Il fantasma di Westphalia, di Giuseppe Masala
Il fantasma di Westphalia
tratto da facebook
Alla fine il peccato originale dell’Europa nata con Maastricht (quella del Trattato di Roma e del Mercato Unico andava benissimo) è il fatto che lede tutti i precetti sui quali si fonda l’Europa moderna e contemporanea stabiliti nel Trattato di Westphalia(1648): (a) pluralismo, (b) principio di sovrantà nazionale, (c) non-interferenza nei fatti altrui, (4) equilibrio tra le potenze. E’ stata creata una moneta unica imponendo dei parametri tecnici che premiavano gli stati che gestivano le finanze pubbliche sotto l’aspetto nominale (per esempio la Germania) e punendo con ferocia belluina quelli che gestivano le finanze pubbliche sul piano reale (per esempio l’Italia) e già in radice così si è creato un sistema che non rispetta l’equilibrio tra potenze di Westphalia. Anzichè correggere l’errore con la crisi del 2008 si è deciso di percorrere questa strada con maggior violenza introducendo il Fiscal Compact, il Mes, il Patto di Stabilità e Crescita rendendo sempre più inaccettabili le violazioni del principio di non ingerenza. In altri termini, non è che a Roma sono tutti stupidi, è certo che gli faceva venire l’ulcera vedere Dombrovski che faceva il maestrino e che pretendeva sull’unghia rientri dello 0,1% calcolati su un modello econometrico. Un umiliazione inaccettabile, a maggior ragione se data dal rappresentante di un paese che vive di contributi EU (di cui l’Italia è contributore netto), di investimenti esteri e dove – addirittura – anche il pattugliamento aereo è garantito (con costi a carico) dall’aviazione militare dei paesi Nato compresa quella di quel paese sottoposto a pubblica gogna contabile in sede europea.
Poi è arrivata la crisi greca dove alla logica eterna secondo la quale è vero che il debitore inadempiente deve essere punito lo deve essere anche il creditore incauto si è preferito legare la Grecia al Mes ledendone la sovranità platealmente. Tutto questo per consentire ai creditori incauti (soprattutto tedeschi e francesi) di rientrare di tutta la cifra dovuta.
Da lì è scattato un meccanismo inesorabile, dettato dalle leggi ferree della storia europea: la Gran Bretagna è entrata nell’orbita USA con relativa uscita dalla UE avendo capito che questa non è un consorzio tra pari ma un meccanismo infernale a vantaggio dei paesi centrali.
Ora c’è il problema italiano. Se verrà legata alla UE tramite il Mes, ovvero ingerendo nel suo processo democratico, si esacerberanno gli animi della Gran Bretagna, degli USA e della Russia che certamente non vogliono un Italia ridotta a semicolonia a vantaggio dei tedeschi. Se invece l’Italia uscirà dalla UE causandone la disgregazione rimarranno inimicizie e rancori che dio solo sa in cosa sfoceranno. Servirebbero dei grandi politici che smontino questa pazzia prima che sia troppo tardi. Servirebbero soprattutto a Berlino, dove dovrebbero accettare pacificamente il ridimensionamento geopolitico ed economico. Non vedo nessuno all’orizzonte in grado di fare questo.
L’unica cosa chiara è che affidare un delicatissimo trattato come quello di Maastricht (e seguenti) a degli economisti convinti di sorpassare le ferree leggi storiche europee con idiozie quali il rapporto debito/pil e deficit/pil (peraltro indici privi di qualsiasi fondamento scientifico anche in economia) è stata la più grande follia degli ultimi cinquanta anni. Follia figlia peraltro di un’epoca che si è caratterizzata – sbagliando – per l’egemonia della techne (dove c’è anche l’economica) sulla psiche (dove senz’altro c’è la Storia).