CRISI UCRAINA: SUSSURRI E GRIDA, di Antonio de Martini

SPICCA L’ “A SOLO” DI DRAGHI DIVENTATO GUERRIERO. PERCHE’?

Il leit motiv del Presidente Biden – che tradisce l’interno affanno della corsa elettorale con Trump- é che é riuscito a creare una coalizione unitaria dei paesi occidentali, dove Trump aveva seminato sconcerto e irritazione.

E’ verosimile ma demenziale: é come se una moglie tentasse un gesto drammatico come dar fuoco alla casa per far vedere che il marito vola al suo soccorso.

L’unità politica vantata mi sembra più un assembramento di sfuggiti all’incendio, ognuno dei quali con motivazioni proprie. Più di un coro armonico, sembra un casting di cantanti, per ottenere la parte del tenore. Molti strilli e nessuna armonia, come sottolineato dal presidente ucraino più volte.

CI SARA’ LA GUERRA IN EUROPA? NON ORA.

Prima sgombriamo il campo dalle paure che legittimamente tanta cacofonia provocano in noi poveri mortali.

L’allargamento della guerra – se così si può chiamare una serie di scontri e qualche bombardamento intimidatorio che hanno provocato in un mese di scontri 500 civili morti, ossia il numero di decessi per covid del giorno 20 marzo 2020- non ci sarà.

Anche i profughi, sono in realtà emigranti che non riuscivano ad avere il visto o il ricongiungimento familiare e adesso hanno visto, vitto e alloggio a patto di piagnucolare davanti a una telecamera.

L’esodo di ucraini dalla loro sventurata patria non é da oggi e non c’é italiano che non conosca almeno un emigrato da quelle zone ormai inserito e italianizzato da anni. L’Ucraina é un paese senza lavori che non siano di sfruttamento, é al primo posto della classifica OSCE per corruzione, con, tra i “profughi democratici”, la consorte di un ex parlamentare “beccata” con ventotto milioni di dollari in contanti nelle valige dell’auto.

Le vere difficoltà incontrate sono state le prenotazioni e la scelta del paese in cui essere ospitati.

Profughi autentici, sono i cinque milioni di siriani scappati a piedi e morti di fame o per annegamento o assiderati alla frontiera della UE bloccata agli straccioni. Per essere accolto nella UE devi avere almeno gli occhi chiari. Meglio se sei anche biondo.

L’allargamento della guerra non ci sarà per quattro motivi: il primo é che l’obbiettivo primordiale della crisi é far rieleggere lo scolorito Joe Biden alle elezioni di novembre. Fu fatto un film su un tema analogo con l’Albania come teatro della sceneggiata( Sesso e Potere, film diretto da Barry Levinson del 1997).

Il SECONDO é che i bilanci della Difesa dei paesi occidentali sono si in aumento, ma non a sufficienza e non sono ancora stati impiegati e resi operativi.

TERZO.Ricordiamo che l’accordo di Monaco del 1938 tra Hitler e le potenze occidentali – mediatore Mussolini- fu fatto solo per dare tempo a 152 squadroni di ” Spitfire” di entrare in linea. Serviva un anno e in quell’anno pazientarono tutti parlando di pace, benché la guerra fosse già stata decisa e resa operativa.

Per preparare una guerra servono lustri di bilanci in crescita e anni di preparazione di quadri e truppe. Le basi USA e NATO sono pronte, gli stanziamenti sono in crescita da tre/quattro anni, manca l’entrata in linea degli F35 ( e l’addestramento), il rinnovo della linea incrociatori della Marina USA e la ristrutturazione della flotta del Pacifico che fa acqua da tutte le parti. l’impiego dei recenti stanziamenti ( basti pensare ai cento miliardi stanziati dalla Germania, il mese scorso) e il recupero dei discoli ( leggi Turchia, Pakistan), lo stimolo degli aspiranti neutrali, l’eliminazione degli oppositori interni. Senza parlare della separazione tra Cina e Russia, senza la quale ogni guerra é destinata a sanguinosi esiti.

QUARTO. Gli inglesi, fin dalla guerra anglo-boera e gli americani dal 1917, sono sempre entrati in guerra con una motivazione difensiva: sono stati attaccati per primi ed hanno reagito. In molti casi, si tratta del “metodo Milner” , dal nome dell’inventore Alfred Milner giovane governatore del sud africa,(definito da Churchill ” a man of no illusions”) di organizzare una serie di provocazioni di frontiera per spingere la vittima ( é necessario un avversario stupido, ma non mancano mai) ad attaccare per prima per neutralizzare proteste di movimenti pacifisti. ( cfr ” To end all Wars ” di Hochschild Adams, ed. New York Times). In Putin, hanno trovato una reazione iperattivo, quasi stupida, ma non abbastanza: manca il casus belli. L’Ucraina non fa parte della NATO e quindi non c’é stato attacco da cui difendersi.

Fatta pulizia dalla paura dell’allagamento della guerra, vediamo come hanno reagito i nostri governanti di fronte alla minaccia russa e a quella americana.

E’ SCATTATA LA TRAPPOLA DI TUCIDIDE

Si tratta di una espressione coniata da uno studioso americano Graham Tillet Allison Jr. nel suo libro ” Destined for war“, per descrivere il moto di preoccupazione che coglie una potenza egemone nel vedere crescere un altro stato suscettibile di soppiantarla. Una sorta di saturnismo geopolitico, ispirato dal timore.

Questa é la ratio che ispira gli Stati Uniti nei confronti della Cina e adesso anche dell’alleanza tra Stati Uniti e Cina. Quando i politologi accostano a questo terribile binomio, la Germania, il timore si trasforma in panico se non in terrore.

Da lì, nascono una serie di dichiarazioni sempre più bellicose della NATO – privata dalla implosione del patto di Varsavia della sua ragione di esistere- e il combinato disposto di una alleanza priva di scopo e di un presidente timoroso di perdere il posto diventando un ” one Term President” ha provocato un rilancio speranze di coppia di separare i componenti del pericoloso terzetto e risolvere le proprie crisi interne.

L’operazione principale, la separazione tra Cina e Russia, non é riuscita, mentre l’allontanamento tra Russia e Germania ha dato un frutto forse avvelenato: La minaccia nucleare ventilata da Putin ha prodotto uno stanziamento extra di cento miliardi di euro, una cifra suscettibile di bastare a costruire un futuro nucleare autonomo tedesco ( o a colonizzare l’Ucraina..). Dubbia anche la possibilità di rielezione di Biden dato che tradizionalmente l’elettorato USA presta maggior attenzione ai fatti economici di politica interna che a un dubbio successo di politica estera.

La martellante campagna di propaganda televisiva fatta nel nostro paese, non potrà non sortire l’effetto di un revival patriottico e la legittimazione della difesa della Patria anche da parte di un esercito di popolo che é l’antitesi del reclutamento di professionisti attualmente praticato e voluto dal nuovo presidente. Due ulteriori spinte a destra per l’elettorato.

I leaders europei , colti di sorpresa o in campagna elettorale, si sono premurati di dichiararsi solidali con l’Ucraina e col presidente americano, ma hanno organizzato un condensato di incontri: G7, NATO, UE, e non so cos’altro, nello stesso luogo e giorno in maniera da liberarsi rapidamente e tornare alle politiche individualistiche di ciascuno, rispedendo in America lo zombie.

L’unica nota un pò troppo alta é stata quella ripetutamente “guerrafondaia” di Mario Draghi, l’unico senza esercito e con un paese senza grande peso politico, ma che conosce bene la situazione finanziaria dei 27 Partners europei, ha alzato la voce in Parlamento e fuori , ha parlato coi media a nome di tutti e ha accennato a “aiuti militari” ad onta delle minacce di Putin, incrementando di 13 miliardi di euro il bilancio della Difesa.

O ha usato la crisi ucraina per posizionarsi saldamente al governo, oppure – ed é questo quel che penso- ha dato corpo alla dichiarazione fatta alla ultima conferenza stampa quando ha detto che non ha nessun bisogno che gli cerchino un lavoro e se lo sa cercare da solo: Il posto di segretario generale della NATO lo trova ben preparato e non vede l’ora di liberarsi della banda di cretini coi quali ha dovuto misurarsi finora in Italia.

Se é così, ha fatto bene. Se invece lo ha fatto per sintonizzarsi coi padroni del vapore, mi cade e lì resta.