Russia, Ucraina_il conflitto! 64a puntata Pressione crescente Con Max Bonelli, Cesare Semovigo

La pressione delle forze russe agisce come un rullo compressore nella sua costanza. I punti di cedimento ucraino non mancano. La scarsità di riserve ormai si fa sentire e i segnali di malumore interni emergono. Come in ogni crisi sistemica sembra rafforzarsi la componente di regime più oltranzista e radicale, Lo abbiamo già visto in altri momenti storici, compreso il crepuscolo hitleriano. Ma è una forza tanto spietata, quanto fragile. Intanto il conflitto sembra sparire dalle prime pagine dei giornali. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti,elezioni! Redivivi e rimossi Con Gianfranco Campa, Max Bonelli, Cesare Semovigo 1a parte

Un banale messaggio su X ha annunciato la rinuncia di Biden a puntare alla riconferma alla presidenza. Non pare un comunicato autografo. Da allora non si hanno più notizie certe sulla sua condizione. Una miracolata a caccia della presidenza. Il quadro fosco conosciuto nei secoli bui. Novità importanti in campo repubblicano. Un candidato appena scampato ad un attentato, la nomina di un vicepresidente, presenze insolite e sorprendenti alla convenzione. Un fermento che si fatica a riscontrare in Europa. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, elezioni! Trump, il sangue, la marcia ad ostacoli Con Gianfranco Campa, Cesare Semovigo

Abbiamo pubblicato la conversazione con cinque giorni di ritardo. Problemi tecnici ed adattamenti tesi a migliorare la qualità dei contenuti e della comunicazione. In una fase così convulsa un lasso troppo lungo che ci ha spinto a selezionare drasticamente il contenuto. Nel frattempo appare sempre più verosimile che l’atto proditorio non era orientato solo all’eliminazione di Trump, ma a compiere anche una strage, sulla falsariga di quella di Las Vegas di alcuni anni fa, tale da intimorire il movimento, esasperarlo e istigarlo a reazioni di stampo terroristico tali da innescare una guerra civile e una regolazione definitiva dei conti. Nella conduzione dell’attentato stanno emergendo in sovrapposizione più attori, spesso ritenendosi protagonisti e registi della trama, molti in realtà ridotti a figure manipolate. Ne parleremo con la maggiore accuratezza possibile in un prossimo documentario. Nel frattempo scelte politiche importanti sono emerse. Trump ha incontrato Kennedy, il terzo candidato alla presidenza sollecitandone pubblicamente l’istituzione di una scorta sino a quel momento negata dall’amministrazione di Biden; ha nominato la figura chiave della vicepresidenza in una marcia dall’esito ancora tutt’altro che scontato. Lo scorno del campo neocon, ancora insinuato in alcuni gangli vitali del partito repubblicato, ma dai consensi prossimi allo zero, è stato evidente, speranzoso come era di potersi di nuovo insinuare nella competizione. Il vantaggio da poter trarre da una eliminazione di Trump è sfumato per pochi millimetri. Non tutto è chiaro sugli indirizzi e sulla coerenza degli intenti dello schieramento, tranne un fatto: il possibile venir meno di un pilastro fondamentale alla sopravvivenza delle attuali leadership europee. Nel versante dem-neocon la situazione è sempre più caotica, con Biden avviato sulla via della rinuncia al secondo mandato, annunciato questa domenica, e con la difficoltà a far emergere un candidato credibile in grado di rappresentare una forza ancora temibile, ben radicata nei centri, ma accecata e ferita. In apparenza, la favorita è Kamala Harris, segno che l’attuale leadership continua a prediligere controfigure inconsistenti, facilmente manipolabili dalle varie fazioni in lotta ma dalla scarsa fascinazione. Ne parleremo quanto prima. Buon ascolto e grazie a Gianfranco Campa e Cesare Semovigo, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, il prezzo della libertà e di una presidenza. Con Gianfranco Campa

Biden, un candidato presidente totalmente disconnesso dal mondo reale, comunque mantenuto in piedi a prescindere, non ostante i malumori crescenti all’interno del suo stesso schieramento. Evidentemente gli apparati, i nuclei dei centri decisori contano più, molto di più delle persone e delle coreografie propinateci. Evidente, comunque, il vuoto di alternative e la natura troppo composita di uno schieramento demo-neocon pronto a deflagrare in assenza del nemico. Trump, alla sua terza candidatura; la prima dal successo inaspettato, la seconda espropriata in malo modo, la terza osteggiata con tutti i mezzi, almeno sino ad ora. E’ apparso meno lucido nel recente dibattito. Sarà per la liquefazione del rivale e la mancanza di un interlocutore all’altezza; sarà perché spossato da dieci anni di pressioni inimmaginabili; sarà per l’età; sarà per i limiti intrinseci del personaggio, senza disconoscerne i meriti. Tra questi ultimi, aver preservato e consolidato un movimento ben radicato e molto più maturo, ma che ha ormai bisogno di trovare altri leader. Nelle more, la gradita sorpresa di una liberazione attesa e rivendicata, quella di Julian Assange, ma dagli aspetti oscuri che non tarderanno a manifestarsi o a dissolversi. A meno di qualche escamotage machiavellico, comunque la cessione al nemico della propria polizza di assicurazione: i dati non ancora resi pubblici del suo immenso archivio. Una puntata da ascoltare. Si ringrazia Cesare Semovigo per il montaggio e per la sigla da lui composta. Giuseppe Germinario

Aggiornamento! Cominciano a manifestarsi le pressioni dei servizi di intelligence per una rinuncia di Biden alla candidatura. L’argine posto dalla famiglia Biden consiste in garanzie e salvacondotti sulle inchieste giudiziarie che si stanno cumulando.

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Russia, Ucraina, il conflitto 63a puntata! Il tempo delle scelte Con Max Bonelli e Cesare Semovigo

La situazione sul fronte ucraino, con ogni evidenza sfavorevole a Zelensky e soci, impone ormai delle scelte non prorogabili. Putin ha chiesto direttamente a Trump di chiarire quali potrebbero essere i termini di un accordo. Un disconoscimento di fatto della presidenza di Biden, ma anche il segnale esplicito che ogni tregua o interruzione dei combattimenti deve corrispondere ad una reale intenzione di addivenire ad un accordo generale con tutte le garanzie necessarie. Nessuna pausa prima delle elezioni statunitensi; nessuna tregua che consenta al regime di Zelensky di riprendere fiato e continuare a sacrificare il popolo ucraino sull’altare delle mire della NATO. Una situazione di crisi incipiente il cui prodromo più evidente sono le fibrillazioni dei valletti europei nei confronti della iniziativa di Orban a Mosca. Sarà anche latore di qualche messaggio discreto di Trump a Putin? Ringrazio, intanto, Cesare Semovigo per la sua partecipazione, per la scrittura della sigla e per il sapiente montaggio del filmato. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Covid e vaccini! Coraggio e prezzo della verità Con Max Bonelli e la professoressa Ute Kruger

Proponiamo una sintesi, migliorata tecnicamente, della recente conversazione con la professoressa Ute Kruger, già ai massimi vertici del sistema sanitario svedese, sulle peripezie sofferte nella sua accurata attività di ricerca delle cause di morti concomitanti e successive alla campagna di vaccinazioni anticovid. La tenacia della professionista offre uno spaccato illuminante delle traversie che hanno dovuto subire tanti professionisti del settore sanitario poco propensi ad accettare acriticamente i dogmi propinatici negli anni recenti, ma che cominciano a vacillare alla luce dell’evidenza dei fatti. Una battaglia ben lungi da volgere al termine. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Trump su Ucraina e Russia

Nell’intervista rilasciata a @theallinpod , il Presidente Trump ha fatto una serie di commenti importanti sull’Ucraina. Si attendono le logiche conclusioni del ragionamento.

Sui quotidiani e sulle testate televisive italiane ed europee ci hanno presentato dichiarazioni ambigue o di segno opposto totalmente fasulle o manipolate. Giuseppe Germinario

“Per vent’anni ho sentito dire che se l’Ucraina entra nella NATO è un vero problema per la Russia. L’ho sentito dire per molto tempo. E credo che questo sia il vero motivo per cui è iniziata la guerra. Non sono sicuro che questa guerra sarebbe iniziata. Biden stava dicendo tutte le cose sbagliate. E una delle cose sbagliate era dire: “No, l’Ucraina entrerà nella NATO”. … Si è sempre capito. E questo anche prima di Putin. Si è sempre capito che era un no. E ora si può andare contro i loro desideri, e non significa che abbiano ragione quando lo dicono. Ma era molto provocatorio, e ora lo è ancora di più. E… ho sentito dire che ora si parla di far entrare l’Ucraina nella NATO, e ora ho sentito che la Francia vuole andare a combattere. Beh, auguro loro molta fortuna”.

https://x.com/i/status/1803929896361820195

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Tra Borgo Egnazia e Buergenstock, a cura di Giuseppe Germinario

Due iniziative diplomatiche e di relazioni internazionali con un unico filo conduttore.

Sul vertice di Bürgenstock:

  • tredici dei paesi partecipanti non hanno nemmeno firmato il documento finale
  • numerosi capi di stato, compresi quelli di USA e Germania, si sono rapidamente defilati dal consesso
  • è stata eliminata dal documento la dizione “aggressione russa”
  • i tre elementi di denuncia (sicurezza nucleare e centrale di Zaporizhzhia, sicurezza alimentare, scambio di prigionieri e restituzione dei bambini) sono chiaramente e rozzamente pretestuosi. In particolare sulla sicurezza alimentare andrebbe segnalato che l’Ucraina svolge un ruolo comunque marginale e assicura i suoi flussi prevalentemente verso Occidente; che la proprietà delle sue terre agricole è prevalentemente in mano delle multinazionali statunitensi
  • la presenza al vertice di alcuni paesi del cosiddetto “sud globale” si è fatta comunque sentire sia nell’annacquamento dei contenuti e del tono del comunicato sia negli spiragli che si potrebbero aprire nei corridoi diplomatici, al momento più riservati

Sul vertice di Borgo Egnazia:

l’importanza del documento è inversamente proporzionale alla qualità del menu gastronomico offerto, al carattere mondano e all’efficienza della organizzazione offerta dal Governo Meloni. Tre gli aspetti più rilevanti:

  • Non si parla più di offensiva militare in ucraina, ma di protrazione ad oltranza del conflitto al solo scopo di logorare la Russia a spese del popolo ucraino
  • L’impegno retorico di aiuto e sostegno al “Sud Globale”, in particolare l’Africa, in prevalenza con gli stessi strumenti economico-finanziari e politici che ne hanno alimentato la neocolonizzazione e la conflittualità interetnica
  • Una prima nota particolare all’impegno “africano” del Governo Meloni e al suo “piano Mattei”. L’attuazione del piano prevede e sollecita il massiccio e prevalente utilizzo di risorse ed investimenti statunitensi. L’attivismo inedito del Governo Meloni rivela sempre più le caratteristiche di utilizzo per conto terzi del più presentabile “marchio ITALIA”. Sarà interessante verificare il nuovo ed effettivo ruolo che sta assumendo l’ENI in questo disegno, pomposamente riportato ai fasti di Enrico Mattei, e quello della piccola e media industria; indagare su chi gestirà effettivamente il nascente hub energetico e logistico dell’Italia in Europa e le effettive condizioni di sicurezza geopolitica delle future nuove forniture energetiche
  • il resto è teatrino, comprese le minacce di estensione delle pratiche sanzionatorie tese soprattutto a compattare il fronte avversario

Giuseppe Germinario

Vertice sulla pace in Ucraina: Comunicato congiunto su un quadro di pace
Bürgenstock, Svizzera 16 giugno 2024

La guerra in corso della Federazione Russa contro l’Ucraina continua a causare sofferenze e distruzioni umane su larga scala e a creare rischi e crisi con ripercussioni globali. Ci siamo riuniti in Svizzera il 15-16 giugno 2024 per rafforzare un dialogo di alto livello sui percorsi verso una pace globale, giusta e duratura per l’Ucraina. Abbiamo ribadito le risoluzioni A/RES/ES-11/1 e A/RES/ES-11/6 adottate dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e sottolineato il nostro impegno a sostenere il diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite. Questo vertice è stato costruito sulla base delle precedenti discussioni che hanno avuto luogo sulla base della Formula di pace dell’Ucraina e di altre proposte di pace che sono in linea con il diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite.

Apprezziamo profondamente l’ospitalità della Svizzera e la sua iniziativa di ospitare il Vertice ad alto livello come espressione del suo fermo impegno a promuovere la pace e la sicurezza internazionali.

Abbiamo avuto un proficuo, completo e costruttivo scambio di opinioni sui percorsi da seguire per una pace globale, giusta e duratura, basata sul diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite. In particolare, riaffermiamo il nostro impegno ad astenerci dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, i principi della sovranità, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale di tutti gli Stati, compresa l’Ucraina, all’interno dei loro confini internazionalmente riconosciuti, comprese le acque territoriali, e la risoluzione delle controversie con mezzi pacifici come principi del diritto internazionale.

Abbiamo inoltre una visione comune sui seguenti aspetti cruciali:

In primo luogo, qualsiasi uso dell’energia nucleare e delle installazioni nucleari deve essere sicuro, protetto e rispettoso dell’ambiente. Le centrali e gli impianti nucleari ucraini, compresa la centrale nucleare di Zaporizhzhia, devono operare in modo sicuro e protetto sotto il pieno controllo sovrano dell’Ucraina, in linea con i principi dell’AIEA e sotto la sua supervisione.

Qualsiasi minaccia o uso di armi nucleari nel contesto della guerra in corso contro l’Ucraina è inammissibile.

In secondo luogo, la sicurezza alimentare globale dipende dalla produzione e dalla fornitura ininterrotta di prodotti alimentari. A questo proposito, la navigazione commerciale libera, completa e sicura, così come l’accesso ai porti marittimi del Mar Nero e del Mar d’Azov, sono fondamentali. Gli attacchi alle navi mercantili nei porti e lungo l’intera rotta, così come ai porti civili e alle infrastrutture portuali civili, sono inaccettabili.

La sicurezza alimentare non deve essere strumentalizzata in alcun modo. I prodotti agricoli ucraini devono essere forniti in modo sicuro e libero ai Paesi terzi interessati.

In terzo luogo, tutti i prigionieri di guerra devono essere rilasciati attraverso uno scambio completo. Tutti i bambini ucraini deportati e sfollati illegalmente e tutti gli altri civili ucraini detenuti illegalmente devono essere restituiti all’Ucraina.
Riteniamo che il raggiungimento della pace richieda il coinvolgimento e il dialogo di tutte le parti. Abbiamo pertanto deciso di intraprendere in futuro passi concreti nelle aree sopra menzionate con un ulteriore impegno dei rappresentanti di tutte le parti.

La Carta delle Nazioni Unite, compresi i principi del rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità di tutti gli Stati, può servire e servirà come base per raggiungere una pace globale, giusta e duratura in Ucraina.

Elenco dei Paesi che sostengono il comunicato congiunto
Stato 16 giugno 2024

Albania, Andorra, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Benin, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Cabo Verde, Canada, Cile, Comore, Costa Rica, Costa d’Avorio, Consiglio d’Europa, Croazia, Cipro, Cechia, Danimarca, Repubblica Dominicana, Ecuador, Estonia, Commissione europea, Consiglio europeo, Parlamento europeo, Figi, Finlandia, Francia, Gambia, Georgia, Germania, Ghana, Grecia, Guatemala, Ungheria, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Kenya, Kosovo, Lettonia, Liberia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Moldavia, Monaco, Montenegro, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Palau, Perù, Filippine, Polonia, Portogallo, Qatar, Repubblica di Corea, Romania, Ruanda, San Marino, Sao Tomé e Principe, Serbia, Singapore, Repubblica Slovacca, Slovenia, Somalia, Spagna, Suriname, Svezia, Svizzera, Timor Leste, Türkiye, Ucraina, Regno Unito, Stati Uniti, Uruguay.

Il comunicato finale, tradotto in italiano, del vertice G7 in Puglia nel link di seguito:

Apulia-G7-Leaders-Communique it

 

Col senno di poi, la retorica iperbolica della Russia che ha preceduto questi colloqui è stata probabilmente mal indirizzata, e sarebbe stato meglio per funzionari come Medvedev fidarsi dei partner della Russia come l’India invece di dubitare delle loro intenzioni.

I colloqui svizzeri sull’Ucraina di questo fine settimana , che hanno escluso la Russia e a cui non ha partecipato la maggior parte del Sud del mondo, si sono conclusi con un comunicato congiunto in gran parte inoffensivo che può essere letto qui . Ha semplicemente ripetuto alcuni dei principali punti di discussione dell’Occidente su questo conflitto, includendo anche alcune righe sulla sicurezza nucleare e sulle questioni umanitarie. Tuttavia, alcuni dei principali partecipanti, come l’India, hanno deciso di non firmarlo , cosa che ha deluso gli organizzatori.

Il leader della delegazione di quel paese ha spiegato la neutralità di principio del suo governo nei confronti di questo conflitto, per cui parteciperà sempre a qualsiasi iniziativa di pace anche se non è d’accordo con i dettagli della stessa. È anche importante menzionare in questo contesto che il presidente svizzero ha affermato che durante il vertice sono stati espressi “punti di vista diversi”, suggerendo così che l’India e gli altri partner russi si siano opposti gentilmente all’Ucraina e alla risoluzione del conflitto prevista dall’Occidente.

Un’altra notizia interessante emersa dal vertice è stata che il commissario ucraino per i diritti umani ha poi rivelato che alcuni dei partecipanti che “tradizionalmente hanno buoni rapporti con la Russia” si sono offerti di mediare tra le due parti in conflitto. Dato che le relazioni dell’India con la Russia sono ufficialmente considerate da entrambe le parti come un partenariato strategico speciale e privilegiato, sarebbe perfettamente logico che il capo della delegazione fosse stato uno di coloro che hanno offerto i servizi diplomatici al loro paese.

Questi risultati supplementari contrastavano con le aspettative di alcuni funzionari russi, come l’ex presidente e vicepresidente in carica del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev, che alla fine del mese scorso aveva twittato che i paesi che avevano scelto di partecipare si erano tacitamente schierati con l’Ucraina. Dichiarazioni meno drammatiche sono state fatte anche da altri funzionari, il cui succo era che questi colloqui erano una perdita di tempo e potevano essere sfruttati dall’Occidente per aumentare la pressione sulla Russia.

È comprensibile che la Russia fosse arrabbiata per il fatto che si stesse svolgendo un evento multilaterale sul conflitto ucraino senza la sua partecipazione, ma la sua reazione a quest’ultimo è stata molto più dura rispetto a precedenti eventi simili avvenuti l’anno scorso, come i colloqui di Jeddah, dove gli ultimatum di Kiev erano in primo piano. e centro. Il contrasto tra questi approcci è stato spiegato qui , e si riduce alle mutate condizioni diplomatiche mentre Cina e Brasile cercano ora di collaborare congiuntamente. condurre un processo di pace più giusto e inclusivo.

Affinché questi sforzi iniziali dessero i maggiori frutti, era necessario che gli ultimi colloqui svizzeri fallissero, soprattutto a causa della mancata partecipazione del Sud del mondo. Ciò conferisce all’ultima iniziativa maggiori possibilità di successo poiché il numero prevedibilmente maggiore di partecipanti provenienti dal Sud del mondo potrebbe essere presentato come un segno di un maggiore sostegno internazionale al consenso congiunto di pace sino-brasiliano in sei punti . Pertanto i suddetti principi potrebbero diventare la base per un nuovo ciclo di colloqui.

Tornando all’evento dello scorso fine settimana, le cose non sono state così negative come alcuni in Russia si aspettavano, soprattutto dopo che si è saputo che l’India e altri paesi avevano rifiutato di firmare il comunicato congiunto, mentre l’Ucraina ha rivelato che alcuni di loro si erano addirittura offerti di mediare per porre fine al conflitto. conflitto. Col senno di poi, la retorica iperbolica della Russia che ha preceduto questi colloqui è stata probabilmente mal indirizzata, e sarebbe stato meglio per funzionari come Medvedev fidarsi dei partner della Russia come l’India invece di dubitare delle loro intenzioni.

Russia Ucraina il conflitto 62a puntata Smarrimento e determinazione di Presidenti Con Max Bonelli

Da una parte un Presidente, Biden, che vaga per conto proprio da tempo in mondi imperscrutabili, ma che detiene ancora le chiavi dei destini di questo mondo; dall’altra un Presidente, Putin, assertivo e presente, che continua a porre con chiarezza le condizioni di un possibile accordo ad un prezzo sempre più alto per l’avversario, ma corrispondente ai progressi sul terreno militare. Da una parte sei anatre zoppe ed una figurante le quali confidano ancora, almeno in apparenza, di logorare e piegare l’avversario con il loro repertorio di sanzioni, di predazioni e con una guerra di usura, non più offensiva, che sta, però, consumando tragicamente i propri paladini sempre meno disposti al sacrificio; dall’altro un leader ben in sella, dal consenso crescente che lascia intravedere il carattere e le intenzioni di successori dalle idee ben più radicali. Al cospetto di entrambi, la realtà sul terreno militare in Ucraina che mostra il drammatico dissanguamento dell’esercito ucraino e il progressivo avanzamento delle posizioni russe. Il quadro geopolitico diventa sempre più instabile e pericoloso con la classe dirigente occidentale, a guida statunitense, al momento chiusa in un vicolo cieco e incapace di arretramenti compatibili con la propria sopravvivenza. Niente, però, è ancora deciso. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, elezioni presidenziali! L’arma della giustizia Con Gianfranco Campa

Questione di giorni per conoscere il destino di Donald Trump, degli Stati Uniti, dello stesso Biden, in apparenza il beneficiario della trappola ordita. L’amministrazione della giustizia si sta confermando l’arma definitiva dello scontro politico in atto sino ad assumere aspetti talmente pretestuosi tali da delegittimare pesantemente le istituzioni. Una leadership disposta a tutto pur di sopravvivere. Sa che, in caso di avvicendamento del presidente, questa volta il ricambio traumatico di interi apparati può essere perseguibile o, quantomeno, il suo tentativo può destabilizzare definitivamente gli assetti di potere. Una situazione che apre la strada a colpi di mano, dentro e fuori a quel paese, sempre più avventuristici. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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