Stati Uniti, il ritorno dei naufraghi_con Gianfranco Campa

Negli Stati Uniti stiamo assistendo ai primi segnali di un ribaltamento della narrazione che ha giustificato sino ad ora la gestione della pandemia da parte dell’establishment dominante. Di fronte alla evidenza stridente della realtà, alle nubi che si affacciano all’orizzonte circa il dissesto economico provocato e le probabili implicazioni di lunga durata delle scelte farmacologiche adottate in grande fretta diventa sempre più arduo proseguire sulla stessa strada non ostante il sostegno monolitico della gran cassa mediatica. Rappresenta il tentativo, probabilmente estremo, di consentire ai naufraghi dell’attuale panorama politico non solo di riemergere dalla crisi di consenso, di autorità e di autorevolezza in cui sono sprofondati, ma di riprendere saldamente in mano il controllo della situazione, riuscendo nel capolavoro di coinvolgere pesantemente nella responsabilità di una gestione fallimentare e cinica Donald Trump. E’, infatti, il primo reale momento di rottura, probabilmente non ancora irreparabile, del profondo legame dell’ex presidente con lo zoccolo duro del suo elettorato, grazie anche ad una clamorosa ingenuità. Non sappiamo se fatale. Siamo ancora agli inizi e il finale dello spartito non è ancora stato scritto. Richiederà il sacrificio di alcuni capri espiatori in campo democratico e neocon. Le incognite però sono ancora troppe: il caso Epstein, di fatto oscurato, ma non ancora chiuso; il dilemma dei rapporti con la Cina e soprattutto con la Russia non più eludibile, grazie ai passi intrapresi da Putin e Lavrov; l’immigrazione sempre più incontrollata e la situazione economica a dir poco incerta; gli stati federati che sempre più intraprendono iniziative contrastanti con gli indirizzi del governo centrale; la polarizzazione drammatica all’interno del Partito Democratico; le possibili alternative che stanno emergendo nella leadership trumpiana. Tutti fattori che rischiano di risucchiare la ciurma dei naufraghi proprio nel momento in cui riescono ad aggrapparsi a qualche relitto per rimanere a galla, rendendo improcrastinabile l’avvento di nuovi timonieri. Sempre che ci siano. In Italia i sintomi di una crisi quantomeno di autorevolezza non mancano; come al solito la classe dirigente tarderà a cambiare lo spartito, scritto da altri e riprodotto malamente dai nostri epigoni. Buon ascolto_Giuseppe Germinario

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Stati Uniti! Percorsi paralleli…per ora_Con Gianfranco Campa

Qualsiasi formazione sociale, prima o poi, è costretta ad affrontare una situazione di crisi della propria classe dirigente e del corrispondente ceto politico. La dinamica di queste crisi è una particolare cartina di tornasole utile a definire queste fasi di transizione come un percorso di declino oppure di trasformazione attiva e rigeneratrice. Un indizio significativo è la capacità di ricambio e rinnovamento di soggetti promotori e protagonisti. Negli Stati Uniti stiamo assistendo a due tendenze apparentemente contraddittorie. Da una parte, nel campo democratico e neoconservatore, alla parziale riproposizione di personaggi in grado di proporre spartiti ormai ripetitivi e desueti; maschere consunte ormai in grado di incantare, con la loro narrazione e in un quadro di degrado morale e di corruzione di costumi sterili, fasce sempre più ristrette di pubblico; dall’altra ad una dinamica del confronto politico tra due forze che, impossibilitate a comunicare e incapaci di definire un terreno comune di gioco, ormai procedono lungo percorsi paralleli sino a creare luoghi propri e separati di comunicazione, di organizzazione sociale, propri canali di finanziamento. Una situazione che non potrà protrarsi ancora per troppo tempo, pena il disfacimento dell’attuale formazione socio-politica statunitense. Una situazione che potrà trovare una soluzione di continuità quando una delle parti avrà saputo completare la propria fase di rinnovamento e di formazione di una classe dirigente e di un ceto politico presentabile e convincente. Al momento è il movimento legato a Donald Trump ad avere più prospettive di successo e a offrire una qualche prospettiva realistica a quel paese. Il fatto che una parte dell’establishment sempre più significativa abbia preso atto di questa dicotomia e stia scegliendo, a differenza di quattro anni fa, quest’ultima componente rivela il carattere ormai strutturato del movimento. Si vedrà se a questa maggiore solidità corrisponderà altrettanta coerenza e saldezza politica. L’oggetto del contendere sono l’accettazione o meno della coesistenza in un mondo multipolare ormai consolidato e le modalità costitutive di una formazione sociale sufficientemente coesa e dinamica. Due temi sempre più presenti in quella nazione e sempre più evanescenti nel nostro amato e decadente Bel Paese. Buon ascolto_Giuseppe Germinario

NB_ Abbiamo il fondato sospetto, quasi la certezza, che You Tube, in buona compagnia con piattaforme dello stesso orientamento, manipolano pesantemente i dati di accesso e la condivisione di testi e video. Suggeriamo, quindi, di digitare in maniera preferenziale la piattaforma di rumble, indicata con il link dedicato. Quando disporremo di altri mezzi attingeremo ad una fonte del tutto autonoma

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Stati Uniti! Vittorie di Pirro_con Gianfranco Campa

Non sarebbe la prima volta che una vittoria, oscurata per altro da sospetti giustificati, si può trasformare rapidamente in una sconfitta, addirittura in una rotta catastrofica. Ne sta prendendo atto la classe dirigente statunitense. Il gruppo dirigente democratico considera ormai la presidenza Biden-Harris una parentesi da chiudere e da contenere con il minor danno possibile. Confermata la pochezza disarmante di Kamala Harris, ormai il gruppo dirigente democratico sta pensando alle possibili alternative senza provocare ulteriori conflitti distruttivi. Nell’altro versante i neocon sembrano prendere atto della loro sconfitta e del loro drammatico isolamento. Considerano Trump non più un nemico, ma una risposta inadeguata a problemi reali. Stanno quindi pensando ad una tattica di condizionamento ed infiltrazione. Dal loro cappello iniziano a spuntare conigli e personaggi di varia umanità, medici dalla propensione istrionica, personaggi costruiti sulle scene televisive, proprio quando il movimento trumpiano sta superando brillantemente la propria dipendenza dal personaggio pubblico e si sta trasformando in una corrente strutturata, memore delle esperienze e delle debolezze della sua fase originaria legata ai Tea Party. Tattiche e strategie che tengono in poco conto l’accavallarsi di problemi, dalle caratteristiche a volte disgustose, perverse e di crisi che stringe drammaticamente i margini di azione e rivela i limiti di indirizzo politico di una classe dirigente ormai priva di autorevolezza e credibilità ma ancora con un enorme potere. La combinazione perversa di ambizioni smisurate e drammatica inadeguatezza è una miscela esplosiva. La tentazione di colpi di mano dalle conseguenze drammatiche si insinua pericolosamente, sia all’interno che all’esterno del paese. Il focolaio dell’Ucraina potrebbe essere la prima miccia disponibile. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

NB_ Abbiamo il fondato sospetto, quasi la certezza, che You Tube, in buona compagnia con piattaforme dello stesso orientamento, manipolano pesantemente i dati di accesso e la condivisione di testi e video. Suggeriamo, quindi, di digitare in maniera preferenziale la piattaforma di rumble, indicata con il link dedicato. Quando disporremo di altri mezzi attingeremo ad una fonte del tutto autonoma

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Stati Uniti! Papaveri e papere_con Gianfranco Campa

Un ceto politico chiaramente impresentabile, incapace di un pensiero autonomo e preda dei giochi di potere e di colpi di mano. Il tempo stringe e con esso diventa stringente la necessità di un ricambio politico interno alla componente democratica e neoconservatrice in grado di sostenere il confronto con Donald Trump e soprattutto il trumpismo. Si tratta però di una ricerca quasi disperata, ridotta al lumicino di pochi uomini, scarsamente rappresentativi. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti! La strada tracciata, gli imprevisti possibili_con Gianfranco Campa

Sino a pochi giorni fa si poteva parlare di una persistenza del movimento politico legato a Trump e di una situazione di stallo apparente. Le recenti elezioni in Virginia e in numerose realtà locali rivelano ormai una tendenza pressoché definita verso il successo di quest’area e la possibile deflagrazione del gruppo dirigente del Partito Democratico, ben lontano dall’aver risolto un confronto intestino distruttivo perché privo di indirizzo politico in grado di unire il paese pur poggiando paradossalmente sulle numerose identità reali ed artefatte annidate. I primi segni di cedimento e di abbandono della nave in piena navigazione sono evidenti; il tramonto di vecchie glorie, almeno così ritenute in Europa, ormai segnato. Si prospetta un rivoluzionamento degli equilibri politici, una conformazione inedita dell’azione destinata a rivoluzionare gli assetti statunitensi e ad influire pesantemente sul futuro delle classi dirigenti specie europee che si ostinano, per indole ed incapacità, ad abbarbicarsi e a baciare per la seconda volta le mani sbagliate; quelle che in pochi mesi potranno trasformarsi in ologrammi sfuggenti. La sicumera che attualmente li contraddistingue, nessuno escluso, nemmeno il nostro funzionario al vertice, difficilmente li metterà in condizione di attraversare impunemente le sabbie mobili dentro le quali si stanno avventurando e stanno trascinando i popoli di un intero continente. I pifferai che per pochi mesi hanno illuso di nuove speranze qui in Italia hanno dal canto loro rivelato la loro pochezza e il loro conseguente trasformismo di corto respiro, incapaci di cogliere le opportunità recenti e di presagire i cambiamenti in corso al di là del loro naso e delle loro spiagge. Bene hanno fatto, tre anni or sono, a concedere loro scarso credito Oltreatlantico. Mala tempora currunt. Buon ascolto! Ne vale la pena. Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, il rattoppo peggio dello sbrego_con Gianfranco Campa

Il declino di un paese e la degenerazione di un conflitto politico si notano spesso più dal carattere grottesco di episodi secondari che dalla drammaticità dei grandi eventi. E’ lo spettacolo che ci sta offrendo la campagna elettorale in Virginia. Sino a poche settimane fa l’esito appariva scontato, del tutto a favore del candidato democratico. Non è più così. E alla pochezza e goffaggine del candidato si è aggiunto la scarsa influenza dei big della politica, a cominciare da Obama, nel condizionare il giudizio degli elettori; l’azione di uno di essi, niente meno che il presidente Biden, appare addirittura controproducente. L’esito delle elezioni in Virginia rischia di condizionare pesantemente il comportamento di tutti i rappresentanti del Congresso i quali, schierati nel partito democratico, devono però tener conto della importante quota di elettorato fedele a Trump che li ha votati. Un domino che rischia di trasformare un presidente smarrito in un’anatra zoppa già all’inizio del suo mandato. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, fuori il primo_con Gianfranco Campa

Sono cominciati i regolamenti di conti in casa democratica. Se non è la corruzione, è il sesso se non il comportamento allusivo la buccia di banana sulla quale fare scivolare le vittime predestinate. Si eliminano pericolosi concorrenti, si rimuovono personaggi scomodi sui quali addossare le responsabilità politiche di gestioni disastrose. A New York il problema è la gestione fallimentare della pandemia. In Italia sino ad ieri, stando ai nostri diffusori di veline, Cuomo è stato presentato come un esempio di gestione contrapposto al disastroso Trump. Da oggi la musica è cambiata. Un segnale che il destino di Cuomo è segnato; vedremo se riuscirà a trascinarsi dietro qualche altro nome illustre.
NB_per vari motivi la conversazione ha assunto un ritmo troppo lento e ha dovuto essere sospesa proprio sulla parte più interessante. Appena possibile riprenderemo il filo interrotto_Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, un capitano inebetito in un mare troppo impervio_con Gianfranco Campa

In un mare a stelle e strisce troppo impervio viaggia una nave malconcia con nuove falle da chiudere e un capitano inebetito alla guida. La ciurma senza polso comincia ad azzuffarsi apertamente e a decidere in proprio. E’ l’immagine dell’amministrazione di Biden che comincia a serpeggiare anche in settori una volta laicamente fedeli al vecchio establishment. Una parte dell’equipaggio, quella derisa e fustigata, si appresta a prendere il timone. Si vedrà se riusciranno a portare a destinazione quel che resta del naviglio oppure se sapranno riportare il bastimento all’antico splendore e alle passate certezze. Dalla riva europea gli spettatori non sembrano cogliere la dimensione del dramma accecati come sono dagli affabulatori e dai cantapanzane. Si stanno smarrendo nelle proprie illusioni; rischiano di perdere i rifornimenti e di bruciare il tempo per costruirsi le proprie navi. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, lo smarrimento di un ceto politico_ con Gianfranco Campa

In Italia si ha una percezione del tutto falsata riguardo alla condizione di degrado e di incertezza nelle quali annaspano le classi dirigenti dominanti statunitensi, grazie soprattutto al conformismo e alla cialtroneria della quasi totalità del sistema mediatico e degli analisti di supporto. Come pure si rimuove l’esistenza della marea montante di protesta, sempre più consapevole e determinata che sta attraversando l’intero paese. Il nostro ceto politico, ancora una volta, si farà trovare completamente spiazzato dagli eventi e farà precipitare il paese in balìa dei flutti. Solo Draghi sembra perseguire in qualche modo una rotta; riuscirà forse a preservare in qualche maniera l’esistenza dell’Italia e del suo stato, ma non la sua autonomia operativa e strategica. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

L’accoglienza riservata a Kamala Harrys

in Guatemala

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Gli auguri di Trump

 

 

 

 

10 Giugno 2021 –

Dichiarazione di Donald J. Trump, 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America

In qualità di Presidente, ho avuto un incontro fantastico e molto produttivo a Helsinki, in Finlandia, con il presidente russo Putin. Nonostante la tardiva rappresentazione dell’incontro da parte delle Fake News, gli Stati Uniti hanno ottenuto molto, compreso il rispetto del presidente Putin e della Russia. Grazie alla farlocca Russia, Russia, Russiagate, inventata e pagata dai Democratici e dalla corrotta Hillary Clinton, gli Stati Uniti sono stati messi in posizione di svantaggio, uno svantaggio che è stato comunque recuperato da me. Per quanto riguarda di chi mi fido di più, mi hanno chiesto, se della Russia o della nostra “Intelligence” dell’epoca di Obama, con ciò intendendo se mi fido di più di gente come Comey, McCabe, i due amanti, Brennan, Clapper e numerosi altri cialtroni o della Russia, la risposta, dopo tutti i trascorsi scoperti e scritti, dovrebbe essere ovvia (Si fida piu della Russia e di Putin)… Raramente il nostro governo ha avuto dei farabutti come questi che lavorano per lui (Biden). Buona fortuna a Biden nel trattare con il presidente Putin: non addormentarti durante l’incontro e per favore porgigli i miei più cordiali saluti!

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