L’€urorubichino, di WS
“Bruxelles attraversa il Rubicone! “ come ci scrive l’ ottimo Simplicius qui.
Beh , questo, almeno per noi utenti di questo blog , non è certo una sorpresa .
Anzi ho già spiegato che questo non è ancora davvero un “Rubicone” , ma è certamente la “palla di neve” che renderà non più arrestabile la valanga che ci trascinerà tutti oltre la guerra DIRETTA €uropa-Russia.
Quindi non commenterò di nuovo questa cosa entrando nel dettaglio , salvo precisare che io non ho l’ingenua convinzione di Simplicius che Trump farà davvero tutto quello che viene sapientemente fatto trapelare da “ chi comanda in “ ( C5 ? Maddechè! ).
Ho già infatti scritto altre volte come Trump sia , al pari di Roosevelt , genuinamente venuto a salvare “il capitalismo americano da se stesso” e che , come il “parafascista “ Roosevelt, alla fine non potrà che cercare di farlo con una guerra “mondiale” da accendere in Europa (*).
Daltronde questa è la natura , anzi la “ragione fondante” , del “calvinismo” americano : dare sempre una patina di eccezionalità e superiore moralità ai propri gretti interessi .
Qui invece divagherò nella “metastoria” ossia nell’ ambito dei fenomeni che permangono costanti nel continuo fluire degli eventi storici e quindi nelle ragioni ultime della ineliminabile presenza del “ conflitto” nella storia umana e delle “ strategie” necessarie non solo per “vincerlo” ma anche per renderlo “gestibile” , cioè non catastroficamente dannoso per la sopravvivenza della specie che è , non dimentichiamolo mai , lo scopo primario della nostra esistenza.
Questa problematica è alla base del punto di vista storico di A. Toynbee, ritengo il più grande storico del XX secolo, sebbene oggi sia completamente dimenticato per una ragione che forse riporterò un’ altra volta.
Alla base di questa visione che Toynbee dice di aver mutuato dalla filosofia di Bergson, c’ è il concetto di “ sfida”, una cosa che è intrinseca con la vita animale perché (soprav)vivere è una sfida continua.
Le sfide quindi non possono essere impunemente ignorate anche se si possono deviare , ritardare e ovviamente, anche vincere.
Ma appunto il “vincere” contiene in se stesso una sfida ulteriore e subdola; dal momento che i fatti determinano conseguenze, qualunque scelta si faccia essa comporta una ulteriore sfida e quindi le ( possibili) conseguenze andrebbero valutate PRIMA perché magari POI potrebbero comportare pericoli maggiori.
Ad esempio, vale anche per un buon pugile, prima di accettare la sfida di strada di un bullo bisogna valutare che cosa comporterebbe vincere una scazzottata con uno che potrebbe avere un coltello in tasca, e se non sia invece al momento “ strategicamente” meglio semplicemente il “perdere la faccia” in attesa di migliori opportunità per “riprendersela”.
E io non ho dubbio che la prudenza putiniana dipenda da questa preoccupazione . “Bisogna saper vincere” anche di più del “bisogna saper perdere” del noto proverbio.
Ma il “passare il Rubicone” è quel momento particolare in cui, fatte o meno queste valutazioni, si passa ad una azione dagli esiti incerti e fatidici cui poi noi non potremo più rimediare.
Cesare , ad esempio, passando il Rubicone dette il colpo fatidico alla repubblica romana su cui poggiavano le fondamenta della società e del potere romano.
Certo , questa non era una sua personale colpa; altri prima di lui l’ avevano già profondamente minata e lui addirittura ci portava soltanto un atto di chiarezza : la Repubblica era morta.
E questa morte atterriva anche chi la Repubblica la seppelliva. Augusto infatti , pur avendo in seguito realizzato i piani del suo prozio, fece comunque di tutto per “imbalsamarla” dichiarandosene addirittura il “restauratore”.
Ovviamente tutto inutile perché, quando l’ essenza di un popolo viene mutata, non è più possibile tornare indietro.
Anche le attuali elites €uropee oramai non possono non passare il loro “rubichino”, devono solo decidere come e quando.
E questo degli “ asset russi ” ufficilmente espropriati è un loro “ o la va o la spacca” ; una cosa che in geopolitica non è mai alla base di un vero successo e del cui portato probabilmente nemmeno se ne stanno accorgendo.
Di sicuro non se stanno preoccupando; avendo esse ristretto i loro piccoli orizzonti al proprio “particulare” non vedono ancora come la futura valanga possa interessare loro e i loro “famigli “ .
Lo vedranno “più avanti” , quando comunque penseranno ancora di poter “tornare indietro”.
Ed invece nessuno potrà tornare indietro perché , lo ripeto , quando l’ essenza dei popoli viene mutata questo è per sempre.
Ma la storia ha bisogno di “ date” per segnare l’ apparenza dei suoi “ punti di rottura”; e così magari qualche storico domani “ risalendo la valanga”, arriverà a questo “rubichino” e lo riporterà nella sua storia
Però anche la storia ripetuta si ripete in farsa. Cesare , al Rubicone, sapeva ciò che faceva e lo marcò con la sua famosa e sintetica frase; ma la combriccola di Bruxelles , al suo “€urorubichino”, non lo sa e lo marcherà quindi con i suoi soliti ridicoli sproloqui di sempre.
(*) per chi è interessato qui, https://www.unz.com/article/roosevelt-conspired-to-s.art-world-war-ii-in-europe/ un buon resumé dell’ ottimo libro corrispondente
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