Ucraina, il conflitto 38a puntata Fine dell’attesa Con Max Bonelli e Stefano Orsi

Dopo settimane di attese, annunci e smentite la tanto annunciata offensiva ucraina è partita. Quale sarà la modalità di svolgimento lo scopriremo in questi giorni. Tutto dipenderà dalla solerzia con la quale i comandi ucraini si atterranno alle disposizioni dell’effettivo comando in capo delle operazioni: l’amministrazione presidenziale americana. L’imperativo politico statunitense richiede il lancio di una offensiva violenta e massiccia concentrata su pochi punti del fronte. Il buon senso e la intenzione di parte dei comandi militari ucraini richiede una forma di pressione più diffusa, ma che esponga il meno possibile l’esercito ucraino a perdite drammatiche ai danni di riserve di uomini sempre più ridotte e in gran parte prive delle coperture aeree necessarie, in realtà rivelatesi anche tecnicamente insufficienti. Sembra che stia per prevalere l’azzardo e con esso il prevalere di carneficine sempre più cruenti ed insensate. Per il regime ucraino sarà sempre più difficile compensare le difficoltà sul terreno con una narrazione propagandistica vittoriosa. Il regime ucraino sembra seguire la solita dinamica di un conflitto senza prospettive. Il progressivo prevalere della componente più radicale e violenta su di una popolazione sempre meno incline a sopportare i costi di un disastro, ma incapace di sovvertire la situazione. Il regime si propone all’Europa come bastione militare e pilastro della difesa della NATO; la realtà è quella di un paese destinato a diventare terra di nessuno, un serbatoio da cui attingere le peggiori nefandezze di cui infestare l’Europa. Buon ascolto, Giuseppe Germinario
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