La comunità degli Alt-Media sta mentendo sulla politica equilibrata del Cremlino nei confronti dell’ultimo conflitto tanto quanto i media mainstream, anche se dalla posizione diametralmente opposta di dissociare falsamente la Russia da Israele mentre i loro presunti rivali cercano di associarla falsamente al terrorismo.
L’ultima guerra tra Israele e Hamas ha polarizzato l’opinione pubblica internazionale in campi diametralmente opposti, e la posizione equilibrata della Russia nei confronti di questo conflitto è una delle poche eccezioni. Sia i media mainstream (MSM) che la comunità degli Alt-Media (AMC) hanno fatto passare il suo sostegno all’indipendenza palestinese come una politica anti-israeliana, ciascuno per perseguire i propri interessi personali. La prima vuole associare la Russia al terrorismo, mentre la seconda vuole dissociare la Russia da Israele.
Questo articolo ha raccolto diverse decine di citazioni del Presidente Putin su questo conflitto, tratte dal sito ufficiale del Cremlino tra il 2000 e il 2018, per dimostrare che egli sostiene risolutamente il diritto di Israele all’autodifesa, soprattutto quando è vittima di attacchi terroristici. Questa posizione si è concretizzata nel fatto che la Russia ha permesso a Israele di bombardare impunemente l’IRGC e Hezbollah in Siria centinaia di volte dal 2015 a oggi con questo pretesto, nonostante si sia occasionalmente opposta in pubblico, cosa che è stata documentata e analizzata qui.
I precedenti articoli ipertestuali sono importanti per i lettori al fine di sfatare le false affermazioni del MSM secondo cui la Russia sostiene le recenti azioni di Hamas che sono state descritte come terrorismo. Questo è pertinente dopo che Zelensky ha avallato questa teoria del complotto, che serve solo a screditare ulteriormente la Russia agli occhi dell’Occidente e quindi a garantire un continuo sostegno agli aiuti militari a Kiev. Ha ammesso che “c’è il rischio che l’attenzione internazionale si sposti dall’Ucraina”, il che ha svelato le sue motivazioni.
Per quanto riguarda i motivi che spingono l’AMC a screditare la posizione della Russia, la maggior parte dei membri sono appassionati antisionisti che considerano la causa palestinese la più importante al mondo, ma molti sostengono anche la Russia. Molti (ma ovviamente non tutti) sono anche di sinistra e liberali, quindi predisposti a “cancellare la cultura”. Di conseguenza, sono contrari ad associarsi con coloro che non condividono pienamente le loro opinioni su qualsiasi cosa, il che spiega il dilemma in cui si sono trovati riguardo alla Russia e a Israele.
Queste persone attaccano aggressivamente chiunque non condanni senza riserve Israele e non sostenga incondizionatamente la Palestina. Secondo loro, Israele non ha diritto all’autodifesa anche dopo essere stato vittima di attacchi terroristici, poiché è una potenza occupante illegale, che secondo alcuni non ha diritto di esistere. Altri si spingono ancora più in là, chiedendo che tutti i cittadini ebrei di origine europea di Israele se ne vadano al più presto o affrontino le conseguenze potenzialmente letali di essere colonizzatori-sedimentatori di terre palestinesi legali.
Il problema che hanno riscontrato è che la Russia, che molti di loro sostengono per il suo ruolo nell’accelerare la transizione sistemica globale verso il multipolarismo e nell’erodere l’egemonia degli Stati Uniti, non condanna senza riserve Israele né sostiene con convinzione la Palestina a causa della sua posizione equilibrata. Temono che “cancellare” la Russia per questo motivo porterebbe alcuni dei loro pari a “cancellarla” in risposta, catalizzando così un’interminabile disputa interna che finirebbe per dividere e dominare gli antimperialisti.
Nell’intento di evitare questo scenario controproducente, basato sulla predisposizione di questa sinistra e di questi liberali a “cancellare la cultura”, essi hanno quindi tacitamente accettato di ignorare questo significativo disaccordo con la Russia per perseguire un “bene superiore”. Alcuni si sono spinti oltre e hanno mentito sulla posizione della Russia nei confronti di questo conflitto, al fine di generare peso, spingere la loro ideologia e/o sollecitare donazioni da parte di coloro che, tra il loro pubblico, vogliono disperatamente credere che la Russia sia contro Israele.
Sostenere l’indipendenza palestinese non è comunque una politica anti-israeliana, ma semplicemente la riaffermazione del diritto internazionale che si allinea con l’approccio russo agli affari globali. Allo stesso tempo, la Russia invita costantemente entrambe le parti a cessare il fuoco e ad esercitare l’autocontrollo. Condanna inoltre le vittime civili in Palestina e in Israele. Se la Russia avesse davvero una politica anti-israeliana, allora si limiterebbe a criticare il Paese e non attribuirebbe mai una colpa parziale alla Palestina, come ha fatto nelle seguenti dichiarazioni ufficiali:
* 7 ottobre: “Commento della portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova sulla forte escalation del conflitto palestinese-israeliano”.
– “Chiediamo alle parti palestinese e israeliana di attuare un immediato cessate il fuoco, rinunciare alla violenza, esercitare la moderazione e iniziare, con l’assistenza della comunità internazionale, un processo negoziale volto a stabilire una pace globale, duratura e a lungo attesa in Medio Oriente”.
* 9 ottobre: “Dichiarazione del Ministero degli Esteri sulla situazione nella zona di conflitto tra Palestina e Israele”.
– “Migliaia di israeliani e palestinesi sono stati feriti. Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie e agli amici di tutte le persone uccise e auguriamo una pronta guarigione ai feriti”.
* 9 ottobre: “Osservazioni del Ministro degli Esteri Sergey Lavrov e risposte alle domande dei media durante una conferenza stampa congiunta con il Segretario Generale della Lega Araba Ahmed Aboul Gheit, Mosca, 9 ottobre 2023”.
– Sergey Lavrov: “Abbiamo esposto la nostra posizione secondo cui è inaccettabile commettere qualsiasi violenza, infliggere danni, uccidere civili pacifici (da entrambe le parti) o prendere in ostaggio donne e bambini”.
* 10 ottobre: “Colloqui Russia-Iraq” (tra il Presidente Putin e il Primo Ministro al-Sudani)
– Presidente Putin: “La nostra posizione è che i danni alla popolazione civile devono essere minimizzati e ridotti a zero, e chiediamo a tutte le parti in conflitto di farlo”.
* 10 ottobre: “Il Cremlino esorta entrambe le parti del conflitto arabo-israeliano a mostrare moderazione”.
– Dmitry Peskov: “È molto importante ora che entrambe le parti mostrino moderazione”.
RT ha condiviso due articoli che aggiungono ulteriore contesto al motivo per cui la Russia incolpa parzialmente Hamas per questo conflitto:
* “Dieci russi in Israele uccisi o dispersi – Ambasciata”.
* “Famoso fisico sovietico ucciso da Hamas – media”.
Chiunque faccia passare il sostegno del Paese all’indipendenza palestinese, ribadito anche in tutte queste dichiarazioni, come una politica anti-israeliana, o ignora le dichiarazioni ufficiali di cui sopra o inganna deliberatamente il proprio pubblico sulla posizione della Russia. In ogni caso, le fonti ufficiali condivise sopra, provenienti dai siti web del Ministero degli Esteri, del Cremlino, della TASS e di RT, dimostrano che la posizione della Russia è equilibrata, poiché incolpa anche Hamas per l’ultimo conflitto, non solo Israele.
Coloro che tra i membri dell’AMC continuano a manipolare la percezione della politica russa nei confronti di questo conflitto, dopo essere stati informati dei fatti precedentemente condivisi, stanno inavvertitamente eseguendo gli ordini di guerra informativa dei suoi nemici, insinuando falsamente il sostegno di Mosca agli attacchi di Hamas contro i civili. Inoltre, stanno screditando quello stesso governo agli occhi del suo popolo, fingendo che non si preoccupi dell’uccisione dei propri cittadini (doppi) durante questo conflitto, cosa che è controfattuale, come è stato indiscutibilmente dimostrato.
Queste persone possono continuare a funzionare come “utili idioti” nella guerra globale dell’informazione contro la Russia, aggrappandosi in modo disonesto alle loro false affermazioni per qualsiasi ragione personale (ad es. influenza, ideologia e/o richiesta di donazioni) o mettere le cose in chiaro condividendo finalmente tutti i fatti. È possibile sostenere la Palestina contro Israele e il ruolo della Russia nell’accelerare la transizione sistemica globale verso il multipolarismo, pur non condividendo la politica del Cremlino nei confronti dell’ultimo conflitto.
Ci sono solo tre ragioni per cui la maggior parte dell’AMC non ha adottato l’approccio precedente: 1) i top influencer ignorano davvero tutti i fatti sulla posizione della Russia; 2) sono consapevoli di quanto sopra, ma temono di essere “cancellati” dai loro colleghi di sinistra e liberali se parlano, quindi rimangono in silenzio; oppure 3) sperano egoisticamente di guadagnare qualcosa continuando a mentire al loro pubblico. Qualunque sia la ragione di ciascun top influencer, il risultato finale è che tutti quanti stanno descrivendo in modo errato la posizione della Russia.
Stando così le cose, l’AMC sta mentendo sulla politica equilibrata del Cremlino nei confronti dell’ultimo conflitto tanto quanto il MSM, anche se dalla posizione diametralmente opposta di dissociare falsamente la Russia da Israele mentre i loro presunti rivali cercano di associarla falsamente al terrorismo. Nessuno dei due sta dicendo la verità, poiché hanno motivi narrativi di interesse personale per farla girare. Di conseguenza, il cittadino medio viene lasciato confuso sulla posizione del Cremlino e tenuto all’oscuro della sua reale politica.
ll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate: postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704 oppure iban IT30D3608105138261529861559 oppure PayPal.Me/italiaeilmondo Su PayPal, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)
Iniziano a diffondersi e moltiplicarsi notizie dell’apertura di un nuovo fronte alla frontiera del Libano. Di certo gli attacchi e le repliche si stanno intensificando e accompagnano le smentite più o meno ufficiali
ore 18:00 di Roma
Con la notizia del bombardamento israeliano degli aeroporti di Damasco e Aleppo, in Siria, chiudiamo questa seconda finestra di informazione. Ci riserviamo di riaprirla in caso di recrudescenza o di allargamento del conflitto
05:00 Ora di Roma
Il Mossad lancia accuse contro Huawei. Hamas ha utilizzato smartphone Huawei senza alcuna backdoor occidentale.
04:36 Ora di Roma
Donald Trump attacca Israele, dice che Netanyahu “lo ha deluso” e che “non dimenticherà mai”, e definisce Israele debole durante un discorso a West Palm Beach.
Trump non dimenticherà mai che Netanyahu si è congratulato con Biden anche quando i voti erano ancora in fase di conteggio
04:35 Ora di Roma
Il gruppo d’assalto della portaerei USS Gerald R. Ford si posizionerà al largo delle coste del Libano e del nord di Israele.
04:27 Ora di Roma
Violenti scontri tra la resistenza e le forze dell’IDF alla rotonda Al-Zayed nella città di Jenin, West Bank.
04:25 Ora di Roma
La corda dei finanziamenti all’Ucraina sta finendo:
“Non si può iniziare a pianificare un sostegno a lungo termine se si è alla fine della corda. E nel finanziamento dell’Ucraina stiamo arrivando alla fine della corda. Oggi abbiamo annunciato 200 milioni di dollari e continueremo ad aiutare l’Ucraina per quanto possibile, ma non a tempo indeterminato”, ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca John Kirby.”
Per quanto la corda si attorcigli, finirà comunque.
04:12 Ora di Roma
Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, via X:
“Sono preoccupato per il recente scambio di fuoco lungo la Linea Blu e per gli attacchi segnalati dal Libano meridionale.
Faccio appello a tutte le parti – e a coloro che hanno un’influenza su di esse – affinché evitino qualsiasi ulteriore escalation e ricaduta”.
04:08 Ora di Roma
Gli aerei israeliani stanno colpendo diversi obiettivi di Hamas nel sud di Gaza.
03:51 Ora di Roma
Nessuna infiltrazione da Gaza stanotte.
Sembra che l’IDF abbia un certo controllo sul confine, il che significa che siamo molto più vicini a una guerra di terra.
03:50 Ora di Roma
Conduttore della CNN: “Sta dicendo che vorrebbe che gli Stati Uniti e Israele bombardassero l’Iran anche in assenza di prove dirette del loro coinvolgimento in questo attacco?”.
Lindsey Graham: “Sì”.
03:10 Ora di Roma
Il neocon Lindsey non si smentisce mai.
“Siamo in una guerra di religione. Io sono senza remore dalla parte di Israele, qualunque cosa debbano fare, compreso il radere al suolo Gaza.”
Un video di 3 minuti diffuso dalla Jihad islamica mostra la preparazione di attacchi missilistici e il loro lancio
02:52 Ora di Roma
Bernie Sanders critica l’offensiva di Israele a Gaza, definendola “una grave violazione del diritto internazionale”.
02:45 Ora di Roma
Matthias Kennes, rappresentante di Medici Senza Frontiere a Gaza, afferma che l’ospedale più grande della Striscia di Gaza, l’Al-Shifa Hospital, ha abbastanza carburante per mantenere la sua fornitura energetica per soli tre giorni.
02:39 Ora di Roma
Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman conferma durante una telefonata con il presidente francese la necessità di lavorare per fermare le operazioni militari che hanno ucciso persone innocenti a Gaza.
Fonte: Sky News
02:35 Ora di Roma
Si alzano forte i tamburi di guerra:
“Teheran probabilmente sapeva che Hamas stava pianificando un attacco contro Israele, ma non conosceva i tempi precisi o la portata dell’attacco, secondo una valutazione preliminare non classificata delle agenzie di intelligence statunitensi.”
Fonte: Wall Street Journal
02:26 Ora di Roma
Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato:
“La terra su cui vivono i palestinesi è storicamente la loro terra, e avrebbe dovuto stabilire uno stato palestinese indipendente che includesse Gaza”.
Fonte: Sky News Arabia
02:18 Ora di Roma
Sembra che le forze israeliane si stiano preparando per una grande guerra. Nei territori che circondano Gaza, un parcheggio sotterraneo è stato trasformato in un ospedale con centinaia di letti e attrezzature mediche.
02:14 Ora di Roma
Sono in corso le operazioni di ricerca e soccorso tra le macerie di ciò che resta della città meridionale di Gaza, Khan Yunis, colpita questa notte dagli attacchi israeliani.
01:01 Ora di Roma
I MEMBRI DELLE FORZE DI DIFESA ISRAELIANE AUMENTANO DEL 300%
Numero di soldati attivi dell’IDF la scorsa settimana: 170,000
Numero di soldati attivi dell’IDF oggi: 530,000
00:54 Ora di Roma
“Il mondo potrebbe cambiare radicalmente a seguito della guerra tra Israele e Hamas.
Per Israele, la questione è mortalmente seria.
Se Hezbollah resterà in disparte, l’IDF schiaccerà sistematicamente Gaza. Attacchi seri dal Libano meridionale porteranno le forze di terra dell’IDF al limite.
È possibile che la rabbia e il disgusto del mondo musulmano per la distruzione di Gaza e del suo popolo provochino una guerra più ampia che potrebbe coinvolgere l’Iran e persino la Turchia.
L’Egitto non sarà in grado di resistere. La Giordania potrebbe crollare sotto la pressione dei disordini interni.” (Douglas Macgregor)
00:19 Ora di Roma
Dalle telecamere in diretta da Gaza e da fonti ufficali sembra che sia la Marina che l’Aeronautica israeliane stiano bombardando la Striscia di Gaza da circa un’ora.
23:24 Ora di Roma
Secondo quanto riferito, un drone sconosciuto è stato avvistato nel cielo vicino all’insediamento di Nachal Oz, a est della Striscia di Gaza, e di conseguenza è stato annunciato un “allarme di penetrazione aerea”.
Sembra che l’App Red Alert stia funzionando di nuovo.
23:21 Ora di Roma
Il presidente Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno altri F-18 e F-35 in Medio Oriente, in seguito all’aumento delle tensioni. Siamo in piena modalità escalation…
23:20 Ora di Roma
Il Presidente iraniano Ebrahim Raisi e il Principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman hanno avuto la loro prima telefonata in assoluto, discutendo della Palestina.
La telefonata è durata circa 45 minuti. Hanno discusso dell’unità dei Paesi musulmani di fronte agli sviluppi in Palestina.
23:18 Ora di Roma
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto stasera, durante un discorso alle organizzazioni ebraico-americane: “Ho detto agli iraniani… state attenti”.
23:14 Ora di Roma
Durante una conferenza stampa del nuovo governo d’emergenza israeliano, l’attuale ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha dichiarato: “Cancelleremo Hamas dalla faccia della Terra”, mentre l’ex ministro della Difesa, Benny Gantz, ha detto: “Hamas è un nemico che deve essere sterminato con ogni mezzo”.
22:18 Ora di Roma
La Casa Bianca:
La portaerei “Eisenhower” partirà per il Mar Mediterraneo, diretta dal Comando europeo dell’esercito statunitense. Non è stato escluso l’invio di un’altra portaerei.
Dopo la Ford e la Eisenhower, un’altra portaerei sarebbe la terza nella regione.
È dall’invasione dell’Iraq che non vediamo questo grande dispiegamento. Un’altra guerra, questa volta in Iran, è alle porte…?
22:11 Ora di Roma
QUI IL WEBCAM DEL CIELO DI GAZA:
22:02 Ora di Roma
Gli israeliani, dovrebbero essere preoccupati per come che il sistema di allarme (Red Alert) per le intrusioni nello spazio aereo sia stato apparentemente hackerato e illuminato come un albero di Natale.
21:55 Ora di Roma
Canale 12 in Israele ha appreso che il governo israeliano sta attualmente discutendo e valutando due opzioni:
1: combattimenti duri, ma limitati. L’IDF si ritirerebbe dalla Striscia di Gaza senza eliminare completamente le capacità militari di Hamas. Questa opzione potrebbe essere preferibile se Hezbollah si unisse alla guerra.
2: L’IDF occupa la Striscia di Gaza e distrugge completamente Hamas. Si discute se l’IDF debba mantenere il controllo di Gaza, affidarsi all’Autorità Palestinese o permettere a una forza internazionale con la cooperazione dei Paesi arabi di sorvegliare la Striscia di Gaza.
21:35 Ora di Roma
Il Bataan Amphibious-Ready Group, composto dalla USS Bataan (LHD-5), dalla USS Mesa Verde (LPD-19), dalla USS Carter Hall (LSD-50) e da circa 3.000 Marines della 26esima Marine Expeditionary Unit, si trova in questo momento al largo delle coste del Bahrein e si sta dirigendo verso il Mar Arabico, dopo che è stato costretto a concludere in anticipo un’esercitazione in Kuwait per “prepararsi a ulteriori incarichi a seguito di eventi emergenti”.
19:47 Ora di Roma
I leader iraniani potrebbero essere stati sorpresi dall’offensiva di Hamas, riporta il NYT citando rapporti dell’intelligence statunitense
Secondo i primi rapporti dell’intelligence statunitense, i vertici iraniani sono stati sorpresi dall’offensiva senza precedenti lanciata sabato da Hamas contro Israele, ha riferito mercoledì il New York Times, citando affermazioni di esponenti della Amministrazione Statunitense. (Un segnale probabilmente della cautela statunitense che però smentisce precedenti dichiarazioni della dirigenza iraniana)
19:20 Ora di Roma
L’APP “RED ALERT” È STATA HACKERATA.
19:18 Ora di Roma
Sembra che gli iraniani avessero ragione:
I media israeliani:
“Numerosi avvertimenti dal Comando del Fronte Interno nel nord che hanno causato uno stato di panico in tutto “Israele” sono stati sospettati di essere causati da un incidente informatico.”
19:15 Ora di Roma
L’ordine di mettersi al riparo in tutto il nord di Israele è stato appena revocato e anche l’IDF lo attribuisce a un errore.
19:15 Ora di Roma
Il Comando del fronte interno dell’IDF ha annunciato che gli “allarmi di penetrazione aerea” sul nord di Israele sono stati causati da un errore e che non c’erano droni o parapendii nel cielo sopra il Paese.
Bisogna vedere se “l’errore” è stato un attacco hacker come dicono gli iraniani.
19:05 Ora di Roma
Questo è quanto riferiscono gli Iraniani:
“Finora non c’è stata alcuna intercettazione o conflitto con il drone o con qualsiasi altro obiettivo. I jet israeliani stanno sorvolando le alture occupate del Golan. Sembra che il sistema di allarme dell’attacco missilistico sia stato violato e che sia stata condotta un’operazione di guerra elettronica. Questo ha provocato panico e paura tra gli israeliani, soprattutto nel nord, causando diversi feriti tra coloro che correvano nei rifugi per la paura.”
19:01 Ora di Roma
Il Comando del fronte interno dell’IDF ha annunciato che gli “allarmi di penetrazione aerea” sul nord di Israele sono stati causati da un errore e che non c’erano droni o parapendii nel cielo sopra il Paese.
19:00 Ora di Roma
L’esercito israeliano è in attesa di un’invasione completa di terra.
18:47 Ora di Roma
Il Dipartimento di Stato americano ha rilasciato un aggiornamento sul numero di americani uccisi dall’attacco a sorpresa di Hamas nel sud di Israele: ora si sa che almeno 22 americani sono morti nell’attacco.
18:47 Ora di Roma
Dopo le segnalazioni di intrusioni nello spazio aereo libanese in territorio israeliano, finora non sono stati rilevati incidenti in territorio israeliano e non sono state segnalate vittime.
Le forze dell’IDF stanno controllando l’area da terra e dall’aria.
Le Forze di Difesa israeliane hanno confermato che l’allarme aereo per la città settentrionale di Haifa è stato causato dal lancio di un missile/razzo a lunga gittata dalla Striscia di Gaza, che sarebbe atterrato in un campo vuoto a sud della città.
Portavoce dell’esercito israeliano:
“In seguito alle segnalazioni di una violazione dello spazio aereo dal territorio libanese, finora non sono state rilevate vittime e non sono stati segnalati feriti – Le forze dell’esercito israeliano stanno setacciando l’area da terra e dall’aria – Inoltre, in seguito alla segnalazione di un’allerta attivata nell’area di Carmel Beach è stato rilevato un lancio di missili dalla Striscia di Gaza. Non sono stati lanciati missili intercettori.”
Continueremo a monitorare la situazione.
18:28 Ora di Roma
Riporteremo SOLO aggiornamenti confermati. Ci asterremo dal pubblicare qualsiasi cosa che non sia ufficialmente confermata.
18:26 Ora di Roma
Notizie di incursione di terra da parte di soldati Hezbollahnel nord di Israele non e` confermato. Sembra che sia in corso solo un attacco con i droni.
18:11 Ora di Roma
Da fonti ufficiali: È confermato l’attacco massiccio di droni da parte di Hezbollah al nord di Israele.
17:53 Ora di Roma
Gli Stati Uniti non vedono alcun segno di altri Paesi o “attori” che vogliano unirsi all’assalto di Hamas contro Israele, ha dichiarato mercoledì a Bruxelles il Capo di Stato Maggiore congiunto Charles Brown.
“Non ho visto alcuna indicazione di ulteriori attori impegnati a scapito di Israele”, ha dichiarato Brown in una conferenza stampa.
17:45
La guerra di Israele deve “sradicare” Hamas per scoraggiare l’islamismo violento in tutto il mondo, ha dichiarato il ministro dell’Intelligence israeliano Gila Gamliel all’AFP in un’intervista esclusiva.
“Dobbiamo sradicarlo in modo che non si ripeta, in modo che non ci sia alcuna opzione o idea per altri nel mondo”, ha detto, riferendosi agli attacchi senza precedenti di Hamas contro Israele.
17:39
URGENTE: alcuni proiettili sono atterrati nel nord di Israele, riferisce la Reuters, citando l’emittente pubblica israeliana Kan.
17:38
URGENTE: l’esercito israeliano afferma di aver ricevuto segnalazioni di un’infiltrazione nello spazio aereo israeliano dal Libano, riferisce la Reuters.
17:28 ora di Beirut
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken sarebbe dovuto partire mercoledì per Israele nell’ambito di una missione in Medio Oriente volta a prevenire lo scoppio di una guerra più ampia, secondo quanto riportato dalla Reuters.
In segno di solidarietà con il più stretto alleato di Washington in Medio Oriente, Blinken dovrebbe incontrare alti funzionari israeliani, tra cui probabilmente il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, per discutere di un maggiore sostegno militare.
17:00 ora di Beirut
URGENTE: allarme per dispositivi aerei ostili nel nord di Israele, annuncia la radio dell’esercito israeliano, secondo quanto riportato da Reuters.
16:55 Ora di Beirut
L’Egitto ha avvertito Israele del rischio di possibili violenze “tre giorni” prima dell’assalto di Hamas, secondo l’influente politico americano Michael McCaul, capo della Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti.
“Sappiamo che l’Egitto ha avvertito gli israeliani tre giorni prima che qualcosa di simile sarebbe potuto accadere”, ha dichiarato dopo un briefing al Congresso degli Stati Uniti.
16:51 Ora di Beirut
URGENTE: Nove dipendenti dell’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi uccisi in attacchi aerei su Gaza, secondo la Reuters.
16:48 ora di Beirut
Infografica: Gaza sotto assedio. Un’infografica del nostro giornalista Guilhem Dorandeu.
posso ora confermare pienamente che ciò che sta accadendo è la piena e definitiva escalation della situazione intorno a Israele. È una cosa gravissima. Non solo per gli israeliani e i palestinesi, ma per l’intera regione. La questione non è se esploderà o meno. Esploderà su larga scala. La domanda è quanto sarà grande questa esplosione “su larga scala” e quali Paesi ne saranno coinvolti.
Le cose sono ancora troppo presto per essere analizzate, ma credo di poter fare alcune affermazioni solide dal momento che ho studiato la situazione per diversi anni. Anni fa ho studiato le operazioni delle Guardie rivoluzionarie iraniane in Siria. Durante la mia ricerca ho scavato, per caso, molto a fondo nelle operazioni, negli scopi e nell’organizzazione delle Forze Quds. Si tratta di una formazione d’élite all’interno delle Guardie rivoluzionarie iraniane. Il suo scopo e la sua organizzazione sono esattamente questi: la liberazione del popolo palestinese, quando sarà il momento. Per essere più precisi, la liberazione di Gerusalemme. Quds significa letteralmente “Gerusalemme”.
Voglio ribadire che sono del tutto neutrale nei miei servizi su questo conflitto. I miei unici interessi sono legati alla Serbia. Non abbiamo problemi né con i palestinesi né con gli israeliani.
Torniamo alle Forze Quds. Sono organizzate in diverse sezioni. Ci sono forze speciali pubblicamente conosciute. E ci sono anche agenti organizzati in modo occulto, diciamo sotto copertura, a decine di migliaia, in tutto il mondo arabo e in Israele. Il loro scopo è quello di organizzare e preparare una guerra totale dell’asse della resistenza contro Israele, in quello che è essenzialmente la maggior parte del mondo musulmano intorno a Israele. Possiamo pensare a loro come a migliaia di agenti attivi che preparano, organizzano e coordinano le milizie e i governi intorno a Israele per il colpo finale. E possiamo pensare a migliaia di cellule dormienti, che aspettano solo un segnale preparato che le spinga a eseguire una sequenza di azioni predefinite e pre-comunicate.
Azioni con un unico scopo. Porre fine a Israele. Non chiedetemi fino a che punto si spingerebbero, non ne ho idea, e meno ne so e meglio è…
Beh. Quando di recente sono iniziati gli eventi in Israele, mi sono svegliato e ho visto le notizie e le immagini. In particolare, le immagini notturne della caserma israeliana, dove tutti i soldati sono stati uccisi mentre dormivano. La disattivazione del controllo militare meridionale di Israele, l’Iron Dome, ecc. Per me è stato chiaro: le Forze Quds sono state appena attivate con lo scopo finale.
Ragazzi, questa è roba seria e pesante. Voglio dire… sono profondamente scioccato. Questo è sicuramente un evento storico, essenzialmente mentre la SMO della Russia procede verso la conclusione, e all’inizio della decolonizzazione dell’Africa. Le guerre di liberazione sono in pieno svolgimento.
Ok, cosa significa tutto questo? Innanzitutto, non ho prove a favore della teoria di Quds, ma poiché ho passato molto tempo a studiarla durante la campagna di Siria, posso essere sicuro del mio punto di vista. Il che non significa, ovviamente, che potrei sbagliarmi! Anche la data di inizio della guerra è interessante. La guerra dello Yom-Kippur è iniziata nella stessa data. È un messaggio.
Quello che è appena successo contro Israele significa solo una cosa. Israele mobiliterà tutto e distruggerà Gaza. Resta da vedere se sarà occupata o semplicemente rasa al suolo con altri mezzi, ma sarà distrutta. Chiunque abbia iniziato l’operazione in corso ha fatto un lavoro di pianificazione perfetto. E questo significa che per lui era chiaro che Gaza sarebbe stata distrutta. In effetti, faceva parte del piano. Un sacrificio.
La distruzione e/o l’occupazione di Gaza è inaccettabile per i vicini arabi. Amici miei… Possiamo aspettarci che la regione venga fatta saltare in aria molto presto.
Sì, certo. Ci sono molte teorie sul coinvolgimento di Israele. È possibile, non lo so. Ma questo non cambia la situazione. Ecco alcune teorie che potrebbero essere giuste, ma anche in questo caso non importa se lo siano o meno. Il processo è stato avviato e non può più essere fermato.
Il Mossad era a conoscenza dei piani e ha lasciato che accadesse, per consolidare il popolo e il governo israeliani. (Ho molte ragioni per credere che questo non sia vero).
Il Mossad stesso ha decifrato i codici iraniani per l’attivazione delle cellule dormienti Quds per avviare il processo prima del tempo e distruggere l’intera operazione Quds prima che potesse essere usata contro Israele in un momento peggiore. (Possibile, ma attualmente è anche un brutto momento…).
In realtà, presumo che l’Iran abbia ora tutta la sicurezza di poter sconfiggere Israele per via convenzionale, dal momento che gli Stati Uniti sono sostanzialmente disarmati. Qualsiasi mossa degli americani a sostegno di Israele sarà un disastro per gli americani. Gli Stati Uniti semplicemente non possono permettersi una guerra contro l’Iran in questo momento, poiché la maggior parte delle loro risorse logistiche sono impantanate in Ucraina e contro la Cina.
Ebbene, il conflitto si intensificherà. Il problema è solo di quale portata. Una guerra totale dei Paesi arabi e dell’Iran contro Israele o solo una scaramuccia tra Hamas e Hezbollah ai confini e a Gaza? Tutto è possibile tra questi due scenari. Non ho idea di quale si concretizzerà; spero solo in una pace duratura per l’intera regione. I popoli della regione, sia arabi/persiani che israeliani, meritano la pace dopo le eterne e perpetue guerre guidate dall’impero nella regione.
Potrei delineare i miei pensieri su una potenziale sequenza di eventi, ma non lo farò perché tutto ciò che posso immaginare ora è orribile e l’odio nella regione è grande. Potete aspettarvi immagini orribili da entrambe le parti. Ciò che accade in Ucraina non è paragonabile a ciò che potremmo vedere nel Vicino e Medio Oriente.
Noi di BMA siamo neutrali in questo conflitto e non ci schiereremo da nessuna parte, né riferiremo a favore di questa o quella fazione. Preghiamo per una pace duratura.
L’irruzione in Israele ha colto molti di noi di sorpresa. Ma in un certo senso si è trattato di un’escalation di punti di infiammabilità a lungo attesi, destinata a dare il via all’epilogo del conflitto ucraino, togliendo calore a quest’ultimo.
Ci sono molti resoconti in circolazione di tutte le cose che sembrano “strane” nell’attacco di Hamas, quindi non ne racconterò ogni singolo punto in questa sede, dato che la maggior parte di voi li avrà probabilmente letti in più luoghi; cose come la violazione molto poco plausibile dei cancelli e delle difese ad alta tecnologia di Israele, i fallimenti senza precedenti del Mossad e dello Shin Bet, l’invocazione di “Pearl Harbor” da parte di Netanyahu, che è molto eloquente se si considera che anche Pearl Harbor fu un attacco a bandiera falsa con lo scopo di portare gli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale.
Ricordiamo che Hamas è stato parzialmente o interamente creato da Israele – fatto confessato da diversi alti funzionari israeliani – come contrappeso all’OLP, il gruppo politico dominante all’epoca. Non è quindi da escludere che un gruppo creato da Israele e dai servizi segreti occidentali possa essere ancora sotto il loro controllo o almeno infiltrato al punto da essere “indirizzato” nella creazione di alcuni falsi messaggi necessari che potrebbero favorire Israele nel suo complesso. Ciò è supportato dalle nuove prove che sarebbero emerse sul fatto che Hamas utilizzava armi fornite dall’Ucraina, il che indicherebbe una pipeline di armi dell’intelligence occidentale piuttosto standard, come quella dei Contras, ecc.
Il principio principale in base al quale opero è che quasi nessun evento globale avviene per puro caso, in particolare quando si colloca in una determinata sfera geopolitica collegata. E il Medio Oriente è certamente legato, in molti modi, alla Russia, alla guerra ucraina e al multipolarismo in generale.
Passiamo in rassegna alcune delle potenziali ragioni che potrebbero essere responsabili dell’accensione di un tale conflitto, proprio ora.
Come corollario al principio generale secondo cui nulla accade per caso nel mondo della politica delle grandi potenze, dobbiamo ricordare che tutto ciò che accade è generalmente legato o è un sottoprodotto – diretto o indiretto – della grande potenza o superpotenza leader; ben poco può accadere sotto la loro egida senza un qualche tipo di autorizzazione.
In questo caso ci riferiamo agli Stati Uniti, il principale egemone del mondo. Tuttavia, gli Stati Uniti non sono più l’unico grande protagonista del blocco, e quindi esamineremo le possibili ragioni che potrebbero spingere entrambe le parti a scatenare questo conflitto.
Quali sono i motivi che potrebbero spingere gli Stati Uniti a infiammare il Medio Oriente?
Sappiamo che di recente sono stati fatti grandi passi avanti verso il multipolarismo e la frattura dell’impero mondiale atlantista. Parallelamente, Israele si stava muovendo verso una seria normalizzazione con l’Arabia Saudita, che ora viene descritta dagli addetti ai lavori come “messa in pausa a tempo indeterminato” perché la KSA richiedeva a Israele varie concessioni sui palestinesi, che ora è una questione morta.
Per molti versi, tali riconciliazioni, riavvicinamenti, normalizzazioni, ecc. sono sviluppi pericolosi per l’egemone. La guerra e il conflitto sono gli strumenti più efficaci per controllare gli eventi e creare condizioni favorevoli al dominio, permettendo di creare divisioni, indebolire i Paesi intransigenti, estromettere i loro leader, ecc.
Innanzitutto dobbiamo ricordare che lo stesso Benjamin Netanyahu stava affrontando una crescente impopolarità in patria, con voci che da tempo suggerivano che persino il Mossad stesse contribuendo a organizzare proteste contro di lui (rivelate dalle fughe di notizie del Pentagono all’inizio di quest’anno).
Uno dei metodi più comunemente utilizzati da un leader “uomo forte” per affermare la propria forza, riconquistare il sostegno e consolidare il potere è quello di fomentare un qualche tipo di conflitto che possa essere utilizzato per creare restrizioni “di emergenza” agli oppositori, sopprimere la parola politica, ecc. Si tratta ovviamente di una tattica ampiamente utilizzata, da ultimo da Zelensky, e non ha bisogno di molte spiegazioni.
Si può facilmente immaginare come un Netanyahu in difficoltà cercherebbe di fomentare un conflitto per reindirizzare il patriottismo e cingersi di “gloria” distruggendo Hamas una volta per tutte, il che garantirebbe il suo potere e la sua eredità per sempre.
Estrapolando questa ipotesi, si sarebbe potuta verificare una convergenza di incentivi reciprocamente vantaggiosi. Conoscendo la situazione di Netanyahu, gli Stati Uniti e il Regno Unito potrebbero aver deciso di trovare un accordo reciproco che permetta di prendere più piccioni con una fava. Netanyahu ottiene il consolidamento del suo potere e la sua gloria, mentre gli Stati Uniti e il Regno Unito possono potenzialmente scatenare una guerra per indebolire l’Iran, ormai inarrestabilmente in ascesa.
Questo ci porta alla prossima grande motivazione. Una delle ragioni principali di questa improvvisa esplosione potrebbe essere quella di istigare una conflagrazione molto più grande per indebolire fatalmente l’Iran, che ultimamente sta acquisendo un potere geopolitico smodato. Non si tratta di una mera speculazione, ma di un’allusione aperta da parte dell’Occidente in diversi modi.
In primo luogo la nuova notizia bomba che “l’Iran ha contribuito a pianificare” l’attacco di Hamas:
E il lento aumento del coro di politici occidentali che minacciano direttamente l’Iran:
Se ricordate, nell’ultimo anno l’Occidente ha cercato di tarpare le ali all’Iran come mai prima d’ora. Questo perché l’Iran è diventato sempre più dominante in Medio Oriente, in particolare dopo tutti i riavvicinamenti avvenuti, e come risultato di quanto l’Iran sia stato strumentale in generale nelle varie guerre per l’energia, aiutando geopoliticamente la Russia in Ucraina, ecc. Le sue azioni sono aumentate enormemente e stava diventando una minaccia troppo grande.
Inoltre, il teatro siriano ha iniziato lentamente ad attivarsi, in parte a causa della guerra ucraina, come vettore degli Stati Uniti per indebolire e dividere gli sforzi russi. Ma anche perché l’Iran si è fatto strada anche lì, con gli attacchi israeliani meno efficaci e meno frequenti, mentre le truppe e le basi statunitensi sono state sottoposte a un crescente attacco da parte dei proxy iraniani.
Assad, nel frattempo, si è rafforzato, viaggiando in aereo in tutto il mondo e stringendo nuovi accordi. Ha incontrato il ministro saudita per la prima volta dal 2011, ha visitato la Cina per la prima volta dal 2004 e altre imprese simili.
Da questa lente olistica, possiamo dedurre che l’egemone statunitense potrebbe voler coinvolgere il Medio Oriente in un conflitto di grandi dimensioni per indebolire gli avversari che si stanno rafforzando sempre di più. Ufficialmente sostengono di essere dei pacificatori che sono “accecati” dagli sviluppi e cercano di limitare qualsiasi escalation:
Ma in realtà gli Stati Uniti hanno appena annunciato l’invio del gruppo di portaerei USS Gerald R. Ford nella regione del Mediterraneo orientale. Non si invia una tale potenza di fuoco se si intende fare la pace e ridurre le tensioni. Senza contare che gli aerei cargo C17 dell’esercito americano sono già atterrati in Israele, probabilmente trasportando nuove armi.È molto facile capire come potrebbero, ad esempio, collegare il coinvolgimento dell’Iran negli attacchi di Hamas alla percezione di una “crescente minaccia iraniana” in Siria, e includerla in una futura offensiva più ampia in cui squadroni congiunti israelo-americani possano bombardare e indebolire le forze, le infrastrutture, ecc. di Assad, per tenere a freno la Siria. Martyanov ne parla diffusamente nel suo nuovo video, comprese le prospettive militari di un simile tentativo di attacco all’Iran.
Ma naturalmente, come le minacce di Lindsey Graham di cui sopra, questo potrebbe essere portato molto più in là. Potrebbero organizzare un’intera guerra per paralizzare l’Iran, almeno le sue raffinerie di petrolio, il che paralizzerebbe l’economia iraniana e sventrerebbe la sua influenza. Pepe Escobar discute queste potenzialità nel suo nuovo post:
Ma c’è molto di più. L’indizio più evidente è la retorica israeliana di una “Pearl Harbor”. Tutti sanno cosa significa. Il progetto Ucraina è morto. Un’Asia occidentale pacifica significa ricostruzione per la Siria, riqualificazione per l’Iraq e il Libano, Iran e Arabia Saudita come parte dei BRICS 11, il partenariato strategico Russia-Cina rispettato e impegnato in tutta l’Asia occidentale. Uno dei temi chiave discussi a Valdai ai massimi livelli è stata la de-dollarizzazione. Tutto questo è un anatema per i soliti sospetti. Il Mossad e l’IDF colti di sorpresa è una fantasia infantile. Sapevano che stava arrivando. La domanda ora è se Hezbollah verrà in città.
I progetti che cita, il completo collasso del sistema dominato dall’Occidente, è un punto di snodo fondamentale. Riprendete confidenza con il mio articolo sull’Heartland e sul perché questo “passaggio intermedio” attraverso l’Iran è assolutamente fondamentale per l’egemone per conquistare il mondo.
Ora che l’Occidente è sull’orlo del baratro, potrebbe fare di tutto per cercare di neutralizzare l’Iran una volta per tutte, con un effetto domino sull’intera regione. La riduzione dell’Iran significherebbe la caduta della Siria, il che significherebbe l’espulsione della Russia e la chiusura delle sue basi, il che significherebbe l’annullamento di qualsiasi proiezione di potenza russa in quella regione, in particolare ora che le rotte settentrionali saranno completamente dominate dalla NATO, con l’adesione della Finlandia e potenzialmente della Svezia.
In ultima analisi, ciò servirebbe a uno scopo molto più ampio: ci sono sempre disegni nei disegni.
Il grande schema finale ruota attorno alla guerra in Ucraina, che a sua volta ruota attorno al futuro conflitto Cina-Taiwan.
Le ragioni per scatenare questo conflitto ora, nei confronti dell’Ucraina, potrebbero essere molteplici. Uno dei motivi principali che ci viene in mente è quello di creare una massiccia cortina fumogena per deviare la copertura del conflitto ucraino mentre l’amministrazione Biden attua silenziosamente il suo piano – di cui abbiamo discusso a lungo nell’ultimo rapporto – di mettere Zelensky sotto ghiaccio e congelare la guerra.
Diversi articoli recenti hanno evidenziato la scarsa copertura mediatica che l’Ucraina ha ricevuto negli ultimi tempi, con grafici che mostrano il lento declino, in particolare da quando è emersa la realtà del fallimento dell’offensiva. Ora è destinata a scomparire del tutto dal ciclo delle notizie, sostituita dal crescente conflitto israeliano e dalle infinite grida di indignazione per le atrocità commesse – le stesse compiute quotidianamente dall’AFU nel Donbass, che in qualche modo non riescono a raccogliere la stessa attenzione dei media.
Di recente qualcuno mi ha chiesto – non ricordo se nella sezione commenti o in una delle mail – come prevedo che in futuro riusciranno a nascondere il conflitto ucraino sotto il tappeto. Ho indicato diversi metodi potenziali, uno dei quali è che possono innescare qualche altro nuovo punto di infiammazione globale per distogliere l’attenzione. Ho anche fornito alcuni esempi, come spingere la situazione tra Azerbaigian e Armenia a diventare qualcosa di più grande, far crescere le ostilità tra Serbia e Kosovo, che stanno sobbollendo da un po’ di tempo a questa parte; ma questo è un aspetto che non avevo previsto, lo ammetto.
Per molti versi, è la più brillante di tutte. Perché niente compra l’indignazione dei media come gli attacchi a Israele, o almeno così sembra. I media non si preoccupano degli armeni assassinati, o di qualsiasi altro Paese, se è per questo. Quindi, se il vostro obiettivo principale è quello di creare la più grande cortina fumogena mediatica per distrarre completamente la copertura dell’Ucraina, allora questo è quello giusto.
Ma so cosa state pensando. Israele potrebbe fare un “rapido” lavoro di pulizia su Hamas e farla finita, riportando tutta l’attenzione sull’Ucraina.
Ecco perché, affinché questa teoria funzioni, dovrebbe probabilmente innescare un conflitto più ampio, magari coinvolgendo l’Iran. A quel punto gli Stati Uniti potrebbero anche avere una scusa per scaricare l’Ucraina, una scusa che potrebbe essere accettata dai membri più accaniti del Congresso a favore dell’Ucraina. Per esempio: “Abbiamo dovuto inviare tutti i nostri soldi per aiutare a salvare Israele”. Di certo nessuno al Congresso, di proprietà degli Stati Uniti e di Israele, si lamenterebbe del fatto che gli Stati Uniti hanno speso i loro soldi ucraini per Israele.
Questo potrebbe dare all’amministrazione Biden una scusa valida e difendibile per scaricare l’Ucraina. Tenete presente che non sto ancora sostenendo pienamente questa teoria come motivazione principale dell’attuale conflitto, ma la sto offrendo come potenziale. Io stesso non sono ancora del tutto convinto, perché sto ancora raccogliendo dati e aspettando che altri eventi ci forniscano indizi.
Ci sono altri indizi a sostegno di questa ipotesi?
Reperti A e B:
Siamo già testimoni del condizionamento dei media sulla realtà che gli Stati Uniti dovranno utilizzare le loro scorte di munizioni preziosamente prosciugate per Israele, dando priorità alla loro prima amata rispetto alla seconda appena battezzata. È facile immaginare le scuse che ne deriveranno in futuro: “Avevamo necessità più urgenti, quindi non potevamo più finanziare/fornire l’Ucraina!”.
L’assoluzione sarà data perché tutti nell’establishment statunitense comprendono l’inviolabile sacralità di Israele. Come si può incolpare qualcuno per aver dato la priorità a Israele rispetto all’Ucraina? Questo è semplicemente impensabile negli Stati Uniti.
Il prossimo:
Ricordate che nel mio ultimo articolo avevamo discusso della possibilità che gli Stati Uniti scaricassero l’Ucraina, lasciandola senza ulteriori finanziamenti, alla luce del recente riassetto della Camera?
Questo nuovo annuncio, secondo cui Biden sarebbe pronto a fare un tentativo per un regalo di 100 miliardi di dollari, senza precedenti, all’Ucraina, è molto interessante perché puzza di un’ultima ricompensa, o di un addio. Quasi come un tentativo di “lavarsi le mani” del conflitto con un’ultima tranche per pulirsi la coscienza. La maggior parte dei commentatori concorda sul fatto che si tratterebbe solo di un’acrobazia performativa e che non avrebbe alcuna possibilità di passare, ma forse è il modo in cui Biden si lava le mani per creare la percezione di aver “fatto tutto il possibile”, in modo che in seguito possa avere questo come parte della sua difesa quando l’Ucraina inevitabilmente cadrà e si troverà di fronte a critiche che metteranno fine alla sua carriera. Potrà dire: “Vedete, ho fatto del mio meglio per salvarli, ho promesso 100 miliardi di dollari ma quei viziati dei repubblicani mi hanno bloccato”.
Quindi, questo potrebbe essere l’inizio di qualcosa di grande destinato a cancellare l’Ucraina e forse anche a portare a un altro “evento” che cambierebbe il mondo e che permetterebbe all’establishment di cancellare/rubare le elezioni del 2024?
Ricordiamo che anche il grande falso allarme Covid è iniziato nel periodo di novembre dell’anno che precede le elezioni, cioè alla fine del 2019.
Infine, ci sono alcune voci agghiaccianti che sembrano suggerire che i neoconservatori potrebbero andare fino in fondo ed eseguire una nuova serie di falseflag in stile 11 settembre negli Stati Uniti per portare l’America completamente in guerra con l’Iran:
Questo non è implausibile; i neocons potrebbero aver fatto i loro calcoli e aver concluso che se non eliminano l’Iran ora, gli Stati Uniti sono condannati. Questo potrebbe essere l’inizio di una gigantesca conflagrazione che soddisferebbe alcune delle peggiori profezie per il 2024. Vale a dire che non ci saranno elezioni e che si verificherà un nuovo evento globale del Cigno Nero, simile al Covid dell’ultimo ciclo elettorale.
Ma ora passiamo all’altra possibilità principale.
E se, invece, l’intero evento fosse un’orchestrazione dell’Iran o del blocco guidato dalla Russia?
Ci sono certamente una pletora di ragioni per cui questo potrebbe essere il caso, non ultimo il fatto che l’Iran riconosce che gli Stati Uniti (e l’Occidente) sono ora criticamente più deboli perché hanno dismesso tutte le armi destinate all’Ucraina:
Abbiamo già visto in tempi recenti l’urgente preoccupazione dei membri del Congresso che gli Stati Uniti non abbiano abbastanza armi per Taiwan e che in futuro debbano scegliere tra l’Ucraina e il contrasto alla Cina. Ora, l’Iran potrebbe aver scelto di aprire un nuovo grande fronte in un momento critico in cui gli Stati Uniti sono divisi tra le varie esigenze geopolitiche.
Un altro aspetto che potrebbe far pensare a questo è l’apparente eccessiva sicurezza mostrata da Hamas. La maggior parte dei commentatori non riesce a capire perché Hamas sembri operare in modo così presuntuoso quando, sulla carta, l’IDF li sovrasta di gran lunga. Mi riferisco, ad esempio, al fatto che Hamas avrebbe rifiutato qualsiasi cessate il fuoco perché intende “andare fino in fondo”.
Mentre parliamo, gli ultimi rapporti affermano che più di 100.000 truppe israeliane si stanno dirigendo a Gaza:
Sembra inconcepibile che Hamas avvii un’operazione del genere senza un piano di emergenza, soprattutto se l’Iran ha contribuito a pianificarla. Sappiamo che Hezbollah ha già dichiarato che interverrebbe se l’IDF entrasse a Gaza.
È interessante notare che anche Erdogan ha lanciato un avvertimento diretto agli Stati Uniti:
Ricordiamo che solo pochi giorni fa gli Stati Uniti hanno abbattuto un drone turco molto costoso e di alta gamma sulla Siria, quando questo drone si sarebbe avvicinato a bombardare le forze statunitensi. Questi sviluppi sembrano parlare di un grande conflitto in corso.
Molti ritengono che Israele stia per cadere in una “trappola” tesa dall’Iran: entrerà a Gaza e Hezbollah aprirà un secondo fronte. Hamas avrebbe già esaurito gran parte dell’Iron Dome israeliano con i propri “razzi bottiglia” a basso costo, spianando così la strada agli Hezbollah per demolire Israele con una reale potenza di fuoco fornita dall’Iran sotto forma di SRBM pesanti, droni, ecc.
Il piano potrebbe poi essere segretamente favorito dall’intero blocco russo, nella consapevolezza che un conflitto di tale portata potrebbe avvantaggiare notevolmente la Russia e persino la Cina in vari modi.
Il primo e più ovvio è che distoglierebbe l’attenzione degli Stati Uniti dall’Ucraina, costringendoli a concentrarsi sulla lotta all’Iran e alle sue potenze regionali, il che permetterebbe alla Russia di finire rapidamente un’Ucraina abbandonata.
In secondo luogo, e in aggiunta al primo punto, qualsiasi conflitto di questo tipo farebbe schizzare alle stelle i prezzi del petrolio, che secondo le stime potrebbero già arrivare a 150 dollari al barile in futuro. Questo porterebbe i già esorbitanti profitti della Russia sui combustibili fossili a schizzare alle stelle, non solo stabilizzando la sua economia ma anche contribuendo a finanziare la guerra in Ucraina.
La Cina, ovviamente, potrebbe trarre un vantaggio simile dal fatto che l’attenzione degli Stati Uniti venga deviata altrove, dando alla Cina il respiro necessario per continuare a costruire e consolidare la propria forza regionale, impoverendo al contempo gli Stati Uniti e impedendo loro di finanziare/fornire Taiwan in misura sostanziale.
L’attuale conflitto in Palestina è geopolitico e riflette il consolidamento di uno dei principali poli mondiali. Segna la seconda fase della formazione del mondo multipolare, dopo lo SMO della Russia nel febbraio 2022. Molti tendono a concentrarsi esclusivamente su Hamas e sull’evolversi della situazione, come se questo riflettesse lo stesso piano temporale della strategia impiegata. Non fraintendetemi. Si tratta di un’operazione di armi combinate senza precedenti e nulla nel XXI secolo si avvicina a questa nella storia del conflitto. Se ha colto di sorpresa il Mossad (una delle agenzie di intelligence più potenti del mondo), cosa vi fa pensare che qualcuno di questi idioti truffatori di destra sappia cosa sta per accadere? Non si è trattato di un attacco casuale da parte di Hamas: tutto questo è stato pianificato, in piena coordinazione con l’Asse della Resistenza – e non siamo nemmeno vicini a vederne la portata e l’ampiezza. Ogni possibile risultato è stato preso in considerazione. Ricordate che ogni volta che sentite i sionisti parlare dei “grandi piani” che l’entità ha in serbo per radere al suolo Gaza. Lo hanno fatto molte volte, non ha mai funzionato. Hamas ne è uscito più forte che mai. E anche loro si aspettano qualsiasi cosa l’entità sionista abbia in serbo. Perché non si tratta solo di Hamas. Si tratta dell’intero Asse della Resistenza, con al centro l’Iran. L’Iran è una delle civiltà più antiche, grandi e sofisticate del mondo. Prima dell’era moderna, le uniche due potenze della regione erano gli Ottomani e i Safavidi persiani, che se la contendevano. Dietro questa operazione ci sono l’astuzia, il genio strategico e il materialismo escatologico dell’IRGC. E con quest’ultimo intendo dire che hanno combinato quella che è una profonda visione spirituale universale-regionale con il pragmatismo, il realismo e la concretezza della tecnologia moderna e delle tecniche di guerra irregolare iper-clausewitziana. La scala in cui si sta svolgendo non è immediatamente percepibile né nello spazio né nel tempo. Queste sono le scosse avvertite dalla resurrezione di alcuni degli imperi più antichi, splendidi e sublimi del mondo. Questa è l’operazione militare speciale delle civiltà del Medio Oriente. Allo stesso modo, non si tratta solo di Israele. È l’ultimo avamposto del Nuovo Ordine Mondiale nella regione. Israele era l’Ucraina del Medio Oriente, una vana fortezza artificiale della modernità occidentale creata per sopprimere le reali (e da tempo sopite) potenze autoctone della regione. La Russia ha risvegliato antiche potenze in tutto il mondo. Questa è la fine dell’ordine occidentale basato sulle regole”.
Quanto sopra può sembrare un po’ sdolcinato ed eccessivamente ottimista: non lo sto necessariamente approvando, almeno non ancora. Ma potrebbe benissimo essere vero.
Una delle altre ragioni è che ultimamente ci sono state troppe rivolte “casuali” contro l’ordine occidentale. Ricordiamo quante volte abbiamo discusso qui del potenziale ruolo asimmetrico della Russia nelle varie liberazioni africane che stanno attraversando il continente. Pensate che sia stato un caso che abbia portato a cose del genere?
Mi è stato chiesto molte volte, nel corso di mailbag, commenti, ecc., che cosa la Russia avesse intenzione di fare per compensare la costante guerra ibrida degli Stati Uniti nei confronti del conflitto ucraino. Ci sono certamente molti “eventi misteriosi” che stanno accadendo in tutto il mondo e che potrebbero dare una risposta.
Ecco perché non mi stupirei se l’attuale scontro fosse collegato alla guerra ibrida globale tra Est e Ovest, o tra Sud globale e atlantisti.
Ricordiamo che le grandi civiltà antiche pensano e pianificano con strategie a lungo termine. Potrebbe trattarsi di un attacco coordinato e accuratamente pianificato su tre fronti, la cui prima tappa sarebbe la Russia che elimina l’Ucraina, poi l’Iran che elimina Israele, per finire con il colpo di grazia della Cina che elimina Taiwan?
È certamente un’idea molto ambiziosa. Ma corrisponde a ciò che altre persone hanno previsto da tempo, come Zhirinovsky qui, diversi anni fa:
Un’altra potenziale ragione per cui il cartello bancario che gestisce l’Occidente ha bisogno di una grande guerra per ripulire il sistema:
Anche rispetto agli standard dell’ultimo decennio, che è stato semplicemente senza precedenti per quanto riguarda la quantità di denaro stampato dalla Federal Reserve, la settimana scorsa ha visto un’altra tiratura da capogiro.
In particolare, con tutta la de-dollarizzazione in corso, ciò può solo significare che il sistema finanziario occidentale non è mai stato in uno stato più precario. Il cartello ha bisogno di un grande conflitto globale per poter ripulire il sistema, ripulire i propri libri contabili e ricominciare la truffa dell’usura-farsa da zero.
Ma dovremo vedere come si svilupperà questo conflitto nelle prossime settimane o due per poter giudicare veramente se si tratta di un qualche piano generale iraniano in 5D, o solo di uno stratagemma a buon mercato per Netanyahu per consolidare il potere e mettere nero su bianco la sua eredità di leader storico israeliano che ha schiacciato Hamas una volta per tutte, cancellando tutte le sue malefatte e la sua corruzione in un colpo solo.
If you enjoyed the read, I would greatly appreciate if you subscribed to a monthly/yearly pledge to support my work, so that I may continue providing you with detailed, incisive reports like this one.
ll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate: postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704 oppure iban IT30D3608105138261529861559 oppure PayPal.Me/italiaeilmondo Su PayPal, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)
Da questa notte sono iniziati veri e propri combattimenti all’esterno e all’interno della striscia di Gaza. Non sono scontri episodici o rivolte, ma un vero e proprio conflitto pianificato ed organizzato con modalità complesse ed articolate da Hamas. Suscita qualche perplessità e dubbio, però, il fatto che il comando militare e i servizi di Israele non abbiano nemmeno percepito la gravità e la portata di quanto stava maturando. Il contesto interno, con il sabotaggio e la progressiva occupazione ed esproprio di terre di proprietà di arabi, ha la sua importanza. La ulteriore porosità del mercato nero delle armi consentita dal conflitto in Ucraina ha alimentato sicuramente le capacità militari di Hamas anche di strumenti complessi. Quanto sta accadendo si muove, però, in un contesto nel Vicino e Medio Oriente particolarmente dinamico ed originale. Le iniziative diplomatiche della Cina tese ad un avvicinamento di Iran e Arabia Saudita; il sostegno determinante della Russia al regime vittorioso di Assad; il dinamismo della Turchia in quell’area in una posizione sempre più conflittuale con gli Stati Uniti e di confronto circospetto con Russia ed Iran; le ambiguità sempre più evidenti dei rapporti occidentali con i settori più radicali dell’integralismo islamico, il risveglio dell’Egitto; la parallela iniziativa dell’amministrazione Biden per un avvicinamento tra Arabia Saudita e Israele in funzione antiraniana. Un contesto nel quale si stanno delineando nuovi equilibri ed assetti e prospettive di soluzione diplomatica di antichi contenziosi. Un contesto, quindi, di progressivo ridimensionamento dell’esclusivo ruolo statunitense in quell’area. Apriamo una finestra sugli eventi.
Ci sono molte domande tante ombre negli eventi che si stanno svolgendo in Israele e Palestina, soprattutto nella fase iniziale nell’attacco a Israele:
-Israele ha il più avanzato sistema antiaereo del mondo.
-Viene infiltrato da militanti paracadutati di Hamas
-Perde l’intera difesa del confine meridionale con Gaza
Come è potuto accadere?
Dove era Mossad con i suoi rapporti di intelligence?
19:16 ora di Beirut
Riferendosi all’offensiva scatenata contro Israele dal movimento islamista Hamas, Abbas Ibrahim, ex capo della Sicurezza generale libanese, ha dichiarato lunedì sera che “è stata presa la decisione di aprire tutti i fronti se Israele oserà entrare a Gaza con la forza”. Ha parlato durante un incontro con i giornalisti a Parigi.
19:08 ora di Beirut
Urgente Libano del Sud: secondo due fonti di sicurezza libanesi citate dalla Reuters, Hezbollah ha preso di mira un carro armato israeliano con un missile guidato.
19:07 ora di Beirut
Urgente Libano del Sud: l’esercito israeliano ha sparato contro i posti di osservazione di Hezbollah in risposta al lancio di razzi, come riporta Haaretz.
18:29 ora di Beirut
“La spettacolare offensiva di Hamas contro Israele ha mandato in frantumi tutte le certezze. Ora siamo nella zona grigia, quella in cui tutto può accadere”. L’analisi di Anthony Samrani: Nasrallah e Khamenei di fronte all’abisso.
18:19 ora di Beirut
Commentando il lancio di razzi dal Libano verso Israele, l’UNIFIL ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Pochi minuti fa, intorno alle 17:30, l’UNIFIL ha rilevato il lancio di razzi da sud di Tiro. Restiamo in contatto con le autorità su entrambi i lati della Linea Blu per disinnescare questa situazione molto pericolosa. Invitiamo tutti alla moderazione in questo momento critico”.
18:16 ora di Beirut
Commentando le affermazioni israeliane secondo cui circa 1.500 corpi di combattenti di Hamas sono stati trovati dall’esercito israeliano da sabato, un portavoce di Hamas ha negato l’informazione. “Loro (Israele) vogliono aumentare il loro morale diffondendo queste notizie”, ha dichiarato a L’Orient Today.
17:59 ora di Beirut
URGENTE: L’esercito israeliano risponde con l’artiglieria ai razzi provenienti dal Libano, riporta Reuters.
17:49 Ora di Beirut
URGENTE: Diversi razzi sono stati lanciati pochi istanti fa dal Libano verso Israele, ha confermato alla nostra testata il portavoce dell’UNIFIL Andrea Tenenti.
Secondo una fonte dell’esercito libanese, 9 razzi sono stati lanciati dal villaggio di Qlaileh, nel sud del Libano. Il gruppo Telegram di Hezbollah ha riportato un totale di 12 razzi.
Tenenti ha dichiarato che i razzi sono stati lanciati da un’area vicina al villaggio di Naqoura, nel sud del Paese, ma non ha potuto confermare se abbiano raggiunto Israele.
Contattato dal nostro giornale, un portavoce di Hezbollah ha rifiutato di commentare l’incidente.
17:35 ora di Beirut
URGENTE: Secondo l’esercito israeliano, nel nord di Israele, al confine con il Libano, si sono udite delle sirene che segnalavano la presenza di possibili razzi.
17:31 Ora di Beirut
Il presidente della Banca Mondiale Ajay Banga ha dichiarato in un’intervista alla Reuters che il conflitto tra Israele e Hamas è una “tragedia umanitaria” e uno “shock economico” di cui il mondo “non ha bisogno”.
Ha aggiunto che l’organizzazione sta “facendo del suo meglio” per fornire aiuti nelle zone di conflitto. Ha anche detto che la BM ha sospeso le sue operazioni nella Striscia di Gaza, ma le ha mantenute in Cisgiordania.
17:19 ora di Beirut
“L’attuale escalation è molto pericolosa e ha conseguenze che potrebbero avere un impatto sulla sicurezza e sulla stabilità della regione”, ha dichiarato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi.
All’inizio della giornata, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che la situazione è “un chiaro esempio del fallimento della politica statunitense in Medio Oriente”.
17:18 ora di Beirut
Hamas ha iniziato a bombardare Ashkelon, nel nord della Striscia di Gaza, secondo quanto riportato da Haaretz e Al Jazeera. All’inizio della giornata, il movimento islamista aveva invitato sul suo canale Telegram i residenti di questa città nel sud di Israele ad “andarsene” prima delle 17:00 ora locale (14:00 GMT).
16:47 ora di Beirut
Il valico di frontiera di Rafah con l’Egitto, l’unica uscita dalla Striscia di Gaza non controllata da Israele, è stato bombardato tre volte dall’aviazione israeliana nelle ultime 24 ore, come hanno dichiarato martedì una ONG e un fotografo dell’AFP.
16:43 Ora di Beirut
30 persone disperse sono state ritrovate sane e salve nei pressi di Ein Hashlosha, vicino al confine con la Striscia di Gaza, ha annunciato l’unità di crisi dell’esercito israeliano, secondo quanto riportato da diversi media israeliani.
16:18 ora di Beirut
L’ala armata di Hamas, le Brigate al-Qassam, sostiene di aver lanciato missili verso l’aeroporto Ben Gourion di Tel Aviv, secondo quanto riportato da Al Jazeera. Un portavoce dell’aeroporto ha negato che l’aeroporto Ben Gurion sia stato colpito, ha aggiunto il canale.
In un messaggio separato sul suo canale ufficiale Telegram, il gruppo armato ha affermato di aver preso di mira anche Tel Aviv. Secondo i media israeliani, le sirene sono state udite alla periferia di Tel Aviv.
16:06 ora di Beirut
Due membri dell’ufficio politico di Hamas, Jawad Abou Chammala – che è anche ministro dell’Economia del movimento islamista palestinese – e Zakaria Abou Maamar, sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano a Khan Younes, nel sud della Striscia di Gaza, ha dichiarato martedì a Reuters un funzionario del gruppo. La notizia è stata ripresa da diversi media.
15:51 Ora di Beirut
Il bilancio delle vittime in Israele è salito a più di 1.000, secondo l’ambasciata israeliana negli Stati Uniti, citata da Reuters.
15:26 Ora di Beirut
Nelle immagini: una donna palestinese reagisce all’arrivo dei corpi delle persone uccise durante i bombardamenti israeliani a Khan Younès, nel sud della Striscia di Gaza, il 10 ottobre 2023. Foto SAID KHATIB / AFP
15:17 ora di Beirut
Una prima tranche di aiuti alla sicurezza è in arrivo in Israele e altri aiuti statunitensi sono in arrivo, ha dichiarato martedì il portavoce della Casa Bianca per la sicurezza nazionale John Kirby in un’intervista alla MSNBC.
15:16 Ora di Beirut
“Non abbiamo mai assistito a una tale barbarie”: i gazesi ci raccontano il loro calvario. Leggi qui l’articolo di Ghadir Hamadi.
15:14 Ora di Beirut
Le forniture di carburante al Libano hanno ripreso il loro normale corso, dopo un momento di pausa dovuto alla situazione della sicurezza in Israele e nel Libano meridionale.
Due fonti della direzione delle società importatrici di carburante hanno dichiarato a L’Orient-Le Jour che le autocisterne che riforniscono il Libano di benzina e gasolio continueranno a operare normalmente.
Secondo queste stesse fonti, che desiderano rimanere anonime e non rivelare i nomi delle società per cui lavorano, almeno una nave ha sospeso il suo viaggio a Cipro, in attesa di decidere se proseguire o meno verso il porto di Beirut.
L’Associazione degli importatori di carburante in Libano non ha rilasciato commenti e il rappresentante dei distributori di carburante, Fadi Abou Chacra, ha assicurato che il mercato libanese è “sufficientemente rifornito di benzina e olio da riscaldamento”.
15:14 Ora di Beirut
Le forniture di carburante al Libano hanno ripreso il loro corso normale, dopo un momento di pausa dovuto alla situazione della sicurezza in Israele e nel Libano meridionale.
Due fonti della direzione delle società importatrici di carburante hanno dichiarato a L’Orient-Le Jour che le autocisterne che riforniscono il Libano di benzina e gasolio continueranno a operare normalmente.
Secondo queste stesse fonti, che desiderano rimanere anonime e non rivelare i nomi delle società per cui lavorano, almeno una nave ha sospeso il suo viaggio a Cipro, in attesa di decidere se proseguire o meno verso il porto di Beirut.
L’Associazione degli importatori di carburante in Libano non ha rilasciato commenti, mentre il rappresentante dei distributori di carburante, Fadi Abou Chacra, ha assicurato che il mercato libanese è “sufficientemente rifornito di benzina e olio da riscaldamento”.
14:50 ora di Beirut
Le autorità israeliane ritengono che a Gaza siano detenuti fino a 150 ostaggi, ha dichiarato Gilad Erdan, ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, al canale americano CNN.
14:13 Ora di Beirut
Hezbollah sarà coinvolto direttamente nel conflitto? Il parere degli esperti:
Imad Salamey, professore associato di politica mediorientale presso l’Università libanese americana di Beirut, ha dichiarato al nostro giornale che “è molto improbabile che Hezbollah venga coinvolto direttamente nel conflitto”. “Tuttavia, nei prossimi giorni, il confine meridionale del Libano sarà teso perché entrambe le parti (Libano e Israele) saranno in allerta, e dovremmo aspettarci scambi di fuoco transfrontalieri, ma entro certi limiti”.
Mohanad Hage Ali, ricercatore presso il Malcolm H. Kerr Carnegie Middle East Center, ha dichiarato al nostro giornale che “se Israele effettuerà l’invasione di terra di Gaza che ha annunciato, Hezbollah interverrà. Tuttavia, se Israele invertirà la sua decisione, non ci si aspetta che Hezbollah intervenga nel conflitto”.
14:04 ora di Beirut
In immagini: barriere di ferro posizionate dall’esercito israeliano su una strada nei pressi del kibbutz Yiftah, vicino al confine con il Libano, il 10 ottobre 2023. Foto Jalaa MAREY / AFP
14:01 ora di Beirut
Sabato Hamas ha stupito il mondo lanciando i suoi combattenti in parapendio motorizzato dalla Striscia di Gaza assediata, aprendo la strada a un attacco via terra, aria e mare contro Israele. Come hanno imparato a volare in parapendio i combattenti di Hamas? Il nostro giornalista Ghadir Hamadi vi racconta tutto.
13:59 Ora di Beirut
Un uomo è stato ucciso e altri tre sono stati feriti quando gli spari hanno preso di mira una marcia di solidarietà con Gaza organizzata lunedì nel campo profughi palestinese di Ain el-Heloue, nel sud del Libano, riferisce il nostro corrispondente Mountasser Abdallah, citando fonti mediche e palestinesi.
13:49 Ora di Beirut
Il bilancio delle vittime è salito a 788 e 4.100 feriti da parte palestinese, riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa. Questa cifra comprende sia Gaza che la Cisgiordania occupata.
“I tagli a Internet e alla rete nella Striscia di Gaza stanno causando un ritardo nel conteggio”, ha aggiunto l’agenzia.
13:48 Ora di Beirut
Il capo della diplomazia dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha invitato i ministri degli Esteri israeliano e palestinese a una riunione d’emergenza dei loro omologhi europei questo pomeriggio.
13:47 Ora di Beirut
È “probabile” che Hamas abbia ricevuto “aiuti” nelle sue operazioni contro Israele, secondo quanto dichiarato martedì dal presidente francese Emmanuel Macron. Tuttavia, ha sottolineato di non avere “tracce formali” di “coinvolgimento diretto” da parte dell’Iran.
13:25 ora di Beirut
Mercoledì 11 ottobre, alle 11 ora di Beirut, il nostro condirettore Anthony Samrani risponderà alle vostre domande in diretta sul nostro sito web.
Potete già inviarle al seguente indirizzo: livechatolj@lorientlejour.com
Collegatevi qui alle 11 di mercoledì per seguire la discussione con Anthony Samrani.
13:24 ora di Beirut
Il portavoce dell’UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) Andrea Tenenti ha dichiarato a L’Orient-Le Jour che “nonostante gli eventi molto preoccupanti degli ultimi giorni, la situazione nell’area di operazione dell’UNIFIL è attualmente stabile. Fortunatamente gli scambi di fuoco tra il territorio libanese e quello israeliano non sono degenerati in conflitto”. “Stiamo facendo tutto il possibile per evitare un’escalation”, ha aggiunto.
“I nostri peacekeepers stanno continuando la loro missione. Abbiamo anche intensificato i pattugliamenti e le operazioni per individuare il lancio di razzi”.
“Le nostre attività sono coordinate con le Forze armate libanesi, con le quali conduciamo molte operazioni. Siamo attivamente impegnati con le autorità di entrambi i lati della Linea Blu per disinnescare la situazione ed evitare malintesi”, ha aggiunto.
13:18 ora di Beirut
In foto: soldati israeliani in posizione a Kfar Aza, nel sud di Israele vicino al confine con la Striscia di Gaza, il 10 ottobre 2023. Foto Thomas COEX / AFP
13:05 ora di Beirut
Una marcia a sostegno dei palestinesi di Gaza si terrà mercoledì alle 11 a Beirut, vicino alla sede della Croce Rossa nel quartiere di Hamra. L’informazione è stata fornita a OLJ da un funzionario del movimento Hamas in Libano.
12:53 ora di Beirut
Un attacco ha avuto luogo vicino al valico di frontiera di Rafah tra la Striscia di Gaza e la Penisola del Sinai in Egitto, secondo fonti della sicurezza egiziana citate dall’agenzia di stampa Reuters.
12:46 ora di Beirut
Il dossier degli ostaggi non sarà aperto fino a quando la guerra non sarà finita, ha dichiarato il leader di Hamas Ismail Haniyeh, secondo il canale ufficiale di Hamas su Telegram.
12:40 Ora di Beirut
In immagini: un giovane palestinese siede davanti a un edificio carbonizzato mentre all’interno divampa un incendio, in seguito agli attacchi aerei israeliani nel quartiere di Rimal, a Gaza City, il 10 ottobre 2023. Foto Mahmud HAMS/AFP
12:34 ora di Beirut
Scopri il commento della nostra giornalista Stéphanie Khouri: Per una resistenza (veramente) palestinese.
12:11 ora di Beirut
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha chiesto martedì l’apertura di un corridoio umanitario nella Striscia di Gaza, che è stata isolata e bombardata dalle forze israeliane in seguito agli attacchi di Hamas che hanno causato la morte di centinaia di israeliani.
“È necessario un corridoio umanitario per far arrivare le forniture mediche essenziali alla popolazione”, ha dichiarato un portavoce dell’OMS durante un briefing delle Nazioni Unite a Ginevra, aggiungendo che l’organizzazione è in trattative con le varie parti.
12:07 ora di Beirut
Il governo libanese annuncia che il Consiglio dei ministri si terrà giovedì 12 ottobre alle ore 16.00. In un comunicato stampa ufficiale, il Gran Serraglio afferma che il Consiglio discuterà “gli attuali sviluppi nel contesto dell’evoluzione della situazione a tutti i livelli”, senza fornire ulteriori dettagli. Il testo non menziona il conflitto scoppiato sabato tra Hamas e Israele.
Il Consiglio affronterà anche la questione dei migranti siriani in Libano. Il primo ministro uscente Nagib Mikati sta esortando tutti i ministri a partecipare, “soprattutto nelle delicate circostanze che il Paese sta attraversando”.
11:59 ora di Beirut
Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), 18 dei suoi edifici sono stati danneggiati a Gaza.
11:57 ora di Beirut
L’esercito israeliano chiarisce la situazione: non sono state rilevate infiltrazioni dalla Siria o dal Libano, riporta Haaretz.
11:49 Ora di Beirut
La guerra tra il movimento islamista palestinese Hamas e Israele ha fatto sfollare più di 187.500 persone all’interno della Striscia di Gaza da sabato, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), citato dall’AFP.
“Il numero di sfollati nella Striscia di Gaza è aumentato considerevolmente, arrivando a più di 187.500 da sabato. La maggior parte di loro si sta rifugiando nelle scuole dell’UNRWA”, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha dichiarato martedì il portavoce dell’Ocha, Jens Laerke, durante un briefing con la stampa a Ginevra.
Foto: Una giovane palestinese attraversa una scuola distrutta dagli attacchi israeliani a Gaza, 9 ottobre 2023. Foto MOHAMMED ABED / AFP
11:37 ora di Beirut
Tre giornalisti palestinesi sono stati uccisi nelle prime ore di martedì da un attacco aereo israeliano che ha colpito un edificio residenziale vicino al porto di pesca di Gaza City, secondo quanto riferito da un sindacato dei giornalisti e da un funzionario dell’AFP.
Il sindacato locale dei giornalisti ha annunciato in un comunicato “il martirio di tre giornalisti nella Striscia di Gaza durante l’attuale aggressione israeliana”. Il capo dell’ufficio media del governo di Hamas, Salameh Maarouf, ha fornito le identità delle vittime: Said al-Taweel, Mohammed Sobboh e Hisham Nawajhah.
11:31 ora di Beirut
Nelle immagini: donne palestinesi piangono durante il funerale delle vittime degli attacchi israeliani a Khan Younès, nel sud della Striscia di Gaza, 10 ottobre 2023. Foto REUTERS/Ibraheem Abu Mustafa
11:27 ora di Beirut
Secondo Haaretz, l’esercito israeliano ha segnalato un incidente di sicurezza nel nord di Israele al confine con il Libano; potrebbe trattarsi di un’infiltrazione aerea vicino alle alture del Golan.
11:22 ora di Beirut
URGENTE: L’assedio totale di Gaza è “proibito” dal diritto umanitario internazionale, afferma l’ONU.
“L’imposizione di assedi che mettono in pericolo la vita dei civili privandoli di beni essenziali per la loro sopravvivenza è proibita dal diritto internazionale umanitario”, ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, in un comunicato.
11:20 ora di Beirut
Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, che cita un messaggio diffuso da un’amministrazione locale, i residenti del nord di Israele, al confine con il Libano, hanno ricevuto l’ordine di rifugiarsi nei rifugi.
11:13 ora di Beirut
URGENTE La Guida Suprema iraniana Ali Khamenei nega che l’Iran sia dietro l’attacco di Hamas in Israele.
“I sostenitori del regime sionista e altri hanno diffuso voci negli ultimi due o tre giorni, tra cui quella che l’Iran islamico sia dietro questa azione. Sono false”, ha detto l’ayatollah Khamenei in un discorso a un’accademia militare.
11:00 ora di Beirut
Aggiornamento alle 11:00:
1 – Gaza è sotto “assedio totale” da lunedì, come ordinato dal Ministro della Difesa israeliano. Le forniture di elettricità, acqua e cibo sono state interrotte. Il portavoce dell’esercito israeliano ha inoltre dichiarato in una conferenza stampa martedì che il parlamento e i ministeri civili di Gaza sono obiettivi legittimi. Israele ha anche annunciato in mattinata di aver ripreso il controllo della barriera di confine con Gaza, che era stata attraversata dai combattenti di Hamas sabato.
2 – Il valico di frontiera tra Gaza e l’Egitto è ora chiuso, ha annunciato l’esercito israeliano. “Il valico di Rafah era aperto ieri (lunedì), ma ora è chiuso”, ha dichiarato un portavoce. Questo ha seguito i movimenti di persone in fuga dagli attacchi di Gaza verso l’Egitto, che confina con l’enclave.
3 – Circa 1.500 corpi di combattenti di Hamas sono stati trovati dall’esercito israeliano in territorio israeliano da sabato, ha dichiarato un portavoce dell’esercito. Ha aggiunto che “potrebbero ancora verificarsi infiltrazioni”, anche se ha precisato che “nessuno è entrato” in territorio israeliano da Gaza dalle prime ore di ieri sera. Dall’inizio del conflitto, sabato, sono stati uccisi almeno 900 israeliani e più di 700 palestinesi.
4 – Washington ha minacciato ieri sera Hezbollah, avvertendolo di non prendere “la decisione sbagliata” di aprire un secondo fronte contro Israele al confine con il Libano, per voce di un alto funzionario della difesa americana. In mattinata, una decina di razzi sono stati sparati da Israele su Maïs el-Jabal, nel sud del Libano, secondo il corrispondente del canale Hezbollah al-Manar. In questa fase, il partito sciita ha annunciato ufficialmente tre morti tra i suoi membri in seguito ai bombardamenti israeliani di lunedì.
5 – In un comunicato stampa, Hamas ha dichiarato venerdì (13 ottobre) una giornata di mobilitazione generale per i musulmani e per il mondo arabo, chiamandola “venerdì del diluvio di al-Aqsa” e invitando tutti i suoi sostenitori a mobilitarsi e ad attaccare i soldati israeliani. Lunedì, il braccio armato di Hamas ha annunciato che “qualsiasi operazione nemica contro il [suo] popolo” sarà seguita dall’esecuzione di uno degli ostaggi civili detenuti.
10:54 ora di Beirut
Secondo funzionari israeliani citati da Haaretz, questa mattina è stato avvistato un parapendio sulle alture del Golan, vicino al confine con la Siria. Hanno messo in guardia da una possibile infiltrazione. Una fonte della sicurezza ritiene che il parapendio possa essere tornato indietro.
10:49 ora di Beirut
L’esercito israeliano afferma che non ci sono eventi insoliti sul fronte settentrionale (con Libano e Siria), secondo quanto riportato da Reuters.
10:42 Ora di Beirut
3/3 Testimonianza da Gaza:
Mohammad Abou Lobda, un cittadino di Gaza che vive a Rafah, ci dice: “Non so davvero cosa dirvi, non ho parole per descrivere quello che stiamo passando. La nostra città viene rasa al suolo. Le famiglie ricevono telefonate dagli israeliani pochi minuti prima che le loro case vengano bombardate, avvertendole che i loro residenti saranno colpiti. Cosa si può fare in pochi minuti?”, chiede.
“Niente! Non si ha il tempo di fare i bagagli o di avvertire i vicini di andarsene, molti non hanno nemmeno il tempo di uscire dall’edificio prima che venga colpito”, spiega.
“Non abbiamo acqua, né cibo, né carburante, ve lo immaginate? Israele sta cercando di paralizzarci”, ha continuato.
10:40 ora di Beirut
In immagini: palestinesi esaminano le macerie dopo gli attacchi israeliani a Khan Younès, nel sud della Striscia di Gaza, 10 ottobre 2023. Foto REUTERS/Ibraheem Abu Mustafa
10:34 ora di Beirut
2/3 Testimonianze da Gaza:
Omar al-Qatta, un fotografo di Gaza, ha dichiarato al nostro giornale che la situazione “è molto, molto brutta, è indescrivibile. Non si può immaginare la gravità della situazione; siamo nel bel mezzo di un genocidio”.
“Le case vengono bombardate sopra le teste dei loro abitanti, i palazzi vengono distrutti, interi quartieri non hanno più alcun punto di riferimento (a causa dei bombardamenti), la popolazione è stata sfollata da intere aree”, ha aggiunto.
“Non c’è elettricità e internet è interrotto in moltissimi quartieri e, se è disponibile, è molto lento. Ieri l’occupazione (Israele) ci ha tagliato l’accesso all’acqua. I punti di passaggio sono chiusi e nessun cibo o rifornimento entra nel territorio”, racconta.
“Il rumore degli aerei e dei missili non si ferma quasi mai e l’occupazione (Israele) usa diversi tipi di proiettili e bombe contro di noi”, aggiunge, aggiungendo che la rete è andata persa.
10:32 ora di Beirut
1/3 Testimonianza da Gaza:
“Avichay Adraee, il portavoce dell’esercito israeliano, ieri ha detto agli abitanti della zona di Rimal, a Gaza, di andarsene. Io vivo lì, ma non ho un altro posto dove andare”, ha dichiarato lunedì al nostro giornale Rasha Abou Shaban, un operatore umanitario di 37 anni di Gaza.
“Tutta Gaza è pericolosa in questo momento. Ho vissuto molte guerre in passato, ma non ho mai visto nulla di simile. L’isolato in cui vivo è stato colpito da 200 missili. Il quartiere di Rimal è composto principalmente da case, scuole, università e ministeri”, spiega.
“La principale società di telecomunicazioni di Gaza si trova accanto a casa mia e ieri è stata bombardata. Gli abitanti della Striscia di Gaza sono stati tagliati fuori dal mondo”, ha aggiunto, aggiungendo che la sua linea proviene da un’altra compagnia di telecomunicazioni più piccola.
10:20 ora di Beirut
Lunedì l’Unione Europea ha annunciato la “sospensione immediata” del suo programma di aiuti allo sviluppo per la Palestina. Diversi Paesi membri hanno reagito in seguito:
– L’Irlanda ha chiesto una giustificazione legale per tale decisione;
– La Spagna ha dichiarato che gli aiuti alla Palestina “devono continuare”;
– la Francia ha dichiarato di “non essere favorevole” a tale sospensione.
L’Unione Europea ha poi fatto marcia indietro, annunciando che non avrebbe sospeso il suo sostegno alla Palestina.
10:03 ora di Beirut
Il canale di Hezbollah al-Manar annuncia che Hamas dichiarerà venerdì (13 ottobre) una giornata di mobilitazione generale per i musulmani e il mondo arabo, chiamandola “Venerdì del diluvio di al-Aqsa”.
10:00 Ora di Beirut
La situazione nel sud del Libano “è calma per il momento”, ha dichiarato questa mattina a L’Orient-Le Jour un’alta fonte dell’esercito libanese.
“Ci stiamo coordinando direttamente con la Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) e siamo in allerta in caso di escalation”, ha aggiunto.
09:53 ora di Beirut
Il portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato che il parlamento e i ministeri civili di Gaza sono obiettivi legittimi durante la conferenza stampa di martedì.
“Se un uomo armato spara razzi da un luogo del genere, diventa un obiettivo militare”.
09:48 ora di Beirut
Wissam el-Makousi, un giornalista di Gaza che studia in Libano da un anno, racconta al nostro inviato Ghadir Hamadi di aver perso ogni contatto con la sua famiglia in patria.
“L’ultima cosa che so è che la nostra casa, nel centro di Gaza, non è stata bombardata direttamente. Ma ha subito danni materiali significativi, dopo il pesante bombardamento degli edifici circostanti”.
el-Makousi insiste sul fatto che il morale dei gazesi è “molto alto nonostante la pressione che l’occupazione (Israele) sta esercitando su di loro, e la stragrande maggioranza dei cittadini rimane nella resistenza”.
09:47 Ora di Beirut
In immagini: carri armati israeliani vicino al confine con il Libano la mattina del 10 ottobre 2023. Foto REUTERS/Lisi Niesner
09:25 Ora di Beirut
In immagini: palestinesi seduti tra le macerie dopo gli attacchi israeliani a Gaza, 10 ottobre 2023. Foto REUTERS/Mohammed Salem
09:21 Ora di Beirut
Il sito web statunitense Axios sostiene che gli Emirati Arabi Uniti hanno avvertito il presidente siriano Bashar al-Assad “di non intervenire nella guerra tra Hamas e Israele e di non autorizzare attacchi contro Israele dal suolo siriano”, citando due fonti diplomatiche emiratine.
09:16 ora di Beirut
Se ve lo siete perso ieri, vi consigliamo di leggere o rileggere questo servizio: In Libano, la paura di rivivere lo scenario del 2006
09:15 Ora di Beirut
A seguito di questa dichiarazione, un portavoce dell’esercito israeliano afferma ora che il valico di frontiera tra Gaza e l’Egitto è chiuso.
“Chiarimento: il valico di Rafah era aperto ieri (lunedì), ma ora è chiuso”.
09:12 ora di Beirut
L’esercito israeliano suggerisce che i gazesi in fuga dagli attacchi si stiano dirigendo verso l’Egitto, che confina con l’enclave.
“Il valico di Rafah (al confine tra Gaza e l’Egitto) è ancora aperto”, ha dichiarato il capo portavoce militare ai media stranieri durante una conferenza stampa. Consiglio a tutti coloro che possono di uscire di farlo”.
09:04 ora di Beirut
URGENTE Il corrispondente del canale Hezbollah al-Manar riferisce che stamattina Israele ha sparato dieci razzi su Maïs el-Jabal, nel sud del Libano.
08:59 ora di Beirut
L’esercito israeliano ha dichiarato martedì mattina di aver trovato “circa 1.500 corpi” di combattenti di Hamas in Israele dall’attacco lanciato sabato mattina dal movimento islamista palestinese dalla Striscia di Gaza.
Al quarto giorno di ostilità, “l’esercito ha più o meno ripreso il controllo della barriera di confine” con Gaza “ma le infiltrazioni possono ancora avvenire”, ha aggiunto un portavoce militare. Tuttavia, “sappiamo che dall’inizio della scorsa notte nessuno è entrato in Israele” da Gaza.
08:49 Ora di Beirut
In un comunicato di lunedì sera, la Jihad islamica ha annunciato di aver ucciso 2 ufficiali israeliani, tra cui un capo brigata, in un attacco avvenuto lunedì durante un’infiltrazione dal Libano. Due membri delle Brigate al-Quds, l’ala armata del Jihad islamico, sono morti nell’operazione.
Ci sono stati anche 5 feriti. La notizia è stata pubblicata su X anche dal portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano, che ha confermato la morte di un alto ufficiale israeliano nell’attacco.
08:24 ora di Beirut
Mentre la tensione è alta nel sud del Libano, dove Hezbollah ha riferito che tre dei suoi membri sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani di lunedì, Jeanine Jalkh si chiede cosa possa fare l’UNIFIL in caso di escalation in Libano.
08:22 Ora di Beirut
Un po’ di lettura prima che le notizie sfuggano di mano…
In Libano, il Consiglio dei ministri dimissionario non si è più riunito dall’inizio dell’operazione “Diluvio di al-Aqsa”. Il che porta Yara Abi Akl a chiedersi: dov’è finito il governo libanese?
08:19 ora di Beirut
L’esercito israeliano annuncia di aver effettuato questa mattina nuovi attacchi contro la Striscia di Gaza.
07:56 Ora di Beirut
Israele ha ripreso il controllo della barriera di confine con Gaza, attraversata sabato dai combattenti di Hamas, ha dichiarato un portavoce dell’esercito israeliano. In dichiarazioni trasmesse dalla radio dell’esercito israeliano, l’ufficiale Daniel Hagari ha affermato che non ci sono state nuove infiltrazioni da Gaza da lunedì. In quella che è sembrata una risposta alle voci secondo cui i combattenti avrebbero utilizzato tunnel transfrontalieri, ha affermato che l’esercito non ha scoperto alcun tunnel di questo tipo.
07:51 Ora di Beirut
Secondo le Nazioni Unite, circa 187.000 persone hanno dovuto abbandonare le loro case a Gaza, che è stata pesantemente bombardata da sabato.
Da parte palestinese, dall’inizio del conflitto sono state uccise più di 680 persone. Le autorità israeliane hanno inoltre imposto un “assedio totale” su Gaza.
Qui potete vedere le terribili immagini del calvario dei civili palestinesi sotto i bombardamenti israeliani a Gaza.
07:48 ora di Beirut
Martedì l’esercito israeliano ha reso noti i nomi di 38 soldati uccisi negli scontri con Hamas.
Dall’inizio dell’offensiva di Hamas sono stati uccisi più di 900 israeliani.
07:47 ora di Beirut
Sullo stesso tema, vi invitiamo a leggere l’articolo di Mounir Rabih: Come Hamas, Hezbollah e l’Iran hanno pianificato meticolosamente l’offensiva contro Israele da Beirut.
Secondo le informazioni esclusive ottenute da diversi alti membri dell’asse della Resistenza (Hezbollah-Hamas-Al-Quds Forces-Islamic Jihad), l’operazione è stata preparata mesi fa da Beirut. Ma come? Quali erano gli obiettivi? Vi porta dietro le quinte di un piano che ha messo sottosopra il Medio Oriente.
07:44 Ora di Beirut
Nella notte, un alto funzionario della difesa statunitense ha avvertito che Hezbollah non deve prendere la “decisione sbagliata” di aprire un secondo fronte contro Israele al confine con il Libano. “Siamo profondamente preoccupati che Hezbollah prenda la decisione sbagliata e apra un secondo fronte in questo conflitto”, iniziato sabato, ha dichiarato il funzionario a Washington. Dettagli qui
07:33 ora di Beirut
Salve,
Siamo tornati con la copertura in diretta della guerra tra Hamas e Israele dall’inizio dell’offensiva “Deluge to al-Aqsa”, sabato mattina. Un conflitto che va oltre, con il lancio di razzi e bombardamenti nel sud del Libano che lunedì hanno causato la morte di tre membri di Hezbollah.
22:24 ora di Beirut
Grazie per averci seguito durante la giornata.
Il team continuerà a seguire i principali sviluppi delle notizie, ma si prenderà una breve pausa per raggiungervi domani mattina.
22:19 Ora di Beirut
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi e il principe ereditario saudita Mohammad Ben Salman discutono degli sviluppi a Gaza. Hanno dichiarato che la “voce della ragione” deve prevalere, secondo la presidenza egiziana.
22:08 ora di Beirut
URGENTE: l’esercito libanese annuncia in un comunicato stampa che uno dei suoi ufficiali è stato leggermente ferito vicino a Rmeich, nel sud del Libano, dai bombardamenti israeliani.
22:03 ora di Beirut
Almeno 100 corpi sono stati ritrovati nella città israeliana di Be’eri (nel sud di Israele), sequestrata da Hamas nell’attacco di sabato, secondo quanto riferiscono i canali televisivi israeliani, citando i soccorritori.
22:01 ora di Beirut
Hezbollah ha annunciato in un comunicato: “In seguito al martirio di tre nostri fratelli combattenti oggi a causa degli attacchi israeliani contro località libanesi, i gruppi della Resistenza islamica hanno risposto” attaccando due postazioni militari israeliane “con missili e colpi di mortaio che hanno colpito i loro obiettivi e causato feriti”.
21:56 ora di Beirut
URGENTE: l’artiglieria israeliana risponde al fuoco proveniente dal sud del Libano, secondo l’agenzia di stampa Reuters.
21:35 Ora di Beirut
Urgente: Due fonti di sicurezza riferiscono a Reuters che Hezbollah sta lanciando razzi verso il nord di Israele, dopo la morte di almeno quattro suoi membri nel sud del Libano.
21:26 ora di Beirut
Urgente: una fonte di Hamas conferma a L’Orient-Le Jour che 13 razzi sono stati lanciati verso Israele.
Haaretz riferisce che l’esercito israeliano ha registrato il lancio di razzi, che non ha causato vittime da parte israeliana.
21:18 ora di Beirut
URGENTE: Hezbollah ha annunciato attraverso il suo canale al-Manar che tre dei suoi membri sono stati uccisi “nell’aggressione israeliana contro il Libano meridionale”.
21:06 ora di Beirut
Il ministro dell’Istruzione libanese uscente Abbas Halabi ha annunciato la chiusura delle scuole primarie e secondarie, pubbliche e private, e degli istituti professionali, martedì 10 ottobre 2023, nei “distretti adiacenti al confine meridionale” del Paese, a causa della “tensione in questi villaggi e regioni”, riferisce l’agenzia di stampa nazionale.
Il comunicato del ministero spiega che la decisione è stata presa a causa delle “preoccupazioni per la sicurezza di insegnanti, alunni e residenti in queste aree”. Si invita inoltre la popolazione a “seguire regolarmente i comunicati del ministero per tenersi aggiornati sugli sviluppi in loco e garantire il regolare svolgimento dell’anno scolastico”.
20:38 Ora di Beirut
I residenti delle città israeliane vicine al confine libanese possono lasciare i loro rifugi, annuncia il Comando del fronte interno israeliano.
20:18 Ora di Beirut
URGENTE: “D’ora in poi, qualsiasi operazione nemica che prenda di mira il nostro popolo, che vive pacificamente nelle proprie case, senza preavviso, sarà seguita dall’esecuzione di un ostaggio civile tra quelli che abbiamo in custodia. E lo trasmetteremo con audio e video”: questo l’avvertimento lanciato da Abu Obeida, portavoce delle Brigate Ezzedine Al-Qassam, braccio armato di Hamas, a Israele, che lunedì ha bombardato pesantemente la Striscia di Gaza.
“Il nemico sionista non capisce né il linguaggio dell’umanità né quello della moralità. Quindi gli parleremo nella lingua che capisce”, ha dichiarato in un messaggio su Telegram, insistendo sul fatto che Israele “si assume la responsabilità” di questa decisione.
20:14 Ora di Beirut
ESCLUSIVA: “Il Libano è ancora più coinvolto di quanto non sembri nell’operazione “diluvio di al-Aqsa””. Secondo informazioni esclusive ottenute da L’Orient-Le Jour da diversi alti membri dell’asse della Resistenza (Hezbollah-Hamas-Forze al-Qods-Jihad islamica), l’operazione è stata preparata per mesi da Beirut. Ma come? Quali erano gli obiettivi? Mounir Rabih vi porta dietro le quinte di un piano che ha messo sottosopra il Medio Oriente.
20:00 Ora di Beirut
Secondo il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, più di 100 ostaggi sono detenuti da Hamas.
19:59 Ora di Beirut
In immagini: soldati israeliani si abbracciano durante il funerale di un soldato a Tel Aviv, 9 ottobre 2023. Foto REUTERS/Hadas Parush
19:55 Ora di Beirut
Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, riconoscendo le “legittime preoccupazioni di Israele in materia di sicurezza”, si è detto “profondamente addolorato” per l’annuncio delle autorità israeliane di un “assedio completo” della Striscia di Gaza.
“Pur riconoscendo le legittime preoccupazioni di Israele per la sua sicurezza, ricordo a Israele che le operazioni militari devono essere condotte in conformità con il diritto umanitario internazionale”, ha dichiarato Guterres alla stampa, ribadendo la sua condanna degli “attacchi spregevoli” del movimento islamista palestinese Hamas.
19:41 Ora di Beirut
Dov’è stato il governo libanese dall’inizio dell’operazione “Inondazione di al-Aqsa”? Leggi qui il focus di Yara Abi Akl.
19:31 Ora di Beirut
Secondo il Ministero francese per l’Europa e gli Affari Esteri, circa dieci cittadini francesi non sono ancora stati rintracciati in Israele. Il censimento dei cittadini francesi in Israele è ancora in corso.
19:21 ora di Beirut
Aggiornamento poco dopo le 19:00:
1 – Il terzo giorno di scontri tra Israele e il braccio armato di Hamas si sta concludendo e la situazione è cambiata significativamente rispetto a sabato. Sebbene la Knesset non abbia ancora approvato lo stato di guerra decretato due giorni fa dal gabinetto di sicurezza israeliano, lo Stato ebraico ha mobilitato 300.000 riservisti, un numero mai raggiunto nella sua storia e che potrebbe far pensare a una fase precedente all’invasione.
2 – Innanzitutto, la situazione rimane tesa nel sud del Libano, al confine con Israele, a seguito di scontri a fuoco e di un’operazione di infiltrazione, entrambi rivendicati da un ramo armato della Jihad islamica, che hanno spinto l’esercito israeliano a reagire con colpi di artiglieria e attacchi aerei. Hezbollah ha affermato di non essere coinvolto nell’operazione. In serata, Hezbollah ha comunicato che uno dei suoi membri era stato ucciso da un bombardamento israeliano nel sud del Libano.
3 – Contemporaneamente, l’esercito israeliano ha continuato a bombardare la Striscia di Gaza, colpendo in particolare la città di Shuja’iyya e il campo di Jabalia, due aree densamente popolate. Il ministro della Difesa israeliano ha annunciato di aver “ordinato l’assedio totale di Gaza”, dove sono stati tagliati i rifornimenti di elettricità, acqua e cibo. Infine, nel pomeriggio, l’esercito israeliano ha annunciato di aver ripreso il controllo delle città israeliane ai margini della Striscia.
4 – Dall’altra parte, il braccio armato di Hamas ha annunciato di aver lanciato diverse decine di missili contro le città di Ashkelon e Sderot. Il movimento ha anche affermato che i bombardamenti israeliani su Gaza tra domenica notte e lunedì mattina hanno causato la morte di quattro ostaggi israeliani e dei loro rapitori.
5 – Il bilancio umano continua a salire: almeno 800 morti e 2.400 feriti da parte israeliana e non meno di 560 morti e 2.700 feriti da parte palestinese. Più di 120.000 palestinesi sono sfollati.
6 – Sulla scena internazionale, Qatar ed Egitto stanno lavorando dietro le quinte per fare progressi sulla questione degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas, anche se le autorità israeliane hanno dichiarato che “nessun negoziato” è in corso. I mediatori del Qatar avrebbero avuto colloqui con i funzionari di Hamas in vista di uno scambio di prigionieri palestinesi con gli ostaggi israeliani, in coordinamento con gli Stati Uniti. Funzionari egiziani hanno riferito che Israele ha chiesto aiuto all’Egitto per condurre i negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani.
7 – Sulla scia dei ripetuti appelli di diversi Paesi, tra cui gli Stati Uniti, a condannare fermamente Hamas, l’Unione Europea ha sospeso tutti i pagamenti dei suoi aiuti allo sviluppo ai palestinesi e ha deciso di rivalutare tutti i suoi programmi attuali. Il Regno Unito ha consigliato ai suoi cittadini di evitare tutti i viaggi non essenziali in Israele e nei territori palestinesi. La Cina continua a invitare alla calma e l’Iran, sospettato di aver aiutato Hamas a preparare l’offensiva, chiede una riunione d’emergenza dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica.
19:06 ora di Beirut
Il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno fatto sapere che lunedì sera terranno dei colloqui telefonici con il presidente statunitense Joe Biden e il primo ministro britannico Rishi Sunak sul tema del Medio Oriente, riporta l’AFP.
“La Germania e la Francia sono al fianco del popolo israeliano in questo tragico momento”, ha dichiarato Emmanuel Macron al suo arrivo in Germania. Accanto a lui, Olaf Scholz ha insistito sulla necessità di evitare una “deflagrazione nella regione”.
19:02 ora di Beirut
Residenti fuggono dalle loro case a Khan Younès, nella Striscia di Gaza, durante gli attacchi israeliani, 9 ottobre 2023. Foto REUTERS/Ibraheem Abu Mustafa
18:58 ora di Beirut
A due giorni dall’inizio dei combattimenti tra Hamas e Israele, i libanesi temono che si ripeta lo scenario del 2006. Leggete cosa dice Gabriel Blondel.
18:52 Ora di Beirut
Urgente: Hezbollah ha confermato a L’Orient-Le Jour che un suo membro è stato ucciso lunedì nel sud del Libano durante un bombardamento israeliano.
18:41 ora di Beirut
Testimonianza da Gaza: “Sono confinato in casa, ascoltando i bombardamenti regolari nel quartiere vicino. Tutta Gaza è sotto shock. Gli israeliani possono colpire qualsiasi casa. Prego che si fermino. Il mio quartiere potrebbe essere il prossimo. I parenti si sono trasferiti a casa mia da zone più minacciate per essere un po’ più al sicuro. Ci stiamo preparando a evacuare il nostro appartamento da un momento all’altro se il quartiere inizia a essere bombardato, ma non c’è nessun posto sicuro. Potremmo rifugiarci al piano terra se i bombardamenti si intensificano…”, dice Alaa, una giovane donna palestinese che vive a Gaza City.
(Immagine: un palestinese corre tra le rovine di un edificio bombardato nel campo di Jabalia, nella Striscia di Gaza. Foto Mohammed ABED / AFP)
18:34 Ora di Beirut
Il Ministro della Difesa israeliano ha ordinato un’intensificazione degli attacchi aerei sulla Striscia di Gaza, secondo quanto riferito dal suo ufficio. Tutti i piloti di riserva sono stati richiamati ai loro posti.
18:30 ora di Beirut
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu promette di usare “una forza enorme” e di “cambiare il Medio Oriente”, rivolgendosi a funzionari nel sud di Israele.
“Quello che Hamas dovrà affrontare sarà difficile e terribile. Questo è solo l’inizio, li sconfiggeremo con la forza”.
18:26 Ora di Beirut
Testimonianza da Gaza: “Abbiamo sentito che ci sarà un’offensiva di terra nelle prossime 24-48 ore… Sto pregando che non accada. Mi sono rifugiato nel seminterrato del mio appartamento con la mia famiglia e quella di mia sorella. I bombardamenti non si sono fermati. Siamo terrorizzati. Cerco di distrarre i miei due figli, di 2 e 5 anni, come posso, con libri da colorare e giocattoli. A Gaza siamo occupati e sotto assedio da anni. Tutto il popolo palestinese aspettava il giorno della liberazione. L’operazione di Hamas da sabato non è altro che la normalità. Arriva dopo mesi di avvertimenti sulle azioni del governo israeliano. La resistenza è stata chiara nel dire che non sarebbe rimasta in silenzio su questo tema”, ha dichiarato a L’Orient-Le Jour Said, un attivista palestinese trentenne del campo profughi di Bureij, a metà strada tra Gaza City e Khan Younès.
(Immagine: un palestinese tra le rovine di un edificio bombardato da Israele, a Gaza, 9 ottobre 2023. REUTERS/Yasser Qudih NO)
18:16 ora di Beirut
URGENTE: un funzionario di Hamas in Libano ha riferito a OLJ che anche le Brigate al-Quds hanno rivendicato la responsabilità degli attacchi missilistici da sud. “Gli attacchi israeliani hanno preso di mira aree libanesi da cui si erano infiltrati i combattenti”, ha continuato, senza confermare questa informazione. Non sono stati segnalati feriti a seguito degli attacchi israeliani, ha concluso.
18:09 ora di Beirut
Notizie urgenti: Le Brigate al-Quds del Jihad islamico hanno rivendicato la responsabilità dell’infiltrazione di diversi individui armati dal Libano in Israele. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver ucciso alcuni di questi individui.
In un messaggio pubblicato su Telegram, le brigate al-Quds hanno rivendicato “la responsabilità dell’operazione condotta oggi pomeriggio nel sud del Libano al confine con la Palestina occupata”. Sostengono che “sette soldati israeliani sono stati feriti, tra cui uno in condizioni critiche”. Questa cifra non è stata confermata dalle autorità israeliane.
17:59 ora di Beirut
L’artiglieria israeliana spara verso il Libano meridionale il 9 ottobre 2023. Foto Jalaa MAREY/AFP
17:56 Ora di Beirut
L’attacco di Hamas è l’ultimo chiodo nella bara dell’Autorità Palestinese? Scoprite qui cosa ne pensa Noura Doukhi.
17:54 Ora di Beirut
I suoceri del primo ministro scozzese intrappolati a Gaza: il primo ministro scozzese Humza Yousaf ha espresso lunedì la sua preoccupazione per i suoi suoceri, che sono attualmente intrappolati nella Striscia di Gaza in visita alla loro famiglia, senza possibilità di partire. La moglie del leader scozzese, Nadia El-Nakla, è di origine palestinese e i suoi genitori, che vivono in Scozia, stavano visitando la nonna paterna di 92 anni a Gaza quando Hamas ha lanciato l’offensiva contro Israele. “Notte dopo notte, giorno dopo giorno, non sappiamo se mia suocera e mio suocero, che come la maggior parte dei gazesi non hanno nulla a che fare con Hamas o con qualsiasi attacco terroristico, supereranno la notte o meno”, ha dichiarato Yusaf alla stampa.
17:48 Ora di Beirut
Urgente: Le autorità israeliane hanno ordinato ai residenti delle località vicine al confine con il Libano di recarsi nei rifugi e di rimanervi fino a nuovo ordine.
17:45 Ora di Beirut
Urgente: L’esercito libanese invita i cittadini “a prendere le massime misure precauzionali e a non recarsi nelle zone di confine” tra Libano e Israele. L’esercito conferma che le località di Dhaïra e Aïta el-Chaab sono state colpite da “attacchi aerei e fuoco di artiglieria del nemico israeliano”, così come altre località di confine.
Il comandante in capo dell’esercito, Joseph Aoun, ha ricevuto d’urgenza il capo dell’UNIFIL, Aroldo Lazaro.
17:42 ora di Beirut
Funzionari israeliani affermano che “nessun negoziato è in corso” dopo l’annuncio dell’agenzia di stampa Reuters di colloqui su un potenziale scambio di prigionieri.
All’inizio della giornata, funzionari egiziani avevano indicato che Israele aveva chiesto aiuto all’Egitto per condurre i negoziati per il rilascio degli israeliani tenuti in ostaggio da Hamas.
Questa mattina, una fonte ha riferito a Reuters che i mediatori del Qatar hanno avuto colloqui con funzionari di Hamas per negoziare il rilascio di donne e bambini israeliani catturati da Hamas e detenuti a Gaza, in cambio del rilascio di 36 bambini e donne palestinesi detenuti in Israele.
17:34 Ora di Beirut
Testimonianza dal Sud del Libano:
“I proiettili israeliani cadono ininterrottamente da più di un’ora sulle zone limitrofe [vicino a dove vivo]”, ha raccontato a L’Orient-Le Jour, poco prima delle 16, un uomo di 50 anni che vive nella regione di Rmeich, nel Libano meridionale. “Ho portato con me la mia famiglia e attualmente ci stiamo dirigendo verso Beirut per fuggire dalla regione. Siamo in uno stato di forte stress, non capiamo cosa stia succedendo”, spiega.
17:31 Ora di Beirut
Aggiornamento del bilancio provvisorio delle vittime:
Parte israeliana: almeno 800 morti secondo diversi media e 2.400 feriti.
Parte palestinese: almeno 560 morti e 2.700 feriti, secondo il Ministero della Sanità palestinese.
17:27 ora di Beirut
A Gerusalemme sono suonate le sirene di allarme per i razzi, secondo quanto riportato dall’AFP, seguite da diverse detonazioni.
Secondo Haaretz, che cita il Magen David Adom, l’equivalente israeliano della Croce Rossa, “squadre si stanno recando nell’area di Gerusalemme in seguito a segnalazioni di vittime a seguito di un attacco missilistico”.
La Reuters ha riferito che il braccio armato di Hamas ha lanciato un razzo verso Gerusalemme in risposta ai bombardamenti di Israele sulle case civili.
17:23 ora di Beirut
“L’Italia è pronta a continuare a dare il suo contributo alla sicurezza e alla stabilità del Libano in questa delicata situazione”, ha dichiarato il primo ministro italiano Georgia Meloni al suo omologo libanese Nagib Mikati, secondo l’agenzia di stampa nazionale. Nel corso di una conversazione telefonica, ha espresso “l’auspicio che il conflitto si plachi rapidamente e che non si estenda, con conseguenze incalcolabili per tutta la regione”.
17:03 ora di Beirut
Secondo un portavoce dell’esercito israeliano, gli elicotteri israeliani stanno sparando in territorio libanese. Il canale di Hezbollah al-Manar riferisce che l’artiglieria israeliana sta sparando su posizioni vicino ad Aïta el-Chaab, nel sud del Libano. “Gli aerei da guerra nemici hanno attaccato una casa abbandonata a Dhaïra e il fuoco dell’artiglieria ha colpito la zona intorno a Raheb”, ha proseguito il canale del partito sciita.
16:59 ora di Beirut
Alcune notizie dal Sud del Libano:
– A Qaouzah: Béatrice, una residente di questa località, ha raccontato a L’Orient-Le Jour di aver visto e sentito “molte granate” e di essersi affrettata a cercare un riparo. Ha sentito il primo bombardamento intorno alle 15.30.
– A Qana: un altro testimone ha raccontato a L’OLJ di aver sentito i bombardamenti. Ali Atwi, un pensionato dell’esercito libanese di 57 anni che vive anch’egli nella regione di Qana, ha detto di aver sentito i colpi di artiglieria. “Il fuoco è iniziato intorno alle 15:00. I suoni sono lontani, direi in zone a circa 25 minuti di macchina dal nostro villaggio”.
– A Btaichiyé: il proprietario di un negozio ha detto di aver sentito i bombardamenti. Poi ha detto che si è affrettato a chiudere il negozio e a lasciare la zona.
16:57 Ora di Beirut
Confine tra Libano del Sud e Israele: cosa si sa finora sulle segnalazioni di colpi di mortaio e infiltrazioni
Il portavoce dell’esercito israeliano Avichay Adraee ha dichiarato su X che “diverse persone armate che hanno attraversato il confine tra Libano e Israele” sono state uccise dall’esercito israeliano. Inoltre, l’esercito israeliano sostiene che due proiettili di mortaio sono stati sparati in Israele dal Libano, senza fare vittime. Anche la Reuters, citando il corrispondente del canale televisivo Al-Manar di Hezbollah, ha riferito di colpi d’arma da fuoco e di scambi di colpi al confine meridionale libanese.
UNIFIL: Questo pomeriggio, l’UNIFIL ha dichiarato in un comunicato che le forze di pace hanno rilevato esplosioni nei pressi di Al-Boustan, nel sud-ovest del Libano. “Siamo in contatto con le parti coinvolte, esortandole a esercitare la massima moderazione e a utilizzare i meccanismi di collegamento e coordinamento dell’UNIFIL per evitare ulteriori escalation e perdite di vite umane”.
Nord di Israele: Haaretz riporta che la città di Kiryat Shmona, nel nord di Israele, ha invitato i residenti “a rifugiarsi nei rifugi fino a nuovo avviso”, citando il comune locale.
Hezbollah: Hezbollah ha dichiarato a L’Orient Le Jour alle 16:00 ora di Beirut di non aver lanciato un attacco contro Israele lunedì.
Hamas: Una fonte di Hamas in Libano ha confermato a L’Orient-Le Jour che sono stati lanciati razzi dal sud del Libano verso Israele. La fonte non è stata in grado di dire chi ci fosse dietro il lancio.
16:47 ora di Beirut
Il braccio armato di Hamas ha dichiarato sul suo canale Telegram che, in risposta al bombardamento dei civili, ha sparato 80 missili contro la città israeliana di Ashkelon, nel nord della Striscia di Gaza.
Dall’inizio delle ostilità, iniziate sabato da Hamas, Israele ha ripetutamente bombardato la Striscia di Gaza.
16:37 Ora di Beirut
Nel nord di Israele, la città di Kiryat Shmona chiede ai suoi residenti di rifugiarsi nei rifugi fino a nuovo ordine.
16:34 Ora di Beirut
L’Unione Europea ha sospeso tutti i pagamenti dei suoi aiuti allo sviluppo ai palestinesi e ha deciso di rivalutare tutti i suoi programmi attuali, che rappresentano un totale di 691 milioni di euro, ha annunciato lunedì su X (ex-Twitter) il commissario europeo Oliver Varhelyi.
“Tutti i pagamenti sono immediatamente sospesi, tutti i progetti riesaminati e tutti i bilanci dei progetti, compresi quelli per il 2023, rinviati fino a nuovo avviso. Si tratta di una rivalutazione dell’intero programma”, ha dichiarato il Commissario ungherese per il Vicinato e l’Allargamento.
16:28 Ora di Beirut
Sul suo canale Telegram, il braccio armato di Hamas annuncia di aver lanciato 90 missili verso la città israeliana di Sderot, colpendo anche aerei israeliani al largo delle coste di Gaza.
16:10 ora di Beirut
Aggiornamento: un funzionario di Hezbollah ha confermato a Reuters che il partito non è coinvolto in alcuna operazione contro Israele lunedì. I commenti arrivano dopo che funzionari militari israeliani hanno dichiarato che diversi infiltrati dal sud del Libano sono stati uccisi dall’esercito israeliano.
Prima di questi dettagli, una portavoce di Hezbollah aveva dichiarato a L’Orient-Le Jour che il partito non era coinvolto in alcun tentativo di infiltrazione in territorio israeliano.
16:08 ora di Beirut
Il portavoce dell’esercito israeliano Avichay Adraee ha dichiarato su X che “diverse persone armate che avevano attraversato il confine tra Israele e Libano” sono state uccise dall’esercito israeliano. “I soldati continuano a pattugliare il confine”, ha continuato.
16:05 ora di Beirut
Analisi dell’offensiva di Hamas contro Israele a cura di Yeghia Tashjian, ricercatore senior presso l’Istituto Issam Fares dell’Università americana di Beirut:
– Secondo Yeghia Tashjian, il contesto dell’ultima offensiva di Hamas contro Israele “potrebbe essere legato a un conflitto regionale molto più ampio, il cui obiettivo sarebbe quello di ostacolare il nuovo corridoio ferroviario che collega l’India all’Europa, promosso dagli Stati Uniti e che passa per l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e l’India”.
– Questo progetto, che è stato oggetto di discussioni tra questi Paesi, è stato approvato da un accordo firmato il 9 settembre da Stati Uniti, India e diversi Paesi del Medio Oriente. Si tratta di un concorrente diretto della rete di trasporto multimodale inaugurata nel giugno 2022 da Mosca, Teheran e Nuova Delhi (il Trasporto Nord-Sud o INSTC).
– Se la nuova rete dovesse vedere la luce, rischierebbe di risucchiare una parte significativa degli investitori che erano interessati al progetto INSTC”, spiega Yeghia Tashjian. Yeghia Tashjian aggiunge che l’altro potenziale attore che potrebbe opporsi al corridoio India-Medio Oriente-Europa è la Turchia, che questa rete bypassa.
15:57 Ora di Beirut
Mohammad Atwi, 26enne residente nella regione di Qana, nel sud del Libano, ha raccontato a L’Orient-Le Jour di aver “sentito il rumore di un bombardamento” alle 15 di lunedì.
15:49 ora di Beirut
Urgente Libano: la Reuters, citando fonti militari, riferisce che i soldati israeliani, supportati da elicotteri, hanno ucciso diverse persone che tentavano di infiltrarsi in Israele dal sud del Libano.
Secondo il media israeliano Channel 13, almeno due persone che si erano infiltrate dal sud del Libano sono state uccise in scontri al confine con Israele.
La radio dell’esercito israeliano ha dichiarato che il tentativo di infiltrazione è avvenuto ad Adamit, una città israeliana di fronte ai villaggi libanesi di Alma el-Chaab e Zahajra.
Queste informazioni sono in corso di verifica.
15:42 ora di Beirut
La risposta di Israele all’attacco di Gaza “cambierà il Medio Oriente”, ha avvertito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un discorso ai sindaci delle città del confine meridionale colpite dall’attacco.
15:35 Ora di Beirut
Urgente: una fonte di Hamas in Libano conferma che sono stati lanciati razzi dal sud del Libano verso Israele. La fonte ha aggiunto che il lancio non è stato ancora rivendicato.
15:29 ora di Beirut
Urgente: Secondo Haaretz, il portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato che diverse persone si sono infiltrate in Israele dal Libano. L’esercito israeliano si sta attualmente dispiegando sul terreno, ha aggiunto. Contattata da L’Orient-Le Jour, una portavoce di Hezbollah ha dichiarato di non essere a conoscenza di alcuna infiltrazione.
15:18 ora di Beirut
Sul suo canale Telegram, l’ala armata di Hamas ha condiviso la foto di un ostaggio israeliano, che dice di essere stato ucciso in un bombardamento israeliano sulla Striscia di Gaza. Oltre alla foto dell’ostaggio, la foto ne riporta il nome, il numero di matricola, l’età, la città di provenienza e la posizione nell’esercito.
15:10 Ora di Beirut
A Beirut, decine di manifestanti, soprattutto studenti dell’Università americana di Beirut (AUB), si sono riuniti in Bliss Street (quartiere di Hamra) per esprimere il loro sostegno ai palestinesi in questo terzo giorno di conflitto tra Israele e Hamas, secondo diversi messaggi pubblicati sul social network X (ex Twitter).
15:09 ora di Beirut
Cipro ha deciso di mantenere i collegamenti aerei con Israele, distante 250 chilometri, nonostante la guerra in corso, ha annunciato lunedì il ministro dei Trasporti Alexis Vafeades, citato dall’AFP.
Cipro ospita una grande comunità israeliana e accoglie molti turisti israeliani.
14:59 Ora di Beirut
Ali Barakeh, membro della leadership di Hamas all’estero, ha dichiarato a L’Orient Today che per poter portare a termine l’offensiva e, in particolare, inviare i suoi combattenti in parapendio in territorio israeliano, Hamas “ha fatto ricorso all’aiuto dei suoi alleati e amici”.
“Abbiamo preparato questa operazione per due anni”, ha aggiunto.
14:53 ora di Beirut
Le autorità israeliane hanno ordinato l’interruzione “immediata” delle forniture di acqua alla Striscia di Gaza. Israele fornisce il 10% del consumo annuale di acqua del territorio palestinese.
14:50 Ora di Beirut
Aggiornamento sul Libano del Sud: in riferimento alle “voci” di un possibile lancio di razzi dal Libano del Sud verso Israele, il canale televisivo di Hezbollah, al-Manar, ha affermato che si tratta solo di “confusione” da parte israeliana.
Un’ora fa, Haaretz ha riferito che le sirene di avvertimento sono state attivate al confine settentrionale di Israele con il Libano.
14:41 ora di Beirut
I mediatori del Qatar hanno avuto colloqui urgenti con i funzionari di Hamas per negoziare il rilascio di donne e bambini israeliani catturati da Hamas e detenuti a Gaza, in cambio del rilascio di 36 bambini e donne palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, ha dichiarato una fonte a Reuters.
Questi negoziati sono condotti in coordinamento con gli Stati Uniti e stanno “procedendo positivamente”, secondo la fonte di Reuters, che ha aggiunto, tuttavia, che per il momento non c’è stata alcuna svolta.
14:08 ora di Beirut
Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ritiene che “il rischio di coinvolgimento di forze terze” nel conflitto tra Israele e Hamas sia “alto”. Secondo le agenzie russe Ria Novosti e Tass, ha quindi chiesto l’avvio di un “processo negoziale il prima possibile”.
Queste dichiarazioni sono arrivate dopo gli scambi di razzi rivendicati da Hezbollah domenica mattina. E dopo la pubblicazione di un articolo del Wall Street Journal che riporta il coinvolgimento iraniano nella preparazione dell’offensiva di Hamas.
14:03 ora di Beirut
Urgente: secondo Haaretz, sono scattate le sirene di allarme al confine settentrionale di Israele con il Libano.
L’esercito israeliano parla di un possibile lancio di razzi verso Israele. Al momento nessuna conferma da entrambe le parti.
13:58 ora di Beirut
Immagine: un corpo viene evacuato dalle macerie di un edificio bombardato da Israele lunedì nel campo di Jabalia, nella Striscia di Gaza. (Foto REUTERS/Mahmoud Issa)
13:42 Ora di Beirut
Sulla mappa: la situazione al terzo giorno di conflitto.
(Credit: Guilhem Dorandeu, L’Orient-Le Jour)
13:28 Ora di Beirut
Secondo il Ministero della Sanità palestinese, decine di palestinesi sono stati uccisi e feriti nei colpi israeliani di lunedì sul campo profughi di Jabalia, il più grande degli 8 campi della Striscia di Gaza.
13:10 ora di Beirut
URGENTE: il portavoce del braccio armato di Hamas annuncia sul suo canale ufficiale Telegram che “i bombardamenti israeliani di ieri sera e di questa mattina sulla Striscia di Gaza hanno causato la morte di quattro ostaggi israeliani e dei loro rapitori tra i combattenti palestinesi”.
12:54 ora di Beirut
Il deputato Mohammad Raad, capo del blocco parlamentare di Hezbollah, ha parlato lunedì da Kfar Melki (Libano meridionale): “È tempo che l’entità temporanea (Israele, ndr) scompaia. La superiorità militare di Israele sulla resistenza sta per finire”.
12:51 ora di Beirut
Secondo un portavoce dell’Autorità aeroportuale israeliana, lunedì una salva di razzi ha preso di mira la regione di Tel Aviv, ma non ha avuto “alcun impatto” sull’aeroporto Ben Gurion, la principale porta internazionale di Israele, senza fornire ulteriori dettagli.
12:35 ora di Beirut
Il ministro della Difesa israeliano annuncia di aver “ordinato l’assedio totale di Gaza. Niente elettricità, niente cibo, niente gas, tutto è chiuso. Stiamo combattendo contro animali umani e agiamo di conseguenza”.
12:27 ora di Beirut
2/2 La reazione della diplomazia libanese alla situazione:
Il ministro ritiene infine che la situazione non cambierà finché Israele si “difenderà”, ma che “Dio solo sa” cosa potrebbe accadere nel caso in cui Tel Aviv decidesse di “prolungare la guerra”.
È la prima volta dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas che un membro del governo libanese si esprime pubblicamente sull’argomento. In generale, i leader politici libanesi hanno mantenuto un profilo basso. Hezbollah, invece, ha dichiarato pubblicamente il suo sostegno all’offensiva di Hamas e ha scambiato brevemente razzi e artiglieria con l’esercito israeliano domenica mattina, senza che da allora ci siano stati sviluppi importanti.
12:26 ora di Beirut
1/2 I diplomatici libanesi reagiscono alla situazione:
In un’intervista al quotidiano panarabo Asharq al-Awsat, il ministro uscente degli Affari Esteri e degli Emigrati in Libano, Abdallah Bou Habib, ha dichiarato che Hezbollah ha dato garanzie al governo libanese di mantenere le distanze dagli eventi in Israele, a patto che lo Stato ebraico non provochi il Libano.
“Oggi sono all’estero, ma sono ancora in contatto con il Primo Ministro (uscente) Nagib Mikati, al quale Hezbollah ha promesso che non interferirà con quanto sta accadendo (in Israele)”, ha dichiarato il Ministro, prima di continuare: “Se Israele non ci molesta, non sarà molestato a sua volta, e (Hezbollah) non interverrà per il momento”.
Gli osservatori possono ancora essere contrari alla barriera di confine in particolare, alla politica israeliana verso la Palestina in generale e a Netanyahu personalmente, pur riconoscendo che è un leader talmente ossessionato dalla sicurezza che non ha senso affermare che avrebbe lasciato che Hamas minasse potentemente tutte e tre le cose per qualsiasi motivo.
L’attacco furtivo di Hamas contro Israele durante il fine settimana ha suscitato la speculazione, da parte di alcuni social media, che quest’ultimo fosse a conoscenza di questi piani in anticipo, ma che presumibilmente avesse interesse a lasciarli accadere. Secondo i sostenitori di questa teoria del complotto, il primo ministro Netanyahu, in difficoltà, voleva unire il suo popolo politicamente diviso e/o creare il pretesto per distruggere Hamas, ergo il motivo per cui avrebbe lasciato che questi attacchi si svolgessero. Questo però non ha molto senso se ci si pensa bene.
Oggi è di moda affermare che i leader a volte provocano conflitti esteri per distrarre dai problemi politici interni, ma questo non è probabilmente il caso dell’ultima guerra tra Israele e Hamas. In realtà, Netanyahu stava perseguendo l’approccio esattamente opposto fino allo scorso fine settimana, come suggerito da rapporti credibili che si sono susseguiti nel corso dei mesi, secondo i quali era impegnato in colloqui segreti con l’Arabia Saudita per il riconoscimento di Israele. L’obiettivo era quello di unire gli israeliani intorno a lui e di liberare il potenziale geoeconomico del Paese.
Se questi sforzi avessero dato i loro frutti, non solo i suoi più accaniti avversari sarebbero stati costretti a lodarlo per questo risultato diplomatico, ma Israele avrebbe potuto trarre vantaggio dal suo ruolo centrale nel Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC), presentato il mese scorso. Entrambi gli obiettivi richiedevano il riconoscimento saudita di Israele, che Netanyahu sperava di ottenere senza riconoscere l’indipendenza della Palestina, ma che ora è in dubbio poiché Riyadh potrebbe congelare i colloqui dopo il bombardamento di Gaza da parte di Israele.
Coloro che sostengono che egli sapesse in anticipo dei piani di Hamas, ma che li abbia comunque lasciati accadere, o non sono a conoscenza dei suoi colloqui segreti con l’Arabia Saudita, o minimizzano la loro grande importanza strategica, o pensano che siano stati tutti uno stratagemma in preparazione di questo contorto complotto per creare il pretesto per distruggere Hamas. A proposito di questa dimensione della loro teoria del complotto, è difficile immaginare che Netanyahu, ossessionato dalla sicurezza, abbia lasciato che i nemici del suo Paese infliggessero un danno senza precedenti a Israele per questo scopo.
Avrebbe sempre potuto semplicemente sfruttare un lancio di razzi relativamente minore per giustificare una campagna di bombardamenti sproporzionata contro quel gruppo, senza dover prima perdere letteralmente centinaia di civili e soldati. La violazione della barriera di confine da parte di Hamas è stata anche un duro colpo per la psiche israeliana, da cui la popolazione potrebbe non riprendersi mai dopo aver dato per scontato che la sua costruzione li avrebbe protetti per sempre. Lo stesso vale per il raddoppio del territorio sotto il suo controllo durante il culmine dei suoi attacchi.
Gli osservatori possono ancora essere contrari alla barriera di confine in particolare, alla politica israeliana verso la Palestina in generale e a Netanyahu in prima persona, pur riconoscendo che è un leader talmente ossessionato dalla sicurezza che non ha senso affermare che avrebbe permesso ad Hamas di minare potentemente tutte e tre le cose per qualsiasi motivo. Egli appare estremamente debole dopo quanto accaduto, la politica israeliana nei confronti della Palestina è ora messa in discussione da entrambe le parti come mai prima d’ora e la barriera di confine non è più considerata una difesa credibile.
Questi tre risultati rappresentano la somma dei peggiori incubi di Netanyahu, per non parlare del probabile fallimento dei suoi piani per ottenere il riconoscimento saudita di Israele, che a sua volta sbloccherebbe il potenziale geoeconomico del Paese tramite l’IMEC, tutti elementi che contraddicono indiscutibilmente gli interessi israeliani. Non è ancora chiaro come tutti i sistemi di sicurezza israeliani si siano guastati nello stesso momento durante gli attacchi dello scorso fine settimana, e nessuno ha spiegato i fallimenti dell’intelligence fino a quel momento, ma è proprio quello che è successo.
La teoria della cospirazione che ipotizza che Netanyahu fosse a conoscenza di tutto questo in anticipo, ma che abbia comunque lasciato che accadesse, non regge all’esame di questo pezzo ed è praticamente solo basata sulla falsa percezione che i servizi segreti di Israele siano onnipotenti. Sono gestiti da esseri umani e sono quindi naturalmente imperfetti, ma chi sostiene il contrario attribuisce al Mossad un potere divino. In questo modo si dà troppo credito a Israele e si nega la capacità autonoma di Hamas di organizzare attacchi di questa portata.
12:35 ora di Beirut
Il ministro della Difesa israeliano annuncia di aver “ordinato l’assedio totale di Gaza. Niente elettricità, niente cibo, niente gas, tutto è chiuso. Stiamo combattendo contro animali umani e agiamo di conseguenza”.
12:27 ora di Beirut
2/2 La reazione della diplomazia libanese alla situazione:
Il ministro ritiene infine che la situazione non cambierà finché Israele si “difenderà”, ma che “Dio solo sa” cosa potrebbe accadere nel caso in cui Tel Aviv decidesse di “prolungare la guerra”.
È la prima volta dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas che un membro del governo libanese si esprime pubblicamente sull’argomento. In generale, i leader politici libanesi hanno mantenuto un profilo basso. Hezbollah, invece, ha dichiarato pubblicamente il suo sostegno all’offensiva di Hamas e ha scambiato brevemente razzi e artiglieria con l’esercito israeliano domenica mattina, senza che da allora ci siano stati sviluppi importanti.
12:26 ora di Beirut
1/2 I diplomatici libanesi reagiscono alla situazione:
In un’intervista al quotidiano panarabo Asharq al-Awsat, il ministro uscente degli Affari Esteri e degli Emigrati in Libano, Abdallah Bou Habib, ha dichiarato che Hezbollah ha dato garanzie al governo libanese di mantenere le distanze dagli eventi in Israele, a patto che lo Stato ebraico non provochi il Libano.
“Oggi sono all’estero, ma rimango in contatto con il primo ministro (uscente) Nagib Mikati, al quale Hezbollah ha promesso che non interferirà con quanto sta accadendo (in Israele)”, ha detto il ministro, prima di continuare: “Se Israele non ci molesta, non sarà molestato a sua volta, e (Hezbollah) non interverrà per il momento”.
12:09 ora di Beirut
Secondo Al-Jazeera, la città di Shuja’iyya, una delle aree più densamente popolate di Gaza, è stata oggetto di intensi bombardamenti israeliani nelle ultime ore.
Già nel luglio 2014, durante un’offensiva militare israeliana, questo quartiere fu pesantemente bombardato, come ricorda Al-Jazeera, e più di 70 palestinesi furono uccisi. I palestinesi hanno descritto l’offensiva come un “massacro all’alba”.
11:41 ora di Beirut
Il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari ha dichiarato che 300.000 riservisti sono stati mobilitati in 48 ore. “Non abbiamo mai mobilitato così tanti riservisti su una tale scala”, ha dichiarato. Per la Reuters, la portata di questa mobilitazione fa pensare ai preparativi per una possibile invasione, anche se nessun piano è stato ufficialmente confermato.
11:30 ora di Beirut
L’agenzia di stampa cinese Xinhua riferisce, citando “una fonte di Hamas”, che il Qatar sta cercando di lanciare un’operazione di scambio di prigionieri.
L’accordo di scambio comporterebbe il rilascio di prigionieri palestinesi in Israele in cambio di donne israeliane prese in ostaggio dai combattenti di Hamas nell’ambito dell’offensiva lanciata sabato. Nessuna fonte ufficiale ha ancora confermato queste informazioni.
11:23 ora di Beirut
Urgente: L’esercito israeliano afferma di aver ripreso il controllo delle città israeliane ai margini di Gaza.
Combattenti palestinesi potrebbero essere ancora presenti, ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari.
Secondo gli annunci fatti finora dagli israeliani e da Hamas, almeno 7 o 8 fronti erano ancora aperti lunedì mattina.
Rapporto, in parole e immagini: “Terrificante”: migliaia di gazesi fuggono dalle loro case di fronte ai bombardamenti israeliani
10:54 ora di Beirut
Continuano le reazioni internazionali:
– Il Regno Unito consiglia ai suoi cittadini di evitare tutti i viaggi non essenziali in Israele e nei territori palestinesi.
– La Spagna continua a definire terroristico l’attacco di Hamas contro Israele.
– Il Nepal conferma che almeno 10 suoi cittadini sono stati uccisi nel conflitto.
– La Cina afferma che sta monitorando da vicino la situazione e chiede alla comunità internazionale di intervenire per calmare la situazione, auspicando una soluzione a due Stati.
– L’Iran chiede una riunione d’emergenza dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica.
10:30 ora di Beirut
Aggiornamento alle 10:30:
1 – La guerra tra Israele e Hamas, scatenata sabato dall’offensiva del movimento islamista palestinese, è entrata nel suo terzo giorno. Il bilancio delle vittime è salito ulteriormente, con oltre 1.100 morti in tutto, di cui almeno 700 israeliani e più di 400 palestinesi, senza contare le migliaia di feriti da entrambe le parti. Si ritiene che Hamas e la Jihad islamica tengano almeno un centinaio di ostaggi israeliani a Gaza, un numero che non è ancora stato confermato. Secondo l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, OCHA, dall’inizio del conflitto nella Striscia di Gaza sono sfollate più di 123.000 persone.
2 – Sul terreno, domenica sera sono scoppiati nuovamente scontri tra soldati israeliani e 70 combattenti palestinesi alla periferia del kibbutz Be’eri, nel sud di Israele, con l’esercito israeliano che sospetta la presenza di tunnel nell’area. Secondo gli annunci israeliani e di Hamas, almeno 7 o 8 fronti sono ancora aperti. I bombardamenti sono continuati nella Striscia di Gaza e l’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato più di 500 nuovi obiettivi di Hamas e della Jihad islamica nella Striscia di Gaza nella notte di domenica. Gli israeliani hanno tagliato l’elettricità a Gaza, neutralizzando anche la rete idrica.
3- L’offensiva di Hamas sembra aver spinto Israele in un angolo. Mentre la Knesset dovrebbe confermare oggi lo “stato di guerra” approvato domenica dal gabinetto di sicurezza israeliano, decine di migliaia di soldati israeliani stanno continuando il loro dispiegamento lunedì nelle regioni desertiche vicino alla Striscia di Gaza nel tentativo di riprendere il controllo, mentre 100.000 riservisti dell’esercito israeliano sono stati schierati nel sud di Israele.
4 – Sul fronte economico, il conflitto ha fatto deragliare lo shekel, che è sceso al livello più basso in quasi otto anni rispetto al dollaro – tenendo presente che la valuta israeliana aveva già subito una grave flessione anche prima dell’inizio del conflitto. Lunedì la Banca centrale israeliana ha iniettato almeno 30 miliardi di dollari dalle sue riserve nel tentativo di stabilizzare lo shekel. Sui mercati internazionali, i prezzi del petrolio iniziano a salire.
5 – La riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di domenica sera non ha permesso ai suoi membri di trovare una posizione comune. Da un lato, gli Stati Uniti hanno chiesto una ferma condanna di Hamas, mentre dall’altro Russia e Cina hanno rinnovato l’appello al cessate il fuoco e al dialogo. Gli Emirati Arabi Uniti, la cui diplomazia ha criticato con veemenza la presa di ostaggi da parte di Hamas, hanno sostenuto una posizione più consensuale durante il Consiglio, che deve riunirsi d’urgenza ancora oggi. Lunedì mattina, le Nazioni Unite hanno infine chiesto la creazione di corridoi umanitari per portare cibo a Gaza.
6 – Infine, la possibilità di un coinvolgimento iraniano nel conflitto non è ancora stata confermata. Domenica sera, il Wall Street Journal ha riportato, citando alti funzionari di Hamas e Hezbollah, che funzionari della sicurezza iraniana avevano contribuito a pianificare l’attacco di Hamas. Poche ore dopo, la missione iraniana presso le Nazioni Unite ha assicurato che Teheran non era coinvolta. Nel Libano meridionale, area di influenza degli Hezbollah sostenuti dall’Iran, la situazione è rimasta relativamente calma dopo lo scambio di fuoco tra il partito sciita e l’esercito israeliano, nonostante alcuni falsi allarmi nella notte.
7 – Gli Stati Uniti hanno iniziato domenica a inviare aiuti militari a Israele, insieme a nuove munizioni, e ad avvicinare il proprio gruppo aereo navale nel Mediterraneo, segnando una rapida dimostrazione di sostegno allo storico alleato sorpreso dagli attacchi di Hamas.
10:18 ora di Beirut
2/2 La situazione a Gaza:
Secondo Middle East Eye, le interruzioni dell’energia elettrica a Gaza hanno compromesso anche le forniture di acqua corrente.
Un corrispondente della BBC a Gaza riferisce che lunedì mattina i negozi erano chiusi, a parte alcune panetterie dove si sono formate lunghe code. Gli ospedali hanno lanciato un appello per le donazioni di sangue.
10:18 ora di Beirut
1/2 La situazione a Gaza:
Secondo la stampa, l’ospedale di Gaza potrebbe presto cessare di funzionare, dopo che sabato il ministro dell’Energia israeliano, Israel Katz, ha deciso di tagliare l’elettricità alla zona.
Secondo un articolo pubblicato domenica dal sito web Middle East Eye, l’ospedale continua a produrre elettricità utilizzando generatori di emergenza, mentre i pazienti continuano ad arrivare.
La maggior parte di questi generatori sono usurati e consumano molto carburante, prosegue il sito, aggiungendo che le riserve di carburante sono insufficienti e che i generatori potrebbero fermarsi in qualsiasi momento, con conseguenze per molti pazienti.
10:16 Ora di Beirut
Più di 123.000 persone sono state sfollate nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto, secondo l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, OCHA.
09:50 Ora di Beirut
Secondo un portavoce militare israeliano, sono in corso combattimenti in “sette o otto” punti della Striscia di Gaza.
09:45 Ora di Beirut
Le Nazioni Unite chiedono la creazione di corridoi umanitari per portare cibo a Gaza. Almeno 70.000 palestinesi si sono rifugiati nelle scuole gestite dall’ONU.
09:30 Ora di Beirut
L’esercito israeliano ritiene che un gran numero di militanti di Hamas stia continuando a entrare in Israele. Secondo i media israeliani, sono in corso ricerche lungo il confine.
09:29 Ora di Beirut
“Il prezzo che la Striscia di Gaza pagherà sarà molto pesante e cambierà la realtà per le generazioni a venire”, ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant nella città di Ofakim.
09:16 Ora di Beirut
2/2
– L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Guilad Erdan, ha accusato Hamas di commettere crimini di guerra e ha chiesto la distruzione delle sue “infrastrutture del terrore”. L’ambasciatore palestinese, Riyad Mansour, ha invitato il Consiglio di Sicurezza a concentrarsi sulla fine dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi, deplorando che “per alcuni media la storia inizia quando vengono uccisi degli israeliani”.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà un’altra riunione d’emergenza lunedì.
09:15 ora di Beirut
1/2: La riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su Gaza di domenica sera si è conclusa con un dialogo tra sordi. I dibattiti sono durati un’ora e mezza e non hanno permesso all’organo di concordare all’unanimità una dichiarazione congiunta, secondo le agenzie di stampa.
– Gli Stati Uniti hanno spinto per una risoluzione di forte condanna di Hamas.
– La Russia intende invece concentrarsi sull’ottenimento di un cessate il fuoco e sull’avvio di un serio processo negoziale.
– Anche la Cina ha sostenuto questa posizione, insistendo sulla necessità di evitare un’escalation del conflitto.
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno normalizzato le relazioni con Israele, hanno sottolineato che la situazione è “molto preoccupante” e che “molti membri del Consiglio” sostengono una soluzione “a due Stati”.
09:02 ora di Beirut
L’esercito israeliano annuncia la morte di altri 16 soldati e ne pubblica i nomi.
È il quarto annuncio di questo tipo. Sale così a 73 il numero totale di morti nell’esercito israeliano dall’inizio della guerra tra Hamas e Israele.
08:43 Ora di Beirut
La Banca d’Israele ha annunciato la vendita di 30 miliardi di dollari di valuta estera dalle sue riserve per mantenere la stabilità della moneta nazionale, lo shekel, mentre la guerra contro Hamas entra nel suo terzo giorno.
08:36 Ora di Beirut
L’Ungheria ha evacuato in aereo 215 cittadini dal territorio israeliano, secondo quanto comunicato dal Ministero degli Esteri.
08:16 Ora di Beirut
Leggi l’editoriale di Anthony Samrani, condirettore de L’Orient-Le Jour: In Medio Oriente, ci sarà un prima e un dopo il 7 ottobre.
07:58 Ora di Beirut
Sul terreno: i soldati israeliani si sono scontrati di nuovo domenica sera con 70 combattenti palestinesi alla periferia del kibbutz Be’eri, nel sud di Israele, ha dichiarato lunedì mattina l’esercito israeliano, citato da Haaretz. L’esercito israeliano sospetta la presenza di tunnel nella zona.
07:50 ora di Beirut
“Più di 500 obiettivi di Hamas e della Jihad islamica palestinese sono stati colpiti da attacchi aerei e dal fuoco dell’artiglieria nella Striscia di Gaza nella notte di domenica”, ha annunciato l’esercito israeliano. “Durante la notte, jet da combattimento, elicotteri, aerei e artiglieria hanno colpito più di 500 obiettivi terroristici di Hamas e della Jihad islamica”, ha dichiarato l’esercito in un comunicato.
07:47 ora di Beirut
Notizie flash: i prezzi del petrolio sono saliti di oltre il 4% lunedì dopo che il movimento islamista palestinese Hamas ha lanciato un’offensiva a sorpresa contro Israele nel fine settimana, sollevando preoccupazioni sulle conseguenze per le forniture dalla regione ricca di petrolio. Il Brent è balzato del 4,7% a 86,65 dollari e il West Texas Intermediate è salito del 4,5% a 88,39 dollari nei primi scambi asiatici.
07:42 Ora di Beirut
Promemoria: domenica gli Stati Uniti hanno iniziato a inviare aiuti militari a Israele con nuove munizioni e ad avvicinare il loro gruppo da battaglia a Israele nel Mediterraneo, in una rapida dimostrazione di sostegno al loro storico alleato, sorpreso dagli attacchi di Hamas.
Per saperne di più sugli aiuti, che comprendono l’invio del gruppo da battaglia della USS Gerald Ford, la nave da guerra più grande del mondo, nel Mediterraneo orientale.
07:39 Ora di Beirut
Domenica sera, diversi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno condannato l’offensiva di Hamas, anche se gli Stati Uniti hanno deplorato la mancanza di unanimità in questa riunione d’emergenza.
07:34 Ora di Beirut
Domenica sera, il Wall Street Journal ha riportato, citando alti funzionari di Hamas e Hezbollah, che funzionari della sicurezza iraniana avrebbero contribuito a pianificare l’attacco di Hamas contro Israele di sabato e avrebbero dato il via libera all’operazione “Inondazione di Al-Aqsa” durante una riunione a Beirut lunedì. Poche ore dopo la pubblicazione di questo articolo, la missione iraniana presso le Nazioni Unite ha dichiarato domenica sera che Teheran non era coinvolta nell’attacco. Dettagli qui
07:31 ora di Beirut
Sempre lunedì mattina, oltre ai bombardamenti su Gaza, Haaretz ha riferito che dopo cinque ore di calma da parte israeliana, sono ripresi i lanci di razzi dalla Striscia di Gaza.
07:29 ora di Beirut
A Gaza continuano i bombardamenti. Domenica il portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato che dall’inizio dell’offensiva di Hamas sono stati bombardati 800 obiettivi nella Striscia di Gaza.
07:28 Ora di Beirut
Cercando di riprendere il controllo, le forze israeliane continuano a dare la caccia ai membri di Hamas nel sud di Israele, dove sono stati ammassati 100.000 riservisti, secondo un portavoce dell’esercito.
07:27 Ora di Beirut
L’esercito israeliano sta cercando di salvare gli ostaggi israeliani ancora a Gaza e di evacuare tutti gli abitanti della regione, mentre il prezzo del petrolio è salito lunedì. Domenica sera, un funzionario di Hamas avrebbe avanzato la cifra di un centinaio di ostaggi nelle mani del movimento a Gaza. In precedenza, un funzionario della Jihad islamica aveva affermato che il suo movimento deteneva trenta ostaggi a Gaza.
07:26 Ora di Beirut
Da sabato i combattimenti hanno causato più di 1.100 morti da entrambe le parti.
07:26 Ora di Beirut
Decine di migliaia di soldati israeliani hanno continuato il loro dispiegamento nelle regioni desertiche vicino alla Striscia di Gaza lunedì nel tentativo di riprendere il controllo dai combattenti di Hamas, nel terzo giorno degli scontri più mortali sul territorio israeliano dalla sua creazione.
07:26 Ora di Beirut
Salve,
Siamo tornati con la nostra copertura in diretta della guerra tra Hamas e Israele.
ore 03:18 di Roma
L’IDF annuncia la mobilitazione di 100.000 soldati per la prossima operazione di terra volta a smilitarizzare Hamas e a rimuoverlo dal potere a Gaza.
ore 03:12 di Roma
Il bilancio dei morti americani uccisi durante il recente attacco di Hamas in Israele è salito a 4 e i funzionari statunitensi hanno dichiarato di aspettarsi che il numero continui a salire nei prossimi giorni e settimane.
ore 02:19 di Roma
Mentre il mondo è in fiamme, musica ad alto volume alla Casa Bianca questa sera, il Presidente Biden e la First Lady Jill Biden ospitano un barbecue per il personale della Residenza Esecutiva della Casa Bianca e le loro famiglie.
ore 02:19 di Roma
“L’USCENTCOM è fermamente al fianco dei nostri partner israeliani e regionali per affrontare i rischi di qualsiasi parte che cerchi di espandere il conflitto”, ha dichiarato il generale Michael “Erik” Kurilla, Comandante del Comando Centrale degli Stati Uniti.
Nei prossimi giorni l’aeronautica statunitense schiererà in Medio Oriente altri 20-25 caccia multiruolo F-15 e F-35, con l’obiettivo di impedire che la guerra in Israele si estenda al resto del Medio Oriente e di fungere da deterrente contro qualsiasi tipo di interferenza o aggressione iraniana.
Sul sentiero di guerra contro l’Iran….
ore 01:33 di Roma
Il deputato repubblicano del Texas neocon Dan Crenshaw: “La guerra che porrà fine alle guerre”
È quello che dissero le banche e il complesso militare industriale a proposito della prima guerra mondiale.
ore 01:22 di Roma
Il senatore statunitense Graham: se Hezbollah interviene, Israele e Stati Uniti dovrebbero attaccare le infrastrutture petrolifere iraniane
“Un attacco di Hezbollah e di altri satelliti iraniani avrebbe conseguenze devastanti per i sistemi di difesa di Israele. Se si verificasse un tale attacco, Israele e gli Stati Uniti dovrebbero attaccare le raffinerie e le infrastrutture petrolifere iraniane, che sono la linfa vitale dell’economia iraniana”, ha dichiarato Graham.
ore 01:00 di Roma
Il generale David Zini si è scontrato con molti terroristi nell’area della Freccia Nera. Tutti sono stati eliminati.
“Anche dopo 4 miliardi di dollari di aiuti militari americani all’anno, Israele ha bisogno di un intero gruppo da battaglia di portaerei statunitensi per proteggersi da bande di guerriglieri che irrompono da un ghetto assediato con armi fatte in casa. Una dimostrazione di forza che denota debolezza e vulnerabilità.” Max Blumenthal
ore 00:40 di Roma
Secondo le prime notizie, l’aviazione israeliana sta conducendo attacchi aerei con “Bunker Busters” contro le reti di tunnel di Hamas vicino al quartiere di Al-Atatra, nella zona nord-occidentale di Gaza.
ore 23:26 di Roma
Il presidente turco Erdogan: “Avverto l’America di stare alla larga, difenderemo la Palestina ad ogni costo”.
ore 23:30 di Roma
“L’Iran ha aiutato a pianificare l’attacco a Israele per diverse settimane.” Wall Sreet Journal
ore 23:26 di Roma
Hamas sta cercando di colpire l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.
Questo avviene mentre due C-130 dell’aviazione polacca sono in fase di avvicinamento finale.
Oltre 150 razzi lanciati dalla Striscia di Gaza; le batterie Iron Dome stanno cercando di intercettare il maggior numero possibile di razzi.
ore 22:49 di Roma
Hamas ha pubblicato un video del loro quartier generale. Appare una dimostrazione di quanto siano moderni.
ore 22:10 di Roma
I civili israeliani salutano i combattenti dell’IDF, che presumibilmente parteciperanno all’operazione di terra a Gaza.
ore 21:53 di Roma
L’unità Shayetet 13 della Marina israeliana ha catturato Muhammad Abu Ghali.
Era il vice comandante della forza navale di Hamas.
ore 21:30 di Roma
Il rappresentante palestinese all’ONU critica l’Occidente:
“Non si può dire che nulla giustifica l’uccisione degli israeliani e poi fornire una giustificazione per l’uccisione dei palestinesi, non siamo subumani, ripeto, non siamo subumani. Non accetteremo mai una retorica che denigra la nostra umanità e rinnega i nostri diritti, una retorica che ignora l’occupazione della nostra terra e l’oppressione del nostro popolo”.
ore 21:30 di Roma
Un alto funzionario della Difesa statunitense ha dichiarato di ritenere probabile l’inizio di un’invasione terrestre israeliana della Striscia di Gaza nelle prossime 48-72 ore.
ore 18:09 di Roma
È confermato: La Marina statunitense sposterà nei prossimi giorni il Carrier Strike Group 12 nel Mediterraneo in una massiccia dimostrazione di sostegno a Israele.
L’esercito statunitense sposta una portaerei vicino a Israele per dimostrare il sostegno di Washington. Dovrebbe essere la Gerald Ford.
ore 18:00 di Roma
“Una delle cose più speranzose che ho scoperto è che quasi tutte le guerre che sono iniziate negli ultimi 50 anni sono state il risultato delle bugie dei media”…
~ Julian Assange
ore 17:49 di Roma
Haaretz riferisce che ci sono ritardi e problemi nella catena di approvvigionamento dei supermercati. Sembra che gli israeliani si stiano rifornendo di beni di prima necessità
ore 17:45 di Roma
Scontri armati tra palestinesi e forze israeliane ad Abu Dis, città orientale di Gerusalemme.
ore 17:40 di Roma
L’esercito degli Stati Uniti sta pianificando di spostare le navi e gli aerei militari statunitensi più vicini a Israele come dimostrazione di sostegno – NBC News
ore 16:17 di Roma
da Atlantico e Andrew Korybko
RIPERCUSSIONI E RISPOSTE
Israele: cosa c’è dietro lo scoppio della guerra di Simhat Torah (e gli tsunami che sta preparando)
Sabato 7 ottobre 2023, Israele è stato attaccato da Hamas. Sono stati lanciati migliaia di razzi e i combattenti si sono infiltrati nel territorio. Hanno preso in ostaggio diversi civili. I combattimenti continuano anche questa domenica.
Dov Zerah
Israele: cosa c’è dietro lo scoppio della guerra di Simhat Torah (e lo tsunami che sta preparando)
con Dov Zerah
Atlantico: Il 7 ottobre 2023, Israele ha subito attacchi che hanno avuto un terribile bilancio umano. Uno shock storico pari all’11 settembre 2001 o alla guerra dello Yom Kippur del 1973. Come possiamo comprendere questi attacchi? Come si inseriscono questi attacchi in un contesto internazionale molto più ampio di quello che sta accadendo a Gaza o in Cisgiordania?
Dov Zerah: Lanciando un’operazione su vasta scala per terra, per mare e per aria, HAMAS persegue diversi obiettivi:
Recuperare i propri prigionieri dalle carceri israeliane. Al di là di questo obiettivo ufficiale dichiarato, è possibile individuare diversi obiettivi nascosti.
Silurare la prospettiva di un accordo tra Israele e Arabia Saudita. La reazione iniziale del principe ereditario Mohammed ben Salmane, che ha condannato Israele, suggerisce che l’accordo potrebbe essere messo in discussione. Tuttavia, è probabile che si tratti di una dichiarazione di circostanza, dato l’interesse vitale della Mecca per l’accordo.
Approfittando della situazione interna fratturata in Israele con la questione della riforma giudiziaria; da un anno a questa parte, gli scambi tra politici e cittadini israeliani sono stati violenti, le manifestazioni hanno riunito decine di migliaia di persone… e, come se non bastasse, i volontari si sono rifiutati di scontare i loro periodi di riserva… Queste divisioni sono state probabilmente interpretate come un segno di debolezza. Tuttavia, non appena sono stati lanciati i primi allarmi, tutti i riservisti si sono recati nei loro centri e un gran numero di cittadini si è recato negli ospedali per donare il sangue… Tutta la società si è mobilitata.
Cogliere l’opportunità offerta dai segnali di debolezza dell’Occidente: l’impeachment del Presidente del Congresso degli Stati Uniti, la messa in discussione degli aiuti all’Ucraina sia in Europa che negli Stati Uniti, l’invasione azera del Nagorno-Karabakh, le tensioni in Kosovo… La concomitanza di tutti questi eventi fa pensare a una volontà coordinata di Putin, Erdogan e Khamenei di segnare punti, di sconvolgere le frontiere…
commemorare la guerra dello Yom Kippur, iniziata il 6 ottobre 1973, con un giorno di anticipo per operare lo Shabbat e approfittare del giorno libero e dell’assenza dei militari dalle loro basi.
Per la prima volta in diversi decenni, la parola guerra fu usata da Benjamin Netanyahu. Israele è stato fratturato sia politicamente che umanamente dalla formazione del governo Netanyahu. Quale impatto politico interno possiamo aspettarci? Quali conseguenze a breve termine possiamo aspettarci?
Questa guerra avrà conseguenze importanti per Israele nel breve e medio termine. Possiamo persino aspettarci un vero e proprio tsunami.
Le incredibili mancanze dei servizi segreti porteranno inevitabilmente alla creazione di una commissione d’inchiesta, come dopo la guerra dello Yom Kippur. Senza parlare dell’affare LAVON, ogni volta che Israele ha dovuto affrontare una crisi di questo tipo, ci sono state conseguenze politiche. Si comincia a parlare delle difficoltà del Capo di Stato Maggiore a incontrare il Primo Ministro.
La prospettiva di un governo di unità nazionale è stata sollevata sia da Benjamin Netanyahu che da Yair Lapid.
In attesa di questo possibile sviluppo politico, per il momento ci si preoccupa di mettere in sicurezza tutte le località occupate dai terroristi di HAMAS, di ripristinare la barriera di sicurezza e di reagire… Naturalmente, gli ostaggi civili e militari saranno al centro dell’attenzione, anche se è improbabile che vengano recuperati a meno che non vengano rilasciati tutti i prigionieri palestinesi, il che creerebbe una vera e propria bomba a orologeria.
La reazione sarà violenta, perché Israele deve ottenere una vittoria chiara e lampante per scoraggiare qualsiasi nuova iniziativa di questo tipo. Sarà totalmente diversa da quelle viste negli ultimi dieci anni circa, cioè una sorta di “gioco del gatto e del topo”, con attacchi missilistici intercettati da “Iron Dome” a cui Israele rispondeva bombardando ed evitando di inviare truppe a Gaza. Ieri sera, alla televisione israeliana, qualcuno non ha esitato a dire: “Smettiamola di parlare occidentale. Parliamo in arabo”.
È ancora troppo presto per dire se il Governo si porrà l’obiettivo di eliminare i leader di HAMAS. La risposta dovrà trovare un equilibrio tra il tentativo di recuperare gli ostaggi il più rapidamente possibile e il prendersi il tempo necessario per evitare una conflagrazione nel Nord con Hezbollah, a Gerusalemme o addirittura nelle città arabe israeliane…
Di fronte alla sorpresa rappresentata da questa offensiva di HAMAS, possiamo dire che gli israeliani si sono addormentati sugli allori della loro certezza di superiorità militare? O forse i dubbi del Paese sulla propria natura dopo l’ascesa dell’estrema destra – come abbiamo visto con il ritiro di alcuni riservisti, ad esempio – hanno indebolito le strutture stesse dello Stato?
Sì, come nel 1973, gli israeliani hanno sbagliato a confidare troppo nell’Iron Dome (che, come tutti sappiamo, può essere saturato dal lancio simultaneo di un gran numero di razzi) e nella forza della barriera di sicurezza (nonostante il fatto che sia la barriera che separa Israele da Gaza sia quella a est mostrassero crepe da diversi mesi).
Molto probabilmente, la situazione politica ha indebolito le strutture statali, ma l’apparenza del pericolo sembra cancellare momentaneamente le differenze e le opposizioni.
Pensa che anche i palestinesi della Cisgiordania si sentiranno in guerra? E gli arabi israeliani? Il 7 ottobre 2023 ha il potenziale per andare molto oltre nel crescente confronto tra democrazie occidentali e regimi autoritari?
Un’estensione del conflitto a Hezbollah è possibile e potrebbe portare a un confronto con l’Iran. È molto probabile che HAMAS abbia ricevuto supporto logistico e tecnico da Hezbollah e dall’Iran (alcuni suggeriscono un attacco informatico che ha paralizzato le comunicazioni e spiega alcuni dei fallimenti). Questo potrebbe portare lo Stato ebraico di Israele a cogliere l’opportunità di colpire i siti nucleari iraniani… In questo scenario, si aprirebbe il vaso di Pandora e il Medio Oriente sarebbe collegato a tutti i conflitti esistenti o potenziali in Europa e Asia.
Interpretare la reazione ufficiale della Russia all’ultima guerra tra Israele e Hamas
ANDREW KORYBKO
8 OTT 2023
Lungi dall’essere a favore della Palestina, come molti media alternativi pensano erroneamente, la Russia ritiene di essere responsabile di tutto quanto Israele.
La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha rilasciato sabato la seguente dichiarazione in risposta all’ultima guerra tra Israele e Hamas, scoppiata dopo l’attacco furtivo su larga scala del gruppo:
“La Russia è gravemente preoccupata per la forte escalation del conflitto israelo-palestinese.
A questo proposito, vorremmo riaffermare la nostra posizione di principio e coerente sul fatto che questo conflitto, che continua da 75 anni, non può essere risolto con la forza e può essere risolto esclusivamente con mezzi politici e diplomatici, impegnandosi in un processo negoziale completo basato sul noto quadro giuridico internazionale che prevede la creazione di uno Stato palestinese indipendente all’interno dei confini del 1967 con capitale a Gerusalemme Est che coesista con Israele in pace e sicurezza.
Consideriamo l’attuale escalation su larga scala come un’altra manifestazione estremamente pericolosa di un circolo vizioso di violenza derivante dalla cronica inosservanza delle relative risoluzioni dell’ONU e del suo Consiglio di Sicurezza e dal blocco da parte dell’Occidente del lavoro del Quartetto di mediatori internazionali per il Medio Oriente composto da Russia, Stati Uniti, UE e ONU.
Chiediamo alle parti palestinese e israeliana di attuare un cessate il fuoco immediato, di rinunciare alla violenza, di esercitare la moderazione e di avviare, con l’assistenza della comunità internazionale, un processo negoziale volto a stabilire una pace globale, duratura e a lungo attesa in Medio Oriente”.
Pur essendo conciso, rivela comunque molto sull’approccio della Russia a questo conflitto, che potrebbe sorprendere molti membri della comunità Alt-Media (AMC) che pensavano erroneamente che favorisse la Palestina.
Per cominciare, è importante sottolineare che la Zakharova ha sottolineato la coerenza della posizione del suo Paese, che è la creazione pacifica di uno Stato palestinese indipendente in linea con il diritto internazionale. Il secondo dettaglio è che prevede la coesistenza di entrambi gli Stati in pace e sicurezza. Leggendo tra le righe, la Russia implica che la Palestina non dovrebbe rappresentare alcuna minaccia credibile per la sicurezza di Israele che possa indurre quest’ultimo a intraprendere un’azione militare, anche preventiva.
Pochi tra i membri dell’AMC ne sono consapevoli, ma il Presidente Putin sostiene con forza il diritto di Israele a difendersi, soprattutto da ciò che la sua leadership considera terrorismo, ma che i sostenitori della Palestina considerano mezzi legittimi per perseguire la liberazione nazionale dopo decenni di occupazione. Questo articolo ha raccolto decine di dichiarazioni del leader russo su Israele, tratte dal sito ufficiale del Cremlino tra il 2000 e il 2018, per dimostrare quanto sia appassionato il suo pensiero in merito.
Aggiunge un contesto al resto della dichiarazione riguardante il “circolo vizioso della violenza” e la conseguente richiesta di “attuare un cessate il fuoco immediato”, la cui formulazione è stata criticata dai sostenitori della Palestina in quanto attribuisce la stessa colpa alla loro parte ogni volta che scoppiano gli scontri, ogni volta che qualcuno lo dice. Chi ha letto l’articolo sopra citato, tuttavia, apprenderà che il massimo responsabile politico russo non ha assolutamente simpatia per i mezzi controversi con cui alcuni palestinesi hanno cercato l’indipendenza.
Il Presidente Putin ritiene che la loro lotta debba rimanere pacifica, ma se la violenza è inevitabile, entrambe le parti devono rispettare il diritto internazionale. Uccidere e rapire coloni-civili disarmati, in particolare bambini, è a suo avviso inaccettabile. Lo considera terrorismo e ritiene che abbia giocato un ruolo nel perpetuare il conflitto. Questo non vuol dire che Israele sia innocente, ma solo che la Russia non potrà mai avallare queste tattiche dopo che sono state utilizzate contro di lei negli anni ’90-2000.
Nonostante alcuni palestinesi abbiano commesso quelli che il Presidente Putin considera sinceramente attacchi terroristici, il governo russo non pensa che questo screditi la loro causa di liberazione nazionale. Questi crimini non definiscono il movimento e, sebbene non possano mai essere giustificati dal punto di vista del Cremlino, si può sostenere che siano in parte il risultato della disperazione di queste persone. Questo spiega perché la Russia chiede regolarmente a Israele di attuare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per alleviare le loro sofferenze.
Il rifiuto di Israele di farlo aggrava la disperazione dei palestinesi, creando terreno fertile per alcuni che sfruttano la loro situazione reclutandoli per compiere attacchi terroristici, alimentando così il “circolo vizioso della violenza” che Israele sfrutta come scusa per non attuare quelle stesse risoluzioni. I lettori hanno il diritto di dare la propria interpretazione degli eventi, ma quella precedente riassume la posizione della Russia e mostra perché ritiene che entrambe le parti siano colpevoli ogni volta che scoppia la violenza.
L’AMC è stata ingannata sulla posizione della Russia nei confronti del conflitto israelo-palestinese da influencer guidati da un’agenda che hanno mentito per anni su questo punto per generare peso, spingere un’ideologia e/o sollecitare donazioni. Lungi dall’essere a favore della Palestina, come molte di queste persone pensano erroneamente, la Russia ritiene di essere responsabile di tutto tanto quanto Israele. Per questo ha nuovamente invitato entrambe le parti “a implementare un cessate il fuoco immediato, a rinunciare alla violenza e a esercitare la moderazione”, non solo Israele.
Salah Hijazi, giornalista politico de L’Orient-Le Jour, analizza il discorso di Hezbollah durante la manifestazione tenutasi nel primo pomeriggio nella periferia sud di Beirut:
Il presidente del Consiglio esecutivo di Hezbollah, Hachem Safieddine, ha dichiarato che il suo partito ha “inviato un messaggio al nemico questa mattina a Kfarchouba”. Questa dichiarazione del probabile successore dell’attuale Segretario Generale, Hassan Nasrallah, arriva mentre domenica mattina si è verificato uno scambio di fuoco su entrambi i lati della Linea Blu tra il gruppo e l’esercito israeliano, nella regione contesa delle fattorie di Shebaa e delle colline di Kfarchouba.
“Abbiamo il diritto di attaccare l’occupante della nostra terra, e questo è un messaggio che gli israeliani devono prendere sul serio”, ha aggiunto in questa manifestazione a sostegno dei palestinesi, 24 ore dopo l’inizio dei combattimenti tra Hamas e Israele. Se oltrepassate la linea, la Nazione (musulmana) si abbatterà su di voi”, ha minacciato. Queste parole sembrano indicare che, nonostante i bombardamenti di questa mattina, Hezbollah non ha alcuna intenzione di intensificare il conflitto a meno che Israele non superi determinate linee rosse.
Con Tel Aviv che minaccia la Striscia di Gaza con una sanguinosa operazione di terra, questo spingerà il partito filo-iraniano verso un attacco frontale?
16:05 ora di Beirut
Bilancio provvisorio delle vittime a Gaza, in Israele, Egitto e Libano, secondo le informazioni disponibili intorno alle 16:00:
– Da parte israeliana, più di 600 morti e più di 2.000 feriti, secondo un bilancio ufficiale provvisorio.
– Da parte palestinese, il Ministero della Sanità ha confermato almeno 313 morti e 1.990 feriti.
– In Egitto, due turisti israeliani e la loro guida egiziana sono stati uccisi domenica da un poliziotto ad Alessandria, secondo i media locali.
– In Libano, due bambini di 5 e 2 anni sono stati feriti da schegge di vetro nella città di Kfarchouba e sono stati ricoverati in ospedale, secondo il nostro corrispondente.
15:48 ora di Beirut
Il presidente iraniano Ebrahim Raissi ha avuto domenica colloqui telefonici separati con i leader dei movimenti armati palestinesi Hamas e Jihad islamica, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna, riporta AFP.
“Il presidente Raissi ha parlato al telefono con il segretario generale della Jihad, Ziad al-Nakhala, sugli sviluppi in Palestina”, e poi con “il capo dell’ufficio politico del movimento di resistenza islamica Hamas, Ismail Haniyeh”, ha detto l’Irna.
15:48 ora di Beirut
Il presidente iraniano Ebrahim Raissi ha avuto domenica colloqui telefonici separati con i leader dei movimenti armati palestinesi Hamas e Jihad islamica, secondo quanto riportato dall’agenzia ufficiale iraniana Irna, AFP.
“Il presidente Raissi ha parlato al telefono con il segretario generale della Jihad, Ziad al-Nakhala, sugli sviluppi in Palestina”, e poi con “il capo dell’ufficio politico del movimento di resistenza islamica Hamas, Ismail Haniyeh”, ha detto l’Irna.
15:44 ora di Beirut
24 ore dopo l’inizio degli attacchi di Hamas contro Israele, anche Hezbollah ha attaccato lo Stato ebraico nelle prime ore di domenica 8 ottobre. Le immagini.
15:38 heure de Beyrouth
Immagine: un convoglio di carri armati israeliani Merkava avanza lungo una strada alla periferia della città israeliana di Kiryat Shmona, vicino al confine con il Libano, questo pomeriggio. Foto JALAA MAREY/AFP15:31 Ora di BeirutURGENTE: secondo Haaretz, l’esercito israeliano ha aperto il fuoco con la batteria antimissile Patriot al confine con il Libano.15:30 ora di Beirut
Foto: Soldati libanesi di guardia nel villaggio di Khiam, al confine con Israele, questo pomeriggio. Foto REUTERS/Aziz Taher
15:29 ora di Beirut
Il gabinetto di sicurezza israeliano ha votato sabato sera per dichiarare ufficialmente il Paese in guerra e consentirgli di svolgere “attività militari significative”, ha annunciato l’ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu, citato dai media israeliani.
La dichiarazione sarà sottoposta all’approvazione della Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset, il parlamento israeliano, lunedì.
15:22 Ora di Beirut
URGENTE: Almeno un proiettile israeliano ha colpito la città di Khraibe, nel sud del Libano, hanno confermato a L’Orient-Le Jour una portavoce di Hezbollah e diversi residenti locali. Al momento non sono disponibili ulteriori informazioni.
15:06 ora di Beirut
Secondo i media israeliani, il bilancio provvisorio delle vittime da parte israeliana ha raggiunto le 600 unità.
15:04 Ora di Beirut
“La nostra storia, le nostre armi e i nostri razzi sono con voi. Tutto ciò che abbiamo è con voi”, ha dichiarato lo sceicco Hachem Safieddine, presidente del Consiglio esecutivo di Hezbollah, durante una manifestazione in solidarietà con i combattenti palestinesi.
15:04 ora di Beirut
Testimonianze dalla manifestazione nella periferia sud di Beirut:
Durante la manifestazione a sostegno dell’offensiva di Hamas in Israele, organizzata davanti alla moschea di Al-Qaem, nella periferia sud di Beirut, una manifestante, Walida Osman, ha parlato con il nostro inviato speciale sul posto, Richard Salamé.
“Siamo qui perché il popolo di Gaza è oppresso da Israele. La Terra Santa è importante per noi. Ci aspettavamo un’operazione come questa”, ha detto Walida Osman.
“Non hanno ancora visto nulla, scopriranno cosa è capace di fare la resistenza islamica [Hezbollah e i suoi alleati]”, ha aggiunto l’amico di Walida Osman, che ha voluto rimanere anonimo. “Noi non siamo terroristi. Sono gli Stati Uniti, che sfruttano il gas e le risorse della regione, e la loro “figlia” Israele, ad essere terroristi”, ha concluso.
14:45 ora di Beirut
Durante la manifestazione organizzata davanti alla moschea Al-Qaem, nella periferia sud di Beirut, il presidente del Consiglio esecutivo di Hezbollah, Hachem Safieddine, ha affermato che le armi utilizzate dall’ala armata di Hamas – “razzi e artiglieria” – e la strategia di “infiltrazione” messa in atto, dimostrano il livello avanzato delle loro truppe in campo militare. Questi commenti sono stati riportati dal nostro inviato speciale sul posto, Richard Salamé.
“(Il primo ministro israeliano Benjamin) Netanyahu pensava che le sue decisioni radicali gli permettessero di fare ciò che voleva a Gerusalemme, alla Moschea di Al-Aqsa o in Cisgiordania (…) Ma la risposta è arrivata sotto forma di tornado”, ha scandito il leader del partito sciita.
“La risposta è che Gerusalemme ha i suoi protettori e al-Aqsa ha i suoi uomini, e che la resistenza può riservare molte sorprese, dure e forti, di fronte alle aggressioni degli ultimi mesi e anni”, ha aggiunto.
14:40 ora di Beirut
Immagine: una folla si è radunata davanti alla moschea di Al-Qaem, nella periferia meridionale di Beirut, esponendo bandiere di Hezbollah, palestinesi e libanesi questo pomeriggio.
(Foto João Sousa)
14:29 ora di Beirut
Per maggiori informazioni sull’attentato in Egitto che ha causato tre morti, due turisti israeliani e la loro guida egiziana, clicca qui.
14:24 ora di Beirut
Bilancio provvisorio delle vittime: le televisioni israeliane parlano di oltre 400 morti e più di 2.000 feriti da parte israeliana.
14:09 ora di Beirut
Aggiornamento sulla situazione nel sud di Israele, in base alle informazioni diffuse dai media israeliani:
– Continuano gli scontri sul terreno tra le forze armate israeliane e i combattenti palestinesi che si sono infiltrati in diverse località. Secondo l’esercito israeliano, i combattenti palestinesi si sono recentemente infiltrati nel kibbutz Magen.
– Diversi edifici sono stati colpiti da razzi lanciati contro la città di Sderot e quattro residenti sono rimasti feriti.
– Alcuni residenti dell’area vicino al confine con Gaza sono ancora sotto assedio e in attesa di aiuto da parte delle forze israeliane.
– Secondo l’esercito israeliano, diversi kibbutz sono stati evacuati nella zona di confine con Gaza. In precedenza, l’esercito israeliano aveva dichiarato che avrebbe evacuato tutti gli abitanti delle città vicine al confine con Gaza.
14:06 ora di Beirut
Mentre diverse compagnie aeree hanno cancellato i voli per l’aeroporto internazionale di Tel Aviv da sabato, a causa degli scontri tra l’ala armata di Hamas e l’esercito israeliano, il traffico verso l’aeroporto internazionale di Beirut non è stato per il momento influenzato, nonostante lo scambio di colpi di artiglieria su entrambi i lati del confine tra Libano e Israele. Lo hanno confermato a L’Orient-Le Jour una fonte dell’Autorità libanese per l’aviazione civile e Jean Abboud, presidente dell’Unione delle associazioni di viaggio e turismo in Libano.
“Non abbiamo ricevuto alcuna richiesta da parte delle compagnie aeree di cancellare i voli per Beirut”, ha dichiarato la fonte dell’Autorità per l’aviazione civile. Jean Abboud ha detto che le agenzie di viaggio aspetteranno fino a lunedì per valutare l’impatto degli eventi attuali sulle prenotazioni dei viaggiatori.
Un altro tour operator, che opera in Germania e che desidera rimanere anonimo, ha dichiarato che alcune compagnie aeree stanno seguendo da vicino gli eventi e sono pronte a reagire.
13:45 ora di Beirut
L’esercito israeliano annuncia i nomi di altri 18 soldati uccisi.
All’inizio della mattinata, l’esercito aveva già rivelato i nomi di 26 soldati uccisi negli scontri.
13:39 Ora di Beirut
La polizia di Londra ha aumentato le pattuglie in alcune aree della capitale britannica domenica dopo “incidenti” legati alla guerra tra Israele e Hamas. Secondo l’AFP, il Ministro degli Interni ha chiesto “tolleranza zero” contro “la glorificazione del terrorismo”.
13:38 Ora di Beirut
Secondo il nostro corrispondente nel sud del Libano, Mountasser Abdallah, il direttore dell’ospedale governativo di Marjeyoun ha confermato il ricovero di due bambini, uno di 5 e uno di 2 anni, feriti da schegge di vetro nella località di Kfarchouba, vicino alla quale sono caduti i proiettili dell’artiglieria israeliana durante lo scambio di fuoco di questa mattina con Hezbollah al confine meridionale.
Sempre secondo il nostro corrispondente, diversi residenti della stessa località hanno confermato che tre granate sono cadute in questa regione nella tarda mattinata, molto tempo dopo la fine dello scambio di fuoco di questa mattina tra le due parti. Contattata, l’UNIFIL non ha ancora fornito alcuna informazione su questo incidente.
13:34 Ora di Beirut
Air France sospende i voli verso Israele in seguito allo scoppio della guerra con Gaza.
13:24 Ora di Beirut
In risposta alla guerra tra Israele e Hamas, Papa Francesco ha chiesto la fine degli attacchi e della violenza, affermando che il terrorismo e la guerra non risolvono nulla, secondo quanto riportato da AFP e Reuters.
13:20 Ora di Beirut
Secondo il nostro inviato speciale Richard Salamé, circa 500 persone si sono radunate davanti alla moschea di Al-Qaem, nella periferia meridionale di Beirut, sventolando bandiere di Hezbollah, palestinesi e libanesi.
13:14 ora di Beirut
Aggiornamento: il Ministro degli Esteri israeliano ha confermato che due turisti israeliani e la loro guida egiziana sono stati uccisi domenica ad Alessandria d’Egitto.
13:13 Ora di Beirut
In un comunicato pubblicato attraverso i suoi canali ufficiali, il braccio armato di Hamas ha affermato che “cinque imbarcazioni che trasportavano combattenti del commando navale Qassami” sono approdate “con successo” sulla costa della città di Ashkelon, nel nord della Striscia di Gaza, nell’ambito dell’operazione “Inondazione di Al Aqsa”.
Secondo la stessa dichiarazione, le truppe sbarcate sono riuscite a prendere il controllo di diverse aree della città e “hanno inflitto pesanti perdite al nemico” e stanno attualmente continuando la loro operazione.
Un’ora prima, il portavoce dell’ala armata di Hamas, Abu Obeida, ha dichiarato che il movimento ha “ricostituito le (sue) forze nei territori israeliani” ed è “riuscito a fornire aiuti” ai soldati che combattono sul terreno.
13:04 ora di Beirut
In immagini: in Israele, morti, danni e l’esercito schierato. Guarda qui.(Foto JACK GUEZ/AFP)13:03 ora di BeirutL’esercito israeliano ha annunciato in un comunicato di aver “vietato a tutti gli ufficiali di recarsi all’estero nell’ambito di un obbligo, di una missione o di una vacanza”.”Gli ufficiali all’estero devono contattare i loro comandanti e informarli della loro situazione. Coloro i cui voli per Israele sono stati cancellati e che si trovano in Paesi vietati sono tenuti a recarsi in Paesi autorizzati il prima possibile”.L’ordine è valido fino a nuovo ordine.12:54 ora di Beirut
Foto: Donne in lacrime al funerale dei membri della famiglia Abu Qutah, uccisi da un attacco israeliano, l’8 ottobre 2023 a Rafah, nella Striscia di Gaza. Foto SAID KHATIB/AFP
12:40 ora di Beirut
Secondo il canale al-Jazeera, l’artiglieria israeliana ha iniziato a bombardare “le spiagge della Striscia di Gaza”.
12:38 ora di Beirut
Aggiornamento: due fonti della sicurezza egiziana hanno riferito a Reuters che due turisti israeliani e un egiziano sono stati uccisi domenica ad Alessandria. Un poliziotto sospettato di aver effettuato la sparatoria, nel quartiere Sawari della città egiziana, è stato preso in custodia, hanno detto le stesse fonti.
12:38 ora di Beirut
Poliziotti israeliani a terra a Sderot l’8 ottobre 2023 dopo un attacco missilistico palestinese da Gaza. Foto JACK GUEZ / AFP
12:13 ora di Beirut
Informazioni in sviluppo: secondo i media arabi, tra cui Al-Arabiya, due turisti israeliani sono stati uccisi ad Alessandria d’Egitto. Questa informazione non è stata confermata da fonti ufficiali. RT Arabic riferisce che uno o due turisti israeliani potrebbero essere stati uccisi dagli spari della polizia.
12:10 ora di Beirut
L’esercito israeliano afferma di aver sparato contro dei sospetti nel sito di una tenda di Hezbollah nel sud del Libano.
12:06 ora di Beirut
L’Autorità Palestinese ha presentato domenica un memorandum che chiede una riunione d’emergenza della Lega Araba a livello di ministri degli Esteri, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa palestinese WAFA.
La richiesta di riunione arriva alla luce della “continua e brutale aggressione israeliana contro il popolo palestinese, compresa l’escalation dell’assalto alla Moschea di Al-Aqsa da parte di migliaia di coloni”, ha dichiarato l’ambasciatore della Lega Araba Muhannad al-Aklouk, citato da WAFA.
12:06 ora di Beirut
Le autorità della città di Kiryat Shmona, vicino al confine israelo-libanese, stanno consigliando ai residenti di evacuare la città per diversi giorni. Si tratta solo di una raccomandazione.
11:57 ora di Beirut
Se ve lo siete perso ieri, vi invitiamo a leggere l’approfondimento del nostro direttore Anthony Samrani: Perché l’attacco di Hamas a Israele potrebbe cambiare le carte in tavola nella regione.
11:56 ora di Beirut
Il bilancio provvisorio delle vittime è di quasi 12.00:
Parte israeliana: secondo diversi media israeliani e stranieri, tra cui Channel 12, il bilancio delle vittime è di “almeno 350” e più di 1.864 feriti.
Parte palestinese: il Ministero della Sanità pubblica palestinese ha confermato 313 morti e 1.990 feriti.
11:43 ora di Beirut
Il canale televisivo Al Mayadeen ha annunciato che Hezbollah ha eretto una nuova tenda sul sito che Israele ha attaccato in risposta ai colpi di mortaio sparati dal partito sciita dal Libano verso il Monte Dov.
11:38 ora di Beirut
Foto: Nella piazza Riad el-Solh, nel centro di Beirut, il Partito Comunista Libanese ha organizzato una manifestazione, guidata dalla sua leader Hanna Gharib, in solidarietà con i palestinesi.(Foto Nabil Ismaïl)11:32 ora di BeirutImmagini: la distruzione a Gaza nel secondo giorno di guerra tra Hamas e Israele. Clicca qui per vedere l’articolo.11:27 Ora di BeirutIl Primo Ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la situazione della sicurezza con il Ministro della Difesa Yoav Gallant, il Capo di Stato Maggiore Herzl Halevi e altri alti funzionari della difesa, secondo un comunicato dell’Ufficio del Primo Ministro israeliano.11:27 ora di BeirutDue thailandesi e un cambogiano sono stati uccisi negli scontri tra l’esercito israeliano e Hamas palestinese, hanno dichiarato domenica i capi di governo dei due Paesi asiatici. Il primo ministro thailandese Srettha Thavisin ha dichiarato su X (ex Twitter) di aver ricevuto informazioni dall’ambasciatore thailandese a Tel Aviv che “due thailandesi sono stati uccisi nelle violenze”.Non sono stati forniti dettagli sulle circostanze della morte. Il Ministero degli Affari Esteri thailandese sta comunque lavorando per evacuare i suoi cittadini da Israele.11:25 ora di BeirutSecondo il suo canale ufficiale su Telegram, il braccio armato di Hamas ha annunciato intorno alle 8:00 GMT (le 11:00 a Beirut) che stava lanciando una salva di “100 missili” contro la città di Sderot in risposta al bombardamento dei “rifugi” da parte dell’esercito israeliano.Meno di mezz’ora dopo, il quotidiano israeliano Haaretz ha annunciato che un uomo israeliano è stato ferito da un razzo nella stessa città a nord-est della Striscia di Gaza.11:20 ora di BeirutUn franco-israeliano di 26 anni potrebbe essere stato rapito da Hamas sabato mattina nel sud di Israele, all’inizio dell’attacco del movimento islamista palestinese, ha annunciato domenica Meyer Habib, deputato per la circoscrizione dei francesi all’estero che comprende Israele.”Un francese di 26 anni, Avidan T, di Bordeaux, è stato probabilmente rapito nel sud di Israele da Hamas mentre partecipava al festival musicale”, un rave party nel deserto preso di mira dagli attentatori, ha dichiarato il deputato sulla piattaforma X. “Potrebbe essere trattenuto dai terroristi. La sua famiglia, suo padre, con cui ho parlato a lungo, non ha più notizie di lui” da sabato mattina, ha aggiunto.Il governo non ha ancora riferito di vittime francesi in questo attacco.11:09 ora di BeirutIl portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari ha dichiarato in una conferenza stampa a metà mattinata che almeno “400” combattenti palestinesi sono stati uccisi nei combattimenti e che “altre decine” sono state catturate. “Stiamo prendendo di mira i leader di Hamas”, ha aggiunto, assicurando che l’esercito israeliano userà “la sua superiorità in termini di potenza di fuoco”.11:07 ora di Beirut
Foto: Un soldato israeliano siede accanto ai proiettili di artiglieria questa mattina in una città che si affaccia sul Libano meridionale. Foto JALAA MAREY/AFP11:07 ora di BeirutL’ala militare di Hamas ha dichiarato domenica ad Al Jazeera che avrebbe reso noto il numero di prigionieri israeliani catturati nelle prossime ore. Israele non è attualmente in grado di stimare con precisione il numero di prigionieri catturati nella Striscia di Gaza.10:58 ora di BeirutSpotlight: Amélie Zaccour, giornalista del servizio internazionale de L’Orient-Le Jour, analizza il disagio dell’Arabia Saudita per l’offensiva di Hamas in Israele.10:52 ora di BeirutContattato da L’Orient-Le Jour, il portavoce della Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), Andrea Tenenti, ha dichiarato che il suo comando è attualmente in contatto con “gli eserciti libanese e israeliano” per mantenere la calma al confine tra Libano e Israele dopo lo scambio di fuoco di domenica mattina.Ha anche detto che non sono stati lanciati proiettili o razzi da quando l’esercito israeliano ha risposto al fuoco di razzi e proiettili di artiglieria, senza poter dare un’opinione su come si svilupperanno gli eventi nel breve termine.Il portavoce ha anche affermato che il convoglio dell’UNIFIL, che era stato temporaneamente bloccato dai manifestanti a Saida (Libano meridionale) durante la notte, ha potuto finalmente proseguire il suo viaggio senza incidenti. Sabato sera, un video pubblicato sui social network mostrava un veicolo blindato dell’UNIFIL bloccato da civili che manifestavano e sventolavano bandiere palestinesi.10:41 ora di BeirutL’esercito israeliano colpisce obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza.10:36 ora di BeirutIl bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza sale a 313, secondo il Ministero della Sanità palestinese.10:33 ora di Beirut
Immagine: Palestinesi cercano questa mattina i sopravvissuti tra le macerie di un edificio a Khan Younis, Gaza, bersaglio di un attacco israeliano. Foto REUTERS/Ibraheem Abu Mustafa
10:30 ora di Beirut
Immagine: fumo da Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dopo un attacco israeliano questa mattina presto. Foto Menahem KAHANA/AFP
10:25 ora di Beirut
I soldati israeliani sono in missione per 24 ore per evacuare tutti gli abitanti delle aree israeliane intorno alla Striscia di Gaza, dove sono in corso “eroiche battaglie per liberare gli ostaggi”, ha dichiarato domenica il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari.
“La nostra missione per le prossime 24 ore è di evacuare tutti i residenti intorno a Gaza”, ha dichiarato il generale Daniel Hagari in una conferenza stampa il giorno dopo che Hamas palestinese ha lanciato un’offensiva contro Israele. “Decine di migliaia di soldati combattenti” sono dispiegati in quest’area, “e raggiungeremo ogni settore uno per uno finché non avremo ucciso tutti i terroristi in Israele”, ha assicurato.
10:22 ora di Beirut
Immagine: Una donna e un soldato israeliano, l’8 ottobre, davanti a una stazione di polizia israeliana in una località non specificata, danneggiata durante i combattimenti con i militanti di Hamas infiltrati. Foto Menahem KAHANA/AFP
10:08 ora di Beirut
Il braccio armato di Hamas ha dichiarato che i suoi combattenti sono impegnati in “7” fronti nella zona lungo il confine tra la Striscia di Gaza e Israele: Ofakim, Sderot, Yad Mordechai, Kfar Aza, Be’eri, Yeted e Kissufim.
10:03 ora di Beirut
Testimonianza dal Sud del Libano:
“Ci aspettavamo che succedesse qualcosa dal Libano. Non abbiamo paura, siamo orgogliosi. Affermiamo la nostra solidarietà con i nostri fratelli palestinesi e sosteniamo qualsiasi intervento contro l’occupazione. Ma non pensiamo che le cose peggioreranno al confine per il momento”, afferma Hassib Abdel Hamid, ex prigioniero libanese nelle carceri israeliane e segretario generale del centro Khiam per la riabilitazione delle vittime di tortura.
“Stiamo seguendo da vicino la questione dei prigionieri catturati e questo sarà probabilmente l’episodio più importante dal nostro punto di vista, affinché i prigionieri palestinesi possano riacquistare la libertà”, aggiunge.
10:02 ora di Beirut
Le forze di pace delle Nazioni Unite in Libano confermano lo scambio di fuoco avvenuto questa mattina tra le forze israeliane e libanesi, invitando “tutti alla moderazione”.
La Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) ha dichiarato in un comunicato stampa che diversi razzi sono stati lanciati dal sud del Libano verso il territorio occupato da Israele nella regione di Kafr Chouba, e che in risposta sono stati sparati proiettili di artiglieria da Israele verso il Libano.
“Siamo in contatto con le autorità di entrambi i lati della Linea Blu, a tutti i livelli, per contenere la situazione ed evitare un’escalation più grave”, ha dichiarato l’UNIFIL.
E ha aggiunto: “I nostri peacekeepers rimangono ai loro posti e in servizio. Continuano a lavorare, alcuni da rifugi per la loro sicurezza”.
Hezbollah ha rivendicato la responsabilità dell’attacco in mattinata.
09:54 heure de Beyrouth
Foto: Situazione tesa al confine tra Libano e Israele. In questa foto, carri armati israeliani, dotati di cannoni di artiglieria, posizionati questa mattina in una località non specificata di fronte al Libano. Foto JALAA MAREY/AFP
09:49 ora di Beirut
Aggiornamento della domenica poco prima delle 10:
1/ Iniziamo con un promemoria: sabato Hamas ha lanciato a sorpresa un’offensiva militare su larga scala su diversi fronti all’interno del territorio israeliano. L’esercito israeliano ha risposto bombardando le postazioni di Hamas nella Striscia di Gaza e schierando truppe di terra per contrastare l’offensiva.
2/ Il bilancio provvisorio delle vittime: domenica mattina i media israeliani, citando l’esercito israeliano, hanno parlato di “oltre 250 morti” e “almeno 1.800 feriti” da parte israeliana, accusando Hamas di aver “massacrato i civili” anche nelle loro case. Un numero “significativo” di ostaggi sarebbe nelle mani di Hamas. L’esercito israeliano ha anche reso noti i nomi dei 26 soldati uccisi nel primo giorno dell’offensiva. Nella Striscia di Gaza, il Ministero della Sanità di Hamas ha riferito di 256 morti – tra cui 20 bambini – e più di 1.800 feriti. Secondo Al-Jazeera, il bilancio delle vittime israeliane ha raggiunto i 300 morti.
3/ Domenica mattina presto, un portavoce dell’esercito israeliano ha annunciato che 426 postazioni di Hamas erano state bombardate e che gli israeliani che vivevano al confine con la Striscia di Gaza erano stati evacuati. Ha anche detto che erano ancora in corso scontri “con i militanti nel kibbutz di Be’eri”, a est della Striscia di Gaza, e nella città di Sderot, a nord-est.
4/ Sabato, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha assicurato che l’esercito israeliano avrebbe usato “tutte le sue forze” per “distruggere le capacità di Hamas”. A metà mattinata di domenica, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver attaccato le infrastrutture militari nella casa del capo del dipartimento di intelligence di Hamas.
5/ In Libano, Hezbollah ha rilasciato una dichiarazione in cui rivendica la responsabilità dei razzi e dei proiettili di artiglieria sparati dal sud del Libano verso Israele. Il partito sciita, annunciando di aver agito in solidarietà con “il popolo palestinese”, ha affermato di aver preso di mira “tre posizioni del nemico sionista nelle fattorie occupate di Shebaa: la posizione di Radar, la posizione di Zebdine e la posizione di Roueissat el-Aalam” e ha assicurato di aver colpito i suoi obiettivi. Secondo Haaretz, non ci sono state vittime israeliane a causa del fuoco. L’esercito israeliano ha risposto con l’artiglieria. Ai residenti della comunità di Mateh Asher, nel nord di Israele, è stato chiesto di evacuare.
6/ Da parte israeliana, la proposta del leader dell’opposizione israeliana, Yaïr Lapid, di istituire un “governo di emergenza” per gestire “la difficile e complessa operazione che ci attende”, non ha ancora avuto seguito.
7/ Sul fronte internazionale, domenica alle 19.00 GMT (22.00 Beirut) è prevista una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Sabato molti capi di Stato e cancellerie hanno reagito allo scoppio delle ostilità. Alcuni, come Stati Uniti, Unione Europea e Francia, hanno condannato Hamas, mentre altri, come Qatar e Arabia Saudita, hanno sottolineato la responsabilità della politica israeliana nell’attuale escalation. Cina e Russia hanno invitato i belligeranti a dare prova di “moderazione”.
8/ Infine, molte compagnie aeree hanno cancellato o rinviato i voli verso l’aeroporto internazionale di Tel Aviv e la FAA (Federal Aviation Administration) ha invitato alla “cautela” nel sorvolare lo spazio aereo israeliano.
09:45 ora di Beirut
L’ala armata di Hamas, le Brigate Al-Qassam, afferma che i suoi combattenti sono ancora impegnati in “feroci scontri” in diverse città israeliane lungo il confine con la Striscia di Gaza.
Queste includono le città di Ofakim, Sderot, Yad Mordechai e Kfar Azza, Be’eri e Kissufim, secondo una dichiarazione del gruppo armato sul suo canale Telegram.
Tutto ciò che è accaduto finora ha aperto gli occhi a tutti.
Nel fine settimana Hamas ha lanciato un attacco furtivo senza precedenti contro Israele, che ha colto completamente di sorpresa il sedicente Stato ebraico dopo che tutti i suoi sistemi di sicurezza si sono inaspettatamente guastati nello stesso momento. Il muro di confine è stato violato, alcune basi militari sono state catturate e decine di ostaggi sono stati riportati a Gaza. Israele ha risposto lanciando attacchi aerei all’interno della Striscia e preparando un’operazione di terra. Ecco la top ten di tutto ciò che è accaduto finora nell’ultima guerra tra Israele e Hamas:
———-
1. La presunta invincibilità di Israele è stata smentita come un’illusione
Per cominciare, nessuno si illude più che Israele sia invincibile. Fino all’attacco di sorpresa di questo fine settimana, alcuni avevano continuato a sostenere che le sue capacità tecnico-militari convenzionali e i massicci aiuti americani ne facessero l’egemone regionale, ma questa percezione è stata appena infranta.
2. Era del tutto impreparata alle tattiche di guerra ibrida di Hamas
Con la violazione del muro di confine, risultato di un colossale errore di intelligence e del conseguente collasso di tutti i sistemi di sicurezza, Israele ha dimostrato di essere totalmente impreparato a contrastare le tattiche di guerra ibrida di Hamas, che prevedono assalti di squadra fulminei e attacchi rudimentali con i droni.
3. Le lotte politiche hanno probabilmente contribuito al fallimento dell’intelligence
Se i servizi militari e di intelligence israeliani non fossero stati coinvolti nella disputa politica sulle riforme giudiziarie pianificate da Netanyahu, esacerbata dall’intromissione dell’amministrazione Biden come spiegato qui, avrebbero potuto individuare in anticipo i piani di Hamas e quindi sventarli.
4. Non ha aiutato nemmeno il fatto che le spie statunitensi siano distratte con l’Ucraina
Israele deve assumersi la piena responsabilità dei suoi fallimenti di intelligence, ma non ha aiutato nemmeno il fatto che le spie del suo alleato americano siano state distratte dall’Ucraina. Se non fossero state così concentrate su quel conflitto, avrebbero potuto tenere almeno un satellite su Gaza che avrebbe potuto scoprire l’accumulo militare di Hamas.
5. L’America si trova ora in un dilemma su chi riceve un aiuto militare finito
Business Insider ha attirato l’attenzione sul nuovo dilemma dell’America se dare aiuti militari finiti, in particolare proiettili di artiglieria, all’Ucraina come previsto o se invece reindirizzare queste risorse a Israele. La decisione potrebbe avere importanti implicazioni per entrambi i conflitti, poiché la scelta tra i due è a somma zero.
6. L’Arabia Saudita probabilmente congelerà i colloqui di pace con Israele
L’Arabia Saudita è sottoposta a forti pressioni da parte della comunità musulmana internazionale affinché congeli i colloqui di pace con Israele dopo gli attacchi di quest’ultimo contro obiettivi civili a Gaza. Probabilmente si adeguerà a queste richieste, il che rovinerebbe i piani dell’amministrazione Biden per un accordo prima delle elezioni.
7. Anche il megaprogetto IMEC sarà probabilmente messo in ghiaccio per qualche tempo
Il Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC) non potrà essere completato se l’Arabia Saudita e/o soprattutto la Giordania congeleranno il loro ruolo nella sua costruzione per protestare contro il coinvolgimento di Israele nell’ultimo conflitto, anche se questo non danneggerà gli scambi commerciali dell’India con nessuna delle parti interessate, dato che si svolgono interamente via mare.
8. Le dichiarazioni equilibrate di Russia e Cina hanno sorpreso alcuni osservatori
Molti nella comunità dei media alternativi pensavano erroneamente che la Russia e la Cina favorissero la Palestina, per cui le dichiarazioni equilibrate di queste due nazioni, qui e qui, li hanno sorpresi. Ancora meno sanno che il Presidente Putin sostiene pienamente l’IDF, come dimostrato dalle sue dichiarazioni ufficiali nel corso degli anni, documentate qui.
9. Si è riaperto il dibattito sulla giustificazione dei fini e dei mezzi
L’uccisione da parte di Hamas di coloni-civili addestrati dall’IDF e il rapimento di bambini, donne e anziani per scambiarli con prigionieri sono stati giustificati da alcuni sostenitori palestinesi come mezzi legittimi per perseguire la liberazione nazionale, mentre altri sostenitori hanno criticato queste tattiche per aver minato la moralità della loro causa.
10. Hezbollah è il jolly dell’ultima guerra tra Israele e Hamas
L’attacco furtivo di Hamas contro Israele ha fatto rivivere uno dei peggiori incubi di quest’ultimo, che potrebbe diventare ancora più grave se Hezbollah decidesse di iniziare ostilità su larga scala. In tal caso, il Libano e forse anche la Siria potrebbero essere trascinati nella mischia, che potrebbe facilmente diventare esistenziale per tutte le parti.
———-
Tutto ciò che è accaduto finora ha aperto gli occhi a tutti. La reputazione dei servizi di sicurezza israeliani è andata in frantumi, quella di Hamas non è mai stata migliore agli occhi della maggior parte degli osservatori non occidentali e molti di questi ultimi hanno finalmente capito che né la Russia né la Cina sono favorevoli alla Palestina. Se l’ultimo conflitto dovesse prolungarsi, per non parlare dell’espansione in un conflitto regionale, c’è la possibilità concreta che gli Stati Uniti congelino il conflitto ucraino per reindirizzare gli aiuti militari finiti a Israele.
09:49 ora di Beirut (fonte L’Orient le jour)
Aggiornamento della domenica poco prima delle 10:
1/ Iniziamo con un promemoria: sabato Hamas ha lanciato a sorpresa un’offensiva militare su larga scala su diversi fronti all’interno del territorio israeliano. L’esercito israeliano ha risposto bombardando le postazioni di Hamas nella Striscia di Gaza e dispiegando truppe di terra per contrastare l’offensiva.
2/ Il bilancio provvisorio delle vittime: domenica mattina i media israeliani, citando l’esercito israeliano, hanno parlato di “oltre 250 morti” e “almeno 1.800 feriti” da parte israeliana, accusando Hamas di aver “massacrato i civili” anche nelle loro case. Un numero “significativo” di ostaggi sarebbe nelle mani di Hamas. L’esercito israeliano ha anche reso noti i nomi dei 26 soldati uccisi nel primo giorno dell’offensiva. Nella Striscia di Gaza, il Ministero della Sanità di Hamas ha riferito di 256 morti – tra cui 20 bambini – e più di 1.800 feriti. Secondo Al-Jazeera, il bilancio israeliano è salito a 300 morti.
3/ Domenica mattina presto, un portavoce dell’esercito israeliano ha annunciato che 426 postazioni di Hamas erano state bombardate e che gli israeliani che vivevano al confine con la Striscia di Gaza erano stati evacuati. Ha anche detto che erano ancora in corso scontri “con i militanti nel kibbutz di Be’eri”, a est della Striscia di Gaza, e nella città di Sderot, a nord-est.
4/ Sabato, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha assicurato che l’esercito israeliano avrebbe usato “tutte le sue forze” per “distruggere le capacità di Hamas”. A metà mattinata di domenica, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver attaccato le infrastrutture militari nella casa del capo del dipartimento di intelligence di Hamas.
5/ In Libano, Hezbollah ha rilasciato una dichiarazione in cui rivendica la responsabilità dei razzi e dei proiettili di artiglieria sparati dal sud del Libano verso Israele. Il partito sciita, annunciando di aver agito in solidarietà con “il popolo palestinese”, ha affermato di aver preso di mira “tre posizioni del nemico sionista nelle fattorie occupate di Shebaa: la posizione di Radar, la posizione di Zebdine e la posizione di Roueissat el-Aalam” e ha assicurato di aver colpito i suoi obiettivi. Secondo Haaretz, non ci sono state vittime israeliane a causa del fuoco. L’esercito israeliano ha risposto con l’artiglieria. Ai residenti della comunità di Mateh Asher, nel nord di Israele, è stato chiesto di evacuare.
6/ Da parte israeliana, la proposta del leader dell’opposizione israeliana, Yaïr Lapid, di istituire un “governo di emergenza” per gestire “la difficile e complessa operazione che ci attende”, non ha ancora avuto seguito.
7/ Sul fronte internazionale, domenica alle 19.00 GMT (22.00 Beirut) è prevista una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Sabato molti capi di Stato e cancellerie hanno reagito allo scoppio delle ostilità. Alcuni, come Stati Uniti, Unione Europea e Francia, hanno condannato Hamas, mentre altri, come Qatar e Arabia Saudita, hanno sottolineato la responsabilità della politica israeliana nell’attuale escalation. Cina e Russia hanno invitato i belligeranti a dare prova di “moderazione”.
8/ Infine, molte compagnie aeree hanno cancellato o rinviato i voli verso l’aeroporto internazionale di Tel Aviv e la FAA (Federal Aviation Administration) ha invitato alla “cautela” nel sorvolare lo spazio aereo israeliano.
09:45 ora di Beirut
L’ala armata di Hamas, le Brigate Al-Qassam, afferma che i suoi combattenti sono ancora impegnati in “feroci scontri” in diverse città israeliane lungo il confine con la Striscia di Gaza.
Queste includono le città di Ofakim, Sderot, Yad Mordechai e Kfar Azza, Be’eri e Kissufim, secondo una dichiarazione del gruppo armato sul suo canale Telegram.
09:43 Ora di Beirut
Soldati israeliani trasportano un carro armato dotato di un cannone di artiglieria da 155 mm vicino alla Striscia di Gaza, in una località non specificata, l’8 ottobre 2023. Foto Menahem KAHANA/AFP
ore 06:00 del 8/10/2023
In questi tempi difficili, la vista della chiesa dell’Annunciazione a Nazareth, accende il desiderio di pace.
“E quando sentirete di guerre e di rumori di guerre, non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine. 8Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori.”
ore 05:45 del 8/10/2023
Un attacco aereo israeliano colpisce la torre Al-Watan a Gaza City, facendola crollare
WATCH: Israeli airstrike hits Al-Watan Tower in Gaza City, causing it to collapse pic.twitter.com/KrwONKe8q6
Netanyahu annuncia l’inizio del blocco di Gaza e l’interruzione di tutti i servizi di elettricità, carburante e merci provenienti da Israele.
ore 05:21 del 8/10/2023
L’Empire State Building è stato illuminato con i colori della bandiera israeliana.
ore 05:19 del 8/10/2023
L’Afghanistan nel destino:
Il Ministero degli Affari Esteri dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan (Taliban) ha rilasciato una dichiarazione ufficiale sulla scia della recente guerra tra Israele e Hamas. La dichiarazione delinea la posizione dei Talebani sulla questione e invita i Paesi islamici e le organizzazioni internazionali ad agire contro Israele.
Il Ministero degli Affari Esteri dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan (MoFA) è il ministero di gabinetto responsabile della gestione delle relazioni estere dell’Afghanistan. L’attuale ministro degli Esteri ad interim è Mawlawi Amir Khan Muttaqi. Muttaqi è un politico afghano di spicco e un membro di spicco del Movimento islamico talebano.
Secondo la dichiarazione, il Ministero ha monitorato da vicino gli eventi che si stanno svolgendo nella Striscia di Gaza e ha attribuito il conflitto alla “violazione dei diritti del popolo palestinese oppresso da parte dei sionisti israeliani e ai ripetuti insulti e mancanze di rispetto ai luoghi santi dei musulmani”.
La dichiarazione prosegue affermando che i Talebani considerano “ogni tipo di difesa e resistenza del popolo palestinese per la libertà della loro terra e dei loro santuari come un loro legittimo diritto”.
Nel frattempo, sempre in Afghanistan:
Almeno 320 persone sono morte a causa di forti terremoti che hanno colpito l’Afghanistan nordoccidentale sabato, secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite.
Due scosse di magnitudo 6,3 hanno colpito un’area a 25 miglia a nord-ovest della città di Herat e sono state seguite da quattro forti scosse di assestamento, ha riferito il Servizio geologico degli Stati Uniti (USGS).
La folla di persone è fuggita dagli edifici dopo la prima scossa, avvenuta intorno alle 11.00 ora locale.
ore 05:10 del 8/10/2023
Ex soldato dell’IDF spiega che gli eventi che si sono verificati oggi sono strani.
Ha servito come soldato di frontiera con a disposizione la più alta tecnologia disponibile.
“Se un uccello si avvicinava lo sapevamo”.
“Anche se uno scarafaggio si avvicinava al nostro confine, lo sapevamo”.
“Come hanno fatto 400 hamas a passare oggi”?
https://twitter.com/i/status/1710770625751457952
ore 05:04 del 8/10/2023
The Chief of the Israeli Defense Force’s Northern Command has stated that they are preparing for Hezbollah to Join the War once Ground Operations begin in the Gaza Strip and that they are moving Forces to the North to Defend against that Eventuality.
ore 05:01 del 8/10/2023
“Come mai i valichi di frontiera erano spalancati?
“Ho prestato servizio nell’IDF 25 anni fa nelle forze di intelligence… non è possibile, a mio avviso, che Israele non sapesse cosa stava per accadere… C’è qualcosa di molto sbagliato qui”.
“… questo attacco a sorpresa sembra un attacco pianificato su tutti i fronti…”.
“Sembra che il popolo di Israele e il popolo della Palestina siano stati venduti ancora una volta dai poteri superiori…”.
“Questo attacco a sorpresa sembra un’operazione pianificata su tutti i fronti… Se fossi un teorico della cospirazione, direi che sembra opera dello Stato profondo. Sembra che il popolo di Israele e il popolo della Palestina siano stati venduti ancora una volta ai poteri superiori”.
“I served in the IDF 25 years ago in the intelligence forces.. there’s no way, in my view, that Israel did not know what’s coming…Something is very wrong here”pic.twitter.com/iewZWnU66n
Un portavoce di Hamas ha dichiarato alla BBC che il gruppo ha ricevuto il sostegno dell’Iran per l’attacco a sorpresa contro Israele.
ore 03:55 del 8/10/2023
A Safed (Israele settentrionale) è stato avvistato un convoglio militare israeliano che comprendeva diversi obici semoventi M109A5 e veicoli di supporto. Sono stati avvistati anche MBT Merkeva.
Non è chiaro dove siano diretti, ma è probabile che siano collegati al Comando settentrionale dell’IDF, che è stato messo in condizioni di maggiore prontezza e consolidamento delle forze settentrionali.
L’IDF sta prendendo provvedimenti nel caso in cui le forze Hezbollah in Libano intervengano.
ore 03:49 del 8/10/2023
L’ambasciata israeliana in Grecia è riuscita a noleggiare una ventina di voli da Atene a Tel Aviv che riporteranno in Israele circa 5.000 riservisti israeliani che si trovano attualmente in Grecia e che sono stati chiamati al servizio militare attivo per assistere la guerra in corso a Gaza.
Anche le ambasciate israeliane di altri Paesi, tra cui Stati Uniti, Germania e Regno Unito, stanno organizzando questo tipo di voli per i loro riservisti.
El Al e altre compagnie aeree israeliane sono molto impegnate questa sera. I cieli della Grecia e del Mediterraneo orientale sono costellati di voli da e per Tel Aviv.
ore 03:41 del 8/10/2023
La situazione degli ostaggi nella città di Ofakim si è finalmente conclusa con il salvataggio degli ostaggi da parte delle squadre di tattica speciale e l’eliminazione dei terroristi; 2 soldati sono rimasti leggermente feriti durante l’operazione.
ore 03:25 del 8/10/2023
L’ex capo del Mossad, Efraim Halevy, ha dichiarato alla CNN:
– “Non abbiamo avuto alcun tipo di preavviso, ed è stata una sorpresa totale che la guerra sia scoppiata questa mattina”.
– “Questo va oltre la nostra immaginazione, non sapevamo che avessero una tale quantità di missili, e certamente non ci aspettavamo che sarebbero stati così efficaci come lo sono stati oggi”.
– “Non avevamo la minima idea di cosa stesse accadendo”.
ore 03:16 del 8/10/2023
Hamas sostiene che l’Ucraina ha venduto loro le armi utilizzate nell’attacco di oggi contro Israele.
ore 02:01 del 8/10/2023
Una notevole raffica di razzi è stata lanciata verso la città di Ashkelon e altri insediamenti a nord della Striscia di Gaza.
ore 01:45 del 8/10/2023
La Banca nazionale islamica di Gaza, che è legata a Hamas e che si sostiene fornisca finanziamenti, è stata distrutta oggi da un attacco aereo israeliano.
ore 01:23 del 8/10/2023
L’IDF ha evacuato in sicurezza circa 50 ostaggi che erano detenuti nella sala da pranzo del Kibbutz Be’eri.
ore 01:07 del 8/10/2023
Si segnalano disordini nel nord di Israele, arabi israeliani hanno iniziato attaccando le infrastrutture e, secondo notizie non confermate, i civili israeliani oltre ad appiccicare incendi.
ore 01:04 del 8/10/2023
La 4a Divisione corazzata e la 7a Divisione di fanteria dell’esercito siriano sarebbero state poste in uno stato di massima allerta a causa del conflitto in corso in Israele.
ore 00:22 del 8/10/2023
Secondo alcune fonti, i cittadini israeliani all’estero hanno iniziato a ricevere telefonate per notificare la loro chiamata al servizio militare attivo.
ore 00:16 del 8/10/2023
Attacco israelianoqualche minuto fa su obiettivi nel nord di Gaza
ore 00:06 del 8/10/2023
Rocket launches just to the Northeast of the Gaza Strip.
ore 23:58 del 7/10/2023
Le soldatesse israeliane rapite oggi dal gruppo terroristico di Hamas.
ore 23:56 del 7/10/2023
“Quattro elicotteri d’attacco israeliani sono già stati colpiti dal fuoco antiaereo dell’esercito palestinese.” – Il giornalista israeliano Itay Blumenthal
Questo significa che i palestinesi hanno i Manpad, che probabilmente acquistano dall’Ucraina sul mercato nero.
ore 23:50 del 7/10/2023
“Netanyahu ha alimentato un’industria da miliardi di dollari vendendo strumenti di spionaggio ai despoti che li usano per entrare negli iPhone di critici, oppositori eletti, avvocati per i diritti umani e persino studenti (sono tutti esempi reali).
Si è scoperto però che non sono molto utili per spiare Hamas.”
Navi israeliane stanno bombardando obiettivi nella Striscia di Gaza.
ore 23:18 del 7/10/2023
Il comandante della 993esima Brigata Nahal delle Forze di Difesa israeliane, il tenente colonnello Yonatan Steinberg, è stato ucciso oggi durante i pesanti combattimenti con i terroristi di Hamas nella città di Kerem Shalom, nel sud di Israele.
ore 23:13 del 7/10/2023
Netanyahu ha chiesto a Biden di ottenere finanziamenti d’emergenza dagli Stati Uniti per rafforzare il sistema di difesa Iron Dome, secondo un funzionario israeliano.
ore 23:08 del 7/10/2023
Dal Bronx alla Palestina
ore 23:08 del 7/10/2023
L’aviazione israeliana ha bombardato l’edificio del Ministero dell’Interno nella città di Beit Hanoun, nel nord-est di Gaza.
ore 23:06 del 7/10/2023
Dati secondo IDF:
“Dalle 6 di oggi in Israele:
🔺 3.000+ razzi lanciati da Hamas a Gaza verso Israele.
🔺20+ comunità nel sud di Israele invase da agenti terroristici di Hamas.
🔺I terroristi si sono scatenati e hanno fatto irruzione nelle case massacrando i civili.
🔺Civili e soldati israeliani sono stati rapiti in Israele e presi in ostaggio a Gaza.
🔺200+ vittime.
🔺 Oltre 1.000 feriti.”
https://x.com/IDF/status/1710747199993217080?s=20
ore 23:00 del 7/10/2023
Questa enorme guerra è solo all’inizio
ore 22:59 del 7/10/2023
È stata identificata la donna il cui corpo è stato visto in un video nel retro di un pick-up guidato da terroristi palestinesi verso Gaza.
Shani Louk, 30 anni, era una cittadina tedesca in visita in Israele per partecipare al festival musicale per la pace che si tiene vicino alla barriera di Gaza.
ore 22:58 del 7/10/2023
Aerei israeliani hanno bombardato due moschee nel nord e nel sud della Striscia di Gaza – 8 minuti fa
Immagine sotto: Moschea di Al-Habib Muhammad a Khan Younis
ore 21:50 del 7/10/2023
due articoli che aiutano a cogliere la complessità delle dinamiche in quell’area:
OLJ / Di Anthony SAMRANI, 07 ottobre 2023 alle 13:02
Perché l’attacco di Hamas a Israele potrebbe cambiare la situazione nella regione
Fumo dopo il fuoco israeliano su Gaza, 7 ottobre 2023. Foto Mohammed Salem/REUTERS
Il confronto è nella mente di tutti da questa mattina. Il giorno dopo il 50° anniversario della guerra dell’ottobre 1973, Hamas ha lanciato un’offensiva a sorpresa su Israele.
Ci sono diversi fattori che rendono questo attacco, se non senza precedenti, incomparabile con i più recenti scontri tra Hamas e Israele.
Il primo è che rivela le falle dell’intelligence israeliana, che sembra del tutto obsoleta, almeno inizialmente. È la prima volta in decenni che lo Stato ebraico dà una tale sensazione di fragilità.
Il secondo fattore, che rafforza questa sensazione, è la notizia che diverse decine di combattenti di Hamas si sono infiltrati in territorio israeliano e hanno preso in ostaggio dei civili. Le immagini che circolano da questa mattina, che mostrano un giornalista gazanese sul lato israeliano e civili in fuga, lasceranno un’impressione duratura. Il mito della fortezza impenetrabile ha subito un duro colpo.
Il terzo fattore è che in poche ore i primi dati parlano di almeno 250 morti e più di 1.000 feriti da parte israeliana.
Qui la nostra diretta:
Tel Aviv colpita dal lancio di razzi… Segui la guerra tra Hamas e Israele in diretta
Anche se il paragone con il 1973 può sembrare esagerato al momento, è probabile che questa offensiva abbia conseguenze che vanno oltre la questione di Gaza. E a ragione: avviene in un contesto regionale di rafforzamento dell’asse Hamas-Hezbollah-Teheran e di potenziale normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita.
L’attacco è stato probabilmente preparato e coordinato mesi fa con Hezbollah e l’Iran. In nome dell'”unità dei fronti”, Hamas e Hezbollah hanno rafforzato notevolmente i loro legami negli ultimi due anni. Alcuni leader di Hamas si sono rifugiati in Libano e il capo dell’ufficio politico del movimento, Ismail Haniyeh, si reca regolarmente in Libano, in particolare per tenere colloqui con il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Lo scorso aprile, diversi razzi sono stati lanciati contro Israele dal sud del Libano in un attacco attribuito ad Hamas.
Hezbollah può partecipare all’attuale offensiva? Questo è il grande interrogativo del confronto. Per il momento, il Partito di Dio si è limitato a una dichiarazione di sostegno. Tuttavia, se avesse voluto davvero creare un effetto sorpresa, Hezbollah avrebbe lanciato un attacco contemporaneamente ad Hamas. L’anno scorso, il partito sciita ha appoggiato la firma di un accordo sulla demarcazione del confine marittimo tra Libano e Israele. Dal 2006 non ha più avuto un confronto diretto con lo Stato ebraico e il contesto libanese e regionale non gli è favorevole. Ma il semplice fatto che sia emersa la questione della sua partecipazione all’offensiva cambia parte dell’equazione.
Le conseguenze
Nell’ottobre 1973, Israele riprese il sopravvento nel confronto e alla fine ottenne una vittoria militare. Sebbene uno scenario simile dovrebbe logicamente ripetersi, le prime immagini del fallimento di Israele rimarranno probabilmente nella mente di tutti, dando ad Hamas l’opportunità di rivendicare una “vittoria” storica.
Vedi anche
50 anni fa, perché Sadat e Assad attaccarono Israele
Questo potrebbe avere conseguenze a diversi livelli. In primo luogo, rischia di rafforzare ulteriormente Hamas a scapito dell’Autorità Palestinese. Il movimento islamista vuole presentarsi come l’unico in grado di occupare lo spazio locale della rappresentanza palestinese di fronte a un Fateh allo stremo. Anche se Hamas rischia di subire perdite molto pesanti a causa della risposta israeliana, la cosa più importante per il movimento è altrove. Si tratta di sfruttare il contesto palestinese e regionale per “eliminare” Fateh dall’equazione. Questi eventi non possono essere completamente scollegati da quanto sta accadendo da diverse settimane nel campo di Ain el-Heloue in Libano, dove fazioni vicine ad Hamas stanno conducendo una guerra di eliminazione contro Fateh.
In seguito all’attacco, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso che “Hamas pagherà un prezzo senza precedenti”. Tuttavia, il leader israeliano rischia di essere indebolito dal fallimento dell’apparato di intelligence e sicurezza del suo Paese. A capo di una coalizione di estrema destra, Benjamin Netanyahu subirà enormi pressioni dalle frange più radicali del suo governo. Come dovrebbe rispondere a un simile attacco? Può l’esercito israeliano lanciare un’offensiva di terra contro Gaza e occupare nuovamente il territorio che ha lasciato nel 2005? Anche in questo caso, la risposta di Israele avrà conseguenze che vanno ben oltre Gaza, non solo per la continua colonizzazione della Cisgiordania, ma anche per il processo di normalizzazione.
La terza possibile conseguenza è regionale. L’Arabia Saudita ha chiesto di “fermare immediatamente l’escalation” ed è sembrata incolpare la politica israeliana per l’offensiva. Questo nuovo conflitto silurerà il processo di normalizzazione? In ogni caso, questo è probabilmente uno degli obiettivi dell’attacco e una delle spiegazioni del suo tempismo.
È ancora troppo presto per rispondere a queste domande, ma possiamo già dire che la normalizzazione si sta allontanando. In questo contesto sarà più difficile per l’Arabia Saudita firmare un accordo di pace con Israele, soprattutto perché lo Stato ebraico non farebbe chiaramente alcuna concessione ai palestinesi. Questo è il messaggio principale dell’attacco: Teheran sta facendo capire a Riyadh che la pace con Israele avrà un prezzo elevato.
COMMENTI (6)
Se Hamas pensa che l’entità sionista gli farà il regalo di una “vittoria divina” come ha fatto con Hezbollah nel 2006, sta commettendo l’errore della sua vita e della vita del popolo palestinese. Hezbollah sa benissimo cosa accadrà ad Hamas, ed è per questo che non si bagnerà nemmeno la punta delle dita. Hamas sarà servito solo come carne da macello per l’entità neo-safavide, che ha fatto all’entità sionista il regalo della sua vita, permettendole di eliminare definitivamente ogni resistenza palestinese. Tutto questo è stato fatto innanzitutto per impedire la normalizzazione tra l’entità sionista e l’Arabia Saudita.
Esiste un’indiscutibile discrepanza tra la percezione popolare e la realtà oggettiva.
La vittoria decisiva dell’Azerbaigian nel conflitto del Karabakh il mese scorso ha provocato reazioni molto forti da parte di molti commentatori iraniani e di quegli stranieri che sostengono la visione del mondo della Repubblica islamica. La maggior parte di loro ha iniziato a diffamare il Paese come un fantoccio israeliano e/o turco, il cui ripristino dell’ordine costituzionale in quella regione un tempo separatista rappresenterebbe una minaccia per la sicurezza dell’Iran. Gli osservatori inconsapevoli hanno quindi avuto l’impressione che i legami bilaterali si fossero drammaticamente deteriorati.
Da allora, tuttavia, i legami tra Iran e Azerbaigian sono migliorati, come dimostrano le ultime notizie di Tasnim News:
* “Delegazione iraniana osserverà le esercitazioni congiunte del Caspio tra Azerbaigian e Kazakistan”.
* “L’Iran guarda a una cooperazione regionale più forte mentre l’Azerbaigian reclama il Karabakh”.
* “Gli scambi di merci tra Iran e Azerbaigian via ferrovia crescono del 44%”.
* “Inizia la costruzione del ponte di Aghband sul fiume Aras al confine tra Iran e Azerbaigian”.
Questo indiscutibile scollamento tra la percezione popolare e la realtà oggettiva verrà ora analizzato.
Come in tutte le società, anche all’interno dell’Iran e tra i suoi sostenitori all’estero esiste una pluralità di opinioni sulla politica estera, che in questo contesto riguarda coloro che vedono l’Azerbaigian come amico o nemico. Questo Paese occupa un posto molto speciale nella coscienza nazionale iraniana per ragioni storiche. Di conseguenza, ci sono opinioni molto forti sulla decisione della sua leadership di allearsi formalmente con la Turchia, di fare informalmente lo stesso con Israele e di collaborare con la NATO.
I critici accusano l’Azerbaigian di cospirare con questi tre paesi per contenere l’Iran, mentre altri interpretano queste mosse attraverso il paradigma neorealista delle relazioni internazionali e le considerano quindi una risposta prevedibile al loro dilemma di sicurezza. I primi sono quindi convinti che l’Azerbaigian sia un nemico intrattabile con cui non è possibile alcuna cooperazione pragmatica, mentre i secondi ritengono che tale cooperazione debba comunque essere perseguita nel tentativo di ridurre i sospetti reciproci attraverso questi mezzi.
Entrambe le prospettive hanno i loro meriti e i rispettivi sostenitori all’interno della comunità politica iraniana e la complessa interazione tra queste fazioni spiega perché la Repubblica islamica invia talvolta segnali contrastanti sul suo approccio all’Azerbaigian. Queste dinamiche competitive sono naturali e non esclusive dell’Iran, poiché le comunità corrispondenti di tutti i Paesi hanno al loro interno diversi gruppi che competono per influenzare la formulazione delle politiche verso gli altri.
In questo caso particolare, la fazione geoeconomica che favorisce l’espansione dei legami commerciali come mezzo per gestire i dilemmi della sicurezza regionale sembra essere oggi quella che comanda in Iran, non quella incentrata sulla sicurezza che preclude tale cooperazione per principio. Questa valutazione si basa sul riavvicinamento irano-saudita mediato dalla Cina in primavera, reso possibile dal fatto che la Repubblica Popolare ha convinto entrambi i Paesi a mettere finalmente da parte le loro differenze per il bene comune.
Seppellendo l’ascia di guerra, i due Paesi sono stati in grado di sbloccare il pieno potenziale geoeconomico dell’intera regione, il che è reciprocamente vantaggioso in quanto porterà maggiore prosperità ai rispettivi popoli, accelerando al contempo l’integrazione multipolare dell’Eurasia attraverso la successiva creazione di nuovi corridoi di connettività. Qualcosa di simile sembra essere in corso con l’Azerbaigian, come dimostrato dalla cerimonia inaugurale di venerdì che ha celebrato la costruzione del ponte Aghand sul fiume Aras che divide questi due Paesi.
Una volta completato, questo progetto collegherà l’Azerbaigian con il Nakhchivan e quindi anche con la Turchia attraverso l’Iran, facendo avanzare gli interessi geoeconomici condivisi di tutte le parti interessate. Inoltre, rappresenta una valida alternativa al Corridoio Zangezur attraverso l’Armenia, bloccato da quasi tre anni dall’ostinazione di Erevan, nonostante il premier abbia accettato l’iniziativa nel cessate il fuoco del novembre 2020 mediato da Mosca. Questa intuizione sfata le speculazioni secondo cui l’Iran teme la connettività azero-turca.
Al contrario, la fazione politica geoeconomica oggi probabilmente predominante nella Repubblica islamica vuole che il proprio Paese tragga profitto da questo commercio dopo aver visto quanto sia stato vantaggioso per la vicina Georgia, attraverso la quale è stato finora condotto. I loro rivali, incentrati sulla sicurezza, si oppongono a questi piani poiché considerano tutti i corridoi azero-turchi come “cavalli di Troia” per la NATO, il panturchismo e/o il sionismo, ma non sono riusciti a convincere i politici di queste preoccupazioni.
Visto che l’Iran ha risolto i suoi problemi con l’Arabia Saudita, che fino a quel momento era stata considerata una minaccia alla sicurezza del Paese molto più grande di quanto non lo fosse l’Azerbaigian, è logico che Teheran promulghi una politica simile anche nei confronti di Baku. Qualsiasi preoccupazione la fazione incentrata sulla sicurezza abbia nei confronti dell’Azerbaigian impallidisce rispetto a quelle che aveva in precedenza nei confronti dell’Arabia Saudita, per cui era un fatto compiuto che il miglioramento dei legami con quest’ultima avrebbe portato a un miglioramento dei legami con la prima.
Detto questo, entrambi i riavvicinamenti potrebbero comunque essere vanificati da sviluppi imprevisti, compreso lo scenario in cui la fazione politica incentrata sulla sicurezza riacquisti la sua precedente influenza e convinca i decisori a prendere le distanze da questi due Paesi. Non si deve quindi dare per scontato né il riavvicinamento guidato dalla geoeconomia né il ruolo di primo piano della rispettiva fazione nella formulazione delle politiche, ma comunque tutto ciò che è stato spiegato finora riflette la realtà attuale.
Queste osservazioni aggiungono un contesto cruciale al fatto che le relazioni tra Iran e Azerbaigian sono effettivamente migliorate, nonostante le speculazioni popolari sui social media secondo cui sarebbero peggiorate dopo la fine del conflitto del Karabakh. L’indiscutibile scollamento tra queste due realtà si rivela ora come il risultato dell’interazione tra queste fazioni concorrenti, dopo che quella incentrata sulla sicurezza ha incoraggiato la suddetta campagna di guerra informativa nel tentativo di fare pressione sui rivali incentrati sulla geoeconomia.
Che sia voluto o meno, questo ha avuto l’effetto di screditare la politica del governo di impegnarsi proattivamente con l’Azerbaigian nel tentativo, ben intenzionato, di ridurre i sospetti reciproci derivanti dal dilemma della sicurezza, confondendo così alcuni dei sostenitori dell’Iran in patria e all’estero. Dopotutto, coloro che sono stati influenzati dalla fazione incentrata sulla sicurezza a pensare che tutti i corridoi azero-turchi costituiscano un “cavallo di Troia” non capiscono perché l’Iran li stia ora facilitando attraverso il suo territorio.
Se questa stessa fazione non ridimensiona presto la sua campagna di guerra informativa, c’è il rischio che alcune persone siano indotte a pensare che il governo iraniano si sia “venduto” o sia stato “infiltrato” dalla NATO/Panoturchi/Sionisti. Entrambe le percezioni sono dannose per i suoi interessi nazionali, ed è per questo che si consiglia alla fazione incentrata sulla sicurezza di riconsiderare la saggezza di propagandare narrazioni paurose sull’Azerbaigian, almeno in questo particolare momento.
ore 21:42 del 7/10/2023
“Siamo profondamente scioccati dalla notizia degli attacchi terroristici in Israele. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono rivolti alle vittime innocenti e alle loro famiglie. Siamo solidali con Israele in questo momento difficile.”
L’IDF sta conducendo diversi attacchi aerei a Gaza, mentre sono state segnalate esplosioni a Beit Lahia e Rafah.
ore 21:38 del 7/10/2023
DICHIARAZIONE DEL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU:
“Quello che è successo oggi non si vedrà mai piu` in Israele e farò in modo che non si ripeta.
L’IDF userà immediatamente tutta la sua forza per distruggere le capacità di Hamas.
Vendicheremo questo giorno nero.
Trasformeremo in rovine tutti i luoghi di questa città (Gaza) malvagia in cui Hamas si nasconde.
Residenti di Gaza, uscite subito da lì”.
ore 21:36 del 7/10/2023
Secondo quanto riferito, le Forze di Difesa israeliane si stanno preparando a utilizzare i bulldozer per demolire la stazione di polizia nella città di Sderot, dove forse sono ancora rintanati alcuni terroristi di Hamas dopo una serie di tentativi di riconquista dell’edificio da parte della polizia e dell’esercito.
ore 21:26 del 7/10/2023
Biden pronuncia un discorso sul conflitto tra Palestina e Israele
“Siamo pronti a offrire sostegno a Israele”.
ore 21:25 del 7/10/2023
Donald Trump reagisce all’attacco di Hamas contro Israele: “L’attacco a Israele è stato fatto perché siamo percepiti come deboli e inefficaci e con un leader davvero debole”.
ore 21:21 del 7/10/2023
“Oggi il mondo intero ha visto video orribili provenienti da Israele. I terroristi umiliano donne e uomini, trattengono anche gli anziani e non mostrano alcuna pietà.
Di fronte a un simile attacco terroristico, tutti coloro che tengono alla vita devono essere solidali.
Noi in Ucraina proviamo un sentimento particolare per quello che è successo. Migliaia di razzi nel cielo di Israele… Persone uccise per strada… autovetture civili distrutte… Detenuti umiliati…
La nostra posizione è chiarissima: chiunque provochi terrore e morte in qualsiasi parte del pianeta deve essere ritenuto responsabile.
L’attacco terroristico di oggi contro Israele è stato ben pianificato e il mondo intero sa quali sponsor del terrorismo possono averne avallato e permesso l’organizzazione.
Israele ha il pieno diritto di difendersi dal terrorismo. Come qualsiasi altro Stato. Ed è fondamentale che il mondo intero risponda al terrorismo in modo unitario e con principi.”
Alcuni giorni fa, la Jihad islamica ha annunciato la formazione di battaglioni di combattimento in Cisgiordania, Libano e Siria. Riteniamo che questo messaggio sia stato trasmesso prima dell’attacco e che sia un avvertimento del fatto che probabilmente nei prossimi giorni saranno coinvolti più fronti.
ore 21:11 del 7/10/2023
Soldati dell’IDF schierati vicino al confine con Gaza.
ore 21:09 del 7/10/2023
Membri di Hamas festeggiano in Cisgiordania dopo l’attacco a sorpresa nel sud di Israele.
ore 21:06 del 7/10/2023
Foto non confermata di civili rapiti all’interno di tunnel sotto la Striscia di Gaza.
ore 20:59 del 7/10/2023
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant: “Oggi abbiamo visto il volto del male. L’organizzazione terroristica di Hamas ha lanciato un attacco brutale contro i cittadini dello Stato di Israele – attaccando indiscriminatamente uomini, donne, bambini e anziani. Hamas capirà molto presto di aver commesso un errore, un grave errore, e pagherà un prezzo [pesante].
Quindici anni fa, come capo del Comando Sud, sono arrivato ad un passo dalla distruzione di Hamas. Sono stato fermato dai vertici politici. Questo fenomeno non continuerà. Cambieremo la realtà sul terreno a Gaza per i prossimi 50 anni. Quello che c’era prima non ci sarà più. Opereremo a pieno regime.
Chiedo ai cittadini israeliani di rimanere determinati e di sostenere le nostre forze di sicurezza”.
ore 20:52 del 7/10/2023
Il ministero della Sanità palestinese riferisce che secondo i dati preliminari:
161 persone sono state uccise e 931 ferite a seguito dell’attacco israeliano alla Striscia di Gaza.
Il governo israeliano ha dichiarato che almeno 200 israeliani sono morti e 750 sono rimasti feriti.
ore 20:45 del 7/10/2023
Hamas ha diffuso un filmato dei suoi combattenti che assaltano il checkpoint di Erez dell’IDF questa mattina. Il video mostra diversi soldati israeliani presi in ostaggio dal gruppo.
ore 20:39 del 7/10/2023
Hamas ha diffuso un filmato di combattenti che si addestrano a volare da Gaza verso gli insediamenti israeliani con il parapendio. Questa mattina alcuni combattenti sono entrati nel sud di Israele utilizzando questa tattica.
ore 20:31 del 7/10/2023
Aggiornamento attacco missilistico su Tel Aviv. Video di danni a Tel Aviv cominciano a comparire sui social media:
ore 20:31 del 7/10/2023
Israele: Le armi statunitensi lasciate in Afghanistan raggiungono Gaza – Middle East Monitor
ore 20:25 del 7/10/2023
Le Forze di Difesa israeliane sono ancora impegnate con i terroristi di Hamas in circa 22 località nel sud di Israele e 2 sono considerate incidenti attivi con ostaggi.
ore 20:24 del 7/10/2023
Il Presidente Trump rilascia una risposta piccata al regime di Biden e agli attacchi contro Israele.
“Purtroppo i dollari dei contribuenti americano ha aiutato a finanziare questi attacchi, che secondo molti rapporti provengono dall’amministrazione Biden”.
ore 20:21 del 7/10/2023
La polizia di New York ha aumentato la sorveglianza e la sicurezza intorno alle sinagoghe e agli altri centri ebraici della città a causa della guerra in Israele e della minaccia di Hamas di intensificare le operazioni contro gli ebrei all’estero.
ore 20:20 del 7/10/2023
Ministero degli Affari Esteri russo Sergey Lavrov:
“Chiediamo un immediato cessate il fuoco e un piano di pace basato sulla creazione di uno Stato palestinese indipendente entro i confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale”
Un gruppo di terroristi di Hamas è stato arrestato dalla polizia speciale israeliana vicino alla Striscia di Gaza.
ore 18:30 del 7/10/2023
Immagine satellitare del teatro di scontri
ore 18:35 del 7/10/2023
attacco missilistico su Gaza
ore 19:05 del 7/10/2023
Il leader del partito di opposizione israeliano, Yair Lapid, dopo il colloquio con il Primo Ministro Netanyahu, ha chiesto la creazione di un governo di emergenza per mettere da parte tutte le differenze tra le parti e consentire la gestione della difficile e lunga campagna elettorale che ci attende.
ore 19:06 del 7/10/2023
Il comandante israeliano Nimrod Aloni è stato catturato da Hamas nella guerra in corso nelle zone di confine con Gaza. Aloni è un comandante del “Corpo di profondità”, l’unità per le operazioni in profondità dell’IDF che opera in territorio palestinese. È anche l’ex comandante della divisione di Gaza.
ore 19:10 del 7/10/2023
Hamas sostiene che le incursioni nel sud di Israele sono state precedute da un “disturbo di massa delle comunicazioni e dei sistemi di sorveglianza israeliani” lungo il confine con la Striscia di Gaza, che ha permesso ai combattenti di entrare nel Paese praticamente inosservati.
ore 19:15 del 7/10/2023
I riservisti israeliani, tra cui l’ex primo ministro Naftali Bennett, si stanno preparando per un immediato dispiegamento in prima linea nel sud del Paese.
I funzionari della Difesa israeliana hanno dichiarato di aspettarsi e prepararsi a una guerra su più fronti, con oltre 100.000 riservisti in grado di essere ordinati al servizio attivo in poche ore, se necessario.
ore 19:19 del 7/10/2023
Filmato che mostra 100 razzi lanciati da Hamas nella Striscia di Gaza verso Tel Aviv.
ore 19:20 del 7/10/2023
Dichiarazione di Kennedy:
“Questo attacco ignominioso, non provocato e barbaro contro Israele deve essere accolto con una condanna mondiale e un sostegno inequivocabile al diritto di autodifesa dello Stato ebraico. Dobbiamo fornire a Israele tutto ciò di cui ha bisogno per difendersi – ora. Come Presidente, mi assicurerò che la nostra politica sia inequivocabile, in modo che i nemici di Israele ci pensino a lungo prima di tentare qualsiasi tipo di aggressione.
Plaudo alle forti dichiarazioni di sostegno della Casa Bianca di Biden a Israele nel momento del bisogno. Tuttavia, la portata di questi attacchi significa che probabilmente Israele dovrà intraprendere una campagna militare prolungata per proteggere i suoi cittadini. Le dichiarazioni di sostegno vanno bene, ma dobbiamo passare all’azione con un’azione incrollabile, risoluta e concreta. L’America deve essere al fianco del nostro alleato durante questa operazione e oltre, mentre esercita il suo diritto sovrano all’autodifesa.”
ore 19:21 del 7/10/2023
Edifici residenziali a Gaza sono stati distrutti da bombe aeree mentre Hamas continua a colpire Israele.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato guerra in risposta agli attacchi, affermando che “il nemico pagherà un prezzo che non ha mai conosciuto prima”.
Anche Biden ha rilasciato una dichiarazione, affermando che: “Israele ha il diritto di difendere se stesso e il suo popolo. Gli Stati Uniti mettono in guardia da qualsiasi altra parte ostile a Israele che cerchi di trarre vantaggio da questa situazione”.
ore 19:24 del 7/10/2023
Il ministro israeliano dell’Energia e delle Infrastrutture, Israel Katz, ha firmato un ordine che impone alla National Electric Company di interrompere la fornitura di elettricità all’Autorità palestinese nella Striscia di Gaza.
ore 19:45 del 7/10/2023
Un altro massiccio lancio di razzi verso Tel Aviv!
Svolta epocale nel Vicino Oriente. Dopo decenni di conflitti, propositi di pace, mediazioni con propositi dichiarati esattamente opposti ai comportamenti concreti, il Vicino Oriente conosce l’eclisse di uno dei protagonisti: gli Stati Uniti. E’ un passaggio in ombra, non una sparizione. Tanto è bastato perché tra due degli attori principali di quell’area, l’Iran e l’Arabia Saudita, si inneschi un processo di regolazione diplomatica delle controversie grazie all’attività di mediazione della Cina. Una mossa che, portata a buon fine, innescherà un profondo stravolgimento della condizione e delle posizioni in quello scacchiere, a cominciare da Israele e dalla Turchia. Il reietto, l’Iran, ha potuto reggere lo scontro grazie al sostegno discreto di alleati lontani e al sostegno involontario e contraddittorio dell’avventurismo statunitense. Gli si aprono adesso ampi spazi che, gestiti saggiamente, potranno offrire nuova luce sulla reale natura dei conflitti che hanno infestato quell’area. Buon ascolto, Giuseppe Germinario Il sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate: postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704 oppure iban IT30D3608105138261529861559 oppure
PayPal.Me/italiaeilmondo Su PayPal è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euri (ho scoperto che pay pal prende una commissione di 0,38 centesimi)
Riyadh, 10 marzo 2023, SPA — In risposta alla nobile iniziativa di Sua Eccellenza il Presidente Xi Jinping, Presidente della Repubblica Popolare Cinese, di sostenere la Cina nello sviluppo di relazioni di buon vicinato tra il Regno dell’Arabia Saudita e la Repubblica Islamica dell’Iran;
e sulla base dell’accordo tra Sua Eccellenza il Presidente Xi Jinping e le leadership del Regno dell’Arabia Saudita e della Repubblica Islamica dell’Iran, in base al quale la Repubblica Popolare Cinese avrebbe ospitato e sponsorizzato i colloqui tra il Regno dell’Arabia Saudita e la Repubblica Islamica dell’Iran;
Partendo dal desiderio comune di risolvere i disaccordi tra loro attraverso il dialogo e la diplomazia e alla luce dei loro legami fraterni;
aderendo ai principi e agli obiettivi delle Carte delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OCI), nonché alle convenzioni e alle norme internazionali;
Le delegazioni dei due Paesi hanno avuto colloqui dal 6 al 10 marzo 2023 a Pechino – la delegazione del Regno dell’Arabia Saudita guidata da Sua Eccellenza Dr. Musaad bin Mohammed Al-Aiban, Ministro di Stato, Membro del Consiglio dei Ministri e Consigliere per la Sicurezza Nazionale, e la delegazione della Repubblica Islamica dell’Iran guidata da Sua Eccellenza l’Ammiraglio Ali Shamkhani, Segretario del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale della Repubblica Islamica dell’Iran.
Le parti saudita e iraniana hanno espresso il loro apprezzamento e la loro gratitudine alla Repubblica dell’Iraq e al Sultanato dell’Oman per aver ospitato i cicli di dialogo che si sono svolti tra le due parti negli anni 2021-2022. Le due parti hanno inoltre espresso apprezzamento e gratitudine alla leadership e al governo della Repubblica Popolare Cinese per aver ospitato e sponsorizzato i colloqui e per gli sforzi profusi per il loro successo.
I tre Paesi annunciano che è stato raggiunto un accordo tra il Regno dell’Arabia Saudita e la Repubblica Islamica dell’Iran, che include un accordo per la ripresa delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi e la riapertura delle ambasciate e delle missioni entro un periodo non superiore a due mesi, e l’accordo include l’affermazione del rispetto della sovranità degli Stati e della non interferenza negli affari interni degli Stati. Hanno inoltre concordato che i ministri degli Esteri di entrambi i Paesi si incontreranno per attuare questo accordo, organizzare il ritorno dei loro ambasciatori e discutere i mezzi per migliorare le relazioni bilaterali. Hanno inoltre concordato di attuare l’Accordo di cooperazione in materia di sicurezza tra i due Paesi, firmato il 22/1/1422 (H), corrispondente al 17/4/2001, e l’Accordo generale di cooperazione nei settori dell’economia, del commercio, degli investimenti, della tecnologia, della scienza, della cultura, dello sport e della gioventù, firmato il 2/2/1419 (H), corrispondente al 27/5/1998.
I tre Paesi hanno espresso la volontà di compiere tutti gli sforzi necessari per migliorare la pace e la sicurezza regionale e internazionale.
Rilasciato a Pechino il 10 marzo 2023.
Per la Repubblica islamica dell’Iran
Ali Shamkhani
Per il Regno dell’Arabia Saudita
Musaad bin Mohammed Al-Aiban
Ministro di Stato, membro del Consiglio dei Ministri e Consigliere per la Sicurezza Nazionale
Per la Repubblica popolare cinese
Wang Yi
Membro dell’Ufficio politico del Comitato centrale del Partito comunista cinese (PCC) e direttore della Commissione Affari esteri del Comitato centrale del PCC
Ennesima strage di civili a Gaza per mano di Israele. Il silenzio e la complicità delle grandi potenze
Noi speranzosi, ci siamo spesso domandati come potrà – semmai dovesse avvenire – evolvere in meglio, generando pace, il processo geopolitico mediorientale, e nella fattispecie le tormentate relazioni israelo-palestinesi. In questa prima parte di agosto 2022, però, è ancora un dovere riflettere (amaramente) sul sopracitato argomento storico-politico perché si è appena perpetrata un’ulteriore strage di civili a seguito dell’ennesima “operazione di sicurezza” degli israeliani. Sul campo di Gaza, tra sabato 6 e domenica 7 agosto sono caduti molti bambini e molte donne innocenti, e l’indifferenza dei grandi capi di stato, al contrario di ciò che è successo per gli ucraini, provoca indignazione. Il sentimento di pietas a giorni alterni delle nazioni cosiddette “democratico-liberali” e più sviluppate è ormai arcinoto e diviene tanto più disgustoso quanto più è premeditato.
Allora, facciamo un paio di esempi non troppo a caso: Usa e Italia, che per ovvie ragioni ci interessano di più essendo oggi due governi fratelli e simbiotici anche in fatto di riarmo. La Casa Bianca è l’antico alleato di Israele e da questa variabile indipendente se ne generano altre, altrettanto importanti e decisive. Suddetta condizione garantisce una protezione non solo politica e militare a Tel Aviv, ma genera a sua volta un concatenarsi di elementi per cui l’Occidente Atlantico si senta vincolato a comportarsi di conseguenza, senza intromettersi né esprimersi, neanche dal punto di vista formale. Oppure, quando lo fa, come nel caso della Farnesina dopo gli ultimi attacchi aerei sulla Striscia, sembra mentire al mondo intero e a sé stesso. I morti palestinesi passano in secondo piano, mentre al contempo entra in circolo un meccanismo secondo cui la vittima si trasforma in aggressore, e al contrario, chi invade diviene vittima. La frase fatta, ritrita, pubblicata sui profili social del Ministero degli Esteri italiano, è la solita «condanna per il lancio di razzi verso Israele». Okay, e le oltre 40 vittime palestinesi (e zero israeliane) che significato hanno? Sono state assassinate per scherzo? Il signor Di Maio, mentre si prepara a traslocare, ci spieghi quale tipo di sudditanza malata scaturisce, visto l’artificioso rovesciamento dei ruoli a mezzo stampa, pur di non contravvenire all’amicizia interessata con lo stato ebraico. Che tipo di messaggio invia a quella parte di comunità che non è bene informata sulla annosa questione mediorientale e sul suo sviluppo in divenire? Lo sappiamo, è banale e scontato ripeterlo. Il rapporto del do ut des è sempre attuale, ma in alcune circostanze suona come un lubrico servilismo verso il potente di turno.
Povera Palestina, ridotta a una prigione a cielo aperto che non permette di fuggire a chi tenta di farlo come rifugiato di guerra. Già, neanche questo è consentito a quei cittadini sotto le bombe che attendono di far parte di uno Stato legittimo da circa un secolo. Se questo è un popolo; se lo è, parafrasiamo al plurale il libro di Levi, che tanti strumentalizzano. E allora i potenti della terra intervengano, parlino e condannino, o perlomeno smettano di trafficare in armi ipertecnologiche con Israele, che oramai è tra i paesi più all’avanguardia dal punto di vista militare. Se questo è un popolo, continuare a parlare di guerra è ipocrita, perché Tel Aviv da anni gioca al gatto col topo, ripetendo sempre più frequentemente migliaia di operazioni definite “preventive”, le quali uccidono migliaia di poveracci che con il terrorismo islamico non c’entrano nulla. Se questo è un popolo, tutti i piagnoni che dal divano di casa “abbaiano” – cit. papa Francesco – all’invasione russa in Ucraina (scordandosi del massacro di migliaia di russofoni da parte di Kiev) e si scandalizzano della propaganda del Cremlino (come se dall’altra parte non ci fosse) urlino anche adesso, se hanno un minimo di credibilità; si dissocino dal bagno di sangue che avviene periodicamente presso la Striscia di Gaza. Anzi, facciano prima: siccome è un triste teatrino che oggi va di moda, chiedano ai rispettivi governanti di spedire armi al popolo aggredito in modo che possa difendersi. No, non lo fanno, perché i bambini palestinesi sembrano appartenere a un mondo lontano e forse perché non hanno gli occhi chiari come tanti ucraini. Forse perché sono musulmani? O forse perché POCHI fanno credere a MOLTI che Tel Aviv sia l’unico modello di democrazia del quadrante mediorientale (pensate se non lo fosse…).
Se questo è un popolo, infine, gli venga permesso di accedere agli ospedali quando ha dei feriti da curare, e non vengano sbarrati gli accessi alle autorità sanitarie, come denunciato poche ore fa da Medici senza Frontiere. Sempre se questo è un popolo.
MG
BIBLIOGRAFIA
Televideo Rai, pagina 150 del 07/08/2022 –
Sky TG24, edizioni del 6 agosto 2022 –
SITOGRAFIA
Profilo Twitter del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, consultato il 07/08/2022 –
Profilo Facebook di Medici senza Frontiere, pagina consultata l’8/08/2022 –
www.adnkronos.com, pagina del 7 agosto 2022 consultata il 9 agosto 2022 –
Cambiano le modalità nel corso dei decenni, ma la natura conflittuale dei rapporti tra israeliani e palestinesi rimane senza soluzione di continuità. Ci sono state occupazioni di terre, opportunismi e tradimenti, conflitti endemici e confronti drammatici dietro una solidarietà di facciata ed una aperta ostilità. La gran parte delle scelte politiche, una volta consolidato lo Stato di Israele, non hanno certo preparato ad una soluzione che non sia una tregua. Il problema essenziale è che sino a quando la realtà politica ed istituzionale palestinese non troverà una corrispondenza accettabile con quella socioeconomica difficilmente potrà sorgere un attore sufficientemente autorevole da poter sostenere uno scontro politico e geopolitico così aspro con la necessaria autonomia e una chiarezza di obbiettivi che renda possibile alla obbligata convivenza nella vita quotidiana quella politica ed istituzionale capace di dare espressione ad un popolo. Buon ascolto, Giuseppe Germinario
Sul blog di Diego Siragusa (http://diegosiragusa.blogspot.com) è stato pubblicato, il 17/5/2021, uno scritto di Norman Finkelstein (storico e politologo statunitense) con il titolo Io sono Israele. Tutto mi è permesso (con traduzione di Grazia Parolari). Lo ripropongo all’attenzione, con l’aggiunta di un mio inserimento, perché è un interessante sintesi storica di Israele, anche se non condivido l’affermazione in cui si sostiene che Israele ha il potere di controllare la politica americana. No, massima chiarezza: Israele è uno strumento, così come lo è per altri versi la Turchia, delle strategie degli agenti strategici statunitensi nel Medio Oriente, per contrastare il blocco imperniato sulle potenze mondiali in ascesa (Cina e Russia) che condividono un dominio mondiale multicentrico in contrasto con quello monocentrico degli Stati Uniti.
Lo scritto di Norman Finkelstein è apparso in seguito agli scontri tra israeliani e palestinesi (rivolta arabo-palestinese con ruolo particolare di Hamas) di questi giorni conclusosi con un cessate il fuoco dopo 11 giorni di massacri da parte degli israeliani e le ipocrite dichiarazioni di Joe Biden (USA), Antonio Guterres (ONU), di Ursula vor der Leyen (UE) e di Hamas (Palestina). Una buona sintesi delle ipocrisie può essere quella del segretario di Stato statunitense Antony Blinken che si recherà in Medio Oriente nei prossimi giorni e incontrerà le sue controparti “israeliane, palestinesi e regionali” per “lavorare insieme per costruire un futuro migliore per israeliani e palestinesi” (redazione Ansa del 21 maggio 2021).
Avanzerò una breve riflessione che riguarda l’aspetto esterno alla questione israeliano-palestinese (tralasciando l’aspetto interno che ripropongo con un mio scritto del 2014), cioè il ruolo che gli israeliani e i palestinesi hanno all’interno dei due blocchi, in via di configurazione sempre più chiara in questa fase multicentrica, quello euroatlantico imperniato sugli USA e quello euroasiatico imperniato sulla non facile costruzione del coordinamento tra la Cina e la Russia (dottrina Evgenij Primakov, decenni di collaborazione, creazioni di accordi, eccetera), coordinamento che Zbigniew Brzezinski <<a suo tempo aveva fatto risuonare un campanello di allarme prevedendo la creazione o <<l’emergere di una coalizione ostile [con base in Eurasia; N.d.A.] che potrebbe potenzialmente puntare a sfidare l’egemonia americana>>. La natura puramente offensiva della strategia statunitense risulta estremamente chiara da una lettura della terminologia utilizzata da Brzezinski; egli ha definito questo potenziale blocco euroasiatico come una forma di alleanza o controalleanza antiegemonica le cui fondamenta sarebbero in una <<coalizione sino-russa-iraniana>> con i cinesi a fare da baricentro>> (Mahdi Darius Nazemroaya, La globalizzazione della NATO. Guerre imperialiste e colonizzazioni armate, Arianna editrice, Bologna, 2014, pag.260).
Gli scontri israeliano-palestinesi di questi giorni sono prova e verifica di scenari di conflitti prossimi futuri nell’area del Medio Oriente, tra i due blocchi succitati, tramite le potenze regionali di Israele (coordinata dagli USA, sia direttamente sia indirettamente via NATO) e dell’Iran (supportata dalla Cina e dalla Russia).
Così leggo gli attacchi israeliani con F-35 su Gaza; a tal fine riporto quanto afferma Manlio Dinucci << Il portavoce delle Forze israeliane Zilberman, annunciando l’inizio del bombardamento di Gaza, ha specificato che «prendono parte all’operazione 80 caccia, inclusi gli avanzati F-35» (The Times of Israel, 11 maggio 2021). È ufficialmente il battesimo di fuoco del caccia di quinta generazione della statunitense Lockheed Martin, alla cui produzione partecipa anche l’Italia quale partner di secondo livello. Israele, che ha già ricevuto dagli Usa 27 F-35, ha deciso lo scorso febbraio di acquistarne non più 50 ma 75. A tal fine il governo ha decretato un ulteriore stanziamento di 9 miliardi di dollari: 7 provenienti dall’«aiuto» militare gratuito di 28 miliardi concesso dagli Usa a Israele, 2 concessi come prestito dalla Citibank statunitense. Mentre i piloti israeliani di F-35 vengono addestrati dalla U.S. Air Force in Arizona e in Israele, il Genio dello US Army costruisce in Israele speciali hangar rinforzati per gli F-35, adatti sia per la massima protezione dei caccia a terra, sia per il loro decollo rapido quando vanno all’attacco. Allo stesso tempo le industrie militari israeliane (Israel Aerospace ed Elbit Systems), in stretto coordinamento con la Lockheed Martin, potenziano il caccia, ribattezzato «Adir» (Potente): soprattutto la sua capacità di penetrare le difese nemiche e il suo raggio d’azione, che è stato quasi raddoppiato. Capacità non certo necessarie per attaccare Gaza. Perché allora vengono impiegati contro i palestinesi i più avanzati caccia di quinta generazione? Perché serve a testare gli F-35 e i piloti in un’azione bellica reale, usando le case di Gaza come bersagli del poligono di tiro. Poco importa se, nelle case-bersaglio, ci sono intere famiglie.
Gli F-35A, che si aggiungono alle centinaia di cacciabombardieri già forniti dagli Usa a Israele, sono progettati per l’attacco nucleare, in particolare con la nuova bomba B61-12 che gli Stati uniti, oltre a schierare tra poco in Italia e altri paesi europei, forniranno anche a Israele, unica potenza nucleare in Medioriente, con un arsenale stimato in 100-400 armi nucleari. Se Israele raddoppia il raggio d’azione degli F-35 e sta per ricevere dagli Usa 8 aerei cisterna Pegasus della Boeing per il rifornimento in volo degli F-35, è perché si prepara a sferrare un attacco, anche nucleare, contro l’Iran>> (Manlio Dinucci, Gli F-35 bombardano Gaza, il Manifesto, 18/5/2021).
Così leggo la pioggia di razzi (oltre mille) lanciati su Israele; per questo riporto quanto scrive Emanuele Rossi << […] Le azioni militari di questi giorni testimoniano come le forze palestinesi siano cresciute di capacità: sia tattiche che tecniche. La salva di missili che è stata sparata contro il territorio ebraico è evidente che non sia una risposta di indignazione spontanea per le violenze della polizia israeliana ad al Aqsa. C’è un coordinamento e c’è un piano di attacco. Fondamentalmente tutto si basa su quella che viene definita “saturazione”: si sparano tanti, tantissimi razzi contemporaneamente perché in quel modo lo scudo aero israeliano Iron Dome […] non riesce a compiere le intercettazioni. I bersagli diventano troppi, e questo permette di rendere più efficiente l’attacco, nonostante l’altissima efficacia dello scudo israeliano che ha intercettato circa l’80 per cento degli attacchi battezzati pericolosi dal sistema. […] “Il martire Qassem Soleimani ha inviato le armi ai mujaheddin in Palestina”, “Gloria alla Resistenza. Gloria all’Iran”: sui social network gli attivisti palestinesi sono chiari. Per il collegamento simbolico è usato Soleimani, generale dei Pasdaran che ha ideato e gestito la strategia delle milizie e che è finito sotto un Hellfire di un drone americano appena fuori all’aeroporto di Baghdad. Era il gennaio 2020, all’operazione aveva partecipato anche il Mossad, l’Iran aveva reagito all’uccisione di quell’ufficiale mitologico con un barrage di missili contro basi irachene che ospitavano soldati americani (le stesse basi che sono costantemente bersagliate con razzi Katyusha e simili sparati dalle milizie sciite irachene).
Dallo scorso anno, Hamas ha iniziato a propagandare con maggiore intensità il collegamento con l’Iran. La morte di Soleimani e il ricordo del generale sono stati il proxy narrativo usato dal gruppo; e forse l’elemento che ha spinto i Pasdaran ad aumentare il sostegno per vendicarsi contro Israele, accusato di aver condotto una serie di operazioni e di sabotaggio all’interno della Repubblica islamica. I Pasdaran hanno anche intensificato le relazioni con la Saraya al-Quds, il braccio armato della Jihad islamica, che ieri, martedì 11 maggio, ha rivendicato di aver utilizzato nel suo attacco contro Israele una raffica di missili del tipo “Badr 3”. Sono stati usati per colpire Ashkelon — sulla costa mediterranea, appena a nord della Striscia — e sono stati in grado di violare Iron Dome.
Il Badr 3 è un missile di fabbricazione iraniana che per per la prima volta è stato usato nel maggio 2019, quando il braccio militare del movimento ribelle Houthi, “Ansar Allah”, lo ha utilizzato in Yemen. Gli Houthi sono collegati militarmente ai Pasdaran, e hanno uno slogan chiaro: “morte a Israele e siano maledetti gli ebrei”. La Jihad islamica dalla Striscia di Gaza è stato il secondo gruppi armati a utilizzare questo missile.
Il Badr 3 trasporta una testata esplosiva del peso di 250 kg e ha una portata di oltre 160 km. Ha un altro importante vantaggio: non esplode quando colpisce il bersaglio, ma quando è a circa 20 metri sopra l’obiettivo e
massimalizza cosi l’effetto. Spara 1.400 schegge, il che espande la sua capacità di distruggere installazioni e case vicino al punto di esplosione in cui cade. La Saraya al-Quds lo ha modificato per trasportare una testata da 350 kg.
Un’altra analogia con la guerra in Yemen riguarda l’uso del missile anticarro di fabbricazione russa “Kornet”. Sempre la Saraya al-Quds ha rivendicato la responsabilità di un attacco contro un veicolo militare israeliano al confine di Gaza con un missile guidato, dichiarando esplicitamente di aver usato questo tipo di missile. Un ufficiale
israeliano è stato ucciso. In precedenza un altro Korner aveva colpito una jeep civile. Modalità analoghe a quelle usate dagli Houthi dello Yemen contro i mezzi blindati sauditi come dimostra un video pubblicato dalla formazione ribelle nel 2016 — gli yemeniti usano i Kornet in una versione modificata dagli iraniani che chiamano “Dehlavieh”.
Israele ieri sera ha bombardato un deposito di questo genere di missili>>. (Emanuele Rossi, Grazie all’Iran i palestinesi hanno potuto sparare mille razzi su Israele, www.formiche.net, 12/5/2021; sul funzionamento del sistema Iron Dome (cupola di ferro) si rimanda a Stefano Pioppi, Come funziona Iron Dome, il sistema che protegge Israele, www.formiche.net, 12/5/2021).
L’area del Medio Oriente è definita come una regione che abbraccia tre diversi continenti (Asia, Europa ed Africa) e ne fa necessariamente un’area di importanza strategica nel conflitto tra le potenze mondiali sia in declino (USA) sia in ascesa (Cina e Russia). E’ all’interno di questo conflitto che va letto il controllo delle risorse energetiche presenti nell’area (si pensi alla guerra economica statunitense per controllare le risorse energetiche a danno delle economie cinese, russa e iraniana; all’uso geopolitico delle risorse per ridurre le aree di influenza del blocco euroasiatico). Gli USA violano sistematicamente tutti i trattati internazionali (per esempio il TNP, Trattato di Non Proliferazione sulle armi nucleari) per riaffermare con l’arroganza e con la violenza la loro volontà storica di dominio assoluto. Non resta loro che la dialettica delle armi perché le armi della dialettica presuppongono una nuova idea di sviluppo e di società che essi non hanno perché i loro agenti strategici dominanti non fanno più sintesi nazionale e perché tutta la cosiddetta civiltà occidentale è in profonda crisi. Per tutto questo gli USA sono la potenza pericolosa per l’intero sistema mondiale.
Non ci resta che sperare nella affermazione di una lunga fase multicentrica per un equilibrio dinamico tra le potenze per il dominio del mondo con un peso specifico di quelle orientali. Ricordo che stiamo parlando di dominio che è la relazione più stupida che l’essere umano abbia realizzato nello specifico ordine simbolico maschile storicamente dato. Per capire questa semplice ma profonda verità bisogna confrontarsi e ragionare col pensiero femminile, quello in coscienza critica, per un cambiamento dei rapporti sociali cosiddetti capitalistici (delle diverse nazioni) e pensare ad un’altra società, ad altri sistemi di rapporti sociali.
IO SONO ISRAELE. TUTTO MI E’ PERMESSO
di Norman Finkelstein*
Io Sono Israele.
Sono venuto in una terra senza popolo per un popolo senza terra. Quelle persone che si trovavano qui, non avevano il diritto di starci, e la mia gente ha mostrato loro che dovevano andarsene o morire, radendo al suolo 400 villaggi palestinesi, cancellando la loro storia.
Io Sono Israele.
Alcuni dei miei hanno commesso massacri e in seguito sono diventati primi ministri per rappresentarmi. Nel 1948 Menachem Begin era a capo dell’unità che massacrò gli abitanti di Deir Yassin, tra cui 100 donne e bambini. Nel 1953 Ariel Sharon guidò il massacro degli abitanti di Qibya e nel 1982 fece in modo che i nostri alleati massacrassero circa 2.000 palestinesi nei campi profughi di Sabra e Shatila.
Io Sono Israele.
Sono nato nel 1948 nel 78% della terra di Palestina, espropriando i suoi abitanti e sostituendoli con ebrei dall’Europa e da altre parti del mondo. Mentre i nativi le cui famiglie hanno vissuto su questa terra per migliaia di anni non sono autorizzati a tornare, gli ebrei di tutto il mondo sono i benvenuti e ottengono la cittadinanza istantanea.
Io Sono Israele.
Nel 1967 ho inghiottito le restanti terre della Palestina – Gerusalemme Est, Cisgiordania e Gaza – e ho posto i loro abitanti sotto un dominio militare opprimente, controllando e umiliando ogni aspetto della loro vita quotidiana. Alla fine, dovrebbe essere chiaro per loro che non sono i benvenuti e che farebbero meglio ad unirsi ai milioni di profughi palestinesi nelle baraccopoli del Libano e della Giordania.
Io Sono Israele.
Ho il potere di controllare la politica americana. La mia Commissione per gli Affari Pubblici Israeliani americana può creare o distruggere qualsiasi politico di sua scelta e, come vedete, fanno tutti a gara per accontentarmi. Tutte le forze del mondo sono impotenti contro di me, comprese le Nazioni Unite, poiché ho il veto americano per bloccare qualsiasi condanna dei miei crimini di guerra. Come Sharon ha detto in modo eloquente, “Controlliamo l’America”.
Io Sono Israele.
Influenzo anche i media mainstream americani e troverai sempre le notizie su misura per me. Ho investito milioni di dollari nelle pubbliche relazioni e la CNN, il New York Times e altri hanno svolto un ottimo lavoro nel promuovere la mia propaganda. Guarda altre fonti di notizie internazionali e vedrai la differenza.
Io Sono Israele.
Vuoi negoziare la “pace !?” Ma non sei intelligente come me; negozierò, ti permetterò di avere i vostri comuni, ma io controllerò i vostri confini, la vostra acqua, il vostro spazio aereo e qualsiasi altra cosa importante. Mentre “negoziamo”, ingoierò le vostre colline e le riempirò di insediamenti, popolati dai più estremisti dei miei estremisti, armati fino ai denti. Questi insediamenti saranno collegati a strade che non potrete usare e sarete imprigionati nei vostri piccoli Bantustan, circondati da posti di blocco in ogni direzione.
Io Sono Israele.
Ho il quarto esercito più forte del mondo, in possesso di armi nucleari. Come osano i tuoi figli affrontare la mia oppressione con le pietre, non sai che i miei soldati non esiteranno a sparargli in testa? In 17 mesi, ho ucciso 900 di voi e ne ho feriti 17.000, per lo più civili, e ho il mandato di continuare, poiché la comunità internazionale rimane in silenzio. Ignora, come me, le centinaia di ufficiali di riserva israeliani che ora si rifiutano di esercitare il mio controllo sulle tue terre e sul tuo popolo; le voci della loro coscienza non ti proteggeranno.
Io Sono Israele.
Vuoi la libertà? Ho proiettili, carri armati, missili, Apache e F-16 per annientarti. Ho messo sotto assedio le vostre città, confiscato le vostre terre, sradicato i vostri alberi, demolito le vostre case e ancora chiedete libertà? Non hai ricevuto il messaggio?
Non avrai mai pace, o libertà, perché IO SONO ISRAELE
Dalla introduzione del libro di Norman G. Finkelstein, L’industria dell’olocausto. Lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei, BUR, Milano, 2004, pp.9-10 e 15-16.
Questo libro si propone di essere un’anatomia dell’industria dell’Olocausto e un atto di accusa nei suoi confronti. Nelle pagine che seguono, dimostrerò che <<l’Olocausto>> è una rappresentazione ideologica dell’Olocausto nazista*. Come la maggior parte delle ideologie, mantiene un legame, per quanto labile, con la realtà. L’Olocausto non è un concetto arbitrario, si tratta piuttosto di una costruzione intrinsecamente coerente, i cui dogmi-cardine sono alla base di rilevanti interessi politici e di classe. Per meglio dire, l’Olocausto ha dimostrato di essere un’arma ideologica indispensabile grazie alla quale una delle più formidabili potenze militari del mondo, con una fedina terrificante quanto a rispetto dei diritti umani, ha acquisito lo status di <<vittima>>, e lo stesso ha fatto il gruppo etnico di maggior successo negli Stati Uniti. Da questo specioso status di vittima derivano dividendi considerevoli, in particolare l’immunità alle critiche, per quanto fondate esse siano. Aggiungerei che coloro che godono di questa immunità non sono sfuggiti alla corruttela morale che di norma accompagna. Da questo punto di vista, il ruolo di Elie Wiesel come interprete ufficiale dell’Olocausto non è un caso. Per dirla francamente, non è arrivato alla posizione che occupa grazie al suo impegno civile o al suo talento letterario: Wiesel ha questo ruolo di punta perché si limita a ripetere instancabilmente i dogmi dell’Olocausto, difendendo di conseguenza gli interessi che lo sostengono.
[…] Mio padre e mia madre si chiesero spesso perché m’indignassi di fronte alla falsificazione e allo sfruttamento del genocidio perpetrato dai nazisti. La risposta più ovvia è che è stato usato per giustificare la politica criminale dello Stato d’Israele e il sostegno americano a tale politica. Ma c’è anche un motivo personale. Ho infatti a cuore che si conservi la memoria della persecuzione della mia famiglia. L’attuale campagna dell’industria dell’Olocausto per estorcere denaro all’Europa in nome delle <<vittime bisognose dell’Olocausto>> ha ridotto la statura del loro martirio a quella di un casinò di Montecarlo. Ma anche tralasciando queste preoccupazioni, resto convinto che sia importate preservare l’integrità della ricostruzione storica e lottare per difenderla. Alla fine di questo libro sostengo che nello studio dell’Olocausto nazista possiamo imparare molto non solamente riguardo ai <<tedeschi>> o ai <<gentili>>, ma a noi tutti. Eppure penso che per fare questo, cioè per imparare sinceramente dall’Olocausto nazista, occorre ridurre la sua dimensione fisica ed enfatizzarne quella morale. Troppe risorse pubbliche e private sono state investite nella commemorazione del genocidio e gran parte di questa produzione è indegna, un tributo non alla sofferenza degli ebrei, ma all’accrescimento del loro prestigio. E’ da tempo che dobbiamo aprire il nostro cuore alle altre sofferenze dell’umanità: questa è la lezione più importante impartitami da mia madre. Non l’ho mai sentita dire: <<Non fare paragoni>>. Lei li fece sempre. Certo si devono fare distinzioni storiche, ma porre distinzioni morali tra la <<nostra>> sofferenza e la <<loro>> è a sua volta un travisamento morale. <<Non potete mettere a confronto due sventurati>> osservò Platone << e dire quale dei due sia più felice.>> Di fronte alle sofferenze degli afroamericani, dei vietnamiti e dei palestinesi, il credo di mia madre fu sempre: siamo tutti vittime dell’Olocausto.
* Nel testo, con l’espressione <<Olocausto nazista>> si fa riferimento all’evento storico, con il termine <<Olocausto>> alla sua rappresentazione ideologica.
UNA RIFLESSIONE E UNA DOMANDA A PROPOSITO DI << DUE POPOLI DUE STATI>>.
di Luigi Longo
La riflessione che pongo necessiterebbe di un lungo racconto sull’uso del territorio (meglio sarebbe spazio) nel conflitto tra Israele e la Palestina, a partire dal 1948 anno di proclamazione formale dello stato di Israele. Mi limito qui a constatare che si tratta di un conflitto tra un aggressore, Israele, che sta malvagiamente ridimensionando un popolo palestinese che cerca di resistere e di difendere legittimamente i residui territori a propria disposizione che non possono più formare una nazione.
La questione avanti posta va vista nei giochi strategici che le potenze mondiali (soprattutto gli USA) hanno fatto, fanno e continueranno a fare per ottenere l’egemonia dell’area mediorientale, tutto storicamente dato.
La riflessione è: non ci sono più le condizioni territoriali per la creazione di due popoli e due stati. La politica territoriale di Israele, con lo strumento delle colonie e con tutta la sua strumentazione scientifica e tecnica (che non è mai neutrale, è bene ricordarlo), di fatto non permette più di parlare di due stati e di due popoli, ma bensì di uno stato per gli israeliani e di enclave per i palestinesi. Usando un linguaggio lagrassiano direi che storicamente gli agenti sub-dominanti della sfera politica, della sfera religiosa, della sfera militare e della sfera istituzionale-territoriale hanno avuto un ruolo fondamentale nel concentrare il popolo palestinese in enclave e distruggere l’idea stessa di una loro nazione con un territorio, una istituzione, delle risorse, una storia e una cultura propri.
Esiste un popolo israeliano con uno stato, gestito da agenti strategici sub dominanti spietati e insaziabili di potere e di egemonia, che è una pedina fondamentale (fino a poco tempo fa) degli USA e delle loro strategie mediorientali nella scacchiera del conflitto per l’egemonia mondiale.
Esiste un popolo palestinese rinchiuso in enclave le cui condizioni di vita sono sempre più difficili e al limite della sopravvivenza (almeno per la maggioranza della popolazione).
Una domanda ora sorge spontanea: perché si continua a lanciare missili innocui su Israele sapendo delle conseguenze inenarrabili sulla popolazione palestinese (donne, bambini e anziani, i numeri dei morti della guerra in atto lo stanno a dimostrare)?
Avanzo un dubbio: siamo sicuri che i gruppi dominanti del popolo palestinese (con le loro articolazioni in forze politiche: OLP, Hamas, eccetera) non utilizzano ideologicamente l’obiettivo dei <<due popoli due stati>> per le loro strategie di potere e di egemonia per meglio posizionarsi, sia negli accordi di pace sia nelle strategie complessive delle potenze mondiali, con i gruppi strategici egemonici sub dominanti (israeliani e non solo) e dominanti ( USA e non solo) in questa crisi d’epoca di chiaro avvio della fase multipolare?
Se rimaniamo nella dialettica << due popoli due stati >> non riusciamo a capire i rapporti sociali e le trasformazioni sociali che avvengono in quell’area nevralgica del medioriente. E non riusciremo mai a capire perchè si lanciano missili innocui su Israele, ritorsivi e autodistruttivi per la maggioranza dei palestinesi.
Dopo mesi di tensione accumulata per i tanti problemi e contenziosi irrisolti si è riacceso lo scontro aperto tra componenti della comunità israeliana e di quella palestinese. E’ stato sufficiente per riaprire il gioco delle parti nel quale tutti gli attori politici hanno trovato convenienza ad attizzare il fuoco. Ma il gioco da quelle parti è particolarmente pieno di imprevisti e può sfuggire facilmente di mano_Giuseppe Germinario