Guerra ibrida ed eserciti in campo 1a parte_con Alessandro Visalli

Lo scontro militare in Ucraina sta sempre più assumendo le caratteristiche di un confronto a tutto campo tra Russia e Stati Uniti. Le apparenze dettate dalla propaganda e dall’enorme impegno del sistema mediatico narrano di una Russia isolata, impacciata nella sua autorevolezza e capacità di argomentazione, in stallo militarmente, completamente esposta alle sanzioni economiche e alla onnipotenza del sistema finanziario.L’Occidente in realtà rischia di rimanere vittima della propria propaganda. Nella realtà, gli spazi e le opportunità offerte da un mondo ormai multipolare offrono margini crescenti di azioni e di contromisure alle forze di fatto antagoniste sino a ritorcere e ad erodere l’efficacia degli strumenti più in voga del dominio statunitense; tra di essi quello finanziario. E’ una novità, ma non è una condizione inedita nella storia. Alessandro Visalli ci offre numerosi spunti in proposito. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Ucraina, il conflitto militare_3a parte_con Max Bonelli

Con il passare del tempo affiora sempre più il pieno coinvolgimento occidentale nel conflitto russo-ucraino. Non solo nel coordinamento, nella rilevazione dei dati e nelle forniture militari. Arrivano le prime immagini di militari catturati al fronte, in attesa che la prossima resa all’acciaeria Azovstal rigurgiti il boccone più grosso. Potrebbe essere una grande vittoria di immagine; potrebbe al contrario rivelarsi un importante episodio di un progressivo processo di assuefazione alla guerra tale da rendere accettabile un intervento diretto delle forze di singoli paesi della NATO. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti! Turbolenze interne e avventure esterne_con Gianfranco Campa

Una amministrazione e una compagine politica in crescente difficoltà. Il tentativo di recuperare una narrazione che riesca ad attirare almeno in parte i consensi nel ceto medio professionale americano migrato ormai nell’area repubblicana. L’impossibilità di far corrispondere alle parole i fatti. La percezione che gli equilibri interni e il dominio degli attuali centri decisori siano ormai scossi definitivamente dal consolidamento della fase multpolare. Un mix esplosivo che sta spingendo i centri decisori verso scelte di vero e proprio avventurismo militare e di pura provocazione. La guerra in Ucraina è solo un momento di uno stillicidio sempre più frenetico. Il viaggio della famiglia reale di Giordania e di Mario Draghi negli Stati Uniti, l’opzione di ulteriore riarmo del Kossovo offrono qualche indizio sulle pedine più solerti e disponibili ad essere utilizzate in questa strategia della tensione continua e sulla geografia di questi futuri esercizi temerari. Le élites stanno cogliendo il punto di svolta e cominciano ad adeguarsi alla nuova realtà e ad approfittare delle nuove opportunità. E’ tempo di sollevare gli sguardi e uscire dall’apatia. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Ucraina, una realtà rimossa_con Max Bonelli

Poiché il Team di You Tube ha rimosso il video, l’unico link disponibile è quello di rumble. D’ora in poi si suggerisce di privilegiare tale accesso

La realtà della situazione in Ucraina fatica pesantemente ad emergere non ostante alcune crepe che qua e là cominciano ad emergere nel sistema mediatico nazionale. Una cappa opprimente comune a tutti i paesi europei, ma che in Italia sta raggiungendo i vertici della disinformazione più dozzinale. Negli Stati Uniti, come testimoniato anche dal filmato iniziale di questa conversazione, la situazione è in buona misura diversa e più favorevole. Merito soprattutto dello scontro politico aperto fra le compagini politiche e all’interno degli stessi centri decisori; grazie anche al fatto che quanto avviene in Europa e nell’Ucraina stessa non è solo la conseguenza, ma l’esito diretto di decisioni statunitensi prese sul campo con una catena di comando sempre più diretta. E le decisioni, per essere prese e per renderle efficaci, hanno bisogno di una relativa trasparenza nella fase di elaborazione. I paesi europei sono sempre più, con rare eccezioni, soggetti passivi di queste scelte. La mediocrità tragicamente banale del ceto politico e della classe dirigente italiani, a cominciare dai nostri due presidenti, ne sono l’emblema più disarmante e sconfortante. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, Russia! Nebbia della guerra, nebbie nelle menti_con Gianfranco Campa

Un presidente ormai isolato, ignorato, oltre il limite del patetico. Un ceto politico sempre più privo di senso istituzionale, tutto preso dallo scontro politico e dalle beghe interne. E’ la situazione paradossale della più grande potenza mondiale, laddove solo il Pentagono e quindi gran parte delle più alte cariche militari sembrano aver conservato prudenza e lucidità in un contesto geopolitico sempre più mutevole e conflittuale. L’Ucraina è attualmente il centro focale delle attenzioni, ma è sicuramente uno soltanto degli episodi che costelleranno la scacchiera internazionale in uno stillicidio di provocazioni e risposte. L’Ucraina è attualmente un porto delle nebbie dove la verità pretende di essere dettata dai detentori della propaganda e del sistema mediatico. Vedremo se il castello di menzogne riuscirà a reggere sino al logoramento dell’iniziativa russa oppure andrà incontro al crollo di una realtà politica e socioeconomica che, specie in Europa, si avvia sempre più velocemente verso un drammatico dissesto. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Russia, Ucraina! Guerra civile e guerra tra stati_con Antonio de Martini

Tutta la saggezza e la maestria di Antonio de Martini. Siamo tutti impegnati a seguire e decifrare i movimenti militari nella guerra in Ucraina. Con essi i risvolti tragici legati ad esecuzioni e rappresaglie con il corollario delle morti dei civili; inevitabili queste ultime come in una qualsiasi guerra moderna, ma in una dimensione molto ridotta almeno sino ad ora, se comparato con quanto successo in Iraq, in Siria, in Afghanistan. Una condotta militare dettata da una scelta politica precisa da parte di Putin. La dovizia di fatti e di immagini induce e serve a nascondere il filo conduttore delle strategie politiche in corso. De Martini lo sottolinea continuamente. Strategie il cui filo conduttore si può ricondurre agli antefatti della guerra civile in Russia di un secolo fa con la diretta partecipazione di anglosassoni e a quelli della seconda guerra mondiale, riconducibili alla rete di contatti costruita dai tedeschi e riportata nella loro integrità agli statunitensi nel secondo dopoguerra. Una trappola ordita dal mondo anglosassone, dalla quale il governo russo mostra di poterne uscire con grande difficoltà. Più il conflitto rischia di assumere i connotati di una guerra civile, più lo scontro rischia di impantanarsi seguendo direzioni imprevedibili. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, Ucraina e il punto di rottura_con Gianfranco Campa

Joe Biden e lo staff presidenziale, se non il momento di sintesi, avrebbero quantomeno dovuto essere il punto di mediazione del coacervo di interessi e di indirizzi politici in grado di sconfiggere con qualsiasi mezzo Trump ed imporre la conduzione di una linea politica che ristabilisse all’interno il pieno controllo del paese senza modificarne sostanzialmente gli equilibri, sarebbe meglio dire gli squilibri politico-sociali e all’esterno il predominio statunitense unipolare o tutt’al più bipolare, ma con una Cina appesa al processo di globalizzazione da essi disegnato. L’impresa era di per sè ardua ed improbabile; la vivacità e distruttività dello scontro politico interno ne hanno reso la conduzione talmente oscillante ed inaffidabile sino a suscitare la diffidenza e l’ostilità persino nel complicato sistema di alleanze in divenire contro la Cina e la Russia, riuscendo a rafforzare un asse sino-russo ed un loro timido avvicinamento ad una pletora di paesi altrimenti in aperto o sordo conflitto sino ad un decennio fa. L’unica miserabile eccezione a questa volatilità rimangono i centri decisori dei paesi europei aggrappati a qualsiasi prezzo ad una parte dei centri decisori statunitensi, anche a costo di vedersi trascinati in una guerra come vittime designate. Una postura suicida che condannerà al dissesto intere nazioni e ad una sopravvivenza precaria le loro classi dirigenti. La evidente mediocrità dello staff presidenziale e i limiti fisici stessi di Joe Biden hanno trasformato in pochi mesi l’intera compagine in un vaso di coccio strattonato e stritolato da tendenze contrapposte. Il punto in comune di esse sono la russofobia; quello che li divide è il livello di conflittualità nei confronti della Cina. Una situazione aperta a svariati punti di arrivo ma pericolosissima ed esposta a colpi di mano imprevedibili. In questi spazi il movimento di Trump, pur tra mille limiti ed esposto ad operazioni trasformistiche, potrebbe trovare enormi praterie da percorrere con esiti altrettanto imprevedibili per gli Stati Uniti e di riflesso nel mondo. Joe Biden sarà la prima vittima designata, per meglio dire il caproespiatorio da sacrificare; Kamala Harris, nella sua vacuità, lo seguirà a ruota. Riemergono in lizza vecchie cariatidi e nuove figure dal futuro incerto. Nel frattempo l’offensiva russa in Ucraina si consolida e consegue i primi significativi successi; il battaglione Azov ha perso ormai i 3/4 dei suoi effettivi e l’intero comando abbattuto questo pomeriggio; il resto delle compagini neonaziste si avvicinano alla stessa fine, sperando che il resto dell’esercito ucraino riesca a separare da esse il proprio destino; la minaccia nucleare somiglia sempre meno ad un videogame. Ascoltate Gianfranco Campa! E’ una voce unica nel panorama italiano. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti Russia! Stillicidio o scontro frontale_con Antonio de Martini

I momenti di attrito suscitano solitamente livelli di allarme tali da paventare l’arrivo di eventi estremi. Il sistema mediatico è solitamente il grande veicolo di queste dinamiche e di tali rappresentazioni della realtà. Con il conflitto russo-ucraino, parte ormai di un confronto russo-sino-statunitense sempre più acceso, si è aperta una nuova e più dirompente tappa nelle dinamiche geopolitiche. Una accelerazione che richederà, però, ulteriori passaggi prima che possa passare eventualmente ad uno scontro aperto e distruttivo, fermo restando il ruolo soggettivo degli attori in grado di imprimere e forzare il corso degli eventi. Spesso si confondono i proclami e le intenzioni con la realtà e le concrete possibilità. E’ il caso della fondatezza delle aspirazioni di autonomia ed indipendenza politica delle classi dirigenti dei paesi europei. Un equivoco ed una illusione che la sempre maggior durezza dei fatti cui si andrà incontro renderà un sapore amaro alla vita di gran parte dei popoli europei. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, Russia, Ucraina! Lapsus e verità_con Gianfranco Campa

Biden potrebbe essere il ventriloquo, la voce della verità in grado di rivelarci le reali intenzioni dei centri decisori statunitensi. Non nelle sue intenzioni ovviamente, piuttosto a causa delle sue condizioni. Nel frattempo il sistema mediatico statunitense sembra essere colto da un sussulto di serietà professionale. Ha ritrovato miracolosamente la memoria e rispolverato vecchie storie compromettenti ai danni del presidente. Amore per la verità, anche la più scomoda oppure protagonismo in un gioco di potere in grado di determinare la preminenza all’interno e le dinamiche geopolitiche all’esterno del paese in direzione di uno scontro sempre più aspro ed azzardato. Un avventurismo che al momento e riuscito a compattare il mondo occidentale al prezzo, però, di una ostilità crescente nel resto del mondo. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Le liturgie e i meccanismi della Unione Europea_con Francesca Donato

Le tre emergenze imposte in questi ultimi tre anni, l’emergenza ambientale e la conversione energetica, la crisi pandemica, la crisi bellica in Ucraina ha messo a nudo le peculiarità fondative di questa Unione Europea le quali, più che valorizzare, tendono ad inibire le pulsioni e le aspirazioni di autonomia politica e pregiudicare le potenzialità di sviluppo dei paesi della comunità. Le liturgie ed il lirismo che ammantano le iniziative più importanti delle istituzioni europee riescono ad imporre con sempre maggiore difficoltà la propria narrazione. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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