ReArm Iran 2…e anche Israele_di Fogliolax

Rimpolpiamo l’articolo precedente (qui) con le ultimissime notizie dal Medio Oriente.

· I fatti

I due contendenti non si sono certo risparmiati in questi giorni.

Israele ha privilegiato le azioni di sabotaggio (in stile ucraino) con l’uso di droni e missili azionati dagli agenti infiltrati in territorio iraniano, mentre i caccia solo questa notte sono tornati a martellare con forza. Gli aerei israeliani, sfruttando i cieli aperti (per loro) di Giordania, Siria, Iraq e Azerbaijan, riescono a colpire quasi ovunque da Teheran a Isfahan e persino nella città santa sciita di Mashhad, al confine col Turkmenistan.

L’Iran, invece, predilige gli attacchi notturni (in stile russo) con ondate di droni e missili che esauriscono le difese nemiche. Haifa e Tel Aviv sono quasi sempre nel mirino, ma anche la base aerea di Nevatim e le strutture dei servizi segreti sono state colpite.

In attacco i due nemici più o meno si equivalgono; gli obiettivi preferiti da Israele sono gli aeroporti, le infrastrutture energetiche, i siti militari, di ricerca, nucleari e le figure dirigenziali sia militari che civili.

L’Iran, adottando un’altra tattica russa, centra lo stesso tipo di bersagli.

In difesa assistiamo a qualche progresso per gli iraniani, mentre per gli israeliani non si mette benissimo (lo vedremo tra poco).

· Le persone

In Libano, in Iraq e a Gaza gli attacchi notturni vengono visti come un film all’aperto o uno spettacolo pirotecnico: gente in strada e sui tetti che filma coi cellulari a suon di musica; a Teheran le reazioni sono miste, diverse persone lasciano la città, altre festeggiano in piazza fregandosene anche degli allarmi. Sono balzati agli onori della cronaca due giornalisti che, dopo essere stati bombardati in diretta, hanno ripreso le trasmissioni. Così come il noto professor Marandi scampato a un attacco missilistico, spostatosi in un seminterrato e andato in onda come ospite nel seguito programma del giudice Napolitano, in diretta nientemeno che da New York.

In generale, possiamo dire che il Paese si è stretto attorno ai vertici politici, militari e religiosi.

In Israele i più giovani rimangono in strada o sui balconi per riprendere le battaglie tra i missili e postarle sui social, cosa che ha fatto infuriare l’esercito (come in Ucraina); i meno giovani si riparano nei rifugi sotterranei o nella metropolitana con un misto di paura e nervosismo. Il Paese non si è stretto attorno al governo, almeno questa è l’impressione.

Occorre sempre tenere presente che al di là delle immagini spettacolari, ci sono persone che soffrono e che muoiono. Per quanto fino ad ora il numero delle vittime non sia minimamente paragonabile, ad esempio, a quelle di Gaza o del 7 ottobre, ricordiamoci che ogni vita è sacra.

· Considerazioni tecniche (sono fondamentali in una guerra, vi tocca leggerle)

In attacco Israele sfrutta la sua aviazione decisamente superiore a quella iraniana. Se la guerra dovesse durare pochi giorni problemi zero, se si prolungasse verrebbero fuori le note magagne degli F-35: costi di manutenzione e consumi di carburante disumani, surriscaldamento e malfunzionamenti elettronici in caso di stress operativo.

Quanto agli agenti del Mossad infiltrati che hanno dato un bel vantaggio iniziale ad Israele, vedremo quanto resisteranno alla caccia all’uomo che è iniziata per tutto l’Iran. Sono stati mobilitati i Basij, una sorta di guardia nazionale, e in molti villaggi sono sorte milizie popolari che hanno scovato diversi nascondigli, magazzini e mezzi utilizzati per attaccare i siti sensibili all’interno del Paese.

Pure l’Iran pare non avere problemi ad attaccare, tuttavia la reale situazione delle sue piattaforme di lancio è sconosciuta. Coi primi raid gli israeliani ne hanno distrutte parecchie, anche se (sempre in stile russo) molte erano esche, vale a dire o mezzi vecchi in disuso o veri e propri “fake”.

Passando alla difesa, gli israeliani stanno utilizzando sia il loro sistema a tre strati (corto, medio e lungo raggio) sia le due batterie THAAD made in USA. Il famoso iron beam, un’arma laser, ad oggi non si è visto. Dai video emerge chiaramente come le più avanzate batterie di difesa NATO & friends possano poco contro decine di missili e droni che saturano i cieli. Il discorso vale anche sotto l’aspetto economico: basti pensare che un complesso THAAD costa circa 1 miliardo di dollari chiavi in mano e ogni missile intorno ai 15 milioni, mentre l’ipersonico più costoso lanciato dall’Iran, il Fattah-1, si aggira intorno ai 200 mila dollari. Persino qui si rivedono scene tipiche della guerra russo ucraina, con una differenza di costi tra attacco e difesa a dir poco imbarazzante, visto che per un Fattah vengono sparati dai 6 ai 12 missili intercettori (quelli israeliani costano intorno ai 3 milioni di dollari l’uno).

D’altro canto, l’Iran è ancora alle prese coi problemi creati al sistema difensivo (soprattutto ai radar) dal Mossad. Sta comunque migliorando rispetto ai primi giorni, pare addirittura che abbia abbattuto alcuni caccia di Tel Aviv: meglio attendere una conferma visiva per esserne certi. I sistemi di lancio sembrano ancora in buono stato essendo conservati sottoterra e portati in superficie solo al bisogno.

· Considerazioni politiche ed economiche

La prima e la più importante: qualcuno delle parti in causa ha riflettuto due minuti sulla nuvola radioattiva che si propagherebbe per il Medio Oriente e il Caucaso qualora un paio di missili facessero centro all’interno di un sito nucleare? Anche qui sembra di rivivere quanto avviene in Ucraina con la centrale di Enerhodar: analisi delle conseguenze non pervenuta.

mercati finanziari rimangono dove erano poco dopo lo scoppio del conflitto: questo la dice lunga sul livello di inconsapevolezza che aleggia tra New York e Londra riguardo le ripercussioni di una escalation. È lo stesso schema seguito durante il Covid e la guerra russo ucraina; oggi due morti in meno e quindi va tutto bene e si sale, oggi due missili in meno e quindi tutto risolto e si sale. L’ho analizzato nella “Teoria delle aspettative irrealizzabili”.

Proprio nelle ultime ore, gli USA hanno incrementato il supporto logistico e di sorveglianza satellitare a Israele, spostando diversi aerei nella regione oltre al gruppo di navi capitanate dalla portaerei Nimitz. Lasciando perdere le altalenanti dichiarazioni del presidente Trump, tutto lascia presupporre che gli Stati Uniti interverranno a fianco di Israele.

· Possibili scenari

1) I due contendenti, a corto di munizioni e fatti due calcoli, inveiscono l’uno contro l’altro come nel 2024 diminuendo l’intensità degli attacchi fino a cessarli.

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2) Nessuno interviene, per Israele si mette male e decide di ricorrere all’arma nucleare; è una ipotesi estrema e da scongiurare con tutte le forze; tuttavia, non è da escludere (così come in Ucraina).

3) Gli USA intervengono e la guerra si estende a tutto il Medio Oriente; le basi americane nel Golfo e i Paesi che appoggiano il duo Washington-Tel Aviv vengono attaccati da Teheran; il numero dei morti cresce a dismisura.

4) L’Iran cerca appoggi esterni per contenere gli Stati Uniti senza trovarne; a quel punto si arrocca in difesa con qualche sortita offensiva e alla lunga ne esce vincitore, come gli Afghani e gli Houthi; il problema è che, rimanendo solo, se finisce i missili son finiti, se finisce i soldi son finiti, a meno che…

5) La Russia fornisce (o minaccia di fornire) a Teheran sistemi di difesa avanzati come gli S-350 e gli S-400 (escludiamo i nuovi S-500) molto temuti dai piloti NATO & friends e caccia Su35S (escludo i Su-57) che renderebbero la vita meno facile all’aereonautica israeliana; Trump a quel punto si ricorda di essersi autoproclamato “il pacificatore” e mette un freno al governo di Tel Aviv.

6) La Cina si unisce alla Russia raffreddando gli animi di israeliani e statunitensi; a questo proposito pare che due aerei cargo con supporto logistico partiti da Pechino siano già arrivati in Iran, che fornisce quasi il 15% del fabbisogno annuale di petrolio alla Cina.

7) Le tre super potenze, o solo Russia e Stati Uniti, trovano un accordo e tutti si calmano.

8) A quel punto, oltre a calmarsi, si organizza quella necessaria conferenza internazionale per mettere a punto la sicurezza di Europa orientale, Medio Oriente ed Estremo Oriente.

Ancora una volta e con maggior forza: che Dio ce la mandi buona!

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