LONG LIVE THE KING, di Daniele Lanza

(basi filosofiche di comprensione del voto presidenziale in Russia – 1° parte).
Rammento che una vita fa, presso la cattedra di filosofia politica di Torino, ad un corso di sociologia nel descrivere le caratteristiche psicologiche del processo decisionale se ne sottolineò un aspetto controintuitivo: la logica vuole che l’intensità del dibattito in merito ad un determinato tema aumenti in base alla rilevanza del tema stesso (ovvio)…….accade tuttavia che a volte, quando tale rilevanza è assoluta, allora si verifica l’opposto: la discussione si affievolisce e scompare (!?).
Illogico ? No, una logica esiste: quando una questione ha un’importanza estrema – quando è questione di vita o di morte – allora la decisione è come se fosse già stata presa a priori.
Il dibattito stesso perde rilevanza: occorre AGIRE, nel bene o nel male, non c’è tempo per il dibattito.
Riformulando in maniera ancor più semplice, è il medesimo meccanismo in base al quale le persone spesso nella propria quotidianità perdono le staffe più per la piccole cose che non per quelle grandi (ossia perchè quelle piccole – le trivialità – pensi di poterle cambiare, mentre altre – le più grandi – quelle che obiettivamente sfuggono al tuo livello di controllo, sono percepite come ineluttabilità e quindi semplicemente subite).
Questa premessa è indispensabile per portarci alle elezioni presidenziali russe che si concludono oggi: quelle urne che si chiudono stasera, contengono un risultato già stabilito da molto, molto tempo prima che si aprissero e questo non per brogli o qualsivoglia semplicistica spiegazione che emergerà nei commentari di decine di analisti europei ed occidentali nelle ore a venire.
Come di norma, il limite supremo delle analisi fornite da chi osserva questo paese da una prospettiva ESTERNA (estera) sta nel procedere per analogia……voler interpretare il contesto russo alla stregua di un’appendice d’Europa che non ne segue le regole – configurandosi quindi come anomalia o “canaglia” – e quindi fallendo nel compito di realizzare che ci si trova in una dimensione non europea che si muove secondo un metro differente.
Vogliamo CAPIRE le consultazioni presidenziali che vedranno riconfermato Putin o vogliamo perderci in millimetriche analisi al microscopio ?
Se sì, allora partiamo (partite) da una domanda di fondo come europei: il significato stesso del recarsi a votare.
Per quale ragione tutti noi votiamo ? Cosa ci si può aspettare in concreto ? Facciamo realmente la differenza nel farlo ?
La nostra buona coscienza ci dice di sì, l’educazione civica che ci è stata inculcata dall’infanzia ci dice di sì, anzi ce lo impone. Le istituzioni democratiche lo invocano come base assoluta del nostro sistema. Insomma è moralmente giusto (non lo contesto).
Al tempo medesimo però esiste una domanda che chiunque dovrebbe farsi: giusta ed incontestabile morale a parte, in quale misura la nostra quotidianità o ancor più la politica internazionale dello stato in cui viviamo, CAMBIA in funzione del nostro voto ?
Nel caso delle opulente società europee ed occidentali……….poco o nulla.
Gli stati d’Europa di cui abbiamo conoscenza sono entità “stabilizzate”, in senso sociale/economico e diplomatico. Ovvero entità caratterizzate da un benessere e da una sicurezza quasi totali (comparativamente a tante altre parti del globo) : la verità è che l’Europa è una specie di torre d’avorio, dove tutto è garantito sul piano della politica interna e nulla è da decidere sul piano di quella estera…….che non appartiene più al vecchio continente, il quale si ritrova incastonato – dopo il 1945 – in un sistema che non ne prevede una sovranità geopolitica (devoluta ai centri decisionali d’oltreoceano).
In sintesi (ascoltare con attenzione che è il senso di tutto**): il contesto politico/economico/sociale, stabile e vantaggioso – la cornice globale – entro la quale le società europee vivono è qualcosa di altamente preordinato, standardizzato (e quindi falsato). Un contesto quasi privo del bisogno, o di reali pericoli, dove quasi tutto è già stabilizzato ossia prefissato al di sopra delle nostre teste da molto tempo.
Chi va a votare non può veramente cambiare gli equilibri e l’assetto di fondo della società (con buona pace di chi pensa di poterla democraticamente cambiare) o tantomeno fare la differenza nella posizione e status che il proprio stato nazionale riveste nel contesto internazionale (la politica estera tra l’altro è da sempre sottratta alla volontà dell’elettorato che non può avere voce diretta in capitolo).
Il cittadino UE o di un qualche altro contesto occidentale, quando si reca alle urne lo fa per esercitare un suo giusto diritto, lo fa con qualche aspettativa, lo fa per partito preso o per interessi vari……..ma di sicuro NON lo fa per la SOPRAVVIVENZA.
La società della Federazione Russa si trova invece proprio in questa grave situazione.
La Russia, pur con tutti i propri limiti e disgrazie, è e rimane un mega-stato, con interessi su scala globale, dotato del maggior arsenale nucleare sul pianeta: un paese che non ha abdicato alla propria sovranità geopolitica dopo il conflitti mondiali del XX secolo, malgrado il collasso cui si è assistito nel 1991 (un modo di essere che in occidente chiamano imperialismo, ma in realtà è semplicemente “esistere”, per quanto riguarda lo stato russo nelle condizioni attuali)
Si tratta di una superpotenza che sebbene caduta in grave disgrazia rispetto al proprio apogeo, rimane tale nello spirito e difende la propria sopravvivenza: qualsiasi paragone con gli stati che giudicano a mo di giuria (UE et affini) non è immaginabile.
Il Cremlino cerca (tenta) di difendere ancora un proprio margine di sovranità e identità per quanto possibile, laddove Bruxelles ha già da tempo abdicato a qualsiasi volontà in tal senso.
Questo è il punto di partenza signori: stiamo parlando di due creature distinte, a livello ontologico. Due entità che non si collocano sul medesimo piano: non più di quanto potrebbero esserlo un uomo libero ed uno asservito: il primo lotta, e digrigna i denti in povertà e nel fango per difendere il proprio spazio, assumendosi decisioni difficili……..mentre quello asservito vive un tenore di vita assai migliore……ma in uno spazio NON suo, di benessere artificiale dove di decisioni importanti da prendere non ce ne sono (perchè un’autorità superiore le ha già prese per conto suo). La gentile Europa vive in un MATRIX cinematografico. La Russia, nel mondo vero, con tutto quanto comporta..
La naturale conclusione di tutto questo discorso ? Che la società russa non è chiamata alla urne a scegliere quale sarà il suo “governante” o burocrate standard (di quelli occupati in reimpasti di governo, poltrone varie, aumento del prezzo dei fazzoletti, politiche inclusive, salvaguardia delle aree verdi e sorrisi a Natale). No.
La società russa è convocata scegliere quale dovrà essere la propria GUIDA, il proprio leader militare, un condottiero assoluto in un momento di massima crisi: un individuo col compito di gestire un conflitto che ha bruciato mezzo milione di vite e può portarne via altrettante o addirittura degenerare ad un livello di confronto nucleare con l’occidente, di proporzioni non calcolabili.
E deve anche gestire una rete di rapporti globale con Africa e Cina (quest’ultima alleata sì, ma in modo che nemmeno fagociti il partner).
La società russa si trova a dover eleggere/confermare un comandante in capo che dovrà per davvero decidere della vita e della morte o delle fortune di molti milioni di persone.
Una responsabilità ed un potere del genere ha più a che fare con le prerogative dei monarchi assoluti dei secoli passati che non con le convenzioni democratiche radicate nelle società più avanzate: l’individuo che occupi un ruolo del genere, non può essere eletto col 51% dei voti, come la regola democratica vorrebb……perchè non avrebbe alcun senso, perchè non sta in piedi che la sopravvivenza di una civilizzazione si giochi su una differenza dell’1%. : per muoversi nell’agone della sopravvivenza occorre un mandato molto più solido, che sia assoluto.
OCCORRE l’ ”assoluto” in una situazione in cui versa la Russia (e senza che questo sia un elogio dell’assoluto, perchè non lo è): occorre che qualcuno sia investito dell’autorità “sacra” che serve per fare ciò che va fatto nel bene o nel male.
Difficile su questo punto un dialogo tra le due culture che sono chiaramente l’una l’antitesi dell’altra: laddove un potere pluralista/liberal non può che vedere negativamente un elettorato che esprime l’80% dei suffragi a favore di un candidato (proporzione enorme che fa istintivamente pensare a brogli), al contrario per una cultura più affine al collettivo può risultare dispersivo un sistema che non si regge su un colido consenso di massa, ma che procede in mezzo a funambolismi vari pur di serbare la lievissima maggioranza – 50,1% – su cui si basa il suo potere legale (e di conseguenza massima parte degli sforzi dei neoeletti saranno destinati a mantenere questo vantaggio presso l’elettorato e mantenersi le poltrone piuttosto che far qualcosa di reale per il paese o assumersi rischi imponderabili).
La società russa ne è implicitamente, fatalmente consapevole: sa per chi deve votare e perchè questo è necessario (prescindere dalla simpatia del prescelto).
Esercita il suo diritto per mezzo dei mezzi consultivi che l’era contemporanea mette a disposizione, andando quasi a costituire un’aporia: scegliere qualcosa di concettualmente “assoluto” servendosi di mezzi generati dalla mentalità “democratica”, elettiva (su tale incongruenza ci sarebbe una riflessione a sè, ma non la farò qui).
EPILOGO nel prossimo capitolo.
 
*** Tanto per lasciare lo spazio della filosofia e tornare ai numeri veri e propri: Putin poco al di sotto del 90% al voto popolare
(…..ecco, ora mi piacerebbe sapere con quali persone si organizzerà una rivoluzione colorata filoliberale sotto il Cremlino. Vorrei proprio vederla questa “massa” contro il regime…)
La locandina in basso indica lo spoglio in corso: rileva al momento un’affluenza del 73.33 % (ma che si riferisce solo al voto “fisico” ossia senza ancora i voti online che verranno processati per ultimi e vengono in prevalenza da zone molto pesanti demograficamente, come Mosca e San Pietroburgo. Si può quindi stimare un dato di affluenza finale prossimo che si assesta tra il 75-80% dell’elettorato).
Vladimir Putin è all’87.8 % (nelle precedenti del 2018, stava al 76%).
Vorrei far notare (al lettore che non conosce contesto e lingua) ancora un paio di cose in merito agli altri concorrenti: il n° 2 Kharitonov, rappresenta il Partito comunista….il quale per posizioni in politica estera prevederebbe un’agenda anche più radicale e netta di quella di Putin stesso.
L’ultimo della colonna poi rappresenta lo LDPR ossia il partito storico dell’estrema destra nazionalista.
Mettete assieme il tutto e vedete quanto lo schieramento “identitario/patriotticco” abbia nel paese
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Post scriptum alla Panoramica del discorso sullo stato della nazione di Vladimir Putin, di gilbert doctorow

Post scriptum alla Panoramica del discorso sullo stato della nazione di Vladimir Putin

In calce il discorso integrale_Giuseppe Germinario

gilbertdoctorow

1 marzo

Il discorso di Putin di due ore e cinque minuti è stato molto ricco di idee e la mia panoramica di ieri era incompleta. In quanto segue, mi propongo di rivolgere l’attenzione su alcuni ulteriori elementi del discorso che meritano di essere discussi.

Vale la pena ricordare che durante il discorso Vladimir Putin ha spiegato più di una volta che molte delle nuove iniziative che stava promuovendo per essere attuate nel suo prossimo mandato, nel caso fosse eletto, provenivano dagli incontri degli ultimi mesi con cittadini comuni, uomini d’affari e con gruppi civici mentre viaggiava attraverso il paese. Il passaggio dai concetti neo-liberali di gestione economica che erano così dominanti prima che il Cremlino mettesse l’economia sul piede di guerra a un approccio più dirigista focalizzato sull’innalzamento della qualità della vita per la stragrande maggioranza della popolazione odierna riflette questo approccio “dell’orecchio a terra”.

In Occidente si presume che solo la democrazia rappresentativa possa garantire la promozione degli interessi della popolazione in generale, ma questo è un mito. Sappiamo tutti quanto poco le opinioni dell’elettorato influenzino l’impostazione della politica estera nell’UE, per fare solo un esempio, e in questi giorni di sanzioni autodistruttive contro la Russia nulla potrebbe essere più immediatamente collegato allo stato dell’economia e benessere della popolazione dell’UE rispetto alla sua politica estera.

La “democrazia gestita” della Russia sotto Vladimir Putin trae vantaggio dal modo in cui The Boss insiste nell’uscire dalla sua ristretta cerchia di consiglieri e nell’incontrare personalmente persone di ogni ceto sociale per eseguire il proprio confronto con la realtà. Per coloro che dubitano delle mie parole, vi rimando a Jacques Baud, autore di L’arte russa della guerra . Baud ci racconta che lo Stato Maggiore russo è in comunicazione diretta con i soldati e gli ufficiali in trincea e riceve regolarmente da loro consigli su come migliorare tattiche e strategie. Perché allora la leadership civile russa dovrebbe essere meno ramificata?

Come ho detto ieri, i piani di sviluppo di Putin per il futuro della Russia nei prossimi sei anni comprendono molte componenti di welfare sociale. È importante notare che non si parla di “spese”. No, sono visti come investimenti nel futuro del paese che verranno ripagati profumatamente in rubli e copechi da una cittadinanza più sana, più istruita e che guadagna più reddito imponibile. La differenza di approccio non si vede nelle intestazioni del registro del Tesoro, ma è ora e sarà nella mente dei legislatori mentre valutano gli stanziamenti.

A proposito di tasse, ieri non ho menzionato la notevole proposta del Presidente, arrivata nel verbale finale del discorso, di sostituire il regime fisso di imposta sul reddito del 15% introdotto da Putin all’inizio del suo primo mandato. da un’imposta progressiva che preleva di più dai pochi ricchi e di meno dagli strati più poveri della popolazione. L’obiettivo è salire di livello, ridurre le enormi disparità di reddito tra la popolazione russa. Questa proposta non è stata concretizzata. Direi che si è trattato di un periodo di prova per quello che sarà un duro dibattito sui principi fiscali nei prossimi mesi.

Infine, rivolgo l’attenzione ai piani di Vladimir Putin di creare nuove “élite” nella società russa promuovendo i veterani delle Operazioni Militari Speciali che si sono distinti per eroismo a posizioni di leadership nel governo e negli affari. Senza dirlo esplicitamente, l’idea è quella di sostituire i ladri e gli astuti operatori che hanno fatto fortuna e consolidato la loro posizione privilegiata nella società durante i selvaggi anni ’90 con persone autenticamente patriottiche e coraggiose, con persone che si sono dimostrate sul campo di battaglia. In particolare, a questi eroi verrà offerto l’ingresso nelle migliori istituzioni di istruzione superiore della nazione per prepararli ai loro futuri ruoli nella vita civile o nell’esercito, se desiderano continuare la loro carriera lì.

Questa idea non è venuta dal nulla. Una politica simile di mobilità sociale venne praticata in URSS negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Mi ricorda anche il ‘GI Bill’ che autorizzava i veterani statunitensi della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra di Corea a ottenere un’istruzione superiore gratuita, mutui immobiliari a basso costo e simili. Quando sono entrato nel mondo delle multinazionali americane negli anni ‘80, molti dei massimi dirigenti erano proprio ex alti ufficiali militari.

Proprio l’idea di ammettere i portatori di medaglie al valore sul campo di battaglia alle migliori università senza obbligarli a superare i consueti esami di ammissione è stata oggetto di discussione nei talk show russi negli ultimi mesi. Ciò ha suscitato polemiche, con obiezioni particolari sollevate proprio alla vigilia del discorso di Putin avanzato da Vladimir Solovyov. L’oppositore era il preside della facoltà di affari internazionali dell’Università statale di Mosca, il quale non poteva accettare che alle lezioni venissero ammesse persone senza le conoscenze di base adeguate. Tuttavia è possibile che alla base di questa opposizione ci siano altre obiezioni, vale a dire quelle politiche. Non sarebbe un’esagerazione affermare che i docenti universitari in Russia tendono ad essere più liberali rispetto alla popolazione generale, e il pensiero di dover affrontare eroi di guerra patriottici in classe potrebbe intimidire i docenti.

Esattamente per la stessa ragione l’idea gode del sostegno dei legislatori russi dalla mentalità più conservatrice che compaiono anche nello show di Solovyov. Se non è possibile eliminare i sostenitori meno entusiasti di Putin tra i docenti, allora portare degli eroi in classe potrebbe far sì che i docenti liberali si mordano la lingua.

©Gilbert Doctorow, 2024

Presidente della Russia Vladimir Putin: Senatori, Deputati della Duma di Stato,

cittadini della Russia,

Lo scopo principale di ogni discorso all’Assemblea federale è quello di offrire una prospettiva lungimirante. Oggi discuteremo non solo i nostri piani a breve termine, ma anche i nostri obiettivi strategici e le questioni che, a mio avviso, sono fondamentali per garantire uno sviluppo stabile a lungo termine del nostro Paese.

Questo programma d’azione e le misure specifiche che include sono in gran parte il risultato dei miei viaggi nelle regioni e delle conversazioni che ho avuto con i lavoratori e gli ingegneri degli stabilimenti civili e della difesa, così come con i medici, gli insegnanti, i ricercatori, i volontari, gli imprenditori, le grandi famiglie, con i nostri eroi in prima linea, i volontari, i soldati e gli ufficiali delle Forze Armate russe. Naturalmente, è chiaro che queste conversazioni, questi incontri non nascono dal nulla, ma sono organizzati. Tuttavia, questi scambi offrono alle persone l’opportunità di parlare dei loro bisogni più urgenti. Molte idee sono venute da importanti forum della società civile e di esperti.

Le proposte presentate dalla nostra gente, le loro aspirazioni e le loro speranze sono diventate la base, il pilastro principale dei progetti e delle iniziative che saranno annunciati anche oggi, durante questo discorso. Spero che la discussione pubblica su questi temi continui, perché solo insieme possiamo realizzare tutti i nostri piani. In effetti, ci attendono compiti importanti.

Abbiamo già dimostrato di essere in grado di raggiungere gli obiettivi più impegnativi e di rispondere a qualsiasi sfida, anche la più temibile. Per esempio, c’è stato un tempo in cui abbiamo respinto l’aggressione terroristica internazionale e preservato la nostra unità nazionale, evitando che il nostro Paese venisse fatto a pezzi.

Abbiamo sostenuto i nostri fratelli e sorelle; abbiamo appoggiato la loro decisione di stare con la Russia e quest’anno ricorre il decimo anniversario della leggendaria Primavera russa. Ma ancora oggi, l’energia, la sincerità e il coraggio dei suoi eroi – gli abitanti della Crimea, di Sebastopoli e del Donbass ribelle – il loro amore per la Madrepatria, che hanno portato avanti per generazioni, rende naturalmente orgogliosi. Questo ci ispira e rafforza la nostra fiducia nel fatto che supereremo qualsiasi cosa, che saremo in grado di fare qualsiasi cosa insieme.

È così che – tutti insieme – siamo riusciti a eliminare la minaccia mortale della pandemia Covid-19 proprio di recente. Inoltre, così facendo, abbiamo anche dimostrato al mondo che nella nostra società prevalgono valori come la compassione, il sostegno reciproco e la solidarietà.

E oggi, quando la nostra Madrepatria sta difendendo la sua sovranità e la sua sicurezza, difendendo le vite dei nostri compatrioti nel Donbass e in Novorossiya, i nostri cittadini stanno giocando il ruolo decisivo in questa giusta lotta: la loro unità e devozione al nostro Paese e la nostra responsabilità condivisa per il suo futuro.

Hanno dimostrato chiaramente e inequivocabilmente queste qualità all’inizio dell’operazione militare speciale, quando è stata sostenuta dalla maggioranza assoluta dei russi. Nonostante le prove più dure e le perdite più amare, la gente è rimasta irremovibile nella sua scelta e la sta riaffermando cercando di fare il più possibile per il proprio Paese e per il bene comune.

Le industrie russe lavorano su tre turni per realizzare tutti i prodotti di cui il fronte ha bisogno. L’intera economia, che fornisce le basi industriali e tecnologiche per la nostra vittoria, ha dimostrato flessibilità e resilienza. Vorrei ringraziare tutti i dirigenti d’azienda, gli ingegneri, gli operai e gli agricoltori per il loro lavoro responsabile e duro nell’interesse della Russia.

Milioni di persone hanno aderito alla campagna Noi siamo insieme e al progetto del Fronte Popolare Russo Tutto per la Vittoria! Negli ultimi due anni, le imprese russe hanno donato miliardi di rubli alle organizzazioni di volontariato e alle fondazioni di beneficenza che sostengono i nostri soldati e le loro famiglie.

Le persone inviano lettere e pacchi, vestiti caldi e reti mimetiche al fronte; donano denaro dai loro risparmi, a volte molto modesti. Ancora una volta, questo tipo di assistenza è inestimabile: è il contributo di tutti alla vittoria comune. I nostri eroi al fronte, nelle trincee, dove è più difficile, sanno che tutto il Paese è con loro.

Desidero riconoscere la Fondazione Difensori della Patria, il Comitato delle Famiglie dei Guerrieri della Patria e altre associazioni pubbliche per il loro instancabile impegno. Esorto le autorità a tutti i livelli a continuare a fornire un sostegno incrollabile alle famiglie dei nostri eroi, compresi i loro genitori, coniugi e figli, che attendono con ansia il ritorno in sicurezza dei loro cari.

Sono grato ai partiti parlamentari per essersi uniti intorno agli interessi nazionali. Il sistema politico russo è uno dei pilastri della sovranità del nostro Paese. Continueremo a far progredire le istituzioni democratiche e a resistere a qualsiasi interferenza esterna nei nostri affari interni.

Il cosiddetto Occidente, con le sue pratiche coloniali e la sua propensione a fomentare conflitti etnici in tutto il mondo, non solo cerca di ostacolare il nostro progresso, ma immagina anche una Russia che sia uno spazio dipendente, in declino e in via di estinzione, dove poter fare quello che vuole. In realtà, vogliono replicare in Russia ciò che hanno fatto in numerosi altri Paesi, tra cui l’Ucraina: seminare discordia in casa nostra e indebolirci dall’interno. Ma si sbagliavano, e ciò è divenuto abbondantemente chiaro ora che si sono scontrati con la ferma volontà e la determinazione del nostro popolo multietnico.

I nostri soldati e ufficiali – cristiani e musulmani, buddisti e seguaci dell’ebraismo, persone che rappresentano etnie, culture e regioni diverse – hanno dimostrato con le loro azioni, che sono più forti di mille parole, che la coesione e l’unità secolari del popolo russo sono una forza formidabile e invincibile. Tutti loro, spalla a spalla, stanno combattendo per la nostra comune Madrepatria.

Insieme, come cittadini della Russia, saremo uniti nella difesa della nostra libertà e del nostro diritto a un’esistenza pacifica e dignitosa. Tracceremo il nostro percorso, per salvaguardare la continuità delle generazioni, e quindi la continuità dello sviluppo storico, e affronteremo le sfide che attendono il Paese sulla base della nostra visione del mondo, delle nostre tradizioni e delle nostre convinzioni, che trasmetteremo ai nostri figli.

Amici,

La difesa e il rafforzamento della sovranità sono in corso in tutti i settori, soprattutto in prima linea, dove le nostre truppe combattono con fermezza e altruismo.

Sono grato a tutti coloro che combattono per gli interessi della Patria, che sopportano il crogiolo delle prove militari e mettono in gioco la propria vita ogni giorno. L’intera nazione ha il più profondo rispetto per la vostra impresa, piange i morti e la Russia ricorderà sempre i suoi eroi caduti.

(Un momento di silenzio).

Le nostre Forze Armate hanno acquisito una grande esperienza, anche in termini di coordinamento di tutte le ali dell’esercito, oltre a padroneggiare le più recenti tattiche e metodi di guerra. Questo sforzo ci ha dato tanti comandanti di talento e di esperienza che hanno a cuore i loro uomini e sono diligenti nello svolgere le loro missioni, sanno come usare nuovi equipaggiamenti e sono efficaci nel portare a termine i loro incarichi. Vorrei sottolineare che questo avviene a tutti i livelli, dai plotoni e dalle unità operative fino al comando supremo.

Siamo consapevoli delle sfide che dobbiamo affrontare. Esse esistono. Detto questo, sappiamo anche cosa bisogna fare per affrontarle. A questo proposito, è in corso uno sforzo continuo e incessante, sia in prima linea che nelle retrovie, per migliorare il potere d’attacco dell’Esercito e della Flotta, per renderli più tecnologici ed efficaci.

Le Forze Armate hanno ampliato di molto le loro capacità di combattimento. Le nostre unità hanno preso l’iniziativa e non la cederanno. Avanzano con fiducia in diversi teatri operativi e liberano altri territori.

Non siamo stati noi a iniziare la guerra nel Donbass, ma, come ho già detto più volte, faremo di tutto per porvi fine, sradicare il nazismo e raggiungere tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale, oltre a difendere la sovranità e garantire la sicurezza del nostro popolo.

Le forze nucleari strategiche sono in stato di massima allerta e la capacità di usarle è assicurata. Abbiamo già realizzato o stiamo per realizzare tutti i nostri piani in termini di armi, in linea con quanto ho detto nel mio discorso del 2018.

Kinzhal, il complesso ipersonico a lancio aereo, non solo è entrato in servizio in combattimento, ma si è dimostrato efficace nell’effettuare attacchi contro obiettivi critici durante l’operazione militare speciale. Allo stesso modo, Zircon, un complesso missilistico ipersonico basato su nave, ha già prestato servizio in combattimento. Non è stato nemmeno menzionato durante il discorso del 2018, ma anche questo sistema missilistico è entrato in servizio in combattimento.

Anche i missili ipersonici ICBM Avangard e i complessi laser Peresvet sono entrati in servizio in combattimento. Il Burevestnik, un missile da crociera con gittata illimitata, sta per completare la fase di test, così come il Poseidon, un veicolo sottomarino senza equipaggio. Questi sistemi hanno dimostrato di soddisfare gli standard più elevati e non sarebbe esagerato dire che offrono capacità uniche. Le nostre truppe hanno anche ricevuto i primi missili balistici pesanti Sarmat prodotti in serie. Presto ve li mostreremo in servizio di allerta nelle aree di schieramento.

Gli sforzi per sviluppare diversi altri nuovi sistemi d’arma continuano, e ci aspettiamo di sentire ancora di più sui risultati ottenuti dai nostri ricercatori e produttori di armi.

La Russia è pronta al dialogo con gli Stati Uniti sulle questioni di stabilità strategica. Tuttavia, è importante chiarire che in questo caso abbiamo a che fare con uno Stato i cui circoli dirigenti stanno compiendo azioni apertamente ostili nei nostri confronti. Quindi, intendono seriamente discutere con noi di questioni di sicurezza strategica e allo stesso tempo cercano di infliggere alla Russia una sconfitta strategica sul campo di battaglia, come dicono loro stessi.

Ecco un buon esempio della loro ipocrisia. Di recente hanno lanciato accuse infondate, in particolare contro la Russia, riguardo ai piani di dispiegamento di armi nucleari nello spazio. Queste false narrazioni, e questa storia è inequivocabilmente falsa, hanno lo scopo di coinvolgerci in negoziati sulle loro condizioni, che andranno solo a vantaggio degli Stati Uniti.

Allo stesso tempo, hanno bloccato la nostra proposta che è sul tavolo da oltre 15 anni. Mi riferisco all’accordo sulla prevenzione del dispiegamento di armi nello spazio, che abbiamo redatto nel 2008. Non c’è stata alcuna reazione. Non è assolutamente chiaro di cosa stiano parlando.

Pertanto, ci sono ragioni per sospettare che l’interesse professato dall’attuale amministrazione statunitense a discutere di stabilità strategica con noi sia solo demagogia. Vogliono semplicemente dimostrare ai loro cittadini e al mondo, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali, che continuano a governare il mondo, che parlerebbero con i russi quando ciò li avvantaggia e che non c’è nulla di cui parlare e che altrimenti cercheranno di infliggerci una sconfitta. Business as usual, come si suol dire.

Ma questo è inaccettabile, ovviamente. La nostra posizione è chiara: se si vuole discutere di questioni di sicurezza e stabilità che sono cruciali per l’intero pianeta, questo deve essere fatto come un pacchetto che includa, ovviamente, tutti gli aspetti che hanno a che fare con i nostri interessi nazionali e che hanno un’influenza diretta sulla sicurezza del nostro Paese, la sicurezza della Russia.

Siamo anche consapevoli dei tentativi occidentali di trascinarci in una corsa agli armamenti, esaurendoci così, rispecchiando la strategia impiegata con successo con l’Unione Sovietica negli anni Ottanta. Vi ricordo che nel 1981-1988 la spesa militare dell’Unione Sovietica ammontava al 13% del PIL.

Il nostro imperativo attuale è quello di potenziare la nostra industria della difesa in modo da aumentare le capacità scientifiche, tecnologiche e industriali del nostro Paese. Dobbiamo allocare le risorse nel modo più oculato possibile, promuovendo un’economia efficiente per le Forze armate e massimizzando il rendimento di ogni rublo della nostra spesa per la difesa. È fondamentale per noi accelerare la risoluzione dei problemi sociali, demografici, infrastrutturali e di altro tipo che dobbiamo affrontare, migliorando al contempo la qualità degli equipaggiamenti dell’Esercito e della Marina russi.

Questo vale soprattutto per le forze di impiego generale, affinando i principi della loro organizzazione e distribuendo alle truppe sistemi avanzati di attacco senza equipaggio, sistemi di difesa aerea e di guerra elettronica, di ricognizione e di comunicazione, armi di alta precisione e altri tipi di armi.

Dobbiamo rafforzare le forze nel teatro strategico occidentale per contrastare le minacce poste dall’ulteriore espansione della NATO verso est, con l’ingresso di Svezia e Finlandia nell’alleanza.

L’Occidente ha provocato conflitti in Ucraina, in Medio Oriente e in altre regioni del mondo propagandando costantemente falsità. Ora hanno l’audacia di dire che la Russia ha intenzione di attaccare l’Europa. Ci credete? Sappiamo tutti che le loro affermazioni sono del tutto prive di fondamento. Allo stesso tempo, stanno selezionando gli obiettivi da colpire sul nostro territorio e stanno valutando i mezzi di distruzione più efficaci. Ora hanno iniziato a parlare della possibilità di dispiegare contingenti militari della NATO in Ucraina.

Ma ricordiamo cosa è successo a coloro che hanno inviato i loro contingenti sul territorio del nostro Paese già una volta. Oggi, qualsiasi potenziale aggressore dovrà affrontare conseguenze ben più gravi. Devono capire che anche noi abbiamo armi – sì, lo sanno, come ho appena detto – in grado di colpire obiettivi sul loro territorio.

Tutto ciò che stanno inventando ora, spaventando il mondo con la minaccia di un conflitto con armi nucleari, che potenzialmente significherebbe la fine della civiltà – non se ne rendono conto? Il problema è che si tratta di persone che non hanno mai affrontato una profonda avversità; non hanno alcuna concezione degli orrori della guerra. Noi – anche la generazione più giovane di russi – abbiamo sopportato tali prove durante la lotta al terrorismo internazionale nel Caucaso e ora nel conflitto in Ucraina. Ma continuano a pensare a questo come a una sorta di cartone animato.

In effetti, proprio come qualsiasi altra ideologia che promuove il razzismo, la superiorità nazionale o l’eccezionalismo, la russofobia è accecante e stupefacente. Gli Stati Uniti e i loro satelliti hanno infatti smantellato il sistema di sicurezza europeo, creando rischi per tutti.

È chiaro che nel prossimo futuro in Eurasia dovrà essere creato un nuovo quadro di sicurezza uguale e indivisibile. Siamo pronti a una discussione concreta su questo tema con tutti i Paesi e le associazioni che possono essere interessati. Allo stesso tempo, vorrei ribadire (credo sia importante per tutti) che nessun ordine internazionale duraturo è possibile senza una Russia forte e sovrana.

Ci sforziamo di unire gli sforzi della maggioranza globale per rispondere alle sfide internazionali, come la turbolenta trasformazione dell’economia mondiale, del commercio, della finanza e dei mercati tecnologici, quando i vecchi monopoli e gli stereotipi ad essi associati stanno crollando.

Ad esempio, nel 2028, i Paesi BRICS, tenendo conto dei nuovi membri, creeranno circa il 37% del PIL globale, mentre i numeri del G7 scenderanno sotto il 28%. Queste cifre sono eloquenti perché la situazione era completamente diversa solo 10 o 15 anni fa. Me lo avete già sentito dire pubblicamente. Queste sono le tendenze, vedete. Queste sono le tendenze globali e non si può sfuggire ad esse perché sono la realtà oggettiva.

Guardate, nel 1992 la quota dei Paesi del G7 nel PIL mondiale in termini di PPA era del 45,7%, mentre i Paesi BRICS (questa associazione non esisteva nel 1992) rappresentavano solo il 16,5%. Nel 2022, tuttavia, il G7 rappresentava il 30,3%, mentre i BRICS il 31,5%. Nel 2028, la percentuale si sposterà ancora di più a favore dei BRICS, con il 36,6%, mentre il dato previsto per il G7 è del 27,8%. Non si può prescindere da questa realtà oggettiva, che rimarrà tale indipendentemente da ciò che accadrà in seguito, anche in Ucraina.

Continueremo a lavorare con i Paesi amici per creare corridoi logistici efficaci e sicuri, affidandoci a soluzioni all’avanguardia per la costruzione di una nuova architettura finanziaria globale che sia libera da qualsiasi interferenza politica. Ciò è particolarmente importante se si considera che l’Occidente sta minando le proprie valute e il proprio sistema bancario segando letteralmente il ramo su cui è seduto.

I principi di uguaglianza e di rispetto degli interessi reciproci ci guidano nelle interazioni con i nostri partner. È per questo che sempre più Paesi hanno cercato di partecipare alle attività dell’UEEA, della SCO, dei BRICS e di altre associazioni che coinvolgono la Russia. Vediamo molte promesse nel progetto di costruzione di un Grande Partenariato Eurasiatico e nell’allineamento dei processi di integrazione all’interno dell’Unione Economica Eurasiatica e dell’Iniziativa Belt and Road della Cina.

Il dialogo della Russia con l’ASEAN ha registrato uno slancio positivo. I vertici Russia-Africa hanno rappresentato una vera e propria svolta, con il continente africano sempre più deciso a perseguire i propri interessi e a godere di un’autentica sovranità. Sosteniamo sinceramente queste aspirazioni.

La Russia intrattiene relazioni positive e di lunga data con gli Stati arabi, che hanno una civiltà unica e vibrante che abbraccia il Nord Africa e il Medio Oriente. Siamo convinti che dobbiamo trovare nuovi punti di convergenza con i nostri amici arabi e approfondire i nostri partenariati in tutti i settori. La stessa visione guiderà le nostre relazioni con l’America Latina.

A parte questo, vorrei chiedere al Governo di stanziare maggiori fondi per i programmi internazionali di promozione della lingua russa e della nostra cultura multietnica, principalmente all’interno dello spazio della CSI, ma anche in tutto il mondo.

Tra l’altro, amici e colleghi, sono certo che molti di voi sono stati alla mostra sulla Russia. La gente ci va per vedere quanto è ricca e vasta la nostra patria e per mostrarla ai propri figli. L’Anno della famiglia è stato lanciato lì. I valori dell’amore, del sostegno reciproco e della fiducia si tramandano di generazione in generazione, proprio come la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra storia e i nostri principi morali.

Ma lo scopo principale della famiglia è quello di avere figli, di procreare, di crescere i bambini e quindi di garantire la sopravvivenza della nostra nazione multietnica. Possiamo vedere ciò che sta accadendo in alcuni Paesi, dove le norme morali e la famiglia vengono deliberatamente distrutte e intere nazioni vengono spinte all’estinzione e alla decadenza. Noi abbiamo scelto la vita. La Russia è stata e rimane una roccaforte dei valori tradizionali su cui si regge la civiltà umana. La nostra scelta è sostenuta dalla maggioranza delle persone nel mondo, compresi milioni di persone nei Paesi occidentali.

È vero, oggi i tassi di natalità sono in calo in Russia e in molti altri Paesi. Secondo i demografi, questa sfida è legata ai cambiamenti sociali, economici, tecnologici, culturali e di percezione dei valori in tutto il mondo. I giovani ricevono un’istruzione, cercano di fare carriera e di migliorare le proprie condizioni di vita, lasciando i figli per il futuro.

È ovvio che l’economia e la qualità del settore sociale non sono gli unici fattori che influenzano la demografia e il tasso di natalità. Anche le scelte di vita incoraggiate in famiglia, dalla nostra cultura e dall’istruzione hanno un impatto enorme. Tutti i livelli di governo, la società civile e il clero di tutte le nostre religioni tradizionali devono contribuire a questo obiettivo.

Il sostegno alle famiglie con bambini è la nostra scelta morale fondamentale. La famiglia con più figli deve diventare una norma, la filosofia sociale di base e il fulcro della strategia statale. (Applausi) Mi unisco ai vostri applausi.

Dobbiamo garantire una crescita sostenibile del tasso di natalità entro i prossimi sei anni. Con questo obiettivo, prenderemo altre decisioni riguardanti il sistema educativo e lo sviluppo regionale ed economico. Parlerò del sostegno alle famiglie e del miglioramento della loro qualità di vita in quasi tutte le parti dell’Indirizzo. Abbiate pazienza, perché ho appena iniziato. Anche tutto ciò che ho già detto è importante, ma ora parlerò delle questioni più importanti.

Inizierò con una questione importante, per usare un eufemismo, ovvero il basso reddito di molte famiglie numerose. Nel 2000, più di 42 milioni di russi vivevano al di sotto della soglia di povertà, ma da allora la situazione è cambiata radicalmente. Alla fine dello scorso anno, il numero di persone che vivevano al di sotto della soglia di povertà è sceso a 13,5 milioni, che è comunque molto. Ma siamo costantemente impegnati a trovare una soluzione a questo problema.

Di recente sono state adottate diverse misure. Ad esempio, dal 1° gennaio 2023 è stato introdotto un assegno mensile unico per le famiglie a basso reddito. L’assegno è erogato dal momento della gravidanza della madre fino al compimento del 17° anno di età del bambino. L’anno scorso ne hanno beneficiato più di 11 milioni di persone.

Abbiamo semplificato drasticamente la procedura per la stipula di un contratto sociale, dando priorità alle famiglie numerose. Ora la domanda per un contratto sociale può essere presentata attraverso il sito web di Gosuslugi (servizi governativi) con una serie minima di documenti. Lavoreremo per ampliare la disponibilità di questo servizio, che richiederà un finanziamento supplementare di 100 miliardi di rubli. Questi fondi sono già stati accantonati. In generale, tutte le spese aggiuntive che menzionerò sono state messe a bilancio.

Per ribadire che la povertà rimane un problema acuto che oggi colpisce direttamente più del 9% della popolazione. Secondo gli esperti, il tasso di povertà tra le famiglie con molti figli è di circa il 30%. Dobbiamo fissare obiettivi chiari e raggiungerli con coerenza. Entro il 2030, il tasso di povertà complessivo in Russia dovrà essere inferiore al 7% e, per le famiglie numerose, non dovrà superare il 12%, ovvero meno della metà dell’attuale 30%. In altre parole, dobbiamo porre particolare enfasi sugli sforzi per ridurre la povertà, in primo luogo per le famiglie con molti figli.

So che sconfiggere la povertà non è facile e che si tratta di uno sforzo assolutamente sistemico e multivettoriale. Quindi, per ribadire, è importante assicurarsi che tutto ciò che facciamo in questo settore, e ogni strumento che utilizziamo, sia efficace ed efficiente e produca risultati reali e tangibili per la nostra gente e le nostre famiglie.

Abbiamo bisogno di uno sforzo ininterrotto volto a migliorare la qualità della vita delle famiglie con figli e a sostenere la natalità. Per raggiungere questo obiettivo, lanceremo un nuovo progetto nazionale intitolato “Famiglia”.

Parlerò ora di alcune iniziative specifiche.

Innanzitutto, oltre ai programmi federali, le regioni russe stanno attuando misure proprie per sostenere le famiglie con bambini. Vorrei soprattutto ringraziare i miei colleghi per questo lavoro e proporre di fornire ulteriore assistenza alle regioni in cui il tasso di natalità è inferiore alla media nazionale. Ciò è particolarmente importante per la Russia centrale e nordoccidentale. Nel 2022, 39 regioni avevano un tasso di fertilità totale inferiore alla media nazionale. Entro la fine del 2030, convoglieremo almeno 75 miliardi di rubli a queste regioni affinché possano aumentare i loro programmi di sostegno alla famiglia. I fondi inizieranno ad essere erogati l’anno prossimo.

In secondo luogo, l’anno scorso in Russia sono stati costruiti più di 110 milioni di metri quadrati di alloggi, ovvero il 50% in più rispetto al livello più alto dell’era sovietica, raggiunto nel 1987. All’epoca furono costruiti 72,8 milioni di metri quadrati, mentre ora il risultato è di 110 milioni.

Ma soprattutto, negli ultimi sei anni, milioni di famiglie russe si sono trasferite in alloggi più grandi o migliori; oltre 900.000 di loro hanno usufruito del programma di mutui per le famiglie – quello lanciato nel 2018, per intenderci. Nel corso del tempo abbiamo ampliato costantemente l’ammissibilità a questo programma, passando dalle famiglie con due o più figli a quelle con un solo figlio. Il programma continuerà fino a luglio 2024. Propongo di estenderlo ulteriormente fino al 2030, mantenendone i parametri di base. Particolare attenzione va prestata alle famiglie con bambini al di sotto dei sei anni; per queste famiglie il tasso d’interesse preferenziale del prestito rimarrà al sei per cento.

C’è dell’altro. Attualmente il governo sovvenziona 450.000 rubli del mutuo di una famiglia che ha un terzo figlio. Propongo di estendere questa misura fino al 2030. Quest’anno, questo piano di sostegno richiederà quasi 50 miliardi di rubli; l’importo aumenterà ulteriormente, ma abbiamo i soldi per farlo.

Il nostro obiettivo più ampio è quello di rendere gli alloggi in costruzione più accessibili per le famiglie e di garantire un rinnovamento del patrimonio abitativo del Paese a livello di sistema.

In terzo luogo, in Russia ci sono oltre due milioni di famiglie con tre o più figli. È ovvio che siamo molto orgogliosi di queste famiglie.

Ecco cosa volevo dire a questo proposito. Guardate questi numeri: sono cifre reali. Tra il 2018 e il 2022, il numero di famiglie con molti figli in Russia è aumentato del 26,8%, il che è un risultato positivo.

Ho firmato un ordine esecutivo che crea uno status nazionale unico per le famiglie con molti figli. È ciò che la gente chiedeva. Dobbiamo dare seguito alle sue disposizioni prendendo decisioni concrete a livello federale e regionale, naturalmente in linea con le aspirazioni dei cittadini.

Le famiglie con molti figli hanno tante cose di cui occuparsi, quindi i genitori devono avere più risorse a disposizione per affrontare le sfide quotidiane. Propongo di raddoppiare la detrazione fiscale che i genitori ottengono quando hanno il secondo figlio, portandola a 2.800 rubli al mese, e di aumentare questo beneficio per il terzo e per ogni figlio successivo a 6.000 rubli.

Che cosa significa? Faccio un esempio: una famiglia con tre figli potrà risparmiare 1.300 rubli al mese. Suggerisco inoltre di aumentare il reddito annuo conteggiato per questa detrazione da 350.000 a 450.000 rubli. E questa misura di sostegno deve essere applicata automaticamente, senza che le persone debbano farne richiesta.

Un discorso a parte merita l’indennità di maternità. Oggi i genitori possono ricevere 630.000 rubli alla nascita del primo figlio, e quando arriva il secondo la famiglia riceve altri 202.000 rubli. Abbiamo regolarmente adeguato questo sussidio all’inflazione. Per ora, il programma di capitale di maternità è destinato a scadere all’inizio del 2026, ma suggerisco di estenderlo almeno fino al 2030.

Colleghi,

vorrei ringraziare le fondazioni di beneficenza e le organizzazioni non profit di servizio alla comunità che aiutano gli anziani, le persone affette da varie malattie e i bambini disabili. Hanno fatto molto per sollevare la questione dell’assistenza a lungo termine a livello nazionale. Sono stati loro a sollevare costantemente questi problemi.

Credo che sia necessario stanziare più fondi federali per questo sistema e seguire un unico standard di assistenza elevato. Ciò include il miglioramento della sua disponibilità per circa mezzo milione di russi che hanno maggiormente bisogno di questo tipo di assistenza.

Entro il 2030, dobbiamo fare in modo che il 100% delle persone che hanno bisogno di questo tipo di assistenza a lungo termine possa beneficiarne.

Attualmente l’aspettativa di vita media in Russia ha superato i 73 anni. Siamo tornati al livello che avevamo prima della pandemia COVID-19. Entro il 2030, l’aspettativa di vita in Russia dovrebbe essere di almeno 78 anni e in futuro, come previsto, raggiungeremo il livello di oltre 80 anni.

Particolare attenzione va prestata alle aree rurali e alle regioni in cui l’aspettativa di vita è ancora inferiore alla media russa. Il progetto nazionale Vita lunga e attiva si concentrerà sul raggiungimento di questi obiettivi. È particolarmente importante prolungare il periodo di vita sana e attiva di una persona, in modo che possa godere delle attività familiari, stare con i propri cari, figli e nipoti.

Continueremo ad attuare progetti federali per combattere le malattie cardiovascolari, il cancro e il diabete.

Inoltre, propongo di lanciare un nuovo programma globale per proteggere la maternità e aiutare i bambini e gli adolescenti a mantenere una buona salute, compresa quella riproduttiva, assicurando che i bambini nascano sani e crescano come adulti sani, e producano bambini sani in futuro.

Le priorità del nuovo programma dovrebbero includere l’espansione della rete nazionale di cliniche per la salute delle donne e il potenziamento dei centri perinatali, delle cliniche pediatriche e degli ospedali. In totale, nei prossimi sei anni stanzieremo più di mille miliardi di rubli solo per la costruzione, la riparazione e l’equipaggiamento delle strutture sanitarie.

Il prossimo. Il numero di russi che praticano regolarmente attività sportive è aumentato in modo significativo negli ultimi anni. Questo è uno dei nostri principali risultati. Dobbiamo incoraggiare le persone che si assumono la responsabilità della propria salute. Già dal prossimo anno introdurremo detrazioni fiscali per coloro che si sottopongono regolarmente a visite mediche programmate e che superano con successo il test di idoneità fisica standard della GTO.

Ricordate questo slogan popolare? Tutti ricordano la battuta: “Smetti di bere – inizia a sciare!”. A quanto pare, il momento è arrivato. A proposito, per quanto riguarda il bere, abbiamo ottenuto un risultato notevole e positivo. Infatti, abbiamo ridotto in modo significativo il consumo di alcol, soprattutto di alcolici forti, senza imporre restrizioni estreme, il che dovrebbe certamente migliorare la salute della nazione.

Suggerisco di destinare i fondi federali alla costruzione di almeno 350 impianti sportivi aggiuntivi ogni anno nelle regioni, soprattutto nelle piccole città e nelle aree rurali. Ciò potrebbe includere strutture polivalenti e strutture che possono essere costruite rapidamente per essere utilizzate da bambini, adulti e famiglie. A questo scopo stanzieremo circa 65 miliardi di rubli di fondi federali nei prossimi sei anni.

Anche le università, gli istituti professionali, le scuole e le istituzioni prescolari devono creare le condizioni per fare sport. Tra l’altro, molti dei nostri asili aperti in epoca sovietica hanno bisogno di essere ristrutturati. L’anno prossimo lanceremo un importante programma di ristrutturazione. Ho sentito parlare di questo problema dalle persone con cui parlo continuamente.

Per quanto riguarda le scuole, circa 18.500 edifici hanno bisogno di riparazioni importanti. Aiuteremo le regioni a risolvere i problemi arretrati in questo settore, in modo da passare dalle riparazioni urgenti a quelle programmate. A giudicare dai risultati ottenuti finora, siamo sulla strada giusta. Complessivamente, stanzieremo oltre 400 miliardi di rubli per effettuare riparazioni importanti negli asili e nelle scuole.

Inoltre, propongo di rinnovare o aprire sale mediche nelle scuole che necessitano di questo tipo di servizio. Oggi, cioè nel 2022-2023, solo il 65% delle 39.000 scuole che abbiamo (e ne abbiamo 39.440 in totale), dispone di strutture mediche, il che significa che abbiamo un margine di miglioramento.

C’è un altro tema importante. Molte grandi città si stanno espandendo rapidamente, il che a sua volta aumenta il carico dei servizi sociali. Molte scuole hanno dovuto passare a turni doppi o addirittura tripli. Naturalmente si tratta di una sfida e dobbiamo affrontarla. Dovremo impegnare le risorse federali per risolvere questo problema, costruendo almeno 150 scuole e oltre 100 asili nelle città più colpite dal sovraffollamento degli istituti scolastici.

Colleghi,

i sogni e le conquiste dei nostri antenati sono alla nostra portata e possiamo esserne orgogliosi, mentre sono le aspirazioni delle nostre giovani generazioni a determinare il futuro del nostro Paese. La loro maturità, i loro successi, le loro linee guida morali, in grado di affrontare qualsiasi sfida, sono le più importanti garanzie della sovranità della Russia e della continuazione della nostra storia.

Propongo di consolidare l’esperienza positiva che abbiamo realizzato con la nostra politica giovanile e di lanciare quest’anno un nuovo progetto nazionale, la Gioventù della Russia. Questo progetto dovrebbe concentrarsi sul futuro del nostro Paese e lavorare per questo futuro. Questo è ciò che i nostri insegnanti considerano la loro vocazione, la loro grande missione, poiché si rendono conto di essere responsabili delle giovani generazioni, e siamo grati a loro per il loro lavoro disinteressato.

I mentori svolgono un ruolo importante nel far sentire i bambini parte di una squadra unita e nel fornire loro un sostegno nella vita. Propongo di istituire un sussidio federale di 5.000 rubli mensili per i consulenti dei direttori che li consultano sullo sviluppo dei bambini nelle scuole e negli istituti superiori, con data di inizio il 1° settembre 2024. Questa sarà una nuova misura di sostegno. Propongo inoltre di attuare una misura di sostegno per gli insegnanti di classe nelle scuole e per i supervisori di gruppi, sia negli istituti superiori che nelle scuole tecniche, nelle comunità con una popolazione inferiore a 100.000 persone. Queste comunità hanno bisogno di un’attenzione particolare e, di fatto, la maggior parte delle piccole città e dei villaggi della Russia rientra in questa categoria. Quindi, a partire dal 1° marzo 2024, propongo di raddoppiare a 10.000 rubli il compenso federale per la gestione delle classi e la supervisione dei gruppi per i lavoratori dell’istruzione che ne hanno diritto.

C’è un’altra cosa che vorrei aggiungere. Nel 2018, gli ordini esecutivi di maggio hanno stabilito i requisiti per la retribuzione degli insegnanti e degli altri dipendenti del settore pubblico sulla base di un reddito mensile medio da lavoro in una particolare regione della Russia. Queste disposizioni dei cosiddetti ordini esecutivi di maggio devono continuare a essere rigorosamente rispettate. Allo stesso tempo, dobbiamo migliorare il sistema di retribuzione del settore pubblico e aumentare i redditi dei suoi dipendenti.

La retribuzione media nell’economia varia da regione a regione, il che significa che i redditi delle persone nel settore pubblico sono talvolta molto diversi anche in entità vicine della federazione. Ma il lavoro di insegnanti e medici è difficile e richiede un’estrema responsabilità, indipendentemente dal luogo in cui si trovano. Senza dubbio, questa grande differenza di stipendio tra le regioni è ingiusta.

So che si tratta di una questione vecchia, complicata e ad alta intensità di capitale, se posso affrontarla in questo modo. Ne ho discusso con i miei colleghi delle agenzie federali, con i capi delle regioni, con gli insegnanti, i medici e altri professionisti. È chiaro che dobbiamo fare qualcosa.

Non entrerò nei dettagli ora, ma è certamente una questione complicata. I parlamentari e il Governo sanno di cosa sto parlando. Chiedo al Governo di coordinare nel 2025 un nuovo sistema di pagamento per i dipendenti pubblici nell’ambito dei progetti pilota esistenti nelle regioni e di adottare una decisione definitiva per l’intero Paese nel 2026.

Una questione a parte riguarda la creazione di ulteriori incentivi per attirare i giovani professionisti nelle scuole, dove vedranno opportunità professionali e di carriera. A tal fine, approveremo uno stanziamento mirato di oltre 9 miliardi di rubli dal bilancio federale per migliorare le infrastrutture delle università di formazione degli insegnanti.

Il nostro sistema di istruzione scolastica è sempre stato famoso per i suoi insegnanti innovativi e i suoi metodi di insegnamento unici. Saranno proprio i team di insegnanti di questo tipo a partecipare alla creazione di scuole orientate al futuro. La costruzione delle prime scuole di leadership di questo tipo inizierà quest’anno nelle regioni di Ryazan, Pskov, Belgorod, Nizhny Novgorod e Novgorod. Successivamente saranno costruite in tutti i distretti federali, in Estremo Oriente, in Siberia e nel Donbass. Complessivamente, apriremo 12 scuole di questo tipo entro il 2030.

Per quanto riguarda i contenuti educativi, il carico di lavoro dei nostri bambini deve essere ragionevole ed equilibrato. Non è assolutamente positivo che ai bambini venga insegnata una cosa durante le lezioni e che durante gli esami vengano chieste cose completamente diverse. Questa discrepanza, per usare un eufemismo, tra il programma di studi e le domande poste durante gli esami, che purtroppo si verifica, costringe i genitori ad assumere tutor privati, che non tutte le famiglie possono permettersi. Chiedo ai colleghi del Governo di collaborare con gli insegnanti e i genitori per risolvere questo evidentissimo problema.

A questo proposito, vorrei spendere qualche parola sull’Esame di Stato unificato, che come tutti sappiamo è oggetto di un ampio dibattito pubblico. È vero che il meccanismo dell’esame unificato deve essere migliorato.

Cosa propongo a questo punto? Propongo di fare un ulteriore passo avanti, dando ai diplomati una seconda possibilità. In particolare, essi avranno la possibilità di ripetere un esame in una delle materie dell’esame unificato prima che finisca il periodo di iscrizione all’università, in modo da poter ripresentare i nuovi voti. Tali questioni possono sembrare banali, ma in realtà sono molto importanti per i cittadini.

Colleghi,

l’anno scorso l’economia russa è cresciuta più velocemente di quella mondiale, superando non solo i principali Paesi dell’UE, ma anche tutte le economie del G7. A questo proposito, vorrei sottolineare che le enormi riserve create negli ultimi decenni hanno avuto un ruolo importante.

La quota delle industrie non legate ai beni di consumo nella struttura della crescita supera ormai il 90%, il che significa che l’economia è diventata più complessa e tecnologica, e quindi molto più sostenibile. La Russia è la più grande economia europea in termini di prodotto interno lordo e di parità di potere d’acquisto e la quinta economia mondiale.

Il ritmo e, soprattutto, la qualità della crescita consentono di sperare e persino di affermare che nel prossimo futuro saremo in grado di fare un ulteriore passo avanti e diventare la quarta economia mondiale. Questo tipo di crescita dovrebbe avere un effetto diretto sui redditi delle famiglie.

La quota dei salari sul PIL nazionale dovrebbe aumentare nei prossimi sei anni. Stiamo adeguando il salario minimo in anticipo rispetto ai tassi di inflazione e ai tassi medi di crescita dei salari nell’economia. A partire dal 2020, il salario minimo è aumentato del 50%, passando da 12.000 a 19.000 rubli al mese. Entro il 2030, il salario minimo sarà quasi raddoppiato a 35.000 rubli, il che farà sicuramente la differenza nel numero di prestazioni sociali e di stipendi nel settore pubblico ed economico.

Siamo consapevoli dei rischi e dei fattori che possono portare a un rallentamento della crescita economica e del nostro progresso in generale. Tra questi, in primo luogo, la carenza di personale qualificato e di tecnologie avanzate, o addirittura la totale mancanza di queste ultime in alcuni settori. Dobbiamo essere proattivi a questo proposito, quindi oggi discuterò in dettaglio questi due argomenti di importanza strategica.

Inizierò dal personale. La Russia ha una grande generazione di giovani. Stranamente, stiamo affrontando problemi demografici legati alla crescita della popolazione, ma abbiamo ancora una generazione giovane piuttosto numerosa. Nel 2030, questo Paese avrà 8,3 milioni di persone di età compresa tra i 20 e i 24 anni e 9,7 milioni, ovvero 2,4 milioni in più rispetto ad oggi, nel 2035. Senza dubbio, questo è il risultato delle misure demografiche degli anni precedenti, tra le altre cose.

È importante che gli adolescenti di oggi diventino professionisti pronti a lavorare nell’economia del XXI secolo. Questo è l’obiettivo del nuovo progetto nazionale Personnel.

Ne abbiamo discusso molto, ma abbiamo davvero bisogno di rafforzare il legame tra tutti i livelli di istruzione, dalla scuola all’università. Dovrebbero lavorare insieme per un risultato comune. Naturalmente, il coinvolgimento dei futuri datori di lavoro è importante. Quest’anno è stato lanciato un sistema di orientamento professionale in tutte le scuole del Paese. I ragazzi dalla sesta elementare in su possono familiarizzare con le diverse specializzazioni.

Ora sto esortando i direttori delle imprese, dei centri di ricerca e dei centri medici a incoraggiare i ragazzi delle scuole a visitarli. Fate loro visitare i laboratori, come mi è stato proposto di fare durante uno dei miei viaggi, i musei e i laboratori. Vi prego di partecipare a questo sforzo.

La promozione di una stretta collaborazione tra le istituzioni educative e l’economia reale ci ha guidato nel progetto Professionalitet per la promozione della formazione professionale. Ci ha permesso di aggiornare i programmi educativi per l’industria aeronautica, navale, farmaceutica, elettronica e della difesa, tra gli altri.

Dovremo formare circa un milione di lavoratori altamente qualificati per questi settori entro il 2028, assicurandoci che il sistema di formazione professionale nel suo complesso passi a questi approcci, anche in termini di sviluppo delle risorse umane per le scuole, gli ospedali, gli ambulatori, il settore dei servizi, il turismo, le istituzioni culturali e le industrie creative.

A parte ciò, sto incaricando il Governo di collaborare con le regioni per un programma di ristrutturazione e di equipaggiamento degli istituti di formazione professionale. Questo sforzo deve andare oltre la ristrutturazione delle strutture scolastiche e riguardare anche le strutture sportive, nonché i dormitori per gli studenti che servono queste scuole e istituti di formazione professionale. Per questi scopi stanzieremo 120 miliardi di rubli di fondi federali nei prossimi sei anni.

Inoltre, nei prossimi sei anni spenderemo altri 124 miliardi di rubli per effettuare importanti riparazioni in circa 800 dormitori universitari.

Per quanto riguarda l’istruzione superiore in generale, il nostro compito è quello di sviluppare centri di ricerca e di formazione in tutto il Paese. A tal fine, costruiremo 25 campus universitari entro il 2030. Ne abbiamo già parlato, ma è bene ripeterlo. Propongo di ampliare questo programma per costruire almeno 40 campus universitari di questo tipo.

A tal fine, dovremo stanziare circa 400 miliardi di rubli dal bilancio federale per garantire che gli studenti, i post-laureati, i docenti e le giovani famiglie abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno per studiare, lavorare e crescere i propri figli.

In generale, dobbiamo esaminare tutte le diverse situazioni che le giovani madri o i giovani genitori devono affrontare nella loro vita e utilizzare queste informazioni per perfezionare e migliorare i servizi pubblici, il settore sociale, l’assistenza sanitaria e le infrastrutture urbane e rurali. Chiedo al Governo e alla Regione di prestare la dovuta attenzione nel lavorare su questa agenda.

Proseguendo, nel discorso dello scorso anno ho annunciato importanti cambiamenti nel funzionamento del nostro sistema di istruzione superiore e ho parlato della necessità di utilizzare le migliori pratiche nazionali. Le basi del futuro successo in una professione vengono gettate nei primi anni di università, quando si insegnano le materie fondamentali. Credo che sia necessario offrire a chi insegna queste materie stipendi più alti. Pertanto, chiedo al Governo di suggerire modalità specifiche per realizzarlo e di lanciare un progetto pilota a partire dal 1° settembre.

Ciò richiederà risorse aggiuntive. Secondo le stime preliminari, si tratterebbe di circa 1,5 miliardi di euro per quest’anno e di 4,5 miliardi di euro per il futuro. Abbiamo tenuto conto di questi importi nelle nostre proiezioni.

È importante per noi rafforzare le capacità e la qualità del sistema nazionale di istruzione superiore, per sostenere le università che si sforzano di svilupparsi. Questi obiettivi vengono raggiunti dal nostro programma Priority 2030. I finanziamenti sono stati stanziati fino alla fine di quest’anno. Propongo di estenderlo per altri sei anni e di stanziare altri 190 miliardi di rubli.

I criteri di efficienza per le università partecipanti dovrebbero includere progetti di personale e tecnologia con le regioni, le industrie e il settore sociale della Russia, la creazione di aziende innovative e start-up efficaci e la capacità di attrarre studenti stranieri. Inoltre, valuteremo sicuramente tutte le università, i college e le scuole tecniche russe in base alla richiesta dei loro laureati da parte del mercato del lavoro e alla loro crescita salariale.

Amici,

Vorrei spendere qualche parola sulle basi tecnologiche dello sviluppo, e qui la scienza è certamente la pietra angolare. In occasione di un incontro con gli scienziati dell’Accademia delle Scienze russa, che quest’anno ha celebrato il suo 300° anniversario, ho detto che, anche nei periodi più difficili, la Russia non ha mai rinunciato ad affrontare i suoi imperativi fondamentali, ha sempre pensato al futuro, e noi dobbiamo fare lo stesso ora. In effetti, stiamo cercando di fare esattamente questo.

Ad esempio, nessun altro Paese al mondo possiede una gamma di mega strutture scientifiche come la Russia di oggi. Questi centri offrono opportunità uniche ai nostri scienziati e ai nostri partner, ricercatori di altri Paesi che invitiamo a collaborare.

L’infrastruttura scientifica russa è il nostro forte vantaggio competitivo, sia nel contesto della ricerca fondamentale che nella creazione di innovazioni per la farmaceutica, la biologia, la medicina, la microelettronica, la chimica e i nuovi materiali, nonché per i programmi spaziali.

Credo che dovremmo più che raddoppiare gli investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo, portandoli al 2% del PIL entro il 2030. Questo dovrebbe garantire alla Russia il ruolo di una delle principali potenze scientifiche del mondo.

Vorrei ribadire che le imprese private dovrebbero contemporaneamente aumentare gli investimenti nella scienza, raddoppiando almeno gli attuali programmi entro il 2030. Resta inteso che questi fondi devono essere spesi in modo efficace, devono essere funzionali al raggiungimento di un risultato specifico in ogni singolo progetto di ricerca. A questo proposito, dobbiamo utilizzare l’esperienza positiva dei nostri programmi federali di ricerca nel campo della genetica e dell’agricoltura, così come i progetti promossi dalla Fondazione russa per la scienza.

Alla luce degli obiettivi e delle sfide attuali, abbiamo adeguato la Strategia russa per lo sviluppo scientifico e tecnologico, che utilizziamo come punto di partenza per lanciare nuovi progetti nazionali di sovranità tecnologica. Vi elencherò le aree principali.

In primo luogo, dobbiamo essere indipendenti e possedere tutte le chiavi tecnologiche in aree sensibili, come la salvaguardia della salute pubblica e la sicurezza alimentare.

In secondo luogo, dobbiamo raggiungere la sovranità tecnologica in ambiti critici che determinano la resilienza della nostra economia in generale, come i mezzi di produzione e le macchine utensili, la robotica, tutti i modi di trasporto, i sistemi aerei, subacquei e di altro tipo senza equipaggio, l’economia dei dati, i materiali innovativi e la chimica.

In terzo luogo, dobbiamo creare prodotti competitivi a livello globale basati su innovazioni nazionali uniche, tra cui le tecnologie spaziali, nucleari e delle nuove energie. Dobbiamo iniziare a lavorare ora per creare un ambiente legale che favorisca le industrie e i mercati del futuro, per generare una domanda a lungo termine – almeno fino alla fine del decennio in corso – di prodotti ad alta tecnologia, in modo che le aziende abbiano regole coerenti da rispettare.

È inoltre indispensabile creare catene cooperative interne e piattaforme tecnologiche internazionali, avviare la produzione in serie di attrezzature e componenti propri e guidare l’esplorazione geologica verso la ricerca di materiali di terre rare e altre materie prime per la nuova economia. Abbiamo tutto questo.

Per ribadire che stiamo parlando di un punto d’appoggio strategico per il futuro, utilizziamo tutti gli strumenti e i meccanismi di sviluppo disponibili per raggiungere questi obiettivi e per garantire un finanziamento prioritario del bilancio. Esorto il Governo e l’Assemblea federale a tenerne conto nella stesura del bilancio. Vi prego di considerare sempre questo aspetto come una priorità assoluta.

I progetti di sovranità tecnologica devono diventare un motore per rinnovare la nostra industria e aiutare l’intera economia a raggiungere un livello avanzato di efficienza e competitività. Propongo di fissare l’obiettivo di aumentare del 150% la quota di beni e servizi high-tech sul mercato nazionale entro i prossimi sei anni e di aumentare di almeno due terzi il volume delle esportazioni di prodotti non di base e non energetici.

Citerò qualche altro dato. Nel 1999, la quota delle importazioni nel nostro Paese ha raggiunto il 26% del PIL, il che significa che le importazioni rappresentano quasi il 30% del nostro mercato. L’anno scorso la quota era del 19% del PIL, pari a 32 mila miliardi di rubli. Entro il 2030, dobbiamo raggiungere un livello di importazioni non superiore al 17% del PIL.

Ciò significa che dobbiamo produrre da soli molti più beni di consumo e altri beni, tra cui medicine, attrezzature, macchine utensili e veicoli. Non siamo in grado di produrre tutto, e non ne abbiamo bisogno, ma il Governo sa su cosa deve lavorare.

Vorrei sottolineare che nei prossimi sei anni il valore aggiunto lordo del settore manifatturiero dovrebbe aumentare di almeno il 40% rispetto al 2022. Questo sviluppo industriale accelerato implica la creazione di migliaia di nuove imprese e di moderni posti di lavoro altamente retribuiti.

Abbiamo già preparato una sorta di “menu” industriale. Le aziende che realizzano progetti industriali potranno scegliere misure di sostegno adeguate, accordi sulla protezione e sugli incentivi agli investimenti, contratti di investimento speciali, una piattaforma di investimento per cluster e simili. Abbiamo ideato e stiamo già attuando molti di questi strumenti. E svilupperemo ulteriormente questi meccanismi.

Nei prossimi sei anni stanzieremo inoltre 120 miliardi di rubli per sovvenzionare i progetti di R&S delle imprese e per rafforzare il sistema dei mutui industriali. Utilizzeremo questo programma anche per costruire e ristrutturare oltre 10 milioni di metri quadrati di superficie industriale.

A titolo di paragone, oltre al ritmo già raggiunto, vorrei aggiungere quanto segue.

Facciamo qualche paragone. Oggi in Russia si costruiscono circa quattro milioni di metri quadrati di superficie industriale all’anno. Si tratta di un indicatore sostanziale della modernizzazione delle nostre capacità industriali e, come ho già detto, costruiremo altri 10 milioni di metri quadrati.

Inoltre, investiremo 300 miliardi di rubli nel Fondo per lo sviluppo industriale. Quasi raddoppieremo il suo capitale e lo concentreremo sul sostegno ai progetti ad alta tecnologia. Almeno 200 miliardi di rubli saranno inoltre stanziati nell’ambito di una piattaforma per l’innovazione dei cluster per sovvenzionare i tassi di interesse dei progetti che producono prodotti industriali prioritari.

Propongo di aumentare la base di calcolo dell’ammortamento per stimolare la modernizzazione degli impianti industriali nel settore manifatturiero. L’importo sarà pari al 200% della spesa per attrezzature e R&S di produzione russa. Può sembrare noioso, ma vi spiego cosa significa. Se un’azienda acquista torni di fabbricazione russa per 10 miliardi di rubli, può ridurre la sua base imponibile di 20 milioni di rubli. Si tratta di un aiuto sostanziale.

Continueremo a sviluppare parchi tecnologici industriali incentrati sulle piccole e medie imprese nei settori tecnologici prioritari. È importante sfruttare i vantaggi dell’approccio a cluster, quando le aziende crescono insieme ai loro subappaltatori e fornitori, e la loro cooperazione avrà un effetto benefico su tutte le parti. Vorrei sottolineare al Governo che dobbiamo creare almeno 100 piattaforme di questo tipo entro il 2030. Esse fungeranno da punti di crescita su tutto il territorio nazionale e incoraggeranno gli investimenti.

Abbiamo fissato l’obiettivo di aggiungere il 70% agli investimenti nei settori chiave entro il 2030. Tra l’altro, abbiamo avuto una buona dinamica qui; molto buona, direi in effetti. Buona.

Nel 2021, la crescita cumulativa degli investimenti è stata dell’8,6%, a fronte di un obiettivo del 4,5%. Nel 2022 è stata del 15,9%, con un obiettivo del 9,5%. Nei primi nove mesi del 2023, l’aumento è stato del 26,6%, mentre il piano per l’anno era del 15,1%. Dobbiamo continuare ad avanzare rispetto al piano.

Il nostro sistema bancario e il mercato azionario devono garantire pienamente l’afflusso di capitali nell’economia, nel settore reale, anche attraverso il finanziamento di progetti e azioni. Nei prossimi due anni, progetti industriali per un valore di oltre 200 miliardi di rubli saranno sostenuti attraverso fondi azionari. In sostanza, ciò significa che la VEB.RF Development Corporation e diverse banche commerciali entreranno nel capitale sociale di aziende ad alta tecnologia e le assisteranno nella fase di crescita più attiva.

Ho già dato istruzioni per introdurre un regime speciale di IPO per le aziende che operano in settori prioritari ad alta tecnologia. Vorrei far notare ai miei colleghi del Ministero delle Finanze e della Banca Centrale che dobbiamo accelerare il lancio di questo meccanismo, compresa la compensazione dei costi aziendali associati alla fluttuazione dei titoli. Questo deve essere fatto senza indugio.

Ancora una volta, il mercato azionario russo deve svolgere un ruolo maggiore come fonte di investimento. La sua capitalizzazione dovrebbe raddoppiare entro il 2030, passando dall’attuale livello al 66% del PIL. Allo stesso tempo, è importante che i singoli abbiano l’opportunità di contribuire allo sviluppo della nazione, beneficiando al contempo dell’investimento dei propri risparmi in progetti a basso rischio.

Una decisione è già stata presa: gli investimenti volontari in fondi pensione non statali fino a 2,8 milioni di rubli saranno assicurati dallo Stato, il che significa che il rendimento è garantito.

Inoltre, i conti di investimento individuali a lungo termine saranno assicurati fino a 1,4 milioni di rubli. Estenderemo la detrazione fiscale unificata agli investimenti individuali in strumenti finanziari a lungo termine fino a 400.000 rubli all’anno.

Allo stesso tempo, ritengo opportuno lanciare un nuovo strumento noto come certificato di risparmio. Acquistando questo prodotto, le persone depositeranno i loro risparmi in banca per più di tre anni. Il certificato sarà irrevocabile; di conseguenza, le banche offriranno ai loro clienti un tasso di interesse più interessante. Inoltre, i titolari di certificati di risparmio avranno il loro denaro assicurato dallo Stato fino a 2,8 milioni di rubli, il doppio rispetto alla normale assicurazione sui depositi bancari.

Vorrei sottolineare che tutte le misure di sostegno statale agli investimenti, alla creazione e all’ammodernamento degli impianti industriali, dovrebbero portare a salari più alti, a migliori condizioni di lavoro e a pacchetti sociali per i dipendenti.

Naturalmente, in linea di principio, le aziende russe devono operare all’interno della nostra giurisdizione nazionale e astenersi dal trasferire i propri fondi all’estero dove, a quanto pare, si può perdere tutto. Quindi ora io e i miei colleghi della comunità imprenditoriale dobbiamo organizzare sessioni di brainstorming per trovare il modo di aiutarli a recuperare i loro soldi. Per prima cosa, non trasferite il vostro denaro lì. In questo modo, non dovremo capire come recuperarlo.

Le imprese russe devono investire le loro risorse in Russia, nelle sue regioni, nello sviluppo delle aziende e nella formazione del personale. Il nostro Paese, forte e sovrano, offre loro una protezione senza pari per i loro beni e capitali.

La stragrande maggioranza dei dirigenti d’azienda dà priorità agli interessi nazionali e sono patrioti. Pertanto, le imprese che lavorano qui in Russia devono beneficiare della garanzia di inviolabilità delle loro proprietà, dei loro beni e dei loro nuovi investimenti. Naturalmente, gli investimenti nazionali e la protezione degli investimenti vanno di pari passo con la difesa dei diritti degli imprenditori, ed è nostro compito far sì che ciò diventi realtà. Questo servirà ai nostri interessi nazionali e alla società in generale, oltre che ai milioni di persone che lavorano per le aziende private, siano esse grandi imprese o PMI.

Lo dico da sempre, ma lo ripeto: nessuno, nessun funzionario governativo o agente delle forze dell’ordine, ha il diritto di molestare le persone, di infrangere la legge o di usarla per obiettivi personali ed egoistici. Dobbiamo essere presenti per le persone, per i nostri imprenditori – mi riferisco a loro in questo momento. Sono loro a creare posti di lavoro, a dare lavoro alle persone e a pagare i loro stipendi. Essere presenti per gli altri e aiutarli è il senso della missione del governo.

Colleghi,

le piccole e medie imprese stanno svolgendo un ruolo sempre più importante nel guidare la crescita economica. Oggi rappresentano oltre il 21% dei settori manifatturiero, turistico e informatico. Centinaia di marchi russi hanno dimostrato risultati eccezionali. L’anno scorso, in Russia sono state registrate 1,2 milioni di nuove PMI.

Vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che si tratta di un massimo di cinque anni. Le persone vogliono avviare le proprie attività e credono in se stesse, nel proprio Paese e nel proprio successo. Vorrei sottolineare che il numero di giovani imprenditori sotto i 25 anni è aumentato del 20% nel 2023. Oggi sono oltre 240.000.

Dobbiamo assicurarci di sostenere queste imprese creative e orientate al risultato per garantire che il reddito medio dei lavoratori delle PMI superi la crescita del PIL nei prossimi sei anni. Ciò significa che queste imprese devono migliorare la loro efficienza e fare un salto di qualità nelle loro prestazioni.

Ho già detto che dobbiamo eliminare le situazioni in cui l’espansione delle attività diventa una proposta perdente per le aziende perché devono passare da un quadro fiscale semplificato con le sue aliquote vantaggiose a un regime fiscale generale. Quando ciò accade, significa che lo Stato sta fondamentalmente promuovendo la frammentazione delle imprese o costringendole a utilizzare altri mezzi per ottimizzare i loro obblighi fiscali.

Chiedo al Governo di lavorare con i parlamentari sui termini di un’amnistia per le PMI che non hanno avuto altra scelta che affidarsi a schemi di ottimizzazione fiscale durante l’espansione delle loro attività.

È importante che queste aziende si tengano alla larga dalla pratica della scissione artificiale, essenzialmente fraudolenta, delle attività e che abbraccino operazioni civili e trasparenti. Per ribadire che non ci saranno multe, né penalità, né sanzioni, né ricalcolo delle imposte per i periodi precedenti. Questo è il senso dell’amnistia.

Inoltre, do mandato al Governo di introdurre un meccanismo di aumento graduale – e non brusco – dell’onere fiscale per le imprese che passano dalla procedura di tassazione semplificata a quella generale a partire dal prossimo anno.

Abbiamo poi deciso di introdurre una moratoria temporanea sulle ispezioni. Questa misura si è pienamente giustificata. Le aziende che garantiscono la qualità dei loro prodotti e servizi e agiscono in modo responsabile nei confronti dei consumatori possono e devono godere della nostra fiducia.

Quindi, a partire dal 1° gennaio 2025, credo che potremo revocare le moratorie temporanee sulle ispezioni alle imprese e passare invece, sulla base della nostra esperienza, a un approccio basato sul rischio e sancito dalla legge. Se non ci sono rischi, dovremmo usare misure preventive e quindi ridurre al minimo il numero di ispezioni.

C’è di più. Propongo di concedere alle piccole e medie imprese speciali vacanze di credito fino a sei mesi una volta ogni cinque anni, senza incidere sulla loro storia creditizia.

Anche in questo caso, dobbiamo creare le condizioni adeguate affinché le piccole e medie imprese possano crescere in modo dinamico e migliorare la qualità di questa crescita attraverso forme di produzione ad alta tecnologia. In generale, il regime fiscale per le piccole e medie imprese manifatturiere dovrebbe essere allentato.

Esorto il Governo a presentare proposte specifiche in merito. Ne abbiamo discusso molte volte. Vi prego di farlo. Le proposte sono state articolate, in effetti.

Vorrei sottolineare il lavoro delle piccole e medie imprese nelle aree rurali, nel settore agricolo. Oggi siamo completamente autosufficienti dal punto di vista alimentare e la Russia è leader nel mercato mondiale del grano. Siamo tra i primi 20 esportatori di prodotti alimentari. Ringrazio i lavoratori agricoli, gli agricoltori e gli specialisti impegnati nell’agricoltura in generale per le loro impressionanti prestazioni.

Entro il 2030, la produzione del complesso agroindustriale russo dovrebbe crescere di almeno un quarto rispetto al 2021 e le esportazioni dovrebbero aumentare del 50%. Continueremo sicuramente a sostenere il settore e il programma di sviluppo rurale integrato, compresa la ristrutturazione e la modernizzazione degli uffici postali.

Utilizzeremo una soluzione speciale per lo sviluppo delle regioni costiere. Vi ricordo che abbiamo la regola della “quota per la chiglia”. Deve essere seguita rigorosamente. Come alcuni di voi sanno, stiamo parlando delle aziende che ottengono quote per la produzione di frutti di mare a fronte dell’obbligo di acquistare nuovi pescherecci di fabbricazione russa e di rinnovare la flotta.

Allo stesso tempo, quest’anno il bilancio federale ha ricevuto un’ingente somma di denaro – circa 200 miliardi di rubli – dalla vendita delle quote di pesca. Siluanov è qui e abbiamo raggiunto un accordo. Propongo che una parte di questi fondi sia destinata allo sviluppo sociale dei comuni, che costituiscono la base della nostra industria della pesca.

Colleghi,

nelle condizioni attuali, l’aumento dell’efficienza in tutte le sfere della produttività del lavoro è direttamente collegato alla digitalizzazione e all’uso della tecnologia AI, come ho detto. Queste soluzioni ci permettono di creare piattaforme digitali per semplificare l’interazione tra le persone, le imprese e lo Stato nel miglior modo possibile.

Dobbiamo quindi creare una piattaforma che aiuti le persone a utilizzare le funzionalità del nostro sistema sanitario per tenere sotto controllo la propria salute e rimanere in salute per tutta la vita. Ad esempio, potranno utilizzare i dati delle loro identità digitali per richiedere e ricevere consulenze a distanza dagli specialisti dei centri medici federali, mentre i medici di base saranno in grado di formare un quadro completo della salute del paziente, di prevedere eventuali malattie, di prevenire le complicazioni e di scegliere un trattamento individuale e quindi più efficace.

Tutto ciò che sto dicendo non è un’immagine di un futuro lontano. Queste pratiche vengono introdotte oggi nei nostri principali centri medici. L’obiettivo è applicarle in tutto il Paese e renderle accessibili a tutti.

Credo che entro il 2030 dovremo formulare piattaforme digitali in tutti i principali settori economici e nella sfera sociale. Questi e altri compiti di ampio respiro saranno affrontati nell’ambito del nuovo progetto nazionale “Economia dei dati”. Per la sua attuazione stanzieremo almeno 700 miliardi di rubli nei prossimi sei anni.

Queste tecnologie e piattaforme di integrazione offrono grandi opportunità per la pianificazione economica e lo sviluppo di singoli settori, regioni e città, nonché per la gestione efficiente dei nostri programmi e progetti nazionali. La cosa più importante è che possiamo continuare a concentrare gli sforzi di tutti i livelli di governo sugli interessi di ogni individuo e di ogni famiglia, e a fornire in modo proattivo servizi statali e municipali ai nostri cittadini e alle nostre imprese in una forma conveniente e il più rapidamente possibile.

La Russia è già uno dei leader mondiali nei servizi governativi digitali. Molti Paesi, anche europei, devono ancora raggiungere il nostro livello. Ma non abbiamo intenzione di rallentare.

L’intelligenza artificiale è un elemento importante delle piattaforme digitali. Anche in questo caso la Russia deve essere autosufficiente e competitiva. È già stato firmato un ordine esecutivo che approva la versione aggiornata della Strategia nazionale per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il documento fissa nuovi obiettivi, tra cui la necessità di garantire la sovranità tecnologica in campi rivoluzionari come l’intelligenza artificiale generativa e i grandi modelli linguistici. L’applicazione pratica di questi sistemi promette di produrre una vera svolta nell’economia e nella sfera sociale, e così sarà. Per questo dobbiamo aumentare le nostre risorse informatiche. Entro il 2030, la capacità totale dei supercomputer nazionali dovrebbe essere almeno 10 volte superiore. È un obiettivo assolutamente realistico.

Dobbiamo aggiornare l’intera infrastruttura dell’economia dei dati. Vorrei chiedere al Governo di proporre misure specifiche per sostenere le aziende e le start-up che producono apparecchiature per l’archiviazione e l’elaborazione dei dati e sviluppano software. Gli investimenti nell’IT nazionale dovrebbero crescere ad un ritmo almeno doppio rispetto alla crescita economica complessiva.

È necessario creare le condizioni per consentire ai russi di trarre vantaggio dalla tecnologia digitale non solo nelle megalopoli, ma anche nelle città più piccole, nelle comunità rurali e nelle aree remote, lungo le arterie federali e regionali, così come nelle strade locali. Mi riferisco alla necessità di fornire l’accesso a Internet ad alta velocità quasi ovunque in Russia entro il prossimo decennio. Per far fronte a questo compito, dovremo espandere notevolmente la nostra costellazione di satelliti, per la quale stanzieremo 116 miliardi di rubli.

Colleghi,

A questo punto, vorrei soffermarmi sullo sviluppo regionale. Quali sono i miei suggerimenti in merito? La nostra priorità è ridurre l’onere del debito delle regioni russe. Ritengo che si debbano cancellare i due terzi del debito che le regioni hanno con i cosiddetti prestiti di bilancio. Secondo le nostre proiezioni, questo permetterà loro di risparmiare circa 200 miliardi di rubli all’anno tra il 2025 e il 2028.

Vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che questi risparmi devono essere utilizzati per uno scopo specifico: le regioni dovrebbero destinarli al sostegno degli investimenti e dei progetti infrastrutturali. Colleghi, vorrei richiamare la vostra attenzione su questo punto.

Nel 2021 abbiamo lanciato un programma del valore di 500 miliardi di rubli per l’emissione di prestiti di bilancio per le infrastrutture, che abbiamo poi esteso a mille miliardi di rubli. Come ricorderete, le regioni beneficiano di un tasso di interesse del 3% su questi prestiti con una durata fino a 15 anni. Un ottimo strumento di sviluppo. Questi fondi sono destinati a progetti di sviluppo e le regioni hanno apprezzato questo meccanismo per la sua efficacia. Non ci saranno cancellazioni per questi prestiti, ma quest’anno le regioni inizieranno a rimborsarli. Suggerisco di reinvestire il denaro restituito al bilancio federale nelle regioni emettendo nuovi prestiti per il bilancio delle infrastrutture. Complessivamente, a partire dal 2025, espanderemo il nostro portafoglio di prestiti infrastrutturali per le regioni russe di almeno 250 miliardi di rubli all’anno.

Ritengo inoltre che le regioni debbano avere maggiore influenza nella gestione dei fondi a loro disposizione per la realizzazione di progetti nazionali.

Faccio un esempio: una regione ristruttura un poliambulatorio e fa un buon lavoro di ristrutturazione. Se non spendesse tutti i fondi stanziati, non dovrebbe restituire il resto al bilancio federale. Potrà invece utilizzarli per acquistare attrezzature per la clinica rinnovata o per altri scopi.

Naturalmente, sosterremo le regioni per consentire loro di liberare il proprio potenziale, lanciando progetti nell’economia reale e nello sviluppo delle infrastrutture come motori di sviluppo per questi territori.

Oggi, dieci regioni della Federazione che hanno una bassa capacità fiscale stanno portando avanti programmi di sviluppo socio-economico su misura. Chiedo al Governo di rinnovare questi programmi per altri sei anni.

Entro il 2030, tutte le nostre regioni devono raggiungere l’autosufficienza economica. Ribadisco che si tratta di una questione di giustizia e di offrire alle persone pari opportunità, oltre che di garantire elevati standard di vita in tutto il Paese.

Colleghi,

Come potete vedere, i grandi piani richiedono grandi spese. Saranno effettuati investimenti sociali, demografici ed economici su larga scala, nonché investimenti in scienza, tecnologia e infrastrutture.

A questo proposito, vorrei parlare del sistema fiscale. È ovvio che deve garantire il flusso di risorse per raggiungere gli obiettivi nazionali e attuare i programmi regionali. È progettato per ridurre le disuguaglianze non solo nella società, ma anche nello sviluppo socioeconomico delle entità costitutive della Federazione, e per tenere conto dei redditi individuali e delle entrate delle imprese.

Suggerisco di sviluppare approcci per modernizzare il sistema fiscale e distribuire più equamente il carico fiscale verso coloro che hanno redditi individuali e societari più elevati.

Al contrario, dobbiamo ridurre il carico fiscale sulle famiglie, anche attraverso le detrazioni, di cui ho parlato in precedenza. Dobbiamo incentivare le imprese che investono nella crescita, nelle infrastrutture e nei progetti sociali. È altrettanto importante chiudere le scappatoie che vengono utilizzate da alcune aziende per evitare le tasse o per dichiarare in modo insufficiente il proprio reddito imponibile. Esorto la Duma di Stato e il Governo a presentare presto una serie di proposte specifiche per affrontare questi problemi. In futuro, tenendo conto delle modifiche adottate, propongo di bloccare i parametri fiscali chiave fino al 2030 per garantire un ambiente stabile e prevedibile per l’attuazione di qualsiasi progetto di investimento, anche a lungo termine. Questo è ciò che chiede la comunità imprenditoriale durante i nostri contatti diretti.

Colleghi,

le decisioni relative al sostegno finanziario alle regioni e alla crescita economica devono essere concepite per migliorare la qualità della vita in tutte le entità costitutive della Federazione. Abbiamo già rinnovato fino al 2030 i programmi speciali per lo sviluppo di regioni come il Caucaso settentrionale e la regione di Kaliningrad, il Donbass e la Novorossiya, la Crimea e Sebastopoli, l’Artico e l’Estremo Oriente. Sono stati redatti piani generali di sviluppo per 22 città e aree metropolitane dell’Estremo Oriente e lo stesso lavoro è in corso per le comunità artiche.

Ora dobbiamo fare il passo successivo. Propongo di stilare un nuovo elenco di oltre 200 città e paesi, con un piano generale da sviluppare e attuare per ciascuno di essi. Nel complesso, il programma di sviluppo dovrebbe riguardare circa 2.000 comunità, compresi villaggi e piccole città. Tutte le politiche di sostegno alle regioni che ho menzionato oggi, compresi i prestiti per le infrastrutture, dovrebbero essere applicate in questi casi.

Vorrei rivolgermi ora ai responsabili delle regioni. Queste risorse dovrebbero essere utilizzate, tra le altre cose, per espandere le capacità dei comuni. Ricordo di aver incontrato i capi di alcuni comuni al loro forum qui a Mosca. Il livello di governo locale ha un ruolo e una responsabilità speciali. Comprende le agenzie e gli enti dove i russi si recano per le loro necessità quotidiane. Vorrei ringraziare i nostri sindaci, i capi dei distretti e i deputati locali per il loro lavoro, per la loro attenzione ai bisogni della gente. E vorrei riconoscere in modo particolare il personale dei comuni che lavora nelle immediate vicinanze della zona di combattimento e che condivide tutte le avversità con i residenti locali.

I residenti locali dovrebbero infatti essere co-creatori dei loro piani di sviluppo urbano locale. I comuni devono intensificare l’uso di meccanismi in cui i residenti possono votare per progetti, strutture o problemi che richiedono un finanziamento prioritario. Propongo di aumentare il cofinanziamento federale e regionale di progetti popolari di questo tipo.

Prorogheremo inoltre, fino al 2030, il concorso nazionale per i migliori progetti volti a creare un ambiente urbano confortevole nei piccoli centri e nelle comunità storiche.

In totale, nei prossimi sei anni miglioreremo più di 30.000 spazi pubblici in Russia. Vorrei chiedere al Governo di fornire ulteriore sostegno alle regioni che stanno ristrutturando argini, parchi, giardini e centri storici. Stanzieremo 360 miliardi di rubli per i principali progetti di riqualificazione e miglioramento del paesaggio.

Antichi edifici, tenute e chiese sono l’incarnazione visibile della nostra identità nazionale, un legame inestricabile tra le generazioni. Vorrei chiedere al Governo, al Parlamento e alle commissioni competenti del Consiglio di Stato di coinvolgere il pubblico e di rivedere il quadro normativo per la protezione e l’utilizzo dei siti del patrimonio culturale. Ogni requisito palesemente ridondante o contraddittorio deve essere eliminato. In alcuni casi, un bene culturale può sgretolarsi proprio sotto i nostri occhi, ma formalmente queste norme imperfette rendono impossibile adottare misure tempestive per salvarlo.

Suggerisco di sviluppare un programma a lungo termine per la conservazione dei siti del patrimonio culturale russo, che spero copra un periodo di 20 anni e includa misure di sostegno per le persone, le aziende e le associazioni pubbliche disposte a investire il loro lavoro, il loro tempo e il loro denaro nel restauro dei monumenti.

Quest’anno testeremo questi meccanismi nell’ambito di un progetto pilota realizzato dall’Istituzione per lo Sviluppo DOM.RF che interesserà cinque regioni: il Territorio Trans-Baikal, Novgorod, Ryazan, Smolensk e Tver. Il nostro obiettivo è riparare almeno un migliaio di siti del patrimonio culturale in tutto il Paese entro il 2030, dando loro una nuova vita in modo che possano essere al servizio della gente e abbellire le nostre città e i nostri villaggi.

Ci assicureremo di mantenere in funzione i principali progetti culturali continuando a finanziarli. Ci impegneremo a migliorare le infrastrutture di musei, teatri, biblioteche, club, scuole d’arte e cinema. I progetti creativi cinematografici, online e sui social media nel campo dell’istruzione, della sensibilizzazione, della storia e in altri settori riceveranno oltre 100 miliardi di rubli nei prossimi sei anni.

Suggerisco di ampliare il programma Pushkin Card, che consente a studenti e giovani di accedere gratuitamente a proiezioni cinematografiche, musei, teatri e mostre, e di offrire alle istituzioni culturali un incentivo per espandere le loro attività e lanciare nuovi progetti, anche rivolgendosi al settore privato. Chiedo al Governo di elaborare ulteriori proposte in tal senso.

Inoltre, nel 2025 lanceremo un programma chiamato “Operatore culturale rurale”, sulla falsariga dei programmi “Insegnante rurale” e “Medico rurale”. Le persone continuano a sollevare questo problema durante le nostre riunioni. Uno specialista che si trasferisce in una zona rurale o in una piccola città avrà diritto a una sovvenzione non ricorrente di 1 milione di rubli o al doppio, cioè 2 milioni di rubli, se si trasferisce nell’Estremo Oriente russo, nel Donbass o nella Novorossiya.

C’è un’altra decisione aggiuntiva che dobbiamo elaborare e adottare. Chiedo al Governo di offrire condizioni di prestito speciali per i mutui familiari nelle piccole città e nelle regioni che non costruiscono molti condomini o non ne costruiscono affatto. Dobbiamo farlo al più presto e definire i termini principali di questi mutui, compresi l’anticipo e i tassi di interesse. Vi chiedo di tenere questo punto sul vostro radar; attendo le vostre proposte.

Inoltre, rinnoveremo programmi mirati di prestiti ipotecari con un tasso di interesse del 2% per l’Estremo Oriente russo, l’Artico, il Donbass e la Novorossiya. Anche i partecipanti a operazioni militari speciali e i veterani avranno diritto a questi prestiti agevolati.

Forniremo un sostegno separato per le aree di sviluppo integrato, la costruzione di aree residenziali complete di infrastrutture nelle regioni con livelli inadeguati di sviluppo socioeconomico, dove molte delle nostre proposte abituali non funzionano. Per questi territori stanzieremo altri 120 miliardi di rubli.

A questo proposito, ci troviamo di fronte a un’altra sfida a livello di sistema. Con il sostegno federale, molte regioni hanno aumentato in modo significativo il ritmo di trasferimento dei residenti dai condomini fatiscenti. Negli ultimi 16 anni, un totale di 1,73 milioni di persone si sono trasferite in nuovi appartamenti ed è importante non perdere questo slancio nei prossimi sei anni. Esorto il Governo a elaborare e lanciare un nuovo programma per il trasferimento dei residenti da edifici fatiscenti e strutturalmente non sicuri.

Per quanto riguarda gli alloggi e i servizi di pubblica utilità, accelereremo il ritmo di aggiornamento delle infrastrutture di pubblica utilità. A tal fine saranno stanziati 4,5 trilioni di rubli, compresi i fondi privati, fino al 2030.

Continueremo a implementare il Progetto Acqua Pulita. L’acqua pulita è una priorità assoluta per molte delle nostre aree urbane e rurali. Stiamo parlando soprattutto di una fornitura affidabile di acqua potabile di alta qualità.

La distribuzione del gas è un argomento a parte. I nostri piani prevedono la fornitura di questo combustibile ecologico alle città e ai distretti della Yakutia e della Buriazia, nonché ai territori di Khabarovsk, Primorye e Trans-Baikal, alle regioni di Murmansk e Amur, all’area autonoma ebraica, alla Carelia e alla grande città russa di Krasnoyarsk. Forniremo GNL anche al Territorio della Kamchatka e ad alcune altre regioni.

Naturalmente, ciò consentirà di ampliare il programma di fornitura sociale di gas, già utilizzato per costruire gratuitamente l’infrastruttura di distribuzione del gas fino ai confini di proprietà di 1,1 milioni di terreni. Le richieste continuano ad essere accettate e stiamo aiutando gruppi di cittadini aventi diritto, tra cui le famiglie dei partecipanti all’operazione militare speciale, a installare le linee del gas all’interno dei loro appezzamenti di terreno.

A parte ciò, esistono partnership orticole non commerciali all’interno dei confini di molte comunità dotate di reti del gas. Per anni, a volte di generazione in generazione, le persone hanno curato i loro appezzamenti di terreno e ora stanno costruendo case adatte a vivere tutto l’anno, ma non possono allacciarsi alla rete perché questi partenariati non sono inclusi nel programma di sviluppo dell’infrastruttura sociale del gas.

Questo problema riguarda milioni di famiglie e deve essere risolto nell’interesse dei nostri cittadini, il che significa che il programma di sviluppo dell’infrastruttura sociale del gas deve essere ampliato per includerli e che la rete deve essere estesa ai confini delle partnership.

Anche i residenti nei territori remoti del nord e dell’estremo oriente, dove il gas di rete non sarà disponibile a breve, saranno sostenuti. Oggi riscaldano le loro case con carbone o legna. Ora, grazie ai sussidi statali, potranno acquistare apparecchiature moderne, di produzione nazionale e sicure per l’ambiente. Le famiglie più bisognose devono essere sostenute per prime. Stanzieremo altri 32 miliardi di rubli per questi scopi.

Svilupperemo il trasporto pubblico tenendo conto degli standard ambientali odierni e ne abbasseremo l’età media. Le regioni russe riceveranno altri 40.000 autobus, filobus, tram e autobus elettrici entro il 2030. Stanzieremo altri 150 miliardi di rubli dal bilancio federale per questo programma di rinnovamento del trasporto pubblico.

Sostituiremo anche la flotta di scuolabus a un ritmo di almeno 3.000 veicoli all’anno, il che è particolarmente importante per le piccole città e le aree rurali. Ne parlano sia i residenti che i capi dei comuni e delle regioni. Questo programma è davvero molto importante. Pertanto, stanzieremo altri 66 miliardi di rubli per l’acquisto di scuolabus. E, naturalmente, dovranno essere interamente prodotti in Russia o con un alto grado di localizzazione.

Come sapete, siamo riusciti a ridurre le emissioni nocive nell’atmosfera in 12 centri industriali della Russia nell’ambito del progetto Aria Pulita, a cui l’anno scorso si sono aggiunte altre 29 città. Il volume delle emissioni nocive nell’atmosfera in tutto il Paese deve essere dimezzato. Ci avvicineremo a questo obiettivo passo dopo passo. Per valutare i risultati sarà creato un sistema completo di monitoraggio della qualità ambientale.

Negli ultimi cinque anni sono stati puliti migliaia di chilometri di fiumi e di argini e il deflusso delle acque sporche nel Volga è stato quasi dimezzato. Ora propongo di fissare l’obiettivo di dimezzare l’inquinamento dei principali corpi idrici della Russia.

Negli ultimi cinque anni sono state bonificate 128 grandi discariche nelle città e 80 siti di danni ambientali accumulati che stavano letteralmente avvelenando la vita delle persone in 53 regioni della Russia. I territori della discarica di Krasny Bor, della cartiera di Baikal e di Usolye-Sibirskoye sono stati riportati in uno stato di sicurezza.

A questo proposito, colleghi, vorrei sottolineare che finora in questi siti sono state eseguite solo le misure più urgenti, ma non è ancora finita. In nessun caso devono essere lasciati nelle condizioni in cui si trovano ora. Dobbiamo completare questo lavoro e creare tutte le infrastrutture necessarie.

In generale, continueremo a ripulire i siti più pericolosi dai danni ambientali accumulati. Nei prossimi sei anni, almeno 50 di questi siti dovranno essere bonificati.

È necessario creare incentivi per le imprese, introdurre tecnologie verdi e passare a un’economia circolare. Inoltre, abbiamo creato da zero un’industria avanzata per la gestione dei rifiuti: 250 imprese sono state costruite per trattare e smaltire i rifiuti. L’obiettivo entro il 2030 è quello di differenziare tutti i rifiuti solidi e tutto ciò che deve essere differenziato e riutilizzarne almeno un quarto. Stanzieremo ulteriori finanziamenti per questi progetti e, insieme alle imprese, costruiremo circa 400 nuove strutture per la gestione dei rifiuti e otto parchi eco-industriali.

Cos’altro voglio dire? Durante gli incontri in Estremo Oriente, in Siberia e in altre regioni, si è parlato molto della necessità di preservare la nostra ricchezza forestale, di affrontare il disboscamento illegale e di proteggere le nostre foreste. Questo tema ha un’enorme risonanza nell’opinione pubblica. È importante per quasi tutte le persone. Tutti noi stiamo unendo gli sforzi e la situazione sta gradualmente cambiando.

Una pietra miliare molto importante: dal 2021, la Russia ha ripristinato più terreni forestali di quanti ne abbia disboscati. Vorrei ringraziare tutti i volontari, gli studenti delle scuole e delle università e tutti coloro che hanno piantato alberi e partecipato alle attività ambientali e, naturalmente, le aziende che hanno sostenuto questi progetti. Continueremo certamente a ripristinare foreste, parchi e giardini, compresi quelli che circondano le aree metropolitane e i centri industriali.

Suggerisco di prendere una decisione separata sull’aumento degli stipendi degli specialisti impegnati nell’industria forestale, nella meteorologia e nella protezione dell’ambiente – tutti coloro che si occupano delle questioni più importanti della sostenibilità ambientale. Dobbiamo ammettere con franchezza che svolgono un lavoro fondamentale, ma la loro retribuzione è molto modesta.

Per sostenere le iniziative di protezione ambientale civile, credo sia necessario istituire un fondo per i progetti ecologici e ambientali. Inizierà con sovvenzioni per un totale di un miliardo di rubli all’anno.

Continueremo a lavorare per preservare le aree naturali appositamente protette, nonché per proteggere e ripristinare le popolazioni di specie rare e minacciate di flora e fauna. Suggerisco di valutare l’apertura di una rete di centri per la riabilitazione di animali selvatici feriti e confiscati.

Entro il 2030, creeremo infrastrutture per il turismo ambientale in tutti i parchi nazionali del Paese, tra cui eco-trail e percorsi turistici a piedi, tour di fine settimana per le scolaresche, aree ricreative all’aperto, musei e centri di visita.

Costruiremo strutture moderne e sicure anche in prossimità di specchi d’acqua, tra cui il lago Baikal. Entro il 2030 vi sarà aperto un resort aperto tutto l’anno. È importante attenersi rigorosamente al principio dell’inquinamento zero, ossia garantire che nessun rifiuto o liquame non trattato di alcun tipo entri nel lago. La costruzione del resort sul Baikal farà parte del grande progetto dei Cinque Mari.

Moderni complessi alberghieri sorgeranno anche sulle coste del Mar Caspio, del Mar Baltico, del Mar d’Azov, del Mar Nero e del Mar del Giappone. Solo questo progetto consentirà di aggiungere altri 10 milioni di turisti all’anno.

Si prevede che il numero di turisti nel Paese nel suo complesso raddoppierà praticamente fino a 140 milioni di persone all’anno entro il 2030, considerando lo sviluppo dinamico di centri turistici come Altai, Kamchatka, Kuzbass, il Caucaso settentrionale, la Carelia e il Nord russo. È importante notare che anche il contributo del turismo al PIL russo raddoppierà, raggiungendo il 5%. Presto elaboreremo ulteriori decisioni in merito.

Le infrastrutture di trasporto sono fondamentali per lo sviluppo del turismo e della regione nel suo complesso. Il traffico automobilistico ad alta velocità tra Mosca e Kazan è già stato aperto; quest’anno estenderemo il percorso a Ekaterinburg e l’anno prossimo a Tyumen. In futuro, un’arteria di trasporto moderna e sicura attraverserà l’intero Paese fino a Vladivostok.

Inoltre, nei prossimi sei anni dovrebbero essere costruite in Russia più di 50 tangenziali cittadine. Un altro progetto stradale significativo è sicuramente l’autostrada Dzhubga-Sochi. Ridurrà i tempi di percorrenza dalla M-4 del Don a Sochi di tre quarti – fino a un’ora e mezza – e promuoverà lo sviluppo della costa del Mar Nero.

Devo dire subito – ho raggiunto un accordo con il Governo e voglio dirlo pubblicamente – che si tratta di un progetto complesso e ad alta intensità di capitale. Comprende molti tunnel e ponti; è un progetto costoso. Ciononostante, vorrei chiedere al Governo di sviluppare un accordo di finanziamento per questo progetto. Risolvete il problema.

Abbiamo già riparato le strade federali della Russia e quasi l’85% delle strade delle grandi aree metropolitane. È essenziale continuare su questa strada. Allo stesso tempo, nei prossimi anni, daremo particolare importanza al miglioramento delle strade regionali.

I viaggi in aereo devono diventare più accessibili. Dobbiamo aumentare la cosiddetta mobilità aerea dei russi. Entro il 2030, il volume dei servizi aerei in Russia dovrebbe aumentare del 50% rispetto all’anno scorso.

A tal fine, abbiamo in programma di accelerare lo sviluppo dei viaggi aerei intra- e interregionali. A questo proposito, il Governo ha dato istruzioni molto precise: modernizzare l’infrastruttura di almeno 75 aeroporti, cioè più di un terzo degli aeroporti russi, nei prossimi sei anni, stanziando a tal fine almeno 250 miliardi di rubli di finanziamenti diretti di bilancio.

Le flotte aeree delle nostre compagnie hanno sicuramente bisogno di essere aggiornate con l’aggiunta di aerei di produzione russa. Questi nuovi aerei devono soddisfare tutti i moderni requisiti di qualità, convenienza e sicurezza, un compito impegnativo. In passato abbiamo acquistato troppi aerei all’estero invece di sviluppare la nostra produzione nazionale.

Gli sviluppi avanzati della Russia nel campo dell’ingegneria meccanica, delle costruzioni, delle comunicazioni e dei sistemi digitali saranno molto necessari anche per la costruzione di ferrovie ad alta velocità. Vorrei spendere qualche parola al riguardo.

La prima linea ferroviaria ad alta velocità tra Mosca e San Pietroburgo passerà per Tver e la nostra antica capitale, Veliky Novgorod. In seguito, costruiremo linee simili per Kazan e gli Urali, per Rostov-sul-Don, per la costa del Mar Nero, per Minsk, la nostra fraterna Bielorussia, e per altre destinazioni popolari.

La modernizzazione a tutto campo dell’hub centrale dei trasporti continuerà. I Diametri Centrali di Mosca, le nuove linee della metropolitana di superficie diventeranno parte di una rete che collegherà la Regione di Mosca con Yaroslavl, Tver, Kaluga, Vladimir e altre regioni attraverso moderni percorsi ad alta velocità.

È inoltre indispensabile potenziare la rete delle principali vie d’acqua interne. Questo dovrebbe garantire ulteriori effetti economici per quanto riguarda il turismo, l’industria e lo sviluppo di alcune regioni sensibili che sono molto importanti per noi, tra cui le regioni dell’Estremo Nord.

Cosa posso aggiungere a tutto questo? Le infrastrutture moderne offrono un valore aggiunto e aumentano la capitalizzazione di mercato di tutti i beni nazionali e delle regioni che servono i flussi turistici di transito, contribuendo allo stesso tempo allo sviluppo delle strutture manifatturiere e agricole e incoraggiando le persone a costruire case unifamiliari per le loro famiglie e a creare un ambiente di vita migliore per loro. Questo significa anche nuove opportunità commerciali, anche sui mercati esteri.

In questo contesto, c’è una questione particolare che abbiamo discusso durante uno dei miei incontri. Mi riferisco ai tempi di attesa ai posti di controllo di frontiera. Questo è diventato un problema urgente nell’Estremo Oriente russo. Secondo i nostri standard, lo sdoganamento deve durare 19 minuti, ma in realtà i camionisti devono aspettare ore per attraversare il confine.

I nostri colleghi del Ministero dei Trasporti hanno l’obiettivo specifico di ridurre i tempi di sdoganamento per il trasporto merci al confine in modo che non superino i 10 minuti. Le più recenti soluzioni tecnologiche possono rendere possibile questo obiettivo.

Questi requisiti sono essenziali anche per l’efficacia del corridoio di trasporto Nord-Sud. Questo percorso collegherà la Russia ai Paesi del Medio Oriente e dell’Asia e si avvarrà di autostrade e di collegamenti ferroviari continui, dai porti del Mar Baltico e del Mare di Barents fino al Golfo Persico e all’Oceano Indiano. Aumenteremo anche la capacità di trasporto delle nostre ferrovie verso sud per sfruttare meglio i nostri porti nei mari d’Azov e Nero.

Lo sforzo per espandere il dominio operativo orientale riguarda la linea principale Baikal-Amur e la ferrovia transiberiana. Stiamo per lanciare la terza fase. Ad un certo punto, scusate l’espressione, abbiamo rallentato. In effetti, non siamo riusciti ad agire quando avremmo dovuto, ma va bene così: ora dobbiamo recuperare, e lo faremo. Queste due ferrovie aumenteranno la loro capacità di transito annuale da 173 a 210 milioni di tonnellate entro il 2030. Allo stesso tempo, ci sarà uno sforzo per espandere i porti di Vanino e Sovetskaya Gavan.

Lo sviluppo della Northern Sea Route merita un’attenzione particolare. Invitiamo le aziende logistiche straniere e i Paesi esteri a utilizzare questo corridoio di trasporto globale. L’anno scorso, i volumi di merci lungo questa rotta hanno raggiunto i 36 milioni di tonnellate. Colleghi, vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che questo dato supera di cinque volte il massimo dell’epoca sovietica. Renderemo la Northern Sea Route operativa tutto l’anno e amplieremo i nostri porti settentrionali, compreso l’hub di trasporto di Murmansk. Questo include, ovviamente, uno sforzo per espandere la nostra flotta artica.

L’anno scorso è salpata la Severny Polyus (Polo Nord), una piattaforma rompighiaccio di ricerca unica nel suo genere. Quest’anno, il Cantiere navale del Baltico ha iniziato la costruzione del Leningrad, un nuovo rompighiaccio nucleare. L’anno prossimo inizierà la costruzione della Stalingrad, che appartiene alla stessa classe di navi. Il cantiere navale Zvezda, nell’Estremo Oriente russo, sta costruendo il Lider (Leader), un rompighiaccio di nuova generazione che avrà una potenza doppia rispetto ai suoi predecessori.

I cantieri navali russi aggiorneranno gran parte della nostra flotta commerciale, comprese le petroliere, le gasiere e le navi portacontainer. Questo sforzo dovrebbe consentire alle imprese russe di snellire le operazioni commerciali, considerando il mutevole ambiente logistico e i cambiamenti radicali dell’economia globale.

Concittadini, amici,

Vorrei fare una menzione speciale. Incontro regolarmente i partecipanti all’operazione militare speciale, tra cui militari di carriera e volontari, nonché persone di professione civile che sono state mobilitate per il servizio militare. Tutti loro hanno imbracciato le armi e si sono alzati in difesa della nostra Madrepatria.

Guardando questi uomini coraggiosi, a volte molto giovani, posso dire, senza esagerare, che il mio cuore trabocca di orgoglio per il nostro popolo, per la nostra nazione e per queste persone in particolare. Senza dubbio, persone come loro non si tireranno indietro, non falliranno e non tradiranno.

Dovrebbero assumere posizioni di primo piano nel sistema di istruzione e di educazione dei giovani, nelle associazioni pubbliche, nelle aziende statali e private, nelle amministrazioni federali e comunali. Dovrebbero essere a capo di regioni e imprese, nonché di grandi progetti nazionali. Alcuni di questi eroi e patrioti sono piuttosto riservati nella vita di tutti i giorni. Non si vantano dei loro successi e non parlano in grande. Ma nei momenti cruciali della storia, queste persone salgono alla ribalta e si assumono le proprie responsabilità. Alle persone che pensano al Paese e vivono come un tutt’uno con esso può essere affidato il futuro della Russia.

Sapete che la parola “élite” ha perso molta della sua credibilità. Coloro che non hanno fatto nulla per la società e si considerano una casta dotata di diritti e privilegi speciali – in particolare coloro che negli anni ’90 hanno approfittato di ogni tipo di processo economico per riempirsi le tasche – non sono certo un’élite. Per ribadire che coloro che servono la Russia, i grandi lavoratori e i militari, le persone affidabili e degne di fiducia che hanno dimostrato la loro fedeltà alla Russia con i fatti, in una parola, le persone dignitose, sono la vera élite.

A questo proposito, vorrei annunciare una nuova decisione che ritengo importante. A partire da domani, 1° marzo 2024, i veterani delle operazioni militari speciali, così come i soldati e gli ufficiali che attualmente combattono in unità attive, potranno candidarsi per far parte della prima classe di un programma speciale di formazione del personale. Chiamiamolo “Tempo di eroi”. A dire il vero, l’idea mi è venuta quando ho incontrato gli studenti di San Pietroburgo che hanno prestato servizio nell’operazione militare speciale. Questo programma sarà costruito secondo gli standard dei nostri migliori progetti, ovvero la Scuola superiore di amministrazione pubblica, nota anche come “scuola dei governatori”, e il concorso Leaders of Russia. I loro laureati tendono a raggiungere posizioni di rilievo in molti settori, fino a diventare ministri e capi di regione.

I membri dell’esercito attivo e i veterani con titoli universitari ed esperienza manageriale possono iscriversi, indipendentemente dal loro grado o dalla loro posizione. L’importante è che questi individui abbiano dato prova delle loro migliori qualità, dimostrando di saper guidare i propri commilitoni.

Il corso di studi inizierà nei prossimi mesi. La prima coorte di partecipanti sarà guidata da alti funzionari del Governo, dell’Ufficio presidenziale, dei ministeri e delle agenzie federali, dei capi delle regioni e delle nostre maggiori aziende. In futuro amplieremo questi programmi di formazione del personale, avvieremo corsi di gestione presso l’Accademia presidenziale dell’economia nazionale e della pubblica amministrazione e ritengo opportuno elevare lo status dell’Accademia a livello legislativo.

Inoltre, i veterani e i partecipanti all’operazione militare speciale avranno il diritto di accedere in via prioritaria ai programmi di istruzione superiore in specialità civili presso le nostre principali università.

Vorrei chiedere al Ministero della Difesa e a tutti i comandanti di unità di sostenere l’interesse dei loro soldati e ufficiali a partecipare al nuovo programma di formazione del personale, di dare loro l’opportunità di fare domanda e di frequentare fisicamente le lezioni. Vorrei sottolineare che i partecipanti alle operazioni militari speciali, compresi i soldati semplici, i sergenti e gli ufficiali combattenti, sono già la spina dorsale delle nostre Forze Armate. E, come ho detto, coloro che intendono proseguire la loro carriera militare riceveranno una promozione prioritaria, l’iscrizione ai corsi di comando, alle scuole militari e alle accademie.

Amici,

L’indipendenza, l’autosufficienza e la sovranità devono essere dimostrate e riaffermate ogni giorno. Questa è la nostra responsabilità per il presente e il futuro della Russia, qualcosa che nessun altro può fare se non noi. Si tratta della nostra Madrepatria, la Madrepatria dei nostri antenati, e nessuno ne avrà mai bisogno e la custodirà come noi – tranne i nostri discendenti, ai quali dobbiamo trasmettere un Paese forte e prospero.

Negli ultimi anni abbiamo costruito con successo un sistema di gestione e realizzato i nostri progetti nazionali basandoci su grandi quantità di dati e sulle moderne tecnologie digitali. Questo ci ha permesso di aumentare l’efficienza, di gestire i rischi, di basarci sull’intera quantità di informazioni disponibili e di perfezionare continuamente i nostri progetti e programmi facendo affidamento sul feedback dei nostri cittadini.

Vorrei ringraziare i miei colleghi del Governo, delle agenzie e delle regioni che hanno costruito meticolosamente questo sistema per tutti questi anni, durante la pandemia e di fronte all’aggressione delle sanzioni contro la Russia. So che è stato un lavoro impegnativo e difficile, ma il punto principale è che sta già dando i suoi frutti. Lo stiamo vedendo nei risultati.

Continueremo a seguire proprio questa logica. È necessario approvare e coordinare tra loro tutti i progetti nazionali di cui ho parlato oggi. Vorrei sottolineare ancora una volta che non si tratta di progetti di dipartimenti separati. Dovrebbero lavorare per obiettivi comuni a livello di sistema e per i nostri obiettivi di sviluppo nazionale. Detto questo, vorrei chiedere al Fronte Popolare Russo di continuare a monitorare l’attuazione delle decisioni a tutti i livelli di governo.

Vorrei sottolineare che il risultato principale dei nostri programmi non si misura in tonnellate, chilometri o denaro speso. L’importante è che le persone vedano dei cambiamenti in meglio nella loro vita. La portata delle sfide storiche che la Russia deve affrontare richiede un lavoro estremamente chiaro e coordinato da parte dello Stato, della società civile e della comunità imprenditoriale.

Ritengo necessario non solo preparare un progetto di bilancio per i prossimi tre anni, ma anche pianificare tutte le spese e gli investimenti più importanti per il futuro, fino al 2030. In altre parole, dobbiamo elaborare un piano di prospettiva di sei anni per il nostro sviluppo nazionale, che sicuramente integreremo con nuove iniziative. Naturalmente, la vita farà i suoi aggiustamenti.

Stiamo elaborando piani a lungo termine nonostante questo periodo complicato, nonostante le prove e le difficoltà attuali. Il programma che ho esposto nel discorso di oggi si basa sui fatti e affronta questioni fondamentali. È il programma di un Paese sovrano e forte che guarda al futuro con fiducia. Abbiamo sia le risorse che le enormi opportunità per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.

Ma ora sottolineerò l’aspetto principale. Oggi, la realizzazione di tutti questi piani dipende direttamente dai nostri soldati, ufficiali e volontari – tutto il personale militare che sta combattendo al fronte. Dipende dal coraggio e dalla determinazione dei nostri compagni d’arme che stanno difendendo la Madrepatria, passando all’offensiva, avanzando sotto il fuoco e sacrificandosi per il bene di noi, per il bene della Patria. Sono i nostri combattenti che oggi creano le condizioni assolutamente essenziali per il futuro del Paese e per il suo sviluppo.

Avete il nostro più profondo rispetto, ragazzi.

Vorrei ringraziare tutti voi, colleghi, e tutti i cittadini della Russia per la loro solidarietà e affidabilità. Siamo una grande famiglia, siamo uniti e per questo faremo tutto ciò che progettiamo, desideriamo e sogniamo.

Ho fiducia nelle nostre vittorie, nei nostri successi e nel futuro della Russia!

Grazie.

(Suona l’inno nazionale della Federazione Russa).

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Discorso presidenziale (Putin) all’Assemblea federale di Russia

In calce il commento di Gilbert Doctorow_Giuseppe Germinario

Discorso presidenziale all’Assemblea federale

2024-02-29 14:20:00

Mosca

Vladimir Putin ha pronunciato il suo discorso all’Assemblea federale. La cerimonia si è svolta a Gostiny Dvor, Mosca.

Presidente della Russia Vladimir Putin:

Senatori, Deputati della Duma di Stato,
Cittadini della Russia,
Lo scopo principale di ogni discorso all’Assemblea federale è quello di offrire una prospettiva lungimirante. Oggi discuteremo non solo i nostri piani a breve termine, ma anche i nostri obiettivi strategici e le questioni che, a mio avviso, sono fondamentali per garantire uno sviluppo stabile a lungo termine del nostro Paese.
Questo programma d’azione e le misure specifiche che include sono in gran parte il risultato dei miei viaggi nelle regioni e delle conversazioni che ho avuto con i lavoratori e gli ingegneri degli stabilimenti civili e della difesa, così come con i medici, gli insegnanti, i ricercatori, i volontari, gli imprenditori, le grandi famiglie, con i nostri eroi in prima linea, i volontari, i soldati e gli ufficiali delle Forze Armate russe. Naturalmente, è chiaro che queste conversazioni, questi incontri non nascono dal nulla, ma sono organizzati. Tuttavia, questi scambi offrono alle persone l’opportunità di parlare dei loro bisogni urgenti. Molte idee sono venute da importanti forum della società civile e di esperti.
Le proposte presentate dalla nostra gente, le loro aspirazioni e le loro speranze sono diventate la base, il pilastro principale dei progetti e delle iniziative che saranno annunciati anche oggi, durante questo discorso. Spero che la discussione pubblica su questi temi continui, perché solo insieme possiamo realizzare tutti i nostri piani. In effetti, ci attendono compiti importanti.
Abbiamo già dimostrato di essere in grado di raggiungere gli obiettivi più impegnativi e di rispondere a qualsiasi sfida, anche la più temibile. Per esempio, c’è stato un tempo in cui abbiamo respinto l’aggressione terroristica internazionale e preservato la nostra unità nazionale, evitando che il nostro Paese venisse fatto a pezzi.
Abbiamo sostenuto i nostri fratelli e sorelle; abbiamo appoggiato la loro decisione di stare con la Russia e quest’anno ricorre il decimo anniversario della leggendaria Primavera russa. Ma ancora oggi, l’energia, la sincerità e il coraggio dei suoi eroi – gli abitanti della Crimea, di Sebastopoli e del Donbass ribelle – il loro amore per la Madrepatria, che hanno portato avanti per generazioni, rende naturalmente orgogliosi. Questo ci ispira e rafforza la nostra fiducia nel fatto che supereremo qualsiasi cosa, che saremo in grado di fare qualsiasi cosa insieme.
È così che – tutti insieme – siamo riusciti a eliminare la minaccia mortale della pandemia Covid-19 proprio di recente. Inoltre, così facendo, abbiamo anche dimostrato al mondo che nella nostra società prevalgono valori come la compassione, il sostegno reciproco e la solidarietà.
E oggi, quando la nostra Madrepatria sta difendendo la propria sovranità e la propria sicurezza, difendendo le vite dei nostri compatrioti nel Donbass e in Novorossiya, i nostri cittadini stanno giocando il ruolo decisivo in questa giusta lotta: la loro unità e devozione al nostro Paese e la nostra responsabilità condivisa per il suo futuro.
Hanno dimostrato chiaramente e inequivocabilmente queste qualità all’inizio dell’operazione militare speciale, quando è stata sostenuta dalla maggioranza assoluta dei russi. Nonostante le prove più dure e le perdite più amare, la gente è rimasta irremovibile nella sua scelta e la sta riaffermando cercando di fare il più possibile per il proprio Paese e per il bene comune.
Le industrie russe lavorano su tre turni per realizzare tutti i prodotti di cui il fronte ha bisogno. L’intera economia, che fornisce le basi industriali e tecnologiche per la nostra vittoria, ha dimostrato flessibilità e resilienza. Vorrei ringraziare tutti i dirigenti d’azienda, gli ingegneri, gli operai e gli agricoltori per il loro lavoro responsabile e duro nell’interesse della Russia.
Milioni di persone hanno aderito alla campagna Noi siamo insieme e al progetto del Fronte Popolare Russo Tutto per la Vittoria! Negli ultimi due anni, le imprese russe hanno donato miliardi di rubli alle organizzazioni di volontariato e alle fondazioni di beneficenza che sostengono i nostri soldati e le loro famiglie.
Le persone inviano lettere e pacchi, vestiti caldi e reti mimetiche al fronte; donano denaro dai loro risparmi, a volte molto modesti. Ancora una volta, questo tipo di assistenza è inestimabile: è il contributo di tutti alla vittoria comune. I nostri eroi al fronte, nelle trincee, dove è più difficile, sanno che tutto il Paese è con loro.
Desidero riconoscere la Fondazione Difensori della Patria, il Comitato delle Famiglie dei Guerrieri della Patria e altre associazioni pubbliche per il loro instancabile impegno. Esorto le autorità a tutti i livelli a continuare a fornire un sostegno incrollabile alle famiglie dei nostri eroi, compresi i loro genitori, coniugi e figli, che attendono con ansia il ritorno in sicurezza dei loro cari.
Sono grato ai partiti parlamentari per essersi uniti intorno agli interessi nazionali. Il sistema politico russo è uno dei pilastri della sovranità del nostro Paese. Continueremo a far progredire le istituzioni democratiche e a resistere a qualsiasi interferenza esterna nei nostri affari interni.
Il cosiddetto Occidente, con le sue pratiche coloniali e la sua propensione a fomentare conflitti etnici in tutto il mondo, non solo cerca di ostacolare il nostro progresso, ma immagina anche una Russia che sia uno spazio dipendente, in declino e in via di estinzione, dove poter fare quello che vuole. In realtà, vogliono replicare in Russia ciò che hanno fatto in numerosi altri Paesi, tra cui l’Ucraina: seminare discordia in casa nostra e indebolirci dall’interno. Ma si sbagliavano, e ciò è divenuto abbondantemente chiaro ora che si sono scontrati con la ferma volontà e la determinazione del nostro popolo multietnico.
I nostri soldati e ufficiali – cristiani e musulmani, buddisti e seguaci dell’ebraismo, persone che rappresentano etnie, culture e regioni diverse – hanno dimostrato con le loro azioni, che sono più forti di mille parole, che la coesione e l’unità secolari del popolo russo sono una forza formidabile e invincibile. Tutti loro, spalla a spalla, stanno combattendo per la nostra comune Madrepatria.
Insieme, come cittadini della Russia, saremo uniti nella difesa della nostra libertà e del nostro diritto a un’esistenza pacifica e dignitosa. Tracceremo il nostro percorso, per salvaguardare la continuità delle generazioni, e quindi la continuità dello sviluppo storico, e affronteremo le sfide che attendono il Paese sulla base della nostra visione del mondo, delle nostre tradizioni e delle nostre convinzioni, che trasmetteremo ai nostri figli.
Amici,
La difesa e il rafforzamento della sovranità sono in corso in tutti i settori, soprattutto in prima linea, dove le nostre truppe combattono con fermezza e altruismo.
Sono grato a tutti coloro che combattono per gli interessi della Patria, che sopportano il crogiolo delle prove militari e mettono in gioco la propria vita ogni giorno. L’intera nazione ha il più profondo rispetto per la vostra impresa, piange i morti e la Russia ricorderà sempre i suoi eroi caduti.
(Un momento di silenzio).
Le nostre Forze Armate hanno acquisito una grande esperienza, anche in termini di coordinamento di tutte le ali dell’esercito, oltre a padroneggiare le più recenti tattiche e metodi di guerra. Questo sforzo ci ha dato tanti comandanti di talento e di esperienza che hanno a cuore i loro uomini e sono diligenti nello svolgere le loro missioni, sanno come usare nuovi equipaggiamenti e sono efficaci nel portare a termine i loro incarichi. Vorrei sottolineare che questo avviene a tutti i livelli, dai plotoni e dalle unità operative fino al comando supremo.
Siamo consapevoli delle sfide che dobbiamo affrontare. Esse esistono. Detto questo, sappiamo anche cosa bisogna fare per affrontarle. A questo proposito, è in corso uno sforzo continuo e incessante, sia in prima linea che nelle retrovie, per migliorare il potere d’attacco dell’Esercito e della Flotta, per renderli più tecnologici ed efficaci.
Le Forze Armate hanno ampliato le loro capacità di combattimento di molte volte. Le nostre unità hanno preso l’iniziativa e non la cederanno. Avanzano con fiducia in diversi teatri operativi e liberano altri territori.
Non siamo stati noi a iniziare la guerra nel Donbass, ma, come ho già detto più volte, faremo di tutto per porvi fine, sradicare il nazismo e raggiungere tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale, oltre a difendere la sovranità e garantire la sicurezza del nostro popolo.
Le forze nucleari strategiche sono in stato di massima allerta e la capacità di usarle è assicurata. Abbiamo già realizzato o stiamo per realizzare tutti i nostri piani in termini di armi, in linea con quanto ho detto nel mio discorso del 2018.
Kinzhal, il complesso ipersonico a lancio aereo, non solo è entrato in servizio in combattimento, ma si è dimostrato efficace nell’effettuare attacchi contro obiettivi critici durante l’operazione militare speciale. Allo stesso modo, Zircon, un complesso missilistico ipersonico basato su nave, ha già prestato servizio in combattimento. Non è stato nemmeno menzionato durante il discorso del 2018, ma anche questo sistema missilistico è entrato in servizio in combattimento.
Anche i missili ipersonici ICBM Avangard e i complessi laser Peresvet sono entrati in servizio in combattimento. Il Burevestnik, un missile da crociera con gittata illimitata, sta per completare la fase di test, così come il Poseidon, un veicolo sottomarino senza equipaggio. Questi sistemi hanno dimostrato di soddisfare gli standard più elevati e non sarebbe esagerato dire che offrono capacità uniche. Le nostre truppe hanno anche ricevuto i primi missili balistici pesanti Sarmat prodotti in serie. Presto ve li mostreremo in servizio di allerta nelle aree di schieramento.
Gli sforzi per sviluppare diversi altri nuovi sistemi d’arma continuano, e ci aspettiamo di sentire ancora di più sui risultati ottenuti dai nostri ricercatori e produttori di armi.
La Russia è pronta al dialogo con gli Stati Uniti sulle questioni di stabilità strategica. Tuttavia, è importante chiarire che in questo caso abbiamo a che fare con uno Stato i cui circoli dirigenti stanno compiendo azioni apertamente ostili nei nostri confronti. Quindi, intendono seriamente discutere con noi di questioni di sicurezza strategica e allo stesso tempo cercano di infliggere alla Russia una sconfitta strategica sul campo di battaglia, come dicono loro stessi.
Ecco un buon esempio della loro ipocrisia. Di recente hanno lanciato accuse infondate, in particolare contro la Russia, riguardo ai piani di dispiegamento di armi nucleari nello spazio. Queste false narrazioni, e questa storia è inequivocabilmente falsa, hanno lo scopo di coinvolgerci in negoziati sulle loro condizioni, che andranno solo a vantaggio degli Stati Uniti.
Allo stesso tempo, hanno bloccato la nostra proposta che è sul tavolo da oltre 15 anni. Mi riferisco all’accordo sulla prevenzione del dispiegamento di armi nello spazio, che abbiamo redatto nel 2008. Non c’è stata alcuna reazione. Non è assolutamente chiaro di cosa stiano parlando.
Pertanto, ci sono ragioni per sospettare che l’interesse professato dall’attuale amministrazione statunitense a discutere di stabilità strategica con noi sia solo demagogia. Vogliono semplicemente dimostrare ai loro cittadini e al mondo, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali, che continuano a governare il mondo, che parlerebbero con i russi quando ciò li avvantaggia e che altrimenti non c’è nulla di cui parlare e cercheranno di infliggerci una sconfitta. Business as usual, come si suol dire.
Ma questo è inaccettabile, ovviamente. La nostra posizione è chiara: se si vuole discutere di questioni di sicurezza e stabilità che sono cruciali per l’intero pianeta, questo deve essere fatto come un pacchetto che includa, ovviamente, tutti gli aspetti che hanno a che fare con i nostri interessi nazionali e che hanno un’influenza diretta sulla sicurezza del nostro Paese, la sicurezza della Russia.
Siamo anche consapevoli dei tentativi occidentali di trascinarci in una corsa agli armamenti, esaurendoci così, rispecchiando la strategia impiegata con successo con l’Unione Sovietica negli anni Ottanta. Vi ricordo che nel 1981-1988 la spesa militare dell’Unione Sovietica ammontava al 13% del PIL.
Il nostro imperativo attuale è quello di rafforzare la nostra industria della difesa in modo da aumentare le capacità scientifiche, tecnologiche e industriali del nostro Paese. Dobbiamo allocare le risorse nel modo più oculato possibile, promuovendo un’economia efficiente per le Forze armate e massimizzando il rendimento di ogni rublo della nostra spesa per la difesa. È fondamentale per noi accelerare la risoluzione dei problemi sociali, demografici, infrastrutturali e di altro tipo che dobbiamo affrontare, migliorando al contempo la qualità degli equipaggiamenti dell’Esercito e della Marina russi.
Questo vale soprattutto per le forze di impiego generale, affinando i principi della loro organizzazione e distribuendo alle truppe sistemi avanzati di attacco senza equipaggio, sistemi di difesa aerea e di guerra elettronica, di ricognizione e di comunicazione, armi di alta precisione e altri tipi di armi.
Dobbiamo rafforzare le forze nel teatro strategico occidentale per contrastare le minacce poste dall’ulteriore espansione della NATO verso est, con l’ingresso di Svezia e Finlandia nell’alleanza.
L’Occidente ha provocato conflitti in Ucraina, in Medio Oriente e in altre regioni del mondo propagandando costantemente falsità. Ora hanno l’audacia di dire che la Russia ha intenzione di attaccare l’Europa. Ci credete? Sappiamo tutti che le loro affermazioni sono del tutto prive di fondamento. Allo stesso tempo, stanno selezionando gli obiettivi da colpire sul nostro territorio e stanno valutando i mezzi di distruzione più efficaci. Ora hanno iniziato a parlare della possibilità di dispiegare contingenti militari della NATO in Ucraina.
Ma ricordiamo cosa è successo a coloro che hanno inviato i loro contingenti sul territorio del nostro Paese già una volta. Oggi, qualsiasi potenziale aggressore dovrà affrontare conseguenze ben più gravi. Devono capire che anche noi abbiamo armi – sì, lo sanno, come ho appena detto – in grado di colpire obiettivi sul loro territorio.
Tutto ciò che stanno inventando ora, spaventando il mondo con la minaccia di un conflitto con armi nucleari, che potenzialmente significherebbe la fine della civiltà – non se ne rendono conto? Il problema è che si tratta di persone che non hanno mai affrontato una profonda avversità; non hanno alcuna concezione degli orrori della guerra. Noi – anche la generazione più giovane di russi – abbiamo sopportato tali prove durante la lotta al terrorismo internazionale nel Caucaso e ora nel conflitto in Ucraina. Ma continuano a pensare a questo come a una sorta di cartone animato.
In effetti, proprio come qualsiasi altra ideologia che promuove il razzismo, la superiorità nazionale o l’eccezionalismo, la russofobia è accecante e stupefacente. Gli Stati Uniti e i loro satelliti hanno infatti smantellato il sistema di sicurezza europeo, creando rischi per tutti.
È chiaro che nel prossimo futuro in Eurasia dovrà essere creato un nuovo quadro di sicurezza uguale e indivisibile. Siamo pronti a una discussione concreta su questo tema con tutti i Paesi e le associazioni che possono essere interessati. Allo stesso tempo, vorrei ribadire (credo sia importante per tutti) che nessun ordine internazionale duraturo è possibile senza una Russia forte e sovrana.
Ci sforziamo di unire gli sforzi della maggioranza globale per rispondere alle sfide internazionali, come la turbolenta trasformazione dell’economia mondiale, del commercio, della finanza e dei mercati tecnologici, quando i vecchi monopoli e gli stereotipi ad essi associati stanno crollando.
Ad esempio, nel 2028, i Paesi BRICS, tenendo conto dei nuovi membri, creeranno circa il 37% del PIL globale, mentre i numeri del G7 scenderanno sotto il 28%. Queste cifre sono eloquenti perché la situazione era completamente diversa solo 10 o 15 anni fa. Me lo avete già sentito dire pubblicamente. Queste sono le tendenze, vedete. Queste sono le tendenze globali e non si può sfuggire ad esse perché sono la realtà oggettiva.
Guardate, nel 1992 la quota dei Paesi del G7 nel PIL mondiale in termini di PPA era del 45,7%, mentre i Paesi BRICS (questa associazione non esisteva nel 1992) rappresentavano solo il 16,5%. Nel 2022, tuttavia, il G7 rappresentava il 30,3%, mentre i BRICS il 31,5%. Nel 2028, la percentuale si sposterà ancora di più a favore dei BRICS, con il 36,6%, mentre il dato previsto per il G7 è del 27,8%. Non si può prescindere da questa realtà oggettiva, che rimarrà tale indipendentemente da ciò che accadrà in seguito, anche in Ucraina.
Continueremo a lavorare con i Paesi amici per creare corridoi logistici efficaci e sicuri, affidandoci a soluzioni all’avanguardia per la costruzione di una nuova architettura finanziaria globale che sia libera da qualsiasi interferenza politica. Ciò è particolarmente importante se si considera che l’Occidente sta minando le proprie valute e il proprio sistema bancario segando letteralmente il ramo su cui è seduto.
I principi di uguaglianza e di rispetto degli interessi reciproci ci guidano nelle interazioni con i nostri partner. È per questo che sempre più Paesi hanno cercato di partecipare alle attività dell’UEEA, della SCO, dei BRICS e di altre associazioni che coinvolgono la Russia. Vediamo molte promesse nel progetto di costruzione di un Grande Partenariato Eurasiatico e nell’allineamento dei processi di integrazione all’interno dell’Unione Economica Eurasiatica e dell’Iniziativa Belt and Road della Cina.
Il dialogo della Russia con l’ASEAN ha registrato uno slancio positivo. I vertici Russia-Africa hanno rappresentato una vera e propria svolta, con il continente africano sempre più deciso a perseguire i propri interessi e a godere di un’autentica sovranità. Sosteniamo sinceramente queste aspirazioni.
La Russia intrattiene relazioni positive e di lunga data con gli Stati arabi, che hanno una civiltà unica e vibrante che abbraccia il Nord Africa e il Medio Oriente. Siamo convinti che dobbiamo trovare nuovi punti di convergenza con i nostri amici arabi e approfondire i nostri partenariati in tutti i settori. La stessa visione guiderà le nostre relazioni con l’America Latina.
A parte questo, vorrei chiedere al Governo di stanziare maggiori fondi per i programmi internazionali di promozione della lingua russa e della nostra cultura multietnica, principalmente all’interno dello spazio della CSI, ma anche in tutto il mondo.
Tra l’altro, amici e colleghi, sono certo che molti di voi sono stati alla mostra sulla Russia. La gente ci va per vedere quanto è ricca e vasta la nostra patria e per mostrarla ai propri figli. L’Anno della famiglia è stato lanciato lì. I valori dell’amore, del sostegno reciproco e della fiducia si tramandano di generazione in generazione, proprio come la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra storia e i nostri principi morali.
Ma lo scopo principale della famiglia è quello di avere figli, di procreare, di crescere i bambini e quindi di garantire la sopravvivenza della nostra nazione multietnica. Possiamo vedere ciò che sta accadendo in alcuni Paesi, dove le norme morali e la famiglia vengono deliberatamente distrutte e intere nazioni vengono spinte all’estinzione e alla decadenza. Noi abbiamo scelto la vita. La Russia è stata e rimane una roccaforte dei valori tradizionali su cui si regge la civiltà umana. La nostra scelta è sostenuta dalla maggioranza delle persone nel mondo, compresi milioni di persone nei Paesi occidentali.
È vero, oggi i tassi di natalità sono in calo in Russia e in molti altri Paesi. Secondo i demografi, questa sfida è legata ai cambiamenti sociali, economici, tecnologici, culturali e di percezione dei valori in tutto il mondo. I giovani ricevono un’istruzione, cercano di fare carriera e di migliorare le proprie condizioni di vita, lasciando i figli per il futuro.
È ovvio che l’economia e la qualità del settore sociale non sono gli unici fattori che influenzano la demografia e il tasso di natalità. Anche le scelte di vita incoraggiate in famiglia, dalla nostra cultura e dall’istruzione hanno un impatto enorme. Tutti i livelli di governo, la società civile e il clero di tutte le nostre religioni tradizionali devono contribuire a questo obiettivo.
Il sostegno alle famiglie con bambini è la nostra scelta morale fondamentale. La famiglia con più figli deve diventare una norma, la filosofia sociale di base e il fulcro della strategia statale. (Applausi) Mi unisco ai vostri applausi.
Dobbiamo garantire una crescita sostenibile del tasso di natalità entro i prossimi sei anni. Con questo obiettivo, prenderemo altre decisioni riguardanti il sistema educativo e lo sviluppo regionale ed economico. Parlerò del sostegno alle famiglie e del miglioramento della loro qualità di vita in quasi tutte le parti dell’Indirizzo. Abbiate pazienza, perché ho appena iniziato. Anche tutto ciò che ho già detto è importante, ma ora parlerò delle questioni più importanti.
Inizierò con una questione importante, per usare un eufemismo, ovvero il basso reddito di molte famiglie numerose. Nel 2000, più di 42 milioni di russi vivevano al di sotto della soglia di povertà, ma da allora la situazione è cambiata radicalmente. Alla fine dello scorso anno, il numero di persone che vivevano al di sotto della soglia di povertà è sceso a 13,5 milioni, che è comunque molto. Ma siamo costantemente impegnati a trovare una soluzione a questo problema.
Di recente sono state adottate diverse misure. Ad esempio, dal 1° gennaio 2023 è stato introdotto un assegno mensile unico per le famiglie a basso reddito. L’assegno è erogato dal momento della gravidanza della madre fino al compimento del 17° anno di età del bambino. L’anno scorso ne hanno beneficiato più di 11 milioni di persone.
Abbiamo semplificato drasticamente la procedura per la stipula di un contratto sociale, dando priorità alle famiglie numerose. Ora la domanda per un contratto sociale può essere presentata attraverso il sito web di Gosuslugi (servizi governativi) con una serie minima di documenti. Lavoreremo per ampliare la disponibilità di questo servizio, che richiederà un finanziamento supplementare di 100 miliardi di rubli. Questi fondi sono già stati accantonati. In generale, tutte le spese aggiuntive che menzionerò sono state messe a bilancio.
Per ribadire che la povertà rimane un problema acuto che oggi colpisce direttamente più del 9% della popolazione. Secondo gli esperti, il tasso di povertà tra le famiglie con molti figli è di circa il 30%. Dobbiamo fissare obiettivi chiari e raggiungerli con coerenza. Entro il 2030, il tasso di povertà complessivo in Russia dovrà essere inferiore al 7% e, per le famiglie numerose, non dovrà superare il 12%, ovvero meno della metà dell’attuale 30%. In altre parole, dobbiamo porre particolare enfasi sugli sforzi per ridurre la povertà, in primo luogo per le famiglie con molti figli.
So che sconfiggere la povertà non è facile e che si tratta di uno sforzo assolutamente sistemico e multivettoriale. Quindi, per ribadire, è importante assicurarsi che tutto ciò che facciamo in questo settore, e ogni strumento che utilizziamo, sia efficace ed efficiente e produca risultati reali e tangibili per la nostra gente e le nostre famiglie.
Abbiamo bisogno di uno sforzo ininterrotto volto a migliorare la qualità della vita delle famiglie con figli e a sostenere la natalità. Per raggiungere questo obiettivo, lanceremo un nuovo progetto nazionale intitolato “Famiglia”.
Parlerò ora di alcune iniziative specifiche.
Innanzitutto, oltre ai programmi federali, le regioni russe stanno attuando misure proprie per sostenere le famiglie con bambini. Vorrei soprattutto ringraziare i miei colleghi per questo lavoro e proporre di fornire ulteriore assistenza alle regioni in cui il tasso di natalità è inferiore alla media nazionale. Ciò è particolarmente importante per la Russia centrale e nordoccidentale. Nel 2022, 39 regioni avevano un tasso di fertilità totale inferiore alla media nazionale. Entro la fine del 2030, convoglieremo almeno 75 miliardi di rubli a queste regioni affinché possano aumentare i loro programmi di sostegno alla famiglia. I fondi inizieranno ad essere erogati l’anno prossimo.
In secondo luogo, l’anno scorso in Russia sono stati costruiti più di 110 milioni di metri quadrati di alloggi, ovvero il 50% in più rispetto al livello più alto dell’era sovietica, raggiunto nel 1987. All’epoca furono costruiti 72,8 milioni di metri quadrati, mentre ora il risultato è di 110 milioni.
Ma soprattutto, negli ultimi sei anni, milioni di famiglie russe si sono trasferite in alloggi più grandi o migliori; oltre 900.000 di loro hanno usufruito del programma di mutui per le famiglie – quello lanciato nel 2018, per intenderci. Nel corso del tempo abbiamo ampliato costantemente l’ammissibilità a questo programma, passando dalle famiglie con due o più figli a quelle con un solo figlio. Il programma continuerà fino a luglio 2024. Propongo di estenderlo ulteriormente fino al 2030, mantenendone i parametri di base. Particolare attenzione va prestata alle famiglie con bambini al di sotto dei sei anni; per queste famiglie il tasso d’interesse preferenziale del prestito rimarrà al sei per cento.
C’è dell’altro. Attualmente il governo sovvenziona 450.000 rubli del mutuo di una famiglia che ha un terzo figlio. Propongo di estendere questa misura fino al 2030. Quest’anno, questo piano di sostegno richiederà quasi 50 miliardi di rubli; l’importo aumenterà ulteriormente, ma abbiamo i soldi per farlo.
Il nostro obiettivo più ampio è quello di rendere gli alloggi in costruzione più accessibili per le famiglie e di garantire un rinnovamento del patrimonio abitativo del Paese a livello di sistema.
In terzo luogo, in Russia ci sono oltre due milioni di famiglie con tre o più figli. È ovvio che siamo molto orgogliosi di queste famiglie.
Ecco cosa volevo dire a questo proposito. Guardate questi numeri: sono cifre reali. Tra il 2018 e il 2022, il numero di famiglie con molti figli in Russia è aumentato del 26,8%, il che è un risultato positivo.
Ho firmato un ordine esecutivo che crea uno status nazionale unico per le famiglie con molti figli. È ciò che la gente chiedeva. Dobbiamo dare seguito alle sue disposizioni prendendo decisioni concrete a livello federale e regionale, naturalmente in linea con le aspirazioni dei cittadini.
Le famiglie con molti figli hanno tante cose di cui occuparsi, quindi i genitori devono avere più risorse a disposizione per affrontare le sfide quotidiane. Propongo di raddoppiare la detrazione fiscale che i genitori ottengono quando hanno il secondo figlio, portandola a 2.800 rubli al mese, e di aumentare questo beneficio per il terzo e per ogni figlio successivo a 6.000 rubli.
Che cosa significa? Faccio un esempio: una famiglia con tre figli potrà risparmiare 1.300 rubli al mese. Suggerisco inoltre di aumentare il reddito annuo conteggiato per questa detrazione da 350.000 a 450.000 rubli. E questa misura di sostegno deve essere applicata automaticamente, senza che le persone debbano farne richiesta.
Un discorso a parte merita l’indennità di maternità. Oggi i genitori possono ricevere 630.000 rubli alla nascita del primo figlio, e quando arriva il secondo la famiglia riceve altri 202.000 rubli. Abbiamo regolarmente adeguato questo sussidio all’inflazione. Per ora, il programma di capitale di maternità è destinato a scadere all’inizio del 2026, ma suggerisco di estenderlo almeno fino al 2030.
Colleghi,
vorrei ringraziare le fondazioni di beneficenza e le organizzazioni non profit di servizio alla comunità che aiutano gli anziani, le persone affette da varie malattie e i bambini disabili. Hanno fatto molto per sollevare la questione dell’assistenza a lungo termine a livello nazionale. Sono stati loro a sollevare costantemente questi problemi.
Credo che sia necessario stanziare più fondi federali per questo sistema e seguire un unico standard di assistenza elevato. Ciò include il miglioramento della sua disponibilità per circa mezzo milione di russi che hanno maggiormente bisogno di questo tipo di assistenza.
Entro il 2030, dobbiamo fare in modo che il 100% delle persone che hanno bisogno di questo tipo di assistenza a lungo termine possa beneficiarne.
Attualmente l’aspettativa di vita media in Russia ha superato i 73 anni. Siamo tornati al livello che avevamo prima della pandemia COVID-19. Entro il 2030, l’aspettativa di vita in Russia dovrebbe essere di almeno 78 anni e in futuro, come previsto, raggiungeremo il livello di oltre 80 anni.
Particolare attenzione va prestata alle aree rurali e alle regioni in cui l’aspettativa di vita è ancora inferiore alla media russa. Il progetto nazionale Vita lunga e attiva si concentrerà sul raggiungimento di questi obiettivi. È particolarmente importante prolungare il periodo di vita sana e attiva di una persona, in modo che possa godere delle attività familiari, stare con i propri cari, figli e nipoti.
Continueremo ad attuare progetti federali per combattere le malattie cardiovascolari, il cancro e il diabete.
Inoltre, propongo di lanciare un nuovo programma globale per proteggere la maternità e aiutare i bambini e gli adolescenti a mantenere una buona salute, compresa quella riproduttiva, assicurando che i bambini nascano sani e crescano come adulti sani, e producano bambini sani in futuro.
Le priorità del nuovo programma dovrebbero includere l’espansione della rete nazionale di cliniche per la salute delle donne e il potenziamento dei centri perinatali, delle cliniche pediatriche e degli ospedali. In totale, nei prossimi sei anni stanzieremo più di mille miliardi di rubli solo per la costruzione, la riparazione e l’equipaggiamento delle strutture sanitarie.
Il prossimo. Il numero di russi che praticano regolarmente attività sportive è aumentato in modo significativo negli ultimi anni. Questo è uno dei nostri principali risultati. Dobbiamo incoraggiare le persone che si assumono la responsabilità della propria salute. Già dal prossimo anno introdurremo detrazioni fiscali per coloro che si sottopongono regolarmente a visite mediche programmate e che superano con successo il test di idoneità fisica standard della GTO.
Ricordate questo slogan popolare? Tutti ricordano la battuta: “Smetti di bere – inizia a sciare!”. A quanto pare, il momento è arrivato. A proposito, per quanto riguarda il bere, abbiamo ottenuto un risultato notevole e positivo. Infatti, abbiamo ridotto in modo significativo il consumo di alcol, soprattutto di alcolici forti, senza imporre restrizioni estreme, il che dovrebbe certamente migliorare la salute della nazione.
Suggerisco di destinare i fondi federali alla costruzione di almeno 350 impianti sportivi aggiuntivi ogni anno nelle regioni, soprattutto nelle piccole città e nelle aree rurali. Ciò potrebbe includere strutture polivalenti e strutture che possono essere costruite rapidamente per essere utilizzate da bambini, adulti e famiglie. A questo scopo stanzieremo circa 65 miliardi di rubli di fondi federali nei prossimi sei anni.
Anche le università, gli istituti professionali, le scuole e le istituzioni prescolari devono creare le condizioni per fare sport. Tra l’altro, molti dei nostri asili aperti in epoca sovietica hanno bisogno di essere ristrutturati. L’anno prossimo lanceremo un importante programma di ristrutturazione. Ho sentito parlare di questo problema dalle persone con cui parlo continuamente.
Per quanto riguarda le scuole, circa 18.500 edifici hanno bisogno di riparazioni importanti. Aiuteremo le regioni a risolvere i problemi arretrati in questo settore, in modo da passare dalle riparazioni urgenti a quelle programmate. A giudicare dai risultati ottenuti finora, siamo sulla strada giusta. Complessivamente, stanzieremo oltre 400 miliardi di rubli per effettuare riparazioni importanti negli asili e nelle scuole.
Inoltre, propongo di rinnovare o aprire sale mediche nelle scuole che necessitano di questo tipo di servizio. Oggi, cioè nel 2022-2023, solo il 65% delle 39.000 scuole che abbiamo (e ne abbiamo 39.440 in totale), dispone di strutture mediche, il che significa che abbiamo un margine di miglioramento.
C’è un altro tema importante. Molte grandi città si stanno espandendo rapidamente, il che a sua volta aumenta il carico dei servizi sociali. Molte scuole hanno dovuto passare a turni doppi o addirittura tripli. Naturalmente si tratta di una sfida e dobbiamo affrontarla. Dovremo impegnare le risorse federali per risolvere questo problema, costruendo almeno 150 scuole e oltre 100 asili nelle città più colpite dal sovraffollamento degli istituti scolastici.
Colleghi,
i sogni e le conquiste dei nostri antenati sono alla nostra portata e possiamo esserne orgogliosi, mentre sono le aspirazioni delle nostre giovani generazioni a determinare il futuro del nostro Paese. La loro maturità, i loro successi, le loro linee guida morali, in grado di affrontare qualsiasi sfida, sono le più importanti garanzie della sovranità della Russia e della continuazione della nostra storia.
Propongo di consolidare l’esperienza positiva che abbiamo realizzato con la nostra politica giovanile e di lanciare quest’anno un nuovo progetto nazionale, la Gioventù della Russia. Questo progetto dovrebbe concentrarsi sul futuro del nostro Paese e lavorare per questo futuro. Questo è ciò che i nostri insegnanti considerano la loro vocazione, la loro grande missione, poiché si rendono conto di essere responsabili delle giovani generazioni, e siamo grati a loro per il loro lavoro disinteressato.
I mentori svolgono un ruolo importante nel far sentire i bambini parte di una squadra unita e nel fornire loro un sostegno nella vita. Propongo di istituire un sussidio federale di 5.000 rubli mensili per i consulenti dei direttori che li consultano sullo sviluppo dei bambini nelle scuole e negli istituti superiori, con data di inizio il 1° settembre 2024. Questa sarà una nuova misura di sostegno. Propongo inoltre di attuare una misura di sostegno per gli insegnanti di classe nelle scuole e per i supervisori di gruppi, sia negli istituti superiori che nelle scuole tecniche, nelle comunità con una popolazione inferiore a 100.000 persone. Queste comunità hanno bisogno di un’attenzione particolare e, di fatto, la maggior parte delle piccole città e dei villaggi della Russia rientra in questa categoria. Quindi, a partire dal 1° marzo 2024, propongo di raddoppiare a 10.000 rubli il compenso federale per la gestione delle classi e la supervisione dei gruppi per i lavoratori dell’istruzione che ne hanno diritto.
C’è un’altra cosa che vorrei aggiungere. Nel 2018, gli ordini esecutivi di maggio hanno stabilito i requisiti per la retribuzione degli insegnanti e degli altri dipendenti del settore pubblico sulla base di un reddito mensile medio da lavoro in una particolare regione della Russia. Queste disposizioni dei cosiddetti ordini esecutivi di maggio devono continuare a essere rigorosamente rispettate. Allo stesso tempo, dobbiamo migliorare il sistema di retribuzione del settore pubblico e aumentare i redditi dei suoi dipendenti.
La retribuzione media nell’economia varia da regione a regione, il che significa che i redditi delle persone nel settore pubblico sono talvolta molto diversi anche in entità vicine della federazione. Ma il lavoro di insegnanti e medici è difficile e richiede un’estrema responsabilità, indipendentemente dal luogo in cui si trovano. Senza dubbio, questa grande differenza di stipendio tra le regioni è ingiusta.
So che si tratta di una questione vecchia, complicata e ad alta intensità di capitale, se posso affrontarla in questo modo. Ne ho discusso con i miei colleghi delle agenzie federali, con i capi delle regioni, con gli insegnanti, i medici e altri professionisti. È chiaro che dobbiamo fare qualcosa.
Non entrerò nei dettagli ora, ma è certamente una questione complicata. I parlamentari e il Governo sanno di cosa sto parlando. Chiedo al Governo di coordinare nel 2025 un nuovo sistema di pagamento per i dipendenti pubblici nell’ambito dei progetti pilota esistenti nelle regioni e di adottare una decisione definitiva per l’intero Paese nel 2026.
Una questione a parte riguarda la creazione di ulteriori incentivi per attirare i giovani professionisti nelle scuole, dove vedranno opportunità professionali e di carriera. A tal fine, approveremo uno stanziamento mirato di oltre 9 miliardi di rubli dal bilancio federale per migliorare le infrastrutture delle università di formazione degli insegnanti.
Il nostro sistema di istruzione scolastica è sempre stato famoso per i suoi insegnanti innovativi e i suoi metodi di insegnamento unici. Saranno proprio i team di insegnanti di questo tipo a partecipare alla creazione di scuole orientate al futuro. La costruzione delle prime scuole di leadership di questo tipo inizierà quest’anno nelle regioni di Ryazan, Pskov, Belgorod, Nizhny Novgorod e Novgorod. Successivamente saranno costruite in tutti i distretti federali, in Estremo Oriente, in Siberia e nel Donbass. Complessivamente, apriremo 12 scuole di questo tipo entro il 2030.
Per quanto riguarda i contenuti educativi, il carico di lavoro dei nostri bambini deve essere ragionevole ed equilibrato. Non è assolutamente positivo che ai bambini venga insegnata una cosa durante le lezioni e che durante gli esami vengano chieste cose completamente diverse. Questa discrepanza, per usare un eufemismo, tra il programma di studi e le domande poste durante gli esami, che purtroppo si verifica, costringe i genitori ad assumere tutor privati, che non tutte le famiglie possono permettersi. Chiedo ai colleghi del Governo di collaborare con gli insegnanti e i genitori per risolvere questo evidentissimo problema.
A questo proposito, vorrei spendere qualche parola sull’Esame di Stato unificato, che come tutti sappiamo è oggetto di un ampio dibattito pubblico. È vero che il meccanismo dell’esame unificato deve essere migliorato.
Cosa propongo a questo punto? Propongo di fare un ulteriore passo avanti, dando ai diplomati una seconda possibilità. In particolare, essi avranno la possibilità di ripetere un esame in una delle materie dell’esame unificato prima che finisca il periodo di iscrizione all’università, in modo da poter ripresentare i nuovi voti. Tali questioni possono sembrare banali, ma in realtà sono molto importanti per i cittadini.
Colleghi,
l’anno scorso l’economia russa è cresciuta più velocemente di quella mondiale, superando non solo i principali Paesi dell’UE, ma anche tutte le economie del G7. A questo proposito, vorrei sottolineare che le enormi riserve create negli ultimi decenni hanno avuto un ruolo importante.
La quota delle industrie non legate ai beni di consumo nella struttura della crescita supera ormai il 90%, il che significa che l’economia è diventata più complessa e tecnologica, e quindi molto più sostenibile. La Russia è la più grande economia europea in termini di prodotto interno lordo e di parità di potere d’acquisto e la quinta economia mondiale.
Il ritmo e, soprattutto, la qualità della crescita consentono di sperare e persino di affermare che nel prossimo futuro saremo in grado di fare un ulteriore passo avanti e diventare la quarta economia mondiale. Questo tipo di crescita dovrebbe avere un effetto diretto sui redditi delle famiglie.
La quota dei salari sul PIL nazionale dovrebbe aumentare nei prossimi sei anni. Stiamo adeguando il salario minimo in anticipo rispetto ai tassi di inflazione e ai tassi medi di crescita dei salari nell’economia. A partire dal 2020, il salario minimo è aumentato del 50%, passando da 12.000 a 19.000 rubli al mese. Entro il 2030, il salario minimo sarà quasi raddoppiato a 35.000 rubli, il che farà sicuramente la differenza nel numero di prestazioni sociali e di stipendi nel settore pubblico ed economico.
Siamo consapevoli dei rischi e dei fattori che possono portare a un rallentamento della crescita economica e del nostro progresso in generale. Tra questi, in primo luogo, la carenza di personale qualificato e di tecnologie avanzate, o addirittura la totale mancanza di queste ultime in alcuni settori. Dobbiamo essere proattivi a questo proposito, quindi oggi discuterò in dettaglio questi due argomenti di importanza strategica.
Inizierò dal personale. La Russia ha una grande generazione di giovani. Stranamente, stiamo affrontando problemi demografici legati alla crescita della popolazione, ma abbiamo ancora una generazione giovane piuttosto numerosa. Nel 2030, questo Paese avrà 8,3 milioni di persone di età compresa tra i 20 e i 24 anni e 9,7 milioni, ovvero 2,4 milioni in più rispetto ad oggi, nel 2035. Senza dubbio, questo è il risultato delle misure demografiche degli anni precedenti, tra le altre cose.
È importante che gli adolescenti di oggi diventino professionisti pronti a lavorare nell’economia del XXI secolo. Questo è l’obiettivo del nuovo progetto nazionale Personnel.
Ne abbiamo discusso molto, ma abbiamo davvero bisogno di rafforzare il legame tra tutti i livelli di istruzione, dalla scuola all’università. Dovrebbero lavorare insieme per un risultato comune. Naturalmente, il coinvolgimento dei futuri datori di lavoro è importante. Quest’anno è stato lanciato un sistema di orientamento professionale in tutte le scuole del Paese. I ragazzi dalla sesta elementare in su possono familiarizzare con le diverse specializzazioni.
Ora sto esortando i direttori delle imprese, dei centri di ricerca e dei centri medici a incoraggiare i ragazzi delle scuole a visitarli. Fate vedere loro i laboratori, come mi è stato proposto di fare durante uno dei miei viaggi, i musei e i laboratori. Vi prego di partecipare a questo sforzo.
La promozione di una stretta collaborazione tra le istituzioni educative e l’economia reale ci ha guidato nel progetto Professionalitet per la promozione della formazione professionale. Ci ha permesso di aggiornare i programmi educativi per l’industria aeronautica, navale, farmaceutica, elettronica e della difesa, tra gli altri.
Dovremo formare circa un milione di lavoratori altamente qualificati per questi settori entro il 2028, assicurandoci che il sistema di formazione professionale nel suo complesso passi a questi approcci, anche in termini di sviluppo delle risorse umane per le scuole, gli ospedali, gli ambulatori, il settore dei servizi, il turismo, le istituzioni culturali e le industrie creative.
A parte ciò, sto incaricando il Governo di collaborare con le regioni per un programma di ristrutturazione e di equipaggiamento degli istituti di formazione professionale. Questo sforzo deve andare oltre la ristrutturazione delle strutture scolastiche e riguardare anche le strutture sportive, nonché i dormitori per gli studenti che servono queste scuole e istituti di formazione professionale. Per questi scopi stanzieremo 120 miliardi di rubli di fondi federali nei prossimi sei anni.
Inoltre, nei prossimi sei anni spenderemo altri 124 miliardi di rubli per effettuare importanti riparazioni in circa 800 dormitori universitari.
Per quanto riguarda l’istruzione superiore in generale, il nostro compito è quello di sviluppare centri di ricerca e di formazione in tutto il Paese. A tal fine, costruiremo 25 campus universitari entro il 2030. Ne abbiamo già parlato, ma è bene ripeterlo. Propongo di ampliare questo programma per costruire almeno 40 campus universitari di questo tipo.
A tal fine, dovremo stanziare circa 400 miliardi di rubli dal bilancio federale per garantire che gli studenti, i post-laureati, i docenti e le giovani famiglie abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno per studiare, lavorare e crescere i propri figli.
In generale, dobbiamo esaminare tutte le diverse situazioni che le giovani madri o i giovani genitori devono affrontare nella loro vita e utilizzare queste informazioni per perfezionare e migliorare i servizi pubblici, il settore sociale, l’assistenza sanitaria e le infrastrutture urbane e rurali. Chiedo al Governo e alla Regione di prestare la dovuta attenzione nel lavorare su questa agenda.
Proseguendo, nel discorso dello scorso anno ho annunciato importanti cambiamenti nel funzionamento del nostro sistema di istruzione superiore e ho parlato della necessità di utilizzare le migliori pratiche nazionali. Le basi del futuro successo in una professione vengono gettate nei primi anni di università, quando si insegnano le materie fondamentali. Credo che sia necessario offrire a chi insegna queste materie stipendi più alti. Pertanto, chiedo al Governo di suggerire modalità specifiche per realizzarlo e di lanciare un progetto pilota a partire dal 1° settembre.
Ciò richiederà risorse aggiuntive. Secondo le stime preliminari, si tratterebbe di circa 1,5 miliardi di euro per quest’anno e di 4,5 miliardi di euro per il futuro. Abbiamo tenuto conto di questi importi nelle nostre proiezioni.
È importante per noi rafforzare le capacità e la qualità del sistema nazionale di istruzione superiore, per sostenere le università che si sforzano di svilupparsi. Questi obiettivi vengono raggiunti dal nostro programma Priority 2030. I finanziamenti sono stati stanziati fino alla fine di quest’anno. Propongo di estenderlo per altri sei anni e di stanziare altri 190 miliardi di rubli.
I criteri di efficienza per le università partecipanti dovrebbero includere progetti di personale e tecnologia con le regioni, le industrie e il settore sociale della Russia, la creazione di aziende innovative e start-up efficaci e la capacità di attrarre studenti stranieri. Inoltre, valuteremo sicuramente tutte le università, i college e le scuole tecniche russe in base alla richiesta dei loro laureati da parte del mercato del lavoro e alla loro crescita salariale.
Amici,
Vorrei spendere qualche parola sulle basi tecnologiche dello sviluppo, e qui la scienza è certamente la pietra angolare. In occasione di un incontro con gli scienziati dell’Accademia delle Scienze russa, che quest’anno ha celebrato il suo 300° anniversario, ho detto che, anche nei periodi più difficili, la Russia non ha mai rinunciato ad affrontare i suoi imperativi fondamentali, ha sempre pensato al futuro, e noi dobbiamo fare lo stesso ora. In effetti, stiamo cercando di fare esattamente questo.
Ad esempio, nessun altro Paese al mondo possiede una gamma di mega strutture scientifiche come la Russia di oggi. Questi centri offrono opportunità uniche ai nostri scienziati e ai nostri partner, ricercatori di altri Paesi che invitiamo a collaborare.
L’infrastruttura scientifica russa è il nostro forte vantaggio competitivo, sia nel contesto della ricerca fondamentale che nella creazione di innovazioni per la farmaceutica, la biologia, la medicina, la microelettronica, la chimica e i nuovi materiali, nonché per i programmi spaziali.
Credo che dovremmo più che raddoppiare gli investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo, portandoli al 2% del PIL entro il 2030. Questo dovrebbe garantire alla Russia il ruolo di una delle principali potenze scientifiche del mondo.
Vorrei ribadire che le imprese private dovrebbero contemporaneamente aumentare gli investimenti nella scienza, raddoppiando almeno gli attuali programmi entro il 2030. Resta inteso che questi fondi devono essere spesi in modo efficace, devono essere funzionali al raggiungimento di un risultato specifico in ogni singolo progetto di ricerca. A questo proposito, dobbiamo utilizzare l’esperienza positiva dei nostri programmi federali di ricerca nel campo della genetica e dell’agricoltura, così come i progetti promossi dalla Fondazione russa per la scienza.
Alla luce degli obiettivi e delle sfide attuali, abbiamo adeguato la Strategia russa per lo sviluppo scientifico e tecnologico, che utilizziamo come punto di partenza per lanciare nuovi progetti nazionali di sovranità tecnologica. Vi elencherò le aree principali.
In primo luogo, dobbiamo essere indipendenti e possedere tutte le chiavi tecnologiche in aree sensibili, come la salvaguardia della salute pubblica e la sicurezza alimentare.
In secondo luogo, dobbiamo raggiungere la sovranità tecnologica in ambiti critici che determinano la resilienza della nostra economia in generale, come i mezzi di produzione e le macchine utensili, la robotica, tutti i modi di trasporto, i sistemi aerei, subacquei e di altro tipo senza equipaggio, l’economia dei dati, i materiali innovativi e la chimica.
In terzo luogo, dobbiamo creare prodotti competitivi a livello globale basati su innovazioni nazionali uniche, tra cui le tecnologie spaziali, nucleari e delle nuove energie. Dobbiamo iniziare a lavorare ora per creare un ambiente legale che favorisca le industrie e i mercati del futuro, per generare una domanda a lungo termine – almeno fino alla fine del decennio in corso – di prodotti ad alta tecnologia, in modo che le aziende abbiano regole coerenti da rispettare.
È inoltre indispensabile creare catene cooperative interne e piattaforme tecnologiche internazionali, avviare la produzione in serie di attrezzature e componenti propri e guidare l’esplorazione geologica verso la ricerca di materiali di terre rare e altre materie prime per la nuova economia. Abbiamo tutto questo.
Per ribadire che stiamo parlando di un punto d’appoggio strategico per il futuro, utilizziamo tutti gli strumenti e i meccanismi di sviluppo disponibili per raggiungere questi obiettivi e per garantire un finanziamento prioritario del bilancio. Esorto il Governo e l’Assemblea federale a tenerne conto nella stesura del bilancio. Vi prego di considerare sempre questo aspetto come una priorità assoluta.
I progetti di sovranità tecnologica devono diventare un motore per rinnovare la nostra industria e aiutare l’intera economia a raggiungere un livello avanzato di efficienza e competitività. Propongo di fissare l’obiettivo di aumentare del 150% la quota di beni e servizi high-tech sul mercato nazionale entro i prossimi sei anni e di aumentare di almeno due terzi il volume delle esportazioni di prodotti non di base e non energetici.
Citerò qualche altro dato. Nel 1999, la quota delle importazioni nel nostro Paese ha raggiunto il 26% del PIL, il che significa che le importazioni rappresentano quasi il 30% del nostro mercato. L’anno scorso la quota era del 19% del PIL, pari a 32 mila miliardi di rubli. Entro il 2030, dobbiamo raggiungere un livello di importazioni non superiore al 17% del PIL.
Ciò significa che dobbiamo produrre da soli molti più beni di consumo e altri beni, tra cui medicine, attrezzature, macchine utensili e veicoli. Non siamo in grado di produrre tutto, e non ne abbiamo bisogno, ma il Governo sa su cosa deve lavorare.
Vorrei sottolineare che nei prossimi sei anni il valore aggiunto lordo del settore manifatturiero dovrebbe aumentare di almeno il 40% rispetto al 2022. Questo sviluppo industriale accelerato implica la creazione di migliaia di nuove imprese e di moderni posti di lavoro altamente retribuiti.
Abbiamo già preparato una sorta di “menu” industriale. Le aziende che realizzano progetti industriali potranno scegliere misure di sostegno adeguate, accordi sulla protezione e sugli incentivi agli investimenti, contratti di investimento speciali, una piattaforma di investimento per cluster e simili. Abbiamo ideato e stiamo già attuando molti di questi strumenti. E svilupperemo ulteriormente questi meccanismi.
Nei prossimi sei anni stanzieremo inoltre 120 miliardi di rubli per sovvenzionare i progetti di R&S delle imprese e per rafforzare il sistema dei mutui industriali. Utilizzeremo questo programma anche per costruire e ristrutturare oltre 10 milioni di metri quadrati di superficie industriale.
A titolo di paragone, oltre al ritmo già raggiunto, vorrei aggiungere quanto segue.
Facciamo qualche paragone. Oggi in Russia si costruiscono circa quattro milioni di metri quadrati di superficie industriale all’anno. Si tratta di un indicatore sostanziale della modernizzazione delle nostre capacità industriali e, come ho già detto, costruiremo altri 10 milioni di metri quadrati.
Inoltre, investiremo 300 miliardi di rubli nel Fondo per lo sviluppo industriale. Quasi raddoppieremo il suo capitale e lo concentreremo sul sostegno ai progetti ad alta tecnologia. Almeno 200 miliardi di rubli saranno inoltre stanziati nell’ambito di una piattaforma per l’innovazione dei cluster per sovvenzionare i tassi di interesse dei progetti che producono prodotti industriali prioritari.
Propongo di aumentare la base di calcolo dell’ammortamento per stimolare la modernizzazione degli impianti industriali nel settore manifatturiero. L’importo sarà pari al 200% della spesa per attrezzature e R&S di produzione russa. Può sembrare noioso, ma vi spiego cosa significa. Se un’azienda acquista torni di fabbricazione russa per 10 miliardi di rubli, può ridurre la sua base imponibile di 20 milioni di rubli. Si tratta di un aiuto sostanziale.
Continueremo a sviluppare parchi tecnologici industriali incentrati sulle piccole e medie imprese nei settori tecnologici prioritari. È importante sfruttare i vantaggi dell’approccio a cluster, quando le aziende crescono insieme ai loro subappaltatori e fornitori, e la loro cooperazione avrà un effetto benefico su tutte le parti. Vorrei sottolineare al Governo che dobbiamo creare almeno 100 piattaforme di questo tipo entro il 2030. Esse fungeranno da punti di crescita su tutto il territorio nazionale e incoraggeranno gli investimenti.
Abbiamo fissato l’obiettivo di aggiungere il 70% agli investimenti nei settori chiave entro il 2030. Tra l’altro, abbiamo avuto una buona dinamica qui; molto buona, direi in effetti. Buona.
Nel 2021, la crescita cumulativa degli investimenti è stata dell’8,6%, a fronte di un obiettivo del 4,5%. Nel 2022 è stata del 15,9%, con un obiettivo del 9,5%. Nei primi nove mesi del 2023, l’aumento è stato del 26,6%, mentre il piano per l’anno era del 15,1%. Dobbiamo continuare ad avanzare rispetto al piano.
Il nostro sistema bancario e il mercato azionario devono garantire pienamente l’afflusso di capitali nell’economia, nel settore reale, anche attraverso il finanziamento di progetti e azioni. Nei prossimi due anni, progetti industriali per un valore di oltre 200 miliardi di rubli saranno sostenuti attraverso fondi azionari. In sostanza, ciò significa che la VEB.RF Development Corporation e diverse banche commerciali entreranno nel capitale sociale di aziende ad alta tecnologia e le assisteranno nella fase di crescita più attiva.
Ho già dato istruzioni per introdurre un regime speciale di IPO per le aziende che operano in settori prioritari ad alta tecnologia. Vorrei far notare ai miei colleghi del Ministero delle Finanze e della Banca Centrale che dobbiamo accelerare il lancio di questo meccanismo, compresa la compensazione dei costi aziendali associati alla fluttuazione dei titoli. Questo deve essere fatto senza indugio.
Ancora una volta, il mercato azionario russo deve svolgere un ruolo maggiore come fonte di investimento. La sua capitalizzazione dovrebbe raddoppiare entro il 2030, passando dall’attuale livello al 66% del PIL. Allo stesso tempo, è importante che i singoli abbiano l’opportunità di contribuire allo sviluppo della nazione, beneficiando al contempo dell’investimento dei propri risparmi in progetti a basso rischio.
Una decisione è già stata presa: gli investimenti volontari in fondi pensione non statali fino a 2,8 milioni di rubli saranno assicurati dallo Stato, il che significa che il rendimento è garantito.
Inoltre, i conti di investimento individuali a lungo termine saranno assicurati fino a 1,4 milioni di rubli. Estenderemo la detrazione fiscale unificata agli investimenti individuali in strumenti finanziari a lungo termine fino a 400.000 rubli all’anno.
Allo stesso tempo, ritengo opportuno lanciare un nuovo strumento noto come certificato di risparmio. Acquistando questo prodotto, le persone depositeranno i loro risparmi in banca per più di tre anni. Il certificato sarà irrevocabile; di conseguenza, le banche offriranno ai loro clienti un tasso di interesse più interessante. Inoltre, i titolari di certificati di risparmio avranno il loro denaro assicurato dallo Stato fino a 2,8 milioni di rubli, il doppio rispetto alla normale assicurazione sui depositi bancari.
Vorrei sottolineare che tutte le misure di sostegno statale agli investimenti, alla creazione e all’ammodernamento di impianti industriali, dovrebbero portare a salari più alti, a migliori condizioni di lavoro e a pacchetti sociali per i dipendenti.
Naturalmente, in linea di principio, le aziende russe devono operare all’interno della nostra giurisdizione nazionale e astenersi dal trasferire i propri fondi all’estero dove, a quanto pare, si può perdere tutto. Quindi ora io e i miei colleghi della comunità imprenditoriale dobbiamo organizzare sessioni di brainstorming per trovare il modo di aiutarli a recuperare i loro soldi. Per prima cosa, non trasferite il vostro denaro lì. In questo modo, non dovremo capire come recuperarlo.
Le imprese russe devono investire le loro risorse in Russia, nelle sue regioni, nello sviluppo delle aziende e nella formazione del personale. Il nostro Paese, forte e sovrano, offre loro una protezione senza pari per i loro beni e capitali.
La stragrande maggioranza dei dirigenti d’azienda dà priorità agli interessi nazionali e sono patrioti. Pertanto, le imprese che lavorano qui in Russia devono beneficiare della garanzia di inviolabilità delle loro proprietà, dei loro beni e dei loro nuovi investimenti. Naturalmente, gli investimenti nazionali e la protezione degli investimenti vanno di pari passo con la difesa dei diritti degli imprenditori, ed è nostro compito far sì che ciò diventi realtà. Questo servirà ai nostri interessi nazionali e alla società in generale, oltre che ai milioni di persone che lavorano per le aziende private, siano esse grandi imprese o PMI.
Lo dico da sempre, ma lo ripeto: nessuno, nessun funzionario governativo o agente delle forze dell’ordine, ha il diritto di molestare le persone, di infrangere la legge o di usarla per obiettivi personali ed egoistici. Dobbiamo essere presenti per le persone, per i nostri imprenditori – mi riferisco a loro in questo momento. Sono loro a creare posti di lavoro, a dare lavoro alle persone e a pagare i loro stipendi. Essere presenti per gli altri e aiutarli è il senso della missione del governo.
Colleghi,
le piccole e medie imprese stanno svolgendo un ruolo sempre più importante nel guidare la crescita economica. Oggi rappresentano oltre il 21% dei settori manifatturiero, turistico e informatico. Centinaia di marchi russi hanno dimostrato risultati eccezionali. L’anno scorso, in Russia sono state registrate 1,2 milioni di nuove PMI.
Vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che si tratta di un massimo di cinque anni. Le persone vogliono avviare le proprie attività e credono in se stesse, nel proprio Paese e nel proprio successo. Vorrei sottolineare che il numero di giovani imprenditori sotto i 25 anni è aumentato del 20% nel 2023. Oggi sono oltre 240.000.
Dobbiamo assicurarci di sostenere queste imprese creative e orientate al risultato per garantire che il reddito medio dei lavoratori delle PMI superi la crescita del PIL nei prossimi sei anni. Ciò significa che queste imprese devono migliorare la loro efficienza e fare un salto di qualità nelle loro prestazioni.
Ho già detto che dobbiamo eliminare le situazioni in cui l’espansione delle attività diventa una proposta perdente per le aziende perché devono passare da un quadro fiscale semplificato con le sue aliquote vantaggiose a un regime fiscale generale. Quando ciò accade, significa che lo Stato sta fondamentalmente promuovendo la frammentazione delle imprese o costringendole a utilizzare altri mezzi per ottimizzare i loro obblighi fiscali.
Chiedo al Governo di lavorare con i parlamentari sui termini di un’amnistia per le PMI che non hanno avuto altra scelta che affidarsi a schemi di ottimizzazione fiscale durante l’espansione delle loro attività.
Continua.

Qui il discorso integrale

Il discorso di Vladimir Putin sullo Stato della Nazione di oggi: una panoramica

gilbertdoctorow

29 febbraio

Oggi Vladimir Putin ha tenuto il suo discorso annuale all’Assemblea federale, l’organo legislativo bicamerale della Russia, di cui la Duma di Stato è la camera bassa. Oltre ai legislatori e agli amministratori del livello federale, tra i presenti, poco più di 1.200, c’erano anche i governatori regionali, i leader della società civile, cioè i rappresentanti delle organizzazioni di volontariato di importanza nazionale, e un nutrito contingente di militari attivi che hanno partecipato all’Operazione militare speciale.

Il discorso è durato poco più di due ore. Per comprenderne la magistrale costruzione, bisognava assistere fino alla fine, perché nella migliore tradizione retorica, Putin ha chiuso il cerchio. Ha aperto con un lungo segmento dedicato a coloro che combattono attivamente per conto della Russia nel Donbas e lungo tutta la linea di contatto con le forze nemiche, rischiando ogni giorno la vita per amore della Madrepatria. Questo segmento è culminato in un momento di silenzio in memoria di coloro che sono morti nelle SMO. E ha concluso il discorso con la sua visione di come coloro che si sono distinti sul campo di battaglia, coloro che hanno guidato gli uomini in imprese eroiche, saranno la nuova “élite” della società russa che occuperà le posizioni di vertice nel governo, negli affari e in altri ambiti.

Il pubblico principale del discorso era, ovviamente, al di fuori della sala Gostiny Dvor dove è stato pronunciato. Si è trattato di un discorso urbi et orbi, con molti che guardavano in tutto il mondo per avere indicazioni sulle future politiche della Russia in ogni ambito immaginabile. È stata una notizia ineludibile anche per i maggiori detrattori della Russia. La BBC, ad esempio, poco dopo ha scelto di informare il suo pubblico sulle osservazioni di Putin riguardo ai rischi di una guerra nucleare, in relazione alla reazione della Russia alla possibile introduzione in Ucraina di unità dell’esercito regolare provenienti dall’Europa occidentale. Il loro uomo a Mosca, Steven Rosenberg, che durante il discorso si è seduto nella sala stampa speciale fuori dall’auditorium principale, ha descritto il discorso in modo piuttosto sprezzante come un discorso di campagna elettorale, dato che i russi si recheranno alle urne per eleggere il loro presidente tra poco più di due settimane. Più in generale, gli analisti occidentali si soffermano su uno o più punti di un discorso che ha molti punti e non trasmettono l’atmosfera del discorso e ciò che dice sulla società russa e sul governo russo di oggi.

È proprio questa la missione che mi prefiggo ora: senza entrare nel dettaglio di ogni singolo punto del discorso di Putin, caratterizzare invece le priorità di questo governo oggi e per il futuro. Non indicherò le cifre assolute in rubli degli stanziamenti per questo o quel progetto nazionale in corso o nuovo che Putin ha illustrato. Al tasso di cambio attuale di 100 rubli=1 dollaro, quando Putin parla di finanziare una nuova iniziativa ad alta priorità con 1.000 miliardi di rubli, stiamo parlando di 10 miliardi di dollari (pochi spiccioli rispetto alle voci del bilancio federale degli Stati Uniti). Quando propone 100 miliardi di rubli per qualche altra causa meritevole, come il rinnovamento delle scuole rurali, ciò si traduce in un ancor più misero miliardo di dollari. Naturalmente, un miliardo di dollari in Russia comprerà molto di più di un miliardo di dollari negli Stati Uniti, ma non è questo il punto. Ciò che conta è la direzione in cui i suoi piedi e quelli del governo sono puntati.

*****

L’inequivocabile risultato del discorso di Putin è che la Russia è oggi un’economia sociale di mercato che si sforza di aumentare la durata e la qualità della vita della popolazione. La ben nota promozione statale russa dei “valori tradizionali” ha come fulcro l’incoraggiamento delle famiglie con tre o più figli. Questo viene presentato innanzitutto come una convalida della famiglia come elemento essenziale della società. Putin ammette liberamente che i salari russi sono molto bassi, anzi troppo bassi, e molte misure dei programmi sociali che ha introdotto e che propone di espandere in questo discorso sono finalizzate a mettere soldi in tasca a chi crea famiglie numerose attraverso sussidi in denaro e in natura.

Permettetemi di dire di sfuggita che non ci sono restrizioni sulle famiglie che vengono incoraggiate a moltiplicarsi. Non è un segreto che i musulmani in Russia, come altrove, abbiano attualmente più figli degli slavi dagli occhi azzurri. Non importa. Putin insiste sul fatto che ogni cittadino è ugualmente “russo” a prescindere dalla sua identità religiosa o etnica e questo è confermato dalle politiche demografiche del governo.

Negli anni passati, queste politiche demografiche si sono concentrate soprattutto sulla maternità. I premi per il “capitale di maternità” per il secondo e gli ulteriori bambini rimarranno in vigore fino al 2030, così come i prestiti ipotecari agevolati per aiutare le famiglie giovani e meno giovani a trasferirsi in alloggi di nuova costruzione che soddisfino le loro esigenze. Putin ha sottolineato che l’anno scorso la Russia ha prodotto il doppio degli alloggi residenziali (in metri quadrati) rispetto all’Unione Sovietica nel suo anno migliore, alla fine degli anni Ottanta.

Non ho sentito alcun accenno agli asili nido nel discorso di quest’anno, anche se Putin ha parlato di migliorare gli edifici delle scuole elementari e medie, di livellare gli stipendi degli insegnanti e dei medici in tutte le regioni della Federazione.

Dal discorso di Putin sui nuovi progetti nazionali, è chiaro che l’attenzione è ora rivolta anche ad aiutare i bambini che sono nati sotto l’egida di Putin e che oggi sono adolescenti. Un nuovo progetto nazionale si intitola Kadry, una parola ripresa dal francese che significa “personale”. Forse sarebbe meglio intendere questo progetto come “Risorse umane”, perché mira a migliorare notevolmente la formazione professionale, a far conoscere agli studenti delle scuole secondarie le fabbriche e altri luoghi di lavoro e ad aprire loro gli occhi sulle reali opportunità del mondo che hanno davanti. Nei prossimi sei anni di un nuovo mandato presidenziale verranno stanziati fondi per più che raddoppiare il numero di scuole di ingegneria nel Paese. L’obiettivo è quello di garantire che i milioni di posti di lavoro disponibili per professionisti altamente qualificati nell’industria trovino candidati adeguatamente preparati.

È interessante e significativo che l’attenzione di Vladimir Putin per gli interessi commerciali sia arrivata proprio alla fine del suo discorso. Ha chiesto di estendere l’attuale sospensione temporanea delle ispezioni amministrative alle imprese per verificare le violazioni delle norme fiscali e di altro tipo. Come sappiamo, tali ispezioni sono sempre state onerose e soggette ad abusi da parte di chi cercava tangenti. Le norme fiscali saranno riviste per facilitare la transizione dalle imprese in fase di avviamento a quelle a pieno titolo. Saranno adottate misure per rafforzare il ruolo delle borse nella raccolta di capitali per gli investimenti industriali. Le imprese saranno aiutate dal proseguimento dei grandi investimenti infrastrutturali federali in autostrade, ferrovie ad alta velocità, aeroporti rinnovati e una flotta commerciale nazionale ampliata, compreso il servizio sulla Northern Sea Route.

Non aggiungo altro. Ho trovato che la parte più impressionante del discorso fosse incentrata sulle persone, non sul fatto che Putin abbia ribadito la posizione dichiarata della Russia rispetto ai negoziati con gli Stati Uniti sulla stabilità strategica e su questioni simili di politica estera.

©Gilbert Doctorow, 2024

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Resoconto e commenti ad una intervista a Putin (12 di 12 parti), di Mike Hampton

 

Parte 1 – Storia (Putin e Tucker Carlson)

Tucker Carlson intervista il presidente Vladimir Putin.

9 FEBBRAIO

Nelle prime ore di questa mattina ho condiviso un articolo d’opinione e una trascrizione parziale dell’intervista di Tucker Carlson a Putin. Oltre a scrivere tantissimo, non ho mai pubblicato il testo completo per incoraggiarti a guardare il video.

Tuttavia, un abbonato tedesco ha appena sottolineato che il Cremlino ha reso disponibile la trascrizione. Con il “genio fuori dalla bottiglia”, spero che sarà più apprezzato se lo suddividerò in argomenti. In questo modo puoi scegliere ciò che ti interessa di più da condividere.

Tutto è iniziato con Putin più come insegnante e non come politico.

1200 ANNI FA

Tucker Carlson: Signor Presidente, grazie.

Il 22 febbraio 2022, quando è iniziato il conflitto in Ucraina, ti sei rivolto al tuo Paese nel tuo discorso nazionale e hai detto che agivi perché eri giunto alla conclusione che gli Stati Uniti attraverso la NATO avrebbero potuto avviare una citazione: “attacco a sorpresa contro i nostri Paese”. E alle orecchie americane questo suona paranoico. Spiegaci perché ritieni che gli Stati Uniti potrebbero colpire la Russia all’improvviso. Come ne sei giunto alla conclusione?

Guarda anche

Vladimir Putin: Non è che gli Stati Uniti avrebbero lanciato un attacco a sorpresa contro la Russia, non l’ho detto. Stiamo facendo un talk show o una conversazione seria?

Tucker Carlson: Era una bella citazione. Grazie, è terribilmente serio!

Vladimir Putin: Inizialmente hai studiato storia, per quanto ne so?

Tucker Carlson: Sì.

Vladimir Putin: Quindi, se non ti dispiace, mi prenderò solo 30 secondi o un minuto del tuo tempo per darti un po’ di contesto storico.

Tucker Carlson: Per favore.

Vladimir Putin: Vediamo da dove è iniziato il nostro rapporto con l’Ucraina. Da dove viene l’Ucraina?

Lo stato russo iniziò ad esistere come stato centralizzato nell’862. Questo è considerato l’anno della creazione dello stato russo perché quest’anno gli abitanti di Novgorod (una città nel nord-ovest del paese) hanno invitato Rurik, un Varangiano principe dalla Scandinavia, per regnare. Nel 1862, la Russia celebrò il millesimo anniversario della sua statualità e a Novgorod c’è un memoriale dedicato al millesimo anniversario del paese.

Nell’882, il successore di Rurik, il principe Oleg, che in realtà stava interpretando il ruolo di reggente presso il giovane figlio di Rurik perché Rurik era morto a quel tempo, venne a Kiev. Ha estromesso due fratelli che, a quanto pare, una volta erano stati membri della squadra di Rurik. Quindi, la Russia iniziò a svilupparsi con due centri di potere, Kiev e Novgorod.

La data successiva, molto significativa nella storia della Russia, fu il 988. Questo fu il Battesimo della Russia, quando il principe Vladimir, pronipote di Rurik, battezzò la Russia e adottò l’Ortodossia, o cristianesimo orientale. Da questo momento lo stato russo centralizzato cominciò a rafforzarsi. Perché? Per un unico territorio, legami economici integrati, una stessa lingua e, dopo il Battesimo della Russia, la stessa fede e governo del Principe. Lo stato russo centralizzato cominciò a prendere forma.

Nel Medioevo, il principe Yaroslav il Saggio introdusse l’ordine di successione al trono, ma dopo la sua morte tutto divenne complicato per vari motivi. Il trono non passò direttamente dal padre al figlio maggiore, ma dal principe defunto al fratello, quindi ai suoi figli in linee diverse. Tutto ciò portò alla frammentazione e alla fine della Rus’ come un unico stato. Non c’era niente di speciale in questo, la stessa cosa accadeva allora in Europa. Ma lo stato russo frammentato divenne una facile preda per l’impero creato in precedenza da Gengis Khan. I suoi successori, vale a dire Batu Khan, vennero in Rus, saccheggiarono e rovinarono quasi tutte le città. La parte meridionale, inclusa Kiev, tra l’altro, e alcune altre città, semplicemente persero l’indipendenza, mentre le città settentrionali conservarono parte della loro sovranità. Dovettero rendere omaggio all’Orda, ma riuscirono a preservare parte della loro sovranità. E poi cominciò a prendere forma uno stato russo unificato con il suo centro a Mosca.

La parte meridionale delle terre russe, compresa Kiev, cominciò gradualmente a gravitare verso un altro “magnete” – il centro che stava emergendo in Europa. Questo era il Granducato di Lituania. Fu anche chiamato Ducato lituano-russo, perché i russi costituivano una parte significativa della sua popolazione. Parlavano l’antica lingua russa ed erano ortodossi. Ma poi ci fu l’unificazione, l’unione del Granducato di Lituania e del Regno di Polonia. Qualche anno dopo fu firmata un’altra unione, ma questa volta già in ambito religioso. Alcuni sacerdoti ortodossi divennero subordinati al Papa. Pertanto, queste terre divennero parte dello stato polacco-lituano.

Per decenni i polacchi furono impegnati nella “polonizzazione” di questa parte della popolazione: vi introdussero la loro lingua, cercarono di radicare l’idea che questa popolazione non era esattamente russa, che poiché vivevano ai margini (u kraya) erano “ucraini”. In origine, la parola “ucraino” significava che una persona viveva alla periferia dello stato, vicino ai margini, o era impegnata nel servizio di frontiera. Non si riferiva ad alcun gruppo etnico in particolare.

Quindi i polacchi cercarono in tutti i modi di polonizzare questa parte delle terre russe e in realtà la trattarono piuttosto duramente, per non dire crudelmente. Tutto ciò ha portato al fatto che questa parte delle terre russe ha iniziato a lottare per i propri diritti. Scrissero lettere a Varsavia chiedendo che i loro diritti fossero rispettati e che le persone fossero inviate qui, anche a Kiev…

Tucker Carlson: Scusate, potete dirci in che periodo… sto perdendo il conto di dove siamo nella storia?

Vladimir Putin: Era il 13° secolo.

Ora racconterò cosa è successo più tardi e fornirò le date in modo che non ci sia confusione. E nel 1654, anche poco prima, le persone che detenevano il potere su quella parte delle terre russe, si rivolsero a Varsavia, ripeto, chiedendo che fossero rispettati i loro diritti e che inviassero loro governanti di origine russa e di fede ortodossa. Poiché Varsavia non ha risposto e di fatto ha respinto le loro richieste, si sono rivolti a Mosca affinché Mosca li portasse via.

Affinché tu non pensi che mi sto inventando delle cose… ti do questi documenti…

Tucker Carlson: Non sembra che tu lo stia inventando, ma non sono sicuro del motivo per cui sia rilevante per quello che è successo due anni fa.

Vladimir Putin: Ma questi sono comunque documenti d’archivio, copie. Ecco le lettere di Bogdan Khmelnitsky, l’uomo che allora controllava il potere in questa parte delle terre russe che ora si chiama Ucraina. Scrisse a Varsavia chiedendo che i loro diritti fossero rispettati e, dopo essere stato rifiutato, iniziò a scrivere lettere a Mosca chiedendo di prenderli sotto la forte mano dello zar di Mosca. Esistono copie di questi documenti. Li lascerò per il tuo buon ricordo. C’è una traduzione in russo, puoi tradurla in inglese più tardi.

La Russia non sarebbe d’accordo ad ammetterli subito, supponendo che ciò scatenerebbe una guerra con la Polonia. Tuttavia, nel 1654, lo Zemsky Sobor, che era un organo rappresentativo del potere dello stato dell’antica Russia, prese la decisione: quelle terre dell’antica Russia divennero parte dello zarismo della Moscovia.

Come previsto, iniziò la guerra con la Polonia. Durò 13 anni e poi fu conclusa una tregua. In totale, dopo quell’atto del 1654, 32 anni dopo, credo, fu concluso un trattato di pace con la Polonia, “la pace eterna”, come si diceva. E quelle terre, l’intera riva sinistra del Dnepr, inclusa Kiev, tornarono alla Russia, mentre l’intera riva destra del Dnepr rimase in possesso della Polonia.

Sotto il governo di Caterina la Grande, la Russia rivendicò tutte le sue terre storiche, anche a sud e a ovest. Tutto questo durò fino alla Rivoluzione. Prima della prima guerra mondiale, lo stato maggiore austriaco faceva affidamento sulle idee dell’ucrainizzazione e iniziò a promuovere attivamente le idee dell’Ucraina e dell’ucrainizzazione. Il loro motivo era ovvio. Poco prima della prima guerra mondiale si voleva indebolire il potenziale nemico e assicurarsi condizioni favorevoli nella zona di confine. Così l’idea emersa in Polonia secondo cui le persone residenti in quel territorio non sarebbero realmente russi, ma appartenessero piuttosto ad un gruppo etnico speciale, gli ucraini, iniziò ad essere propagata dallo stato maggiore austriaco.

Già nel 19° secolo apparvero i teorici che chiedevano l’indipendenza dell’Ucraina. Tutti però sostengono che l’Ucraina dovrebbe avere ottimi rapporti con la Russia. Hanno insistito su questo. Dopo la rivoluzione del 1917, i bolscevichi cercarono di restaurare lo stato e iniziò la guerra civile, comprese le ostilità con la Polonia. Nel 1921 fu proclamata la pace con la Polonia e in base a quel trattato la riva destra del fiume Dnepr fu nuovamente restituita alla Polonia.

Nel 1939, dopo che la Polonia collaborò con Hitler – collaborò con Hitler, si sa – Hitler offrì alla Polonia la pace e un trattato di amicizia e alleanza (abbiamo tutti i documenti rilevanti negli archivi), chiedendo in cambio che la Polonia restituisse alla Germania il cosiddetto Corridoio di Danzica, che collegava la maggior parte della Germania con la Prussia orientale e Konigsberg. Dopo la prima guerra mondiale questo territorio fu ceduto alla Polonia e al posto di Danzica emerse la città di Danzica. Hitler chiese loro di darlo amichevolmente, ma loro rifiutarono. Tuttavia collaborarono con Hitler e si impegnarono insieme nella spartizione della Cecoslovacchia.

Tucker Carlson: Posso chiederti… Stai sostenendo che l’Ucraina, alcune parti dell’Ucraina, l’Ucraina orientale, in effetti, sono state la Russia per centinaia di anni, perché non dovresti prenderla semplicemente quando sei diventato presidente 24 anni fa? Voi avete armi nucleari, loro no. In realtà è la tua terra. Perché hai aspettato così a lungo?

Vladimir Putin: Te lo dirò. Ci sto arrivando. Questo briefing volge al termine. Potrebbe essere noioso, ma spiega molte cose.

Tucker Carlson: Non è noioso.

Vladimir Putin: Bene. Bene. Sono così felice che tu lo apprezzi. Grazie.

Pertanto, prima della seconda guerra mondiale, la Polonia collaborò con Hitler e, sebbene non cedette alle sue richieste, partecipò comunque alla spartizione della Cecoslovacchia insieme a Hitler. Poiché i polacchi non avevano dato il corridoio di Danzica alla Germania, ed erano andati troppo oltre, spingendo Hitler a iniziare la seconda guerra mondiale attaccandoli. Perché il 1° settembre 1939 scoppiò la guerra contro la Polonia? La Polonia si rivelò intransigente e Hitler non poté fare altro che iniziare ad attuare i suoi piani con la Polonia.

A proposito, l’URSS – ho letto alcuni documenti d’archivio – si è comportata in modo molto onesto. Chiese il permesso alla Polonia di far transitare le sue truppe attraverso il territorio polacco per aiutare la Cecoslovacchia. Ma l’allora ministro degli Esteri polacco disse che se gli aerei sovietici avessero sorvolato la Polonia, sarebbero stati abbattuti sul territorio polacco. Ma non importa. Ciò che conta è che la guerra iniziò e la Polonia cadde preda delle politiche che aveva perseguito contro la Cecoslovacchia, poiché in base al noto patto Molotov-Ribbentrop, parte di quel territorio, compresa l’Ucraina occidentale, doveva essere ceduta alla Russia. Così la Russia, che allora si chiamava URSS, riconquistò le sue terre storiche.

Dopo la vittoria nella Grande Guerra Patriottica, come chiamiamo Seconda Guerra Mondiale, tutti quei territori furono infine consacrati come appartenenti alla Russia, all’URSS. Quanto alla Polonia, ricevette, apparentemente in compenso, le terre che originariamente erano tedesche: le parti orientali della Germania (queste sono ora le terre occidentali della Polonia). Naturalmente, la Polonia riacquistò l’accesso al Mar Baltico e a Danzica, alla quale venne nuovamente dato il nome polacco. Quindi fu così che si sviluppò questa situazione.

Nel 1922, quando venne fondata l’URSS, i bolscevichi iniziarono a costruire l’URSS e fondarono l’Ucraina sovietica, che prima non era mai esistita.

Tucker Carlson: Giusto.

Vladimir Putin: Stalin insisteva affinché quelle repubbliche fossero incluse nell’URSS come entità autonome. Per qualche ragione inspiegabile, Lenin, il fondatore dello Stato sovietico, insistette affinché avessero il diritto di ritirarsi dall’URSS. E, sempre per ragioni sconosciute, trasferì alla neonata Repubblica Sovietica d’Ucraina alcune terre insieme alle persone che vi abitavano, anche se quelle terre non erano mai state chiamate Ucraina; eppure facevano parte di quella Repubblica sovietica dell’Ucraina. Queste terre includevano la regione del Mar Nero, che fu ricevuta sotto Caterina la Grande e che non aveva alcun legame storico con l’Ucraina.

Anche se risaliamo al 1654, quando queste terre tornarono all’Impero russo, quel territorio aveva le dimensioni di tre o quattro regioni della moderna Ucraina, senza la regione del Mar Nero. Questo era completamente fuori questione.

Tucker Carlson: Nel 1654?

Vladimir Putin: Esattamente.

Parte 2 – L’Ucraina occidentale è Ungheria e Romania (Putin e Tucker Carlson)

Tucker Carlson intervista il presidente Vladimir Putin.

10 FEBBRAIO

“A Romania e Ungheria alcune delle loro terre sono state portate via e date all’Ucraina, e continuano a far parte dell’Ucraina. Quindi, in questo senso, abbiamo tutte le ragioni per affermare che l’Ucraina è uno Stato artificiale formato per volontà di Stalin”. – Mettere in

Tucker Carlson: Vedo che hai una conoscenza enciclopedica di questa regione. Ma perché per i primi 22 anni da presidente non ha sostenuto che l’Ucraina non era un vero paese?

Vladimir Putin: All’Ucraina sovietica è stata assegnata una grande quantità di territorio che non le era mai appartenuto, compresa la regione del Mar Nero. Ad un certo punto, quando la Russia li ricevette a seguito delle guerre russo-turche, furono chiamati “Nuova Russia” o Novorossiya. Ma non importa. Ciò che conta è che Lenin, il fondatore dello Stato sovietico, ha fondato l’Ucraina in questo modo. Per decenni, la Repubblica Sovietica Ucraina si sviluppò come parte dell’URSS e, ancora una volta, per ragioni sconosciute, i bolscevichi furono impegnati nell’ucrainizzazione. Non era semplicemente perché la leadership sovietica era composta in gran parte da persone originarie dell’Ucraina. Piuttosto, ciò si spiegava con la politica generale di indigenizzazione perseguita dall’Unione Sovietica. Le stesse cose furono fatte in altre repubbliche sovietiche. Ciò ha comportato la promozione delle lingue e delle culture nazionali, il che in linea di principio non è negativo. Così venne creata l’Ucraina sovietica.

Dopo la seconda guerra mondiale, l’Ucraina ricevette, oltre alle terre che prima della guerra appartenevano alla Polonia, parte delle terre che in precedenza appartenevano all’Ungheria e alla Romania (oggi conosciuta come Ucraina occidentale). Così alla Romania e all’Ungheria alcune delle loro terre furono portate via e cedute all’Ucraina e continuano a far parte dell’Ucraina. Quindi, in questo senso, abbiamo tutte le ragioni per affermare che l’Ucraina è uno stato artificiale, formato per volontà di Stalin.

Tucker Carlson: Credi che l’Ungheria abbia il diritto di riprendersi la sua terra dall’Ucraina? E che le altre nazioni hanno il diritto di tornare ai confini del 1654?

Vladimir Putin: Non sono sicuro se dovrebbero tornare ai confini del 1654, ma visti i tempi di Stalin, il cosiddetto regime di Stalin – che come molti sostengono ha visto numerose violazioni dei diritti umani e dei diritti di altri stati – si potrebbe dire che possano reclamare quelle loro terre, pur non avendone il diritto, è quanto meno comprensibile…

Tucker Carlson: Ha detto a Viktor Orbán che può avere una parte dell’Ucraina?

Vladimir Putin: Mai. Non gliel’ho mai detto. Nemmeno una volta. Non ne abbiamo nemmeno parlato, ma so per certo che gli ungheresi che vivono lì volevano tornare nella loro terra storica.

Inoltre, vorrei condividere con voi una storia molto interessante, sto divagando, è personale. Da qualche parte nei primi anni ’80, ho fatto un viaggio in macchina dall’allora Leningrado (oggi San Pietroburgo) attraverso l’Unione Sovietica attraverso Kiev, ho fatto tappa a Kiev e poi sono andato nell’Ucraina occidentale. Sono andato nella città di Beregovoye, e tutti i nomi delle città e dei villaggi erano in russo e in una lingua che non capivo, in ungherese. In russo e in ungherese. Non in ucraino – in russo e in ungherese.

Stavo attraversando una specie di villaggio e c’erano uomini seduti accanto alle case e indossavano abiti neri a tre pezzi e cappelli a cilindro neri. Ho chiesto: “Sono una specie di intrattenitori?”. Mi è stato detto: “No, non sono intrattenitori”. Sono ungheresi. ‘Ho detto: ‘Cosa ci fanno qui?’ – ‘Cosa intendi? Questa è la loro terra, vivono qui.’ Questo accadde durante il periodo sovietico, negli anni ’80. Conservano la lingua ungherese, i nomi ungheresi e tutti i costumi nazionali. Sono ungheresi e si sentono ungheresi. E ovviamente, quando ora c’è un’infrazione….

Tucker Carlson: E comunque ce n’è parecchio, credo. Molte nazioni si sentono sconvolte – ci sono transilvani così come te, altri, lo sai – ma molte nazioni si sentono frustrate dai loro confini ridisegnati dopo le guerre del 20° secolo, e dalle guerre che risalgono a mille anni fa, quelle che tu menzione, ma il fatto è che non hai reso pubblico questo caso fino a febbraio di due anni fa, e nel caso che hai presentato, che ho letto oggi, spieghi ampiamente che pensavi fosse una minaccia fisica proveniente dall’Occidente e la NATO, inclusa una potenziale minaccia nucleare, ed è questo che ti ha spinto a muoverti. È una descrizione corretta di ciò che hai detto?

Vladimir Putin: Capisco che i miei lunghi discorsi probabilmente non rientrano nel genere dell’intervista. Per questo all’inizio ti ho chiesto: “Faremo un discorso serio o uno spettacolo?”. Hai detto: un discorso serio. Quindi abbi pazienza, per favore.

Parte 3 – “Noi [Russia] non eravamo i benvenuti” (Putin e Tucker Carlson)

Tucker Carlson intervista il presidente Vladimir Putin.

10 FEBBRAIO

Putin continua…

Stiamo arrivando al punto in cui è stata fondata l’Ucraina sovietica. Poi, nel 1991, l’Unione Sovietica crollò. E tutto ciò che la Russia ha generosamente concesso all’Ucraina è stato “trascinato via” da quest’ultima.

FINE DELL’UNIONE SOVIETICA

“Se non mi ascolti, non metterò mai più piede a Mosca.” – Putin parafrasa Egon Bahr

Vengo ad un punto molto importante dell’ordine del giorno di oggi. Dopotutto, il crollo dell’Unione Sovietica è stato effettivamente avviato dalla leadership russa. Non capisco su cosa fosse guidata la leadership russa in quel momento, ma sospetto che ci fossero diverse ragioni per pensare che tutto sarebbe andato bene.

In primo luogo, penso che l’allora leadership russa credesse che i fondamenti della relazione tra Russia e Ucraina fossero: in effetti, una lingua comune – più del 90% della popolazione parlava russo; legami familiari: una persona su tre aveva qualche tipo di legame familiare o di amicizia; cultura comune; storia comune; infine, la fede comune; coesistenza all’interno di un unico stato per secoli; ed economie profondamente interconnesse. Tutti questi erano così fondamentali. Tutti questi elementi insieme rendono inevitabili le nostre buone relazioni.

Il secondo punto è molto importante. Voglio che anche tu, come cittadino americano, e i tuoi telespettatori ne venga a conoscenza. L’ex leadership russa riteneva che l’Unione Sovietica avesse cessato di esistere e quindi non esistessero più linee di divisione ideologiche. La Russia ha addirittura acconsentito, volontariamente e in modo proattivo, al crollo dell’Unione Sovietica e credeva che ciò sarebbe stato interpretato dal cosiddetto (ora tra virgolette) “Occidente civilizzato” come un invito alla cooperazione e all’associazione. Questo è ciò che la Russia si aspettava sia dagli Stati Uniti che dal cosiddetto Occidente collettivo nel suo insieme.

C’erano persone intelligenti, anche in Germania. Egon Bahr, un importante politico del Partito socialdemocratico, che nei suoi colloqui personali con la leadership sovietica sull’orlo del crollo dell’Unione Sovietica, ha insistito sulla necessità di instaurare un nuovo sistema di sicurezza in Europa. Dovrebbe essere dato aiuto per unificare la Germania, ma dovrebbe anche essere istituito un nuovo sistema che includa Stati Uniti, Canada, Russia e altri paesi dell’Europa centrale. Ma la NATO non ha bisogno di espandersi. Questo è quello che ha detto: se la NATO si espandesse, tutto sarebbe esattamente come durante la Guerra Fredda, solo più vicino ai confini della Russia. È tutto. Era un vecchio saggio, ma nessuno lo ascoltava. Infatti una volta si arrabbiò (abbiamo una registrazione di questa conversazione nei nostri archivi): “Se, disse, non mi ascolti, non metterò mai più piede a Mosca”. Era frustrato con la leadership sovietica. Aveva ragione, tutto è successo proprio come aveva detto.

Tucker Carlson: Beh, certo, si è avverato e ne hai parlato molte volte. Penso che sia un punto giusto. E molti in America pensavano che le relazioni tra Russia e Stati Uniti sarebbero andate bene dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Ma è successo il contrario. Ma non ho mai spiegato perché pensi che ciò sia accaduto, se non per dire che l’Occidente teme una Russia forte. Ma abbiamo una Cina forte di cui l’Occidente non sembra avere molta paura. Che dire della Russia? Cosa pensi abbia convinto i politici ad abbatterlo?

“L’Occidente ha paura di una Cina forte più di quanto teme una Russia forte perché la Russia ha 150 milioni di persone e la Cina ne ha 1,5 miliardi”.

Vladimir Putin: L’Occidente ha paura di una Cina forte più di quanto tema una Russia forte perché la Russia ha 150 milioni di abitanti, e la Cina ha 1,5 miliardi di abitanti, e la sua economia sta crescendo a passi da gigante – oltre il 5% all’anno, prima era ancora di più. Ma per la Cina questo basta. Come disse una volta Bismark, i potenziali sono molto importanti. Il potenziale della Cina è enorme: oggi è la più grande economia del mondo in termini di parità di potere d’acquisto e dimensioni dell’economia. Ha già superato gli Stati Uniti, parecchio tempo fa, e sta crescendo rapidamente.

Non parliamo di chi ha paura di chi, non ragioniamo in questi termini. E veniamo al fatto che dopo il 1991, quando la Russia si aspettava di essere accolta nella famiglia fraterna delle “nazioni civilizzate”, non è successo niente del genere. Ci avete ingannato (non parlo di voi personalmente quando dico “voi”, ovviamente parlo degli Stati Uniti), la promessa era che la NATO non si sarebbe espansa verso est, ma è successo cinque volte, ce n’erano cinque ondate di espansione. Tolleravamo tutto questo, cercavamo di persuaderli, dicevamo: “Per favore, no, ora siamo borghesi come voi, siamo un’economia di mercato e non esiste il potere del Partito Comunista. Negoziamo”. Inoltre, l’ho già detto pubblicamente in passato (guardiamo ora ai tempi di Eltsin), c’è stato un momento in cui una certa spaccatura ha iniziato a crescere tra noi. Prima di ciò, Eltsin venne negli Stati Uniti, ricordate, parlò al Congresso e disse le belle parole: “Dio benedica l’America”. Tutto quello che ha detto erano segnali: fateci entrare.

Gli USA BOMBARDANO ILLEGALMENTE LA SERBIA

“Sono stati gli Stati Uniti a far uscire il genio dalla bottiglia”. – Mettere in

Ricordatevi gli sviluppi in Jugoslavia. Prima di ciò, Eltsin era stato elogiato. Non appena sono iniziati gli sviluppi in Jugoslavia, ha alzato la voce in sostegno dei serbi , e noi non potevamo che alzare la voce per i serbi in loro difesa. Capisco che lì fossero in corso processi complessi, lo so. Ma la Russia non ha potuto fare a meno di alzare la voce a sostegno dei serbi, perché anche i serbi sono un popolo speciale e vicino a noi, con la cultura ortodossa e così via. È una nazione che ha sofferto così tanto per generazioni. In ogni caso, l’importante è che Eltsin abbia espresso il suo sostegno. Cosa hanno fatto gli Stati Uniti? In violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite ha cominciato a bombardare Belgrado.

Sono stati gli Stati Uniti a far uscire il genio dalla lampada. Inoltre, quando la Russia ha protestato ed espresso il suo risentimento, cosa è stato detto? La Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale sono diventati obsoleti. Adesso tutti invocano il diritto internazionale, ma allora cominciarono a dire che tutto era superato, tutto andava cambiato.

Certo, alcune cose vanno cambiate perché sono cambiati gli equilibri di potere, è vero, ma non in questo modo. Eltsin fu subito trascinato nel fango, accusato di alcolismo, di non capire nulla, di non sapere nulla. Ha capito tutto, te lo assicuro.

PUTIN DIVENTA PRESIDENTE

Ebbene, sono diventato presidente nel 2000. Ho pensato: okay, la questione jugoslava è finita, ma dovremmo cercare di ristabilire i rapporti. Riapriamo la porta che la Russia aveva tentato di varcare.

E del resto l’ho detto pubblicamente, posso ribadirlo. In un incontro qui al Cremlino con il presidente uscente Bill Clinton, proprio qui nella stanza accanto, gli ho detto, gli ho chiesto: “Bill, pensi che se la Russia chiedesse di aderire alla NATO, pensi che accadrebbe? ” All’improvviso ha detto: “Sai, è interessante, penso di sì”. Ma la sera, quando abbiamo cenato, ha detto: “Sai, ho parlato con la mia squadra, no-no, ora non è possibile .“

Puoi chiederlo a lui, penso che guarderà la nostra intervista, lo confermerà. Non avrei detto una cosa del genere se non fosse successo. Ok, beh, adesso è impossibile.

Tucker Carlson: Eri sincero? Saresti entrato nella NATO?

Vladimir Putin: Guarda, ho posto la domanda: “È possibile o no?” E la risposta che ho ottenuto è stata no. Se non fossi sincero nel desiderio di scoprire quale fosse la posizione della leadership…

Tucker Carlson: Ma se avesse detto di sì, avresti aderito alla NATO?

Vladimir Putin: Se avesse detto sì, il processo di riavvicinamento sarebbe iniziato, e alla fine ciò sarebbe potuto accadere se avessimo visto qualche desiderio sincero da parte dei nostri partner. Ma non è successo. Beh, no significa no, okay, va bene.

Tucker Carlson: Perché pensi che sia così? Giusto per arrivare al movente. Lo so, sei chiaramente amareggiato per questo. Capisco. Ma perché pensi che l’Occidente ti abbia respinto allora? Perché l’ostilità? Perché la fine della Guerra Fredda non ha risolto il rapporto? Cosa motiva tutto questo dal tuo punto di vista?

Vladimir Putin: Hai detto che ero amareggiato per la risposta. No, non è amarezza, è solo una constatazione di fatto. Non siamo la sposa e lo sposo, amarezza, risentimento, non si tratta di questo tipo di questioni in tali circostanze. Ci siamo semplicemente resi conto che lì non eravamo i benvenuti, tutto qui. Ok bene. Ma costruiamo i rapporti in un altro modo, cerchiamo un terreno comune altrove. Perché abbiamo ricevuto una risposta così negativa, dovresti chiedere al tuo leader. Posso solo immaginare il perché: un paese troppo grande, con le proprie opinioni e così via. E gli Stati Uniti: ho visto come vengono risolti i problemi nella NATO.

GLI USA CONTROLLANO LA NATO

“Pensi che la CIA stia cercando di rovesciare il tuo governo?” – Tucker Carlson

Vi farò ora un altro esempio, riguardante l’Ucraina. La leadership americana esercita pressioni e tutti i membri della NATO votano obbedientemente, anche se qualcosa non gli piace.

Ora vi dirò cosa è successo a questo proposito con l’Ucraina nel 2008, anche se se ne sta discutendo, non vi svelerò un segreto, non vi dirò nulla di nuovo. Tuttavia, in seguito, abbiamo cercato di costruire relazioni in modi diversi. Ad esempio, durante gli eventi in Medio Oriente, in Iraq, stavamo costruendo relazioni con gli Stati Uniti in modo molto morbido, prudente e cauto.

Ho ripetutamente sollevato la questione secondo cui gli Stati Uniti non dovrebbero sostenere il separatismo o il terrorismo nel Caucaso settentrionale. Ma hanno continuato a farlo comunque. E il sostegno politico, informativo, finanziario e persino militare venne dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti ai gruppi terroristici nel Caucaso.

Una volta ho sollevato la questione con il mio collega, anche lui presidente degli Stati Uniti. Dice: “È impossibile! Hai delle prove?” Ho detto: “Sì”. Ero preparato per questa conversazione e gli ho dato quella prova. Lo guardò e, sai cosa disse? Mi scuso, ma è quello che è successo, cito. Dice: “Beh, gli prenderò a calci in culo”. Abbiamo aspettato e aspettato una risposta, ma nessuna risposta.

Ho detto al direttore dell’FSB: “Scrivi alla CIA. Qual è il risultato della conversazione con il Presidente?” Ha scritto una, due volte, e poi abbiamo ricevuto una risposta. Abbiamo la risposta nell’archivio. La CIA ha risposto: “Abbiamo lavorato con l’opposizione in Russia. che questa è la cosa giusta da fare e continueremo a farlo.” Semplicemente ridicolo. Bene, va bene. Ci siamo resi conto che era fuori questione.

Tucker Carlson: Forze opposte a te? Pensi che la CIA stia cercando di rovesciare il tuo governo?

Vladimir Putin: Naturalmente in quel caso si riferivano ai separatisti, ai terroristi che hanno combattuto con noi nel Caucaso. Così chiamavano l’opposizione. Questo è il secondo punto.

GARA MISSILIstica

“Ho proposto che Stati Uniti, Russia ed Europa creino congiuntamente un sistema di difesa missilistica”. – Mettere in

Il terzo momento, molto importante, è quello in cui è stato creato il sistema di difesa missilistica statunitense (ABM). L’inizio.

Abbiamo convinto per molto tempo a non farlo negli Stati Uniti. Inoltre, dopo essere stato invitato dal padre di Bush Jr., Bush Sr., a visitare la sua casa sull’oceano, ho avuto una conversazione molto seria con il presidente Bush e la sua squadra. Ho proposto che Stati Uniti, Russia ed Europa creino congiuntamente un sistema di difesa antimissile che, a nostro avviso, se creato unilateralmente, minaccerebbe la nostra sicurezza, nonostante il fatto che gli Stati Uniti abbiano ufficialmente affermato che sarebbe stato creato contro le minacce missilistiche provenienti dall’Iran. Questa era la giustificazione per lo spiegamento del sistema di difesa missilistica.

Ho suggerito di lavorare insieme: Russia, Stati Uniti ed Europa. Hanno detto che era molto interessante. Mi hanno chiesto: “Dici sul serio?”. Ho risposto: “Assolutamente”.

Tucker Carlson: Posso chiederti che anno era questo?

Vladimir Putin: Non ricordo. È facile scoprirlo su Internet, quando ero negli USA su invito di Bush Sr. È ancora più facile imparare da qualcuno, di cui vi racconto.

Mi è stato detto che era molto interessante. Ho detto: “Immagina se potessimo affrontare insieme una sfida di sicurezza così globale e strategica. Il mondo cambierebbe. Probabilmente avremo delle controversie, probabilmente economiche e anche politiche, ma potremmo cambiare drasticamente la situazione nel mondo.“ Lui dice: ”Sì.“ E chiede: ”Dici sul serio?“. Ho detto: “Naturalmente”. “Dobbiamo pensarci”, mi è stato detto. Ho detto: “Vai avanti, per favore”.

Poi vennero qui, in questo gabinetto, il Segretario alla Difesa R.Gates, ex direttore della CIA, e il Segretario di Stato C.Rice. Proprio qui, a questo tavolo, si sedettero da questa parte. Io, il ministro degli Esteri, il ministro della Difesa russo – da quella parte. Mi hanno detto: “Sì, ci abbiamo pensato, siamo d’accordo”. Ho detto: “Grazie a Dio, fantastico.” – “Ma con alcune eccezioni.”

Tucker Carlson: Quindi, per due volte hai descritto i presidenti degli Stati Uniti prendere decisioni e poi essere indeboliti dai capi delle loro agenzie . Quindi, da quanto racconti, sembra che tu stia descrivendo un sistema che non è gestito dalle persone elette.

Vladimir Putin: Esatto, esatto. Alla fine ci hanno semplicemente detto di perderci. Non vi dirò i dettagli perché penso che non sia corretto, dopotutto è stata una conversazione confidenziale. Ma la nostra proposta è stata rifiutata, questo è un dato di fatto.

Fu proprio allora che dissi: ”Guarda, ma poi saremo costretti a prendere delle contromisure. Creeremo sistemi di attacco che supereranno sicuramente i sistemi di difesa missilistica.“ La risposta è stata: “Non lo stiamo facendo contro di voi, e voi fate quello che volete, supponendo che non sia contro di noi, non contro gli Stati Uniti“. Ho detto: “Va bene”.

Molto bene, è andata così. E abbiamo creato sistemi ipersonici, con portata intercontinentale, e continuiamo a svilupparli. Ora siamo davanti a tutti – gli Stati Uniti e altri paesi – in termini di sviluppo di sistemi di attacco ipersonici e li miglioriamo ogni giorno.

Ma non siamo stati noi, abbiamo proposto di andare dall’altra parte e siamo stati respinti.

Parte 4 – NATO e Ucraina scatenano la guerra civile (Putin e Tucker Carlson)
Tucker Carlson intervista il Presidente Vladimir Putin.
MIKE HAMPTON
10 FEB

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“Non abbiamo iniziato questa guerra nel 2022. Questo è un tentativo di fermarla”.

Ora, riguardo all’espansione della NATO a est. Beh, ci era stato promesso: niente NATO a est, neanche un centimetro a est, come ci era stato detto. E poi? Hanno detto: “Beh, non è scritto sulla carta, quindi ci espanderemo”. Così ci sono state cinque ondate di espansione, gli Stati baltici, l’intera Europa orientale e così via.

E ora vengo al punto principale: alla fine sono arrivati in Ucraina. Nel 2008, al vertice di Bucarest, hanno dichiarato che le porte dell’Ucraina e della Georgia per entrare nella NATO erano aperte.

Ora, per quanto riguarda il modo in cui vengono prese le decisioni in quella sede, la Germania e la Francia sembravano contrarie. La Germania e la Francia sembravano contrarie, così come altri Paesi europei. Ma poi, come si è scoperto in seguito, il Presidente Bush, che è un uomo duro, un politico duro, come mi è stato detto in seguito, “ha esercitato pressioni su di noi e abbiamo dovuto accettare”. È ridicolo, sembra di essere all’asilo. Dove sono le garanzie? Che asilo è questo, che tipo di persone sono queste, chi sono? Vedete, sono stati pressati, hanno accettato. E poi dicono: “L’Ucraina non sarà nella NATO”. Io dico: “Non lo so, so che avete accettato nel 2008, perché non lo farete in futuro?”. “Beh, allora ci hanno fatto pressione”. E io: “Perché non vi faranno pressione domani? E sarete di nuovo d’accordo”.

Beh, non ha senso. Con chi si deve parlare, proprio non capisco. Siamo pronti a parlare. Ma con chi? Dove sono le garanzie? Nessuna.

Quindi, hanno iniziato a sviluppare il territorio dell’Ucraina. Vi ho raccontato il contesto, come si è sviluppato questo territorio, che tipo di relazioni c’erano con la Russia. Una persona su due o tre ha sempre avuto legami con la Russia. E durante le elezioni in un’Ucraina già indipendente e sovrana, che ha ottenuto l’indipendenza grazie alla Dichiarazione d’Indipendenza e che, tra l’altro, dice che l’Ucraina è uno Stato neutrale, nel 2008 le sono state improvvisamente aperte le porte della NATO. Ma dai! Non è così che ci siamo accordati. Ora, tutti i presidenti che sono saliti al potere in Ucraina hanno fatto affidamento su un elettorato con un buon atteggiamento nei confronti della Russia, in un modo o nell’altro. Questo è il sud-est dell’Ucraina, questo è un gran numero di persone. È stato molto difficile dissuadere questo elettorato, che aveva un atteggiamento positivo nei confronti della Russia.

Viktor Yanukovych è salito al potere, e come: la prima volta che ha vinto dopo il Presidente Kuchma – hanno organizzato un terzo turno, che non è previsto dalla Costituzione dell’Ucraina. Questo è un colpo di Stato. Immaginate che a qualcuno negli Stati Uniti non piacerebbe il risultato…

Tucker Carlson: nel 2014?

Vladimir Putin: Prima. No, questo era prima. Dopo il presidente Kuchma, Viktor Yanukovich vinse le elezioni. Tuttavia, i suoi oppositori non hanno riconosciuto questa vittoria, gli Stati Uniti hanno sostenuto l’opposizione ed è stato fissato il terzo turno. Che cos’è questo? È un colpo di Stato. Gli Stati Uniti lo hanno sostenuto e il vincitore del terzo turno è salito al potere. Immaginate se negli Stati Uniti qualcosa non piacesse a qualcuno e si organizzasse un terzo turno elettorale, che la Costituzione americana non prevede, eppure è stato fatto in Ucraina. Ok, Viktor Yushchenko, considerato un politico filo-occidentale, è salito al potere. Bene, abbiamo costruito relazioni anche con lui. È venuto a Mosca in visita, abbiamo visitato Kiev. Anch’io l’ho visitata. Ci siamo incontrati in un contesto informale. Se è filo-occidentale, così sia. Va bene, lasciamo che le persone facciano il loro lavoro. La situazione dovrebbe svilupparsi all’interno dell’Ucraina indipendente. A seguito della leadership di Kuchma, le cose sono peggiorate e alla fine è salito al potere Viktor Yanukovich.

Forse non è stato il miglior presidente e politico. Non lo so, non voglio dare valutazioni. Tuttavia, è emersa la questione dell’associazione con l’UE. Siamo sempre stati indulgenti su questo punto: fate come volete. Ma quando abbiamo letto il trattato di associazione si è rivelato un problema per noi, poiché avevamo una zona di libero scambio e frontiere doganali aperte con l’Ucraina che, in base a questa associazione, doveva aprire le sue frontiere all’Europa, il che avrebbe potuto portare all’inondazione del nostro mercato.

Abbiamo detto: “No, non funzionerà. Allora chiuderemo le frontiere con l’Ucraina”. Le frontiere doganali, cioè. Yanukovich iniziò a calcolare quanto l’Ucraina avrebbe guadagnato e quanto avrebbe perso e disse ai suoi partner europei: “Ho bisogno di più tempo per pensare prima di firmare”. Nel momento in cui l’ha detto, l’opposizione ha iniziato a compiere passi distruttivi, sostenuti dall’Occidente. Tutto si è concluso con Maidan e un colpo di Stato in Ucraina.

Tucker Carlson: Quindi, ha fatto più scambi con la Russia che con l’UE? L’Ucraina ha fatto…

Vladimir Putin: Certo. Non è nemmeno una questione di volume di scambi commerciali, anche se per la maggior parte lo è. È una questione di legami di cooperazione su cui si basava l’intera economia ucraina. I legami di cooperazione tra le imprese erano molto stretti fin dai tempi dell’Unione Sovietica. Un’impresa produceva componenti da assemblare sia in Russia che in Ucraina e viceversa. I legami erano molto stretti.

È stato commesso un colpo di Stato, anche se non entrerò nei dettagli ora perché lo trovo inopportuno, gli Stati Uniti ci hanno detto: “Calma Yanukovich e noi calmeremo l’opposizione. Lasciamo che la situazione si sviluppi nello scenario di un accordo politico”. Noi abbiamo risposto: “Va bene. D’accordo. Facciamo così”. Come richiesto dagli americani, Yanukovich non ha usato né le forze armate né la polizia, eppure l’opposizione armata ha commesso un colpo di Stato a Kiev. Cosa dovrebbe significare? “Chi vi credete di essere?”, volevo chiedere all’allora dirigenza statunitense.

Tucker Carlson: Con l’appoggio di chi?

Vladimir Putin: Con l’appoggio della CIA, ovviamente. L’organizzazione a cui lei voleva aderire ai tempi, a quanto ho capito. Forse dovremmo ringraziare Dio che non ti hanno fatto entrare. Anche se è un’organizzazione seria. Capisco. Il mio ex vis-à-vis, nel senso che ho servito nel Primo Direttorato Principale, il servizio di intelligence dell’Unione Sovietica. Sono sempre stati nostri avversari. Un lavoro è un lavoro.

Tecnicamente hanno fatto tutto bene, hanno raggiunto il loro obiettivo di cambiare il governo. Tuttavia, dal punto di vista politico, è stato un errore colossale. Sicuramente è stato un errore di calcolo della leadership politica. Avrebbero dovuto vedere in cosa si sarebbe evoluto.

GUERRA CIVILE
“Come potevamo non esprimere preoccupazione per quello che stava accadendo? Da parte nostra, sarebbe stata una negligenza colpevole”. – Putin

Così, nel 2008 si sono aperte le porte della NATO per l’Ucraina.

Nel 2014 c’è stato un colpo di Stato, hanno iniziato a perseguitare chi non accettava il colpo di Stato, ed è stato effettivamente un colpo di Stato, hanno creato una minaccia alla Crimea che abbiamo dovuto prendere sotto la nostra protezione.

Nel 2014 hanno lanciato una guerra nel Donbass con l’uso di aerei e artiglieria contro i civili. Questo è il momento in cui è iniziata. C’è un video di aerei che attaccano Donetsk dall’alto. Hanno lanciato un’operazione militare su larga scala, poi un’altra. Quando hanno fallito, hanno iniziato a preparare quella successiva. Tutto questo sullo sfondo dello sviluppo militare di questo territorio e dell’apertura delle porte della NATO.

Come potevamo non esprimere preoccupazione per quanto stava accadendo? Da parte nostra, si sarebbe trattato di una negligenza colpevole – ecco cosa sarebbe stato. È solo che la leadership politica statunitense ci ha spinto verso una linea che non potevamo oltrepassare perché così facendo avremmo potuto rovinare la Russia stessa. Inoltre, non potevamo abbandonare i nostri fratelli nella fede e, di fatto, una parte del popolo russo, di fronte a questa “macchina da guerra”.

Tucker Carlson: Questo accadeva otto anni prima dell’inizio dell’attuale conflitto. Qual è stata la causa scatenante per lei? Qual è stato il momento in cui ha deciso di farlo?

Vladimir Putin: Inizialmente è stato il colpo di Stato in Ucraina a provocare il conflitto.

Tra l’altro, all’epoca arrivarono i rappresentanti di tre Paesi europei: Germania, Polonia e Francia. Erano i garanti dell’accordo firmato tra il governo di Yanukovich e l’opposizione. Lo hanno firmato come garanti. Nonostante ciò, l’opposizione ha commesso un colpo di Stato e tutti questi Paesi hanno fatto finta di non ricordare che erano garanti di un accordo pacifico. Hanno buttato tutto alle ortiche e nessuno se ne ricorda.

Non so se gli Stati Uniti sappiano qualcosa di quell’accordo tra l’opposizione e le autorità e i suoi tre garanti che, invece di riportare l’intera situazione sul piano politico, hanno sostenuto il colpo di Stato. Anche se non aveva senso, credetemi, perché il presidente Yanukovich ha accettato tutte le condizioni, era pronto a indire elezioni anticipate che non aveva alcuna possibilità di vincere, francamente lo sapevano tutti. Allora perché il colpo di Stato, perché le vittime? Perché minacciare la Crimea? Perché lanciare un’operazione nel Donbass? Questo non lo capisco. È proprio questo l’errore di calcolo. La CIA ha fatto il suo lavoro per portare a termine il colpo di Stato. Credo che uno dei vice segretari di Stato abbia detto che è costato una grossa somma di denaro, quasi 5 miliardi. Ma l’errore politico è stato colossale! Perché avrebbero dovuto farlo? Tutto questo avrebbe potuto essere fatto legalmente, senza vittime, senza azioni militari, senza perdere la Crimea. Non avremmo mai pensato di alzare un dito, se non fosse stato per i sanguinosi sviluppi di Maidan.

Perché eravamo d’accordo sul fatto che, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, i nostri confini dovessero coincidere con quelli delle repubbliche dell’ex Unione. Eravamo d’accordo. Ma non abbiamo mai accettato l’espansione della NATO e inoltre non abbiamo mai accettato che l’Ucraina facesse parte della NATO. Non abbiamo acconsentito alla presenza di basi NATO in Ucraina senza alcuna discussione con noi. Per decenni abbiamo continuato a chiedere: non fate questo, non fate quello.

E cosa ha scatenato gli ultimi eventi? In primo luogo, l’attuale leadership ucraina ha dichiarato che non avrebbe attuato gli accordi di Minsk, che erano stati firmati, come sapete, dopo gli eventi del 2014, a Minsk, dove era stato definito il piano per una soluzione pacifica nel Donbass. Ma no, l’attuale leadership ucraina, il Ministro degli Esteri, tutti gli altri funzionari e lo stesso Presidente hanno dichiarato di non gradire nulla degli accordi di Minsk. In altre parole, non avevano intenzione di attuarli. Un anno o un anno e mezzo fa, gli ex leader di Germania e Francia hanno dichiarato apertamente a tutto il mondo che hanno sì firmato gli accordi di Minsk, ma non hanno mai avuto intenzione di attuarli. Ci hanno semplicemente preso per il naso.

Tucker Carlson: C’era qualcuno con cui parlare liberamente? Ha chiamato il Presidente degli Stati Uniti, il Segretario di Stato e ha detto che se continuate a militarizzare l’Ucraina con le forze della NATO, agiremo?

Vladimir Putin: Ne abbiamo parlato continuamente. Ci siamo rivolti alla leadership degli Stati Uniti e dei Paesi europei affinché fermassero immediatamente questi sviluppi, attuando gli accordi di Minsk. Francamente, non sapevo come avremmo agito, ma ero pronto ad attuarli. Questi accordi erano complicati per l’Ucraina; includevano molti elementi di indipendenza dei territori del Donbass. È vero. Tuttavia, ero assolutamente fiducioso, e ve lo dico ora: Credevo sinceramente che se fossimo riusciti a convincere i residenti del Donbass – e abbiamo dovuto lavorare duramente per convincerli a tornare allo Stato ucraino – allora gradualmente le ferite avrebbero iniziato a guarire. Quando questa parte del territorio si fosse reintegrata nel contesto sociale comune, quando le pensioni e le prestazioni sociali fossero state pagate di nuovo, tutti i pezzi sarebbero gradualmente andati al loro posto.

No, nessuno lo voleva, tutti volevano risolvere la questione solo con la forza militare. Ma non potevamo permettere che ciò accadesse. E la situazione è arrivata al punto in cui la parte ucraina ha annunciato: “No, non faremo nulla”. Hanno anche iniziato a prepararsi per un’azione militare.

Sono stati loro a iniziare la guerra nel 2014. Il nostro obiettivo è fermare questa guerra. E non abbiamo iniziato questa guerra nel 2022. Questo è un tentativo di fermarla.

 

Parte 5 – “Denazificazione” (Putin e Tucker Carlson)
Tucker Carlson intervista il Presidente Vladimir Putin.
MIKE HAMPTON
10 FEB

 

“Non appena abbiamo ritirato le nostre truppe da Kiev, i nostri negoziatori ucraini hanno immediatamente gettato nel cestino tutti gli accordi raggiunti a Istanbul e si sono preparati a un confronto armato di lunga durata con l’aiuto degli Stati Uniti e dei loro satelliti in Europa”. – Putin

Tucker Carlson: Pensa di averlo fermato ora? Voglio dire, avete raggiunto i vostri obiettivi?

Vladimir Putin: No, non abbiamo ancora raggiunto i nostri obiettivi, perché uno di questi è la denazificazione. Questo significa la proibizione di tutti i tipi di movimenti neonazisti. Questo è uno dei problemi che abbiamo discusso durante il processo negoziale, conclusosi a Istanbul all’inizio dello scorso anno, e non è stata una nostra iniziativa, perché ci è stato detto (dagli europei, in particolare) che “era necessario creare le condizioni per la firma finale dei documenti”.

Le mie controparti in Francia e Germania hanno detto: “Come potete immaginare che firmino un trattato con una pistola puntata alla testa? Le truppe dovrebbero essere ritirate da Kiev. Ho detto: “Va bene”. Abbiamo ritirato le truppe da Kiev.

Non appena abbiamo ritirato le truppe da Kiev, i nostri negoziatori ucraini hanno immediatamente gettato nel cestino tutti gli accordi raggiunti a Istanbul e si sono preparati a un confronto armato di lunga durata con l’aiuto degli Stati Uniti e dei loro satelliti in Europa. Ecco come si è sviluppata la situazione. Ed è così che si presenta ora.

Tucker Carlson: Cos’è la denazificazione? Cosa significherebbe?

Vladimir Putin: È di questo che voglio parlare adesso. È una questione molto importante.

Denazificazione. Dopo aver ottenuto l’indipendenza, l’Ucraina ha iniziato a cercare, come dicono alcuni analisti occidentali, la propria identità. E non ha trovato di meglio che costruire questa identità su alcuni falsi eroi che hanno collaborato con Hitler.

Ho già detto che all’inizio del XIX secolo, quando apparvero i teorici dell’indipendenza e della sovranità dell’Ucraina, essi ipotizzavano che un’Ucraina indipendente avrebbe dovuto avere ottime relazioni con la Russia. Ma a causa dello sviluppo storico, questi territori facevano parte del Commonwealth polacco-lituano – Polonia, dove gli ucraini venivano perseguitati e trattati in modo piuttosto brutale, oltre che sottoposti a comportamenti crudeli. Ci furono anche tentativi di distruggere la loro identità. Tutto questo è rimasto nella memoria della popolazione.

Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, parte di questa élite estremamente nazionalista collaborò con Hitler, credendo che avrebbe portato loro la libertà. Le truppe tedesche, anche le SS, fecero fare ai collaboratori di Hitler il lavoro più sporco di sterminio della popolazione polacca ed ebraica. Da qui il brutale massacro della popolazione polacca ed ebraica e anche di quella russa.

Questo fu condotto da persone che sono ben note – Bandera, Shukhevich. Sono state queste persone a diventare eroi nazionali – questo è il problema.

E ci viene costantemente detto che il nazionalismo e il neonazismo esistono anche in altri Paesi. Sì, ci sono delle piantine, ma noi le sradichiamo e gli altri Paesi le combattono. Ma l’Ucraina non è il caso.

In Ucraina queste persone sono state trasformate in eroi nazionali. Sono stati eretti monumenti a queste persone, sono esposte sulle bandiere, i loro nomi sono gridati dalla folla che cammina con le torce, come accadeva nella Germania nazista. Queste sono le persone che hanno sterminato polacchi, ebrei e russi. È necessario fermare questa pratica e impedire la diffusione di questo concetto.

Io dico che gli ucraini fanno parte dell’unico popolo russo. Loro dicono: “No, noi siamo un popolo separato”. Ok, va bene. Se si considerano un popolo separato, hanno il diritto di farlo, ma non sulla base del nazismo, dell’ideologia nazista.

Tucker Carlson: Sareste soddisfatti del territorio che avete ora?

Vladimir Putin: Finirò di rispondere alla domanda. Lei ha appena posto una domanda sul neonazismo e sulla denazificazione.

Senta, il Presidente dell’Ucraina ha visitato il Canada. Questa storia è ben nota, ma viene taciuta nei Paesi occidentali: Il parlamento canadese ha presentato un uomo che, come ha detto lo speaker del parlamento, ha combattuto contro i russi durante la Seconda Guerra Mondiale. Ebbene, chi ha combattuto contro i russi durante la Seconda Guerra Mondiale? Hitler e i suoi complici. Si è scoperto che quest’uomo ha servito nelle truppe delle SS. Ha ucciso personalmente russi, polacchi ed ebrei. Le truppe delle SS erano composte da nazionalisti ucraini che facevano questo lavoro sporco.

Il Presidente dell’Ucraina si è alzato in piedi con l’intero Parlamento del Canada e ha applaudito quest’uomo. Come si può immaginare questo? Lo stesso Presidente dell’Ucraina, tra l’altro, è ebreo di nazionalità.

Tucker Carlson: Davvero, la mia domanda è: cosa fare? Voglio dire, Hitler è morto da ottant’anni, la Germania nazista non esiste più, ed è vero. Quindi, credo che lei stia dicendo che vuole estinguere o almeno controllare il nazionalismo ucraino. Ma come si fa?

Vladimir Putin: Mi ascolti. La sua domanda è molto sottile. E posso dirle cosa penso? Non si offenda.

Tucker Carlson: Certo!

Vladimir Putin: Questa domanda sembra essere sottile, è piuttosto fastidiosa.

Lei dice che Hitler è morto da tanti anni, 80 anni. Ma il suo esempio continua a vivere. Le persone che hanno sterminato ebrei, russi e polacchi sono vive. E il presidente, l’attuale presidente dell’Ucraina, lo applaude al Parlamento canadese, con una standing ovation! Possiamo dire di aver sradicato completamente questa ideologia se ciò che vediamo accade oggi? Per noi la denazificazione è questo. Dobbiamo sbarazzarci di coloro che mantengono questo concetto, sostengono questa pratica e cercano di preservarla: ecco cos’è la denazificazione. Questo è ciò che intendiamo.

Tucker Carlson: Giusto. La mia domanda è quasi specifica, ovviamente non era una difesa del nazismo. Per il resto, era una domanda pratica. Non si può controllare l’intero Paese, non sembra che lo si voglia fare. Quindi, come si fa a eliminare una cultura, o un’ideologia, o dei sentimenti, o una visione della storia, in un Paese che non si controlla? Che cosa si fa a questo proposito?

Vladimir Putin: Per quanto possa sembrarvi strano, durante i negoziati di Istanbul abbiamo concordato – abbiamo messo tutto per iscritto – che il neonazismo non sarebbe stato coltivato in Ucraina, e che sarebbe stato vietato a livello legislativo.

Signor Carlson, eravamo d’accordo su questo. Questo, a quanto pare, può essere fatto durante il processo negoziale. E non c’è nulla di umiliante per l’Ucraina come Stato moderno e civile. Uno Stato può promuovere il nazismo? Non lo è, vero? È così.

A riprova del fatto che Putin dice la verità, leggete il mio dettagliato articolo in due parti sul nazismo in Ucraina, “Dalla storia nazista alla guerra civile” e “I nazisti sono convenienti”.

#5 Dalla storia nazista alla guerra civile
MIKE HAMPTON

8 GENNAIO 2023

Ci sono nazisti in Ucraina? Vietare il termine “nazista” li rende irrilevanti? Come possiamo rispondere a queste e altre domande senza affrontarle? Faina Savenkova è una scrittrice di 13 anni…

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#6 I nazisti sono convenienti
MIKE HAMPTON

15 GENNAIO 2023

Questo articolo può essere letto a sé stante, ma l’argomento è stato iniziato nel saggio precedente, “Dalla storia nazista alla guerra civile”. Mi sto occupando dei gruppi più controversi dell’Ucraina. Si porrà l’accento sul Battaglione Azov e sul Settore Destro. Si parlerà anche di Svoboda e C14. Sono alcune delle mani …

 

Parte 6 – Colloqui di pace russi con gli USA? (Putin e Tucker Carlson)
Tucker Carlson intervista il Presidente Vladimir Putin.
MIKE HAMPTON
11 FEB

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“Se volete davvero smettere di combattere, dovete smettere di fornire armi. Sarà tutto finito nel giro di poche settimane. Tutto qui”. – Putin

Tucker Carlson: Ci saranno colloqui? E perché non ci sono stati colloqui per risolvere il conflitto in Ucraina? Colloqui di pace.

Vladimir Putin: Ci sono stati. Hanno raggiunto uno stadio molto alto di coordinamento delle posizioni in un processo complesso, ma erano ancora quasi finalizzati. Ma dopo che abbiamo ritirato le nostre truppe da Kiev, come ho già detto, l’altra parte (l’Ucraina) ha gettato via tutti questi accordi e ha obbedito alle istruzioni dei Paesi occidentali, dei Paesi europei e degli Stati Uniti di combattere la Russia ad oltranza.

Inoltre, il Presidente dell’Ucraina ha legiferato il divieto di negoziare con la Russia. Ha firmato un decreto che vieta a tutti di negoziare con la Russia. Ma come faremo a negoziare se ha vietato a se stesso e a tutti di farlo? Sappiamo che sta proponendo alcune idee su questo accordo. Ma per trovare un accordo, dobbiamo dialogare. Non è così?

Tucker Carlson: Beh, ma lei non parlerebbe con il presidente ucraino, bensì con il presidente americano. Quando è stata l’ultima volta che ha parlato con Joe Biden?

Vladimir Putin: Non ricordo quando gli ho parlato. Non me lo ricordo, possiamo controllare.

Tucker Carlson: Non si ricorda?!

Vladimir Putin: No, perché? Devo ricordare tutto? Ho le mie cose da fare. Abbiamo affari di politica interna.

Tucker Carlson: Ma sta finanziando la guerra che voi state combattendo, quindi penso che sarebbe memorabile?

Vladimir Putin: Beh, sì, finanzia, ma gli ho parlato prima dell’operazione militare speciale, ovviamente. E gli ho detto allora, a proposito – non entrerò nei dettagli, non lo faccio mai – ma gli ho detto allora: “Credo che lei stia commettendo un enorme errore di proporzioni storiche sostenendo tutto ciò che sta accadendo lì, in Ucraina, allontanando la Russia”. Glielo dissi, e glielo dissi ripetutamente, tra l’altro. Credo che sarebbe corretto se mi fermassi qui.

Che cosa ha detto?

Vladimir Putin: Lo chieda a lui, per favore. È più facile per lei, che è un cittadino degli Stati Uniti, andare a chiederglielo. Non è opportuno che io commenti la nostra conversazione.

Tucker Carlson: Ma lei non gli parla da prima del febbraio 2022?

Vladimir Putin: No, non abbiamo parlato. Tuttavia, alcuni contatti sono stati mantenuti. A questo proposito, si ricorda cosa le ho detto a proposito della mia proposta di lavorare insieme su un sistema di difesa missilistica?

Tucker Carlson: Sì.

Vladimir Putin: Può chiedere a tutti loro. Sono tutti sani e salvi, grazie a Dio. L’ex presidente Condoleeza è sana e salva e, credo, il signor Gates e l’attuale direttore della Central Intelligence Agency, il signor Burns, l’allora ambasciatore in Russia, a mio parere, un ambasciatore di grande successo. Erano tutti testimoni di queste conversazioni. Lo chieda a loro.

Se vi interessa sapere cosa mi ha risposto il Presidente Biden, chiedetelo a lui. In ogni caso, ne ho parlato con lui.

Tucker Carlson: Sono decisamente interessato. Ma dall’altra parte sembra che possa evolversi, evolversi in qualcosa che porta il mondo intero in conflitto, e che potrebbe dare il via a un lancio nucleare, e allora perché non chiama Biden e dice “risolviamo la questione”?

Vladimir Putin: Cosa c’è da risolvere? È molto semplice. Ripeto, abbiamo contatti attraverso varie agenzie. Vi dirò cosa stiamo dicendo su questo argomento e cosa stiamo trasmettendo alla leadership statunitense: “Se volete davvero smettere di combattere, dovete smettere di fornire armi. Sarà tutto finito nel giro di poche settimane. Tutto qui. E poi possiamo concordare alcuni termini prima che lo facciate, fermatevi”.

Cosa c’è di più facile? Perché dovrei chiamarlo? Di cosa dovrei parlargli? O implorarlo per cosa? “Stai per consegnare tali e quali armi all’Ucraina. Oh, ho paura, ho paura, per favore non farlo”. Di che cosa devo parlare?

“Hai detto che il mondo si sta dividendo in due emisferi. Il cervello umano è diviso in due emisferi: uno è responsabile di un tipo di attività, l’altro è più legato alla creatività e così via. Ma è sempre la stessa testa. Il mondo dovrebbe essere un tutt’uno, la sicurezza dovrebbe essere condivisa e non destinata al “miliardo d’oro”. Questo è l’unico scenario in cui il mondo potrebbe essere stabile, sostenibile e prevedibile. Fino ad allora, finché la testa è divisa in due parti, è una malattia, una condizione avversa grave. È un periodo di grave malattia quello che il mondo sta attraversando. Ma penso che, grazie al giornalismo onesto, questo lavoro è simile al lavoro dei medici, a questo si potrebbe in qualche modo porre rimedio”. – Mettere in

Tucker Carlson: Pensi che la NATO fosse preoccupata che ciò diventasse una guerra globale o un conflitto nucleare?

Vladimir Putin: Almeno questo è ciò di cui parlano. E stanno cercando di intimidire la propria popolazione con un’immaginaria minaccia russa . Questo è un fatto ovvio. E le persone pensanti, non i filistei, ma le persone pensanti, gli analisti, coloro che sono impegnati nella politica reale, solo le persone intelligenti capiscono perfettamente che questo è un falso. Stanno cercando di alimentare la minaccia russa.

Tucker Carlson: La minaccia a cui penso ti riferissi è l’invasione russa della Polonia e della Lettonia – un comportamento espansionista. Riesci a immaginare uno scenario in cui invii truppe russe in Polonia?

Vladimir Putin: Solo in un caso: se la Polonia attacca la Russia. Perché? Perché non abbiamo alcun interesse in Polonia, Lettonia o altrove. Perché dovremmo farlo? Semplicemente non abbiamo alcun interesse. È solo minaccia.

Tucker Carlson: Beh, la tesi, so che lo sai, è che, beh, ha invaso l’Ucraina – ha obiettivi territoriali in tutto il continente. E lo dici inequivocabilmente, no?

Vladimir Putin: È assolutamente fuori discussione. Semplicemente non devi essere alcun tipo di analista, va contro il buon senso farsi coinvolgere in una sorta di guerra globale. E una guerra globale porterà tutta l’umanità sull’orlo della distruzione. È ovvio.

Esistono certamente mezzi di deterrenza. Hanno sempre spaventato tutti: domani la Russia utilizzerà armi nucleari tattiche, domani la Russia userà quelle, no, dopodomani. E allora? Queste sono solo storie dell’orrore per la gente della strada allo scopo di estorcere denaro aggiuntivo ai contribuenti statunitensi ed europei nello scontro con la Russia nel teatro di guerra ucraino. L’obiettivo è indebolire il più possibile la Russia.

GLI USA COMBATTERANNO IN UCRAINA?

Tucker Carlson: Uno dei nostri senatori più anziani dello Stato di New York, Chuck Schumer, ha detto ieri, credo, che dobbiamo continuare a finanziare lo sforzo ucraino altrimenti i soldati americani potrebbero finire a combattere lì. Come lo valuti?

Vladimir Putin: Questa è una provocazione, e per di più una provocazione a buon mercato.

Non capisco perché i soldati americani dovrebbero combattere in Ucraina. Là ci sono mercenari provenienti dagli Stati Uniti. Il maggior numero di mercenari proviene dalla Polonia, al secondo posto quelli provenienti dagli Stati Uniti e al terzo quelli provenienti dalla Georgia. Ebbene, se qualcuno volesse inviare truppe regolari, ciò porterebbe sicuramente l’umanità sull’orlo di un conflitto globale molto grave. Questo è ovvio.

Gli Stati Uniti ne hanno bisogno? Per che cosa? A migliaia di chilometri dal vostro territorio nazionale! Non hai niente di meglio da fare?

Ci sono problemi al confine, problemi con l’immigrazione, problemi con il debito nazionale – più di 33 trilioni di dollari. Non hai niente di meglio da fare, quindi dovresti combattere in Ucraina? Non sarebbe meglio negoziare con la Russia?

Stringere un accordo, comprendendo già la situazione che si sta sviluppando oggi, rendendosi conto che la Russia combatterà fino alla fine per i propri interessi. E, rendendoci conto di ciò, torniamo effettivamente al buon senso, iniziamo a rispettare il nostro Paese e i suoi interessi e cerchiamo determinate soluzioni.

Mi sembra che questo sia molto più intelligente e razionale.

FLUSSO NORD

Tucker Carlson: Chi ha fatto saltare in aria il Nord Stream?

Vladimir Putin: Tu, sicuramente. (Ridendo.)

Tucker Carlson: Ero occupato quel giorno. Non ho fatto saltare in aria il Nord Stream.

Vladimir Putin: Lei personalmente può avere un alibi, ma la CIA non ha tale alibi.

Tucker Carlson: Hai prove che sia stata la NATO o la CIA?

Vladimir Putin: Sai, non entrerò nei dettagli, ma in questi casi la gente dice sempre: “Cerca qualcuno che sia interessato”. Ma in questo caso non bisognerebbe cercare solo qualcuno che sia interessato, ma anche qualcuno che abbia le capacità. Perché possono esserci molte persone interessate, ma non tutte sono in grado di sprofondare nel fondo del Mar Baltico e provocare questa esplosione. Queste due componenti dovrebbero essere collegate: chi è interessato e chi è capace di farlo.

Tucker Carlson: Ma sono confuso. Voglio dire, si tratta del più grande atto di terrorismo industriale di sempre e della più grande emissione di CO₂ della storia. Ok, quindi, se aveste le prove e presumibilmente, dati i vostri servizi di sicurezza, i vostri servizi di intelligence, vorreste che la NATO, gli Stati Uniti, la CIA, l’Occidente abbiano fatto questo, perché non lo presentereste e otterreste una vittoria propagandistica?

Vladimir Putin: Nella guerra di propaganda è molto difficile sconfiggere gli Stati Uniti perché gli Stati Uniti controllano tutti i media mondiali e molti media europei. I beneficiari finali dei più grandi media europei sono le istituzioni finanziarie americane. Non lo sai? Quindi è possibile impegnarsi in questo lavoro, ma i costi, per così dire, sono proibitivi. Possiamo semplicemente puntare i riflettori sulle nostre fonti di informazione e non otterremo risultati. Quello che è successo è chiaro a tutto il mondo, e anche gli analisti americani ne parlano direttamente. È vero.

Tucker Carlson: Sì. Ma ecco una domanda a cui potresti essere in grado di rispondere. Hai lavorato in Germania, notoriamente. I tedeschi sanno chiaramente che il loro partner NATO ha fatto questo, che hanno danneggiato gravemente la loro economia – che potrebbe non riprendersi mai. Perché tacciono al riguardo? Questo è molto confuso per me. Perché i tedeschi non dovrebbero dire qualcosa al riguardo?

Vladimir Putin: Anche questo mi confonde. Ma la leadership tedesca di oggi è guidata dagli interessi dell’Occidente collettivo piuttosto che dai suoi interessi nazionali, altrimenti sarebbe difficile spiegare la logica della loro azione o inazione. Dopotutto, non si tratta solo del Nord Stream-1, che è stato fatto saltare in aria, e del Nord Stream-2 è stato danneggiato, ma un tubo è sano e salvo e attraverso di esso il gas può essere fornito all’Europa, ma la Germania non lo apre . Siamo pronti, per favore.

Esiste un’altra rotta attraverso la Polonia, chiamata Yamal-Europa, che consente anch’essa un grande flusso. La Polonia lo ha chiuso, ma la Polonia becca dalla mano tedesca, riceve denaro da fondi paneuropei e la Germania è il principale donatore di questi fondi paneuropei. La Germania nutre la Polonia in una certa misura. E hanno chiuso la strada verso la Germania. Perché? Non capisco. Ucraina, alla quale i tedeschi forniscono armi e danno soldi.

La Germania è il secondo sponsor dopo gli Stati Uniti in termini di aiuti finanziari all’Ucraina. Ci sono due rotte del gas attraverso l’Ucraina. Hanno semplicemente chiuso una strada, quella degli ucraini. Apri la seconda strada e, per favore, prendi il gas dalla Russia. Non lo aprono. Perché i tedeschi non dicono: “Guardate ragazzi, vi diamo soldi e armi. Apri la valvola, per favore, lascia passare il gas dalla Russia per noi.

Stiamo acquistando gas liquefatto a prezzi esorbitanti in Europa, il che porta il livello della nostra competitività e dell’economia in generale a zero. Vuoi che ti diamo dei soldi? Cerchiamo di avere un’esistenza dignitosa, di guadagnare soldi per la nostra economia, perché è da lì che provengono i soldi che vi diamo“. Si rifiutano di farlo. Perché? Chiediglielo. (Bussa sul tavolo.) Così stanno nelle loro teste. Quelle sono persone altamente incompetenti.

MONDO MULTIPOLARE O SPEZZATO?

Tucker Carlson: Beh, forse il mondo si sta dividendo in due emisferi. Uno con energia a basso costo, l’altro senza. E voglio chiederti: se ora siamo un mondo multipolare, ovviamente lo siamo, puoi descrivere i blocchi delle alleanze? Chi c’è in ogni parte, secondo te?

Vladimir Putin: Ascolta, hai detto che il mondo si sta dividendo in due emisferi. Il cervello umano è diviso in due emisferi: uno è responsabile di un tipo di attività, l’altro è più legato alla creatività e così via. Ma è sempre la stessa testa. Il mondo dovrebbe essere un tutt’uno, la sicurezza dovrebbe essere condivisa e non riservata al “miliardo d’oro”. Questo è l’unico scenario in cui il mondo potrebbe essere stabile, sostenibile e prevedibile. Fino ad allora, finché la testa è divisa in due parti, è una malattia, una condizione avversa grave. È un periodo di grave malattia quello che il mondo sta attraversando.

Ma penso che, grazie al giornalismo onesto, questo lavoro è simile al lavoro dei medici, si potrebbe in qualche modo porre rimedio a questo problema.

Parte 8 – Il dollaro USA e i BRICS (Putin e Tucker Carlson)
Tucker Carlson intervista il Presidente Vladimir Putin.
MIKE HAMPTON
11 FEB

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IL DOLLARO FOLLE
“Non appena la leadership politica ha deciso di utilizzare il dollaro USA come strumento di lotta politica, è stato inferto un colpo a questa potenza americana. Non vorrei usare un linguaggio forte, ma è una cosa stupida e un grave errore”.

Tucker Carlson: Beh, facciamo solo un esempio: il dollaro USA, che ha unito il mondo in molti modi, forse non a vostro vantaggio, ma certamente a nostro. Sta scomparendo come valuta di riserva, come valuta universalmente accettata? In che modo le sanzioni, secondo lei, hanno cambiato il posto del dollaro nel mondo?

Vladimir Putin: Sapete, usare il dollaro come strumento di lotta in politica estera è uno dei più grandi errori strategici commessi dalla leadership politica statunitense. Il dollaro è la pietra angolare del potere degli Stati Uniti. Credo che tutti capiscano molto bene che, per quanti dollari vengano stampati, essi vengono rapidamente dispersi in tutto il mondo. L’inflazione negli Stati Uniti è minima. Si aggira intorno al 3 o 3,4 per cento, un valore assolutamente accettabile per gli Stati Uniti. Ma non smetteranno di stampare. Cosa ci dice il debito di 33.000 miliardi di dollari? Riguarda l’emissione.

Tuttavia, è l’arma principale usata dagli Stati Uniti per preservare il loro potere nel mondo. Non appena la leadership politica ha deciso di utilizzare il dollaro come strumento di lotta politica, è stato inferto un duro colpo a questo potere americano. Non vorrei usare un linguaggio forte, ma è una cosa stupida e un grave errore.

Guardate cosa sta succedendo nel mondo. Anche gli alleati degli Stati Uniti stanno riducendo le loro riserve di dollari. Vedendo questo, tutti iniziano a cercare modi per proteggersi. Ma il fatto che gli Stati Uniti applichino misure restrittive nei confronti di alcuni Paesi, come l’imposizione di restrizioni alle transazioni, il congelamento dei beni, ecc. è fonte di grave preoccupazione e invia un segnale a tutto il mondo.

Che cosa abbiamo qui? Fino al 2022, circa l’80% delle transazioni commerciali estere della Russia sono state effettuate in dollari ed euro. I dollari americani rappresentavano circa il 50% delle nostre transazioni con i Paesi terzi, mentre attualmente la percentuale è scesa al 13%. Non siamo stati noi a vietare l’uso del dollaro, non avevamo questa intenzione. È stata la decisione degli Stati Uniti a limitare le nostre transazioni in dollari. Ritengo che sia una vera e propria follia dal punto di vista degli interessi degli Stati Uniti stessi e dei loro contribuenti, poiché danneggia l’economia statunitense e mina il potere degli Stati Uniti nel mondo.

Tra l’altro, le nostre transazioni in Yuan rappresentavano circa il 3%. Oggi il 34% delle nostre transazioni avviene in rubli e poco più del 34% in yuan.

Perché gli Stati Uniti hanno fatto questo? La mia unica ipotesi è la presunzione. Probabilmente pensavano che avrebbe portato a un crollo totale, ma non è crollato nulla. Inoltre, altri Paesi, compresi i produttori di petrolio, stanno pensando e già accettando pagamenti per il petrolio in yuan. Vi rendete conto di quello che sta succedendo o no? Qualcuno negli Stati Uniti se ne rende conto? Cosa state facendo? Vi state tagliando fuori… lo dicono tutti gli esperti.

Chiedete a qualsiasi persona intelligente e pensante negli Stati Uniti cosa significa il dollaro per gli Stati Uniti? Lo state uccidendo con le vostre stesse mani.

L’UOMO NERO CINESE
“La filosofia della politica estera cinese non è aggressiva, la sua idea è quella di cercare sempre il compromesso, e lo vediamo”.

Tucker Carlson: Credo che sia una valutazione corretta. La domanda è: cosa viene dopo? E forse scambiate una potenza coloniale con un’altra potenza coloniale molto meno sentimentale e indulgente? I BRICS, ad esempio, rischiano di essere completamente dominati dall’economia cinese? In un modo che non è positivo per la loro sovranità. È preoccupato per questo?

Vladimir Putin: Abbiamo già sentito queste storie sull’uomo nero. Si tratta di una storia dell’uomo nero. Siamo vicini di casa con la Cina. Non si possono scegliere i vicini, così come non si possono scegliere i parenti stretti. Condividiamo con loro un confine di 1000 chilometri. Questo è il numero uno.

In secondo luogo, abbiamo una storia secolare di coesistenza, ci siamo abituati.

In terzo luogo, la filosofia della politica estera cinese non è aggressiva, la sua idea è quella di cercare sempre il compromesso, e lo vediamo.

Il punto successivo è il seguente. Ci viene raccontata sempre la stessa storia dell’uomo nero, ed eccola di nuovo, anche se in forma eufemistica, ma è sempre la stessa storia dell’uomo nero: la cooperazione con la Cina continua ad aumentare. Il ritmo di crescita della cooperazione cinese con l’Europa è superiore a quello della cooperazione russo-cinese. Chiedete agli europei: non hanno paura? Forse sì, non lo so, ma cercano comunque di accedere al mercato cinese a tutti i costi, soprattutto ora che si trovano ad affrontare problemi economici. Anche le imprese cinesi stanno esplorando il mercato europeo.

Le imprese cinesi hanno una piccola presenza negli Stati Uniti? Sì, le decisioni politiche sono tali da cercare di limitare la cooperazione con la Cina.

È a vostro danno, signor Tucker, che state limitando la cooperazione con la Cina, state danneggiando voi stessi. È una questione delicata e non ci sono soluzioni d’emergenza, proprio come nel caso del dollaro.

Quindi, prima di introdurre sanzioni illegittime – illegittime in termini di Carta delle Nazioni Unite – si dovrebbe riflettere molto attentamente. Per i responsabili delle decisioni, questo sembra essere un problema.

Tucker Carlson: Poco fa ha detto che il mondo sarebbe molto migliore se non fosse diviso in alleanze concorrenti, se ci fosse una cooperazione a livello globale. Uno dei motivi per cui non c’è è che l’attuale amministrazione americana vi è decisamente contraria. Pensa che se ci fosse una nuova amministrazione dopo Joe Biden, sareste in grado di ristabilire la comunicazione con il governo americano? O non importa chi sia il Presidente?

Vladimir Putin: Glielo dirò. Ma lasciatemi concludere la riflessione precedente. Insieme al mio collega e amico presidente Xi Jinping, abbiamo fissato l’obiettivo di raggiungere quest’anno 200 miliardi di dollari di scambi commerciali reciproci con la Cina. Abbiamo superato questo livello. Secondo i nostri dati, il nostro commercio bilaterale con la Cina ammonta già a 230 miliardi, mentre le statistiche cinesi parlano di 240 miliardi di dollari.

Un’altra cosa importante: il nostro commercio è ben bilanciato, reciprocamente complementare nei settori dell’alta tecnologia, dell’energia, della ricerca scientifica e dello sviluppo. È molto equilibrato.

Per quanto riguarda i BRICS, di cui la Russia ha assunto la presidenza quest’anno, i Paesi BRICS si stanno sviluppando molto rapidamente.

Se la memoria non mi inganna, nel 1992 la quota dei Paesi del G7 nell’economia mondiale era pari al 47%, mentre nel 2022 era scesa, credo, a poco più del 30%. I Paesi BRICS rappresentavano solo il 16% nel 1992, ma ora la loro quota è superiore a quella del G7.

Non ha nulla a che vedere con gli eventi in Ucraina. Questo è dovuto alle tendenze dello sviluppo globale e dell’economia mondiale che ho appena citato, ed è inevitabile.

Continuerà ad accadere, è come il sorgere del sole: non si può impedire al sole di sorgere, bisogna adattarsi.

Come si adattano gli Stati Uniti? Con l’aiuto della forza: sanzioni, pressioni, bombardamenti e uso delle forze armate.

Si tratta di presunzione. Il vostro establishment politico non capisce che il mondo sta cambiando (in circostanze oggettive) e per mantenere il vostro livello – anche se qualcuno aspira, perdonatemi, al livello di dominio – dovete prendere le decisioni giuste in modo competente e tempestivo.

Azioni così brutali, anche nei confronti della Russia e, diciamo, di altri Paesi, sono controproducenti. Questo è un fatto ovvio; è già diventato evidente.

L’ÉLITE CHE GUIDA GLI USA
“Non si tratta della personalità del leader, ma della mentalità delle élite. Se l’idea del dominio a tutti i costi, basato anche su azioni di forza, domina la società americana, non cambierà nulla, ma solo peggiorerà”. – Putin

Mi hai appena chiesto se un altro leader arriva e cambia qualcosa. Non si tratta del leader, non si tratta della personalità di una persona in particolare.

Ho avuto un ottimo rapporto con, ad esempio, Bush. So che negli Stati Uniti è stato dipinto come una specie di ragazzo di campagna che non capisce molto. Vi assicuro che non è così.

Penso che abbia commesso molti errori anche nei confronti della Russia. Vi ho parlato del 2008 e della decisione di Bucarest di aprire le porte della NATO all’Ucraina e così via. Questo è accaduto durante la sua presidenza. In realtà ha esercitato pressioni sugli europei.

Ma in generale, a livello umano, ho avuto un ottimo rapporto con lui. Non era peggiore di qualsiasi altro politico americano, russo o europeo. Vi assicuro che capiva quello che stava facendo come gli altri. Ho avuto rapporti personali di questo tipo anche con Trump.

Non si tratta della personalità del leader, ma della mentalità delle élite. Se l’idea del dominio ad ogni costo, basato anche su azioni di forza, domina la società americana, non cambierà nulla, anzi, peggiorerà.

Ma se, alla fine, si arriva alla consapevolezza che il mondo sta cambiando a causa di circostanze oggettive, e che ci si dovrebbe adattare ad esse nel tempo, utilizzando i vantaggi che gli Stati Uniti hanno ancora oggi, allora, forse, qualcosa potrebbe cambiare.

Guardate, l’economia cinese è diventata la prima economia del mondo a parità di potere d’acquisto; in termini di volume ha superato gli Stati Uniti molto tempo fa. Gli Stati Uniti sono al secondo posto, poi l’India (un miliardo e mezzo di persone), quindi il Giappone e la Russia al quinto posto. L’anno scorso la Russia è stata la prima economia in Europa, nonostante tutte le sanzioni e le restrizioni. È normale, dal vostro punto di vista: sanzioni, restrizioni, impossibilità di pagare in dollari, essere tagliati fuori dai servizi SWIFT, sanzioni contro le nostre navi che trasportano petrolio, sanzioni contro gli aerei, sanzioni in tutto, ovunque? Il maggior numero di sanzioni al mondo che vengono applicate – sono applicate contro la Russia. E noi siamo diventati la prima economia europea in questo periodo.

Gli strumenti utilizzati dagli Stati Uniti non funzionano. Ebbene, bisogna pensare a cosa fare. Se questa consapevolezza arriva alle élite al potere, allora sì, la prima persona dello Stato agirà in previsione di ciò che gli elettori e le persone che prendono le decisioni a vari livelli si aspettano da questa persona. Allora forse qualcosa cambierà.

Tucker Carlson: Ma lei sta descrivendo due sistemi diversi. Lei dice che il leader agisce nell’interesse degli elettori, ma dice anche che queste decisioni non sono prese dal leader, ma dalle classi dirigenti. Lei ha guidato questo Paese per tanto tempo, ha conosciuto tutti i presidenti americani. Quali sono questi centri di potere negli Stati Uniti, secondo lei? E chi prende effettivamente le decisioni?

Vladimir Putin: Non lo so. L’America è un Paese complesso, conservatore da un lato e in rapida evoluzione dall’altro. Non è facile per noi fare una sintesi.

Chi prende le decisioni nelle elezioni – è possibile capirlo, quando ogni Stato ha la sua legislazione, ogni Stato si regola da solo, qualcuno può essere escluso dalle elezioni a livello statale. È un sistema elettorale a due fasi, per noi è molto difficile da capire.

Certamente ci sono due partiti dominanti, i repubblicani e i democratici, e all’interno di questo sistema di partiti, i centri che prendono le decisioni, che preparano le decisioni.

Allora, sentite, perché, secondo me, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, è stata portata avanti una politica di pressione contro la Russia così errata, rozza, completamente ingiustificata? Dopo tutto, questa è una politica di pressione. L’espansione della NATO, il sostegno ai separatisti del Caucaso, la creazione di un sistema di difesa missilistico: sono tutti elementi di pressione. Pressione, pressione, pressione. Anche trascinare l’Ucraina nella NATO è una questione di pressione, pressione, pressione.

Perché? Credo, tra le altre cose, perché sono state create capacità produttive eccessive. Durante il confronto con l’Unione Sovietica, sono stati creati molti centri e specialisti sull’Unione Sovietica, che non potevano fare altro. A loro è sembrato, hanno convinto la leadership politica: è necessario continuare a “scalpellare” la Russia, cercare di spezzettarla, creare su questo territorio diverse entità quasi-statali e sottometterle in forma divisa, per utilizzare il loro potenziale combinato per la futura lotta con la Cina.

Questo è un errore, compreso l’eccessivo potenziale di coloro che hanno lavorato per il confronto con l’Unione Sovietica. È necessario liberarsi di tutto questo, ci dovrebbero essere forze nuove, fresche, persone che guardano al futuro e capiscono cosa sta succedendo nel mondo.

Guardate come si sta sviluppando l’Indonesia? 600 milioni di persone [Correzione: 278 milioni]. Dove possiamo allontanarci da questo? Da nessuna parte, dobbiamo solo supporre che l’Indonesia entrerà (è già entrata) nel club delle economie leader del mondo, a prescindere da chi piaccia o non piaccia.

Sì, capiamo e siamo consapevoli che negli Stati Uniti, nonostante tutti i problemi economici, la situazione è ancora normale con l’economia che cresce decentemente, il PIL cresce del 2,5%, se non sbaglio.

Ma se vogliamo garantire il futuro, dobbiamo cambiare il nostro approccio a ciò che sta cambiando. Come ho già detto, il mondo cambierà comunque a prescindere da come finiranno gli sviluppi in Ucraina. Il mondo sta cambiando. Negli stessi Stati Uniti, gli esperti scrivono che gli Stati Uniti stanno comunque gradualmente cambiando la loro posizione nel mondo, sono i vostri esperti a scriverlo, li ho appena letti.

L’unica domanda è come questo avverrà: in modo doloroso e rapido o in modo delicato e graduale. E questo è scritto da persone che non sono antiamericane; seguono semplicemente le tendenze dello sviluppo globale. Questo è tutto.

E per valutarle e cambiare le politiche, abbiamo bisogno di persone che pensino, guardino avanti, sappiano analizzare e raccomandare certe decisioni a livello di leader politici.

Parte 9 – Zelensky ha ingannato i suoi elettori con la promessa di pace (Putin e Tucker Carlson)
Tucker Carlson intervista il Presidente Vladimir Putin.
MIKE HAMPTON
11 FEB

 

“L’Ucraina, dopo aver ricevuto in dono dal popolo russo tutti questi territori del sud-est, ha improvvisamente annunciato che i russi sono una nazionalità non titolata in quel territorio. È normale?”. – Putin

Tucker Carlson: Devo solo chiedere. Lei ha detto chiaramente che l’espansione della NATO verso est è una violazione della promessa fatta a tutti voi negli anni Novanta. È una minaccia per il suo Paese. Poco prima di inviare le truppe in Ucraina, il Vicepresidente degli Stati Uniti ha parlato alla Conferenza sulla sicurezza e ha incoraggiato il Presidente dell’Ucraina ad aderire alla NATO. Pensa che sia stato un tentativo di provocarvi ad un’azione militare?

Vladimir Putin: Ripeto ancora una volta che abbiamo proposto più volte di cercare una soluzione ai problemi sorti in Ucraina dopo il colpo di Stato del 2014 con mezzi pacifici. Ma nessuno ci ha ascoltato. Inoltre, i leader ucraini, che erano sotto il completo controllo degli Stati Uniti, hanno improvvisamente dichiarato che non avrebbero rispettato gli accordi di Minsk, che non gli piaceva nulla e hanno continuato l’attività militare in quel territorio.

E parallelamente, quel territorio è stato sfruttato dalle strutture militari della NATO con il pretesto di vari centri di addestramento e riqualificazione del personale. In sostanza, hanno iniziato a creare delle basi in quel territorio. Tutto qui.

L’Ucraina ha annunciato che i russi erano (è stata adottata una legge) una nazionalità non-titolare, approvando al contempo leggi che limitano i diritti delle nazionalità non-titolari in Ucraina. L’Ucraina, dopo aver ricevuto in dono dal popolo russo tutti questi territori del sud-est, ha improvvisamente annunciato che i russi sono una nazionalità non-titolare in quel territorio. È normale?

Tutto questo insieme ha portato alla decisione di porre fine alla guerra che i neonazisti hanno iniziato in Ucraina nel 2014.

Tucker Carlson: Pensa che Zelensky abbia la libertà di negoziare la soluzione di questo conflitto?

Vladimir Putin: Non conosco i dettagli, ovviamente è difficile per me giudicare, ma credo che ne abbia, in ogni caso, ne aveva. Suo padre ha combattuto contro i fascisti, i nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Una volta ne ho parlato con lui [Zelensky]. Gli ho detto:

“Volodya, cosa stai facendo? Perché oggi sostieni i neonazisti in Ucraina, mentre tuo padre ha combattuto contro il fascismo? Era un soldato in prima linea”.

Non vi dirò cosa ha risposto, questo è un argomento a parte e penso che non sia corretto da parte mia farlo.

Ma per quanto riguarda la libertà di scelta, perché no? È salito al potere con l’aspettativa del popolo ucraino che avrebbe portato l’Ucraina alla pace. Ne ha parlato, è stato grazie a questo che ha vinto le elezioni in modo schiacciante.

Ma poi, quando è salito al potere, secondo me, ha capito due cose: primo, è meglio non scontrarsi con i neonazisti e i nazionalisti, perché sono aggressivi e molto attivi, ci si può aspettare di tutto da loro; secondo, l’Occidente guidato dagli Stati Uniti li sostiene e sosterrà sempre coloro che si inimicano la Russia – è vantaggioso e sicuro.

Così ha assunto questa posizione, nonostante avesse promesso al suo popolo di porre fine alla guerra in Ucraina. Ha ingannato i suoi elettori.

Tucker Carlson: Ma pensa che a questo punto – a partire dal febbraio 2024 – abbia la libertà di parlare direttamente con lei o con il governo, cosa che aiuterebbe chiaramente il suo Paese o il mondo? Secondo lei, può farlo?

Vladimir Putin: Perché no? Si considera il capo dello Stato, ha vinto le elezioni. Anche se in Russia crediamo che il colpo di Stato sia la fonte primaria del potere per tutto ciò che è accaduto dopo il 2014, e in questo senso anche il governo di oggi è imperfetto. Ma lui si considera il presidente, ed è riconosciuto dagli Stati Uniti, da tutta l’Europa e praticamente dal resto del mondo in tale veste – perché no? Può farlo.

Abbiamo negoziato con l’Ucraina a Istanbul, ci siamo accordati, lui ne era consapevole. Inoltre, il leader del gruppo negoziale, il signor [Davyd] Arakhamia è il suo cognome, credo, è ancora a capo della fazione del partito al potere, il partito del Presidente nella Rada. È ancora a capo della fazione presidenziale nella Rada, il parlamento del Paese, siede ancora lì. Ha persino apposto la sua firma preliminare sul documento di cui vi sto parlando. Ma poi ha dichiarato pubblicamente al mondo intero:

“Eravamo pronti a firmare questo documento, ma il signor Johnson, allora primo ministro della Gran Bretagna, venne a dissuaderci dal farlo dicendo che era meglio combattere la Russia. Ci avrebbero dato tutto il necessario per restituirci ciò che era stato perso durante gli scontri con la Russia. E noi accettammo questa proposta”.

Guardate, la sua dichiarazione è stata pubblicata. L’ha detto pubblicamente.

Possono tornare a questo o no? La domanda è: lo vogliono o no?

Inoltre, il Presidente dell’Ucraina ha emesso un decreto che vieta i negoziati con noi. Che cancelli quel decreto e basta. Non abbiamo mai rifiutato i negoziati. Sentiamo sempre dire: la Russia è pronta? Sì, non abbiamo rifiutato! Sono stati loro a rifiutare pubblicamente. Bene, che si annulli il decreto e si avviino i negoziati. Non abbiamo mai rifiutato.

E il fatto che abbiano obbedito alla richiesta o alla persuasione del signor Johnson, l’ex primo ministro della Gran Bretagna, mi sembra ridicolo e molto triste. Perché, come ha detto il signor Arakhamia:

“Avremmo potuto fermare queste ostilità, questa guerra già un anno e mezzo fa. Ma gli inglesi ci hanno convinto e noi abbiamo rifiutato”.

Dov’è ora il signor Johnson? E la guerra continua.

Tucker Carlson: Questa è una buona domanda. Perché l’ha fatto?

Vladimir Putin: Lo sa bene. Non lo capisco nemmeno io. C’era un punto di partenza generale. Per qualche motivo, tutti si illudevano che la Russia potesse essere sconfitta sul campo di battaglia. Per arroganza, per purezza di cuore, ma non per una grande mente.

Parte 10 – Religione e intelligenza artificiale (Putin e Tucker Carlson)
Tucker Carlson intervista il Presidente Vladimir Putin.
MIKE HAMPTON
11 FEB

 

“È impossibile fermare la ricerca sulla genetica o sull’IA oggi, così come era impossibile fermare l’uso della polvere da sparo ai tempi”. – Putin

Tucker Carlson: Lei ha descritto il legame tra la Russia e l’Ucraina; ha descritto la Russia stessa, un paio di volte, come ortodossa – questo è il punto centrale della sua comprensione della Russia. Che cosa significa per lei? Lei è un leader cristiano, secondo la sua stessa descrizione. Che effetto ha questo su di lei?

Vladimir Putin: Come ho già detto, nel 988 il principe Vladimir stesso fu battezzato seguendo l’esempio di sua nonna, la principessa Olga, e poi battezzò la sua squadra, e poi gradualmente, nel corso di diversi anni, battezzò tutta la Rus’. Il processo fu lungo: da pagani a cristiani, ci vollero molti anni. Ma alla fine questa ortodossia, il cristianesimo orientale, si radicò profondamente nella coscienza del popolo russo.

Quando la Russia si è espansa e ha assorbito altre nazioni che professano l’Islam, il Buddismo e l’Ebraismo, la Russia è sempre stata molto fedele a quelle persone che professano altre religioni. Questa è la sua forza. Questo è assolutamente chiaro.

E il fatto è che i postulati principali, i valori principali sono molto simili, per non dire uguali, in tutte le religioni mondiali che ho appena citato e che sono le religioni tradizionali della Federazione Russa, della Russia. Tra l’altro, le autorità russe sono sempre state molto attente alla cultura e alla religione dei popoli che entravano nell’Impero russo. Questo, a mio avviso, costituisce la base della sicurezza e della stabilità dello Stato russo: tutti i popoli che abitano la Russia la considerano fondamentalmente la loro Madrepatria.

Se, ad esempio, le persone si trasferiscono da voi o in Europa dall’America Latina – un esempio ancora più chiaro e comprensibile – le persone arrivano, ma sono arrivate da voi o dai Paesi europei dalla loro patria storica. E le persone che professano religioni diverse in Russia considerano la Russia la loro Madrepatria, non hanno un’altra Madrepatria. Siamo insieme, questa è una grande famiglia. E i nostri valori tradizionali sono molto simili. Ho appena parlato di una grande famiglia, ma ognuno ha la sua famiglia, e questa è la base della nostra società. E se diciamo che la Madrepatria e la famiglia sono specificamente collegate tra loro, è proprio così, perché è impossibile assicurare un futuro normale ai nostri figli e alle nostre famiglie se non assicuriamo un futuro normale e sostenibile all’intero Paese, alla Madrepatria. Ecco perché il sentimento patriottico è così forte in Russia.

Tucker Carlson: Posso dire che l’unico modo in cui le religioni sono diverse è che il cristianesimo è specificamente una religione non violenta. Gesù dice “porgi l’altra guancia, non uccidere”. Come può un leader che deve uccidere, di qualsiasi Paese, come può un leader essere cristiano? Come si concilia questo con se stessi?

Vladimir Putin: È molto semplice: quando si tratta di proteggere se stessi e la propria famiglia, la propria patria. Non attaccheremo nessuno.

Quando sono iniziati gli sviluppi in Ucraina? Da quando è iniziato il colpo di Stato e le ostilità nel Donbass. Stiamo proteggendo il nostro popolo, noi stessi, la nostra patria e il nostro futuro.

Per quanto riguarda la religione in generale.

Sa, non si tratta di manifestazioni esterne, non si tratta di andare in chiesa ogni giorno o di sbattere la testa per terra. È nel cuore. E la nostra cultura è così orientata all’uomo. Dostoevskij, che è molto conosciuto in Occidente come il genio della cultura e della letteratura russa, ha parlato molto di questo, dell’anima russa.

Dopo tutto, la società occidentale è più pragmatica. Il popolo russo pensa più all’eterno, ai valori morali. Non so, forse non sarete d’accordo con me, ma in fondo la cultura occidentale è più pragmatica.

Non dico che questo sia un male, anzi, rende possibile al “miliardo d’oro” di oggi di ottenere buoni successi nella produzione, anche nella scienza, e così via. Non c’è niente di male in questo, sto solo dicendo che siamo più o meno uguali, ma le nostre menti sono costruite in modo un po’ diverso.

Tucker Carlson: Vede il soprannaturale all’opera? Quando guarda a ciò che sta accadendo nel mondo, vede Dio all’opera? Pensa mai a se stesso: queste sono forze che non sono umane?

Vladimir Putin: No, ad essere sincero, non credo. La mia opinione è che lo sviluppo della comunità mondiale sia in accordo con le leggi intrinseche, e queste leggi sono quelle che sono. È sempre stato così nella storia dell’umanità. Alcune nazioni e paesi sono sorti, sono diventati più forti e più numerosi, e poi sono usciti dalla scena internazionale, perdendo lo status a cui erano abituati. Probabilmente non è necessario che io faccia degli esempi, ma potremmo iniziare con Gengis Khan e i conquistatori dell’Orda, l’Orda d’Oro, e poi finire con l’Impero Romano.

Sembra che non ci sia mai stato nulla di simile all’Impero Romano nella storia dell’umanità. Tuttavia, il potenziale dei barbari crebbe gradualmente, così come la loro popolazione. In generale, i barbari diventavano più forti e cominciavano a svilupparsi economicamente, come diremmo oggi. Questo portò alla fine al crollo dell’Impero Romano e del regime imposto dai Romani. Tuttavia, ci sono voluti cinque secoli prima che l’Impero Romano si sfasciasse. La differenza con ciò che sta accadendo ora è che tutti i processi di cambiamento stanno avvenendo a un ritmo molto più veloce rispetto all’epoca romana.

Tucker Carlson: Quando inizierà l’impero dell’intelligenza artificiale, secondo lei?

Vladimir Putin: (Ridendo) Lei sta ponendo domande sempre più complicate. Per rispondere, bisogna essere esperti di grandi numeri, grandi dati e IA.

L’umanità sta affrontando molte minacce. Grazie alle ricerche genetiche, oggi è possibile creare un superuomo, un essere umano specializzato – un atleta, uno scienziato, un militare geneticamente modificato.

Si dice che Elon Musk abbia già fatto impiantare un chip nel cervello umano negli Stati Uniti.

Tucker Carlson: Cosa ne pensa?

Vladimir Putin: Beh, penso che non si possa fermare Elon Musk, farà ciò che ritiene opportuno. Tuttavia, è necessario trovare un terreno comune con lui, cercare modi per persuaderlo. Penso che sia una persona intelligente, ne sono convinto. Quindi dovete trovare un accordo con lui perché questo processo deve essere formalizzato e sottoposto a determinate regole.

L’umanità deve considerare ciò che accadrà grazie ai più recenti sviluppi della genetica o dell’intelligenza artificiale. Si può fare una previsione approssimativa di ciò che accadrà. Una volta che l’umanità ha avvertito una minaccia esistenziale proveniente dalle armi nucleari, tutte le nazioni nucleari hanno iniziato a scendere a patti tra loro, poiché si sono rese conto che un uso negligente delle armi nucleari avrebbe potuto portare l’umanità all’estinzione.

Oggi è impossibile fermare la ricerca sulla genetica o sull’intelligenza artificiale, così come era impossibile fermare l’uso della polvere da sparo in passato. Ma non appena ci renderemo conto che la minaccia proviene dallo sviluppo sfrenato e incontrollato dell’IA, o della genetica, o di qualsiasi altro campo, arriverà il momento di raggiungere un accordo internazionale su come regolamentare queste cose.

 

Parte 11 – Il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich (Putin e Tucker Carlson)
Tucker Carlson intervista il Presidente Vladimir Putin.
MIKE HAMPTON
12 FEB

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Il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich dopo un’udienza a Mosca. Foto – Alexander Zemlianichenko, Associated Press
“Non escludo che la persona a cui lei si riferisce, il signor Gershkovich, possa tornare in patria. In fin dei conti, non ha senso tenerlo in prigione in Russia. Vogliamo che i servizi speciali statunitensi pensino a come contribuire al raggiungimento degli obiettivi che i nostri servizi speciali stanno perseguendo”. – Putin

Tucker Carlson: Apprezzo tutto il tempo che ci ha dedicato. Vorrei solo farle un’ultima domanda e riguarda una persona molto famosa negli Stati Uniti, probabilmente non qui.

Evan Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal, ha 32 anni ed è in prigione da quasi un anno. È una storia enorme negli Stati Uniti e vorrei chiederle direttamente, senza entrare nei dettagli della sua versione dell’accaduto, se, come segno di decenza, sarebbe disposto a rilasciarlo a noi e a riportarlo negli Stati Uniti?

Vladimir Putin: Abbiamo fatto così tanti gesti di buona volontà per decenza che credo li abbiamo esauriti. Non abbiamo mai visto nessuno ricambiarci in modo simile. Tuttavia, in teoria, possiamo dire che non escludiamo di poterlo fare se i nostri partner compiono passi reciproci.

Quando parlo di “partner”, mi riferisco innanzitutto ai servizi speciali. I servizi speciali sono in contatto tra loro, parlano della questione in questione. Non c’è alcun tabù a risolvere la questione. Siamo disposti a risolverla, ma ci sono alcuni termini che vengono discussi attraverso i canali dei servizi speciali. Credo che si possa raggiungere un accordo.

Tucker Carlson: Quindi, in genere, queste cose accadono da secoli. Un Paese cattura un’altra spia all’interno dei suoi confini e la scambia con uno dei suoi uomini di intelligence in un altro Paese. Penso che ciò che lo rende, e non è affar mio, ma ciò che lo rende diverso è che questo ragazzo ovviamente non è una spia, è un ragazzo, e forse ha infranto una legge in qualche modo, ma non è una superspia, e tutti lo sanno, ed è stato tenuto in ostaggio per lo scambio, il che è vero, con tutto il rispetto, è vero e tutti sanno che è vero. Quindi forse è in una categoria diversa, forse non è giusto chiedere qualcun altro in cambio della sua liberazione. Forse degradare la Russia in questo modo.

Vladimir Putin: Si possono dare diverse interpretazioni di ciò che costituisce una “spia”, ma ci sono alcune cose previste dalla legge. Se una persona ottiene informazioni segrete e lo fa in modo cospirativo, allora questo è qualificato come spionaggio. Ed è esattamente quello che stava facendo. Riceveva informazioni riservate e confidenziali e lo faceva di nascosto.

Forse era stato coinvolto, qualcuno avrebbe potuto trascinarlo in questa storia, forse l’ha fatto per disattenzione o di sua iniziativa.

Considerando i fatti, questo è qualificato come spionaggio. Il fatto è stato provato, poiché è stato colto in flagrante mentre riceveva queste informazioni. Se si fosse trattato di una scusa inverosimile, di un’invenzione, di qualcosa di non provato, la storia sarebbe stata diversa. Ma è stato colto in flagrante mentre riceveva segretamente informazioni riservate. Che cos’è, allora?

Tucker Carlson: Ma sta dicendo che lavorava per il governo degli Stati Uniti o per la NATO? O che fosse solo un giornalista a cui è stato dato del materiale che non avrebbe dovuto avere? Sembrano cose molto diverse, molto diverse.

Vladimir Putin: Non so per chi stesse lavorando. Ma vorrei ribadire che ottenere informazioni riservate in segreto si chiama spionaggio, e lui lavorava per i servizi speciali statunitensi, o per altre agenzie. Non credo che lavorasse per Monaco, perché Monaco non è certo interessata a ottenere queste informazioni. Spetta ai servizi speciali trovare un accordo. Alcune basi sono state gettate. Ci sono persone che, a nostro avviso, non sono collegate ai servizi speciali.

Vi racconto la storia di una persona che sta scontando una condanna in un Paese alleato degli Stati Uniti e che, per sentimenti patriottici, ha eliminato un bandito in una delle capitali europee. Durante gli eventi nel Caucaso, sapete cosa faceva questo [bandito]? Non voglio dirlo, ma lo farò lo stesso. Stendeva i nostri soldati, fatti prigionieri, sulla strada e poi guidava la sua auto sopra le loro teste. Che razza di persona è? Può essere definito un essere umano? Ma c’è stato un patriota che lo ha eliminato in una delle capitali europee. Che l’abbia fatto di sua volontà o meno, è un’altra questione.

Tucker Carlson: Evan Gershkovich, questo è un caso completamente diverso, voglio dire, questo è un giornalista di trentadue anni.

Vladimir Putin: Ha commesso qualcosa di diverso.

Tucker Carlson: È solo un giornalista.

Vladimir Putin: Non è solo un giornalista, lo ribadisco, è un giornalista che stava ottenendo segretamente informazioni riservate. Sì, è diverso, ma comunque sto parlando di altre persone che sono essenzialmente controllate dalle autorità statunitensi ovunque stiano scontando una condanna. C’è un dialogo in corso tra i servizi speciali. La questione deve essere risolta in modo calmo, responsabile e professionale. Si stanno tenendo in contatto, quindi lasciamo che facciano il loro lavoro.

Non escludo che la persona a cui lei si riferisce, il signor Gershkovich, possa tornare in patria. In fin dei conti, non ha senso tenerlo in prigione in Russia. Vogliamo che i servizi speciali statunitensi pensino a come contribuire al raggiungimento degli obiettivi che i nostri servizi speciali stanno perseguendo. Siamo pronti a parlare. Inoltre, i colloqui sono in corso e ci sono stati molti esempi di successo di questi colloqui coronati da successo. Probabilmente anche questo sarà coronato da successo, ma dobbiamo trovare un accordo.

Tucker Carlson: Spero che lo faccia uscire. Signor Presidente, grazie!

Vladimir Putin: Voglio anche che torni finalmente in patria. Sono assolutamente sincero. Ma lasciatemi dire ancora una volta che il dialogo continua. Più rendiamo pubbliche cose di questa natura, più diventa difficile risolverle. Tutto deve essere fatto con calma.

 

Parte 12 – Conclusione (Putin e Tucker Carlson)
Tucker Carlson intervista il Presidente Vladimir Putin.
MIKE HAMPTON
12 FEB

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“Naturalmente, [l’Ucraina è] il nostro satellite – i grandi Paesi controllano i piccoli Paesi, non è una novità. Ed è per questo che ho chiesto che [lei] trattasse direttamente con l’amministrazione Biden, che sta prendendo queste decisioni, non con il presidente ucraino Zelensky”. – Tucker Carlson

Tucker Carlson: Mi chiedo se questo sia vero con la guerra, anche se, voglio dire, credo di voler fare un’altra domanda, e forse lei non vuole dirlo per ragioni strategiche, ma è preoccupato che ciò che sta accadendo in Ucraina possa portare a qualcosa di molto più grande e molto più orribile e quanto è motivato a chiamare il governo degli Stati Uniti e dire “veniamo a patti”?

Vladimir Putin: Ho già detto che non abbiamo rifiutato di parlare. Siamo disposti a negoziare. È la parte occidentale, e l’Ucraina è ovviamente uno Stato satellite degli Stati Uniti. È evidente. Non voglio che la prendiate come se cercassi una parola forte o un insulto, ma entrambi capiamo cosa sta succedendo.

È stato fornito un sostegno finanziario di 72 miliardi di dollari. La Germania è al secondo posto, poi vengono altri Paesi europei. Decine di miliardi di dollari americani vanno all’Ucraina. C’è un enorme afflusso di armi.

In questo caso dovreste dire all’attuale leadership ucraina di fermarsi e di venire al tavolo dei negoziati, revocando questo decreto assurdo. Non abbiamo rifiutato.

Tucker Carlson: Beh, certo, l’ha già detto – non pensavo lo intendesse come un insulto – perché ha già detto, correttamente, che è stato riferito che all’Ucraina è stato impedito di negoziare un accordo di pace dall’ex primo ministro britannico che ha agito per conto dell’amministrazione Biden. Naturalmente, è il nostro satellite, i grandi Paesi controllano i piccoli Paesi, non è una novità. Per questo ho chiesto di trattare direttamente con l’amministrazione Biden, che sta prendendo queste decisioni, e non con il presidente ucraino Zelensky.

Vladimir Putin: Beh, se l’amministrazione di Zelensky in Ucraina ha rifiutato di negoziare, presumo che lo abbia fatto sotto le istruzioni di Washington. Se Washington ritiene che sia una decisione sbagliata, che la abbandoni, che trovi una scusa delicata per non offendere nessuno, che trovi una via d’uscita. Non siamo stati noi a prendere questa decisione, ma loro, quindi lasciateli tornare indietro. Questo è quanto.

Tuttavia, hanno preso una decisione sbagliata e ora dobbiamo cercare una via d’uscita da questa situazione, per correggere i loro errori. L’hanno fatto, quindi lasciamo che si correggano da soli. Noi lo sosteniamo.

Tucker Carlson: Vorrei solo assicurarmi di non aver frainteso quello che sta dicendo – e non credo di averlo fatto -, credo che stia dicendo che vuole una soluzione negoziata per quello che sta accadendo in Ucraina.

Vladimir Putin: Giusto. E l’abbiamo fatto, abbiamo preparato un documento enorme a Istanbul che è stato siglato dal capo della delegazione ucraina. Ha apposto la sua firma su alcune disposizioni, non su tutte. Ha apposto la sua firma e poi ha detto lui stesso: “Eravamo pronti a firmarlo e la guerra sarebbe finita molto tempo fa, diciotto mesi fa. Tuttavia, il Primo Ministro [Boris] Johnson è arrivato, ci ha convinto a non farlo e abbiamo perso questa occasione”.

Beh, l’avete persa, avete commesso un errore, lasciate che se ne occupino loro, tutto qui. Perché dobbiamo preoccuparci di correggere gli errori di qualcun altro?

So che si può dire che l’errore è nostro, siamo stati noi a intensificare la situazione e a decidere di porre fine alla guerra iniziata nel 2014 nel Donbas, come ho già detto, con le armi. Torniamo indietro nella storia, ve l’ho già detto, ne stavamo discutendo. Torniamo al 1991, quando ci fu promesso che la NATO non sarebbe stata ampliata, al 2008, quando si aprirono le porte della NATO, alla Dichiarazione di sovranità dello Stato ucraino che dichiarava l’Ucraina uno Stato neutrale. Torniamo indietro al fatto che le basi militari della NATO e degli Stati Uniti hanno iniziato a comparire sul territorio ucraino creando minacce per noi. Torniamo al colpo di Stato in Ucraina del 2014.

Ma è inutile, non è vero? Possiamo andare avanti e indietro all’infinito. Ma hanno interrotto i negoziati. È un errore? Sì, è un errore. Correggetelo. Noi siamo pronti. Cos’altro serve?

Tucker Carlson: Pensa che a questo punto sia troppo umiliante per la NATO accettare il controllo russo di quello che due anni fa era territorio ucraino?

Vladimir Putin: Ho detto di lasciarli pensare a come farlo con dignità. Ci sono opzioni se c’è la volontà.

Finora c’è stato il clamore e le urla per infliggere alla Russia una sconfitta strategica sul campo di battaglia. Ora sembra che si stiano rendendo conto che è difficile da realizzare, se mai è possibile. A mio parere, è impossibile per definizione, non accadrà mai. Mi sembra che ora anche coloro che sono al potere in Occidente se ne siano resi conto. Se è così, se la presa di coscienza è avvenuta, devono pensare a cosa fare dopo. Siamo pronti per questo dialogo.

Tucker Carlson: Sarebbe disposto a dire: “Congratulazioni, NATO, avete vinto”? E mantenere la situazione attuale?

Vladimir Putin: Sa, è un argomento per i negoziati che nessuno è disposto a condurre o, per dirla in modo più preciso, sono disposti ma non sanno come farlo. So che vogliono. Non è che lo vedo, ma so che lo vogliono, ma faticano a capire come farlo. Sono stati loro a portare la situazione al punto in cui ci troviamo. Non siamo stati noi a farlo, ma i nostri partner, gli avversari. Bene, ora lasciamo che pensino a come ribaltare la situazione. Noi non siamo contrari.

Sarebbe divertente se non fosse così triste. Questa mobilitazione infinita in Ucraina, l’isteria, i problemi interni – prima o poi tutto questo sfocerà in un accordo. Probabilmente sembrerà strano, vista la situazione attuale, ma le relazioni tra i due popoli si ricostruiranno comunque. Ci vorrà molto tempo, ma si risaneranno.

Vi farò degli esempi molto insoliti. C’è un incontro sul campo di battaglia, ecco un esempio specifico:

I soldati ucraini sono stati accerchiati (questo è un esempio tratto dalla vita reale), i nostri soldati gridavano loro: “Non c’è speranza! Arrendetevi! Uscite e sarete vivi!”. Improvvisamente i soldati ucraini gridavano da lì in russo, un russo perfetto, dicendo: “I russi non si arrendono!” e tutti loro sono morti. Si identificano ancora come russi.

Quello che sta accadendo è, in una certa misura, un elemento di guerra civile. Tutti in Occidente pensano che il popolo russo sia stato diviso per sempre dalle ostilità. No, si riunirà. L’unità è ancora presente.

Perché le autorità ucraine stanno smantellando la Chiesa ortodossa ucraina? Perché unisce, non solo il territorio, ma anche le nostre anime. Nessuno sarà in grado di separare l’anima.

Finiamo qui o c’è qualcos’altro?

Tucker Carlson: Grazie, signor Presidente.

GLI USA DEVONO ESSERE MESSI SOTTOSOPRA
Quale dovrebbe essere lo scopo di questa intervista oltre a quello di ascoltare l’altra parte, distruggere le falsità dei media e cercare la pace?

Mi è piaciuto ciò che Longtrail, un commentatore abituale di diverse sottopagine, ha detto sulla pagina di Larry Johnson:

“Gli Stati Uniti devono essere rivoltati come un calzino. È l’unico modo per far riflettere gli americani”.

Quest’intervista non basterà a raggiungere questo obiettivo, ma un numero maggiore di persone avrà dei dubbi su ciò che i loro governi statunitensi o europei gli propinano contro i loro interessi.

Che le menti sane prevalgano. Fate cessare le uccisioni in Ucraina!

La follia di Tucker fa bene all’America

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Tucker Carlson interviews Putin in Moscow after years of anti-Ukraine vitriol | The Independent
Tucker Carlson a Mosca, febbraio 2024

L’ex conduttore di talk show di Fox News, diventato un fenomeno mediatico indipendente, Tucker Carlson, è a Mosca, dove ha commesso il peccato mortale di intervistare il Presidente russo Vladimir Putin. L’intervista andrà in onda giovedì 8 febbraio alle 18.00, ora orientale. Non ci sono dubbi: Tucker Carlson ha messo a segno una delle imprese giornalistiche più memorabili della storia moderna e, quando l’intervista andrà in onda, farà letteralmente e figurativamente esplodere Internet.

Come persona che si è recata in Russia due volte nell’ultimo anno per impegnarsi in una “diplomazia popolare” volta a sostenere il miglioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Russia, plaudo alla decisione di Tucker Carlson di andare a Mosca e ottenere questa intervista. Il popolo americano è stato infettato da un caso virulento di russofobia, trasmessa da un’élite politica ed economica che ha costruito un modello di rilevanza americana basato sulla necessità di un nemico in grado di sostenere un complesso militare industriale e congressuale, giustificando un bilancio espansivo che lascia l’America più debole e gli azionisti più ricchi.

La russofobia dilagante minaccia la sicurezza americana creando un falso senso di pericolo attorno al quale vengono formulate e attuate politiche che potrebbero portare a un confronto militare con la Russia e a una guerra nucleare. Se il popolo americano vuole avere una speranza di sopravvivere al prossimo decennio, è necessario somministrare un antidoto alla malattia della russofobia. Questo antidoto non è difficile da acquisire: consiste in una verità basata sui fatti e fondata su una comprensione realistica del mondo in cui viviamo, compresa una Russia sovrana. Il vero problema è somministrare questo antidoto perché i tradizionali vettori di diffusione delle informazioni in America – i cosiddetti media mainstream – sono stati da tempo corrotti dalle stesse élite politiche ed economiche che promuovono la russofobia.

Che si ami o si odi Tucker Carlson (io sono colpevole di aver fatto entrambe le cose; attualmente considero Tucker uno dei “buoni”), egli rappresenta una massiccia presenza mediatica che opera al di fuori dell’ambito di controllo dell’élite informativa americana, una presenza basata sui social media che, data la sua associazione con la piattaforma di “libertà di parola” di Elon Musk, X (l’ex Twitter), non può essere chiusa o messa a tacere.

Tucker Carlson raged against Trump in private. But in interview with the former president he took a very different tone | CNN Business
Tucker Carlson interviews Donald Trump, August 2023

Quantificare il “fattore Tucker Carlson” è una sfida. Nell’agosto del 2023, Tucker ha intervistato l’ex presidente Donald Trump; l’intervista è stata trasmessa in streaming in concomitanza con un dibattito presidenziale in prima serata del Partito Repubblicano che Trump aveva boicottato. Fox News, che ha trasmesso il dibattito, ha attirato circa 12,8 milioni di spettatori durante le due ore di trasmissione. Donald Trump ha poi scritto su X che l’intervista aveva ricevuto 236 milioni di visualizzazioni un giorno dopo la sua trasmissione. Ma questo numero riflette quelle che X chiama “impressioni”, non le visualizzazioni effettive, che sono state poco meno di 15 milioni (non così impressionante, ma comunque superiore al dibattito della Fox).

Sia chiaro, le grandi reti ucciderebbero per avere 15 milioni di telespettatori (l’episodio finale della serie di successo della HBO “Game of Thrones” ha portato 13,8 milioni di telespettatori, il massimo nella storia della rete). Ci sono dei casi anomali: l’episodio finale di MASH del 1983 ha attirato 136 milioni di spettatori e il Super Bowl del 2023 ne ha attirati oltre 115 milioni. Ma il fatto che Tucker Carlson abbia portato 15 milioni di spettatori per un evento indipendente sui social media non ha precedenti. E sebbene le “impressioni” non siano di per sé “visualizzazioni”, non possono essere ignorate: 36 milioni di “impressioni” significano che Tucker ha spostato l’ago della bilancia da qualche parte.

Scott Ritter parlerà di questo articolo su Ep. 134 di Chiedi all’ispettore.

E, quando si tratta di fornire un antidoto alla russofobia, queste “impressioni” contano quanto le visualizzazioni reali. Non c’è dubbio che l’intervista di Tucker Carlson a Vladimir Putin attirerà un numero enorme di telespettatori, probabilmente battendo i record per un evento in streaming su X. Ma siamo in una fase in cui il contenuto effettivo dell’intervista non ha importanza: il solo fatto che questa intervista abbia avuto luogo ha infiammato il mondo dell’informazione. La quantità di sostegno che Tucker Carlson ha ricevuto è impressionante, un chiaro segnale del potere dei media alternativi. Ma la vera prova è l’estremo vetriolo che l’idea di questa intervista ha prodotto tra i ranghi dell’élite politica e mediatica negli Stati Uniti e in Europa.

Sembra che tutte le principali personalità dei media mainstream siano intervenute sulla questione, condannando universalmente Tucker per aver osato operare al di fuori della sua “corsia”. No, sembra che il diritto di intervistare Vladimir Putin risieda solo in pochi eletti, quei guardiani autoproclamati attraverso i quali devono passare tutte le informazioni adatte al consumo pubblico. Tucker è stato anche diffamato da una classe di élite politiche che, insieme ai loro complici del mainstream mediatico, sono stati responsabili di aver infettato le menti degli americani medi con assurdità di stampo russofobico. Per il peccato di Tucker, queste élite hanno chiesto la sua scomunica, il sequestro del passaporto, il divieto di viaggiare e persino un’azione penale.

Queste élite americane sono impazzite. La loro arroganza nel ritenere di rappresentare una sorta di forza di polizia morale ed etica, dotata di poteri extra-costituzionali volti a punire la libertà di parola quando il contenuto non è più conveniente per la narrazione ufficiale, è pari solo alla loro ignoranza collettiva della Costituzione quando si tratta di libertà di parola. Le loro azioni sono l’incarnazione vivente delle attività antiamericane, un’ironia che sembra sfuggire loro mentre attaccano il patriottismo di Tucker Carlson per aver avuto l’audacia di dare una piattaforma alla voce forse più importante sulla questione più critica del nostro tempo.

Inoltre, la stupidità di queste élite è sconvolgente. Se credono davvero che la difesa di Vladimir Putin da parte di Tucker Carlson sia una cattiva idea, allora la risposta appropriata è quella di rivolgersi alla Costituzione degli Stati Uniti come interpretata dalla Corte Suprema. In questo caso, abbiamo l’esempio del giudice Louis Brandeis, che si è espresso sulla questione della libertà di parola e del suo rapporto con i valori americani mentre ascoltava le argomentazioni nella causa Whitney v. Californiadel 1927 . “Se c’è tempo per smascherare attraverso la discussione le falsità e le fallacie, per scongiurare il male attraverso i processi di educazione, il rimedio da applicare è una maggiore libertà di parola, non il silenzio forzato. Solo un’emergenza”, sosteneva Brandeis, “può giustificare la repressione”.

La domanda che ci poniamo è quindi se l’intervista di Tucker Carlson a Vladimir Putin costituisca un’emergenza che giustifichi la repressione. Brandeis fornisce una guida per rispondere a questa domanda facendo riferimento ai padri fondatori degli Stati Uniti d’America. “Essi [i padri fondatori] credevano che la libertà di pensare come si vuole e di parlare come si pensa siano mezzi indispensabili per la scoperta e la diffusione della verità politica: che, senza la libertà di parola e di riunione, la discussione sarebbe inutile; che, con esse, la discussione offre una protezione normalmente adeguata contro la diffusione di dottrine nocive; che la più grande minaccia alla libertà è un popolo inerte. Credendo nel potere della ragione applicato attraverso la discussione pubblica, essi rifuggivano dal silenzio imposto dalla legge, l’argomento della forza nella sua forma peggiore”.

I detrattori di Tucker Carlson non cercano di impegnarlo in una battaglia di idee, il tipo di discussione basata sulla forza della ragione abbracciata dai padri fondatori. Se scegliessero questa strada, si impegnerebbero in attività che rappresentano la quintessenza del valore della libertà di parola americana. Come ha osservato Brandeis, “non abbiamo nulla da temere dai ragionamenti demoralizzanti di alcuni, se altri sono lasciati liberi di dimostrare i loro errori e soprattutto quando la legge è pronta a punire il primo atto criminale prodotto dai falsi ragionamenti; queste sono correzioni più sicure della coscienza del giudice”.

Il giudice della Corte Suprema Lois Brandeis

Tucker Carlson non ha commesso alcun atto criminale. Se le persone non sono d’accordo con le sue azioni o, una volta che l’intervista con il Presidente russo diventa pubblica, con le sue parole (o con le parole del Presidente Putin), allora sono libere di dimostrare gli errori di Tucker, di Putin o di entrambi.

Il problema, tuttavia, è che i sostenitori della russofobia operano in un ambiente privo di fatti, in cui l’odio ideologico ha sostituito il giudizio informato, in cui la conoscenza effettiva della Russia è stata soppiantata da una finzione ricca di fantasia. Temono l’intervista di Tucker Carlson a Vladimir Putin perché, attraverso questa intervista, idee, narrazioni e fatti che sono stati ignorati o soppressi dalle élite politiche e mediatiche saranno esposti in modo non filtrato perché il pubblico americano possa considerarli senza l’influenza di coloro che cercano di manipolare la popolazione attraverso la manipolazione narrativa.

Uno di questi “guardiani” è Fred Hoffman, un colonnello dell’esercito americano in pensione che ha prestato servizio come ufficiale di zona all’estero e che ha convertito questo servizio in un incarico di insegnamento presso la Mercyhurst University di Erie, in Pennsylvania. Il problema principale che ho con Tucker Carlson che intervista Vladimir Putin”, ha osservato Hoffman in un recente post su X, “è che Carlson viene usato come uno strumento, un “utile idiota”, nella campagna strategica di disinformazione del Cremlino contro l’Occidente”.

Fred HOFFMAN | Chairman | Doctor of Science | Mercyhurst University, PA | Intelligence Studies | Research profile
Prof. Fred Hoffman, Università Mercyhurst

Non essendo uno che si lascia sfuggire l’opportunità di difendere la libertà di parola, ho scritto una risposta:

Ci si augura che gli autoproclamati “esperti di sicurezza nazionale” come Hoffman accolgano con favore l’opportunità di dissimulare le illogicità e le fallacie che ritengono presenti nel prodotto dell’intervista di Tucker Carlson al Presidente Putin. Io, per esempio, gradirei questo tipo di combattimento intellettuale, un’opportunità per dimostrare al pubblico la forza delle mie idee e i difetti di quelle del mio avversario.

Ma Hoffman e i suoi non amano questa sfida, in gran parte a causa del deficit di fatti e di logica insito nella loro posizione. Putin e la Russia, nelle loro menti, sono stati ridotti a una caricatura semplificata in bianco e nero, buono contro cattivo, che esiste solo per deridere e criticare. Qualsiasi azione che offra al bersaglio di questo svilimento l’opportunità di difendersi, di presentare fatti alternativi, di sfidare la narrazione dello status quo, deve essere evitata a tutti i costi, per il semplice fatto che Hoffman e i suoi colleghi non sono attrezzati per intraprendere tale attività.

L’intervista di Tucker Carlson al Presidente Putin rappresenta la più grande minaccia per i sostenitori della russofobia nella storia recente. Lo dico con più di una punta di amarezza, perché io e altri siamo stati in prima linea nella lotta contro la russofobia per anni, con un impatto minimo. Vedere Tucker Carlson piombare a Mosca e realizzare in pochi giorni ciò che io ho lottato per fare nel corso di una vita è, ad essere sinceri, un boccone difficile da ingoiare, soprattutto quando io stesso, nel settembre 2023, avevo presentato una richiesta per un’intervista con il Presidente russo.

Mi sarebbe piaciuto avere l’opportunità che è stata data a Tucker Carlson?

Certo che sì.

Sono arrabbiato perché lui ha ottenuto l’intervista e io no?

A dire il vero, lo ero più di un po’.

Ma questo perché sono solo un essere umano e la gelosia è un tratto umano che risiede in me come in chiunque altro.

Ma mi è passata.

Siamo onesti: sono un esperto, uno storico.

Non sono il classico giornalista.

Il mio colloquio ideale con Vladimir Putin sarebbe una conversazione in cui potrei conoscere le sfide che ha affrontato nei primi anni della sua presidenza, superando l’eredità della catastrofe degli anni Novanta.

Di come lui e Akhmad Kadyrov abbiano posto fine al conflitto ceceno.

Su ciò che ha spinto il suo discorso alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco nel 2007.

Come ha superato il dominio della classe oligarchica e creato un’economia che arricchisce la Russia, e non i miliardari russi.

Vorrei sapere cosa ne pensa del tradimento degli accordi di Minsk.

Il tradimento degli Stati Uniti in materia di controllo degli armamenti.

Sul suo legame con il popolo russo.

La mia intervista non avrebbe avuto alcun momento di “presa per i fondelli”.

Mancherebbe il dramma della caccia, in cui l’astuto intervistatore cerca di trovare lo spiraglio nella logica dell’intervistato.

In breve, la mia intervista avrebbe annoiato a morte il pubblico americano. E non avrebbe spostato l’ago della bilancia in modo apprezzabile quando si tratta di superare la russofobia nell’America di oggi.

Vladimir Putin incontra il leader ceceno Akhmad Kadyrov

Tucker Carlson è un giornalista affermato. Sa come si gioca la partita. Non c’è dubbio che confezionerà l’intervista con il Presidente Putin in modo informativo e divertente. Susciterà risposte mirate a creare polemiche negli Stati Uniti e in Europa, a sfidare la narrazione ufficiale e a introdurre un nuovo punto di vista nel pubblico americano.

In breve, l’intervista di Tucker sarà tutto ciò che qualsiasi intervista che avrei potuto condurre non sarebbe stata. Sarà un momento di svolta, un evento storico. Scuoterà la russofobia in America fino al midollo e, così facendo, si spera che metta in moto le basi per una discussione più ampia sulle relazioni tra Stati Uniti e Russia che potrebbe portare l’America su una traiettoria lontana dal conflitto, contribuendo a eliminare la possibilità di una guerra nucleare.

Un tale risultato sarebbe positivo. Ed è mio dovere essere pronto a utilizzare tutte le risorse che posso raccogliere per contribuire a facilitare tale dialogo nazionale.

Mi congratulo con Tucker Carlson per aver avuto il coraggio di fare questo viaggio in Russia e di fare questa intervista.

Come so per esperienza personale, il costo che si paga per intraprendere un viaggio del genere è alto.

Ma so anche che i benefici di un simile viaggio, dal punto di vista del bene dell’America, superano i costi.

Sono convinto che Tucker Carlson stia facendo ciò che ritiene sia meglio per l’America.

La mia speranza è che la maggior parte degli americani arrivi a condividere questa convinzione e che, grazie a questa intervista, l’America si trovi su un percorso in cui la coesistenza pacifica con la Russia sia il risultato preferito.

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Perché Putin ha dedicato così tanto tempo a parlare della Polonia nella sua intervista con Tucker?_di ANDREW KORYBKO

È impossibile per chiunque avere una solida conoscenza degli eventi attuali e dei processi storici che li hanno originati senza conoscere il ruolo inestricabile della Polonia in entrambi. Il passato ha gettato le basi su cui si stanno sviluppando gli sviluppi attuali, poiché l’identità ucraina moderna non avrebbe preso forma, né la guerra per procura in corso si sarebbe svolta senza la partecipazione della Polonia.

L’intervista del Presidente Putin con Tucker Carlson, in cui ha sovvertito le aspettative sia dei media mainstream che della comunità Alt-Media come spiegato qui , ha dedicato molto tempo alla Polonia. Gli osservatori esterni potrebbero essere rimasti confusi dalla decisione del leader russo di parlare così tanto di quel paese. La loro conoscenza a riguardo è limitata ai fatti comuni sulla sua storia e alla moderna disposizione geopolitica filo-americana e anti-russa, ma per la maggior parte delle persone questo è tutto.

La realtà è che la Polonia è indissolubilmente legata a quella che può essere definita la “questione ucraina”, che riguarda l’identità di coloro che vivono sul territorio di quel paese. Il presidente Putin sapeva che il suo pubblico è in gran parte ignaro di questa storia ed è per questo che ha dedicato così tanto tempo a spiegargliela. E questo non solo perché è affascinato da questi fatti, come dimostrato dalla sua opera magnum dell’estate 2021 sull’unità storica di russi e ucraini, ma perché sono rilevanti oggi.

È proprio il fatto che la Polonia controlla gran parte di quella che oggi viene chiamata Ucraina, a cui gli stessi polacchi furono i primi a dare il nome ai tempi della Repubblica con riferimento alle zone di confine, come ha ricordato a tutti il ​​presidente Putin, che gioca un ruolo così importante nell’attuale conflitto. Non solo alcune élite politiche lo considerano parte della loro antica civiltà geograficamente ampia, gran parte della quale fu costruita sulle terre dell’ex Rus’ di Kiev, ma li considerano anche popoli affini.

Ciò non vuol dire che gli ucraini fossero trattati equamente all’epoca, poiché è il risultato dei loro sistematici maltrattamenti nel corso dei secoli e della conseguente limitazione dei loro diritti religiosi che uno dei loro eroi storici chiese allo Zar di prendere il controllo di queste terre per per liberare il suo popolo. Sotto Caterina la Grande, la Russia alla fine riprese il controllo di tutte le sue terre perdute dall’era della Rus’ di Kiev, ad eccezione di quelle più occidentali che caddero sotto il controllo dell’Austria dopo le spartizioni.

La fine della prima guerra mondiale e la guerra polacco-sovietica che ne derivò le conseguenze videro Varsavia e Mosca spartirsi tra loro quella che oggi è conosciuta come Ucraina, ma l’URSS alla fine ottenne la metà del vicino dopo la seconda guerra mondiale e così riunì finalmente tutta la Rus di Kiev. . Riguardo a quel conflitto globale, il presidente Putin ha informato Tucker che il fallimento della diplomazia polacca ha avuto un ruolo importante nel catalizzarlo, cosa che la maggior parte dei polacchi nega ma che è comunque un’interpretazione convincente degli eventi.

Tra le due guerre mondiali, l’ideologia comunista li ha ispirati ad accelerare la creazione di un’identità ucraina separata , costruita su una combinazione di passati sforzi indigeni, nonché di quelli polacchi e austriaci, culminati nella creazione della propria Repubblica Sovietica. I confini sono stati modificati due volte dopo la seconda guerra mondiale e poi sono stati ereditati dopo la dissoluzione dell’URSS, rendendoli così completamente artificiali, anche se ciò non significa che l’identità ucraina stessa non esista veramente.

Il problema è che il suo nazionalismo post-comunista è stato formato dalla nostalgia, incoraggiata dall’Occidente, che alcune élite e membri della società civile hanno del passato dell’era nazista, quando gli ucraini che vivevano sotto la Seconda Repubblica Polacca tra le due guerre collaborarono con i fascisti al genocidio dei polacchi, Ebrei e russi. È questa identità fabbricata artificialmente e odiosa fino al midollo, che la Russia giustamente considera abominevole e una minaccia ai suoi interessi di sicurezza, ergo l’obiettivo di denazificazione dello speciale operazione .

Tornando alla Polonia, i suoi legami storici con il popolo di quella che oggi è l’Ucraina la spinsero a svolgere un ruolo di primo piano nella guerra per procura della NATO contro la Russia attraverso l’ex Repubblica sovietica, che prese la forma di facilitare gli aiuti militari (per non parlare dell’invio di proprio) e l’invio di mercenari. Il presidente Putin ha addirittura detto a Tucker che i polacchi costituiscono il maggior numero di combattenti stranieri nel paese, seguiti dagli americani e poi dai georgiani.

Non lo ha detto direttamente, ma il sottotesto chiaramente distinguibile nella recensione del leader russo sulle relazioni polacco-ucraine suggerisce che Varsavia è guidata dalla nostalgia tra le due guerre per le sue regioni orientali perdute (“Kresy”), quindi perché potrebbe essere svolgere questo ruolo per (ri)costruire una sfera di influenza . Allo stesso tempo, però, il presidente Putin ha anche osservato come “la Polonia becca dalle mani tedesche” poiché “la Germania nutre la Polonia in una certa misura” attraverso i fondi dell’UE a cui Berlino contribuisce più di altri.

Anche così, il rapporto tra questi due è curioso poiché ha fatto questa osservazione nel contesto in cui parlava di come la Polonia ha bloccato il transito del gas russo attraverso il suo territorio verso la Germania, spingendolo così a chiedersi perché Berlino non trattiene questi fondi come una spada di Damocle sulla fine di Varsavia per forzare la ripresa delle importazioni. Ha anche criticato la Polonia per aver inscenato un’immaginaria minaccia russa e ha affermato esplicitamente che la Russia attaccherà la Polonia solo se sarà attaccata per prima.

Nel grande schema delle cose, la Polonia è il paese di cui pochi al di fuori della Russia discutono quando si tratta della “questione ucraina”, sia in termini di identità dell’ex repubblica sovietica, sia in termini di guerra per procura NATO-Russia in corso che viene combattuta entro i suoi confini pre-2014. La nostalgia di Varsavia per il suo controllo tra le due guerre su quella che oggi è l’Ucraina occidentale, così come per il suo precedente controllo su una fascia di quel paese moderno durante l’era del Commonwealth, è il motivo per cui gioca un ruolo di primo piano in questo conflitto.

Prima dell’operazione speciale, l’intellighenzia polacca fu il primo attore esterno a piantare i semi dell’identità ucraina nella mente della sua gente, cosa che fece come mezzo per legittimare il suo controllo sulle ex terre della Rus’ di Kiev, la cui identità etno-religiosa popolare era diversi dai loro. Come ha spiegato il presidente Putin, l’ingerenza di Varsavia ha giocato un ruolo importante negli eventi che in seguito hanno dato origine all’autoproclamata identità separata di alcuni cittadini, che altri hanno poi sfruttato per i propri fini.

È quindi impossibile per chiunque avere una solida conoscenza degli eventi attuali e dei processi storici che li hanno originati senza conoscere il ruolo inestricabile della Polonia in entrambi. Il passato ha gettato le basi su cui si stanno sviluppando gli sviluppi attuali, poiché l’identità ucraina moderna non avrebbe preso forma, né la guerra per procura in corso si sarebbe svolta senza la partecipazione della Polonia. Questi fatti suggeriscono che la pace non è possibile senza che anche la Polonia svolga un qualche ruolo in questo processo .

 

La Polonia sapeva che Hitler aveva annunciato i suoi piani espansionistici contro l’Est slavo nel suo famigerato manifesto del 1925, quindi fu un errore partecipare allo smembramento della Cecoslovacchia e rifiutare le aperture dei sovietici per un’alleanza antinazista pensando che l’avrebbe salvata. Questo era il punto che il presidente Putin intendeva trasmettere nella sua intervista con Tucker, anche se non era così chiaro come probabilmente pensava di essere in quel momento mentre parlava a improvvisato senza appunti.

L’intervista del presidente Putin a Tucker Carlson, che ha sovvertito le aspettative dei media popolari e ha dedicato molto tempo alla Polonia , includeva una parte in cui il leader russo riassumeva brevemente il periodo precedente alla Seconda Guerra Mondiale. Anche questa sezione si è concentrata sulla Polonia e ha sovvertito molte aspettative grazie al modo in cui ha raccontato questi eventi. Ecco cosa ha detto secondo la trascrizione ufficiale del Cremlino , che verrà poi analizzata per chiarire le sue intenzioni:

“Nel 1939, dopo che la Polonia collaborò con Hitler – collaborò con Hitler, sapete – Hitler offrì alla Polonia la pace e un trattato di amicizia e alleanza (abbiamo tutti i documenti rilevanti negli archivi), chiedendo in cambio che la Polonia restituisse Germania il cosiddetto Corridoio di Danzica, che collegava la maggior parte della Germania con la Prussia orientale e Konigsberg.

Dopo la prima guerra mondiale questo territorio fu ceduto alla Polonia e al posto di Danzica emerse la città di Danzica. Hitler chiese loro di darlo amichevolmente, ma loro rifiutarono. Tuttavia collaborarono con Hitler e si impegnarono insieme nella spartizione della Cecoslovacchia.

Pertanto, prima della seconda guerra mondiale, la Polonia collaborò con Hitler e, sebbene non cedette alle sue richieste, partecipò comunque alla spartizione della Cecoslovacchia insieme a Hitler. Poiché i polacchi non avevano dato il corridoio di Danzica alla Germania, ed erano andati troppo oltre, spingendo Hitler a iniziare la seconda guerra mondiale attaccandoli. Perché il 1° settembre 1939 scoppiò la guerra contro la Polonia? La Polonia si rivelò intransigente e Hitler non poté fare altro che iniziare ad attuare i suoi piani con la Polonia.

A proposito, l’URSS – ho letto alcuni documenti d’archivio – si è comportata in modo molto onesto. Chiese il permesso alla Polonia di far transitare le sue truppe attraverso il territorio polacco per aiutare la Cecoslovacchia. Ma l’allora ministro degli Esteri polacco disse che se gli aerei sovietici avessero sorvolato la Polonia, sarebbero stati abbattuti sul territorio polacco.

Ma non importa. Ciò che conta è che la guerra iniziò e la Polonia cadde preda delle politiche che aveva perseguito contro la Cecoslovacchia, poiché in base al noto patto Molotov-Ribbentrop, parte di quel territorio, compresa l’Ucraina occidentale, doveva essere ceduta alla Russia. Così la Russia, che allora si chiamava URSS, riconquistò le sue terre storiche”.

Le parole dei leader russi hanno suscitato una raffica di condanne tra coloro che le hanno interpretate come un paragone con Hitler e una giustificazione per l’invasione nazista della Polonia, anche se probabilmente non aveva intenzioni simili a quelle che verranno spiegate in questo articolo. Per cominciare, i lettori dovrebbero familiarizzare con la sua opera magnum su questo argomento dell’estate 2020 intitolata “ 75° anniversario della grande vittoria: responsabilità condivisa verso la storia e il nostro futuro ”, che spiega in modo esauriente il suo punto di vista.

In effetti, l’intuizione che ha condiviso nella sua ultima intervista è stata in gran parte una rivisitazione di ciò che scrisse quasi quattro anni fa riguardo alla controversa diplomazia tra le due guerre della Polonia, in particolare alla sua partecipazione alla dissoluzione finale della Cecoslovacchia. Varsavia all’epoca aveva valutato l’URSS come una minaccia più grande dei nazisti, che condividevano i loro timori di un’espansione comunista, ecco perché rifiutò i diritti di transito dell’Armata Rossa per salvare quell’ex stato che la stessa Polonia ebbe un ruolo nel fare a pezzi.

La loro spartizione delle moderne Bielorussia e Ucraina dopo la guerra polacco-sovietica portò anche a una sfiducia dilagante che rovinò ogni possibilità che Varsavia accettasse di concedere a Mosca i diritti richiesti per salvare la Cecoslovacchia anche se la Polonia non avesse partecipato alla sua eventuale dissoluzione. . Le suddette affermazioni di fatti storici verificabili non vengono condivise per giustificare le politiche polacche dell’epoca, ma semplicemente per spiegare il paradigma attraverso il quale furono formulate.

Il famigerato manifesto di Hitler era già stato pubblicato più di un decennio prima ed era quindi risaputo che egli nutriva piani espansionistici esplicitamente dichiarati contro gli slavi, in particolare contro l’Unione Sovietica, il cui granaio ucraino non poteva essere invaso per il “Lebensraum” senza passare dalla Polonia. Immaginava di subordinarlo a un vassallo annettendo il corridoio di Danzica e poi di sfruttare quel paese come trampolino di lancio antisovietico in un secondo momento, ma i suoi piani furono portati avanti dagli eventi.

La Polonia aveva il diritto di rifiutare le richieste dei nazisti, ma ciò non sarebbe mai stato fatto se la Polonia non avesse partecipato allo smembramento della Cecoslovacchia un anno prima e avesse invece concesso all’Armata Rossa il diritto di transito per rispondere o almeno non avesse accettato di formare un più ampio gruppo anti-nazista. Alleanza nazista con esso e con l’Occidente. Mosca aveva cercato di mettere insieme esattamente questo, ma senza alcun risultato, come ha spiegato in dettaglio il presidente Putin nella sua opera magnum dell’estate 2020, già citata.

Dopo essere stato placato a Monaco, periodo nel quale anche la Polonia ebbe un ruolo nella dissoluzione finale della Cecoslovacchia, egli mirò alla regione lituana di Klaipeda/Memel, dopo di che cercò di annettere il corridoio di Danzica alla Polonia. Quando Varsavia rifiutò, anche perché era stata esaltata dalle garanzie di sicurezza dell’Alleanza anglo-franco, Hitler lanciò la prima guerra lampo dei nazisti che si preparava dal 1933. Avrebbe preferito una maggiore pacificazione, ma alla fine agì di conseguenza. la sua assenza.

Questa sequenza di eventi era prevedibile poiché la Polonia sapeva che Hitler aveva annunciato i suoi piani espansionistici contro l’Est slavo nel suo famigerato manifesto del 1925, quindi era un errore partecipare alla frammentazione della Cecoslovacchia e rifiutare le aperture dei sovietici per un’alleanza antinazista pensando che ” lo salverò. Questo era il punto che il presidente Putin intendeva trasmettere nella sua intervista con Tucker, anche se non era così chiaro come probabilmente pensava di essere in quel momento mentre parlava a improvvisato senza appunti.

I piani di Hitler di lunga data ed esplicitamente dichiarati di invadere l’Unione Sovietica e in particolare il suo granaio ucraino, da cui era ossessionato per il “Lebensraum”, come lo erano i suoi predecessori durante la prima guerra mondiale, furono quindi portati avanti dall’atteggiamento intransigente della Polonia. Si aspettava che ciò lo avrebbe placato anche dopo il suo ruolo in Cecoslovacchia, soprattutto perché condivideva la sua valutazione del comunismo come la più grande minaccia per l’Europa, ed è per questo che fu così sorpreso dal suo rifiuto incoraggiato dall’Occidente.

Per ribadire un punto precedente, la Polonia aveva il diritto di rifiutare le richieste dei nazisti e questa era la politica moralmente corretta, ma il punto del presidente Putin è che gli eventi non sarebbero mai arrivati ​​a quel punto se Hitler non fosse stato placato a Monaco un anno prima, né la Polonia aveva fatto a pezzi anche la Cecoslovacchia. Ciò gettò un freno ai piani di Hitler di subordinare pacificamente la Polonia come vassallo e poi sfruttarla come trampolino di lancio antisovietico in un secondo momento, ecco perché il presidente Putin disse di sentirsi obbligato ad agire militarmente.

Hitler avrebbe potuto fare marcia indietro, ma non era il tipo che accettava un no come risposta, inoltre era ossessionato dall’idea di reincorporare le regioni perdute della Germania imperiale prima di espandersi nell’est slavo per creare il “Lebensraum”. Per questo motivo ha deciso di portare avanti i suoi progetti invece di rischiare che diventassero irraggiungibili se l’incipiente (ma a quel tempo illusoria) alleanza antinazista si fosse rafforzata. Questo è un punto valido che non equivale al fatto che il presidente Putin si paragoni a Hitler o giustifichi l’invasione di quest’ultimo.

Solo propagandisti mal intenzionati potrebbero tracciare un parallelo tra gli eventi che portarono all’invasione nazista della Polonia nel 1939 e quelli che precedettero l’intervento speciale della Russia. operazione nel 2022. Si tratta di due conflitti completamente diversi che non possono essere paragonati da nessun osservatore onesto. Il presidente Putin ha sollevato la questione del primo semplicemente per correggere il record storico dopo che la Polonia ha guidato l’UE nell’attribuire la stessa colpa ai sovietici per la seconda guerra mondiale nel 2019 e per aggiungere ulteriore contesto alla “questione ucraina”.

Essendo un appassionato di storia che raramente rilascia interviste ai giornalisti occidentali, il leader russo probabilmente non si era reso conto in quel momento di come sarebbe stato inventato il suo riassunto improvvisato degli eventi che portarono a quel conflitto, ma ovviamente non intendeva paragonarsi a Hitler. per giustificare l’invasione nazista della Polonia. Coloro che desiderano saperne di più sulla sua prospettiva sulla Seconda Guerra Mondiale dovrebbero fare riferimento alla sua opera magnum dell’estate 2020, citata in precedenza, che spiega tutto in modo più chiaro e molto più dettagliato.

Non è il mostro o il pazzo come lo dipingono i media mainstream, anche se non è nemmeno la mente rivoluzionaria antioccidentale che sostiene la comunità Alt-Media. Il presidente Putin è semplicemente un pragmatico apolitico che vuole esclusivamente preservare la società nazionalista-conservatrice del suo paese, sviluppare fortemente la sua economia e garantire i suoi obiettivi obiettivi di sicurezza nazionale, il tutto cooperando con gli altri nel perseguimento del reciproco vantaggio.

L’intervista di Tucker con il presidente Putin è stata preceduta da Mainstream Media (MSM) e Alt-Media Community (AMC) che hanno esaltato il loro pubblico con aspettative irrealistiche. Entrambi avevano previsto che il leader russo avrebbe espresso una serie di argomenti di discussione, che il primo ha descritto come propaganda mentre il secondo ipotizzava che avrebbero schiacciato la reputazione dell’Occidente, ma entrambi si sono sbagliati. Invece di un semplice talk show, il presidente Putin ha chiarito fin dall’inizio che si sarebbe trattato di un dialogo serio.

Non ha nemmeno perso tempo a dimostrare le sue intenzioni, lanciandosi immediatamente in una dettagliata rassegna storica di quella che può essere descritta come la “questione ucraina” tra Russia e Polonia nel corso dei secoli, per poi passare a come questo argomento è stato affrontato durante il Periodo sovietico. Lo scopo era quello di informare in modo esauriente il suo pubblico sul contesto che ha portato all’operazione speciale , avendo cura di spiegare le motivazioni e le sfumature di ciascuna parte in modo che potessero comprendere appieno tutto.

Mentre si avvicinava la fine della Vecchia Guerra Fredda, il Presidente Putin ha poi riaffermato i sinceri interessi della Russia nel coltivare una nuova era di relazioni con l’Occidente, sottolineando che anche una volta aveva chiesto a Clinton se il suo paese poteva aderire alla NATO e aveva esplorato un sistema antimissile congiunto cooperazione con Bush Jr. Entrambe le iniziative alla fine fallirono per ragioni che lui attribuiva all’ossessione dell’élite americana per il dominio, suggerendo in tutta l’intervista che la CIA è quella che realmente prende le decisioni sulla politica estera.

Invece di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa, l’Occidente guidato dagli Stati Uniti ha continuato a promuovere i propri interessi soggettivamente definiti a somma zero a scapito di quelli nazionali oggettivi della Russia, che hanno preso la forma dell’espansione della NATO verso est in violazione della loro parola e del tentativo di balcanizzare la Russia nel nord. Caucaso. Ciononostante, il presidente Putin ha continuato a portare avanti una visione che, col senno di poi, ha riconosciuto diversi mesi fa ingenua , e che si è manifestata attraverso le azioni della Russia durante “EuroMaidan” e successivamente.

Ha rivelato che all’epoca aveva detto all’ex presidente ucraino Yanukovich di dimettersi e di non usare seriamente la forza contro l’opposizione armata, essendogli stato consigliato di accettare quello che lui stesso aveva ammesso essere un colpo di stato con mezzi pacifici attraverso un’improvvisata campagna anti-terrorismo. elezioni costituzionali. In risposta alla sua ingenuità, la CIA portò a termine i suoi piani di colpo di stato armato nonostante Germania, Francia e Polonia agissero come garanti del suddetto accordo proprio il giorno prima.

Quel violento cambio di regime spinse la Crimea a riunificarsi democraticamente con la sua patria storica dopo che i golpisti giurarono di opprimere i russi, periodo in cui il Donbass si ribellò e scoppiò la guerra civile ucraina dopo che Kiev bombardò quella regione e la invase. Ancora una volta, il presidente Putin ha preferito la pace e il pragmatismo alla guerra e agli ultimatum, optando per gli accordi di Minsk sopra ogni altra cosa, anche se i leader tedesco e francese hanno poi ammesso di non aver mai avuto intenzione di onorarli.

Questa sequenza di eventi, come descritta nientemeno che dallo stesso Presidente Putin, contraddiceva le aspettative dei MSM e dell’AMC su di lui come un ” mostro, pazzo o mente “, rivelando che in realtà era un pragmatico apolitico senza sete di sangue, instabilità psicologica o motivazioni ideologiche. qualunque cosa. L’unico motivo per cui ha avviato l’operazione speciale è stato quello di garantire l’integrità delle linee rosse della sicurezza nazionale del suo paese in Ucraina dopo che la NATO le ha clandestinamente attraversate e si è rifiutata di ritirarsi.

Non c’è mai stato alcun ulteriore programma poiché rimane fedele alla visione avanzata nella sua opera magnum dell’estate 2021 secondo cui russi e ucraini sono lo stesso popolo che divergeva solo in modo superficiale a causa di ingerenze esterne nel corso dei secoli. Ecco perché ha cercato di porre fine rapidamente all’ultima fase del lungo conflitto che la sua operazione speciale avrebbe dovuto terminare poco dopo l’inizio attraverso il processo di pace di Istanbul, solo per essere ancora una volta ingannato, con tutto il dovuto rispetto per lui.

Dopo che il presidente Putin ha ordinato alle sue truppe di ritirarsi da Kiev come gesto di buona volontà per concludere l’accordo che la delegazione ucraina aveva già siglato, l’ex premier britannico Johnson li ha convinti a cancellare quel dettagliato patto politico-militare a favore della continuazione della lotta. Tuttavia, il leader russo ha comunque affermato che prevede la fine politica del conflitto, ma ha ricordato a tutti che affinché ciò avvenga, l’Ucraina deve prima abrogare la legislazione che vieta i colloqui con Mosca.

Tuttavia, il mondo non sarà più lo stesso una volta terminata questa guerra per procura, poiché ritiene che abbia inferto un duro colpo al precedente dominio dell’America. In realtà, gran parte di ciò è stato autoinflitto dopo che la sua élite ha convinto i decisori a tentare di infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia, che è sempre stata una fantasia politica. A tal fine, hanno addirittura utilizzato come arma il dollaro, anche se ciò si è ritorto contro accelerando i processi di de-dollarizzazione (anche tra gli alleati americani) che a loro volta minano le basi del potere degli Stati Uniti.

L’ ordine mondiale multipolare che sta prendendo forma dovrebbe concentrarsi sulla sicurezza collettiva invece che sulla separazione in blocchi, ha affermato, e spera che il diritto internazionale, come sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, col tempo venga nuovamente rispettato da tutti. L’intelligenza artificiale e la genetica dovrebbero essere regolamentate proprio come le armi nucleari, anche se affinché ciò accada è necessaria la fiducia reciproca, che ovviamente manca. Nel frattempo, sono possibili accordi pragmatici su altre questioni come lo scambio di spie, ma non ci si aspetta molto altro.

Tutto ciò di cui il presidente Putin ha parlato nella sua intervista con Tucker, dal contesto storico della “questione ucraina” ai dettagli sull’evoluzione della politica russa, nonché le sue interazioni con i leader americani, ha sovvertito le aspettative dei media e dell’AMC perché non era così. semplici punti di discussione. Al contrario, si è trattato di una serie di masterclass su argomenti complessi che probabilmente sono andati oltre la testa della maggior parte, ma che era comunque importante discutere per il bene di coloro che erano interessati.

La prima cosa da apprendere per lo spettatore/lettore medio è che la politica estera americana è in realtà controllata dai membri d’élite della sua burocrazia permanente (“stato profondo”) come quelli della CIA, e non dal Presidente, dal momento che gli interessi iniziali di Clinton e Bush erano nella cooperazione con la Russia. sono stati affondati da quell’agenzia. Il secondo punto è che l’ingerenza straniera in Ucraina ha trasformato la questione dell’identità del suo popolo in un’arma geopolitica per indebolire la Russia, che vuole vivere in pace e prosperità con quel paese.

In terzo luogo, il presidente Putin ha avviato l’operazione speciale del suo paese solo dopo aver ritenuto che la mancata attuazione avrebbe portato a sfide irreversibili alla sicurezza che rischiavano di culminare con il tempo nella balcanizzazione della Russia, che secondo lui esplicitamente l’Occidente sta perseguendo come mezzo per contenere la Cina . Il quarto punto è che è questa ossessione per il dominio tra le élite politiche (cioè la CIA) ad essere responsabile della destabilizzazione del mondo, con l’ultimo punto che vuole la pace attraverso la diplomazia.

Come sottolineato in precedenza, non è il mostro o il pazzo come lo dipinge il MSM, sebbene non sia nemmeno la mente rivoluzionaria antioccidentale che sostiene l’AMC. Il presidente Putin è semplicemente un pragmatico apolitico che vuole esclusivamente preservare la società nazionalista-conservatrice del suo paese, sviluppare fortemente la sua economia e garantire i suoi obiettivi obiettivi di sicurezza nazionale, il tutto cooperando con gli altri nel perseguimento del reciproco vantaggio. Non è né un cattivo né un eroe, ma semplicemente se stesso.

INTERVISTA INTEGRALE TRADOTTA DAL CANALE https://www.youtube.com/@VisioneTV

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Guerra russo-ucraina: l’insurrezione di Wagner, di Big Serge

Questa analisi che traduco e pubblichiamo mi pare in assoluto la migliore e la più equilibrata tra tutte le moltissime comparse sinora sulla vicenda dell’insurrezione armata delle milizie Wagner; forse anche perché coincide con la mia, pubblicata il 25 giugno scorso[1]: si tenga dunque in considerazione il possibile conflitto di interessi, nel mio giudizio positivo.

L’analisi di Big Serge sfugge al pericolo principale, che in casi simili è: sovrainterpretare. Una miriade di informazioni impossibili da verificare, manipolazioni a tutto spiano, emozioni al calor bianco: è in casi come questo che la nebbia della guerra clausewitziana sale più fitta. Per farsi un’idea, invece, è necessario attenersi a quel che è possibile valutare con un minimo sindacale di attendibilità, non farsi travolgere dai pregiudizi e dalle ipotesi onnicomprensive che spiegano tutto, in breve sospendere il giudizio su tutto ciò che non suoni autentico, e tenersi pronti a cambiare idea se il contesto muta con il passare dei giorni.

L’Autore, inoltre, ha ben chiaro che “nel nostro tempo prevale un modello analitico: c’è una macchina che prende istantaneamente vita, accogliendo voci e informazioni parziali in un ambiente di estrema incertezza e risputando formule che corrispondono a presupposti ideologici. L’informazione non è valutata in modo neutrale, ma è costretta a passare attraverso un filtro cognitivo che le assegna un significato alla luce di conclusioni predeterminate.

In altre parole, la maggior parte dell’informazione e dei commenti, sia nei media ufficiali, sia nelle fonti che si vogliono “critiche” e “alternative”, corrisponde a quel che Leszek Kolakowski chiamava “la quinta operazione”. Nelle quattro operazioni aritmetiche – addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione – il risultato consegue ai fattori, e non è noto prima che l’operazione aritmetica sia eseguita. La “quinta operazione”, invece, precostituisce il risultato e vi adatta i fattori che lo producono.

Buona lettura.

Roberto Buffagni

[1] http://italiaeilmondo.com/2023/06/25/commedia-in-piu-atti-di-roberto-buffagni-linquietante-azione-a-distanza-di-pierluigi-fagan/

Guerra russo-ucraina: l’insurrezione di Wagner

La corsa selvaggia di Yevgeny Prigozhin

26 GIU 2023

Gli eventi dello scorso fine settimana (23-25 giugno 2023) sono stati così surreali e fantasmagorici da sfuggire alla narrazione e alla descrizione. Venerdì, il famigerato Gruppo Wagner ha lanciato quella che sembrava una vera e propria insurrezione armata contro lo Stato russo. Hanno occupato parte di Rostov sul Don – una città di oltre 1 milione di abitanti, capoluogo di regione e sede del Distretto militare meridionale della Russia – prima di partire in colonna armata verso Mosca. Questa colonna – dotata di equipaggiamento militare pesante, compresi i sistemi di difesa aerea – è arrivata a poche centinaia di chilometri dalla capitale – praticamente indisturbata dalle forze statali russe – prima di fermarsi bruscamente, annunciare che era stato raggiunto un accordo con l’aiuto del presidente bielorusso Aleksandr “Zio Sasha” Lukashenko, fare marcia indietro e tornare alle basi di Wagner nel teatro ucraino.

Inutile dire che lo spettacolo di un gruppo di mercenari russi che marciava armato su Mosca e di carri armati e fanteria Wagner che isolavano gli edifici del Ministero della Difesa a Rostov, ha suscitato nei commentatori occidentali la fiducia che lo Stato russo stesse per essere rovesciato e che lo sforzo bellico russo in Ucraina sarebbe evaporato. Nel giro di poche ore sono state diffuse previsioni fiduciose e stravaganti[1], tra cui l’affermazione che l’impronta globale della Russia si sarebbe disintegrata mentre il Cremlino richiamava le truppe per difendere Mosca e che la Russia stava per entrare in uno stato di guerra civile[2]. Abbiamo anche visto la macchina della propaganda ucraina andare in tilt, con personaggi come Anton Gerashchenko e Igor Sushko che hanno bombardato i social media con storie false sull’ammutinamento di unità dell’esercito russo e sulla “defezione” dei governatori regionali a Prigozhin.

Va detto questo, sul modello analitico che prevale nel nostro tempo: c’è una macchina che prende istantaneamente vita, accogliendo voci e informazioni parziali in un ambiente di estrema incertezza e risputando formule che corrispondono a presupposti ideologici. L’informazione non è valutata in modo neutrale, ma è costretta a passare attraverso un filtro cognitivo che le assegna un significato alla luce di conclusioni predeterminate. Si presume che la Russia crollerà e subirà un cambiamento di regime (lo ha detto Fukuyama), quindi le azioni di Prigozhin dovevano essere inquadrate in riferimento a questo presunto scenario finale.

All’estremo opposto, abbiamo assistito a una misura analoga di aggressivo adattamento al modello da parte dei sostenitori della Russia “Confidiamo nel Piano”, tutti sicuri che la rivolta di Wagner fosse solo una recita, un elaborato stratagemma architettato di concerto da Prigozhin e Putin per ingannare i nemici della Russia e far avanzare il Piano. L’errore analitico in questo caso è lo stesso: le informazioni vengono analizzate al solo scopo di sostenere e far avanzare una conclusione preconfezionata; solo che si presume l’onnicompetenza russa, invece del collasso dello Stato russo.

Io ho assunto una posizione intermedia. Ho trovato l’idea che la Russia si trovasse di fronte a una guerra civile o a un collasso statale estremamente bizzarra e del tutto infondata, ma non pensavo nemmeno (e ritengo che gli eventi abbiano confermato questa opinione) che Prigozhin agisse in collaborazione con lo Stato russo per inscenare  una farsa. Se davvero la rivolta di Wagner è stata una Psyop (operazione psicologica) per ingannare la NATO, si è trattato di un’operazione estremamente elaborata e contorta che non ha ancora mostrato alcun chiaro beneficio (ci ritorno più avanti).

La mia convinzione di massima è che Prigozhin abbia agito di sua spontanea volontà in modo estremamente rischioso (rischiando sia la propria vita che un effetto destabilizzante sulla Russia). Ciò ha posto lo Stato russo di fronte a una vera e propria crisi (anche se non sufficientemente grave da minacciare l’esistenza dello Stato) che, a mio avviso, è stata gestita nel complesso abbastanza bene. La rivolta di Wagner è stata chiaramente negativa per la Russia, ma non è stato un rischio esistenziale, e lo Stato ha fatto un buon lavoro per contenerla e mitigarla.

Entriamo nel merito, iniziando con un breve sguardo alla cronologia degli eventi.

Anatomia di un ammutinamento

La quantità di disinformazione (propagata in particolare dagli ucraini e dai liberali russi residenti in Occidente) che è circolata durante il fine settimana è stata estrema, per cui potrebbe essere prudente rivedere la progressione degli eventi così come sono effettivamente accaduti.

Il primo segnale che qualcosa non andava è arrivato con alcune dichiarazioni esplosive del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin il 23 (venerdì). In un’intervista piuttosto lunga e incoerente[3], ha fatto l’affermazione scioccante che la giustificazione russa per la guerra in Ucraina era una vera e propria menzogna, e che la guerra era infestata di corruzione e uccisioni di civili. Le cose sono diventate ancora più folli quando la Wagner ha affermato che l’esercito russo aveva colpito il loro campo con un missile. Questo era estremamente strano: il video[4] che è stato rilasciato (che pretendeva di mostrare le conseguenze di questo “attacco missilistico”) non mostrava un cratere d’impatto, né detriti, né alcun ferito o ucciso del personale di Wagner. I “danni” del missile consistevano in due fuochi da campo che bruciavano in una trincea – a quanto pare la Russia ha missili che possono innescare piccoli incendi controllati senza distruggere la vita vegetale circostante?

Il video ovviamente non mostrava le conseguenze di un attacco missilistico, ma la retorica di Prigozhin si è intensificata dopo questo fatto e ha presto annunciato che Wagner avrebbe iniziato una “marcia per la giustizia” per ottenere soddisfazione delle sue varie rimostranze. Non era chiaro cosa volesse esattamente, ma sembrava incentrato su rancori personali nei confronti del Ministro della Difesa Sergei Shoigu e del Capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov.

Poco dopo, sono arrivati alcuni video dalle autorità russe (tra cui uno con il generale Surovikin) che sembravano scongiurare la Wagner di “fermare il movimento delle loro colonne” e di tornare ai loro posti, per evitare spargimenti di sangue e destabilizzazione. Questo convalidava alcune delle voci secondo cui Wagner stava lasciando il teatro di operazioni in forze. La notizia che la Guardia Nazionale Russa era stata attivata a Mosca e altrove sembrava avvalorare il timore che uno scontro armato in Russia fosse imminente.

Alla fine di venerdì, convogli armati di Wagner erano a Rostov[5] (con il marchio Z rosso) e avevano preso il controllo di diversi uffici militari, in quello che equivaleva a un colpo di mano incruento per impossessarsi della città. Le scene erano un po’ stravaganti: carri armati per le strade della città e cordoni di sicurezza intorno a strutture chiave, ma apparente indifferenza da parte della popolazione. La gente si mescolava tra le truppe di Wagner[6], gli spazzini proseguivano il loro lavoro[7], Wagner comprava cheeseburger[8] e la gente si faceva foto con i carri armati.

1 un T -72 è il non plus ultra degli accessori

 

Quella sera, Prigozhin ebbe un incontro teso ma civile[9] con due funzionari di alto livello del Ministero della Difesa: Yanus Evkurov (vice ministro della Difesa) e Vladimir Alekseev (vice capo della direzione dell’intelligence militare).

Le cose si sono scaldate sul serio il giorno dopo (sabato 24) con la notizia che due consistenti corpi armati si stavano muovendo all’interno dei confini prebellici della Russia. Uno era una colonna di personale e armi di Wagner che aveva lasciato Rostov per Mosca, l’altra una forza cecena inviata dallo Stato a Rostov. Alla notizia che le forze statali russe stavano stabilendo posti di blocco e posizioni difensive al di fuori di Mosca, sembrava che potessero essere imminenti due battaglie separate: una della colonna Wagner contro le forze statali davanti a Mosca, e un’altra tra i ceceni e i resti dei Wagner per il controllo di Rostov.

È stato a questo punto che la disinformazione ucraina ha iniziato a scatenarsi, affermando che le unità militari russe e le amministrazioni regionali stavano disertando nel campo di Prigozhin, sostenendo che non si trattava solo di una rivolta della Wagner contro lo Stato, ma di una rivolta generale del sistema russo contro il governo di Putin. In realtà (e questo è un punto chiave su cui tornerò più avanti) non ci sono state defezioni in nessuna unità militare russa regolare o nei governi regionali, e non ci sono stati disordini civili. L’ammutinamento è stato limitato al Gruppo Wagner, e anche in questo caso non tutto il Wagner ha partecipato.

Comunque sia, nelle prime ore della sera di sabato c’erano motivi concreti per temere che si potesse sparare fuori Mosca o a Rostov. Putin ha rilasciato una dichiarazione in cui denunciava il tradimento e prometteva una risposta adeguata. Il Ministero della Giustizia russo ha aperto un fascicolo penale contro Prigozhin per tradimento. Due aerei del Ministero della Difesa russo sono stati abbattuti (un elicottero Mi-8 e un IL-22) dalla colonna Wagner. L’atmosfera globale è diventata notevolmente più umida a causa del volume di salivazione proveniente da Washington.

2 Lì non si può parcheggiare, amico

Poi, la colonna Wagner si è fermata. Il governo bielorusso ha annunciato che era stato negoziato un accordo con Prigozhin e Putin. L’ufficio di Lukahsenko affermò che “si è raggiunto l’accordo sull’inammissibilità di scatenare un sanguinoso massacro sul territorio della Russia”. La colonna si allontanò dalla strada per Mosca e tornò ai campi Wagner in Ucraina, mentre le forze di Wagner rimaste a Rostov fecero i bagagli e partirono. A parte gli equipaggi dei due aerei abbattuti, nessuno fu ucciso.

Naturalmente, le speculazioni si sono immediatamente concentrate sui termini dell’accordo tra Prigozhin e lo Stato. Alcuni hanno ipotizzato che Putin avesse accettato di rimuovere Shoigu, Gerasimov o entrambi dai loro incarichi (forse era questo lo scopo fin dall’inizio?). In realtà, i termini sono stati relativamente blandi e anticlimatici:

Il procedimento per tradimento contro Prigozhin è stato ritirato e lui è andato in Bielorussia.

i combattenti Wagner che avevano partecipato alla rivolta non sarebbero stati accusati e sarebbero tornati a operare in Ucraina

I combattenti Wagner che non hanno partecipato alla rivolta avrebbero firmato contratti con le forze armate russe (essenzialmente uscendo da Wagner e diventando truppe regolari a contratto)

Un vago riferimento a “garanzie di sicurezza” per i combattenti Wagner.

Quindi, tutto questo è molto strano. Una vera e propria insurrezione armata con carri armati e armi pesanti (non un uomo con un copricapo da bufalo[10]) con la presa di controllo di strutture militari, risolta improvvisamente da Lukashenko, e tutto ciò che Prigozhin sembra aver ottenuto è stato… un passaggio gratuito per la Bielorussia? Davvero strano.

Cerchiamo quindi di analizzare ciò che è successo utilizzando un quadro analitico che non sia predeterministico – cioè, assumiamo che né l’onnicompetenza russa né il cambio di regime russo e la coccolosità neoliberale siano garantiti.

Vorrei iniziare affrontando proprio queste due teorie ideologicamente predeterminate. Da un lato c’è chi sostiene che la Russia stia per precipitare in un conflitto civile e in un cambio di regime, dall’altro chi pensa che l’intera vicenda sia stata una manovra psicologica pre-pianificata dal governo russo. I primi sono già stati screditati in virtù del fatto che tutte le loro drammatiche previsioni sono crollate nel giro di 24 ore: Prigozhin non ha infatti guidato un ammutinamento che si è contagiato nel sistema russo, non ha rovesciato Putin e non si è autoproclamato zar Eugenio I. L’altra teoria estrema – quella della psyop – rimane praticabile, ma la ritengo estremamente improbabile, per le ragioni che elencherò ora.

Scenari di psyop

È relativamente facile limitarsi a dire “l’ammutinamento è stato uno psyop” senza approfondire. È banalmente ovvio che la rivolta di Wagner ha “ingannato” l’analisi occidentale[11] – ma questa non è ipso facto una prova che la rivolta sia stata inscenata allo scopo di ingannare l’Occidente. Dobbiamo chiedere qualcosa di più specifico: a quale scopo la rivolta potrebbe essere stata sceneggiata?

Ho individuato quattro teorie distinte che meritano almeno di essere esaminate: vediamole e spieghiamo perché, a mio avviso, nessuna di esse riesce a spiegare in modo soddisfacente la rivolta.

Opzione 1: esca viva

Una potenziale spiegazione – che ho visto suggerire abbastanza spesso – è l’idea che Prigozhin e Putin abbiano inscenato la rivolta allo scopo di stanare teoriche reti di sediziosi, agenti stranieri ed elementi sleali. Si suppone che Prigozhin abbia creato una specie di crisi controllata, ma esteticamente realistica, per lo Stato russo, facendo apparire il governo di Putin vulnerabile e costringendo parti infide e nemiche in tutta la Russia a rivelarsi.

Concettualmente, ciò equivale più o meno a dire che il governo di Putin finge di essere un animale ferito per attirare gli avvoltoi e poterli uccidere.

Penso che questa teoria sia interessante per la popolare, perché fa di Putin un leader estremamente astuto, machiavellico e paranoico. È anche il motivo per cui penso che sia sbagliata. Putin ha tratto una grande legittimazione dalla sua capacità di combattere la guerra senza sconvolgere la vita quotidiana in Russia – non ci sono razionamenti, non ci sono arruolamenti, non ci sono restrizioni alla circolazione, ecc. In effetti, una delle maggiori critiche a Putin è stata mossa dal partito della guerra, secondo il quale egli sta combattendo timidamente la guerra perché ha paura, e che si preoccupi troppo di mantenere la normalità in Russia.

Sembra quindi incongruo che un leader che si è preoccupato di non mettere la società russa su un piede di guerra faccia poi qualcosa di così destabilizzante come inscenare una finta rivolta. Inoltre, se davvero la rivolta di Wagner era una sceneggiata per stanare altri elementi infidi e terroristici, è fallita malamente: non ci sono state defezioni, né disordini civili, né denunce di Putin. Quindi, per diverse ragioni, la teoria dell’esca viva non supera la prova dell’olfatto.

Opzione 2: mascheramento dei dispiegamenti

Una seconda teoria è l’idea che la rivolta di Wagner sia stata essenzialmente una gigantesca cortina fumogena per consentire il movimento di forze militari in Russia. Suppongo che il ragionamento sia che se le colonne armate svolazzano di qua e di là, la gente potrebbe non accorgersi se le forze russe si spostano in posizione per, ad esempio, attaccare Sumy o Kharkov. Questa idea è stata cosmeticamente rafforzata dalla notizia che Prigozhin sarebbe andato in Bielorussia. Si trattava forse di uno stratagemma per mascherare il dispiegamento della Wagner per un’operazione nell’Ucraina occidentale?

Il problema di questa linea di pensiero è triplice. In primo luogo, non comprende la complessità dell’allestimento di una forza per le operazioni. Non si tratta solo di portare in posizione una fila di camion e carri armati: ci sono enormi necessità logistiche. Munizioni, carburante, infrastrutture per le retrovie devono essere allestite. Questo non può essere fatto in 24 ore, sotto la copertura temporanea di un finto ammutinamento.

In secondo luogo, l’effetto “distrazione” è diretto soprattutto ai media e ai commentatori, non all’intelligence militare. Per dirla in altro modo, la CNN e il New York Times erano sicuramente concentrati sulla rivolta di Wagner, ma i satelliti americani continuano a sorvolare lo spazio di battaglia e l’ISR occidentale è ancora in funzione. Le buffonate di Prigozhin non impedirebbero loro di osservare gli allestimenti per attaccare un nuovo fronte.

Terzo e ultimo punto: non sembra che gran parte di Wagner accompagnerà Prigozhin in Bielorussia – il suo viaggio nella Terra di Lukashenko assomiglia più a un esilio che a una riorganizzazione del Gruppo Wagner.

Opzione 3: Radicalizzazione architettata

Questa è la solita teoria della “falsa bandiera” che circola ogni volta che accade qualcosa di brutto da qualche parte. È diventata piuttosto blasé e banale: “Putin ha inscenato la rivolta per poter intensificare la guerra, aumentare la mobilitazione, ecc.”.

Questo non ha alcun senso ed è abbastanza facile da respingere. Ci sono stati veri e propri attacchi ucraini all’interno della Russia (tra cui un attacco di droni al Cremlino e incursioni transfrontaliere delle forze ucraine). Se Putin avesse voluto intensificare la guerra, avrebbe potuto sfruttare una qualsiasi di queste opportunità. L’idea che abbia scelto di orchestrare una rivolta interna – correndo il rischio di una destabilizzazione diffusa – piuttosto che concentrarsi sull’Ucraina è ridicola.

Opzione 4: Consolidamento del potere

Di tutte le teorie psyop, questa è quella che probabilmente ha più credito. Ci sono stati due diversi filoni, che tratteremo a turno.

All’inizio, alcuni ipotizzavano che Putin stesse usando Prigozhin come pretesto per cacciare Shoigu e Gerasimov. L’ho ritenuto improbabile per alcune ragioni.

In primo luogo, non credo che si possa affermare che questi uomini meritino di essere licenziati. All’inizio la guerra russa è stata caratterizzata da elementi disomogenei, ma c’è un chiaro arco di miglioramento nell’industria degli armamenti, con sistemi chiave come il Lancet e il Geran che stanno diventando disponibili in quantità sempre maggiori, e proprio in questo momento le forze armate russe stanno facendo a pezzi la controffensiva ucraina.

In secondo luogo, se Putin volesse rimuovere Shoigu o Gerasimov, farlo in risposta a una finta rivolta è il modo peggiore per farlo, perché darebbe l’impressione che Putin si pieghi alle richieste di un terrorista. Si tenga presente che Putin non ha criticato pubblicamente né Shoigu né Gerasimov per la loro gestione della guerra. Pubblicamente, sembrano avere il suo pieno appoggio. Il presidente potrebbe davvero rimuoverli in risposta alle richieste di Prigozhin senza apparire incredibilmente debole? Sarebbe molto meglio se Putin li licenziasse di sua spontanea volontà, facendo di se stesso, e non di Prigozhin, il kingmaker.

Di certo, a questo punto non sembra che né Shoigu né Gerasimov perderanno il loro posto. Questo ha portato la teoria del “consolidamento del potere” a passare a una seconda linea di pensiero, secondo cui Putin voleva usare Prigozhin essenzialmente per testare il sistema politico russo, vedendo come avrebbero reagito l’amministrazione regionale e i vertici dell’esercito.

3 Gli oggetti della collera di Prigozhin?

In questo modo la rivolta viene trattata come un’esercitazione antincendio: si dà l’allarme, si vede come reagiscono tutti e si prende nota di chi ha seguito le istruzioni. Certo, le figure politiche russe sono uscite allo scoperto per affermare il loro sostegno a Putin e denunciare la Wagner – con un certo stile russo, come il governatore di Tver che ha invitato Prigozhin a suicidarsi[12]. Questo forse conferisce credibilità all’idea che Putin abbia voluto mettere alla prova i suoi subordinati.

Ancora una volta, però, credo che questa teoria non tenga conto di alcuni punti chiave. Innanzitutto, la Russia appariva internamente molto stabile. Putin non stava affrontando alcuna opposizione o pressione politica, né disordini civili, né ammutinamenti nell’esercito, né critiche da parte di figure politiche di alto profilo – non è chiaro perché avrebbe dovuto sentire il bisogno di scuotere il Paese solo per testare la lealtà dell’apparato politico. Forse si pensa che sia una figura iper-paranoica alla Stalin, che si sente spinto a fare giochi mentali con il Paese, ma questo non quadra con il suo modello operativo. In secondo luogo, la traiettoria della guerra è al momento decisamente a favore della Russia, con la vittoria a Bakhmut ancora fresca nella memoria pubblica e la controffensiva dell’Ucraina che assomiglia sempre di più a un fallimento militare di portata storica mondiale. Non ha molto senso che in questo momento in particolare, quando le cose stanno andando molto bene per la Russia, Putin voglia lanciare una granata solo per testare i tempi di reazione.

In definitiva, penso che tutte queste teorie “Psyop” siano molto deboli se valutate in buona fede nei loro stessi termini. I loro errori hanno un filo conduttore. Le cose sono andate molto bene per la Russia, con l’esercito che si è comportato in modo eccellente nella sconfitta in corso della controffensiva ucraina, nessun disordine o agitazione interna e un’economia in crescita. La linea di pensiero psyop presume che, in un momento in cui le cose vanno bene, Putin correrebbe un rischio enorme inscenando un finto ammutinamento per ottenere guadagni trascurabili, rischiando non solo di provocare disordini civili e spargimenti di sangue, ma anche di rovinare l’immagine di stabilità e affidabilità della Russia all’estero.

Si presume che la squadra di Putin sia onnicompetente e in grado di mettere in atto uno schema di inganno molto complesso. Non credo che il governo russo sia onnicompetente. Penso che sia semplicemente un livello normale di competenza – troppo competente per fare una trovata ad alto rischio e bassa ricompensa come questa.

Cosa vuole Prigozhin

A volte mi piace pensare al predeterminismo occidentale da “fine della storia” (in cui tutta la storia è una marcia inesorabile verso la democrazia performativa neoliberale globale e la liberazione finale e la felicità di tutta l’umanità viene annunciata quando la bandiera del Pride sventola vittoriosa a Mosca, Pechino, Teheran e Pyongyang) come se fosse essenzialmente un corollario geopolitico di Jurassic Park – una storia struggente di arroganza e rovina (e uno dei miei film preferiti).

Il modello analitico dei creatori di Jurassic Park presumeva che i dinosauri – creature di cui non sapevano praticamente nulla – si sarebbero sottomessi, con il tempo, alle routine di controllo, come gli animali di uno zoo. Accecati dall’illusione del controllo e dalla stabilità teorica del loro sistema (che si presumeva stabile perché progettato per esserlo), non si apprezzava il fatto che il tirannosauro avesse un’intelligenza e una volontà proprie.

Credo che Yevgeny Prigozhin sia un po’ come il tirannosauro di Jurassic Park. Sia l’apparato neoliberale occidentale che i pianificatori russi a quattro dimensioni sembrano pensare a Prigozhin come a un ingranaggio che esiste per eseguire la funzione del loro modello di mondo. Che tale modello sia la lunga marcia della storia verso la democrazia e l’ultimo uomo o un brillante e sfumato piano generale di Putin per distruggere il mondo unipolare atlantico, non ha molta importanza: entrambi tendono a negare la capacità di iniziativa di Prigozhin e a trasformarlo in uno schiavo del modello. Ma forse è un tirannosauro, con un’intelligenza e una volontà che hanno una direzione autonoma, indifferente ai nostri modelli di mondo. Forse ha abbattuto la recinzione per ragioni sue proprie.

4 un aspirante Lenin? o solo un uomo con le spalle al muro?

Dobbiamo tornare a chi è Prigozhin e a cosa è Wagner.

Per Prigozhin, Wagner è innanzitutto un’attività che gli ha fruttato un’enorme quantità di denaro, soprattutto in Africa. Il valore di Wagner (nel senso più fondamentale) deriva dal suo alto grado di efficacia in combattimento e dal suo status unico di entità indipendente dalle forze armate russe. Qualsiasi minaccia a uno di questi fattori rappresenta una catastrofe finanziaria e di status per Prigozhin.

Recentemente, gli sviluppi della guerra hanno evidenziato una minaccia esistenziale per il gruppo Wagner come PMC vitale. Si tratta di:

Una spinta concertata da parte del governo russo per costringere i combattenti Wagner a firmare contratti con il Ministero della Difesa[13]. In effetti, questo minaccia di liquidare Wagner come organizzazione indipendente e di sussumerla all’interno delle forze armate regolari russe.

Il Wagner sta perdendo l’aumento nel reclutamento derivante dalle coscrizioni dell’anno scorso (compresi i detenuti)[14]. Questi coscritti hanno fornito un’enorme riserva di manodopera che ha permesso al Wagner di affrontare i combattimenti su larga scala a Bakhmut, ma molti hanno terminato il loro turno di servizio.

Ciò significa che Wagner deve affrontare una potenziale distruzione da due fronti. Dal punto di vista istituzionale, il governo russo vuole essenzialmente neutralizzare l’indipendenza del Wagner, incorporandolo nel Ministero della Difesa. Dal punto di vista di Prigozhin, questo significa essenzialmente la nazionalizzazione della sua azienda.

Inoltre, un Wagner snellito (dopo aver eliminato gran parte dei coscritti che lo avevano portato alle dimensioni di un corpo d’armata) non è qualcosa che Prigozhin vuole mandare in combattimento in Ucraina. Una volta che la Wagner sarà ridotta al suo nucleo di operatori esperti in “lavori bagnati”, le perdite in Ucraina inizieranno a intaccare direttamente la vitalità della Wagner.

In altre parole, Prigozhin e le autorità erano a un punto morto. Probabilmente Prigozhin voleva soprattutto, per dirla senza mezzi termini, usare la fama conquistata a Bakhmut per riportare Wagner in Africa e ricominciare a fare soldi a palate. Quello che non voleva era che la sua PMC venisse assorbita dall’esercito russo, o che il suo nucleo di letali professionisti venisse sottoposto all’attrito di un’altra grande battaglia in Ucraina. Il Ministero della Difesa, invece, vuole assorbire i combattenti di Wagner nell’esercito regolare, e usarli per sconfiggere l’Ucraina sul campo di battaglia.

Quindi, c’è un chiaro conflitto di interessi.

Ma cosa può fare Prigozhin? Non ha alcun potere istituzionale, e Wagner dipende dal Ministero della Difesa per le attrezzature, le forniture, l’ISR e molto altro. Inoltre, il patrimonio personale di Prigozhin e la sua famiglia sono sotto la giurisdizione dello Stato russo. Il suo potere è molto limitato. Ci sono solo poche cose che può fare. Può registrare video per mettere in imbarazzo, molestare e umiliare il Ministero della Difesa. Naturalmente, probabilmente non è saggio attaccare direttamente Putin in questi sproloqui, e potrebbe non essere utile insultare i soldati russi comuni, quindi questi attacchi devono essere mirati proprio al tipo di alti funzionari burocratici che l’opinione pubblica russa è predisposta a disprezzare – uomini come Shoigu e Gerasimov.

A parte questi capricci video, Prigozhin aveva solo un’altra possibilità per fermare l’assorbimento istituzionale di Wagner: organizzare una protesta armata. Convincere quanti più uomini possibile a unirsi a lui, fare una mossa e vedere se lo Stato poteva essere scosso abbastanza da concedergli l’accordo che voleva.

Sembra strano, naturalmente. Avete sentito parlare della diplomazia delle cannoniere. Ora assistiamo a trattative contrattuali con i carri armati. Tuttavia, è chiaro che la disputa sull’indipendenza e sullo status di Wagner rispetto alle istituzioni militari russe era al centro di questa vicenda. All’inizio del mese, Prigozhin ha annunciato la sua intenzione di disobbedire a un ordine presidenziale che imponeva ai suoi caccia di firmare i contratti del Ministero della Difesa entro il 1° luglio[15][16].

La dichiarazione di Prigozhin di questa mattina (lunedì 26 giugno)[17], tuttavia, è stata estremamente istruttiva. Si è concentrato quasi esclusivamente sulla sua lamentela principale: Wagner sarebbe stato assorbito dall’esercito istituzionale. Non porta la questione alla sua conclusione e nota che questo avrebbe nazionalizzato la sua attività altamente redditizia, ma i suoi commenti non lasciano dubbi sulla sua motivazione. Ecco alcuni punti chiave:

Wagner non voleva firmare contratti con il Ministero della Difesa.

L’assorbimento nel Ministero della Difesa avrebbe significato la fine di Wagner: “Questa unità avrebbe dovuto cessare di esistere il 1° luglio”.

“L’obiettivo della nostra campagna era di impedire la distruzione del Gruppo Wagner”.

Ma cosa pensava che sarebbe successo Prigozhin? Qual era il suo scenario ottimistico? Probabilmente sperava che il sentimento generale anti-burocratico e anti-corruzione, unito alla popolarità e alla fama di Wagner, avrebbe portato a un’ondata di sostegno per il gruppo che avrebbe messo il governo in condizione di acconsentire all’indipendenza di Wagner.

È stata una decisione audace. Di fronte all’assorbimento istituzionale, Prigozhin ha scommesso su una campagna di destabilizzazione misurata che avrebbe scosso il Paese quel tanto che basta per spaventare Putin e indurlo a fare un accordo. Prigozhin potrebbe essersi convinto che si trattava di un lancio di dadi intelligente e decisivo che avrebbe potuto cambiare le cose a suo favore. Io penso piuttosto che non stessero affatto giocando a dadi. Stavano giocando a carte e Prigozhin non aveva nulla in mano.

La gestione della crisi da parte della Russia

Questa è la parte dell’articolo che sospetto farà arrabbiare i lettori e mi farà guadagnare l’accusa di “copiare” – e così sia. Ma mettiamo le cose in chiaro:

La Russia ha gestito molto bene la rivolta di Wagner e la sua gestione della crisi indica un alto grado di stabilità dello Stato.

Ora, non sto dicendo che la rivolta sia stata positiva per la Russia. È stata chiaramente negativa sotto diversi aspetti. Gli aerei russi sono stati abbattuti da Wagner e i piloti russi sono stati uccisi. A Prigozhin è stato permesso di andarsene dopo aver causato queste morti – una macchia sul governo. C’era una diffusa confusione, che non fa bene al morale, e le operazioni nel Distretto Militare Sud furono interrotte dall’occupazione di Rostov da parte di Wagner.

Nel complesso, questo non è stato un buon fine settimana per la Russia. È stata una crisi, ma è stata una crisi che lo Stato ha gestito abbastanza bene, nel complesso, e ha mitigato gli aspetti negativi – forse ricavando anche un paio di bicchieri di limonata dai limoni di Prigozhin. Forse è appropriato che Shoigu sia stato ministro delle Situazioni di emergenza (essenzialmente per i soccorsi in caso di disastri). I disastri non sono mai positivi, ma è sempre meglio gestirli bene quando accadono.

La risposta dello Stato è stata piuttosto semplice: andare a vedere il bluff di Prigozhin.

Prigozhin si è diretto verso Mosca con la sua colonna – ma cosa avrebbe fatto una volta arrivato? La guardia nazionale russa si stava preparando a bloccare l’ingresso in città. Wagner avrebbe attaccato Mosca? Avrebbe sparato ai soldati della Guardia Nazionale? Avrebbero assaltato il Cremlino o bombardato San Basilio? Farlo avrebbe portato all’inevitabile morte di tutti gli uomini coinvolti. Wagner, senza rifornimenti o approvvigionamenti propri, non può combattere con successo le forze armate russe e probabilmente non potrebbe rifornirsi per più di un giorno o due.

Il problema dell’approccio di Prigozhin è che la pantomima di un colpo di Stato non funziona se non si è disposti a tentare davvero un colpo di Stato, e un colpo di Stato funziona solo se le autorità istituzionali si schierano con noi. Non è che Prigozhin possa arrivare con un carro armato fino al mausoleo di Lenin e iniziare a impartire ordini ai ministeri federali e alle forze armate. I colpi di Stato richiedono il controllo delle leve istituzionali del potere – governatorati regionali, ministeri e corpi ufficiali delle forze armate.

Prigozhin non solo non aveva tutte queste cose, ma di fatto l’intero apparato di potere lo ha denunciato, disprezzato e bollato come traditore. Essendosi ammutinato in un vicolo cieco, le sue uniche scelte erano: iniziare uno scontro a fuoco fuori Mosca, garantendosi la morte e la fama di terrorista traditore, oppure arrendersi. È probabile che l’abbattimento di un aereo russo da parte della colonna Wagner (che Prigozhin dichiarò in seguito essere stato un “errore”) lo abbia spaventato e gli abbia confermato che si stava spingendo troppo oltre e che non aveva una buona via d’uscita. Quando il vostro avversario viene a vedere e voi non avete nulla in mano, non c’è altro da fare se non abbandonare il gioco.

Consideriamo poi, per un momento, la situazione reale in Russia. Una colonna corazzata si stava dirigendo verso la capitale. Qual è stata la reazione dello Stato e del popolo russo? Le autorità a tutti i livelli hanno denunciato pubblicamente la rivolta e hanno dichiarato di sostenere il presidente. Non ci sono state defezioni, né dalle unità militari né dall’amministrazione civile. Non ci sono stati disordini civili, né saccheggi, né perdita del controllo governativo di base nel Paese. Confrontate le scene in Russia durante una ribellione armata con gli Stati Uniti nell’estate del 2020. Quale Paese è più stabile?

Alla fine, il governo è riuscito a dissipare una situazione di crisi, che avrebbe potuto facilmente degenerare in un grave spargimento di sangue, senza alcuna perdita di vite umane a parte gli equipaggi dei due aerei abbattuti (morti che non dobbiamo minimizzare e che devono essere ricordati come vittime dell’ambizione di Prigozhin). Inoltre, i termini dell'”accordo” equivalgono a poco più di una resa da parte di Prigozhin. Egli stesso sembra destinato a una sorta di semi-esilio in Bielorussia (potenzialmente in attesa di un momento terminale tipo Trotsky) e sembra che la maggior parte dei Wagner firmerà contratti e sarà assorbita nelle forze armate istituzionali della Russia. Sulla base del discorso tenuto da Putin questa sera (quindici minuti fa, al momento in cui scriviamo), i combattenti Wagner hanno solo tre opzioni: firmare i contratti MOD, sciogliersi e tornare a casa, o unirsi a Prigozhin nell’esilio bielorusso (presumibilmente senza il loro equipaggiamento). Per quanto riguarda lo status istituzionale della Wagner, Prigozhin ha perso e lo Stato ha vinto. La Wagner come corpo combattente indipendente è finita.

Dobbiamo essere onesti, ovviamente, sui danni della rivolta.

Prigozhin ha ucciso dei militari russi quando la sua colonna ha abbattuto quegli aerei, e poi ha visto cadere l’accusa di tradimento a suo carico. Si può dire, ovviamente, che una risoluzione pacifica ha evitato ulteriori spargimenti di sangue, ma questo non cambia il fatto che ha ucciso dei soldati russi e se la cava. Si tratta di un fallimento che ha una dimensione sia morale che di legittimità istituzionale.

Inoltre, l’intero episodio dovrebbe servire come severa lezione sull’instabilità intrinseca dell’affidarsi a gruppi di mercenari che operano al di fuori delle istituzioni militari formali. Ci sono molti gruppi di questo tipo in Russia, non solo Wagner, e sarebbe una negligenza se il governo non si muovesse con decisione per liquidare la loro indipendenza. Altrimenti, stanno semplicemente aspettando che qualcosa di simile accada di nuovo, potenzialmente con un esito molto più esplosivo.

Nel complesso, tuttavia, sembra piuttosto innegabile che il governo abbia gestito una crisi estrema in modo piuttosto competente. Contrariamente a quanto si dice in Occidente, secondo cui la rivolta di Wagner avrebbe rivelato la debolezza del governo di Putin, l’unità dello Stato, la calma del popolo e la strategia di de-escalation suggeriscono che lo Stato russo è stabile.

Conclusione: 1917

Uno dei passatempi più universali e amati dall’umanità è quello di fare cattive analogie storiche, e questo processo era certamente in piena attività durante lo scorso fine settimana. Il paragone più popolare, naturalmente, è stato quello di paragonare la rivolta di Prigozhin alla caduta dello zar nel 1917.

Il problema è che questa analogia è una perfetta inversione della verità.

Lo Zar cadde nel 1917 perché si trovava al quartier generale dell’esercito lontano dalla capitale. In sua assenza, un ammutinamento della guarnigione a Pietrogrado (Pietroburgo) portò al crollo dell’autorità governativa, che fu poi ripresa da un nuovo gabinetto formato dalla Duma di Stato. I colpi di Stato non si ottengono con un insensato spargimento di sangue. Ciò che conta di più è la questione fondamentale dell’autorità burocratica, perché è questo che significa governare. Quando si alza un telefono e si dà l’ordine di chiudere una linea ferroviaria; quando si ordina a un’unità militare di mettersi a disposizone; quando si emette un ordine di acquisto per cibo, munizioni o medicine – queste istruzioni sono rispettate?

Era banalmente ovvio che Prigozhin non aveva né la forza, né il sostegno istituzionale, né un reale desiderio di usurpare l’autorità, e l’idea che stesse tentando un vero e proprio colpo di stato era assurda. Immaginiamo, per un momento, che Wagner fosse riuscita a farsi strada attraverso la Guardia Nazionale Russa fino a Mosca. Prigozhin irrompe nel ministero della Difesa, arresta Shoigu e si siede sulla sua poltrona. Crediamo davvero che l’esercito sul campo segua improvvisamente i suoi ordini? Non è una sedia magica. Il potere viene messo in palio solo in caso di collasso totale dello Stato, e quello che abbiamo visto in Russia è stato il contrario: abbiamo visto lo Stato serrare i ranghi.

Quindi, alla fine, sia i commentatori neoliberali che i Fiduciosi nel Piano russo sono rimasti con una visione insoddisfacente degli eventi. Prigozhin non è né il messaggero di un cambiamento di regime né una pedina nel gioco degli scacchi “della quinta dimensione” di Putin. È semplicemente un uomo mercuriale e violentemente irresponsabile che ha visto che la sua Corporazione Militare Privata stava per essergli portata via, e ha deciso di andare fino a livelli estremi e criminali per impedirlo. È stato un giocatore di carte senza niente in mano che ha deciso di bluffare per uscire dall’ angolo – finché il suo bluff non è stato scoperto.

 

[1] https://youtu.be/Tr-zidVQckI

[2] https://www.theatlantic.com/international/archive/2023/06/russia-civil-war-wagner-putin-coup/674517/

[3] https://twitter.com/i/status/1672177488535977984

[4] https://twitter.com/i/status/1672315464284815363

[5] https://twitter.com/i/status/1672435707137196033

[6] https://twitter.com/i/status/1672551944039145474

[7] https://twitter.com/i/status/1672699475976921089

[8] https://twitter.com/i/status/1672508128720564227

[9] https://twitter.com/i/status/1672463543189348352

[10] https://www.theguardian.com/us-news/2021/nov/17/qanon-shaman-jacob-chansley-sentenced-capitol-attack-role

[11] https://edition.cnn.com/europe/live-news/russia-ukraine-war-news-06-25-23/h_10ca74299a2b2f940854c485d4092f34

[12]

[13] https://www.reuters.com/world/europe/putin-backs-push-mercenary-groups-sign-contracts-despite-wagners-refusal-2023-06-13/

[14] https://www.newsweek.com/wagner-group-releasing-thousands-convict-troops-uk-1789232

[15]

[16] https://www.nytimes.com/2023/06/11/world/europe/wagner-russia-defense-ministry-contract.html

[17] https://meduza.io/en/feature/2023/06/26/we-gave-a-master-class

https://bigserge.substack.com/p/russo-ukrainian-war-the-wagner-uprising

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Wagner, le collusioni di una scheggia impazzita_con Gianfranco Campa e successivamente Max Bonelli

Colpo di scena spettacolare con due protagonisti assoluti e un finale che avrà in gran parte deluso le aspettative dei narratori occidentali. Il colpo di teatro lo ha esibito Prigozhine, con la sua corsa azzardata verso Mosca; il colpo avvolgente, ma decisivo lo ha dato Putin. Le aspettative minime avrebbero richiesto un bagno di sangue che desse il sentore di una guerra civile e di un governo fragile e destabilizzato. La necessaria iniezione utile a procrastinare e giustificare l’impegno finanziario e militare ormai a corto di motivazioni. La magnanimità ecumenica di Putin, forte del consenso popolare e dell’efficacia della sua funzione di equilibrio e sintesi dei centri di potere russo, è stata la reale manifestazione di forza interna al paese di un leader comunque prossimo ad uscire di scena entro l’anno prossimo. L’Occidente ha guadagnato qualche altra settimana nell’appiglio alla propria narrazione. La vera posta in palio che sta muovendo le acque all’interno dei centri decisori russi e gli appetiti della sfera anglostatunitense è il prossimo ricambio al vertice di governo, sempre che la condizione di emergenza spinga a procrastinare gli attuali assetti. Lo scotto da pagare in termini di immagine ed affidabilità nell’agone internazionale è pesante, almeno nell’immediato. L’occasione per arrivare ad un riassetto dei centri di potere più efficiente e dinamico, più corrispondente alla visione politica manifestata da Putin, è altrettanto allettante nel medio e lungo periodo. Prigozhine non ha voluto accettare la sua progressiva integrazione nelle gerarchie politiche. Ha tentato l’azzardo, apparentemente senza piani alternativi. Vedremo se e come potrà rientrare nel gioco. Sarà improbabile. Un destino diverso e più proattivo, molto probabilmente, sarà riservato alla sua creatura, così importante nelle dinamiche geopolitiche russe. A quanto pare, però, ne perderà l’esclusiva. Nel frattempo, sul terreno militare la situazione continua ad essere sempre più precaria per la NATO e i suoi attendenti in Ucraina. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Il tradimento di Prigozhin è inaccettabile a prescindere dall’opinione che si ha dell’operazione speciale _ di ANDREW KORYBKO

Il tradimento di Prigozhin è inaccettabile a prescindere dall’opinione che si ha dell’operazione speciale

ANDREW KORYBKO
24 GIU 2023

Molti filorussi non russi della comunità Alt-Media potrebbero aver simpatizzato con le dure critiche di Prigozhin all’operazione speciale dopo le battute d’arresto subite dalla Russia l’anno scorso nelle regioni di Kharkov e Kherson, per non parlare della dura battaglia di Artyomovsk, ma questa non è una scusa per ciò che ha fatto. Prigozhin avrebbe potuto operare nel rispetto della legge per far passare le riforme previste attraverso la campagna mediatica “Secondo Fronte” di Wagner, avviata un mese fa, ma ha scelto la forza.

Informazioni di base

Il Presidente Putin ha accusato il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin di aver commesso tradimento nel suo discorso nazionale di sabato mattina, dopo che quest’ultimo aveva lanciato un tentativo di colpo di stato armato la notte precedente. Ha invitato tutti i partecipanti a cessare immediatamente le loro attività criminali antistatali e li ha condannati per aver preso le armi contro i loro compagni. Il loro tradimento è reso ancora più grave, ha detto il Presidente Putin, dal fatto che avviene nel mezzo della guerra per procura tra NATO e Russia, in cui la loro Madrepatria sta combattendo per la sua stessa esistenza.

Il colpevole sostiene di agire in difesa degli interessi nazionali della Russia nel contesto del suddetto conflitto, ma la sua causa non regge all’esame. La rivalità tra Wagner e il Ministero della Difesa (DM) si è inasprita dall’inizio di maggio, dopo le accuse di Prigozhin secondo cui l’establishment militare non avrebbe condotto l’operazione speciale in modo corretto e avrebbe deliberatamente sottratto munizioni al suo gruppo. Nonostante le sue accuse, la Russia è uscita vittoriosa dalla battaglia di Artyomovsk, mettendo in dubbio la sua versione.

In seguito, il Ministero ha imposto a tutte le società militari private (PMC) di firmare contratti con il Ministero, cosa che Prigozhin si è rifiutato categoricamente di fare. È stata la prima volta che si è trovato apertamente sul fronte opposto a quello del Presidente Putin, che all’inizio del mese ha dichiarato ai corrispondenti di guerra che “se non c’è un contratto con lo Stato, un contratto con il Ministero della Difesa, non ci sono basi legali per ricevere garanzie sociali dallo Stato. Questo deve essere fatto il prima possibile”.

Smentire le speculazioni sul rapporto di Prigozhin con Putin

Fino a quel momento si era speculato sul fatto che Prigozhin avesse l’approvazione del leader russo per le sue furiose sfuriate contro il Ministero della Difesa, che violavano la legislazione che proibisce rigorosamente di diffamare le forze armate. All’epoca si ipotizzava che il Presidente Putin facesse indirettamente affidamento sul capo del Wagner per esercitare pressioni sui principali ufficiali militari affinché ottimizzassero la conduzione dell’operazione speciale, poiché molti si chiedevano perché Prigozhin non fosse stato arrestato o almeno incriminato dopo i suoi attacchi incendiari.

Qualunque cosa possa o meno essere stata fatta in precedenza, non ha più importanza dopo che il Presidente Putin ha chiarito che il suo ex cuoco ha commesso un tradimento e deve essere fermato a causa della minaccia che rappresenta per l’unità della Madrepatria in questo periodo di conflitto esistenziale con l’Occidente. Il tentativo di colpo di stato armato di Prigozhin è una pugnalata alle spalle, esattamente come l’FSB l’ha descritta, e rischia di far rivivere a Kiev la fallita controffensiva sostenuta dalla NATO, come il Ministero ha dichiarato di aver già tentato di fare senza successo venerdì sera.

La differenza tra opinione contraria e propaganda anti-russa

Molti filorussi non russi (NRPR) della comunità Alt-Media (AMC) potrebbero aver simpatizzato con le dure critiche di Prigozhin all’operazione speciale dopo le battute d’arresto subite dalla Russia l’anno scorso nelle regioni di Kharkov e Kherson, per non parlare della dura battaglia di Artyomovsk, ma questa non è una scusa per ciò che ha fatto. Prigozhin avrebbe potuto operare nel rispetto della legge per far passare le riforme previste attraverso la campagna mediatica “Secondo Fronte” di Wagner, avviata un mese fa, ma ha scelto la forza.

Alcune élite si stavano già scaldando all’idea di un miglioramento globale della Russia attraverso riforme attese da tempo e attuate gradualmente, come dimostra il fatto che sia stato nominato trendsetter dell’anno durante l’ultimo Forum economico internazionale di San Pietroburgo all’inizio di questo mese. Se Prigozhin fosse rimasto fedele alla Costituzione russa, ci sarebbe stata la possibilità concreta di ottenere un sostegno sufficiente per vedere promulgate in politica alcune delle sue proposte.

Purtroppo, però, si è dato alla macchia, probabilmente a causa di due cosiddetti “eventi scatenanti”: il già citato obbligo per tutte le PMC di firmare contratti con il Ministero della Difesa e i recenti segnali del Presidente Putin di essere interessato a risolvere politicamente la guerra per procura se la sicurezza della Russia è garantita. Il primo aspetto è già stato toccato, mentre il secondo è stato analizzato a lungo in questo articolo, che cita le sue stesse parole tratte dalle trascrizioni ufficiali del Cremlino di tre eventi rilevanti all’inizio del mese.

Tornando ai NRPR dell’AMC, essi hanno il diritto di non essere d’accordo con l’approccio recentemente adottato dal Presidente Putin nei confronti di questo conflitto, ma diventano nemici della Russia quando mettono in dubbio il patriottismo di coloro che, come lui e il Ministro degli Esteri Lavrov, sono presumibilmente a favore di questa situazione. Prigozhin si è ripetutamente battuto per l’intensificazione delle operazioni speciali del suo Paese, il che si allinea con le opinioni di alcuni dei suoi compatrioti, ma è tradimento imbracciare le armi contro lo Stato per perseguire questa agenda.

Un doloroso fact checking di un articolo virale dei media alternativi

È a questo punto che è necessario effettuare un doloroso fact-check nei confronti di un popolare influencer di AMC che il mese scorso ha pubblicato un articolo pieno di falsità che, col senno di poi, ha contribuito a fuorviare innumerevoli NRPR sullo stato delle cose in Russia. L’articolo di Pepe Escobar del 12 maggio per la Strategic Culture Foundation, intitolato “Cries and Whispers Along the Russian Watchtowers” (Grida e sussurri lungo le torri di guardia russe), diventato virale dopo essere stato ripubblicato da ZeroHedge, speculava incautamente sulla lealtà dei principali funzionari russi.

Li ha divisi in tre categorie: “il partito della Vittoria; il partito della “Pace” – che la Vittoria descriverebbe come arrendevole; e i neutrali/indecisi”, con il secondo citato partito della “Pace” che viene inquadrato in modo sfavorevole a causa dell’insinuazione che voglia che la Russia si “arrenda” all’Occidente. È ormai ovvio, come si è detto nei paragrafi precedenti, che il Presidente Putin, Lavrov e molti altri alti funzionari possono essere inclusi in questa ignobile categoria, con tutto ciò che Escobar ha minacciosamente lasciato intendere.

All’epoca, la sua categorizzazione dell’élite russa era già estremamente scandalosa, dopo che aveva messo in dubbio il patriottismo del direttore dell’FSB Bortnikov, collocandolo nella categoria “neutrale/indeciso”, per poi descrivere il massimo funzionario della sicurezza interna russa come un “particolare pomo della discordia”. Questo è servito a screditare l’uomo che è responsabile della sicurezza di oltre 145 milioni di persone, insinuando che potrebbe sostenere la “Pace”, che Escobar ha già scritto essere associata alla “resa” ai nemici della Russia.

Le conseguenze sul soft power di una speculazione sconsiderata

Molti NRPR dell’AMC guardano a questo influencer per avere indicazioni sulla Russia, soprattutto dopo che è stato acclamato dall’élite russa durante i suoi ultimi due viaggi, il che ha fatto pensare che sia la cosiddetta “voce degli addetti ai lavori russi”. Escobar ha rafforzato questa falsa impressione facendo riferimento alle sue presunte “fonti” in altri articoli e post sui social media. Di conseguenza, molte persone ben intenzionate ma ingenue hanno erroneamente scambiato le sue speculazioni sui funzionari russi come fatti, anche su Bortnikov.

Se non fosse stato per il tentativo di colpo di stato di Prigozhin, le parole di Escobar non sarebbero state smascherate come se fossero solo la sua opinione personale, ma avrebbero continuato a essere considerate da molti come se riflettessero le opinioni degli “addetti ai lavori russi”, dopo che questi ultimi erano arrivati a considerarlo come la loro “voce”, di cui lui coltivava falsamente l’impressione. L’accusa dell’FSB al capo di Wagner di aver pugnalato la Russia alle spalle e la successiva descrizione del presidente Putin delle sue azioni come tradimento dimostrano che Bortnikov e il leader russo sono dalla stessa parte.

Come si può notare, la collocazione del direttore dell’FSB nella categoria “neutrale/indeciso”, che secondo Escobar equivale a “arrendersi” ai nemici della Russia, e la descrizione del patriottismo di Bortnikov come un “particolare pomo della discordia” non potevano essere più lontane dalla verità. Il discredito di questo influencer dell’AMC nei confronti del massimo funzionario della sicurezza interna della Russia ha in definitiva fuorviato innumerevoli NRPR nel momento più delicato della storia politica interna della Russia dopo la crisi costituzionale del 1993.

Riflessioni conclusive

Senza un mea culpa formale che chiarisca in modo inequivocabile la questione ultra-sensibile e si assuma la piena responsabilità delle conseguenze della sua incauta speculazione, non sarebbe sorprendente se Escobar non venisse riaccolto in Russia una volta che tutto si sarà sistemato. Qualunque siano state le sue intenzioni nello scrivere ciò che ha fatto, che presumibilmente erano “innocenti” fino a prova contraria, ha inflitto un danno enorme agli interessi nazionali oggettivi della Russia e deve quindi scusarsi abbondantemente.

Coloro che, come il Presidente Putin, Lavrov e altri importanti funzionari, sono interessati a risolvere politicamente la guerra per procura tra la NATO e la Russia se gli interessi di sicurezza del loro Paese sono garantiti, non avrebbero mai dovuto essere associati alla “resa all’Occidente”. Il falso inquadramento di questa opzione politica da parte di Escobar l’ha avvelenata nella mente di molti e ha indirettamente dato credito al tentativo di colpo di Stato a tradimento di Prigozhin, lanciato in parte sulla base dell’opposizione a questo scenario pragmatico.

Ciò che ha fatto il capo del Wagner è inaccettabile, così come lo è stata la distorsione da parte di Escobar della percezione dei NRPR sul patriottismo di coloro che esplorano una soluzione politica a questa guerra per procura invece di un’ulteriore escalation. Nessuno nell’AMC dovrebbe essere indotto a sostenere il tentativo di colpo di stato di Prigozhin. Lo Stato russo è unito e tutti i tentativi di dividerlo, con la forza o con speculazioni avventate, falliranno. Il destino di Prigozhin è segnato, ma la reputazione di Escobar può ancora essere salvata se si pente e fa ammenda.

https://korybko.substack.com/p/prigozhins-treason-is-unacceptable

Il tentativo di colpo di stato di Prigozhin rischia di strappare alla Russia la sconfitta dalle fauci della vittoria

ANDREW KORYBKO
24 GIU 2023

Ciò che Prigozhin ha appena fatto rischia in modo sconsiderato che la Russia strappi la sconfitta dalle fauci della vittoria, se questo finisce per minare il suo attuale vantaggio nella “gara logistica” con la NATO, che potrebbe annullare i suoi guadagni sul campo nel peggiore dei casi, mettendo così a repentaglio la sua sicurezza nazionale.

“Il tradimento di Prigozhin è inaccettabile, indipendentemente dall’opinione che si ha dell’operazione speciale”, ha detto chiaramente il Presidente Putin nel suo discorso nazionale di sabato mattina, poche ore dopo che il capo dei Wagner aveva lanciato il suo tentativo di colpo di stato armato la notte precedente. Ciò che rende la situazione ancora più grave, tuttavia, è che la Russia rischia di strappare la sconfitta dalle fauci della vittoria se Kiev è in grado di rilanciare la sua fallita controffensiva sostenuta dalla NATO, come il Ministero della Difesa (DM) ha detto di aver già tentato di fare venerdì sera.

Il Presidente Putin ha segnalato con forza all’inizio del mese in tre occasioni consecutive, che sono state analizzate qui citando le trascrizioni ufficiali del Cremlino, che è aperto a una risoluzione politica della guerra per procura tra NATO e Russia se gli Stati Uniti smettono di armare Kiev. Il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha dato credito alla suddetta valutazione in osservazioni successive che sono state analizzate qui, così come il capo della delegazione russa ai colloqui di Vienna sulla sicurezza militare e il controllo degli armamenti Konstantin Gavrilov.

Il ministro responsabile dell’Integrazione e della Macroeconomia della Commissione economica eurasiatica Sergey Glazyev, considerato uno dei padrini della strategia geoeconomica russa, ha contestualizzato i suddetti sviluppi in un dettagliato post su Telegram che può essere letto integralmente qui. In breve, ha paragonato in modo convincente il tentativo di colpo di Stato di Prigozhin a quello che alla fine portò la Russia a perdere la Prima Guerra Mondiale, sostenendo che ora si trova sull’orlo della vittoria proprio come allora.

Il fallimento della controffensiva ha esacerbato le divisioni preesistenti all’interno dell’Occidente, che secondo Glazyev hanno portato i “padroni di Kiev a prepararsi per i negoziati di pace”. Proprio per questo motivo, tuttavia, Glazyev ha valutato che l’Asse anglo-americano e forse un’agenzia di intelligence di un paese innominato dell’Asia occidentale hanno lanciato questo tentativo di colpo di Stato per la disperazione di replicare il modello della Prima Guerra Mondiale in tempi moderni. La sua analisi è logica, poiché questo conflitto interno potrebbe erodere notevolmente il vantaggio logistico della Russia.

Allo stato attuale, la Russia sta vincendo la cosiddetta “guerra logistica”/”guerra di logoramento” con la NATO, che il Segretario Generale Jens Stoltenberg ha finalmente riconosciuto a metà febbraio, e che è la variabile più importante che determina il corso di questo conflitto. Se il tentativo di colpo di stato di Prigozhin non viene fermato subito, potrebbe minare la leadership logistica di Mosca, distogliendo l’attenzione dei suoi sforzi dal fronte, per non parlare della potenziale distruzione di preziose risorse militari se sarà necessario l’uso della forza per fermarlo.

Queste osservazioni di carattere strategico-militare screditano le motivazioni che hanno spinto Prigozhin a lanciare il suo tentativo di colpo di Stato. Egli sostiene di farlo in difesa dell’interesse nazionale, con l’obiettivo di ottimizzare il modo in cui viene condotta l’operazione speciale, ma la fase cinetica del conflitto stava probabilmente terminando e lasciando il posto alla graduale ripresa dei colloqui di pace prima che egli decidesse di inviare le sue truppe a Mosca. Il dramma è che Prigozhin minaccia così gli stessi interessi nazionali che sostiene di difendere.

Non è chiaro fino a che punto le affermazioni di Glazyev sull’ingerenza dei servizi segreti stranieri siano esatte, ma è possibile che le agenzie di spionaggio ostili abbiano indirettamente manipolato le percezioni di Prigozhin sul DM per spingerlo a lanciare il suo colpo di Stato. La loro analisi psicologica su di lui li avrebbe informati che è già nervoso e paranoico, facilitando così i loro sforzi per impiantare nella sua mente il pensiero che deve prevenire le mosse speculative del DM contro di lui.

Il presunto incidente di venerdì, in cui Prigozhin ha affermato che la DM ha bombardato una base Wagner, negato con veemenza sia dai suoi rivali che dall’FSB, potrebbe anche essere stato un attacco false flag da parte di Kiev da dietro la linea di contatto. Non si tratta di uno scenario inverosimile, dal momento che il Daily Beast ha riferito in precedenza, lo stesso giorno, che un “team ucraino ha detto di aver trovato un modo per aggirare le immagini termiche dei droni russi”, al fine di intrufolarsi a centinaia di metri dietro la linea del fronte senza essere individuato.

Naturalmente, potrebbe anche darsi che Prigozhin abbia completamente inventato il video che Wagner ha condiviso sui social media, ma nessuno può saperlo con certezza finché il suo tentativo di colpo di Stato non sarà terminato e non verrà fuori tutta la verità. In ogni caso, il punto è che il ruolo delle agenzie di intelligence straniere nell’orchestrare gli ultimi disordini in Russia potrebbe essere stato solo indiretto, ed è per questo che al momento della pubblicazione di questa analisi è prematuro affermare con sicurezza che Prigozhin stia operando consapevolmente come agente straniero.

Ciò non toglie che egli abbia commesso un tradimento anche se è stato manipolato a farlo, tuttavia, poiché è responsabile delle proprie azioni, indipendentemente da ciò di cui si è convinto per qualsiasi motivo. Ciò che Prigozhin ha appena fatto rischia in modo sconsiderato di strappare la sconfitta dalle fauci della vittoria, se questo finisce per minare il suo attuale vantaggio nella “gara logistica” con la NATO, che potrebbe annullare i suoi guadagni sul campo nel peggiore dei casi, mettendo così in pericolo la sua sicurezza nazionale.

https://korybko.substack.com/p/prigozhins-attempted-coup-risks-russia?utm_source=post-email-title&publication_id=835783&post_id=130706143&isFreemail=true&utm_medium=email

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Relazione speciale: Situazione di emergenza: Prigozhin adotta l’opzione nucleare, di SIMPLICIUS THE THINKER con nota separata di Andrea Muratore

Ovviamente gli eventi continuano ad accavallarsi. La ferma presa di posizione Putin ha impresso una direzione irreversibile alla vicenda. Erdogan docet. Grande repulisti all’orizzonte. Analogie con i primi mesi del ’17 della Russia imperiale, ma per trarne lezioni. Giuseppe Germinario

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Ci sono cose pesanti in ballo. Ero impegnato nella stesura del mio prossimo rapporto non correlato, quando questa grave situazione si è interrotta, costringendomi a ritardare il rapporto regolarmente programmato per affrontare gli allarmanti sviluppi.

Prigozhin sembra aver avviato un tentativo di colpo di stato. Le informazioni sono ancora in continuo sviluppo, quindi nulla è definitivo o confermato. Per questo motivo ho voluto concentrarmi maggiormente sulle cause potenziali piuttosto che sul rumore speculativo e informativo in continua evoluzione. Ma solo per coloro che potrebbero essere completamente all’oscuro di quanto sta accadendo:

Prigozhin ha pubblicato il seguente video in cui sostiene che il Ministero della Difesa russo ha “bombardato” un’area posteriore dei Wagner, causando molti morti. Il video, tuttavia, non mostra alcun morto e solo ciò che sembra una piccola messinscena di foglie bruciate:

Anche Strelkov ritiene che sia falso:

Riflettendoci, respingo e considero completamente falsa l’affermazione di Prigozhin secondo cui le Forze Armate russe avrebbero lanciato un attacco missilistico sulla sede di Wagner questo pomeriggio. Se c’è stato un colpo, allora solo Wagner stesso poteva sferrarlo (logicamente) (o meglio, una messa in scena). Motivo: per eliminare il “Wagner” non è assolutamente necessario infliggere colpi ad alcuni campi. Basta “bacchettare” lo stesso Prigogine. Beh, forse qualcun altro della sua cerchia ristretta insieme a lui. E questo è tutto. Colpire i soldati e i comandanti ordinari è un’assoluta stupidità – anche Shoigu e Gerasimov hanno abbastanza buon senso per questo. Ora, se Prigozhin stesso con il suo “consiglio di comandanti” fosse coperto da un razzo, ci crederei ancora. E quindi è una bugia. Punto.
Prigozhin ha proseguito con questa chiamata alle armi:

All’inizio sembrava tutta una farsa, fino a quando due importanti generali russi, tra cui “Armageddon” Surovikin, hanno lanciato un appello urgente a Wagner affinché si ritirasse:

Si noti la pistola simbolica sulle ginocchia di Surovikin. Anche un altro ministro della Difesa ha pubblicato un video, ma non ho ancora trovato una versione sottotitolata.

Secondo il portavoce del Presidente della Federazione Russa, Dmitry Peskov, il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha ricevuto un rapporto dal Procuratore Generale della Federazione Russa, Igor Krasnov, sull’avvio di un procedimento penale contro il capo della PMC Wagner, Yevgeny Prigozhin, in relazione al tentativo di organizzare una rivolta armata.
Una cosa importante da notare è che l’incidente sembra, in apparenza, essere arrivato all’improvviso. Ma in realtà le cose si stavano sviluppando da tempo. In particolare, se ricordate, qualche settimana fa il Ministero della Difesa russo ha emesso una nuova decisione che obbliga tutti i volontari e le PMC a registrarsi sotto il giogo del Ministero della Difesa russo. In apparenza, la giustificazione era quella di dare a tutti i volontari gli stessi “benefici” che ricevono i militari russi per il loro servizio.

Ma è chiaro che c’era anche un ulteriore motivo per indurre Wagner a rinunciare alla propria semi-indipendenza e a conformarsi interamente e de jure alla struttura di comando del Ministero della Difesa russo.

Prigozhin ha detto apertamente “no” e che non firmerà alcun contratto di questo tipo. Da quel momento, il Ministero della Difesa ha ovviamente elaborato un piano su come affrontare e potenzialmente “sottomettere” i Wagner nel caso in cui diventassero completamente “canaglia” e rifiutassero di essere assimilati direttamente al Ministero della Difesa.

Da allora sono circolate diverse “voci” su ciò che sta accadendo dietro le quinte, alla maggior parte delle quali non ho prestato attenzione perché non solo provenivano da fonti di propaganda ucraina, ma sembravano anche poco plausibili. Voci come, ad esempio, che due settimane fa Shoigu avesse dato ordine alle truppe russe di aprire il fuoco su Wagner “a vista”. La voce più recente, risalente a pochi giorni fa, era che il Ministero della Difesa stesse già pianificando di arrestare Prigozhin da un giorno all’altro.

Questo ci porta al passo successivo della catena causale. È plausibile che il Ministero della Difesa stesse pianificando di intervenire finalmente su Prigozhin perché di recente ha pubblicato un’altra serie di video sempre più incendiari e accusatori, uno dei quali avevo già caricato nel mio prossimo rapporto e di cui avevo intenzione di parlare finché oggi non è subentrata questa esigenza.

Guardate il video qui sotto:

Quel video era completamente fuori di testa ed è stata la prima volta, a mio parere, in cui Prigozhin ha mentito apertamente (e anche in modo crudele). È stata la prima volta in cui ho cominciato a mettere in dubbio le sue motivazioni in modo più serio, perché semplicemente non riuscivo a conciliare mentalmente come fosse possibile che si inventasse affermazioni così assurde e oggettivamente false. Potete guardare il video e giudicare voi stessi.

Ma alcuni esempi sono: ha affermato che il Ministero della Difesa russo sta mentendo e che l’AFU ha effettivamente sfondato le difese russe e ha raggiunto Tokmak. Il problema è che il giorno dopo (oggi) più di tre distinte unità di truppe russe in diverse città di Sadove e Urazhnoe hanno pubblicato video che dimostrano che non solo controllano quelle città che Prigozhin ha affermato essere già state attraversate dall’AFU, ma che il fronte era calmo e non c’erano nemmeno combattimenti nelle loro vicinanze, per non parlare dei fantomatici sfondamenti di cui parla.

Si tenga presente che questo avviene dopo essere stati colti in fallo più volte, come ho riferito di recente. Ad esempio, quando Prigozhin ha detto che le truppe russe avevano perso Berkhovka, all’angolo NW di Bakhmut, per poi essere smentito il giorno dopo dalle truppe della 200a brigata russa che si trovavano all’interno di Berkhovka, dimostrando di non essere andate da nessuna parte.

Nel video di ieri ha anche affermato che l’AFU occupa Piatykhatky, il che è stato smentito, poiché l’AFU è stata cacciata da lì e l’insediamento è entrato nella “zona grigia”. Continua a sostenere che la controffensiva ucraina è stata finora disastrosa… per la Russia. Vive forse in un mondo completamente diverso?

E nella versione più lunga del video, fa altre affermazioni disastrose che non sono solo ridicole, ma anche oggettivamente sbagliate, e persino tradimento. O è così o è completamente fuori di testa:

Prigozhin ha detto che l’Ucraina non ha bombardato il Donbass per 8 anni e che il Ministero della Difesa sta inventando i fatti per mettersi in buona luce: – Ai confini con il Donbass, noi colpiamo loro, loro colpiscono noi. Questo è accaduto per tutti gli 8 anni dal 2014 al 2022. Dopo il 2014, il Donbass è stato saccheggiato da persone dell’amministrazione presidenziale, dell’FSB e da oligarchi. I generali hanno segato i fondi destinati al corpo della milizia popolare “LDNR”. I generali hanno ricevuto soldi per le “anime morte” – Il Ministero della Difesa inganna l’opinione pubblica e parla della folle aggressione dell’Ucraina, come se ci stessero per attaccare insieme all’intero blocco NATO. La “SVO” è stata avviata per motivi completamente diversi – Zelensky, quando è diventato presidente, era pronto a qualsiasi accordo. Tutto ciò che si doveva fare era scendere dall’Olimpo, andare a negoziare – un’operazione mal pianificata. Per qualche motivo, un gruppo di idioti ha deciso di essere così furbo che nessuno capirà cosa stanno facendo durante le “esercitazioni” e nessuno li fermerà.
Esaminiamone alcuni.

In primo luogo, afferma che il Ministero della Difesa russo ha mentito per 8 anni e che l’Ucraina non ha effettivamente bombardato il Donbass. Il Ministero della Difesa russo ha inventato tutto questo per creare un cassus belli per entrare in guerra e avviare l’SMO. C’è qualcuno che può sostenere seriamente questa tesi?

L’altro grande motivo, non elencato sopra, è che ha detto che la “vera ragione” per l’SMO è che gli oligarchi russi hanno bisogno di questa guerra. Questa affermazione è talmente contraria alla verità che persino Strelkov ha dovuto confutarla con un post in cui affermava il contrario. Il regime liberale e gli oligarchi russi farebbero di tutto per porre fine all’SMO e continuare a fare affari con i loro “partner” preferiti dell’Occidente. Insinuare che la SMO sia iniziata perché “gli oligarchi” la volevano è semplicemente assurdo.

Il problema è che molte delle sue parole sono allettanti. Fanno appello ai nostri sensi più grandi nel voler credere che qualche cavaliere bianco della giustizia stia facendo piazza pulita delle istituzioni corrotte per il bene della Russia, il tutto espresso in un linguaggio sciropposo e patriottico. E se fosse vero, lo sosterrei pienamente. Ma, come ho sottolineato sopra, la stragrande maggioranza dei dati che afferma sono completamente e oggettivamente falsi. Li sta letteralmente inventando e sta mentendo; oppure è stato tragicamente disinformato.

E il secondo punto più importante è che, se la maggior parte delle cose che dice fossero vere, allora i soldati russi effettivi, quei combattenti di sale della terra sul campo, lo sosterrebbero e appoggerebbero le sue parole. Ma sfortunatamente, vedo decine di nuovi rapporti ogni giorno da parte delle truppe russe sul campo, e non ne vedo nessuno che rifletta qualcosa che si avvicini anche solo lontanamente a quello che dice. Anzi, diversi rapporti recenti direttamente dal fronte – dove Prigozhin non è presente, tra l’altro – affermano l’esatto contrario della sua tesi: dicono di avere munizioni in abbondanza, buoni rifornimenti, morale alto, ecc. Nessuno si lamenta delle cose di cui lui si lamenta.

L’altra cosa importante è la tempistica. Nel momento più critico, proprio quando siamo al culmine della follia terminale e l’Ucraina sta barcollando sull’orlo del baratro al punto da sviluppare importanti falseflags esistenziali e campagne di terrore contro la Russia, è questo il momento in cui Prigozhin sceglie improvvisamente il suo apparente attacco alla Russia? Nel momento più critico e delicato, Prigozhin vuole indebolire, demoralizzare e lasciare la Russia completamente vulnerabile ai suoi nemici? Non ha alcun senso, e in effetti in superficie sembrerebbe che Prigozhin stia lavorando di concerto con l’AFU/SBU per coordinare il loro enorme aumento del terrore contro la Russia.

Come spiegare altrimenti la tempistica di questo incidente? Sembra esattamente coordinato con lo sviluppo delle campagne dell’AFU/CIA per salvare la loro disastrosa offensiva fallita.

L’unico modo in cui la tempistica sarebbe fuori dal suo controllo, in un certo senso, è se la mia teoria precedente è corretta, nel senso che il MOD russo stava già cercando di arrestarlo per essersi rifiutato di registrare Wagner nella gerarchia del MOD. Se così fosse, Prigozhin potrebbe essersi sentito in gabbia e senza scelta. Sapendo che il tempo stringeva, potrebbe aver lanciato un disperato “hail mary”.

A questo proposito, però, esploriamo alcune possibili opzioni per capire cosa stia effettivamente accadendo.

Prigozhin sta collaborando con l’AFU/SBU/CIA per tradire e distruggere la Russia, coordinando le sue azioni con loro.

Prigozhin sta lavorando segretamente con Putin per rimuovere il comando russo, che è ancora ben radicato. Si noti che in nessuno dei suoi sproloqui Prigozhin ha accusato Putin o ha anche solo fatto il suo nome. C’è la possibilità che tutto questo sia il teatro di un “accordo conciliante” che porterà alla “messa da parte” di Shoigu. In passato Putin ha già “promosso lateralmente” (in realtà retrocesso) diversi siloviki di grande nome. Ad esempio, Sergei Ivanov, che era vice primo ministro e capo di gabinetto presidenziale, è stato “spostato” a capo di qualche dipartimento “ecologico”. Potremmo vedere Shoigu usato come foglia di fico per risolvere l’impasse spostandolo “lateralmente” in qualche altra posizione apparentemente “importante” (ma in realtà irrilevante)?

Tutto è in realtà “così com’è” e ciò che vediamo sulla superficie del conflitto rappresenta più o meno ciò che sta realmente accadendo.

Il fatto è che, nonostante l’avvio di procedimenti penali e l’aumento dell’allerta in varie regioni russe, al momento in cui scriviamo non c’è alcuna prova che Prigozhin stia effettivamente facendo marciare una “colonna” di truppe Wagner verso Rostov o altrove. Si potrebbe pensare che la colonna di 50 km di lunghezza sia visibile e documentata da diverse fonti.

Invece, Prigozhin continua a rilasciare clip audio mentre è apparentemente “in viaggio” e in clandestinità. Alcuni ritengono che il sottofondo suoni come se stesse viaggiando in auto. Ecco alcune clip sottotitolate (da @mylordbebo) che ha rilasciato nell’ultima ora o due:

L’altra mia teoria è che l’intera disfatta potrebbe essere un elaborato colpo di stato del Ministero della Difesa russo su Wagner. In breve, Wagner potrebbe essere stata “incastrata” dal Ministero della Difesa russo per giustificare l’assunzione del controllo totale di Wagner e il suo assorbimento nell’amministrazione statale, poiché secondo loro Prigozhin era diventato troppo grande per le sue tasche ed era giunto il momento di un’acquisizione ostile della sua azienda sotto una nuova gestione.

Questo spiegherebbe molte delle buffonate. Perché questo piano funzionasse, avrebbero dovuto arrestare Prigozhin già oggi o ieri, e tutti gli audio rilasciati sarebbero state provocazioni fasulle per dare una giustificazione legale al sequestro totale dell’entità legale di Wagner. Naturalmente, questa è probabilmente un’ipotesi molto azzardata, ma ho pensato di mettere per iscritto questa teoria, per sicurezza.

Un’altra osservazione sulla natura sviluppata o orchestrata di questo intero sfacelo. Per esempio, questo dissidente ucraino filo-russo scrive:

Lev Vershinin:Non posso commentare questa dichiarazione. Credo che nessuno possa commentare questa dichiarazione in questo momento. Anche coloro che all’inizio di maggio mi hanno consigliato di aspettare l’ultima decade di giugno, dicendo chiaramente che la cosa più interessante sarebbe accaduta tra il 22 e il 29. Una cosa mi è chiara: non si tratta di un passo spontaneo. La rottura si è consumata. Una cosa mi interessa: come il nemico cercherà di sfruttare l’opportunità e se il nemico sarà in grado di approfittarne.
Altri hanno notato come oggi, sulla scia dei primi video e della rivolta di Prigozhin, siano stati diffusi molto rapidamente diversi video di truppe russe che esortavano i soldati di Wagner a non proseguire contro la madrepatria, e che questi sembravano messi in scena e realizzati in anticipo. L’affermazione è che il Ministero della Difesa russo si aspettava già l’attacco di Prigozhin e aveva preparato i propri video di risposta delle truppe russe per dare l’impressione del sostegno del Ministero della Difesa, in modo da non permettere al morale dei Wagner di gonfiarsi troppo e di credere che tutta la Russia sia con loro e contro il Ministero della Difesa.

Se questa idea fosse vera, implicherebbe che il MOD stava già anticipando questi eventi, il che supporterebbe ulteriormente le mie idee precedenti sul fatto che queste escalation sono piuttosto una situazione di fatto compiuto che era già nota in anticipo a causa dei possibili piani del MOD di arrestare Prigozhin come si diceva, ecc.

C’è stata persino una presunta “conversazione trapelata” tra soldati russi che affermava di aver ricevuto l’ordine di prendere Wagner. Ma prendetela con un pizzico di sale in zucca, visto che i canali ucraini l’hanno pubblicata:

Alcuni canali russi stanno diffondendo informazioni sulla presunta intenzione del Ministero della Difesa russo di trattenere Prigozhin di Wagner. Il canale Goryachie Tochki pubblica uno screenshot della “conversazione” tra due soldati di Rostov. Secondo le loro parole, il comando si sta preparando a una mossa di forza per arrestare i wagneriani per il loro rifiuto di firmare contratti con il Ministero della Difesa – un requisito che deve essere soddisfatto prima del 1° luglio per “legalizzare” la PMC. Il canale suggerisce che coloro che si oppongono all’arresto saranno fucilati. A questo proposito, l’intervista emotiva di Prigozhin di oggi potrebbe essere un modo per arrecare il massimo danno. Tuttavia, a parte queste informazioni provenienti da diversi canali, al momento non ci sono indicazioni che un raid contro Wagner abbia effettivamente luogo.

Al momento, Prigozhin sostiene che una gigantesca colonna di truppe wagneriane si sta muovendo verso Rostov, in particolare verso Novocherkassk, dove si trova la base del comando regionale russo e dove Gerasimov e Shoigu hanno soggiornato di recente, secondo Prigozhin:

Non solo il governatore della regione di Rostov ha avvertito tutti i residenti di rimanere nelle porte, ma sono stati istituiti posti di blocco in tutta la regione e il confine con il Donbass è stato chiuso, così come è stata rafforzata la sicurezza e l’allerta della guardia nazionale.

Ora, alcuni video affermano di mostrare quella che potrebbe essere la colonna Wagner in movimento:

Inoltre, ci sono video di convogli della Guardia Nazionale russa che prendono posizione in tutta la città e la regione e di molti elicotteri militari che pattugliano i cieli di Rostov:

Rostov centro:

Le riserve russe prendono il controllo di Rostov in vista dell’arrivo di Wagner:

Un’ultima cosa da menzionare. C’è ancora la possibilità che si tratti di una sorta di elaborata psyop. Tutto è possibile perché la situazione è semplicemente così “fuori dal campo”. Il motivo per cui mi sembra fuori dal campo è che Prigozhin non sembra avere alcuna giustificazione sostanziale per tutto questo. Come ho detto, la Russia stava schiacciando l’AFU e recentemente si è trovata nella migliore posizione dell’intera SMO. Perché mai una cosa del genere dovrebbe accadere ora, se fosse legittima? È semplicemente inconcepibile che Prigozhin sia così incensato per tutte le “mancanze” del MOD nel momento in cui il MOD ha ottenuto il massimo splendore sul campo di battaglia. L’unica spiegazione in questo caso sarebbe – come ho detto prima – che Prigozhin sapeva che il suo tempo era scaduto, poiché il MOD stava già pianificando di inscatolarlo, quindi per lui era “ora o mai più”.

Tuttavia, dall’altro lato della medaglia, c’è una cosa inquietante in tutto questo. E cioè che, a meno che Prigozhin non abbia avuto un crollo mentale e non sia completamente impazzito (cosa che dubito), quello che sta facendo sembrerebbe un suicidio. Far marciare alcune truppe mercenarie in Russia al volo o per capriccio sembra del tutto folle e chiaramente non porterebbe ad altro che all’arresto di Prigozhin e a una lunga detenzione, se non alla sua morte.

Quindi, proprio per questo motivo, è inquietante pensare che Prigozhin – o chiunque sia sano di mente – non farebbe una mossa del genere di punto in bianco, a meno che non abbia pianificato tutto con molti passi in anticipo e, soprattutto, non si sia già assicurato un qualche tipo di sostegno interno significativo da qualche parte. Quindi, questo significa che Prigozhin potrebbe aver pensato a tutto questo, averlo pianificato con largo anticipo e avere l’appoggio segreto di molte figure importanti nell’esercito russo che lo sosterranno in questo colpo di stato? Quale altra possibilità potrebbe esserci per lui di fare questo tentativo selvaggio? Nessuna persona sana di mente farebbe una cosa del genere, a meno che non si sia assicurata l’approvazione segreta o il sostegno silenzioso di qualche potente superiore. E se questo è il caso, significa che la situazione è molto più grave di quanto sembri.

Accetto pienamente il fatto che gli eventi si muovono rapidamente e che entro poche ore dalla pubblicazione di questo articolo qualche nuovo enorme sviluppo potrebbe ovviare o confutare la maggior parte di tutto ciò che ho scritto qui, e certamente domani si preannuncia una giornata ricca di eventi. Quindi, per il momento, ho voluto pubblicare questo post, se non altro per offrire la sezione dei commenti a chi vuole aggiornarsi e discutere degli sviluppi.

Vi lascio con un’ultima interessante analisi, che in parte sottolinea i punti che ho esposto in precedenza:

Significa che:1) L’ammutinamento di Wagner è iniziato in modo chiaramente prematuro. Il fronte non è rotto, gli ukry non vincono. In questa situazione, la ribellione significa “pugnalata alle spalle” e l’esercito non la sosterrà.2 ) La prematurità della ribellione (che è stata chiaramente pianificata in anticipo) è causata da un semplice fatto: nel prossimo futuro, Prigozhin sarebbe stato certamente privato della maggior parte delle sue truppe – per mantenere anche un gruppo militare di 30.000 unità a proprie spese, senza il sostegno dello Stato (leggi – fondi e materiali dalla Regione di Mosca RF) – non avrebbe potuto sicuramente essere per più di un paio di mesi (e anche allora – difficilmente);3) Al momento non ci sono video, ecc. prove delle azioni attive dei “Wagner”. Ci sono informazioni che le loro forze nei campi di addestramento nelle retrovie non sapevano nulla e non erano pronte ad agire. Con un’alta probabilità – solo una parte delle unità concentrate nella regione di Lugansk prende parte alla ribellione.4) La “campagna verso Mosca” per i “Wagner” è estremamente difficile – la maggior parte dei carri armati semplicemente non raggiungerà Mosca da sola, è generalmente inutile trascinare l’artiglieria a Mosca, e attaccare con veicoli blindati leggeri significa rischiare la sconfitta lungo la strada, che è generalmente “più facile che facile”. Tutto si basa esclusivamente sulla presenza di unità fedeli pronte a eseguire l’ordine e ad aprire il fuoco per uccidere (“Akhmat” può benissimo eseguire, ad esempio, e non solo “Akhmat”)5) Se entro la mattina (cioè dopo 5-6 ore) “Wagner” non ottiene un successo significativo (e finora non se ne è sentito parlare) e le unità militari non passano apertamente dalla sua parte, la ribellione si trascinerà e ogni giorno che passa il successo finale sarà sempre più improbabile. … beh, se il Cremlino non sbaglia per abitudine, naturalmente, e inizia a “cercare urgentemente compromessi” e a smascherare Prigozhin, per usare il naso sovraccarico di un noto funzionario VIP.

 

https://simplicius76.substack.com/p/special-report-emergency-situation?utm_source=post-email-title&publication_id=1351274&post_id=130558910&isFreemail=false&utm_medium=email

Il “pronunciamiento” di Evengyi #Prigozhin e l’aperta rivolta del capo della #Wagner contro il governo di Vladimir #Putin in #Russia aprono al redde rationem nello Stato palese e profondo di #Mosca.

In un articolo di Limes, Rivista Italiana di Geopolitica recentemente pubblicato si parlava della differenza tra la sfera del “Putin singolo”, dell’uomo al centro della macchina del potere russo, e del “Putin collettivo” formato dallo schema di pesi e contrappesi dello Stato profondo a cui la Wagner, sempre più invisa a militari e intelligence, si è rivoltata (https://lnkd.in/es3-Ukjw)

Cosa succede ora? Difficile dirlo. Tutte le opzioni sono sul tavolo. Mettiamo in campo le ipotesi più plausibili:

1. Il tentativo d’insurrezione potrebbe mostrare un Prigozhin spalle al muro verso i generali Shoigu e Gerasimov, prossimo alla messa fuori legge e senza alternative che tenta il colpo di teatro e la prova di forza. Ovviamente le forze (25mila uomini) non sono abbastanza per rovesciare il regime vigente a Mosca. Ma sicuramente possono dire molto della volontà di parte delle forze armate di proseguire la guerra in Ucraina. Ricordiamo la lezione del 1917, anno in cui la Russia imperiale crollò definitivamente dopo il collasso del fronte interno.

2. C’è lo scenario “Frankenstein” evocato da Emanuel Pietrobon: se il capo della Wagner “posse effettivamente il classico Frankenstein, cioè un asset fuori controllo, #Putin potrebbe averlo lasciato fare così da avere il pretesto per lanciare un repulisti con annessa stretta sulla società e il dissenso”, uno scenario alla Turchia 2016 (https://lnkd.in/eDE7v_gM)

3. C’è anche l’ipotesi di una stanchezza da #Ucraina della Wagner e di un tentativo di riequilibrare gli oneri sul fronte. A cu Prigozhin da tempo fa riferimento commentando – spesso con grande lucidità! – deficienze della logistica e errori dei capi. Non a caso #Rostov, città oggetto delle mosse dei ribelli, è una chiave di volta della logistica verso il fronte. Da non escludere l’ipotesi del grande bluff prima del ritorno al fronte.

4. Ultimo, ma non per importanza, l’idea della mossa segnaletica. da parte di apparati dello Stato profondo, per lanciare un messaggio a Putin: l’era della centralità definitiva è finita per sempre. Non dimentichiamo che attorno a Putin da tempo si muove un sistema complesso di apparati, rivalità d’#intelligence e equilibri di sistema (https://lnkd.in/eKj-bsqb) e che l’intelligence interna, #Fsb, da tempo colpita dagli errori di valutazione sull’Ucraina, è stata la prima a denunciare Prigozhin. Un tentativo di recuperare posizioni? Vedremo. Tacciono Shoigu e Gerasimov. Tace Lavrov. E vedremo se questo stress test della galassia putiniana rafforzerà o meno il conglomerato di potere di cui Vladimir Vladimirovich è un amministratore delegato, non un padrone assoluto.

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Il nuovo concetto di relazioni estere della Russia porterà a un cambiamento fondamentale nell’equilibrio della sua politica interna, di gilbert doctorow

Il nuovo concetto di relazioni estere della Russia porterà a un cambiamento fondamentale nell’equilibrio della sua politica interna
gilbertdoctorow Senza categoria 3 aprile 2023 59 minuti
Venerdì 31 marzo Vladimir Putin ha firmato la legge sul nuovo Concetto di politica estera che guiderà la diplomazia russa negli anni a venire. Sostituisce il Concetto promulgato nel 2016 ed espone in 42 pagine, in forma logicamente organizzata, ciò a cui abbiamo assistito nel comportamento della Russia sulla scena mondiale dal lancio dell’Operazione militare speciale in Ucraina e dalla successiva rottura quasi totale delle relazioni con l’Occidente collettivo guidato dagli Stati Uniti.

Ho trovato poche sorprese nel documento proprio perché ribadisce ciò che ho letto in un discorso dopo l’altro di Vladimir Putin, ciò che ho letto nella lunga Dichiarazione congiunta rilasciata a conclusione della visita del presidente cinese Xi Jinping a Mosca il 20-22 marzo.

Vi si ritrovano parole familiari, come “mondo multipolare”, che la Russia si sta sforzando di far nascere in uno sforzo congiunto con la Repubblica Popolare Cinese. Si tratta della creazione di un nuovo ordine post-Guerra Fredda, più democratico, che attribuisca maggior peso nelle istituzioni internazionali alle nuove potenze economiche emerse e che sia più rispettoso delle diverse culture e soluzioni di governance dei Paesi di tutto il mondo rispetto all'”ordine basato sulle regole” che Washington sta lottando con le unghie e con i denti per preservare, poiché è una bella copertura per l’egemonia globale americana. Il nuovo ordine mondiale sarà costruito sul diritto internazionale concordato nell’ambito delle Nazioni Unite e delle sue agenzie. La nuova architettura di sicurezza sarà onnicomprensiva e non lascerà nessun Paese al freddo.

Il nuovo concetto sancisce l’alleanza strategica con la Cina e tende una mano di amicizia a quello che un tempo chiamavamo Terzo Mondo. Chiarisce le relazioni con quelli che ora sono “Stati non amici”, ovvero l’Occidente collettivo guidato dagli Stati Uniti. Viene lasciata la porta socchiusa per migliorare le relazioni con l’Occidente. Ci viene detto che non sono nemici in quanto tali. Ma la pagina è voltata e l’epoca in cui si batteva alle porte dell’Occidente per ottenere il riconoscimento e il trattamento da pari a pari, che ha caratterizzato la politica estera di Putin per più di vent’anni fino all’Operazione militare speciale, è definitivamente tramontata.

Questi aspetti del documento sul Concetto di politica estera hanno già attirato l’attenzione di analisti seri. Anche il media russo RT ha prodotto un’utile panoramica per chi volesse una guida rapida: https://www.rt.com/russia/573945-russia-foreign-policy-concept-key/.

Una volta che si saranno ambientati, gli esperti occidentali produrranno senza dubbio una serie di commenti in cui scopriranno in questo documento ciò che è stato chiaro per chiunque abbia seguito i discorsi del Presidente e del Ministro degli Esteri russi nel corso dell’ultimo anno. D’altra parte, pochissimi analisti occidentali hanno letto o ascoltato quei discorsi, che hanno liquidato a priori. Chiunque, come me, abbia osato pubblicare sintesi e commenti su quei discorsi è stato sistematicamente denunciato come “tirapiedi di Putin””.

Ora, di fronte a un concetto unificante conciso e logicamente coerente, gli esperti mainstream saranno costretti a fare per il quadro generale ciò che hanno appena fatto per il quadro generale, le relazioni russo-cinesi, dopo la visita di Xi. Nell’ultima settimana hanno scritto di questo allineamento strategico come se fosse improvvisamente una novità, quando altri, me compreso, hanno scritto tre o più anni fa che l’intesa russo-cinese stava per cambiare l’equilibrio di potere globale.

E i nostri economisti e banchieri si concentreranno sul punto del Concetto di politica estera che li riguarda più da vicino: la de-dollarizzazione, ossia lo scambio commerciale tra Stati che utilizzano le proprie valute nazionali. Quest’idea esiste da molto tempo, ma finora era considerata un sogno irrealizzabile dagli aspiranti disgregatori dell’ordine basato sulle regole, a causa delle restrizioni ai flussi di capitale da parte dei Paesi emittenti e della scarsa liquidità. Si diceva che il commercio che non passa attraverso il dollaro fosse qualcosa che sarebbe potuto accadere nei decenni futuri, non domani. Tuttavia, il petrodollaro viene spazzato via mentre parliamo, e anche i fedelissimi del dollaro come il Financial Times ne hanno preso atto.

Per chi volesse andare alla fonte del documento e cercare di capirne il senso, una traduzione non ufficiale è disponibile sul sito del Ministero degli Esteri russo: https://mid.ru/en/foreign_policy/fundamental_documents/1860586/.

In questa sede mi propongo di analizzare una dimensione completamente diversa del Concetto di politica estera: cosa significa per la politica interna russa. Perché è importante? Perché alcuni elementi chiave del Concetto indicano che la Russia sta facendo rivivere alcune tradizioni sovietiche che le sono state utili. Ma non ci si deve sbagliare: non c’è alcun accenno alla ricostituzione dell’URSS.

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Prima di procedere, mi corre l’obbligo di spendere qualche parola sull’organizzazione del nuovo documento del Concetto. Innanzitutto, a differenza delle precedenti edizioni che sembravano essere solo positive e costruttive, questo Concetto ha una componente difensiva o reattiva molto ampia. Molti dei compiti che assegna alla diplomazia russa sono quelli di contrastare gli atti ostili dei Paesi identificati come “non amici”. Questi atti vanno dalle sanzioni contro gli attori economici statali e privati russi alla guerra ibrida in tutte le sue manifestazioni. La diplomazia russa viene istruita ad agire per proteggere i russi che vivono all’estero e per facilitare l’immigrazione nel Paese di portatori della cultura russa che sono soggetti a persecuzioni russofobiche quando vivono all’estero.

Gran parte del testo è un elenco di compiti della diplomazia russa in generale. Il documento concettuale diventa interessante solo quando si arriva alla sezione “Binari regionali della politica estera”. Questa sezione stabilisce grosso modo un ordine decrescente di priorità, dalle aree più vicine agli interessi nazionali della Russia a quelle ostili agli interessi nazionali della Russia.

La cerchia di nazioni più vicina a cui prestare attenzione è quella dei vicini immediati della Comunità degli Stati Indipendenti, cioè le ex repubbliche sovietiche, altrimenti chiamate “il vicino estero”.

Poi viene l’Asia, con particolare riferimento alla Cina e all’India. È comprensibile che questi due Paesi abbiano salvato la Russia dal crollo delle esportazioni di idrocarburi nell’ultimo anno. L’India, da sola, ha aumentato le importazioni russe di 22 volte. La salvaguardia di queste partnership strategiche è ovviamente in cima alle cose da fare per il Ministero degli Affari Esteri russo.

Sempre nell’ambito della Grande Asia, una menzione speciale è riservata al mondo islamico, in particolare a Iran, Siria, Arabia Saudita, Turchia ed Egitto. Per chiunque abbia seguito le notizie quotidiane di quest’ultimo anno, è evidente che l’Iran, l’Arabia Saudita e la Turchia hanno avuto un ruolo fondamentale nel mantenere l’economia russa in movimento e nel resistere agli effetti delle sanzioni americane.

Poi c’è l’Africa: “La Russia è solidale con gli Stati africani nel loro desiderio di un mondo policentrico più equo e di eliminare le disuguaglianze sociali ed economiche, che stanno crescendo a causa delle sofisticate politiche neocoloniali di alcuni Stati sviluppati nei confronti dell’Africa”.

Dopo l’Africa, troviamo l’America Latina e i Caraibi. Rispetto a tutti questi Stati, leggiamo che la politica estera russa mira a rafforzare l’amicizia con loro e ad aiutarli a resistere alle richieste egemoniche americane. Ad eccezione del Brasile, nessuno degli Stati dell’America Latina o dell’Africa può essere un mercato o un partner importante per superare gli effetti della pressione economica occidentale sulla Russia. Tuttavia, mantenere relazioni sempre più strette con loro è fondamentale per un’altra missione della politica estera russa che non viene menzionata nel Concetto, ovvero raccogliere voti a sostegno della Russia nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Si tratta di un importante esercizio di soft power e relazioni pubbliche. È importante perché il Concetto fa grande affidamento sulle Nazioni Unite come fonte del diritto internazionale che può e deve normalizzare le relazioni internazionali e mantenere la pace.

Seguono, in ordine di priorità, gli “Stati non amici”. Questi sono l’Europa, di cui leggiamo: “La maggior parte degli Stati europei persegue una politica aggressiva nei confronti della Russia, volta a creare minacce alla sicurezza e alla sovranità della Federazione Russa, a ottenere vantaggi economici unilaterali, a minare la stabilità politica interna e a erodere i tradizionali valori spirituali e morali russi, nonché a creare ostacoli alla cooperazione della Russia con alleati e partner”.

Infine, arriviamo al cattivo del pezzo: “gli Stati Uniti e gli altri Stati anglosassoni”. Qui leggiamo: “Il percorso della Russia nei confronti degli Stati Uniti ha un carattere combinato, tenendo conto del ruolo di questo Stato come uno degli influenti centri sovrani dello sviluppo mondiale e allo stesso tempo il principale ispiratore, organizzatore ed esecutore della politica aggressiva anti-russa dell’Occidente collettivo, fonte di grandi rischi per la sicurezza della Federazione Russa, del ritmo internazionale, di uno sviluppo equilibrato, equo e progressivo dell’umanità”.

Passando dalle dichiarazioni di principio al vocabolario specifico utilizzato nel Concetto di politica estera, segnalo alcune parole che definirei “fischietti per cani”, perché dietro il loro utilizzo si celano visioni del mondo sostenute da specifici attori politici della politica interna russa.

La prima parola chiave è “neocoloniale”. Questa denominazione dell’Occidente collettivo sarebbe andata benissimo a Leonid Brezhnev. Presuppone un approccio all’identificazione delle forze in movimento nella storia con cui qualsiasi studente di marxismo-leninismo si sentirebbe a proprio agio. È un fischio per i comunisti.

L’altro termine “fischietto” che vedo qui è “Stati anglosassoni”. Se chiedete a un francese chi è responsabile di tutti i guai del mondo, è probabile che parli degli anglosassoni. Lo stesso vale per i russi dalla mentalità patriottica, compresi quelli che fanno parte dei partiti di entrambe le parti di Russia Unita. Non si tratta di un termine che si vede sbandierato da Russia Unita, perché molti dei loro amici considerano Londra la loro seconda casa.

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In un saggio che ho pubblicato il 2 gennaio, intitolato “Le guerre fanno le nazioni”, ho sottolineato che la guerra in Ucraina ha consolidato la nazione russa in un fenomeno patriottico e di raduno intorno alla bandiera, come ci si aspetterebbe data la minaccia esistenziale che il Paese sta affrontando non solo con l’Ucraina, ma con l’intera NATO che sta sostenendo l’Ucraina con denaro, armi e personale militare.

Forse un milione di russi ha lasciato il Paese dopo il lancio dell’operazione militare in Ucraina. Tra loro c’erano, ovviamente, molti renitenti alla leva. Ma anche celebrità della televisione e dell’industria musicale, nonché giornalisti e uomini d’affari di spicco. Dal punto di vista del Cremlino, e anche della stragrande maggioranza patriottica della popolazione, la loro partenza è stata una manna dal cielo, poiché erano visti come una quinta colonna, come un contingente che lavorava contro la sovranità economica e politica del Paese. Sintomatico dell’abbandono della nave da parte dei topi è stata la partenza dalla Russia di Anatoly Chubais. Era il capo dello scandaloso programma di privatizzazione sotto Boris Eltsin e il genio del male dietro le elezioni presidenziali fraudolente del 1996. Non appena se n’è andato, appena prima che gli venissero notificati i mandati di arresto, Chubais è stato infine pubblicamente denunciato come il ladro e il sabotatore degli investimenti tecnologici prioritari del Paese che era diventato.

Dall’altra parte, molti membri della Duma, amministratori regionali e semplici cittadini si sono offerti volontari e sono andati al fronte nel Donbas per combattere a fianco dei soldati a contratto e dei riservisti mobilitati. Senza dubbio, alla fine della guerra questi veterani saliranno rapidamente sia al governo che nel mondo degli affari russo. Il Presidente Putin lo ha detto. Possiamo prevedere che quando arriveranno al potere, mostreranno poca tolleranza per l’edonismo e gli eccessi personali che sono fioriti tra l’intellighenzia creativa delle principali città russe. Ma sarebbe un errore trarre facili conclusioni sulla posizione delle forze patriottiche che godranno del potere politico ed economico dopo la fine della guerra nel consueto spettro politico di destra-sinistra, soprattutto alla luce delle specificità della storia russo-sovietica, di cui parlerò tra poco.

Nel frattempo, il nuovo concetto di politica estera ha il potenziale per trasformare la vita politica russa in modo ancora più drammatico, rendendo ufficiale ciò che è stato implicito: le preferenze neo-liberali per la cooperazione con il capitalismo europeo e americano, che sono state alla base delle politiche di riforma legislativa, di bilancio e militare del partito al governo, Russia Unita, sono ora sostituite dall’allineamento politico ed economico con il Sud globale, sotto gli stessi slogan di sinistra dell’anticolonialismo che erano il biglietto da visita dell’URSS. Ho parlato di anticolonialismo in riferimento all’Africa, ma lo slogan risuona anche in Cina, India e in molti altri Paesi dell’ex Terzo Mondo o Mondo in via di sviluppo.

Il documento concettuale che più si avvicina a una dichiarazione programmatica anticoloniale si trova proprio all’inizio, al punto 7, sotto il titolo “Mondo moderno: Principali tendenze e prospettive di sviluppo”.

Citazione

L’umanità sta vivendo un’epoca di cambiamenti rivoluzionari. Continua ad emergere un mondo più giusto e multipolare. Il modello di sviluppo mondiale non equilibrato, che per secoli ha garantito una crescita economica superiore a quella delle potenze coloniali attraverso l’appropriazione delle risorse dei territori e degli Stati dipendenti in Asia, Africa e nell’emisfero occidentale, si sta ritirando irreversibilmente nel passato.

Senza virgolette

Sia ben chiaro, presentandosi come forza contro le potenze neocoloniali dell’Occidente, la Russia sta giocando una carta che potremmo definire il suo asso nella manica. Le relazioni dell’Unione Sovietica con l’America Latina, l’Africa e il Sud-Est asiatico si sono basate per decenni sul finanziamento e sull’assistenza ai movimenti di liberazione nazionale. Non per niente l’URSS ha creato un’Università dell’Amicizia dei Popoli a Mosca e l’ha intitolata a Patrice Lamumba, l’assassinato primo ministro di sinistra della Repubblica Democratica del Congo, simbolo della lotta dei popoli africani per l’indipendenza. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, il nome di Lamumba è stato rimosso dall’istituzione. E non è un caso che due settimane fa l’Università dell’Amicizia dei Popoli di Mosca sia stata nuovamente intitolata a Patrice Lamumba.

Naturalmente, la coltivazione del Sud globale da parte della Russia di oggi non ignora alcuni punti che il politico russo anticomunista Vladimir Zhirinovsky ha ripetuto più volte negli ultimi anni: ovvero che la politica estera russa deve pagarsi da sola, proprio come hanno fatto gli americani, e non essere un salasso per le finanze pubbliche come avveniva ai tempi dell’URSS. I redditizi contratti della compagnia militare privata “Wagner Group” in Africa e in America Latina per i servizi di sicurezza e anche a sostegno delle operazioni minerarie dimostrano che l’approccio della Russia al Sud globale non è così morbido come in epoca sovietica.

Sebbene negli ultimi anni la Russia abbia stabilito buone relazioni di lavoro con molti Paesi dell’Africa e dell’America Latina che erano stati vicini all’URSS, c’è sempre stato un certo imbarazzo nelle relazioni perché la Federazione Russa era diventata un altro Stato capitalista che collaborava strettamente con l’Europa e l’America. Ora che questi ex “partner” della Russia sono diventati tutti “nazioni non amiche” e ora che la Russia è un alleato strategico della Cina comunista, possiamo aspettarci che la nostalgia sia meno un fattore trainante e che le relazioni con gli amici del passato dell’URSS siano più “amichevoli”.

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Nel 2024, la Russia terrà le prossime elezioni presidenziali e regionali. Nel 2026 eleggerà la prossima Duma di Stato. Come possono influire sulle votazioni i processi in corso legati al nuovo orientamento della politica estera e al nuovo approccio gestionale dell’economia?

Ritengo che tutti questi cambiamenti mettano in difficoltà il partito al potere Russia Unita, dato che i principi che guidano la sua politica estera e interna sono stati abbandonati da Putin e dal suo governo.

Se consideriamo i partiti rappresentati alla Duma, ovvero che hanno una quota superiore al 5% dell’elettorato, che tradizionalmente si oppongono alla relazione di dipendenza della Russia con l’Occidente e chiedono una politica estera più muscolare e patriottica, abbiamo un partito di destra, i Liberaldemocratici (LDPR) e un partito di sinistra, il Partito Comunista della Federazione Russa (CPRF). Sono loro a trarre vantaggio dalle nuove linee politiche.

Alle ultime elezioni federali, i comunisti hanno ottenuto circa il 20% dei voti e l’LDPR circa il 15%. La loro quota di seggi in parlamento era, ovviamente, sostanzialmente inferiore a causa della modalità di assegnazione dei seggi. Ognuno di questi partiti ha avuto un sostegno maggiore o minore nelle varie unità amministrative della Federazione, con l’LDPR particolarmente forte in Siberia, ad esempio.

Come amano dire i broker di borsa, il passato non è un fattore predittivo certo del futuro, ed è improbabile che l’LDPR nel 2024 rimanga una forza importante. Il partito è stato fondato e guidato per oltre 25 anni dall’inimitabile Vladimir Zhirinovsky. Fin dall’inizio, l’LDPR di Zhirinovsky è stato veementemente anticomunista. Nel corso del tempo, è diventato uno di quei partiti di minoranza a cui il Cremlino ha assegnato il compito di sottrarre voti ai comunisti, rubando loro la politica estera nazionalista e le linee di politica interna socialmente conservatrici.

Zhirinovsky era ben istruito, esperto di Turchia. Era un esuberante promotore di sé stesso attraverso l’uso di una retorica scandalosa. Era anche un leader carismatico. La sua morte prematura per Covid un anno fa ha lasciato un vuoto al vertice che apparentemente nessuno è in grado di colmare, tanto meno il suo successore Leonid Slutsky, che è un oratore maldestro.

In condizioni di guerra, il leader dei comunisti Gennady Zyuganov ha già detto che il suo partito non intende presentare un candidato da opporre a Vladimir Putin nel 2024. Ma possiamo essere certi che presenteranno candidati per tutti i Dumas e i governatorati regionali e prevedo che faranno davvero molto bene, sottraendo voti a Russia Unita e all’LDPR.

Per coloro che negli Stati Uniti potrebbero essere allarmati nel vedere il crescente potere politico nelle mani dei comunisti russi, permettetemi di aggiornarli. Zyuganov è stato al centro della politica russa per più di 30 anni. Si è fatto portavoce della maggioranza degli oppressi mentre la Russia si gettava a capofitto in una fase crudele di capitalismo di rapina e di pauperizzazione delle masse negli anni di Eltsin. Si è opposto al dominio degli oligarchi. Ha sempre chiesto un maggiore controllo governativo sull’economia, maggiori investimenti statali in nuove capacità produttive. Ma è un democratico convinto, una voce di moderazione nelle questioni relative alla struttura costituzionale del Paese. Le sue posizioni in politica estera non sono mai state così stridenti, così falchi come quelle di Zhirinovsky.

Ci si può rammaricare che Zyuganov si sia ostinatamente rifiutato di cambiare il nome del suo partito. La realtà è che le posizioni politiche del Partito Comunista gli consentirebbero, nel contesto dell’Europa occidentale, di chiamarsi Partito Socialdemocratico di Russia. Un tale cambiamento di nome conquisterebbe sicuramente ai suoi candidati una quota maggiore di giovani. Ma gli costerebbe molti dei vecchi e vecchissimi fedelissimi del Partito. Tuttavia, anche con il nome attuale, che molti russi disdegnano, il Partito dovrebbe ottenere buoni risultati, poiché si è sempre battuto per il posto al sole della Russia e ha sempre lottato per l’indipendenza economica e politica dall’Occidente. Daranno filo da torcere ai candidati di Russia Unita, il che è tutto sommato positivo, perché rinvigorirà la democrazia russa.

©Gilbert Doctorow, 2023

https://gilbertdoctorow.com/2023/04/03/russias-new-foreign-relations-concept-will-usher-in-a-fundamental-change-in-the-balance-of-its-domestic-politics/?fbclid=IwAR0pu1QjS6OOe2W1hjwCtMc_jt5on1N8CEka1dHexMDfj3wXUReCyn_E5vQ

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