Crisi pandemica. I vivaci pro e contro di una gestione politica. A cura di Giuseppe Germinario

Qui sotto il resoconto sintetico di un vivace dibattito in corso su facebook, non proprio la sede più appropriata, sui risvolti politici della gestione della crisi pandemica. Gli argomenti addotti sono indubbiamente interessanti ma soffrono spesso di un non detto e di fondamenti comuni impliciti ma non definiti con il necessario rigore tale da stabilire punti fermi più solidi. L’affermazione di potere implicita nelle scelte politiche di soluzione di problemi reali; il controllo crescente come aspirazione di ogni centro decisore politico, ma anche base necessaria di ogni progresso umano; la corrispondenza univoca o meno tra intensità del controllo e affermazione di processi totalitari; la definizione più o meno strumentale e manipolata delle priorità e del terreno di scontro e le modalità di reazione più opportune a questa definizione; la chiarezza nella distinzione tra l’analisi politica e la concreta capacità e possibilità di azione politica. Sono alcune delle questioni implicite che informano il dibattito. Per ultimo una considerazione: è un caso che la fossilizzazione del dibattito sul Green Pass avvenga soprattutto in Italia, poi in Francia e meno in paesi più centrali come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna? Ha qualche significato il paradosso che l’ambizione esplicita al controllo trovi più spazio in Cina, il paese che teoricamente dovrebbe contrastare meglio i propositi di “Grande Reset” e di dominio della cupola capitalistico-finanziaria? Sono i discrimini che separano le interpretazioni delle dinamiche politico-sociali e la valutazione delle capacità e delle possibilità operative e di pianificazione dei centri decisori. Mi pare che si stia perdendo il senso della priorità, della misura e dei tempi di una azione politica di contestazione. Il dato certo sono la progressiva prevalenza di dinamiche, di atteggiamenti e posizioni manichee che non fanno presagire nulla di buono. Sembrano impulsi piuttosto che calcolo politico; parte di scaramucce strumentali, piuttosto che dichiarazioni di guerra. Sono il seme del peggio che può scaturire dalla banalità. Giuseppe Germinario
Alessandro Visalli
Non so se nel frastuono che tutto copre delle polemiche su Green Pass e vaccini ci sia un’astuzia del potere, o se, semplicemente è l’effetto di una banale dinamica autorafforzante del mercato delle ‘notizie’ (il tema ‘vende’), unito alla lotta partitica feroce in corso sottotraccia, entro l’artificiale perimetro governativo (per cui si provoca la Lega, per danneggiarne il leader rispetto ai competitori esterni -Meloni- ed interni -Giorgetti-, e, d’altra parte se ne subiscono i veti, da cui la politica vorrei-ma-non-posso del GP), ma l’effetto oggettivo è quello di una nuvola nerastra e polverosa di polemiche vacue e urlate che nascondono completamente le tantissime cose serie, importanti, persino epocali che stanno accadendo (entro e soprattutto fuori del paese).
La dinamica dei prezzi e della sconnessione delle supply chain mondiali mostra l’avvio di un passaggio tra il modo di produzione neoliberista mondializzato e qualcosa di diverso (quanto, come e quando, nonché dove lo potremo misurare in qualche anno); la ritirata anglosassone prelude ad una avanzata del ‘mondo multipolare’ (che ha molto a che fare con il punto precedente); il lavoro potrebbe cambiare, tornando ad una qualche forma di potere e, al contempo trascinando modifiche della forma territoriale; la risposta politica a queste tensioni di trasformazione potrebbe prendere la forma di un attivismo statalista di nuovo conio. Nessuna di queste cose è già formata, sono tutti piani di conflitto intrecciati e possono andare in direzioni diverse.
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Ma noi discutiamo di ciò che ci viene messo davanti agli occhi. Se uno insiste a sottoporre un tema ciò che bisognerebbe chiedersi non è se è giusto o sbagliato, ma quale altro nasconde. Ovvero, di cosa non si deve parlare.

Thomas Fazi

Attenzione: il fatto che ci sia un’operazione di distrazione in atto non vuol dire che l’oggetto della distrazione non sia reale (anche perché altrimenti non funzionerebbe). Quindi va bene denunciare l’operazione di distrazione (io parlo di strategia della tensione ma il concetto è quello) ma questo, ahimè, non esime dal confrontarsi con l’oggetto della distrazione.

Andrea Zhok

Tutto molto giusto. Succedono un sacco di altre cose importanti in Italia e nel mondo.
Solo mi sfugge come qualcuno pensi di poter eccepire a quei grandi movimenti se non riusciamo neanche a sottrarci a un TSO di massa, dichiaratamente pretestuoso e privo di qualunque fondamento sanitario.
Chissà come bloccheremo le manovre del grande capitale, se il controllo su movimenti e opinioni è illimitato, se non riusciamo neppure a proteggere i nostri figli, se la censura è sistematica, la demonizzazione del nemico pure.
Ah, ma scusa, questo è controllo, imposizione, censura e demonizzazione fatti per una giusta causa!

Pierluigi Fagan

Già. “Noi discutiamo di ciò che ci viene messo davanti agli occhi” e che i nostri e gli altrui occhi riescono a vedere. La dinamica è che c’è chi dice e chi ascolta e chi dà l’agenda. Il livello di questo dibattito è dato dalla qualità dell’ultimo livello, dal livello di chi ascolta. Tutta questa faccenda arriva a colpire direttamente le persone base, decisioni da prendere, paure da gestire, attraverso fatti semplici: farsi o non farsi una puntura, accettare o meno il GP etc. Su questa sensibilità attivata infuria la pressione informativa ufficiale perché ad oggi, in Italia, siamo a circa 67% vaccinati a doppia dose, una percentuale ritenuta insufficiente per arrivare a quella che erroneamente è detta “immunità di gregge” e che statisticamente è solo il fatto che dal 75% in su si è ragionevolmente sicuri di poter gestire l’eventuale pressione ospedaliera che è “il” problema che poi porta a codici colorati e lockdown che poi portano a distorcere i normali comportamenti economici che impediscono l’agognata “ripresa” per cui Draghi si è fatto dare i miliardi condizionati dall’UE. Un “prestito” che non può fallire. Sul fatto che i soldi dati all’Italia siano davvero utili a rimetterci -più o meno- in piedi si giocano molte partire in UE, ricordando che andiamo verso una UE post Merkel. Da cui anche le ambizioni personali tanto di Draghi che di Macron, non a caso i due politici dei due paesi che usano il GP in modo più feroce. La pressione crea disagio perché timori e paure non vengono superate con gli ordini. La mancanza di intelligenza sociale in senso prettamente “politico” di Draghi che culturalmente è un tecnico, più simile all’ingegnere che al coltivatore sociale, non prevede altro che “ordini” non c’è tempo e modo di agire una maniera più sofisticata. Nella forbice tra chi dà questa agenda ed un pubblico ancora per una significativa minoranza restio a conformarsi, c’è chi vede l’opportunità politica e culturale di inserirsi per approfondire la contraddizione. A me pare un calcolo sbagliato ma è solo la mia personale opinione. Del resto, la pressione è tale e la scarsa conoscenza di base è tale, che questo è l’unico livello di attenzione che è attivato, quindi l’unico gioco che si può giocare per chi vuole fare politica nel qui ed ora. Tuttavia, rivolgendomi solo ad uno sparuto gruppetto di non coordinate intelligenze politiche critiche, mi domando se ci si pone la domanda “conviene alimentare questo incendio?”. Intendo il fatto che nonostante il tema attiri con la gravità di un buco nero, forse i più avveduti dovrebbero domandarsi quanto farsi attrarre e quanto resistere e prender altra rotta. Quanto cioè la nostra incapacità non di dire il simmetrico contrario di ciò che viene detto dal potere, che è relativamente facile, ma il fatto che si accetti la loro agenda, sia la migliore garanzia del fatto che le questioni più decisive non verranno trattate ed alla fine, per cause di forza maggiore, mugugnando e maldicendo, questa cosa andrà come deve andare e tutte le altre che rimangono ignorate e non notate, ancor di più.

Andrea Zhok

Pierluigi Fagan Capisco, ma sono in disaccordo. Innanzitutto, la possibilità di sottrarsi al “buco nero” è nulla per una ragione di fondo: in politica è l’agenda del presente immediato a dettare l’oggetto di attenzione, non gli orizzonti più o meno remoti. Io posso vedere che le battaglie strategiche si faranno sull’uso del PNRR, ma oggi si tratta di far andare a scuola, in biblioteca o a lavorare gente che sta semplicemente decidendo del proprio corpo in maniera immediata, e cui questa libertà primaria viene sottratta. Se non hai potere su questo, se una serie di palle raffazzonate pompate dai media consentono di far passare questa libertà primaria in cavalleria, beh, è finita. E’ del tutto inutile discettare del futuro remoto, perché comunque non ne saremo noi i protagonisti.
Io mi rendo conto che se uno prende per buone le fiabe mediatiche sembra che l’oggetto della questione sia una fisima, una bazzecola su cui ci si impunta per oscure ragioni. Solo che NON è così quando si fa una anche breve indagine sui presupposti mancanti per questa operazione. Si tratta di un’imposizione sulla base di un ragionamento utilitaristico dimostrabilmente falso, dove la decisione di cosa è utile pubblico è demandato ad alcune emanazioni del governo, e propagandato dal 95% dei media.
Se un’emergenza costruita ad arte (non il virus, ma il modo di (non) affrontarlo) diviene il passe-partout che mette a tacere ogni dissenso a furor di popolo, immagina quanto sarà facile fare la stessa operazione sugli “impieghi verdi” del PNRR, o su quelli delle “pari opportunità”, o sull’inderogabile “necessità di crescita”, ecc. Su ogni argomento c’è bell’e pronta un’inderogabile emergenza che non può attendere e rispetto a cui chi obietta è solo un rompipalle.

Alessandro Visalli

Andrea Tutto sta su pretese di verità. Se, ovvero, sia vero che sono “palle raffazzonate” e “dimostratamente falso” o meno. Ho letto i paper che mostri, non tutti, ho anche da lavorare nella vita e non sono un virologo e non mi pare lo confermino (ma, scusa dimentico – anche io so usare il registro ironico/polemico – quelle sono frasette messe per farsi pubblicare). Certo, poi, se rubrico quel che non mi quadra come “frasette” e prendo di un testo solo quel che mi si adatta al frame che mi sono fatto, allora viene facile. Che dici leggiamo così anche la letteratura che conosci? Ha, ma è un piano mondiale per vendere vaccini (invece di farmaci che costano molto di più)? Oppure per il Grand Reset? Cosa altro? Che possa essere più semplice, agende eterogenee che si scontrano, opportunismo, confusione, tendenza ad applicare le soluzioni già pronte e facili rispetto a quelle difficili e/o ignote, vincoli di sistema (europei), classica logica DAD (Decidi, Annuncia, Difendi), no. Più bello vedere che c’è un cattivo (quello che si dice buono, ovviamente) e ci sono delle vittime inermi.

Pierluigi Fagan

Andrea Zhok Sì questo l’avevo capito come tua posizione, mi era chiaro. Non so, sono differenti valutazioni Andrea. Ho detto anche io che per chi vuole far politica nel qui ed ora, se questo è il tema del giorno, questo è il gioco. Però c’è anche da rimarcare che negli ultimi anni, ci sono stati altri incendi che sembravano promettenti, penso al “sovranismo” o al “populismo”, ridotti ormai a braci spente e sono pure fenomeni relativamente recenti, consumati in breve tempo. Sono almeno quaranta anni che in Occidente si mette a tacere o s’ignora o si isola ogni dissenso, non credo che si possa invertire la tendenza su questa nuove linea di fronte che cumula tra l’altro posizioni assai diverse che vanno da più che condivisibili resistenze “giuridiche” a vari tic psicotici anarco-libertari a paranoie personali. Sono due piani diversi, c’è la posizione sul discorso e la costruzione del discorso. Non credo che sommando posizioni sul discorso si riuscirà a costruire un discorso diverso. Molti che oggi sono anti-green pass domani saranno più che a favore di altre posizioni più che conformiste su altri argomenti. Comunque, non è faccenda da bianco o nero, se c’è chi vuole ingaggiarsi sul tema, bene lo faccia. Quello che più mi preoccupa è che non pare esserci più qualcun altro che porti avanti gli altri.

Andrea Zhok

Alessandro Visalli Guarda, se hai letto il dialoghetto che ho postato l’altro giorno, con le note, c’è tutto quello di cui c’è bisogno per farsi un’idea. Non è necessario essere persuasi di ogni dettaglio. Basta essere persuasi di alcuni punti elementari, cioè del fatto che è una balla incontrovertibile:
1) che i vaccinati non contagiano;
2) che se non vacciniamo tutti avremo di nuovo gli ospedali in overbooking;
3) che così facendo eradicheremo il virus attraverso l’immunità di gregge.
Questo è sufficiente per sapere al di là di ogni possibile dubbio che l’operazione è una – mi voglio esprimere con garbo – puttanata criminale.

Alessandro Visalli

1- non sono d’accordo (i vaccinati possono contagiare, talvolta e meno, c’è tutta la differenza pertinente per una logica epidemiologica). 2) si. Ma il numero non è ancora sufficiente, basta contare i posti letto in terapia intensiva e confrontarli con il potenziale di 5-6 milioni di vulnerabili. Su questo, però, si può arrivare forse anche con meno enfasi (forse, non ho visto i modelli e non ne conosco l’affidabilità). 3) Si, assolutamente. Il Virus è chiaramente non eradicabile (il che è una tragedia, per cui va nascosta. Questa critica è giusta, ma, purtroppo non stupisce, basta aver letto anche solo distrattamente la letteratura americana sulla teoria delle decisioni pubbliche). Dunque NI, è un caso di decisione difficile con agende plurime. Criticabile, anche aspramente, ma per le ragioni corrette.

Andrea Zhok

Pierluigi Fagan Quella sul GP non è una battaglia su fronti filosofici. Ci partecipano comunisti e anarchici, liberali e neofascisti e leghisti, (piddini no). Non è che alla fine si fonderà un partito. E’ una battaglia specifica (le uniche, incidentalmente, che accreditano davvero). Ma la concretezza di poter decidere del proprio corpo (o di quello dei propri figli) è una cosa talmente primordiale, talmente potente e ovvia che non è possibile fingere che sia una bazzecola. (Ed è questo punto che mi sconcerta in chi invece pensa che imporre una cosa del genere da parte di uno Stato neoliberale sia una quisquilia.)

Pierluigi Fagan

Andrea Zhok Andrea, non sono appassionato come te sul tema, ma davvero ti risultano esser questi i punti del discorso? Chi davvero sostiene che i vaccinati non contagino? Contagiano forse un po’ meno. Chi ha mai davvero detto che dobbiamo vaccinarci tutti? Nei fatti, ad esempio la Danimarca, ha appena tolto ogni restrizione al raggiunto limite del 75% dei vaccinati. Sembrerebbe puntino ad un rischio calcolato e gestibile non a eradicare il virus. Sanno tutti e da due anni che a queste dimensioni di circolazione il virus non si eradica, il virus si gestisce. Poi sul fatto che come hai giustamente scritto si possa gestire anche meglio con procedure sanitarie che non si risolvono unicamente col vaccino, sono ovviamente più che d’accordo. Ma questi sono punti dentro il problema, è il contesto del discorso pubblico e sul subirne la struttura che politicamente stavamo ragionando.

Maurizio Denaro

se mi permettete, devo dire che spiace molto vedere una sorta di incomunicabilità tra persone che reputo non solo intelligenti non solo acculturate ma anche schierate su posizioni di critica radicale al sistema. Purtroppo anche questo è effetto della pandemia e della gestione, politica, della pandemia. Purtroppo non c’è stata alcuna vera analisi critica di tutta la faccenda, ed oggi il grande problema è che la propaganda del potere ha portato a creare due posizioni, che alla fine sono figlie dello stesso processo logico-manipolativo. Andrea ha molte ragioni, ma, se mi permettete voce da esperto, molte imprecisioni, che oggi fanno la differenza. Peccato che non si possa in una sede più consona discutere apertamente e identificare i dettagli, che son quelli che poi creano le grandi confusioni. In ogni caso, volenti o nolenti la pandemia è lo strumento biopolitico che il capitale sta usando per le sue ristrutturazioni e per creare le nuove di sfruttamento

Alessandro Visalli

Maurizio Denaro certo che lo è. Il capitale (che non è un soggetto, ma una logica di sistema che si impone ai soggetti) si adatta a d ogni condizione seguendo il proprio principio di autoaccrescimento. Quindi in un certo senso lo usa per la ristrutturazione, solo che non “usa”, e non “crea”, si potrebbe scrivere <la situazione crea nuove forme di sfruttamento>.

Andrea Zhok

Se non intendi vaccinare tutti perché premi per vaccinare quelle fasce che palesemente non rappresentano un problema sanitario significativo e che al contempo non presentano sperimentazione di sorta (giovani sotto i 16, donne incinte)?
Chi ha mai detto che il 75% per cento è una cifra adatta a limitare i contagi e i decessi? E’ una percentuale del tutto gratuita, perché non stiamo da tempo ragionando più in termini di ‘immunità di gregge’. Il punto è vaccinare chi, non quanto.
E soprattutto, e cerco di contenere la mia rabbia nel dirlo, CHI ti ha dato il permesso (non a te, è retorico) di impormi la somministrazione di un prodotto farmaceutico che NON può essere stato adeguatamente testato, su cui è stato messo su un impianto di controllo ridicolo, e che ha già mostrato effetti collaterali gravi? Ci si rende conto del livello di abuso di un atto del genere?

Pierluigi Fagan

Andrea Zhok Eddaje! E’ un abuso giuridico su questo non ci piove. Bene notarlo, sottolinearlo, scriverci sopra, ok. Non credo sia politicamente la battaglia del secolo ma è bene farci qualche resistenza, concordo. Ho fatto un ragionamento, ipotetico: debbono arrivare a … ? 73%? 75%? 80% quanto più tanto meglio dal loro punto di vista. Sparano in tutte le direzioni per far salire quella percentuale che poco meno di un mese fa era al 63%, sale quindi molto più lentamente dell’auspicato. Vanno di fretta, debbono raggiungere percentuali più alte entro ottobre quando le relazioni umane e sociali tornano allo standard. Se falliscono la piena ripresa economica sono fottuti. Quindi vanno per le spicce. Tutto l’arco parlamentare lo sa ed infatti fanno pippa, incluso l’opposizione da twitter che tanto cambia niente nei fatti. Ma ripeto, se iniziamo una discussione sul peso che l’argomento ha o dovrebbe avere nel dibattito pubblico, specie quello critico e finiamo a discutere di nuovo dell’argomento in sé per sé, allora facciamo altro che confermare che l’argomento è tutto ciò di cui c’è da discutere. Il che mi trova in disaccordo, tutto qua.

Luca Bertolotti

Maurizio Denaro sottolineo e ribadisco ” molte imprecisioni” . Come si possa costruire un discorso sensato senza aver capito il risultato dell’enorme cherry picking effettuato e utilizzando la fede in farmacisti, odontoiatri e fisioterapisti guidati da avvocati che in 16 mesi non hanno prodotto un cavolo di report sui risultati delle loro terapie precoci, non è dato sapere

Pino Timpani

Pierluigi Fagan è esattamente così, va anche aggiunto che in questa vicenda della pandemia chi ne esce meglio è il sistema cinese che ne può trarre una notevole accelerazione. Inoltre hanno un ulteriore vantaggio nel fatto che hanno ancora, diversamente che l’Occidente, un predominanza della politica sulla finanza. E’ anche vero che c’è il partito unico, ma se dovessimo comparare a fondo i due sistemi, quello cinese risulterebbe più democratico del nostro, perché quanto meno esiste un processo decisionale che coinvolge molta più popolazione, mentre a noi viene propinata una politica spettacolo, ricca di marketing e sondaggi e soprattutto completamente succube degli interessi della finanza. Mi sembra emblematica la situazione attuale del personaggio Salvini che è ora nelle mani di Draghi o anche l’atro personaggio, Meloni che fatica sempre di più a nascondere le finzioni. Ha detto bene molti giorni fa Alessandro Visalli: questa “battaglia” sul green pass si svolge sullo stesso campo liberale e quindi non può fare altro che alimentare e far stravincere quella ideologia. Inoltre, questo è uno dei più fumosi movimenti mai visti, destinato ad evaporare in mille direzioni, come hai fatto notare.

Roberto Buffagni

La cosa più importante secondo me è la “nuvola nerastra e polverosa “, una malattia psichica che in confronto il Covid19 è un cioccolatino. Ansia, nervosità, paranoia, brutalità, ipocrisia, menzogne a raffica, sguaiataggine, incitazione a disumanizzare, e tutto ciò dovunque. Normalità psichica che diviene una eccezione.