TORNANDO SUL GROSSRAUM, di Teodoro Klitsche de la Grange

TORNANDO SUL GROSSRAUM

All’inizio di marzo scrissi un articolo “A colpi di Grossraum” http://italiaeilmondo.com/2022/03/01/a-colpi-di-grossraum-di-teodoro-klitsche-de-la-grange/ sulla guerra russo-ucraina ricordando l’idea di Schmitt che, data la decadenza dello Stato westphaliano aveva previsto la divisione del pianeta in più spazi d’influenza politica, raggruppanti ciascuno più Stati guidati da una potenza egemone. A distanza di 3 mesi è opportuno tornarci sopra, non senza notare che l’evoluzione successiva ha confermato parte delle considerazioni lì esposte.

In primo luogo lo iato tra sovranità giuridica e sovranità di fatto. . Lo Stato, scriveva Spinoza, è “autonomo in quanto è in grado di provvedere alla propria sussistenza e alla propria difesa dall’aggressione di un altro…è soggetto ad altri, in quanto teme la potenza di un altro Stato o in quanto ne è impedito dal conseguire ciò che vuole o, infine, in quanto ha bisogno del suo aiuto per la propria conservazione o per il proprio incremento” onde la “formula” della sovranità è tantum juris quantum potentiae. Ma l’Ucraina, come gran parte (probabilmente tutte) delle repubbliche ex-sovietiche non ha il quantum potentiae per opporsi, almeno in misura decisiva, a tutte le pretese del potente vicino. Come rispondeva Vittorio Amedeo di Savoia ai rappresentanti protestanti (per la rinnovata persecuzione ai valdesi in Piemonte, a seguito della revoca, in Francia, dell’editto di Nantes) “in politica sono le ruote grosse che fanno muovere quelle piccole”.

Di fronte al differenziale di potenza, l’unica possibilità per l’Ucraina di non perdere la guerra è che si cronicizzi in guerra partigiana. Ma con costi umani, sociali ed economici enormi per i contendenti e non indifferenti per europei e popolazioni non europee.

Secondariamente Schmitt sostiene che nella contrapposizione tra “grande spazio” (ossia Grossaum) e universalismo alla base dell’originaria “dottrina” Monroe, contano tre semplici idee, una delle quali (la decisiva) è la “non intromissione di potenze extraamericane in questo spazio, unitamente alla non intromissione dell’America nello spazio extraamericano”; e per questo è essenziale che la dottrina non venga mistificata. Infatti “È essenziale che la dottrina Monroe resti autentica e non falsificata, fintantoché è fissa l’idea di un grande spazio concretamente determinato, nel quale le potenze estranee allo spazio non possono immischiarsi. Il contrario di un siffatto principio fondamentale, pensato a partire dallo spazio concreto, è un principio mondiale universalistico, che abbraccia tutta la terra e l’umanità. Questo conduce naturalmente a intromissioni di tutti in tutto”; al contrario il grande spazio ha il vantaggio di un principio giuridico ordinatore mentre “la pretesa universalistica di intromissione mondiale distrugge ogni delimitazione e destinazione razionale”. E della dottrina Monroe (autentica) faceva un precedente per ordinare il pianeta in grandi spazi. Non gli si può dar torto, tenuto conto che la contraria concezione universalistica ha portato ad una serie d’interventi umanitari senza limiti, se non quelli fisici del pianeta. Dalla ex Jugoslavia all’Iraq e in parte anche all’Afghanistan (salvo altri), il trentennio decorso ci ha mostrato l’apogeo della distruzione del principio di non-intervento (alle volte anche oggettivamente sostenibile) in funzione della protezione dei “diritti umani”, asseritamente violati da e negli Stati-canaglia e anche in Stati falliti. Oltretutto, come scriveva il giurista di Plettemberg, la concezione universalistica risultava, già ai tempi suoi, per lo più a servizio dell’imperialismo economico di certi Stati.

In questo senso il principio di non-intervento, in particolare nell’ultimo trentennio, è stato sostituito dall’opposto – almeno in relazione alle esigenze umanitarie, e senza limiti spaziali. Non pare che la pace ci abbia granché guadagnato. E neanche i “diritti umani” atteso che non sono tutelati (o lo sono poco), laddove farlo sarebbe considerato un’ingerenza inammissibile negli affari interni di uno Stato sovrano e potente (come per gli uiguri in Cina).

In terzo luogo, lo stesso Grossraum o qualcosa di assai simile è richiamato nelle dichiarazioni – dei leaders non occidentali – degli ultimi mesi, a contrasto delle tesi globaliste criticandone in particolare due aspetti negativi (oltre alla intromissione politica). Il primo è la pretesa (attraverso – anche – la tutela dei diritti umani) d’imporre il modello d’esistenza civile, economica e politica prevalente in occidente, ma modificato o rifiutato altrove. A dispetto dalla volontà di altri popoli (e governi) di conservare il proprio. La seconda che giudicare dalla corrispondenza tra Ethos globale e nazionale e sulla relativa congruità e appetibilità è pretesa del globalizzatore. Pretesa estesa ovviamente al sistema politico e sociale. Neanche in molti imperi nella Storia, la potenza dominante cercava di imporre un modo d’esistenza ai dominati.

I romani non imponevano a galli, greci o ebrei un modello uguale per tutti, dalla Giudea alla Britannia. Religione, diritto, consuetudini, costumi rimanevano diversi, pur essendo i popoli politicamente soggetti all’autorità romana e al relativo (vario) prelievo erariale. Il rispetto delle differenze era, di solito, una caratteristica degli imperi, che dalla globalizzazione non appare apprezzata. Col risultato che popoli e governi possono non gradire di essere globalizzati, con tanto di esaminatori e compiti a casa.

Teodoro Klitsche de la Grange

 

Tonti e finti tonti_di Roberto Buffagni

Stamattina ho fatto un test, obiettivo: capire che pensano le classi dirigenti italiane del conflitto ucraino.
Telefonato a “Prima Pagina” di RadioTre, conduttore F. Fubini.
Sintesi mia domanda: “Che vuol dire ‘non possiamo permettere che la Russia vinca’? Quali sono gli obiettivi strategici occidentali nel conflitto ucraino? Il 23 giugno scorso la Commission on Security and Cooperation in Europe, nota anche come Helsinki Commission, un organismo del governo federale USA, ha tenuto un briefing dal titolo ‘Decolonizzare la Russia. Necessità morale e strategica di frammentare politicamente la Russia’, con tanto di cartina dove la Federazione Russa appare divisa in una decina di staterelli. D’altronde hanno implicato lo stesso obiettivo strategico di regime change e frammentazione politica della Russia anche i Ministri della Difesa e degli Esteri, e il Presidente degli Stati Uniti, che hanno dichiarato: ‘Dobbiamo indebolire la Russia e far sì che non possa mai più rifare qualcosa come l’invasione dell’Ucraina’. L’unico modo per raggiungere questo obiettivo è espellere la Russia dal novero delle grandi potenze, ossia frammentarla politicamente. Questo è un obiettivo molto difficile da raggiungere, ammesso che sia possibile tentarlo senza innescare un confronto nucleare strategico tra Russia e USA; ma anche se fosse raggiunto, la frammentazione della Russia aprirebbe un buco nero geopolitico in Eurasia in cui precipiterebbe l’intero mondo. Domanda: ci abbiamo pensato seriamente, noi europei?”
Sintesi risposta Fubini: “Dobbiamo ammettere che sul terreno, la Russia sta ottenendo i suoi obiettivi. Pare che i territori del Donbass saranno integrati nel territorio russo, dopo un referendum bandito dai sindaci fantoccio imposti dai russi, quindi sarà impossibile toccarli perché sarebbe una minaccia esistenziale per la Russia [che reagirebbe con le armi nucleari, NdA]. Inoltre le sanzioni alla Russia, contrariamente a quel che anch’io pensavo, non stanno ottenendo l’effetto sperato di indebolire la Russia tanto da impedirle di proseguire la guerra, almeno entro 12 o 18 mesi. Però questa delle sanzioni è una scommessa sul lungo periodo, a lungo termine la Russia sarà indebolita economicamente e anche come potenzialità militari, per esempio perché manca di semiconduttori. Quindi la fermezza è importante e va mantenuta.”
Risultato test. Le classi dirigenti italiane non hanno capito, o fanno finta di non aver capito (la domanda permanente della nostra epoca), assolutamente niente.
Ragioni:
1) non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che gli obiettivi strategici dell’occidente li detta Washington, e punto. Non li detta il Corriere della Sera, non li detta il governo italiano, non li detta la UE.
2) non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che la linea strategica USA è affrontare INSIEME Russia e Cina. L’obiettivo strategico frammentazione della Russia è propedeutico al contenimento del nemico principale, la Cina.
3) non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che la linea strategica degli USA implica necessariamente a) la probabilità di un allargamento e una escalation del conflitto, tanto maggiore quanto più esso si prolunga b) la possibilità reale di una degenerazione nucleare, che inizierebbe con l’uso delle atomiche tattiche e potrebbe escalare a un conflitto nucleare strategico.
4) non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che per gli Stati europei è possibile modificare la linea strategica degli USA soltanto se vi si contrappongono apertamente, rompendo il fronte NATO-UE. I mormorii nei corridoi delle Cancellerie o le virgole allusive nelle dichiarazioni diplomatiche contano zero. Altrimenti resta solo pregare che la prossima Amministrazione presidenziale americana rinsavisca e inverta rotta (probabilità: molto bassa).
5) non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che i numeretti magici della Bocconi non spiegano niente e non decidono niente, in questo conflitto. L’economia vi ha un importante ruolo solo come “potenza latente” trasformabile in “potenza manifesta” militare, e la Russia con le sue risorse e la sua rete di alleanze, in primis la Cina, è economicamente inaffondabile.
6) Non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che sia la Russia, sia gli USA, fanno sul serio, mortalmente sul serio. Non bluffano, non le sparano grosse per fini propagandistici. Gli obiettivi strategici americani sono quelli, frammentazione della Russia in vista del contenimento della Cina. Per la Russia configurano una minaccia esistenziale immediata. La Cina sa benissimo di essere il prossimo Stato nel mirino, e ne trae le conseguenze logiche.
6) insomma le classi dirigenti italiane non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, un ca**o. Dio ci aiuti, anche se non ce lo meritiamo.

Perché la Turchia è improvvisamente “molto più cauta” a vendere droni a Kiev?_ di Andrew Korybko

Basandosi sul pretesto di emanare pragmaticamente un’aura di neutralità più convincente al fine di mediare, si spera, la pace tra le parti in conflitto, Ankara sembra nascondere la sua preoccupazione non dichiarata che Kiev non possa vincere contro Mosca; una realtà che il mondo intero sta cominciando sempre più a rendersi conto oltre che essere testimoniato dal decisivo spostamento della “narrativa ufficiale” nelle ultime settimane.

 Il Wall Street Journal ha citato il presidente dell’Agenzia per l’industria della difesa di Turchia, Ismail Demir, il quale ha affermato che il suo paese è “molto più attento” al momento quando si tratta di vendere droni a Kiev. Secondo lui, “La Turchia è l’unico paese che credo possa chiamare entrambe le parti e portarle al tavolo della pace. Come puoi farlo se mandi decine di migliaia di armi ad una parte?” Il suo annuncio politico coincide con la narrativa dei media mainstream occidentali (MSM) guidati dagli Stati Uniti sul conflitto che si sta spostando in modo decisivo dal “porno della vittoria” che celebra i cosiddetti “successi militari” di Kiev alla realtà che la consegna della NATO contro la Russia è vistosamente sopravanzata visti i costanti progressi di Mosca nel Donbass.

Si ipotizza che i “Tre Grandi” dell’UE – Francia, Germania e Italia – potrebbero aver lanciato durante la visita dei loro primi ministri a Kiev la scorsa settimana una proposta di cessate il fuoco che ha preceduto l’ex presidente degli Stati Uniti Trump nella sua accusa contro paesi europei, senza specificare quali, per aver fatto molto meno del necessario quando si tratta di assistere militarmente quell’ex Repubblica Sovietica. La marea del conflitto ucraino non è cambiata poiché è sempre stata a favore della Russia, ma il MSM ha mentito al riguardo fino a quando è diventato impossibile proseguire senza screditare al massimo la loro causa; da qui l’inversione narrativa delle ultime settimane. Di fronte a questa realtà e non volendo seguire il destino di una nave che affonda, la Turchia ha saggiamente deciso di cambiare tono anche lei.

Sarebbe un vero imbarazzo per il crescente complesso militare-industriale della Grande Potenza se ulteriori esportazioni dei suoi droni armati di fama mondiale non portassero Kiev ad emergere vittoriosa dopo che Ankara ha già un track record dei suoi partner regionali in Azerbaigian e Libia i quali hanno vinto le loro rispettive guerre con l’assistenza dei suoi prodotti. È proprio vero che la Turchia dovrebbe anche porre attenzione agli interessi della Russia, sia per il ruolo insostituibile di Ankara finora svolto nell’ospitare i colloqui di pace tra Mosca e Kiev, ma anche per ragioni pragmatiche legate alla regolamentazione responsabile della loro rivalità; il motivo per cui questa posizione corrente è però ora pubblicizzata, è probabilmente dovuto alla realtà innegabile emergente nel Donbass.

Una cosa è che la Turchia sia d’accordo con Kiev, dando ai suoi droni un credito parziale per la presunta “sconfitta” della Russia nella cosiddetta “Battaglia per Kiev”, che in realtà è stata solo un diversivo per tutto questo tempo e un’altra interamente per il suo partner potenzialmente d’accordo al cessate il fuoco ipotetico dei “Tre Grandi” in futuro che si tradurrà nella cessione di ulteriore territorio a Mosca mentre si fa ancora attivamente affidamento sui droni di Ankara per vincere. Il primo può essere considerato un successo sufficiente nella sfera pubblica in modo da non sollevare dubbi sul presunto impatto “rivoluzionario” dei suoi droni sui conflitti stranieri, mentre il secondo contraddirebbe quel ritrovato mito a scapito dell’esercito e del complesso industriale turco.

Basandosi sul pretesto di emanare pragmaticamente un’aura di neutralità più convincente al fine di mediare, si spera, la pace tra le parti in conflitto, Ankara sembra nascondere la sua preoccupazione non dichiarata che Kiev non possa vincere contro Mosca, dato che il mondo intero sta cominciando sempre più a rendersi conto, oltre che testimoniato dal decisivo spostamento della “narrativa ufficiale” nelle ultime settimane. Tuttavia, questo cambiamento politico implicito non avrebbe dovuto essere pubblicizzato come invece ha appena fatto Demir, cosa che potrebbe aver inteso servire al duplice obiettivo di segnalare alla comunità internazionale la serietà della situazione e di strizzare l’occhio al grande partner strategico russo, geograficamente vicino.

Il significato mondiale dell’incidente in Ucraina e il suo avvertimento alla Cina, di Zhang Wenmu

Una ricostruzione storica per arrivare a cogliere il senso e le implicazioni del confronto geopolitico attuale ed in particolare del conflitto in Ucraina. Come in ogni ricostruzione storica, è importante individuare le particolari chiavi interpretative dell’osservatore. Sono il fondamento propedeutico alla comprensione delle scelte politiche. Buona lettura, Giuseppe Germinario

Zhang Wenmu: Il significato mondiale dell’incidente in Ucraina e il suo avvertimento alla Cina

Fonte: Rete di osservatori

2022-06-22 07:41

Zhang Wenmu

Zhang Wenmuautore

Professore, Centro per la ricerca su questioni strategiche, Università di Beihang

[Introduzione] L’operazione militare speciale della Russia contro l’Ucraina ha suscitato scalpore nell’opinione pubblica mondiale e ha avuto un profondo impatto sul panorama politico ed economico globale. Il presidente russo Vladimir Putin ha spesso menzionato il “golpe sanguinoso” otto anni fa nei suoi discorsi. Perché l’Ucraina è diventata un campo di battaglia tra Russia, Stati Uniti ed Europa? Zhang Wenmu, autore di questo articolo e professore presso il Center for Strategic Issues dell’Università di Beihang, ritiene che la crisi ucraina del 2014 e il ritorno della Crimea alla Russia abbiano significato per l’Europa determinare i limiti e i confini dell’espansione verso est del “nuovo sistema di Versailles” dominato dagli europei. . La Crimea è un luogo di vita e di morte per la Russia e un importante punto di interesse per l’Europa, per la quale la Russia utilizzerà tutte le sue risorse, mentre l’Occidente no. Se conosci la storia dell’appartenenza dell’Ucraina, sai anche che l’incidente dell’Ucraina significa che la storia del contrattacco della Russia contro l’espansione dell’Europa verso est è davvero iniziata. L’impatto degli eventi in Ucraina nel 2014 è stato globale e alcune lezioni sono state cautelative per la Cina. Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta nel 4° numero di “International Security Research” nel 2014. L’autore autorizza l’Observer Network a ripubblicarlo come riferimento per i lettori.

[L’editorialista di Text/Observer Network Zhang Wenmu]

Il 21 novembre 2013, il presidente ucraino Yanukovich ha annunciato che avrebbe sospeso la firma dell’accordo di associazione volto a rafforzare le relazioni commerciali con l’UE e avrebbe invece cercato una più stretta cooperazione con la Russia. L’opposizione ha colto l’occasione per scatenare un’ondata di proteste e ha chiesto a Yanukovich di dimettersi. Ciò ha portato a una crisi politica in Ucraina e al movimento separatista nell’est per la secessione dall’Ucraina e al fatto che la Crimea ha annunciato la sua adesione alla Russia. La crisi del 2014 è stata simbolica non solo per l’Ucraina, ma anche per l’Europa e l’intero panorama geopolitico mondiale.

1. L’istituzione del confine strategico russo-europeo e il suo significato per l’Europa

La crisi ucraina e l’annessione della Crimea alla Russia, questi due eventi significano la formazione di un nuovo sistema regionale Che cos’è questo sistema? Potremmo anche chiamarlo il “Nuovo sistema di Versailles”. Qualcuno dirà: il sistema di Versailles non è già diventato storia? Se confrontiamo la mappa dell’Europa odierna con la mappa dell’Europa prima della seconda guerra mondiale, non è difficile trovare un accordo sorprendente tra i due. Questo non sorprende. La storia sta salendo a spirale. La storia di oggi è una negazione della storia di ieri, ma è un’affermazione della storia dell’altro ieri. Nel pensiero di Hegel, è “la negazione della negazione”.

Nella storia c’è stato il sistema viennese guidato dalla cooperazione anglo-russa fondata sulla sconfitta di Napoleone nel 1815. A quel tempo la Russia fondamentalmente controllava l’Europa orientale, i tre stati baltici e l’Ucraina, proprio come la situazione dopo la seconda guerra mondiale. Con la prima guerra mondiale, l’impero russo si disintegrò. A quel tempo, molti paesi invasero congiuntamente la Russia, costringendola a una Grande Guerra Patriottica di due anni. Quindi l’Occidente stabilì il sistema Versailles-Washington che escludeva la Russia sovietica. In questo sistema, l’Unione Sovietica fu severamente soppressa e l’Europa orientale una volta cadde in Occidente nel suo insieme a causa dell’insoddisfazione per l’eccessiva pressione della Russia zarista.La situazione è simile. Anche così, a quel tempo l’Ucraina – almeno l’Ucraina orientale – non si staccò dalla Russia sovietica.

Tuttavia, la sfrenata repressione da parte dell’Occidente non solo non è riuscita a sopraffare la Russia sovietica, ma ha invece soppresso un’Unione Sovietica e un impero sovietico. Sai, l’Unione Sovietica non è stata annessa dai russi, è stata forzata dall’Occidente. I paesi dell’Europa orientale e dell’Asia centrale che divennero indipendenti dalla disintegrazione dell’Impero Ottomano erano insoddisfatti dello sfruttamento degli occidentali e della stretta diplomatica incentrata sull’Occidente. Alla fine, fu fondata congiuntamente l’Unione Sovietica, l'”Unione dei socialisti sovietici Repubbliche”. Nel 1922, quando fu fondata l’Unione Sovietica, l’Ucraina orientale si unì all’Unione e divenne uno degli stati fondatori dell’Unione Sovietica[1]. L’istituzione dell’Unione Sovietica segnò la stabilizzazione della frontiera orientale del sistema di Versailles.

Dopo aver fallito nel conquistare la Russia e nel definire i suoi confini, i paesi capitalisti dell’Europa occidentale si sono rivolti a stringersi verso l’interno. Eseguì una super oppressione della Germania sconfitta attraverso il cosiddetto “Piano Dawes”[2] e il “Patto di Locarno”[3]. Il 18 dicembre 1925, Stalin predisse al 14° Congresso del Partito Comunista (bolscevico): “Il piano Dawes era originariamente progettato per placare la Germania, ma questo piano porterà inevitabilmente a una rivoluzione tedesca”. “a condizione che le nuove frontiere della Germania fossero mantenute a vantaggio della Polonia e della Francia, che la Germania perdesse le sue colonie e che la Germania, legata al letto di Prokrastis, dovesse allo stesso tempo fare tutto il possibile per estrarre 1300 trilioni di marchi d’oro. Pensare che la Germania progressista lo tollererà è sperare in un miracolo.” Stalin affermò: “Se il Piano Dawes ha dato vita alla rivoluzione tedesca, il Patto di Locarno ha dato vita alla nuova guerra europea”.[5]

L’eccessiva oppressione della Germania in Europa alla fine schiacciò il pasticcio di Hitler, che a sua volta fornì un’opportunità per l’espansione sovietica. Lenin stabilì il confine di Versailles con l’Occidente attraverso una forte resistenza – che è ciò che Putin sta facendo ora; Stalin seguì la linea di Lenin e ottenne l’espansione nella crisi interna dell’Occidente: A quel tempo, l’Europa orientale era sovracompressa dall’Europa occidentale e chiese per l’aiuto dalla Russia sovietica, il confine tra Unione Sovietica e Russia avanza in questa “richiesta di aiuto” ancora e ancora: l’Ossezia meridionale nel conflitto della guerra civile georgiana nel 2008 e la separazione della Crimea dal corpo madre e dalla regione orientale dell’Ucraina nella crisi ucraina del 2014 L’ascesa del movimento separatista sembra essere una ripetizione delle relazioni europeo-russe del primo dopoguerra.

Perché l’Unione Sovietica è crollata? Dov’è il problema? Oltre al motivo del disarmo dell’ideologia verso l’Occidente, la sua eccessiva espansione è anche un motivo importante: sotto Stalin, il potere si estese all’Europa orientale, che aveva raggiunto il suo ragionevole limite di estensione del potere; sotto Breznev, la mano raggiunse verso l’Oceano Indiano – questo non solo Ha varcato il limite del potere dell’Unione Sovietica e ha toccato gli interessi fondamentali degli Stati Uniti, la potenza marittima a quel tempo. Il 12 novembre 1973, Mao Zedong ha sottolineato le carenze dell’Unione Sovietica durante i suoi colloqui con Kissinger. In risposta al punto di vista di Kissinger secondo cui “l’attuale problema in Medio Oriente è impedire all’Unione Sovietica di ottenere il dominio”, Mao Zedong ha detto:

L’ambizione dell’Unione Sovietica è in contraddizione con le sue capacità, deve fare i conti con tanti aspetti: a partire dall’Oceano Pacifico, ci sono gli Stati Uniti, il Giappone, la Cina, l’Asia meridionale, il Medio Oriente e l’Europa a ovest . Un totale di oltre un milione di soldati non è sufficiente per difendere, per non parlare di un attacco, a meno che non lo lasci entrare e gli dia il Medio Oriente e l’Europa, sarà a suo agio. In questo modo, le truppe possono essere spostate verso est. Conteniamo anche alcune delle loro forze, il che è anche vantaggioso per te. In Europa, il Medio Oriente, come la Mongolia, ha truppe di stanza. La mia opinione è che l’Unione Sovietica ha grandi ambizioni, cioè vuole occupare i due continenti dell’Europa e dell’Asia, e anche l’Africa settentrionale, ma manca di forza e deve affrontare grandi difficoltà. [6]

L’analisi di Mao Zedong ha senso e si conforma alla logica storica. Storicamente, le frontiere del potere della Russia non potevano andare troppo lontano. Ma estendendoci all’est dell’Ucraina non c’è nessun problema; all’est dell’Europa è a malapena ragionevole – ecco perché Churchill andò a Mosca e Stalin il 9 ottobre 1944 per raggiungere un “accordo percentuale” sulla divisione della sfera di influenza nell’est Europa [7]. Immagina che Hitler, che era così arrogante all’epoca, non abbia abbattuto l’Ucraina, per non parlare della NATO oggi. Dal 1815 ad oggi, si può vedere che l’accordo percentuale tracciato da Churchill e Stalin è più o meno in linea con l’equilibrio delle forze strategiche tra Europa e Russia. (Figura 1)

Proposta per la divisione della sfera di influenza nei paesi balcanici, scritta da Churchill nell’incontro con Stalin il 9 ottobre 1944[8]

Conoscere i limiti che uno stato può raggiungere e la linea di fondo che può contenere è l’abilità di base per la gestione dello stato. Stalin lo capì, e così non solo rifiutò le proposte di Hitler (e di Roosevelt) per incoraggiarlo ad entrare in India, ma espresse anche la sua incapacità di aiutare la fallita rivolta del KKE del 1948.

Nella seconda guerra mondiale, per conquistare Stalin, Roosevelt propose di includere l’India e l’Oceano Indiano nella sfera di influenza dell’Unione Sovietica, ma Stalin rifiutò [9]; fu trattato freddamente da Stalin. Nelle sue successive memorie, Molotov rivelò questo materiale storico e parlò delle considerazioni di Stalin:

Hitler disse: “Dovresti avere accesso a mari caldi, come l’Iran, l’India.” Gli dissi: “Questa è un’idea interessante. Cosa ne pensi?” Lascia che dica la sua. Non era un discorso serio con me, ma stava discutendo allegramente su come sbarazzarsi della Gran Bretagna, mentre ci portava in India attraverso l’Iran. Questo è un uomo senza una visione, a cui manca una comprensione approfondita della politica sovietica e ci sta mettendo a rischio. Se fossimo bloccati nel sud, la sua situazione sarebbe molto più facile e dovremmo fare affidamento su di lui se l’Inghilterra dovesse combatterci. Sarebbe ingenuo non capirlo. [10]

Il 10 febbraio 1948, Stalin espresse le sue opinioni sulla rivolta greca in una conversazione con rappresentanti di Bulgaria e Jugoslavia. Secondo Milovan Geras, Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista del Sud e Ministro della Propaganda:

Stalin ha poi rivolto l’argomento alla rivolta greca, dicendo: “La rivolta greca dovrebbe essere respinta”. Ha chiesto a Kader, vicepresidente del Consiglio dei ministri jugoslavo: “Credi che la rivolta greca avrà successo?”

Kader ha risposto: “Se non si rafforzano le interferenze straniere, se non si commettono grandi errori politici e militari…”

Stalin ignorò del tutto le parole di Kader e continuò: “Se, se! Non ci sono possibilità di successo. Pensi che la Gran Bretagna e gli Stati Uniti – la potenza più potente del mondo – permetteranno che le loro spedizioni vengano interrotte nel Mediterraneo. Ancora di salvezza? È una stronzata! Non abbiamo una marina. La rivolta greca deve essere repressa il prima possibile”.

In questo momento, qualcuno ha parlato delle recenti conquiste del Partito Comunista Cinese, e Stalin ha ancora insistito sulla propria opinione: “Sì, i compagni cinesi hanno raggiunto risultati. Tuttavia, la situazione in Grecia è completamente diversa. La posizione geografica della Grecia è un importante linea di trasporto nei paesi occidentali. On. Gli Stati Uniti sono direttamente coinvolti in questa regione: gli Stati Uniti sono la potenza più potente del mondo. ” [11]

Stalin non scelse la Grecia e il Mediterraneo o l’India e l’Oceano Indiano, ma sotto la tacita approvazione di Roosevelt, stabilì a portata di mano l’obiettivo della sua espansione nell’Europa orientale. Stalin persuase e fece accettare a Roosevelt di scegliere il luogo del secondo campo di battaglia in Francia La Normandia, piuttosto che la sponda settentrionale del Mediterraneo, a cui Churchill si aggrappava disperatamente, fu un passo chiave verso questo obiettivo per l’Unione Sovietica. Non è affatto un caso che la sconfitta di Hitler coincida con l’instaurazione dell’Impero Sovietico, ma non di altri imperi. Qual era la base giuridica su cui fu fondato l’Impero Sovietico? È il sistema di Yalta, il suo confine europeo-russo è determinato sulla linea della cosiddetta “cortina di ferro” che la Chiesa ha detto “da Stettino nel Mar Baltico a Trieste nel mare Adriatico”[12].

La cooperazione anglosassone anglo-americana nel sistema Versailles-Washington divenne, nel sistema di Yalta, gli slavi e parte della cooperazione anglosassone, la cooperazione sovietico-americana – che sembra essere nel sistema viennese prima della Versailles-Washington system Una ripetizione della collaborazione russo-britannica. Qui l’Europa è caduta vittima.

Questa esperienza storica ci dice che nel gioco delle grandi potenze, per non parlare degli amici, anche degli alleati strategici, gli sforzi in stile Chamberlain da soli non bastano. Stava per piovere in quel momento.La differenza tra il Ciambellano Europeo e Stalin era che il primo era impegnato a ripararsi dalla pioggia, mentre il secondo stava attivamente “piantando riso” prima della pioggia. Di conseguenza, dopo la fine della pioggia, l’Unione Sovietica aveva raggiunto notevoli interessi strategici, in particolare gli interessi strategici più urgenti che l’Unione Sovietica doveva risolvere in quel momento, mentre il Regno Unito aveva perso tutto.

Questa esperienza storica ci dice anche che in un gioco di grandi poteri non basta affidarsi all’incoscienza hitleriana. Stalin è stato uno dei pochi uomini cauti nella storia russa. Durante la seconda guerra mondiale, la portata delle sue arti marziali non è mai stata troppo lontana dal confine dell’Unione Sovietica. In effetti, durante la seconda guerra mondiale, utilizzò realmente le truppe contro l’invasore Germania (la guerra contro il Giappone nel 1945 non fu una vera guerra). Dopo la guerra, voleva solo ottenere l’accesso al mare indirettamente attraverso la Jugoslavia e la Cina rispettivamente nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Pacifico. Sebbene non abbia raggiunto il suo obiettivo, anche nelle condizioni più favorevoli, ha sempre evitato di inviare truppe direttamente dall’Unione Sovietica per raggiungere l’obiettivo strategico della Russia di ottenere l’accesso al mare. Stalin si rese conto dalla dolorosa esperienza russa di combattere per l’estuario dopo Pietro il Grande che sebbene gli estuari siano legati al destino della Russia, sono come arcobaleni nel cielo, che sono oltre il limite delle capacità strategiche della Russia e quindi possono essere visti solo. Non posso toccare. Stalin era una persona che sapeva “volontario” Sebbene non avesse raggiunto l’obiettivo di entrare nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Pacifico, l’Unione Sovietica sotto il suo governo ottenne l’ingresso nel Mar Baltico. Sfortunatamente, i leader sovietici dietro Stalin hanno allungato le mani sempre più lontano: per contenere gli Stati Uniti, Krusciov si è rivolto a Cuba. Fortunatamente, l’Unione Sovietica non ha perso la faccia nonostante abbia perso la faccia nella crisi dei missili di Cuba; è stata questa esperienza quasi umiliante che ha portato Hearst ad adottare una politica prudente di non intervenire direttamente nella questione del Vietnam. Per entrare nell’Oceano Indiano, Breznev ha finalmente inviato truppe direttamente in Afghanistan nel 1979 dopo aver trascinato Vietnam, India e alcuni paesi lungo la costa settentrionale dell’Oceano Indiano nella “famiglia socialista”, cercando di bussare alla porta dell’Oceano Indiano. Di conseguenza, Breznev non ottenne alcun vantaggio anche se iniziò a casa, e l’Afghanistan si trasformò in un’altra “guerra del Vietnam”, che alla fine superò la forza nazionale dell’Unione Sovietica e quindi si disintegrò completamente alla fine del 1991. A questo punto, i russi persero ancora una volta il porto del Mar Baltico che Pietro il Grande e Stalin avevano conquistato per la Russia, per non parlare della Crimea. A questo proposito, il famoso storico americano Warren I. Cohen ha commentato:

Prima che le fondamenta dell’impero sovietico iniziassero a sgretolarsi, sentiva poco il senso del grande raggiungimento della parità con gli Stati Uniti, la comodità di avere il sostegno delle forze associate del mondo e l’euforia di farsi strada impettito verso la leadership mondiale. Non importa quanto diligentemente e ferocemente le truppe sovietiche combattessero, non potevano sconfiggere i guerriglieri afgani sostenuti sia dalla Cina che dagli Stati Uniti. L’economia sovietica – già vacillata anche dalle opinioni più ottimistiche – non poteva più permettersi gli scioccanti aiuti ad alleati come Cuba e Vietnam come prezzo da pagare come impero. [13]

Al culmine della sua vittoria, Stalin mantenne un notevole controllo sulle questioni di Grecia e Corea del Nord, mentre Breznev fece gli stessi errori strategici di Napoleone, Hitler, Hideki Tojo e Bush Jr. Una regione che mostra la forza dell’alleanza Cina-USA – Afghanistan. Il 25 dicembre 1979 l’Unione Sovietica invase l’Afghanistan, la guerra durò 9 anni e la politica e l’economia dell’Unione Sovietica furono gravate da un enorme fardello che alla fine avrebbe fatto crollare l’Unione Sovietica.

Al contrario, Putin non ha mai fatto una mossa di vasta portata da quando è salito al potere e ha osato combattere e vincere quando era vicino al suolo. Sembra che i politici russi di oggi abbiano già la filosofia di Lenin e Stalin.

Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, l’Europa dell’Est si è schiantata di nuovo contro l’Occidente e i confini dell’Europa e la loro storia sembravano tornare al sistema di Versailles. Ciò ha notevolmente gonfiato le incontrollate ambizioni di espansione verso est dell’Occidente, tanto che Zbigniew Brzezinski, un ex consigliere per la sicurezza presidenziale degli Stati Uniti, ha scritto nel suo libro “The Great Chess Game: American Primacy and Its Geostrategy” Zhong ha detto: L’Europa deve essere un processo storico senza fine e non dovrebbe essere limitata dalla geografia che è arbitrariamente diffamata politicamente.”[14] I ricercatori strategici hanno rivelato nel suo libro L’arroganza tabù sono venuti alla ribalta. Insegnò ai russi quasi con comando, disprezzo e sarcasmo:

L’unica vera opzione geostrategica per la Russia, quella che le conferisce un ruolo internazionale realistico e la migliore opportunità per la Russia di trasformarsi e modernizzare la sua società, è l’Europa. Non si tratta di un’Europa casuale, ma di un’Europa transatlantica, allargata e della NATO… Un’Europa del genere sta prendendo forma e potrebbe essere ancora strettamente legata agli Stati Uniti. Questa è l’Europa con cui la Russia deve fare i conti se vuole evitare un pericoloso isolamento geopolitico.

Per l’America, la Russia è troppo debole per essere un partner, ma la Russia è troppo forte per essere solo un paziente dell’America. [15]

Ma il contrattacco decisivo e di successo di Putin in Georgia, e poi in Crimea, ha umiliato Brzezinski mentre l’espansione dell’Occidente in Ucraina ha spinto la Russia alla linea di fondo del “vivi o muori”. Simile alla situazione della sostanziale espansione dell’Europa verso est dopo la sconfitta della Russia zarista nella prima guerra mondiale, l’Occidente di oggi sfrutta la disintegrazione dell’Unione Sovietica per continuare la sua espansione verso est, costringendo i russi al “periodo di Lenin”, che ha raggiunto il punto in cui i russi crolleranno senza un forte rimbalzo. La Russia non può durare a lungo senza il Mar Nero. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, Brzezinski ha finalmente chiarito:

Da un punto di vista geopolitico, la perdita dell’Ucraina ha implicazioni significative, poiché limita notevolmente le opzioni geopolitiche della Russia. Anche con la perdita degli stati baltici e della Polonia, una Russia che controlla ancora l’Ucraina può ancora lottare per essere il leader di un fiducioso impero eurasiatico che domina i non-slavi nel sud e nel sud-est dell’ex Unione Sovietica. Ma senza l’Ucraina e i suoi oltre 52 milioni di slavi, qualsiasi tentativo di Mosca di ricostruire il suo impero eurasiatico rischia di far precipitare la Russia in un conflitto prolungato con non-slavi risvegliati etnicamente e religiosamente. La guerra con la Cecenia è forse solo il primo esempio. Inoltre, qualsiasi nuovo impero eurasiatico costruito sulla potenza russa senza l’Ucraina diventerebbe inevitabilmente meno europeizzato nel tempo, e sempre di più, a causa del calo delle nascite in Russia e del drammatico aumento della popolazione dell’Asia centrale. [16]

Fortunatamente, la Russia non muore e i russi hanno lanciato Putin in questo momento. È vero il contrario: l’apparizione di Putin non è solo inevitabile nella storia russa, ma è anche un “dono” dato dagli occidentali e costringendo i russi ad accettarli sopprimendoli.

In tempi di crisi ogni nazione presenterà i propri politici maturi. Questa volta, sulla questione dell’accettazione del ritorno della Crimea in Russia, l’opinione pubblica russa, compreso l’atteggiamento di approvazione di Gorbaciov, ha mostrato un alto grado di consenso: se si tiene conto del fatto che Putin può continuare a essere rieletto, si vede che opinione di giurare di resistere all’espansione verso est della NATO, è diventato un consenso nazionale in Russia. Il consenso – che sta emergendo in Cina – è l’epitome della forza interiore. Con Putin c’è un consenso nazionale e la Russia ha un clima di ritorno in Unione Sovietica.

La crisi ucraina del 2014 e il ritorno della Crimea alla Russia hanno significato per l’Europa che ha determinato i limiti ei confini dell’espansione verso est del “nuovo sistema di Versailles” dominato dagli europei. I confini sono sempre stati determinati con la forza. Ciò che la fine della Crimea significa per la Russia significa che la Russia ha mantenuto la linea di fondo della sopravvivenza – la linea di fondo è la base e la premessa del futuro risveglio della Russia; per l’Europa, significa che l’espansione dell’Europa verso est ha raggiunto il suo limite. Il motivo è che, data una volontà sufficiente, le risorse della Russia sono più che sufficienti per mantenere questa linea di fondo. Quando Hitler invase l’Unione Sovietica, voleva principalmente controllare l’Ucraina, ma perse tutto. Se la NATO iniziasse una guerra qui oggi, la scala non sarebbe più grande della follia di Hitler. I russi una volta qui sconfissero Hitler. Il risultato dell’uso di la forza può essere immaginata.

Affacciato sul Mar Nero e sulla penisola di Crimea dal Nord Africa [Fotografato da Zhang Wenmu secondo “Topography of the World” (edizione rivista da Planet Publishing House nel 2011 )]

I confini nazionali sono tagli storici della linea di fondo e limiti delle capacità strategiche nazionali. Da Pietro il Grande a Stalin, la Russia ha visto solo rimorchiatori di confine con l’Europa nei tre paesi baltici e in Ucraina, fatta eccezione per Stalin nella seconda guerra mondiale e Gorbaciov nel 1992, la Russia si rimpicciolisce intenzionalmente e lo abbandona in Ucraina. da non perdere. Da Napoleone a Hitler, gli occidentali capiscono che i russi possono spesso vincere nel terreno vicino in cui l’esercito può svolgere un ruolo. Il Mar Nero è troppo vicino alla Russia e la terra è collegata e l’esercito può entrarvi direttamente, mentre i paesi occidentali con potenza marittima sono fuori dalla loro portata. La Crimea è un luogo di vita e di morte per la Russia e un importante punto di interesse per l’Europa, per questo la Russia utilizzerà tutte le sue risorse, mentre l’Occidente no. Hitler ha utilizzato tutte le sue risorse e non è riuscito a conquistare l’Ucraina, e l’Europa di oggi non rinuncerà affatto ai costi in stile hitleriano per questo, in questo modo è generalmente possibile determinare l’esito dell’evoluzione degli eventi in Ucraina. Se conosci la storia dell’appartenenza dell’Ucraina, sai anche che l’incidente dell’Ucraina significa che la storia del contrattacco della Russia contro l’espansione dell’Europa verso est è davvero iniziata. L’influenza europea si ritirerà dall’Ucraina, almeno dall’Ucraina orientale, e poi, in futuro, dai tre stati baltici. (Fare riferimento alla Figura 3)

La linea di fondo della capacità strategica nazionale della Russia dai cambiamenti nel territorio europeo negli ultimi duecento anni (1815-2014), a cura di Zhang Wenmu, l’autore di questo articolo

Quindi cosa significa per l’Europa l’attuale fine dell’Ucraina? Prima di rispondere a questa domanda, dobbiamo prima guardare gli atteggiamenti dei paesi europei e americani.

Si può dire che la reazione più forte all’incidente in Ucraina questa volta è stata la Germania e gli Stati Uniti. Questa eccitazione negli Stati Uniti è dovuta all’ignoranza degli strateghi dello “stile Zhao Kuo” negli Stati Uniti nel corso degli anni, i quali non sapevano che Franklin D. Roosevelt (1882-1945) e George Carteret perché Marshall (George Catlett Marshall, 1880-1959) decide di inviare truppe per fermare Hitler nel momento in cui stava per unificare l’Europa[17]; è ancor meno chiaro che gli Stati Uniti usarono lo sbarco in Normandia per portare l’Unione Sovietica nell’Europa orientale e La ragione di un’Europa spezzata – perché un’Europa spezzata e divisa è l’ambiente necessario per un’America forte. [18]

Va detto qui che lo scopo dell’attacco di Hitler all’Ucraina nel 1941 non era interamente per il petrolio lì. Hitler chiamò il suo piano per l’invasione dell’Unione Sovietica dopo il “Sacro Romano Impero” dell’imperatore Federico I (il “Piano Barbarossa” ). ), indicando che il suo vero scopo è principalmente l’unificazione dell’Europa. Perché l’Ucraina è un luogo di confine per l’Europa, in particolare l’Europa orientale. Quando l’Unione Sovietica controllava l’Ucraina, controllava la Romania e la Bulgaria sulla costa orientale del Mar Nero, riducendo così notevolmente la forza centripeta di questi paesi sull’Europa occidentale. Senza la forza centripeta di questi paesi verso l’Europa occidentale, l’unificazione dell’Europa non può essere realizzata. Con questo in mente, è anche chiaro il motivo per cui gli inglesi hanno reagito indifferentemente alla morte di Margaret Thatcher, che aveva svolto un ruolo importante nella distruzione dell’Unione Sovietica, perché il risultato del rovesciamento dell’Unione Sovietica è stato che il continente europeo aveva uno spazio unificato, e il continente asiatico era unificato. Come per il Giappone, il risultato dell’unificazione del continente europeo farà inevitabilmente sì che la Gran Bretagna si sposti dal centro alla periferia dell’Europa; sapendo questo, è anche chiaro il motivo per cui il cancelliere tedesco Angela Merkel, che ha dato un importante contributo all’unificazione europea, ha un’influenza negativa sugli sforzi della Russia per stabilire una posizione in Crimea.La mossa è così angosciante, perché la spinta della Russia a ovest dell’Ucraina e a sud del Mar Nero renderà il processo quasi completo di unificazione europea prossimo al fallimento. A tal fine, durante la visita del presidente Xi Jinping in Europa, la Merkel ha presentato alla Cina una mappa che si dice sia “la prima mappa accurata della Cina disegnata dalla Germania nel 1735” (vedi figura 4).[19] I confini settentrionali della Cina, quindi ridurre la pressione strategica della Russia sull’unificazione europea in Ucraina – questo è, ovviamente, un pio desiderio.

La Merkel presenta al presidente Xi Jinping la prima mappa accurata della Cina disegnata dalla Germania nel 1735

Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, gli americani non sapevano cosa avrebbe significato per gli Stati Uniti lo squilibrio di potere tra Europa e Russia. A quel tempo, gli americani erano completamente ignoranti della storia e delle basi geopolitiche della loro egemonia, e trasformarono ulteriormente l’opposizione relativa in stile “Zhou Yu che colpisce Huang Gai” originale tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica durante il periodo Marshall in ” Han e ladri non si oppongono l’uno all’altro.” “[20] opposizione assoluta. Nel 1991 e nel 1992, gli Stati Uniti hanno contribuito alla disintegrazione dell’Unione Sovietica e della Jugoslavia e lo spazio strategico della Russia è stato notevolmente ridotto. Nel 1999, nello stesso anno in cui gli Stati Uniti hanno promosso l’adesione di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca alla NATO, ha portato la NATO a lanciare la guerra del Kosovo per separare il Kosovo dalla Serbia. Nel novembre 2002, il vertice della NATO di Praga ha deciso di ammettere sette paesi: Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia, Romania e Bulgaria ad aderire alla NATO. Questa è la più grande espansione della NATO dalla sua fondazione nel 1949. Nel marzo 2004, i suddetti sette paesi hanno formalmente presentato i rispettivi testi legali per l’adesione alla NATO, diventando così nuovi membri della NATO, ampliando il numero dei membri della NATO da 19 a 26 in quel momento. Il 1 maggio 2004, 10 paesi tra cui Malta, Cipro, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia e Lituania sono diventati ufficialmente Stati membri dell’Unione Europea (UE). Questo è il più grande allargamento verso est nella storia dell’UE. Gli Stati membri allargati dell’UE sono passati da 15 a 25. Il 17 febbraio 2008 il parlamento del Kosovo ha approvato la Dichiarazione di Indipendenza e da allora i ministri degli esteri degli Stati membri dell’UE Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia hanno annunciato il riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo. Anche gli Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione scritta il 18 febbraio, annunciando il riconoscimento ufficiale dell’indipendenza del Kosovo. Nel 2011, Francia e Gran Bretagna hanno inviato con successo truppe per controllare di nuovo la Libia.Di fronte alla Russia, che si è ritirata, c’è una sorta di stile “I Hu Hansan è tornato”. Durante la crisi economica mondiale del 2008, l’UE ha approfittato della domanda di prestiti dei piccoli paesi europei e ha gradualmente recuperato la propria sovranità, migliorando ulteriormente il livello di unità europea.

Se diamo un’occhiata alla mappa, siamo sorpresi di vedere che “l’indipendenza” del Kosovo ha causato quella che Churchill descrisse nel 1946 come la “cortina di ferro” “da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico” dalla parte occidentale dell’est Europa Il mondo è letteralmente spinto alla porta della Russia. La potenza europea e la base geografica su cui fa affidamento stanno per tornare allo schema di “Versailles” prima della seconda guerra mondiale La configurazione geopolitica della “Piccola Europa” (cioè l’Europa occidentale) progettata da Roosevelt e Marshall per comprimere l’Europa è cambiata. Si può dire che quando il “sistema Washington” non è apparso in Estremo Oriente, in Europa è emerso un nuovo “sistema Versailles”. L’esito dell’incidente ucraino è senza dubbio un colpo al centro del processo di unificazione che sta per concludersi in Europa. Questa è davvero una buona notizia per gli Stati Uniti e persino per il Regno Unito. Mao Zedong sembra aver affrontato questo problema per molto tempo. Il 21 settembre 1975, quando Mao Zedong parlò della minaccia dell’Unione Sovietica all’Europa, disse all’ex primo ministro britannico Heath in visita: “Cosa accadrà agli americani? Proteggeranno l’Europa? Sono scettico. Lo farà corri, corri indietro, non interferire e poi torna.”[21] Questa caratteristica della diplomazia americana sottolineata da Mao Zedong 40 anni fa si applica ancora oggi all’Europa, e vale anche per la severità di oggi sulla questione delle Isole Diaoyu. Giappone ; se leggi la lettera del 22 giugno 1953 del Segretario di Stato americano Dulles a Syngman Rhee sull’armistizio coreano[22], saprai che gli americani non verseranno più sangue per i loro alleati.

Già nel 1919, subito dopo la fine della prima guerra mondiale, Mackinder pubblicò l’opuscolo “The Geographical Pivot of History”, indicando il percorso dell’Unione Sovietica da cui sarebbe dipesa l’ascesa degli Stati Uniti. Disse: ” Gli Stati Uniti sono recentemente diventati una potenza orientale, e non direttamente, ma attraverso la Russia per influenzare gli equilibri di potere in Europa” [23]. Non so se fosse per tale saggezza.Il 25 aprile 2014, Obama ha detto in una conferenza stampa in Corea del Sud: “Se il presidente Putin annega, ovviamente lo salverò”. connessione” con il popolo russo. ha chiesto se il presidente Barack Obama lo avrebbe salvato se fosse annegato. Putin ha risposto: “Obama è un uomo abbastanza onesto e coraggioso, e sicuramente lo farà”.[24] Se questo dialogo deve essere inteso come una metafora dell’interdipendenza delle due parti nella geopolitica, allora non si può negare che Il presidente Obama ha Con la saggezza di Roosevelt e Stalin costruire insieme il “sistema Yalta” che ha travolto l’Europa. Se è così, quello che manca a Obama è lo staff quasi impossibile “alla Marshall” e il potere che è potente come Roosevelt, cioè indipendente dal capitale monopolistico di Wall Street[25]; se è così, è probabile che il presidente Obama stia aspettando per Nixon—— Mao Zedong ha detto che Nixon si è dimesso perché “ha offeso il conglomerato orientale”[26] – uno scherzo del destino.

Obama è nato nel momento sbagliato: gli Stati Uniti di oggi si sono alienati da un Paese che fa affidamento sulla produzione fisica a un Paese parassitario del “petrodollaro”, e la sua diplomazia punta a garantire che gli acquisti internazionali di petrolio siano regolati in dollari. Per quei paesi che non sono disposti a saldare il loro petrolio in dollari e altre valute, gli Stati Uniti non esiteranno a usare mezzi militari per punirli. In questo momento, la “produzione americana” non si basa più sul lavoro nazionale ma su guerre straniere e la “produzione americana” non si basa più sui prodotti di sussistenza delle persone, ma su dollari USA e vari titoli. Gli Stati Uniti in questo momento sono degenerati dagli Stati Uniti di Washington agli Stati Uniti di Wall Street. Wall Street rende le persone più lontane dal lavoro e più vicine al campo di battaglia; poiché la capitale internazionale di Wall Street, piuttosto che gli interessi della nazione americana, combattere in tutto il mondo è diventato il “modo di produzione” della nazione americana e il “modalità di sopravvivenza” del popolo americano. La Casa Bianca di oggi non ha più poteri fiscali e finanziari indipendenti, per non parlare del sostegno economico statale.La Casa Bianca è stata a lungo rapita dal “complesso militare-industriale” di cui Eisenhower metteva in guardia, ovvero il capitale monopolistico di Wall Street, ed è diventata una vassallo di Wall Street. Se il Roosevelt di ieri è nato con lo splendore di “fare insieme il mondo e la terra”, allora Obama non poteva che affrontare il dolore di “fare eroi e non essere liberi”.

Il compagno Mao Zedong se ne accorse presto. Nel 1965, il giornalista americano Edgar Snow disse alla fine della sua conversazione con Mao Zedong: “Spero che il presidente dica qualche parola al popolo americano. Il popolo americano ha una buona impressione della Cina Mao Zedong rispose bruscamente: “Il popolo americano ha bisogno di essere liberato di nuovo, sono affari loro. Non liberato dal dominio britannico, ma liberato dal dominio del capitale monopolistico.” [27] 8 maggio 1960, Mao Zedong Ricorda agli amici latinoamericani: “I paesi occidentali e gli Stati Uniti sono due dei nostri gruppi. Amici, il che è giusto, vediamo in futuro! Un giorno, il popolo americano non apprezzerà il sistema imperialista”.[28] Ora più che mezzo secolo In passato, il popolo americano ha espresso la propria insoddisfazione per il “sistema imperialista” americano attraverso l’operazione “Occupy Wall Street”, e il compito della “ri-liberazione” è diventato più urgente che mai per il popolo americano.

Roosevelt morì nel febbraio 1945. Il 15 aprile 1945, Stalin disse all’ambasciatore statunitense in Unione Sovietica, Harriman: “Vorrei affidare la mia vita al generale Marshall”. gli Stati Uniti. Stalin fu deluso nel vedere gli Stati Uniti deviare sempre più dalla politica dell’Unione Sovietica di Roosevelt. Il 23 dicembre di quell’anno, Stalin ricevette il Segretario di Stato americano Berners, e dopo aver ascoltato la loquace e inutile difesa della politica statunitense nei confronti della Cina da parte del nuovo Segretario di Stato, sospirò: “Marshall è uno dei pochi politici che sono entrambi politici Un altro soldato.”[30] Stalin capì che cedendo l’Europa orientale all’Unione Sovietica e con l’Unione Sovietica in un “Accordo segreto di Yalta” per dividere la Cina in due lungo il nord e il sud della Grande Muraglia – era dovuto a La marcia di Mao Zedong attraverso il fiume del 1949. Fu la grande strategia che Marshall persuase Roosevelt a formulare per gli Stati Uniti, fu questa strategia che permise agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica di avere l’egemonia del co-governo postbellico di il mondo.

2. “Prendi il sesamo e lancia l’anguria”: diplomazia americana dell’estremo oriente senza filosofia

L’istituzione del nuovo sistema di Versailles ora significa la disintegrazione finale del sistema di Yalta in Europa ieri. Va però precisato che il sistema di Yalta non si è disintegrato in Estremo Oriente, e il suo simbolo è che Taiwan appartiene alla Cina; le quattro isole settentrionali sono ancora in mano alla Russia; Okinawa, Guam e alcune isole del Pacifico sono controllato dagli Stati Uniti o appartiene agli Stati Uniti. Tutti questi mostrano che il sistema di Yalta è ancora intatto in Estremo Oriente. Lo status giuridico di Taiwan appartenente alla Cina è stato stabilito dal sistema di Yalta. Se il sistema di Yalta nell’Estremo Oriente si “disintegrasse” davvero, come dicono alcuni, allora lo status giuridico di Taiwan e persino di alcune isole nell’Oceano Pacifico degli Stati Uniti e della Russia saranno scosse a favore dell’ala destra giapponese. Ieri la Germania, paese sconfitto in Europa, si è dichiarata colpevole ed è stata accettata dagli europei, mentre il Giappone, paese sconfitto in Estremo Oriente, non si è pentito sotto il sistema di Yalta. Ciò dimostra che la pace di Yalta nell’Estremo Oriente è ancora minacciata dai fascisti giapponesi e che la “Guerra del Pacifico” contro il Giappone da parte dei paesi e delle persone del Pacifico non è finita. La Cina e gli Stati Uniti hanno delle contraddizioni, ma le loro contraddizioni con il Giappone sono fondamentali.

Quando il sistema di Versailles fu formato all’inizio del XX secolo, esisteva anche un “sistema di Washington” nell’Estremo Oriente, che a quel tempo era chiamato “sistema di Versailles-Washington”. Quando Germania, Italia e Giappone provocarono la seconda guerra mondiale e la sua sconfitta, il sistema Versailles-Washington dominato dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti si trasformò nel sistema di Yalta dominato dall’Unione Sovietica e dagli Stati Uniti. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il nuovo sistema europeo di Versailles ha sostituito il sistema di Yalta istituito nel 1945. Da allora, gli Stati Uniti iniziarono a “spostarsi verso est”, cercando di costruire fianco a fianco un nuovo “sistema Versailles-Washington” in Estremo Oriente ed Europa. I confini del nuovo sistema di Versailles in Europa sono stati determinati nell’incidente in Ucraina del 2014, ed è appena iniziato il tentativo di stabilire il “sistema di Washington” in Estremo Oriente, e il suo successo o fallimento è ancora incerto: potrebbe essere il Sistema di Washington, potrebbe essere il sistema cinese, o potrebbe esserci un sistema parallelo Cina-Washington. Questo dipende non solo dal fatto che i cinesi siano coraggiosi e bravi a combattere, ma anche se c’è una filosofia nel gioco tra Cina e Stati Uniti. Il risultato di vincere tutto di solito è perdere tutto.Questo era il caso dell’antica Roma, il Regno Unito, l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti oggi non fanno eccezione. Il mondo è molto grande, e anche l’Oceano Pacifico è molto grande.Il miglior risultato nell’interesse della Cina non è di goderselo da solo, ma di “lasciare una parte all’Europa, una parte alla bellezza e una parte all’Est. In un mondo pacifico, il mondo intero è ugualmente caldo e freddo».[31]

Ora che Putin ha bloccato l’espansione della NATO verso est con la forza in occidente, gli occhi degli occidentali hanno iniziato a concentrarsi sulla Cina e sicuramente chiederanno e avranno bisogno della risposta pratica della Cina: qual è la linea di fondo della Cina? Per la Cina, l’errore più grande che fanno gli occidentali è la frivolezza. Sulla questione di Taiwan, le osservazioni di Brzezinski sono state irriverenti quanto quelle di MacArthur a Truman sull’isola di Wake[32], e anche il tono era molto simile. Ha detto:

Se Taiwan non è stata in grado di proteggersi in quel momento, gli Stati Uniti non devono fare nulla militarmente. In altre parole, gli USA dovranno intervenire. Ma questo non è per una Taiwan separata, ma per gli interessi geopolitici dell’America nell’Asia-Pacifico. Questa è una distinzione importante. [33]

Gli Stati Uniti hanno chiaramente perso punti nel gioco sino-americano. Proprio come le conseguenze fatali dell’Unione Sovietica dopo che Krusciov aveva spinto la Cina dalla parte degli Stati Uniti, gli errori sovversivi della diplomazia americana negli ultimi anni sono stati quelli di spingere la Cina dalla parte della Russia. Bush, Hillary e Shinzo Abe sono simili, conoscono solo parole vuote ma nessuna filosofia strategica. I politici americani più maturi sono Kissinger e Powell. Dov’è il vero fallimento dell’America? Non si tratta di quanto profitto economico prende dalla Cina – questo è un piccolo debito di sesamo, ma perché inganna troppo le persone e quindi spinge la Cina verso la Russia – questo è il quadro generale. Senza la stabilità del confine sino-russo, il successo della Russia in Crimea questa volta è inimmaginabile.

Un Paese che storicamente ha combattuto contemporaneamente contro due grandi potenze perderà senza dubbio, perché nessuno ha così tante risorse. Napoleone ha combattuto la Gran Bretagna e ha combattuto molto agevolmente. Nel 1812, ha combattuto la Russia, e fu sconfitto tre anni dopo. Hitler ha combattuto contro la Gran Bretagna e la Francia in Europa, ma nel giugno 1941 è andato di nuovo in guerra con la Russia, e ha perso più di tre anni dopo. Il Giappone combatté contro la Cina. Era già molto difficile, ma alla fine del 1941 andò a combattere gli Stati Uniti. Di conseguenza, Cina e Stati Uniti si unirono e il Giappone fu sconfitto in più di tre anni . Dove hanno perso gli Stati Uniti nella guerra di Corea? La sconfitta fu contro l’Unione sino-sovietica: dopo più di tre anni di lavoro e spedizione, gli Stati Uniti non persero la faccia. Nel periodo più difficile per la Cina negli anni ’60 e ’70, gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica e la Cina si opposero e l’Unione Sovietica fu ancora più pressante. Quella fu la vera “era dei tre regni”. Che fosse la Cina, l’Unione Sovietica o gli Stati Uniti, erano tutti nella difficile situazione di combattere su due fronti. Mao Zedong capì che la diplomazia nazionale non può mai essere contro due grandi potenze contemporaneamente, ma per operare richiede superbe capacità diplomatiche. Mao Zedong, attraverso la battaglia dell’isola di Zhenbao, girò leggermente le carte e consegnò gli Stati Uniti alla Cina. Non si conoscevano senza litigare. Gli americani ammiravano Mao Zedong. Nixon venne in Cina per parlare di filosofia con Mao Zedong sull’aereo. Il 6 gennaio 1972, parlando del lavoro per gli affari esteri con Zhou Enlai e Ye Jianying, Mao Zedong disse: “In realtà, questo comunicato[34] non includeva le questioni fondamentali. La questione fondamentale è che né gli Stati Uniti né la Cina possono combattere su entrambi i lati. Oralmente, va bene combattere su due, tre, quattro e cinque lati, ma in realtà è impossibile combattere su entrambi i lati. “[35] Dopo che Nixon se ne andò, il 24 luglio, Mao Zedong ancora una volta istruirono Zhou Enlai, Ji Pengfei, Qiao Guanhua, ecc.: “In due è la nostra politica che le superpotenze possono trarre vantaggio dalle contraddizioni. Due egemonie, dobbiamo sempre lottare per un’egemonia e non combattere da entrambe le parti. “ [36 ]

Il più grande fallimento della diplomazia americana nel nuovo secolo è stato quello di spingere la Cina verso la Russia: questa è stata “una delle grandi tragedie della storia” che Nixon ha cercato di prevenire.[37] La vicinanza di Cina e Russia ha messo gli Stati Uniti nel dilemma di combattere da entrambe le parti fin dai tempi di Kennedy. E gli imperi che sono stati coinvolti in guerre bilaterali nella storia non hanno mai fallito. Gli amici dell’America sono avversari imbattuti. Attualmente, Cina e Russia hanno stabilito una partnership strategica altamente affidabile, che è la garanzia più importante per la Cina di rimanere invincibile ed è ovviamente un prerequisito per il miglioramento delle relazioni sino-americane. Se usi la semplice formula “1-2=-1″ per valutare la politica estera statunitense nel nuovo secolo, non è difficile scoprire che gli americani che hanno perso negli anni la loro filosofia strategica hanno davvero raccolto semi di sesamo e cocomeri perduti: è in un sacco di Sotto il richiamo di piccoli profitti, la Cina è stata spinta in Russia inconsapevolmente, proprio come Breznev dell’Unione Sovietica ha spinto la Cina negli Stati Uniti con la sua volontà, e l’Unione Sovietica è stata costretta a dividere il risorse diplomatiche originariamente utilizzate per trattare con gli Stati Uniti. Le conseguenze sono naturali. È catastrofico.

Negli anni ’50, due americani avevano ingannato l’America fino al cesso. Uno è McCarthy e l’altro è Kennan. A quel tempo, McCarthy era impegnato nell'”estrema destra” negli Stati Uniti. Chiunque non avesse “anticomunismo” sarebbe stato arrestato. Se non fosse stato “anticomunista”, non avrebbe avuto un lavoro. Forzare gli Stati Uniti Afferma a quel tempo di “preferire la destra alla sinistra”, c’era una sola voce. In concomitanza con questo, Kennan progettò un enorme carro e un bersaglio per gli Stati Uniti, dicendo che avrebbero combattuto contro il comunismo. In questo modo, gli Stati Uniti sono stati ingannati su un carro di “contenimento del comunismo” e si sono precipitati verso un obiettivo al di là della sua portata, seguito dal fallimento della guerra di Corea e della guerra del Vietnam. Prima di Nixon, le capacità strategiche nazionali americane erano in grave declino. Il 1 febbraio 1973 Mao Zedong spiegò il dilemma causato dalla guerra bilaterale degli Stati Uniti e le ragioni per cui la Cina invitò Nixon a visitare la Cina durante i colloqui con i leader del Partito Laburista Vietnamita, Le Duc Thu e Nguyen Weizhen :

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, c’è un vecchio detto in Cina secondo cui “un verme dai cento piedi muore senza essere rigido”. A quel tempo, alcuni dei nostri amici non capivano perché abbiamo invitato Nixon a Pechino. Gli Stati Uniti sono in grande difficoltà e altri luoghi sono tesi: devono calmare la situazione a est prima di poter concentrare le proprie energie sul proprio Paese, l’Europa e il Mediterraneo. Ecco perché è andato a Pechino. Parlano di equilibrio ogni giorno, ma questo mondo è sbilanciato e il potere del mondo intero è sbilanciato. Ogni giorno parlo di partire con le forze, infatti voglio correre, il motivo per cui voglio correre è perché questo posto è davvero disagiato, è difficile stare qui, e altri posti sono nervosi. [38]

Dopo che gli Stati Uniti sono entrati nel 21° secolo, altre due persone, George W. Bush e Rice, hanno minato la politica di Nixon con la Cina, hanno usato “l’antiterrorismo” per tracciare una linea e hanno ingannato gli Stati Uniti facendogli lanciare una guerra inconcludente. Questa guerra in passato era chiamata “anticomunismo”, ma ora si chiama “antiterrorismo” e lo scopo è mantenere l’egemonia mondiale degli Stati Uniti. Bush Jr. era ancora più malvagio di McCarthy e ha creato molte “asce del male”. Dopo che Bush è salito al potere, si è appoggiato ai pugni per parlare, ma era tutto ammaccato. Durante l’era Obama, gli Stati Uniti hanno utilizzato lo “spostamento strategico verso est” per coprire e rimediare al fallimento in Medio Oriente. Per questo motivo, negli anni ’50 gli Stati Uniti hanno cercato di ripristinare l’accerchiamento di contenimento della Cina. cosa per l’Asia era l’indulgenza del militarismo giapponese. Il 24 aprile 2014, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiaramente espresso in Giappone di “accogliere favorevolmente e sostenere” la revoca da parte del Giappone del divieto di autodifesa collettiva nell’area sottostante [39]. In un momento in cui gli Stati Uniti sono in declino, cosa possono fare queste mosse diplomatiche se non stimolare un approfondimento del partenariato strategico sino-russo? Per quanto riguarda gli Stati Uniti, l’approccio di Cina e Russia farà declinare ulteriormente gli Stati Uniti nella formula “1-2=-1” compilata da sola, cos’altro può fare?

Nel 1972, Mao Zedong disse a Nixon che gli piaceva l’ala destra, perché l’ala destra americana Nixon nel 1972 capiva la filosofia e conosceva i confini dell’espansione del potere nazionale americano. La destra americana oggi è meno simpatica perché ha perso la sua filosofia. Chiunque abbia letto un po’ di storia saprà che anche quando gli Stati Uniti hanno raggiunto il loro picco di potere, non hanno formato un controllo effettivo sulla costa occidentale dell’Oceano Pacifico, ed è ancora più incredibile per un paese come la Cina estendere il suo predominio del mare sulla costa orientale dell’Oceano Pacifico.

Sulla questione dell’Estremo Oriente, il pensiero strategico statunitense di oggi sembra essere tornato all’idea di contenimento di Kennan, che equivale a un secondo disastro sia per la Cina che per gli Stati Uniti. La “politica di contenimento” di cui Kennan si rammaricò in seguito costrinse gli Stati Uniti al punto di non ritorno a contenere l’Unione Sovietica su scala globale. Di conseguenza, dopo il rovesciamento dell’Unione Sovietica e il rovesciamento del sistema di Yalta in Europa, l’Unione Europea ne trasse grandi benefici, mentre gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, i due paesi che usarono la seconda guerra mondiale per rovesciare l’egemonia mondiale europea, crollarono e declinarono successivamente. Gli strateghi americani di oggi dovrebbero ricomprendere il valore del pensiero diplomatico di Roosevelt e Marshall per gli Stati Uniti di oggi e riflettere profondamente sulla diplomazia americana dopo Nixon.

Il 4 febbraio 1945, alla Conferenza di Yalta, Churchill chiese a Stalin “cosa ne pensi di Hitler come stratega”, e Stalin rispose che “Hitler come stratega ha un nome falso” [40]. La trasformazione da parte di Stalin della percezione di Hitler potrebbe essere avvenuta il 22 giugno 1941. In precedenza, Stalin sopravvalutava Hitler: dal punto di vista di uno stratega, Stalin non si aspettava che Hitler avrebbe dichiarato nuovamente guerra all’Unione Sovietica se non avesse vinto la Gran Bretagna. Quando Stalin vide Hitler invadere l’Unione Sovietica e quindi mettersi in pericolo di combattere da entrambe le parti, lo status di Hitler come “stratega” agli occhi di Stalin scomparve, la sconfitta di Hitler e il ruolo di pagliaccio politico nella mente di Stalin. Ecco come è stato creato. Da quando gli Stati Uniti hanno conquistato l’Afghanistan all’inizio del 21° secolo, si sono precipitati in Iraq senza fermarsi, per poi rivolgersi alla Cina dopo la sconfitta dell’Iraq, che ancora una volta mette gli Stati Uniti in pericolo di farsi nemici da entrambe le parti. Da ciò possiamo anche dire che gli strateghi americani di oggi sono “già vani”.

Mao Zedong aveva visto attraverso gli Stati Uniti. Il 20 maggio 1970, Mao Zedong ha rilasciato una dichiarazione in cui si diceva: “L’imperialismo statunitense sembra un gigante, ma in realtà è una tigre di carta e sta lottando fino alla morte”. il giudizio è arrivato dopo l’incidente in Ucraina nel 2014 È stato nuovamente verificato nel concorso USA-Russia.

3. L’incidente in Ucraina è un avvertimento per la Cina

Bismarck ha scritto nelle sue memorie: “L’opinione pubblica di solito può capire gli errori commessi in politica estera solo guardando indietro a un’intera generazione della storia umana, e Achivi qui plectuntur (il greco che meritava una punizione) non aveva sempre torto. Immediati contemporanei. Il compito della politica è prevedere il più accuratamente possibile ciò che gli altri faranno in una data situazione. Questa capacità di preveggenza è raramente innata a tal punto da non richiedere una notevole esperienza pratica e la conoscenza personale può svolgere un ruolo. “[84] Bismarck’s le parole furono indirizzate ai tedeschi sotto l’imperatore Guglielmo II, ma potrebbero essere più significative per i cinesi cento anni dopo. [42]

L’impatto dell’incidente in Ucraina è globale e alcune delle lezioni seguenti hanno un significato cautelativo per la Cina.

In primo luogo, è giusto usare il potere della dittatura democratica popolare per consolidare il potere politico popolare. Alcune persone hanno dei dubbi su questo, dicendo che finché la legge sarà rigorosamente seguita, tutti i problemi saranno risolti senza intoppi. Ma la crisi ucraina che ha diviso il Paese nel 2014 è stata la conseguenza dell’unilaterale “agire rigorosamente secondo la legge” di Yanukovich[43]. Sappiamo che il diritto è composto da diritto naturale e diritto scritto, e il diritto naturale è la manifestazione della meccanica piuttosto che della giurisprudenza. . I colpi di scena degli eventi in Ucraina nel 2014 sono una prova meccanica della lotta di classe. Mao Zedong lo mise in modo eloquente:

Lotta di classe, alcune classi hanno vinto, alcune classi sono state eliminate, questa è storia, questa è la storia della civiltà da migliaia di anni. Prendere questo punto di vista per spiegare la storia è chiamato materialismo storico, e l’opposto di questo punto di vista è idealismo storico. [44]

Solo dopo che è stato determinato l’esito della lotta di classe – da cui è formato il diritto naturale – può sorgere il “diritto positivo” o il “diritto statutario”. Quando la borghesia ascese, riconobbe ancora il valore naturale della violenza, cioè la dittatura, superiore alla legge. Copre i principi della violenza nel diritto naturale, sebbene tratti le rivolte sindacali (come vari movimenti di Occupy Wall Street) senza pietà , riducendo il diritto naturale ad astrarre “giustizia”, ​​”procedura”, “ragione”, ecc. Per rovesciare il paese in cui il proletariato ha già vinto, hanno sovvertito la dittatura sostituendo silenziosamente il contenuto della dittatura con il legge, usando la legge per vincolare la costituzione, e usando i risultati della lotta proletaria nella costituzione come “difficili da fare per dieci anni”. Generali, non dovete fallire per un giorno”. serie di leggi specifiche, che hanno fatto dimenticare gli attributi di classe del potere statale nell’interpretazione delle diverse leggi e delle loro controversie, e alla fine hanno raggiunto l’obiettivo di cambiare gli attributi proletari del paese. A tal fine Lenin proponeva il concetto di “coscienza giuridica della classe operaia”[46], che è strettamente integrato con la “dittatura del proletariato”. Nel 1906, Lenin sottolineava:

Una dittatura è un regime illimitato che si basa sulla forza piuttosto che sulla legge. [47]

Nel 1918 Lenin insistette ancora e sviluppò ulteriormente questo punto di vista, affermando:

Una dittatura è un regime che si basa direttamente sulla violenza e non è vincolato da alcuna legge. La dittatura rivoluzionaria del proletariato è un potere politico che è ottenuto e mantenuto dal proletariato con mezzi violenti contro la borghesia, ed è un potere politico che non è vincolato da alcuna legge. [48]

Anche il punto di vista di Lenin è profondo oggi.Il motivo per cui il punto di vista di Lenin è odiato dai cosiddetti studiosi “liberali” è che mostra l’essenza del problema dello Stato in modo semplice, chiaro e nudo. Mao Zedong ha anche contestato direttamente il “diritto della borghesia”, proponendo la teoria secondo cui “la ribellione è giustificata” incorporando i principi rivoluzionari del diritto naturale nel diritto del proletariato (cioè, il “diritto della classe operaia” come Lenin lo chiamò)[49] . Se dimentichiamo la lotta di classe, la dittatura democratica popolare e «l’uso del potere della dittatura democratica popolare per consolidare il potere politico popolare, è una cosa giusta, e non c’è motivo di perderlo»[50]. Se è vero, allora abbiamo perso la coscienza giuridica della classe operaia e siamo vincolati dai diritti legali borghesi.Se questo è il caso, Gorbaciov sovietico e Yanukovich ucraino, che sono superstiziosi sull’onnipotenza dei diritti legali borghesi, sono una lezione dal passato. .

Non ci sono precedenti al mondo per un grande Paese che può essere riconosciuto solo dal cosiddetto “soft power”. Alcune persone dicono, non combattere con gli Stati Uniti, gli Stati Uniti sono il capo e combattere con il capo non avrà buoni risultati. Questo è sbagliato. Allora, gli Stati Uniti combatterono contro l’allora più grande, il Regno Unito: nel 1812, il Regno Unito attaccò gli Stati Uniti, solo per cacciare gli americani; poi gli Stati Uniti si allearono con l’Unione Sovietica attraverso due guerre mondiali, schiacciando l’egemonia europea sotto la guida del Regno Unito, e unì le forze con l’Europa per rovesciare l’egemonia sovietica, e alla fine conquistò lo status di dominio mondiale. Anche l’Unione Sovietica è uscita dalla sfida all’Europa.

Nell’odierno “Nuovo sistema di Versailles”, la Russia ha perso l’Europa orientale, che è anche il risultato dell’eccessiva pressione dell’Unione Sovietica su di loro; ora la potenza dell’Europa occidentale si è nuovamente estesa all’Europa orientale, costringendo l’Ucraina a sfidare direttamente la linea di fondo della Russia . Questo fa sì che i russi abbandonino il mito della “democrazia” promosso dall’Occidente, e non credano molto nel “soft power”, e utilizzino direttamente i carri armati per risolvere il problema. È interessante notare che dopo che i carri armati russi sono entrati in Crimea, anche i cosiddetti “democratici” di Hong Kong hanno cessato per un po’ di tempo. Hanno aperto gli occhi e hanno visto cosa si intende per “l’arma della critica non può sostituire la critica delle armi” [51]. Solo in questo momento hanno capito che la storia non può essere sovvertita dalle parole dei “pubblici funzionari”, e ieri hanno davvero pensato che tenere in mano alcuni “fiori di gelsomino” potesse smuovere il mondo.

Gli studiosi non dovrebbero parlare invano e ci sono macchie di sangue sulla testa [52]. In politica, soprattutto sul tema del potere politico, i discorsi vuoti sono inutili; di fronte alla continua avanzata dell’Occidente non c’è via di scampo; se non c’è il contrattacco, l’Occidente guadagnerà un centimetro. Al giorno d’oggi, molte persone sono superstiziose sull’effetto del soft power quanto Sai Jinhua.[53] Infatti, il risultato di un’eccessiva superstizione nel soft power è la mancanza o la rinuncia al potere. Molte persone pensano che la storia sia creata da entrambe le parti, come se l’economia si fosse sviluppata e la politica nazionale avesse raggiunto lo standard della “democrazia” occidentale, quindi può essere accettata dall’Occidente. Questo era ciò che pensavano Krusciov e poi Gorbaciov. Il 4 dicembre 1959, Mao Zedong disse alla riunione allargata dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese che Krusciov “non è uno statista esperto, non comprende molto bene il marxismo-leninismo e non segue i principi. . La sua cosmologia è il pragmatismo, che è una sorta di idealismo soggettivo estremo. Gli mancano regole e regolamenti, finché è benefico, cambia a seconda delle circostanze. È ossessionato da interessi temporanei e perde a lungo termine interessi.”[54]

Kissinger ha visto la connessione tra le due figure politiche, Krusciov e Gorbaciov. Ha detto: Egli (Krusciov) può essere considerato l’antenato di Gorbaciov nell’avvio del processo di riforma.; Non ha compreso l’impatto della riforma, ma la direzione della riforma glielo fece rimpiangere. Da questo punto di vista, possiamo anche dire che la caduta del comunismo iniziò con Krusciov. [55]

L’odierno presidente dell’Ucraina Yanukovich, che è stato espulso e non si è fatto vedere, è vittima di questi miti “democratici”: ha giocato con l’opposizione nella costituzione, pensando che rigorosamente secondo la legge risolverà tutti i problemi, e di conseguenza ha portato il caos e la pace nel paese disastro. Quando i carri armati russi sono entrati in Crimea, la “donna” ucraina che è uscita dal carcere non ha detto niente, ha visto che la politica era sanguinosa.

In effetti, il fulcro del conflitto tra l’Occidente ei paesi socialisti, compresa la Cina, non è il livello di produttività ma il sistema politico più competitivo della Cina. La Thatcher lo ha chiarito a Houston, negli Stati Uniti, nel 1991, quando ha detto:

L’Unione Sovietica era un paese che rappresentava una seria minaccia per il mondo occidentale. Non sto parlando di minacce militari. In sostanza, non vi è alcuna minaccia militare. Le nostre nazioni sono ben attrezzate, comprese le armi nucleari. Mi riferisco alla minaccia economica. Con l’aiuto dell’economia pianificata, combinata con incentivi spirituali e materiali unici, gli indicatori di sviluppo economico dell’Unione Sovietica sono molto alti. Il suo tasso di crescita del PIL era due volte più alto del nostro. Se prendiamo in considerazione le ricche risorse naturali dell’Unione Sovietica, e se gestite correttamente, è del tutto possibile che l’Unione Sovietica ci elimini dal mercato mondiale. Pertanto, abbiamo intrapreso azioni volte a indebolire l’economia sovietica e creare i suoi problemi interni. [56]

La nostra era non è ancora al di là dell’era della rivoluzione e della costruzione imperialista e socialista, e il comunismo è ancora l’obiettivo del movimento socialista cinese sotto la guida del Partito Comunista. Stalin disse: “Tutte le forze nel mondo possono essere eliminate, ma il potere delle” nazioni “non sarà eliminato”.[57] Pertanto, il nostro principale avversario non è la nazione anglosassone e le persone distribuite in Nord America e in Europa, ma il capitale monopolistico internazionale. La nostra missione storica è unire le persone e le nazioni oppresse del mondo, compresi i paesi britannici e americani, per rovesciare finalmente il capitale monopolistico internazionale e le sue forze imperialiste; e poiché il capitale monopolistico internazionale è contro le persone e le nazioni del mondo, la nostra causa Non in isolamento e sono possibili maggiori vittorie.

In secondo luogo, il commercio è anche una continuazione della politica. Dove c’è meno influenza politica, non può esserci un mercato sostenibile e redditizio. Dai cambiamenti politici in Iraq, Libia, Sudan, Thailandia e Ucraina, anche l’economia è una continuazione della politica. In effetti, i “grassi” economici non possono combattere le guerre. L’economia si è sviluppata, e se non hai forti capacità politiche e militari, allora tale “forza” può solo significare che sei gonfio. A quel tempo, il volume totale degli scambi tra il Giappone e gli Stati Uniti era di gran lunga superiore a quello della Cina prima della guerra del Pacifico, ma non avevamo molto volume di scambi con gli Stati Uniti. Alla fine, Giappone e Stati Uniti hanno combattuto, e la Cina e gli Stati Uniti divennero alleati. Come mostrato nella tabella seguente:

Fonte: Kong Huarun, tradotto da Zhang Jinger: “America’s Response to China”, Fudan University Press, 1989, p. 132

Infatti, non può esserci un mercato sostenibile e redditizio dove c’è meno influenza politica; senza una voce efficace, i contratti economici stipulati con loro non sono garantiti. Il commercio è condizionato dalla politica. Proprio come la verità al tavolo del mahjong, una vittoria fino alla fine è inimmaginabile per un paese debole. La Libia e il Sudan sono cambiati e il nostro popolo si è ritirato, ma sarà difficile tornare indietro e ripristinare il mercato perduto lì. Un Paese è come un bambino che cresce. Essere intelligenti non basta. Se non “combatti” non potrai andare d’accordo nella cerchia degli adulti. Non c’è niente nella storia in cui puoi fare affari senza i militari. Alla fine, il business è ancora determinato dai pugni. Marx diceva: «La violenza è la levatrice di ogni vecchia società che ne concepisce una nuova. La violenza stessa è una forza economica».[58]

A seguito delle precedenti turbolenze e fissione in Iraq, Libia e Sudan, l’Ucraina ha lanciato un primo avvertimento che la situazione commerciale[59] sarebbe stata ribaltata per i cinesi che sono attualmente nel bel mezzo di un trionfo del profitto in stile grande slam. Pensavamo che finché siamo in grado di fornire alla comunità internazionale beni pubblici di alta qualità ed economici, possiamo realizzare un profitto nel mondo e prendere un punto d’appoggio. Ora, ovviamente non è così; come si può fare soldi puramente economico, e deve essere seguito dalla politica. Il commercio è anche una continuazione della politica. La Libia, il Sudan di ieri e la Thailandia e l’Ucraina di oggi sono così, e il loro commercio è politicamente orientato.

Benedizioni, prendi un sorso di campo e non chiedere di più. La Cina non può riprendersi dal mondo gli interessi che non può digerire e le responsabilità internazionali che non può sopportare: un paese del genere soffrirà anche dei sintomi dei “tre massimi”. Il mercato veramente sostenibile della Cina è in Asia. Alcune persone sostengono l’internazionalizzazione del RMB, che sembra un po’ avventata. Gli interessi sono responsabilità e l’internazionalizzazione del RMB renderà internazionalizzate e globalizzate anche le responsabilità della Cina, che la Cina non può permettersi. La regionalizzazione del RMB è fattibile e, dove possono arrivare le nostre mani, i suoi profitti sono sostenibili.

Non possiamo essere superstiziosi sull’onnipotenza del mercato, pensando che finché l’economia migliora, finché c’è profitto nel commercio mondiale, tutto può essere risolto. In effetti, i profitti sono protetti dal potere – il più basilare dei quali è il potere militare – e c’è un limite alla crescita dei profitti al di là della portata del potere. Anche parlare di politica è una regola non detta del commercio mondiale. La guerra è una continuazione della politica, così come il commercio. L’economia è solo un mezzo per servire la politica. L’Occidente una volta ha cercato di utilizzare metodi economici come l’Organizzazione mondiale del commercio per limitare la Cina e costringerci a sottomettersi, ma non ha avuto successo; se questo fenomeno persiste, le persone potrebbero “cercare il pugnale della povertà” in futuro e forzarlo direttamente.

Alba a est e pioggia a ovest, il Tao è affettuoso ma spietato. Nell’incidente dell’Ucraina, il confine di potere tra Europa e Russia è stato risolto, quindi il modello dell’Estremo Oriente è ancora incerto. Al momento, è più in linea con gli interessi strategici di Cina e Russia cercare di mantenere gli Stati Uniti, che hanno dissenso dal sistema di pace di Yalta del dopoguerra, nel sistema di Yalta stabilito congiuntamente da Cina, Russia e Stati Uniti e stabilizzato l’Estremo Oriente per più di mezzo secolo. Se ciò non è possibile, oltre al sistema europeo della Nuova Versailles, puntare per “una parte degli Stati Uniti, una parte della Cina orientale”[60] nell’Estremo Oriente, cioè il sistema cinese che è parallelo al sistema di Washington, dovrebbe anche essere un record necessario per noi. .

Terzo, determinare i confini di sicurezza della Cina in difesa limitata. Se la Cina vuole crescere e raggiungere una scala moderatamente prospera, deve disporre di uno spazio di sicurezza corrispondente. Un’espansione eccessiva non è sicura, ma senza un proprio spazio minimo e il confine di sicurezza più elementare[61], anche la Cina non è sicura.

Quindi, per una Cina in ascesa, quale dovrebbe essere il suo confine di sicurezza più elementare? Dovrebbe trovarsi al confine orientale di Taiwan, cioè a circa 123° di longitudine est. Questo non solo perché l’intera economia costiera orientale formata dalla riforma e dall’apertura della Cina è una “zona d’oro” che guida l’economia nazionale, ma anche perché questa zona è strettamente correlata a tutti i principali punti caldi di conflitto nel Mar Cinese Orientale, tra cui ” Indipendenza di Taiwan”. C’è di per sé un rischio enorme. Ad esempio, i centri di gravità economici della Cina come Shanghai, Zhejiang e Jiangsu, così come il ponte sulla baia di Hangzhou di recente costruzione, sono così vicini ai punti caldi del Mar Cinese Orientale che le nostre forze militari terrestri da sole non possono completare loro compiti di sicurezza. Tecnicamente parlando, sebbene disponiamo di una notevole potenza marittima strategica, senza l’unificazione dello Stretto di Taiwan, la Cina non può entrare liberamente, per non parlare del controllo, nelle acque profonde dell’Oceano Pacifico. Attualmente nelle acque orientali effettivamente controllate dalla Cina, in particolare il Mar Giallo, la profondità e l’ampiezza sono molto limitate.[62] Se non c’è mare profondo, l’efficacia del nostro potere strategico marittimo e il corrispondente controllo marittimo necessario per lo sviluppo della modernizzazione della Cina ne risentiranno notevolmente i limiti. Pertanto, non importa in termini di economia o politica, o in termini di sovranità o potenza marittima, la questione di Taiwan è diventata il più importante fattore di collo di bottiglia nell’avanzamento cinese del controllo marittimo verso le profondità marine. In altre parole, se il confine di sicurezza della Cina contemporanea non può essere spinto fino al confine orientale di Taiwan, la Cina non può nemmeno essere definita un paese del Pacifico, quindi l’obiettivo della Cina di realizzare una società moderatamente prospera a tutto tondo non può essere raggiunto, e anche se raggiunge i suoi risultati, non può essere garantito.

Bene, dopo tutto, siamo un paese socialista e determiniamo i nostri confini di sicurezza non solo sulla base dei nostri interessi come i paesi egemoni, ma su una serie di principi legali stabiliti dopo la guerra da Yalta, Potsdam e altre conferenze. La riunificazione cinese dello Stretto di Taiwan è un diritto concesso dal sistema giuridico di Yalta al paese vittorioso, la Cina, e ora questo diritto è solo sulla carta.Sebbene siano passati più di 60 anni, in pratica il nostro diritto non trova piena applicazione. Pertanto, l’impostazione del confine di sicurezza cinese al confine orientale di Taiwan è conforme sia alle condizioni nazionali cinesi che al diritto internazionale.

Quindi, possiamo raggiungere un tale obiettivo? Certamente. Il motivo per cui Putin è stato in grado di spingere il suo confine di sicurezza al confine meridionale della Crimea nell’incidente dell’Ucraina e la NATO non ha potuto fare nulla è perché il potere della NATO è irraggiungibile lì e non tocca gli interessi fondamentali della NATO: i suoi interessi principali sono nel Mediterraneo. Ma per la Russia, la Crimea è il suo interesse principale e l’interesse principale può utilizzare mezzi illimitati. Se i ricchi incontrano i morti, non c’è suspense di vincere o perdere. Ora la riunificazione dello Stretto di Taiwan è l’interesse principale della Cina e l’interesse principale può utilizzare mezzi illimitati. Inoltre, Taiwan è vicina alla Cina continentale: alcune risorse cinesi continuano ad essere investite e alcune hanno tempo per aspettare il lavoro, mentre gli Stati Uniti devono lavorare lontano per Taiwan. Per gli Stati Uniti, la regione di Taiwan è solo un “bambino virtuale” utilizzato per controllare il Giappone e la Russia a nord e la Cina a ovest. Trattandosi di un “bambino virtuale”, gli Stati Uniti non faranno del loro meglio. Pertanto, è possibile per la Cina stabilire il proprio confine di sicurezza sul confine orientale di Taiwan.

Se la Cina raggiunge il suo obiettivo di riunificare lo Stretto di Taiwan, il più grande pericolo per la Cina è un avanzamento avventato. L’esperienza storica ci dice che l’influenza dell’antica Cina è stata nell’Asia orientale per molto tempo, irradiandosi in Asia, e non importa quanto sia lontana, non sarà in grado di spostarsi. Pertanto, la strategia di Mao Zedong per l’ascesa della Cina è “non cercare l’egemonia”, e l’obiettivo di Deng Xiaoping per noi è un paese benestante. “Xiaokang” è in realtà un’altra espressione del concetto di “paesi moderatamente sviluppati”. I compagni Mao Zedong e Deng Xiaoping hanno avanzato questi concetti non solo per umiltà, ma contengono anche la saggezza dell’Oriente secondo cui “è difficile sostenere la dinastia Tang con una mano, e persino la città sostiene ancora le montagne e i fiumi di Jin “[63]. L’esperienza storica ci dice che l’ascesa delle grandi potenze nasce dal conservatorismo regionale e scompare dall’espansione globale. Tutta la diplomazia dei principali paesi che può svilupparsi in modo sostenibile è conservatrice e, se si espande troppo, inevitabilmente diminuirà. L’antico Impero Romano, l’Impero Britannico, l’Impero Sovietico e l’Impero Americano di oggi declinarono tutti a causa della sovraespansione. Mao Zedong lo capì chiaramente: il 4 marzo 1959, quando incontrò Jackson, Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista d’America, prese gli Stati Uniti come esempio per analizzare:

L’imperialismo statunitense sembra essere forte, ma in realtà è il più forte tra gli imperialisti, ma è anche debole. Le sue truppe sono sparse molto scarsamente, deve presidiare truppe in Europa e anche in Asia, è così disperso che è ovunque, e il risultato è che non va bene ovunque. In termini di aspetti militari, politici ed economici, gli Stati Uniti si sono espansi notevolmente. Più si espande, più si diffonde e più le persone si oppongono, così che le cose andranno contro la sua volontà. Gli Stati Uniti sono come una persona che tiene un mucchio di uova con entrambe le mani: il mucchio di uova è pieno, ma non può muoversi e le uova cadranno quando si muove un po’. [64]

Il 10 dicembre 1972, Mao Zedong avvertì l’intero partito con un’istruzione: “Scava buche profonde, immagazzina ampiamente il grano e non cercare l’egemonia”.[65] Mao Zedong intendeva avvertire la Cina di non ripetere gli obiettivi nazionali in stile statunitense e le risorse nazionali in futuro Disaccoppiamenti che portano al declino del Paese. I problemi visti da Mao Zedong vanno presi sul serio per la Cina, che si sta muovendo verso il centro del mondo, e vanno presi come un monito, per non ripetere la vecchia strada dell’imperialismo. La Cina dovrebbe scegliere una politica di attenersi e operare in Asia per molto tempo e di usare la nostra influenza per infettare il mondo. In questo modo, la nostra forza nazionale non verrà superata; se la nostra forza nazionale non verrà superata, il tempo è dalla nostra parte e solo i paesi con il tempo possono avere un futuro luminoso.

【Appunti】

[1] Alla fine del 1917, nell’Ucraina orientale fu istituito un regime sovietico socialista e fu istituita la Repubblica socialista sovietica ucraina. Durante il periodo dell’intervento armato straniero dal 1918 al 1920, l’Ucraina occidentale (Galizia orientale e Warren occidentale) fu occupata dalla Polonia. Nel 1922, quando fu fondata l’Unione Sovietica, l’Ucraina orientale si unì all’Unione e divenne uno degli stati fondatori dell’Unione Sovietica. Secondo il Trattato di Riga firmato tra la Polonia e l’Unione Sovietica, l’Ucraina occidentale divenne territorio polacco.Nel novembre 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale, la Polonia fu divisa e occupata e l’Ucraina occidentale fu fusa con la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.

[2] Il “Piano Dawes” era un piano degli Alleati per smaltire le riparazioni della Germania dopo la prima guerra mondiale.

[3] La “Convenzione di Locarno”, il termine generale per gli otto documenti adottati dai rappresentanti dei sette paesi di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Belgio, Repubblica Ceca e Polonia tenutisi a Locarno, in Svizzera, il 16 ottobre 1925. Lo scopo di questa convenzione è confermare i confini territoriali postbellici tra le potenze dell’Europa occidentale in Europa dopo la prima guerra mondiale e i paesi emergenti dell’Europa centrale e orientale e ripristinare i normali rapporti con la Germania sconfitta.

[4] Procuste (Procuste, anche tradotto, Proclustes), un ladro nella mitologia greca. Ha aperto negozi neri e derubato i viaggiatori di passaggio. C’era un letto di ferro nel magazzino, quando i passeggeri restavano, accorciava quelli alti e allungava quelli corti in modo che i loro corpi fossero della stessa lunghezza del letto di ferro, uccidendo così i passeggeri.

[5] “The Political Report of the Central Committee” di Stalin al 14° Congresso del Partito Comunista Cinese (18 dicembre 1925), “The Complete Works of Stalin”, Vol. 7, People’s Publishing House, edizione 1958, pp. 225-227.

[6] Compilato dall’Ufficio di ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949~1976)”, Volume 6, Central Literature Publishing House, 2013 Edition, pp. 503-504.

[7] “Churchill rimase a Mosca per otto giorni. Stese una mappa della sfera di influenza e la consegnò a Stalin. Divise la sfera di influenza per percentuali, ad esempio, la Gran Bretagna potrebbe ottenere il 90 per cento della Grecia e il L’Unione Sovietica potrebbe ottenere il 90 per cento, il 90% della Romania e il 70% della Bulgaria, per quanto riguarda Ungheria e Jugoslavia, la divisione è 55. Stalin acconsentì immediatamente senza dire una parola, ma Molotov perseguì e negoziò con Aiden, indebolendo gli inglesi La percentuale di l’Unione Sovietica in ogni paese dell’Europa orientale ha un leggero vantaggio, ad eccezione dell’Ungheria.” Vedi: [America] Henry Kissinger, tradotto da Gu Shuxin e Lin Tiangui: “Grand Diplomacy”, Hainan Publishing House, 1998 Annual Edition, pagina 367. Inoltre, per informazioni su questo aspetto, fare riferimento a Wang Shengzu et al.: “History of International Relations”, Volume 6 (1939~1945), World Knowledge Publishing House, edizione 1995, pp. 332~333.

[8] Questo materiale scritto a mano e fotocopiato è selezionato da [russo] O. A. Lereshevsky, tradotto da Wang Zhongxuan, Qi Zhong e Gao Chunxing: “Stalin and Churchill (1941~1945)”, Oriental Publishing House, edizione 2006, p. 482.

[9] “Records of the talks between Stalin and Roosevelt” (28 novembre 1943), a cura di Shen Zhihua: “Selected Soviet Historical Archives”, Vol. 17, Social Science Literature Publishing House, edizione 2002, pp. 402-403 Fei Qiu Yev, tradotto da Wang Nanzhi e altri: “140 Conversations with Molotov”, Xinhua Publishing House, edizione 1992, pp. 25-26.

[10] Fei Chuyev, tradotto da Wang Nanzhi, ecc.: “140 Conversations with Molotov”, Xinhua Publishing House, edizione 1992, pp. 25-26.

[11] [Sud] Milovan • Geras, tradotto da Zhao Xun e Lin Ying: “Conversation with Stalin”, Jilin People’s Publishing House, edizione 1983, p. 146.

[12] Il 5 marzo 1946 Churchill pronunciò il famoso “Discorso sulla cortina di ferro” a Fulton, USA, che aprì ufficialmente il preludio alla Guerra Fredda contro l’Unione Sovietica e i paesi socialisti. Churchill: From Szczecin on the Baltic Sea to Trieste on the Adriatic Sea (1946), a cura di J. Ejer, tradotto da Zhao Yifan e Guo Xueliang: Words That Make America Great), Hainan Publishing House, edizione 2003, p. 635.

[13] [Stati Uniti] Kong Huarun, redattore capo, tradotto da Wang Chen, ecc.: “Cambridge History of American Foreign Relations” (Parte 2), Xinhua Publishing House, edizione 2004, pp. 438~439.

[14] Zbigniew Brzezinski, tradotto dal China Institute of International Studies: “The Great Chess Game ─ The Primacy of the United States and Its Geostrategy”, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1998, p. 156.

[15] [America] Zbigniew Brzezinski (Zbigniew Brzezinski), tradotto dal China Institute of International Studies: “The Great Chess Game – The Status of the United States and Its Geostrategy”, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1998, p. 154. .

[16] [America] Zbigniew Brzezinski, “The Great Chess Game: The Primacy of America and Its Geostrategy”, tradotto da China Institute of International Studies, Shanghai People’s Publishing House, 1998, p. 154.

[17] Il 31 gennaio 1939, il presidente degli Stati Uniti Roosevelt parlò alla riunione di consultazione del Comitato per i servizi armati del Senato degli Stati Uniti sulla posizione degli Stati Uniti sulla guerra in Europa. Ha detto ai colleghi: “Nell’Atlantico, la nostra prima linea di difesa è la continua esistenza di un gran numero di paesi – continuano ad esistere in modo indipendente. Ora, cosa sono queste, ricorda queste parole, con continua indipendenza Questa connotazione” continua ad esistere indipendente”. L’indipendenza di un paese significa “indipendenza” e non significa “governo” di un altro paese militarmente o economicamente.” Roosevelt calcolò quindi che attualmente ci sono più di due dozzine di paesi indipendenti in Europa e disse: “Ma se il potere militare di Germania e Italia viene mantenuto, e i passi di successo comuni o separati di Hitler e Mussolini continuano, non saranno in grado di Possono essere indipendenti. Perderanno la loro indipendenza”. Fare riferimento a “Verbale della consultazione tra il presidente degli Stati Uniti Roosevelt e il Comitato per i servizi armati del Senato degli Stati Uniti” (31 gennaio 1939), a cura di Li Julian e Wang Side: “Una raccolta di documenti storici sull’origine della seconda guerra mondiale (1937.7- 1939.8)”, East China Normal University Publishing House, edizione 1985, pp. 447-450. )

[18] Cfr. Zhang Wenmu: “Strategia di sicurezza nazionale cinese da una prospettiva globale, sezione 5”, Vol. 2, Casa editrice del popolo di Shandong, 2010, pp. 421-630.

[19] “La Merkel presentò a Xi Jinping una mappa della Cina disegnata nel 1735”, Chinanews.com, http://bbs.chinanews.com/web/mil/65/2014/0331/75602.shtml. Tempo di atterraggio: 27 aprile 2014.

[20] Zhuge Liang: “Imparare dagli insegnanti”, tradotto da Que Xun e altri: “Gu Wen Guan Zhi” (Volume 1), Hunan People’s Publishing House, edizione 1982, p. 436.

[21] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 609.

[22] Nella lettera si legge: “Il principio della solidarietà non può essere raggiunto senza sacrificio. Nessuno può fare solo quello che vuole fare. I giovani in America non fanno quello che vogliono fare. Più di un milione di bambini americani se ne sono andati le loro famiglie, i loro cari e la causa della pace, nella lontana Corea del Nord. Il motivo per cui sono andati lì è che hai proposto il sacro principio della grande solidarietà del mondo libero per salvare il tuo paese da un grande disastro in un ora buia. Del milione di bambini americani che sono andati nel tuo paese, 2,4 Diecimila si sono sacrificati, 110.000 feriti. Abbiamo pagato decine di miliardi di dollari in denaro. Questo è stato parte del prezzo che abbiamo pagato per la nostra fedeltà ai tuoi principi di solidarietà. ” “Dulles to Syngman Rhee (giugno 1953) 22 aprile)”, a cura di Tao Wenzhao: “US Policy Documents on China 1949-1972” (Volume 1, Part 2), World Knowledge Publishing House, edizione 2003, p. 947.

[23] [Inglese] Ha Mackinder, tradotto da Lin Erwei e Chen Jiang: “The Geographical Hub of History”, Commercial Press, edizione 2007, p.69.

[24] Observer Network, “Obama dice di voler salvare Putin che sta annegando”, http://www.guancha.cn/Neighbors/2014_04_26_224692.shtml. Tempo di atterraggio: 27 aprile 2014.

[25] Per l’influenza dei consorzi di Wall Street sulla politica americana, fare riferimento a Zhang Wenmu, “American Political Structure and Foreign Policy”, in International Relations Research, No. 3, 2013.

[26] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito comunista cinese: The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976), Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 594.

[27] “Conversation with Snow” (9 gennaio 1965), “The Collected Works of Mao Zedong”, Volume 8, People’s Publishing House, edizione giugno 1999, pp. 411, 412.

[28] Compilato dall’Ufficio di ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 4, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 390.

[29] [America] W. Averil Harriman, Elie Abel, tradotto da Wu Shimin, ecc.: “The Memoirs of Harriman”, Oriental Press, 2007, p. 532.

[30] Citato da “Post-war World History Long Edition”, Volume 1, Volume 2, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1976, p. 329.

[31] Nell’ottobre 1935, l’Armata Rossa attraversò le montagne Minshan, e la Lunga Marcia stava per vincere. Mao Zedong scrisse “Niannujiao Kunlun”: “Nato dal cielo, il Kunlun è pieno di primavera, e il mondo è piena di primavera. Tre milioni di draghi di giada sono volati in alto, rendendo il cielo freddo. In estate, i fiumi straripano e le persone possono essere pesci e tartarughe. Chi ha mai commentato i meriti e le colpe del passato? Ora chiamo Kunlun: Non essere così in alto, non essere così innevato. Un De appoggiato al cielo estrae una spada e ti taglia in tre pezzi? Una parte è lasciata all’Europa, una parte è data alla bellezza e l’altra parte è restituita a est. In un mondo pacifico, il mondo intero è ugualmente freddo e caldo.” Il 21 dicembre 1958, Mao Zedong commentò “Nian Nujiao Kunlun”: “Kunlun, il tema è Contrastare l’imperialismo non è altro. Cambia uno frase, per mantenere la Cina e tornare in Oriente. È sbagliato dimenticare i giapponesi. In questo modo, Gran Bretagna, Stati Uniti e Giappone sono tutti coinvolti. Altre spiegazioni non sono realistiche. “Si prega di fare riferimento al Central Literature Research Office of il Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1983-1949)” Vol. 1, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 476.

[32] Il 15 ottobre 1950, MacArthur e Truman ebbero una conversazione sull’isola di Wake che avrebbe determinato la sconfitta degli Stati Uniti in Corea del Nord. MacArthur disse al presidente che la ripresa della Corea del Nord avrebbe potuto iniziare solo dopo la fine dell’operazione militare. Credo che gli aiuti ufficiali a tutta la Corea del Nord e del Sud finiranno entro il Ringraziamento. La Corea del Nord ha poca resistenza – rimangono solo circa 15.000 persone – e quelle che non abbiamo eliminato saranno eliminate con l’inizio dell’inverno. Ora ci sono circa 60.000 prigionieri di guerra nei nostri campi improvvisati. Sfortunatamente, stanno perseguendo un obiettivo senza speranza in Corea del Nord. Hanno 100.000 persone addestrate come soldati supplementari, queste persone sono scarsamente addestrate, mal guidate e scarsamente equipaggiate, ma sono molto testarde e odio eliminarle. Stanno solo combattendo per salvare la faccia. Gli orientali preferirebbero morire piuttosto che perdere la faccia. Spero di portare l’Ottava Armata fuori dal Giappone entro Natale. Ciò si tradurrebbe in una quinta armata ricostituita composta dai contingenti 2a, 3a e delle Nazioni Unite. Spero che le Nazioni Unite possano organizzare le elezioni il primo giorno del nuovo anno. L’occupazione militare non ha prodotto nulla. Tutte le occupazioni sono fallimenti. (Il presidente annuisce.) Dopo le elezioni, spero di ritirare tutte le forze di occupazione. Vedi “Verbale della riunione di Wake Island del 15 ottobre 1950”, a cura di Tao Wenzhao: “US Policy Documents on China 1949~1972” (Volume 1, Part 2), World Knowledge Press, edizione 2003, pp. 487~500 .

[33] [America] Zbigniew Brzezinski, tradotto dal China Institute of International Studies: “The Great Chess Game: The Status of the United States and Its Geostrategy”, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1998, pp. 245~246 Pagina. .

[34] Si riferisce al comunicato congiunto sino-americano in fase di stesura.

[35] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 422.

[36] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito comunista cinese: The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976), Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 441.

[37] Il 31 dicembre 1975, Mao Zedong ricevette una lettera dell’ex presidente degli Stati Uniti Nixon a sua figlia Julie, in cui diceva: “Se vogliamo portare la pace nel mondo, l’amicizia e la cooperazione sino-americane sono indispensabili. , anche se potremmo non essere d’accordo su alcune questioni. Sarebbe una delle grandi tragedie della storia se cambiassimo i nostri nemici, o se permettessimo la ricostruzione di un muro che ci aveva separato per così tanti anni. Pagare il prezzo finale per la guerra e la potenziale distruzione. Pertanto, in nessun caso dovremmo consentire a qualsiasi disaccordo su questioni importanti, ma in gran parte marginali, o sulle attività di un potenziale stato aggressore, di aprire il nostro Open it.” A cura dell’Ufficio di ricerca letteraria del Comitato centrale del Partito Comunista di Cina: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 631.

[38] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 467.

[39] “Obama dice: le Isole Diaoyu non tengono posizione sull’applicazione della sovranità del trattato di sicurezza tra Giappone e Stati Uniti”, Chinanews.com,

http://www.chinanews.com/gj/2014/04-24/6102309.shtml. Tempo di atterraggio: 27 aprile 2014.

[40] “Records della conversazione tra Stalin e Churchill” (4 febbraio 1945), a cura di Shen Zhihua: “Selected Editions of Soviet Historical Archives”, Vol. 18, Social Science Literature Publishing House, edizione 2002, p. 387 .

[41] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 299.

[42] [De] Otto von Bismarck, tradotto da Yang Deyou e Tonghongyin, ecc.: “Thinking and Memories – Bismarck’s Memoirs”, Vol. 3, Sanlian Publishing, edizione 2006, p. 127.

[43] Dal 19 al 20 febbraio 2014 si sono intensificati i disordini e le rivolte nella regione di Kiev in Ucraina. Il presidente ucraino Yanukovich ha proposto di ripristinare la costituzione del 2004, che è stata respinta dal parlamento. Il 19 febbraio Yanukovich è stato costretto a raggiungere temporaneamente un accordo di “tregua” con l’opposizione e ha accettato di tenere elezioni presidenziali anticipate. Dalla notte del 20 febbraio alla mattina del 21, Yanukovich ei leader dell’opposizione hanno condotto ardue trattative per 8 ore e mezza, e alla fine hanno raggiunto un accordo per risolvere la crisi interna. Poco dopo il raggiungimento dell’accordo, il parlamento ucraino ha approvato un disegno di legge che ripristina la costituzione del 2004. Finora, l’Ucraina è tornata a un sistema presidenziale parlamentare. Secondo la Costituzione del 2004, ai parlamentari è conferito il potere di formare un governo e la durata del mandato dei parlamentari è estesa da 4 a 5 anni; il primo ministro è eletto dai parlamentari tra candidati nominati dal presidente; il Parlamento nomina il ministro della difesa, il ministro degli affari esteri e il capo del servizio di sicurezza secondo la nomina del presidente; gli altri membri del governo sono nominati dal presidente del Consiglio. Il 21 febbraio il parlamento ha firmato un’ordinanza che ordinava il rilascio dell’ex presidente ucraino Tymoshenko. Yanukovich lo ha dichiarato non valido, ma Tymoshenko era stato rilasciato ed è andato in Piazza Indipendenza per parlare con le persone che l’hanno sostenuta e ha detto che avrebbe partecipato a 5 presidenziali elezione il 20. Allo stesso tempo, il parlamento ucraino ha votato per “perdere automaticamente il potere” a favore del presidente Yanukovich e l’esercito ha affermato che non sarebbe stato coinvolto nel conflitto politico interno. Il 22 febbraio, manifestanti anti-governativi a Kiev sono entrati nella villa del deposto presidente Yanukovich. Non si sa dove si trovi Yanukovich e il parlamento lo ha messo sotto accusa. Il 23 febbraio, il parlamento ha annunciato la destituzione del presidente ucraino Yanukovich da capo di stato. Nonostante la crisi politica sia finita, la divisione dell’Ucraina è davvero iniziata: il 16 marzo 2014 si è tenuto un referendum in Crimea: secondo i risultati del 100% dei voti, il 96,77% degli elettori che hanno partecipato al voto ha votato per la Crimea per unirsi alla Russia Federale, l’affluenza alle urne è stata dell’83,1%. Il 20 marzo la Russia ha ratificato il Trattato di Crimea di adesione alla Federazione Russa. Il 12 maggio Donetsk e Luhansk hanno votato per un altro referendum e il 90% della popolazione ha sostenuto l’indipendenza dei due stati. Entrambi gli stati si dichiararono immediatamente “stati sovrani indipendenti”.

[44] Mao Zedong: “Getta via le illusioni e preparati alla lotta” (14 agosto 1949), Opere selezionate di Mao Zedong, Vol. 4, People’s Publishing House, edizione 1991, p. 1478.

[45] «Se il pericolo ha raggiunto un grado tale che la dignità della legge diventi un ostacolo al mantenimento della legge, allora può essere nominato un capo supremo, che può mettere a tacere tutte le leggi, e sospendere temporaneamente l’autorità sovrana. In questo caso, la volontà generale è fuori dubbio; ed è chiaro che l’intenzione primaria del popolo è che il paese non muoia.” [Francese] Rousseau, tradotto da He Zhaowu: “Il contratto sociale”, Stampa commerciale, Edizione 2003, p.160.

[46] Lenin: “Report on the Question of Peace” (26 ottobre 1917), “Selected Works of Lenin”, Vol. 3, People’s Publishing House, edizione 1972, p. 354.

[47] Lenin: “La vittoria dei cadetti e i compiti del Partito dei lavoratori”, “Le opere complete di Lenin”, Vol. 12, People’s Publishing House, edizione 1987, p. 258.

[48] ​​​​Lenin: “Rivoluzione proletaria e traditore Kautsky”, “Opere selezionate di Lenin”, Vol. 3, People’s Publishing House, edizione 1972, p. 623.

[49] Il 21 dicembre 1939, Mao Zedong pronunciò un discorso alla celebrazione del 60° compleanno di Stalin tenuta congiuntamente dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, dal Comitato del Partito della regione di confine Shaanxi-Gansu-Ningxia e dal governo della regione di confine Shaanxi-Gansu-Ningxia. In ultima analisi, è solo una frase: “la ribellione è giustificata”. Per migliaia di anni si è sempre detto che l’oppressione è giustificata, lo sfruttamento è giustificato e la ribellione è giustificata . Dall’avvento del marxismo, questo vecchio caso è stato ribaltato. Questo è un grande merito.” A cura del Central Literature Research Office: The Chronicle of Mao Zedong (1983-1949), Volume 2, Central Literature Publishing House, 2013 edizione, pagina 152.

[50] Deng Xiaoping: “Punti di discussione a Wuchang, Shenzhen, Zhuhai, Shanghai e altri luoghi”, Opere selezionate di Deng Xiaoping, Vol. 3, People’s Publishing House, 1993, p. 378.

[51] Marx disse: “Naturalmente, l’arma della critica non può sostituire la critica delle armi, e la forza materiale può essere distrutta solo dalla forza materiale; ma una volta che la teoria avrà afferrato le masse, diventerà anche forza materiale.” Marx: “La filosofia del diritto di Hegel” Critica> Introduzione”, Opere selezionate di Marx ed Engels, Vol. 1, People’s Publishing House, edizione 1972, p. 9.

[52] Questo è preso in prestito dalla “Guo Donglin Academy” di Deng Tuo e lo ha usato contrariamente al suo significato. Nel maggio 1960, quando Deng Tuo visitò l’Accademia Donglin, rimase impressionato: “Le lezioni di Donglin seguono Guishan, e si preoccupa di tutto nel mondo; non dire che gli studiosi parlano invano e ci sono macchie di sangue sulle loro teste. “Vedi il libro di Zhang Fan: “The Talented Deng” Extension”, Casa editrice haitiana, edizione 1999, p. 325.

[53] Sai Jinhua (1870 o 1864-1936), il cui nome originale era Zhao Caiyun, noto anche come Fu Caiyun, proveniva dalla contea di Yixian, provincia di Anhui. Da bambina, è stata venduta come prostituta alla cosiddetta “barca dei fiori” di Suzhou. Durante gli anni di Gengzi, Tianjin ebbe problemi con il reggimento dei pugili e Sai Jinhua fuggì a Tongzhou, Pechino. Sai Jinhua ha avuto contatti con Wadsi, comandante delle Forze Alleate delle Otto Potenze, a causa della sua esperienza in Germania e della sua capacità di parlare tedesco. Da un lato, Sai Jinhua ha aumentato le razioni per le forze della coalizione e, dall’altro, ha scoraggiato Wadsi dall’uccidere indiscriminatamente persone innocenti e ha protetto alcuni cittadini di Pechino.

[54] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 4, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 247.

[55] [America] Henry Kissinger, tradotto da Gu Shuxin e Lin Tiangui: “Great Diplomacy”, Hainan Publishing House, edizione 1998, p. 471.

[56] Citato da Li Shenming, redattore capo: “World Socialist Tracking Research Report (2010-2011)”, Social Science Press, edizione 2011, p. 424.

[57] Selezionato e curato da Liang Zhiyan e Zeng Jingzhong: “Jiang Ching-kuo’s Self-reported”, Unity Press, edizione 2005, p. 112.

[58] Marx: “Das Kapital” Volume I, People’s Publishing House, edizione 1975, p. 819.

[59] “Gli Stati Uniti sono stati l’economia numero uno al mondo dall’inizio degli anni ’70 dell’Ottocento, mentre la Cina, il “leone dormiente”, è stata lasciata sola per molto tempo. È inferiore ai principali paesi commerciali come gli Stati Uniti , Germania e Giappone. Entro il 2013, il valore totale delle importazioni e delle esportazioni della Cina è salito a 4,16 trilioni di dollari USA e anche la sua percentuale sul commercio totale mondiale è balzata dallo 0,76% nel 1948 all’11,05%. . Nel 1948, il commercio totale di importazione ed esportazione degli Stati Uniti rappresentava il 17,28% del mondo; “, http://www.guancha.cn/guan-zhe/2014_05_06_226917_s.shtml. Tempo di atterraggio: 8 maggio 2014.

[60] Mao Zedong: “Nian Nujiao • Kunlun” (ottobre 1935), di Lv Zuyin: “Interpretation of Mao Zedong’s Poems”, Tongxin Publishing House, edizione 1999, p. 79.

[61] La sicurezza di un Paese che entra nel processo di globalizzazione è l’unità di “sicurezza di frontiera” e “sicurezza di frontiera”: la prima è sicurezza della sovranità o sicurezza territoriale, la seconda è sicurezza degli interessi; la prima è limitata, la seconda è infinito, vale a dire, quanto più ampio è il confine di sicurezza, tanto più sicuro è il confine di sicurezza. Zhang Wenmu: “On China’s Sea Power”, Ocean Press, terza edizione 2014, pp. 68-69.

[62] Il Mar Giallo copre un’area di circa 400.000 chilometri quadrati e ha una profondità media dell’acqua di metri 44. La profondità massima dell’acqua è di circa 140 metri sul lato nord dell’isola di Jeju. Il Mar Cinese Orientale copre un’area di circa 770.000 chilometri quadrati e ha una profondità media dell’acqua di metri 370. La profondità massima dell’acqua è di 2.719 metri a nord dell’isola di Miyako, le isole Ryukyu. Il Mar Cinese Meridionale copre un’area di circa 3,5 milioni di chilometri quadrati, con una profondità media dell’acqua di 1.212 metri, e la più profonda tra le Paracels e le Isole Nansha è di 5.559 metri. Il caporedattore Zhang Xusan: “Dizionario navale”, Shanghai Dictionary Publishing House, edizione 1993, pp. 1256-1257.

[63] Il 22 dicembre 1962 e il 29 dicembre 1964, Mao Zedong registrò due volte la poesia “Three Thuigang” di Yan Chengsui della dinastia Qing. A partire da Shatuo, Zhu Liang è così prepotente. È difficile sostenere Tang Sheji con una mano, ma anche la città abbraccia ancora le montagne e i fiumi di Jin. C’è uno strano bambino sotto il vento e la tenda delle nuvole, e ci sono molte lacrime davanti ai corni dei tamburi. Il desolato Sanchuigang scende lungo la strada e la gente canta canzoni per cento anni. .” Fare riferimento al Central Literature Research Office del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Volume 5, Central Literature Publishing House, 2013 Edition, pp. 177, 458.

[64] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Volume 3, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 621.

[65] “Mao Zedong Military Works” Vol. 6, Military Science Press, Central Literature Publishing House, edizione 1993, p. 408.

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Ucraina, il conflitto 8a puntata con Max Bonelli

Siamo alla ottava puntata. La dinamica sul fronte orientale ucraino sta subendo una accelerazione. Ad un parziale ripiegamento in alcuni settori corrisponde la chiusura in sacche di importanti settori dell’esercito ucraino. Il prezzo pagato è comunque pesante, non solo per il numero di vittime e le perdite di materiale, quanto per le perdite tra le truppe meglio addestrate e motivate. Nel frattempo cade un altro punto fondamentale della narrazione occidentale. A giudicare dai comportamenti ormai documentati, le vere truppe di occupazione in quell’area sono quelle dell’esercito ucraino. La sorprendente selettività degli attacchi russi è in gran parte dovuta alle informazioni fornite dalla stessa popolazione. Nel frattempo emergono altre inquietanti verità dai sotterranei dell’acciaieria Azovstal di Mariupol; l’esistenza di forni crematori e la testimonianza della presenza di militari scelti americani, probabilmente cecchini, tra i corpi carbonizzati. Al momento non si può aggiungere altro. Ecco il video: https://vk.com/video-177555762_456256395 

Buon ascolto, Giuseppe Germinario

https://rumble.com/v1a26rq-ucraina-il-conflitto-8a-puntata-con-max-bonelli.html

 

 

Stati Uniti, diritti umani, assetti istituzionali e miserie personali_con Gianfranco Campa

La notizia del giorno proveniente dagli Stati Uniti in grado di scaldare gli animi e scatenare la tifoseria è la decisione della Corte Suprema in materia di interruzione di gravidanza. Problema mal posto. I giudici hanno in realtà sentenziato sulla istituzione di competenza a trattare dell’argomento, così come hanno deciso in analogia sul problema della detenzione personale delle armi. Una questione politica dirimente, molto più divisiva e sostanziale che investe la natura federale degli Stati Uniti. Si tratta quindi di un tema continuamente presente sin dalle origini nel confronto politico di quel paese e che nelle fasi di transizione assume toni conflittuali estremi. E’ uno dei temi che dividono gli Stati Uniti in maniera violenta anche in questi ultimi anni e che è alla base del sorgere e della affermazione del movimento di Trump. La commissione di inchiesta sui fatti del 6 gennaio al Campidoglio ne diventa il corollario quasi obbligato. I dilemmi sulle strategie in politica estera e sulle politiche economiche-sociali in una formazione sociale così polarizzata e squilibrata sono l’humus che alimenta e accende questa diatriba endemica nel corso di questi tre secoli. Chiavi interpretative che consentono di superare il gossip al quale ci sta abituando da anni una stampa istituzionale mai così faziosa e superficiale. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

https://rumble.com/v19wtcr-stati-uniti-diritti-assetti-e-miserie-personali-con-gianfranco-campa.html

 

ESERCIZIO DI STORIA CONTROFATTUALE, di Pierluigi Fagan

La c.d. “storia controfattuale” è un esercizio del pensiero basato sulla domanda: “che cosa sarebbe successo se…”. Può avere diversi usi e fini, può servire ad esplorare in ipotesi percorsi alternativi, bivi in cui invece che A se B, anche per capire meglio cosa si è rischiato o cosa si è perduto seguendo un diverso percorso che è stato poi quello della storia fattuale.
Faremo l’esercizio domandandoci “che cosa sarebbe successo se… l’Europa avesse proposto all’Ucraina di rinunciare alla propria volontà di candidarsi per l’entrata nella NATO in cambio del riconoscimento dello status di candidato ad entrare nell’UE prima del 24 febbraio scorso?”. Aggiungendovi una subordinata ovvero l’imposizione come inizio del percorso auspicato, di un ritorno ad un tavolo di trattativa intitolato Minsk3, ovviamente previa verifica di pari volontà da parte della Russia.
Molti commentatori della guerra in Ucraina sembrano essersi svegliati ovvero aver preso in oggetto l’argomento, il 25 febbraio. È quello che intenzionalmente la centrale psico-cognitiva che indirizza il campo del discorso pubblico ha stressato in tutti i modi imponendo il frame “aggressore-aggredito”. Non doveva esserci storia pregressa a confondere giudizi ed opinioni, sebbene mai s’è visto alcun fenomeno del mondo, naturale o storico, privo di catene causative precedenti.
È così sfuggito a questi commentatori del giorno dopo che, a suo tempo, Germania e Francia, avevano sovrainteso a processi diplomatici di mediazione sulla difficile convivenza tra i due stati confinanti. Si era anche giunti ad accordi che poi non sono stati implementati, si dice “dall’una e dell’altra parte”. Sospendiamo analisi e giudizio su questo fatto che gli accordi vennero traditi “dall’una e dall’altra parte” e concentriamoci sulla domanda “cosa hanno fatto Francia e Germania che si erano posti a mediatori e garanti degli accordi?”. Niente.
Ma come? Se ti poni a ruolo e garanzia di un accordo di mediazione, ne sei tutore ed arbitro. Se l’accordo è infranto, l’arbitro dovrebbe comminare una punizione, altrimenti che arbitro è? Abbiamo poi scoperto che esiste uno strumento di pressione nelle relazioni internazionali, le sanzioni. Perché non si applicarono sanzioni a coloro che secondo gli arbitri avevano disatteso gli accordi? La guerra in corso ha radici nel fallimento del Protocollo Minsk 2, quindi un Minsk 3 avrebbe dovuto sostituirlo, ma pare che ad un certo punto, a Germania e Francia, il ruolo di mediatori garanti è cominciato a pesare e si sono defilate. Molte forze, dall’anglosfera ai paranoici-bellicosi paesi euro-baltici, dall’estremismo fascio-nazionalista ucraino a settori russi e financo delle due future auto-proclamate repubbliche secessioniste, hanno lavorato contro. Ma ogni accordo che tenta di trovare una soluzione mediana al sottostante conflitto implicito ha forze contrarie ovvero più favorevoli al conflitto che agli accordi.
Un ipotetico Minsk 3 avrebbe dovuto e potuto mettere sul piatto degli incentivi non solo la buona volontà e la semplice razionalità che le guerre è meglio evitarle, logica che ai tempi sembrava ben condivisa da ucraini e russi, ma proprio il riconoscimento dello status di candidato all’UE, sogno unificante gli ucraini e già motivo apparente del pasticcio Maidan che cambiò radicalmente il corso politico ucraino. Le sanzioni potevano, al tempo, esser lo strumento punitivo e correttivo per legare i contendenti all’accordo. Sappiamo tutti bene che il “riconoscimento” ha valore più simbolico che altro, dà forma alla scarsa sostanza delle aspettative, ma politicamente ha un suo peso in tutta evidenza.
Evidenza che però ci è chiara solo oggi dopo migliaia di morti, distruzione materiale, avvelenamento diplomatico, svolte insensate verso economia di guerra e ripresa di spesa militare in tempi in cui l’economia va male di suo e l’inflazione, la climatologia, la complessità geopolitica crescente per sue dinamiche endogene, promettono tempi ancor più complicati.
Il fatto assai semplice è che così come con la finta logica dell’aggredito-aggressore, oggi si dice che non potrà esserci alcuna pace tra i due contendenti visto che i russi vogliono la Novorossiya e gli ucraini cacciarli dal territorio fino anche alla ripresa della Crimea. Eppure, appena due anni fa, un presidente ucraino anche più nazionalista di Zelensky e lo stesso Putin per parte russa, quegli accordi li avevano firmati. Putin non vagheggiava di diventare il nuovo zar di tutte le Russia e gli ucraini avevano ingoiato il rospo della Crimea senza neanche un ruttino, ai tempi?
La verità è che tali questioni “prima” hanno margini di manovra diplomatica stante che secondo logica reale e non fittizia, ucraini e russi sapevano che trovare una quadra era ben meglio che ficcarsi nel pasticcio che oggi vediamo compiersi, “dopo” no.
La conclusione dell’esercizio allora ci sembra esser che Francia e Germania, ai tempi pure convinte che loro erano l’Europa e gli altri erano comparse di secondo piano, hanno fallito tragicamente. L’Europa ha fallito tragicamente, le sue élite, le sue opinioni pubbliche, i suoi intellettuali privi di intelletto e soprattutto onestà intellettuale nel riconoscere le ampie voragini di conoscenza che fanno di questo intelletto contemporaneo un emmenthal svizzero con più buchi che formaggio, più forma che sostanza.
Una meta-conclusione dell’esercizio ci dice anche un’altra cosa utile: noi siamo irriflessivi. Noi esuberiamo nell’esercizio critico, ma se l’esercizio critico non lo applichiamo mai a sé stesso, se cioè non critichiamo la facoltà critica per vedere dove ha sbagliato, cosa non ha considerato, cosa ci siamo dimenticati di considerare, noi ci perdiamo il contenuto del nostro pensare e del nostro dire. Non apprendiamo dagli errori e così, come diceva Santayana: “Chi non conosce la storia è destinato a ripeterla”.
Un bel modo per affrontare l’era complessa, una vera e propria garanzia di catastrofe annunciata. Ah, dimenticavo, gli Accordi di Minsk scadevano il 22 febbraio 2022.

 

Kaliningrad e Ucraina! Ovvero, la mancanza di senso della tragedia_con Augusto Sinagra

Questa settimana ha conosciuto un fatto di inaudita e provocatoria evidenza: il blocco del transito di merci dirette a Kaliningrad e soggette a sanzioni. Un atto provocatorio, di fatto una dichiarazione di guerra alla Russia, senza alcun fondamento giuridico pur nella logica, essa stessa discutibile, delle sanzioni alla Russia. Una aperta violazione degli accordi di transito che garantiscono l’accesso all’enclave dal territorio russo, sottoscritti negli anni ’90. Il livello delle provocazioni si è ulteriormente alzato; gli agenti sempre più esposti sono gli staterelli baltici e la Polonia, interlocutori privilegiati e maggiormente beneficiati dal sostegno statunitense, in grado di trascinare il resto della NATO e della UE in questa politica avventurista. L’ennesima riprova dell’effettiva ragione di esistere di organizzazioni come la NATO e la UE. Colpisce l’assoluta mancanza di senso della tragedia che dovrebbe guidare scelte così gravi. Per alcuni è vera e propria inconsapevolezza delle implicazioni; per altri puro e semplice cinismo volto ad alimentare un conflitto nel quale sacrificare i propri “amici” europei. In quale categoria dovremo inserire i vari decisori, responsabili di tali condotte? Un utile esercizio necessario a contrastare l’eventuale successo di future probabili operazioni trasformistiche a disastro compiuto. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

https://rumble.com/v19tipd-kaliningrad-ovvero-la-mancanza-di-senso-della-tragedia-con-augusto-sinagra.html

19 giugno 2022 Crisi di regime: 2022 come 1877, di André Larané

Gli Amici di Herodote.net hanno potuto intravedere nel nostro editoriale del 19 gennaio 2022 il terremoto politico che sta scuotendo la Francia. Herodote.net aveva quindi anticipato l’elezione di un’Assemblea senza maggioranza. Cinque mesi dopo, questa Assemblea è in vigore. Segue de facto la fine del regime presidenziale stabilito dal generale de Gaulle. Questa situazione è paragonabile a quella della Terza Repubblica dopo la crisi del 16 maggio 1877, che vide il presidente Mac-Mahon rinunciare alle sue prerogative a favore della Camera dei Deputati…

La presidenza Macron come la presidenza Mac-Mahon?Il 19 gennaio scrivevo: «Non è affatto certo che il presidente riacquisti la maggioranza parlamentare perché non beneficerà più di alcuno stato di grazia e i candidati del suo partito saranno giudicati sul loro curriculum e su quello del precedente durata quinquennale. »

Concludo l’analisi con queste parole: “Dopo le elezioni presidenziali che si preannunciano molto noiose, non si può escludere a giugno un risveglio della democrazia con accesi dibattiti in ciascuna delle 577 circoscrizioni. Il confronto tra Emmanuel Macron e il suo lontano predecessore Patrice de Mac-Mahon assumerebbe poi il suo pieno significato se, per caso, il presidente dovesse confrontarsi con un’Assemblea meno conciliante di quella attuale. »

La situazione incombente, infatti, non ha nulla a che vedere con le precedenti convivenze della Quinta Repubblica. Ciò ha portato a un’opposizione tra due blocchi ben strutturati: sinistra e destra, con leader assertivi alla testa: Mitterrand e Chirac, Chirac e Jospin.

Niente del genere oggi. Non sta emergendo alcuna coalizione di governo in stile tedesco o italiano. A sinistra, il Nupes (142 seggi) agglomera partiti che non smettono mai di disgregarsi (socialisti, comunisti, ecologisti, nuova sinistra razzista); a destra, i repubblicani (64 seggi), troppo pochi per governare, sono divisi sull’atteggiamento da assumere nei confronti del presidente. All’estrema destra, il  Raduno Nazionale , con i suoi 89 posti, sarà in posizione di arbitro sulle fatture delicate.

L’alleanza centrista Insieme! (246 seggi) rimane lontana dalla maggioranza assoluta (289 seggi). Al suo interno, il partito presidenziale LREM (170 seggi) dovrà fare i conti con i suoi alleati, il Modem di François Bayrou e gli Orizzonti di Édouard Philippe. A peggiorare le cose, questo partito è destinato a scomparire al termine del mandato di cinque anni, quando il suo leader Emmanuel Macron si ritirerà dalla competizione come previsto dalla Costituzione. Questa prospettiva non può motivare i suoi vice…

Nessun leader di partito è un leader. Jean-Luc Mélenchon , abile stratega, disdegnava di essere eletto all’Assemblea e rischia di essere superato dall’età (70). Quanto a Marine Le Pen, leader del Rassemblement National , il suo tratto più sorprendente non è la rabbia per vincere nonostante l’indefettibile sostegno delle classi lavoratrici, disorientate dall’accelerato degrado del Paese. Emmanuel Macron , infine, non avrà altra scelta che “sottomettersi” come il maresciallo Patrice de Mac-Mahon e tutti i suoi successori della Terza Repubblica prima di lui.

Siamo entrati in un sistema parlamentare senza maggioranza. La Francia dovrà essere gestita a pezzi, senza visione né prospettiva (non osiamo immaginare cosa sarebbe successo con un voto proporzionale ). Questa è la configurazione peggiore nella multiforme crisi che la Francia e l’Europa stanno vivendo.

Il 22 gennaio 2015, Herodote.net si chiedeva se il 2015 avrebbe segnato una nuova rottura storica come l’Europa sperimenta ogni secolo (1914, 1815, 1713, 1618, 1519…). In effetti, eccoci qui. Testata dalle  ondate migratorie  (agosto 2015), l’Unione Europea da allora è entrata in un susseguirsi di shock: crisi greca, Brexit, Covid-19, ecc. La guerra in Ucraina ha oscurato ancora un po’ il quadro: la Russia, saldamente radicata nelle sue posizioni, ha trascinato l’Europa in una lunga guerra con conseguenze che minacciano di essere disastrose per le classi lavoratrici: penuria, inflazione, ecc.

Di fronte a tutte queste sfide, la Francia, per mancanza di un governo stabile, sarà impotente come lo è stata la Quarta Repubblica di fronte alla guerra in Algeria. Dovrà anche fare i conti con i suoi fallimenti interni: il collasso dei sistemi sanitari e educativi, il comunitarismo, la violenza. Da diversi anni, la mortalità infantilecomincia a crescere e anche indicatori sanitari come l’aspettativa di vita potrebbero deteriorarsi nei prossimi mesi (questo sarebbe senza precedenti per due secoli in tempo di pace). La violenza del 28 maggio 2022, allo Stade de France, fa temere il peggio per i Giochi Olimpici del 2024, che si svolgeranno nello stesso luogo, alle porte di Parigi. Olimpiadi sotto assedio? Sarebbe il colpo di grazia per un regime e un Paese senza fiato… Speriamo che la percezione di queste difficoltà ci porti a reagire e faccia sì che le minacce non si concretizzino.

18 ottobre 2018

Francia: dalla sovranità alla servitù volontaria?

Diciassette mesi dopo la sua elezione, il presidente Macron, come i suoi predecessori, sta cadendo nell’impopolarità. I suoi tratti caratteriali e il suo metodo di governo hanno una parte di responsabilità. Ma il malessere deriva soprattutto dall’incompatibilità tra una funzione presidenziale quasi monarchica e una libertà d’azione fortemente limitata dalle autorità europee e, in misura minore, dalla NATO e dagli Stati Uniti. In questo modo il Paese può accontentarsi di un buon manager. Non c’è bisogno che il presidente possieda, come il fondatore della Quinta Repubblica (de Gaulle), un carisma eccezionale o una visione politica a lungo termine…

Dall’affare Benalla e dalla rivelazione dell’impunità di cui gode la guardia del corpo dell’Eliseo, Emmanuel Macron sembra essere sfortunato. Dimenticato la sua intronizzazione reale nel cortile del Louvre, il ricevimento di Putin a Versailles e la stretta di mano virile a Trump. Il presidente passa di errore in errore, dal rimprovero esagerato a uno scolaro che lo aveva salutato con un familiare “Manu” al selfie tra due giovani indiani occidentali, per una volta francamente irrispettosi e volgari.

Il presidente Macron in televisione il 16 ottobre 2018Colto alla sprovvista dalle brutali dimissioni di due ministri di Stato, Nicolas Hulot (Ambiente) e Gérard Collomb (Interni), ha impiegato due settimane per ricomporre la squadra ministeriale con i “secondi coltelli” .

Queste difficoltà ricordano quelle di Nicolas Sarkozy e François Hollande. Questi presidenti hanno, per sfiga, debolezze che li rendono inadatti ad assumere la loro funzione? Anche i primi presidenti della V Repubblica avevano le loro debolezze, ma non impedivano loro di condurre fino in fondo il carro di Stato con più o meno fermezza. Solo gli ultimi due anni del secondo mandato di François Mitterrand e Jacques Chirac sono stati segnati da una grave crisi di autorità.

Ego o arbitro? Paradosso del “noi di maestà”

Abusando del  “me, io” dell’autorità ( “io voglio” , “ho deciso” ), Emmanuel Macron si pone al centro della scena con il rischio di essere accusato di tutti i fallimenti del governo. Ricordiamoci che l’unico monarca che ha così usato il “me, io” è Luigi XVI, di fronte ai deputati degli Stati Generali. Prima di lui, Luigi XIV era attento a usare sempre il “noi di maestà” , che designava non la sua persona fisica ma la sua persona morale, cioè il Trono e l’intera Nazione. Quando il re proclamò: “Abbiamo deciso…”, i suoi ascoltatori compresero che egli parlava come portavoce e arbitro di tutte le istituzioni rappresentative del regno, anche se ciò significava contraddirle in tutto o in parte. Nessuno si sognava allora di fissare la persona regale, le sue debolezze e i suoi tic, il suo umile involucro carnale. Ci siamo inchinati davanti alla figura della Nazione.
Ci rammarichiamo quindi che il Presidente della Repubblica non utilizzi più spesso il “noi” falsamente qualificato come “maestà” . Apparirebbe quindi come un arbitro che esprime un’opinione consensuale e non personale. Le sue decisioni sarebbero state accettate più facilmente ei suoi errori e passi falsi sarebbero più facilmente perdonati.

Un potere privo di contenuti

In questo 21° secolo, i presidenti possono ostentare la loro autorità a colpi di mento ai loro ministri e ai loro concittadini, ma la loro impotenza non è meno flagrante sulla scena internazionale e in materia di politica economica. Più decisivo dei tratti caratteriali l’uno dell’altro, c’è stato uno sconvolgimento a partire dagli anni ’90 che ha trasformato la presidenza della Repubblica in “missione impossibile” .

La Francia, come le altre democrazie dell’Unione Europea, ha sacrificato la propria sovranità, svuotando di sostanza i mandati elettivi e in primo luogo quello del Presidente della Repubblica. A che serve in queste condizioni un presidente che ha più potere di Luigi XIV (almeno per cinque anni) ma non può farci nulla?

In termini di valuta, politica industriale e commerciale, diritto civile, protezione delle frontiere e cittadinanza, il presidente e il suo governo non hanno praticamente alcun margine di manovra. Lo stesso in materia diplomatica, militare e strategica.

– politica non monetaria:

La moneta unica ha diviso più che mai gli Stati della zona euro. Questa moneta unica era stata voluta da François Mitterrand. Nel 1989, legato a una visione superata dell’Europa (è nato nel 1916), il presidente temeva che la Germania federale si stesse allontanando dalla Francia e dall’Europa occidentale per fondare una nuova Mitteleuropa . Ha ritenuto intelligente trattenerlo dissolvendo il marco nell’euro, come ci ricorda il filosofo Marcel Gauchet ( Capire la disgrazia francese ).

Questa moneta unica, infatti, ha avuto effetti disastrosi sulle economie europee ( Come la moneta unica sta uccidendo l’Europa ): sopravvalutata rispetto alla Francia e sottovalutata rispetto alla Germania, è responsabile di uno squilibrio commerciale tra i due paesi che continua a crescere .

Incapace di ristabilire l’equilibrio con un semplice adeguamento dei tassi di cambio, il governo francese si riduce da un lato a promettere aiuti ai contadini sovraindebitati per dissuaderli dal suicidio, dall’altro ad aiutare i lavoratori a negoziare al meglio il loro TFR!

Dovendo peraltro colmare il deficit monetario causato dall’eccesso di importazioni, dovette indebitarsi massicciamente dall’estero e si consolava dicendo che la buona immagine dei banchieri di Francoforte con fondi speculativi gli permetteva di ottenere tassi di interesse moderati. Ci confortiamo a vicenda come meglio possiamo.

Questo non basta per accrescere il prestigio della classe politica, tanto più che è stata largamente ingannata dalle promesse della moneta unica: convergenza delle economie europee e prosperità per tutti! È successo tutto il contrario e, per due decenni, la macchina europea ha avuto un solo obiettivo: garantire la sopravvivenza dell’euro contro ogni previsione. Ha rinunciato a lanciare nuovi progetti di mobilitazione come in passato Airbus, Ariane, Erasmus… L’Europa muore se l’euro sopravvive. Anche il giornalista Jean Quatremer, fervente sostenitore dell’Europa, ha perso le illusioni su questa Europa e non si aspetta più nulla da essa ( nota ).

– politica non industriale e commerciale:

A metà degli anni Ottanta, i leader europei, in primis i socialisti francesi, si convertirono all’ideologia neoliberista apparsa poco prima nel mondo anglosassone (ne abbiamo dettagliato origine e contenuto in Histoire of the European Crisis, l’esplosione di gli anni ’80 ).

Facendo l’apprendista stregone, hanno fatto dell’Europa un laboratorio del neoliberismo applicandone i principi senza alcuna restrizione: non si tratta di autorizzare politiche industriali che favoriscano un campione nazionale o addirittura europeo; non si tratta di bloccare l’ offensiva di Gafa mettendo i concorrenti locali contro questi colossi di Internet, come hanno già fatto con successo russi e cinesi (Bruxelles riesce a malapena a far pagare loro le tasse!)…

È così che i nostri leader hanno aperto l’Europa alle burrasche della globalizzazione e del libero scambio ( nota ) senza preoccuparsi che i loro principali concorrenti mantenessero solide protezioni.

• Gli Stati Uniti usano e abusano del loro potere militare e monetario. Lo hanno appena dimostrato ancora una volta rinunciando al trattato con l’Iran e costringendo le aziende europee a rinunciare a questo mercato promettente.

Stanno trasformando il trattato commerciale tra il Canada e l’Unione Europea ( CETA ) in un vaglio, costringendo il Canada a firmare con loro un trattato bilaterale di libero scambio più vantaggioso. Quali vantaggi possono aspettarsi gli imprenditori europei dal CETA quando i loro concorrenti statunitensi beneficiano di migliori condizioni doganali in Canada? Gli europei avranno tutti gli svantaggi del trattato e nessuno dei vantaggi previsti.

• Dovremmo insistere sulla Cina? Questa economia, che è diventata la prima al mondo, è anche la meno liberale che ci sia. Tutte le banche e le imprese strategiche sono controllate dal governo di Xi Jinping.

Grazie alle valute estere recuperate dal settore bancario statale e subito prestate al governo americano, il governo cinese è riuscito a mantenere artificialmente la sottovalutazione dello yuan. Questo dumping monetario le ha permesso di favorire le sue esportazioni e di devastare le industrie occidentali a basso valore aggiunto ( l’arma monetaria di Pechino ). Ora sta usando le sue eccedenze commerciali per acquistare società high-tech occidentali attraverso le proprie società, per quanto in bancarotta e in perdita.

– politica non estera e militare:

L’irruzione di Donald Trump sulla scena internazionale ha messo a nudo l’impotenza di Europa e Francia ( Il lato oscuro dell’impero americano ). Il presidente americano ha rinnegato il trattato COP21 firmato dal suo predecessore e ha voltato le spalle agli impegni ambientali presi da tutti gli altri governi del pianeta senza che nessuno potesse opporsi.

Anche lui, come abbiamo visto, ha rinnegato il trattato faticosamente concluso con l’Iran. Il presidente Macron, lucido, ha percepito il significato di questo gesto: «Se accettiamo che altre grandi potenze, alleati compresi, amici compresi nelle ore più dure della nostra storia, si mettano nelle condizioni di decidere per noi la nostra diplomazia, la nostra sicurezza, a volte facendoci correre i rischi peggiori, allora non siamo più sovrani» (Aix-la-Chapelle, 10 maggio 2018). Il presidente francese ei suoi colleghi europei hanno agito di conseguenza? Anzi. Sono andati a letto e anche noi. La conclusione è chiara e lo stesso Emmanuel Macron lo ha espresso pubblicamente: non siamo più sovrani!

Infatti, Parigi ha abbandonato ad altri (Bruxelles, Francoforte, Berlino, Washington, ecc.) le grandi politiche e il dominio sovrano: valuta, commercio, politica industriale, protezione delle frontiere, alleanze strategiche, ecc.

A poco a poco, la Francia e gli altri stati europei barattarono la loro sovranità con una “servitù volontaria” (l’espressione è tratta da La Boétie, 1576). Per questo i politici francesi e lo stesso presidente non possono più farsi sentire. L’ospite dell’Eliseo non ha più poteri di un sindaco di villaggio: distribuisce aiuti e permessi; aumenta le tasse qui, le diminuisce là; lui “fa social”  o “social” e mette i suoi uomini in posizioni chiave per rafforzare la sua autorità e assicurarne la rielezione… Non sorprende che Gérard Collomb abbia lasciato il ministero dell’Interno per il suo municipio a Lione, cosa che non sarebbe accaduta nel secolo precedente quando la Francia era ancora la Francia, uno stato sovrano e ovunque rispettato. Il ministero dell’Interno era allora molto più ricco di significato di un comune, anche quello di Lione.

Questa servitù è definitiva? Diciamo che la “Grande Nazione” ha ancora una grande risorsa: a differenza della Grecia (poveri) o del Regno Unito (marginale), occupa una posizione centrale nell’Unione Europea. Senza di essa, l’Unione scompare.

Se il presidente francese sollevasse la minaccia di un referendum sul Frexit (uscita dall’Unione Europea), gli altri leader europei sarebbero obbligati ad ascoltarlo con rispetto e a riflettere con lui, perché no? la fine della moneta unica e la sua sostituzione con monete nazionali facenti capo a una moneta comune ( vedi la nostra analisi ), la protezione delle attività e delle imprese europee contro il dumping cinese o nordamericano, il ritorno a grandi progetti di mobilitazione, la creazione di un’Europa di difesa indipendente dagli Stati Uniti…

https://www.herodote.net/Crise_de_regime_2022_comme_1877-article-2813.php

https://www.herodote.net/De_la_souverainete_a_la_servitude_volontaire-article-2716.php?ID_dossier=74

La finanziarizzazione e il problema della distruzione reciproca del capitale, di Marc Rohatyn

Il secondo di due saggi sul ruolo degli strumenti finanziari nel determinare le caratteristiche e le tendenze delle formazioni economiche cinese e statunitense. Strutture profondamente diverse e con tendenze e problemi di natura diversa, ma con un una questione di base comune: quello di stabilizzare e rendere autopropulsiva la propria base industriale diffusa. Se per i cinesi si tratta di consolidare definitivamente la propria condizione in una fase ascendente, per gli americani si pone il problema di una vera e propria ricostruzione industriale su basi più equilibrate. E’ uno dei termini fondamentali del feroce dibattito che ha interessato gli Stati Uniti dal 2016, con l’arrivo di Trump. Una discussione altrettanto seria presente in Cina, della quale conosciamo ancora poco i termini e le dinamiche di confronto politico e le implicazioni geopolitiche. Buona lettura, Giuseppe Germinario

La scienza, così come la tecnologia, nel prossimo e nel lontano futuro si trasformeranno sempre più da problemi di intensità, sostanza ed energia, a problemi di struttura, organizzazione, informazione e controllo.

—John von Neumann, 1949

Il matematico John von Neumann prevedeva come la modellizzazione economica sempre più sofisticata e l’intelligenza artificiale automatizzata avrebbero portato al primato dei giochi di informazioni. In effetti, von Neumann inventò uno dei primi computer elettronici, lavorò al Progetto Manhattan e sviluppò il campo della teoria economica dei giochi, che avrebbe utilizzato per sviluppare la teoria della “Mutually Assured Destruction” come consigliere degli Stati Uniti sulla sua strategia nucleare. In tal modo, ha visto in prima persona come la logica economica della teoria dei giochi fosse in grado di rendere conto del comportamento che coinvolge le armi più distruttive inventate dall’umanità.

Un problema meno apocalittico di “struttura, organizzazione, informazione e controllo” – eppure centrale nell’ordine sociopolitico del ventunesimo secolo – è affrontato dagli allocatori di capitale e dai manager d’impresa che mirano a massimizzare il valore per gli azionisti. La quota crescente di risorse e la gamma di strategie, in particolare quelle che cercano di aumentare i valori delle azioni facendo affidamento su nessuna o solo modifiche accidentali alla produttività sottostante delle operazioni delle aziende, impiegate nella gestione patrimoniale e nella governance esemplifica la tendenza secolare prevista da von Neumann.

Quali sono le conseguenze dell’ascesa di un settore che cerca di massimizzare il valore dei portafogli di attività in modo più efficiente? Al livello più superficiale, il settore finanziario ha catturato una quota crescente del PIL, dei profitti e del capitale umano. L’influenza di una base di investitori sofisticata sulla natura dell’allocazione del capitale aziendale, tuttavia, ha avuto conseguenze maggiori rispetto alle rendite che ricava. I critici della finanziarizzazione hanno illustrato in modo convincente come un paradigma di asset governance progettato per massimizzare il valore per gli azionisti abbia creato un cuneo tra crescita del valore degli asset e produttività, investimento netto e crescita salariale. I profitti aziendali si sono sempre più concentrati all’interno di aziende superstar a basso contenuto di risorse e ad alto margine, e gli eccessi di profitto che una volta erano investiti in capitale fisico e utilizzati per produrre una prosperità più ampia sono stati dirottati verso l’acquisto di attività esistenti nei mercati pubblici e privati.

Politici come Elizabeth Warren possono incolpare la semplice avidità per questo approccio estrattivo all’allocazione del capitale, ma senza un resoconto strutturale della relazione tra finanziarizzazione e concorrenza, argomenti che denigrano riacquisti, acquisizioni con leva finanziaria, asset stripping, concentrazione del settore e altre forme di ingegneria finanziaria possono essere respinto sulla base del fatto che non vi è motivo di ritenere che l’efficienza sociale dei mercati sia stata ridotta. La dislocazione tra i valori degli asset e la crescita della produttività potrebbe semplicemente essere il risultato di un’allocazione del capitale più dinamica che aumenterà la prosperità a lungo termine.

Un esame del modo in cui i mercati odierni e gli incentivi gestionali modellano l’allocazione del capitale, tuttavia, rivela che la più potente forza economica che la finanziarizzazione ha scatenato a vantaggio degli azionisti non è l’avidità, ma il consenso. Creando incentivi per massimizzare i profitti complessivi del settore e ridurre al minimo gli investimenti competitivi, un modello di asset governance incentrato sugli azionisti ha minato la competitività dei mercati e incoraggiato un coordinamento de facto tra le imprese a vantaggio dei proprietari di asset a scapito di una più ampia prosperità.

Spostare il focus della concorrenza

Negli ultimi quattro decenni, i mercati statunitensi sono passati da un modello di allocazione del capitale basato sui valori delle singole imprese a uno basato sui valori di portafoglio dei gestori patrimoniali. Nel primo modello, i manager aziendali guidano l’economia cercando di massimizzare la crescita dei valori delle rispettive aziende. Nella seconda, il ruolo di primo piano è assunto dagli asset manager che riequilibrano le asset allocation e influenzano i comportamenti delle singole imprese per massimizzare il valore aggregato del portafoglio. Questo cambiamento è stato reso possibile da due innovazioni fondamentali.

Il primo è la crescita di un complesso di asset management, composto da fondi comuni, gestori patrimoniali alternativi e fondi indicizzati passivi, che ha aumentato la trasparenza delle informazioni e l’efficienza con cui la ricchezza dei proprietari può essere ribilanciata attraverso un più ampio universo di asset per massimizzare il portafoglio valore. In quanto clienti, i proprietari di asset guidano la finanziarizzazione attraverso la loro richiesta di un’allocazione del portafoglio più ottimale tra gli asset. Dagli anni ’80, la quota di proprietà degli investitori istituzionali è cresciuta dal 20% all’80% poiché la quota di partecipazione diretta da parte degli individui è diminuita. L’aumento dei piani pensionistici a contribuzione definita ha originariamente alimentato la crescita dei fondi comuni di investimento a gestione attiva. Le dotazioni e gli stanziamenti dei fondi pensione si sono spostati sempre più verso classi di attività alternative, storicamente al centro di individui con un patrimonio netto elevato, alla ricerca di rendimenti più elevati, e questa domanda è stata soddisfatta da un’industria in crescita di hedge fund, società di private equity e venture capitalist. Insieme a un’industria di banchieri, avvocati e consulenti, questi gestori patrimoniali alternativi strutturano le risorse, ne determinano il valore e consentono scommesse concentrate sulle singole aziende nei mercati pubblici e privati. Più recentemente, la crescita della gestione istituzionale è stata trainata dall’aumento degli indici passivi e dei fondi negoziati in borsa, che dal 1990 hanno aumentato gli asset in gestione da quasi zero a oltre $ 10 trilioni. I principali gestori di indici passivi e di fondi comuni di investimento (BlackRock , Vanguard, State Street, Fidelity e Capital Group) ora gestiscono asset per oltre 34 trilioni di dollari. Parallelamente, la crescita e la digitalizzazione dei mercati dei capitali, insieme all’espansione dell’universo degli asset investibili, ha ridotto i costi e aumentato le opportunità di ribilanciamento dei portafogli di asset.

Un secondo, correlato e in gran parte simultaneo, strutturalel’innovazione è la proliferazione di meccanismi che consentono una maggiore influenza sulla governance dell’impresa da parte di sofisticati proprietari e allocatori di asset. O, in altre parole, meccanismi che assicurino un maggiore allineamento della governance e dei comportamenti delle singole imprese agli interessi degli azionisti, che in pratica spesso significano interessi degli asset manager. Sebbene l’influenza degli azionisti sulle operazioni delle imprese sia sempre stata un meccanismo fondamentale dei mercati capitalistici, la portata di tale controllo è cresciuta rapidamente ed è più ampia di quanto non sia mai stata a causa dell’ascesa della governance istituzionale degli asset. Ciò include l’influenza degli hedge fund attivisti nel dettare le priorità ai team di gestione delle società pubbliche in cui hanno accumulato partecipazioni concentrate, o l’influenza diretta dei partner di private equity sui consigli di amministrazione delle società in portafoglio che possiedono a titolo definitivo. O, in modo diverso, l’influenza di Vanguard, State Street e BlackRock sui loro componenti dell’indice; collettivamente i principali gestori di indici hanno una quota media di quasi il 20 percento nelle società S&P 500 ed esercitano un’influenza attraverso riunioni private con i team di gestione e voti per delega. Inoltre, la proliferazione di compensi basati su azioni e un consenso instillato dall’MBA per dare la priorità al valore per gli azionisti ha creato incentivi e culture all’interno delle aziende che sono allineate con l’influenza istituzionale dall’alto verso il basso.

La combinazione di queste innovazioni ha sostituito le forze competitive di un’economia incentrata sull’impresa, in cui le imprese competono tra loro per servire i clienti, con gli incentivi di un’economia incentrata sugli azionisti, in cui gli asset allocators competono tra loro per servire meglio gli asset proprietari. Mentre in passato le aziende possono aver investito in modo eccessivo in asset fisici e ricerca e sviluppo a scapito dell’efficienza del capitale e dei rendimenti finanziari, oggi è probabile che privilegino questi ultimi, sapendo che è improbabile che le imprese rivali, operando anche secondo le priorità stabilite dai gestori patrimoniali competere aumentando gli investimenti.

Quindi, nonostante la crescita record dei valori degli asset, il tasso al quale le aziende americane hanno accresciuto la base di capitale che crea ricchezza e valore sociale più ampio è stagnante. L’attenzione alla massimizzazione dei rendimenti per gli azionisti, anziché alla massimizzazione dei profitti operativi e della produttività delle imprese, porta i manager ad applicare soglie di ritorno per gli investimenti, o tassi limite, molto al di sopra del loro costo del capitale e restituire profitti in eccesso invece di investirli.

Tuttavia, l’esodo di capitali dalle industrie consolidate non è sufficiente per incriminare i mercati. Un paradigma di “massimizzazione del valore dell’impresa”, in cui le aziende investono solo nelle opportunità più attraenti a livello locale, porterebbe al sequestro arbitrario del capitale all’interno delle industrie. Ma servire gli interessi degli azionisti richiede di valutare le opportunità locali rispetto al rendimento marginale più elevato disponibile in un universo di investimento più ampio. Se le aziende hanno storicamente investito in modo eccessivo nei rispettivi settori in aggregato, non sorprende che il risultato dell’applicazione di un approccio più rigoroso all’allocazione del capitale aggiusterà gli hurdle rate al rialzo rispetto al costo del capitale per indirizzare le risorse verso usi più efficienti altrove. Ma va notato che la transizione da un approccio di allocazione del capitale orientato all’impresa verso un approccio di allocazione del capitale “efficiente” spingerà meccanicamente verso il basso i livelli di investimento competitivo nei settori “maturi” fino a quando i rendimenti degli investimenti competitivi in ​​questi settori non saranno uguali ai più alti rendimenti marginali disponibili altrove. Un passaggio dalla massimizzazione del valore dell’impresa alla massimizzazione del valore per gli azionisti è, quindi, un riequilibrio della concorrenza e dovrebbe riguardarci dove la concorrenza viene diminuita e dove sta aumentando.

L’evidenza suggerisce che il luogo della concorrenza nell’economia statunitense oggi è nel mercato dell’acquisto di attività con leva, che fornisce agli investitori i rendimenti marginali più elevati (corretti per il rischio) e continua ad attrarre capitali. Le attività di private equity in gestione hanno raggiunto i 9,8 trilioni di dollari a luglio 2021 e il capitale non ancora utilizzato (“polvere secca”) continua ad accumularsi. Gli ultimi quattro decenni hanno visto la crescita esplosiva di un’industria di acquisto di attività con leva, amplificata dal credito a basso costo, che fa salire i prezzi di attività con affitti elevati.

Una relativa mancanza di informazioni e liquidità tra le imprese private ha anche portato a opportunità di acquisto a sconto rispetto ai mercati pubblici. Nei mercati privati, l’esistenza di attività sottocomprate significa che i rendimenti marginali rimangono elevati e che i profitti in eccesso vengono reinvestiti in una maggiore attività di acquisto; questo passaggio dalla costruzione all’acquisto potrebbe persistere per qualche tempo. L’acquisto di asset non è una serie di trasferimenti di denaro istantanei che lasciano il capitale libero di essere immediatamente ridistribuito per investimenti produttivi; il repricing al rialzo degli asset è un processo che richiede tempo e risorse che sottrae capitale finanziario alla costruzione di asset produttivi, aumentando la domanda di beni fisici e manodopera, e lo dirige verso l’attività di creazione di informazioni.

Inoltre, le attività con potere di mercato che possono trarre profitto dagli affitti non sono solo sottocomprate; sono anche sotto-leva. Un resoconto popolare fornito dai critici dell’ingegneria finanziaria è che la leva applicata dagli investitori per aumentare i rendimenti azionari ha un impatto negativo sugli altri stakeholder aumentando le possibilità di insolvenza. Ma questo fenomeno non si limita alle decisioni di leva finanziaria; in nome della massimizzazione del valore per gli azionisti, le aziende effettuano compromessi analoghi tra investimenti di riduzione del rischio (ad es. sicurezza, cybersecurity, integrità del prodotto, eccesso di capacità della catena di approvvigionamento, resilienza delle infrastrutture) e restituzione di denaro agli azionisti. Su un lasso di tempo sufficientemente lungo, i fornitori di tecnologia critica che non investono nella sicurezza informatica verranno violati; le aziende che non investono in resilienza e sicurezza ingegneristiche subiranno malfunzionamenti (ad es. aerei che cadono dal cielo, linee elettriche guaste, dighe che crollano); e le imprese sovraindebitate falliranno nelle flessioni cicliche. Con il 100% di capitale a rischio, questi eventi possono manifestarsi come una distruzione catastrofica della ricchezza per i proprietari e compromettere i rendimenti futuri, ma non se un fallimento critico ha un impatto solo sul 5% del portafoglio di uno sponsor finanziario.

La capacità dei proprietari di asset di diversificare significa che i risparmi derivanti dalla riduzione degli investimenti di riduzione del rischio in un intero portafoglio possono compensare i fallimenti relativamente rari ma catastrofici subiti dalle singole società. Questo incentivo è ulteriormente esagerato se l’aumento del rischio non è immediatamente osservabile su un orizzonte di investimento di private equity da tre a cinque anni e ha un impatto limitato sul prezzo delle azioni. Questo è un fattore fondamentale per i rendimenti del private equity: gli investitori incentivano la gestione delle singole aziende ad assumere livelli di rischio che massimizzano i rendimenti aggregati del portafoglio, ma sarebbero subottimali o addirittura catastrofici per un proprietario-operatore completamente investito, o anche un manager aziendale legato a una società . Fondamentalmente, la capacità di diversificare è un vantaggio unico per i proprietari di asset.

Quando gli investitori o le imprese consolidate effettuano investimenti fisici, l’eccezione conferma la regola: gli investimenti devono avere un’elevata efficienza patrimoniale (ricavi per dollaro di attività fisiche) e potere di mercato (capacità di addebitare più dei costi marginali). Sebbene a un certo livello sembri naturale deridere le critiche ai sani principi di investimento, l’impatto di un ribilanciamento di massa delle attività verso modalità di produzione finanziariamente ottimali è un problema per le parti interessate che non sono proprietari di attività e per l’economia nel suo insieme. Ogni dollaro di capitale successivamente investito ricostruisce la base di capitale americana a un tasso ridotto e in una forma che avvantaggia un minor numero di persone (asset-light) ed estrae maggiori rendite (margini più elevati).

Il consenso anticoncorrenziale

Ma anche un passaggio aggregato dall’edilizia all’acquisto non è una prova che i mercati siano rotti; nonostante sia descritto come pura speculazione, l’acquisto di asset ha un valore economico. Man mano che il capitale finanziario scorre tra i proprietari di asset, lascia informazioni aggiornate sui prezzi invece di asset fisici. L’aumento dei prezzi delle attività in un determinato settore dovrebbe consentire una maggiore concorrenza segnalando l’esistenza di profitti in eccesso e diminuendo il costo del capitale per i partecipanti competitivi.

La mancanza di informazioni che provoca costi di capitale più elevati è la barriera all’ingresso nella maggior parte degli scenari di investimento, non il costo iniziale fisso in sé e per sé. Considera che i concorrenti di Tesla sono stati in grado di raccogliere enormi quantità di capitale sulla scia del successo di Tesla sui mercati dei capitali. In questo senso, gli investimenti competitivi nella costruzione della capacità produttiva sono a valle della trasparenza dei prezzi per gli incumbent. In teoria, il capitale alla fine ritornerà verso l’investimento fisico dopo che gli asset sono stati offerti nella misura in cui costruirne di nuovi diventi relativamente più attraente. In altre parole, il legame tra valore patrimoniale e sottostante crescita della produttività e prosperità del lavoro può essere stato allungato, ma non è necessariamente interrotto. I critici che sottolineano l’attuale stagnazione nella crescita della produttività in mezzo alla crescita incontrollata dei prezzi delle attività devono affrontare l’intrinseca non falsificabilità dell’efficienza del mercato a lungo termine. Chi può provare che la mancanza di investimenti che si traduce in una rinuncia all’innovazione e l’erosione della base industriale statunitense non sarà compensata dalla futura crescita della produttività sbloccata da un’allocazione di capitale più efficiente?

Tuttavia, il fatto che le valutazioni siano ai massimi ciclici e che i margini di profitto siano sani suggerirebbe che gli investimenti competitivi dovrebbero essere altamente attraenti. Eppure, le aziende con rendite elevate e asset light che hanno visto aumenti fulminei delle valutazioni, in generale, non stanno vedendo un afflusso di concorrenti e investimenti per competere con profitti elevati.

Nei mercati privati, le società di private equity raramente effettuano investimenti competitivi in ​​capacità e innovazione anche nei mercati in cui trovano asset con un potere di mercato interessante, nonostante livelli record di polvere secca. Allo stesso modo in cui l’aumento dei prezzi della carne bovina nonostante i prezzi più bassi del bestiame può segnalare una mancanza di concorrenza nella lavorazione della carne, un divario persistente tra il costo del capitale e le hurdle rate segnala un approccio anticoncorrenziale agli investimenti.

L’economia neoclassica sostiene che la collusione oligopolistica è instabile nonostante sia più vantaggiosa della concorrenza, ma non ha tenuto conto dell’ascesa di un sofisticato settore della gestione patrimoniale dedito alla massimizzazione dei valori degli asset. Qualsiasi critica sostanziale o difesa della finanziarizzazione deve quindi riguardare se abbia creato condizioni che incentivino una mancanza di concorrenza o consentano comportamenti anticoncorrenziali. E infatti, mercati più efficienti e trasparenti possono rendere la concorrenza meno attraente.

L’idea che mercati efficienti rendano la concorrenza meno attraente dal punto di vista finanziario non è un concetto esoterico. In effetti, è la tesi di testi divulgativi sulla gestione strategica. In “Che cos’è la strategia?” di Michael Porter e Zero to One di Peter Thiel, gli autori sostengono che i rendimenti fuori misura sono guidati dalla creazione di un vantaggio competitivo attraverso innovazioni rivoluzionarie invece che dalla concorrenza incrementale nei settori esistenti. Un regime competitivo in cui le imprese possono confrontarsi reciprocamente con le innovazioni rende gli investimenti equivalenti a una tassa. È quindi improbabile che le innovazioni o le strategie operative che possono essere facilmente copiate vengano finanziate perché non forniscono un vantaggio competitivo duraturo e mercati efficienti dal punto di vista informativo facilitano l’accertamento e la copia del comportamento competitivo. La diffusione delle informazioni riflesse nei prezzi delle attività rende più difficile trattenere i profitti derivanti dagli investimenti in efficienze produttive incrementali e innovazioni di prodotto.

La prospettiva più preoccupante è che ci siamo spostati verso una struttura di mercato in cui la concorrenza tra imprese di qualsiasi tipo non è solo meno vantaggiosa, ma addirittura dannosa per i proprietari di asset. Si consideri un mercato in cui i proprietari di asset hanno partecipazioni uniformi in tutti gli asset investibili e i gestori d’impresa sono perfettamente incentivati ​​ad operare nel migliore interesse degli azionisti. Cosa significa massimizzare il valore per gli azionisti in questo contesto? In quali casi un investimento competitivo sarebbe vantaggioso per i proprietari di asset?

In questo scenario, l’unico incentivo a competere verrebbe dalla minaccia dei nuovi entranti che cercano di catturare la propria quota del pool di profitti. Ma perché le aziende dovrebbero sprecare denaro nel tentativo di interrompere preventivamente se stesse se i loro azionisti possono semplicemente ottenere esposizione ai perturbatori attraverso allocazioni al capitale di rischio? In questa ipotesi, ci si aspetterebbe una cessazione dell’attività competitiva a favore dell’acquisto di attività e una sempre maggiore esternalizzazione dell’innovazione dalle imprese mature. Certo, nessun mercato è interamente definito da queste caratteristiche, ma questi effetti sono oggi sempre più presenti.

Le industrie con una maggiore concentrazione e una proprietà più comune investono meno, anche dopo aver controllato le attuali condizioni di mercato e gli intangibili. All’interno di ciascun settore, il divario di investimento è guidato da imprese di proprietà di quasi-indicizzatori e ubicate in settori con maggiore concentrazione e proprietà più comuni. Queste aziende restituiscono agli azionisti una quantità sproporzionata di flussi di cassa gratuiti.

Ma anche questa linea di argomentazione sminuisce la portata degli incentivi anticoncorrenziali trascurando il potere dei mercati di stabilire una conoscenza comune e coordinare i comportamenti senza l’influenza diretta dei grandi azionisti. Il mercato azionario non è solo un mezzo per trasmettere informazioni sui prezzi, ma anche per coordinare i comportamenti creando un circolo vizioso di feedback immediato tra proprietari e gestori di asset. Nello stesso articolo in cui prevedeva una svolta verso “problemi di struttura, organizzazione, informazione e controllo”, von Neumann fornisce una definizione per i meccanismi di feedback:

[Feedback] osserva la relazione di un meccanismo con l’ambiente circostante, percepisce continuamente la direzione in cui i controlli del meccanismo devono essere regolati per avvicinarlo a una certa relazione desiderata con quelli circostanti, effettua la regolazione di questi controlli in la direzione indicata, e quindi fa sì che il meccanismo trovi gradualmente la posizione desiderata mediante questa procedura automatica.

In questo senso, le forze economiche che hanno plasmato l’economia americana negli ultimi quattro decenni sono simili a quelle che hanno dettato la traiettoria della corsa agli armamenti nucleari del ventesimo secolo. Proprio come gli stati-nazione avvieranno un primo attacco solo se la ritorsione sarà inefficace, i proprietari di asset perseguiranno investimenti solo dove possono creare un vantaggio competitivo duraturo. Per gli stati-nazione, lo sviluppo di arsenali nucleari grandi e più sofisticati ha neutralizzato qualsiasi potenziale vantaggio di primo colpo e questa distruzione reciprocamente assicurata ha stabilito le condizioni per una sorta di equilibrio pacifico. Così anche mercati più efficienti hanno minato la capacità delle imprese di mantenere il vantaggio competitivo nei mercati maturi. Ma la risposta delle aziende non è massimizzare gli investimenti, come le scorte di armi, ma piuttosto, in base al feedback degli asset manager, minimizzare il più possibile gli investimenti competitivi.

Rispetto alla capacità dei proprietari di asset distribuiti di punire collettivamente il comportamento dell’impresa che diminuisce i profitti complessivi del settore, la preoccupazione di Adam Smith che gli incontri tra concorrenti si tradurrebbero in una “cospirazione contro il pubblico, o in qualche espediente per aumentare i prezzi” sembra bizzarra. Il consenso nei mercati moderni opera secondo i principi di John von Neumann, non di Adam Smith, ed è più minaccioso dell’avidità a breve termine per l’efficienza sociale del capitalismo. Le aziende sanno che loro e i loro concorrenti hanno ricevuto lo stesso mandato per raggiungere obiettivi di guadagno successivi e applicare tassi di ostacolo elevati nella valutazione degli investimenti. Il consenso comune per evitare comportamenti concorrenziali è stabilito dalla reciproca conoscenza dei gestori che loro e i loro colleghi sono compensati da azioni che diminuiranno di valore se il mercato percepisce un rischio di concorrenza che diminuirebbe i profitti complessivi del settore. In questo senso, i margini operativi S&P in costante aumento, piuttosto che derivati ​​sempre più complessi, sono il volto più sinistro di un’economia finanziarizzata.

La decisione se investire o restituire il capitale dovrebbe idealmente essere presa dai gestori caso per caso. Ma con un feedback immediato del mercato e una compensazione basata su azioni, i manager devono anche convincere il mercato che le decisioni di allocazione del capitale sono valide. Solo una minoranza di gestori ha il mandato del mercato di perseguire investimenti significativi, di solito CEO-fondatori (come Elon Musk e Jeff Bezos) che operano in mercati in rapida crescita in cui ampie fette di quote di mercato sono ancora in palio. Questo consenso anticoncorrenziale reso possibile dall’allineamento degli incentivi per gli azionisti e dall’immediato ciclo di feedback dei mercati dei capitali fornisce una spiegazione fondamentale di come le società S&P 500 possono evitare investimenti competitivi ed espandere meccanicamente i margini ogni anno. Ma questo problema strutturale è spesso erroneamente caratterizzato dai critici come “breve termine, quando sia le motivazioni che gli effetti sono più profondi e complessi.

Alcuni apologeti dello status quo hanno interpretato il fatto che le imprese pubbliche investono più delle imprese private come prova che la compensazione basata su azioni e i riacquisti non sono la causa alla base del sottoinvestimento perché il minor investimento delle imprese private non può essere spiegato dal “breve termine” indotto dal mercato .” Ma questo ragionamento confonde un consenso anticoncorrenziale indotto dal mercato con un “breve termine” comportamentale tra i singoli dirigenti. L’assenza di obblighi di informativa al pubblico non significa che le imprese private siano meno soggette alla pressione degli investitori per perseguire comportamenti anticoncorrenziali.

Si consideri l’approccio adottato dalle società di private equity nella valutazione dei potenziali investimenti In genere, i fondi di private equity intrattengono solo l’acquisto di società leader di mercato oppure perseguono “giochi di piattaforma”, utilizzando fusioni e acquisizioni aggressive per raggruppare società più piccole in settori non consolidati. Sebbene la logica delle sinergie di costo e di altre efficienze di scala rendano i roll-up sempre più attraenti, gli investitori sono principalmente interessati alla quota di mercato relativa, alle dimensioni del mercato e alla crescita del mercato dell’obiettivo e alla capacità di aumentare i prezzi in modo coerente anno dopo anno.

Inoltre, le grandi società private che competono tra loro sono spesso di proprietà di società di private equity rivali e un consenso anticoncorrenziale è molto più facile da stabilire nei settori dominati da società di investimento che competono per fornire una soglia minima di ritorno sull’investimento ai propri clienti. Quando tutti i partecipanti al gioco sanno che i loro obiettivi di rendimento comprendono aumenti annuali dei prezzi e spese in conto capitale ridotte, le guerre dei prezzi e l’innovazione competitiva vengono effettivamente escluse come strategie plausibili. Questo approccio è esemplificato dal fatto che le società di private equity, durante la diligenza, in genere si concentrano sulla determinazione della misura in cui gli attori del settore target sono “razionali”, ovvero se eviteranno collettivamente di impegnarsi in concorrenza sui prezzi. Aneddoticamente, gli MBA riferiscono che la conoscenza del loro programma educativo più rilevante per il loro ruolo di investitori è meglio riassunta come “investi in imprese con un alto grado di potere di mercato”.

Pertanto, l’espansione di un’influenza più diretta degli investitori sulle singole imprese attraverso la compensazione basata su azioni e il consolidamento della proprietà privata ha incentivato un cessate il fuoco degli investimenti che consente alle imprese di evitare la distruzione del capitale reciprocamente assicurata, assicurando una pace più redditizia per gli azionisti. La finanziarizzazione non solo ha reindirizzato il capitale verso l’acquisto di attività, ma ha spostato l’equilibrio aggregato dei mercati della teoria dei giochi dalla concorrenza al consenso, consentendo alle imprese di servire meglio gli interessi ristretti dei proprietari di attività.

Lo stimolo monetario in un mondo finanziarizzato

Un resoconto strutturale dei meccanismi che producono consenso tra le imprese fornisce anche informazioni su come politiche monetarie e fiscali più flessibili influiscano sul comportamento delle imprese e trasferiscano ricchezza ai proprietari di attività. Gli analisti che si fanno beffe dell’idea che l’avidità delle imprese stia alimentando l’inflazione dei prezzi al consumo trascurano che, sebbene l’inflazione monetaria non sia il prodotto di un comportamento anticoncorrenziale, quest’ultima contribuisce a un consenso che consente alle imprese di coordinare gli aumenti dei prezzi in modo più efficace. Naturalmente, le aziende non sono diventate unicamente avide; invece, un regime inflazionistico ha consolidato un equilibrio cooperativo di aumenti dei prezzi.

In un’economia finanziarizzata, una politica monetaria accomodante non solo rafforza ulteriormente un consenso anticoncorrenziale, ma costituisce anche un trasferimento di ricchezza diretto ai proprietari di attività. Tassi di interesse più bassi influenzano l’attività economica reale riducendo gli oneri finanziari sulla premessa che questo minor costo del capitale sarà trasmesso in tutta l’economia sotto forma di maggiori spese in conto capitale, e quindi avvierà un ciclo di feedback positivo di domanda e offerta. La politica monetaria accomodante, tuttavia, costituisce anche un trasferimento economico ai proprietari di attività oa chiunque cerchi di acquistare attività con leva finanziaria. Di conseguenza, la politica della Fed ha contribuito a un boom dell’attività di acquisto di attività e la valutazione delle società si è adeguata al rialzo per riflettere il sostegno della banca centrale. Criticamente, però, in un regime di inflazione monetaria, chiunque sia più vicino al rubinetto della creazione monetaria riceverà enormi benefici. Considera uno scenario in cui la Federal Reserve ti fornisce personalmente un trilione di dollari per stimolare l’economia generale. Man mano che spendi il tuo stimolo, i prezzi si adegueranno gradualmente al rialzo, ma alla fine della tua follia di acquisto tu e coloro a cui hai assegnato prima il capitale (attraverso il consumo o l’investimento) avrete ricevuto il massimo beneficio. Questa proprietà eterogenea della trasmissione monetaria è nota come effetto Cantillon, e Matt Stoller ha descritto come esso mina sia l’economia a cascata che la politica monetaria accomodante. i prezzi si adegueranno gradualmente al rialzo, ma alla fine della tua follia di acquisto tu e coloro a cui hai assegnato prima il capitale (attraverso il consumo o l’investimento) avrete ricevuto il massimo beneficio. Questa proprietà eterogenea della trasmissione monetaria è nota come effetto Cantillon, e Matt Stoller ha descritto come esso mina sia l’economia a cascata che la politica monetaria accomodante. i prezzi si adegueranno gradualmente al rialzo, ma alla fine della tua follia di acquisto tu e coloro a cui hai assegnato prima il capitale (attraverso il consumo o l’investimento) avrete ricevuto il massimo beneficio. Questa proprietà eterogenea della trasmissione monetaria è nota come effetto Cantillon, e Matt Stoller ha descritto come esso mina sia l’economia a cascata che la politica monetaria accomodante.

Inoltre, in un’economia finanziarizzata, l’effetto Cantillon è amplificato. hurdle rate elevati al di sopra del costo del capitale e margini di profitto più elevati consentono ai gestori patrimoniali di ottenere un rendimento maggiore per ogni dollaro investito. Un consenso a restituire il capitale invece di investirlo significa che la maggior parte dello stimolo monetario rimane sequestrato nell’acquisto di attività per un periodo di tempo più lungo e lontano dagli investimenti produttivi; il valore non scenderà fino a quando i prezzi delle attività non saranno stati offerti in modo omogeneo per riflettere l’inflazione monetaria. Al suo interno, un mondo finanziarizzato è un mondo di inflazione degli asset, in cui i profitti in eccesso derivanti dai margini estesi e gli investimenti ridotti consentiti dalla mancanza di concorrenza vengono continuamente ribilanciati tra gli asset esistenti e il trasferimento di ricchezza dello stimolo monetario è catturato in modo più efficiente da proprietari di beni.

Aggiornamento dei modelli di concorrenza d’impresa

Negli ultimi decenni, le innovazioni dei mercati finanziarizzati hanno incentivato un consenso anticoncorrenziale all’interno del settore aziendale. Una tendenza alla riduzione della concorrenza spiega la persistenza del divario tra il costo del capitale e gli ostacoli agli investimenti, che ha portato a una riduzione aggregata degli investimenti complessivi, insieme al consolidamento in molti settori e all’espansione dei margini. Le questioni relative alla concorrenza nei mercati e ai fattori che consentono un consenso tra le aziende e i proprietari di attività introducono una linea di critica più seria rispetto all’accusa di “avidità aziendale” o “breve termine” e forniscono un quadro per comprendere l’impatto del comportamento dell’impresa e politiche macroeconomiche.

Molti dibattiti economici contemporanei rimangono fondati su modelli più vecchi di concorrenza tra imprese. Ma l’economia odierna è in gran parte caratterizzata da un consenso tra le imprese indotto dal feedback del mercato che riflette le priorità dei gestori patrimoniali e gli interessi dei proprietari di patrimoni. Il riconoscimento di questo fatto è il primo passo verso una migliore comprensione del capitalismo odierno e verso politiche che affrontino le sue principali debolezze, in particolare incentivi contro gli investimenti competitivi in ​​molti settori.

Marc Rohatyn è lo pseudonimo di uno scrittore che lavora nel settore finanziario.

https://americanaffairsjournal.org/2022/05/financialization-and-the-problem-of-mutually-assured-capital-destruction/

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