In poche parole, l’Iran è arrivato inaspettatamente a svolgere un ruolo fondamentale nella transizione sistemica globale alla multipolarità attraverso i mezzi che sono stati spiegati in questa analisi, motivo per cui il recente incidente connesso alla sua politica dell’hijab obbligatorio viene sfruttato come evento scatenante per un altro round di guerra ibrida.
È quindi possibile per gli osservatori riconoscere simultaneamente legittime rimostranze dal punto di vista di alcuni dei partecipanti a questi ultimi disordini, concludendo anche che i mezzi che stanno impiegando per riformare l’atto legislativo mirato sono contrari agli interessi oggettivi del loro paese. Questo rende la stragrande maggioranza dei partecipanti “utili idioti” di potenze straniere mentre altri sono veri e propri “agenti di influenza”. Alcuni sono anche certamente sul libro paga di agenzie di intelligence ostili. In quanto tale, le dinamiche socio-politiche in atto sono sia organiche che artificiali.
L’ultima instabilità che ha scosso l’Iran arriva in un momento significativo nella transizione sistemica globale al multipolarismo dopo che la confluenza di questi complessi processi è accelerata a seguito dell’ultima fase del conflitto ucraino provocata dagli Stati Uniti, scoppiata a fine febbraio. Da allora la Repubblica islamica è diventata parte dell’insostituibile valvola dell’India dalla pressione occidentale sulla Russia – che è guidata dalla sua grande necessità strategica di scongiurare preventivamente la dipendenza potenzialmente sproporzionata del suo partner dalla Cina – attraverso il rilancio congiunto del corridoio di trasporto nord-sud (NSTC).
In effetti, quei tre stanno ora attivamente lavorando insieme per creare informalmente un terzo polo di influenza in quello che può essere descritto come l’ ordine mondiale bipolare . Questo paradigma si riferisce alle superpotenze americane e cinesi che esercitano la maggiore influenza sul sistema internazionale, seguite da grandi potenze come quelle tre, al di sotto delle quali ci sono stati relativamente di medie e piccole dimensioni con quasi nessuna influenza. Ci si aspetta che tutti e tre i livelli entrino in vari gradi di cooperazione con gli stati all’interno dei loro ranghi e oltre, il che alla fine porterà a una complessa multipolarità (“multiplessità”).
Prima di ciò, tuttavia, questa emergente Troika di Russia, India e Iran prevede di aprire la strada a una forma di tripolarità in Eurasia per facilitare la fase finale della transizione sistemica globale in corso. Russia e India non possono farlo da sole per ovvi motivi geografici che limitano notevolmente il loro reciproco potenziale economico, ergo la necessità che entrambe facciano affidamento sull’Iran a tal fine. Dal grande punto di vista strategico degli Stati Uniti, è quindi assolutamente imperativo rimuovere l’Iran da questo asse multipolare trilaterale per “isolare” la Russia, riportare l’India sotto il suo controllo e preservare così la sua egemonia in declino.
La Russia sarebbe costretta ad accettare accordi sbilanciati con la Cina per disperazione se non potesse fare affidamento sull’India per fungere da valvola di pressione alternativa attraverso l’NSTC se questo megaprogetto fosse reso impraticabile a causa di un ciclo autosufficiente in stile siriano di Hybrid Guerra in Iran. L’India, nel frattempo, non sarebbe in grado di fare affidamento sulla Russia per funzionare come uno dei nuclei del terzo polo di influenza che la sua leadership prevede di creare senza la connettività geoeconomica abilitata dall’Iran. La stabilità iraniana è quindi centrale per le loro grandi strategie complementari.
Di conseguenza, la Russia diventerebbe il “partner junior” della Cina in questo scenario peggiore, il che eserciterebbe enormi pressioni sull’India affinché diventi il ”partner junior” degli Stati Uniti al fine di proteggersi dalla minaccia percepita rappresentata dalla Repubblica popolare una superpotenza attraverso l’accesso illimitato alle risorse russe. Questo risultato perpetuerebbe indefinitamente l’attuale fase intermedia bipolare della transizione sistemica globale alla multiplexità, che opera contro i grandi interessi strategici di queste due grandi potenze così come i loro partner iraniani condivisi.
È con questo obiettivo in mente che il Golden Billion sta facendo del suo meglio per garantire che l’ultimo tentativo di Rivoluzione Colorata in Iran arrechi il massimo danno alla stabilità del suo obiettivo, il tutto nell’ottica di rendere impraticabile l’NSTC e quindi strangolare questa Troika multipolare emergente nella sua infanzia. In poche parole, l’Iran è arrivato inaspettatamente a svolgere un ruolo fondamentale nella transizione sistemica globale alla multipolarità attraverso i mezzi che sono stati spiegati in questa analisi, motivo per cui il recente incidente connesso alla sua politica dell’hijab obbligatorio viene sfruttato come evento scatenante per un altro round di guerra ibrida.
Alcuni osservatori hanno ipotizzato che Baku sia in competizione con Mosca, ma questa interpretazione o ignora ciò che il presidente Aliyev ha detto ai media russi durante il suo viaggio a Mosca il giorno prima dell’inizio dell’operazione militare speciale in corso del suo ospite in Ucraina, oppure coloro che condividono questo punto di vista semplicemente non ne sono a conoscenza.
La scorsa settimana sono stati raggiunti due importanti accordi sul gas: quello dell’Azerbaigian con l’UE e quello della Russia con l’Iran . Il primo menzionato vedrà questo paese del Caucaso meridionale raddoppiare le sue esportazioni di gas verso il blocco per raggiungere i 20 miliardi di metri cubi entro il 2027, mentre il secondo ha portato la Grande Potenza eurasiatica a impegnarsi a investire fino a 40 miliardi di dollari nella Repubblica islamica. Alcuni osservatori hanno ipotizzato che Baku sia in competizione con Mosca, ma questa interpretazione o ignora ciò che il presidente Aliyev ha detto ai media russi durante il suo viaggio a Mosca il giorno prima dell’inizio dell’operazione militare speciale in corso del suo ospitein Ucraina, oppure coloro che condividono questo punto di vista semplicemente non ne sono a conoscenza.
Il leader azero ha rassicurato i suoi interlocutori russi di non avere tali intenzioni nei confronti delle forniture di gas all’UE, rimarcando che “penso che qui non si parli di concorrenza, i volumi non sono comparabili, ma è chiaro che anche piccoli volumi a volte possono fare la differenza nel mercato del gas. Per evitare ciò, siamo pronti e stiamo lavorando con la parte russa in questa direzione”. Nonostante i tempi concomitanti di questi due importanti accordi sul gas siano casuali, emanano comunque l’ottica del coordinamento, non della concorrenza. In parole povere, l’Azerbaigian sta sostituendo le risorse russe che l’UE prevede di eliminare gradualmente sotto la pressione degli Stati Uniti, mentre la Russia sta sostituendo quel mercato perduto con quello dell’Iran.
Questo in realtà non è nemmeno così male come “scambio”, per mancanza di una descrizione migliore. L’Azerbaigian è molto più piccolo della Russia, quindi il suo governo può reinvestire i profitti derivanti dalle sue raddoppiate vendite di gas all’UE per aiutare una percentuale maggiore della sua popolazione. L’Iran, nel frattempo, possiede alcune delle più grandi riserve di gas del mondo, che possono essere sfruttate utilizzando la tecnologia russa e successivamente esportate nel mercato globale in coordinamento con Mosca. Nel loro insieme, si stima che queste due grandi potenze abbiano quasi un terzo delle riserve mondiali di gas, il che può portare alla creazione di un meccanismo simile all’OPEC (anche se solo informale) tra loro e forse anche il gigante del gas Qatar.
L’Azerbaigian non è in grado di fare nulla del genere, ma ciò non significa nemmeno che stia ottenendo l’estremità corta del bastone. Piuttosto, svolgendo un ruolo sempre più strategico nella sicurezza energetica dell’UE, questo stato ferocemente sovrano può scoraggiare preventivamente le ingerenze occidentali contro la sua leadership in virtù della sua ritrovata importanza per il blocco. Lo stesso si può dire anche di Turkiye per estensione, dal momento che il gasdotto transanatolico (TANAP) attraversa il territorio di quella Grande Potenza. Come il suo alleato azerbaigiano, è anche ferocemente sovrano e pratica una politica estera indipendente , con grande dispiacere dei suoi tradizionali partner occidentali. Per questo TANAP può tutelare anche i propri interessi.
Per quanto riguarda la Russia, non solo è pronta a sbloccare l’enorme potenziale energetico dell’Iran nei prossimi anni e forse anche a coordinarsi con esso attraverso un meccanismo simile all’OPEC, ma i suoi nuovi investimenti nella Repubblica islamica possono anche garantire la sicurezza energetica del loro partner indiano condiviso anche con i due. Queste tre grandi potenze si stanno impegnando congiuntamente per creare un terzo polo di influenza nell’attuale fase intermedia bipolare della transizione sistemica globale alla multipolarità , con il corridoio di trasporto nord-sud(NSTC) che rappresenta la manifestazione fisica di questo asse emergente, quindi è naturale che Iran e Russia diano la priorità all’esportazione di gas verso l’India rispetto all’arrivo sul mercato.
Il quadro più ampio in gioco è che sia l’UE che l’India stanno assicurando la loro sicurezza energetica a medio e lungo termine attraverso i principali accordi sul gas di questa settimana tra quel blocco e l’Azerbaigian da un lato e Russia e Iran (i due principali partner eurasiatici di Delhi) dall’altro. Ciò significa che tutto è in realtà reciprocamente vantaggioso per tutti i soggetti coinvolti, senza che nessuno di questi accordi avvenga a spese di nessun altro, il che è sorprendente considerando che qualcosa di così significativo come questi due sviluppi non è mai accaduto prima a pochi giorni l’uno dall’altro. Tutto ciò dimostra che il multipolarismo sta già incidendo sulle relazioni internazionali, anche all’interno della “ sfera di influenza ” degli Stati Uniti nell’UE.
Il successo di questo progetto aiuterà il mondo a compiere progressi nel superare l’attuale fase intermedia bipolare della transizione sistemica globale e, di conseguenza, creerà maggiori opportunità per altri paesi di rafforzare la loro autonomia strategica nella Nuova Guerra Fredda.
Il ministro dei trasporti russo Valery Savelyev ha appena riconosciuto il ruolo vitale che l’Iran svolge oggi per la logistica del suo paese attraverso il corridoio di trasporto nord-sud (NSTC). Secondo lui , le sanzioni senza precedenti dell’Occidente guidate dagli Stati Uniti, imposte in replica all’operazione militare speciale russa in corsoin Ucraina “hanno praticamente infranto tutta la logistica nel nostro paese. E siamo costretti a cercare nuovi corridoi logistici”. Il corridoio principale a cui il suo paese sta dando la priorità è l’NSTC attraverso l’Iran, sottolineando che tre porti del Mar Caspio fungono già da canali commerciali con la Repubblica islamica, riconoscendo anche che c’è ancora molto lavoro da fare sulla connettività terrestre.
Era già stato previsto poco dopo l’inizio dell’operazione speciale russa che l’Iran sarebbe diventato molto più importante per la Russia. Questo perché l’NSTC funziona come un corridoio di integrazione trans-civiltà che collega la civiltà storicamente cristiana della Russia, quella islamica dell’Iran e la civiltà indù dell’India, per non parlare delle altre quali quelle in Africa e nel Sud-Est asiatico che possono essere indirettamente collegate alla Russia tramite quel percorso. È una valvola di sfogo insostituibile della pressione economica e finanziaria dell’Occidente guidato dagli Stati Uniti che ha creato tali difficoltà logistiche per la Russia negli ultimi mesi; una via di uscita soprattutto da quando si collega all’India, che ha sfidato la pressione occidentale continuando a praticare la sua politica di neutralità di principio .
Senza la fondamentale partecipazione dell’Iran all’NSTC, la Russia sarebbe tagliata fuori dai suoi indispensabili partner indiani il cui intervento decisivo ha già all’origine evitato la sua dipendenza potenzialmente sproporzionata dalla Cina in futuro. Questo risultato a sua volta ha aiutato il mondo a compiere progressi nel superare l’ attuale fase intermedia bipolare della transizione sistemica globale alla multipolarità che ha visto le relazioni internazionali in gran parte modellate dalla competizione tra le superpotenze americane e cinesi. Sta diventando sempre più possibile parlare di un terzo polo di influenza rappresentato dalla grande convergenza strategica tra Russia, Iran e India.
Non ancora ufficialmente riconosciuto dai rispettivi diplomatici per evitare che le superpotenze americane e/o cinesi fraintendano le intenzioni dei loro stati di civiltà, tutti e tre stanno informalmente cercando di assemblare un nuovo Movimento dei Non Allineati (” Neo-NAM “). Sperano di fungere da centri di gravità uguali all’interno del terzo polo di influenza che sperano di creare per spostare le relazioni internazionali oltre la sua attuale fase intermedia bipolare e verso un sistema di “tripolarità” che si aspettano inevitabilmente faciliti l’emergere di complessi di multipolarità . La finalità alla base di ciò è la massimizzazione della loro rispettiva autonomia strategica all’interno della Nuova Guerra Fredda nei confronti delle due superpotenze.
Le implicazioni internazionali del successo del loro piano cambierebbero letteralmente il gioco, il che spiega perché sono attivamente in corso gli sforzi per fermarli. Questi hanno preso la forma dell’Associated Press che guida la campagna di infowar dei Western Mainstream Media (MSM) guidata dagli Stati Uniti contro il partenariato strategico russo-iraniano, mentre altri organi ne stanno conducendo uno complementare contro il partenariato strategico russo-indiano. Entrambi hanno fallito poiché i dirigenti di quei paesi sono stati ispirati dalla loro visione del mondo multipolare conservatrice-sovranista (MCS) condivisa nel mantenere la rotta nonostante le notevoli pressioni dopo che i loro strateghi presumibilmente hanno assicurato loro che alla fine ne varrà la pena finché rimarranno pazienti.
Ciò è in contrasto con il loro vicino pachistano, che sembra essere in procinto di ricalibrare la sua grande strategia e il ruolo previsto associato nella transizione sistemica globale a seguito del suo scandaloso cambio di governo. I segnali contrastanti che le sue nuove autorità hanno inviato alla Russia, parallelamente alla loro entusiastica sensibilizzazione verso gli Stati Uniti, suggeriscono fortemente che la visione del mondo MCS precedentemente abbracciata dall’ex primo ministro Khan viene gradualmente sostituita, in misura incerta, dalla visione liberale unipolare favorevole all’Occidente globalista (ULG). Ciò complica i processi multipolarinell’Asia meridionale e rischia di isolare il Pakistan da essi nel peggiore dei casi.
Tuttavia, il Pakistan non ha alcuna intenzione di interferire con l’NSTC anche se dovesse entrare in un vero e proprio ed estremamente rapido riavvicinamento con gli Stati Uniti. Questa osservazione significa che la grande convergenza strategica tra Russia, Iran e India continuerà, con le ultime due che diventeranno ancora più importanti per Mosca come valvole di sfogo dalla pressione occidentale e come alternative affidabili per scongiurare preventivamente qualsiasi dipendenza potenzialmente sproporzionata dalla Cina. Il Pakistan avrebbe dovuto svolgere un ruolo complementare nel Greater Eurasian Partnership (GEP) della Russia, servendo anche a bilanciare la crescente dipendenza di Mosca da Teheran e Nuova Delhi, ma questo sembra improbabile alla luce dei recenti eventi.
Con le relazioni praticamente congelate sul fronte energetico, nelle intenzioni che alla base della loro auspicata partnership strategica, ci sono poche possibilità che la Russia consideri il Pakistan più importante per il suo ” Ummah Pivot ” di quanto non stia diventando l’Iran, a meno che questi problemi non siano urgentemente risolti. Con ogni probabilità, probabilmente non lo saranno, e questa triste previsione è dovuta alla congettura plausibile che le nuove autorità pakistane considerino il rallentamento del loro riavvicinamento con la Russia una “concessione unilaterale accettabile” in cambio del proseguimento dei colloqui sul miglioramento dei legami con gli Stati Uniti, che è la loro nuova priorità di politica estera.
Anche se di recente sono stati visti piccoli passi nel ristabilire le loro relazioni, l’intervista del nuovo ministro degli Esteri Bhutto con l’ Associated Press durante il suo viaggio inaugurale in America per partecipare a un evento delle Nazioni Unite e incontrare Blinken faccia a faccia ha messo in dubbio l’interesse di Islamabad nel riprendere i colloqui sull’energia con la Russia. Secondo l’outlet, ha rivelato che “il suo obiettivo nei colloqui con Blinken riguardava l’aumento del commercio, in particolare nell’agricoltura, nella tecnologia dell’informazione e nell’energia”. Ciò suggerisce che l’America sta cercando di “accaparrarsi” l’ accordo riportato dalla Russia con il Pakistan per avergli fornito cibo e carburante con uno sconto del 30%, forse anche offrendo uno sconto inferiore – se non del tutto – come “costo necessario” per migliorare i legami .
L’esito prevedibile della decisione del Pakistan di non riprendere i colloqui energetici con la Russia è che l’importanza di Iran e India per la grande strategia russa continuerà a crescere senza essere tenuta sotto controllo dal fattore di bilanciamento pachistano che Mosca aveva precedentemente dato per scontato. Questo non sarà un problema a meno che non politicizzino il loro ruolo di valvole di sfogo dalla pressione occidentale, cosa che sono riluttanti a fare comunque poiché ciò rischierebbe di minare i loro interessi MCS condivisi nella transizione sistemica globale attraverso il Neo-NAM. Tuttavia, è ancora importante sottolineare che la rimozione pratica dell’influenza di bilanciamento del Pakistan in questo paradigma aumenta la dipendenza della Russia dall’Iran e dall’India.
Con o senza che le relazioni russo-pakistane diventino strategiche come sperava Mosca e di conseguenza aiutassero a bilanciare il suo previsto Neo-NAM, non c’è dubbio che l’asse che la Russia sta assemblando con Iran e India continuerà a rafforzarsi mentre questi tre perseguono insieme la creazione di un terzo polo di influenza nelle Relazioni Internazionali. Il successo di questo progetto aiuterà il mondo a compiere progressi nel superare l’attuale fase intermedia bipolare della transizione sistemica globale e, di conseguenza, creerà maggiori opportunità per altri paesi di rafforzare la loro autonomia strategica nella Nuova Guerra Fredda.
Il Washington Post ha annunziato un nuovo mega contratto russo con l’Iran che minaccia di migliorare la posizione strategica iraniana e quella dei suoi alleati.
Il sistema satellitare Canopus-V dotato di una attrezzatura fotografica e di rilevamento ben più efficace e rapida dei mezzi a disposizione dell’Iran oggi.
L’imminente entrata in azione di questo strumento permetterebbe – ad esempio- all’hezbollah o agli houtis- di non essere piu colti di sorpresa e di tenere sotto controllo le basi israeliane da cui potrebbero partire azioni offensive.
La diffusione di questa notizia negli USA, nel silenzio russo e iraniano, significa che al dipartimento di stato prevale la corrente di pensiero che rifiuta l’ipotesi di fare richieste aggiuntive agli iraniani al negoziato di Vienna sul “rientro USA nell’accordo nucleare” come suggerito da alcuni falchi che sottovalutano la determinazione iraniana a non cedere e il fair play russo che continua a fornire solo mezzi difensivi.
Se la Russia rompesse il tacito accordo con Washington e fornisse il sistema antiaereo S400 a Teheran, cambierebbe significativamente la situazione strategica con Israele e nell’area.
Ecco un dossier serio – come quello cinese- sul tavolo della bilaterale russo americana di mercoledi invece che le chiacchiere sulla Crimea, l’Ucraina e i diritti umani ad uso delle folle.
MONTESQUIEU A PECHINO. La notizia è la firma del Comprehensive Strategic Partnership con scadenza a 25 anni tra Iran e Cina, infrastrutture vs energia, un classico. A breve termine, l’Iran che sta sulla faglia Occidente – Oriente come Russia, Turchia, Siria, impedito di volgersi ad Ovest, si volta ad Est, la Cina ottiene alimentazione per il suo sviluppo. Ma le cose più interessanti si intravedono a medio-lungo termine.
Pechino ottiene una importante casella nella sua strategia di infrastruttura commerciale nota come Belt and Road Initiative. Come da cartina, l’Iran è cerniera fondamentale del progetto (infatti l’accordo giunge dopo cinque anni di trattative, qui non s’improvvisa nulla), vediamo perché:
1) La partnership con l’Iran permette alla via che dalla Cina passa nelle repubbliche centroasiatiche (tramite la Cina occidentale ovvero lo Xinjiang, da cui i problemi con gli Uiguri) di darsi una alternativa. Andare a nord verso la Russia o andare a Sud, appunto in Iran.
2) Un’altra via passa il confine col Pakistan. Arrivati in Pakistan potrete andare a sud e sfruttare i porti di costa come alternativa mista terra-mare per bypassare gli eventuali blocchi di Malacca o potrete andare ad ovest ed entrare, appunto, in Iran per proseguire la rotta est-ovest dove pure, come vedremo nel punto 5, si presentano nuove alternative portuali.
3) La strategia dei porti diretti sull’Oceano Indiano, dopo Malesia, Thailandia e soprattutto Myanmar (Sri Lanka, Maldive?), tutti per bypassare gli eventuali blocchi di Malacca o turbolenze nel mar della Cina, si dota di altre alternative con Pakistan ed Iran.
4) Il tutto ha effetti sulle contradditorie relazioni Cina-India. I due sono geo-storicamente condannati a convivere, ma l’India è due passi indietro la Cina quanto a sviluppo di tutti i fattori, quindi un po’ collabora ed un po’ vorrebbe competere. Su questa forbice si inseriscono gli Stati Uniti. La strategia di alternative accerchianti l’India, toglie potere negoziale all’India. Ma il CSP con l’Iran crea anche un problema in più perché l’India è in un altrettanto strategico accordo di collaborazione strategica con Russia e lo stesso Iran, una sorta di mini-via-del-cotone a cui gli indiani tengono molto. In più l’India importa energia dall’Iran.
5) Il grosso dei giochi ovviamente è in Iran. In Iran, nel sud-est, potrete avere un altro porto di sbocco. Potreste fare accordi ragionevoli che coinvolgono l’India per sfruttare il loro trilaterale con Russia ed Iran. Potreste sostituirvi all’India nel trilaterale se gli indiani vi fanno uno sgarbo indigeribile. Dal confine ovest dell’Iran, potrete andarvene in Iraq (6) e ricostruirlo, da qui in Siria (7) che significa Mediterraneo, mettere pressione alla Turchia (9) per spingerla ad entrare nel “piatto ricco mi ci ficco” ingoiando il rospo uiguro (gli Uiguri sono popoli turchici e sappiate che le ultime irriducibili bande armate jihadiste nel nord della Siria, sono uiguri sponsorizzati da Ankara), andare via Giordania in Israele (8), amico dei cinesi come i palestinesi. Tenete conto che sulla costa israeliana già c’è un porto amico che si raggiunge dal Golfo di Aqaba, alternativa se si blocca Suez.
10) Ma considerate che Voi avete anche ottime relazioni con gli arabi sunniti, tutti indistintamente (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Oman, Kuwait etc.). Però è sempre meglio avere alternative e quindi se avete i sunniti dovete avere anche gli sciti, così vi bilanciate. Magari vi mettete a fare il termine medio della complessa relazione, tanto per voi pari sono, in più siete “atei”.
Ottenete quindi la prima e più importante cosa utile in un mondo multipolare: amici. Amici non perché vi siete simpatici ovviamente, ma perché avete interessi in comune, interessi economici e commerciali, la più antica valuta delle relazioni internazionali. Il vantaggio geopolitico (armi, porti, basi militari da evitare ma un domani non si sa mai) consegue.
Il progetto BRI offre diversi vantaggi: A) crea un tessuto di accordi bilaterali strategici cioè multidimensionali; B) fatta su base prioritaria commerciale ed economica intona pacificamente le relazioni; C) è ridondante offre cioè alternative ad alternative, il che la rende “resiliente”; D) siccome ogni bilaterale non è essenziale avendo alternative parziali, le trattative future su nodi che si presenteranno da sé o perché spinti da avversari (USA) vi vede in posizione di relativa forza, voi le alternative le avete, il partner no; E) il che porta i partner in concorrenza potenziale tra loro, abbassandone le aspettative; F) infine, manda un messaggio a gli europei del tipo: se fosse stati liberi di sviluppare una vostra strategia geopolitica, oltre che coi Paesi Medio Orientali avremo dovuto trattare con voi visto che questa area avrebbe avuto la vostra influenza, ma siccome siete schiavi degli americani, noi riempiamo il vuoto creato dalla vostra inazione ed insipienza. Pensateci …
Quanto al partitone Cina vs USA, scrivevo ormai anni fa sul libro che ho pubblicato che alla fine la faccenda è molto semplice: i cinesi hanno i soldi, gli americani le armi. Un po’ il contrario della Guerra fredda vinta perché soldi batte armi, sempre. Ma giocare coi sovietici non è come giocare coi cinesi. Quindi a medio lungo tempo non c’è partita, i cinesi i soldi (tecnologie, prodotti, infrastrutture, know how, mercati di sbocco etc.) ne avranno sempre di più e nei paesi contesi, le armi non si mangiano, non rendono amati i leader locali, non danno stabilità, potere e sviluppo. Il pragmatismo cinese, inoltre, essendo appunto pragmatico e realista e non su basi valoriali “idealistiche”, mette tutti d’accordo, sciti e sunniti, indiani e pakistani, turchi e forse anche curdi. Ci sono curdi anche nel nord Iran dove si va per il confine coi turchi. Come ben sanno in Medio Oriente dove la tradizione mercantile è storia profonda (come in Cina), il migliore affare è quello in cui tutti ci guadagnano o quasi. Gli americani allora possono solo contenere, mettere attrito, rallentare, che è quello che giustamente faranno. (Il primo che cita la “Trappola di Tucidide” viene bannato scherzo …)
Filosoficamente, nella “filosofia delle relazioni tra popoli sul pianeta Terra”, la strategia cinese allude al vecchio “doux commerce” di Montesquieu. Traducendo “doux” con “gentile”: “… è regola pressoché generale che dovunque vi siano costumi gentili, vi è commercio; e che dovunque vi sia commercio, vi siano costumi gentili” (Esprit des Lois) con finale contrapposizione tra “nazioni ingentilite” e nazioni “rozze e barbare”. In realtà pare che il concetto risalga a Montaigne ed abbia poi deliziato Voltaire, Smith, Hume, Kant. Se ne trova una, come sempre acuta, analisi in termini di storia delle idee in A. O. Hirschman – Le passioni e gli interessi – Feltrinelli (p. 47). Dove per altro si riportano anche considerazioni di dileggio da parte di Marx ed Engels.
Quindi abbiamo nazioni che si dichiarano quantomeno socialiste (Cina) che agiscono in base a principi criticati da Marx ma promossi dai liberali europei i cui eredi contemporanei (USA, UK) però sono d’accordo con Marx. Ehhh, che ci volete fare, l’era complessa è complicata.
Quello che posso dirvi è: fate attenzione. Quello che oggi nello spirito partigiano che vi faceva tifare per gli indiani contro i cowboy nei film americani anni Settanta, vi fa tifare per Davide contro Golia, domani quando Davide sarà Golia vi creerà una contraddizione. La Cina, da sola, è quasi un quinto dell’umanità. Pensateci …
Qui sotto una serie di considerazioni di Antonio de Martini sulla situazione del Libano. Lo scritto, aggiornato, in parte già riportato su questo sito, è di circa otto anni fa, ma torna di grande attualità alla luce dei movimenti in corso in quella regione al netto dei grandi limiti e azzardi che anche la classe dirigente iraniana, in buona compagnia dei tanti suoi avversari, ha compiuto_Giuseppe Germinario
Il mio amico Nachik Navot, del cui patriottismo non è lecito dubitare, ha lasciato il servizio come vice capo del Mossad e che ormai temo non sia più tra noi perché non risponde più alle mie mail,( ora dovrebbe sfiorare il secolo..)mi regalò due articoli che pubblicai sul mio blog. www.corrieredellacollera.com il 6 luglio 2012 egli scrisse parole lucide sulla situazione mediorientale che conosceva bene essendo stato in servizio anche in Iran e in India.
Ecco il link al suo articolo che consiglio di leggere
Una delle considerazioni, a mio avviso più più importanti che ci ha lasciato, è che se Israele vorrà ottenere una pace duratura, dovrà liberarsi della “ sindrome della Fortezza Israele” e crearsi nuove motivazioni e azioni per vivere in armonia coi suoi vicini.
Questa sindrome è frutto di una imposizione altrui dato il trattamento inumano europeo inflitto agli ebrei con l’Olocausto. Gli Israeliani si sentono assediati, da tutti e per sempre, e si comportano di conseguenza. Peccando spesso di “overeaction” aggiungo io.
E’ comprensibile, che questa situazione abbia avuto implicazioni culturali negative sullo sviluppo iniziale dello Stato di Israele ma, il numero di israeliani e membri delle Diaspore consapevoli che vada superata, cresce ogni giorno di più.
Ho deciso di fare riferimento a Nachik ( diminutivo di Menachem) per introdurre la pedina “ Israele” nel tragico gioco della crisi libanese, dove a tutta prima – e in questa fase- sembrerebbe assente perché il proscenio è occupato dall’ambasciatrice statunitense Dorothy Shea cui piace molto il ruolo di Proconsole e ha l’empatia di un celenterato.
I libanesi hanno dovuto più volte ricordarle l’esistenza della Convenzione di Vienna del 1969 con cui si conveniva il principio di non ingerenza negli affari interni dei paesi ospitanti.
Oggi il Libano, unico paese del vicino e medio oriente a guida cristiana ed economia liberista, vive una profonda crisi morale, politica ed economica causata in parte dalla diluizione della identità culturale di cui tutti si dicono fieri a parole, e in parte dalle pressioni di una violenza inusitata esercitata dalla amministrazione americana che ha il duplice scopo di promuovere la firma di
un trattato di pace con Israele ( dai tempi di Sadat nessuno vuole firmare senza che sia prima conclusa la pace coi palestinesi, a pena la morte) e di rassicurare l’alleato circa il concreto pericolo incombente rappresentato dal partito Hezbollah che conta su un elettorato del 50% della popolazione, dispone di un esercito ben addestrato di ventimila uomini e trentamila riservisti e di un arsenale missilistico inizialmente composto da missili obsoleti ( Zelzal 2 e 3) che grazie ad un ammodernamento artigianale, alla possibilità di lancio da mezzi mobili e al loro numero, si ritiene possano distruggere il grosso delle infrastrutture israeliane concentrate su un territorio circoscritto e mescolate con la popolazione.
Si tratta di un dilemma che nessun governo può accettare. Israele, nato per difendere gli ebrei, sarebbe il solo paese in cui la loro vita sarebbe a continuo repentaglio.
L’ANTEFATTO
Rubricare come “organizzazione terroristica” un partito politico che prende il 50% dei voti alle elezioni politiche, non è stata la scelta più intelligente dell’amministrazione USA in un’area in cui scelte intelligenti non ne fa da almeno un trentennio.
Ma andiamo per ordine lasciando da parte il contenzioso palestinese che ci porterebbe ad allargare troppo questa esposizione e che è il convitato di pietra di ogni situazione in quest’area.
1Nel 1975 scoppiò a Beirut , per ragioni che non interessano in questa sede, una guerra tra i palestinesi rifugiati in Libano e una fazione politica locale che si allargò a tutte le componenti politiche e tribali dell’area.
La guerra , durò fino al 1990 circa, fece centomila vittime e scosse dalla fondamenta quella che era la società più progredita e cosmopolita del mondo arabo. Ogni fazione si trovò degli sponsor politici e militari, ottenne sovvenzioni al punto che- in piena guerra- la lira libanese si apprezzò sul dollaro. L’esercito mantenne la neutralità ( che risultò preziosa per la ricostruzione della concordia nazionale) e si assisté al paradosso che combatterono tutti tranne i soldati.
2 Presi dalla sindrome “ Fortress Israel” i militari di Tsahal immaginarono una operazione suscettibile di allargare i confini nord del paese spingendo via le popolazioni di confine che non ostacolavano i guerriglieri palestinesi e le loro incursioni.
Obbiettivi strategici: bonificare l’area, impadronirsi delle sorgenti del fiume Litani, liberare il fianco del Giabal Druso ( una setta eterodossa dell’Islam che collabora da sempre con gli israeliani al punto di fornire una brigata all’Esercito), mostrare di voler annettere il territorio del sud Libano ed eventualmente rilasciarlo in cambio di un formale trattato di pace.
L’operazione lanciata nel 1982 chiamata “ Pace in Galilea” mirava anche a dare sicurezza ai kibbutz della alta Galilea esposti ai blitz palestinesi, ebbe successo militare ma si risolse in un fallimento politico completo. Nessuno degli obbiettivi fu raggiunto, nemmeno parzialmente, anche per gli eccessi di violenza commessi come la strage di Sabra e Châtila.
Israele si trattenne però una fascia frontaliera di dieci km facendo così nascere un movimento di resistenza non significativo da parte di una organizzazione caritativa già esistente chiamata Hezbollah e creata per scopi assistenziali da due religiosi, l’Imam Moussa Sadr e Monsignor Grégoire Haddad, cristiano di rito greco ortodosso.
Israele evacuò la zona a seguito di pressioni USA, ma Hezbollah si vantò – con mentalità tipicamente orientale- di essere all’origine della ritirata con le sue imprese.
Fu l’inizio della gestazione dell’Hezbollah che oggi conosciamo.
Negli anni, la placida assistenza ai partigiani palestinesi, divenne azione sistematica fino al punto da indurre l’Esercito israeliano a progettare un’altra, più circoscritta, sortita fuori della
“ Fortress Israel” per dare una lezione ai “contadini”. E questo fu il secondo errore di cui tratteremo più tardi.
La principale conseguenza della fine della guerra in Libano fu la cessazione degli aiuti finanziari da parte di tutti i partecipanti indiretti che avevano – con gli stipendi ai combattenti – sostenuto il corso della lira libanese.
Deflazione lampo e disoccupazione generale.
IL DOPOGUERRA
Unici a mantenere attivi, riconvertendoli, i finanziamenti furono gli iraniani ( avevano piegato i francesi con un ennesimo attentato e questi si decisero a restituire 700 milioni del miliardo di dollari anticipato dallo scià per dotarsi di tecnologia nucleare che L’Ayatollah Khomeini aveva bollato come empia in una fatwa, e chiesto la restituzione dell’anticipo).
Isolati dagli USA a seguito dei noti eventi rivoluzionari, gli iraniani ruppero l’accerchiamento cercando di far leva sul proletariato sciita ed allargando il giro anche visivamente: cento euro al mese se Ali si fa crescere la barba ( segno di pietas), altri cento se tua moglie si mette il velo; duecento se obblighi anche tua figlia a fare altrettanto….
Un padre di famiglia sbarcava il lunario e il partito di Allah ( Hezbollah) fungeva da ufficiale pagatore e beneficiario di una palpabile crescita di immagine che contrastava la narrativa dell’isolamento.
L’intesa politica, il controllo del partito da parte degli elementi sciiti, e la fornitura di armi furono le logiche conseguenze della intesa anti crisi.
Gli occidentali curavano l’élite e l’Iran il sottoproletariato.
L’élite viaggiava per il mondo e il sottoproletariato scavava bunker.
Quando gli israeliani, a seguito di un ennesimo sconfinamento con sparatoria, attaccarono credendo di fare una passeggiata militare di rappresaglia, dovettero ritirarsi con perdite e il generale di brigata israeliano comandante della spedizione, fu rimosso. Rimediarono con un bombardamento.
Fu cosi che Hezbollah passò dalla millanteria levantina al rango di unica potenza militare che aveva battuto gli israeliani in campo aperto. Divenne, con un estorto consenso governativo, una sorta di Stato nello stato con l’incarico di gestire eventuali proxy war contro Israele senza coinvolgere il governo legale.
L’inizio della guerra in Siria – un altra guerra di aggressione esterna presa per guerra civile- ha offerto a Hezbollah l’opportunità di rodare i suoi soldati e di agire di concerto ad altri volontari cristiani che sono intervenuti a sostegno dei cristiani di Siria minacciati fin nella decapoli dove risiedono dai tempi di Cristo di cui parlano ancora la lingua aramaica.
Furono i diecimila volontari di Hezbollah a liberare le colline del Kalamoun che riaprirono le comunicazioni tra Damasco e il Libano e determinarono l’esito delle battaglie in corso.
LA SITUAZIONE POLITICA ATTUALE
Sono in corso pressioni politiche, giornalistiche e finanziarie sul presidente della Repubblica, il generale Michel AOUN e su suo genero Gebran BASSIL ( fino a poco fa ministro degli Esteri) .
Le pressioni USA sul Libano mirano a costringere l’Esercito Libanese a confrontarsi con l’Hezbollah, che è più numeroso, più esperto, collaudato in combattimento e meglio armato ad onta delle dichiarazioni del generale Frank Mckenzie che da Washington incoraggia moderatamente allo scontro, in supporto all’ambasciatrice che attribuisce la crisi monetaria sul cambio del dollaro all’Hezbollah, dicendo però che gli USA sono pronti ad aiutare qualora Hezbollah venga “ allontanato dal governo”, il che è già stato fatto, istallando un governo tecnico giudicato però insoddisfacente.
La diplomatica da la colpa della crisi “ alla corruzione praticata da decenni”. Questa dichiarazione è contraddittoria con la consapevolezza che il Libano, appunto per decenni, è stato prospero al punto di essere definito “ la Svizzera del Medio Oriente” e con il fatto – noto a chiunque abbia letto un libro – che la corruzione impera nell’area – e non solo- da almeno due millenni, al punto di essere contemplata dal codice di Hammurabi.
LA SITUAZIONE MILITARE OGGI
LA MINACCIA A ISRAELE
Sembra che le modifiche artigianali ai vecchi missili iraniani ZELZAL 2 del costo di poche migliaia di dollari, consistano nell’inserimento di un sistema di guida cinese, l’adozione del navigatore GLONASS , il GPS russo, in aggiunta a quello occidentale e un arsenale già pronto di circa 200 missili ribattezzati Fateh 100 siano all’origine dell’allarme rosso Israeliano.
Circa un anno e mezzo fa, una pioggia di missiletti lanciata in Galilea su località disabitate di Israele, ha permesso di capire che il sistema originale antiaereo “ Iron Dome” possa al massimo acquisire ed abbattere da 150 a 200 intrusi volanti su 250 lanciati contemporaneamente.
Valutazioni di Stato Maggiore attribuiscono a Hezbollah una capacità massima di lancio di poco più di mille missili in un giorno.
Inviarne 400 assieme metterebbe in crisi lo Stato maggiore israeliano che sarebbe costretto a scegliere se difendere prioritariamente le infrastrutture strategiche ( la raffineria di Haïfa, gli aeroporti, l’impianto nucleare di Dimona, Il quartiere generale dell’Esercito, o le basi principali di Tsahal a Kyria o Tel Nof , Nevatim e Hatzor.) oppure la popolazione finora rimasta sostanzialmente indenne da urti militari importanti.
Gli israeliani valutano che la portata di 250 km , il carico esplosivo oscillante tra i 500 e i 900 kg, produrrebbero danni non riparabili anche quanto a sicurezza della popolazione esposta in gran parte alla tentazione di far uso della seconda nazionalità che molti hanno conservato. Israele mancherebbe alla sua missione di protezione degli ebrei sul suo territorio e la bilancia demografica, già sospettata di essere, deficitaria diverrebbe palesemente fallimentare.
Hezbollah ha insomma messo a punto un “ Game Changer” del quadro geopolitico.
Di qui l’esigenza di eliminare il pericolo per Israele e ristabilire l’equilibrio per gli USA.
LA TRAPPOLA DI TUCIDIDE
ISRAELE
La partita di scacchi in corso é così configurabile: Israele può scegliere di ricorrere alla sindrome “ Fortress Israel” – anche per distrarre dalla crisi economica interna, facendo passare in seconda fila l’annessione della valle del Giordano e potenziando così la sua leadership- e organizzare una sortita nucleare contro l’Iran e/o contro Hezbollah, approfittando della fase pre elettorale americana (tutti i blitz iniziati dagli israeliani sono stati fatti in questa fase pre elettorale), ma pagherebbe un prezzo valutabile in 300/400 missili sui suoi obbiettivi vitali concentrati in un fazzoletto di territorio, col pericolo che i piloti al ritorno dalla loro missione rischierebbero di non ritrovare né la base di partenza e forse neppure la famiglia.
L’Iran si troverebbe, dopo uno scontro mortale, ad aver cavato le castagne dal fuoco all’Arabia Saudita, il suo rivale storico.
Lo scontro, non conviene a nessuno. Si ripeterebbe la certezza della MAD (Mutual Assured Destruction ) che animò la guerra fredda.
La soluzione del dilemma sembra essere stata stata individuata con la stessa logica del 1982 che ha portato al fallimento della operazione “ pace in Galilea”: costringere Il governo libanese a scontrarsi con Hezbollah chiedendo al governo di disarmarlo e cacciarlo dalla maggioranza di coalizione che governa il paese. ( Nasrallah, il loro capo, non è un chierichetto e sa che la cacciata dalla maggioranza sarebbe solo l’inizio, quindi resisterebbe fin dal primo cenno).
IL LIBANO
Gli esiti grotteschi delle primavere arabe, l’indefinito protrarsi della guerra in Yemen,la “sirizzazione” della Libia, la penetrazione incruenta della Russia nel fianco destro della NATO, il ripudio delle organizzazioni internazionali promosse dall’America che tutti amavamo, la perdita della leadership mondiale per gli innumeri errori in Medio Oriente – e negli States col COVID e la questione razziale – hanno ridotto la credibilità e il prestigio di mediatori dei diplomatici e politici USA a livelli impensabili solo dieci anni fa.
Non potendo accettare tutte le “ istruzioni” ricevute, il Libano ha trovato una soluzione di compromesso: fuori tutti dal governo che viene affidato a un tecnico assistito da tecnici. Piiché i tecnici sono neutrali a favore o contro qualcuno, il problema si è riproposto e lo zio Sam ha applicato ala cura russa ( – 50% del rublo in due settimane) e quella turca ( – 50 % del valore della lira turca in due settimane). Oggi con la lira libanese si ottengono dollari a 10.000 contro uno; le banche concedono accesso limitato ai conti per 30 dollari al giorno e la popolazione ha il 50% di disoccupati, erogazione limitata di acqua e elettricità e scontri di piazza.
Le pressioni sul Presidente sono diventate attacchi personali e metà della popolazione attribuisce ogni colpa a Hezbollah, l’altra metà all’America.
L’ARABIA SAUDITA
Il regno sta affrontando – e perdendo- una guerra calda in Yemen e una fredda col Katar e l’Oman. Ha già perso la guerra di Siria ed è in preda a convulsioni interne a livello della élite e di famiglia reale, mentre l’”unrest” di Al Kaida e della provincia est sciita a influenza iraniana.
Far tornare al potere Saïd Hariri – il premier libanes che ha scatenato lo show-down con le sue dimissioni che avrebbero dovuto essere brevi e vittoriose – è per il Crownprince un affare di vita o di morte. Nella sua ottica malata, Mohammed ben Salman ha bisogno che il LIbano firmi la pace con Israele per poi poterla firmare anche lui è dare il via al piano Marshall per la penisola araba che dovrebbe portare alla pace generale per tutti e lui al trono di Riad.
Ha un sistema di sicurezza impeccabile, ma la perfezione non è di questo mondo.
GLI USA
Anche Trump e Pompeo devono affrontare un difficile dilemma :
1: continuare a bulleggiare selvaggiamente con sistemi di macelleria sociale – il Libano, forti dell’ottenuto, complice, inspiegabile, silenzio Vaticano- un piccolo paese che ha creato l’alfabeto e il commercio internazionale, da sempre amico dell’Occidente che ospita pacificamente un numero di profughi pari alla propria popolazione e sul quale si scaricano tutte le tensioni del Levante.
2: aiutare Israele a capire che è il momento di uscire dalla “Fortress Israel” con tutte le garanzie di una mediazione internazionale decisa e con le idee chiare di cui gli USA siano primi tra pari.
3: Affrontare l’aléa di una ennesima guerra in cui potranno annientare l’Iran e il Libano, ma il loro alleato israeliano subirà tutti i colpi e regnerà su un cimitero.
LA SIRIA
Esausta e vittoriosa deve fare i conti con l determinazione USA che insiste nelle sanzioni e nell’aiuto a curdi e turchi per tenerla occupata e ha rincarato la dose inserendo la moglie di Assad- ASMA- nella lista dei criminali d punire con le sanzioni. Lei che pochi mesi fa è uscita da una feroce lotta contro il cancro ed è sempre stata lontana dalla politica e vicina al marito.
La viltà di questo atteggiamento mostra quanto gli USA siano disperati e a corto di idee: peggio di una battaglia perduta contro una fragile donna che aveva rifiutato le migliori cure russe pur di non lasciare il suo popolo e suo marito. La Siria distrutta nelle infrastrutture e nel commercio, ha ancora carte da giocare: dai rifornimenti a Hezbollah, ai tunnel segreti per entrare in Israele e al finanziamento di una intifada ben più cruenta in caso di annessione della valle del Giordano.
HEZBOLLAH
E forte nel suo territorio; rispettato da tutti perché “ fa quel che dice e dice quel che fa”,
In caso di attacco potrà contare sull’appoggio diretto di Iran e Siria e quello indiretto di Cina, Indonesia e Russia, ma anche dei palestinesi della striscia di Gaza e in una Intifada palestinese .
Ma sopratutto nei missile FATEH 100 e nel coltello che ogni arabo sa manovrare con maestria specie nelle notti senz luna.
Intanto il Libano, preda di stupidi privi di scrupoli, Domanica 5 luglio si farà sentire : tutti i libanesi alle sette ora Italia e nove ora di Beirut, in contemporanea su Facebook, you tube e in tutte le TV locali faranno sentire a tutto volume la loro voce di resistenza. Sintonizzatevi su
I media occidentali sono stati ossessionati dalle posizioni anti-occidentali dell’Iran sin dalla Rivoluzione islamica del 1979 e dal suo presunto desiderio di acquisire armi nucleari. Le relazioni dell’Iran con la Russia, come con la Cina, sono quindi un po ‘il volto nascosto della politica estera iraniana e ne sono state completamente nascoste, fino ai piani per la (ri) costituzione dell’Eurasia per la Russia e la Terra Via della seta per la Cina.
I legami con la Cina sono attestati dai rapporti tra i Parti e i Cinesi, quindi dall’esistenza della via della seta che attraversava, dal II E secolo prima di J. – C., tutto il nord della Persia, ed era un vettore di scambi di tutti i tipi. La Persia, la Cina e gran parte della Russia furono persino brevemente unificate dai mongoli tra il 1227 e il 1259, prima che il loro impero si spezzasse.
Quindi le relazioni con la Cina furono ridotte. Con la Russia, sono diventati sempre più difficili, la rimozione di Mosca a Persia numerosi territori nel XIX ° secolo (vedi mappa a pagina 47). Nel 1920, i comunisti incoraggiarono la creazione di una repubblica effimera di Gilan nel nord del paese; nel 1945 e nel 1946, Stalin cerca ancora di strappare l’Azerbaigian e il Kurdistan dalla Persia all’Iran. Queste minacce portano l’Iran a rivolgersi all’Alleanza occidentale e aderire al Patto di Baghdad.
L’Iran è alla ricerca di nuovi partner
La logica geopolitica contemporanea degli ultimi decenni ha avvicinato l’Iran alla Russia e alla Cina. Rompendo con gli Stati Uniti, sentendosi minacciato dall’accerchiamento delle potenze sunnite, molte delle quali sono ostili nei suoi confronti, traumatizzati dal suo isolamento durante la guerra con l’Iraq, Teheran adotta una politica estera “anti-egemonica”, neutralista e terzo mondo.
Pertanto, l’Iran si oppone principalmente agli Stati Uniti, influenti nel Golfo Persico, che si oppongono all’adesione al rango di potere internazionale dell’Iran.
Inoltre, ha sentito parlare a nome dei paesi del Sud, rifiutando il Washington Consensus (1) e facendo una campagna per un pianeta multipolare. Questo impegno si riflette in una posizione eminente all’interno del movimento non allineato, di cui Teheran è diventato il quartier generale dal 2012 e di cui Hassan Rohani è l’attuale segretario generale.
Queste posizioni hanno portato l’Iran ad avvicinarsi al suo vicino russo e alla Cina, che sono anche parte di una sfida all’attuale ordine mondiale e di una sfida a un egemonismo americano percepito come dinamico e minaccioso …
Verso un “nuovo impero mongolo”?
Di conseguenza, le relazioni tra i tre stati si sono intensificate solo a causa di molti interessi comuni (sensazione di essere circondati dagli Stati Uniti, lotta contro il terrorismo di ispirazione jihadista e traffico di droga in generale ed eroina in particolare).
L’Iran è quindi diventato, negli ultimi anni, un partner privilegiato della Russia, nell’ambito di un partenariato di cooperazione militare del 2001 rafforzato all’inizio del 2015, per gli acquisti di armi (quindi i missili antiaerei avanzati S-300 tra cui Mosca ha appena sbloccato la consegna), l’energia nucleare civile (costruzione della centrale di Bouchehr ), il settore del gas. Più recentemente, a marzo 2015, a seguito dell’embargo russo sui prodotti agricoli europei, l’Iran e la Russia hanno firmato un importante contratto che promuove le esportazioni iraniane di prodotti della pesca e dei prodotti lattiero-caseari, nonché i trasferimenti finanziari.
Allo stesso tempo, le relazioni economiche tra Iran e Cina si sono sviluppate fortemente dal 2004. Nonostante le pressioni, Pechino non applica le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite. La Cina è quindi diventata dall’inizio del decennio il primo partner economico dell’Iran (l’Unione Europea, da tempo in prima fila, essendo caduta al quarto posto); importa principalmente idrocarburi (50% di petrolio iraniano esportato) e prodotti petrolchimici. Il commercio, che ha raggiunto i 30 miliardi di dollari nel 2010, ora supera i 40 miliardi con l’obiettivo di 100 miliardi all’anno.
Allo stesso modo, mentre l’Iran ha posizioni molto vicine a quelle formulate dai BRICS e vi è collusione da parte degli organi di stampa iraniani, russi e cinesi, questo paese è diventato un osservatore presso la Shanghai Cooperation Organization ( dove Pechino e Mosca siedono già) nel 2005 e potrebbero diventare membri a pieno titolo al vertice di Ufa a luglio 2015. Infine, recentemente, il 3 aprile 2015, l’Iran ha aderito come membro fondatore dell’iniziativa bancaria cinese Asian Investment Bank , la Asian Infrastructure Investment Bank , alla quale gli Stati Uniti e il Giappone hanno rifiutato di aderire …
Sembra quindi prendere forma un asse Mosca-Teheran-Pechino che Thomas Flichy di La Neuville ha descritto come “il nuovo impero mongolo (2)” e che Zbigniew Brzezinski aveva previsto dagli anni ’90.
Un’entità improbabile …
I tre paesi, plasmati da un acuto sentimento nazionale, sono lungi dall’avere dimensioni geografiche e umane comparabili. Sentono anche il bisogno assoluto di aprirsi agli Stati occidentali che rappresentano una domanda di solventi e sono fornitori di capitale e tecnologia … La loro capacità di opporsi all’egemonia è quindi limitata e irregolare.
Hanno anche interessi che possono rivelarsi divergenti. Ognuno aspira, sulla scala del continente asiatico, un luogo strategico che, se geograficamente complementare, compete anche con quello dei suoi due partner. Questa divergenza di interessi può quindi alimentare solo ulteriori motivi e sospetti, concretizzati dalle posizioni ambivalenti di Cina e Russia, ieri durante il conflitto iracheno-iraniano, oggi sull’energia nucleare iraniana. La Russia, in particolare, può sinceramente desiderare che Teheran acquisisca armi atomiche? D’altra parte, le controversie del passato hanno perso parte del loro significato poiché i due paesi non hanno più un confine terrestre dalla rottura dell’URSS. Né esiste, per il momento, una lotta per l’influenza in Asia centrale, anche nel Tagikistan della cultura iraniana. Qui la rivalità riguarda Mosca e Pechino.
Infine, questi paesi hanno poco in comune culturalmente e ideologicamente. I loro sistemi sociali non hanno nulla di paragonabile.
Tutto sommato, l’Iran, la Cina e la Russia condividono indubbiamente una visione divergente del mondo da quella trasmessa dall’Occidente, mentre la loro vicinanza geografica autorizza l’implementazione di complementarità economiche e collusione strategica. Ma hanno particolarità irriducibili che, se non ostacolano un inevitabile riavvicinamento, impediscono loro di essere troppo fuse. L’Iran ha quindi il suo progetto geopolitico per diventare una potenza regionale la cui influenza si estenderebbe sia al Medio Oriente che all’Asia centrale al fine di cessare di essere “una potenza limitata”. A medio termine, questo progetto prevede migliori relazioni con l’Occidente e anche con la Turchia, la chiave per il mondo di lingua turca.
Anche se la sua realizzazione, un vasto programma, richiederà non solo una normalizzazione del potere iraniano, ma anche una pacificazione regionale attualmente fuori portata, la straordinaria diplomazia iraniana, che si dice non sia mai buona come quando opera sul precipizio, tra cui lavoro…
I principi delle politiche liberali incoraggiate dal FMI sono così chiamati: deregolamentazione, privatizzazioni, apertura, rigore di bilancio, ecc.
Thomas Flichy di La Neuville, Cina, Iran, Russia, un nuovo impero mongolo? Lavauzelle, 2013.
Avevamo detto che la logica degli eventi culminati con l’uccisioni di Soleimani, ci sarebbe apparsa più chiara in seguito ai suoi sviluppi. Proviamo dunque a fare il punto del cosa e quanto successivamente successo, ha o non ha chiarito il quadro.
L’Iran ha inviato una serie di missili forse avvertendo per tempo gli americani di modo da non fare vittime. Ha mostrato i suoi gioielli (i missili erano tutti made in Iran), ha dato in pasto alle sue opinioni pubbliche un segno di presenza, ha minimizzato gli effetti concreti dell’attacco. In realtà, per dichiarazioni convergenti dei suoi vari vertici politici e militari, l’Iran ha ribadito che l’obiettivo di fondo rimane l’estromissione degli americani dalla regione, che a sua volta è una dichiarazione propagandistica che va ridotta a “estromissione dall’Iraq”.
Ci sono almeno tre buoni motivi per perseguire questo obiettivo: 1) non avere gli americani vicini di terra, stante che rimarranno vicini di acqua sulla sponda occidentale del Golfo Persico ed in parte nel Kuwait; 2) poter espandere la propria influenza sul territorio vicino vista la maggioranza sciita di quest’ultimo; 3) continuare a perseguire l’obiettivo del continuum territoriale che dia in qualche modo a Teheran la possibilità di portare una pipeline a sfociare nel Mediterraneo che poi era il cuore del lavoro tessuto da Soleimani.
A proposito di gas e Mediterraneo, va segnalato che: 1) il giorno dell’attacco Netanyahu si trovava in Grecia dove ha firmato con la Grecia e Cipro, accordi per una nuova pipeline che partendo dalle acque territoriali israeliane, via Cipro, arriverà in Grecia. I Greci hanno specificato che dell’accordo fa implicitamente parte l’Italia (poiché la pipeline, dalla Grecia andrebbe in Italia) che però non era presente per suoi motivi interni di governo; 2) pare che i Greci si apprestino anche a diventare porto d’attracco per l’importazione di gas GNL offerto dagli USA (fonte analista di al Jazeera ovvero Qatar). Più in generale, si stanno configurando due cartelli del gas, uno è quello turco-russo, l’altro è quello americano-israeliano-egiziano-cipriota-greco (con la linea egiziana che è concorrente di quella israeliana). Entrambi contano sulla riconversione energetica europea di transizione (da petrolio e carbone a gas, in attesa delle rinnovabili) ampiamente annunciata dalla ex punk U. von der Leyen; 3) pochi giorni fa il cartello turco-russo ha inaugurato il TurkStream che arriverà in Bulgaria e da lì Serbia ed Ungheria, mentre per completare a nord il NorthStream2 che arriverà in Germania, mancano solo 300 Km su i 2.500 previsti e già pronti. Su entrambi o meglio su i paesi partner, Trump è pronto ad elevare sanzioni secondo una legge firmata a dicembre e ratificata dal Congresso. Per altro i russi hanno fatto anche un nuovo accordo con gli ucraini nell’ambito dell’operazione disgelo promossa da Macron per far passare il gas di nuovo anche tramite loro. In Italia arriverà anche il TAP si stima nel 2020.
I turchi sono su tutte le furie con gli israeliani-greci-ciprioti in quanto, sebbene non riconosciuta dalla comunità internazionale, c’è una parte turca di Cipro e quindi pretendono di esser messi in torta al nuovo progetto. Ignorati, hanno allora fatto un accordo con la Libia e questa nuova liaison spiega anche il perché delle truppe di jihadisti siriani amici di Ankara inviati da quest’ultima in Libia. Libia in cui oltre a quello di terra, si può perforare nel Golfo di Sirte sotto il quale c’è sicuramente altro gas abbondante. La faccenda turco-greca animerà le cronache dei prossimi mesi/anni poiché sotto c’è una certa confusione su i diritti delle acque territoriali e quindi ci sarà da questionare parecchio. In questo casino s’inscrive l’ambizione di Teheran di aggiungersi al “porta anche tu il metano in Europa”, stante che a questo punto potrebbe anche portare quello del Qatar (visto che l’operazione Siria non è andata in porto) che è alleata e finanziatrice di Serraj tramite Erdogan, anche condividendo i panni ideologici sempre utili della comune “fratellanza musulmana”, che invece fa venire l’orticaria a quelli del Golfo ed all’Egitto.
Tornando a USA vs Iran, il giorno dopo lo strike iraniano, Trump ha detto che aumenterà la pressione sanzionatoria verso Teheran e tutti coloro che ancora fanno affari con Teheran (cioè l’Asia e la Russia), pretendendo più impegno da parte della NATO. Si potrebbe allora ipotizzare che Trump voglia in effetti quasi uscire quatto-quatto dall’Iraq facendo bella figura elettorale tipo “riporto i ragazzi a casa”, facendo anche finta di assecondare le volontà irachene che però vanno pesate in quanto sunniti e curdi non sono affatto d’accordo col ritiro americano voluto dagli sciiti, allentando la tensione con Teheran, ma senza effettivamente levare il piedino dall’Iraq poiché sostituito da quello NATO che è pur sempre una sistema ordinato dagli americani. La cosa diventerebbe confusa, con sopra tutta l’ulteriore confusione propagandistica, si guadagnano un po’ di mesi e dopo la rielezione si vedrà.
Ma Trump, invero, nel mentre tutti si aspettavano notizie sul fatto del giorno che era lo strike missilistico, è apparso circonfuso di luce avvicinandosi al leggio della conferenza stampa in quel della Casa Bianca, parlando invece di nucleare. E sul nucleare iraniano ha detto che tutti i paesi del precedente accordo debbono archiviarlo, incluso l’Iran che per altro non lo ha abbandonato del tutto pur avendo dichiarato l’aumento delle produzioni connesse. La sua raccolta di nuovi accordi da portare all’esame elettorale (di cui parlammo in un precedente post), avrebbe compimento laddove potesse presentarsi con un nuovo accordo con l’Iran. Trump infatti, mentre tutti aspettavano di sapere notizie sull’attacco, si è dilungato su i miliardi dati da Obama all’Iran a seguito di quell’accordo, mostrando alla propria opinione pubblica come questi abbiamo finanziato le strategie del super-cattivo Soleimani. Vedo analisti che snobbano la partita elettorale americana nell’analisi dei fattori, ma mi sa che sono poco informati sulle reali condizioni politiche di Trump e del suo centro di potere. Super sanzioni all’Iran quindi ed a tutti coloro che ci fanno affari cioè i co-firmatari del precedente accordo, a dire: “perché non la fate finita e mi fate fare questo nuovo accordo che ce ne stiamo tutti più tranquilli e felici?”.
Sul piano militare si segnala che gli USA stanno silenziosamente rinforzando la presenza aero-navale-missilistica nella zona a dire “io voglio trattare con le buone ma se necessario da qui a novembre, posso anche usare le cattive se preferite”. Tant’è che i dem hanno fatto un pronunciamento che tanto non passerà al Senato, per limitare i “poteri di guerra” del Presidente. Certo che i dem sanno cosa sta succedendo sul piano militare e lo sanno dal di dentro. “Speak softly and carry a big stick; you will go far” diceva Theodore Roosevelt, tra i beniamini di Trump per sua esplicita ammissione.
Middle East Eye (Qatar, se non amico, quasi-amico o non nemico dell’Iran, stante che comunque ospita la più grande base americana della zona da cui probabilmente è partito il drone killer di Soleimani, ma ha anche in condominio con l’Iran il più grande giacimento di gas del mondo sotto le onde del Persico) ha sostenuto che spifferi ottenuti dai diretti interessanti, dicono che le forze irregolari alleate di Teheran nella regione non sono pronte a condurre attacchi significativi, la decapitazione missilistica americana ha anche gettato in confusione le forze sciite in Iraq. Tant’è che si segnala la nascita di una sorta di federazione delle forze sciite perché lo sbandamento è stato forte. Iraq in cui si comincia a giocare anche la partita di nuove elezioni per un nuovo governo (parallelamente anche in Israele, con probabilità) che è poi quello che dovrebbe dar seguito ai pronunciamenti del parlamento sull’uscita della forze straniere dal proprio territorio e stante che il nazionalismo iracheno (inclusa una parte sciita), comincia a mal soffrire tanto gli americani, che gli iraniani.
Infine, Teheran, ha ammesso l’errore dell’abbattimento dell’aereo ucraino. Poteva non farlo ma l’ha fatto, segno che ci tiene a tenere un certo profilo a livello di comunità internazionale, pagando in immagine di affidabilità ma guadagnando in onestà. Potrebbe anche trattarsi di un segno di prevalenza dell’ala riformista vs quella militare, partita nota a gli USA da prima di colpire Soleimani e parte del quadro come dicemmo il giorno dopo il fatto.
Insomma, non abbiamo le idee molto più chiare o meglio abbiamo chiarito certi punti ma se ne sono aperti altri, come al solito. Chiudo con una nota metodologica. Allego cartina presa da un post di un contatto amico che ringrazio (Davide Ragnolini) perché esemplifica visivamente che sorta di grande casino sia il Medio Oriente, tenuto conto che manca l’affaire palestinese-israeliano, le questioni petrolifere, quelle ideologiche, gli sciiti e sunniti, per “semplificare”. Nonché la Cina, l’India e Keyser Söze. Anche a consigliare a molti amici di moderare gli impeti ideologici nel fare analisi, la realtà è già bella complicata e dovremmo tutti cercar di comprenderla meglio moderando l’entropia dei giudizi in libera uscita. Dopo tifiamo, ma prima raccontiamo la partita. Al prossimo aggiornamento che tanto la faccenda, come si sarà capito. “non finisce qui”.
L’Iran ha innescato la rappresaglia bombardando con razzi e missili due basi americane in Iraq. Hanno scelto la stessa ora in cui è morto assassinato Soleimani. Non risultano vittime americane; tutto lascia presumere, le voci all’interno degli ambienti militari americani lo confermano, che in realtà gli americani siano stati in qualche maniera avvertiti. Un tweet di fonte autorevole iraniana parla di rappresaglia avvenuta e afferma che ulteriori azioni dipenderanno dall’eventuale replica americana; segno che nella dirigenza farsi sta prevalendo al momento una posizione attendista non ostante l’oltranzismo di Kameney e delle frange dei Guardiani della Rivoluzione. Si sente anche la pressione diretta ed indiretta, vedi la missione in Siria e Turchia di Putin in persona, di russi e cinesi anche se il controllo sul regime iraniano è molto relativo. La situazione politica e la posizione dei militari in Iran è molto più instabile e incerta di quanto lascino intendere le manifestazioni legate alla cerimonia funebre di Suleimani; la proverbiale permeabilità degli apparati di sicurezza iraniani è tutta lì ad attestarlo. Qualche confusione nella operatività istituzionale comincia a manifestarsi anche negli Stati Uniti a seguito delle ormai annose divergenze politiche; l’esempio del comunicato di ritiro e riposizionamento delle forze americane in Iraq, poi smentito, ne è la prova
Il capo libanese di hezbollah, Nasrallah, ha tenuto a precisare di essere pronto a sostenere militarmente la reazione dell’Iran, ma senza pregiudicare gli equilibri politici in Libano. Un colpo al cerchio iraniano, per delimitare i limiti della propria solidarietà, un colpo alla botte libanese per salvaguardare la precaria alleanza che mantiene quel regime politico
Putin scende significativamente e in gran pompa a Damasco. Serve per ribadire a Stati Uniti e Iran che la Siria è sotto la propria tutela. Perde con Soleimani l’interlocutore più stretto, lo stratega politico-militare in grado di convincerlo alla fattibilità dell’intervento in Siria e del sostegno ad Assad; guadagna a suo favore un indebolimento della capacità strategica dell’Iran in Siria. Non ha gradito l’azione terroristica compiuta dagli Stati Uniti; ancor meno ha gradito le provocazioni iraniane all’ambasciata americana e contro le navi nel Golfo Persico proprio quando si profilava un ritiro americano quanto meno dalla Siria. Conosce bene i limiti della forza militare iraniana al cospetto di quella statunitense, specie in una situazione di guerra puramente distruttiva e la fragilità della solidarietà musulmana
qui sotto la mappa dei recenti terremoti verificatisi in Iran nei pressi dei siti nucleari. Ci sono sospetti sul loro carattere artificiale
gli Stati Uniti smentiscono fermamente che Soleimani fosse in Iraq in veste di diplomatico
Il giorno dopo l’assassinio di Soleimani, data la gravità della situazione, aggiorneremo questa pagina con notizie importanti ed eventi che emergeranno strada facendo. Pare che le componenti oltranziste dei vari contendenti, le quali comprendono questa volta direttamente la presidenza americana, si sostengano vicendevolmente, per salvaguardare la propria libertà di azione, nell’alimentare uno scontro irreversibile che porti alla sconfitta conclamata di una delle parti
A MENO DI IMMINENTI EVENTI CATASTROFICI CON QUESTO ULTIMO AGGIORNAMENTO DELLE 22:10 CHIUDIAMO QUESTA FINESTRA. UN IMPEGNO CHE HA RICHIESTO PARTICOLARE ATTENZIONE E ORE DI RICERCA TRA LE VARIE FONTI SPESSO MOLTO DIFFICILI DA REPERIRE. RITENIAMO CHE I LETTORI ABBIANO GRADITO, SPECIE IN UN PANORAMA EDITORIALE AVARO DI NOTIZIE DIRETTE E TEMPESTIVE, PER NON PARLARE DELL’ACUME DELLE ANALISI, PUR CON ALCUNE LODEVOLI ECCEZIONI. RESTA IL RAMMARICO PER LA SCARSA CORRETTEZZA DEI FRUITORI PROFESSIONALI E SEMIPROFESSIONALI DEL SERVIZIO I QUALI SOLO ECCEZIONALMENTE RIPRENDONO O DIFFONDONO LA FONTE DEI LORO “SCOOP”; FONTE ALIMENTATA DA UN IMPEGNO DEL TUTTO VOLONTARIO E GRATUITO. NEL CASO LA SITUAZIONE DOVESSE PRECIPITARE PROVEREMO A RIAPRIRE LA FINESTRA. A COMINCIARE DALLA LIBIA PROBABILMENTE NON CI SARA` DA ATTENDERE MOLTO TEMPO_per la redazione Giuseppe Germinario
06/01/2020 0re 22:10CONFERMATO DA REUTERS QUELLO CHE AVEVAMO DETTO NEL NOSTRO ULTIMO AGGIORNAMENTO (siamo piùveloci dei mass media😁): La coalizione guidata dagli Stati Uniti ha comunicato ai militari iracheni che si ritirerà dall’Iraq per rispetto della sua sovranità nazionale!
U.S.-led coalition tells Iraqi military it will withdraw from Iraq out of respect for the nation's sovereignty pic.twitter.com/SaQJgbaGgD
06/01/2020 0re 21:05 CONFERMATO: Ci sarebbero movimenti enormi di truppe e personale Americano dalla zona verde di Baghdad. Un numero elevato di elicotteri Apache starebbero sorvolando l’area della zona verde. DA CONFERMARE: Il Corpo dei Marines ha avviato una serie di procedure per un ritiro sicuro “safe exit” dal territorio iracheno o riposizionamento delle truppe stesse. Se confermato vuol dire che le truppe verranno dispiegate in un luogo più sicuro (Kurdistan Iracheno?) Oppure una evacuazione totale per evitare rappresaglie a seguito di un eventuale massiccio attacco missilistico e aereo al territorio Iraniano contro obiettivi strategici. Tra potenziali obiettivi ci sarebbero tutte le installazioni militari Iraniane, tutte le centrali nucleari, il mausoleo di Khomeini e l’attuale Guida Suprema dell’Iran; Ali Khamenei
06/01/2020 0re 21:05 Dichiarazione di Trump: Minaccia sanzioni all’Iraq che faranno impallidire quelle imposte all’Iran. Per questo il governo Iracheno sta “modificando” le sue richieste agli Stati Uniti
06/01/2020 0re 21:05 Dopo la minaccia di Trump di imporre sanzioni economiche contro L’Iraq il primo ministro Mahdi “ridimensiona” la richiesta agli USA di lasciare il paese
06/01/2020 0re 20:54 L’esercito nazionale della Libia ha liberato completamente la città di Sirte e tutte le sue aree circostanti dopo aver sconfitto le milizie islamiste del GNA. I video mostrano le truppe e cittadini di Sirte.
06/01/2020 0re 19:14 Netanyahu getta Trump sotto l’Autobus: Il primo ministro Israeliano ha detto al gabinetto di sicurezza che Israele non è coinvolto nell’uccisione di Soleimani e ha sottolineato “che è una affare Americano e noi dovremmo starne fuori”.
BREAKING: Netanyahu told security cabinet that Israel wasn't involved in the killing of Soleimani and stressed "it is a U.S. event and we should stay out of it", according to 2 cabinet ministers who attended the meeting
06/01/2020 0re 19:05 Le forze di Haftar hanno preso controllo della città costiera di Sirte dal governo di Tripoli.
06/01/2020 0re 18:59 L’ambasciata americana avverte i cittadini americani in Israele di un possibile attacco missilistico
06/01/2020 0re 18:45 Il leader politico di Hamas e del PIJ (Movimento per il Jihad Islamico in Palestina)il generale Ziad Al-Nakhala, in questa foto sono insieme a visitare la casa e parlare con la figlia di di Qasem Soleimani.
06/01/2020 0re 18:38Intensa attività dell’ IDF e IAF (Aviazione ed Esercito Israeliano) sul Libano, sono inoltre segnalati UAV (Droni Israeliani) su Tiro.
06/01/2020 0re 18:00Jens Stoltenberg, il segretario generale annuncia che le forze della NATO hanno sospeso tutti gli addestramento in Iraq.”Stiamo prendendo tutte le precauzioni necessarie per proteggere il nostro personale. Stiamo valutando la situazione attentamente.” Gli addestramenti delle forze di sicurezza Irachene riprenderanno quando la situazione è sicura.
06/01/2020 ore 17:50 Secondo fonti militari americane il sistema missilistico iraniano è stato portato a livello di allerta rinforzato su tutto il territorio
06/01/2020 0re 17:00 Le quattro probabili opzioni di rappresaglia prospettate dalla dirigenza iraniana, sulla base delle dichiarazioni rilasciate da vari esponenti, sono: l’assassinio di uno o più dirigenti militari e politici statunitensi dentro e fuori il loro territorio nazionale; attacchi missilistici contro le 15 basi militari americane in Iraq; obbiettivi militari americani, fissi e mobili, basati intorno al Golfo Persico; obbiettivi militari israeliani, in quanto paese direttamente corresponsabile. Sempre fonti filoiraniane confermano l’azione diplomatica americana consistente in almeno due dispacci inviati per il tramite di rappresentanti elvetici e qatarioti
06/01/2020 ore 08:15 Il leader supremo di Iraniano scoppia in lacrime mentre recita preghiere funebri per il funerale di Qassem Soleimani in corso a Tehran.
06/01/2020 ore 07:59 I nomi di 704 dei 1.500 manifestanti uccisi durante la rivolta a novembre in Iran, sono stati pubblicati dalla resistenza iraniana. Tra di loro ci sono 54 donne.
List of women killed during #Iranprotests in November 2019. At least 400 women fell for freedom during Iran protests in November 2019.
06/01/2020 ore 04:30 I manifestanti iracheni attaccano il palazzo della milizia Khamenei Hashd al Shaabi a Dhi Qar, Iraq.
#Iraqi protestors attack pro Khamenei Hashd al Shaabi militia building in Dhi Qar, #Iraq. The fight against Soleimani & Khamenei’s oppression continues. pic.twitter.com/ODaFWJA5ov
06/01/2020 ore 04:05 Come risposta ad una eventuale richiesta fatta dagli Iracheni agli americani di lasciare il paese, Trump ha minacciato sanzioni a Baghdad e ha detto che gli Stati Uniti non lasceranno il paese a meno che gli Iracheni non rimborsano il prezzo della basi militari americane e i soldi spesi dagli Stati Uniti nella ricostruzione del paese.
06/01/2020 ore 03:59 Segnalazioni di intensa attività di caccia dell’aviazione Israeliana. Cittadini Israeliani segnalano rumore inteso di Caccia sul tutto il paese. Molti non riescono a dormire.
06/01/2020 ore 03:49 Fra qualche ora, seconco fonti Irachene, il primo ministro Mahdi si dovrebbe incontrare ufficialmente con l’ambasciatore degli Stati Uniti per notificare alle truppe statunitensi l’ordine di lasciare il paese.
06/01/2020 ore 03:45 Caccia americani stanno sorvolano la provincia di Anbar.
06/01/2020 ore 00:45 Nelle prossime 48-72 hours si aspettano operazioni militari congiunte Israele-USA di enorme respiro. Ci sono voici di una mobilitazione massiccia dell’Aviazione Israeliana. Secondo le mie fonti; numerosi caccia Israeliani sarebbero già in volo. Attendiamo sviluppi e conferme
06/01/2020 ore 00:06 Foto dei terroristi di Al Shabaab che hanno ucciso un militare e due due civili del Dipartimento della Difesa Americana durante l’assalto alla base Kenyota Simba (Mamda Bay). I terroristi sono stati tutti eliminati.
05/01/2020 ore 23:26 Giusto per sorridere un po` e alleggerire questi tempi di tensioni: l’Iran ha annunciato il sostituto di Soleimani e di Al Muhandis:
05/01/2020 ore 23:26 Questi sarebbero i mortai usati per attaccare la zona verde, attendiamo conferma
05/01/2020 ore 23:18Conseguenza degli attacchi con razzi vicino l’Ambasciata Americana.
05/01/2020 ore 23:11 David Petraeus afferma che “è impossibile sopravvalutare il significato” dell’eliminazione del terrorista iraniano Soleimani. “Questa operazione e più importante dell’eliminazione di Osama bin Laden e il leader dell’ISIS”
05/01/2020 ore 22:40 Il generale di brigata Hossein Dehghan dichiara che la risposta iraniana sarà militare. Sarà adeguata al tipo di offesa arrecata dagli americani ma sarà contenuta, se possibile, in modo da evitare un conflitto generalizzato. Siamo quindi agli avvertimenti e alla presa delle misure reciproche. Gli iraniani continuano a riferire di contatti della presidenza americana tesi a limitare l’azione di ritorsione iraniana. Il paese più inquieto di quell’area sembra essere l’Arabia Saudita
05/01/2020 ore 21:35 I legislatori iracheni presentano una richiesta al Primo Ministro di cambiare il nome dell’aeroporto internazionale di Baghdad in “aeroporto internazionale Al Muhandis”. In onore di Al muhandis che fu assassinato con Soleimani.
05/01/2020 ore 21:20 I canali iracheni affermano che i missili lanciati contro la Green Zone sono un totale di 5, non 3. Diversi morti. Non sappiamo ancora chi siano le vittime.
05/01/2020 ore 21:023 razzi hanno colpito nelle vicinanze dell’ambasciata americana nella Green Zone. Non si sa ancora se ci sono vittime.
05/01/2020 ore 21:01RAZZI STANNO COLPENDO LA ZONA VERDE DI BAGHDAD VICINO ALL’AMBASCIATA USA.
05/01/2020 ore 21:00Ufficiale: La coalizione guidata dagli Stati Uniti ha sospeso tutte le operazioni contro l’ISIS in Iraq, le forze verranno riposizionate per proteggere le strutture e il personale americano
05/01/2020 ore 20:50 Il movimento di Al-Nujaba chiude tutti i suoi uffici incluso il suo quartier generale in Iraq e torna alla resistenza armata.
05/01/2020 ore 20:37 Dichiarazione ufficiale di Zarif: Come quinta e ultima fase di correttivo, ai sensi del paragrafo 36 del JCPOA, non vi saranno più restrizioni sul numero di centrifughe. Questo passaggio è contenuto all’interno di JCPOA e tutti e 5 i passaggi sono reversibili in caso di una migliore attuazione degli obblighi reciproci. La piena cooperazione dell’Iran con l’AIEA continuerà.
As 5th & final REMEDIAL step under paragraph 36 of JCPOA, there will no longer be any restriction on number of centrifuges
This step is within JCPOA & all 5 steps are reversible upon EFFECTIVE implementation of reciprocal obligations
05/01/2020 ore 20:31 Macron:E importante per l’Iran evitare che compia azioni che minacciano la stabilità regionale
05/01/2020 ore 20:28 Nell’amministrazione precedente l’Iran aveva obbligato i nostri marinai ad inginocchiarsi…
.@SecPompeo on Iran: This is a regime that has been acting against America for an awfully long time. We’re trying to contain them. We’re trying to correct for what was the Obama administration’s appeasement of Iran. We have to continue to do that, or Americans will be less safe. pic.twitter.com/oJ985YXhpm
05/01/2020 ore 20:15 Il 75 ° Reggimento dei Ranger dell’esercito degli Stati Uniti sarà`schierato nel Medio Oriente. Solo in Iraq; quest’ultimo dispiegamento parta a 5.000 le truppe statunitensi presenti nel paese. ll 75 ° Reggimento Ranger è noto per la sua particolare capacità di condurre raid ad azione diretta per catturare o uccidere obiettivi di alto valore.
05/01/2020 ore 20:04 Contrordine! Il governo iraniano: Teheran è pronta a tornare all’accordo nucleare in caso di fine delle sanzioni. (NON SUCCEDERÀ MAI! LA NAVE E ORMAI SALPATA)
إيران: الحكومة الإيرانية: طهران مستعدة للعودة إلى الاتفاق النووي في حال انتهاء العقوبات وتحقيق مصالحها من الاتفاق
05/01/2020 ore 19:33 L’Iran ha deciso di intraprendere un ulteriore passo verso il disimpegnano dalle obbligazioni dal JCPOA (accordo sul Nucleare).In particolare, l’Iran abbandonerà il punto chiave riguardo le limitazioni operative, la “limitazione del numero di centrifughe”. L’arricchimento sarà “illimitato” in base alle esigenze del paese.
05/01/2020 ore 19:09 UNA PRECISAZIONE IMPORTANTISSIMA: La decisione del parlamento Iracheno di espellere gli americani dal paeseNON HA valore esecutivo, NON E` VINCOLANTE, richiede l’approvazione di un’apposita legge e il governo non e` in condizione di vararla. Il Primo Ministro iracheno e il Presidente devono fornire un piano (che potrebbe richiedere molti mesi). Il voto in parlamento ha di fatto un valore simbolico.
Basically, the session was a show. The decision simply asks Government to do whatever it should do to limit and gradually end Foriegn forces in Iraq, arms under Gov control only. No decision to expel trainers.
— MP Sarkawt Shams :النائب سەرکەوت شمس الدين (@MPSarkawtShams) January 5, 2020
05/01/2020 ore 18:30 I parlamentari curdi si sono rifiutati di cooperare con il parlamento iracheno sull’espulsione delle forze statunitensi dall’Iraq. Per loro, questo significherebbe consegnare l’intero paese all’Iran.
05/01/2020 ore 18:18 Segnalati pesanti scontri in Iraq fra dimostranti anti-miliziani e forze filo-iraniane
بعد تعرض المتظاهرين لاطلاق نار من قبل المليشيات واستشهاد عدد منهم لمنعهم التشييع الرمزي للمقبور #سليماني، إحراق مبنى لهيئة الحشد الشعبي في #الناصريةpic.twitter.com/0EwyUEc2Fm
05/01/2020 ore 18:00 Foto di Qassem Soleimani esposta oggi in Parlamento Iracheno accompagnato dai slogan Anti-USA.
05/01/2020 ore 17:49 Il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg ha convocato, per domani, la riunione del Consiglio.
05/01/2020 ore 17:45 Continua il massiccio dispiegamento di truppe americane nel medio oriente
05/01/2020 ore 17:04 Gli Stati Uniti sospendono l’addestramento delle truppe irachene per concentrarsi tutto sulla sicurezza a seguito dell’uccisione di Soleimani
05/01/2020 ore 17:04Aviazione Israeliana molto attiva:
05/01/2020 ore 17:00 Il Parlamento Iracheno vota per espellere i militari statunitensi dall’Iraq. PM Abdul Mahdi: “È ora che le truppe americane se ne vadano”. Soleimani era suo ospite e l’intervento degli Stati Uniti era illegale. Moqtada Sadr chiede la chiusura dell’ambasciata americana a Baghdad.
05/01/2020 ore 16:30 Proseguono i contatti diplomatici tra Iran e Turchia, anche se difficilmente i turchi prenderanno posizioni dichiaratamente ostili all’attacco americano. Convocato il parlamento iracheno per decidere sulla richiesta di ritiro delle truppe americane. Gran parte dei parlamentari non si sono presentati o sono contrari alla richiesta sostenuta dalle componenti filoraniane. Il fronte sciita non è poi così compatto e quello sunnita teme una netta prevalenza della componente filoraniana. La seduta sino ad ora non riesce a proseguire per mancanza del numero legale. Si profila l’eventualità di un confronto militare interno. La fazione di Hezbollah ha intimato alle truppe irachene di allontanarsi di almeno un km dalle basi americane in previsione di attacchi
05/01/2020 ore 10:45 Primi militari turchi caduti in Libia ad opera dell’aviazione del Generale Haftar. I sauditi condannano con decisione l’intervento turco in Libia. Teheran mette in guardia gli Stati Uniti dal mettere in atto l’eventuale attacco ritorsivo a 52 obbiettivi in territorio iraniano. Sarebbe un ulteriore atto terroristico. Pare evidente un atteggiamento di attesa. Rimandiamo all’ultimo articolo di de Martini per alcune considerazioni opportune https://italiaeilmondo.com/2020/01/04/dollari-e-dispetti-di-antonio-de-martini/
I05/01/2020 ore 09:04 Il sovrano dell’Oman, Sultan Qaboos, ha invitato gli Stati Uniti e l’Iran a risolvere diplomaticamente i loro problemi e ha chiesto alla comunità internazionale di intensificare gli sforzi per la pace nella regione – Arab News
05/01/2020 ore 09:02 Bara del Gen.Solimani portato nella città iraniana di Ahvaz, dove migliaia di persone stanno partecipano al funerale
05/01/2020 ore 08:50 Continua inesorabilmente a crescere la presenza dei Marines e di personale militare Americano a Baghdad in Iraq. Cominciano ad arrivare e prendere posizione i migliaia di militari Americani mandati da Trump in Medio Oriente.
05/01/2019 ore 08:43 Marines con il 2 ° battaglione, 7 ° Marines, incaricato di rafforzare il complesso dell’ambasciata di Baghdad in Iraq.
05/01/2020 ore 08:20 ll Pakistan si schiererebbe con l’Arabia Saudita nella volatile situazione che si sta sviluppando in Medio Oriente. Questo perché il regno saudita ha sempre sostenuto il Pakistan di fronte a ogni situazione difficolta. Ha detto sabato il ministro degli affari religiosi Pir Noorul Haq Qadri.
05/01/2020 ore 08:02 Il tentativo di attacco da parte di militanti di Al-Shabaab a Camp Simba, base militare congiunta Stati Uniti-Kenya è stato respinto con successo, almeno quattro militanti sono stati uccisi.
05/01/2020 ore 07:05 Lo Stato Ombra passa informazioni secretate sull’operazione che ha ucciso Soleimani a una giornalista del New York Times per danneggiare Trump. Potete leggere sotto i tweet della giornalista che ha pubblicato i “leaks”.
1. I’ve had a chance to check in with sources, including two US officials who had intelligence briefings after the strike on Suleimani. Here is what I’ve learned. According to them, the evidence suggesting there was to be an imminent attack on American targets is “razor thin”.
05/01/2020 ore 07:01 Militanti di Al-Shabaab hanno attaccato la basi militare di Camp Simba nella baia di Manda di Lamu. L’organizzazione radicale islamista al Shabaab ha rivendicato d’assalto alla base militare in Kenya; l’area è utilizzata sia dal personale militare statunitense che da quello keniota. non si conosce se e quante vittime ci sono.
05/01/2020 ore 07:00 Il gabinetto della sicurezza Israeliana si riunirà oggi alle 13:00 come conseguenza dell’assassinio di Soleimani
05/01/2020 ore 06:43 Il presidente Trump aveva respinto l’idea di uccidere Soleimani a fine dicembre e aveva invece optato per attacchi aerei. Successivamente, ha cambiato idea dopo aver visto l’assalto dell’ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad – (New York Times)
05/01/2020 ore 06:35 “Questa non è una bandiera di lutto. È una bandiera che indica che l’Iran sta mobilitando la sua intera società verso un conflitto mai visto prima. Questa bandiera non è stata dispiegata nemmeno durante la guerra Iran-Iraq. La bandiera dell’Imam Hussein e il rosso commemora il suo sangue che fu ingiustamente versato.”
05/01/2020 ore 06:28 Gli Stati Uniti hanno appena speso due trilioni di dollari in armamento militare. Siamo i più grandi e di gran lunga i MIGLIORI al mondo! Se l’Iran attacca una base americana, o qualsiasi americano, utilizzeremo alcune di queste nuove meravigliose attrezzature apposta per loro … e senza esitazione!
The United States just spent Two Trillion Dollars on Military Equipment. We are the biggest and by far the BEST in the World! If Iran attacks an American Base, or any American, we will be sending some of that brand new beautiful equipment their way…and without hesitation!
05 /01/2020 ore 06:22 Ci hanno attaccato e noi abbiamo risposto. Se attaccano di nuovo, cosa che consiglio vivamente di non fare, li colpiremo più forte di quanto non siano mai stati colpiti prima!
They attacked us, & we hit back. If they attack again, which I would strongly advise them not to do, we will hit them harder than they have ever been hit before! https://t.co/qI5RfWsSCH
05 /01/2020 ore 06:01 Le milizie irachene hanno cambiato i numeri di telefono dei leader e dei loro assistenti, sostituendo anche gli apparecchi telefonici. Tutti i cellulari dei miliziani sarebbero compromessi.
05 /01/2020 ore 05:38 Secondo fonti libiche; un ufficiale dell’esercito turco è morto e altri 3 feriti all’aeroporto internazionale di Mitiga dopo che la Libya National Air Force ha effettuato un attacco aereo contro un hangar usato da aerei turchi. Sarebbe ufficialmente i primi morti Turchi in Libia.
05 /01/2020 ore 05:25 A questo punto vogliamo ri-proporvi le immagini degli incontri segreti tenutisi a Parigi, nel Maggio del 2018, tra John Kerry e gli Iraniani.
05 /01/2019 ore 05:08 Il generale Ahmed al-Mismari, durante una conferenza stampa ha dichiarato che l‘esercito nazionale libico e pronto a “respingere l’invasione turca” e che la sua marina è pronta a prendere il controllo e proteggere la costa del paese.
05 /01/2019 ore 05:00 Il vice ministro della Difesa dell’Arabia Saudita, il principe Khalid bin Salman, si incontrerà con alti funzionari della Casa Bianca a Washington per discutere strategie volte a ridurre le tensioni nella regione.
05 /01/2019 ore 04:37 Secondo un rapporto di Asharq al-Awsat, leader militari sauditi si sono incontrati con controparti di “paesi alleati” per “sviluppare una migliore strategia per affrontare la milizia Houthi” in caso di attacchi a strutture civili ed economiche.
05 /01/2019 ore 04:31 Proteste contro Trump in San Francisco
05 /01/2019 ore 04:00 Il portavoce delle forze armate iraniane, il generale di brigata Abolfazl Shekarchi ha dichiarato che l’Iran “preparerà pazientemente un piano, per rispondere a questo atto terroristico in modo schiacciante e potente”. Ha aggiunto: “Siamo noi a decidere l’ora e il luogo della nostra risposta”.
05 /01/2019 ore 04:00 Il mio messaggio per il popolo iraniano è inequivocabile: Prendete ciò che è giustamente vostro; la dignità che deriva dal fatto che sei un essere umano. La libertà di vivere, la libertà di adorare il tuo Dio nel modo che scegli.
05 /01/2019 ore 03:50 Arrivo della bara di Soleimani a Teheran
05 /01/2019 ore 03:43 Il sito web della biblioteca federale del governo americano è stato hackerato da gli iraniani.
05 /01/2019 ore 01:23 Confermato: B-52s al momento stanno sorvolando l’Iraq. Non Confermato: Alcuni di questi B52 hanno capacità atomica.
05 /01/2019 ore 01:20 Al-Hadath: Miliziani shite sono stati uccisi e feriti in un bombardamento di un quartier generale vicino al confine siriano-iracheno
#العراق — مراسل الحدث: قتلى وجرحى من عناصر الميليشيات في قصف على مقر قرب الحدود السورية العراقية
05 /01/2019 ore 01:17 La Germania invierà 60 soldati in Iraq. Il ministro degli Esteri tedesco; Heiko Maa,s intende tenere colloqui diretti con l’Iran per cercare di calmare la situazione
05 /01/2019 ore 01:06Il presidente Trump afferma che gli Stati Uniti hanno “preso di mira 52 siti iraniani” che gli Stati Uniti colpiranno se l’Iran colpisce qualsiasi americano o risorsa americana
05 /01/2019 ore 01:05 “Dobbiamo ritirare i nostri militari dall’Iraq e dalla Siria. Quante altre vite americane, quanti altri trilioni di dollari saranno sprecati prima di abdicare? Adesso, o tra 20 anni, non ci sarà mai nessuna vittoria americana.”
05 /01/2019 ore 00:15 Dopo otto anni di silenzio assordante e totale, in cui l’amministrazione Obama ha bombardato sette paesi, lanciando oltre 100,000 bombe, autorizzato dieci volte di più attacchi con droni rispetto George W. Bush, uccidendo una miriadi di vittime innocenti e destabilizzando intere aree geografiche; i movimenti pacifisti si rifanno vivi, meglio tardi che mai…
04/01/2019 ore 23.55 Domanda e risposta sull’anello che portava Soleimani:L”anello gli era stato donato dall’ayatollah Khamenei.
04/01/2019 ore 23.38 Secondo l’agenzia Reuter ripresa da giornali del quadrante mediorientale il Generale Soleimani, a seguito delle manifestazioni antiraniane tenutesi in Iraq, stava pianificando, assieme ai gruppi filoiraniani più oltranzisti in Iraq, un serie di provocazioni e di attacchi in modo da spingere gli americani ad attacchi massicci e indiscriminati tali da far accrescere l’ostilità antiamericana in Iraq. Il piano prevedeva tra l’altro il trasferimento in Iraq di milizie ed armi sofisticate dall’Iran
04/01/2020 ore 22:00 Il principe ereditario Mohammad Bin Salman dell’Arabia Saudita ha chiamato il Primo Ministro dell’Iraq. Re Salman ha sottolineato “l’importanza della stabilità nella regione”.
04/01/2020 ore 21:20 Colpite simultaneamente da due obici di mortaio la zona verde ultra securizzata di Bagdad e una base aerea americana in Iraq senza far vittime
04/01/2020 Ore 21:19 Caccia militari hanno attaccato siti della milizia appoggiata dall’Iran vicino ad Albu Kamal, nella Siria occidentale e il sito della milizia Kata’ib Hezbollah appoggiata dall’Iran, che ospita magazzini di missili a corto e medio raggio iraniani nella regione di Al-Qaim, al confine tra Iraq e Siria. Non siamo sicuri se i caccia appartengono agli Stati Uniti o all’aviazione Israeliana.
04/01/2020 Ore 21:10 La USS Bataan, con F-35 e quasi 2.000 marines, diretta verso il Mediterraneo. La marina Britannica riprende le scorte di navi mercantili attraverso Straight of Hormuz a seguito delle crescenti tensioni Iran.
https://en.wikipedia.org/wiki/USS_Bataan_(LHD-5)
04/01/2020 Ore 21:02La figlia del Gen. Soleimani chiede a Hassan Rouhani: chi si vendicherà di mio padre? Rouhani: non preoccuparti, tutti vendicheranno il suo assassinio
04/01/2020 Ore 20:56 Il ministro delle finanze del Qatar, Mohammed Al Thani, a Teheran oggi. Foto di @AbasAslani
04/01/2020 Ore 20:27 I paracadutisti dell’esercito Americano lasciano Fort Bragg per il Kuwait
04/01/2020 Ore 20:16 “E` impossibile non negare l’importanza di questa azione. La morte di Soleimani è molto più significativa dell’uccisione di Osama bin Laden. È persino più importante dell’uccisione di Baghdadi “. General David Petraeus
04/01/2020 Ore 20:05 RICAPITOLANDO: Attacchi su vasta scala sono ora in corso con almeno 5 bersagli dove sono presenti forze statunitensi, non ci sono notizie di vittime tra militari o civili americani:
Ambasciata USA, Baghdad Quartiere di Al-Jadirya, Baghdad Balad Airbase Al-Kindi Camp, Mosul Vecchio palazzo presidenziale in Baghdad
04/01/2020 Ore 20:01 Colpi di mortaio vicino all’area del palazzo presidenziale in Baghdad. Sul Luogo si trovano militari USA
04/01/2020 Ore 19:52 Il Ministero della Difesa e la polizia Ceca sospendono l’addestramento di militari Iracheni pur rimanendo nelle loro basi.
Čeští vojáci v misi NATO v Iráku jsou všichni v pořádku a zůstávají na svých základnách. Stejně jako další spojenci přerušili výcvik místních ozbrojených sil. Případné další kroky budou záležet na vývoji situace a na dohodě v rámci NATO.
04/01/2020 Ore 19:48 Ufficiale: Colpi di mortaio nelle vicinanze della base militare di Al-Kindi a Mosul.
04/01/2020 Ore 19:43I corpi di Qasem Soleimani e Abu Mahdi al-Muhandis sono arrivati all’aeroporto di Najaf in Iraq per il trasporto delle salme in Iran.
04/01/2020 Ore 19:17 ll Ministero della Difesa egiziano ha diffuso le foto e i filmati dell’attuale esercitazione congiunta di Egypt Air Force, Army & Navy. Questo esercizio si svolge in risposta alla minaccia causata dalla Turchia. Lo scopo delle esercitazioni e quello di aumentare la prontezza delle forze armate egiziane a fronteggiare qualsiasi aggressione turca in Libia!
04/01/2020 Ore 19:03 Continua il massiccio movimento dell’aviazione Americana di truppe aviotrasportate:KC-10A 85-0031/C-17A Globemaster III 01-0187/CN-235 300 96-6042/C-5M Galaxy 87-0029/C-5M Galaxy 69-0024/KC-130J Hercules 166514
04/01/2020 Ore 19:00 Il Comandante delle operazioni speciali per le brigate Hezbollah in Iraq: “I servizi di sicurezza e i civili Iracheni dovrebbero allontanarsi dalle basi statunitensi per una distanza non inferiore a mille metri, a partire da domenica sera.”
04/01/2020 Ore 18:50 Fonti non ufficiali: Una serie di attacchi missilistici hanno colpito la base della milizia di mobilitazione popolare appoggiata dall’Iran sulla zona di confine Iraq-Siria (https://www.alhurra.com)
04/01/2020 Ore 18:45 In attesa di conferma: 5 civili feriti dopo l’attacco di un razzo vicino a Baghdad Green Zone.
Confermato tramite il Times: 3 militari iracheni feriti dopo l’attacco di un razzo alla base aerea di Balad a nord di Baghdad
04/01/2020 Ore 18:39 I Palestinesi oggi a Gaza:
04/01/2020 Ore 18:12 Molti si chiedono dove era Moqtada al-Sadr? Eccolo nella foto oggi al funerale di Soleimani.
04/01/2020 Ore 18:12IMPORTANTISSIMO:Fonti non ufficiali sostengono che la base aerea di Balad, nel nord dell’Iraq, è stata colpita da missili pochi minuti fa. Sviluppo importante se risulterà vera questa voce. Attendiamo conferme
04/01/2020 Ore 18:12 Maryam Rajavi, Presidente eletto del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, voce di spicco dei diritti e della tolleranza per le donne iraniane: “La comunità internazionale, in particolare quella europea, deve porre fine alla politica di pacificazione e riconoscere il diritto del popolo iraniano di resistenza e difendersi per la libertà di sostituire la sovranità popolare al posto del dominio dei mullah”
04/01/2020 Ore 17:35 Ho discusso con il presidente iracheno Salih la decisione di Donald Trump di intraprendere azioni difensive per proteggere il personale e gli interessi degli Stati Uniti all’estero e ho ribadito che gli Stati Uniti continuano a impegnarsi per la distensione.
Discussed with Iraqi President Salih @realDonaldTrump’s decision to take defensive action to protect U.S. personnel and interests abroad, and I reaffirmed that the U.S. remains committed to de-escalation.
04/01/2020 Ore 17:25Il Parlamento iracheno terrà una sessione di emergenza: voterà se espellere le forze statunitensi dal paese
04/01/2020 Ore 17:23Oggi, con il ministro degli Esteri turco Cavusoglu abbiamo discusso della decisiva azione difensiva impiegata da Donald Trump a Baghdad per proteggere vite americane. Ho ribadito l’importanza di contrastare le attività destabilizzanti del regime iraniano.
Today, Turkish Foreign Minister Cavusoglu and I discussed the decisive defensive action @realDonaldTrump employed in Baghdad to protect American lives. I reiterated the importance of countering the Iranian regime’s destabilizing activities.
04/01/2020 Ore 17:18 Il ministro degli esteri del Qatar in visita a Hassan Rouhani a Teheran: “Vi trasmettiamo dal Qatar le nostre più sentite condoglianze per il martirio del generale Qasem Soleimani, una perdita per il vostro popolo”.
04/01/2020 Ore 11:30 Migliaia di persone in lutto che invocano L’America come il Grande Satana, stanno marciando oggi nella processione funebre, attraverso Baghdad, per i leader iraniani e i militanti iracheni, che sono stati uccisi in un attacco aereo americano.
04/01/2020 Ore 11:20La processione funebre per Qassem Soleimani e Abu Mahdi Al Muhandis si sta svolgendo proprio ora a Baghdad
Nuri al-Maleki, ex primo ministro dell’Iraq
04/01/2020 Ore 11:19 “La domanda che ci si chiede è perché il ministro degli esteri del Qatar si sta recando a Teheran nel momento in cui il funerale di Qassem Soleimani si svolge a Baghdad?” Vorremmo saperlo anche noi…
04/01/2020 Ore 11:06 Il ministro degli Esteri iraniano Zarif minaccia di esporre i diplomatici occidentali che hanno preso tangenti per creare l’accordo nucleare.
04/01/2020 Ore 10:41Un iracheno e un siriano che erano a bordo dell’aereo, che a Baghdad aspettava Soleimani, sono stati arrestati.
04/01/2020 Ore 09:43Candele accese sulla strada per l’aeroporto di Baghdad , vicino al luogo dell’esecuzione di Suleimani.
04/01/2020 Ore 08:57 Massiccio Movimento di Aviazione Americana: USAF Lockheed C-5M Super Galaxy-RCH827-RCH543-RCH827-RCH609-RCH979-USAF C-17A Globemaster III-RCH622-RCH164-RCH957-RCH402-RCH417-RCH707-RCH311
04/01/2020 Ore 07:38 Il Comando Americano nega l’attacco di ieri a Taji. Chi ha colpito quindi il convoglio a Taji? Israele, Arabia Saudita?
The Coalition @CJTFOIR nei giorni scorsi NON ha condotto attacchi aerei vicino a Camp Taji (a nord di Baghdad).
FACT: The Coalition @CJTFOIR did NOT conduct airstrikes near Camp Taji (north of Baghdad) in recent days.
— OIR Spokesman Col. Myles B. Caggins III (@OIRSpox) January 4, 2020
04/01/2020 Ore 07:20 Segretario Pompeo: Ho parlato oggi con Yang Jiechi, membro del Politburo cinese, per discutere di della decisione da parte di Donald Trump di eliminare Soleimani in risposta alle minacce imminenti alla vita di cittadini americani. Ho ribadito il nostro impegno per ridurre le tensioni.
I spoke today with Chinese Politburo Member Yang Jiechi to discuss @realDonaldTrump's decision to eliminate Soleimani in response to imminent threats to American lives. I reiterated our commitment to de-escalation.
04/01/2020 Ore 06:51 Il Dipartimento di Stato Americano: “Possiamo confermare che negli ultimi giorni, il Generale Soleimani aveva viaggiato attraverso il Medio Oriente coordinando, ulteriori, imminenti, attacchi su larga scala contro diplomatici e membri del servizio degli Stati Uniti. Queste minacce erano altamente credibili e l’informazioni erono solide ”
04/01/2020 Ore 06:12 Il nuovo comandante della forza Quds Esmail Qaani:”Diciamo a tutti di avere un po di pazienza e vedrete i cadaveri degli americani in tutto il Medio Oriente”
04/01/2020 Ore 04:26 Dichiarazione della presidenza della regione del Kurdistan:Il Kurdistan respinge la violazione alla sovranità irachena. L’Iraq non dovrebbe essere trasformato in un campo di conflitto tra diversi paesi.E imperativo risolvere i problemi attraverso il dialogo.La situazione è molto pericolosa, la moderazione è richiesta da tutti i le parti coinvolte
04/01/2020 Ore 03:50 La coalizione guidata dagli Stati Uniti ha sospeso l’addestramento delle forze irachene a causa dell’aumentato rischio di attacchi e infiltrazioni.
04/01/2020 Ore 03:40 Foto che ci provengono da una località non specificata. E possibile che siano missili balistici appena lanciati. Se qualcuno può tradurre dall’arabo nella foto e confermare l’originalità della foto stesse. Grazie in anticipo.Ore 06:33 AGGIORNAMENTO RIGUARDO LE FOTO: sono state fatte sopra il cielo di Duhok, Iraq. Anche se non siamo sicuri che si tratti di missili.
04/01/2020 Ore 03:27 Lo sceicco Mehdi Ahmed al-Sumaidaie dell’Iraq (sunnita) chiede a tutti i sunniti iracheni di unirsi agli sciiti iracheni nello scontro con gli Stati Uniti: “Io e il mio esercito siamo pronti a distruggere l’America, il Grande Satana.Dio è con noi e saremo vittoriosi”.
04/01/2020 Ore 02:30 Il Canada invita i suoi cittadini a lasciare immediatamente l’Iraq.
04/01/2020 Ore 01:32 L’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite: “L’assassinio di Soleimani equivale a una dichiarazione di guerra contro di noi.” “La risposta adeguata all’azione militare Americana è l’azione militare”.
04/01/2020 Ore 01:20 Secondo fonti attendibili; l’intelligence americana disporebbe di una rete di informazioni capillare su tutto il territorio Iracheno. Gli americani saprebbero la locazione e le mosse di tutti i maggiori attori Iraniani o pro Iraniani in Iraq. Una pianificazione intrapresa almeno 4-5 mesi fa, culminata con le uccisioni e gli attacchi aerei delle ultime ore.
04/01/2020 Ore 01:11Il secondo attacco aereo americano che ha colpito il convoglio della milizia irachena a nord di Baghdad, di cui abbiamo riportato la notizia precedentemente, avrebbe causato almeno 6 vittime e 3 i feriti.
04/01/2020 Ore 00:59 Forti esplosioni si sono sentite a ovest di Sinjar, in Iraq, vicino a Mosul
04/01/2020 Ore 00:55 Volo operato dai militari statunitensi: 767-33 AER CMB 301 Diretto dall’aeroporto di Shannon verso il Medio Oriente.
04/01/2020 Ore 00:11 Confermato! L’attacco aereo statunitense di oggi (secondo) a Taji ha preso di mira Shibl al-Zaydi (in rosso). L’attacco aereo di ieri ha preso di mira Qasem Soleimani (al centro) e Al Muhandis (a destra). Gli americani stanno sistematicamente eliminando i maggiori attori Iraniani in Iraq
04/01/2020 Ore 00:05 Fonti indicano che Shbl al-Zaidi, comandante della milizia di Kataib Imam Ali, e stato preso di mira da un attacco aereo americano vicino a Taji, nel nord di Baghdad.
Asaib Ahl al-Haq media outlet releases photos shows the aftermath airstrikes on Hashd al-Shaabi vehicles near Taji.#Iraqpic.twitter.com/MO1yqnttjF
03/01/2020 Ore 23:56 Un attacco aereo colpisce due veicoli di un convoglio a Taji, a nord di Baghdad, in Iraq. Fonti indicano che questo attacco è stato effettuato dalle forze statunitensi. Potrebbe essere un attacco contro le milizie Asaib Ahl al-Haq sostenute dall’Iran
03/01/2020 Ore 23:50 Volo curioso arrivato a New York qualche ora fa- Ministero delle finanze saudita B737 HZ-MF2 SVA7665
03/01/2020 Ore 23:37 Il sindaco di New York; Bill de Blasio, ha detto che la città e` in massima in allerta per possibili attacchi terroristici.
03/01/2020 Ore 23:26 Grosso movimento di carri armati Statunitensi dal Kuwait all’Iraq
03/01/2020 Ore 23:15Dichiarazione del presidente Trump rilasciata qualche minuto fa`riguardo l’esecuzione di Soleimani :
03/01/2020 Ore 22:47Truppe statunitensi di stanza in Italia sono state messe in allerta, pronte al trasferimento in Libano, per proteggere l’ambasciata americana a Beirut da possibili attacchi. I servizi di intelligence Americani hanno ricevuto informazioni al riguardo.