Il Pendolo di Erdogan, di Antonio de Martini
Turchia: nuove grane con le FFAA. Due generali (Temel comandante delle Truppe operanti in Siria e Irak e Barut comandante la IV brigata Commandos) sono stati esonerati e assegnati a compiti burocratici.
Ambienti filo occidentali si stanno affannando a illustrare divergenze strategiche tra militari e governo, ma – mentre queste spiegherebbero l’avvicendamento di Temel, non collimano con l’allontanamento di un semplice comandante di brigata- si ipotizza una ambizione politica dei due che disponevano dei mezzi e del carisma che sono mancati ai golpisti del 2016.
Altri analisti mormorano di una intenzione dei militari di forzare la mano al governo che procederebbe, a loro avviso, con troppa cautela nelle sue ambizioni territoriali e indugia ad attaccare i curdi. I militari vorrebbero approfittare per debellare i curdi di YPG mentre il governo avrebbe mire sul territorio siro-iracheno.
Da seguire, perché ogni volta che Erdogan sente odore di golpe , si avvicina a Putin e comunque sempre dai russi dipende il “ via libera” verso Mossul .
È proprio per scongiurare questa intesa che gli USA avrebbero deciso di rallentare la loro ritirata dalla Siria e il Senato si appresta a censurare la scelta di Trump alla riapertura dei lavori.
La posizione di forza di Putin consiste nella sua capacità di giocare su tutti i tavoli, mentre gli USA non riescono a interagire che con Israele i cui interessi peraltro iniziano a distinguersi.
Il Consigliere della Casa Bianca Bolton è a Ankara mentre la capa della CIA è , contemporaneamente, a Istanbul per tamponare i “ leaks”sul caso Khassoghi che ormai fanno parte del balletto diplomatico del Levante e che mettono in forse i 110 miliardi residui di ordinativi sauditi alla industria militare USA.