LA QUESTIONE MIGRAZIONE: LA NECESSITA’ DI LIBERARSI DALLA SERVITÙ DEGLI USA E DELL’UNIONE EUROPEA. di Luigi Longo

UN SENSO

Voglio trovare un senso a questa sera. Anche se questa sera un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa vita. Anche se questa vita un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa storia. Anche se questa storia un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa voglia. Anche se questa voglia un senso non ce l’ha

Sai che cosa penso. Che se non ha un senso

Domani arriverà…Domani arriverà lo stesso

Senti che bel vento. Non basta mai il tempo

Domani è un altro giorno arriverà…

Voglio trovare un senso a questa situazione. Anche se questa situazione un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa condizione. Anche se questa condizione un senso non ce l’ha

Sai che cosa penso. Che se non ha un senso

Domani arriverà. Domani arriverà lo stesso

Senti che bel vento. Non basta mai il tempo

Domani è un altro giorno arriverà…

Domani è un altro giorno… ormai è qua!

Voglio trovare un senso a tante cose. Anche se tante cose un senso non ce l’ha

Domani arriverà. Domani arriverà lo stesso

Senti che bel vento. Non basta mai il tempo

Domani è un altro giorno arriverà. Domani è un altro giorno arriverà

Domani è un altro giorno

Vasco Rossi*

Ma, il popolo? Il popolo come sempre segue il fortunato e maledice al caduto, purché

non gli manchino il pane e le feste.

Giovenale**

1. Lo spazio italiano, da non confondere con il territorio, svolge un ruolo determinante nelle strategie USA-NATO sia per la presenza delle infrastrutture militari di altissimo livello (1) sia per l’approntamento delle infrastrutture per la gestione della immigrazione (2).

Ho scritto (lo scavo si mantiene ancora ai primi strati di superfice: occorrono lavori di diversi saperi per capire in profondità i processi), sulle infrastrutture funzionali agli obiettivi militari USA-NATO, obiettivi che riguardano le diverse strategie ( costruzioni di aree di influenze, distruzione di stati, spostamenti di popolazioni, terrorismo, controlli di città, eccetera) dei dominanti statunitensi nelle aree nevralgiche ( Europa, Mediterraneo, Medio Oriente) per il conflitto egemonico mondiale tra la potenza dominante (USA) e le potenze mondiali che iniziano, in questa fase multicentrica, a difendersi dal dominio USA ( declinante e pericoloso visto la incapacità di rilanciare una nuova visione di società, avendo scelto la strada della egemonia sfruttatrice), in particolare la Russia ( lo spettro americano) e la Cina ( la futura potenza marittima) (3).

2. Tratto, in questo scritto, la questione migranti come strumento USA sia per creare squilibri pericolosi territoriali, economici e sociali nelle aree importanti per la nuova strategia USA (Europa), sia per dividere ed ostacolare l’espandersi delle aree di influenza della Russia e della Cina (Medio Oriente, Europa orientale e balcanica, Africa, Mediterraneo): << Sono sedici anni che gli Stati Uniti sono in guerra in Medio Oriente e Nord Africa, spendendo trilioni, commettendo crimini di guerra e mandando milioni di rifugiati in Europa. >> (4).

E’ opportuno precisare che la strategia di fondo degli Stati Uniti è quella di dominare lo spazio europeo attraverso diverse tattiche che, a seconda delle fasi e degli agenti strategici dominanti, comportano soluzioni diverse: gli agenti strategici che hanno espresso presidenti come George H.W. Bush (1989-1993), Bill Clinton (1993-2001), Barack Obama (2009-2017) vedevano il controllo europeo attraverso l’utilizzo di un coordinamento esercitato dal vassallo tedesco ( una sorta di continuazione del progetto Europa da loro ideato, attuato e coordinato nel secondo dopoguerra con l’affermazione della loro egemonia nel mondo occidentale).; gli agenti strategici che hanno espresso Donald Trump (con grandi difficoltà, dovute al conflitto distruttivo tra agenti strategici statunitensi che non riescono a ritrovare una sintesi di visione della potenza mondiale, uno dei tanti sintomi dell’inizio del declino), vedono il controllo dello spazio europeo attraverso accordi bilaterali tra nazioni. Entrambe queste tattiche convergono nella strategia di dominare lo spazio europeo e quello che più preoccupa è che si sta andando nella direzione di una Europa delle Regioni (5) che significa la distruzione delle nazioni con conseguenze sociali e territoriali inimmaginabili. D’altronde gli USA sono maestri in questo. Per questo ritengo che la tattica di Trump acceleri, nella fase multicentrica sempre più incalzante, soprattutto per il dinamismo aggressivo statunitense, il progetto dell’Europa delle Regioni.

3. L’immigrazione, in questa fase multicentrica, è vista come uno strumento di geopolitica e di geostrategia; non è considerata nè nella logica dello sviluppo ineguale del sistema capitalistico che vede i flussi di migranti come una convenienza a migliorare i benefici della economia e della società delle cosiddette nazioni a sviluppo avanzato e maturo (6), né nella logica ( tutta ideale) di un fenomeno di confronto e scambi tra nazioni e continenti, di cultura, storia, sviluppo e formazione sociale diverse, per un reciproco arricchimento della propria idea di società e di relazioni sociali, perché come ci ricorda Guido Barbujani :<< Siamo tutti bastardi [ corsivo mio], tanto biologicamente quanto culturalmente, ma rischiamo di dimenticarcelo […] Sappiamo che le differenze fra le varie popolazioni umane sono sfumature, reali ma minuscole, in una tavolozza genetica in cui ognuno è identico al 99,9% a qualunque sconosciuto. Stiamo studiando come in quell’uno per mille di differenza ci siano fattori che spiegano le nostre diverse tendenze […] E abbiamo capito che il nostro carattere, le nostre scelte e i nostri gusti c’entrano pochissimo con i nostri geni, e molto invece col complesso di situazioni ed esperienze individuali che riassumiamo nella parola cultura [ corsivo mio] >> (7).

Non prenderò in considerazione le seguenti esternazioni del Presidente dell’Inps, Tito Boeri: << […] Gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi per le casse dell’Inps […] Proprio mentre aumenta tra la popolazione autoctona la percezione di un numero eccessivo di immigrati, abbiamo sempre più bisogno di migranti che contribuiscano al finanziamento del nostro sistema di protezione sociale […] Abbiamo calcolato che sin qui gli immigrati ci hanno regalato circa un punto di Pil di contributi sociali a fronte dei quali non sono state loro erogate delle pensioni […] >> (8).

Una domanda si pone: se accogliere i migranti è così vantaggioso perché gli altri paesi europei chiudono i confini? (9). La verità è che Tito Boeri con questo ragionamento tutto interno ai tecnicismi da entrate contributive e agli scenari di previsione (con strane correlazioni delle variabili presenti in essi) dimostra di non conoscere la questione delle migrazioni in relazione al territorio, alla economia, alla società. Una cuoca leniniana, nell’accezione di Luisa Muraro (10), gestirebbe con grande sapienza e inquadrerebbe in maniera corretta l’andamento dei flussi migratori e i relativi conti dell’Inps.

Non tratterò delle assurdità del ministro Marco Minniti che parla di aiuti finanziari per i migranti che scelgono volontariamente di tornare ai propri paesi di origine né delle vacue proposte contenute nelle dichiarazioni di Tunisi (11).

4. E’ difficile essere d’accordo con Massimo Livi Bacci quando sostiene che:<< […] il crescente consenso all’idea che l’immigrazione, per essere utile allo sviluppo, debba essere di “qualità” o – in altre parole – ricca di capitale umano. Solo così può contribuire alla crescita della produttività e quindi allo sviluppo economico. Nel concreto, molti paesi hanno sviluppato politiche migratorie volte ad attrarre migranti con alte qualifiche e buone specializzazioni, con livelli di istruzione relativamente elevati, buona conoscenza della lingua e della cultura del paese ospite.[…] Insomma, in sintesi brutale, meno migranti, ma di migliore qualità. Anche l’Italia finirà col muoversi su questa linea, pur tenendo conto che continuerà a essere sostenuta la domanda di manodopera generica assai richiesta in molti settori dell’economia e della società. Questo implicherà una profonda revisione della politica migratoria e l’adesione convinta al principio che l’immigrazione si governa e si guida, non si subisce [ corsivo mio]. […] E’ comprensibile che l’ondata di rifugiati prodotta dai conflitti e dall’instabilità di vaste regioni che circondano l’Europa appanni la visione circa il futuro dell’immigrazione e che la gestione di questi flussi si presenti come un’assoluta priorità. Ma anche l’eccezionalità di questa fase storica può essere volta a vantaggio del paese e il peso dell’accoglienza trasformata in un’opera di istruzione e formazione dei rifugiati, di investimento per la ristrutturazione di un patrimonio infrastrutturale abbandonato e fatiscente per l’accoglienza stessa, finanche di insediamento nelle tante aree interne in abbandono [ oltre a un ripensamento della questione agraria, mia aggiunta] >> (12).

5. Un governo per guidare e non subire l’immigrazione deve avere una idea di politica migratoria e una idea di relazione territoriale, economica e sociale con altri Paesi. Per esempio, Massimo Livi Bacci, nulla dice sul ruolo infame che ha avuto la classe dirigente italiana ( oggi, è Emmanuel Macron a gestire la questione Libia su indicazione e nella logica delle relazioni bilaterali di Donald Trump, che si innerva con il progetto dell’Europa delle regioni, che significa frantumazione delle nazioni europee) nella distruzione della Libia ( territorio filtro sotto il coordinamento di Mu’ammar Gheddafi) per le strategie di Barack Obama e Hillary Clinton contro i nostri stessi interessi, così come accade con le sanzioni imposte ad altre nazioni ( Russia, Iran, eccetera) (13) << […] La guerra alla Libia nel 2011, con il determinante contributo italiano, è stata diretta dalla Nato attraverso il Jfc Naples ( Joint Force Command, mia specificazione ). Sempre da Napoli sono state condotte operazioni militari all’interno della Siria. Questa è la prima causa del drammatico esodo dei profughi e della “crisi dei migranti che l’Italia sta vivendo quasi in solitudine” >> (14).

Per attuare le politiche migratorie secondo le indicazioni di Massimo Livi Bacci, c’è bisogno di un governo sovrano e autodeterminato, espressione di agenti strategici egemoni che hanno una idea di progetto e di ruolo dell’Italia nell’Europa, nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, che sappia allearsi con le potenze mondiali che pensano a un mondo multipolare e non monocentrico. La domanda che si pone è: Abbiamo noi agenti strategici egemoni ( sia tra i dominanti che, ahimè, tra i dominati) capaci di tale strategia?.

Nella sostanza la questione immigrati viene gestita dalle strategie pre-dominanti USA e dal maggiordomo tedesco che di fatto obbliga l’Italia all’accoglienza senza limiti e si accorda con la Turchia per fare da barriera di contenimento dei flussi migratori in condizioni inumane [ << considerate la vostra semenza: fatti non foste a vivere come bruti ma per seguir virtute e canoscenza >>(15)] e selezionare i migranti che servono ai diversi settori delle economie europee.

Con buona pace di Limes che vede la Germania come una nazione in conflitto con gli USA capace di creare una Kerneuropa ( un progetto geopolitico della Germania di costruire uno spazio di influenza europea orientato verso la Russia) e non invece, in una logica subordinata, un progetto contro una parte di essa: il blocco di potere che esprime Donald Trump (16).

Fonte: Limes

In questa assurda gestione dei migranti, trova la sua logica l’accordo del baro Matteo Renzi, che in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri, ha firmato il protocollo dell’operazione Triton ( partita nel 2014 dopo il termine di quella italiana Mare Nostrum) (17) che prevede che tutti gli sbarchi dei migranti avvengano nei porti italiani anche in violazione del trattato internazionale in tema di diritto di asilo ( Convenzione di Dublino e relativo regolamento UE di Dublino III). La logica dell’accordo è basata infatti su queste ragioni: a) maggiore disponibilità finanziaria a disposizione del proprio potere ricavata dai tecnicismi sulla flessibilità al pareggio di bilancio e al debito pubblico concessa dai subdominanti europei; b) maggiori risorse finanziarie, italiane ed europee, alle strutture che gestiscono i migranti per la filiera di potere incardinata attorno alle leghe delle cooperative (rosse e bianche), movimenti e istituzioni religiosi ( Comunione e Liberazione, Caritas), imprese, fondazioni e consorzi onlus (18).

6. Alcune città incominciano a ribellarsi alla ingovernabilità dei flussi migratori e al ruolo di accoglienza assegnato all’Italia con i relativi costi sociali, economici e territoriali a carico della maggioranza della popolazione e con vantaggi economico-finanziari a favore di una ristretta minoranza della suddetta filiera di potere.

Le città ribelli sono il sintomo del malessere e del disagio di chi non ha una idea e un progetto di trasformazione complessiva della questione migranti né ha la forza di incidere sulle reali cause che producono tale malessere: i migranti sono sradicati dai loro territori ( Africa, Medio Oriente, Mediterraneo, Europa orientale e balcanica) e orientati per fini geopolitici, geostrategici e geoeconomici in aree nevralgiche come l’Europa ( continente strategico nei futuri scenari di conflitto mondiale), in questa fase multicentrica, soprattutto per il dinamismo aggressivo degli USA che vuole limitare le aree di influenza e vuole prevenire future cooperazioni tra l’Europa e le potenze emergenti della Russia e della Cina (19).

7. Per sconfiggere la servitù italiana dello spazio a completa disposizione della potenza mondiale statunitense bisogna uscire dalla NATO e smilitarizzare i territori europei. Non è possibile ragionare sulla sovranità delle nazioni avendo sui propri territori infrastrutture militari USA e USA-NATO. E’ un non senso parlare di libertà, di democrazia e di sovranità avendo i territori occupati dalle basi militari (20). Bisogna uscire da questa Europa subordinata alle strategie di dominio mondiale statunitense

per tre ragioni fondamentali:

  1. Il progetto dell’Europa è stato pensato e attuato dagli Stati Uniti per le loro strategie di dominio mondiale a partire dalla seconda guerra mondiale;

  2. Il ri-emergere del progetto dell’Europa delle Regioni comporterebbe la eliminazione delle nazioni ( con conseguenze drammatiche e inenarrabili sulle popolazioni) a favore di microregioni e romperebbe definitivamente qualsiasi progetto di Nazioni sovrane e di una Europa federata (espressione di nazioni sovrane) in relazione con l’Oriente, una cooperazione eurasiatica;

  3. La difficoltà di costruire relazioni con la Russia e la Cina per le continue politiche di contrasto ( che provocano danni e devastazioni ai territori europei) nelle diverse sfere sociali eseguite dai sub-decisori europei su precise strategie dei predominanti statunitensi ( dall’uso delle sanzioni e delle militarizzazioni dei territori, all’impedimento dell’uso delle fonti energetiche e della costruzione delle vie della seta).

8. Vi è la necessità di non sottostare più al potere degli agenti subdominanti europei che ci fissano i parametri della vita: dalla lunghezza dei prodotti agricoli (che nasconde la distruzione economica delle piccole aziende agricole soprattutto quelle delle aree interne), alla identità sessuale ( che vela la rottura dei fondamentali legami di relazione tra madre-figlio/a e tra la natura umana e madre natura), all’esperimento del controllo sociale tramite le vaccinazioni di massa ( che cela l’indebolimento del sistema immunitario, la creazione di futuri malati e la verifica di pratiche di reazione popolare agli obblighi imposti) (21). Dice Marco Della Luna:<< Il contratto di appalto per la fornitura dei vaccini obbligatori non è ancora stato reso pubblico, ma se è come gli ultimi, è illegittimo, è un abuso. Il problema di fondo con i vaccini è che i politici (italiani) si vendono per professione e soprattutto che vendono gli interessi nazionali a quelli stranieri, coi vaccini come con le banche, con l’euro, col fiscal compact, coi migranti […] quindi non possono essere mai credibili, quando impongono qualcosa in cui qualcuno guadagna somme. Finché rubano i risparmi in banca è un conto, ma quando per profitto ti entrano nel corpo, è un altro conto >> (22).

Questo è degrado umano individuale e sociale a livello nazionale, europeo e mondiale.

Vi è la necessità di uscire da questa Europa e pensare ad una Europa federata tra nazioni sovrane (23) perché non ha senso stare nella austerità degli investimenti pubblici; nella privatizzazione dei servizi e delle infrastrutture; nel patto del bilancio europeo; nel pareggio di bilancio; nella riduzione del debito pubblico; nella deflazione salariale quale unica forma consentita per la competitività europea che fa bene all’economia del maggiordomo tedesco e alle strategie dei dominanti USA che puntano a disintegrare l’Europa con le sue nazioni per renderla sempre più debole, divisa e strumento di aggressione alla Russia e alla Cina(24).

Bisogna trovare, per dirla con Antonio Gramsci, il sistema di vita originale e non di marca americana, per far diventare libertà ciò che oggi è necessità (25).

9. E’ possibile pensare ad una idea e ad un progetto di nazione capace di recuperare la distruzione storica ( la memoria, l’identità, la tradizione, la cultura ), economica ( le nostre industrie strategiche e la nostra degna industria manifatturiera), sociale ( i servizi fondamentali che incidono sulle condizioni reali ), territoriale ( le risorse, le città, il paesaggio, le infrastrutture ) e geografica ( la posizione strategica mediterranea ); è possibile guardare, nel lungo periodo, alle nazioni e alle potenze mondiali che lottano per un mondo multipolare. Per fare questo e avere un Paese mediamente protagonista nella scena mondiale occorrono gli agenti strategici dominanti capaci di dare un ruolo, una visione, una idea alla nazione Italia; gli agenti strategici dominati possono solo, in attesa di epoche rivoluzionarie fuori dal capitale inteso come rapporto sociale, appoggiare e allearsi ai suddetti agenti strategici dominanti (26).

10. Restano alcune domande a cui la storia italiana contemporanea, soprattutto del secondo dopoguerra, deve dare risposte. Perché l’Italia esprime degli agenti strategici subdominanti così servili e mediocri che non hanno il senso dello sviluppo dell’intero Paese? Perché gli agenti strategici, dal secondo dopoguerra, fatta qualche eccezione che comunque conferma la regola, sono stati espressione di potere (derivante dalla sfera sociale di appartenenza, per esempio, quella economica della famiglia Agnelli) e non di dominio (27) che non hanno pensato allo sviluppo e alle relazioni europee e mondiali della nazione? Perché lo stato, inteso come luogo di una architettura istituzionale di una nazione dove il conflitto per l’egemonia è la norma non l’interesse generale, è stato usato, diretto, gestito da agenti strategici di potere e non di dominio?. Il problema è di egemonia degli agenti strategici che dominano l’insieme della società: è come se gli agenti strategici economici e di altre sfere sociali fossero proiettati allo sviluppo del Paese, ma non riescono ad esprimere egemonia politica.

E’ da rivedere la storia del periodo della ricostruzione e del cosiddetto boom economico italiano come nuovo modello di penetrazione americana in Italia e in Europa che già si differenziava dalla logica coloniale e neocoloniale. Eppure, già il giovane Georg Wilhelm Friedrich Hegel avvertiva il limite di affidarsi alle strategie dei singoli potenti o famiglie di potenti:<< […] La storia insegna quanto la sproporzionata ricchezza di alcuni cittadini sia pericolosa anche per la più libera forma costituzionale, e quanto sia in grado di distruggere la stessa libertà: ci sono gli esempi di un Pericle ad Atene, dei patrizi a Roma-la decadenza della quale invano i Gracchi ed altri, premendo minacciosamente, cercano di bloccare con la proposta di leggi agrarie-, dei Medici a Firenze; e sarebbe importante ricercare in qual misura sarebbe necessario sacrificare il rigido diritto di proprietà per avere una stabile forma di repubblica. >> (28).

11. Attualmente l’Italia è una nazione bordello :<< Ahi, serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello >> (29). Occorre pulire il bordello da rubagalline, imbroglioni, mistificatori e da bari e ridurre la stupidità e l’imbecillità ( ontologicamente intesi) (30): basta pane e feste; bisogna creare un senso da dare alla realtà da trasformare, con un timoniere in grado di guidare nella tempesta mondiale ( multicentrica e policentrica) la nave Paese; in attesa di epoche storiche capaci di esprimere le formazioni sociali autodeterminate (sovrane) e gli agenti strategici dei dominati, in grado di rivoluzionare la realtà verso gli interessi della maggioranza della popolazione. La realtà, come insegna Gyorgy Lukacs nella sua grande Ontologia dell’essere sociale, è da intendere come qualcosa da trasformare e non semplicemente da manipolare e gestire:<< […] Per quanto rilevanti siano le diseguaglianze e profonde le contraddizioni che contribuiscono a determinare il cammino, le fasi del processo complessivo, è certo che il genere umano non potrebbe mai realizzarsi completamente, non potrebbe mai staccarsi dal mutismo ereditato dalla natura, se negli individui non si avesse in modo socialmente necessario una tendenza verso il proprio essere-per-sé: solo essere umani consapevoli di se stessi come individui ( non più singoli che si diversificano solo nella loro particolarità in-sé) sono in grado mediante la loro coscienza, mediante le loro azioni guidate dalla coscienza, di convertire in prassi umano-sociale, cioè in essere sociale, la genericità autentica. Nonostante tutte le ineguaglianze e contraddizioni, lo sviluppo della società su scala storico-universale spinge parallelamente verso la nascita della individualità essente-per-sé nell’uomo singolo e verso il costituirsi di una umanità che nella sua prassi è consapevole di sé come genere umano. >> (31).

Le citazioni in epigrafe sono tratte da:

*Vasco Rossi, Un senso, www.angolotesti.it;

**Concetto Marchesi, Giovenale, A.F. Formiggini editore in Roma, 1921, pag.66

NOTE

1.L’ultima infrastruttura NATO è la trasformazione del Comando NATO di Napoli in Hub per il Sud ( con notevole esborso finanziario a carico dell’Italia), formato dal Comando NATO, dalle Forze navali USA per l’Europa e dalle Forze navali USA per l’Africa, agli ordini dell’ammiraglio statunitense Michelle Howard. I tre comandi di Napoli, sempre agli ordini dell’ammiraglio statunitense nominato dal Pentagono, hanno una “area di responsabilità” che abbraccia l’Europa, l’intera Russia, il Mediterraneo e l’Africa si veda Manlio Dinucci, Per il Sud niente investimenti ma un Hub di guerra, il Manifesto del 18/7/2017; Idem, Pentagono: top secret la dislocazione delle atomiche in Italia, il Manifesto del 22/7/2017.

2.Sulle diverse tipologie delle strutture del sistema di accoglienza italiana si rimanda ai siti del Ministero dell’Interno: www.interno.gov.it/it/temi/immigrazione-e-asilo/sistema-accoglienza-sul-territorio e www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/it/documentazione/pubblicazioni/rapporto-annuale-sprar .

3.Luigi Longo, Gli Stati Uniti e lo spettro della Russia in www.italiaeilmondo.com, maggio 2017; sulla Cina come futura potenza marittima in Maurizio Blondet, La Cina intanto diventa grande potenza navale, www.maurizioblondet.it, 8/7/2017; sulla strategia conflittuale tra le potenze di terra e le potenze di mare si legga la bella sintesi storica di Carl Schmitt, Terra e Mare, Adelphi, Milano, 2002.

4.Paul Craig Roberts, Washington è in guerra da 16 anni: perché?, www.comedonchisciotte.org, 3/7/2017.

5.Paolo Perulli-Angelo Pichierri, a cura di, La crisi italiana nel mondo globale. Economia e società del Nord, Einaudi, Torino, 2010.

6.Massimo Livi Bacci, In cammino. Breve storia delle migrazioni, il Mulino, Bologna, 2014; Enrico Allasino, Le radici sociali dell’immigrazione in Paolo Perulli-Angelo Pichierri, a cura di, op.cit., pp.305-339; per una analisi storica delle forme di migrazioni in Jean-Pierre Raison, Migrazione in Enciclopedia Einaudi, Volume nono, Einaudi editore, Torino, 1980, pp.285-311; per l’analisi della totalità degli aspetti dell’immigrazione in Maria Immacolata Macioti- Enrico Pugliese, Gli immigrati in Italia, Laterza, Bari, 1991.

7.Guido Barbuyani, Cultura, razze, confini in www.eddyburg.it, 28/5/2017. Per un approfondimento si rimanda a Guido Barbuyani, L’invenzione della razza. Capire la biodiversità umana, Bompiani, Milano, 2008.

8.Audizione di Tito Boeri alla Camera dei Deputati del 20/7/2017 in www.webtv.camera.it/evento11618; Relazione annuale del Presidente INPS, 4 luglio 2017 in www.inps.it. Sono molte le critiche e le riflessioni suscitate dall’intervento di Tito Boeri ne segnalo alcune significative: Francesco Forte, Quanti danni fa il teorema degli immigranti salva-pensione, www.ilgiornale.it, 21/7/2017; Eugenio Benetazzo, Soli con loro, www.eugeniobenetazzo.com, 20/7/2017; Alessandro Visalli, Tito Boeri e l’immigrazione: l’assenza di spiazzamento, www.tempofertile.blogspot.it, 26/7/2017; Ennio Abate, Appunti politici: Visalli e i migranti, www.poliscritture.it, 21/7/2017.

9. La domanda mi è venuta leggendo l’articolo di Michele Rallo, Migranti: se sono un “arricchimento” perché gli altri non li vogliono?, www.ildiscrimine.com, 16/7/2017.

10.Luisa Muraro, Non è da tutti. L’indicibile fortuna di nascere donna, Carocci, Roma, 2011.

11. Ministero dell’Interno: Immigrazione, Minniti: Europa e Africa devono lavorare insieme e Dichiarazione di Tunisi: Seconda Riunione ministeriale del Gruppo di Contatto sulla rotta della migrazione nel Mediterraneo centrale (24 luglio 2017) in www.interno.gov.it.

12.Per una lettura geodemografica e del ruolo della demografia nello sviluppo dell’Italia supportato da dati e da analisi interessanti anche se non inquadrate in una logica geostrategica e geopolitica del conflitto mondiale si rimanda a Massimo Livi Bacci, La demografia prima di tutto in Limes n.4/2017, pp.46-47; Idem, All’Italia servono persone prima che braccia in Limes n.7/2016; Germano Dottori, Non sarà l’immigrazione a rilanciare l’Italia in Limes n.7/2016.

13.Sulla distruzione della Libia si invia a Luigi Longo, Che ci fa l’Islamic State (IS) in Libia? Perché non lo chiediamo agli USA, www.conflittiestrategie.it, 2/3/2015; sugli scenari economici che si aprono in Libia si veda Rosanna Spadini, Fincantieri: a volte sei il parabrezza e a volte sei l’insetto, www.comedonchisciotte.org, 29/7/2017; sulle sanzioni USA contro la Russia per le interferenze nelle elezioni americane del 2016 e per le aggressioni militari in Ucraina e Siria (SIC) e i conseguenti danni alle aziende soprattutto tedesche e francesi si veda Maurizio Blondet, Saprà la Merkel gestire in modo razionale l’inevitabile Italexit?, www.maurizioblondet.it, 26/7/2017; Idem, Le nuove sanzioni USA ci rovineranno e l’Europa può farci poco, www.maurizioblondet.it, 27/7/2017; Marco Valsania, Sanzioni alla Russia via libera della Camera USA. Trump “commissariato” in Il Sole 24 Ore del 26/7/2017.

14. Manlio Dinucci, Per il Sud niente investimenti, op.cit.

15.Dante Alighieri, La Divina Commedia. Inferno, Canto XXVI, versi 118-120, BUR, Milano, pp.529-530.

16..Limes n.4/2017, in particolare: Editoriale, pp.7-27; Dario Fabbri-Federico Petroni, Il limes germanico ferita e destino d’Italia, pp.31-39; Dario Fabbri, Spaccata e ideologica. L’Italia tra Germania e Stati Uniti, pp. 75-83; si legga anche l’analisi della situazione europea in relazione agli USA di Gianfranco La Grassa, Dagli USA al mondo: incertezze e imprevedibilità, www.conflittiestrategie.it, 24/7/2017; Idem, Europa unita=Europa sottomessa, www.conflittiestartegie.it, 30/3/2017.

17.Sulle operazioni Mare Nostrum, Triton e Frontex si rinvia al sito del ministero dell’interno (www.interno.gov.it ). E’ stata Emma Bonino a parlare ( perché proprio ora?) dell’accordo di Matteo Renzi. Tale accordo è stato confermato anche da Marco Minniti, si veda rispettivamente Redazione, Migranti in Italia in cambio di flessibilità. L’accusa della Bonino al Governo, www.quifinanza.it, 7/7/2017; Redazione, Immigrazione, Marco Minniti conferma la ricostruzione di Emma Bonino: l’invasione l’ha voluta Matteo Renzi, www.liberoquotidiano.it, 20/7/2017.

18. Prossimamente tratterò il caso di studio del CARA di borgo Mezzanone, un borgo della città di Manfredonia in Puglia, per capire le ragioni e le funzioni delle strutture di gestione dei flussi migratori a livello nazionale come conseguenza delle strategie statunitensi ed europee. Una sorta di intreccio tra sistema locale e sistema europeo e una possibile costruzione della filiera del potere ( non del dominio) della questione migrazioni. Cioè capire le responsabilità dei predominanti USA ( il dominio), la responsabilità dei subdominanti europei ( il potere) e la responsabilità dei servi subdominanti italiani ( il sotto potere).

19.Per una analisi storica delle città ribelli si rimanda, con una lettura critica, a David Harvey, Città ribelli. I movimenti urbani dalla comune di Parigi a Occupy Wall Street, il Saggiatore, Milano, 2013, soprattutto pp. 141-181; sui flussi migratori si veda Gianfranco La Grassa, Chi conduce il gioco e chi dovrà condurlo, www.conflittiestrategie.it , 5/7/2017.

20.Sul regime di servitù nazionale e militare italiana nei confronti degli Stati Uniti si veda l’interessante articolo del Generale Fabio Mini, USA-Italia. Comunicazione di servizio in Limes n.4/2017.

21.Italia 2014 Renzi a Bari promette alle Pharma “ Noi vi garantiamo un progetto di lungo-periodo, invitiamo le università, le imprese a investire i territori a credere nel settore farmaceutico perché il made in Italy non deve significare solo food e fashion ma anche settore farmaceutico” e poco dopo il ministro Beatrice Lorenzin si reca da Barack Obama dove l’Italia viene incensata come capofila della GHSA: l’Italia guiderà nei prossimi cinque anni le strategie e le campagne vaccinali nel mondo. E quanto deciso al Global Health Security Agenda (GHSA) che si è svolto alla Casa Bianca. Il nostro Paese, rappresentato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, accompagnata dal Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) prof. Sergio Pecorelli, ha ricevuto l’incarico dal Summit di 40 Paesi cui è intervenuto anche il Presidente Barack Obama. “E’ un importante riconoscimento scientifico e culturale per l’Italia, soprattutto in questo momento in cui stanno crescendo atteggiamenti ostili contro i vaccini-ha dichiarato il prof. Sergio Pecorelli. Dobbiamo intensificare le campagne informative in Europa, dove sono in crescita fenomeni anti vaccinazioni” in Emanuela Lorenzi, Fanta-epidemia e veri sciacalli, www.comedonchisciotte.org, 26/6/2017.

22.Marco Della Luna, Vaccini: proposta di legge, www.marcodellaluna.info, 9/7/2017.

23.Una Europa federata tra nazioni sovrane significa, come la storia europea dimostra, che non può esserci nessuna nazione egemone all’interno della nuova configurazione, si veda Ludwig Dehio, Equilibrio o egemonia. Considerazioni sopra un problema fondamentale della storia politica moderna, il Mulino, Bologna, 1988.

24.Luigi Longo, L’uscita dall’euro non è un problema prioritario. Priorità è la sovranità nazionale ed europea, www.conflittiestrategie.it, 16/1/2015.

25.Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere, volume III, quaderno 22, Einaudi, Torino, 1975, pp.2178-2179.

26.Sull’aspetto delle alleanze per una fase di miglioramento avendo sullo sfondo un progetto altro della società ( due progetti, due tempi) si veda Pierluigi Fagan, L’eterno ritorno della servitù volontaria. Riprendendo in mano l’intuizione di Etienne de La Boètie, www.pierluigifagan.wordpress.com, 24/7/2017.

27.La capacità di egemonia di agenti strategici come espressione della sintesi nazionale degli agenti strategici di potere delle diverse sfere sociali ( economiche, politiche, culturali, eccetera).

28.Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Scritti politici, a cura di Claudio Cesa, Einaudi, Torino, 1972, pp.344-345.

29.Dante Alighieri, La Divina Commedia. Purgatorio, Canto VI, versi 75-78, BUR, Milano, 1975, pp. 125-126.

30.Maurizio Ferraris, L’imbecillità è una cosa seria, il Mulino, Bologna, 2016.

 31.Gyorgy Lukacs, Ontologia dell’essere sociale, Volume II, Editori Riuniti, Roma, 1981, pp.278-279.