Mutazioni alla Casa Bianca, di Giuseppe Germinario
Qui sotto il link di una intervista a Steve Bannon, ormai prossimo ad uscire dallo staff presidenziale. Non ho il tempo per offrire una versione in italiano, ma con un buon traduttore, si può cogliere appieno la rilevanza ed il significato dei suoi argomenti. La normalizzazione di Trump procede ormai a passo sostenuto. In particolare è ormai evidente:
- la divergenza in politica estera riguardo alla rilevanza prioritaria della Cina come avversario strategico;
- la divergenza sulla gestione della crisi coreana vista l’insostenibilità di uno scontro militare dall’esito catastrofico e suscettibile di alimentare il peso della Cina;
- la strumentalità delle accuse di simpatia e connivenza con la destra suprematista e razzista che investiranno sempre più Bannon;
- il velleitarismo, a mio parere, della scelta di operare piazzando all’esterno dello staff presidenziale, non si sa con quale mezzi, i portatori di una politica di opposizione decisa alla Cina;
- la speranza di aprire contraddizioni anche nel campo democratico sulla base di un nazionalismo estraneo alle tentazioni etnico-razziali
- alla base del confronto la considerazione se l’attuale sistema di relazioni, in particolare economiche, sia in grado di garantire la coesione della formazione sociale statunitense
Dopo l’intervista a Bannon, segue una dichiarazione di Roger Stone, il principale artefice dell’elezione di Trump, precedente all’intervista e critica delle scelte di Bannon. Molto significative le sue critiche a Bannon, vista anche la consolidata amicizia. Appena possibile cercherò di fornire una trascrizione anche di questa. Alla luce di quanto esposto assume ancora più importanza il podcast di Gianfranco Campa del 15 agosto che invito a riascoltare
il primo link
http://prospect.org/article/steve-bannon-unrepentant
il secondo link