Conversazioni sulla Cina 4a puntata_Le ambizioni di una classe dirigente_Con Daniela Caruso
Se si può individuare una costante nella Cina degli ultimi ottanta anni è il sentimento di indipendenza e di ricostruzione nazionale. La Cina, in questo periodo, è incappata in due gravi crisi, la rivoluzione culturale a cavallo degli anni ’60/’70 e la crisi di piazza Tienanmen alla fine degli ’80. Due cicli interni al paese, riflesso di una situazione più generale legata alla drammatica implosione del blocco sovietico, che hanno fatto maturare una ferma convinzione nelle classi dirigenti: l’avvio di un colossale processo di trasformazione della società e dell’economia cinese all’ombra e con l’ossessione della stabilità del regime. Ne è venuta fuori, esempio raro nella storia mondiale, specie dei paesi di grandi dimensioni, si può dire con notevole successo in una sorta di dinamismo controllato, ma dai ritmi vertiginosi. Il segno di un regime in grado di gestire con flessibilità e con orecchie attente alle dinamiche sociali le proprie ambizioni e le proprie strategie di potenza e di sviluppo, contrariamente alla narrazione occidentale. Un merito che le ha garantito di acquisire il prestigio di un modello di riferimento nel mondo estraneo al club occidentale. Che questa aura possa trasformarsi a breve in ambizione imperiale è troppo azzardato affermarlo. Molto dipenderà dalle dinamiche geopolitiche piuttosto che da quelle interne al paese e dalla sua tradizione culturale. Buon ascolto, Giuseppe Germinario
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