Stati Uniti! Elezioni di Medio Termine_di Gianfranco Campa

Domenica, 6 novembre  ELEZIONI DI MEDIO TERMINE – I CAMBIAMENTI STORICI – IL FUTURO POLITICO, di Gianfranco Campa

Iniziamo la nostra lunga diretta sulle importantissime elezioni di Medio Termine, le cosiddette Midterms, al Congresso Americano. Gli aggiornamenti proseguiranno a partire da lunedì pomeriggio

Le midterms di martedì sono considerate da molti esperti politici come elezioni “storiche.”

Le dinamiche della propaganda tendono a descrivere tutte le elezioni politiche come “storiche”; l’importanza di queste medio termine non può essere sminuita, ricondotta ad enfasi giornalistica.

Sul nostro sito avevamo da tempo previsto che le elezioni presidenziali del 2020 sarebbero state epocali, non solo per l’America, anche per il resto del mondo. Adesso che siamo qui a contemplare l’abisso con una potenziale guerra mondiale o una guerra atomica che bussano alle porte e una crisi economica mondiale che incombe, constatiamo che quelle previsioni erano, purtroppo, giuste. A suggello dell’importanza di queste medio termine basta sapere che 10 miliardi di dollari sono stati finora spesi per annunci politici e campagne elettorali varie, la gran parte parte dai democratici. Un record assoluto per quanto riguarda le medio termine; la mostruosità della cifra basterebbe da sola a cogliere l’importanza di queste elezioni.

Sono in gioco tutti i seggi alla Camera; 435, e 35 seggi al Senato, per un totale di 470 congressisti. Sono in gioco anche i seggi di cinque dei sei membri senza diritto di voto, cioè i seggi dei distretti dell’ American Samoa, District of Columbia, Northern Mariana Islands, U.S. Virgin Islands, Puerto Rico, Guam.

Le elezioni del 2022 saranno le prime a svolgersi dopo la ripartizione e la riorganizzazione dei distretti elettorali a seguito del censimento del 2020.

Come risultato della ripartizione, sei stati: Texas, Colorado, Florida, Montana, Carolina del Nord e Oregon, hanno incrementato i seggi alla Camera a scapito di altri sette stati: California, Illinois, Michigan, New York, Ohio, Pennsylvania e West Virginia, che al contrario ne hanno perso. Il censimento del 2020 riflette il movimento migratorio della popolazione interno agli Stati Uniti. Stati come la California, New York, Michigan hanno perso residenti che si sono trasferiti in altri, quali la Florida, il Texas e il Montana.

Una tendenza che ultimamente si è accelerata. California e New York hanno perso popolazione con numeri mai prima registrati.

Emblematico è il caso della California. La sua popolazione è diminuita nel 2020, per la prima volta da quando sono iniziati i censimenti. Tra gennaio 2020 e gennaio 2021, la California ha perso più di 182.000 residenti, portando la popolazione totale a 39.466.855. Ciò rappresenta un calo dello 0,46%.

Uno shock per uno Stato che fin dalla sua fondazione ha visto la sua popolazione aumentare costantemente.

Questi movimenti sono sintomo di ciò che ormai molti in America definiscono immigrazione politica. Residenti di Stati come appunto la California, dopo il Covid, hanno deciso di lasciare lo Stato del Golden Gate per trasferirsi in Stati come la Florida, l’Arizona, l’Idaho, definendosi di fatto “rifugiati politici”. Un trend che continua inesorabile e sembra inarrestabile. Molti lasciano Stati sotto il controllo dei Democratici e si trasferiscono in Stati sotto il controllo dei Repubblicani. Quelli repubblicani sono Stati che la gente percepisce come meglio governati, dove generalmente i diritti individuali sono tutelati, le tasse sono più basse, il livello di sicurezza maggiore. Molte di queste percezioni sono però di fatto false, poiché anche gli stati Repubblicani hanno le loro, seppur differenti, problematiche.

Sull’onda di questo movimento migratorio, le elezioni di Medio Termine non sono importanti solo per la composizione del Congresso nazionale, ma anche per i singoli Stati dove sono in gioco la composizione delle sedi legislative e giudiziarie statali e le sedie dei governatori.

Gli esecutivi statali in gioco in questa scadenza includono 36 posti da governatore, 30 posti da vice governatore, 30 posti da procuratore generale e 27 posti di segretari di stato. Ci sono inoltre da scegliere 307 seggi ai vari congressi statali per un totale di 44 stati. Se si includono anche le posizioni statali che richiedono conferma, tramite le elezioni, come per esempio i sovrintendenti alle scuole, i commissari assicurativi, i commissari all’agricoltura, i commissari al lavoro, i commissari ai servizi pubblici ed etc. si arriva in totale a 748 seggi dirigenziali, soggetti a votazioni in queste elezioni.

I cambiamenti in atto a livello locale hanno enormi risvolti nelle dinamiche politiche nazionali. Le elezioni locali sono cresciute di importanza negli anni, poiché i risultati a livello locale dettano, come ho menzionato prima, anche i flussi di movimento migratorio, cambiando di conseguenza anche il volto di tutto il paese. Le divisioni e le fratture all’interno del tessuto sociale fra i diversi Stati si sono negli anni accentuati, contribuendo al caos e alla polarizzazione politica, configurata sempre più anche geograficamente. Una America in fermento, che si agita e che si piega pericolosamente al vento, investita da correnti epocali sia politiche, sia economiche, sia sociali. Queste elezioni ci diranno dove andrà questa nazione piena di risorse, opportunità, bellezze, contraddizioni, paure, pericoli e malvagità.

Le elezioni da seguire più attentamente saranno quelle condotte in alcuni Stati chiave, i cosiddetti battleground states. In questi di fatto si gioca il controllo del Congresso.

Sono il: Nevada, l’Arizona, la Georgia, l’Iowa e la Pennsylvania. Questi stati e pochi altri voti decideranno se il Congresso cambierà di mano e quanti seggi solcheranno il divario tra i partiti.

Non ci rimane che seguire con apprensione e speranza quelli che saranno i risultati del Midterms. I sondaggi ci dicono che i repubblicani dovrebbero ritornare al controllo della Camera, nonostante la possibilità concreta di brogli elettorali su larga scala.

Questa volta i brogli elettorali non dovrebbero sovvertire del tutto il responso, ma solo limitare ciò che si preannuncia come una vittoria rossa (Repubblicana).

Un’eventuale vittoria dei Repubblicani darà una spinta determinante al vento rivoluzionario di MAGA, il movimento dell’america prima di Donald Trump che ha ormai preso il controllo del partito Repubblicano.

Italia e Il Mondo seguirà in diretta con continui aggiornamenti queste storiche elezioni.

I risultati di queste elezioni determineranno la condotta politica e geopolitica degli USA nei prossimi due anni, marchiata comunque dalla presenza di Joe Biden alla Casa Bianca. Una presenza destinata ad essere “mummificata” mentre si prepara lo sdoganamento di zio Joe da parte degli stessi Democratici. Intanto, a seconda dei risultati delle medio termine, Donald Trump si appresta a rimettersi in pista con tutta la drammaticità che questo comporterà alla persona, al paese, al mondo.