LO STATO DELLE COSE DELLA GEOPOLITICA, di Massimo Morigi _ 2a di 11 parti

AVVERTENZA

La seguente è la seconda di undici parti di un saggio di Massimo Morigi. Nella prima parte è pubblicata in calce l’introduzione e nel file allegato il testo di Morigi, nella sua seconda parte è disponibile a partire da pagina 130. L’introduzione è identica per ognuna delle undici parti e verrà ripetuta solo nelle prime righe a partire dalla seconda parte.

PRESENTAZIONE DI QUARANTA, TRENTA, VENT’ANNI DOPO A LE
RELAZIONI FRA L’ITALIA E IL PORTOGALLO DURANTE IL PERIODO
FASCISTA: NASCITA ESTETICO-EMOTIVA DEL PARADIGMA
OLISTICO-DIALETTICO-ESPRESSIVO-STRATEGICO-CONFLITTUALE DEL
REPUBBLICANESIMO GEOPOLITICO ORIGINANDO DALL’ ETEROTOPIA
POETICA, CULTURALE E POLITICA DEL PORTOGALLO*

*Le relazioni fra l’Italia e il Portogallo durante il periodo fascista ora presentate sono
pubblicate dall’ “Italia e il Mondo” in undici puntate. La puntata che ora viene
pubblicata è la prima e segue immediatamente questa presentazione, e questa prima
puntata (come tutte le altre che seguiranno) è preceduta dall’introduzione alla stessa di
Giuseppe Germinario. Pubblicando l’introduzione originale delle Relazioni fra l’Italia
e il Portogallo durante il periodo fascista come prima puntata e che, come da indice,
non è numerata, la numerazione delle puntate alla fine di questa presentazione non
segue la numerazione ordinale originale in indice delle parti del saggio, che è stata
quindi mantenuta immutata, quando questa presente.

SECONDA PUNTATA STATO DELLE COSE

 

Rolf Peter Sieferle, Finis Germania, recensione di Teodoro Klitsche de la Grange

Rolf Peter Sieferle, Finis Germania (a cura di Francesco Coppellotti), Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2022, pp. 174, € 22,00

Come scrive Antonio Caracciolo nella presentazione: “A differenza che per il passato, nel 1945, la guerra – la stessa che ebbe inizio nel 1914 – non si è conclusa con Trattati di pace che restituivano ogni paese a se stesso, magari con diminuzioni territoriali, passate ad altre città statuali. Si è voluto procedere alla devastazione spirituale delle nuove generazioni che non avevano vissuto la moderna guerra dei Trent’anni”. Il tema del saggio (postumo) è proprio questo; la sconfitta nella seconda guerra mondiale ha comportato un “lavaggio del cervello e del carattere permanente”, tendente a cancellare o a modificare radicalmente la cultura del vinto.

Infantilizzazione, colpevolizzazione, relativismo ne sono gli aspetti più evidenti. Anche se spesso neppure aventi il carattere di novità. Vediamo la colpevolizzazione dei tedeschi (con le guerre mondiali e l’olocausto): il tutto non pare tanto voluto ed eseguito (per di più a oltre settant’anni dal compimento dei fatti) per il crimine in se, quanto per colpevolizzare una nazione e la sua cultura. Ma che la colpevolizzazione (di massa) o almeno lo sfruttamento del senso di colpa sia uno strumento di potere l’aveva già scoperto Thomas Hobbes nel “Behemoth” quando scrive che i pastori protestanti predicavano in particolare contro la concupiscenza perché essendo una pulsione naturale tutti ne erano “colpevoli” in quanto peccatori “E, così, divennero confessori di quelli che avevano la coscienza turbata per questo motivo, e che obbedivano loro come a direttori spirituali, in tutti i casi di coscienza”. Per cui il senso di colpa si convertiva in disposizione all’obbedienza a chi aveva il potere.

Altro argomento è il relativismo coniugato al progresso “La relatività di tutte le culture, compresa la propria, viene accettata; al tempo stesso esse vengono però allineate accuratamente su una linea progressiva. La propria cultura diventa allora incompatibile in quanto è la più progressiva di tutte. Il modo del progresso diviene così un assoluto che può di nuovo togliere le penne al relativismo”. Ed è proprio quel che succede: se la Storia finisce è l’ultima cultura quella che, contraddittoriamente, diviene assoluta. E questa cultura è quella dei vincitori. Ma quando il progresso scompare, entrando in una fase di decadenza, il relativismo diventa un virus distruttivo di cultura, posizione ed identità.

Anche qui la memoria va al passato a Maurice Hauriou il quale faceva del “pensiero critico” (qualcosa di assai simile al relativismo almeno sul piano socio-politico) uno dei caratteri della decadenza. Solo che se di una storia “lineare” ordinata lungo l’asse del progresso si passa ad una storia “ciclica”; c’è comunque da sperare che il nuovo ciclo in gestazione riavvii un’epoca di miglioramento culturale, sociale, economico.

Una lunga ed accurata post-fazione di Francesco Coppellotti completa il volume e sintetizza così il saggio di Sieferle “Possiamo dire che finis Germania è la descrizione lucida della cappa ideologica che determina la vita religiosa, politica e culturale della Bundesrepublik che Sieferle ha disegnato e contro la quale, novella Antigone, si è infranto” e ciò perché “Sieferle ha mantenuto viva la fiamma della sua giovinezza ed ha sconfessato alla radice la Bundesrepublik, ma non perché, come hanno cantato tutti i filistei in tutto il mondo, voleva la scomparsa della Germania, ma perché ha voluto tenere aperta quella ferita chiamata Germania”.

Teodoro Klitsche de la Grange

JUS SCHOLAE E ITALIANI DA FARE, di Teodoro Klitsche de la Grange

JUS SCHOLAE E ITALIANI DA FARE

Qualche sera fa in televisione era invitato un parlamentare PD il quale strenuamente difendeva il d.d.l. sullo jus scholae ripetendo che i giovani cui sarebbe stato applicato (ove approvato) erano “italiani” ed avevano “diritto” alla cittadinanza.

È facile obiettare che un tale modo di ragionare ha il (doppio) difetto di dare per scontata e pacifica l’italianità (cioè il “presupposto di fatto” per la concessione della cittadinanza) ossia la cosa da provare, a realizzare la quale può concorrere (anche) la frequentazione scolastica; dall’altra che il tutto sarebbe un “diritto”. Ma se è un diritto (positivo) è inutile battersi per riconoscerlo; se invece è – com’è – una pretesa, occorre valutare se tale pretesa – promossa a diritto – sia legittima ed opportuna. Che è poi l’oggetto del dibattito nell’opinione pubblica e in Parlamento. Di fronte a tali argomentazioni strabiche e filiformi, la risposta acconcia è quella di Salvini: con tanti problemi che abbiamo dalla guerra al COVID, dalle macro-bollette alla crisi energetica e all’inflazione, è proprio così pressante e decisivo il riconoscimento di cittadinanza?

Ma invece di dare la consueta risposta dietrologica: che è importante per il PD il quale spera di trovare nei riconosciuti italiani un serbatoio elettorale sostitutivo di quello in gran parte perso (nonché una bandiera da sventolare), vediamo come sia stato considerato il problema da oltre due millenni fa.

Scrive Aristotele nella Politica esaminando le cause dei rivolgimenti politici e quindi (anche) dei cambiamenti costituzionali “Anche la differenza di razze è elemento di ribellione finché non si raggiunga concordia di spiriti, perché, come non si forma uno stato da una massa qualunque di uomini, così nemmeno in un qualunque momento del tempo. Per ciò (coloro che) hanno accolto uomini d’altra razza sia come compagni di colonizzazione sia come concittadini dopo la colonizzazione, la maggior parte sono caduti in preda alle fazioni” (1303b) e prosegue, per dimostrarlo, con un lungo elenco di “inclusioni” finite in guerre civili.

Anche i romani che della concessione della cittadinanza (a singoli o a collettività) fecero un efficace sistema d’integrazione, questa era normalmente uno dei benefici per i veterani non cittadini che avevano militato per 25 anni nell’esercito. Né i tempi erano granché solleciti: a parte l’editto di Caracalla (dopo oltre due secoli dalla costituzione dell’impero), la cittadinanza latina (e non romana) fu concessa a tutta la Spagna all’epoca dei Flavi (anche qua, oltre due secoli dalla conquista) e mentre la Spagna dava alla letteratura latina alcuni dei più suoi grandi scrittori. Ma a differenza dei politici italiani i romani non misuravano benefici del genere con i tempi delle campagne elettorali. Anche la storia successiva prova che, per fare una nazione da più etnie, occorrono secoli.

Renan sosteneva che una “nazione è un’anima, un principio spirituale”, e soprattutto due cose la costituiscono: il comune possesso di ricordi nel passato  e il consenso nel presente “Un passato eroico, grandi uomini e gloria (mi riferisco a quella vera), ecco il capitale sociale su cui poggia un’idea nazionale. Avere glorie comuni nel passato e una volontà comune nel presente: aver compiuto grandi cose insieme e volerne fare altre ancora; ecco le condizioni essenziali per essere un popolo”.  Ma qua di comune passato non se ne parla affatto, perché non c’è; l’altro è assai dubbio che esista (nel presente).

Quel che succede nella banlieu francesi o nei quartieri islamici belgi non lascia granché da sperare. Ma soprattutto appare un misto di furberia burocratica e utopia interessata credere che per fare un italiano basti farlo nascere nel Bel Paese ed assolvere l’obbligo scolastico. Era un compito che – per gli italiani, quindi assai facilitati rispetto agli immigrati – già toglieva il sonno ai governanti del Risorgimento consapevoli della necessità di fare gli italiani; e invece i nostri dem hanno trovato una soluzione così semplice e a portata di mano: un esame e passa la paura. Per una questione che, da Aristotele in poi, ha preoccupato statisti e pensatori, abituati a ragionare sulla realtà e sui precedenti storici (e giuridici). Se D’Azeglio lo avesse saputo…

Teodoro Klitsche de la Grange

LO STATO DELLE COSE DELLA GEOPOLITICA, di Massimo Morigi _ 1a di 11 parti

AVVERTENZA

La seguente è la prima di undici parti di un saggio di Massimo Morigi. Nella prima parte è pubblicata in calce l’introduzione e nel file allegato il testo di Morigi, è disponibile a partire da pagina 10 con i richiami e da pag 130 con il testo. L’introduzione è identica per ognuna delle undici parti e verrà ripetuta solo nelle prime righe.

PRESENTAZIONE DI QUARANTA, TRENTA, VENT’ANNI DOPO A LE
RELAZIONI FRA L’ITALIA E IL PORTOGALLO DURANTE IL PERIODO
FASCISTA: NASCITA ESTETICO-EMOTIVA DEL PARADIGMA
OLISTICO-DIALETTICO-ESPRESSIVO-STRATEGICO-CONFLITTUALE DEL
REPUBBLICANESIMO GEOPOLITICO ORIGINANDO DALL’ ETEROTOPIA
POETICA, CULTURALE E POLITICA DEL PORTOGALLO*

*Le relazioni fra l’Italia e il Portogallo durante il periodo fascista ora presentate sono
pubblicate dall’ “Italia e il Mondo” in undici puntate. La puntata che ora viene
pubblicata è la prima e segue immediatamente questa presentazione, e questa prima
puntata (come tutte le altre che seguiranno) è preceduta dall’introduzione alla stessa di
Giuseppe Germinario. Pubblicando l’introduzione originale delle Relazioni fra l’Italia
e il Portogallo durante il periodo fascista come prima puntata e che, come da indice,
non è numerata, la numerazione delle puntate alla fine di questa presentazione non
segue la numerazione ordinale originale in indice delle parti del saggio, che è stata
quindi mantenuta immutata, quando questa presente.

INTRODUZIONE
««Sapete quanto odi, detesti e non possa sopportare la
menzogna, non perché sia più onesto degli altri, ma
semplicemente perché mi spaventa. C’è un alito letale, un
sapore di mortalità nelle menzogne – ed è esattamente ciò che
odio e detesto al mondo – ciò che voglio dimenticare. Mi
avvilisce e mi nausea, come se addentassi qualcosa di marcio.
Temperamento, suppongo. Be’, mi ci avvicinai abbastanza
lasciando credere a quel giovane sciocco tutto quello che gli
piaceva immaginare della mia influenza in Europa. In un
istante divenni una finzione quanto il resto dei pellegrini
stregati. Questo semplicemente perché mi pareva che in
qualche modo avrei potuto essere d’aiuto a quel Kurtz che al
momento non vedevo – capite. Per me era soltanto una parola.
Non vedevo l’uomo in quel nome, più di quanto lo vediate voi.
Lo vedete? Vedete la storia? Vedete qualcosa? Per me è come
se stessi cercando di raccontarvi un sogno – un tentativo
inutile perché non c’è modo di comunicare a parole la
sensazione del sogno, quel miscuglio di assurdità, sorpresa e
stupore in un fremito di lotta e ribellione, la consapevolezza di
essere preda dell’incredibile, che è l’essenza stessa dei
sogni…». Per un po’ restò in silenzio. … No, è impossibile; è
impossibile comunicare la sensazione di vita di qualsiasi fase
della propria esistenza – ciò che ne costituisce la verità, il
significato – l’essenza sottile e penetrante. È impossibile. Si
vive come si sogna – soli…». Fece un’altra pausa come di
riflessione, poi aggiunse: «Naturalmente in questo voialtri
vedete più di quanto potessi vedere io allora. Voi vedete me,
che conoscete…». Si era fatto buio così pesto che noi
ascoltatori riuscivamo a malapena a scorgerci. Da tempo lui,
seduto in disparte, non era altro che una voce per noi. Nessuno
pronunciò parola. Poteva darsi che gli altri dormissero, ma io
ero sveglio. Ascoltavo, ascoltavo, attendendo all’erta la frase,
la parola che mi avrebbe permesso di comprendere
l’indefinibile disagio ispirato da quel racconto che sembrava
prendere forma senza il bisogno di labbra umane nell’aria
greve della notte sul fiume.».
Nell’introdurre i lettori dell’ “Italia e il Mondo” a
Massimo Morigi, Lo stato delle cose della geopolitica.
Presentazione di quaranta, trenta, vent’anni dopo a le relazioni
fra l’Italia e il Portogallo durante il periodo fascista: nascita
estetico-emotiva del paradigma olistico-dialettico-espressivostrategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico
originando dall’eterotopia poetica, culturale e politica del
Portogallo, scritto a sua volta introduttivo, come si evince dal
titolo, delle Relazioni fra l’Italia e il Portogallo durante il
periodo fascista, elaborato sempre da Massimo Morigi una
ventina di anni orsono e che verrà pubblicato in undici
puntate sul nostro blog, quello che ho inteso sottolineare con la
citazione iniziale tratta da Cuore di tenebra di Joseph Conrad
è che questa odierna presentazione di Massimo Morigi ad una
sua vecchia fatica può essere sì considerata, come
effettivamente lo è, un proseguimento nella costruzione di una
inedita teoresi geopolitica e delle scienze storico-sociali che
abbatta l’artificioso discrimine fra le c.d. scienze della natura
e le c.d. scienze dell’uomo e che ha trovato il suo punto
culminante in Epigenetica, Teoria endosimbiotica, Sintesi
evoluzionista moderna, Sintesi evoluzionistica estesa e
fantasmagorie transumaniste. Breve commento introduttivo,
glosse al Dialectical Biologist di Richard Levins e Richard
Lewontin, su Lynn Margulis, su Donna Haraway e materiali di
studio strategici per la teoria della filosofia della prassi olisticodialettica-espressiva-strategica-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico sempre pubblicata dall’ “Italia
e il Mondo”, ma un approfondimento che, al contrario di
Epigenetica, Teoria endosimbiotica etc. non ricorre ad un
tecnica citazionistica per creare un livello comunicativo col
lettore che sia conforme al paradigma olistico-dialetticoespressivo-strategico-conflittuale che per Morigi vale ed è esplicativo di tutta la realtà ma, nel caso di questo ultimo
lavoro, ricorre alla tecnica letteraria dell’embedded narrative
di cui non solo Cuore di tenebra di Joseph Conrad è stato uno
dei più fulgidi risultati in epoca moderna ma la cui citazione
che ho prodotto ad inizio di queste mie parole penso
rappresenti esattamente la problematica comunicativa che egli
ha dovuto e voluto affrontare con questo lavoro.
E sottolineo che non a caso parlo di problematica
comunicativa e non di tecnica comunicativa e che non a caso
per parlare di questo lavoro e della sua embedded narrative
sono ricorso a Cuore di Tenebra di Joseph Conrad e non
magari a Tlon, Uqbar, Orbis Tertius o a El Sur di Jorge Luis
Borges, l’altro grandissimo scrittore che nella nostra
modernità letteraria è ricorso, con la massima maestria, alla
tecnica letteraria summenzionata ma con la non trascurabile
differenza, rispetto a Conrad e al suo Cuore di tenebra, che per
Borges l’embedded narrative, cioè un racconto che narra di un
racconto, è volta a creare una sorta di ghirigoro espressivo
barocco dimostrativo dell’inesistenza della verità e/o
dell’impossibilità di raccontarla, mentre nel Cuore di tenebra
di Conrad l’embedded narrative, nonostante le difficoltà
interpretative che pone sia ai personaggi del romanzo che ai
lettori dello stesso, è l’unico sistema per venire a contatto con
questa verità e poterla apprezzare nella sua integrale,
ancorché sfuggente, mutevole e contraddittoria, pienezza.
Questo, infatti è lo scopo che si prefigge Morigi tramite
l’odierna presentazione del suo lavoro nato vent’anni prima.
Anche se egli ritiene che il lavoro di vent’anni orsono presenti
dei pregi che hanno resistito al tempo (ed anch’io sono di
questo avviso) e quindi pensa, a buon ragione, che valga la
pena di presentarlo oggi ai lettori dell’ “Italia e il Mondo”, egli
è ancora più convinto che valga la pena di narrare la sua
interiore dinamica intellettuale che lo ha portato ad elaborare
il paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategicoconflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico e di cui le
Relazioni fra l’Italia e il Portogallo durante il periodo fascista
costituiscono una tappa, ancorché immatura, ma una tappa
immatura di un percorso iniziato non solo con le suggestioni
culturali e politiche di un paese, il Portogallo, delle cui
suggestioni lo scritto di vent’anni fa, per ammissione stessa del
suo autore, era in fondo un frutto ancora non completamente
maturo ma anzidetto paradigma che è stato generato a livello
inizialmente subliminale, come ci spiega espressamente
Morigi, dalla rappresentazione che di questo paese ha dato il
regista tedesco Wim Wenders tramite i due magistrali Lo stato
delle cose e Lisbon Story, due film che hanno per sfondo non
solo il Portogallo ma anche le storie che i loro personaggi
dentro questo scenario riescono o non riescono a narrare e/o a
portare a termine.
Narrandoci del Portogallo e di queste due embedded
narrative cinematografiche su questo paese, così Morigi crea a
sua volta una sua propria personale embedded narrative che
accoglie sia la storia di quel paese (e quindi quella di quel suo
scritto di vent’anni prima) che quella delle due embedded
narrative raccontate nelle due rappresentazioni
cinematografiche che hanno dato vita, come ci narra Morigi,
alla dinamica psico-intellettuale che lo portò poi alla creazione
del paradigma olistico-dialettico-strategico-conflittuale del
Repubblicanesimo Geopolitico. Siamo quindi in presenza di
una ‘embedded narrative geopolitica’? A mio parere non più
di quanto in Epigenetica, Teoria endosimbiotica etc. non
fossimo in presenza, in virtù della sua tecnica comunicativa
tramite una costellazione di citazioni, di una ‘Benjamin
geopolitica’. Quella che qui come allora si presenta, è una
geopolitica integralmente dialettica per la quale valgono sia
nell’uno come nell’altro caso le considerazioni dell’ascoltatore
delle parole del narratore Marlow che abbiamo letto all’inizio
di questa presentazione: «Si era fatto buio così pesto che noi
ascoltatori riuscivamo a malapena a scorgerci. Da tempo lui,
seduto in disparte, non era altro che una voce per noi. Nessuno
pronunciò parola. Poteva darsi che gli altri dormissero, ma io
ero sveglio. Ascoltavo, ascoltavo, attendendo all’erta la frase,
la parola che mi avrebbe permesso di comprendere
l’indefinibile disagio ispirato da quel racconto che sembrava
prendere forma senza il bisogno di labbra umane nell’aria
greve della notte sul fiume.».
Certamente Lo stato delle cose della geopolitica, non è solo
la narrazione di una personale dinamica intellettuale in cui è
protagonista una concezione dialettica totale ma è anche la
narrazione di un futuro programma di pedagogia geopolitica e
culturale tout court che ha veramente poco da spartire con le
attuali pornografie massmediatiche “geopolitiche” e/o
“politico-culturali”, verso le quali, per esprimere il nostro
sentimento ricorriamo, sempre da Cuore di tenebra, alle ultime
parole dette da Kurtz prima di morire al narratore Marlow
così come ce le consegna il narratore anonimo del racconto di
Marlow: «Che orrore. Che orrore!». Ecco, Lo stato delle cose
della geopolitica, oltre ad essere una necessaria presentazione
ad uno scritto, Le relazioni fra l’Italia e il Portogallo durante il
periodo fascista, che nonostante la parziale palinodia fattane
dall’autore stesso, mantiene a tutt’oggi una sua validità come
ricerca storica, è innanzitutto, una sorta di reazione a questo
orrore.
Per questo la sua embedded narrative che non fornisce le
facili risposte ready-made e stupidamente deterministiche
dell’attuale geopolitica da talk show ma che ci dona una
processo formativo in cui la teoria ambisce a formare anche
con sottili passaggi e processi di tipo letterario-filosofico, come
il ricorso al tropo dell’eterotopia e a quello degli specchi che
riflettono all’infinito la loro stessa immagine,
1
una geopolitica
ed una azione politica che possano abbattere le
deterministiche, falsamente scientifiche, pornografiche
manifestazioni dell’attuale “geopolitica” fintamente obiettiva
la cui retorica è quella greve da bar sport (vedi l’attuale
guerra russo-ucraina e l’attuale orribile perfomance dei nostri
più accreditati geopolitici nazionali sospesa fra la brutta
figura per le previsioni completamente sballate ed il successivo
totale pubblico asservimento alla voce del padrone atlantico,
ma ricordiamo che più o meno esplicita che fosse prima di
questa guerra, questa condizione di totale asservimento è
comunque sempre stata la stessa), deve essere considerata
veramente un potentissimo farmaco contro questo orrore.

E per aspettare che questo farmaco faccia il suo effetto,
con tutte le sue embedded narrative e tutte le conseguenti
interconnesse eterotopie storico-culturali portoghesi e
cinematografiche wendersiane, consigliamo veramente il
lettore, oltre ovviamente alla lettura del saggio sulla storia
delle Relazioni fra l’Italia e il Portogallo durante il periodo
fascista che pubblichiamo in undici puntate, di fare come il
narratore della narrazione di Marlow, di ascoltare e ascoltare,
attendendo quello spunto che gli apra la sua personalissima ed
intima chiave per uscire dall’attuale orrore. Un ascolto, che
come ci suggerisce l’‘embedded narrative geopolitica’ dello
Stato delle cose della geopolitica, dovrà durare più delle undici
puntate in cui, tramite il testo presentato da questo scritto,
anche esso stesso verrà undici volte riproposto ma, bensì,
tutta una vita; un ascolto che se ovviamente dovrà ad un certo
punto avere termine anche per Lo stato delle cose della
geopolitica, non dovrà mai cessare per tutte le embedded story
che ci offre non solo la geopolitica ma, soprattutto, la vita
dell’uomo che queste storie genera ma, come nell’eterotopica
fuga all’infinito dell’immagine dei due specchi che
vicendevolmente si riflettono e si moltiplicano senza mai
fermarsi, senza le quali e senza la cui creazione l’uomo non
sarebbe nemmeno nel mondo.

1 Nell’‘embedded narrative geopolitica’ dello Stato delle cose della geopolitica trova
largo e densissimamente significante il tropo dell’ eterotopia, il concetto foucaultiano
di un luogo realmente esistente ma al tempo stesso isolato dagli altri più comuni
luoghi della vita dell’uomo e, strettamente collegato a questo, il tropo dei due specchi
che riflettono all’infinito l’uno l’immagine dell’altro, una forma particolare di
eterotopia quest’ultima che, come ci vuole suggerire Morigi, è rappresentazione della
dialettica dell’ Epifania Strategica del Repubblicanesimo Geopolitico, oltre ad essere,
come altresì ci mostra Morigi, una immagine retorica ricorrente nella filmografia
wendersiana. E potremmo anche continuare parlando della funzione tutta particolare
che la saudade portoghese riveste nell’economia dell’embedded narrative dello Stato
delle cose della geopolitica, ma per aver contezza di cosa possa significare per un
rinnovata geopolitica contrassegnata dall’eterotopia della Epifania Strategica il
saudosistico triste ma al contempo felice sentimento delle cose che passano e muoiono
ma che proprio nel loro ricordo rivivono ancora più splendenti di quando erano nel
mondo, oltre a rinviare alle interpretazioni già date da Morigi alle Tesi di filosofia della
storia di Walter Benjamin e alla filosofia della prassi dove, specialmente nel
Repubblicanesimo Geopolitico, soggetto ed oggetto costituiscono un unicum dialettico,
pensiamo sia doveroso rinviare direttamente il lettore alla narrazione che ne troviamo
nello Stato delle cose della geopolitica e non fornire ulteriori spiegazioni…
Buona lettura
Giuseppe Germinario

PRIMA PUNTATA STATO DELLE COSE

Il mondo rovesciato, di Alessandro Visalli

Il mondo rovesciato

Fino a ieri, sicuri che il ‘dolce commercio[1] avrebbe portato con sé attraverso la spinta interna del consumo l’allineamento del mondo agli standard dell’occidente e garantito quindi il relativo dominio di fatto, erano i paesi guida anglosassoni (e gli Usa in primis) a spingere sull’interconnessione. L’idea era anche di considerare la “modernizzazione”[2] compiuta storicamente, ed in innumerevoli conflitti, dalle società europee nel torno di anni tra il XV ed il XIX secolo come una “tappa”[3], storicamente necessaria, dei “progressi”[4] della “Ragione”[5] che porta con sé il necessario -biunivocamente connesso- sviluppo delle forze produttive. Nessuno sviluppo autentico è possibile, né civile e morale, né produttivo autosostenuto, senza che si aderisca a questo movimento ineluttabile e progressivo, irreversibile, scritto nella “Storia”[6], e del quale l’Occidente rappresenta il modello e l’alfiere. Questa costellazione di idee, nelle quali è incorporata la mente di ogni “buon” cittadino occidentale, democratico e progressista, sicuro della propria superiorità e del destino manifesto che aspetta il mondo intero quando lo riconosca, è sfidata dalla direzione che stanno prendendo i fatti.

Le ultime tre presidenze statunitensi hanno progressivamente invertito di fatto le prescrizioni di questa visione, accorgendosi crescentemente che non accadeva quanto previsto dagli scheletrici modelli ideologici settecenteschi (per certi versi cinque-seicenteschi) inconsapevolmente attardati nella mente collettiva delle élite. Ed allora hanno virato sul confronto diretto, ideologico (la lotta “democrazia/autocrazia”[7]) ed economico (sanzioni e reshoring delle produzioni critiche[8]), ora anche militare[9] (che nella tradizione occidentale è sempre stata la prima istanza).

 

Ciò che accadeva era, invece, che sistemi economici a guida pubblica[10] resistevano alla gramsciana proiezione di egemonia intellettuale, morale e politica “liberale”. Ovvero alla proiezione dell’iniziativa individuale, ‘molecolare’ e ‘privata’ in ‘direzione intellettuale e morale’ che è la precondizione per prendere il ‘dominio’ nelle proprie mani da parte delle borghesie liberali[11]. La delusione derivante dalle molte controprove (ad esempio il trattamento di Bo Xilai[12], o di Jack Ma[13] in Cina, o di diversi ‘oligarchi’ o ‘imprenditori’ – la formula cambia a seconda siano amici o meno – in Russia) ha condotto a cambiare spalla al fucile.

Di qui la disconnessione e la ‘fine della mondializzazione’ di cui parlano ormai apertamente molti intellettuali e media occidentali.

 

 

La bandiera fatta cadere a terra viene raccolta sempre più coscientemente e decisamente da Xi Jimping. Mentre l’esercito cerca di mettersi in pari con la forza occidentale (varando una portaerei e due grandi incrociatori in un anno) il premier cinese partecipa alla sessione plenaria del Forum economico internazionale di San Pietroburgo pronunciando un deciso discorso[14].

Richiamando ‘l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile’[15], Xi ha sottolineato nel discorso che un autentico multilateralismo significa “rispettare e sostenere tutti i paesi nell’intraprendere un percorso di sviluppo adatto alle loro condizioni nazionali” (qui una diretta polemica con le politiche a taglia unica -occidentale- del FMI). E’ questo che crea un “ambiente favorevole allo sviluppo” di tutti e aiuta a “costruire un’economia mondiale aperta”. Per farlo Xi propone, riecheggiando i toni che Zhou Enlai nel 1955 propose a Bandung[16], di “rafforzare la rappresentanza e la voce dei paesi dei mercati emergenti e dei paesi in via di sviluppo nella governance economica mondiale” (ovvero sostituire al G7 un modello di cooperazione alternativo) e promuovere “equilibrio, sviluppo coordinato e inclusivo”. Il concetto di “sviluppo coordinato” (促进全球平衡) è uno dei due concetti chiave del discorso (in quanto dal contesto si comprende trattarsi di sviluppo orizzontale e sul piano di complementarietà ed equilibrio).

Quindi si tratta di rafforzare la cooperazione Nord-Sud, e sud-sud, mettere in comune le risorse in cooperazione, garantire reti e piattaforme per lo sviluppo, aumentare l’assistenza allo sviluppo, formare sinergie e colmare i divari.

In terzo luogo, promuovere la globalizzazione economica (推动经济全球化进程), ma attraverso la “connessione morbida” (l’altro concetto-chiave, Ruǎn lián 软 联) delle politiche di sviluppo; quindi di regole e standard internazionali (lo strumento principe del dominio occidentale, grazie al fermo controllo degli organismi di standardizzazione); abbandonare il disaccoppiamento, i tagli all’offerta, le sanzioni unilaterali, le barriere e pressioni; mantenere la stabilità delle catene industriali (la cui interruzione provoca una crescente inflazione in occidente, ma non in Cina), e lavorare insieme per la crisi alimentare ed energetica. Infine, aderire all’innovazione guidata, sfruttare il potenziale dell’innovazione e della crescita, approfondire gli scambi scientifici, condividere i risultati.

La Cina, ha concluso Xi, è disposta su queste basi a collaborare con i paesi di tutto il mondo, inclusa la Russia, per creare insieme prospettive di sviluppo, condividere opportunità di crescita e dare contributi all’approfondimento della cooperazione allo sviluppo globale ed alla promozione di quella che chiama “una comunità con un futuro condiviso per l’umanità”. Attraverso questi toni la Cina, ma in linea con una lunga tradizione del ‘paese di mezzo’ (chung-kuo), cerca di qualificarsi come centro immobile del mondo, come difensore e costruttore dell’ordine internazionale (concepito implicitamente nella forma della relazione con il ‘cielo’). Per essa aderire al multilateralismo significa mantenere una “stabilità strategica globale”, e fornire attivamente beni pubblici internazionali[17].

Ciò che rende per noi difficile comprendere questo modo di dire, e ce lo fa interpretare come inautenticità e retorica vuota, è la forma di universalismo astratto che è profondamente connotata nella nostra tradizione (o in alcune nostre tradizioni, se non in tutte). La civiltà cinese è universalista in altro modo. È il Tianxia (la “via del cielo” o il “tutti sotto il cielo”) che connota più profondamente lo spirito del pensiero filosofico, religioso e geopolitico cinese. La formula “futuro condiviso per l’intera umanità” non è altro che questo segno (non già concetto, che la lingua cinese non supporta). Non si tratta di una “finalità”, quanto di un orientarsi “nella direzione della luce” (Ér guāngmíng suǒ xiàng), di dirigersi verso la propensione della situazione che produce, se accolta, un “vantaggio” (li). Ma bisogna notare che per un cinese, essendo derivante dalla situazione, e non da un piano, il “li” è sempre morale ed è sempre per tutti. La questione è di individuare, scoprire, nella situazione i fattori favorevoli e farli crescere, adattandosi ad essi ed adattandoli ad un tempo. Ovviamente, far crescere i fattori favorevoli e far decrescere, o disattivare, quelli favorevoli all’avversario.

Si tratta di fare in modo che l’avversario sia trascinato, senza azione, dalla situazione stessa, progressivamente e inavvertitamente nella destrutturazione. In modo che perda il proprio potenziale.

 

L’esatto contrario della propensione alla guerra di un paese che, di fatto, è sempre stato in qualche avventura militare grande o piccola da quando è stato fondato, o di un continente, l’Europa, che è stato in pace straordinariamente (e neppure completamente) due sole volte negli ultimi cinque secoli.

 

Non combattere è la regola fondamentale della Grande Strategia cinese (e non è il caso di riferirsi a Sun Tzu). O meglio “non agire” (wu wei), tuttavia, ed allo stesso tempo, in modo che alla fine “niente non sia fatto” (er wu bu wei). I cinesi non combatteranno mai per dominare il mondo (ma forse lo faranno), lasceranno che tutto, per la sua propensione, si trasformi (hua).

 

L’idea è semplicissima, e sta avvenendo davanti ai nostri occhi. Senza agire davvero, al più difendendosi (che la lezione delle Guerre dell’Oppio è ben ricordata), fa perdere contegno all’occidente.  Se alla fine la Cina non si vedrà agire, se sembrerà del tutto immobile, la perfezione sarà stata raggiunta. Perfezione che ha a che fare con il concetto di “cielo”, una alternanza regolata che si rinnova sempre senza esaurirsi mai. L’opposto, in un certo senso, della nozione assolutamente occidentale di ‘progresso’.

Per concludere. È proprio il concetto di egemonia solitaria ad essere estraneo alla civiltà cinese.

 

La settima prossima a Pechino la Cina ospiterà il Summit dei Brics, la cui agenda è “fornire una piattaforma per le nazioni in via di sviluppo, per creare consenso sull’affrontare le sfide acute dello sviluppo” (come ricorda Global Times). Il discorso programmatico di Xi è previsto per il 22 giugno. Alla presenza di 1.000 delegati sarà lanciata una BRICS Business Beijing Initiative. Sono previsti, oltre a Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, paesi come l’Argentina, l’Indonesia, oltre a diversi paesi in via di sviluppo.

Si discuterà anche del migliore modo per giungere ad un ‘cessate il fuoco’ in Ucraina e ad un accordo di pace che rispetti le legittime preoccupazioni di tutte le parti. Quindi delle questioni energetiche globali e di sicurezza alimentare. Infine, dell’allargamento della cooperazione con adesione di nuovi membri (tra cui l’Argentina).

 

Contemporaneamente Biden presiederà una riunione G7 nella quale lancerà una “iniziativa infrastrutturale globale” (in particolare digitale) diretta a contrastare le ambizioni internazionali della Cina.

 

 

Nel Forum internazionale di San Pietroburgo è, insomma, andato in scena un canovaccio che vedremo sempre più spesso: parallelamente alla rete di relazioni che l’occidente intrattiene con il mondo ‘secondo’ o ‘terzo’ (dal suo punto di vista di autoattribuito ‘centro’) e che chiama “comunità internazionale”, cresce una rete di relazioni non necessariamente incompatibile, ma dichiaratamente ‘diversa’. Questa rete vede al G7 affiancarsi una sorta di G8-9 (o “Brics+”) formato sostanzialmente tra Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa (i Brics) oltre Iran, Indonesia, Turchia, Messico. Molti di questi paesi intrattengono relazioni bilaterali intense (come, del resto, fecero i paesi di Bandung), ma insieme rappresentano un Pil aggregato, se calcolato per la capacità di acquistare beni e servizi -PPA- già superiore a quello del G7.

Alcuni di questi paesi sono considerati “non democratici”, secondo i ristretti ed etnicamente radicati principi della liberal-democrazia in stile anglosassone[18]. Ma, come scrive giustamente il Ministero degli Esteri cinese in un suo documento[19], “la democrazia è storica, concreta e in via di sviluppo. La democrazia in ogni paese è radicata nelle proprie tradizioni storiche e culturali e cresce dall’esplorazione pratica e dalla creazione di saggezza del proprio popolo”. Ne consegue che “la Cina insiste nel rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i paesi, non interferire negli affari interni degli altri paesi e rispettare i percorsi di sviluppo e i sistemi sociali scelti indipendentemente dalle persone di tutti i paesi. La Cina non ha intenzione di impegnarsi in una competizione istituzionale e in un confronto ideologico con gli Stati Uniti. La Cina non esporta mai ideologia, non interferisce mai negli affari interni di altri paesi e non cerca mai di cambiare il sistema statunitense [o nessun altro]”.

Tutto si sta rovesciando.

[1] – Il termine è messo in giro nel XVIII secolo e rappresenta la condensazione di una idea contemporaneamente semplicissima e straordinariamente sottile: il fatto di far passare le relazioni umane attraverso il vincolo morbido dello scambio per puro interesse (il “dolce commercio”) le trasformerà e civilizzerà. L’uomo stesso diventerà meno ferino, meno orientato a perseguire motivazioni irrazionali (come “l’onore”), e la società diventerà meno separata in enclave, in clan in lotta reciproca; sarà meno attraversata da inimicizie radicali (ad esempio religiose). Ma questa non è, a ben vedere e come viene di solito presentata, l’idea di una condizione ‘naturale’ dell’uomo che si tratta solo di far emergere. Implica una antropologia minimalista, ma la produce, nel senso che è un progetto. Il progetto di un “uomo nuovo” che viene prodotto dalla estensione del commercio e dalla struttura legale e governativa che lo impone. Cfr., ad esempio, Jean-Claude Michéa, “L’impero del male”, Libri Scheiwiller, 2008 (ed. or. 2007).

[2] – Altro termine chiave della costellazione liberale: si tratta del superamento del mondo tradizionale, con tutte le sue strutture relazionali ed antropologiche, i sistemi di potere, i vincoli costitutivi, i valori (ad esempio l’onore, la responsabilità concreta, la reciprocità nel sistema del dono, l’ordine presunto naturale, …).

[3] – L’idea di un procedere per “tappe” della “storia” è un’altra tipica idea illuminista, fattasi strada tra il XVII ed il XVIII secolo, viene articolata sia nell’ambiente napoletano (Gianbattista Vico, 1668-1744) sia in quello scozzese (Adam Ferguson, 1723-1816), ovviamente ciò porta a ritenere che l’uomo proceda, generazione dopo generazione, ad apprendere sempre meglio il proprio modo di essere nel mondo e quindi progredisca.

[4] – “Progresso” è probabilmente il termine più inevitabile della costellazione liberale-moderna. Il concetto è legato ad una duplice radice: da una parte è un’interpretazione-ricostruzione dell’esperienza storica della tecnica e della scienza nella fioritura cinque-seicentesca e nella estensione sette-ottocentesca, dall’altra è ancora un progetto di rottura delle relazioni tradizionali e di liberazione delle forze del lavoro e dell’industria dai vincoli storici. Si tratta di un progetto negativo, che conosce ciò che non vuole, ma non ciò verso cui tende. Un programma intrinsecamente “illimitato”, e quindi anche, e necessariamente, in-umano e carico di hybris. Per questa lettura del liberalesimo come “progetto negativo”, si può leggere Andrea Zhok, “Critica della ragione liberale”, Meltemi, 2020.

[5] – “Ragione”, rigorosamente al singolare, è quindi il coronamento di questo giro di concetti e del progetto ad essi connesso. Si tratta dell’idea che si deve imporre una unica via, perché aderente all’autentica natura umana (o, per meglio dire, alla natura umana che deve diventare unica).

[6] – La “Storia” è quindi orientata, ha carattere unitario, conoscibile nel suo senso, normativamente connotata.

[7] – Si veda “Politica estera basata sui valori o sull’autodeterminazione. Note sulla svolta di Biden”, Tempofertile 5 aprile 2022.

[8] – Mi riferisco ai tentativi, compiuti dalle ultime amministrazioni, ma più esplicitamente da quella Trump, di convincere o costringere parte delle filiere produttive occidentali a ritornare entro il perimetro più controllabile della sfera di influenza e uscire dall’ecosistema cinese. Tentativi che hanno prodotto modesti risultati, ma che hanno anche – per effetto degli strumenti adoperati, come le sanzioni e le barriere regolative e tariffarie, indotto ad un fattore inflattivo che inizia a mordere l’occidente stesso.

[9] – Mi riferisco, ovviamente, alle guerre condotte, direttamente o per procura, dall’Occidente stesso, la cui ultima e più clamorosa è la guerra ucraina. Per una lettura autorevole ed eretica, ma americana, della crisi si veda, ad esempio, “Circa l’intervista a John Mearshmeier sulla guerra ucraina”, Tempofertile, 12 marzo 2022.

[10] – Scelgo di chiamare in questo modo, con questa etichetta generica, tutti quei sistemi economici e sociali moderni (tecnologicamente e industrialmente avanzati, anche di frontiera) che, tuttavia, non si lasciano guidare solo dal “dolce commercio” (con il suo correlato di norme, pratiche di pressione e controllo, inibizioni, sistemi di repressione), ma anche da una funzione intenzionale di direzione non decentrata, che qui si descrive con l’etichetta “pubblica”. La Cina è un esempio idealtipico, ma anche Singapore, per certi versi la Corea (anche del Sud)

[11] – Nei “Quaderni dal Carcere”, Vol III, 19, $ 24, Antonio Gramsci scrive “il criterio metodologico su cui occorre fondare il proprio esame è questo: che la supremazia di un gruppo sociale si manifesta in due modi, come ‘dominio’ e come ‘direzione intellettuale e morale’. Un gruppo sociale è dominante dei gruppi avversari che tende a ‘liquidare’ o a sottomettere anche con la forza ed è dirigente dei gruppi affini e alleati. Un gruppo sociale può e anzi deve essere dirigente già prima di conquistare il potere governativo (è questa una delle condizioni principali per la stessa conquista del potere); dopo, quando esercita il potere e anche se lo tiene fortemente in pugno, diventa dominante ma deve continuare anche ad essere ‘dirigente’.” Dunque, la condizione perché un gruppo sociale acceda al potere è che eserciti una forza egemonica. Ma i gruppi sociali “liberali”, o, con altro termine “borghesi”, esercitano la propria egemonia e sviluppano “direzione”, come continua “In forme e con mezzi che si possono chiamare ‘liberali’, cioè attraverso l’iniziativa individuale, ‘molecolare’, ‘privata’ (cioè non per un programma di partito elaborato e costituito secondo un piano precedentemente all’azione pratica e organizzativa). D’altronde, ciò è ‘normale’, date la struttura e la funzione dei gruppi sociali rappresentati dai moderati, dei quali i moderati sono il ceto dirigente, gli intellettuali in senso organico”. Il punto è che attori sociali, come il successivamente citato Yack Ma, sono “in senso organico” (ovvero non programmato, pienamente consapevole o progettato) gli “intellettuali ‘condensati’” dei gruppi sociali liberali, ne costituiscono la ‘avanguardia reale’ e sono naturalmente organici ad essi. Esercitano per questo motivo, e, si noti, al di là della loro propria individuale intenzione, o cognizione, una potente attrazione, essa stessa ‘spontanea’ verso altri intellettuali in senso gramsciano (ovvero potenziali dirigenti del senso comune), presenti diffusamente. Ciò significa che individualmente, ovvero una interazione per una, una relazione dopo l’altra, una dichiarazione insieme alla successiva, essi “molecolarmente” estendono l’egemonia, creando le condizioni del dominio.

[12] – Ex membro del Politburo cinese e figlio di Bo Yibo, Ministro delle Finanze nei primi anni della rivoluzione, si è fatto campione della “nuova sinistra cinese” nei primi anni dieci, promuovendo valori egualitari con un approccio fortemente anti-liberista e social-democratico (o maoista), Bo aveva tentato di ‘forzare’ le procedure di promozione/cooptazione del sistema centralizzato e meritocratico cinese (legato ad una millenaria tradizione) autocandidandosi alla carica di “membro permanente del massimo organo politico grazie ad una strategia di tipo “populista”. Ovvero attraverso una sbandierata campagna anti-corruzione e criminalità organizzata e rilanciando gli slogan della “cultura rossa”. Questa sfida ‘da sinistra’ alla leadership collettiva del Partito (che non è affatto autocratico, se mai troppo collettivo e conservatore) è stata respinta non appena un suo collaboratore chiave è stato arrestato in una vicenda poco chiara di corruzione ed omicidio che ha coinvolto anche la moglie. Il punto rilevante è che la vicenda, con la durezza del trattamento sfociata in una condanna all’ergastolo, mostra come il sistema economico e sociale, quindi politico, cinese non è scalabile da singoli individui con modalità ‘imprenditoriali’.

[13] – Il caso di Jack Ma è simmetricamente opposto e notevolmente più recente. Nel 2009 Ma fu scelto come uno dei 100 uomini più influenti al mondo da Times, Presidente di Alibaba, e coproprietario di Alipay uno dei cinque uomini più ricchi della Cina, entra nella bufera per l’estensione della sua influenza ed alcune critiche alla direzione del Partito. Ma ha un profilo imprenditoriale posto esattamente alla confluenza del sistema delle grandi compagnie statali (la China International Electronic Commerce Center, che lo lancia) e il credito bancario e finanziario occidentale (Goldman Sachs, la giapponese SoftBank e la multinazionale bostoniana Fidelity Investments), senza dimenticare le collaborazioni con Yahoo! e la IPO a New York da 25 miliardi di dollari del 2014. Il 9 gennaio 2017, Ma, si è incontrato con il Presidente americano Donald Trump (che stava mettendo sotto pressione la Cina), per ipotizzare investimenti di AliBaba negli Usa. Poco dopo si è dimesso, su probabili pressioni del governo, dalle sue cariche aziendali al contempo dichiarando la sua iscrizione al Partito Comunista Cinese.

[14]http://www.legaldaily.com.cn/index_article/content/2022-06/18/content_8735917.htm

[15] – Si veda “Obiettivi per lo sviluppo sostenibile”.

[16] – La Conferenza di Bandung è il punto intermedio di un lungo processo che parte con il Congresso dei popoli dell’oriente a Baku, nel 1920, del quale parleremo in seguito, e il successivo Congresso dei popoli oppressi di Bruxelles nel 1927, oltre che la Asian Relations Conference convocata da Nehru nel 1947 nella quale fu deciso di dotarsi di una organizzazione permanente. Nell’aprile del 1954 i capi di governo di Ceylon, India, Pakistan, Birmania, Indonesia si riunirono a Colombo (Ceylon) per organizzare una grande conferenza afroasiatica. Conferenza che fu convocata appunto a Bandung, invitando venticinque Stati con l’esclusione dei movimenti di liberazione, con qualche anomalia (come i due Vietnam e l’esclusione delle due Coree, oltre il mancato invito ai paesi latino-americani e soprattutto dell’Unione Sovietica). Parteciparono paesi socialisti, come la Cina, e filoccidentali, come il Giappone, o neutralisti. Con qualche compromesso, mediato da Chou En-Lai da una parte e da Nehru dall’altra si arrivò a una dichiarazione di condanna del solo colonialismo “tradizionale” (mentre alcuni paesi volevano condannare anche quello sovietico). Bandung è l’anello di congiunzione tra la sconfitta di Dien Bien Phu e l’evento di Suez. Tutti e tre insieme fecero precipitare il colonialismo europeo.

[17] – Per questi temi si veda, ad esempio, “Dal Grande Gioco triangolare alla polarizzazione. Circa la posizione diplomatica e strategica cinese: Qin Gang e Yongnian Zheng”, tempofertile 19 aprile 2022.

[18] – E’ difficile convincere qualcuno che è nato in un posto del fatto che le sue convinzioni, acquisite durante il percorso di crescita, sono connesse con questo e non sono valide ovunque e per tutti. Tuttavia, è semplicemente un fatto. Un esempio di ricostruzione del percorso storico di creazione della democrazia “dei moderni” (occidentali), è presente nel libro di Bernard Manin, “Principi del governo rappresentativo”, Il Mulino, 1997.

[19]https://www.guancha.cn/WaiJiaoBu/2022_06_19_645369.shtml

 

https://tempofertile.blogspot.com/2022/06/il-mondo-rovesciato.html?fbclid=IwAR3gW6b2Jfkt3nJrbQ-2dbL6zS1N9O1Vuc2jXpbPiiaTLdVzNhSsMckoCpo

Una guida alla teoria delle relazioni internazionali alla guerra in Ucraina, Di Stephen M. Walt

Stephen M. Walt , editorialista di Foreign Policy e Robert e Renée Belfer, professore di relazioni internazionali all’Università di Harvard

Il mondo è infinitamente complesso e, per necessità, ci affidiamo tutti a varie credenze o teorie su “come funziona il mondo” per cercare di dare un senso a tutto questo. Poiché tutte le teorie sono semplificazioni, nessun approccio unico alla politica internazionale può tenere conto di tutto ciò che sta accadendo in un dato momento, prevedere esattamente cosa accadrà nelle settimane e nei mesi a venire o offrire un piano d’azione preciso di cui è garantito il successo. Anche così, il nostro bagaglio di teorie può ancora aiutarci a capire come è avvenuta la tragedia in Ucraina, spiegare parte di ciò che sta accadendo ora, segnalarci opportunità e potenziali insidie ​​e suggerire alcune ampie linee d’azione per il futuro. Poiché anche le migliori teorie delle scienze sociali sono rozze e ci sono sempre eccezioni anche a regolarità consolidate, gli analisti saggi guarderanno a più di uno per intuizioni e manterranno un certo scetticismo su ciò che ognuno di loro può dirci.

Alla luce di quanto sopra, cosa hanno da dire alcune note teorie sulle relazioni internazionali sui tragici eventi in Ucraina? Quali teorie sono state rivendicate (almeno in parte), che sono state ritenute carenti e quali potrebbero evidenziare questioni chiave mentre la crisi continua a svilupparsi? Ecco un’indagine provvisoria e tutt’altro che completa di ciò che gli studiosi hanno da dire su questo pasticcio.

Realismo e liberalismo

Non sono certo un osservatore obiettivo qui, ma è ovvio per me che questi eventi preoccupanti hanno riaffermato la rilevanza duratura della prospettiva realista sulla politica internazionale. A livello più generale, tutte le teorie realistiche descrivono un mondo in cui non esiste alcuna agenzia o istituzione in grado di proteggere gli stati gli uni dagli altri e in cui gli stati devono preoccuparsi se un pericoloso aggressore potrebbe minacciarli in futuro. Questa situazione costringe gli stati, in particolare le grandi potenze, a preoccuparsi molto della loro sicurezza e a competere per il potere. Sfortunatamente, queste paure a volte portano gli stati a fare cose orribili. Per i realisti, l’invasione russa dell’Ucraina (per non parlare dell’invasione americana dell’Iraq nel 2003) ci ricorda che le grandi potenze a volte agiscono in modi terribili e sciocchi quando credono che siano in gioco i loro interessi di sicurezza fondamentali. Quella lezione non giustifica tale comportamento, ma i realisti riconoscono che la condanna morale da sola non lo impedirà. È difficile immaginare una dimostrazione più convincente dell’importanza dell’hard power, in particolare del potere militare.Anche la Germania postmoderna sembra aver recepito il messaggio .

Purtroppo, la guerra illustra anche un altro concetto realista classico: l’idea di un “dilemma di sicurezza”. Il dilemma sorge perché i passi che uno stato compie per rendersi più sicuro spesso rende gli altri meno sicuri. Lo stato A si sente insicuro e cerca un alleato o acquista altre armi; Lo Stato B si allarma per questo passaggio e risponde a tono, i sospetti si approfondiscono ed entrambi i paesi finiscono per essere più poveri e meno sicuri di prima. Aveva perfettamente senso che gli stati dell’Europa orientale volessero entrare nella NATO (o il più vicino possibile ad essa), date le loro preoccupazioni a lungo termine sulla Russia. Ma dovrebbe anche essere facile capire perché i leader russi, e non solo Putin, hanno considerato questo sviluppo allarmante. Ora è tragicamente chiaro che la scommessa non ha dato i suoi frutti, almeno non per quanto riguarda l’Ucraina e probabilmente la Georgia.

Vedere questi eventi attraverso la lente del realismo non significa sostenere le azioni brutali e illegali della Russia; è semplicemente riconoscere tale comportamento come un aspetto deplorevole ma ricorrente delle vicende umane. I realisti da Tucidide in giù attraverso EH Carr, Hans J. Morgenthau, Reinhold Niebuhr, Kenneth Waltz, Robert Gilpin e John Mearsheimer hanno tutti condannato la natura tragica della politica mondiale, avvertendo allo stesso tempo che non possiamo perdere di vista i pericoli che il realismo mette in evidenza, compresi i rischi che sorgono quando si minaccia ciò che un altro stato considera un interesse vitale. Non è un caso che i realisti abbiano da tempo sottolineato i pericoli dell’arroganza e i pericoli di una politica estera eccessivamente idealistica, sia nel contesto della guerra del Vietnam, dell’invasione dell’Iraq nel 2003, sia delperseguimento ingenuo dell’allargamento aperto della NATO . Purtroppo, in ogni caso i loro avvertimenti sono stati ignorati, solo per essere vendicati da eventi successivi.

La risposta straordinariamente rapida all’invasione della Russia è anche coerente con una comprensione realistica della politica delle alleanze. I valori condivisi possono rendere le alleanze più coese e durature, ma i seri impegni per la difesa collettiva derivano principalmente dalla percezione di una minaccia comune . Il livello di minaccia, a sua volta, è una funzione del potere, della vicinanza e del nemico con capacità offensive e intenzioni aggressive. Questi elementi spiegano moltoil motivo per cui l’Unione Sovietica ha dovuto affrontare forti coalizioni di bilanciamento in Europa e in Asia durante la Guerra Fredda: aveva una grande economia industriale, il suo impero confinava con molti altri paesi, le sue forze militari erano grandi e progettate principalmente per operazioni offensive e sembrava avere un carattere altamente revisionista ambizioni (cioè la diffusione del comunismo). Oggi, le azioni della Russia hanno aumentato notevolmente la percezione della minaccia in Occidente e il risultato è stato un’esibizione di un comportamento equilibrato che pochi si sarebbero aspettati solo poche settimane fa.

L’odio per il realismo è un’afflizione d’élite, di Sumantra Maitra

Esigenze narrative e analisi concreta della situazione; rappresentazione dogmatica e flessibilità analitica. I dilemmi e le trappole entro cui si dipanano le strategie politiche. Negli Stati Uniti sono quantomeno dilemmi; in Europa siamo vittime di certezze. Buona lettura, Giuseppe Germinario

Mentre il realismo non è irreprensibile, il primato del realismo non è paragonabile alle crociate per la democrazia degli ultimi trent’anni.

Perché le persone odiano così tanto il realismo? È una domanda ponderata posta da Stephen Walt in Foreign Policy. Walt è un realista di politica estera con le carte in regola, il suo lavoro sulle alleanze e la sua teoria dell’equilibrio della minaccia sono stati influenzatiil quadro teorico di molte di queste ricerche con grande potere esplicativo. Walt sostiene che al momento del trionfo del realismo, poiché la teoria prevedeva un conflitto in Ucraina, stiamo assistendo a un attacco fulminante alla visione del mondo. “Gran parte di questa ira è stata diretta contro il mio collega e coautore occasionale John J. Mearsheimer, in parte sulla base della bizzarra affermazione che le sue opinioni sul ruolo dell’Occidente nell’aiutare a causare la crisi Russia-Ucraina in qualche modo lo rendono ‘pro- Putin e in parte su alcune gravi letture errate della sua teoria del realismo offensivo”, scrive Walt, aggiungendo che “un altro obiettivo ovvio è l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, i cui recenti commenti incitanti a colloqui di pace con Mosca, un compromesso territoriale in Ucraina,

Walt conclude che ci sono diversi motivi per cui le persone non amano il realismo. Primo fra tutti è l’idea che il realismo sia pessimista. “Non è difficile capire perché molte persone siano riluttanti ad abbracciare una visione così pessimistica della condizione umana, soprattutto quando sembra non offrire una chiara via di scampo”. In secondo luogo, il realismo è “indifferente o ostile” alle considerazioni etiche, essendo un quadro amorale in cui il potere è il principale determinante. “C’è un fondo di verità in questa accusa, nella misura in cui la struttura teorica del realismo non incorpora valori o ideali in alcun modo esplicito”, scrive Walt, “per i realisti, obiettivi nobili e buone intenzioni non sono sufficienti se le scelte risultanti portano a una maggiore insicurezza o sofferenza umana”. I realisti non considerano nessun paese eccezionale, poiché la loro visione del mondo sostiene che ogni paese, ogni potere di solito agirà in un certo modo, di fronte a un certo insieme di variabili. Anche questo sfrega la maggior parte delle persone nel modo sbagliato, poiché la maggior parte delle persone tende a pensare in una dinamica di gruppo e qualsiasi critica al comportamento o al dissenso del proprio paese e alla non conformità con la “cosa attuale” o la saggezza convenzionale, è considerata antipatriottica.

Infine, Walt scrive che il realismo ha risposto alle domande più importanti e, naturalmente, ha incontrato i principali oppositori ideologici sulla strada. Walt scrive: “il realismo tende ad essere impopolare perché i suoi sostenitori hanno una fastidiosa tendenza ad avere ragione … i realisti avevano ragione sull’allargamento della NATO, sul doppio contenimento nel Golfo Persico, sulla guerra in Iraq, sulla sfortunata decisione dell’Ucraina di rinunciare al suo arsenale nucleare , le implicazioni dell’ascesa della Cina e la follia della costruzione della nazione in Afghanistan , solo per citare alcuni esempi”.

C’è molto senso in queste argomentazioni. Il realismo, un quadro che privilegia (per usare una parola usata spesso dalla sinistra accademica) il potere e l’interesse nazionale, è per definizione una teoria “reazionaria”, più a suo agio all’interno del conservatorismo politico e della gerarchia. È fondamentalmente contrario alla democrazia di massa e alla conseguente volatilità delle passioni pubbliche. E mentre è severamente a favore dell’interesse nazionale, favorisce anche i compromessi e un equilibrio di potere basato su guadagni relativi. Inoltre, essendo una teoria reazionaria, crede in una visione ciclica della storia, invece di un arco costante di progresso. Pertanto, il realismo cade esattamente in contrasto con qualsiasi visione del mondo che affermi l’egualitarismo o il progresso, siano essi liberalismo, socialismo, femminismo o marxismo, che sono tutte teorie derivanti dall’illuminismo, con un egualitarismo incorporato. A sua volta, tutte le teorie progressiste, dal liberalismo al marxismo, sono normativamente contrarie a qualsiasi reazione politica. L’opposizione al realismo (e ai realisti) all’interno dell’accademia è quindi qualitativamente simile a tutto il fanatismo progressista per il rovesciamento delle statue, la gerarchia e la cancellazione dei classici, una profonda avversione per tutto ciò che è vagamente reazionario dal patrimonio, all’autorità, ai confini nazionali, un’opposizione che non è solo accademico o teorico, ma ideologico. Per prendere in prestito le famose parole di Peter Hitchens, la rabbia di “piccole figure che si precipitano attraverso sale cavernose costruite per uomini molto più grandi”. e cancellare i classici, una profonda avversione per tutto ciò che è vagamente reazionario dal patrimonio, all’autorità, ai confini nazionali, un’opposizione che non è solo accademica o teorica, ma ideologica. Per prendere in prestito le famose parole di Peter Hitchens, la rabbia di “piccole figure che si precipitano attraverso sale cavernose costruite per uomini molto più grandi”. e cancellare i classici, una profonda avversione per tutto ciò che è vagamente reazionario dal patrimonio, all’autorità, ai confini nazionali, un’opposizione che non è solo accademica o teorica, ma ideologica. Per prendere in prestito le famose parole di Peter Hitchens, la rabbia di “piccole figure che si precipitano attraverso sale cavernose costruite per uomini molto più grandi”.

Il realismo è, ovviamente, amorale, ma non crudele o immorale. In effetti, l’istinto al compromesso e all’equilibrio di potere deriva da una considerazione etica superiore. Come ha scritto Hans Morgenthau,

Il realismo sostiene che i principi morali universali non possono essere applicati alle azioni degli stati nella loro formulazione universale astratta, ma che devono essere filtrati attraverso le circostanze concrete del tempo e del luogo. L’individuo può dire da sé: “ Fiat justitia, pereat mundus(Sia fatta giustizia, anche se il mondo muoia),” ma lo Stato non ha il diritto di dirlo in nome di coloro che sono sotto la sua cura. Sia l’individuo che lo stato devono giudicare l’azione politica in base a principi morali universali, come quello della libertà. Tuttavia, mentre l’individuo ha il diritto morale di sacrificarsi in difesa di un tale principio morale, lo Stato non ha il diritto di lasciare che la sua disapprovazione morale per la violazione della libertà ostacoli un’azione politica di successo, a sua volta ispirata dal principio morale di sopravvivenza nazionale. Non può esserci moralità politica senza prudenza; cioè, senza considerare le conseguenze politiche di un’azione apparentemente morale .

Mentre il realismo non è irreprensibile, il record del realismo non è paragonabile alle crociate per la democrazia degli ultimi trent’anni.

Ma per tornare alla domanda originaria, bisogna aggiungere che l’inquadratura della domanda stessa è viziata. La gente non odia il realismo. In effetti, l’opinione pubblica è solitamente fondamentalmente reazionaria, se canalizzata correttamente. La maggioranza è favorevole ai confini nazionali e si oppone alle disavventure straniere. Cosa potrebbe esserci di più reazionario di questo nel nostro tempo? L’opinione pubblica può essere instabile e gli appelli alle emozioni hanno successo a breve termine. Ma nel complesso, il pubblico comprende i propri interessi se comunicati in modo chiaro. Considera il recente calo del supporto per una No-Fly Zone(NFZ) sull’Ucraina, nel momento in cui è stato spiegato cosa comporterebbe effettivamente una NFZ. L’odio per il realismo (e qualsiasi reazione politica) è un’afflizione progressista d’élite, aiutata da un’accademia ideologica.  Ciò che i realisti a volte rifiutano di accettare è che si trovano in uno svantaggio strutturale. Non è il momento di Metternich, né di Yalta, e nemmeno della visita segreta di Kissinger in Cina. Il realismo non è una visione del mondo che può avere successo automaticamente nell’era dei social media, delle ONG, dell’iper-democrazia, di un’accademia di attivisti e dei media internazionalisti. Per avere successo in quello scenario, il realismo e i realisti dovranno usare l’intrinseco istinto pubblico reazionario a proprio vantaggio e comunicare in modi diversi.che a volte potrebbe andare contro il decoro elettorale e suonare come un rozzo magnate di New York. Se si tratti di un compromesso che i realisti accademici sono disposti a intrattenere, per riconquistare una mano nella definizione delle politiche, è una questione chiave.

Sumantra  Maitra  è un membro della sicurezza nazionale presso il Center for the National Interest e un membro associato eletto presso la Royal Historical Society.

https://nationalinterest.org/feature/hatred-realism-elite-affliction-203056

Perché le persone odiano così tanto il realismo?

La scuola di pensiero non spiega tutto, ma i suoi sostenitori hanno previsto il potenziale conflitto sull’Ucraina molto prima che scoppiasse.

Di  , editorialista di Foreign Policy e Robert e Renée Belfer, professore di relazioni internazionali all’Università di Harvard

Il politologo Robert Gilpin una volta scrisse che ” nessuno ama un realista politico “. Il suo lamento sembra particolarmente appropriato oggi, poiché la tragedia in corso in Ucraina ha generato un aumento del realismo-bashing. Un piccolo esempio: Anne Applebaum e Tom Nichols dell’Atlantic, il professore della Columbia University e collega editorialista di FP Adam Tooze sul New Statesman , il professore dell’Università di Toronto Seva Gunitsky e Michael Mazarr della Rand Corp. Anche Edward Luce del Financial Times , che è costantemente uno degli osservatori più perspicaci sulla politica statunitense e globale, ha affermato di recenteche “la scuola ‘realista’ di politica estera … ha avuto una stampa terribile di recente, la maggior parte ampiamente meritata”.

Gran parte di questa ira è stata diretta contro il mio collega e coautore occasionale John J. Mearsheimer, in parte sulla base della bizzarra affermazione che le sue opinioni sul ruolo dell’Occidente nell’aiutare a causare la crisi Russia-Ucraina lo rendono in qualche modo “pro-Putin”. e in parte su alcune gravi letture errate della sua teoria del realismo offensivo .

Un altro obiettivo ovvio è l’ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger, i cui recenti commenti in merito a colloqui di pace con Mosca, un compromesso territoriale in Ucraina e la necessità di evitare una rottura permanente con la Russia sono stati visti come una dimostrazione rivelatrice del fallimento morale del realismo. Come spiego di seguito, Kissinger è un valore anomalo all’interno della tradizione realista, ma è comunque un comodo ostacolo per i suoi critici.

L’ironia qui è difficile da perdere. Realisti di vario genere hanno ripetutamente avvertito che la politica occidentale nei confronti della Russia e dell’Ucraina avrebbe portato a seri problemi, avvertimenti che sono stati allegramente ignorati da coloro che affermavano che la politica della porta aperta della NATO avrebbe portato a una pace duratura in Europa. Ora che la guerra è scoppiata, si stanno perdendo vite e l’Ucraina è stata distrutta, penseresti che i sostenitori dell’allargamento aperto della NATO avrebbero messo da parte le loro illusioni idealistiche e avrebbero pensato a questi problemi in modo realistico e a muso duro. Eppure si è verificato il contrario: le persone che hanno capito bene vengono selezionate per l’attacco, mentre coloro che credevano che l’allargamento della NATO avrebbe creato una vasta zona di pace in Europa stanno insistendo sul fatto che la guerra continui fino a quando la Russia non sarà totalmente sconfitta e notevolmente indebolita.

Questo fenomeno non è poi così sorprendente, in quanto il realismo non è mai stato popolare negli Stati Uniti. È riconosciuta come un’importante tradizione nello studio delle relazioni internazionali, ma è anche oggetto di notevole animosità. Nel 2010, ad esempio, il discorso presidenziale del professor David Lake all’International Studies Association dell’Università della California di San Diego ha criticato il realismo e altri paradigmi definendoli “sette” e “patologie” che distolgono l’attenzione dallo “studiare le cose che contano”. Negli anni ’90, quando molti credevano che i valori liberali si stessero diffondendo in tutto il mondo, il politologo John Vasquez pubblicò un lungo articolo su American Political Science Reviewsostenendo che il realismo fosse un programma di ricerca “degenerativo” che dovrebbe essere scartato.

Allora perché così tante persone non amano il realismo così intensamente? Potrei non essere il giudice più obiettivo su questo tema, ma ecco cosa penso stia succedendo.


Il realismo è una prospettiva piuttosto cupa sulla politica, anche nelle sue versioni più benigne. Presuppone che le persone siano irrimediabilmente imperfette e che non ci sia modo di eliminare tutti i conflitti di interesse tra individui o gruppi sociali che formano. Inoltre, tutte le versioni del realismo mettono in evidenza l’insicurezza risultante dall’assenza di un’autorità globale globale in grado di far rispettare gli accordi e impedire agli stati di attaccarsi a vicenda. Quando la violenza è una possibilità, gruppi umani di ogni tipo – siano essi tribù, città-stato, bande di strada, milizie, nazioni, stati, ecc. – cercheranno modi per rendersi più sicuri, il che significa che saranno fortemente inclini a competere per il potere.

Contrariamente a quanto sostengono alcuni critici, i realisti non vedono queste caratteristiche come leggi ferree che determinano ogni mossa che uno stato potrebbe fare. Né credono che la cooperazione sia impossibile o che le istituzioni internazionali non abbiano alcun valore, e certamente non pensano che agli esseri umani manchi il libero arbitrio o la capacità di fare scelte diverse mentre si sforzano di proteggere i propri interessi. I realisti sostengono semplicemente che l’anarchia internazionale (cioè l’assenza di un’autorità centrale globale) crea potenti incentivi alla rivalità e alla concorrenza tra gli stati, incentivi difficili da gestire o superare.

Non è difficile capire perché molte persone siano riluttanti ad abbracciare una visione così pessimistica della condizione umana, soprattutto quando sembra non offrire una chiara via di scampo. Ma la vera domanda è questa: è questa una visione accurata della politica internazionale? Se si considerano i conflitti e le lotte che si sono verificati nel corso della storia umana e continuano ancora oggi, e la tendenza degli stati a preoccuparsi della propria sicurezza, la prima facie a favore del realismo è forte.

In secondo luogo, l’enfasi del realismo sulla politica del potere porta molte persone a ritenere che i suoi sostenitori siano eccessivamente fissati sul potere militare e inclini a favorire soluzioni da falco. Ma questo punto di vista è semplicemente falso: a parte Kissinger (che era un falco durante la guerra del Vietnam e sostenne l’invasione americana dell’Iraq nel 2003), i realisti più importanti si sono generalmente inclinati verso i colombari. George F. Kennan, Reinhold Niebuhr, Walter Lippmann, Hans J. Morgenthau e Kenneth Waltz furono tutti i primi critici del coinvolgimento degli Stati Uniti in Vietnam e i loro successori accademici furono tra le voci più importanti che si opposero alla marcia dell’amministrazione Bush verso la guerra contro l’Iraq nel 2003 .

Terzo, il realismo è anche visto come indifferente o addirittura ostile a considerazioni etiche o morali. C’è un fondo di verità in questa accusa, nella misura in cui la struttura teorica del realismo non incorpora valori o ideali in alcun modo esplicito. Come suggerisce il nome, il realismo cerca di entrare in contatto con il mondo “così com’è realmente”, non come vorremmo che fosse. Tuttavia, come hanno sottolineato Michael Desch e altri, la maggior parte dei realisti è anche guidata da profondi impegni morali e sono consapevoli sia della natura tragica della politica internazionale che dell’importanza di cercare di agire moralmente nonostante le pressioni ad agire diversamente. Per i realisti non bastano nobili propositi e buone intenzioni se le scelte che ne derivano portano a una maggiore insicurezza o sofferenza umana.

In quarto luogo, il realismo è impopolare negli Stati Uniti perché contrasta con la diffusa credenza nell’eccezionalismo americano, l’idea che gli Stati Uniti siano unicamente morali e agiscano sempre per il bene più grande dell’umanità. Per i realisti, la necessità di rimanere sicuri e indipendenti in un mondo privo di un’autorità centrale spesso porta stati con caratteristiche molto diverse ad agire in modi sorprendentemente simili. Gli Stati Uniti e l’ex Unione Sovietica non avrebbero potuto essere più diversi in termini di ordini interni, ideologie politiche e sistemi economici, ad esempio, ma le pressioni della concorrenza durante la Guerra Fredda hanno portato ciascuno a formare e guidare grandi alleanze, promuovere le rispettive ideologie ovunque possibile, costruire decine di migliaia di armi nucleari, intervenire in molti altri paesi, combattere guerre per procura distruttive, e assassinare capi stranieri. Bloccati nella competizione, questi due paesi molto diversi hanno prodotto politiche estere piuttosto simili.

A dire il vero, i realisti riconoscono che la politica interna non è irrilevante e che ci sono differenze importanti, ad esempio, tra la Germania nazista da un lato e la Gran Bretagna edoardiana dall’altro. Ma laddove gli idealisti si affrettano a dividere il mondo in stati “buoni” e “cattivi” – e ad incolpare quasi interamente i problemi del mondo su questi ultimi – il realismo riconosce che anche le democrazie consolidate faranno cose orribili agli altri quando credono che le loro sono in gioco gli interessi.

Negli anni ’60, ad esempio, l’amministrazione Johnson era così preoccupata che il Vietnam del Sud diventasse parte del mondo comunista che inviò quasi mezzo milione di soldati attraverso il Pacifico a combattere lì; 58.000 di quei soldati non sono tornati. L’esercito americano ha utilizzato il napalm e l’agente Orange e ha sganciato circa 8 milioni di tonnellate di ordigni sul paese. Quando ciò non ha funzionato, l’amministrazione Nixon ha invaso la Cambogia, minando il suo fragile governo e aiutando inconsapevolmente il regime genocida dei Khmer Rossi a prendere il potere. Il Vietnam era un paese debole e distava più di 8.000 miglia dagli Stati Uniti continentali, eppure i suoi leader riuscirono a convincersi che queste azioni erano necessarie per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Nel luglio 1979, meno di un decennio dopo, l’amministrazione Carter si allarmò quando una rivolta popolare in Nicaragua rovesciò il dittatore filo-americano Anastasio Somoza, proprio come la rivolta di Maidan in Ucraina rovesciò il presidente filo-russo Viktor Yanukovich nel febbraio 2014. Quando arrivò al potere nel gennaio 1981, l’amministrazione Reagan ha risposto organizzando e armando un esercito ribelle, i Contras, proprio come la Russia ha sostenuto le milizie separatiste in Ucraina. Il Nicaragua era un paese povero con una popolazione di appena 4 milioni di persone, eppure i funzionari statunitensi lo consideravano una seria minaccia. Circa 30.000 nicaraguensi morirono nella guerra dei Contra, l’equivalente della perdita di circa 2,5 milioni di americani come percentuale della popolazione del paese.

Questi esempi della passata cattiva condotta degli Stati Uniti non giustificano minimamente ciò che la Russia sta facendo oggi. Se siamo coerenti, tutte queste azioni (compresa l’invasione dell’Iraq) dovrebbero essere fermamente condannate su basi sia strategiche che morali. Ciononostante, ricordano che i governi di tutti i tipi faranno cose brutali quando si sentono minacciati, anche se le loro paure a volte sono illusorie. Ma in un paese come gli Stati Uniti, che si considerano unicamente virtuoso e in cui gli alti funzionari raramente ammettono errori o ne accettano la responsabilità, ricordare alla gente che i leader statunitensi a volte hanno agito come sta agendo oggi il presidente russo Vladimir Putin probabilmente non è il modo migliore per conquistarli.

Questo fenomeno è particolarmente potente in tempo di guerra, quando il comprensibile desiderio di raccogliere il sostegno popolare incoraggia i governi a descrivere la propria causa come del tutto giusta ea ritrarre i loro oppositori come l’incarnazione del male. Suggerire che le precedenti azioni statunitensi potrebbero aver avuto qualcosa a che fare con la tragedia in Ucraina non giustifica la decisione di Putin di invadere o la condotta delle forze armate russe, ma è destinato a innescare una dura reazione da parte di coloro che cercano di inquadrare il conflitto come un semplice gioco di moralità tra un brutale aggressore e una vittima innocente e gli amici ben intenzionati e altrettanto innocenti di quest’ultima.

I realisti riconoscono che si verificano atti malvagi e che alcuni stati si comportano peggio di altri, ma capiscono anche che tutti gli stati competono per la sicurezza in un mondo imperfetto e che la condotta di nessun paese è irreprensibile. Per questo motivo, i realisti vedono la diplomazia e il compromesso come strumenti critici per gestire i disaccordi e risolvere le divergenze senza l’uso della forza militare. Al contrario, se i leader oi regimi malvagi sono gli unici responsabili di tutti i problemi del mondo – come sostengono liberali, neoconservatori e altri idealisti – l’unica soluzione è eliminare i malfattori una volta per tutte. Il problema, ahimè, è che cercare di sbarazzarsi dei governi che ritieni malvagi tende a far uccidere molte persone. E in alcune circostanze, come l’attuale guerra in Ucraina—potrebbe portare a un conflitto più ampio e più pericoloso.

Infine, il realismo tende ad essere impopolare perché i suoi sostenitori hanno una fastidiosa tendenza ad avere ragione. Non sempre, ovviamente, perché la politica estera è un’attività complicata in cui l’incertezza è pervasiva e le varie teorie che possono aiutare a guidare i responsabili politici sono nella migliore delle ipotesi strumenti grezzi. Ad esempio, la maggior parte dei realisti, me compreso, sono rimasti sorpresi dal fatto che la NATO sia sopravvissuta e si sia espansa oltre la Guerra Fredda.

Ma i realisti avevano ragione sull’allargamento della NATO , sul doppio contenimento nel Golfo Persico , sulla guerra in Iraq , sulla sfortunata decisione dell’Ucraina di rinunciare al suo arsenale nucleare , sulle implicazioni dell’ascesa della Cina e sulla follia della costruzione della nazione in Afghanistan , da notare solo alcuni esempi.

Non è un brutto disco, soprattutto se paragonato ai molti critici del realismo. Ma dubito che renderà il realismo più popolare, anche se la maggior parte degli stati continuerà ad agire più o meno come descrive il realismo.

https://foreignpolicy.com/2022/06/13/why-do-people-hate-realism-so-much/

TORNANDO SUL GROSSRAUM, di Teodoro Klitsche de la Grange

TORNANDO SUL GROSSRAUM

All’inizio di marzo scrissi un articolo “A colpi di Grossraum” http://italiaeilmondo.com/2022/03/01/a-colpi-di-grossraum-di-teodoro-klitsche-de-la-grange/ sulla guerra russo-ucraina ricordando l’idea di Schmitt che, data la decadenza dello Stato westphaliano aveva previsto la divisione del pianeta in più spazi d’influenza politica, raggruppanti ciascuno più Stati guidati da una potenza egemone. A distanza di 3 mesi è opportuno tornarci sopra, non senza notare che l’evoluzione successiva ha confermato parte delle considerazioni lì esposte.

In primo luogo lo iato tra sovranità giuridica e sovranità di fatto. . Lo Stato, scriveva Spinoza, è “autonomo in quanto è in grado di provvedere alla propria sussistenza e alla propria difesa dall’aggressione di un altro…è soggetto ad altri, in quanto teme la potenza di un altro Stato o in quanto ne è impedito dal conseguire ciò che vuole o, infine, in quanto ha bisogno del suo aiuto per la propria conservazione o per il proprio incremento” onde la “formula” della sovranità è tantum juris quantum potentiae. Ma l’Ucraina, come gran parte (probabilmente tutte) delle repubbliche ex-sovietiche non ha il quantum potentiae per opporsi, almeno in misura decisiva, a tutte le pretese del potente vicino. Come rispondeva Vittorio Amedeo di Savoia ai rappresentanti protestanti (per la rinnovata persecuzione ai valdesi in Piemonte, a seguito della revoca, in Francia, dell’editto di Nantes) “in politica sono le ruote grosse che fanno muovere quelle piccole”.

Di fronte al differenziale di potenza, l’unica possibilità per l’Ucraina di non perdere la guerra è che si cronicizzi in guerra partigiana. Ma con costi umani, sociali ed economici enormi per i contendenti e non indifferenti per europei e popolazioni non europee.

Secondariamente Schmitt sostiene che nella contrapposizione tra “grande spazio” (ossia Grossaum) e universalismo alla base dell’originaria “dottrina” Monroe, contano tre semplici idee, una delle quali (la decisiva) è la “non intromissione di potenze extraamericane in questo spazio, unitamente alla non intromissione dell’America nello spazio extraamericano”; e per questo è essenziale che la dottrina non venga mistificata. Infatti “È essenziale che la dottrina Monroe resti autentica e non falsificata, fintantoché è fissa l’idea di un grande spazio concretamente determinato, nel quale le potenze estranee allo spazio non possono immischiarsi. Il contrario di un siffatto principio fondamentale, pensato a partire dallo spazio concreto, è un principio mondiale universalistico, che abbraccia tutta la terra e l’umanità. Questo conduce naturalmente a intromissioni di tutti in tutto”; al contrario il grande spazio ha il vantaggio di un principio giuridico ordinatore mentre “la pretesa universalistica di intromissione mondiale distrugge ogni delimitazione e destinazione razionale”. E della dottrina Monroe (autentica) faceva un precedente per ordinare il pianeta in grandi spazi. Non gli si può dar torto, tenuto conto che la contraria concezione universalistica ha portato ad una serie d’interventi umanitari senza limiti, se non quelli fisici del pianeta. Dalla ex Jugoslavia all’Iraq e in parte anche all’Afghanistan (salvo altri), il trentennio decorso ci ha mostrato l’apogeo della distruzione del principio di non-intervento (alle volte anche oggettivamente sostenibile) in funzione della protezione dei “diritti umani”, asseritamente violati da e negli Stati-canaglia e anche in Stati falliti. Oltretutto, come scriveva il giurista di Plettemberg, la concezione universalistica risultava, già ai tempi suoi, per lo più a servizio dell’imperialismo economico di certi Stati.

In questo senso il principio di non-intervento, in particolare nell’ultimo trentennio, è stato sostituito dall’opposto – almeno in relazione alle esigenze umanitarie, e senza limiti spaziali. Non pare che la pace ci abbia granché guadagnato. E neanche i “diritti umani” atteso che non sono tutelati (o lo sono poco), laddove farlo sarebbe considerato un’ingerenza inammissibile negli affari interni di uno Stato sovrano e potente (come per gli uiguri in Cina).

In terzo luogo, lo stesso Grossraum o qualcosa di assai simile è richiamato nelle dichiarazioni – dei leaders non occidentali – degli ultimi mesi, a contrasto delle tesi globaliste criticandone in particolare due aspetti negativi (oltre alla intromissione politica). Il primo è la pretesa (attraverso – anche – la tutela dei diritti umani) d’imporre il modello d’esistenza civile, economica e politica prevalente in occidente, ma modificato o rifiutato altrove. A dispetto dalla volontà di altri popoli (e governi) di conservare il proprio. La seconda che giudicare dalla corrispondenza tra Ethos globale e nazionale e sulla relativa congruità e appetibilità è pretesa del globalizzatore. Pretesa estesa ovviamente al sistema politico e sociale. Neanche in molti imperi nella Storia, la potenza dominante cercava di imporre un modo d’esistenza ai dominati.

I romani non imponevano a galli, greci o ebrei un modello uguale per tutti, dalla Giudea alla Britannia. Religione, diritto, consuetudini, costumi rimanevano diversi, pur essendo i popoli politicamente soggetti all’autorità romana e al relativo (vario) prelievo erariale. Il rispetto delle differenze era, di solito, una caratteristica degli imperi, che dalla globalizzazione non appare apprezzata. Col risultato che popoli e governi possono non gradire di essere globalizzati, con tanto di esaminatori e compiti a casa.

Teodoro Klitsche de la Grange

 

Il significato mondiale dell’incidente in Ucraina e il suo avvertimento alla Cina, di Zhang Wenmu

Una ricostruzione storica per arrivare a cogliere il senso e le implicazioni del confronto geopolitico attuale ed in particolare del conflitto in Ucraina. Come in ogni ricostruzione storica, è importante individuare le particolari chiavi interpretative dell’osservatore. Sono il fondamento propedeutico alla comprensione delle scelte politiche. Buona lettura, Giuseppe Germinario

Zhang Wenmu: Il significato mondiale dell’incidente in Ucraina e il suo avvertimento alla Cina

Fonte: Rete di osservatori

2022-06-22 07:41

Zhang Wenmu

Zhang Wenmuautore

Professore, Centro per la ricerca su questioni strategiche, Università di Beihang

[Introduzione] L’operazione militare speciale della Russia contro l’Ucraina ha suscitato scalpore nell’opinione pubblica mondiale e ha avuto un profondo impatto sul panorama politico ed economico globale. Il presidente russo Vladimir Putin ha spesso menzionato il “golpe sanguinoso” otto anni fa nei suoi discorsi. Perché l’Ucraina è diventata un campo di battaglia tra Russia, Stati Uniti ed Europa? Zhang Wenmu, autore di questo articolo e professore presso il Center for Strategic Issues dell’Università di Beihang, ritiene che la crisi ucraina del 2014 e il ritorno della Crimea alla Russia abbiano significato per l’Europa determinare i limiti e i confini dell’espansione verso est del “nuovo sistema di Versailles” dominato dagli europei. . La Crimea è un luogo di vita e di morte per la Russia e un importante punto di interesse per l’Europa, per la quale la Russia utilizzerà tutte le sue risorse, mentre l’Occidente no. Se conosci la storia dell’appartenenza dell’Ucraina, sai anche che l’incidente dell’Ucraina significa che la storia del contrattacco della Russia contro l’espansione dell’Europa verso est è davvero iniziata. L’impatto degli eventi in Ucraina nel 2014 è stato globale e alcune lezioni sono state cautelative per la Cina. Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta nel 4° numero di “International Security Research” nel 2014. L’autore autorizza l’Observer Network a ripubblicarlo come riferimento per i lettori.

[L’editorialista di Text/Observer Network Zhang Wenmu]

Il 21 novembre 2013, il presidente ucraino Yanukovich ha annunciato che avrebbe sospeso la firma dell’accordo di associazione volto a rafforzare le relazioni commerciali con l’UE e avrebbe invece cercato una più stretta cooperazione con la Russia. L’opposizione ha colto l’occasione per scatenare un’ondata di proteste e ha chiesto a Yanukovich di dimettersi. Ciò ha portato a una crisi politica in Ucraina e al movimento separatista nell’est per la secessione dall’Ucraina e al fatto che la Crimea ha annunciato la sua adesione alla Russia. La crisi del 2014 è stata simbolica non solo per l’Ucraina, ma anche per l’Europa e l’intero panorama geopolitico mondiale.

1. L’istituzione del confine strategico russo-europeo e il suo significato per l’Europa

La crisi ucraina e l’annessione della Crimea alla Russia, questi due eventi significano la formazione di un nuovo sistema regionale Che cos’è questo sistema? Potremmo anche chiamarlo il “Nuovo sistema di Versailles”. Qualcuno dirà: il sistema di Versailles non è già diventato storia? Se confrontiamo la mappa dell’Europa odierna con la mappa dell’Europa prima della seconda guerra mondiale, non è difficile trovare un accordo sorprendente tra i due. Questo non sorprende. La storia sta salendo a spirale. La storia di oggi è una negazione della storia di ieri, ma è un’affermazione della storia dell’altro ieri. Nel pensiero di Hegel, è “la negazione della negazione”.

Nella storia c’è stato il sistema viennese guidato dalla cooperazione anglo-russa fondata sulla sconfitta di Napoleone nel 1815. A quel tempo la Russia fondamentalmente controllava l’Europa orientale, i tre stati baltici e l’Ucraina, proprio come la situazione dopo la seconda guerra mondiale. Con la prima guerra mondiale, l’impero russo si disintegrò. A quel tempo, molti paesi invasero congiuntamente la Russia, costringendola a una Grande Guerra Patriottica di due anni. Quindi l’Occidente stabilì il sistema Versailles-Washington che escludeva la Russia sovietica. In questo sistema, l’Unione Sovietica fu severamente soppressa e l’Europa orientale una volta cadde in Occidente nel suo insieme a causa dell’insoddisfazione per l’eccessiva pressione della Russia zarista.La situazione è simile. Anche così, a quel tempo l’Ucraina – almeno l’Ucraina orientale – non si staccò dalla Russia sovietica.

Tuttavia, la sfrenata repressione da parte dell’Occidente non solo non è riuscita a sopraffare la Russia sovietica, ma ha invece soppresso un’Unione Sovietica e un impero sovietico. Sai, l’Unione Sovietica non è stata annessa dai russi, è stata forzata dall’Occidente. I paesi dell’Europa orientale e dell’Asia centrale che divennero indipendenti dalla disintegrazione dell’Impero Ottomano erano insoddisfatti dello sfruttamento degli occidentali e della stretta diplomatica incentrata sull’Occidente. Alla fine, fu fondata congiuntamente l’Unione Sovietica, l'”Unione dei socialisti sovietici Repubbliche”. Nel 1922, quando fu fondata l’Unione Sovietica, l’Ucraina orientale si unì all’Unione e divenne uno degli stati fondatori dell’Unione Sovietica[1]. L’istituzione dell’Unione Sovietica segnò la stabilizzazione della frontiera orientale del sistema di Versailles.

Dopo aver fallito nel conquistare la Russia e nel definire i suoi confini, i paesi capitalisti dell’Europa occidentale si sono rivolti a stringersi verso l’interno. Eseguì una super oppressione della Germania sconfitta attraverso il cosiddetto “Piano Dawes”[2] e il “Patto di Locarno”[3]. Il 18 dicembre 1925, Stalin predisse al 14° Congresso del Partito Comunista (bolscevico): “Il piano Dawes era originariamente progettato per placare la Germania, ma questo piano porterà inevitabilmente a una rivoluzione tedesca”. “a condizione che le nuove frontiere della Germania fossero mantenute a vantaggio della Polonia e della Francia, che la Germania perdesse le sue colonie e che la Germania, legata al letto di Prokrastis, dovesse allo stesso tempo fare tutto il possibile per estrarre 1300 trilioni di marchi d’oro. Pensare che la Germania progressista lo tollererà è sperare in un miracolo.” Stalin affermò: “Se il Piano Dawes ha dato vita alla rivoluzione tedesca, il Patto di Locarno ha dato vita alla nuova guerra europea”.[5]

L’eccessiva oppressione della Germania in Europa alla fine schiacciò il pasticcio di Hitler, che a sua volta fornì un’opportunità per l’espansione sovietica. Lenin stabilì il confine di Versailles con l’Occidente attraverso una forte resistenza – che è ciò che Putin sta facendo ora; Stalin seguì la linea di Lenin e ottenne l’espansione nella crisi interna dell’Occidente: A quel tempo, l’Europa orientale era sovracompressa dall’Europa occidentale e chiese per l’aiuto dalla Russia sovietica, il confine tra Unione Sovietica e Russia avanza in questa “richiesta di aiuto” ancora e ancora: l’Ossezia meridionale nel conflitto della guerra civile georgiana nel 2008 e la separazione della Crimea dal corpo madre e dalla regione orientale dell’Ucraina nella crisi ucraina del 2014 L’ascesa del movimento separatista sembra essere una ripetizione delle relazioni europeo-russe del primo dopoguerra.

Perché l’Unione Sovietica è crollata? Dov’è il problema? Oltre al motivo del disarmo dell’ideologia verso l’Occidente, la sua eccessiva espansione è anche un motivo importante: sotto Stalin, il potere si estese all’Europa orientale, che aveva raggiunto il suo ragionevole limite di estensione del potere; sotto Breznev, la mano raggiunse verso l’Oceano Indiano – questo non solo Ha varcato il limite del potere dell’Unione Sovietica e ha toccato gli interessi fondamentali degli Stati Uniti, la potenza marittima a quel tempo. Il 12 novembre 1973, Mao Zedong ha sottolineato le carenze dell’Unione Sovietica durante i suoi colloqui con Kissinger. In risposta al punto di vista di Kissinger secondo cui “l’attuale problema in Medio Oriente è impedire all’Unione Sovietica di ottenere il dominio”, Mao Zedong ha detto:

L’ambizione dell’Unione Sovietica è in contraddizione con le sue capacità, deve fare i conti con tanti aspetti: a partire dall’Oceano Pacifico, ci sono gli Stati Uniti, il Giappone, la Cina, l’Asia meridionale, il Medio Oriente e l’Europa a ovest . Un totale di oltre un milione di soldati non è sufficiente per difendere, per non parlare di un attacco, a meno che non lo lasci entrare e gli dia il Medio Oriente e l’Europa, sarà a suo agio. In questo modo, le truppe possono essere spostate verso est. Conteniamo anche alcune delle loro forze, il che è anche vantaggioso per te. In Europa, il Medio Oriente, come la Mongolia, ha truppe di stanza. La mia opinione è che l’Unione Sovietica ha grandi ambizioni, cioè vuole occupare i due continenti dell’Europa e dell’Asia, e anche l’Africa settentrionale, ma manca di forza e deve affrontare grandi difficoltà. [6]

L’analisi di Mao Zedong ha senso e si conforma alla logica storica. Storicamente, le frontiere del potere della Russia non potevano andare troppo lontano. Ma estendendoci all’est dell’Ucraina non c’è nessun problema; all’est dell’Europa è a malapena ragionevole – ecco perché Churchill andò a Mosca e Stalin il 9 ottobre 1944 per raggiungere un “accordo percentuale” sulla divisione della sfera di influenza nell’est Europa [7]. Immagina che Hitler, che era così arrogante all’epoca, non abbia abbattuto l’Ucraina, per non parlare della NATO oggi. Dal 1815 ad oggi, si può vedere che l’accordo percentuale tracciato da Churchill e Stalin è più o meno in linea con l’equilibrio delle forze strategiche tra Europa e Russia. (Figura 1)

Proposta per la divisione della sfera di influenza nei paesi balcanici, scritta da Churchill nell’incontro con Stalin il 9 ottobre 1944[8]

Conoscere i limiti che uno stato può raggiungere e la linea di fondo che può contenere è l’abilità di base per la gestione dello stato. Stalin lo capì, e così non solo rifiutò le proposte di Hitler (e di Roosevelt) per incoraggiarlo ad entrare in India, ma espresse anche la sua incapacità di aiutare la fallita rivolta del KKE del 1948.

Nella seconda guerra mondiale, per conquistare Stalin, Roosevelt propose di includere l’India e l’Oceano Indiano nella sfera di influenza dell’Unione Sovietica, ma Stalin rifiutò [9]; fu trattato freddamente da Stalin. Nelle sue successive memorie, Molotov rivelò questo materiale storico e parlò delle considerazioni di Stalin:

Hitler disse: “Dovresti avere accesso a mari caldi, come l’Iran, l’India.” Gli dissi: “Questa è un’idea interessante. Cosa ne pensi?” Lascia che dica la sua. Non era un discorso serio con me, ma stava discutendo allegramente su come sbarazzarsi della Gran Bretagna, mentre ci portava in India attraverso l’Iran. Questo è un uomo senza una visione, a cui manca una comprensione approfondita della politica sovietica e ci sta mettendo a rischio. Se fossimo bloccati nel sud, la sua situazione sarebbe molto più facile e dovremmo fare affidamento su di lui se l’Inghilterra dovesse combatterci. Sarebbe ingenuo non capirlo. [10]

Il 10 febbraio 1948, Stalin espresse le sue opinioni sulla rivolta greca in una conversazione con rappresentanti di Bulgaria e Jugoslavia. Secondo Milovan Geras, Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista del Sud e Ministro della Propaganda:

Stalin ha poi rivolto l’argomento alla rivolta greca, dicendo: “La rivolta greca dovrebbe essere respinta”. Ha chiesto a Kader, vicepresidente del Consiglio dei ministri jugoslavo: “Credi che la rivolta greca avrà successo?”

Kader ha risposto: “Se non si rafforzano le interferenze straniere, se non si commettono grandi errori politici e militari…”

Stalin ignorò del tutto le parole di Kader e continuò: “Se, se! Non ci sono possibilità di successo. Pensi che la Gran Bretagna e gli Stati Uniti – la potenza più potente del mondo – permetteranno che le loro spedizioni vengano interrotte nel Mediterraneo. Ancora di salvezza? È una stronzata! Non abbiamo una marina. La rivolta greca deve essere repressa il prima possibile”.

In questo momento, qualcuno ha parlato delle recenti conquiste del Partito Comunista Cinese, e Stalin ha ancora insistito sulla propria opinione: “Sì, i compagni cinesi hanno raggiunto risultati. Tuttavia, la situazione in Grecia è completamente diversa. La posizione geografica della Grecia è un importante linea di trasporto nei paesi occidentali. On. Gli Stati Uniti sono direttamente coinvolti in questa regione: gli Stati Uniti sono la potenza più potente del mondo. ” [11]

Stalin non scelse la Grecia e il Mediterraneo o l’India e l’Oceano Indiano, ma sotto la tacita approvazione di Roosevelt, stabilì a portata di mano l’obiettivo della sua espansione nell’Europa orientale. Stalin persuase e fece accettare a Roosevelt di scegliere il luogo del secondo campo di battaglia in Francia La Normandia, piuttosto che la sponda settentrionale del Mediterraneo, a cui Churchill si aggrappava disperatamente, fu un passo chiave verso questo obiettivo per l’Unione Sovietica. Non è affatto un caso che la sconfitta di Hitler coincida con l’instaurazione dell’Impero Sovietico, ma non di altri imperi. Qual era la base giuridica su cui fu fondato l’Impero Sovietico? È il sistema di Yalta, il suo confine europeo-russo è determinato sulla linea della cosiddetta “cortina di ferro” che la Chiesa ha detto “da Stettino nel Mar Baltico a Trieste nel mare Adriatico”[12].

La cooperazione anglosassone anglo-americana nel sistema Versailles-Washington divenne, nel sistema di Yalta, gli slavi e parte della cooperazione anglosassone, la cooperazione sovietico-americana – che sembra essere nel sistema viennese prima della Versailles-Washington system Una ripetizione della collaborazione russo-britannica. Qui l’Europa è caduta vittima.

Questa esperienza storica ci dice che nel gioco delle grandi potenze, per non parlare degli amici, anche degli alleati strategici, gli sforzi in stile Chamberlain da soli non bastano. Stava per piovere in quel momento.La differenza tra il Ciambellano Europeo e Stalin era che il primo era impegnato a ripararsi dalla pioggia, mentre il secondo stava attivamente “piantando riso” prima della pioggia. Di conseguenza, dopo la fine della pioggia, l’Unione Sovietica aveva raggiunto notevoli interessi strategici, in particolare gli interessi strategici più urgenti che l’Unione Sovietica doveva risolvere in quel momento, mentre il Regno Unito aveva perso tutto.

Questa esperienza storica ci dice anche che in un gioco di grandi poteri non basta affidarsi all’incoscienza hitleriana. Stalin è stato uno dei pochi uomini cauti nella storia russa. Durante la seconda guerra mondiale, la portata delle sue arti marziali non è mai stata troppo lontana dal confine dell’Unione Sovietica. In effetti, durante la seconda guerra mondiale, utilizzò realmente le truppe contro l’invasore Germania (la guerra contro il Giappone nel 1945 non fu una vera guerra). Dopo la guerra, voleva solo ottenere l’accesso al mare indirettamente attraverso la Jugoslavia e la Cina rispettivamente nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Pacifico. Sebbene non abbia raggiunto il suo obiettivo, anche nelle condizioni più favorevoli, ha sempre evitato di inviare truppe direttamente dall’Unione Sovietica per raggiungere l’obiettivo strategico della Russia di ottenere l’accesso al mare. Stalin si rese conto dalla dolorosa esperienza russa di combattere per l’estuario dopo Pietro il Grande che sebbene gli estuari siano legati al destino della Russia, sono come arcobaleni nel cielo, che sono oltre il limite delle capacità strategiche della Russia e quindi possono essere visti solo. Non posso toccare. Stalin era una persona che sapeva “volontario” Sebbene non avesse raggiunto l’obiettivo di entrare nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Pacifico, l’Unione Sovietica sotto il suo governo ottenne l’ingresso nel Mar Baltico. Sfortunatamente, i leader sovietici dietro Stalin hanno allungato le mani sempre più lontano: per contenere gli Stati Uniti, Krusciov si è rivolto a Cuba. Fortunatamente, l’Unione Sovietica non ha perso la faccia nonostante abbia perso la faccia nella crisi dei missili di Cuba; è stata questa esperienza quasi umiliante che ha portato Hearst ad adottare una politica prudente di non intervenire direttamente nella questione del Vietnam. Per entrare nell’Oceano Indiano, Breznev ha finalmente inviato truppe direttamente in Afghanistan nel 1979 dopo aver trascinato Vietnam, India e alcuni paesi lungo la costa settentrionale dell’Oceano Indiano nella “famiglia socialista”, cercando di bussare alla porta dell’Oceano Indiano. Di conseguenza, Breznev non ottenne alcun vantaggio anche se iniziò a casa, e l’Afghanistan si trasformò in un’altra “guerra del Vietnam”, che alla fine superò la forza nazionale dell’Unione Sovietica e quindi si disintegrò completamente alla fine del 1991. A questo punto, i russi persero ancora una volta il porto del Mar Baltico che Pietro il Grande e Stalin avevano conquistato per la Russia, per non parlare della Crimea. A questo proposito, il famoso storico americano Warren I. Cohen ha commentato:

Prima che le fondamenta dell’impero sovietico iniziassero a sgretolarsi, sentiva poco il senso del grande raggiungimento della parità con gli Stati Uniti, la comodità di avere il sostegno delle forze associate del mondo e l’euforia di farsi strada impettito verso la leadership mondiale. Non importa quanto diligentemente e ferocemente le truppe sovietiche combattessero, non potevano sconfiggere i guerriglieri afgani sostenuti sia dalla Cina che dagli Stati Uniti. L’economia sovietica – già vacillata anche dalle opinioni più ottimistiche – non poteva più permettersi gli scioccanti aiuti ad alleati come Cuba e Vietnam come prezzo da pagare come impero. [13]

Al culmine della sua vittoria, Stalin mantenne un notevole controllo sulle questioni di Grecia e Corea del Nord, mentre Breznev fece gli stessi errori strategici di Napoleone, Hitler, Hideki Tojo e Bush Jr. Una regione che mostra la forza dell’alleanza Cina-USA – Afghanistan. Il 25 dicembre 1979 l’Unione Sovietica invase l’Afghanistan, la guerra durò 9 anni e la politica e l’economia dell’Unione Sovietica furono gravate da un enorme fardello che alla fine avrebbe fatto crollare l’Unione Sovietica.

Al contrario, Putin non ha mai fatto una mossa di vasta portata da quando è salito al potere e ha osato combattere e vincere quando era vicino al suolo. Sembra che i politici russi di oggi abbiano già la filosofia di Lenin e Stalin.

Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, l’Europa dell’Est si è schiantata di nuovo contro l’Occidente e i confini dell’Europa e la loro storia sembravano tornare al sistema di Versailles. Ciò ha notevolmente gonfiato le incontrollate ambizioni di espansione verso est dell’Occidente, tanto che Zbigniew Brzezinski, un ex consigliere per la sicurezza presidenziale degli Stati Uniti, ha scritto nel suo libro “The Great Chess Game: American Primacy and Its Geostrategy” Zhong ha detto: L’Europa deve essere un processo storico senza fine e non dovrebbe essere limitata dalla geografia che è arbitrariamente diffamata politicamente.”[14] I ricercatori strategici hanno rivelato nel suo libro L’arroganza tabù sono venuti alla ribalta. Insegnò ai russi quasi con comando, disprezzo e sarcasmo:

L’unica vera opzione geostrategica per la Russia, quella che le conferisce un ruolo internazionale realistico e la migliore opportunità per la Russia di trasformarsi e modernizzare la sua società, è l’Europa. Non si tratta di un’Europa casuale, ma di un’Europa transatlantica, allargata e della NATO… Un’Europa del genere sta prendendo forma e potrebbe essere ancora strettamente legata agli Stati Uniti. Questa è l’Europa con cui la Russia deve fare i conti se vuole evitare un pericoloso isolamento geopolitico.

Per l’America, la Russia è troppo debole per essere un partner, ma la Russia è troppo forte per essere solo un paziente dell’America. [15]

Ma il contrattacco decisivo e di successo di Putin in Georgia, e poi in Crimea, ha umiliato Brzezinski mentre l’espansione dell’Occidente in Ucraina ha spinto la Russia alla linea di fondo del “vivi o muori”. Simile alla situazione della sostanziale espansione dell’Europa verso est dopo la sconfitta della Russia zarista nella prima guerra mondiale, l’Occidente di oggi sfrutta la disintegrazione dell’Unione Sovietica per continuare la sua espansione verso est, costringendo i russi al “periodo di Lenin”, che ha raggiunto il punto in cui i russi crolleranno senza un forte rimbalzo. La Russia non può durare a lungo senza il Mar Nero. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, Brzezinski ha finalmente chiarito:

Da un punto di vista geopolitico, la perdita dell’Ucraina ha implicazioni significative, poiché limita notevolmente le opzioni geopolitiche della Russia. Anche con la perdita degli stati baltici e della Polonia, una Russia che controlla ancora l’Ucraina può ancora lottare per essere il leader di un fiducioso impero eurasiatico che domina i non-slavi nel sud e nel sud-est dell’ex Unione Sovietica. Ma senza l’Ucraina e i suoi oltre 52 milioni di slavi, qualsiasi tentativo di Mosca di ricostruire il suo impero eurasiatico rischia di far precipitare la Russia in un conflitto prolungato con non-slavi risvegliati etnicamente e religiosamente. La guerra con la Cecenia è forse solo il primo esempio. Inoltre, qualsiasi nuovo impero eurasiatico costruito sulla potenza russa senza l’Ucraina diventerebbe inevitabilmente meno europeizzato nel tempo, e sempre di più, a causa del calo delle nascite in Russia e del drammatico aumento della popolazione dell’Asia centrale. [16]

Fortunatamente, la Russia non muore e i russi hanno lanciato Putin in questo momento. È vero il contrario: l’apparizione di Putin non è solo inevitabile nella storia russa, ma è anche un “dono” dato dagli occidentali e costringendo i russi ad accettarli sopprimendoli.

In tempi di crisi ogni nazione presenterà i propri politici maturi. Questa volta, sulla questione dell’accettazione del ritorno della Crimea in Russia, l’opinione pubblica russa, compreso l’atteggiamento di approvazione di Gorbaciov, ha mostrato un alto grado di consenso: se si tiene conto del fatto che Putin può continuare a essere rieletto, si vede che opinione di giurare di resistere all’espansione verso est della NATO, è diventato un consenso nazionale in Russia. Il consenso – che sta emergendo in Cina – è l’epitome della forza interiore. Con Putin c’è un consenso nazionale e la Russia ha un clima di ritorno in Unione Sovietica.

La crisi ucraina del 2014 e il ritorno della Crimea alla Russia hanno significato per l’Europa che ha determinato i limiti ei confini dell’espansione verso est del “nuovo sistema di Versailles” dominato dagli europei. I confini sono sempre stati determinati con la forza. Ciò che la fine della Crimea significa per la Russia significa che la Russia ha mantenuto la linea di fondo della sopravvivenza – la linea di fondo è la base e la premessa del futuro risveglio della Russia; per l’Europa, significa che l’espansione dell’Europa verso est ha raggiunto il suo limite. Il motivo è che, data una volontà sufficiente, le risorse della Russia sono più che sufficienti per mantenere questa linea di fondo. Quando Hitler invase l’Unione Sovietica, voleva principalmente controllare l’Ucraina, ma perse tutto. Se la NATO iniziasse una guerra qui oggi, la scala non sarebbe più grande della follia di Hitler. I russi una volta qui sconfissero Hitler. Il risultato dell’uso di la forza può essere immaginata.

Affacciato sul Mar Nero e sulla penisola di Crimea dal Nord Africa [Fotografato da Zhang Wenmu secondo “Topography of the World” (edizione rivista da Planet Publishing House nel 2011 )]

I confini nazionali sono tagli storici della linea di fondo e limiti delle capacità strategiche nazionali. Da Pietro il Grande a Stalin, la Russia ha visto solo rimorchiatori di confine con l’Europa nei tre paesi baltici e in Ucraina, fatta eccezione per Stalin nella seconda guerra mondiale e Gorbaciov nel 1992, la Russia si rimpicciolisce intenzionalmente e lo abbandona in Ucraina. da non perdere. Da Napoleone a Hitler, gli occidentali capiscono che i russi possono spesso vincere nel terreno vicino in cui l’esercito può svolgere un ruolo. Il Mar Nero è troppo vicino alla Russia e la terra è collegata e l’esercito può entrarvi direttamente, mentre i paesi occidentali con potenza marittima sono fuori dalla loro portata. La Crimea è un luogo di vita e di morte per la Russia e un importante punto di interesse per l’Europa, per questo la Russia utilizzerà tutte le sue risorse, mentre l’Occidente no. Hitler ha utilizzato tutte le sue risorse e non è riuscito a conquistare l’Ucraina, e l’Europa di oggi non rinuncerà affatto ai costi in stile hitleriano per questo, in questo modo è generalmente possibile determinare l’esito dell’evoluzione degli eventi in Ucraina. Se conosci la storia dell’appartenenza dell’Ucraina, sai anche che l’incidente dell’Ucraina significa che la storia del contrattacco della Russia contro l’espansione dell’Europa verso est è davvero iniziata. L’influenza europea si ritirerà dall’Ucraina, almeno dall’Ucraina orientale, e poi, in futuro, dai tre stati baltici. (Fare riferimento alla Figura 3)

La linea di fondo della capacità strategica nazionale della Russia dai cambiamenti nel territorio europeo negli ultimi duecento anni (1815-2014), a cura di Zhang Wenmu, l’autore di questo articolo

Quindi cosa significa per l’Europa l’attuale fine dell’Ucraina? Prima di rispondere a questa domanda, dobbiamo prima guardare gli atteggiamenti dei paesi europei e americani.

Si può dire che la reazione più forte all’incidente in Ucraina questa volta è stata la Germania e gli Stati Uniti. Questa eccitazione negli Stati Uniti è dovuta all’ignoranza degli strateghi dello “stile Zhao Kuo” negli Stati Uniti nel corso degli anni, i quali non sapevano che Franklin D. Roosevelt (1882-1945) e George Carteret perché Marshall (George Catlett Marshall, 1880-1959) decide di inviare truppe per fermare Hitler nel momento in cui stava per unificare l’Europa[17]; è ancor meno chiaro che gli Stati Uniti usarono lo sbarco in Normandia per portare l’Unione Sovietica nell’Europa orientale e La ragione di un’Europa spezzata – perché un’Europa spezzata e divisa è l’ambiente necessario per un’America forte. [18]

Va detto qui che lo scopo dell’attacco di Hitler all’Ucraina nel 1941 non era interamente per il petrolio lì. Hitler chiamò il suo piano per l’invasione dell’Unione Sovietica dopo il “Sacro Romano Impero” dell’imperatore Federico I (il “Piano Barbarossa” ). ), indicando che il suo vero scopo è principalmente l’unificazione dell’Europa. Perché l’Ucraina è un luogo di confine per l’Europa, in particolare l’Europa orientale. Quando l’Unione Sovietica controllava l’Ucraina, controllava la Romania e la Bulgaria sulla costa orientale del Mar Nero, riducendo così notevolmente la forza centripeta di questi paesi sull’Europa occidentale. Senza la forza centripeta di questi paesi verso l’Europa occidentale, l’unificazione dell’Europa non può essere realizzata. Con questo in mente, è anche chiaro il motivo per cui gli inglesi hanno reagito indifferentemente alla morte di Margaret Thatcher, che aveva svolto un ruolo importante nella distruzione dell’Unione Sovietica, perché il risultato del rovesciamento dell’Unione Sovietica è stato che il continente europeo aveva uno spazio unificato, e il continente asiatico era unificato. Come per il Giappone, il risultato dell’unificazione del continente europeo farà inevitabilmente sì che la Gran Bretagna si sposti dal centro alla periferia dell’Europa; sapendo questo, è anche chiaro il motivo per cui il cancelliere tedesco Angela Merkel, che ha dato un importante contributo all’unificazione europea, ha un’influenza negativa sugli sforzi della Russia per stabilire una posizione in Crimea.La mossa è così angosciante, perché la spinta della Russia a ovest dell’Ucraina e a sud del Mar Nero renderà il processo quasi completo di unificazione europea prossimo al fallimento. A tal fine, durante la visita del presidente Xi Jinping in Europa, la Merkel ha presentato alla Cina una mappa che si dice sia “la prima mappa accurata della Cina disegnata dalla Germania nel 1735” (vedi figura 4).[19] I confini settentrionali della Cina, quindi ridurre la pressione strategica della Russia sull’unificazione europea in Ucraina – questo è, ovviamente, un pio desiderio.

La Merkel presenta al presidente Xi Jinping la prima mappa accurata della Cina disegnata dalla Germania nel 1735

Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, gli americani non sapevano cosa avrebbe significato per gli Stati Uniti lo squilibrio di potere tra Europa e Russia. A quel tempo, gli americani erano completamente ignoranti della storia e delle basi geopolitiche della loro egemonia, e trasformarono ulteriormente l’opposizione relativa in stile “Zhou Yu che colpisce Huang Gai” originale tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica durante il periodo Marshall in ” Han e ladri non si oppongono l’uno all’altro.” “[20] opposizione assoluta. Nel 1991 e nel 1992, gli Stati Uniti hanno contribuito alla disintegrazione dell’Unione Sovietica e della Jugoslavia e lo spazio strategico della Russia è stato notevolmente ridotto. Nel 1999, nello stesso anno in cui gli Stati Uniti hanno promosso l’adesione di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca alla NATO, ha portato la NATO a lanciare la guerra del Kosovo per separare il Kosovo dalla Serbia. Nel novembre 2002, il vertice della NATO di Praga ha deciso di ammettere sette paesi: Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia, Romania e Bulgaria ad aderire alla NATO. Questa è la più grande espansione della NATO dalla sua fondazione nel 1949. Nel marzo 2004, i suddetti sette paesi hanno formalmente presentato i rispettivi testi legali per l’adesione alla NATO, diventando così nuovi membri della NATO, ampliando il numero dei membri della NATO da 19 a 26 in quel momento. Il 1 maggio 2004, 10 paesi tra cui Malta, Cipro, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia e Lituania sono diventati ufficialmente Stati membri dell’Unione Europea (UE). Questo è il più grande allargamento verso est nella storia dell’UE. Gli Stati membri allargati dell’UE sono passati da 15 a 25. Il 17 febbraio 2008 il parlamento del Kosovo ha approvato la Dichiarazione di Indipendenza e da allora i ministri degli esteri degli Stati membri dell’UE Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia hanno annunciato il riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo. Anche gli Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione scritta il 18 febbraio, annunciando il riconoscimento ufficiale dell’indipendenza del Kosovo. Nel 2011, Francia e Gran Bretagna hanno inviato con successo truppe per controllare di nuovo la Libia.Di fronte alla Russia, che si è ritirata, c’è una sorta di stile “I Hu Hansan è tornato”. Durante la crisi economica mondiale del 2008, l’UE ha approfittato della domanda di prestiti dei piccoli paesi europei e ha gradualmente recuperato la propria sovranità, migliorando ulteriormente il livello di unità europea.

Se diamo un’occhiata alla mappa, siamo sorpresi di vedere che “l’indipendenza” del Kosovo ha causato quella che Churchill descrisse nel 1946 come la “cortina di ferro” “da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico” dalla parte occidentale dell’est Europa Il mondo è letteralmente spinto alla porta della Russia. La potenza europea e la base geografica su cui fa affidamento stanno per tornare allo schema di “Versailles” prima della seconda guerra mondiale La configurazione geopolitica della “Piccola Europa” (cioè l’Europa occidentale) progettata da Roosevelt e Marshall per comprimere l’Europa è cambiata. Si può dire che quando il “sistema Washington” non è apparso in Estremo Oriente, in Europa è emerso un nuovo “sistema Versailles”. L’esito dell’incidente ucraino è senza dubbio un colpo al centro del processo di unificazione che sta per concludersi in Europa. Questa è davvero una buona notizia per gli Stati Uniti e persino per il Regno Unito. Mao Zedong sembra aver affrontato questo problema per molto tempo. Il 21 settembre 1975, quando Mao Zedong parlò della minaccia dell’Unione Sovietica all’Europa, disse all’ex primo ministro britannico Heath in visita: “Cosa accadrà agli americani? Proteggeranno l’Europa? Sono scettico. Lo farà corri, corri indietro, non interferire e poi torna.”[21] Questa caratteristica della diplomazia americana sottolineata da Mao Zedong 40 anni fa si applica ancora oggi all’Europa, e vale anche per la severità di oggi sulla questione delle Isole Diaoyu. Giappone ; se leggi la lettera del 22 giugno 1953 del Segretario di Stato americano Dulles a Syngman Rhee sull’armistizio coreano[22], saprai che gli americani non verseranno più sangue per i loro alleati.

Già nel 1919, subito dopo la fine della prima guerra mondiale, Mackinder pubblicò l’opuscolo “The Geographical Pivot of History”, indicando il percorso dell’Unione Sovietica da cui sarebbe dipesa l’ascesa degli Stati Uniti. Disse: ” Gli Stati Uniti sono recentemente diventati una potenza orientale, e non direttamente, ma attraverso la Russia per influenzare gli equilibri di potere in Europa” [23]. Non so se fosse per tale saggezza.Il 25 aprile 2014, Obama ha detto in una conferenza stampa in Corea del Sud: “Se il presidente Putin annega, ovviamente lo salverò”. connessione” con il popolo russo. ha chiesto se il presidente Barack Obama lo avrebbe salvato se fosse annegato. Putin ha risposto: “Obama è un uomo abbastanza onesto e coraggioso, e sicuramente lo farà”.[24] Se questo dialogo deve essere inteso come una metafora dell’interdipendenza delle due parti nella geopolitica, allora non si può negare che Il presidente Obama ha Con la saggezza di Roosevelt e Stalin costruire insieme il “sistema Yalta” che ha travolto l’Europa. Se è così, quello che manca a Obama è lo staff quasi impossibile “alla Marshall” e il potere che è potente come Roosevelt, cioè indipendente dal capitale monopolistico di Wall Street[25]; se è così, è probabile che il presidente Obama stia aspettando per Nixon—— Mao Zedong ha detto che Nixon si è dimesso perché “ha offeso il conglomerato orientale”[26] – uno scherzo del destino.

Obama è nato nel momento sbagliato: gli Stati Uniti di oggi si sono alienati da un Paese che fa affidamento sulla produzione fisica a un Paese parassitario del “petrodollaro”, e la sua diplomazia punta a garantire che gli acquisti internazionali di petrolio siano regolati in dollari. Per quei paesi che non sono disposti a saldare il loro petrolio in dollari e altre valute, gli Stati Uniti non esiteranno a usare mezzi militari per punirli. In questo momento, la “produzione americana” non si basa più sul lavoro nazionale ma su guerre straniere e la “produzione americana” non si basa più sui prodotti di sussistenza delle persone, ma su dollari USA e vari titoli. Gli Stati Uniti in questo momento sono degenerati dagli Stati Uniti di Washington agli Stati Uniti di Wall Street. Wall Street rende le persone più lontane dal lavoro e più vicine al campo di battaglia; poiché la capitale internazionale di Wall Street, piuttosto che gli interessi della nazione americana, combattere in tutto il mondo è diventato il “modo di produzione” della nazione americana e il “modalità di sopravvivenza” del popolo americano. La Casa Bianca di oggi non ha più poteri fiscali e finanziari indipendenti, per non parlare del sostegno economico statale.La Casa Bianca è stata a lungo rapita dal “complesso militare-industriale” di cui Eisenhower metteva in guardia, ovvero il capitale monopolistico di Wall Street, ed è diventata una vassallo di Wall Street. Se il Roosevelt di ieri è nato con lo splendore di “fare insieme il mondo e la terra”, allora Obama non poteva che affrontare il dolore di “fare eroi e non essere liberi”.

Il compagno Mao Zedong se ne accorse presto. Nel 1965, il giornalista americano Edgar Snow disse alla fine della sua conversazione con Mao Zedong: “Spero che il presidente dica qualche parola al popolo americano. Il popolo americano ha una buona impressione della Cina Mao Zedong rispose bruscamente: “Il popolo americano ha bisogno di essere liberato di nuovo, sono affari loro. Non liberato dal dominio britannico, ma liberato dal dominio del capitale monopolistico.” [27] 8 maggio 1960, Mao Zedong Ricorda agli amici latinoamericani: “I paesi occidentali e gli Stati Uniti sono due dei nostri gruppi. Amici, il che è giusto, vediamo in futuro! Un giorno, il popolo americano non apprezzerà il sistema imperialista”.[28] Ora più che mezzo secolo In passato, il popolo americano ha espresso la propria insoddisfazione per il “sistema imperialista” americano attraverso l’operazione “Occupy Wall Street”, e il compito della “ri-liberazione” è diventato più urgente che mai per il popolo americano.

Roosevelt morì nel febbraio 1945. Il 15 aprile 1945, Stalin disse all’ambasciatore statunitense in Unione Sovietica, Harriman: “Vorrei affidare la mia vita al generale Marshall”. gli Stati Uniti. Stalin fu deluso nel vedere gli Stati Uniti deviare sempre più dalla politica dell’Unione Sovietica di Roosevelt. Il 23 dicembre di quell’anno, Stalin ricevette il Segretario di Stato americano Berners, e dopo aver ascoltato la loquace e inutile difesa della politica statunitense nei confronti della Cina da parte del nuovo Segretario di Stato, sospirò: “Marshall è uno dei pochi politici che sono entrambi politici Un altro soldato.”[30] Stalin capì che cedendo l’Europa orientale all’Unione Sovietica e con l’Unione Sovietica in un “Accordo segreto di Yalta” per dividere la Cina in due lungo il nord e il sud della Grande Muraglia – era dovuto a La marcia di Mao Zedong attraverso il fiume del 1949. Fu la grande strategia che Marshall persuase Roosevelt a formulare per gli Stati Uniti, fu questa strategia che permise agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica di avere l’egemonia del co-governo postbellico di il mondo.

2. “Prendi il sesamo e lancia l’anguria”: diplomazia americana dell’estremo oriente senza filosofia

L’istituzione del nuovo sistema di Versailles ora significa la disintegrazione finale del sistema di Yalta in Europa ieri. Va però precisato che il sistema di Yalta non si è disintegrato in Estremo Oriente, e il suo simbolo è che Taiwan appartiene alla Cina; le quattro isole settentrionali sono ancora in mano alla Russia; Okinawa, Guam e alcune isole del Pacifico sono controllato dagli Stati Uniti o appartiene agli Stati Uniti. Tutti questi mostrano che il sistema di Yalta è ancora intatto in Estremo Oriente. Lo status giuridico di Taiwan appartenente alla Cina è stato stabilito dal sistema di Yalta. Se il sistema di Yalta nell’Estremo Oriente si “disintegrasse” davvero, come dicono alcuni, allora lo status giuridico di Taiwan e persino di alcune isole nell’Oceano Pacifico degli Stati Uniti e della Russia saranno scosse a favore dell’ala destra giapponese. Ieri la Germania, paese sconfitto in Europa, si è dichiarata colpevole ed è stata accettata dagli europei, mentre il Giappone, paese sconfitto in Estremo Oriente, non si è pentito sotto il sistema di Yalta. Ciò dimostra che la pace di Yalta nell’Estremo Oriente è ancora minacciata dai fascisti giapponesi e che la “Guerra del Pacifico” contro il Giappone da parte dei paesi e delle persone del Pacifico non è finita. La Cina e gli Stati Uniti hanno delle contraddizioni, ma le loro contraddizioni con il Giappone sono fondamentali.

Quando il sistema di Versailles fu formato all’inizio del XX secolo, esisteva anche un “sistema di Washington” nell’Estremo Oriente, che a quel tempo era chiamato “sistema di Versailles-Washington”. Quando Germania, Italia e Giappone provocarono la seconda guerra mondiale e la sua sconfitta, il sistema Versailles-Washington dominato dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti si trasformò nel sistema di Yalta dominato dall’Unione Sovietica e dagli Stati Uniti. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il nuovo sistema europeo di Versailles ha sostituito il sistema di Yalta istituito nel 1945. Da allora, gli Stati Uniti iniziarono a “spostarsi verso est”, cercando di costruire fianco a fianco un nuovo “sistema Versailles-Washington” in Estremo Oriente ed Europa. I confini del nuovo sistema di Versailles in Europa sono stati determinati nell’incidente in Ucraina del 2014, ed è appena iniziato il tentativo di stabilire il “sistema di Washington” in Estremo Oriente, e il suo successo o fallimento è ancora incerto: potrebbe essere il Sistema di Washington, potrebbe essere il sistema cinese, o potrebbe esserci un sistema parallelo Cina-Washington. Questo dipende non solo dal fatto che i cinesi siano coraggiosi e bravi a combattere, ma anche se c’è una filosofia nel gioco tra Cina e Stati Uniti. Il risultato di vincere tutto di solito è perdere tutto.Questo era il caso dell’antica Roma, il Regno Unito, l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti oggi non fanno eccezione. Il mondo è molto grande, e anche l’Oceano Pacifico è molto grande.Il miglior risultato nell’interesse della Cina non è di goderselo da solo, ma di “lasciare una parte all’Europa, una parte alla bellezza e una parte all’Est. In un mondo pacifico, il mondo intero è ugualmente caldo e freddo».[31]

Ora che Putin ha bloccato l’espansione della NATO verso est con la forza in occidente, gli occhi degli occidentali hanno iniziato a concentrarsi sulla Cina e sicuramente chiederanno e avranno bisogno della risposta pratica della Cina: qual è la linea di fondo della Cina? Per la Cina, l’errore più grande che fanno gli occidentali è la frivolezza. Sulla questione di Taiwan, le osservazioni di Brzezinski sono state irriverenti quanto quelle di MacArthur a Truman sull’isola di Wake[32], e anche il tono era molto simile. Ha detto:

Se Taiwan non è stata in grado di proteggersi in quel momento, gli Stati Uniti non devono fare nulla militarmente. In altre parole, gli USA dovranno intervenire. Ma questo non è per una Taiwan separata, ma per gli interessi geopolitici dell’America nell’Asia-Pacifico. Questa è una distinzione importante. [33]

Gli Stati Uniti hanno chiaramente perso punti nel gioco sino-americano. Proprio come le conseguenze fatali dell’Unione Sovietica dopo che Krusciov aveva spinto la Cina dalla parte degli Stati Uniti, gli errori sovversivi della diplomazia americana negli ultimi anni sono stati quelli di spingere la Cina dalla parte della Russia. Bush, Hillary e Shinzo Abe sono simili, conoscono solo parole vuote ma nessuna filosofia strategica. I politici americani più maturi sono Kissinger e Powell. Dov’è il vero fallimento dell’America? Non si tratta di quanto profitto economico prende dalla Cina – questo è un piccolo debito di sesamo, ma perché inganna troppo le persone e quindi spinge la Cina verso la Russia – questo è il quadro generale. Senza la stabilità del confine sino-russo, il successo della Russia in Crimea questa volta è inimmaginabile.

Un Paese che storicamente ha combattuto contemporaneamente contro due grandi potenze perderà senza dubbio, perché nessuno ha così tante risorse. Napoleone ha combattuto la Gran Bretagna e ha combattuto molto agevolmente. Nel 1812, ha combattuto la Russia, e fu sconfitto tre anni dopo. Hitler ha combattuto contro la Gran Bretagna e la Francia in Europa, ma nel giugno 1941 è andato di nuovo in guerra con la Russia, e ha perso più di tre anni dopo. Il Giappone combatté contro la Cina. Era già molto difficile, ma alla fine del 1941 andò a combattere gli Stati Uniti. Di conseguenza, Cina e Stati Uniti si unirono e il Giappone fu sconfitto in più di tre anni . Dove hanno perso gli Stati Uniti nella guerra di Corea? La sconfitta fu contro l’Unione sino-sovietica: dopo più di tre anni di lavoro e spedizione, gli Stati Uniti non persero la faccia. Nel periodo più difficile per la Cina negli anni ’60 e ’70, gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica e la Cina si opposero e l’Unione Sovietica fu ancora più pressante. Quella fu la vera “era dei tre regni”. Che fosse la Cina, l’Unione Sovietica o gli Stati Uniti, erano tutti nella difficile situazione di combattere su due fronti. Mao Zedong capì che la diplomazia nazionale non può mai essere contro due grandi potenze contemporaneamente, ma per operare richiede superbe capacità diplomatiche. Mao Zedong, attraverso la battaglia dell’isola di Zhenbao, girò leggermente le carte e consegnò gli Stati Uniti alla Cina. Non si conoscevano senza litigare. Gli americani ammiravano Mao Zedong. Nixon venne in Cina per parlare di filosofia con Mao Zedong sull’aereo. Il 6 gennaio 1972, parlando del lavoro per gli affari esteri con Zhou Enlai e Ye Jianying, Mao Zedong disse: “In realtà, questo comunicato[34] non includeva le questioni fondamentali. La questione fondamentale è che né gli Stati Uniti né la Cina possono combattere su entrambi i lati. Oralmente, va bene combattere su due, tre, quattro e cinque lati, ma in realtà è impossibile combattere su entrambi i lati. “[35] Dopo che Nixon se ne andò, il 24 luglio, Mao Zedong ancora una volta istruirono Zhou Enlai, Ji Pengfei, Qiao Guanhua, ecc.: “In due è la nostra politica che le superpotenze possono trarre vantaggio dalle contraddizioni. Due egemonie, dobbiamo sempre lottare per un’egemonia e non combattere da entrambe le parti. “ [36 ]

Il più grande fallimento della diplomazia americana nel nuovo secolo è stato quello di spingere la Cina verso la Russia: questa è stata “una delle grandi tragedie della storia” che Nixon ha cercato di prevenire.[37] La vicinanza di Cina e Russia ha messo gli Stati Uniti nel dilemma di combattere da entrambe le parti fin dai tempi di Kennedy. E gli imperi che sono stati coinvolti in guerre bilaterali nella storia non hanno mai fallito. Gli amici dell’America sono avversari imbattuti. Attualmente, Cina e Russia hanno stabilito una partnership strategica altamente affidabile, che è la garanzia più importante per la Cina di rimanere invincibile ed è ovviamente un prerequisito per il miglioramento delle relazioni sino-americane. Se usi la semplice formula “1-2=-1″ per valutare la politica estera statunitense nel nuovo secolo, non è difficile scoprire che gli americani che hanno perso negli anni la loro filosofia strategica hanno davvero raccolto semi di sesamo e cocomeri perduti: è in un sacco di Sotto il richiamo di piccoli profitti, la Cina è stata spinta in Russia inconsapevolmente, proprio come Breznev dell’Unione Sovietica ha spinto la Cina negli Stati Uniti con la sua volontà, e l’Unione Sovietica è stata costretta a dividere il risorse diplomatiche originariamente utilizzate per trattare con gli Stati Uniti. Le conseguenze sono naturali. È catastrofico.

Negli anni ’50, due americani avevano ingannato l’America fino al cesso. Uno è McCarthy e l’altro è Kennan. A quel tempo, McCarthy era impegnato nell'”estrema destra” negli Stati Uniti. Chiunque non avesse “anticomunismo” sarebbe stato arrestato. Se non fosse stato “anticomunista”, non avrebbe avuto un lavoro. Forzare gli Stati Uniti Afferma a quel tempo di “preferire la destra alla sinistra”, c’era una sola voce. In concomitanza con questo, Kennan progettò un enorme carro e un bersaglio per gli Stati Uniti, dicendo che avrebbero combattuto contro il comunismo. In questo modo, gli Stati Uniti sono stati ingannati su un carro di “contenimento del comunismo” e si sono precipitati verso un obiettivo al di là della sua portata, seguito dal fallimento della guerra di Corea e della guerra del Vietnam. Prima di Nixon, le capacità strategiche nazionali americane erano in grave declino. Il 1 febbraio 1973 Mao Zedong spiegò il dilemma causato dalla guerra bilaterale degli Stati Uniti e le ragioni per cui la Cina invitò Nixon a visitare la Cina durante i colloqui con i leader del Partito Laburista Vietnamita, Le Duc Thu e Nguyen Weizhen :

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, c’è un vecchio detto in Cina secondo cui “un verme dai cento piedi muore senza essere rigido”. A quel tempo, alcuni dei nostri amici non capivano perché abbiamo invitato Nixon a Pechino. Gli Stati Uniti sono in grande difficoltà e altri luoghi sono tesi: devono calmare la situazione a est prima di poter concentrare le proprie energie sul proprio Paese, l’Europa e il Mediterraneo. Ecco perché è andato a Pechino. Parlano di equilibrio ogni giorno, ma questo mondo è sbilanciato e il potere del mondo intero è sbilanciato. Ogni giorno parlo di partire con le forze, infatti voglio correre, il motivo per cui voglio correre è perché questo posto è davvero disagiato, è difficile stare qui, e altri posti sono nervosi. [38]

Dopo che gli Stati Uniti sono entrati nel 21° secolo, altre due persone, George W. Bush e Rice, hanno minato la politica di Nixon con la Cina, hanno usato “l’antiterrorismo” per tracciare una linea e hanno ingannato gli Stati Uniti facendogli lanciare una guerra inconcludente. Questa guerra in passato era chiamata “anticomunismo”, ma ora si chiama “antiterrorismo” e lo scopo è mantenere l’egemonia mondiale degli Stati Uniti. Bush Jr. era ancora più malvagio di McCarthy e ha creato molte “asce del male”. Dopo che Bush è salito al potere, si è appoggiato ai pugni per parlare, ma era tutto ammaccato. Durante l’era Obama, gli Stati Uniti hanno utilizzato lo “spostamento strategico verso est” per coprire e rimediare al fallimento in Medio Oriente. Per questo motivo, negli anni ’50 gli Stati Uniti hanno cercato di ripristinare l’accerchiamento di contenimento della Cina. cosa per l’Asia era l’indulgenza del militarismo giapponese. Il 24 aprile 2014, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiaramente espresso in Giappone di “accogliere favorevolmente e sostenere” la revoca da parte del Giappone del divieto di autodifesa collettiva nell’area sottostante [39]. In un momento in cui gli Stati Uniti sono in declino, cosa possono fare queste mosse diplomatiche se non stimolare un approfondimento del partenariato strategico sino-russo? Per quanto riguarda gli Stati Uniti, l’approccio di Cina e Russia farà declinare ulteriormente gli Stati Uniti nella formula “1-2=-1” compilata da sola, cos’altro può fare?

Nel 1972, Mao Zedong disse a Nixon che gli piaceva l’ala destra, perché l’ala destra americana Nixon nel 1972 capiva la filosofia e conosceva i confini dell’espansione del potere nazionale americano. La destra americana oggi è meno simpatica perché ha perso la sua filosofia. Chiunque abbia letto un po’ di storia saprà che anche quando gli Stati Uniti hanno raggiunto il loro picco di potere, non hanno formato un controllo effettivo sulla costa occidentale dell’Oceano Pacifico, ed è ancora più incredibile per un paese come la Cina estendere il suo predominio del mare sulla costa orientale dell’Oceano Pacifico.

Sulla questione dell’Estremo Oriente, il pensiero strategico statunitense di oggi sembra essere tornato all’idea di contenimento di Kennan, che equivale a un secondo disastro sia per la Cina che per gli Stati Uniti. La “politica di contenimento” di cui Kennan si rammaricò in seguito costrinse gli Stati Uniti al punto di non ritorno a contenere l’Unione Sovietica su scala globale. Di conseguenza, dopo il rovesciamento dell’Unione Sovietica e il rovesciamento del sistema di Yalta in Europa, l’Unione Europea ne trasse grandi benefici, mentre gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, i due paesi che usarono la seconda guerra mondiale per rovesciare l’egemonia mondiale europea, crollarono e declinarono successivamente. Gli strateghi americani di oggi dovrebbero ricomprendere il valore del pensiero diplomatico di Roosevelt e Marshall per gli Stati Uniti di oggi e riflettere profondamente sulla diplomazia americana dopo Nixon.

Il 4 febbraio 1945, alla Conferenza di Yalta, Churchill chiese a Stalin “cosa ne pensi di Hitler come stratega”, e Stalin rispose che “Hitler come stratega ha un nome falso” [40]. La trasformazione da parte di Stalin della percezione di Hitler potrebbe essere avvenuta il 22 giugno 1941. In precedenza, Stalin sopravvalutava Hitler: dal punto di vista di uno stratega, Stalin non si aspettava che Hitler avrebbe dichiarato nuovamente guerra all’Unione Sovietica se non avesse vinto la Gran Bretagna. Quando Stalin vide Hitler invadere l’Unione Sovietica e quindi mettersi in pericolo di combattere da entrambe le parti, lo status di Hitler come “stratega” agli occhi di Stalin scomparve, la sconfitta di Hitler e il ruolo di pagliaccio politico nella mente di Stalin. Ecco come è stato creato. Da quando gli Stati Uniti hanno conquistato l’Afghanistan all’inizio del 21° secolo, si sono precipitati in Iraq senza fermarsi, per poi rivolgersi alla Cina dopo la sconfitta dell’Iraq, che ancora una volta mette gli Stati Uniti in pericolo di farsi nemici da entrambe le parti. Da ciò possiamo anche dire che gli strateghi americani di oggi sono “già vani”.

Mao Zedong aveva visto attraverso gli Stati Uniti. Il 20 maggio 1970, Mao Zedong ha rilasciato una dichiarazione in cui si diceva: “L’imperialismo statunitense sembra un gigante, ma in realtà è una tigre di carta e sta lottando fino alla morte”. il giudizio è arrivato dopo l’incidente in Ucraina nel 2014 È stato nuovamente verificato nel concorso USA-Russia.

3. L’incidente in Ucraina è un avvertimento per la Cina

Bismarck ha scritto nelle sue memorie: “L’opinione pubblica di solito può capire gli errori commessi in politica estera solo guardando indietro a un’intera generazione della storia umana, e Achivi qui plectuntur (il greco che meritava una punizione) non aveva sempre torto. Immediati contemporanei. Il compito della politica è prevedere il più accuratamente possibile ciò che gli altri faranno in una data situazione. Questa capacità di preveggenza è raramente innata a tal punto da non richiedere una notevole esperienza pratica e la conoscenza personale può svolgere un ruolo. “[84] Bismarck’s le parole furono indirizzate ai tedeschi sotto l’imperatore Guglielmo II, ma potrebbero essere più significative per i cinesi cento anni dopo. [42]

L’impatto dell’incidente in Ucraina è globale e alcune delle lezioni seguenti hanno un significato cautelativo per la Cina.

In primo luogo, è giusto usare il potere della dittatura democratica popolare per consolidare il potere politico popolare. Alcune persone hanno dei dubbi su questo, dicendo che finché la legge sarà rigorosamente seguita, tutti i problemi saranno risolti senza intoppi. Ma la crisi ucraina che ha diviso il Paese nel 2014 è stata la conseguenza dell’unilaterale “agire rigorosamente secondo la legge” di Yanukovich[43]. Sappiamo che il diritto è composto da diritto naturale e diritto scritto, e il diritto naturale è la manifestazione della meccanica piuttosto che della giurisprudenza. . I colpi di scena degli eventi in Ucraina nel 2014 sono una prova meccanica della lotta di classe. Mao Zedong lo mise in modo eloquente:

Lotta di classe, alcune classi hanno vinto, alcune classi sono state eliminate, questa è storia, questa è la storia della civiltà da migliaia di anni. Prendere questo punto di vista per spiegare la storia è chiamato materialismo storico, e l’opposto di questo punto di vista è idealismo storico. [44]

Solo dopo che è stato determinato l’esito della lotta di classe – da cui è formato il diritto naturale – può sorgere il “diritto positivo” o il “diritto statutario”. Quando la borghesia ascese, riconobbe ancora il valore naturale della violenza, cioè la dittatura, superiore alla legge. Copre i principi della violenza nel diritto naturale, sebbene tratti le rivolte sindacali (come vari movimenti di Occupy Wall Street) senza pietà , riducendo il diritto naturale ad astrarre “giustizia”, ​​”procedura”, “ragione”, ecc. Per rovesciare il paese in cui il proletariato ha già vinto, hanno sovvertito la dittatura sostituendo silenziosamente il contenuto della dittatura con il legge, usando la legge per vincolare la costituzione, e usando i risultati della lotta proletaria nella costituzione come “difficili da fare per dieci anni”. Generali, non dovete fallire per un giorno”. serie di leggi specifiche, che hanno fatto dimenticare gli attributi di classe del potere statale nell’interpretazione delle diverse leggi e delle loro controversie, e alla fine hanno raggiunto l’obiettivo di cambiare gli attributi proletari del paese. A tal fine Lenin proponeva il concetto di “coscienza giuridica della classe operaia”[46], che è strettamente integrato con la “dittatura del proletariato”. Nel 1906, Lenin sottolineava:

Una dittatura è un regime illimitato che si basa sulla forza piuttosto che sulla legge. [47]

Nel 1918 Lenin insistette ancora e sviluppò ulteriormente questo punto di vista, affermando:

Una dittatura è un regime che si basa direttamente sulla violenza e non è vincolato da alcuna legge. La dittatura rivoluzionaria del proletariato è un potere politico che è ottenuto e mantenuto dal proletariato con mezzi violenti contro la borghesia, ed è un potere politico che non è vincolato da alcuna legge. [48]

Anche il punto di vista di Lenin è profondo oggi.Il motivo per cui il punto di vista di Lenin è odiato dai cosiddetti studiosi “liberali” è che mostra l’essenza del problema dello Stato in modo semplice, chiaro e nudo. Mao Zedong ha anche contestato direttamente il “diritto della borghesia”, proponendo la teoria secondo cui “la ribellione è giustificata” incorporando i principi rivoluzionari del diritto naturale nel diritto del proletariato (cioè, il “diritto della classe operaia” come Lenin lo chiamò)[49] . Se dimentichiamo la lotta di classe, la dittatura democratica popolare e «l’uso del potere della dittatura democratica popolare per consolidare il potere politico popolare, è una cosa giusta, e non c’è motivo di perderlo»[50]. Se è vero, allora abbiamo perso la coscienza giuridica della classe operaia e siamo vincolati dai diritti legali borghesi.Se questo è il caso, Gorbaciov sovietico e Yanukovich ucraino, che sono superstiziosi sull’onnipotenza dei diritti legali borghesi, sono una lezione dal passato. .

Non ci sono precedenti al mondo per un grande Paese che può essere riconosciuto solo dal cosiddetto “soft power”. Alcune persone dicono, non combattere con gli Stati Uniti, gli Stati Uniti sono il capo e combattere con il capo non avrà buoni risultati. Questo è sbagliato. Allora, gli Stati Uniti combatterono contro l’allora più grande, il Regno Unito: nel 1812, il Regno Unito attaccò gli Stati Uniti, solo per cacciare gli americani; poi gli Stati Uniti si allearono con l’Unione Sovietica attraverso due guerre mondiali, schiacciando l’egemonia europea sotto la guida del Regno Unito, e unì le forze con l’Europa per rovesciare l’egemonia sovietica, e alla fine conquistò lo status di dominio mondiale. Anche l’Unione Sovietica è uscita dalla sfida all’Europa.

Nell’odierno “Nuovo sistema di Versailles”, la Russia ha perso l’Europa orientale, che è anche il risultato dell’eccessiva pressione dell’Unione Sovietica su di loro; ora la potenza dell’Europa occidentale si è nuovamente estesa all’Europa orientale, costringendo l’Ucraina a sfidare direttamente la linea di fondo della Russia . Questo fa sì che i russi abbandonino il mito della “democrazia” promosso dall’Occidente, e non credano molto nel “soft power”, e utilizzino direttamente i carri armati per risolvere il problema. È interessante notare che dopo che i carri armati russi sono entrati in Crimea, anche i cosiddetti “democratici” di Hong Kong hanno cessato per un po’ di tempo. Hanno aperto gli occhi e hanno visto cosa si intende per “l’arma della critica non può sostituire la critica delle armi” [51]. Solo in questo momento hanno capito che la storia non può essere sovvertita dalle parole dei “pubblici funzionari”, e ieri hanno davvero pensato che tenere in mano alcuni “fiori di gelsomino” potesse smuovere il mondo.

Gli studiosi non dovrebbero parlare invano e ci sono macchie di sangue sulla testa [52]. In politica, soprattutto sul tema del potere politico, i discorsi vuoti sono inutili; di fronte alla continua avanzata dell’Occidente non c’è via di scampo; se non c’è il contrattacco, l’Occidente guadagnerà un centimetro. Al giorno d’oggi, molte persone sono superstiziose sull’effetto del soft power quanto Sai Jinhua.[53] Infatti, il risultato di un’eccessiva superstizione nel soft power è la mancanza o la rinuncia al potere. Molte persone pensano che la storia sia creata da entrambe le parti, come se l’economia si fosse sviluppata e la politica nazionale avesse raggiunto lo standard della “democrazia” occidentale, quindi può essere accettata dall’Occidente. Questo era ciò che pensavano Krusciov e poi Gorbaciov. Il 4 dicembre 1959, Mao Zedong disse alla riunione allargata dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese che Krusciov “non è uno statista esperto, non comprende molto bene il marxismo-leninismo e non segue i principi. . La sua cosmologia è il pragmatismo, che è una sorta di idealismo soggettivo estremo. Gli mancano regole e regolamenti, finché è benefico, cambia a seconda delle circostanze. È ossessionato da interessi temporanei e perde a lungo termine interessi.”[54]

Kissinger ha visto la connessione tra le due figure politiche, Krusciov e Gorbaciov. Ha detto: Egli (Krusciov) può essere considerato l’antenato di Gorbaciov nell’avvio del processo di riforma.; Non ha compreso l’impatto della riforma, ma la direzione della riforma glielo fece rimpiangere. Da questo punto di vista, possiamo anche dire che la caduta del comunismo iniziò con Krusciov. [55]

L’odierno presidente dell’Ucraina Yanukovich, che è stato espulso e non si è fatto vedere, è vittima di questi miti “democratici”: ha giocato con l’opposizione nella costituzione, pensando che rigorosamente secondo la legge risolverà tutti i problemi, e di conseguenza ha portato il caos e la pace nel paese disastro. Quando i carri armati russi sono entrati in Crimea, la “donna” ucraina che è uscita dal carcere non ha detto niente, ha visto che la politica era sanguinosa.

In effetti, il fulcro del conflitto tra l’Occidente ei paesi socialisti, compresa la Cina, non è il livello di produttività ma il sistema politico più competitivo della Cina. La Thatcher lo ha chiarito a Houston, negli Stati Uniti, nel 1991, quando ha detto:

L’Unione Sovietica era un paese che rappresentava una seria minaccia per il mondo occidentale. Non sto parlando di minacce militari. In sostanza, non vi è alcuna minaccia militare. Le nostre nazioni sono ben attrezzate, comprese le armi nucleari. Mi riferisco alla minaccia economica. Con l’aiuto dell’economia pianificata, combinata con incentivi spirituali e materiali unici, gli indicatori di sviluppo economico dell’Unione Sovietica sono molto alti. Il suo tasso di crescita del PIL era due volte più alto del nostro. Se prendiamo in considerazione le ricche risorse naturali dell’Unione Sovietica, e se gestite correttamente, è del tutto possibile che l’Unione Sovietica ci elimini dal mercato mondiale. Pertanto, abbiamo intrapreso azioni volte a indebolire l’economia sovietica e creare i suoi problemi interni. [56]

La nostra era non è ancora al di là dell’era della rivoluzione e della costruzione imperialista e socialista, e il comunismo è ancora l’obiettivo del movimento socialista cinese sotto la guida del Partito Comunista. Stalin disse: “Tutte le forze nel mondo possono essere eliminate, ma il potere delle” nazioni “non sarà eliminato”.[57] Pertanto, il nostro principale avversario non è la nazione anglosassone e le persone distribuite in Nord America e in Europa, ma il capitale monopolistico internazionale. La nostra missione storica è unire le persone e le nazioni oppresse del mondo, compresi i paesi britannici e americani, per rovesciare finalmente il capitale monopolistico internazionale e le sue forze imperialiste; e poiché il capitale monopolistico internazionale è contro le persone e le nazioni del mondo, la nostra causa Non in isolamento e sono possibili maggiori vittorie.

In secondo luogo, il commercio è anche una continuazione della politica. Dove c’è meno influenza politica, non può esserci un mercato sostenibile e redditizio. Dai cambiamenti politici in Iraq, Libia, Sudan, Thailandia e Ucraina, anche l’economia è una continuazione della politica. In effetti, i “grassi” economici non possono combattere le guerre. L’economia si è sviluppata, e se non hai forti capacità politiche e militari, allora tale “forza” può solo significare che sei gonfio. A quel tempo, il volume totale degli scambi tra il Giappone e gli Stati Uniti era di gran lunga superiore a quello della Cina prima della guerra del Pacifico, ma non avevamo molto volume di scambi con gli Stati Uniti. Alla fine, Giappone e Stati Uniti hanno combattuto, e la Cina e gli Stati Uniti divennero alleati. Come mostrato nella tabella seguente:

Fonte: Kong Huarun, tradotto da Zhang Jinger: “America’s Response to China”, Fudan University Press, 1989, p. 132

Infatti, non può esserci un mercato sostenibile e redditizio dove c’è meno influenza politica; senza una voce efficace, i contratti economici stipulati con loro non sono garantiti. Il commercio è condizionato dalla politica. Proprio come la verità al tavolo del mahjong, una vittoria fino alla fine è inimmaginabile per un paese debole. La Libia e il Sudan sono cambiati e il nostro popolo si è ritirato, ma sarà difficile tornare indietro e ripristinare il mercato perduto lì. Un Paese è come un bambino che cresce. Essere intelligenti non basta. Se non “combatti” non potrai andare d’accordo nella cerchia degli adulti. Non c’è niente nella storia in cui puoi fare affari senza i militari. Alla fine, il business è ancora determinato dai pugni. Marx diceva: «La violenza è la levatrice di ogni vecchia società che ne concepisce una nuova. La violenza stessa è una forza economica».[58]

A seguito delle precedenti turbolenze e fissione in Iraq, Libia e Sudan, l’Ucraina ha lanciato un primo avvertimento che la situazione commerciale[59] sarebbe stata ribaltata per i cinesi che sono attualmente nel bel mezzo di un trionfo del profitto in stile grande slam. Pensavamo che finché siamo in grado di fornire alla comunità internazionale beni pubblici di alta qualità ed economici, possiamo realizzare un profitto nel mondo e prendere un punto d’appoggio. Ora, ovviamente non è così; come si può fare soldi puramente economico, e deve essere seguito dalla politica. Il commercio è anche una continuazione della politica. La Libia, il Sudan di ieri e la Thailandia e l’Ucraina di oggi sono così, e il loro commercio è politicamente orientato.

Benedizioni, prendi un sorso di campo e non chiedere di più. La Cina non può riprendersi dal mondo gli interessi che non può digerire e le responsabilità internazionali che non può sopportare: un paese del genere soffrirà anche dei sintomi dei “tre massimi”. Il mercato veramente sostenibile della Cina è in Asia. Alcune persone sostengono l’internazionalizzazione del RMB, che sembra un po’ avventata. Gli interessi sono responsabilità e l’internazionalizzazione del RMB renderà internazionalizzate e globalizzate anche le responsabilità della Cina, che la Cina non può permettersi. La regionalizzazione del RMB è fattibile e, dove possono arrivare le nostre mani, i suoi profitti sono sostenibili.

Non possiamo essere superstiziosi sull’onnipotenza del mercato, pensando che finché l’economia migliora, finché c’è profitto nel commercio mondiale, tutto può essere risolto. In effetti, i profitti sono protetti dal potere – il più basilare dei quali è il potere militare – e c’è un limite alla crescita dei profitti al di là della portata del potere. Anche parlare di politica è una regola non detta del commercio mondiale. La guerra è una continuazione della politica, così come il commercio. L’economia è solo un mezzo per servire la politica. L’Occidente una volta ha cercato di utilizzare metodi economici come l’Organizzazione mondiale del commercio per limitare la Cina e costringerci a sottomettersi, ma non ha avuto successo; se questo fenomeno persiste, le persone potrebbero “cercare il pugnale della povertà” in futuro e forzarlo direttamente.

Alba a est e pioggia a ovest, il Tao è affettuoso ma spietato. Nell’incidente dell’Ucraina, il confine di potere tra Europa e Russia è stato risolto, quindi il modello dell’Estremo Oriente è ancora incerto. Al momento, è più in linea con gli interessi strategici di Cina e Russia cercare di mantenere gli Stati Uniti, che hanno dissenso dal sistema di pace di Yalta del dopoguerra, nel sistema di Yalta stabilito congiuntamente da Cina, Russia e Stati Uniti e stabilizzato l’Estremo Oriente per più di mezzo secolo. Se ciò non è possibile, oltre al sistema europeo della Nuova Versailles, puntare per “una parte degli Stati Uniti, una parte della Cina orientale”[60] nell’Estremo Oriente, cioè il sistema cinese che è parallelo al sistema di Washington, dovrebbe anche essere un record necessario per noi. .

Terzo, determinare i confini di sicurezza della Cina in difesa limitata. Se la Cina vuole crescere e raggiungere una scala moderatamente prospera, deve disporre di uno spazio di sicurezza corrispondente. Un’espansione eccessiva non è sicura, ma senza un proprio spazio minimo e il confine di sicurezza più elementare[61], anche la Cina non è sicura.

Quindi, per una Cina in ascesa, quale dovrebbe essere il suo confine di sicurezza più elementare? Dovrebbe trovarsi al confine orientale di Taiwan, cioè a circa 123° di longitudine est. Questo non solo perché l’intera economia costiera orientale formata dalla riforma e dall’apertura della Cina è una “zona d’oro” che guida l’economia nazionale, ma anche perché questa zona è strettamente correlata a tutti i principali punti caldi di conflitto nel Mar Cinese Orientale, tra cui ” Indipendenza di Taiwan”. C’è di per sé un rischio enorme. Ad esempio, i centri di gravità economici della Cina come Shanghai, Zhejiang e Jiangsu, così come il ponte sulla baia di Hangzhou di recente costruzione, sono così vicini ai punti caldi del Mar Cinese Orientale che le nostre forze militari terrestri da sole non possono completare loro compiti di sicurezza. Tecnicamente parlando, sebbene disponiamo di una notevole potenza marittima strategica, senza l’unificazione dello Stretto di Taiwan, la Cina non può entrare liberamente, per non parlare del controllo, nelle acque profonde dell’Oceano Pacifico. Attualmente nelle acque orientali effettivamente controllate dalla Cina, in particolare il Mar Giallo, la profondità e l’ampiezza sono molto limitate.[62] Se non c’è mare profondo, l’efficacia del nostro potere strategico marittimo e il corrispondente controllo marittimo necessario per lo sviluppo della modernizzazione della Cina ne risentiranno notevolmente i limiti. Pertanto, non importa in termini di economia o politica, o in termini di sovranità o potenza marittima, la questione di Taiwan è diventata il più importante fattore di collo di bottiglia nell’avanzamento cinese del controllo marittimo verso le profondità marine. In altre parole, se il confine di sicurezza della Cina contemporanea non può essere spinto fino al confine orientale di Taiwan, la Cina non può nemmeno essere definita un paese del Pacifico, quindi l’obiettivo della Cina di realizzare una società moderatamente prospera a tutto tondo non può essere raggiunto, e anche se raggiunge i suoi risultati, non può essere garantito.

Bene, dopo tutto, siamo un paese socialista e determiniamo i nostri confini di sicurezza non solo sulla base dei nostri interessi come i paesi egemoni, ma su una serie di principi legali stabiliti dopo la guerra da Yalta, Potsdam e altre conferenze. La riunificazione cinese dello Stretto di Taiwan è un diritto concesso dal sistema giuridico di Yalta al paese vittorioso, la Cina, e ora questo diritto è solo sulla carta.Sebbene siano passati più di 60 anni, in pratica il nostro diritto non trova piena applicazione. Pertanto, l’impostazione del confine di sicurezza cinese al confine orientale di Taiwan è conforme sia alle condizioni nazionali cinesi che al diritto internazionale.

Quindi, possiamo raggiungere un tale obiettivo? Certamente. Il motivo per cui Putin è stato in grado di spingere il suo confine di sicurezza al confine meridionale della Crimea nell’incidente dell’Ucraina e la NATO non ha potuto fare nulla è perché il potere della NATO è irraggiungibile lì e non tocca gli interessi fondamentali della NATO: i suoi interessi principali sono nel Mediterraneo. Ma per la Russia, la Crimea è il suo interesse principale e l’interesse principale può utilizzare mezzi illimitati. Se i ricchi incontrano i morti, non c’è suspense di vincere o perdere. Ora la riunificazione dello Stretto di Taiwan è l’interesse principale della Cina e l’interesse principale può utilizzare mezzi illimitati. Inoltre, Taiwan è vicina alla Cina continentale: alcune risorse cinesi continuano ad essere investite e alcune hanno tempo per aspettare il lavoro, mentre gli Stati Uniti devono lavorare lontano per Taiwan. Per gli Stati Uniti, la regione di Taiwan è solo un “bambino virtuale” utilizzato per controllare il Giappone e la Russia a nord e la Cina a ovest. Trattandosi di un “bambino virtuale”, gli Stati Uniti non faranno del loro meglio. Pertanto, è possibile per la Cina stabilire il proprio confine di sicurezza sul confine orientale di Taiwan.

Se la Cina raggiunge il suo obiettivo di riunificare lo Stretto di Taiwan, il più grande pericolo per la Cina è un avanzamento avventato. L’esperienza storica ci dice che l’influenza dell’antica Cina è stata nell’Asia orientale per molto tempo, irradiandosi in Asia, e non importa quanto sia lontana, non sarà in grado di spostarsi. Pertanto, la strategia di Mao Zedong per l’ascesa della Cina è “non cercare l’egemonia”, e l’obiettivo di Deng Xiaoping per noi è un paese benestante. “Xiaokang” è in realtà un’altra espressione del concetto di “paesi moderatamente sviluppati”. I compagni Mao Zedong e Deng Xiaoping hanno avanzato questi concetti non solo per umiltà, ma contengono anche la saggezza dell’Oriente secondo cui “è difficile sostenere la dinastia Tang con una mano, e persino la città sostiene ancora le montagne e i fiumi di Jin “[63]. L’esperienza storica ci dice che l’ascesa delle grandi potenze nasce dal conservatorismo regionale e scompare dall’espansione globale. Tutta la diplomazia dei principali paesi che può svilupparsi in modo sostenibile è conservatrice e, se si espande troppo, inevitabilmente diminuirà. L’antico Impero Romano, l’Impero Britannico, l’Impero Sovietico e l’Impero Americano di oggi declinarono tutti a causa della sovraespansione. Mao Zedong lo capì chiaramente: il 4 marzo 1959, quando incontrò Jackson, Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista d’America, prese gli Stati Uniti come esempio per analizzare:

L’imperialismo statunitense sembra essere forte, ma in realtà è il più forte tra gli imperialisti, ma è anche debole. Le sue truppe sono sparse molto scarsamente, deve presidiare truppe in Europa e anche in Asia, è così disperso che è ovunque, e il risultato è che non va bene ovunque. In termini di aspetti militari, politici ed economici, gli Stati Uniti si sono espansi notevolmente. Più si espande, più si diffonde e più le persone si oppongono, così che le cose andranno contro la sua volontà. Gli Stati Uniti sono come una persona che tiene un mucchio di uova con entrambe le mani: il mucchio di uova è pieno, ma non può muoversi e le uova cadranno quando si muove un po’. [64]

Il 10 dicembre 1972, Mao Zedong avvertì l’intero partito con un’istruzione: “Scava buche profonde, immagazzina ampiamente il grano e non cercare l’egemonia”.[65] Mao Zedong intendeva avvertire la Cina di non ripetere gli obiettivi nazionali in stile statunitense e le risorse nazionali in futuro Disaccoppiamenti che portano al declino del Paese. I problemi visti da Mao Zedong vanno presi sul serio per la Cina, che si sta muovendo verso il centro del mondo, e vanno presi come un monito, per non ripetere la vecchia strada dell’imperialismo. La Cina dovrebbe scegliere una politica di attenersi e operare in Asia per molto tempo e di usare la nostra influenza per infettare il mondo. In questo modo, la nostra forza nazionale non verrà superata; se la nostra forza nazionale non verrà superata, il tempo è dalla nostra parte e solo i paesi con il tempo possono avere un futuro luminoso.

【Appunti】

[1] Alla fine del 1917, nell’Ucraina orientale fu istituito un regime sovietico socialista e fu istituita la Repubblica socialista sovietica ucraina. Durante il periodo dell’intervento armato straniero dal 1918 al 1920, l’Ucraina occidentale (Galizia orientale e Warren occidentale) fu occupata dalla Polonia. Nel 1922, quando fu fondata l’Unione Sovietica, l’Ucraina orientale si unì all’Unione e divenne uno degli stati fondatori dell’Unione Sovietica. Secondo il Trattato di Riga firmato tra la Polonia e l’Unione Sovietica, l’Ucraina occidentale divenne territorio polacco.Nel novembre 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale, la Polonia fu divisa e occupata e l’Ucraina occidentale fu fusa con la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.

[2] Il “Piano Dawes” era un piano degli Alleati per smaltire le riparazioni della Germania dopo la prima guerra mondiale.

[3] La “Convenzione di Locarno”, il termine generale per gli otto documenti adottati dai rappresentanti dei sette paesi di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Belgio, Repubblica Ceca e Polonia tenutisi a Locarno, in Svizzera, il 16 ottobre 1925. Lo scopo di questa convenzione è confermare i confini territoriali postbellici tra le potenze dell’Europa occidentale in Europa dopo la prima guerra mondiale e i paesi emergenti dell’Europa centrale e orientale e ripristinare i normali rapporti con la Germania sconfitta.

[4] Procuste (Procuste, anche tradotto, Proclustes), un ladro nella mitologia greca. Ha aperto negozi neri e derubato i viaggiatori di passaggio. C’era un letto di ferro nel magazzino, quando i passeggeri restavano, accorciava quelli alti e allungava quelli corti in modo che i loro corpi fossero della stessa lunghezza del letto di ferro, uccidendo così i passeggeri.

[5] “The Political Report of the Central Committee” di Stalin al 14° Congresso del Partito Comunista Cinese (18 dicembre 1925), “The Complete Works of Stalin”, Vol. 7, People’s Publishing House, edizione 1958, pp. 225-227.

[6] Compilato dall’Ufficio di ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949~1976)”, Volume 6, Central Literature Publishing House, 2013 Edition, pp. 503-504.

[7] “Churchill rimase a Mosca per otto giorni. Stese una mappa della sfera di influenza e la consegnò a Stalin. Divise la sfera di influenza per percentuali, ad esempio, la Gran Bretagna potrebbe ottenere il 90 per cento della Grecia e il L’Unione Sovietica potrebbe ottenere il 90 per cento, il 90% della Romania e il 70% della Bulgaria, per quanto riguarda Ungheria e Jugoslavia, la divisione è 55. Stalin acconsentì immediatamente senza dire una parola, ma Molotov perseguì e negoziò con Aiden, indebolendo gli inglesi La percentuale di l’Unione Sovietica in ogni paese dell’Europa orientale ha un leggero vantaggio, ad eccezione dell’Ungheria.” Vedi: [America] Henry Kissinger, tradotto da Gu Shuxin e Lin Tiangui: “Grand Diplomacy”, Hainan Publishing House, 1998 Annual Edition, pagina 367. Inoltre, per informazioni su questo aspetto, fare riferimento a Wang Shengzu et al.: “History of International Relations”, Volume 6 (1939~1945), World Knowledge Publishing House, edizione 1995, pp. 332~333.

[8] Questo materiale scritto a mano e fotocopiato è selezionato da [russo] O. A. Lereshevsky, tradotto da Wang Zhongxuan, Qi Zhong e Gao Chunxing: “Stalin and Churchill (1941~1945)”, Oriental Publishing House, edizione 2006, p. 482.

[9] “Records of the talks between Stalin and Roosevelt” (28 novembre 1943), a cura di Shen Zhihua: “Selected Soviet Historical Archives”, Vol. 17, Social Science Literature Publishing House, edizione 2002, pp. 402-403 Fei Qiu Yev, tradotto da Wang Nanzhi e altri: “140 Conversations with Molotov”, Xinhua Publishing House, edizione 1992, pp. 25-26.

[10] Fei Chuyev, tradotto da Wang Nanzhi, ecc.: “140 Conversations with Molotov”, Xinhua Publishing House, edizione 1992, pp. 25-26.

[11] [Sud] Milovan • Geras, tradotto da Zhao Xun e Lin Ying: “Conversation with Stalin”, Jilin People’s Publishing House, edizione 1983, p. 146.

[12] Il 5 marzo 1946 Churchill pronunciò il famoso “Discorso sulla cortina di ferro” a Fulton, USA, che aprì ufficialmente il preludio alla Guerra Fredda contro l’Unione Sovietica e i paesi socialisti. Churchill: From Szczecin on the Baltic Sea to Trieste on the Adriatic Sea (1946), a cura di J. Ejer, tradotto da Zhao Yifan e Guo Xueliang: Words That Make America Great), Hainan Publishing House, edizione 2003, p. 635.

[13] [Stati Uniti] Kong Huarun, redattore capo, tradotto da Wang Chen, ecc.: “Cambridge History of American Foreign Relations” (Parte 2), Xinhua Publishing House, edizione 2004, pp. 438~439.

[14] Zbigniew Brzezinski, tradotto dal China Institute of International Studies: “The Great Chess Game ─ The Primacy of the United States and Its Geostrategy”, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1998, p. 156.

[15] [America] Zbigniew Brzezinski (Zbigniew Brzezinski), tradotto dal China Institute of International Studies: “The Great Chess Game – The Status of the United States and Its Geostrategy”, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1998, p. 154. .

[16] [America] Zbigniew Brzezinski, “The Great Chess Game: The Primacy of America and Its Geostrategy”, tradotto da China Institute of International Studies, Shanghai People’s Publishing House, 1998, p. 154.

[17] Il 31 gennaio 1939, il presidente degli Stati Uniti Roosevelt parlò alla riunione di consultazione del Comitato per i servizi armati del Senato degli Stati Uniti sulla posizione degli Stati Uniti sulla guerra in Europa. Ha detto ai colleghi: “Nell’Atlantico, la nostra prima linea di difesa è la continua esistenza di un gran numero di paesi – continuano ad esistere in modo indipendente. Ora, cosa sono queste, ricorda queste parole, con continua indipendenza Questa connotazione” continua ad esistere indipendente”. L’indipendenza di un paese significa “indipendenza” e non significa “governo” di un altro paese militarmente o economicamente.” Roosevelt calcolò quindi che attualmente ci sono più di due dozzine di paesi indipendenti in Europa e disse: “Ma se il potere militare di Germania e Italia viene mantenuto, e i passi di successo comuni o separati di Hitler e Mussolini continuano, non saranno in grado di Possono essere indipendenti. Perderanno la loro indipendenza”. Fare riferimento a “Verbale della consultazione tra il presidente degli Stati Uniti Roosevelt e il Comitato per i servizi armati del Senato degli Stati Uniti” (31 gennaio 1939), a cura di Li Julian e Wang Side: “Una raccolta di documenti storici sull’origine della seconda guerra mondiale (1937.7- 1939.8)”, East China Normal University Publishing House, edizione 1985, pp. 447-450. )

[18] Cfr. Zhang Wenmu: “Strategia di sicurezza nazionale cinese da una prospettiva globale, sezione 5”, Vol. 2, Casa editrice del popolo di Shandong, 2010, pp. 421-630.

[19] “La Merkel presentò a Xi Jinping una mappa della Cina disegnata nel 1735”, Chinanews.com, http://bbs.chinanews.com/web/mil/65/2014/0331/75602.shtml. Tempo di atterraggio: 27 aprile 2014.

[20] Zhuge Liang: “Imparare dagli insegnanti”, tradotto da Que Xun e altri: “Gu Wen Guan Zhi” (Volume 1), Hunan People’s Publishing House, edizione 1982, p. 436.

[21] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 609.

[22] Nella lettera si legge: “Il principio della solidarietà non può essere raggiunto senza sacrificio. Nessuno può fare solo quello che vuole fare. I giovani in America non fanno quello che vogliono fare. Più di un milione di bambini americani se ne sono andati le loro famiglie, i loro cari e la causa della pace, nella lontana Corea del Nord. Il motivo per cui sono andati lì è che hai proposto il sacro principio della grande solidarietà del mondo libero per salvare il tuo paese da un grande disastro in un ora buia. Del milione di bambini americani che sono andati nel tuo paese, 2,4 Diecimila si sono sacrificati, 110.000 feriti. Abbiamo pagato decine di miliardi di dollari in denaro. Questo è stato parte del prezzo che abbiamo pagato per la nostra fedeltà ai tuoi principi di solidarietà. ” “Dulles to Syngman Rhee (giugno 1953) 22 aprile)”, a cura di Tao Wenzhao: “US Policy Documents on China 1949-1972” (Volume 1, Part 2), World Knowledge Publishing House, edizione 2003, p. 947.

[23] [Inglese] Ha Mackinder, tradotto da Lin Erwei e Chen Jiang: “The Geographical Hub of History”, Commercial Press, edizione 2007, p.69.

[24] Observer Network, “Obama dice di voler salvare Putin che sta annegando”, http://www.guancha.cn/Neighbors/2014_04_26_224692.shtml. Tempo di atterraggio: 27 aprile 2014.

[25] Per l’influenza dei consorzi di Wall Street sulla politica americana, fare riferimento a Zhang Wenmu, “American Political Structure and Foreign Policy”, in International Relations Research, No. 3, 2013.

[26] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito comunista cinese: The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976), Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 594.

[27] “Conversation with Snow” (9 gennaio 1965), “The Collected Works of Mao Zedong”, Volume 8, People’s Publishing House, edizione giugno 1999, pp. 411, 412.

[28] Compilato dall’Ufficio di ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 4, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 390.

[29] [America] W. Averil Harriman, Elie Abel, tradotto da Wu Shimin, ecc.: “The Memoirs of Harriman”, Oriental Press, 2007, p. 532.

[30] Citato da “Post-war World History Long Edition”, Volume 1, Volume 2, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1976, p. 329.

[31] Nell’ottobre 1935, l’Armata Rossa attraversò le montagne Minshan, e la Lunga Marcia stava per vincere. Mao Zedong scrisse “Niannujiao Kunlun”: “Nato dal cielo, il Kunlun è pieno di primavera, e il mondo è piena di primavera. Tre milioni di draghi di giada sono volati in alto, rendendo il cielo freddo. In estate, i fiumi straripano e le persone possono essere pesci e tartarughe. Chi ha mai commentato i meriti e le colpe del passato? Ora chiamo Kunlun: Non essere così in alto, non essere così innevato. Un De appoggiato al cielo estrae una spada e ti taglia in tre pezzi? Una parte è lasciata all’Europa, una parte è data alla bellezza e l’altra parte è restituita a est. In un mondo pacifico, il mondo intero è ugualmente freddo e caldo.” Il 21 dicembre 1958, Mao Zedong commentò “Nian Nujiao Kunlun”: “Kunlun, il tema è Contrastare l’imperialismo non è altro. Cambia uno frase, per mantenere la Cina e tornare in Oriente. È sbagliato dimenticare i giapponesi. In questo modo, Gran Bretagna, Stati Uniti e Giappone sono tutti coinvolti. Altre spiegazioni non sono realistiche. “Si prega di fare riferimento al Central Literature Research Office of il Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1983-1949)” Vol. 1, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 476.

[32] Il 15 ottobre 1950, MacArthur e Truman ebbero una conversazione sull’isola di Wake che avrebbe determinato la sconfitta degli Stati Uniti in Corea del Nord. MacArthur disse al presidente che la ripresa della Corea del Nord avrebbe potuto iniziare solo dopo la fine dell’operazione militare. Credo che gli aiuti ufficiali a tutta la Corea del Nord e del Sud finiranno entro il Ringraziamento. La Corea del Nord ha poca resistenza – rimangono solo circa 15.000 persone – e quelle che non abbiamo eliminato saranno eliminate con l’inizio dell’inverno. Ora ci sono circa 60.000 prigionieri di guerra nei nostri campi improvvisati. Sfortunatamente, stanno perseguendo un obiettivo senza speranza in Corea del Nord. Hanno 100.000 persone addestrate come soldati supplementari, queste persone sono scarsamente addestrate, mal guidate e scarsamente equipaggiate, ma sono molto testarde e odio eliminarle. Stanno solo combattendo per salvare la faccia. Gli orientali preferirebbero morire piuttosto che perdere la faccia. Spero di portare l’Ottava Armata fuori dal Giappone entro Natale. Ciò si tradurrebbe in una quinta armata ricostituita composta dai contingenti 2a, 3a e delle Nazioni Unite. Spero che le Nazioni Unite possano organizzare le elezioni il primo giorno del nuovo anno. L’occupazione militare non ha prodotto nulla. Tutte le occupazioni sono fallimenti. (Il presidente annuisce.) Dopo le elezioni, spero di ritirare tutte le forze di occupazione. Vedi “Verbale della riunione di Wake Island del 15 ottobre 1950”, a cura di Tao Wenzhao: “US Policy Documents on China 1949~1972” (Volume 1, Part 2), World Knowledge Press, edizione 2003, pp. 487~500 .

[33] [America] Zbigniew Brzezinski, tradotto dal China Institute of International Studies: “The Great Chess Game: The Status of the United States and Its Geostrategy”, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1998, pp. 245~246 Pagina. .

[34] Si riferisce al comunicato congiunto sino-americano in fase di stesura.

[35] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 422.

[36] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito comunista cinese: The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976), Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 441.

[37] Il 31 dicembre 1975, Mao Zedong ricevette una lettera dell’ex presidente degli Stati Uniti Nixon a sua figlia Julie, in cui diceva: “Se vogliamo portare la pace nel mondo, l’amicizia e la cooperazione sino-americane sono indispensabili. , anche se potremmo non essere d’accordo su alcune questioni. Sarebbe una delle grandi tragedie della storia se cambiassimo i nostri nemici, o se permettessimo la ricostruzione di un muro che ci aveva separato per così tanti anni. Pagare il prezzo finale per la guerra e la potenziale distruzione. Pertanto, in nessun caso dovremmo consentire a qualsiasi disaccordo su questioni importanti, ma in gran parte marginali, o sulle attività di un potenziale stato aggressore, di aprire il nostro Open it.” A cura dell’Ufficio di ricerca letteraria del Comitato centrale del Partito Comunista di Cina: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 631.

[38] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 467.

[39] “Obama dice: le Isole Diaoyu non tengono posizione sull’applicazione della sovranità del trattato di sicurezza tra Giappone e Stati Uniti”, Chinanews.com,

http://www.chinanews.com/gj/2014/04-24/6102309.shtml. Tempo di atterraggio: 27 aprile 2014.

[40] “Records della conversazione tra Stalin e Churchill” (4 febbraio 1945), a cura di Shen Zhihua: “Selected Editions of Soviet Historical Archives”, Vol. 18, Social Science Literature Publishing House, edizione 2002, p. 387 .

[41] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 299.

[42] [De] Otto von Bismarck, tradotto da Yang Deyou e Tonghongyin, ecc.: “Thinking and Memories – Bismarck’s Memoirs”, Vol. 3, Sanlian Publishing, edizione 2006, p. 127.

[43] Dal 19 al 20 febbraio 2014 si sono intensificati i disordini e le rivolte nella regione di Kiev in Ucraina. Il presidente ucraino Yanukovich ha proposto di ripristinare la costituzione del 2004, che è stata respinta dal parlamento. Il 19 febbraio Yanukovich è stato costretto a raggiungere temporaneamente un accordo di “tregua” con l’opposizione e ha accettato di tenere elezioni presidenziali anticipate. Dalla notte del 20 febbraio alla mattina del 21, Yanukovich ei leader dell’opposizione hanno condotto ardue trattative per 8 ore e mezza, e alla fine hanno raggiunto un accordo per risolvere la crisi interna. Poco dopo il raggiungimento dell’accordo, il parlamento ucraino ha approvato un disegno di legge che ripristina la costituzione del 2004. Finora, l’Ucraina è tornata a un sistema presidenziale parlamentare. Secondo la Costituzione del 2004, ai parlamentari è conferito il potere di formare un governo e la durata del mandato dei parlamentari è estesa da 4 a 5 anni; il primo ministro è eletto dai parlamentari tra candidati nominati dal presidente; il Parlamento nomina il ministro della difesa, il ministro degli affari esteri e il capo del servizio di sicurezza secondo la nomina del presidente; gli altri membri del governo sono nominati dal presidente del Consiglio. Il 21 febbraio il parlamento ha firmato un’ordinanza che ordinava il rilascio dell’ex presidente ucraino Tymoshenko. Yanukovich lo ha dichiarato non valido, ma Tymoshenko era stato rilasciato ed è andato in Piazza Indipendenza per parlare con le persone che l’hanno sostenuta e ha detto che avrebbe partecipato a 5 presidenziali elezione il 20. Allo stesso tempo, il parlamento ucraino ha votato per “perdere automaticamente il potere” a favore del presidente Yanukovich e l’esercito ha affermato che non sarebbe stato coinvolto nel conflitto politico interno. Il 22 febbraio, manifestanti anti-governativi a Kiev sono entrati nella villa del deposto presidente Yanukovich. Non si sa dove si trovi Yanukovich e il parlamento lo ha messo sotto accusa. Il 23 febbraio, il parlamento ha annunciato la destituzione del presidente ucraino Yanukovich da capo di stato. Nonostante la crisi politica sia finita, la divisione dell’Ucraina è davvero iniziata: il 16 marzo 2014 si è tenuto un referendum in Crimea: secondo i risultati del 100% dei voti, il 96,77% degli elettori che hanno partecipato al voto ha votato per la Crimea per unirsi alla Russia Federale, l’affluenza alle urne è stata dell’83,1%. Il 20 marzo la Russia ha ratificato il Trattato di Crimea di adesione alla Federazione Russa. Il 12 maggio Donetsk e Luhansk hanno votato per un altro referendum e il 90% della popolazione ha sostenuto l’indipendenza dei due stati. Entrambi gli stati si dichiararono immediatamente “stati sovrani indipendenti”.

[44] Mao Zedong: “Getta via le illusioni e preparati alla lotta” (14 agosto 1949), Opere selezionate di Mao Zedong, Vol. 4, People’s Publishing House, edizione 1991, p. 1478.

[45] «Se il pericolo ha raggiunto un grado tale che la dignità della legge diventi un ostacolo al mantenimento della legge, allora può essere nominato un capo supremo, che può mettere a tacere tutte le leggi, e sospendere temporaneamente l’autorità sovrana. In questo caso, la volontà generale è fuori dubbio; ed è chiaro che l’intenzione primaria del popolo è che il paese non muoia.” [Francese] Rousseau, tradotto da He Zhaowu: “Il contratto sociale”, Stampa commerciale, Edizione 2003, p.160.

[46] Lenin: “Report on the Question of Peace” (26 ottobre 1917), “Selected Works of Lenin”, Vol. 3, People’s Publishing House, edizione 1972, p. 354.

[47] Lenin: “La vittoria dei cadetti e i compiti del Partito dei lavoratori”, “Le opere complete di Lenin”, Vol. 12, People’s Publishing House, edizione 1987, p. 258.

[48] ​​​​Lenin: “Rivoluzione proletaria e traditore Kautsky”, “Opere selezionate di Lenin”, Vol. 3, People’s Publishing House, edizione 1972, p. 623.

[49] Il 21 dicembre 1939, Mao Zedong pronunciò un discorso alla celebrazione del 60° compleanno di Stalin tenuta congiuntamente dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, dal Comitato del Partito della regione di confine Shaanxi-Gansu-Ningxia e dal governo della regione di confine Shaanxi-Gansu-Ningxia. In ultima analisi, è solo una frase: “la ribellione è giustificata”. Per migliaia di anni si è sempre detto che l’oppressione è giustificata, lo sfruttamento è giustificato e la ribellione è giustificata . Dall’avvento del marxismo, questo vecchio caso è stato ribaltato. Questo è un grande merito.” A cura del Central Literature Research Office: The Chronicle of Mao Zedong (1983-1949), Volume 2, Central Literature Publishing House, 2013 edizione, pagina 152.

[50] Deng Xiaoping: “Punti di discussione a Wuchang, Shenzhen, Zhuhai, Shanghai e altri luoghi”, Opere selezionate di Deng Xiaoping, Vol. 3, People’s Publishing House, 1993, p. 378.

[51] Marx disse: “Naturalmente, l’arma della critica non può sostituire la critica delle armi, e la forza materiale può essere distrutta solo dalla forza materiale; ma una volta che la teoria avrà afferrato le masse, diventerà anche forza materiale.” Marx: “La filosofia del diritto di Hegel” Critica> Introduzione”, Opere selezionate di Marx ed Engels, Vol. 1, People’s Publishing House, edizione 1972, p. 9.

[52] Questo è preso in prestito dalla “Guo Donglin Academy” di Deng Tuo e lo ha usato contrariamente al suo significato. Nel maggio 1960, quando Deng Tuo visitò l’Accademia Donglin, rimase impressionato: “Le lezioni di Donglin seguono Guishan, e si preoccupa di tutto nel mondo; non dire che gli studiosi parlano invano e ci sono macchie di sangue sulle loro teste. “Vedi il libro di Zhang Fan: “The Talented Deng” Extension”, Casa editrice haitiana, edizione 1999, p. 325.

[53] Sai Jinhua (1870 o 1864-1936), il cui nome originale era Zhao Caiyun, noto anche come Fu Caiyun, proveniva dalla contea di Yixian, provincia di Anhui. Da bambina, è stata venduta come prostituta alla cosiddetta “barca dei fiori” di Suzhou. Durante gli anni di Gengzi, Tianjin ebbe problemi con il reggimento dei pugili e Sai Jinhua fuggì a Tongzhou, Pechino. Sai Jinhua ha avuto contatti con Wadsi, comandante delle Forze Alleate delle Otto Potenze, a causa della sua esperienza in Germania e della sua capacità di parlare tedesco. Da un lato, Sai Jinhua ha aumentato le razioni per le forze della coalizione e, dall’altro, ha scoraggiato Wadsi dall’uccidere indiscriminatamente persone innocenti e ha protetto alcuni cittadini di Pechino.

[54] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 4, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 247.

[55] [America] Henry Kissinger, tradotto da Gu Shuxin e Lin Tiangui: “Great Diplomacy”, Hainan Publishing House, edizione 1998, p. 471.

[56] Citato da Li Shenming, redattore capo: “World Socialist Tracking Research Report (2010-2011)”, Social Science Press, edizione 2011, p. 424.

[57] Selezionato e curato da Liang Zhiyan e Zeng Jingzhong: “Jiang Ching-kuo’s Self-reported”, Unity Press, edizione 2005, p. 112.

[58] Marx: “Das Kapital” Volume I, People’s Publishing House, edizione 1975, p. 819.

[59] “Gli Stati Uniti sono stati l’economia numero uno al mondo dall’inizio degli anni ’70 dell’Ottocento, mentre la Cina, il “leone dormiente”, è stata lasciata sola per molto tempo. È inferiore ai principali paesi commerciali come gli Stati Uniti , Germania e Giappone. Entro il 2013, il valore totale delle importazioni e delle esportazioni della Cina è salito a 4,16 trilioni di dollari USA e anche la sua percentuale sul commercio totale mondiale è balzata dallo 0,76% nel 1948 all’11,05%. . Nel 1948, il commercio totale di importazione ed esportazione degli Stati Uniti rappresentava il 17,28% del mondo; “, http://www.guancha.cn/guan-zhe/2014_05_06_226917_s.shtml. Tempo di atterraggio: 8 maggio 2014.

[60] Mao Zedong: “Nian Nujiao • Kunlun” (ottobre 1935), di Lv Zuyin: “Interpretation of Mao Zedong’s Poems”, Tongxin Publishing House, edizione 1999, p. 79.

[61] La sicurezza di un Paese che entra nel processo di globalizzazione è l’unità di “sicurezza di frontiera” e “sicurezza di frontiera”: la prima è sicurezza della sovranità o sicurezza territoriale, la seconda è sicurezza degli interessi; la prima è limitata, la seconda è infinito, vale a dire, quanto più ampio è il confine di sicurezza, tanto più sicuro è il confine di sicurezza. Zhang Wenmu: “On China’s Sea Power”, Ocean Press, terza edizione 2014, pp. 68-69.

[62] Il Mar Giallo copre un’area di circa 400.000 chilometri quadrati e ha una profondità media dell’acqua di metri 44. La profondità massima dell’acqua è di circa 140 metri sul lato nord dell’isola di Jeju. Il Mar Cinese Orientale copre un’area di circa 770.000 chilometri quadrati e ha una profondità media dell’acqua di metri 370. La profondità massima dell’acqua è di 2.719 metri a nord dell’isola di Miyako, le isole Ryukyu. Il Mar Cinese Meridionale copre un’area di circa 3,5 milioni di chilometri quadrati, con una profondità media dell’acqua di 1.212 metri, e la più profonda tra le Paracels e le Isole Nansha è di 5.559 metri. Il caporedattore Zhang Xusan: “Dizionario navale”, Shanghai Dictionary Publishing House, edizione 1993, pp. 1256-1257.

[63] Il 22 dicembre 1962 e il 29 dicembre 1964, Mao Zedong registrò due volte la poesia “Three Thuigang” di Yan Chengsui della dinastia Qing. A partire da Shatuo, Zhu Liang è così prepotente. È difficile sostenere Tang Sheji con una mano, ma anche la città abbraccia ancora le montagne e i fiumi di Jin. C’è uno strano bambino sotto il vento e la tenda delle nuvole, e ci sono molte lacrime davanti ai corni dei tamburi. Il desolato Sanchuigang scende lungo la strada e la gente canta canzoni per cento anni. .” Fare riferimento al Central Literature Research Office del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Volume 5, Central Literature Publishing House, 2013 Edition, pp. 177, 458.

[64] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Volume 3, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 621.

[65] “Mao Zedong Military Works” Vol. 6, Military Science Press, Central Literature Publishing House, edizione 1993, p. 408.

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Guidare la finanza: la strategia cinese per il finanziamento della produzione avanzata, di David Adler

 

I fondi di orientamento [del governo cinese] hanno la missione di concentrarsi su tecnologie strategiche piuttosto che semplicemente generare rendimenti. . . . Al contrario, i modelli di finanziamento nella Silicon Valley hanno avuto la tendenza a favorire le società rivolte ai consumatori con una tecnologia meno innovativa ma una tempistica più breve per la redditività.

—Commissione di revisione economica e di sicurezza USA-Cina 1

Il primo di due saggi sul ruolo degli strumenti finanziari nel determinare le caratteristiche e le tendenze delle formazioni economiche cinese e statunitense. Strutture profondamente diverse e con tendenze e problemi di natura diversa, ma con un una questione di base comune: quello di stabilizzare e rendere autopropulsiva la propria base industriale diffusa. Se per i cinesi si tratta di consolidare definitivamente la propria condizione in una fase ascendente, per gli americani si pone il problema di una vera e propria ricostruzione industriale su basi più equilibrate. E’ uno dei termini fondamentali del feroce dibattito che ha interessato gli Stati Uniti dal 2016, con l’arrivo di Trump. Una discussione altrettanto seria presente in Cina, della quale conosciamo ancora poco i termini e le dinamiche di confronto politico e le implicazioni geopolitiche. Buona lettura, Giuseppe Germinario

Qual è lo scopo della finanza e il suo rapporto con l’economia reale? In che modo il settore finanziario può sostenere meglio l’innovazione e la crescita nazionale? Quali strumenti di finanziamento possono portare a una migliore competitività nazionale? Quale ruolo dovrebbe svolgere lo stato, se del caso, nella guida del capitale?

Queste domande non sono dibattute negli Stati Uniti, almeno non in generale. La prima domanda non è dibattuta neanche in Cina, perché la risposta è salda: la finanza dovrebbe sostenere l’economia reale. Ma la Cina è vigorosamente alle prese con gli altri punti dell’economia politica e sta sviluppando nuove teorie e istituzioni – e il suo governo sta sperimentando molti nuovi meccanismi di finanziamento – per sostenere molte diverse politiche industriali. Questi nuovi strumenti politici combinano il capitale statale con i meccanismi di mercato. Tali esperimenti offrono informazioni su come gli Stati Uniti potrebbero risolvere i propri fallimenti di mercato che affliggono il finanziamento delle industrie hardware avanzate e la mancanza di capitale paziente in America. 2

Il più grande di questi nuovi veicoli di finanziamento cinesi, misurato dagli asset under management (AUM), sono i fondi di orientamento del governo, a volte chiamati fondi di orientamento industriale. Si tratta di fondi di capitale di rischio pubblico-privato (VC) sponsorizzati dallo stato con il duplice mandato di sostenere gli obiettivi di politica industriale fornendo al contempo rendimenti sugli investimenti. Mirano a portare la concorrenza di mercato alle imprese statali (SOE) mentre convogliano contemporaneamente finanziamenti governativi alle imprese private. La loro portata è enorme, con un obiettivo di raccolta fondi fino a 1,6 trilioni di dollari.

I fondi di orientamento industriale possono finanziare le start-up, ma a differenza dei fondi VC statunitensi, forniscono anche capitale paziente per l’aumento delle tecnologie hardware e della produzione avanzata ad alto capitale. L’economista Barry Naughton scrive che lo scopo del più grande di questi fondi cinesi di orientamento industriale, il National Integrated Circuit Fund (chiamato anche “Big Fund”), è quello di “aiutare le aziende a crescere. . . . L’obiettivo [è] di prendere società e progetti esistenti e fornire loro ampi finanziamenti per completare rapidamente progetti su larga scala”. 3  Cita il Ministero delle Finanze, che descrive il fondo come “una combinazione organica di strategia nazionale e meccanismo di mercato”.

Wall Street e l’industria VC statunitense hanno per lo più ignorato questi nuovi fondi. Ma chiunque sia interessato al futuro della concorrenza economica tra USA e Cina  , o  forse solo al  futuro,  non dovrebbe. I fondi di orientamento implicano sussidi all’industria attraverso investimenti azionari; a differenza dei precedenti metodi cinesi di erogazione di sussidi attraverso prestiti a basso costo o sovvenzioni a titolo definitivo, implicano un certo coinvolgimento del mercato. I fondi di orientamento mostrano anche le enormi risorse che la Cina sta indirizzando verso la politica industriale e le ambizioni del paese non solo di raggiungere, ma di superare effettivamente, gli Stati Uniti nella tecnologia avanzata.

La Cina può essere l’officina del mondo e l’attore centrale nelle catene di approvvigionamento manifatturiere globali, ma non ha ancora ottenuto successi comparabili nell’innovazione locale, anche se questo sta cambiando. Essendo un paese ancora in via di sviluppo, deve affrontare molti ostacoli all’innovazione, principalmente non finanziari.

In realtà sono gli Stati Uniti, più della Cina, che potrebbero trarre vantaggio dall’introduzione di una struttura di tipo fondi di orientamento. Gli Stati Uniti devono affrontare gravi vincoli finanziari quando si tratta di ridimensionare le innovazioni nazionali nella tecnologia hardware. L’industria VC degli Stati Uniti, nonostante i suoi immensi successi nel software, nel settore farmaceutico e nelle biotecnologie, rimane in gran parte piatta quando si tratta di supportare l’innovazione nell’hardware e l’aumento della produzione. 4 Finora gli Stati Uniti non sono stati in grado di fornire un nuovo e solido modello di finanziamento per fornire il capitale paziente necessario per competere contro le ambizioni e le risorse della Cina destinate alla produzione avanzata, sebbene siano in corso numerosi sforzi legislativi. I fondi di orientamento potrebbero offrire miglioramenti rispetto a queste proposte perché coinvolgono la concorrenza del mercato e, in modo critico, incentivano la partecipazione del settore finanziario privato, amplificando eventuali investimenti governativi.

A dire il vero, i fondi cinesi di orientamento industriale non possono e non devono essere replicati direttamente nella loro forma attuale negli Stati Uniti. La loro esistenza è specifica del contesto economico cinese e del panorama politico del Partito Comunista Cinese; sono in gran parte incomprensibili al di fuori di esso. E i fondi di orientamento hanno una logica politica oltre che economica: convogliando gli investimenti statali verso il settore privato, forniscono al governo un’ulteriore finestra attraverso cui monitorare la stabilità finanziaria delle imprese private. Questo monitoraggio ha il potenziale per essere coercitivo. Tuttavia, nonostante i loro vari problemi, vale la pena dare un’occhiata più da vicino ad alcune caratteristiche dei fondi di orientamento in quanto suggeriscono nuovi modi per fornire il capitale paziente necessario per costruire capacità manifatturiere e industrie strategiche.

Le origini dei fondi di orientamento

Una manciata di fondi di orientamento del governo cinese sono stati istituiti intorno all’inizio degli anni 2000, ma hanno iniziato a diventare un importante strumento di finanziamento della politica industriale intorno al 2014. 5  Questo è quando il Consiglio di Stato ha pubblicato le “Linee guida per la promozione dello sviluppo del circuito nazionale integrato Industria.” 6  Il rapporto ha messo in evidenza l’uso dei tradizionali strumenti di finanziamento della politica industriale, come le banche di sviluppo nazionali e le banche commerciali. Ma richiedeva anche qualcosa di nuovo: un fondo di investimento nazionale per l’industria dei circuiti integrati,  un  fondo di orientamento industriale che realizza  investimenti azionari, dedicato a questo settore. Il fondo si concentrerebbe “sul sostegno alla produzione di circuiti integrati con operazioni orientate al mercato. . . [e] incoraggiare vari capitali di rischio sociale e fondi di investimento azionario a entrare nel settore”.

La causa immediata di questa spinta improvvisa da parte della Cina a sviluppare la sua industria dei circuiti integrati (IC) sono state le rivelazioni di Edward Snowden. Snowden ha rivelato che la NSA aveva violato i server cinesi e poteva spiare la Cina. Ha anche offerto dettagli sugli attacchi di Stuxnet all’Iran. Queste informazioni hanno portato un gruppo di alti dirigenti tecnologici cinesi a esprimere la loro preoccupazione per il fatto che la dipendenza della Cina dalla tecnologia statunitense fosse una minaccia alla sicurezza. La soluzione, hanno affermato in una lettera congiunta, era che la Cina sviluppasse la propria industria dei circuiti integrati. Erano in gioco anche altri fattori interni, tra cui le ambizioni di lunga data della Cina nell’IC e gli sforzi più ampi sotto Xi Jinping per creare un nuovo modello di sviluppo, che coinvolgesse sia le forze di mercato che la guida dello stato, per consentire all’economia cinese di raggiungere l’Occidente.

Questa  cronologia,  ampiamente accettata dagli osservatori della Cina occidentale 7 , è in contrasto con la narrativa a volte ascoltata in America secondo cui la Cina è stata indotta a intraprendere azioni di politica industriale più aggressive dalle “tariffe di Trump”, come elaborata dal rappresentante commerciale Robert Lighthizer. Questa argomentazione sostiene che, senza la guerra commerciale iniziata dagli Stati Uniti, le relazioni economiche con la Cina sarebbero rimaste collegiali. In effetti, i massicci sforzi della Cina per aggiornare la sua industria dei circuiti integrati sono antecedenti alle tariffe. Inoltre, l’episodio mostra che allo stesso modo in cui i politici statunitensi sono preoccupati per la dipendenza dalla Cina, i funzionari cinesi sono preoccupati per la dipendenza dagli Stati Uniti.

Struttura dei Fondi di orientamento industriale

“Un ‘fondo di orientamento’ non è necessariamente un’entità giuridicamente definita, è più una caratteristica analitica. È un fondo con un forte coinvolgimento dello stato in esso, attraverso risorse finanziarie e umane, che investe in settori strategici emergenti”, afferma François Chimits del think tank merics di Berlino. (Merics, il principale think tank europeo sulla Cina, è stato sanzionato nel 2021 dal ministero degli Esteri cinese insieme ad altre tre istituzioni europee come rappresaglia per le sanzioni europee nei confronti di funzionari cinesi nello Xinjiang accusati di violazioni dei diritti umani.)

I fondi di orientamento sono spesso incentrati sul sostegno di un settore specifico, come i materiali avanzati, o di un’attività, come la riqualificazione industriale. 8  All’interno di questo quadro descrittivo, emergono diversi modelli: i fondi seguono grosso modo un modello di private equity (PE) o un modello VC (in Cina le distinzioni tra VC e PE sono sfumate 9), con un socio accomandatario responsabile della gestione del fondo e soci accomandanti che sono gli investitori. Lo sponsor del fondo, che fornisce il finanziamento iniziale, opera direttamente sotto gli auspici del governo nazionale, provinciale o locale e il fondo è amministrato da un’agenzia di gestione correlata. La maggior parte del capitale proviene dai soci accomandanti che sono chiamati investitori di “capitale sociale” e tendono ad essere SOE o banche governative; Il coinvolgimento occidentale è stato finora minimo.

Sebbene i fondi per l’orientamento siano sponsorizzati dallo stato, un obiettivo è che la gestione interna abbia un background nel settore privato. In un quasi riconoscimento del detto di Lawrence Summers secondo cui “il governo è un pessimo venture capitalist”, i fondi cercano di assumere capitalisti di rischio del settore privato professionisti piuttosto che dipendenti statali a lungo termine per gestirli, anche se lo stato sta guidando la direzione di i loro investimenti.

Il vantaggio dell’utilizzo di questa struttura di private equity o di tipo VC è di portare la concorrenza di mercato nella politica industriale. Lo stato ha ancora il sopravvento e determina il settore o l’attività in cui investire, ma i fondi portano alla concorrenza del mercato, anche se a volte è solo tra diverse imprese statali. Dice Chimits, “sebbene sia difficile per molti in Occidente concepire, in Cina la liberalizzazione del mercato in pratica significa più concorrenza tra gli attori sostenuti dallo stato”.

Il Center for Security and Emerging Technology (CSET) di Georgetown, nella sua relazione sui fondi di orientamento, osserva: “I fondi di orientamento consentono allo stato cinese di sfruttare la disciplina e le risorse del mercato. I responsabili politici cinesi hanno iniziato a riconoscere i difetti dei regimi di sovvenzione e di altri strumenti tradizionali di politica industriale. Portando il motivo del profitto nella politica industriale, i fondi di orientamento mirano a evitare questi problemi”. 10  I fondi possono perseguire una varietà di tecniche di investimento, compresi gli investimenti diretti, o molto spesso fungere da “fondo di fondi” per altri fondi di orientamento.

Sebbene i fondi siano a scopo di lucro, il loro universo di potenziali investimenti è strettamente prescritto. I fondi “non investiranno in azioni del mercato secondario, futures, immobili, fondi di investimento mobiliari. . . piani assicurativi e altri derivati ​​finanziari”, secondo un regolamento del Ministero delle Finanze. Piuttosto che speculare all’interno dell’economia finanziaria in cerca di rendimenti, il loro scopo principale è sostenere lo sviluppo industriale nell’economia reale.

In particolare, possono fornire il capitale paziente necessario per superare la “valle della morte” associata all’aumento della produzione quando il fabbisogno di capitale è elevato ma non ci sono entrate per gli anni a venire. La guida del governo cinese chiarisce che i fondi sono destinati a colmare questa lacuna. Un quotidiano statale citato da CSET spiega la logica di uno strumento di finanziamento sostenuto dallo stato: gli investitori privati ​​preferiscono rendimenti rapidi “rispetto alle aree strategiche nazionali che richiedono un sostegno finanziario a lungo termine”.

I gestori di fondi riconoscono questo obiettivo a lungo termine e usano effettivamente l’espressione “valle della morte”. Liu Kefeng, presidente del Beijing Science and Technology Innovation Fund, in un discorso del 2019 a una conferenza sugli investimenti di Pechino, ha dichiarato:

Nell’attuale situazione tra Cina e Stati Uniti, per cosa competono le maggiori potenze? Non solo l’aggregato economico, ma in realtà le cose più dure, che è la nostra tecnologia hard.

Il nostro primo posizionamento è quello di essere capitale paziente. Qual è la funzione centrale del capitale del paziente? Dovrebbe coprire l’intero processo di trasformazione dei risultati scientifici e tecnologici e aiutare le imprese di innovazione scientifica e tecnologica ad attraversare la valle della morte. Questa è la prima strategia di investimento e posizionamento del Beijing Science and Technology Investment Fund. 11

Prodotto in Cina 2025

I fondi di orientamento industriale sono entrati in un periodo di crescita massiccia dopo l’annuncio del 2015 del “Made in China 2025” (MIC2025). Ciò ha richiesto la leadership cinese in dieci settori avanzati, inclusi veicoli elettrici, robotica, intelligenza artificiale e dispositivi medici. I fondi di orientamento industriale sono stati visti e rimangono il principale strumento di finanziamento per l’attuazione del MIC2025. 12

Presto è seguita una fioritura di fondi di orientamento industriale, raggiungendo un totale di 1.741 entro l’inizio del 2020, 13  sebbene il trend di crescita sia in termini di nuovi fondi lanciati che di asset raccolti sia in rallentamento dal 2018. L’obiettivo di raccolta fondi pianificato per questi fondi è di $ 1,6 trilioni, con quasi tutti i comuni e le province che ne annunciano uno. L’importo effettivamente raccolto, tuttavia, è inferiore a questo e l’importo distribuito è ancora inferiore. Alcune stime mettono l’importo totale raccolto al 60 percento dell’obiettivo, o poco meno di $ 1 trilione, una cifra ancora considerevole. 14

“L’espansione dei fondi di orientamento a questi ulteriori settori prioritari si è basata sull’esperimento riuscito di utilizzarli per IC. L’apprendimento, la flessibilità, l’adattamento e l’aumento dei successi sono tipici della politica economica cinese”, afferma Meg Rithmire della Harvard Business School. Il modello cinese non è esattamente dal basso verso l’alto, ma una volta che lo stato ha fissato un obiettivo tecnologico, ad esempio nella tecnologia di ricarica dei veicoli elettrici, questo viene in genere implementato tramite la sperimentazione regionale, seguita dal potenziamento dei piloti di successo. Questo approccio è notevolmente diverso dall’approccio dall’alto verso il basso della politica economica americana. L’approccio politico americano è molto meno flessibile e in genere non si basa su tale sperimentazione. Invece, la politica è tipicamente elaborata tra i legislatori e il loro personale e quindi formalmente redatta senza prima utilizzare progetti pilota regionali per identificare i successi. (Naturalmente, la flessibilità cinese non si estende al governo politico, dove il sistema politico autoritario cinese è stato descritto come “congelato”, con il potere centralizzato nelle mani di Xi Jinping.15 )

Rithmire afferma che il modo in cui funzionano in pratica i fondi per l’orientamento è che “il PCC annuncia un obiettivo per un fondo per l’orientamento, semina il capitale dei pazienti e si aspetta che i LP lo corrispondano”. Il calcolo quantistico è un esempio. Rithmire afferma: “Il calcolo quantistico non avverrà a meno che lo stato non sia coinvolto. Lo stato ha inviato un segnale al settore privato che ora questo è un investimento sicuro e che avrebbero dovuto seguire l’esempio. Tutti a Pechino lo capivano”. Aneddoticamente, Rithmire ha notato un cambiamento tra i gestori di VC e di private equity che conosceva in Cina. Mentre in precedenza avevano investito nel canale dell’innovazione dei consumatori, come servizi di consegna di trucchi o app di noleggio biciclette, hanno riorientato i loro investimenti verso i settori prioritari dal MIC2025.

L’uso dei fondi di orientamento ha segnato anche un importante cambiamento nel modo in cui il governo sostiene l’industria. 16  In passato, le sovvenzioni del governo cinese per l’industria pesante erano tradizionalmente sotto forma di “debito al di sotto del mercato”, sotto forma di prestiti a basso costo da banche statali o sovvenzioni a titolo definitivo. L’industria cinese dell’alluminio, ad esempio, è ricca di sussidi lungo tutta la catena del valore dell’alluminio, compresa l’elettricità sovvenzionata da centrali a carbone e prestiti da banche statali a società di alluminio di proprietà statale. La Cina non ha vantaggi naturali quando si tratta di fusione dell’alluminio, come le risorse idroelettriche che si trovano in Islanda o in Siberia. Tuttavia, ora domina questo settore, rappresentando quasi il 60% della produzione mondiale.

I fondi di orientamento, in contrasto con queste forme precedenti di sovvenzione, utilizzano il finanziamento tramite capitale proprio. Qui le sovvenzioni a titolo definitivo sono difficili da identificare. 17  Alcuni in Occidente ritengono che i fondi per l’orientamento siano semplicemente un modo per aggirare gli accordi dell’OMC in materia di sovvenzioni. Questo era il punto di vista del rapporto sulla catena di approvvigionamento della Casa Bianca, che affermava: “è chiaro che il governo cinese ha progettato il suo modello di ‘venture capital’ per facilitare una massiccia campagna di sussidi per sviluppare la sua capacità di semiconduttori domestici per evitare qualsiasi supervisione dell’OMC”. 18  Ma date le dimensioni del mercato interno cinese e la continua sperimentazione del suo modello di sviluppo, non tutto ciò che fa la Cina è incentrato sulle istituzioni occidentali.

Ciò non significa che non siano coinvolti sussidi, che l’OCSE ha tentato di quantificare. Per utilizzare la definizione dell’OCSE, se il governo tollera rendimenti più bassi rispetto agli investitori privati, l’investimento è considerato “sotto il mercato azionario”. Ha intrapreso uno studio per misurare le potenziali distorsioni introdotte dalla “finanza al di sotto del mercato” (sia debito che azionario) nella catena del valore dei semiconduttori in molti paesi. L’OCSE ha rilevato:

Il sostegno del governo fornito attraverso il canale azionario (“below-market equity”) ha avvantaggiato in modo schiacciante le imprese cinesi nel campione. I grandi investimenti che i fondi del governo cinese hanno fatto in aziende nazionali di semiconduttori hanno profondamente rimodellato l’industria cinese dei semiconduttori. In particolare, sembra esserci un collegamento diretto tra le iniezioni di azioni da parte dei fondi governativi cinesi e la costruzione di nuove fabbriche di semiconduttori nel paese. 19

Valutazione dell’impatto dei fondi di orientamento

I fondi per l’orientamento riescono effettivamente a raggiungere i loro obiettivi? C’è una tensione intrinseca nella “doppia linea di fondo” dei fondi di orientamento (un’espressione usata negli investimenti ESG per riferirsi a obiettivi di performance e sostenibilità), qui riferiti alla loro performance e agli obiettivi strategici. I rendimenti attesi e la cronologia delle prestazioni dei fondi di orientamento non sono chiari. Naughton ha scoperto che il “‘Big Fund’ mira a un rendimento del 5%, ma per raggiungere questo obiettivo ha dovuto dividersi in due, un comparto strategico che mira a nessun rendimento e un ‘comparto commerciale'”. 20

I fondi devono offrire rendimenti positivi ai loro investitori, anche se questi investitori sono SOE o banche statali. Gli stessi gestori di fondi sono finanziariamente incentivati ​​ad aumentare l’AUM ea sovraperformare, ma anche a rimanere all’interno delle linee guida di politica industriale prescritte. I fondi di orientamento industriale sono progettati per essere un investimento a basso rischio. Ciò è ottenuto dal governo fornendo diversi tipi di garanzie. Lo sponsor del governo potrebbe assorbire le prime perdite, rinunciare al pagamento degli interessi o accettare di acquistare azioni di soci accomandanti a un prezzo concordato. 21

La principale critica ai fondi di orientamento da parte degli osservatori cinesi con sede in Occidente (gli analisti di Wall Street tendono a non coprirli) è che sono altamente inefficienti e allocano male le risorse. Questa stessa accusa potrebbe essere mossa contro i precedenti programmi di sovvenzione cinesi, tuttavia, come per l’alta velocità ferroviaria o per Huawei. Il  Wall Street Journal  ha riferito: “Huawei ha avuto accesso a fino a 75 miliardi di dollari di sostegno statale negli ultimi 25 anni, comprese sovvenzioni (1,6 miliardi di dollari), facilitazioni di credito (46,3 miliardi di dollari), agevolazioni fiscali (25 miliardi di dollari) e terreni sovvenzionati acquisti ($ 2 miliardi).” 22 Questi programmi, che coinvolgevano anche pratiche mercantiliste, non furono messi in atto per ragioni di efficienza economica. L’obiettivo era invece quello di far crescere i settori prioritari. Questo obiettivo è stato raggiunto, con la Cina che ha ottenuto la leadership strategica di entrambi i settori. I fondi di orientamento industriale non sono efficienti, ma ciò non significa che non possano essere efficaci.

I dispositivi di protezione individuale (DPI) durante la pandemia offrono un altro esempio più recente. Durante i primi giorni della pandemia, i produttori cinesi sono stati accusati di aver inondato il mercato statunitense con mascherine chirurgiche a basso costo. I restanti produttori statunitensi sono stati cacciati dal mercato. Sebbene sia opinione diffusa che il basso costo del lavoro rappresenti la competitività cinese, queste maschere sono state vendute a prezzi inferiori al costo delle materie prime. Come di consueto, i sussidi specifici coinvolti sono opachi e possono coinvolgere fondi di orientamento nonché altre fonti di finanziamento. Ma i risultati sono chiari: questo modello incentrato sui sussidi si è dimostrato efficace a livello globale. Se nel 2019, il primo anno della pandemia, il 21% delle esportazioni globali di DPI proveniva dalla Cina, entro il 2020 il 43% delle esportazioni globali di DPI proveniva dalla Cina. Quasi nessuno di questi è stato donato,23

Tuttavia, gli analisti occidentali hanno identificato diversi difetti specifici dei fondi di orientamento. Innanzitutto, ci sono troppi fondi. I fondi duplicano gli sforzi, portando alla sovraccapacità in alcuni settori favoriti. I fondi locali possono finire per sovvenzionare industrie locali non strategiche e possono esserci tensioni tra lo sviluppo provinciale e gli obiettivi di sviluppo nazionale. Vi sono ampie prove di corruzione, ma poche prove di disciplina di mercato.

Ngor Luong, un autore dello studio CSET sui fondi di orientamento, afferma: “Spesso non raccolgono quanto previsto e non investono come dovrebbero perché i loro investitori SEO non hanno propensione al rischio . Invece di assumere manager professionisti, reclutano regolarmente funzionari locali. I fondi di orientamento possono effettivamente escludere altri tipi di investimenti”. Aggiunge, tuttavia, che “ci sono anche una manciata di fondi che riescono a raccogliere capitali e investire in progetti”.

L’esperienza del National IC Fund, o Big Fund, esemplifica alcune di queste vulnerabilità e rivela le sfide più ampie che la Cina deve affrontare nello sviluppo di tecnologie avanzate. La Cina ha un grande deficit commerciale nei semiconduttori ed è molto indietro rispetto alla frontiera tecnologica in settori come l’automazione della progettazione elettronica, il software e la fabbricazione di beni strumentali. Anche la sua fonderia più avanzata è indietro di generazioni, TSMC, leader del settore. Douglas B. Fuller della City University di Hong Kong fornisce una spiegazione della continua incapacità della Cina di generare una vera trasformazione tecnologica in IC nonostante le enormi risorse lanciate all’industria. Dice, “essenzialmente, i fondi di orientamento ‘allocano male’ le risorse gettando risorse a società statali non efficienti”.

Nel suo libro,  Paper Tigers, Hidden Dragons: Firms and the Political Economy of China’s Technological Development , Fuller raggruppa l’industria cinese dei circuiti integrati in tre tipi di aziende: le SOE, le multinazionali straniere con impianti di produzione in Cina e quelle che lui chiama aziende “ibride”, che sono società private gestite da investitori stranieri di etnia cinese. 24  Esistono differenze critiche nelle capacità di ciascuna categoria di imprese, che è al centro della cattiva allocazione del capitale da parte dei fondi di orientamento.

Secondo Fuller, le SOE hanno avuto un successo molto limitato nell’adozione di nuove tecnologie o nell’intercettare nuovi mercati. Queste aziende continuano ad andare avanti con appalti statali garantiti, mentre i loro manager “evitano  attività rischiose, inclusa la sperimentazione  tecnologica  , che  potrebbero esporle a future accuse di perdita o distruzione di beni statali”. Tuttavia, “le iniziative politiche continuano a elargire risorse alle lente aziende statali”.

Né le multinazionali straniere che operano in Cina sono una fonte di vera innovazione tecnologica nel settore dei circuiti integrati. Sono estremamente cauti nel collocare impianti di produzione all’avanguardia in Cina.

D’altra parte, Fuller sostiene che la Cina dimostra abilità tecnologica e commerciale nella terza categoria di imprese, le imprese ibride gestite da emigrati, che sono state i veri motori dello sviluppo tecnologico. Ma queste non sono le aziende sostenute dal Fondo Nazionale IC, tranne quando occasionalmente vengono rilevate. Ad esempio, SMIC, una delle principali fonderie di semiconduttori a conduzione ibrida, è stata rilevata dal National IC Fund nel 2015. Fuller scrive: “l’acquisizione dell’azienda da parte dello stato mette in dubbio la sua sostenibilità competitiva”. Aggiunge: “La Cina non manca di investimenti industriali, ha troppi investimenti industriali e allocazioni inefficienti”.

Tuttavia, gli sforzi della Cina nel settore dei circuiti integrati non sono l’intera storia dei fondi di orientamento. Vi sono altri settori, spesso sostenuti da fondi di orientamento, dove la distanza dalla frontiera tecnologica è molto minore. Questi settori hanno meno operatori storici nazionali da frenare il progresso, o operatori storici occidentali da recuperare. Nei veicoli a nuova energia (NEV), nelle batterie e nelle tecnologie quantistiche, la Cina potrebbe ora essere in vantaggio.

“Tutti i settori non SOE ad alta priorità industriale sono fondamentalmente inondati di capitale guidato dallo stato”, afferma Chimits di Merics, tra cui il calcolo quantistico e l’intelligenza artificiale. Le informazioni sulle effettive attività dei fondi di orientamento sono molto limitate, ma ci sono stati alcuni evidenti successi.

Ad esempio, il governo locale di Hefei, nel 2020, ha effettuato un investimento attraverso un fondo di orientamento in NIO, il principale rivale cinese di Tesla. NIO stava lottando nel 2020. Non più. Hefei ha realizzato un ritorno di 5,5 volte il suo investimento iniziale. “Dal nostro investimento in Nio, abbiamo guadagnato soldi senza pietà”, ha detto Yu Aihua, il massimo funzionario comunista della città,   ha riferito il South China Morning Post . 25

Hefei è emblematico dei modelli mutevoli del sostegno del governo locale cinese all’industria. Storicamente, Hefei offriva agevolazioni fiscali o prestiti a società private, seguite in seguito da un approccio di investimento diretto. Più recentemente, ha perseguito un approccio di investimento indiretto utilizzando fondi di orientamento gestiti da manager professionisti.

I successi di Hefei con NIO hanno favorito un intero ecosistema di veicoli elettrici centrato nella città. Volkswagen ha reso Hefei uno dei suoi principali centri di produzione di componenti per veicoli elettrici, comprese le batterie. Il caso di studio di NIO mostra che i fondi di orientamento possono fornire rendimenti finanziari in stile VC insieme agli obiettivi di crescita economica dello stato.

Fondi di orientamento nelle campagne economiche cinesi

Il MIC2025 è stato seguito da politiche più ambiziose, tra cui, più recentemente, il programma “prosperità comune”. Finora, l’iniziativa più visibile di questo programma è stata una repressione del settore immobiliare e della tecnologia di consumo, ma non è ancora chiaro cosa comporterà la “prosperità comune”. Nis Grünberg, analista capo di merics, afferma: “Non è ancora molto esplicitato sia i meccanismi specifici volti a raggiungere la prosperità comune, sia, più fondamentalmente, cosa significhi effettivamente ‘prosperità comune’ in termini di obiettivi concreti”.

Parte della confusione che circonda i grandi programmi economici cinesi è che in realtà sono “campagne”, il tradizionale metodo di mobilitazione e propaganda del PCC. “Le campagne e i loro meccanismi di attuazione raramente sono completamente definiti”, afferma Rithmire. “Ma quando c’è una campagna, tutti sanno cosa fare e come saltare sul carro. Sia gli attori politici che quelli sociali hanno attraversato campagne”.

Il grande balzo, i cento fiori, la politica del figlio unico e Belt and Road erano tutte campagne. E sebbene non sia ampiamente riconosciuto in Occidente, lo sono anche i fondi di orientamento. “I fondi di orientamento sono una campagna. Con le campagne, non c’è un ufficio centrale”, afferma Rithmire. “Non esiste un elenco centrale di comandi o persone.” La qualità amorfa, decentralizzata e mutevole delle campagne spiega perché gli analisti occidentali hanno avuto difficoltà a capire Belt and Road. Il modello cinese non è solo una versione più ampia degli stati di sviluppo dell’Asia orientale del Giappone e delle ex colonie di Corea o Taiwan di quest’ultimo. Sebbene possa prendere in prestito da ciascuno, è anche radicato nella tradizione del PCC.

Le campagne seguono una traiettoria familiare di accelerazione ed esuberanza, seguita da un periodo di decelerazione e rivalutazione, secondo Rithmire. I fondi di orientamento si trovano ora nelle ultime fasi di questa traiettoria.

La stessa organizzazione teorica del PCC ha recentemente offerto ulteriori approfondimenti su ciò che il futuro potrebbe riservare in un documento intitolato “Date pieno gioco al ruolo della finanza politica nel sostenere la prosperità comune”, scritto da ricercatori del Centro di ricerca di Pechino per il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era. 26  “L’espressione ‘finanza politica’ e il documento [nel suo insieme] descrivono il panorama in Cina in cui si stanno sviluppando diversi veicoli finanziari oltre ai fondi di orientamento”, afferma Grünberg. “La finanza pubblica è un concetto più ampio dei fondi di orientamento, ma li include”.

I meccanismi di mercato svolgono ancora un ruolo nel finanziamento delle politiche, a differenza degli approcci tradizionali in materia di sovvenzioni. I teorici del Beijing Research Center scrivono:

Afferrare la relazione tra finanziamento delle politiche e operazioni orientate al mercato. Le istituzioni finanziarie politiche sono ancora essenzialmente istituzioni finanziarie legali con rischi operativi, piuttosto che dipartimenti governativi, e devono anche aderire ai principi del mantenimento del capitale e della realizzazione di piccoli profitti nel processo di allocazione delle risorse. Pertanto, le istituzioni finanziarie politiche non dovrebbero utilizzare il modello della “trasfusione di sangue”. . . nel processo di aiuto alle imprese. . . ma dovrebbero “creare il proprio sangue” per formare un meccanismo finanziario a lungo termine per sostenere la prosperità comune. 27

La metafora medica qui, secondo Grünberg, è un avvertimento contro il supporto vitale delle casse pubbliche (“trasfusioni di sangue”). Al contrario, il documento invita gli istituti di finanza pubblica a sfruttare i mercati finanziari per generare il proprio capitale, o “creare il proprio sangue”, nel linguaggio del documento.

L’anaconda nel candeliere

I fondi di orientamento del governo non finanziano solo le SOE, ma forniscono anche capitale statale alle aziende del settore privato, cosa che non è stata una pratica standard nella strategia industriale cinese. 28  Questo finanziamento allinea maggiormente le imprese private con le priorità economiche e strategiche dello Stato.

L’investimento del fondo guida in un’impresa privata offusca la distinzione tra il settore statale e il settore privato. L’autonomia delle imprese private è diminuita e il controllo statale aumenta, e con esso può derivare un maggiore monitoraggio da parte del governo autoritario, sia per verificare la presenza di segnali di instabilità finanziaria che per il rispetto delle direttive politiche. 29  In effetti, il binario privato/stato potrebbe non avere più senso come modo per descrivere le operazioni di questi fondi e le società in cui investono.

I fondi di orientamento sono solo un tipo di meccanismo per imporre un maggiore controllo statale sulle imprese private. Altri includono l’investimento diretto in azioni quotate in borsa attraverso “società di gestione di capitali di proprietà statale” e la crescente influenza delle cellule di partito all’interno di società private.

Il PCC di solito non deve disciplinare esplicitamente il settore privato; la sola minaccia è spesso sufficiente. Nella memorabile metafora dello studioso cinese Perry Link, il governo cinese e la sua capacità di esercitare il controllo assomigliano a “un’anaconda gigante arrotolata in un lampadario in alto. Normalmente il grande serpente non si muove. Non è necessario. Non sente il bisogno di essere chiaro sui suoi divieti. Il suo costante messaggio silenzioso è “Decidi tu stesso”, dopo di che, il più delle volte, tutti nella sua ombra fanno degli aggiustamenti”. 30

Dove sta andando tutto questo? I fondi di orientamento saranno utilizzati principalmente per scopi politici, per tenere a freno il settore privato al fine di sottoporlo a un maggiore controllo e direzione statale? I fondi di orientamento si tradurranno solo in risorse allocate in modo errato?

O riusciranno nel loro scopo dichiarato? Porteranno la disciplina del mercato nella strategia di sviluppo della Cina, consentendo al paese non solo di mettersi al passo, ma di superare l’Occidente nella tecnologia avanzata? Anche se ci sono molti sprechi, la Cina sta investendo enormi risorse in questa ambizione. E attraverso l’innovazione finanziaria unica dei fondi di orientamento, che forniscono sia capitale iniziale che capitale paziente, è certamente possibile che la prossima rivoluzione tecnologica abbia luogo non negli Stati Uniti ma in Cina.

Nessuno conosce le risposte a queste domande; per fare eco alla valutazione di Zhou Enlai sulla Rivoluzione francese, è troppo presto per dirlo. 31  E parte della risposta dipenderà da come risponderà l’Occidente.

Carenze dell’approccio occidentale

I migliori risultati si ottengono presso le aziende che richiedono risorse minime per condurre attività ad alto margine e offrire beni o servizi che amplieranno il volume delle vendite con solo minori esigenze di capitale aggiuntivo.

—Warren Buffett, Lettera del 2020 agli azionisti di Berkshire Hathaway 32

La principale risposta occidentale ai fondi di orientamento cinesi è guardare al loro impatto attraverso una lente di politica commerciale: qual è la vera portata dei sussidi coinvolti e del danno per l’industria occidentale o del beneficio per i consumatori? Le raccomandazioni politiche standard includono costringere la Cina a rispettare i suoi impegni in seno all’OMC, migliorare le regole commerciali dell’OMC relative al finanziamento al di sotto del mercato o creare del tutto un’alternativa all’OMC. La prima risposta presuppone che la Cina possa essere cambiata, e le altre che gli attori occidentali vogliano che l’OMC cambi, il che non è necessariamente vero, dato che Wall Street e le multinazionali hanno beneficiato degli accordi attuali. La profonda ostilità ideologica alle tariffe e l’incrollabile impegno per il libero scambio da parte degli economisti occidentali tradizionali ostacola ulteriormente i cambiamenti materiali nella politica commerciale.

Una risposta meno comune è guardare i fondi di orientamento da un  obiettivo di politica industriale: quali  lezioni traggono e quali delle loro caratteristiche potrebbero essere applicate al di fuori della Cina? Dopotutto, i fondi di orientamento sono strumenti finanziari sostenuti dallo stato, non strumenti commerciali. Mostrano l’entità delle risorse, comprese le risorse del governo, che saranno necessarie agli Stati Uniti per competere con successo con la Cina nei settori della tecnologia avanzata. È improbabile che le tariffe funzionino se gli Stati Uniti non hanno ancora un’industria nazionale da proteggere o piani per crearne una. I fondi di orientamento sottolineano la necessità di nuove e migliori soluzioni di finanziamento e di nuove istituzioni negli Stati Uniti.

Il sistema VC statunitense è “impaziente”, privilegiando settori come il software con alti canoni di proprietà intellettuale e scalabilità a basso costo, e il mercato azionario favorisce anche le società a basso capitale. Nessuno dei due metodi di finanziamento è adatto a fornire le risorse richieste dalla tecnologia avanzata o dalle industrie manifatturiere ad alto capitale, una delle ragioni per cui queste industrie sono diminuite drasticamente negli Stati Uniti negli ultimi decenni. Né il sistema di prestito bancario esistente è all’altezza del compito. Produce le proprie allocazioni errate a causa della sua dipendenza da  garanzie, che  spesso non esistono per i settori emergenti. 33 Le frontiere dell’innovazione finanziaria statunitense, come la fintech e l’elaborazione dei pagamenti, non finanziano nemmeno l’industria pesante o i progressi tecnologici nell’hardware, nonostante le narrazioni futuristiche e trionfalistiche che queste industrie utilizzano nel loro marketing.

La strategia americana sembra essere quella di finanziare le università o il National Institutes of Health e poi sperare per il meglio. Gli americani non si fanno scrupoli riguardo ai finanziamenti governativi per la ricerca di base, ma c’è una maggiore opposizione ideologica al sostegno statale per una particolare industria o tecnologia e alla politica industriale in generale. Ad esempio, la costruzione navale commerciale, un’industria ad alta intensità di capitale, è un gioco internazionale di sovvenzioni competitive. 34 Sotto l’amministrazione Reagan, gli Stati Uniti cessarono di sovvenzionare questa industria. Di conseguenza, sebbene un tempo l’America fosse leader di mercato, ora rappresenta solo lo 0,35% della costruzione globale di navi commerciali. È fuori gioco. Questo è un problema perché gli Stati Uniti costruiscono ancora navi militari ma non possono beneficiare della fertilizzazione incrociata con la costruzione navale commerciale.

Gli Stati Uniti offrono prestiti, sovvenzioni e altri sussidi alle imprese, ma tali politiche tendono ad essere sparse e irregolari. Sono spesso molto piccoli. Ad esempio, c’è stata una proposta legislativa per fornire capitale paziente attraverso il programma Small Business Investment Company (SBIC). 35  Il totale: $ 10 miliardi  di dollari: un  gesto. Ma questa e altre recenti proposte legislative suggeriscono che i responsabili politici stanno finalmente diventando più aperti alla politica industriale. Un’altra proposta creerebbe una Industrial Finance Corporation per investire nella produzione. 36  Ci sono discussioni altrettanto promettenti sull’utilizzo della US Export-Import Bank per i prestiti interni per il settore manifatturiero. 37 Il Senato e la Camera degli Stati Uniti hanno ora approvato atti che fornirebbero sovvenzioni all’industria dei semiconduttori statunitense. 38

Le sfide che deve affrontare l’industria dei semiconduttori statunitense dimostrano come funziona nella pratica la sovvenzione competitiva e dove gli Stati Uniti non sono all’altezza. Costruire una nuova fabbrica negli Stati Uniti costa molto di più che in Cina. Ma dal 40 al 70 per cento del differenziale di costo è spiegato dai sussidi cinesi, secondo l’analisi citata dalla Casa Bianca. 39  La stessa analisi ha rilevato che gli Stati Uniti erano effettivamente competitivi nella tassazione, ma non nel fornire sovvenzioni o denaro diretto per la costruzione di nuove fabbriche.

Contrariamente alla Cina, dove ci sono quasi troppi soldi da spendere per costruire fabbriche di semiconduttori, negli Stati Uniti ce n’è troppo poco, osserva Jimmy Goodrich, vicepresidente della politica globale presso la Semiconductor Industry Association (SIA). “Ci mancano incentivi finanziari competitivi per incoraggiare la produzione onshore. Nell’era moderna non c’è mai stata una fabbrica costruita da nessuna parte a livello globale senza il supporto del governo”.

Goodrich aggiunge: “quando guardi oltre gli Stati Uniti, ogni altro attore chiave viene sovvenzionato”. Sottolinea che senza sussidi, gli Stati Uniti diventeranno sempre meno competitivi nella produzione di semiconduttori, più vulnerabili nella loro catena di approvvigionamento e vedranno un declino della loro base industriale.

La legge sui chip (e la successiva legislazione) potrebbe ricostruire la produzione nazionale di semiconduttori. Ci sono, tuttavia, molte altre industrie tecnologiche avanzate oltre ai semiconduttori che richiederanno il sostegno finanziario del governo per avere successo. Dato che queste industrie sono nascenti o potrebbero anche non esistere, non hanno alcun potere legislativo per costruire questo supporto, a differenza dell’industria dei semiconduttori.

In generale, l’approccio statunitense alle sovvenzioni è ancora allo stadio di “trasfusione di sangue”  – mantenendo in vita  il paziente  – per  usare la metafora del documento di teoria cinese. Oppure, come nel caso dell’industria cantieristica, la preferenza degli Stati Uniti è stata quella di far morire il paziente. Il paese ha bisogno di un approccio più nuovo e più ampio ai sussidi che integri il capitale privato e la disciplina di mercato. Per continuare con la metafora cinese, una tale strategia consentirebbe alle industrie che richiedono sussidi di “creare il proprio sangue”.

L’inadeguatezza del finanziamento delle sovvenzioni

La macchina del credito è progettata in modo da servire al miglioramento dell’apparato produttivo ea punire ogni altro uso. Tuttavia, questo giro di parole non deve essere interpretato nel senso che quel design non può essere modificato. Certo, può. . . la macchina esistente può essere fatta funzionare in uno qualsiasi dei tanti modi diversi”.

—Joseph Schumpeter 40

Per affrontare le carenze di cui sopra, gli Stati Uniti hanno bisogno di strutture di investimento e istituzioni finanziarie aggiornate o nuove. Una soluzione potrebbe essere un adattamento o un’estensione dell’attuale sistema VC/PE, incentivato a finanziare hardware e produzione avanzata, vale a dire un sistema di fondi di orientamento americano. Questi fondi sarebbero strutturati come partenariati pubblico-privato tra il governo e intermediari simili a VC.

L’identificazione dei settori prioritari per il finanziamento, nonché di chi ha il potere di prendere questa decisione di finanziamento delle politiche, può sembrare una questione controversa e politicamente irrisolvibile. Ma c’è una via pragmatica da seguire. Alcune agenzie federali finanziano già la ricerca di base e, nel caso del Dipartimento del Commercio, hanno la missione di “creare le condizioni per la crescita economica e le opportunità”. Sono consapevoli di specifici fallimenti del mercato quando si tratta di aumentare o commercializzare nuove tecnologie. Tali agenzie sono naturali “verticali” lungo le quali organizzare gli obiettivi di finanziamento delle politiche. Anche i governi statali interessati allo sviluppo regionale sono disposti a perseguire una “doppia linea di fondo” (di ritorno degli investimenti e crescita locale).

In questo modello proposto, le agenzie o i governi statali fisserebbero gli obiettivi politici per i fondi. Avrebbero ridotto il rischio di investire fornendo capitale iniziale, prestiti al di sotto del tasso di interesse di mercato e garanzie. Ciò incoraggerebbe gli investitori a partecipare, che fornirebbero la maggior parte del capitale. Potrebbero essere richiesti anche vantaggi fiscali. La gestione effettiva del fondo sarebbe nelle mani di un intermediario in grado di selezionare varie opportunità di investimento e fornire disciplina di investimento. Il coinvolgimento del mercato e il movente del profitto sono fondamentali: questi forniscono la disciplina definitiva contro il fondo che favorisce le società nepotistiche e politicamente collegate. Il fallimento è davvero un’opzione.

La logica per stabilire un tale meccanismo di finanziamento è che i mercati dei capitali da soli non sono disposti a fornire il capitale necessario per aumentare le tecnologie hardware, mentre il governo da solo non può farlo in modo plausibile. Un fondo di orientamento americano adeguatamente strutturato amplificherebbe qualsiasi investimento iniziale del governo con la partecipazione del settore privato fornendo allo stesso tempo disciplina di mercato, consentendo al mercato di scegliere i vincitori.

Questo schizzo preliminare mostra alcune delle caratteristiche di un’entità del tipo di fondo di orientamento statunitense: governo che fornisce capitale di de-risking e seed, un intermediario che gestisce cose e concorrenza di mercato. Anche un probabile acquirente per la tecnologia in cui il fondo sta investendo sarebbe utile, con il governo che ricoprirà nuovamente questo ruolo. I vari  input (prestiti,  sgravi fiscali, impegni di mercato avanzati da parte del  governo) devono  essere titolati per assicurarsi che il fondo raggiunga i suoi obiettivi e che tutti i partecipanti condividano sia i rischi che i rendimenti. Le legioni americane di ingegneri finanziari sono lì per far sì che ciò accada.

Eppure ci sono problemi e incertezze più profondi che circondano la progettazione ottimale di nuove strutture di finanziamento che vanno oltre la semplice ingegneria finanziaria. Questi si trovano nel regno della politica.

Diversi tipi di sussidi hanno impatti diversi sull’economia reale. Questa è un’area di ricerca arcana ma importante. I sussidi sono disponibili in molte forme e dimensioni e non sono perfetti sostituti l’uno dell’altro. L’OCSE ha condotto una ricerca preliminare in questo settore, che dovrebbe informare le attuali proposte politiche per il finanziamento della produzione, nonché la progettazione di politiche future. Ad esempio, è possibile che le sovvenzioni, come utilizzate nella legge sui chip, potrebbero non essere ottimali se l’obiettivo è costruire la produzione nazionale, sebbene potrebbero essere ideali per finanziare la ricerca e lo sviluppo. Invece, i “prestiti al di sotto del mercato” (prestiti statali offerti a tassi agevolati o con garanzie) sono più strettamente legati agli investimenti in capacità manifatturiere. (Azioni al di sotto del mercato come si trova nei fondi di orientamento  : azionile infusioni con rendimenti  attesi inferiori al mercato   non sono state analizzate.)

In particolare, secondo l’OCSE (che rileva scrupolosamente che la correlazione non è causale), i contributi pubblici non sono associati a investimenti netti in immobilizzazioni materiali, a differenza dei prestiti al di sotto del mercato:

In generale, i contributi pubblici non sembrano essere correlati agli investimenti come i prestiti al di sotto del mercato, indipendentemente dalla specificazione utilizzata. Nella maggior parte dei casi, la correlazione tra sovvenzioni e investimenti è piccola e statisticamente non diversa da zero. Ciò supporta la presunzione che i prestiti al di sotto del mercato influiscano sugli investimenti in modo più diretto rispetto ad altre forme di sostegno che non prendono di mira il costo del capitale delle società. Un minor costo del capitale dovrebbe a sua volta incitare le imprese a investire più di quanto farebbero altrimenti, a parità di condizioni. 41

Questi risultati devono essere replicati e incorporati in qualsiasi nuova struttura proposta per il fondo di orientamento americano. Questo nuovo approccio deve anche essere paragonato a modelli come Ex-Im Bank, Finance Corporation, Chip Act o Infrastructure Law che finanzieranno progetti relativi alle batterie. Quale modello comporta la maggiore concorrenza di mercato? Qual è il più aperto ai non incumbent che non sono addetti ai lavori di Washington? Quale modello richiede meno risorse governative e fornisce la maggiore  leva finanziaria, ovvero  offre il maggior rapporto qualità-prezzo?

Il governo cinese, che ha avuto anni di esperienza con gli approcci tradizionali alle sovvenzioni, è passato a questo modello più conforme al mercato per un motivo. I politici americani dovranno trovare le proprie risposte. Ma è molto probabile che un tale modello segnerà un miglioramento rispetto al modello basato sulle sovvenzioni sempre più favorito negli Stati Uniti, che premia le aziende che sono brave a scrivere sovvenzioni piuttosto che quelle con una tecnologia migliore.

Caso di studio: tecnologia del vaccino mRNA

L’operazione Warp Speed ​​(OWS) ha avuto successo nella produzione e distribuzione di enormi volumi di un efficace vaccino contro il Covid in una tempistica notevolmente accelerata. Ma la storia più lunga della tecnologia fondamentale dell’mRNA rivela anche i fallimenti del modello statunitense per il finanziamento dello sviluppo, dell’ampliamento e della produzione di tecnologie rivoluzionarie. La tecnologia dell’mRNA sottostante, infatti, precede da tempo Warp  Speed, uno motivo per cui è stato possibile produrre vaccini così rapidamente nel 2020. E nonostante i notevoli sforzi del governo per promuovere la tecnologia, nel settore privato l’attività languiva prima che OWS ne consentisse il rapido ampliamento e implementazione. La saga più complicata della tecnologia mRNA invita quindi a prendere in considerazione una storia alternativa, in cui i fondi di orientamento potrebbero essere stati utilizzati per supportare la proliferazione dei vaccini mRNA molto  prima, e  senza richiedere l’eroismo  di Warp  Speed.

La possibilità teorica dei vaccini mRNA è stata scoperta già nel 1950. Nel 2005, gli scienziati dell’Università della Pennsylvania hanno scoperto un modo per alterare l’mRNA per aumentarne il potenziale terapeutico. Le loro scoperte nella ricerca e il lavoro parallelo sull’utilizzo delle nanoparticelle lipidiche come meccanismo di rilascio, hanno creato le basi per l’odierna tecnologia del vaccino mRNA.

Il governo federale è stato coinvolto direttamente negli anni successivi, quando darpa (la Defense Advanced Research Projects Agency) ha iniziato a finanziare il lavoro sul vaccino mRNA nel 2010. Nel 2013, darpa ha assegnato una sovvenzione di 25 milioni di dollari a Moderna, allora una nuova start-up biotecnologica, che alla fine svilupperebbe un vaccino Covid di successo e otterrebbe un enorme successo commerciale.

Eppure prima di Covid e OWS, la tecnologia del vaccino mRNA non è riuscita a guadagnare terreno nel settore farmaceutico, nonostante le sovvenzioni governative e nonostante il successo nella raccolta di finanziamenti VC del settore privato. Come ha spiegato il dottor Dan Wattendorf, che ha fondato un programma all’interno di darpa per perseguire gli sforzi dell’mRNA e in seguito è diventato direttore della Gates Foundation, ” I primi investimenti di Darpa hanno ridotto il rischio del problema tecnico. Ma non hanno risolto il fondamentale spostamento di capitale di cui avevamo bisogno”. 42

Sebbene l’mRNA apparisse tecnologicamente promettente, le aziende farmaceutiche tradizionali non erano interessate a fare i grandi investimenti necessari per sviluppare e ottenere l’approvazione normativa per un nuovo  processo di produzione: uno ciò interromperebbe solo le loro attività di vaccini legacy. E mentre le start-up e i loro sostenitori di VC potrebbero essere desiderosi di sviluppare nuove tecnologie, non sono adatte a costruire reti di produzione e distribuzione ad alta intensità di capitale. I vaccini in generale non sono un sottosettore particolarmente interessante del settore farmaceutico commerciale. L’industria dei vaccini negli Stati Uniti è altamente concentrata, con una manciata di produttori, e la prevenzione delle malattie infettive generalmente non è un buon modello di business: i vaccini non richiedono l’uso quotidiano. Per tutti questi motivi, l’adozione diffusa di vaccini mRNA per combattere il Covid ha richiesto gli interventi dell’Operazione Warp Speed.

Ma cosa accadrebbe se, invece delle sole sovvenzioni, il governo degli Stati Uniti avesse sostenuto la tecnologia mRNA attraverso la formazione di un “fondo guida” mRNA negli anni 2010? Un tale fondo, utilizzando capitali sia del settore pubblico che privato, avrebbe sicuramente potuto investire in start-up di mRNA come Moderna e BioNtech. In effetti, potrebbe aver seminato un ecosistema molto più ampio di tali aziende. Ancora più importante, in questo caso, un fondo di orientamento potrebbe aver effettuato investimenti in funzioni critiche adiacenti allo  sviluppo farmaceutico di mRNA, ma  che non offrono il potenziale di rendimento simile a un “unicorno” delle  start-up di IP biotecnologiche, come produttori a contratto in grado di produrre in serie vaccini mRNA o i sistemi logistici speciali di cui hanno bisogno (ad esempio, celle frigorifere). Un ecosistema ampliato di questo tipo avrebbe potuto avere più successo nel fare pressione sugli incumbent farmaceutici del settore privato affinché abbracciassero la nuova  tecnologia o  affrontare la concorrenza su vasta scala. Potrebbe anche aver creato un collegio elettorale a Washington per incoraggiare le agenzie governative al di fuori della  darpa, non ultime le agenzie di  regolamentazione  , a  interessarsi maggiormente alle tecnologie promettenti prima che colpisse una crisi.

Questa storia alternativa è interamente speculativa, ovviamente. Eppure è chiaro a questo punto che i contributi pubblici da soli sono insufficienti. Possono essere fondamentali per lo sviluppo di nuove tecnologie, ma spesso non sono sufficienti per motivare il settore privato a sviluppare nuove industrie attorno a tecnologie rivoluzionarie, all’effettiva commercializzazione necessaria per realizzare i vantaggi economici, di sicurezza nazionale e di altro tipo di queste tecnologie.

Oggi, attraverso una varietà di  tecnologie promettenti – dalle  batterie, alla lavorazione dei minerali, alla robotica, ai  farmaci generici – il  dibattito politico è spesso inquadrato come una scelta tra sovvenzioni o altre forme di puro sussidio o nessun tipo di supporto. È assolutamente necessario un nuovo strumento politico in grado di sfruttare il settore privato per fornire “finanziamenti al di sotto del mercato”.

Sostegno finanziario del governo all’industria:
una tradizione americana

Alcuni americani vedono il sostegno finanziario del governo per far crescere i settori industriali prioritari come antiamericani, una violazione dello spirito pionieristico o dei principi del libero mercato. C’è anche il recente fiasco di Solyndra da considerare. (Solyndra, il produttore di pannelli solari a film sottile che ha ricevuto garanzie sui prestiti federali, è fallito. È stato minato da concorrenti cinesi ancora più pesantemente sovvenzionati che stavano producendo una tecnologia molto meno avanzata. Forse la lezione qui è la necessità di politiche di protezione del settore nascente ad accompagnare eventuali garanzie di prestito.) 43 Meno comunemente discusso del fallimento di Solyndra è il successo di Tesla utilizzando prestiti governativi: nel 2010, Tesla ha ricevuto allo stesso modo un prestito di 456 milioni di dollari emesso dal DOE. Il prestito, che ha aiutato Tesla in un momento critico, ha permesso all’azienda di costruire un impianto di produzione in California. Il prestito è stato rimborsato anticipatamente.

Questi due esempi recenti potrebbero sembrare valori anomali dalla tradizione americana. In effetti, tuttavia, contratti governativi, prestiti, garanzie e altri sussidi hanno costruito gran parte dell’industria americana. Prendete le ferrovie: lo storico Richard White, nel suo libro  Railroaded , scrive: “Le ferrovie transcontinentali sono emerse in mercati modellati da grandi sussidi pubblici e particolari privilegi legali”. 44  Le linee transcontinentali sono state costruite in anticipo rispetto alla domanda del mercato e il governo ha essenzialmente creato nuovi mercati. Gli stati degli Stati Uniti avevano precedentemente sovvenzionato la costruzione di canali. Con le ferrovie transcontinentali, i sussidi ora provenivano dal governo federale.

I Pacific Railway Acts del 1862 e 1864 fornivano prestiti e donazioni a titolo definitivo alle ferrovie per costruire linee transcontinentali, con livelli di generosità quasi simili ai sussidi cinesi di oggi. Il Congresso ha prestato alle ferrovie 50 milioni di dollari in titoli di stato, con il governo federale che garantisce il capitale e gli interessi. Il Congresso ha anche donato terreni alle ferrovie (mentre il governo federale ha mantenuto una uguale quantità di terreno circostante). Entrambi hanno beneficiato dell’aumento di valore della terra quando è entrata la ferrovia. L’entità delle sovvenzioni fondiarie è sbalorditiva. White osserva che la Union Pacific ha ricevuto sovvenzioni fondiarie equivalenti all’area del New Jersey più il New Hampshire; il Pacifico centrale ha ricevuto l’equivalente del Maryland. Per inciso, lo stesso meccanismo di finanziamento per  lo sviluppo: la  terra  pubblicavendite: è stato  utilizzato nel Land-Grant College Act del 1862 (il Morrill Act). Il MIT è un’istituzione per la concessione di terreni. 45

La costruzione delle ferrovie è stata anche caratterizzata da pratiche aziendali discutibili che oggi difficilmente sembrano estranee: lobbying, monopolizzazione e  “finanziarizzazione” estesi , che qui  significano pagamenti di dividendi non basati sulla performance effettiva effettuata per sostenere i prezzi delle azioni e pagare i proprietari. L’intero settore è stato caratterizzato da “allocazioni errate”, per usare un linguaggio contemporaneo, inclusa una tecnologia notevolmente scarsa. Ma nonostante queste inefficienze, le sovvenzioni sono state efficaci: le ferrovie transcontinentali sono state completate con successo. Il bianco conclude:

Nell’America del Nord occidentale del XIX secolo, le ferrovie e lo stato moderno erano coproduzioni. La litania del lavoro che hanno fatto insieme è impressionante. I governi del Nord America sovvenzionarono generosamente le corporazioni, e le corporazioni assistettero nei grandi progetti statali di portare mezzo continente sotto il dominio dei governi centrali. 46

Il più recente grande  progetto statale, l’Operazione  Warp  Speed, è stato allo stesso modo una coproduzione con l’industria. Anch’esso comportava il finanziamento del governo, sebbene gli interventi di politica industriale di Warp Speed ​​andassero ben oltre la finanza e includessero la costruzione di nuove fabbriche, l’organizzazione di studi clinici, la mappatura delle catene di approvvigionamento, la logistica e la distribuzione di vaccini. Warp Speed ​​ha strutturato le partnership pubblico-privato in un modo molto migliore rispetto alla maggior parte degli sforzi contemporanei, utilizzando un tipo di contratto di condivisione dei costi noto come “altra autorità di transazione”. Warp Speed ​​ha anche offerto “impegni di mercato avanzati”, ovvero contratti di acquisto, a Pfizer se il suo vaccino avesse ricevuto l’autorizzazione della FDA. Ciò ha incentivato la produzione di vaccini eliminando i rischi finanziari.

La mano visibile (e la ricchezza delle nazioni)

L’ascesa della Cina ha comunque rappresentato uno shock per l’economia statunitense, ed è anche uno shock intellettuale. Piuttosto che fare affidamento sulla mano invisibile, la Cina usa una mano molto visibile. E così facendo, il partito-stato non solo ha rimodellato l’economia cinese, ma ha anche rimodellato i mercati americani, un fatto che molti americani, in particolare i fondamentalisti del mercato, hanno difficoltà a digerire. Proclamare la superiorità dei “mercati” non è una risposta adeguata quando le politiche industriali cinesi modellano il mercato.

Per lo meno, l’ascesa della Cina dovrebbe causare un rimescolamento, o un aggiornamento, delle istituzioni e delle politiche americane, per comprendere meglio questo nuovo modello economico e per elaborare una risposta più efficace. Ciò è particolarmente vero a livello federale, dove molte agenzie sono state progettate per combattere la Guerra Fredda, la Seconda Guerra Mondiale o la Grande Depressione, ma non l’impatto economico del modello di sviluppo cinese.

L’ascesa della Cina significa anche un ripensamento delle discipline accademiche. L’economia non è adatta a condurre un simile compito, dato che è intensamente ideologica piuttosto che pragmatica, e la sua metodologia privilegia le astrazioni semplificatrici rispetto alle complessità delle aziende e delle istituzioni reali. C’è anche la sua scarsa esperienza da considerare, come i suoi fallimenti nel prevedere la grande crisi finanziaria, o la guida dei catastrofici consigli di privatizzazione degli economisti di Harvard all’ex Unione Sovietica. 47  È necessario un approccio analitico completamente nuovo e le università potrebbero essere il posto sbagliato per perseguirlo. 48

L’attenzione, inoltre, non dovrebbe essere principalmente sulle lezioni della Cina, ma piuttosto sulle lezioni del passato dell’America e dei primi periodi di dinamismo economico del paese. Durante questi periodi, il governo federale, le società e il settore finanziario si sono allineati per sostenere l’economia reale, a differenza di oggi.

L’attuale repertorio di politica economica americana è estremamente limitato. C’è bisogno di una nuova ampia serie di politiche negli Stati Uniti incentrate sulla guida della finanza verso i settori produttivi. Le politiche di orientamento del credito utilizzano molti  strumenti (i sussidi  sono solo  uno), ma  l’idea generale è di indirizzare le risorse verso settori capaci di produrre innovazione e posti di lavoro ad alto salario. Dopo la liberalizzazione finanziaria negli anni ’80, è avvenuto il contrario. Il credito negli Stati Uniti è fluito sempre più per finanziare i consumi, gli immobili o il settore finanziario stesso piuttosto che per sostenere le imprese non finanziarie. 49 La narrativa convenzionale di ciascuna parte su come far crescere l’economia raramente implica l’utilizzo della finanza guidata per sostenere industrie strategicamente importanti con un alto potenziale salariale. (Alcune eccezioni sono il supporto bipartisan per l’industria dei semiconduttori e il supporto democratico per la tecnologia verde.)

Allo stesso modo, le discussioni sulla politica dell’innovazione, il reshoring e lo sviluppo economico regionale sono in genere incentrate su istruzione, crediti d’imposta, cluster, ricerca e sviluppo, connettività digitale, dati migliori, scorecard, maggiore trasparenza, governance migliorata, infrastrutture, crescita inclusiva, regolamentazione semplificata, coinvolgimento con le parti interessate , abbattere silos, ecc. L’elenco è infinito. Ma meno comunemente discusse (e preventivate) sono le risorse finanziarie necessarie, compreso il sostegno finanziario del governo, alla scala richiesta per far crescere nuovi settori ad alta intensità di capitale. È inoltre necessario più lavoro per comprendere gli effetti distintivi dei diversi tipi di sussidi, ad esempio sovvenzioni rispetto al debito al di sotto del mercato o al finanziamento tramite capitale proprio.

I politici statunitensi sembrano privi di idee: il governatore dello Stato di New York, Kathy Hochul, ha in programma di portare nuovi posti di lavoro a New York City e di aumentare le entrate aprendo più casinò. Questo ha il “potenziale di generare migliaia di nuovi posti di lavoro nel sindacato”, secondo un dirigente del casinò. Nel frattempo, Shanghai ha recentemente pubblicato il suo piano per guidare lo sviluppo dell’industria spaziale. L’attuazione includerà “la costruzione di costellazioni satellitari. Le capacità di produzione digitale e intelligente, i razzi riutilizzabili, le piattaforme di ricerca e sviluppo di veicoli spaziali, il software satellitare intelligente, i terminali di terra, le applicazioni e la produzione di satelliti commerciali e le linee di assemblaggio di razzi sono altre priorità”. 50

Le  istituzioni americane – il suo  governo, le università, i media e il  sistema finanziario – sembrano  bloccate su strumenti politici riscaldati dagli anni ’80 e ’90. Ciò che può essere ancora più dannoso della perdita di industrie e tecnologie strategiche è questo fallimento dell’immaginazione.

Questo articolo è apparso originariamente in American Affairs Volume VI, Numero 2 (estate 2022): 17–40.

Appunti

1 Commissione di revisione economica e sicurezza USA-Cina,  rapporto 2021 al Congresso  (Washington, DC: US ​​Government Publishing Office, 2021).2 Elisabeth B. Reynolds, Hiram M. Samel e Joyce Lawrence, “Learning by Building: Complementary Assets and the Migration of Capabilities in US Innovative Firms”, in  Production in the Innovation Economy , ed. Richard M. Locke e Rachel L. Wellhausen (Cambridge: MIT Press, 2014), 81–108.

3 Barry Naughton,  The Rise of China’s Industrial Policy, 1978–2020  (Città del Messico: Universidad Nacional Autónoma de México, 2021), 117.

4 Naughton,  La politica industriale cinese , 100.

5 Per una storia dettagliata dei fondi di orientamento, vedere Meg Rithmire e Yihao Li, ” Lattice Semiconductor and the Future of Chinese High-Tech Acquisitions in the United States “, Caso 719-059 della Harvard Business School (giugno 2019).

6 Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese, ” Linee guida per la promozione dello sviluppo dell’industria dei circuiti integrati nazionali ” (2014), 4.

7 Margaret Pearson, Meg Rithmire e Kellee S. Tsai, “Party-State Capitalism in China,”  Current History  120, n. 827 (settembre 2021), 207–13.

8 Per maggiori dettagli, vedere François Chimits, “Chasing the Ghost of Transatlantic Cooperation to Level the Playing Field with China: Time for Action”,  Merics  China Monitor , 19 ottobre 2021.

9 Cfr. Anton Malkin,  “China’s Experience in Building a Venture Capital Sector: Four Lessons for Policy Makers”,  CIGI Papers  248 (gennaio 2021), 12.

10 Ngor Luong, Zachary Arnold e Ben Murphy,  Capire i fondi di orientamento del governo cinese: un’analisi delle fonti in lingua cinese , Brief sul problema del Center for Security and Emerging Technology, marzo 2021, 9.

11 Luong, Arnold e Murphy,  Chinese Government Guidance Funds , 10, citando Wang Xiaohui, [Il saldo di 40 miliardi di RMB dei fondi di venture capital spesi solo per oltre un miliardo, ‘Sleeping’ Government Guidance Funds],  Huaxia shíbao , 15 gennaio 2016 .

12 Meg Rithmire,  “The Resurgent Role of the State in China’s Economy:  Experimentation, Domestic Politics, and US Policy”  (documento di lavoro, Progetto Penn sul futuro delle relazioni USA-Cina, primavera 2021), 25.

13 Zero2IPO contava 1.741 fondi di orientamento del governo a tutti i livelli di governo nel primo trimestre del 2020. Vedi ” Zhengfu yindao jijin dongtai ” [Trend dei fondi di orientamento del governo], Zero2IPO Research, 10 aprile 2020.

14 Naughton,  La politica industriale cinese , 81.

15 Cfr. Carl Minzner,  End of an Era: How China’s Authoritarian Revival Is Undermining its Rise  (New York: Oxford University Press, 2018).

16 Per ulteriori dettagli su questi mutevoli modelli di finanziamento, vedere Chimits, “Chasing the Ghost”.

17 Sul perché questa forma di sussidio è difficile da quantificare, vedi Chimits, “Chasing the Ghost”.

18 Casa Bianca,  costruzione di catene di approvvigionamento resilienti, rivitalizzazione della produzione americana e promozione di una crescita su vasta scala, revisione di 100 giorni ai sensi dell’ordine esecutivo 14017, giugno 2021, 61.

19 Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici,  misurazione delle distorsioni nei mercati internazionali: la catena del valore dei semiconduttori , OECD Trade Policy Papers 234, 12 dicembre 2019 (Parigi: OECD Publishing, 2019).

20 Naughton,  La politica industriale cinese , 119–20.

21 Lance Noble, “Paying For Industrial Policy”, Gavekal Dragonomics, 4 dicembre 2018.

22 Citato in Robert D. Atkinson, “ Comments on the European Commission’s White Paper on Foreign Subsidies ,” Information Technology and Innovation Foundation, 2 settembre 2020.

23 Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico,  Misurare le Distorsioni nei Mercati Internazionali: Under-Market Finance , OECD Trade Policy Papers 247, 12 maggio 2021 (Parigi: OECD Publishing, Parigi).

24 Douglas B. Fuller,  Paper Tigers, Hidden Dragons: Firms and the Political Economy of China’s Technological Development  (Oxford: Oxford University Press, 2016).

25 ” Scommettere su aziende tecnologiche come NIO e BOE ripaga i funzionari comunisti nella città orientale cinese di Hefei “,  South China Morning Post , 7 febbraio 2022.

26 Qiu Zhaoxiang e Liu Yongyuan,  “Fahui zhengce xing jinrong zai zhichi gongtong fuyu zhong de zuoyong”  [Dai pieno gioco al ruolo della finanza politica nel sostenere la prosperità comune],  Guangming ribao , 6 gennaio 2022.

27 Qiu e Liu, “Fahui zhengce xing”, traduzione di Google e Nis Grünberg.

28 Barry Naughton,  “Grand Steerage”,  intervistato da Jude Blanchette,  Pekingology: On Chinese Politics , Center for Strategic & International Studies, 11 febbraio 2021.

29 Testimonianza di Meg Rithmire ,  US Investment in China’s Capital Markets and Military-Industrial Complex , US-Cina Economic and Security Review Commission, 19 marzo 2021.

30 Perry Link,  “China: The Anaconda in the Chandelier”,  New York Review of Books , 11 aprile 2002.

31 Il riferimento nella dichiarazione di Zhou è controverso. Nel racconto standard, Zhou disse a Kissinger nel 1972 “era troppo presto per dire” se la Rivoluzione francese avesse avuto successo o meno. Il lavoro revisionista sostiene che Zhou stesse parlando delle rivolte studentesche di Parigi del 1968, non della Rivoluzione francese.

32 Warren E. Buffett,  2020 Berkshire Hathaway Lettera agli azionisti , 27 febbraio 2021, 13.

33 Joseph E. Stiglitz e Andrew Weiss, “Credit Rationing in Markets with Imperfect Information”,  American Economic Review  71, n. (giugno 1981), 393–410.

34 Michael Lind,  “Chi ha paura della politica industriale?” ,  Salon , 13 gennaio 2012.

35 Claudia Tenney,  Community Opportunity: A Vision for Renewal , dicembre 2021.

36 Industrial Finance Corporation Act del 2021, S. 2662, 117° Congresso (2021),  sintesi .

37 Casa Bianca, ” Il piano Biden-Harris per rivitalizzare la produzione americana e proteggere le catene di approvvigionamento critiche nel 2022 “, comunicato stampa, 24 febbraio 2022.

38 Per una panoramica più ampia degli sforzi di politica industriale negli Stati Uniti, si veda William B. Bonvillian,  Emerging Industrial Policy Approaches in the United States , Information Technology and Innovation Foundation, 4 ottobre 2021.

39 Casa Bianca,  filiere resilienti , 68.

40 Joseph A. Schumpeter,  Cicli economici: un’analisi teorica, storica e statistica del processo capitalista , vol. 1 (New York: McGraw-Hill, 1939), 153, citato in Dirk Bezemer et al.,  “Credit Where It’s Due: A Historical, Theoretical, and Empirical Review of Credit Guidance Policies in the 20th Century,”  Institute for Innovation and Public Purpose Working Papers Series 2018-11, University College London, 2.

41 Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici,  misurazione delle distorsioni nei mercati internazionali: finanziamento al di sotto del mercato , documenti di politica commerciale dell’OCSE 247 (Parigi: OECD Publishing, 2021).

42 David Adler, ” Inside Operation Warp Speed: A New Model for Industrial Policy “,  Affari americani  5, n. 2 (estate 2021): 3–32.

43 Ci sono molte altre controversie che circondano Solyndra, comprese le pressioni politiche e l’incapacità del DOE di monitorare adeguatamente il prestito. Congresso degli Stati Uniti, House, Majority Staff Report, Committee on Energy and Commerce,  The Solyndra Failure , 112° Congresso, 2° sess., 2 agosto 2012.

44 Richard White,  Railroaded: The Transcontinentals and the Making of Modern America  (New York: Norton, 2011), xxvi. Vedi anche William G. Thomas,  The Iron Way: Railroads, the Civil War, and the Making of Modern America  (New Haven: Yale University Press, 2013).

45 Sono grato a William Bonvillian per aver evidenziato questo parallelo storico nell’uso delle concessioni fondiarie.

46 Bianco,  Ferrovia , 511.

47 Ci sono alcune eccezioni al modello generale di fallimento predittivo. Ad esempio, la Banca dei regolamenti internazionali ha avvertito di un’imminente crisi finanziaria e Lawrence Summers ha avvertito dell’inflazione. Ma questi erano valori anomali per il consenso.

48 Il politologo bulgaro Ivan Krastev ha ritenuto che il cambiamento sarebbe arrivato all’interno delle business school: “Un mio amico lavora in una delle più grandi business school. Gli ho detto: tutto quello che stai insegnando è inutile. Tanto inutile quanto lo era insegnare studi di socialismo nel 1990. Il mondo della globalizzazione e del libero scambio, in cui l’economia era interessata solo ai profitti e non alla politica, sarà finito”. Vedi Ivan Krastev, intervistato da Lothar Gorris,  “Putin Lives in Historic Analogies and Metaphors”,  Der Spiegel , 17 marzo 2022.

49 Bezemer et al., “Credito dove è dovuto”.

50 Andrew Jones,  “Shanghai firma un accordo con il gruppo cinese Megaconstellation, mira a promuovere l’hub spaziale commerciale”,  SpaceNews , 17 febbraio 2022.

 

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