Italia e il mondo

La Cina e i cinesi! Come li vediamo, come si vedono_Con Daniela Caruso

Tempo fa Xi Jinping rimproverò a Trump la scarsa conoscenza della civiltà e del modo di pensare dei cinesi. Non è purtroppo una prerogativa esclusiva di quell’uomo politico. Una civiltà, un modo particolare di pensare proprio di una rappresentazione, può avvicinarsi soprattutto per analogie, specie nei primi impatti, alla comprensione di altre civiltà. Se poi a queste difficoltà si aggiungono l’ostinazione degli stereotipi e le forzature connesse alle dinamiche geopolitiche, al conflitto di interessi e alle manipolazioni del confronto politico, facilmente il conflitto e lo scontro politico possono assumere la veste di uno scontro di civiltà e di una lotta tra il bene e il male. La capacità critica e la conoscenza sul campo di Daniela Caruso ci aiutano a capire, già in questa prima puntata, le caratteristiche e le dinamiche di una formazione sociale e di una classe dirigente tutt’altro che arroccata ed avulsa, per non dire insensibile, dal contesto in cui vive e dalle esigenze espresse dalla popolazione. Una classe dirigente abituata al pragmatismo e ai tempi lunghi dai quali sembre spesso rifuggere chi pretende al contrario di darle ancora lezioni, non ostante gli antefatti dolorosi e ignobili dei quali sono responsabili. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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COVID e vaccini, il dovere della verità_con Max Bonelli

AVVISO!! Il video è stato rimosso da youtube. Rimane disponibile su rumble.

Questo è un dialogo di presentazione di un documentario di indagine delle dinamiche e procedure di adozione dei vaccini anticovid. Le procedure di adozione dei vaccini anticovid hanno goduto di procedure accelerate quantomeno insolite. E’ mancata altresì una adeguata verifica delle controindicazioni emerse in corso d’opera, tanto più che non sono stati rispettati gli usuali tempi di sperimentazione propedeutici all’utilizzo terapeutico. In alcuni paesi tali verifiche sono state praticamente assenti; in particolare in quei paesi nei quali il vaccino è diventato un credo, un dogma indiscutibile, la soluzione salvifica. Il baraccone politico-tecnocratico italiano è stato in prima fila in questa campagna di demonizzazione delle possibili alternative e di approccio unilaterale. La crisi pandemica ha evidenziato, in realtà, tutti i limiti di questa classe dirigente e ha aperto la strada a pratiche di controllo sociale e di gestione prosaica degli affari connessi. Ha evidenziato in Italia l’assenza di un piano di emergenza, l’incapacità di adozione di un piano di azione articolato e differenziato di igiene e sanità pubblica, la reticenza alla sperimentazione di soluzioni terapeutiche diversificate. Un mix esplosivo favorevole all’introduzione di sistemi di manipolazione e controllo sociale ed individuale totalitari e alla proliferazione e coltivazione di interessi lobbistici e di malaffare. Qualche flebile voce sembra emergere anche negli ambienti istituzionali. Il coinvolgimento di un intero ceto politico e di gran parte della classe dirigente nella gestione fanno propendere più verso una strumentalizzazione a fini di regolamento di conti che ad un accertamento serio di responsabilità e di cambiamento delle politiche; almeno sino a quando sarà possibile nascondere il bubbone o sotterarlo nel silenzio. Qui di seguito il link del video originale https://drmorse.tv/video/died-suddenly-documentary/ Buon ascolto e buona visione, Giuseppe Germinario

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Ucraina, il conflitto 21a puntata_azioni coordinate Con Stefano Orsi e Max Bonelli

La mano del generale Surovikin comincia a farsi notare anche sul campo di battaglia oltre che sul più esteso teatro di guerra. Dopo il grande ripiegamento, pressoché indolore, da Kherson, compresa la protezione della popolazione filorussa, questa volta l’impronta è impressa sulla capacità di sostenere, in maniera dinamica, il confronto con l’esercito ucraino su di un fronte ormai ben definito e disegnato. Ormai l’esito del confronto sarà determinato dall’esaurimento di una delle forze in campo piuttosto che dall’avvio di una azione diplomatica, sempre sul punto di emergere, ma senza riuscire ad imporsi. In Ucraina hanno preso piede ormai un vero e proprio regime di guerra ed una economia altrettanto di guerra che ormai procedono per inerzia, per quanto spaventosa. Dal canto loro, gli Stati Uniti, l’attuale leadership, si sono troppo compromessi finanziariamente e politicamente per poter fare un passo indietro. In venti anni hanno creato in Ucraina una vera e propria zona franca nella quale il riciclaggio di denaro, il commercio illegale, le spericolate sperimentazioni di laboratorio fanno da supporto ed incentivo prosaico al disegno di neutralizzazione ed annichilimento della Russia. Una zona franca diventata terreno di pascolo di buona parte del ceto politico responsabile di queste scelte. Nell’altro versante quello che è iniziato come una ipotesi di collaborazione sempre più stretta tra la Russia, la Cina, l’Iran e, un po’ più a latere, l’India si sta tramutando in prime forme di integrazione del complesso militare industriale, nella fattispecie tra Russia ed Iran. Da un mondo unipolare e tendenzialmente bipolare si sta passando ad una fase multipolare sempre più definita. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Le trappole del Medio Oriente_con Antonio de Martini

Il pendolo dei focolai di crisi continua ad oscillare tra l’Europa e Taiwan con una tappa obbligata, ormai da decenni, in Medio Oriente. L’Iran e la Turchia tornano alla ribalta con l’emergere di pesanti crisi interne, ma con alcune novità determinanti: la capacità di reazione e di movimento delle classi dirigenti dominanti e del ceto politico da queste espresso; il contesto geopolitico che vede emergere nuovi grandi attori e che riesce ad offrire una sponda meno precaria a questa volontà di resistenza e di intraprendenza. Gli schemi adottati in Libia e in Siria si rivelano quindi meno efficaci, non ostante la serietà dei problemi interni ai rispettivi paesi. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, il dopo elezioni_Con Gianfranco Campa

Nella prima parte di questa conversazione abbiamo esaminato il voto, accennato ad una analisi sociologica, stigmatizzato le troppe manipolazioni che hanno alterato significativamente i risultati e contraddetto le previsioni. https://italiaeilmondo.com/2022/11/18/… E’ il momento di trarre alcune valutazioni sulle conseguenze di questo voto, partendo dalla incomparabile capacità organizzativa messa in campo dai democratici nel bene e, soprattutto, nel male per finire con le dinamiche che si innescheranno da questo esito. Mani sapienti agiscono intorno al bersaglio grosso da neutralizzare. Il bersaglio a sua volta non sembra attraversare un momento di particolare lucidità. Potrebbe costare caro ad un movimento molto più maturo e disincantato, altrimenti in grado di ostacolare l’avventurismo dell’attuale leadership statunitense. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Ucraina, il conflitto_20a puntata. Punti deboli e punti forti_con Max Bonelli e Stefano Orsi

L’arretramento dell’esercito russo da Kherson ha lasciato perplessi alcuni. I più hanno manifestato entusiasmo per la vittoria decisiva degli ucraini e in particolare del loro regime, giacchè sono pure ucraini la parte consistente di popolazione sulla quale infieriscono i sodali di Zelensky; altri, con fare sornione, intravedono una trappola geniale in un arretramento, in perfetto ordine e con nessuna perdita, comunque difensivo e seguito al precedente arretramento sulla parte settentrionale del fronte. Il protrarsi del conflitto, come ogni evento bellico, sta mettendo a nudo i punti dolenti e i punti di forza di ogni schieramento. Nella sostanza strategica gli uni hanno capovolto al momento le sorti al prezzo della progressiva distruzione del proprio paese, per meglio dire del paese del quali detengono le redini, in condizioni di spossatezza. Gli altri, con ampie risorse ancora da gestire, contengono la pressione sul campo giocando un conflitto su più piani e con interlocutori, di fatto i reali decisori della sorte del regime. Inizia ad intravedersi una prima lacerazione tra i beneficiari di una economia di guerra e gli strateghi del gioco geopolitico che devono conciliare le esigenze di un confronto multipolare con i più prosaici interessi di bottega a corollario. Vedremo se l’inverno porterà consiglio. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti! Una partita truccata_con Gianfranco Campa

Tra aspettative deluse, partite truccate, corti dei miracoli, manipolazioni e reale polarizzazione del confronto politico, l’esito delle elezioni di medio termine influenzerà pesantemente il decorso politico dei prossimi due anni e le dinamiche geopolitiche nel mondo. Non nel senso però auspicato dal movimento MAGA e strombazzato a bella posta dal sistema mediatico. Ha certamente spostato ulteriormente lo scontro politico all’interno dei due partiti. Qualche aggiustamento avverrà anche nelle dinamiche geopolitiche, soprattutto nei punti di crisi più pericolosi. In questa prima parte ci siamo divertiti a mettere a nudo la “creatività” che ormai condiziona pesantemente la gestione e l’esito delle consultazioni elettorali. Nella seconda parte, a breve giro, ne analizzeremo con maggiore solennità le implicazioni politiche. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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L’Ucraina è una cartina tornasole_con Antonio de Martini

L’Ucraina si sta rivelando una vera e propria cartina di tornasole in grado di rivelare gli interessi di fondo, la coerenza dell’azione dei vari attori rispetto a questi e la postura e statura di questi nell’agone internazionale. La Russia, l’Ucraina, la Turchia e l’Italia sono l’oggetto di attenzione di questa conversazione con Antonio de Martini. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti a due giorni dalle elezioni di medio termine_con Gianfranco Campa

Mancano due giorni alle elezioni di medio termine al Congresso Statunitense. Se ne sono accorti anche gli organi di informazione italiani. A loro modo, però. Hanno scelto ancora una volta di fare i ventriloqui delle peggiori manipolazioni in corso nella stampa americana senza nemmeno il sottile velo di ipocrisia che costringe, al di là dell’Atlantico, a ridimensionare o smentire a babbo morto quanto sbandierato. Servitori inutili e sempre più screditati. A giudicare dai comportamenti e dai mutamenti di umore e di rotta, sembra che i giochi siano ormai fatti. L’entità del ribaltone dipenderà più che dagli umori dell’elettorato, dall’efficacia delle manipolazioni dello spoglio elettorale. Non è la chiusura e l’epilogo di un aspro conflitto politico; cambieranno le modalità di svolgimento e le faglie attaverso le quali proseguirà. Emergono, intanto, le prime due vittime designate dal loro stesso fuoco amico: Joe Biden e Kamala Harris. Rimangono da definire i tempi della loro agonia. Più durerà, più saranno le vittime invischiate nel loro abbraccio. Un interregno denso di pericoli, ma foriero di qualche spiraglio di luce. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Ucraina, il conflitto 19a puntata_strategie parallele_con Stefano Orsi e Max Bonelli

Il conflitto in Ucraina sta percorrendo una fase interlocutoria. Interlocutoria non significa stasi, al contrario. La virulenza del confronto impegna almeno tre focolai del lungo fronte sul quale si dispiegano le truppe. La novità sostanziale riguarda il fatto che i russi sembrano aver finalmente stabilizzato il fronte e delimitato con determinazione le linee di difesa. Di conseguenza viene accettato lo scontro, con il relativo prezzo in perdite umane da pagare, soprattutto da parte ucraina. Ormai la partecipazione diretta della NATO nello scontro viene esibita con sempre minori infingimenti un po’ per necessità, viste le pesanti perdite ucraine in uomini e materiali, sia perché la incessante campagna mediatica in corso da mesi ha prodotto la necessaria assuefazione al clima di guerra nei paesi dell’area occidentale. Una assuefazione, però, che dovrà fare ancora i conti con il protrarsi della guerra e con le pesanti implicazioni in ambito socio-economico. Nelle more, anche il confronto mediatico e la gestione del “softpower” appaiono decisamente più equilibrati, specie nelle aree di contesa esterne al mondo occidentale. La guerra sta mettendo in evidenza i problemi e i limiti di preparazione dei contendenti, anche dei russi. Non c’è da sorprendersi. Ogni conflitto è un “work in progress”. Difetta, ancora, altresì, la considerazione dell’entità del disastro negli anni ’90, dal quale la Russia sta emergendo con enormi sforzi ed una crescente ostilità del mondo occidentale. Quello che importa sarà la determinazione, la motivazione e la capacità di attingere dalle proprie rilevanti riserve. Quanto al contesto internazionale, i margini di movimento sono sempre più ampi. Il temporeggiamento non è necessariamente una prova di debolezza; nell’attuale contesto è piuttosto una prova di maturità e di fiducia nel futuro. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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