LA TESI DEMENZIALE DELL’AUTO-ATTENTATO DI TRUMP._di Giuseppe Angiuli
LA TESI DEMENZIALE DELL’AUTO-ATTENTATO DI TRUMP._di Giuseppe Angiuli
La tesi sostenuta da alcuni segmenti dell’informazione di massa, in sintonia con alcuni settori del mondo della cosiddetta “controinformazione” che, in queste ore, punta a descrivere il tentato assassinio di Donald Trump come una messinscena simulata a tavolino dalla stessa vittima, è semplicemente delirante.
Tutti i bene informati sanno che lo scontro strategico fra Trump e ben precisi settori del deep State USA (tanto per intenderci, quello simboleggiato dal clan neocon della strega Nuland e da suo marito Robert Kagan nonchè dall’altra strega di origini italiane, Nancy Pelosi) è tutt’altro che farsesco.
In Pennsilvanya Trump doveva morire e questo non è certo stato il primo tentativo di eliminarlo fisicamente messo in atto dai suoi nemici: ci avevano già provato a farlo secco almeno altre 4 volte in modo serio, in questi ultimi anni: in una occasione provando ad avvelenarlo col cibo quando era ancora alla casa bianca, in un’altra occasione mirando a colpire con dei razzi l’Air Force One in volo, in un’altra ancora, lanciando un’auto pirata contro il corteo di auto presidenziali in autostrada e, da ultimo, quando non era già più Presidente, provando ad usare un drone contro la sua residenza a Mar a Lago in Florida.
Le anomalie sulle modalità dell’evento, a partire da quella di un cecchino, Thomas Matthew Crooks, a cui è stato consentito di giungere tranquillamente a 150 metri dal palco del comizio, salire liberamente su un tetto e sparare al candidato repubblicano alle presidenziali, durante un grande evento di massa e che poi è stato immediatamente eliminato dagli agenti della sicurezza, non costituiscono affatto elementi a sostegno della tesi demenziale dell’auto-attentato bensì ci forniscono solo la conferma che alcuni settori degli apparati di polizia USA, a partire dall’FBI, lavorano da sempre per l’eliminazione dalla scena di Donald Trump.
L’attentato era vero e reale ma non ha raggiunto i suoi obiettivi: ergo, adesso l’unico modo che i nemici di Trump hanno a disposizione per cercare di trasformarlo in un evento a loro favore è quello di descrivere la vittima come un mitomane che, pur di fare salire il termometro dei consensi a suo favore, avrebbe orchestrato una messinscena in diretta TV, chiedendo ad un cecchino di mirare con un fucile automatico al suo orecchio, da 150 metri di distanza, senza ferirlo a morte (sic!).
Ma tutti i bene informati sanno che l’ultima cosa di cui Trump oggi è a corto sono i consensi elettorali, avendo egli già vinto le stesse elezioni del 2020 (che gli sono state palesemente defraudate) ed avendo egli da tempo già intercettato le corde più profonde dell’elettorato americano, per cui, se vi fosse la garanzia di un confronto elettorale realmente libero e trasparente, tra lui e il rimbambito Biden non ci sarebbe neanche partita.
In altre parole, tutti i bene informati sanno che, se a novembre ci sarà un divario esageratamente incolmabile di voti tra lui e Biden, nemmeno la macchina dei brogli elettorali stavolta potrà fermarlo: ed ecco dunque spiegato perchè i suoi nemici stanno pensando da tempo ad eliminarlo dalla scena in altri modi, col fango giudiziario oppure con l’assassinio.
Alla luce di tanto, posto che l’attentato di Butler è tutt’altro che una messinscena, ciò vuol dire che Donald Trump sia forse un eroe biblico ovvero un salvatore dell’umanità?
Nient’affatto!
Soltanto i bambini deficienti guardano alla politica come ad un videogioco dove i “buoni” e i “cattivi” si scontrano per il controllo delle sorti del mondo.
Trump non è un salvatore dell’umanità ma (come Andrew Jackson, Abramo Lincoln e John Fitzgerald Kennedy) è certamente inviso a dei ben precisi settori del complesso militare industriale americano semplicemente perchè ha una idea diversa dalla loro sulla gestione della fase declinante dell’imperialismo a stelle e strisce.
Trump intende fermare subito il sostegno militare al neonazismo ucraino oltre che provare a cercare un possibile compromesso con la Russia di Putin per poi concentrarsi su altri nemici strategici degli USA, come la Cina o l’Iran: tutto ciò potrebbe verosimilmente determinare o innescare un processo di dissoluzione della NATO o comunque un suo netto ridimensionamento, atteso che, anche per alcuni settori del Pentagono vicini a Trump, il ruolo della NATO oggi è da ritenersi superato.
Trump nuovamente alla casa bianca non lavorerebbe di certo per noi europei (in quanto anche lui vuole una Europa completamente priva di autonomia geopolitica e prona agli interessi americani nel mondo) ma molto probabilmente neutralizzerebbe i settori più bellicosi dell’oltranzismo atlantico, che sono quelli che hanno creato prima l’ISIS in medio oriente e poi l’Ucraina neonazista di Zelensky: un motivo senz’altro più che valido per farlo fuori.
Inoltre, in ambito finanziario, Trump potrebbe avere una idea sua ed originale sulla gestione dell’attuale processo di de-dollarizzazione dei mercati e in questo senso, potrebbe avere sfiorato gli interessi del cartello di alcune note famiglie di intoccabili che, da almeno 3 secoli, dominano le banche centrali e la finanza occidentale lucrando sull’emissione della moneta a debito.
Su questi ultimi aspetti, è bene essere prudenti, prima di capire che cosa si muove effettivamente dietro le quinte ma una cosa è comunque certa: da che mondo è mondo, per questo tipo di interessi in gioco, si è sempre costantemente ricorsi all’intrigo e all’assassinio di uomini in vista e, specie in America, la lista di Presidenti ammazzati per avere sfidato certi interessi di cartello è davvero molto lunga.
Giuseppe Angiuli
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