pdf,  per il primo volume; https://archive.org/details/antonio-gramsci.-quaderni-del-carcere-vol.-2-massimo-morigi-marxismo-marxism-neo/mode/2up                            e                                                                           https://ia801404.us.archive.org/4/items/antonio-gramsci.-quaderni-del-carcere-vol.-2-massimo-morigi-marxismo-marxism-neo/Antonio%20Gramsci.%2C%20Quaderni%20del%20carcere%2C%20Vol.%202%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Marxismo%2C%20Marxism%2C%20Neomarxismo%2C%20Neomarxism%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Filosofia%20della%20Prassi%2C%20Marxismo%20Occidentale.pdf, per il secondo; https://archive.org/details/antonio-gramsci.-quaderni-del-carcere-vol.-3-massimo-morigi-marxismo-marxism-neo/mode/2up  e                                                                                                                    https://ia801500.us.archive.org/20/items/antonio-gramsci.-quaderni-del-carcere-vol.-3-massimo-morigi-marxismo-marxism-neo/Antonio%20Gramsci.%2C%20Quaderni%20del%20carcere%2C%20Vol.%203%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Marxismo%2C%20Marxism%2C%20Neomarxismo%2C%20Neomarxism%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Filosofia%20della%20Prassi%2C%20Marxismo%20Occidentale.pdf, per il terzo e, infine, https://archive.org/details/antonio-gramsci.-quaderni-del-carcere-vol.-4-massimo-morigi-marxismo-marxism-neo/mode/2up                e                                                                                                             https://ia801507.us.archive.org/21/items/antonio-gramsci.-quaderni-del-carcere-vol.-4-massimo-morigi-marxismo-marxism-neo/Antonio%20Gramsci.%2C%20Quaderni%20del%20carcere%2C%20Vol.%204%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Marxismo%2C%20Marxism%2C%20Neomarxismo%2C%20Neomarxism%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Filosofia%20della%20Prassi%2C%20Marxismo%20Occidentale.pdf, per il quarto. Non resta che sottolineare che i Quaderni del carcere di Antonio Gramsci sono – lungo la linea tracciata dallo Zoon Politikon come emerge nella Politica di Aristotele, dalla dialettica hegeliana, dalla potentissima azione teorico-prassistica nel disvelamento-costruzione dell’identità italiana svolta nel Risorgimento da Giuseppe Mazzini, dal  Principe di Niccolò Machiavelli, dal Vom Kriege di Carl von Clausewitz, dalle Tesi su Feuerbach di Karl Marx, dalle  Tesi di Filosofia della storia di Walter Benjamin,   dalla Filosofia di Marx di Giovanni Gentile, da Storia e coscienza di classe di György Lukács, da Marxismo e filosofia di Karl Korsch – il maggiore e più definito caposaldo del paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale  della filosofia della prassi del Repubblicanesimo Geopolitico e che, pertanto, in quanto massima opera strategica della cultura occidentale, sono anche un fondamentale momento per la teoresi strategica  del  Repubblicanesimo Geopolitico, che nel presente lavoro affronta la strategicità dialettica dell’ epigenetica, della sintesi evoluzionistica estesa, dell’ epigenetica e della teoria endosimbiotica di Lynn Margulis, non a caso intitolato Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis,  su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della  prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico.

 

      Anche per questa fondamentale opera strategica, Marxismo e filosofia di Karl Korsch (1° edizione: Karl Korsch, Marxismus und Philosophie, Leipzig, C. L. Hirschfeld, 1923), parimenti come per i Quaderni del carcere di Gramsci (vedi supra), il caricamento su Internet Archive non è stato accompagnato da un adeguato corredo di tag. Nell’ambito della presente   opera sulla  strategicità dialettica dell’ epigenetica, della sintesi evoluzionistica estesa, dell’ epigenetica e della teoria endosimbiotica di Lynn Margulis, intitolata Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis,  su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della  prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico,   abbiamo    quindi     provveduto, scaricando il file tramite gli URL  di Internet Archive https://archive.org/details/MarxismAndPhilosophyKarlKorsch/mode/2up                               e https://ia802800.us.archive.org/19/items/MarxismAndPhilosophyKarlKorsch/Marxism%20and%20Philosophy%20-%20Karl%20Korsch.pdf, ad un nostro autonomo caricamento su Internet Archive, provvedendo così il documento nella pagina di questa piattaforma di preservazione digitale raggiungibile col primo succitato URL  degli strumenti di visibilità sul Web che si merita. In seguito al nostro caricamento si sono quindi generati gli URL https://archive.org/details/karl-korsch-marxism-and-philosophy-marxismus-und-philosophie-marxismo-e-filosofi/mode/2up                                       e  https://ia801405.us.archive.org/35/items/karl-korsch-marxism-and-philosophy-marxismus-und-philosophie-marxismo-e-filosofi/Karl%20Korsch%2C%20Marxism%20and%20Philosophy%2C%20Marxismus%20und%20Philosophie%2C%20Marxismo%20e%20filosofia%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20marxismo%20occidentale.pdf. Il documento da noi caricato su Internet Archive è in inglese ma, more solito, la penosa presenza di traduzioni in italiano di opere politico-filosofiche (e non solo di quelle), non consente  di fare meglio. Comunque, sempre in omaggio al nostro principio bibliografico internettiano di ridondanza (ed anche per dare ai lettori italiani versioni di Marxismo e filosofia in una lingua, oltre alla lingua veicolare inglese, non troppo difficilmente abbordabile), abbiamo scovato anche una versione in portoghese, URL: http://beneweb.com.br/resources/Karl%20Korsch%20-%20Marxismo%20e%20Filosofia.pdf, nostro congelamento tramite la Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201017065145/http://beneweb.com.br/resources/Karl%20Korsch%20-%20Marxismo%20e%20Filosofia.pdf, e poi anche scaricato il documento in portoghese e poi ricaricandolo sempre su Internet Archive (sempre, ovviamente, provvedendolo degli opportuni tag), generando così gli URL  https://archive.org/details/karl-korsch-marxismo-e-filosofia-massimo-morigi-maxismo-marxism-marxismus-repubb/mode/2up e                                                                                                                     https://ia801502.us.archive.org/29/items/karl-korsch-marxismo-e-filosofia-massimo-morigi-maxismo-marxism-marxismus-repubb/Karl%20Korsch%2C%20Marxismo%20e%20filosofia%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20maxismo%2C%20marxism%2C%20marxismus%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20marxismo%20occidentale%2C%20western%20marxism.pdf. Inoltre,  non si poteva mancare di segnalare il “Marxists Internet Archive” (URL della pagina di presentazione: https://www.marxists.org/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201016172812/https://www.marxists.org/), il benemerito sito marxista di opere riconducibili a questo filone di pensiero strategico. Il “Marxists Internet Archive” fra le altre numerose lingue, ha anche una sezione in lingua italiana (URL della pagina di presentazione: https://www.marxists.org/italiano/index.htm, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201019062054/https://www.marxists.org/italiano/index.htm), ma questa sezione in italiano è estremamente povera di testi marxisti nella versione della lingua   «là dove ’l sì suona» e comunque manca della versione italiana di Marxismus und Philosophie. Invece, la sezione in lingua inglese del “Marxists Internet Archive” (ovviamente la sezione, fra le numerose altre, più ricca di opere marxiste tradotte e non) contiene la traduzione nella lingua di Shakespeare di Marxismus und Philosophie. Nonostante, come s’è visto, noi si abbia già provveduto al caricamento di una versione in inglese di Marxismus und Philosophie, abbiamo pensato, più per ragione di confronto dei due testi che per il principio di ridondanza internettiana, di segnalare, di congelare e poi infine di caricare anche questo documento. Quindi, Marxism and Philosophy del “Marxists Internet Archive” è raggiungibile e scaricabile all’URL https://www.marxists.org/archive/korsch/1923/marxism-philosophy.htm, il nostro congelamento tramite la Wayback Machine ha prodotto l’URL https://web.archive.org/web/20201017065506/https://www.marxists.org/archive/korsch/1923/marxism-philosophy.htm, lo scaricamento della pagina htm e poi il ricarimento della stessa su Internet Archive ha generato l’URL https://ia601407.us.archive.org/1/items/marxism-and-philosophy-by-karl-korsch-1923/Marxism%20and%20Philosophy%20by%20Karl%20Korsch%20%281923%29.html  ma questo caricamento non ha dato esiti soddisfacenti, mentre il download della pagina htm poi copiaincollata su foglio Word quindi tramutato in PDF e poi caricata la stessa pagina PDF su Internet Archive è stato di nostra piena soddisfazione e ha generato gli URL https://archive.org/details/karl-korsch-marxism-and-philosophy-uploaded-by-massimo-morigi-to-internet-archiv/mode/2up e https://ia601507.us.archive.org/9/items/karl-korsch-marxism-and-philosophy-uploaded-by-massimo-morigi-to-internet-archiv/Karl%20Korsch%2C%20Marxism%20and%20Philosophy%2C%20uploaded%20by%20Massimo%20Morigi%20%20to%20%20Internet%20%20Archive%20%20on%20%2017%20%20October%20%202020%2C%20Western%20Marxism%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf (ovviamente  a questo nostro caricamento su Internet Archive non poteva  mancare il degno seguito di tag).  Segnaliamo anche che prima di questi nostri interventi su Internet Archive era sì  possibile trovare una versione in inglese di Marxismus und Philosophie  ma, ahimè, oltre alla sua tragica situazione in fatto di tag (per rendere l’idea, ecco tutti i tag: Marx, Karl, 1818-1883, Dialectical materialism), si tratta di un documento che può essere preso solo in prestito, non scaricato e letto solo sulla schermo del computer. L’URL di Internet Archive attraverso il quale è possibile avere contezza di questo assai infelice caricamento è https://archive.org/details/marxismphilosoph0000kors, che sembra esser stato eseguito apposta con modalità di assai difficile rinvenimento in Rete e se rinvenuto di ancora più difficile ed ostica consultazione. Per ultimo, per chi ha dimestichezza con la lingua di Goethe, non poteva mancare Marxismus und Philosophie nella lingua originale. Per questa bisogna ci è venuto in soccorso il sito russo di “Kommunistische Literatur”, (URL della pagina di presentazione: http://www.kommunismus.narod.ru/index.html, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201019144421/http://www.kommunismus.narod.ru/index.html), che, attraverso  “Bücher und Texte”, nome della la sua pagina di presentazione delle opere scaricabili da questo sito, in realtà non tantissime (URL della pagina: http://www.kommunismus.narod.ru/books.html, Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20201019144444/http://www.kommunismus.narod.ru/books.html), ci permette comunque di scaricare un documento PDF contenente il testo di Marxismus und Philosophie in tedesco. L’URL per leggere e scaricare da “Kommunistische Literatur” Marxismus und Philosophie è http://www.kommunismus.narod.ru/knigi/pdf/Karl_Korsch_-_Marxismus_und_Philosophie.pdf, Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20201019151412/http://www.kommunismus.narod.ru/knigi/pdf/Karl_Korsch_-_Marxismus_und_Philosophie.pdf . Il nostro caricamento del file su Internet Archive ha generato gli URL https://archive.org/details/karl-korsch-marxismus-und-philosophie-massimo-morigi-marxismus-geopolitische-rep/mode/2up e https://ia801403.us.archive.org/19/items/karl-korsch-marxismus-und-philosophie-massimo-morigi-marxismus-geopolitische-rep/Karl%20%20Korsch%2C%20Marxismus%20und%20Philosophie%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Marxismus%2C%20Geopolitische%20Republikanismus%2C%20neo-marxismo%2C%20Western%20Marxism.pdf. More solito, il caricamento è stato accompagnato da adeguato corredo di tag.

 

      Parimenti ai Quaderni del Carcere di Gramsci e a Marxismo e filosofia di Kark Korsch, Georg Lukács, Geschichte und Klassenbewusstsein. Studien über marxistische Dialektik, Berlin, Malik-Verlag, 1923 è uno dei maggiori capisaldi della filosofia politica dialettico-strategica non solo della storia del Novecento ma di quella di tutta l’umanità e non poteva quindi assolutamente mancare nella nostra sezione bibliografica internettiana del presente studio del Repubblicanesimo Geopolitico sulla strategicità olistico-dialettica dell’ epigenetica, della sintesi evoluzionistica estesa, dell’ epigenetica e della teoria endosimbiotica di Lynn Margulis, che presentiamo col titolo di Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis,  su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della  prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico. Come già più volte ripetuto, la situazione sul Web di testi stranieri filosofico-politici in lingua italiana (ma anche in lingua originale e, ça va sans dire, di opere di autori italiani) è tragica, cioè vi sono pochi siti italiani dedicati alla diffusione di queste opere e quando vi sono le opere  ospitate sono ridottissime di numero. Basti un esempio a dimostrazione di questa triste verità. Il sito di documentazione marxista on line “Marxists Internet Archive” ha, come appena già detto supra, una sezione di opere in italiano ma come per Marxismo e filosofia di Karl Korsch anche per Storia e coscienza di classe in italiano dobbiamo registrare una clamorosa assenza. Per fortuna, come, s’è visto, ci è accaduto spesso, ci viene a questo punto in soccorso il “solito” Internet Archive, presso il quale agli URL https://archive.org/details/gyorgy-lukacs-storia-e-coscienza-di-classe/mode/2up e  https://ia802902.us.archive.org/26/items/gyorgy-lukacs-storia-e-coscienza-di-classe/gyorgy-lukacs-storia-e-coscienza-di-classe.pdf è possibile prendere visione e scaricare  György Lukács,  Storia e coscienza di classe (traduzione di Giovanni Piana, saggio introduttivo di Mario Spinella), Milano, Mondadori, 1973. More solito, tragica la situazione dei tag che accompagnano questo seppur meritevole caricamento e quindi, sempre more solito, è seguita la nostra azione di download di questo file e di reimmissione, dotandolo di nostra iniziativa del debito corredo di tag,  dello stesso sempre su Internet Archive, generando così gli URL https://archive.org/details/gyorgy-lukacs-storia-e-coscienza-di-classe-massimo-morigi-marxismo-neomarxismo-m/mode/2up      e                                                                             https://ia801506.us.archive.org/16/items/gyorgy-lukacs-storia-e-coscienza-di-classe-massimo-morigi-marxismo-neomarxismo-m/Gy%C3%B6rgy%20Luk%C3%A1cs%2C%20Storia%20e%20coscienza%20di%20classe%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20marxismo%2C%20neomarxismo%2C%20marxismo%20occidentale%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf. Per  chi volesse invece affrontare il testo nella lingua originale, se per quanto riguarda la versione in Italiano il “Marxists Internet Archive” potrebbe, forse, accampare qualche scusante per il suo essere non pervenuto (pervenuto, invece, per la versione in inglese: all’URL  https://www.marxists.org/archive/lukacs/works/history/index.htm e  nostro congelamento Wayback Machine http://web.archive.org/web/20201021160250/https://www.marxists.org/archive/lukacs/works/history/index.htm, URL che ci fa accedere solo all’indice di History and Class Consciousness: Studies in Marxist Dialectics  ma la Wayback Machine fa sì che il congelamento proceda in automatico verso tutte le pagine del documento presentato all’indice), nessuna scusante, se ci è lecito esprimerci con questo tono accusatorio che subito vogliamo mitigare pensando a difficoltà organizzative e/o economiche e non a altre oscure intenzioni da parte del pur sempre meritevole sito, per quanto riguarda   l’assenza nella sezione tedesca del sito di Georg Lukács, Geschichte und Klassenbewusstsein. Studien über marxistische Dialektik, Berlin, Malik-Verlag, 1923, assenza, ovviamente, non solo della prima edizione del 1923 ma di ogni qualsiasi altra edizione in lingua tedesca. Ancora una volta, a rimediare, almeno in parte, alla situazione, c’è sempre Internet Archive, perché agli URL https://archive.org/details/GeorgLukacs-GeschichteUndKlassenbewusstsein/mode/2up                                                                           e https://ia800603.us.archive.org/16/items/GeorgLukacs-GeschichteUndKlassenbewusstsein/GeorgLukacs-GeschichteUndKlassenbewusstsein.pdf troviamo un’edizione di  Geschichte und Klassenbewusstsein. E diciamo che Internet Archive rimedia solo in parte, non solo per la solita tragica situazione in fatto di tag ma anche perché non si riesce assolutamente a risalire ai dati bibliografici dell’edizione caricata. Ad ogni buon conto, anche per questo caricamento su Internet Archive abbiamo deciso di fornire una nuova vita e così, per fornirlo di nuovi adeguati tag, abbiamo prima scaricato il file e poi lo abbiamo ricaricato generando gli URL https://archive.org/details/georg-lukacs-geschichte-und-klassenbewusstsein-massimo-morigi-comunismo-kommunis                                                 e                                                 https://ia601509.us.archive.org/33/items/georg-lukacs-geschichte-und-klassenbewusstsein-massimo-morigi-comunismo-kommunis/Georg%20Luk%C3%A1cs%2C%20Geschichte%20und%20Klassenbewusstsein%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20comunismo%2C%20Kommunismus%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20%20Filosofia%20della%20prassi.pdf. Durante le ricerche, frustrate, per risalire ai dati bibliografici del documento ci siamo, comunque, imbattuti nello stesso file privo di questi dati: l’URL dove è possibile leggerlo e scaricarlo autonomamente da Internet Archive (sia dal caricamento di cui non siamo responsabili sia dal nostro) è https://coghnorti.files.wordpress.com/2010/08/lukacs-geschichte-klassenbewusstseinocr.pdf, nostro congelamento Wayback Machine:                                          http://web.archive.org/web/20200928175411/https://coghnorti.files.wordpress.com/2010/08/lukacs-geschichte-klassenbewusstseinocr.pdf, ma, alla fine, la nostra tenacia ha dato comunque buoni frutti perché nel corso della ricerca (frustrata) dei dati bibliografici assenti nel documento ci siamo imbattuti  sempre sullo stesso sito  in un Geschichte und Klassenbewusstsein con tutti i suoi bravi dati bibliografici. Si tratta di Georg Lukács, Geschichte und Klassenbewußtsein. Studien über marxistische Dialektik, in Id., Georg Lukács Werke. Frühschriften II, pp. 161-471, Darmstadt, Druck und Verlag, 1977, all’URL https://coghnorti.files.wordpress.com/2010/08/geschichte-klassenbewusstsein.pdf, nostro congelamento  Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201021161910/https://coghnorti.files.wordpress.com/2010/08/geschichte-klassenbewusstsein.pdf e, infine, nostro caricamento del file su Internet Archive (sempre fornendolo dei debiti tag), generando gli URL https://archive.org/details/georg-lukacs-geschichte-und-klassenbewusstsein-massimo-morigi-comunismo-repubbli  e                                 https://ia601509.us.archive.org/11/items/georg-lukacs-geschichte-und-klassenbewusstsein-massimo-morigi-comunismo-repubbli/Georg%20Luk%C3%A1cs%2C%20Geschichte%20und%20Klassenbewu%C3%9Ftsein%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20comunismo%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20%20Filosofia%20della%20prassi.pdf.  Informiamo, infine, che il già citato  sito russo “Kommunistische Literatur” nella sezione “Bücher und Texte” (all’URL http://www.kommunismus.narod.ru/books.html, Wayback Machine: https://archive.org/details/geschichteundkla1968luka/mode/2up), non menziona nemmeno un’opera di György Lukács (antipatia  di postdiamattini verso uno dei principali esponenti del marxismo occidentale?), e che Internet Archive, con solita tragica situazione dei tag, ha anche un file di questo fondamentale documento in prestito. Giusto  per completezza segnaliamo quindi anche questo ultimo URL: https://archive.org/details/geschichteundkla1968luka/mode/2up.

 

      Giovanni Gentile, La Filosofia di Marx. Studi critici, Pisa, Spoerri, 1899, in Id.,  Opere complete di Giovanni Gentile, vol. XXVIII,  Firenze, Sansoni, 1955, agli URL di Internet Archive https://archive.org/details/GentileFilosofiaMarx/mode/2up  e https://ia800102.us.archive.org/19/items/GentileFilosofiaMarx/GentileFilosofiaMarx.pdf. Ma stesso documento anche su Academia.edu all’URL https://www.academia.edu/34448759/Gentile_La_filosofia_di_Marx?email_work_card=view-paper, Wayback Machine: congelamento fallito. Vista l’importanza del documento, nostro download da quest’ultima piattaforma di preservazione digitale e ricaricamento su Internet Archive, fornendo questo nostro upload di tags maggiormente significativi e strategici rispetto al primo caricamento non di nostra mano su Internet Archive. Ricaricamento che ha generato gli URL https://archive.org/details/giovanni-gentile-la-filosofia-di-marx-filosofia-della-prassi-dialettica-repubbli/mode/2uphttps://ia801504.us.archive.org/3/items/giovanni-gentile-la-filosofia-di-marx-filosofia-della-prassi-dialettica-repubbli/Giovanni%20Gentile%2C%20La%20filosofia%20di%20Marx%2C%20Filosofia%20della%20prassi%2C%20Dialettica%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Neomarxismo%2C%20%20Massimo%20Morigi.pdf.

 

 

      

          La Filosofia di Marx. Studi critici era composta da due saggi di Giovanni Gentile,  Critica di Marx a Feuerbach e La filosofia della prassi. Nella Filosofia della prassi Gentile traduceva per la prima volta in Italia le Thesen über Feuerbach di Karl Marx. Vista l’importanza prassistica non solo delle Thesen ma, per la storia e della cultura italiana ed internazionale del Novecento, anche della traduzione di Giovanni Gentile, nell’ambito della compilazione della sezione bibliografica internettiana del presente lavoro olistico-dialettico-espressivo-strategico-confliuttale sull’epigenetica e la sintesi evoluzionistica estesa intitolato Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis,  su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della  prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico abbiamo deciso di redigere una antologia che comprendesse, oltre il testo delle Thesen in tedesco e nelle principali lingue europee, inglese, francese, spagnolo, portoghese, anche la traduzione fattane da Giovanni Gentile e, a testimonianza dell’importanza di questa traduzione, anche quelle di Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti. Citando direttamente dalla presentazione di questa antologia, intitolata Thesen über Feuerbach. Nelle traduzioni di Giovanni Gentile e Antonio Gramsci (più la traduzione di Palmiro Togliatti, il testo in tedesco e le versioni in inglese, francese, portoghese e spagnolo          dal          Marxists            Internet          Archive), vengono spiegate ulteriormente le ragioni che hanno presieduto alla sua compilazione: «Indubbiamente, e molto di più di Das Kapital, le Thesen über Feuerbach di Karl Marx rappresentano l’Urlgestalt del pensiero dialettico-strategico dell’epoca contemporanea, senza le quali non sarebbero nemmeno concepibili non solo il marxiano Capitale ma anche Storia e coscienza di classe di György Lukács, Marxismo e filosofia di Karl Korsch, i Quaderni del carcere di Antonio Gramsci, per finire con due Weltanschauung filosofiche apparentemente molto lontane da Marx ma che senza la moderna filosofia della prassi che è germinata dalle Tesi  molto difficilmente si sarebbero sviluppate nelle forme prassistiche con cui le conosciamo: ci riferieamo [sic!] all’attualismo di Giovanni Gentile e al pensiero di Walter Benjamin, in spiece [sic!] nelle modalità di ‘stato di eccezione permanente’ e di ‘iperdecisionismo’ così come ci sono state affidate attraverso le Tesi di filosofia della storia (sull’ ‘iperdecisionismo” e lo ‘stato di eccezione permanente” benjaminiani cfr. Massimo Morigi, La Democrazia che Sognò le Fate. Stato di Eccezione, Teoria dell’Alieno e del Terrorista e Repubblicanesimo Geopolitico, Id., Walter Benjamin, Iperdecisionismo e Repubblicanesimo Geopolitico: Lo Stato di Eccezione in cui Viviamo è la Regola e, infine, Id., Teoria della distruzione del valore, tutti lavori facilmente reperibili su Internet Archive). Nell’ambito della compilazione della sezione  bibliografica internettiana del nostra opera olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale che pubblicheremo fra poco col titolo di Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis,  su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della  prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico non potevano quindi mancare le Thesen über Feuerbach ma nel caso di quest’opera per le sopraddette considerazioni, si è deciso di procedere in maniera particolare rispetto agli altri documenti facenti parte della sezione bibliografica internettiana, si è deciso cioè, oltre ad eseguire il nostro caricamento del documento facente parte della sezione bibliografica internettiana su Internet Archive se il lavoro in questione non fosse stato accompagnato su questa piattaforma da un debito corredo di tag (operazione di nostro caricamento autonomo con relativa aggiunta di appropriati tag che per la sezione bibliografica internettiana viene  eseguita per Il Principe di Niccolò Machiavelli, per il Vom Kriege di Carl Von Clasuewitz, per le Réflexions sur la violence di Georges Sorel, per  le Tesi di Filosofia della storia di Benjamin, per Storia e coscienza di classe di Lukács, per Marxismo e filosofia di Korsch e per i Quaderni del Carcere di Gramsci), di creare a nostra cura un’opera autonoma composta dalle versioni, oltre che  anche dall’originale testo in tedesco, nelle principali lingue europee in cui sono state tradotte  le Thesen über Feuerbach (in italiano, inglese, francese, portoghese e  spagnolo), giustificato questo sforzo perché di fronte alle Tesi ci si dovrebbe veramente  comportare come dovrebbe fare l’esegesi biblica  di fronte al testo sacro, e cioè non fermarsi a commentare e ipostaticamente teoligizzare [sic!] al cospetto della  versione nella propria lingua o nella lingua ufficiale che l’autorità ha scelto per tramandare il messaggio, operazione che, inevitabilmente, comporta dei “tradimenti” dolosi e/o colposi (Lorenzo Valla e le sue Adnotationes in Novum Testamentum docent), ma cercare di risalire al maggior numero di “tradimenti” possibili perché sono proprio questi, assieme ai “tradimenti” ermeneutici che si originano proprio dal testo nella lingua di nascita del messaggio, che forniscono l’autentico senso dialettico-strategico di quest’opera base del marxismo occidentale. E concludendo,  sforzo a nostro giudizio del tutto giustificato e necessario, per i due principali “tradimenti” in lingua italiana che aprono questa antologia: quello di Giovanni Gentile e quello successivo, ma dal primo profondamente influenzato, di Antonio Gramsci. Non è forse inutile aggiungere che il presente “tradimento” antologico delle Thesen prorio a questi due iniziali e fondamentali “tradimenti” per il marxismo occidentale intende prassisticamente riallacciarsi. Terminiamo con una precisione: per i testi copiaincollati direttamente dal “Marxists Internet Archive” non vengono fornite le indicazioni bibliografiche di provenienza degli stessi, fidando che il sempre benemerito, seppur a volte claudicante, sito marxista si sia attenuto ad una filologicamente corretta filosofia della prassi per i testi da lui presentati e da noi riproposti e dei quali noi  assumiamo,  oltre al testo,  anche tali e quali le indicazioni bibliografiche dal sito fornite (quando queste sono fornite, cosa che non sempre accade). In ogni modo, anche questi eventuali errori sono stati così da noi congelati für ewig, potendo così contribuire pure loro, seppur con ruolo minore rispetto ai “tradimenti” in sede di traduzione, all’ermeneutica e dialettica costruzione della significativa e concreta filosofia della prassi del Repubblicanesimo Geopolitico, Repubblicanesimo Geopolitico e sua filosofia della prassi  che sono, ci sia consentita l’affermazione, gli ultimi  e più scaltriti eredi del realismo dialettico  mirabilmente espresso dagli autori citati in questa nota introduttiva alla presente antologia delle versioni nelle principali lingue europee delle Thesen über Feuerbach di Karl Marx. Un’ultima osservazione. Siccome per quanto riguarda Internet Archive la situazione delle Thesen è, come già da noi  detto nella succitata sezione bibliografica internettiana del nostro lavoro di prossima pubblicazione in riferimento a molte opere marxiste presenti su questa piattaforma,  per quanto riguarda i tag e la conseguente possibilità di loro visionabilità sul Web, alquanto disastrosa, questo lavoro verrà caricato su detta importantissima piattaforma di preservazione digitale ben nove volte: quattro  volte in riferimento alle versioni in italiano: una volta con nome del file composto dal nome dell’autore dell’opera,  dal titolo  dell’opera in italiano e dal nome  del curatore della presente antologia e tre volte sostituendo il nome del curatore con il nome del traduttore italiano di turno, altre quattro volte nelle varie versioni nelle lingue presenti in questa antologia nominando il file con la traduzione nella lingua in questione del titolo originale ‘Thesen über Feuerbach’ e, infine, aggiungendo, ovviamente, anche un file nominato col titolo originale dell’opera. Riteniamo che anche questi trucchetti editorial-informatici facciano parte della hegeliana astuzia della ragione, più modestamente da noi nominata Epifania strategica.». Come pure sempre citando dalla nostra antologia la presentazione della traduzione di Gentile, vengono ribadite le ragioni dell’importanza della versione del filosofo di Castelvetrano: «Nel saggio La filosofia della prassi, uno dei due saggi costituenti il volume Giovanni Gentile,  La Filosofia di Marx. Studi critici, Pisa, Spoerri, 1899 (l’altro saggio che costituiva il volume era intitolato Critica di Marx a Feuerbach), il filosofo di Castelvetrano esegue la prima traduzione completa in italiano delle Thesen über Feuerbach di Karl Marx, prima versione nella nostra lingua di quest’opera marxiana che costituirà lo spunto per le altre due traduzioni in italiano delle Tesi, quella di Antonio Gramsci e quella di Palmiro Togliatti e che sono inserite nella presente antologia. Noi non siamo riusciti a scovare sul Web una copia digitale della prima edizione di questo saggio ma, comunque, si è riusciti di venire in contatto e a ricaricare di nostra iniziativa su Internet Archive Giovanni Gentile, Opere complete di Giovanni Gentile, vol. XXVIII, Firenze, Sansoni, 1955, volume che riproduce per intero La filosofia di Marx e a pp. 68-71 la traduzione di Gentile delle Tesi e che noi abbiamo appunto copiaincollato qui in calce. Gli URL del nostro caricamento autonomo di questo volume delle Opere complete di Giovanni Gentile sono https://archive.org/details/giovanni-gentile-la-filosofia-di-marx-filosofia-della-prassi-dialettica-repubbli/mode/2uphttps://ia801504.us.archive.org/3/items/giovanni-gentile-la-filosofia-di-marx-filosofia-della-prassi-dialettica-repubbli/Giovanni%20Gentile%2C%20La%20filosofia%20di%20Marx%2C%20Filosofia%20della%20prassi%2C%20Dialettica%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Neomarxismo%2C%20%20Massimo%20Morigi.pdf, ricaricamento che è stato eseguito nell’ambito della compilazione della sezione bibliografica internettiana del già citato saggio Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis,  su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della  prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico e, come già detto,  di imminente pubblicazione.». Nelle due succitate note introduttive, oltre a rimandare direttamente al nostro caricamento del volume XXVIII delle Opere complete di Giovanni Gentile, che contiene le Thesen tradotte dal filosofo di Castelvetrano, si parla anche di nostri nove caricamenti autonomi dell’antologia (in realtà per un errore sono stati dieci) e qui di seguito li elenchiamo:  https://archive.org/details/karl-marx-thesen-uber-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up  e                                                                                                                                                                                                                                          https://ia801509.us.archive.org/32/items/karl-marx-thesen-uber-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Thesen%20%C3%BCber%20Feuerbach%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf; https://archive.org/details/karl-marx-tesi-su-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up   e                                                                                                                                https://ia801400.us.archive.org/30/items/karl-marx-tesi-su-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Tesi%20%20su%20Feuerbach%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf; https://archive.org/details/karl-marx-thesen-uber-feuerbach-giovanni-gentile-a-cura-di-massimo-morigi-repubb/mode/2up                 e                                                                              https://ia801505.us.archive.org/35/items/karl-marx-thesen-uber-feuerbach-giovanni-gentile-a-cura-di-massimo-morigi-repubb/Karl%20Marx%2C%20Thesen%20%C3%BCber%20Feuerbach%2C%20Giovanni%20Gentile%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf; https://archive.org/details/karl-marx-tesi-su-feuerbach-giovanni-gentile-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up   e                                                                                                    https://ia801504.us.archive.org/0/items/karl-marx-tesi-su-feuerbach-giovanni-gentile-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Tesi%20%20su%20Feuerbach%2C%20Giovanni%20Gentile%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf; https://archive.org/details/karl-marx-tesi-su-feuerbach-antonio-gramsci-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up   e                                                                                               https://ia801406.us.archive.org/35/items/karl-marx-tesi-su-feuerbach-antonio-gramsci-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Tesi%20%20su%20Feuerbach%2C%20Antonio%20Gramsci%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf; https://archive.org/details/karl-marx-tesi-su-feuerbach-palmiro-togliatti-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up     e                                                                                             https://ia801408.us.archive.org/13/items/karl-marx-tesi-su-feuerbach-palmiro-togliatti-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Tesi%20%20su%20Feuerbach%2C%20Palmiro%20Togliatti%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf; https://archive.org/details/karl-marx-theses-sur-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up e                                                                                                    https://ia801509.us.archive.org/35/items/karl-marx-theses-sur-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Th%C3%A8ses%20sur%20Feuerbach%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf; https://archive.org/details/karl-marx-tesis-sobre-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up  e                                                                                                     https://ia801508.us.archive.org/23/items/karl-marx-tesis-sobre-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Tesis%20sobre%20Feuerbach%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf; https://archive.org/details/karl-marx-teses-sobre-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up e https://ia801400.us.archive.org/35/items/karl-marx-teses-sobre-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Teses%20sobre%20Feuerbach%2C%20%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf; https://archive.org/details/karl-marx-theses-on-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/page/n1/mode/2up     e                                                                             https://ia801505.us.archive.org/20/items/karl-marx-theses-on-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Theses%20On%20Feuerbach%2C%20%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf. Inoltre, detta antologia, era stata preceduta da due nostri caricamenti non antologici delle Thesen su Internet Archive: uno riguarda una pagina PDF proveniente dal “Marxists Internet Archive” (https://www.marxists.org/, Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20201105084336/https://www.marxists.org/) relativa ad una versione in inglese delle Thesen, e l’URL di questa pagina PDF in inglese è https://www.marxists.org/archive/marx/works/1845/theses/theses.pdf (Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201018063001/https:/www.marxists.org/archive/marx/works/1845/theses/theses.pdf)  e il nostro ricaricamento della pagina su Internet Archive ha generato gli URL https://archive.org/details/karl-marx-theses-on-feuerbach-friedrich-engels-massimo-morigi-repubblicanesimo-g/mode/2up e https://ia801500.us.archive.org/32/items/karl-marx-theses-on-feuerbach-friedrich-engels-massimo-morigi-repubblicanesimo-g/Karl%20Marx%2C%20Theses%20On%20Feuerbach%2C%20Friedrich%20Engels%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Filosofia%20della%20prassi%2C%20neomarxismo%2C%20neo-marxism.pdf, e l’altro è sempre relativo ad una pagina PDF ma proveniente dalla sezione testi del sito filosofico http://www.ousia.it/  (Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20200716232228/http://www.ousia.it/) all’URL http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/MarxTesiFeuerbach.pdf (Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201025074917/http:/www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/MarxTesiFeuerbach.pdf  ma stessa pagina PDF anche all’URL https://www.pensierofilosofico.it/ebooks_file/tesifeuerbach13589382290.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201025080254/https:/www.pensierofilosofico.it/ebooks_file/tesifeuerbach13589382290.pdf), pagina contenente la traduzione di Palmiro Togliatti delle Thesen. Ad ogni buon conto, scaricata la pagina PDF e ricaricata su Internet Archive, si sono generati gli URL https://archive.org/details/karl-marx-tesi-su-feuerbach-marxismo-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up e                                                                                            https://ia801501.us.archive.org/1/items/karl-marx-tesi-su-feuerbach-marxismo-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Tesi%20su%20Feuerbach%2C%20Marxismo%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20filosofia%20della%20prassi.pdf. Per ultimo segnaliamo che questi due nostri caricamenti sono stati debitamente menzionati nel qui presentato lavoro antologico sulle versioni nelle principali lingue europee delle Thesen über Feuerbach di Karl Marx, mentre i dieci caricamenti su Internet Archive del lavoro antologico sulle Thesen essendo citati – assieme peraltro ai due caricamenti non antologici –  in questa sezione dedicata Thesen über Feuerbach di Karl Marx della già citata bibliografia internettiana e costituendo questa sezione della bibliografia internettiana del presente saggio Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis,  su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della  prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico il testo da noi scelto per la presentazione dei file nella pagina  al primo URL del caricamento su Internet Archive, vengono così espressamente citati in ogni singolo caricamento dei dodici compiuti.

 

       L’edizione elettronica   di Georges Sorel, Réflexions sur la violence, Paris, Pages libres, 1908,  cioè  l’edizione elettronica del testo della prima edizione delle Riflessioni sulla violenza è visionabile e scaricabile all’ URL  https://cras31.info/IMG/pdf/sorel_reflexions_violence.pdf, nostro congelamento Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200803152218/https://cras31.info/IMG/pdf/sorel_reflexions_violence.pdf, e nostro download e poi ricaricamento su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/georges-sorel-reflexions-sur-la-violence-a-cura-di-jean-marie-tremblay-massimo-m/mode/2up e https://ia801509.us.archive.org/20/items/georges-sorel-reflexions-sur-la-violence-a-cura-di-jean-marie-tremblay-massimo-m/Georges%20Sorel%2C%20R%C3%A9flexions%20sur%20la%20violence%2C%20a%20cura%20di%20Jean-Marie%20Tremblay%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20filosofia%20della%20prassi.pdf. Su Internet Archive non abbiamo riscontrato alcuna pagina PDF relativa alla prima edizione delle Reflexions ma la seguente agli URL https://archive.org/details/rflexionssurla00soreuoft/mode/2up   e                                                                             https://ia800905.us.archive.org/3/items/rflexionssurla00soreuoft/rflexionssurla00soreuoft.pdf                                                                             è relativa alla seconda edizione e, come da prassi, con situazione pietosa in merito ai tag. Dopo averla quindi scaricata, la abbiamo ricaricata dotandola del solito adeguato corredo di tag (operazione, fra l’altro, compiuta anche per la pagina PDF dell’edizione elettronica delle Riflessioni). Il nostro ricaricamento della seconda edizione delle Reflexions ha quindi generato gli URL https://archive.org/details/georges-sorel-reflexsions-sur-la-violence-deuxieme-edition-pierre-custodio-massi/mode/2up e https://ia801408.us.archive.org/11/items/georges-sorel-reflexsions-sur-la-violence-deuxieme-edition-pierre-custodio-massi/Georges%20Sorel%2C%20R%C3%A9flexsions%20sur%20la%20violence%2C%20D%C3%A8uxieme%20%C3%89dition%2C%20Pierre%20Custodio%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Filosofia%20della%20prassi.pdf. Per ultimo segnaliamo che su Internet Archive vi sono anche altre pagine PDF relative alle Reflexions ma noi abbiamo preferito scaricare e poi ricaricare quelle appena citate perché sembravano dare migliori garanzie in merito ai diritti proprietari, violando i quali si corre il rischio della cancellazione da parte della piattaforma dei caricamenti. Ad ogni buon conto, il nostro congelamento Wayback Machine del primo file ci dovrebbe mettere del tutto in sicurezza da questo punto di vista.

 

      Carl von Clausewitz, Della guerra (titolo dell’opera originale Vom Kriege, 1° edizione in lingua italiana Stato Maggiore del R. Esercito Ufficio Storico, Roma 1942. Apparato introduttivo Arnoldo Mondadori  Editore 1970. 1° edizione gli Oscar gennaio 1970 su autorizzazione dello Stato Maggiore dell’Esercito  – Ufficio Storico, traduzione di Giorgio Bollati ed Emilio Canevari (con una antologia critica  e una bibliografica a cura di Edmondo Aroldi), Milano, Mondandori, 1970 è visionabile e scaricabile (con lunghi tempi di download) presso l’URL della “Libreria Militare” (URL della pagina di presentazione del sito: https://www.libreriamilitareares.it/, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201121203337/https://www.libreriamilitareares.it/) https://www.libreriamilitareares.it/BIBLIOTECA/BIBLIOTECA%20MILITARE%20DIGITALE/I.%20TRATTATI%20MILITARI/TRATTATI%20ARTE%20DELLA%20GUERRA/CLAUSEWITZ/1942%20Carl-Von-Clausewitz-Della-Guerra.pdf.  Dopo molte peripezie, legate probabilmente alla lentezza del download (e queste dovute al fatto che nel  PDF in questione  i caratteri sono immagini col risultato che il file è di ben 221 MB), siamo riusciti a congelare URL e file con la Wayback Machine, generando l’URL  https://web.archive.org/web/20201121202438/https://www.libreriamilitareares.it/BIBLIOTECA/BIBLIOTECA%20MILITARE%20DIGITALE/I.%20TRATTATI%20MILITARI/TRATTATI%20ARTE%20DELLA%20GUERRA/CLAUSEWITZ/1942%20Carl-Von-Clausewitz-Della-Guerra.pdf e  poi anche a scaricare e poi a ricaricare il file su Internet Archive, generando gli URL                                                                                                                                         https://archive.org/details/carl-von-clausewitz-della-guerra-vom-kriege-bollati-canevari-aroldi-repubblicane/mode/2up  e                                                                                                                     https://ia801409.us.archive.org/34/items/carl-von-clausewitz-della-guerra-vom-kriege-bollati-canevari-aroldi-repubblicane/Carl%20von%20Clausewitz%2C%20Della%20guerra%2C%20Vom%20Kriege%2C%20Bollati%2C%20Canevari%2C%20Aroldi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Neo-marxismo%2C%20Neo-marxism%2C%20Morigi.pdf.Vista la natura di questo file, si avvisono i lettori che la lettura e lo scaricamento del file, siano questi attraverso la  “Libreria Militare” o attraverso gli URL generati dalla nostra opera di preservazione digitale richiedono molta pazienza ma, nonostante questi problemi di natura tecnica, non possiamo non ringraziare questo sito per aver messo a disposizione in Rete un’opera fondamentale per chiunque si voglia avvicinare al paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico. Tuttavia, nonostante questi ringraziamenti, non possiamo non sottrarci di muovere una benevola critica al pur eccezionalmente benemerito caricamento di Della guerra della “Libreria Militare”. Non ne conosciamo la data di effettuazione, e sospettiamo che sia temporalmente molto prossima alla scrittura delle presenti note (fine novembre 2020) perché quando fu iniziata la stesura del presente saggio, settembre-ottobre 2019, di Della guerra non v’era alcuna traccia in Rete e dovendolo citare, cfr. supra nota n. 16, eravamo ricorsi, per dare la possibilità di una citazione internettiana, ad un testo in inglese, che poteva essere letto e scaricato all’URL http://www.clausewitz.com/mobile/HPtrinity.htm, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20190711052313/https://clausewitz.com/mobile/HPtrinity.htm. Il testo che può essere letto e scaricato da questo URL, e che per inciso riguarda la concezione clausewitziana della guerra informata al concetto di non linearità e non prevedibilità della stessa, viene fornito, come si può ben vedere, dalla “The Clausewitz Homepage”, che similmente  alla nostrana “Libreria Militare”, è un sito benemerito per quanto riguarda l’immissione in rete di testi indispensabili per chi voglia avvicinarsi all’approccio dialettico-strategico del Repubblicanesimo Geopolitico, solo che, come del resto suggerisce il nome stesso, “The Clausewitz Homepage” è esclusivamente dedicata al  grande prussiano e agli studi che su di lui vengono compiuti.  Della “Clausewitz Homepage” è in particolare apprezzabile l’avere creato una pagina dove possono essere letti e scaricati il testo in tedesco («The COMPLETE German version originally published by Dümmlers Verlag, Berlin, 1832. Posted to the web by Clausewitz Homepage», recita la scritta sulla copertina) ed il testo in inglese del Vom Kriege («The COMPLETE translation by Colonel J.J. Graham published by N. Trübner, London, 1873 Posted to the web by Clausewitz Homepage», recita la scritta sulla copertina del testo in inglese). L’URL attraverso il quale è possibile effettuare questo studio comparato dei due testi (e quindi lo studio dei “tradimenti” in inglese) è  http://www.clausewitz.com/CompareFrameSource1.htm, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201121080814/http://www.clausewitz.com/CompareFrameSource1.htm (inoltre all’URL http://www.clausewitz.com/readings/VomKriege1832/TOC.htm, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201121080742/http://www.clausewitz.com/readings/VomKriege1832/TOC.htm  si può avere accesso al solo testo in tedesco – l’edizione da cui viene tratto il testo è sconosciuta al sito stesso, recitando una scritta sulla pagina: «This website presents a complete German edition of Carl von Clausewitz’s classic work on the theory of war, Vom Kriege. We do not know exactly which edition it was scanned from. It appears, however, to be either the very first edition or a very recent edition based on modern scholars’ reconstruction of Clausewitz’s original text.* This “book-by-book” version is divided into nine files: the front matter and the eight Books. We have also posted a “single-file version” for use by researchers interested in systematic searches and textual analysis. However, that single file is rather unwieldy, so we recommend this version for normal reading. For background on Clausewitz, visit our FAQs page. The Clausewitz Gesellschaft has also posted a full version of Vom Kriege.* This conclusion is based on various features of the text, but particularly on the famous paragraph in Chapter 6B of Book 8, which concerns the relationship of the top military commander to the political cabinet. See p.608, fn.1, of the Howard/Paret translation for a discussion.» –, mentre all’URL http://www.clausewitz.com/readings/OnWar1873/TOC.htm, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201121080819/http://www.clausewitz.com/readings/OnWar1873/TOC.htm solo a quello in inglese) e nonostante una scritta apposta alla pagina di presentazione del testo in inglese all’ URL https://www.clausewitzstudies.org/readings/OnWar1873/ThisTranslation.htm, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201124155103/https://www.clausewitzstudies.org/readings/OnWar1873/ThisTranslation.htm,     avverta  «NOTE: This version of Clausewitz’s On War is the long-obsolete J.J. Graham translation published in London in 1873. The 1976/84 Howard/Paret version  is the  standard translation today» (con link che rinvia all’URL https://www.amazon.com/exec/obidos/ISBN=0691018545/ref=ase_theclausewitzhomA/, Wayback Machine:  https://web.archive.org/web/20201123162051/https://www.amazon.com/exec/obidos/ISBN=0691018545/ref=ase_theclausewitzhomA/, alla qual pagina si propone la vendita online tramite Amazon della suddetta importante versione che, sia detto per inciso, è quella da noi utilizzata sempre tramite la “Clausewitz Homepage” nella citazione da noi fatta riguardo la concezione clausewitziana della non linearità della guerra), in Italia, per la sua arretratezza tecnologico-cultural-informatica (o sarebbbe meglio dire per sua arrtratezza tout court) non è nemmeno lontanamente concepibile una simile operazione, né per quanto riguarda Clausewitz né per quanto riguarda qualsiasi altro grande protagonista della cultura umana. Comunque, e nonostante le problematiche legate al vil denaro abbiano impedito alla “Clausewitz Homepage” di mettere in Rete la versione in inglese più aggiornata del Vom Kriege, è possibile trovare altrove sul Web questa preziosa pubblicazione, perché Carl von Clausewitz, On War (Edited and translated by Michael Howard and Peter Paret. Introductory essays by Peter Paret, Michael Howard, and Bernard Brodie; with a Commentary by Bernard Brodie. Index by Rosalie West), Princeton (NJ), Princeton University Press, 1976/1984 è leggibile e scaricabile presso il sito filosofico “Antilogicalism” (URL della pagina di presentazione del sito: https://antilogicalism.com/, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201121085553/https://antilogicalism.com/) all’URL  https://antilogicalism.com/wp-content/uploads/2019/04/on-war.pdf. Va da sè che a questa nostra  trouvaille è  seguito il nostro congelamento Wayback Machine e il nostro download e poi caricamento su Internet Archive e si sono così generati gli URL http://web.archive.org/web/20201121085008/https://antilogicalism.com/wp-content/uploads/2019/04/on-war.pdf (generato tramite la Wayback Machine) e                                       https://archive.org/details/on-war-vom-kriege-carl-von-clausewitz-howard-paret-brodie-west-morigi-repubblica/mode/2up e                                                                                                                                   https://ia801400.us.archive.org/20/items/on-war-vom-kriege-carl-von-clausewitz-howard-paret-brodie-west-morigi-repubblica/On%20War%2C%20Vom%20Kriege%2C%20Carl%20von%20Clausewitz%2C%20Howard%2C%20Paret%2C%20Brodie%2C%20West%2C%20%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Neo-marxismo%2C%20Neo-marxism%2C%20Marxism%2C%20Marxismo%2C%20Neo-Republicanism%2C%20%20Antilogicalism.pdf (generati tramite Internet Archive). Terminiamo fornendo una piccola rassegna di lavori sul Vom Kriege. Abbiamo già detto che la “Clausewitz Homepage” fornisce determinanti contributi a tal riguardo. Fra i quali, a nostro giudizio spicca Christopher Bassford, Clausewitz and Complexity, all’URL https://www.clausewitz.com/mobile/cwzcomplx.htm, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201121204653/https://www.clausewitz.com/mobile/cwzcomplx.htm (tramite la Wayback Machine di Internet Archive, e questo vale anche per le altre pagine Internet congelate con questo dispositivo per la  presente rassegna bibliografica internettiana, sono stati congelati anche gli URL e le pagine rinviati tramite i link presenti nella pagina, e questo pagine riguardano sempre articoli presenti sulla  “Clausewitz Homepage” con tema la non lineareatà e/o la teoria del Caos di cui Clausewitz può essere considerato un antisegnano ma, comunque, indichiamo per esteso gli URL di alcuni dei più significativi a questo riguardo afferenti al sito:   https://www.clausewitz.com/mobile/cwzcomplx.htm, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201121204653/https://www.clausewitz.com/mobile/cwzcomplx.htm; https://faraday.physics.utoronto.ca/GeneralInterest/Harrison/Chaos/Chaos.html, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201121204716/https://faraday.physics.utoronto.ca/GeneralInterest/Harrison/Chaos/Chaos.html; https://www.clausewitz.com/item/Beyerchen-ClausewitzNonlinearityAndTheUnpredictabilityOfWar.htm, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201121204715/http://www.clausewitz.com/item/Beyerchen-ClausewitzNonlinearityAndTheUnpredictabilityOfWar.htm; https://www.clausewitzstudies.org/readings/Beyerchen/BeyerschenNonlinearity2.pdf, Wayback Machine:  https://web.archive.org/web/20201123172836/https://www.clausewitzstudies.org/readings/Beyerchen/BeyerschenNonlinearity2.pdf; https://www.clausewitz.com/Complex/FractalLinks.htm, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201121204725/https://www.clausewitz.com/Complex/FractalLinks.htm; https://www.clausewitzstudies.org/Complex/CzerwinskiAlberts-ComplexityAndChaos-AWorkingBibliography.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200919160309/https://www.clausewitzstudies.org/Complex/CzerwinskiAlberts-ComplexityAndChaos-AWorkingBibliography.pdf), ma una buona messe di articoli riguardo Clausewitz come precursore di una concezione della realtà basata sulla   non linearità delle vicende umane, sociali e storiche e/o la Teoria del Caos può essere mietuta tramite la “solita” Internet Archive e qui di seguito forniamo gli URL  di alcuni contributi al riguardo su questa piattaforma, risparmiandoci per brevità, come già fatto per gli articoli presenti nella “Clausewitz Homepage”, la citazione bibliografica di questi ma limitandoci a sottolineare che si tratta di articoli nati all’interno delle Forze Armate degli Stati uniti. Qui di seguito quindi alcuni di questi URL:  https://archive.org/details/DTIC_ADA442218/mode/2up  e                                                                                                   https://ia801006.us.archive.org/19/items/DTIC_ADA442218/DTIC_ADA442218.pdf; https://archive.org/details/DTIC_ADA283047/mode/2up                                                            e                                                        https://ia800105.us.archive.org/2/items/DTIC_ADA283047/DTIC_ADA283047.pdf;  https://archive.org/details/chaosclausewitzn1094531397                                                             e                                                                https://ia803008.us.archive.org/24/items/chaosclausewitzn1094531397/chaosclausewitzn1094531397.pdf; https://archive.org/details/DTIC_ADA306112/mode/2up                                        e                                                   https://ia800105.us.archive.org/9/items/DTIC_ADA306112/DTIC_ADA306112.pdf;  https://archive.org/details/DTIC_ADA442708                                                                             e                                                                                 https://ia803104.us.archive.org/28/items/DTIC_ADA442708/DTIC_ADA442708.pdf;  https://archive.org/details/DTIC_AD1038683/mode/2up      e                                                                                                                                https://ia802903.us.archive.org/23/items/DTIC_AD1038683/DTIC_AD1038683.pdf;  https://archive.org/details/DTIC_ADA274366/mode/2up                                                          e                                                               https://ia803106.us.archive.org/2/items/DTIC_ADA274366/DTIC_ADA274366.pdf;  https://archive.org/details/DTIC_ADA274442                                                                            e                                                                                 https://ia803105.us.archive.org/7/items/DTIC_ADA274442/DTIC_ADA274442.pdf;  https://archive.org/details/DTIC_ADA460550/mode/2up                                                             e                                                          https://ia803108.us.archive.org/4/items/DTIC_ADA460550/DTIC_ADA460550.pdf. Sempre su Internet Archive, agli URL https://archive.org/details/ogai-30046fb3-4280-4d9a-ba03-4136d73a7d87/mode/1up e https://ia801404.us.archive.org/31/items/ogai-30046fb3-4280-4d9a-ba03-4136d73a7d87/ogai-30046fb3-4280-4d9a-ba03-4136d73a7d87.pdf  (upload a cura dell’Università di Tokyo) è possibile leggere e scaricare   la prima edizione del Vom Kriege, Carl von Clausewitz, Vom Kriege. Hinterlassenes Werk des Generals Carl von Clausewitz, Bd. 1–3, Ferdinand Dümmler, Berlin 1832–1834 (hrsg. von Marie von Clausewitz), mentre per tornare, infine alla “Clausewitz Homepage” all’URL   http://www.clausewitz.com/readings/VomKriege1832/TOC.htm#TOC, Wayback Machine http://web.archive.org/web/20201123175012/http://www.clausewitz.com/readings/VomKriege1832/TOC.htm, è possibile avere accesso alla versione HTML  di Carl von Clausewitz, Vom Kriege, Dümmler, Bonn, Werner Hahlweg, 1991, e con un link all’interno della pagina che rinviando all’URL https://www.clausewitz-gesellschaft.de/wp-content/uploads/2014/12/VomKriege-a4.pdf (siamo giunti a questo URL anche tramite link alla pagina al già  citato URL http://www.clausewitz.com/readings/VomKriege1832/TOC.htm), Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201121080755/https://www.clausewitz-gesellschaft.de/wp-content/uploads/2014/12/VomKriege-a4.pdf), dà accesso ad una pagina PDF che contiene il testo della sopraddetta edizione del Vom Kriege ospitata dal sito  e che va ad aggiungersi a quella già da noi menzionata. Inoltre, non solo la “Clausewitz Homepage” ed Internet Archive  ci danno la possibilità di leggere e scaricare il Vom Kriege: all’URL della “Bibliotheca Augustana” http://www.hs-augsburg.de/~harsch/germanica/Chronologie/19Jh/Clausewitz/cla_kri0.html, Wayback Machine:  https://web.archive.org/web/20201124162100/http://www.hs-augsburg.de/~harsch/germanica/Chronologie/19Jh/Clausewitz/cla_kri0.html, è possibile avere accesso e scaricare un’altra edizione del Vom Kriege,  Carl von Clausewitz, Vom Kriege. Hinterlassenes Werk, Berlin, Ullstein-Verlag, Berlin 1980.

 

      Miyamoto Musashi, Il libro dei cinque anelli (titolo originale: 五輪書: Go rin no sho), 1642, in giapponese all’URL https://it.scribd.com/document/387633086/%E4%BA%94%E8%BC%AA%E6%9B%B8-%E5%AE%AE%E6%9C%AC%E6%AD%A6%E8%97%8F%E7%B4%94%E6%96%87%E5%AD%97%E7%89%88-docx, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200917151122/https://www.scribd.com/document/387633086/%E4%BA%94%E8%BC%AA%E6%9B%B8-%E5%AE%AE%E6%9C%AC%E6%AD%A6%E8%97%8F%E7%B4%94%E6%96%87%E5%AD%97%E7%89%88-docx, ma congelamento fallito. Ricaricato su Internet Archive, generando gli URL https://archive.org/details/miyamoto-musashi-massimo-morigi-il-libro-dei-cinque-anelli-the-book-of-five-ring/mode/2up                                                                    e https://ia801502.us.archive.org/30/items/miyamoto-musashi-massimo-morigi-il-libro-dei-cinque-anelli-the-book-of-five-ring/%E4%BA%94%E8%BC%AA%E6%9B%B8-%E5%AE%AE%E6%9C%AC%E6%AD%A6%E8%97%8F%E7%B4%94%E6%96%87%E5%AD%97%E7%89%88%20Miyamoto%20Musashi%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Il%20libro%20dei%20cinque%20anelli%2C%20The%20Book%20of%20Five%20Rings%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Neomarxismo%2C%20Epifania%20Strategica.pdf. In italiano agli URL https://archive.org/details/illibrodeicinqueanelli/mode/2up e https://ia801007.us.archive.org/35/items/illibrodeicinqueanelli/Il%20Libro%20dei%20Cinque%20Anelli.pdf. In inglese all’URL https://archive.org/details/bookoffiverings00miya/page/n3/mode/2up, ma Internet Archive  concede solo in prestito questa edizione, oppure agli URL https://archive.org/details/pdfy-eJsc0BWsJFPlmB7O/mode/2up   e   https://ia802603.us.archive.org/15/items/pdfy-eJsc0BWsJFPlmB7O/The%20Book%20of%20Five%20Rings%20by%20Musashi%20Miyamoto.pdf, e questa edizione è invece scaricabile.  Su Miyamoto Musashi: https://en.wikipedia.org/wiki/Miyamoto_Musashi, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200917142819/https://en.wikipedia.org/wiki/Miyamoto_Musashi. Sul Libro dei cinque anelli: https://en.wikipedia.org/wiki/The_Book_of_Five_Rings, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200917143617/https://en.wikipedia.org/wiki/The_Book_of_Five_Rings. Il libro dei cinque anelli di Miyamoto Musashi:  testo  fondamentale per la filosofia della prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico.

 

      

 

 

        Non ci sarebbe bisogno  di spendere alcuna parola per illustrare Il Principe di Niccolò Machiavelli,  l’opera che ha aperto al pensiero  moderno e contemporaneo la strada al modello esplicativo olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale e così gettando il ponte gnoseologico-epistemologico della filosofia della prassi attraversato  nell’Ottocento prima dal Vom Kriege di Von Clausewitz, poi dalle  Thesen über Feuerbach di Karl Marx e infine, dalle  Reflexions sur la violence di Georges Sorel  e poi, nel Novecento, dall’attualismo di  Giovanni Gentile, da Geschichte und Klassenbewusstsein di  Georg Lukács, da Marxismus und Philosophie di  Karl Korsch,  dai Quaderni del carcere di  Antonio Gramsci, dalle  Thesen über  den Begriff der Geschichte di Walter Benjamin e ora varcato definitivamente dal Repubblicanesimo Geopolitico che unisce, attraverso il sopraddetto paradigma, spiegazione e dialettica del mondo della natura (fisica o biologica che sia) col mondo storico e culturale  dell’uomo (e, ovviamente, col mondo storico e culturale della natura). Sul Web abbiamo inizialmente riscontrato Il Principe sempre al sopradetto sito filosofico http://www.ousia.it/, all’URL http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/MachiavelliPrincipe.pdf   e quindi abbiamo prima congelato l’URL e documento con la Wayback Machine, generando l’URL https://web.archive.org/web/20201026073917/http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/MachiavelliPrincipe.pdf e poi, scaricato il documento, lo abbiamo caricato su Internet Archive, sempre dotandolo, ça va sans dire, degli opportuni tag, generando gli URL https://archive.org/details/machiavelli-il-principe-repubblicanesimo-geopolitico-geopolitical-republicanism-massimo-morigi/mode/2up                                                                               e https://ia801400.us.archive.org/29/items/machiavelli-il-principe-repubblicanesimo-geopolitico-geopolitical-republicanism-massimo-morigi/Machiavelli%2C%20Il%20Principe%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Geopolitical%20Republicanism%2C%20Massimo%20Morigi.pdf. Tuttavia questa iniziale trouvaille risultava del tutto insoddisfacente in ragione del fatto che il documento  è del tutto privo di dati bibliografici e non si capisce se si tratta di un originale eBook oppure della copia PDF di una pubblicazione cartacea ma, come al solito, ci è venuto in soccorso Internet Archive consentendoci  così la sempre benemerita piattaforma di avere contezza di Niccolò Machiavelli,   Il Principe, in Id., Machiavelli tutte le opere (a cura di Mario Martelli), Firenze, Sansoni, 1971,  pp. 255-298, presso gli URL  https://archive.org/details/NiccoloMachiavelliTutteLeOpere/mode/2up  e                                  https://ia801006.us.archive.org/10/items/NiccoloMachiavelliTutteLeOpere/Niccolo-Machiavelli-Tutte-le-opere.pdf. Vista l’importanza di questo file che ci dà accesso, come s’è visto, all’opera omnia del grande Segretario fiorentino e visto, anche questo documento filosofico-politico  pubblicato su Internet Archive non fa eccezione, della miserabile situazione dei tag del documento in  questo sito depositato, abbiamo scaricato il file e poi lo abbiamo ricaricato, sempre fornendolo di degno accompagnamento di tag, generando così gli URL https://archive.org/details/machiavelli-tutte-le-opere-il-principe-mario-martelli-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up                                                                        e   https://ia801506.us.archive.org/8/items/machiavelli-tutte-le-opere-il-principe-mario-martelli-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Machiavelli%2C%20Tutte%20le%20opere%2C%20Il%20Principe%2C%20Mario%20Martelli%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf. Per ultimo segnaliamo che sempre su Internet Archive è presente un’edizione ottocentesca del Principe agli URL https://archive.org/details/ilprincipedinic00machgoog/mode/2up       e https://ia802306.us.archive.org/13/items/ilprincipedinic00machgoog/ilprincipedinic00machgoog.pdf, con tag praticamente  assenti ma, in questo caso, ci limitiamo alla sua segnalazione senza download e ricaricamento in ragione della del tutto sufficiente azione al riguardo da noi esercitata attraverso il succitato  documento PDF di  Niccolò Machiavelli, Machiavelli tutte le opere (a cura di Mario Martelli), Firenze, Sansoni, 1971.

 

      Gli editti di Asoka (o Ashoka o Aśoka), 250 a.C. ca. . In inglese all’URL https://archive.org/details/TheEdictsOfAsokaNikamMcKeon/mode/2up                                 e                                                    https://ia802805.us.archive.org/0/items/TheEdictsOfAsokaNikamMcKeon/The%20Edicts%20of%20Asoka__Nikam%20McKeon.pdf  (citazione bibliogafica del documento: The Edicts of Ashoka (Edited and Translated by  N. A. Nikam and Richard McKeon), The University of Chicago Press, 1966). Il testo in inglese,  anche all’URL https://www.cs.colostate.edu/~malaiya/ashoka.html, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200922073215/https://www.cs.colostate.edu/~malaiya/ashoka.html. Purtroppo, more solito, in Rete non è  liberamente scaricabile  la traduzione nella lingua del «bel paese là dove ’l sì suona» di questo fondamentale documento, la prima e più importante pietra miliare nell’elaborazione (e concreta applicazione) del concetto di tolleranza religiosa.

 

      The Mahabharata of Krishna-Dwaipayana Vyasa (Translated into English Prose from the Original Sanskrit Text by Kisari Mohan Ganguli), s. l., s.e., s.d.  (ma editore: Pratap Chandra Roy; data traduzione: svolta fra  il 1883 e il 1896; data pubblicazione: sempre avvenuta fra il 1883 e il 1896 in un centinaio di  fascicoli man mano che il testo veniva tradotto («The translation was completed and serially published in thirteen years from AD 1883 to 1896 in one hundred fascicule»: fonte: https://www.abebooks.com/servlet/BookDetailsPL?bi=30606443975, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200926065026/https://www.abebooks.com/servlet/BookDetailsPL?bi=30606443975); data di composizione: il Mahābhārata è un testo sviluppatosi dal IV secolo a. C. al IV secolo d.C.). Il testo dell’edizione citata in epigrafe – data non conosciuta e costituito dalla sopraddetta riunione dei fascicoli, anche di questa riunione data non conosciuta – e di cui si rinvia agli URL qui di seguito è la prima traduzione in lingua inglese del Mahabharata. Documento all’ URL https://holybooks-lichtenbergpress.netdna-ssl.com/wp-content/uploads/MahabharataOfVyasa-EnglishTranslationByKMGanguli.pdf. Congelamento dell’URL e del documento tramite la Wayback Machine di Internet Archive: https://web.archive.org/web/20200925210947/https://holybooks-lichtenbergpress.netdna-ssl.com/wp-content/uploads/MahabharataOfVyasa-EnglishTranslationByKMGanguli.pdf, oppure nostro download e poi upload su Internet Archive, generando gli  URL  https://archive.org/details/mahabharataofvyasakisarimohanganguliocr_202003_323_l/page/n1389/mode/2up e https://ia802908.us.archive.org/11/items/mahabharataofvyasakisarimohanganguliocr_202003_323_l/Mahabharata%20of%20Vyasa%20Kisari%20Mohan%20Ganguli%20%28OCR%29.pdf, ma nostro caricamento in seguito da Internet Archive annullato con la seguente giustificazione: «Item not available. The item is not available due to issues with the item’s content».

 

 

      Dalla presentazione di Sun Tzu, L’arte della guerra. Testo cinese e versioni in italiano ed inglese, a cura di Massimo Morigi, agli URL https://archive.org/details/sun-tzu-larte-della-guerra-…-a-cura-di-massimo-morigi-uploaded-4-12-2020-pp.-309/mode/2up                          e

https://ia801501.us.archive.org/12/items/sun-tzu-larte-della-guerra-…-a-cura-di-massimo-morigi-uploaded-4-12-2020-pp.-309/Sun%20Tzu%2C%20L%27arte%20della%20guerra%20…%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20uploaded%204%2012%202020%2C%20pp.%20309.pdf: «Nell’ambito della redazione della bibliografia internettiana del nostro saggio di imminente pubblicazione Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis,  su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della  prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico abbiamo deciso di caricare su Internet Archive la presente antologia di versioni, oltre al testo in cinese, in italiano e in inglese dell’Arte della guerra di Sun Tzu. Sempre nell’ambito del sopraddetto saggio, abbiamo svolto analogo lavoro antologico anche per quanto riguarda le Tesi su Feuerbach (titolo di questa antologia: Thesen über Feuerbach. Nelle traduzioni di Giovanni Gentile e Antonio Gramsci (più la traduzione di Palmiro Togliatti, il testo in tedesco e le versioni in inglese, francese, portoghese e spagnolo dal Marxists Internet Archive, agli URL di Internet Archive https://archive.org/details/karl-marx-thesen-uber-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/mode/2up                                                                        e                                                                     

https://ia801704.us.archive.org/33/items/karl-marx-thesen-uber-feuerbach-a-cura-di-massimo-morigi-repubblicanesimo-geopolitico/Karl%20Marx%2C%20Thesen%20%C3%BCber%20Feuerbach%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico.pdf –  più altri caricamenti sempre su medesima piattaforma) e le Tesi di filosofia della storia di Walter Benjamin (titolo di questa antologia: Tesi di filosofia della storia, Thesen Über den Begriff der Geschichte e nelle principali lingue europee più Frammento teologico-politico, agli URL di Internet Archive https://archive.org/details/walter-benjamin-tesi-di-filosofia-della-storia-thesen-uber-den-begriff-der-gesch/mode/2up                                                                            e

https://ia801508.us.archive.org/23/items/walter-benjamin-tesi-di-filosofia-della-storia-thesen-uber-den-begriff-der-gesch/Walter%20Benjamin%2C%20Tesi%20di%20filosofia%20della%20storia%2C%20Thesen%20%C3%9Cber%20den%20Begriff%20der%20Geschichte%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Neo-marxismo%2C%20%20Filosofia%20della%20prassi.pdf). La ragione per cui in questo caso si è redatta una antologia escludente alcune lingue comprese nelle precedenti due è che L’arte della guerra di Sun Tzu, per quanto documento di fondamentale importanza per il paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico non ha, almeno finora, svolto in alcun modo un ruolo analogo alle Thesen über Feuerbach di Marx e alle Thesen Über den Begriff der Geschichte di Benjamin nel delineare nella cultura occidentale uno sviluppo della filosofia della prassi, della quale il Repubblicanesimo Geopolitico può essere considerato il frutto giunto a maturazione nel XXI secolo (veramente, per quanto riguarda Walter Benjamin, nessuno prima del Repubblicanesimo Geopolitico aveva osato una sua collocazione nell’ambito di una pienamente sviluppata visione prassistica anche se lo si era collocato nell’ambito del  marxismo occidentale (anch’esso peraltro da riconsiderare nell’ambito della suddetta visione prassisica), ma, a parte il fatto, che questo suo collocamento ora è stato pienamente compiuto dal Repubblicanesimo Geopolitico, cfr. Massimo Morigi, La Democrazia che Sognò le Fate. Stato di Eccezione, Teoria dell’Alieno e del Terrorista e Repubblicanesimo Geopolitico e Id., Walter Benjamin, Iperdecisionismo e Repubblicanesimo Geopolitico: Lo Stato di Eccezione in cui Viviamo è la Regola, la citazione di Benjamin presso l’intellighenzia occidentale è diventata addirittura una moda, e anche se profondamente frainteso non si può certo  dire che il suo influsso  non sia stato profondo presso l’intellighenzia occidentale di sinistra, cosa che, invece, non si può certo dire di Sun Tzu e della sua Arte della guerra che, seppur non sconosciuto, è da sempre rimasto appannaggio di quei ceti intellettuali,  prevalentemente di destra, in cerca, oltre che di profonde ispirazioni di natura castrense anche di una antica visione tradizionale che rifiutasse la pratiche culturali e politiche dell’odierna ideologia liberal-democratica). Giustifichiamo quindi il perché dell’italiano e dell’inglese che la fanno da padroni in questa antologia. In primo luogo dell’italiano.  A questo punto attacchiamo con la solita lamentela. Mentre sul Web si possono trovare nelle lingue straniere non solo le opere dei più importanti autori della cultura italiana ma, quasi sempre,  anche le fonti primarie dalle quali sono stati esemplati e/o scannerizzati i documenti  lì presenti, la situazione italiana, come già detto, è tragica e, nel caso specifico, è sì possibile venire in contatto e scaricare L’arte della Guerra, ma non c’è nessun modo di comprendere quale edizione sia stata impiegata per arrivare al documento digitale immesso sul Web.  Abbiamo trovato nella Rete due differenti versioni in italiano dell’Arte della guerra, nessuna delle due dava alcuna indicazione della fonte primaria (cioè del libro) dalla quale erano state tratte e alla fine, non essendo nostro compito fornire una storia delle (scarse) fortune editoriali e culturali in Italia dell’Arte della guerra  ma dare allo studioso un primo strumento per valutare, come nei casi delle Tesi su Feurbach e delle Tesi di filosofia della storia, quanto diverse versioni possono comportare tradimenti in sede di traduzione (o di traduzione di traduzione, come invece sospettiamo per quanto riguarda L’arte della guerra in italiano) abbiamo compreso nella seguente antologia tutte due le versioni.  E, inoltre, un  fatto di un certo interesse anche se di difficile giudizio e anche se non riguarda il testo ma il contesto  riguardo ad una versione in italiano dell’ Arte della guerra è il seguente: uno dei due siti che ospita una versione in italiano dell’ Arte della guerra è un sito cattolico, URL https://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/wp-content/uploads/2014/04/ARTE-DELLA-GUERRA-Sun-Tzu.pdf, nostro congelamento Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201130072433/https:/www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/wp-content/uploads/2014/04/ARTE-DELLA-GUERRA-Sun-Tzu.pdf, mentre, molto meno interessante per il nostro punto di vista, l’altro sito  è un sito commerciale di vendita libri online, come si può ben vedere cliccando sull’URL di presentazione del sito, https://www.sunzi.it/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201202070235/https://www.sunzi.it/, dove alla pagina compare la scritta «Questo sito e questo dominio sono in vendita. Contattami» (presso questo sito L’arte della guerra, che noi abbiamo copiaincollato nella presente antologia, è raggiungibile e scaricabile all’URL  https://www.sunzi.it/Sun%20Tzu%20(Sunzi),%20L’arte%20della%20guerra.pdf, Wayback Machine:  http://web.archive.org/web/20201021104905/http:/sunzi.it/Sun%20Tzu%20%28Sunzi%29,%20L%27arte%20della%20guerra.pdf). Veniamo ora ai siti che ospitano le versioni in inglese o, sarebbe meglio dire la versione, perché tutti i siti che ospitano The art of War non hanno effettuato  altro che la trascrizione di Sun Tzû, On the Art of War. The oldest military Treatise in the World, Translated from the Chinese with introduction and critical notes by Lionel Giles, M. A. Assistant in the Department of Oriental Printed Books & MSS. in the British Museum, London, Luzac & Co, 1910 (e, aggiungiamo, il nostro sospetto che chi in Italia ha pubblicato L’arte della guerra abbia usato questo documento alla stregua del gran Vincenzo Monti da Alfonsine di Ravenna, il quale fu da Ugo Foscolo nel suo Epigramma IX. Contro Vincenzo Monti effigiato nella seguente maniera: «Questi è Monti poeta e cavaliero, Gran traduttor dei traduttor d’Omero.»), documento la cui scannerizzazione è, come, al solito, riscontrabile presso Internet Archive agli URL https://archive.org/details/artofwaroldestmi00suntuoft/mode/2up                                             e                                                  https://ia802304.us.archive.org/25/items/artofwaroldestmi00suntuoft/artofwaroldestmi00suntuoft.pdf. Ma veniamo alle trascrizioni in inglese e non alle scannerizzazioni di questo documento,  trascrizioni che hanno fornito i documenti nella lingua di Shakespeare copiaincollati in questa antologia e che ci riservano qualche sorpresa, sorprese che in qualche modo si ricollegano alla bizzarria tutta italiana in merito alla presenza in Rete di opere originali di grandi autori italiani ed internazionali. Abbiamo già parlato, vedi supra scheda bibliografica sul Vom Kriege di Carl von Clausewitz, della italianissima “Libreria militare” perché il sito ospita Carl von Clausewitz, Della guerra (titolo dell’opera: Vom Kriege, 1° edizione in lingua italiana Stato Maggiore del R. Esercito Ufficio Storico, Roma 1942. Apparato introduttivo Arnoldo Mondadori  Editore 1970. 1° edizione gli Oscar gennaio 1970 su autorizzazione dello Stato Maggiore dell’Esercito  – Ufficio Storico, traduzione di Giorgio Bollati ed Emilio Canevari (con una antologia critica  e una bibliografica a cura di Edmondo Aroldi), Milano, Mondadori, 1970). Ebbene la “Libreria militare” ospita anche L’arte della guerra di Sun Tzu ma non ospita una trascrizione o una scannerizzazione di una qualche edizione in italiana come hanno fatto i due succitati siti di cui si è appena detto ma   ospita una trascrizione dell’edizione curata da Lionel Giles, e quindi si tratta di un documento in inglese, cosa veramente singolare per un sito italiano, ma aggiungendo bizzarria a bizzarria, in testa al frontespizio del documento leggiamo «Greean Farmers Eco-geo Resources» e alla base del frontespizio compare l’ URL della CIA, www.cia.gov, e   tramite questo URL e il logo della National Security Agency sempre alla base del frontespizio si viene informati che il documento è di provenienza di queste due agenzie governative degli Stati uniti. Vista la bizzarra scritta in testa al frontespizio non ce ne sarebbe stato alcun bisogno ma, comunque, abbiamo verificato presso i siti di queste due agenzie governative se in questi fosse ospitata On the art of war di Sun Tzu, e, come c’era da aspettarsi, nessun riscontro né dello specifico documento messo in Rete dalla “Libreria militare” né di nessun altra edizione elettronica o scannerizzazione dell’Arte della Guerra curata e tradotta dal cinese dal benemerito Lionel Giles. Questo documento contiene quindi un depistaggio, un depistaggio, però, nemmeno tanto nascosto (o fors’anche esibito) se noi leggiamo la scritta finale che sta sempre  alla base del frontespizio e che recita come segue: «JAGCorps resources for critical thinkers, and those ignorant of the consequences of religious, corporate and national Slave & Cannon Fodder Breeding ($&CFB)». Ora, partendo da questa scritta ed inserendola nel motore di ricerca Google, si viene rinviati all’URL https://issuu.com/js-ror/docs/2083_nsa-covert-op, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201130063237if_/https://issuu.com/js-ror/docs/2083_nsa-covert-op,  attraverso il quale si può avere contezza di un documento dal titolo Eco-Geo Farmers: Covert Operations of the US National Security Agency by John St. Clair Akwei (documento, purtroppo non scaricabile e nemmeno congelabile tramite la Wayback Machine), dove cliccando sul titolo si viene rinviati all’URL http://www.mindcontrolforums.com/pro-freedom.co.uk/cov_us.html, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201202083101/http://web.archive.org/screenshot/http://www.mindcontrolforums.com/pro-freedom.co.uk/cov_us.html, attraverso il quale possiamo avere contezza di  una pagina, dal sapore fra il complottistico e la rivelazione, magari deformate ad arte, di informazioni riservate, dove si pubblicizzano pubblicazioni che parlano di lavaggio del cervello e/o legati al mondo dell’intelligence. E non bastando questo, mettendo sul motore di ricerca Google il nome dell’autore del documento intravisto tramite il sito Issuu, un fantomatico signor  John St. Clair Akwei, compaiono tutta una miriade di siti in lingua inglese tutti riconducibili a quella corrente della destra repubblicana statunitense contraria alla globalizzazione e lottante con tutte le sue forze contro il trionfo  del c.d. ‘deep state’. Ma per non ricadere anche noi in una mentalità complottista – o meglio, perché l’argomento sia sul versante di questa bizzarria italiana di un sito italiano che pubblica un’opera originariamente in lingua cinese tradotta in inglese quando sono pur disponibili traduzioni italiane, forse perché proprio non si fida delle traduzioni italiane o forse perché ideologicamente vicino agli autori di destra di area anglosassone verosimilmente redattori del documento in questione ospitato dalla “Libreria militare”, ed anche sul versante anglosassone, sia sui  siti più o meno complottisti o più o meno di destra estrema meriterebbe ben altra trattazione di una sezione di scheda bibliografica – passiamo ora agli altri due  siti da noi rilevati che ospitano On the Art of War e i cui rispettivi testi abbiamo copiaincollato nella presente antologia. Il primo è il  “Project Gutemberg”, che all’URL https://www.gutenberg.org/files/17405/17405-h/17405-h.htm, Wayback Machine: https://www.gutenberg.org/files/17405/17405-h/17405-h.htm, ospita l’e.Book  direttamene estratto dalla On The art of War del 1910 curata e tradotta da Lionel Giles. Il secondo è il sito “chinapage.com” che parimenti al progetto Gutemberg ospitò a suo tempo un’edizione elettronica della On The Art of War di Giles. Abbiamo usato non a caso il passato perché questo upload presso il sito lo abbiamo riscontrato tramite il congelamento Wayback Machine, da noi non effettuato, https://web.archive.org/web/20040813070137/http:/www.chinapage.com/sunzi-e.html, mentre http://www.chinapage.com/sunzi-e.html, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201201072057/http:/www.chinapage.com/sunzi-e.html, sembra ospitare oggi una pagina commerciale tarata tramite cookie sulle preferenze delle navigazioni in Rete di colui che ha utilizzato l’URL. L’avere copiaincollato anche questo testo sempre esemplato dal lavoro di Lionel Giles non è però pleonastico: ogni singolo capitolo in inglese rinvia al corrispettivo testo in cinese e, alla fine del documento in inglese, tramite un ipertesto si rinvia all’intero documento in cinese, che noi abbiamo diligentemente copiaincollato. L’URL del testo in cinese è lo stesso di quello in inglese. Ma vi sono altri due siti che ospitano L’arte della guerra in inglese che per non allungare troppo la presente antologia non abbiamo copiaincollato ma ci siamo limitati ad un congelamento dei URL tramite la Wayback Machine. Del primo dei due summenzionati  siti che ospitano L’arte della guerra   non siamo riusciti a risalire al nome ma abbiamo capito che è anch’esso un sito commerciale, come si può vedere dalla sua pagina  di presentazione all’URL https://fliphtml5.com/,  Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201203153623/https://fliphtml5.com/, mentre il documento relativo alla versione in inglese dell’ Arte della guerra di Lionel Giles lo dobbiamo però citare come segue: Sun Tzu, The Art of War (Restored Translation), Translated by Lionel Giles M.A., Pax Librorum Publishing House, 2009. Il documento è all’URL  http://online.fliphtml5.com/qscmv/twuu/, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201203152613/http://online.fliphtml5.com/qscmv/twuu/#p=1 e ai lettori l’onere di stabilire quanto il tradimento della Restored Translation si discosti dai tradimenti dei  documenti ospitati nei due precedenti siti e se, molto bravi, quanto si discosti dal testo in cinese. Del secondo ci limitiamo a dire che anch’esso ospita un’edizione del lavoro di Giles e che il documento ivi ospitato viene incontro alle eventuali difficoltà di questi molto bravi perché ad ogni piccolo gruppo di paragrafi in inglese vengono accostati i corrispettivi paragrafi in cinese. Il documento è all’URL https://sgp1.digitaloceanspaces.com/proletarian-library/books/203ea0ae84b21fab951c5a55c5e0749d.pdf, Wayback Machine:  https://web.archive.org/web/20201108033326/https://sgp1.digitaloceanspaces.com/proletarian-library/books/203ea0ae84b21fab951c5a55c5e0749d.pdf. All’ultima pagina i Due amanti di Giulio Romano. Per chi ha compreso il paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico o, perlomeno, le intenzioni del presente lavoro, questa decisione apparentemente bizzarra su un’antologia che riguarda L’arte della guerra di Sun Tzu non necessita di alcuna spiegazione.».

 

 

      Certamente il paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale non è iniziato da qui essendo il generatore stesso della totalità dialettica ma per lo scrivente, almeno dal punto di vista scientifico,  è proprio iniziato da qui, dalle sue  prime riflessioni  – favorite dalla disponibilità  dai suoi amici portoghesi dell’Università di Coimbra – nella seconda metà del primo decennio del nuovo secolo sul repubblicanesimo e sull’estetizzazione  della politica. Per chi fosse interessato a questi personali cominciamenti si rinvia agli URL https://archive.org/details/propedevticvs-pro-repvblicanismo-geopolitico-redvx-massimo-morigi-filosofia-della-prassi/mode/2up                                                                                             e https://ia801507.us.archive.org/33/items/propedevticvs-pro-repvblicanismo-geopolitico-redvx-massimo-morigi-filosofia-della-prassi/PROPEDEVTICVS%20PRO%20REPVBLICANISMO%20GEOPOLITICO%20REDVX%2C%20MASSIMO%20MORIGI%2C%20FILOSOFIA%20DELLA%20PRASSI.pdf https://archive.org/details/repubblicanesimo-geopolitico.-pombalina-ed-altre-precursioni-lusitane-massimo-morigi-neo-marxismo/mode/2up                                                                       e https://ia801503.us.archive.org/11/items/repubblicanesimo-geopolitico.-pombalina-ed-altre-precursioni-lusitane-massimo-morigi-neo-marxismo/Repubblicanesimo%20Geopolitico.%20Pombalina%20ed%20altre%20Precursioni%20Lusitane%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Neo-marxismo.pdf e, infine,  https://archive.org/details/RepvblicanismvsGeopoliticvsFontesOriginesEtViaMassimoMorigiGeopolitics_436, file quest’ultimo di lunghi tempi di download perché con contenuti anche multimediali ma, comunque, di sicuro successo tecnico (per non parlare del sicuro coinvolgimento estetico-emotivo…). Ma ricollegando gli inizi del paradigma con le sue ultime e più mature estrinsecazioni corre anche l’obbligo di menzionare le analisi sul Coronavirus (e sulle terroristiche e pseudoscientifiche superstiziose grullaggini propalate a questo proposito da tutti i grandi mezzi d’informazione ad usum del potere politico ed adversus una pur minima Weltanschauung dialettico-strategica della società e della natura che questo potere politico metta in crisi) che nell’anno appena trascorso lo scrivente ha pubblicato sul blog di geopolitica “L’Italia e il mondo”,  la più imporante delle quali è Massimo Morigi, Intervista di Giuseppe Germinario a Max Bonelli sul coronavirus ovvero Cthulhu morbus come teleologia del (e) fallimento della moderna secolarizzazione. Epifania Strategica e genesi e significato dell’ironico simbolo della morte della trascendenza dei moderni, che, vista la sua importanza, è stata anche autonomamente caricata su Internet Archive ed è quindi visionabile, oltre che sull’URL de “L’Italia e il mondo” http://italiaeilmondo.com/?s=morigi, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201224205652/http://italiaeilmondo.com/?s=morigi, agli URL di Internet Archive  https://archive.org/details/epifania-strategica-e-genesi-e-significato-dellironico-simbolo-della-morte-della/mode/2up                                                                          e                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

https://ia801503.us.archive.org/34/items/epifania-strategica-e-genesi-e-significato-dellironico-simbolo-della-morte-della/Epifania%20Strategica%20e%20genesi%20e%20significato%20dell%27ironico%20simbolo%20della%20morte%20della%20trascendenza%20dei%20moderni%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Neo-marxismo%2C%20Neo-marxism.pdf oppure https://archive.org/details/cthulhu-morbus-come-teleologia-del-e-fallimento-della-moderna-secolarizzazione-e/mode/2up                          e                                                                                                                                                              https://ia801509.us.archive.org/12/items/cthulhu-morbus-come-teleologia-del-e-fallimento-della-moderna-secolarizzazione-e/Cthulhu%20morbus%20come%20teleologia%20del%20%28e%29%20fallimento%20della%20moderna%20secolarizzazione%20e%20Epifania%20Strategica%2C%20Massimo%20Morigi%2C%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Neo-marxismo%2C%20Neo-marxisms.pdf. E quindi qui di seguito, oltre al già menzionato URL dell’ “Italia e il mondo” relativo all’ Intervista di Giuseppe Germinario a Max Bonelli sul coronavirus, citiamo anche tutti gli altri URL de “L’Italia e il mondo” che contengono non solo  tutte le riflessioni dello scrivente sulla psicosi di massa suscitata dalla pur reale epidemia del Covid-19 ma anche tutte le riflessioni (compresi  alcuni appunti critici da parte dei lettori) apparse in questi anni su questo importantissimo blog sul paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflituale del Repubblicanesimo Geopolitico. Essi sono http://italiaeilmondo.com/?s=morigi, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201224205652/http://italiaeilmondo.com/?s=morigi (URL già menzionato in relazione all’articolo sull’intervista di Giuseppe Germinario a Max Bonelli ma attraverso il quale si possono trovare gli altri interventi di Massimo Morigi sul Coronavirus); http://italiaeilmondo.com/page/2/?s=morigi, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201224205907/http://italiaeilmondo.com/page/2/?s=morigi;  http://italiaeilmondo.com/page/3/?s=morigi, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201224210002/http://italiaeilmondo.com/page/3/?s=morigi;  http://italiaeilmondo.com/page/4/?s=morigi, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201225072639/http://italiaeilmondo.com/page/4/?s=morigi; http://italiaeilmondo.com/page/5/?s=morigi, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201225072912/http://italiaeilmondo.com/page/5/?s=morigi; http://italiaeilmondo.com/page/6/?s=morigi, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201225074545/http://italiaeilmondo.com/page/6/?s=morigi; http://italiaeilmondo.com/page/6/?s=MORIGI,                     Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20200720173506/http://italiaeilmondo.com/page/6/?s=MORIGI; http://italiaeilmondo.com/page/7/?s=morigi, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201225074618/http://italiaeilmondo.com/page/7/?s=morigi; http://italiaeilmondo.com/page/8/?s=morigi, Wayback Machine: https://web.archive.org/web/20201224210002/http://italiaeilmondo.com/page/8/?s=morigi.  Sempre al primo URL dell’ “Italia e il mondo” di questa rassegna presso il quale è raggiungibile la mia riflessione sull’intervista di Giuseppe Germinario a Max Bonelli è presente anche Cthulhu Morbus e Massimo Morigi,  Retracted by the News-Letter della Johns Hopkins University but available  here   (più un augurio di buone feste da Cthulhu Morbus e l’antica saggezza di Don Juan versus la moderna stoltezza di Sganarelle), caricato anch’esso autonamente presso Internet Archive generando così gli URL https://archive.org/details/retracted-by-the-news-letter-della-johns-hopkins-university-but-available-here.-/mode/2up                                                                        e                                                                                                                                                                                                                 https://ia801704.us.archive.org/11/items/retracted-by-the-news-letter-della-johns-hopkins-university-but-available-here.-/Retracted%20by%20the%20News%20Letter%20della%20Johns%20Hopkins%20University%20but%20available%20%20here.%20Cthulhu%20Morbus%2C%20Cthulhu%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Neomarxismo.pdf. Chi, anche sulla scorta del presente lavoro in cui Retracted by the News-Letter può essere considerato una sorta di sua ultima filiazione incentrato sulla riflessione sugli apocalittici ma   fittizi  scenari  indotti da una “scienza medica” ridotta a  totalitario credo superstizioso per il dominio tecno-politico delle masse e ha per ciò compreso la presente teleologia del terrore politicamente creata in occasione (ma non a causa) dell’epidemia del Covid-19, penso potrà cogliere i profondi e vitali legami dialettici fra Cthulhu, Cthulhu Morbus, Don Juan, Sganarelle, Molière, Mozart, Howard Phillips Lovecraft, Frau Stockmann e i Deutscher boxer Lustig von Dom e Ax, figure  reali e di fantasia che, insieme ai giganti della filosofia della prassi, mi  sono state fonte di profonda ispirazione durante i mesi di composizione di questo saggio sulla dialettica della biologia e del resto della totalità che la comprende e che si autogenera, manifesta e esprime tramite la medesima, unica ed universale dialettica.

 

                                                      FINE

[Con questa quinta tranche di  Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo, glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard Lewontin, su Lynn Margulis,  su Donna Haraway e materiali di studio strategici per la teoria della filosofia della  prassi olistico-dialettica-espressiva-strategica-conflittuale    del    Repubblicanesimo    Geopolitico se ne conclude la pubblicazione da parte del blog “L’Italia e il Mondo”.]

 

 

 

LE MANI SPORCHE E LA LEGA, di Teodoro Klitsche de la Grange

LE MANI SPORCHE E LA LEGA

Le recenti vicende della crisi politica hanno provocato il solito rosario di spiegazioni basate su ideali, coerenza, ecc. ecc., aventi tutte in comune: a) la funzione propagandistica, di favorire gli amici (globalsinistri) e denigrare i nemici (sovrandestri) b) ciò che più interessa, usando argomenti di contorno, secondari, ed eliminando (perché scomodi e spesso estranei al loro modo di pensare) quelli principali.

Utilizzando la “cassetta degli attrezzi” del realismo politico l’interpretazione delle mosse degli attori in gioco è diversa.

Il primo caso è la “conversione” europeista di Salvini onde – secondo i media mainstream lo stesso sarebbe: un voltagabbana traditore e/o sconfitto da Draghi e dalle panzerdivisionen europee.

In realtà la prima regolarità della politica è la ricerca del potere (e del dominio), e la conversione della Lega deve valutarsi alla luce di quella regolarità assai più della quantità (e qualità) degli improperi anti-europei lanciati da Salvini e rilanciati dagli euroglobalisti (per lo più dai loro araldi); anche perché i nemici sono sì quelli con cui si conduce la guerra, ma anche coloro con cui si fa la pace.

All’uopo è bene ricordare il dramma di Sartre “les Mains sales”, in cui il protagonista, estremista dissidente uccide il segretario del partito comunista Hoederer perché ha realizzato un accordo con il regime collaborazionista filotedesco, contro il quale comunisti e i loro alleati conducevano una guerra civile. La scena del negoziato tra i leaders è un insieme di topos realistici a favore del capovolgimento di fronte, la spartizione del potere e i fattori di potenza.

Senza alcun problema Hoederer propone un accordo – accettato dal nemico, il capo dei filonazisti, ma rifiutato dal leader degli alleati borghesi – nel quale il partito comunista ha un ruolo preponderante nel nuovo organo di governo (3 membri su 6); la ragione di ciò è l’avanzata delle armate sovietiche, e la necessità dei conservatori d’ingraziarseli, nonché quella di tutti di far cessare le lotte interne e la guerra (esterna). Come dice il Principe, capo dei filonazisti “è necessaria una visione realistica della situazione”; Karsky, il capo degli antinazisti non comunisti, che ricorre (anche) ad argomenti moralistici, rimane isolato e perdente.

Di accordi come quello rappresentato nel dramma da Sartre, nella storia ne sono stati realizzati infiniti, anche in una guerra fortemente “ideologizzata” come la seconda guerra mondiale.

Ma perché in un contesto istituzionale come quello italiano, la partecipazione al governo, anche con forze opposte, ha tale importanza, tenuto conto che la Lega rischia di pagare un prezzo in termini elettorali alla coerenza della Meloni? Qua occorre ricorrere a due pensatori del ‘900. Il primo, Carl Schmitt sostiene che in una Repubblica parlamentare (com’è l’Italia) “Chi detiene la maggioranza fa anche le leggi ed inoltre è in grado di far rispettare le leggi che esso stesso ha fatto. Ma la cosa più importante è che il monopolio di far valere le leggi in vigore gli conferisce il possesso legale degli strumenti di potere statali e di conseguenza anche un potere politico assai più ampio della semplice «validità» delle norme”. Il giurista di Plettemberg chiama ciò “un plusvalore politico addizionale che si aggiunge al potere meramente normativistico-legale: un premio super legale al possesso legale del potere legale ed alla conquista della maggioranza”.

Entrando nel governo la Lega (e Forza Italia) ottengono due vantaggi: fruire di detto “plusvalore” e sottrarne (una parte) agli avversari.

E qua occorre ricordare Gramsci, per cui “lo Stato era solo una trincea avanzata, dietro cui stava una robusta catene di fortezze e casematte”: ma in uno Stato amministrativo, “sociale”, distributivo e soprattutto ben più esteso di quello liberale di un secolo fa, una parte di quelle casematte, che il pensatore sardo vedeva nella società civile, sono ora collocate (e dirette) nel e dal settore pubblico. Occupare – almeno in parte – la direzione di (gran parte) di quelle casematte è un passo – più che notevole – verso il potere.

D’altra parte anche se Draghi è, per storia e curriculum personale tutt’altro che un sovran-popul-identitario, ma un euroglobalista, lo stesso realismo consiglia: a) di tener conto che la maggioranza del popolo italiano è dall’altra parte b) che seguire una politica che non ne tenga conto è indebolire il governo sia in termini di consenso che di potenza. I cattivi risultati ottenuti dai governi italiani degli ultimi dieci anni con l’Europa (e non solo) sono stati determinati – in buona parte – dal fatto che i poteri “forti” (statali e non) sapevano di avere a che fare con governanti deboli, carenti di consenso e anche perciò poco affidabili. Utilizzabili nell’immediato, ma controproducenti per gli sponsor nel futuro.

Il governo Monti, con l’enorme e rapido aumento dell’opposizione anti-sistema, l’ha provato.

Pensare che Draghi (e i leaders europei) voglia ripetere quel colossale errore, è far torto alla prudenza e alle indubbie capacità dell’ex capo della BCE. Certo, il futuro è incerto e, come sempre, saranno i risultati a dire se la manovra è riuscita o meno. Ma è sicuramente un errore giudicare vinta o persa la partita prima che l’arbitro ne fischi l’inizio, sulla base, magari, del colore delle magliette dei giocatori. Così si fa tifo da stadio, non analisi politica.

Teodoro Klitsche de la Grange

Geopolitica secondo il Centro di Gravità, a cura di Piergiorgio Rosso

“L’1 e 2 febbraio 2020 quasi 100 “intellettuali, pensatori e artigiani” italiani, di discipline diverse, provenienti da percorsi professionali, culturali e storie politiche anche molto differenti, si sono incontrati a Roma per la prima volta, innanzitutto per conoscersi, uniti nel constatare la necessità di trovare punti di convergenza e analisi comuni per fronteggiare insieme la vera e propria transizione globale di sistema che è già in pieno avanzamento e si attua in tempi sempre più rapidi.”
E’ nato così su ispirazione di Giulietto Chiesa il Centro di Gravità (centrodigravità.org) che al momento non è che un gruppo stabile di soggetti molto diversi che promuovono analisi all’interno di gruppi di lavoro dedicati.
Il sottogruppo di lavoro Guerra e Geopolitica – cui ho partecipato – dopo un anno di confronti ha prodotto un primo documento “per un’ipotesi di posizionamento internazionale” dell’Italia che Italia e il Mondo – che ringrazio – ha deciso di ospitare.
Nell’orientarne la lettura vorrei sottolineare i passaggi che sottolineano il ruolo delle nazioni – non “individui” né “comunità” – come soggetti protagonisti dei conflitti internazionali, ma soprattutto la coppia identità/strategia nazionali: senza identità nazionale non si può pensare di essere considerati interlocutori a livello internazionale. Da qui parte il programma di lavoro che il gruppo si è dato a partire dalla sfida di contribuire a chiudere/suturare tre faglie che ancora dividono gli italiani, tre “guerre civili” irrisolte. I lavori del gruppo continuano. Buona lettura, Piergiorgio Rosso

Posizione geopolitica 22 dicembre 2020

PREMESSA

Il presente documento intende proporre in estrema sintesi una ipotesi di posizione geopolitica nazionale, basandosi su di una analisi che individua gli elementi che hanno portato alla presente fase conflittuale globale e particolare per la nostra nazione, introducendo il concetto basilare di interesse nazionale. La descrizione e le tesi sulle diverse élites dominanti ed il loro conflitto sono indicate, ma non sviluppate in termini di schieramento da scegliere, in quanto si vuole privilegiare l’autonomia di Patria piuttosto che le posizioni politiche. La bibliografia in calce è composta in modo distinto sia da testi ufficiali di organi istituzionali che da fonti pubblicistiche. INTRODUZIONE

La perdita di autonomia politica della nazione italiana viene datata da alcuni osservatori a partire dalla crisi politico-giudiziaria degli anni 1992-1993 detta “Mani Pulite”, periodo nel quale un’intera classe politica è stata annientata per via giudiziaria, è stata ratificata in Parlamento l’adesione al Trattato di Maastricht – in piena emergenza politica – l’intero, strategico, patrimonio dell’industria pubblica dell’IRI – risalente al 1933 – è stato smembrato e privatizzato, è stato cancellato il diritto dello Stato italiano a battere moneta. In realtà, non sfugge agli osservatori più attenti, che l’autonomia politica italiana era già stata pressoché annullata nell’immediato secondo dopoguerra, in quanto nazione sconfitta e costretta a firmare un Trattato di Pace (1947) che – lungi dal considerare la cosiddetta cobelligeranza del periodo 43’/45’ – rappresentava una vera e propria resa senza condizioni. Quel contesto si innestava inoltre su una precedente realtà politica e sociale ereditata dal secolo XIX nel quale era, sì stata “fatta l’Italia” – seppure con l’aiuto interessato di alcune potenze straniere – ma non gli italiani. La frattura Nord-Sud non era stata completamente sanata dalla classe dirigente liberale sia della Destra che della Sinistra storica: “… c’è fra il nord e il sud della 1 penisola una grande sproporzione nel campo delle attività umane, nella intensità della vita collettiva, nella misura e nel genere della produzione, e, quindi, per gli intimi legami che corrono tra il benessere e l’anima di un popolo, anche una profonda diversità fra le consuetudini, le tradizioni, il mondo intellettuale e morale…» (Giustino Fortunato/1911). Nel corso della discussione, interna al CdG, alla ricerca di un possibile nuovo posizionamento geopolitico dell’Italia, ci siamo presto resi conto che non aveva molto senso discutere di politica internazionale, senza prima definire se e come l’Italia poteva prima pensarsi e quindi presentarsi nel consesso internazionale, come una nazione. Come premessa a qualsiasi discussione geopolitica abbiamo pertanto identificato tre questioni irrisolte che a nostro parere ancora dividono profondamente e pesano sugli italiani. Le abbiamo chiamate tre guerre civili per segnalare la serietà di tre specifiche questioni storiche e l’assoluta priorità politica che esse oggi assumono.

UNA NUOVA IDENTITÀ NAZIONALE La premessa politica è che: “La tesi secondo la quale il principio nazionale risulterebbe superato è propria dei popoli vinti che accettano la sconfitta. L’emergere delle grandi realtà a livello continentale ha bensì posto in termini nuovi il rapporto di forze internazionali, ma non esclude, anzi presuppone, le nazioni come soggetti politici operanti.” Le “tre guerre civili” vengono sinteticamente descritte volendo offrire un’indicazione alla ricerca storica che auspicabilmente il CdG potrebbe promuovere ed alimentare. Esse sono: • Il “brigantaggio” o “lotta al banditismo” ingaggiata dal neonato Regno d’Italia nelle regioni meridionali e durata più di dieci anni; • La guerra civile 1943-45 e oltre; • La lotta armata degli anni ’70 del secolo scorso. L’obiettivo del documento è duplice. La rilettura e ricostruzione storica degli eventi legati alle “tre guerre civili” italiane ha un evidente scopo culturale. Ma assume in sé un significato politico in quanto premessa necessaria per: “… la rivendicazione, da parte della società italiana, del diritto di riconoscersi come comunità nazionale, con una propria identità civile, politica e storica e, su tale presupposto, a svolgere – nel quadro geopolitico – una missione di civiltà: una comunità di destino, avanguardia mondiale del diritto dei popoli”. Storicamente il Paese Italia ha avuto in età moderna un processo unificante che si è imposto sulle sue specificità ed identità storiche e geografiche, con un iniziale processo 2 militare sostenuto e diretto da opposti interessi stranieri (austriaci, inglesi e francesi). Questa presenza straniera ha prodotto un continuo condizionamento sulla classe dirigente politica italiana, che da una parte ha favorito gli interessi di trasferimento di ricchezza nazionale all’estero, dall’altra ha prodotto all’interno del Paese una frattura fra la progressiva integrazione europea dei gruppi economici settentrionali e la disgregazione delle strutture economiche meridionali. Tale iniziale processo ha creato e sviluppato un profondo disconoscimento popolare dello stato unitario tra le masse sociali. Ciononostante, le risorse umane e materiali del Paese hanno portato ad uno sviluppo economico elevato dell’Italia, con una capacità manifatturiera esportativa e una crescita del mercato interno, terzo d’Europa, e hanno prodotto un accumulo di risparmio domestico maggiore degli altri Paesi europei. Tale processo ha avuto ulteriori eventi negativi sulla coesione identitaria: la guerra civile successiva alla seconda guerra mondiale, che portò ad un inserimento nella sfera USA del Paese, ed il periodo di conflitto sociale armato degli anni ’70 del secolo scorso, culminato con il terrorismo, precedente alla caduta dell’Unione Sovietica, che fu caratterizzato nuovamente dal rientro delle ingerenze americane, inglesi e francesi. Queste ingerenze non hanno più la modalità esclusiva, del periodo post unitario del XIX secolo, ma sono inserite nel processo di unificazione europea che passa, dall’iniziale natura puramente commerciale, ad una natura strategico politica con i Trattati di Maastricht e Lisbona. Questo passaggio si sostanzia per la nazione italiana con la sostituzione della classe politica democristiana e socialista con quella ex-comunista e della sinistra democristiana (significativamente salvate dai processi di “Mani Pulite”), si rinforza con la privatizzazione di gran parte delle grandi aziende strategiche nazionali (svendita degli assetti pubblici, IRI) e culmina, alla fine del XX secolo, con la perdita della sovranità monetaria; tutti eventi che introducono e consolidano in Italia il quarto grande soggetto estero, la Germania, che prende un ruolo, da primo sub-dominante – rimanendo gli USA gli assoluti egemoni in Italia – rispetto ai sub-dominanti storici Francia e Regno Unito. Al presente abbiamo una realtà sociale che risulta frazionata e sempre più lontana da un’identità comune. Anche in questo presente, nonostante tutto, il Paese riesce a mantenere una capacità economica manifatturiera e finanziaria che lo pone secondo in Europa e in molti settori al primo posto. Non egualmente si mantiene la capacità di identità sociale, causa la destrutturazione della scuola 3 pubblica e della sanità, accelerate con l’autorità autonoma assunta dalle Regioni, parallela alla perdita di sovranità monetaria. Fattore questo che ha portato il governo statale a giustificare tutte le manovre restrittive, come obbligatoria ottemperanza alle direttive politiche e finanziarie europee. Quindi, i cittadini sono schiacciati tra un governo nazionale, che dichiara strumentalmente di non avere autonomia dall’”Europa”, e da governi regionali, che, obbligati dai vincoli di riduzione della spesa pubblica sistematicamente accettati dal governo nazionale ai tavoli europei, garantiscono le speculazioni del sistema criminale territoriale e i grandi capitali, privatizzando i servizi essenziali, acqua, luce, gas, trasporti, sanità e scuola. Le fasce sociali dominate e tradizionalmente patriottiche (lavoratori, studenti e piccola borghesia) sono disarticolate in una pletora di marginalità, individualizzate e alienate dai vecchi e nuovi strumenti di comunicazione Tale scenario è divenuto globale, portato dal sistema capitalistico occidentale in tutto il mondo, con il concorso/competizione di molti paesi. Assunto questo scenario vediamo che in esso, e in modo specifico proprio in occidente, è in corso il conflitto competitivo per la supremazia, tra diverse fazioni della formazione capitalistica tradizionale per l’introduzione sistematica delle tecnologie ed il nuovo sistema digitale, in cui la produzione di merci avviene avvalendosi anche di “materia prima immateriale”, come i dati e l’informazione. Prendendo atto che si è raggiunto un livello molto basso di coscienza sociale identitaria, si può ipotizzare che, per avviare una ricostruzione di tale identità sociale, vada adottato un paradigma diverso da quello che ha condotto allo stato presente. Pensiamo che sia possibile riproporre il paradigma di uno stato federale, che tenga conto delle diversità socio-culturali, sostituendolo allo stato centralizzato unitario – peraltro rimesso in discussione in modo disfunzionale con la riforma del Titolo V della Costituzione – che ha schiacciato tali diversità. Si riprenderebbe, così, un antico corso della millenaria storia italiana, che fin dall’Impero di Roma, iniziò un vasto ordinamento federale amministrativo, poi ripreso dalle Città Stato e dalle nostre sapienti Repubbliche Marinare. Il concetto di stato federale possibile, si basa sulle diversità culturali ed economiche ancora presenti in Italia. Il fine di tale impostazione è quello di superare la sperequazione prodotta dallo stato centrale, storicamente definita come questione meridionale. Per conseguire il risultato combinato di differenziazione locale ed identità nazionale, si introduce il principio di diretta 4 responsabilità della politica locale sull’amministrazione del territorio, lasciando allo stato centrale la competenza sulla politica internazionale e della difesa, sul bilancio generale, sulla politica industriale, infrastrutturale ed energetica e sui servizi universali del cittadino, sanità, scuola, acqua, ambiente e trasporti erogati esclusivamente da enti pubblici. Diversamente i settori specifici locali, piccola impresa, urbanizzazione e beni culturali (esclusa la loro tutela) sono di diretta amministrazione locale. Tale processo socialmente differenziativo viene compensato dal processo integrativo, che viene realizzato dall’erogazione statale dei servizi basilari, soprattutto nei territori più penalizzati. La tesi per cui in un mondo in cui i mercati non hanno confini, lo Stato non avrebbe più alcun ruolo né importanza, è in realtà una tesi portata avanti dai promotori della globalizzazione liberista. Per i paesi che accettano questa visione dell’economia mondiale, la capacità statale di rendere la politica indipendente dal principale partner commerciale di un paese, viene progressivamente erosa man mano che i paesi stessi si trovano intrappolati in una rete continua di interdipendenza. I mercati più grandi non arrivano senza un costo. Del resto le crisi del 2008 e quella del 2020 si sono incaricate di rendere difficile sostenere ancora tale tesi. Lo Stato (sovrano) continua ad essere la forza capace di plasmare e guidare lo sviluppo economico nazionale, compresa la stessa globalizzazione. La maggiore capacità di superare la distanza geografica, resa possibile dalle innovazioni nelle tecnologie di trasporto e comunicazione, è di scarsa utilità se esistono barriere politiche a tali movimenti. Le politiche di liberalizzazione, deregolamentazione e privatizzazione sono state necessarie per superare le barriere non tecniche al libero flusso di lavoro, capitale e merci. Pertanto, la forza abilitante della globalizzazione è lo Stato. In effetti, gli Stati più grandi e potenti – come gli USA – hanno usato la globalizzazione come mezzo per aumentare i loro poteri e interessi. Ci muoviamo da queste premesse – e dalla prioritaria soluzione delle “tre guerre civili” – per articolare alcuni principi che dovrebbero ispirare una strategia italiana volta a tutelare i propri interessi nazionali nel consesso internazionale.

CONTESTO INTERNAZIONALE

La conclusione della seconda guerra mondiale e della guerra fredda, vedono la crisi dell’equilibrio bipolare che conteneva nell’egemonia dei Paesi Egemoni (USA ed URSS) i conflitti geopolitici dei diversi Paesi satelliti. 5 Fase mondiale conflitto permanente multinazionale. Quindi si entra in una fase in cui le élites dominanti sovranazionali vanno in conflitto tra loro tramite una nuova dinamica, composta da conflitti regionali e locali tra stati e dentro gli stessi stati, andando a recuperare contrapposizioni etniche e religiose. Il metodo conflittuale comporta un’estrema turbolenza in quanto libera gli interessi geopolitici delle diverse nazionalità, sia minori sia emergenti. La globalizzazione, in una nuova fase, contrasta il ruolo delle nazioni dominate nell’economia, anche sviluppando nuove tecnologie produttive e di controllo sociale. Nel settore produttivo si supera il rapporto con le merci materiali e i mezzi di produzione per l’impiego di mezzi immateriali: i dati e l’intelligenza artificiale. Di pari passo il controllo sociale sugli individui non necessita di organi intermedi, sindacati, partiti, ma si opera direttamente sul singolo individuo collegandolo in modo permanente con tecnologie attive, che ne acquisiscono (depredano) le informazioni personali linguistiche e biometriche, con cui predeterminano il comportamento nel lavoro, nei consumi e nella vita emotiva. Nuovi e vecchi fattori di forza. Il fattore di forza per svolgere il conflitto permanente avviato dalle élites dominanti resta la capacità militare. Restano soggetti attivi i Paesi che ospitano élites dominanti industriali militari a capacità continentale. Per capacità industriale militare deve intendersi un concetto complesso, che include oltre ai sistemi d’arma, i sistemi di veicolazione, archivio, elaborazione dell’informazione. In questo contesto il concetto di informazione va oltre quello tradizionale di notizie e propaganda, si estende come accennato ai dati globali sulle singole persone. USA. In questa fase di conflitto permanente multinazionale, la dinamica di posizionamento degli stati europei si è andata modificando dall’equilibrio istituzionalizzato con la NATO. L’elemento pattizio che ha permesso e permette di mantenere l’egemonia storica postguerra agli USA nell’occidente, di fatto, perdura, con gli accordi bilaterali che avallano la presenza militare americana nei diversi paesi europei. Di tale situazione l’Italia ne è stata ed è la maggiore vittima. In modo specifico in quanto ne limita ed abortisce il ruolo mediterraneo e con il medio e lontano oriente, cui è deputata per geopolitica e storia. Il fatto più recente è stata la cancellazione violenta dei rapporti 6 con la Libia. Gli USA appaiono, a qualsiasi osservatore attento, profondamente divisi al loro interno, sia fra i diversi schieramenti di cittadini sia, soprattutto, fra le varie élite dominanti. Le divisioni in essere, non mettono in discussione la necessità per gli Usa di mantenere la supremazia mondiale, ma sono dialetticamente concorrenti per quanto attiene alla migliore strategia da applicare, per mantenere la supremazia geopolitica degli USA sul mondo. Il mutamento strategico segnala che gli Stati Uniti hanno dovuto prendere atto di un loro predominio non incontrastato, così come avevano pensato, dopo il crollo dell’Urss, per un periodo di tempo tutto sommato breve (1990-2003). E’ in tal senso che si può parlare, oggi, di declino relativo del paese ancora predominante e – parallelamente alla maggiore assertività di Russia e Cina – dell’avvio di una fase multipolare del sistema-mondo. In ogni caso, gli Stati Uniti dovranno rigiocarsi la centralità globale, in un periodo che dovrebbe essere piuttosto lungo, di alcuni decenni almeno, e il cui esito non è scontato in partenza; non è affatto escluso che riacquistino la preminenza, ma nemmeno è indiscutibile un simile risultato. Si tratterà di una fase storica turbolenta – con svariati mutamenti di prospettive e di previsioni – di cui le crisi economiche sono soltanto il segnale premonitore. In questo processo la loro dialettica interna diviene strumentale ad adottare una posizione isolazionista (sovranista) o globalista (deep state) a seconda della congiuntura più favorevole a loro. Tale dialettica è dimostrata dal cambiamento di valori e tipologia sociale di consensi che hanno avuto i due partiti principali, repubblicano e democratico . Data questa premessa, sembra che le due fazioni USA, attualmente in lotta fra loro, si differenzino, rispetto alla priorità da dare al contenimento di Russia o Cina. Il gruppo isolazionista (sovranista – repubblicano) sembra avere l’intenzione di bloccare l’espansione cinese – non solo di tipo commerciale/logistico ma, soprattutto, di tipo militare/strategico – soprattutto nella “zona-mare”, per orientarla verso la parte continentale, quindi verso la zona centro-asiatica, dove potrebbe scontrarsi con la Russia. Mentre il gruppo globalista (democratico- Deep State) considera la Russia quale avversario principale, il primo da “contenere” e mettere in isolamento e in difficoltà. E’ indubbio, che le dirigenze attuali cinese e russa – ancorché insidiate al loro interno da fazioni che si oppongono a loro e vorrebbero giocare alla “globalizzazione” magari in nome dei “diritti civili” – comprendono molto bene il significato delle mosse statunitensi e hanno consapevolezza dell’interesse, di non breve momento, a collaborare per sventarle e non cadere nella “trappola”. 7 La fazione USA che dà priorità al contenimento della Russia, procurerebbe come ovvia conseguenza una maggior spinta sull’acceleratore, soprattutto, nell’area UE. E l’Italia – data la sua posizione geografica, e ancor più con la sua debolezza “strutturale” di “nazione incompiuta”, attraversata da spinte centrifughe, da ostilità interregionali, ecc. – assumerebbe, in quel contesto, un’importanza significativa e, quindi, maggiori pressioni e interferenze. Russia Il collasso dell’URSS, avvenuto alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, aveva portato, come conseguenza, la rapida spoliazione della nazione ex-sovietica, da parte di un’élite antinazionale interna (gli oligarchi) “aiutata” e guidata da “esperti” e consiglieri occidentali. Questo processo si interrompe con la crescita e la presa di potere, di un élite nazionale, che esprime la sua guida in Putin. La Russia putiniana, uscita vincente dallo scontro con la parte più “filo-occidentale” degli oligarchi – che pur mantenendo un certo potere economico non hanno accesso ad alcun potere politico – sembra godere di una relativa stabilità ma deve fare i conti con le continue insidie nel suo “estero vicino” (Georgia, Ucraina, Bielorussia, ecc.), una seria crisi economica – e la contestuale difficoltà a svincolare la sua economia dall’eccessiva dipendenza dalla vendita di fonti energetiche fossili – e con le storiche difficoltà nel tenere unito un Paese geograficamente immenso (immigrazione cinese nell’est siberiano). La Russia sta dimostrando di aver acquisito la consapevolezza che il suo sistema produttivo deve migliorare la complementarietà con il complesso della ricerca civile e militare (due mondi che in epoca sovietica viaggiavano totalmente disconnessi da quello economico-produttivo). Per il momento rimane un nano economico ma è ridiventata una nazione potente militarmente, in grado, in questo modo, di svolgere un ruolo globale e non solo regionale. Cina La Cina è un paese fortemente dipendente dall’esterno e tale resterà per molti anni a venire. Con una popolazione di oltre un miliardo e mezzo di persone, la tigre asiatica dovrà guardare fuori dai suoi confini per accaparrarsi risorse sufficienti. Per quanto, infatti le politiche interne siano ambiziose e volte al ricorso di fonti energetiche interne, sfruttabili a livello nazionale, il sistema industriale cinese necessiterà, ancora per molti anni, di fonti energetiche di origine fossile importate da altre nazioni. Anche l’impegno su grande scala nell’utilizzo delle fonti energetiche 8 cosiddette “rinnovabili” e l’elettrificazione della mobilità necessitano per la Cina l’acquisizione e il controllo di metalli speciali di cui è ricco il continente africano. Il che spiega perché la Cina continuerà ad essere presente in Africa e in altre parti del mondo e a promuovere investimenti massicci in progetti cosiddetti “green” e non solo. La stessa cosa vale per le risorse alimentari: la dieta dei cinesi – progressivamente inurbatisi negli ultimi decenni – è drasticamente cambiata dagli anni del Grande Balzo In Avanti. La Cina non ha abbastanza risorse all’interno dei suoi immensi confini per sfamare la propria popolazione. A questo si accompagna la fragilità della sua sicurezza ai confini marittimi collocati sulle linee di una manciata di isole ed arcipelaghi del Mar Cinese Orientale – il cosiddetto “Filo di Perle” a poche centinaia di chilometri dalle sue coste – che non controlla né economicamente né tanto meno militarmente. Questa condizione di dipendenza dall’estero e di debolezza strategica ai suoi confini marittimi – per molti uno svantaggio nella corsa alla leadership mondiale – favorisce gli americani, i quali auspicano e lavorano affinché si prolunghi il più a lungo possibile. Sulla questione del conflitto USA-Cina e della nuova prospettiva in cui va inquadrato, è molto importante un saggio scritto da Giulietto Chiesa nell’ottobre scorso: Quale destino per l’Impero. UE In un recente saggio storico, Joshua Paul della Georgetown University, ha scandagliato gli archivi istituzionali del suo paese, portando alla luce come l’intelligence americana abbia avuto una parte sostanziale nel creare e finanziare il mito europeistico per ragioni strategiche. I cosiddetti padri fondatori dell’Ue erano a libro paga dei servizi segreti americani. L’occupazione americana dei paesi dell’UE non cessa ai nostri giorni, anche se trova in questa fase “due” Stati Uniti in contrasto fra loro. Ognuna delle due fazioni ha i suoi punti di riferimento in Europa. Quella dei sovranisti, venuta alla luce di recente soprattutto con Trump, si sta creando i suoi sodali tra coloro che si dichiarano sovranisti. Quella dei globalisti (Clinton, Bush, Obama) trova da sempre i suoi sodali nelle socialdemocrazie e nei tradizionali partiti ex-democristiani. Entrambe lavorano per creare una frattura tra le “vecchie” nazioni europee e le “nuove” – quelle che appartenevano al Patto di Varsavia nell’epoca del bipolarismo USA-URSS – in chiave anti-russa. La situazione della UE ha visto la realizzazione di una capacità economica continentale tramite l’aggregazione dei Paesi aderenti, ma non con una dialettica di equilibrio dei partecipanti, bensì con una prevaricazione degli interessi del blocco Franco Tedesco a danno dei paesi mediterranei, 9 ed un continuo boicottaggio USA operato prima dalla Gran Bretagna ora dalla Polonia. In questa dinamica il ruolo dei governi italiani è stato sempre subalterno ad entrambi, verso gli USA, primariamente, per la dipendenza militare industriale, verso la Francia e Germania per i ai vantaggi politici e finanziari portati ai gruppi storici stranieri egemoni nell’economia italiana. Questa schizofrenia non ha portato mai l’Italia ad inserirsi nelle iniziative di partecipazione strategica negli assetti industriali, civili e militari europei. Un discorso a parte merita di essere fatto sui rapporti che si sono consolidati, in questi ultimi trent’anni, fra Italia e Francia, riassumibili in estrema sintesi in pochissime parole: il PD è diventato il partito dei francesi in Italia. Qualsiasi evoluzione dei rapporti geopolitici con i nostri vicini francesi – articolabili in estrema sintesi nel triangolare con la Germania all’interno della Commissione Europea e nel definire le reciproche sfere d’influenza nel Nord Africa e nel Mediterraneo – deve necessariamente prima passare dalla liquidazione dei riferimenti italiani asserviti alla Francia, interni ai centri di potere politici, militari, economici e finanziari. INTERESSE NAZIONALE ITALIANO

Partiamo dalla doverosa premessa che l’Italia, uscita dal Trattato di Pace del 1947, non è un paese libero. Secondo un giudizio storico autorevole – ma ancora non condiviso da chi denomina gli “alleati” come nostri “liberatori” – le conseguenti osservazioni di cui tenere necessariamente conto sul piano geopolitico, sono: • Il Trattato di Pace mostra prima di tutto l’impotenza dell’Italia nel secondo dopoguerra; • Gli USA pensavano ad un Europa bastione contro l’URSS e in questa chiave usavano la democrazia ed il benessere; • Per la GB l’Italia doveva essere punita e le interessava la supremazia nel Mediterraneo, quindi indebolire la flotta e la presenza italiana in nord-africa (vedi anche le ricerche di Fasanella); • L’URSS mirava alle riparazioni per la sua ricostruzione, dava per scontato l’allineamento occidentale dell’Italia e mantenne un atteggiamento morbido, tranne sulla questione del confine orientale; • La Francia puntava ad una Germania neutralizzata e spezzettata. Intervenne limitatamente per promuovere i suoi interessi in Tunisia e sul confine occidentale. 10 Ad oggi le basi militari USA in Italia sono ufficialmente 8: • Friuli Venezia-Giulia Base aerea di Aviano USAF • Veneto Vicenza Caserma Ederle US Army • Veneto Vicenza Camp Del Din Base militare US Army • Toscana Pisa-Livorno Camp Darby Base militare US Army • Lazio Gaeta Naval Support Activity Base navale US Navy • Campania Napoli Naval Support Activity Naples US Navy (VI flotta) • Sicilia Niscemi Base radio US Navy • Sicilia Sigonella Base aerea US Navy A questi dati di fatto – che devono essere riconosciuti realisticamente come fondativi del carattere della nazione – si deve aggiungere quanto emerso dopo la firma dei Trattati di Maastricht e di Lisbona. Dichiara Guido Carli nelle sue memorie: “… L’economia di mercato, mutuata dall’esterno, è sempre stata una conquista precaria, fragile, esposta a continui rigurgiti di mentalità autarchica. Il vincolo esterno ha garantito il mantenimento dell’Italia nella comunità dei Paesi liberi. La nostra scelta del «vincolo esterno» è una costante che dura fino ad anni recentissimi e caratterizza anche la presenza della delegazione italiana a Maastricht. Essa nasce sul ceppo di un pessimismo basato sulla convinzione che gli istinti animali della società italiana, lasciati al loro naturale sviluppo, avrebbero portato altrove questo Paese…” Tale visione di immaturità del popolo italiano, che sfiora il razzismo antropologico, si perfeziona duplicando il vincolo esterno aggiungendo anche quello europeo o meglio franco tedesco, come venne spiegato da Paolo Peluffo – che raccolse le memorie di Carli – il quale, a proposito di Maastricht, ha scritto: “ …. L’Italia si trovò nel giro di pochi mesi nella condizione di essere privata di alcuni dei suoi obiettivi strategici, per esempio nei Balcani, nel Mediterraneo, in Medio Oriente. La scelta del trattato di Maastricht …. apparve l’unica soluzione possibile, ma rappresentò anche lo scivolamento da un vincolo esterno a guida americana (quello che inizia nel 1945) ad un vicolo esterno a guida europea e dunque nel tempo franco-tedesca.” L’analisi schematica del contesto internazionale, svolta più sopra, ci consegna un sistema in accelerazione dinamica, verso un assetto sempre più multipolare. In questo contesto alcune nazioni trovano spazi che, nel contesto bipolare/unipolare del secolo passato, non avevano. Per le nazioni, che non competono a livello globale, risulta pertanto giustificata una posizione 11 internazionale flessibile, dove non si ponga come vincolo un singolo esito, cosa d’altronde impossibile determinare, in questa fase storica. A fronte di queste considerazioni, della collocazione strategica al centro del Mediterraneo, della residua ricchezza del proprio patrimonio industriale, produttivo e culturale e della tradizione di rapporti con le aree circostanti, in particolare nell’area adriatica e mediterranea, siamo convinti che l’Italia abbia ancora un ruolo autonomo significativo, orientato alla risoluzione positiva dei conflitti e alla creazione di un contesto che possa allargare rapporti oggi preclusi e garantire lo sviluppo economico e sociale del Paese. Si tratta, dunque, di sostituire il vincolo esterno con un vincolo interno dell’interesse nazionale, che si può definire con alcune considerazioni basilari e necessarie per delineare una nuova strategia per l’Italia, della quale la futura classe dirigente dovrà dotarsi. La prima cosa è fare pace con noi stessi: da qui la necessità di risolvere le “tre guerre civili” che abbiamo descritto più sopra. Serve ridare senso e forza allo Stato unitario, per evitare che con le istituzioni nazionali evapori la nazione. Il che comporta dare priorità alla costruzione di nuovi gruppi dirigenti politici fondati a partire dalla crisi e dalla destrutturazione degli attuali schieramenti politici, che siano in grado di dare prospettive e plasmare l’identità della nazione riorientando gli interessi e stabilendo nuove regole di governo, nonché capaci di individuare, in particolare tra i ceti professionali e direttivi, i referenti in grado di coagulare le forze necessarie a garantire il successo della svolta. Occorre ricostruire la reale identità storica italiana, per ottenere uno spirito civile e sociale che produca un orgoglio patriottico da trasmettere alle future generazioni, recuperando tutti i nostri antichi valori frutto del patrimonio di cultura e di Civiltà che ha portato un contributo assoluto per la centralità dell’uomo e delle arti. L’Italia ha anche una dimensione manifatturiera, materiale ed oggigiorno anche immateriale, da leader mondiale in molteplici settori, che dobbiamo alimentare e promuovere, prima di tutto, contrastando la sua svendita a proprietà estere che ne determinano lo sfruttamento irrispettoso dei lavoratori e dell’ambiente sino alla chiusura dell’impiantistica e conseguente disoccupazione, e, poi contrapponendoci ad un risorgente sentimento interno anti-industriale, falso-ambientalista. L’Italia non possiede nel suo territorio sufficienti fonti energetiche e altre materie prime essenziali per le produzioni strategiche; per acquisirle da altre nazioni, pagando quindi in valuta estera, deve considerare oltre ai vincoli geopolitici anche l’equilibrio della bilancia commerciale. Lo scambio 12 energia/materie prime contro manufatti, servizi ed agroalimentare è la formula che ha garantito meglio la relativa autonomia della Prima Repubblica, insieme al conto economico nazionale. L’esempio strategico di Enrico Mattei, a est (Russia) ed a sud (Nord Africa), rimane una scelta valida anche per il futuro, se non altro perché ancorata ad evidenti ragioni geografiche. Lo scambio commerciale intra-UE ed in particolare con Germania e Francia deve essere basato sulla reciprocità, per salvaguardare il patrimonio dei settori economici e lo sviluppo tecnologico nazionale. Il partenariato nei settori a dimensione continentale deve essere realizzato sempre con soggetti equivalenti a dimensione subcontinentale. Un’attenzione particolare va prestata al settore digitale o dei dati (traffico, gestione, elaborazione, archivio) pubblici, privati e classificati in cui è imprescindibile garantire la totale autonomia infrastrutturale tramite assetti esclusivamente nazionali. Il finanziamento delle attività di ricerca scientifica di base ed applicata deve assumere in questo contesto un significato insieme strategico e complementare al sistema industriale-manifatturiero, orientandosi verso nuove fonti energetiche non-intermittenti, in sostituzione progressiva di quelle fossili, e verso le tecnologie di recupero dei materiali da reimmettere nei cicli produttivi. Superamento delle condizioni materiali del trattato di pace/resa della seconda guerra mondiale, non più con le conseguenze della NATO, che potrà pure essere “cerebralmente morta” (Macron), ma questo non significa che gli USA abbandonino le loro basi in Italia. Per accompagnare gli USA a questo esito, per noi strategico, è necessario rinegoziare le intese bilaterali escludendo qualsiasi presenza di forze militari straniere sul nostro territorio, con l’obiettivo di conquistare agibilità politica autonoma nei confronti dei Paesi europei e mediterranei e commerciale con il resto del mondo. 13

BIBLIOGRAFIA

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Mario Draghi, la sua potenza di fuoco_ con Antonio de Martini

Mario Draghi è ripiombato sulla scena politica. Salutato come un salvatore; etichettato come un esponente della grande finanza, delle lobby finanziarie, dei poteri finanziari. Un abito troppo stretto per un vero decisore politico o, nel minore dei casi, a stretto contatto con i decisori, con gli strateghi. Draghi è tornato in Italia per sistemare le cose, non per galleggiare. E’ diverse spanne sopra gli altri attori. Che poi ci riesca, sarà tutto da vedere.

L’Italia è un paese troppo importante per essere lasciato completamente alla deriva; è un tassello fondamentale per bilanciare la posizione di Francia e Germania; è una piattaforma imprescindibile per influire nell’area mediterranea. I pochi a non rendersene conto sono gli italiani e la quasi totalità del suo ceto politico. Buon ascolto_Giuseppe Germinario

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