Commedia in più atti, di Roberto buffagni – L’INQUIETANTE AZIONE A DISTANZA, di Pierluigi Fagan
Tiro a indovinare sul fantastico episodio comico-carnevalesco appena conclusosi in Russia.
Prigozhin, un ibrido russo tra capitan Fracassa e Pulcinella degno della penna di Gogol’, si gonfia come un ranocchio per l’importante ruolo svolto dalla Wagner (che lui non dirige ma rappresenta e possiede) nella guerra in Ucraina. Inizia una faida in pubblico, con toni da pescivendola ubriaca, contro Shoigu e Gerasimov, accusandoli di tutto e di più. I due bersagli non rispondono pubblicamente per non dargli importanza, ma avviano la procedura per togliergli il pulpito da cui gridare a vanvera: integrazione della Wagner nell’esercito regolare.
Al dunque-ultimatum, Prigozhin rifiuta, e avvia un’azione dimostrativa. Non ha intenzione di fare un colpo di Stato, vuole solo fare un’escalation nella trattativa, persuaso che se muove i suoi soldati, il presidente Putin, costretto a scegliere tra gli eroi di Bakhmut e i corrotti e antipatici Shoigu e Gerasimov, sceglierà gli eroi popolari. Più o meno, come quando in una serrata trattativa uno tira fuori la pistola e non te la punta addosso, ma la posa sul tavolo e ti sorride.
Alla gran parte dei militari della Wagner Prigozhin racconta balle, NON dice che cosa ha intenzione di fare. Lo dice solo ai fedelissimi, quelli che probabilmente si sono intascati larghi bonus dai traffici in cui Prigozhin è maestro da sempre. Questi ultimi sono poi i 5.000 circa che sono partiti per Mosca.
Irrompe la realtà: l’adulto nella stanza, il presidente Putin, emette un comunicato inequivocabile: questa è insurrezione armata contro lo Stato in tempo di guerra, insomma è tradimento, guai a voi.
Travolto dalla dinamica che ha innescato, Prigozhin continua la sua farsesca azione sovversiva, ed emette comunicazioni sempre più assurde e contraddittorie. Le personalità che nei mesi precedenti lo avevano o incoraggiato o lasciato fare per loro ragioni (rivalità assortite nella classe dirigente russa), spariscono come nebbia al sole.
Prigozhin si accorge di essere rimasto solo come un cane in chiesa. Putin, dimostrandosi un grande statista e un uomo di raro equilibrio psicologico, gli fornisce una via d’uscita per evitare lo spargimento di sangue tra commilitoni in guerra, nonostante che ciò danneggi seriamente, almeno nel breve periodo, la sua immagine (chi comanda in Russia? Putin ha la situazione sotto controllo?).
Non credo che Prigozhin abbia concordato la sua azione con servizi segreti stranieri. È probabile che i servizi d’informazione stranieri abbiano avuto sentore delle sue intenzioni, e lo abbiano incoraggiato INDIRETTAMENTE. Il colpo di Stato aveva probabilità zero di riuscire: solo un pazzo tenta un colpo di Stato in un paese che sta VINCENDO una guerra. Era però ovviamente utile ai nemici della Russia il danno politico all’immagine internazionale della Russia che l’azione inconsulta di Prigozhin avrebbe provocato, e utile la distrazione dal fallimento catastrofico dell’offensiva ucraina.
La vicenda si è chiusa al meglio. Il danno politico è serio ma non irreparabile. L’ aspettativa di vita di Prigozhin non è migliorata. Il danno politico subito dalla Russia e dal suo presidente è serio ma non irreparabile. Nel prossimo futuro assisteremo a un giro di vite legale, che aumenterà i poteri di controllo dell’esecutivo, e a una serie di “spostamenti laterali” di personalità politiche e militari che non hanno fatto quel che dovevano fare. I nostalgici dell’URSS e dello zarismo avranno diverse soddisfazioni.
Sintesi: con la Russia non ci si annoia MAI.
Invito a leggere anche la bella analisi di Pierluigi Fagan, che ho appena letto e condiviso sulla mia pagina. Il “colpo di Stato” tra molte virgolette si Prigozhin è stata una cosa semiseria, e qui la racconto sorridendo; ma cose più serie avvengono all’interno della classe dirigente russa, dove è in gioco la successione al presidente Putin. Pierluigi le mette in luce da par suo.
L’INQUIETANTE AZIONE A DISTANZA. [O Wagner ed il Crepuscolo degli dei] Quando Newton osservò precisi movimenti nella rotazione dei pianeti intorno al Sole, dedusse una legge, la legge di gravità. Questa si basava su una “forza” ovvero qualcosa che attirava i pianeti tra loro evitando partissero per la tangente come in una giostra impazzita. Pur apprezzando con grande riconoscimento l’individuazione della sua legge, molti rimasero perplessi su questa “forza” misteriosa e definirono la cosa come una “inquietante azione a distanza”. Puzzava di metafisica più che di fisica.
Un paio di secoli dopo, Einstein, spiegò la faccenda in altro modo. Le masse curvano lo spazio come una biglia di ferro farebbe su un telo teso (lo spazio, anche se la metafora è in 2d e lo spazio è in 3D, anzi in 4d ma lasciamo da parte il tempo). I pianeti ruotano intorno al Sole e per la sola energia cinetica effettivamente schizzerebbero via per la tangente, ma, essendo lo spazio curvato dalla massa del Sole, sono altresì risucchiati verso di lui. La faccenda quindi è in equilibrio, i pianeti non schizzano via, non precipitano verso il Sole e noi siamo qui a poterne parlare.
La storiella ci serve per segnalare come la nostra ricerca delle cause, sia condizionata dall’inquadratura. Se non metti lo spazio o non consideri lo spazio una cosa, non puoi che dedurre una “forza” misteriosa che agisce a distanza, se metti lo spazio e lo consideri una cosa, c’è la sua curvatura e tutto torna nei meandri della semplice fisica.
Così, se non consideri lo stato del potere in Russia, stato che va ben oltre Putin a dispetto delle stupidaggini propagate dalla narrativa che doveva supportare la storiella “autocrazie monolitiche” vs “democrazie pluraliste”, quello di Prigozhin è un atto mosso da inquietanti forze di azioni a distanza (Americane? Britanniche? Ucraine? Etc.). Ne consegue che Prigozhin, essendo mercenario, avrà preso i soldi (ma già ne aveva un bel po’) per produrre chissà quale risultato poi. Arrivare a Mosca con le sue truppe scelte? Cioè assaltare il centro di una potenza multi atomica con almeno 800.000 affettivi regolari al centro di una rete di alleanze internazionali, con i vantati 25.000 spartani (sicuri? ma chi li ha contati?)? Diventare Zar? Diventare ministro al posto di Shoigu? Mostrare le debolezze di Putin per poi ripiegare a Minsk dove fra qualche mese berrà il famoso brodino al polonio stirando le zampe ma con un sacco di soldi sotto il materasso? È evidente che molta gente abbia l’immaginario condizionato dai fumetti e da Netflix e piuttosto che avventurarsi a scrivere di politica farebbe meglio a concentrarsi su Zerocalcare e fare “critica culturale” che almeno è più innocua.
Se consideri lo stato del potere in Russia, può darsi la faccenda diventi un po’ più complicata ma più realistica. Partiamo dal “potere di Putin”. Ma davvero qualcuno pensa che un uomo solo abbia il potere di soggiogare un primo livello che domina un secondo, che domina un terzo e via giù fino alla massa? O forse c’è una costruzione in equilibrio di forze di cui la stella centrale è l’equilibratore, equilibratore per altro necessario al funzionamento di tutto il sistema di cui le parti sono appunti parti?
Putin annuncia che non si presenterà alle prossime elezioni del 2024 e lo fa mesi e mesi prima del 24 febbraio dell’anno scorso. I motivi sono vari ma tutti solidi, tutti gli analisti di ogni parte del mondo sapevano questo, non era in discussione. Si capisce che normalmente i più si occupano dei casi propri e non stanno certo lì a seguire le questioni di politica interna russa. E si capisce che i più come non pensano al passato che ignorano non pensano neanche al futuro e quindi non notano che manca un anno alle elezioni presidenziali russe, sempre che si tengano? Chissà, magari a qualcuno a Mosca premeva render noto a Putin che quelle elezioni si dovranno tenere, guerra o non guerra, perché i pretendenti al trono (le parti) sono lì in fervida attesa per giocarsi la partita; quindi, la partita si dovrà giocare o salta tutto il gioco.
Prigozhin ha agito senz’altro per suoi personali motivi di sopravvivenza pratica, ma nessun analista ha mai pensato fosse un pazzerellone, gli si attribuiscono lucida razionalità e ben sviluppato senso strategico che in genere comporta anche una notevole furbizia. Non si può escludere che abbia mandato e ricevuto segnali a qualcuno nell’altro schieramento (Britannici? Ucraini?). Ma propri perché lucido e razionale, non potete pensare che un tipo così si metta a marciare su Mosca per diventare Zar o ministro della Difesa, magari pagato dalla CIA, senza scadere nel format Netflix, irrealistico, favolistico, inconsistente. Forse così ragionano i commentatori sulla 7, pagati per fare intrattenimento, non certo Prigozhin. Senza la fisica del potere vale qualsiasi storiella. E’ proprio per non mostrare la fisica pluralista del potere in Russia che i commentatori televisivi inventano storielle (Putin è pazzo, Putin vuol essere Zar, Putin ha il cancro, Putin è malvagio, Putin è un Hitler che ce l’ha fatta) che inducono ad inventare contro-storielle.
Ma se mettete Prigozhin dentro la dinamica della successione al potere russo la cosa prende più senso, forse la fisica del potere ci può aiutare Lì ci sono nazionalisti puri e duri, ma poi da vedere se di ultradestra o sinistra, neoconservatori ortodossi, slavofili, asiatisti multipolaristi, filo-tedeschi in gramaglie, oligarchi (gente che sta perdendo vagonate di soldi, in molti casi), politici filo occidentali ma non tanto per ragioni politiche bensì per volgari ragioni di college per i figli e ville di lusso in posti caldi ed eleganti che piacciono a tutti, più che dacia vista Caspio direi, militari (importanti in Russia, ma con molteplici idee e sfumatura), gente con semplice volontà di potenza esuberante (ce ne è in politica ovunque nel mondo), ma poi anche quelli che pensano che i russi siano gli europei orientali e non certo gli asiatici occidentali, che si disgustano all’idea di stringere la mano di un pakistano o un tagiko delle steppe ed in fondo disprezzano anche un piccolo cinese giallo e incomprensibile, nonché i liberali “perché non diventiamo come gli europei veri?”, più quelli che vorrebbero la Russia così o la Russia colì e chi più ne ha più ne metta, inclusi quelli che provengono da più di 200 etnie e vorrebbero più posti al sole di quelli di San Pietroburgo, i boiardi di Stato (tra cui Gazprom che pare Putin abbia autorizzato poco tempo fa a farsi una sua forza armata modello Wagner), poi quelli che in Ucraina vorrebbero più guerra tra cui Prigozhin fino all’altro ieri o niente guerra come Prigozhin ieri, se mettete tutto queto allora forse il pezzo da matto di Prigozhin che non è un cuoco ma uno che ha fatto i soldi son la ristorazione tanto quanto c’è chi li ha fatti con le palazzine e le televisioni, porta a pensare che c’è un pezzo di storia che né conosciamo, né possiamo conoscere visto che qui nessuno ha interesse ad indagare e loro sono comunque ben contenti di celare.
Prigozhin e Putin o Shoigu, dato per successore certo da tutti gli analisti occidentali ben prima dell’inizio della guerra in Ucraina, sono i pianeti del sistema visibile. Ma per capire forse ciò che sta succedendo in Russia conviene allargare l’inquadratura e se non c’è un Einstein a spigarci la geometria non euclidea dello spazio politico russo, dobbiamo portare pazienza e dire “non so”. Ma almeno so di non sapere, che è già un bel passo avanti, di questi tempi.
In fondo, il “potere” in Russia funziona esattamente come da qualsiasi altra parte nel mondo, cambia solo il format con cui si esprime la sua fisica.
Può darsi Prigozhin e chi con lui abbia perso, magari ieri Fsb s’è presentata a casa di qualcuno e non certo col sorriso, non lo sappiamo e chissà se mai lo sapremo. L’hanno mollato e Luka (su mandato di Putin) ha fatto veramente da intermediario per salvare Wagner che è una struttura importante per la geopolitica russa (vedi Africa). O forse Prigozhin e chi con lui ha vinto e Putin, nei prossimi giorni, settimane, mesi, mostrerà che la gara alla successione si terrà (chissà, magari nei giorni scorsi al Cremlino girava la voce che non si poteva andare ad elezioni stando in guerra), nulla è deciso (da lui) e lui si limiterà a fare da arbitro ed equilibratore del gioco che è poi il bene comune di tutte le parti in competizione. O forse ha pareggiato, Putin ha preso qualche impegno ma chissà poi se lo manterrà; tuttavia, prima di mettersi davvero e sparare conveniva a tutti passare ad altra metrica e riportare tutto sotto il velo di Maya che “il mondo ci guarda” tra cui gli alleati, ieri comprensibilmente nervosi, inclusi quelli gialli. Troppa competizione può rompere il trono per cui si compete, a chi conviene? Pare neanche a Washington convenga trovarsi con un punto interrogativo in cima a 1500 testate nucleari operative.
Ansia da “ma come è andata davvero?”? Contenetela, è cattiva consigliera della cognizione. Un consiglio? Non andate troppo vicino alle notizie, per lo più sono false o distorte, altre decisive, mancano.
Quindi, si vedrà. Dispiace, ma anche su Netflix quando sembra che si stia arrivando al finale della serie, ti rimandano ad una nuova stagione. I processi politici e la storia uguale.
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