Le condizioni di un possibile cambiamento, di Roberto Buffagni

In Italia, quando ci sarà (se ci sarà) un minimo sindacale di opposizione politica alla strategia USA in Ucraina? Conte, incoraggiato dal Vaticano, ha provato ad aprire timidamente bocca, è stato attenzionato e castigato (scissione Di Maio, sconfessione di Grillo). Ha dunque ritenuto che conviene fare (e perdere) lotta dura senza paura sul 110%, chi tocca l’Ucraina tocca i fili dell’alta tensione e se non muore stava sicuramente meglio prima.
Previsione: in Italia (forse, speriamo, in Europa) ci sarà un minimo sindacale di opposizione politica alla strategia USA in Ucraina quando si saranno verificati due fatti madornali, impossibili da nascondere con il maquillage retorico e forse anche con la chirurgia plastica. (Si parva licet: gli italiani si opposero in massa alla nostra partecipazione alla IIGM quando gli cominciarono a piovere in testa le bombe Alleate, non prima).
I due fatti madornali sono:
a) sconfitta della controffensiva che gli ucraini stanno preparando – per ragioni politiche più che militari – per il prossimo agosto-settembre. La sconfitta ucraina è probabile, perché il meglio dell’esercito ucraino sta subendo perdite gravissime nella battaglia di annientamento in corso nel Donbass, gli armamenti occidentali arrivano ma in misura insufficiente, e le truppe ucraine che saranno impiegate nella controffensiva saranno di scarsa qualità e male armate, mentre i russi avranno il vantaggio della difesa, e di una capacità di combattimento, potenza di fuoco e logistica superiore. Ci sarebbe anche il presupposto che i russi NON possono permettersi di perdere, e disponendo di risorse strategiche enormemente superiori alle ucraine prima o poi, in un modo o nell’altro vinceranno: ma questo fatto preliminare si poteva rilevare il giorno 1 dell’operazione militare speciale, e non è stato notato quasi da nessuno.
b) crisi energetica (probabilmente i russi chiuderanno i rubinetti dopo la sconfitta della controffensiva ucraina); crisi economica patente e grave: chiusura di aziende, disoccupazione che cresce, prezzi che impennano, salari che non ce la fanno, in breve ci accorgiamo che la vita quotidiana non va più avanti come prima e farci i fatti nostri diventa assai complicato.
Se si verificheranno questi due fatti madornali (probabile) il problema sarà la capacità soggettiva delle forze politiche realmente esistenti di fare un’opposizione decente, motivandola in modo da farsi capire dalla popolazione. Sarà un grosso problema. Le forze politiche realmente esistenti sono quel che sono [omissis] e la motivazione principale per opporsi alla strategia USA in Ucraina è realistica: parteciparvi è manifestamente contrario all’interesse nazionale italiano e ci può provocare danni colossali, irrimediabili.
Le argomentazioni realistiche sono decisamente indigeribili per il popolo italiano, per complesse ragioni culturali che non ho voglia di analizzare, ma che si possono riassumere in queste due frasi:
a) la prospettiva realistica non prevede alcun lieto fine, e il lieto fine piace a tutti
b) è largamente diffusa la bizzarra teoria che in Ucraina si svolge un conflitto tra autocrazie e democrazie, e “la democrazia” agli italiani piace molto, anche se ciascuno dà alla parola “democrazia” il significato che preferisce lui, di solito eleggendola a sinonimo di un suo personale Mulino Bianco, liberale, socialista, costituzionale, comunista, primorepubblicano, anni 80 con Jerry Calà & Umberto Smaila di “Colpo grosso”, etc. Rinunciare al Mulino Bianco è difficile.
C’è un altro fatto madornale che potrebbe verificarsi e aiutare: una sconfitta devastante dei Democrats alle elezioni di midterm statunitensi. I favorevoli all’attuale linea strategica USA si trovano anche nel partito repubblicano, ma l’opportunità di scaricare la colpa di tutto sull’avversario politico sconfitto potrebbe aprire qualche spiraglio di discussione negli Stati Uniti, che guidano questo treno su cui siamo incautamente saliti.
Secondo me, stiamo messi così. No, non c’è il lieto fine, mi spiace. C’è una fine tutt’altro che lieta per l’Italia se non ci sganciamo da questa strategia, questo sì. That’s all, folks.

La NATO, di Luigi Longo

LA NATO E’ LO STRUMENTO DEGLI USA NEL CONFLITTO STRATEGICO DELLA FASE MULTICENTRICA

di Luigi Longo

 

La Nato e un’autonoma forza europea comune di difesa

                                        non possono crescere insieme. Una sola delle due può

                                        emergere e la nostra volontà dovrebbe essere che questa sia                                              la Nato, in modo che nel nostro scontro con la Cina l’Europa                                             rimanga per noi una risorsa militare e non si trasformi in una                                                      passività.

Robert D. Kaplan*

 

La Nato, divenuta apertamente strumento dell’espansionismo

                                            americano e non più della difesa europea, pone termine alle

                                             illusioni di una “autonomia europea”, costringendo l’Unione

                                          Europea a un nuovo allineamento, ancora più severo di quello

                                           imposto nel passato con il pretesto della “guerra fredda”.

Samir Amin**

 

Non l’America che comanda il mondo, ma il mondo che                                                    diventa America.

Perry Anderson***

 

 

1.Premessa

 

Avanzo l’ipotesi di una sequenza temporale (timeline) della Nato come momenti significativi di svolte e di fasi (1) che ne costruisce il ruolo e funziona, per l’essenzialità del ragionamento, da elemento sintattico della riflessione. La sequenza temporale evidenzia “momenti” storici che narrano i punti di svolta delle diverse fasi mondiali (monocentrica, multicentrica, policentrica) sia nel loro passaggio di fase, sia nel loro consolidamento. Le fasi mondiali sono viste come il conflitto strategico (2) tra le potenze mondiali per il dominio. Il dominio può essere multicentrico con la spartizione del mondo tra le potenze dominanti storicamente date (con le relative aree di influenza) in modo da evitare la guerra per la supremazia che comporterebbe la fine del pianeta terra considerato la potenza distruttrice raggiunta dall’uso delle armi nucleari (3); oppure monocentrico, cioè, dominio relativo di coordinamento mondiale di una potenza storicamente determinata scaturita dalla guerra: difficile da realizzarsi perché le condizioni storiche sono fortemente cambiate dalla seconda guerra mondiale per il falso progresso de le magnifiche sorti e progressive (4) che ci porterà al rischio della fine della vita sul pianeta terra come innanzi detto.

Evidenzio, en passant, la quasi assenza, a mia conoscenza, della ricerca (pubblica e privata) sia sulle relazioni tra basi militari Usa-Nato e sviluppo locale, regionale, nazionale e internazionale, sia sulle relazioni politiche, militari, industriali, economiche, sociali e culturali nei territori di localizzazione delle basi e delle loro proiezioni nei sistemi di valori territoriali (5).

 

 

2.La sequenza temporale della Nato

 

L’ipotesi della sequenza temporale della Nato, che propongo, è la seguente:

 

  • Dopo la seconda guerra mondiale gli USA si affermano, nel campo occidentale, come potenza egemone e coordinatrice di un modello di sviluppo economico, politico, sociale e culturale. Si avvia la fase monocentrica occidentale.

         Nasce la Nato: lo strumento contro il campo orientale e il cosiddetto          comunismo.

 

  • Dopo l’implosione dell’URSS, caduta del mondo erroneamente detto comunista, gli USA si ergono a potenza egemone di coordinamento mondiale. Si afferma la fase monocentrica mondiale.

         La Nato si trasforma e allarga le sue competenze oltre alla sfera   militare anche a quella economica, dello sviluppo dei territori, della sicurezza territoriale, del controllo sociale, della ricerca, della      penetrazione e dell’ampliamento dell’area di influenza ad Est e nel        Medio Oriente (per esempio: la prima guerra del Golfo, la    dissoluzione della Jugoslavia, l’inglobamento dei paesi già parte          dell’ex Patto di Varsavia e dell’ex URSS).

 

  • Dopo la distruzione della Libia, il tentativo di demolire la Siria e con l’emergere in maniera definitiva delle due potenze in ascesa (Russia e Cina), gli USA temono la loro messa in discussione come unica potenza di coordinamento mondiale.

Il percorso della fase multicentrica è tracciato.

         La Nato diventa lo strumento di conflitto contro le potenze emergenti          (guerra economica alle vie dell’energia russa e alle vie della Seta          cinese, la militarizzazione dell’Est, del Medio Oriente e dell’Asia centrale per l’accerchiamento della Russia, la militarizzazione dell’Oceano Indiano e dell’area dell’Asia-Pacifico per l’accerchiamento della Cina. ).

 

  • Con la configurazione del nascente polo asiatico, coordinato da Russia e Cina, gli USA avviano in maniera determinata un attacco alla Cina (via virus Sars Cov 2) e alla Russia (via Ucraina).

         La fase multicentrica entra nel vivo della sua costruzione.

         La Nato è ricalibrata come strumento del conflitto contro il nascente     polo asiatico. Il suo modello viene riproposto sia nel Mediterraneo (il Dialogo mediterraneo, DM), sia nel Medio Oriente (con gli accordi di        Abramo), sia nel Pacifico (patto Aukus, l’alleanza Quad), sia in Africa   (DM, Operazione “Active Endeavor”, Standing Maritime Group          One), sia in America latina, sia nel circolo polare Artico dove gli USA,     oltre la questione delle risorse naturali, temono, soprattutto, le nuove       vie dell’Artico verso l’Atlantico che possono far saltare le loro    strategie (prioritariamente militari e logistiche) nel Pacifico          innervando sempre di più il coordinamento tra la Russia e la Cina.

 

 

2.Perchè la Nato

 

La fine della fase policentrica, avvenuta con la seconda guerra mondiale, ha comportato la divisione del mondo in due blocchi contrapposti e in parte alternativi: quello occidentale egemonizzato dagli USA e quello orientale egemonizzato dall’URSS.

Gli USA, per un controllo del loro campo occidentale, soprattutto dell’Europa, hanno creato sia l’Unione Europea (1947) sia la Nato (1949) (6).

Nasce la Nato: lo strumento contro il campo orientale e il cosiddetto comunismo.

L’URSS, come risposta alla strategia USA e per un controllo della sua area di influenza, ha costituito sia il Comecon (1949) sia il Patto di Varsavia (1955) che non tratterò perché non sono oggetto del presente scritto (7).

La Nato è stata costruita, secondo la retorica di basso livello degli USA-Nato, perché << […] l’Unione Sovietica era considerata come la principale minaccia alla libertà e all’indipendenza dell’Europa occidentale. L’ideologia comunista, gli obiettivi e i metodi politici e le capacità militari indicavano che, quali che fossero state le reali intenzioni dell’Unione Sovietica, nessun governo occidentale avrebbe potuto permettersi di ignorare la possibilità di un conflitto. In conseguenza di ciò, dal 1949 alla fine degli anni ’80 – periodo noto come quello della Guerra Fredda – il compito principale dell’Alleanza è stato quello di mantenere sufficienti capacità militari per difendere i suoi membri da ogni forma di aggressione da parte dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia. La stabilità fornita dalla NATO durante questo periodo ha consentito all’intera Europa occidentale di tornare alla propria prosperità dopo la Seconda Guerra mondiale, accrescendo la fiducia e la prevedibilità, che sono essenziali per lo sviluppo economico […]Alla metà degli anni ’50, una strategia cosiddetta della “risposta massiccia” enfatizzava la dissuasione basata sulla minaccia che la NATO avrebbe risposto all’aggressione contro chiunque dei suoi membri con ogni mezzo a sua disposizione, incluse in modo particolare le armi nucleari. Nel 1967, veniva poi introdotta la strategia della “risposta flessibile” (corsivo mio, LL), che mirava a scoraggiare l’aggressione creando nella mente di un potenziale aggressore incertezza riguardo a quella che poteva essere la natura della risposta della NATO, convenzionale o nucleare. Questa è rimasta la strategia della NATO sino alla fine della Guerra Fredda >> (8).

In realtà, come sostiene Mahdi Darius Nazemroaya, la Nato era nient’altro che una clausola di garanzia per gli Stati Uniti, che stabiliva gli USA quale unica superpotenza nucleare globale col compito di proteggere il resto dell’Alleanza atlantica (9) con il principale obiettivo, come racconta M. Arnaud Leclercq, di prevenire l’aggregazione dei centri di potere del “vecchio mondo” in una coalizione ostile ai loro propri interessi (10).

La strategia durante la guerra fredda è stata quella di difesa dell’Europa occidentale da una eventuale aggressione dell’URSS, così per gli USA-Nato sin << Dalla nascita della NATO, il ruolo fondamentale delle forze alleate è stato quello di garantire la sicurezza e l’integrità territoriale degli stati membri. Il compito di fornire sicurezza attraverso la dissuasione e la difesa collettiva restano un fondamentale compito […] Durante la Guerra Fredda, la pianificazione della difesa della NATO era principalmente indirizzata a mantenere le capacità necessarie per difendersi da una possibile aggressione dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia >> (11).

Ma come non ricordare, a tal proposito, tenendo conto delle condizioni storiche mutate (soprattutto con l’implosione del cosiddetto campo del comunismo egemonizzato dall’URSS) e l’uso delle categorie che le esprimono, l’ideologia reazionaria statunitense denunciata (gennaio 1953, Poscritto sull’irrazionalismo del dopoguerra) da Gyorgy Lukacs quando sosteneva che << E’ apparso chiaro a una cerchia sempre più vasta di persone ciò che gli iniziati sapevano da tempo, e cioè che la fine della guerra significa solo la preparazione di una nuova guerra contro l’Unione Sovietica, che la preparazione ideologica delle masse a questa guerra rappresenta un problema centrale del mondo imperialistico […] Poiché infatti, dopo la fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti sono apparsi sempre più come forza dirigente della reazione imperialista, e hanno preso, sotto questo aspetto, il posto della Germania, si dovrebbe scrivere obbiettivamente una storia della loro filosofia per mostrare, con la stessa minuzia, con cui qui è stato fatto per la Germania, quale è l’origine sociale e spirituale e delle odierne ideologie del <<secolo americano>> e dove se ne possono trovare le radici >> (12). Qui il senso degli USA come potenza mondiale pericolosa e reazionaria, perché non accetta un dominio mondiale condiviso con le altre potenze, è di grande attualità soprattutto per un progetto di stabilizzazione dinamica della fase multicentrica così come la trappola di Tucidide ha dimostrato storicamente in quattro casi (13).

 

 

3.Perchè si trasforma la Nato

 

Con la fine della guerra fredda dovuta sostanzialmente alla implosione dell’URSS (1991) e l’affermazione degli USA come unica potenza di coordinamento mondiale si apre un periodo di fase monocentrica terminata nel 2010 con l’emergere delle due potenze in ascesa: la Cina e la Russia. Si avvia sia il tracciamento del percorso della fase multicentrica, sia la costruzione della strada della fase multicentrica.

 

La fase monocentrica

 

In questa fase monocentrica (1991-2010, il periodo è relativamente indicativo perché i processi che racchiude sono di lunga durata) la Nato subisce un primo cambiamento: da strumento USA di contenimento dell’URSS durante la guerra fredda a strumento di espansione ad Est e nel Medio Oriente con un allargamento del suo campo di azione che riguarda la quasi totalità delle sfere sociali.

 

La Nato si trasforma e allarga le sue competenze oltre alla sfera militare anche a quella economica, dello sviluppo dei territori, della sicurezza territoriale, del controllo sociale, della ricerca, della penetrazione e dell’ampliamento dell’area di influenza ad Est e nel Medio Oriente (per esempio: la prima guerra del golfo, la dissoluzione della Jugoslavia, l’inglobamento dei paesi già parte dell’ex Patto di Varsavia e dell’ex URSS) (14).

 

La strategia che viene elaborata, secondo la retorica ideologica degli USA-Nato, è quella della << […] sicurezza euroatlantica [che] era divenuta più complessa e molte nuove sfide erano emerse al di fuori dell’Europa, tra cui gli stati in disfacimento, la proliferazione delle armi di distruzione di massa e dei loro vettori, e il terrorismo. Questa nuova agenda della sicurezza è divenuta evidente all’inizio degli anni ’90 con i conflitti etnici nei Balcani, dove infine le forze della NATO sono state chiamate a svolgere un ruolo a sostegno della pace e di gestione delle crisi. Più recentemente, gli attacchi terroristici del settembre 2001 e le successive operazioni in Afghanistan per sradicare al Qaida, il gruppo terrorista responsabile degli attacchi, hanno portato a un crescente interesse per le minacce poste dal terrorismo, dagli stati in disfacimento e dal diffondersi delle armi di distruzione di massa. Le forze della NATO ora contribuiscono alla difesa contro il terrorismo e svolgono un ruolo più ampio nelle missioni internazionali a sostegno della pace, che impegnano la NATO al di fuori dell’area euroatlantica per la prima volta nella sua storia (corsivo mio, LL). Così, mentre le minacce che l’Alleanza ha oggi di fronte sono potenzialmente meno apocalittiche rispetto a quelle della Guerra Fredda, sono assolutamente reali, urgenti e spesso imprevedibili >> (15).

Gli USA, quindi, non solo pongono le basi per contrastare l’affermarsi di potenze rivali, nello spazio euro-asiatico ed asiatico, in grado di mettere in discussione la loro egemonia mondiale, ma guidano le trasformazioni della Nato all’interno delle loro strategie di dominio. Infatti, come fa notare Manlio Dinucci, << la nuova strategia viene ufficialmente enunciata, sei mesi dopo la fine della Guerra del Golfo, nella National Security Strategy of the United States (Strategia della sicurezza nazionale degli Stati Uniti), pubblicata dalla Casa Bianca nell’agosto 1991. […] il documento sottolinea che “in Medio Oriente e Asia Sud-Occidentale il nostro obiettivo è quello di rimanere la potenza esterna predominante e preservare l’accesso statunitense al petrolio della regione (da usare, così come le altre risorse energetiche fossili, come strumento nel conflitto strategico tra le potenze, mia precisazione LL). Resta di fondamentale importanza impedire che una potenza egemone o una coalizione di potenze domini la regione >>. Tale strategia sarà adattata in tutte le “regioni critiche per la sicurezza degli Stati Uniti, le quali comprendono l’Europa, l’Asia orientale, il Medio Oriente, l’Asia sud-occidentale e il territorio dell’ex Unione Sovietica. Abbiamo in gioco importanti interessi anche in America latina, Oceania e Africa subsahariana”. […] il nostro obiettivo primario è impedire il riemergere di un nuovo rivale, o sul territorio dell’ex Unione Sovietica o altrove, è impedire che qualsiasi potenza ostile domini una regione le cui risorse sarebbero sufficienti, se controllate strettamente, a generare una potenza globale”. Tale strategia deve essere attuata nei confronti non solo di “qualsiasi potenza ostile”, ma anche dei “paesi industriali avanzati, per dissuaderli dallo sfidare la nostra leadership o cercare di capovolgere l’ordine politico ed economico costituito. Infine, dobbiamo mantenere i meccanismi per scoraggiare i potenziali competitori anche a un maggiore ruolo regionale o globale”. […] E’ quindi della massima urgenza per gli Stati Uniti ridefinire non solo la strategia, ma il ruolo stesso della NATO. Sotto la crescente pressione esercitata da Washington, la Nato comincia a orientarsi a un nuovo ruolo subito dopo il “crollo del muro di Berlino”, prima ancora che il Patto di Varsavia e l’Unione Sovietica si dissolvano.I1 17 novembre 1991, i capi di stato e di governo dei sedici paesi della NATO, riuniti a Roma nel Consiglio Atlantico, varano il nuovo Concetto strategico dell’Alleanza >> (16).

Questa nuova strategia ha portato nel 2010 alla elaborazione del documento Nato sul “Concetto strategico per la difesa e la sicurezza dei membri dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico adottato dai capi di Stato e di governo a Lisbona” dove la Cina e la Russia non sono neanche nominate (17). Dal 1991 al 2010 la fase monocentrica statunitense ha prodotto le due guerre del Golfo, la dissoluzione della Federazione Jugoslava, l’espansione a Est e l’accerchiamento della Russia, la guerra globale al terrorismo (18). Manlio Dinucci sostiene che << La guerra contro la Jugoslavia costituisce allo stesso tempo l’atto fondante da cui nasce quella che il summit, convocato a Washington il 23-25 aprile 1999, definisce “una nuova Alleanza più grande, più flessibile, capace di intraprendere nuove missioni, incluse le operazioni di risposta alla crisi”. Da alleanza che, in base all’Articolo 5 del Trattato del 4 aprile 1949, impegna i paesi membri ad assistere anche a “condurre operazioni di risposta alle crisi non previste dall’Articolo 5, al di fuori del territorio dell’Alleanza” >> (19).

Dopo la disgregazione della Jugoslavia ad opera degli USA-Nato, il sistemico Sergio Romano afferma che << i primi a trarne le conseguenze furono gli ex satelliti dell’Unione Sovietica. Per creare una nuova economia, dopo il fallimento del sistema comunista, ricorsero all’Unione Europea, di cui divennero membri troppo frettolosi. Ma per garantire la loro sicurezza, decisero che la protezione americana sarebbe stata più efficace di quella fornita da un gruppo di Stati europei ancora sprovvisti di una politica militare comune. Il risultato fu l’allargamento della Nato sino alla vecchia Urss e, dopo l’ingresso delle repubbliche baltiche, entro i suoi confini. Non bastava: per gli Stati Uniti quella era soltanto una tappa verso un’organizzazione militare che avrebbe compreso l’Ucraina e la Georgia.

E’ questo il momento in cui Vladimir Putin diventa il restauratore del grande Stato russo e della sua area d’influenza. Ed è questo il momento in cui la Russia, a Washington, comincia a essere percepita come un potenziale nemico. Nel primo documento sulla sicurezza nazionale diffuso dalla Casa Bianca dopo la elezione di Donald Trump, è scritto: “Benchè la minaccia del comunismo sovietico non esista più, nuove minacce mettono alla prova la nostra volontà. La Russia sta usando misure sovversive per indebolire la credibilità dei nostri impegni europei, scardinare l’unità transatlantica, indebolire le istituzioni dei governi europei. Con le sue invasioni della Georgia e dell’Ucraina, la Russia ha dimostrato la sua intenzione di violare la sovranità degli Stati nella regione. La Russia continua a indebolire i suoi vicini con comportamenti minacciosi e la dislocazione avanzata di forze militari”.

Il passaggio dedicato alla Cina non è troppo diverso. Anche la politica cinese, agli occhi di Washington, appare troppa ambiziosa e, quindi, potenzialmente minacciosa. “La Cina e la Russia” è scritto nel documento sulla sicurezza “sfidano la potenza degli Stati Uniti, la loro influenza e i loro interessi, e si propongono di erodere la loro sicurezza e la loro prosperità”. Agli alleati l’America chiede di essere aiutata a fronteggiare i suoi nemici. “Ci aspettiamo che i nostri alleati europei, entro il 2024, aumentino le spese per la difesa sino al 2 per cento del loro Prodotto interno lordo. Sul fronte orientale della Nato continueremo a rafforzare la deterrenza e la difesa, a catalizzare gli alleati e i partner sulla linea del fronte affinchè siano in condizioni di meglio difendere se stessi. Lavoreremo con la Nato per migliorare le sue capacità missilistiche di difesa integrata contro le minacce missilistiche provenienti soprattutto dall’Iran” >> (20).

La fase monocentrica, 1991-2010, a coordinamento USA, si è conclusa con una illusione statunitense che ha evidenziato sia il suo consolidato declino (relativo) sia l’incapacità storica (21) di pensare ad un nuovo ordine mondiale (senza l’arroganza di essere la “sola nazione indispensabile al mondo”) con l’uso quasi esclusivo della forza militare (hard power) altro che il soft power, cioè, la capacità di sedurre e persuadere le altre nazioni senza dover ricorrere alla forza o alla minaccia, come sostenuto da J.S. Nye, considerato uno dei più eminenti pensatori liberali della politica estera statunitense (22). Gianfranco La Grassa sostiene che << Ciò che si sta verificando è, almeno a partire dal 2001, dopo l’attacco “islamista” contro le Torri Gemelle, un avanzamento del multipolarismo sulla scacchiera del potere internazionale. L’unipolarismo o monocentrismo americano, che in seguito all’implosione dell’URSS si autoreferenziava come secolare (New American Century), si è scontrato, nel giro di un decennio o poco più, con le sue velleità >> (23). Diana Johnstone ricorda che << Il buon senso è antico e semplice. Prima della rovina viene l’orgoglio e prima della caduta c’è l’arroganza. Questo è un insegnamento che quasi chiunque dovrebbe essere in grado di capire >> (24).

 

Il percorso della fase multicentrica

 

Riporto due brevi riflessioni tratte da due miei scritti (25) che inquadrano il percorso della fase multicentrica in cui il conflitto USA-Nato, scatenato in Libia e in Siria, ha accelerato la partnership strategica sempre più profonda tra Mosca e Pechino (ho usato le parole del servo Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato).

La prima riflessione riguarda lo smembramento della Libia. In esso

molti studiosi hanno visto i processi economici in particolare della Francia e del Regno Unito (interessi di imprese, risorse energetiche, finanziamenti occulti, eccetera) ma non hanno visto i processi strategici della potenza imperiale USA che impongono una fase del caos mirata ad un attacco deciso alla Russia (primavera araba, Siria, Ucraina, Iran, accordo Russia-Cina-Iran, eccetera) e alla Cina (ridimensionamento della politica di penetrazione e di espansione in Africa). Insomma un attacco duro e pericoloso per indebolire quelli che potrebbero essere i punti di forza delle nuove potenze che aspirano a competere con l’egemonia USA non solo a livello di specifiche aree geografiche ma soprattutto a livello mondiale.

La seconda riflessione concerne lo smembramento non riuscito della Siria.

La guerra in Siria, al contrario delle altre guerre nel Medio Oriente (Iraq), nei Balcani (ex Jugoslavia) e nel Nord Africa (Libia), può rappresentare il punto di svolta verso il consolidamento del polo di aggregazione intorno alla Russia e alla Cina [che già collaborano nella sfera economica (risorse energetiche, via della seta, trattati di area, accordi commerciali, eccetera)] capace di approntare una strategia tutta orientale che lancia un confronto tra nazioni eguali con una visione multicentrica del mondo e un nuovo rapporto tra Oriente e Occidente [senza dimenticare né l’influenza della sedimentazione storica del rapporto tra Russia ed Europa a partire dalla metà del XV secolo con lo zar Ivan III (1440-1505), né l’attrito storico tra Russia e Cina]. Non si tratta di un confronto basato sulla forza militare ma sul dialogo e sul confronto tra storie, culture, popoli diversi. Tale confronto non esclude affatto le questioni fondamentali quali i rapporti sociali basati sul potere e sul dominio che riguardano sia le logiche interne che esterne delle nazioni e delle relazioni con le nazioni divenute potenze mondiali [si pensi, per esempio, a quanta influenza ha l’egemonia USA nel decidere lo sviluppo e la politica delle nazioni europee e dell’Unione Europea (che è bene ricordarlo non è l’Europa delle nazioni, ma un luogo istituzionale sovranazionale nato da un progetto pensato, finanziato e guidato dagli Stati Uniti e gestito da sub-agenti dominanti)].

Gli USA devono bloccare con la forza militare la possibilità di formazione del polo Russia-Cina perché sanno che l’avverarsi di tale polo, unito alla loro incapacità di fermare il proprio declino egemonico e alla convinzione che l’unica strada percorribile sia quella della guerra (è attraverso la guerra che hanno sempre affermato l’autorità globale), non sarebbe altro che l’inizio della transizione egemonica con una diversa riorganizzazione sistemica. Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski, due importanti protagonisti delle strategie di dominio statunitensi, hanno sempre combattuto e temuto la formazione di un polo sia euroasiatico (Europa-Russia) sia asiatico (Russia-Cina) perché vedevano in esso una seria minaccia alla egemonia mondiale statunitense.

La guerra USA, al contrario di quello che pensava Niccolò Macchiavelli (ne Il Principe) che la intendeva come portatrice di benessere, è solo distruzione di popoli, di territori e di nazioni per contenere la Russia e distruggere sul nascere il polo di formazione asiatico intorno a Russia e Cina.

Il declino egemonico mondiale degli USA sta nella perdita della capacità di un modello sociale di benessere interno ed esterno; gli Stati Uniti basano la loro resistenza egemonica solo sulla forza militare aggressiva e distruttrice senza creazione, senza consenso e senza confronto.

La stessa storia si ripete oggi, in maniera diversa, con il recente attacco USA alla Siria, dopo sette anni di tentativi di smembramento di una nazione sovrana, con morti e sofferenze inenarrabili della popolazione, insieme agli alleati ufficiali europei (Francia e Regno Unito) interessati alla sfera economica, per contrastare l’egemonia dell’area della Russia e il consolidamento di una potenza regionale come l’Iran che minerebbe il ruolo di Israele come potenza regionale vassallo USA nella politica in Medio Oriente (senza dimenticare la questione storica, politica e territoriale della Turchia) (25 bis), area nevralgica del conflitto strategico mondiale.

La strategia USA-Nato, che ha portato all’approvazione del suddetto documento Nato sul “Concetto strategico per la difesa e la sicurezza dei membri dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico adottato dai capi di Stato e di governo a Lisbona” nel 2010, ha tracciato delle linee generali della solita bassa retorica statunitense senza mai delineare e nominare le potenze emergenti in grado di mettere in discussione la loro egemonia mantenendosi, per dirla nel linguaggio della menzogna sistematica, su concetti come il ruolo della difesa collettiva ex art. 5 del Trattato, la gestione delle crisi su scala regionale e internazionale, il ruolo della sicurezza cooperativa mediante partnership con altre organizzazioni internazionali e Stati terzi che aderiscono ai criteri di pace e sicurezza collettiva dell’Alleanza. Voglio dire che occorre un nuovo svelamento della pratica reale della Nato come braccio armato degli USA [la forma del Trattato è un vincolo che esplicita la forma di dominio statunitense (26)] per il conflitto tra potenze per l’egemonia mondiale che nulla ha a che fare né con i suoi Trattati ufficiali né con i suoi diversi concetti strategici elaborati su una realtà sempre in continua trasformazione. I concetti strategici elaborati dagli USA-Nato non sono altro che codifiche, teoriche e pratiche, di eventi che già accadono da lungo tempo, la cui narrazione è orwelliana. Dal 2010 ad oggi i fatti accaduti hanno trasformato le relazioni internazionali (fase monocentrica, fase multicentrica) e la elaborazione del nuovo concetto strategico, uscito dal vertice Nato di Madrid (giugno 2022), non è altro che una codifica ideologica dei nuovi cambiamenti geostrategici della Cina e della Russia nello scenario mondiale.

 

Il percorso della fase multicentrica è tracciato. La Nato diventa lo strumento di conflitto contro le potenze emergenti (guerra economica alle vie dell’energia russa e alle vie della Seta cinese, la militarizzazione dell’Est, del Medio Oriente e dell’Asia centrale per l’accerchiamento della Russia, la militarizzazione dell’Oceano indiano e dell’area dell’Asia-Pacifico per l’accerchiamento della Cina.).

 

La strada della fase multicentrica

 

E’ evidente che attorno ai Centri dei Paesi potenza di Cina e Russia si stanno organizzando aggregazioni di altri Paesi, con la istituzione di associazioni, trattati, organizzazione di cooperazione, accordi, eccetera, con la ricerca di una propria moneta che rifletta il progetto, la visione di un mondo multicentrico, con il coinvolgimento dei Paesi con i relativi sviluppi territoriali, che configureranno un vero polo asiatico coordinato di grandi e piccole aree (l’Oriente) in grado di mettere in discussione l’attuale Centro del Paese potenza degli USA che configurerà il polo euroatlantico coordinato anch’esso in grandi e piccole aree (l’Occidente). Qui Occidente e Oriente sono intesi non nella logica pseudoscientifica alla Samuel P. Huntington dello scontro di civiltà (Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale, Garzanti, 2000), ma nella logica dell’incontro, come è sempre stato nella storia, tra diverse culture, tradizioni, popoli, territori, rapporti sociali che si incontrano, si scambiano, si arricchiscono nella loro esperienza di vita. Parlo di popoli, con le loro articolazioni sociali con i loro valori di ricchezza umana, non di elitès più o meno illuminate.

Riprendendo la Trappola di Tucidide e capovolgendo la contrapposizione Sparta-Atene proposta all’interno del “the Classicizing of the America Mind” (Usa=Atene e Sparta=Urss) posso dire che gli USA sono Sparta, una potenza conservatrice incline allo status quo, all’immobilismo che non si sforza di ideare vie nuove; Cina e Russia sono Atene che sconvolge l’ordine esistente, è veloce nell’ideare vie nuove, è veloce nel realizzare ciò che ha deciso (27).

Con la configurazione del nascente polo asiatico, coordinato da Russia e Cina, gli USA-Nato avviano in maniera determinata un attacco alla Cina (via virus Sars Cov 2) e alla Russia (via Ucraina) (28).

La Nato << Alla riunione dei capi di Stato e di governo dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) tenutasi a Londra nel dicembre 2019, i leader dell’Alleanza hanno chiesto al Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg di intraprendere un processo di riflessione lungimirante per valutare le modalità per rafforzare la dimensione politica della NATO Alleanza. A tal fine, nell’aprile 2020, il Segretario generale Stoltenberg ha nominato un gruppo di riflessione indipendente co-presieduto da Thomas de Maizière e A. Wess Mitchell e composto da John Bew, Greta Bossenmaier, Anja Dalgaard-Nielsen, Marta Dassù, Anna Fotyga, Tacan Ildem , Hubert Védrine e Herna Verhagen […] Questo documento è il rapporto finale del Gruppo di Riflessione al Segretario Generale. La prima parte riassume il rapporto, delinea la visione del Gruppo per la NATO nel 2030 e fornisce una versione sintetica dei principali risultati del Gruppo. La seconda parte valuta le principali tendenze che daranno forma all’ambiente della NATO da qui al 2030. La terza parte fornisce una discussione più dettagliata delle raccomandazioni, organizzate tematicamente secondo ciascuno dei tre obiettivi forniti al Gruppo dal Segretario Generale. L’analisi e le raccomandazioni qui offerte hanno lo scopo di informare le deliberazioni del Segretario generale in vista della riunione dei leader della NATO nel 2021, quando concluderà il processo di riflessione offrendo raccomandazioni per rafforzare la politica >> (29). Il citato Rapporto raccomanda tutta una serie di interventi e mette in evidenza per la prima volta le preoccupazioni che derivano dalla Cina e dalla Russia come << Il crescente potere e assertività della Cina è l’altro grande sviluppo geopolitico che sta cambiando il calcolo strategico dell’Alleanza. Al loro incontro a Londra nel dicembre 2019, i leader della NATO hanno affermato che la crescente influenza della Cina e le politiche internazionali presentano sia opportunità che sfide che devono essere affrontate come un’Alleanza. La Cina pone un tipo di sfida molto diverso alla NATO rispetto alla Russia; a differenza di quest’ultima non rappresenta, allo stato attuale, una minaccia militare diretta all’area euro-atlantica (corsivo mio, LL). Tuttavia, la Cina ha un’agenda strategica sempre più globale, supportata dal suo peso economico e militare. Ha dimostrato la sua volontà di usare la forza contro i suoi vicini, così come la coercizione economica e la diplomazia intimidatoria ben oltre la regione indo-pacifica. Nel prossimo decennio, la Cina probabilmente sfiderà anche la capacità della NATO di costruire la resilienza collettiva, salvaguardare le infrastrutture critiche, affrontare le tecnologie nuove ed emergenti come il 5G e proteggere i settori sensibili dell’economia, comprese le catene di approvvigionamento. A lungo termine, è sempre più probabile che la Cina proietti potenza militare a livello globale, anche potenzialmente nell’area euro-atlantica >>. In particolare sulla Russia evidenziano che << Dopo la fine della Guerra Fredda, la NATO ha tentato di costruire un partenariato significativo con la Russia, basato sul dialogo e sulla cooperazione pratica in aree di interesse comune. Ma l’aggressione della Russia contro la Georgia e l’Ucraina, seguita dai continui potenziamenti militari e dall’attività assertiva nelle regioni del Baltico e del Mar Nero, nel Mediterraneo orientale, nel Baltico e nell’estremo nord, hanno portato a un forte deterioramento delle relazioni e ha avuto un impatto negativo sulla sicurezza dell’area euro-atlantica. La Russia si impegna regolarmente in operazioni militari intimidatorie nelle immediate vicinanze della NATO e ha migliorato la sua portata e le sue capacità per minacciare lo spazio aereo e la libertà di navigazione nell’Atlantico. Ha violato una serie di importanti impegni internazionali e ha sviluppato una serie di capacità convenzionali e non convenzionali che minacciano sia la sicurezza dei singoli alleati della NATO che la stabilità e la coesione dell’Alleanza nel suo insieme. La Russia ha ampiamente dimostrato la sua capacità e volontà di usare la forza militare e continua a tentare di sfruttare le fessure tra gli alleati e all’interno delle società della NATO. Ha anche impiegato armi chimiche sul suolo alleato, costando vite civili >> e raccomandano, nell’ambiguità, una grande fermezza e determinazione nel << continuare a rispondere alle minacce e alle azioni ostili russe in un’ottica politicamente unita, modo determinato e coerente, senza un ritorno al “business as usual”, salvo alterazioni del comportamento aggressivo della Russia e il suo ritorno al pieno rispetto del diritto internazionale. L’unità della NATO sulla Russia è il simbolo più profondo della coesione politica che è alla base di un’efficace deterrenza, la dimostrazione più chiara che, quando minacciata, risponde con chiarezza e forza >>. Mentre sulla Cina mettono in risalto il ruolo delle << […] infrastrutture in tutta Europa con un potenziale impatto sulle comunicazioni e sull’interoperabilità. Un certo numero di alleati ha attribuito attacchi informatici ad attori con sede in Cina, identificato furti di proprietà intellettuale con implicazioni per la difesa e sono stati oggetto di campagne di disinformazione originarie della Cina, soprattutto nel periodo dall’inizio della pandemia di COVID-19.

La portata del potere cinese e la portata globale pongono sfide acute alle società aperte e democratiche, in particolare a causa della traiettoria di quel paese verso un maggiore autoritarismo e un’espansione delle sue ambizioni territoriali. Per la maggior parte degli alleati, la Cina è sia un concorrente economico che un importante partner commerciale. La Cina è quindi meglio intesa come un rivale sistemico a tutto spettro, piuttosto che un attore puramente economico o un attore di sicurezza incentrato esclusivamente sull’Asia. Sebbene la Cina non rappresenti una minaccia militare immediata per l’area euro-atlantica sulla scala della Russia (corsivo mio, LL), sta espandendo la sua portata militare nell’Atlantico, nel Mediterraneo e nell’Artico, approfondendo i legami di difesa con la Russia (corsivo mio, LL) e sviluppando missili e aerei a lungo raggio, portaerei e sottomarini da attacco nucleare con portata globale, ampie capacità spaziali e un arsenale nucleare più ampio. Gli alleati della NATO sentono sempre di più l’influenza della Cina in ogni campo. La sua Belt and Road, Polar Silk Road e Cyber Silk Road si sono estese rapidamente e sta acquisendo infrastrutture in tutta Europa con un potenziale impatto sulle comunicazioni e sull’interoperabilità. Un certo numero di alleati ha attribuito attacchi informatici ad attori con sede in Cina, identificato furti di proprietà intellettuale con implicazioni per la difesa e sono stati oggetto di campagne di disinformazione originarie della Cina, soprattutto nel periodo dall’inizio della pandemia di COVID-19. Le politiche dichiarate dalla Cina includono l’ambizione di diventare un leader mondiale nell’intelligenza artificiale entro il 2030 ed entro il 2049 di essere la principale superpotenza tecnologica globale del mondo >> e suggeriscono che << La NATO dovrebbe rafforzare la sua capacità di coordinare la strategia e salvaguardare la sicurezza degli Alleati nei confronti della Cina. C’è un bisogno fondamentale di aumentare il coordinamento politico degli alleati presso la NATO (corsivo mio, LL) su questioni in cui l’approccio della Cina è contrario ai loro interessi di sicurezza. L’Alleanza dovrebbe continuare i suoi sforzi in corso per infondere la sfida alla Cina nelle strutture e nei comitati esistenti, compresi quelli cyber, ibrido, EDT, spazio, controllo degli armamenti e non proliferazione. L’Alleanza dovrebbe prendere in considerazione l’istituzione di un organo consultivo, a sostegno degli sforzi esistenti, per riunire gli alleati della NATO e altre istituzioni e partner se del caso, per scambiare informazioni, condividere esperienze e discutere tutti gli aspetti degli interessi di sicurezza degli alleati nei confronti della Cina. Se gli alleati sono minacciati dalla Cina, la NATO deve essere in grado di dimostrare la sua capacità di essere un attore efficace per fornire protezione >> (30). Infine mi interessa sottolineare nel suddetto Rapporto, tra le tante questioni che oscillano dalle tecnologie emergenti e dirompenti alle strutture politica, personale e risorse, la questione delle partnership (con le relative raccomandazioni) che riguardano le aree geografiche che da tempo sono oggetto di costruzioni di organizzazioni sul modello Nato. Esse, coordinate dal Pentagono (le forze armate nelle fasi multicentriche assumono un peso particolare all’interno degli agenti strategici egemonici) (31), riguardano le aree strategiche (Nord-Est Europa, Medio Oriente, Sud, Indo-Pacifico e Asiatica) di accerchiamento e di contrasto all’allargamento delle zone di influenza del nascente polo asiatico avendo come coordinamento la Cina e la Russia (32). Sono le organizzazioni modello Nato che gli USA stanno costruendo contro il polo asiatico. D’altronde il servo Jens Stoltenberg (per dirla con Giorgio Gaber, una faccia compiaciuta, vanitosa, che si auto incensa come una vecchia baldracca) non ha dichiarato che il nuovo concetto strategico della NATO è il progetto per l’Alleanza in un mondo più pericoloso e competitivo? Egli dimentica (per un processo di falsa coscienza necessaria) che gli USA e il loro strumento NATO sono i pericoli dell’uso nefasto del dominio per l’intera umanità e per questo vanno fermati.

Gli enunciati del nuovo concetto strategico, approvato al summit di Madrid del 28-30 giugno scorso, ricalcano quanto espresso nel surriportato Rapporto Nato 2030 del dicembre 2021 dove vengono delineate le strategie USA-NATO sia per l’egemonia monocentrica del mondo sia per contrastare il nascente polo asiatico ad egemonia cinese e russa.

Gli USA-NATO adoperano, per bloccare la temuta alleanza tra la Cina e la Russia, una strategia tesa a indebolire la Russia vista come una minaccia militare diretta all’area euro-atlantica; nei confronti della Cina hanno una tattica di breve-medio periodo di apertura guardinga e una strategia di medio-lungo periodo di conflitto perché la ritengono il motore del nascente polo asiatico. Una sorta di rozza applicazione del divide et impera che nulla ha a che fare con la raffinatezza spregiudicata di un Henry Kissinger nel periodo delle relazioni USA-Cina alla fine degli anni Sessanta e inizio degli anni Settanta del Novecento.

 

La strada della fase multicentrica entra nel vivo della costruzione.

La Nato è ricalibrata come strumento del conflitto contro il nascente polo asiatico. Il suo modello viene riproposto sia nel Mediterraneo (il Dialogo mediterraneo, DM), sia nel Medio Oriente (con gli accordi di Abramo), sia nel Pacifico (patto Aukus, l’alleanza Quad), sia in Africa (DM, Operazione “Active Endeavor”, Standing Maritime Group One), sia in America latina, sia nel circolo polare Artico dove gli USA, oltre la questione delle risorse naturali, temono, soprattutto, le nuove vie dell’Artico verso l’Atlantico che possono far saltare le loro strategie (prioritariamente militari e logistiche) nel Pacifico innervando sempre di più il coordinamento tra la Russia e la Cina.

 

Con lo scontro tra potenze per il dominio mondiale (monocentrico, multicentrico, policentrico), dove per la prima volta nella storia l’Europa sarà solo un campo di battaglia, si pone una prima domanda nel momento in cui bisogna andare oltre la trasformazione dentro il capitale (inteso come rapporto sociale) che le diverse fasi della storia mondiale impongono nelle loro peculiari configurazioni di potenze (la Cina non è la Russia e la Russia non sono gli Stati Uniti d’America). Cioè pensare una rivoluzione fuori il capitale. E qui si pone una seconda domanda: chi deve farla? Quali soggetti? Quali forze nuove?

Dico, per incapacità di sognare una blochiana speranza, che occorrono nuovi agenti strategici in un mondo in forte movimento per il trapasso di epoca così come sosteneva Niccolò Macchiavelli, nella Mandragola la più bella commedia italiana scritta tra il 1513 e i primi mesi del 1514, :<< […] L’espressività di Nicia, il suo sputare motti popolari a raffica diventano emblematici di un attaccamento ottuso a una fiorentinità senza prospettive, in un’epoca in cui […] la crisi politica e morale che stringe Firenze e l’Italia richiederebbe uomini nuovi, lungimiranti, tutt’altro che intenti a tenere lo sguardo fisso all’ombra del proprio campanile >> (33).

 

 

Le citazioni riportate in epigrafe sono tratte da:

 

  • Robert D. Kaplan, How We Would Fight China, “The Atlantic Monthly”, giugno 2005, pag. 64, citato in Giovanni Arrighi, Adam Smith a Pechino. Genealogie del ventunesimo secolo, Feltrinelli, Milano, 2008, pag.320.
  • Samir Amin, Fermare la Nato. Guerra nei Balcani e globalizzazione, Edizioni Punto Rosso, Milano, 1999, pag.34.
  • Perry Andersen, Consilium, “The New Left Review”, n.83, pag. 160 citato in Marco D’Eramo, L’eterno ritorno del declino americano, “MicroMega”, n.1/2022, pag. 6.

 

 

NOTE

 

1.Sull’uso della timeline nelle pratiche del discorso si rimanda a Daniela Brogi, Lo spazio delle donne, Einaudi, Torino, 2022, pp. 56-68.

2.Gianfranco La Grassa, Dal marxismo al conflitto strategico. Note per una revisione teorica, Undici Edizioni, Crescentino (VC), 2022.

3.Manlio Dinucci, La guerra. E’ in gioco la nostra vita, Byoblu Edizioni, Milano, 2022, pp. 7-53.

4.Cesare Luporini, Leopardi progressivo, Editori Riuniti, Roma, 1993, pp.107-123; si veda Gunthers Anders, L’uomo è antiquato. Considerazioni sull’anima nell’epoca della seconda rivoluzione industriale, Bollati Boringhieri, Torino, 2003.

  1. 5. Sul significato dei valori territoriali si rimanda a David Harvey, Marx e la follia del capitale, Feltrinelli, Milano, 2018, pp.131-172.

6.Luigi Longo, Il progetto dell’Unione Europea è finito, la Nato è lo strumento degli USA nel conflitto strategico della fase multicentrica, www.italiaeilmondo.com, 26/11/2018.

7.Samir Amin, Il sistema mondiale del secondo novecento. Un itinerario intellettuale, Edizioni Punto Rosso, Milano, 1997, pp. 27-54; Pasquale Paone, Comunità internazionale in Lelio Basso, a cura di, Scienze politiche 2 (relazioni internazionali), Enciclopedia Feltrinelli Fischer, Milano, 1973, pp. 88-101; Franco Soglian, Guerra fredda e distensione in Lelio Basso, a cura di, Scienze…, op.cit., pp. 242-254; Scipione Guarracino, Storia degli ultimi sessant’anni. Dalla guerra mondiale al conflitto globale, B. Mondadori, Milano, 2004, pp.16-45.

8.Nato, Una Nato trasformata, www.nato.int/nato_static/assets/pdf/pdf/_publications/20120116_nato-trans-it.pdf, 2004, pp.3 e 14.

  1. 9. Mahdi Darius Nazemroaya, La globalizzazione della Nato. Guerre imperialiste e colonizzazioni armate, Arianna Editrice, Bologna, 2014, pag.19.
  2. 10. Arnaud Leclercq, La Russie puissance d’Eurasie. Histoire geopolitique des origines à Poutine, Ellipses Editions, Paris, 2012, pag. 174, citato in Guy Mettan, Mille anni di diffidenza, Sandro Teti Editore, Roma, 2016, pag. 280.
  3. 11. Nato, Una Nato trasformata, op.cit., pag.12

12.Gyorgy Lukacs, La distruzione della ragione, Einaudi editore, Torino, 1959, pp.772-773.

13.Luigi Longo, L’Europa tra le vie della Nato, le vie della seta e le vie dell’energia, prima parte, www.italiaeilmondo.com, 19/11/2019; si legga Guy Mettan, Russofobia, op.cit., pp. 272-312.

14.La trasformazione e l’allargamento delle competenze della Nato hanno trovato la formalità (in parte) nel summit di Madrid di fine Giugno 2022. Esso è stato preceduto dal documento “Nato 2030.Uniti per una nuova era” che indica le raccomandazioni in tre aree di intervento: 1) Rafforzare l’unità, la solidarietà e la coesione alleate, anche per cementare la centralità del legame transatlantico; 2) Aumentare la consultazione politica e il coordinamento tra gli Alleati nella NATO; 3) Rafforzare il ruolo politico della NATO e gli strumenti pertinenti per affrontare le minacce attuali e future e sfide alla sicurezza dell’Alleanza provenienti da tutte le direzioni strategiche. E’ importante sottolineare le raccomandazioni per rafforzare la partnership nel Nord e nell’Est, la partnership al Sud, la partnership indo-pacifiche e asiatiche nella logica del contenimento del blocco asiatico coordinato da Cina e Russia, la lotta al terrorismo internazionale e ai cyber attacks, i nuovi strumenti per il coordinamento politico e per la maggiore decisionalità, incisività e accorciamento della filiera di comando, la capacità di gestione della pandemie e dei cambiamenti climatici, lo sviluppo delle nuove tecnologie Emerging and Disruptive Tecnologies (EDT), vale a dire l’insieme di tecnologie e conoscenze legate all’intelligenza artificiale e al cyberspace), un maggior coordinamento tra la Nato e l’UE, la difesa comune della UE all’interno delle strategie Nato, cfr,https://www.nato.int/nato_static_fl2014/assets/pdf/2020/12/pdf/201201,-Reflection-Group-Final-Report-Uni.pdf

15.Nato, Una Nato trasformata, op. cit., pag. 12.

16.Manlio Dinucci, op. cit., pp. 65-68.

17.Il documento sulla strategia 2010 è reperibile sul sito https://www.nato.int/cps/en/natohq/official_texts_68580.htm alla voce Pubblicazioni della Nato. Per una sintesi dei documenti strategici della Nato dal 1949 al 2022 si rimanda al sito della Nato (www.nato.int/cps/en/natohq/topics_56626.html).

18.Si rimanda alle seguenti letture; Manlio Dinucci, op. cit., Mahdi Darius Nazemroaya, op.cit., AaVv, Escalation. Anatomia della guerra infinita, Derive Approdi, Roma, 2005, Gianfranco La Grassa, Considerazioni del dopoguerra. Insegnamenti dell’aggressione USA (e NATO) alla Jugoslavia, Editrice C.R.T., Pistoia, 1999, Costanzo Preve, Il bombardamento etico. Saggio sull’interventismo Umanitario, sull’Embargo Terapeutico e sulla Menzogna Evidente, Editrice C.R.T., Pistoia, 2000; Guy Mettan, op. cit., Samir Amin, op. cit., Diana Johnstone, Hillary Clinton. Regina del caos, Zambon editore, Francoforte sul Meno, 2016.

19.Manlio Dinucci, op. cit., pag. 75; Mahdi Darius Nazemroaya sostiene che << L’impegno militare della Nato al di fuori del proprio territorio di competenza non è partito con la Jugoslavia, dove divenne solamente di pubblico dominio. In pochi sono pienamente a conoscenza del fatto che l’Alleanza atlantica era stata ufficiosamente coinvolta nella Guerra del golfo nel 1991 e che la guerra in Iraq fosse un’operazione Nato né più né meno di quella contro la Jugoslavia. Mentre nel corso degli anni Novanta in Italia e nel resto d’Europa si diffondevano le notizie sugli apparati staybehind, dall’altra parte dell’Atlantico il presidente George H.W. Bush senior manteneva un silenzio inquietante su quanto veniva allo scoperto su questi gruppi, inquadrati dalla NATO e diretti dagli USA >> in Mahdi Darius Nazemroaya, op. cit., pag.98.

20.Sergio Romano, Atlante delle crisi mondiali. Dalla guerra fredda ai conflitti moderni: conoscere il passato per capire il presente, BUR Rizzoli, Milano, 2019, pp. 258-259.

21.Su questo rimando ai lavori di Raimondo Luraghi che è stato uno dei massimi esperti della storia statunitense. Indico, uno su tutti, Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Rizzoli, Milano, 2009.

22.Citato in Guy Mettan, op. cit., pp.291-293.

23.Gianfranco La Grassa, Gianni Petrosillo, Per una forza nuova, Edizioni Solfanelli, Chieti, 2021, pag. 118, si legga l’intero capitolo IV, pp. 117-149.

24.Diana Johnstone, op. cit., pag 247.

25.Luigi Longo, Le ragioni della disintegrazione della Libia da parte degli USA e Che ci fa l’Isis in Libia? Perché non lo chiediamo agli USA, www.italiaeilmondo.com, 22/3/2021; Luigi Longo, La Siria punto di svolta della fase multicentrica, www.italiaeilmondo.com, 15/4/2018.

25.bis La Turchia sta ri-costruendo, con la sua peculiare configurazione territoriale e geografica tra Occidente e Oriente, un ruolo da protagonista nell’area Mediterranea, nel Medio Oriente, nelle rinnovate relazioni con gli Stati Uniti, nella NATO (si veda l’infame accordo sottoscritto tra Turchia-Svezia-Finlandia). Cfr Andrew Korybko, L’espansione della Nato nel Nord è davvero una grande sconfitta per la Russia?, (a fine scritto è riportato il Trilaterale tra Turchia-Svezia-Finlandia), www.italiaeilmondo.com, 3/7/2022; Luigi Tedeschi, Finlandia e Svezia nella Nato: l’atlantismo armato e la russofobia ideologica avanzano, www.ariannaeditrice.it, 16/4/2022; Andrea Virga, Il nono (9°) tradimento dei Curdi da parte delle potenze occidentali, www.ariannaeditrice.it, 2/7/2022.

  1. 26. Sul concetto di vincolo che esplicita la forma di dominio e non un libero rapporto nel Trattato NATO rimando a Petr I. Stucka, La funzione rivoluzionaria del diritto e dello stato, Einaudi, Torino, 1967, capitolo VIII, pp.128-137. Petr I. Stucka è stato uno dei protagonisti della rivoluzione d’Ottobre del 1917 nonché uno degli esponenti più autorevoli della scienza giuridica sovietica.
  2. 27. Eva Cantarella, Sparta e Atene. Autoritarismo e democrazia, Einaudi, Torino, 2021, pp. 165-184; Graham Allison, Destinati alla guerra. Possono l’America e la Cina sfuggire alla trappola di Tucidide?, Fazi editore, Roma, 2018, pag. 90 e 74; Sull’ascesa della potenza di Atene si rimanda a Tucidide, La guerra del Peloponneso, Mondadori, Milano, 1976, volume primo, Libro I, pp.3-97.

28.Luigi Longo, L’Europa tra le vie della Nato, le vie della seta, le vie dell’energia, seconda parte, www.italiaeilmondo.com, 17/3/2022.

29.Nato, “Nato 2030.Uniti per una nuova era”, op.cit., pag 3.

  1. Nato, “Nato 2030.Uniti per una nuova era”, op.cit., pp. 17-25-27-58-59-60.

31.Manlio Dinucci, L’Occidente serra i ranghi per la battaglia, www.voltairenet.org, 4/7/2022.

32.Redazione Ansa, G7, Biden il piano contro la Via della Seta cinese:

“Investiremo 600 mld in infrastrutture del 26/6/2022.

33.Niccolò Macchiavelli, Mandragola, Oscar Mondadori, Milano, 2006, pag.25.

 

 

BISCOTTI E MISSILI: IN UCRAINA IL TRIANGOLO WASHINGTON-EUROPA-RUSSIA, di Hajnalka Vincze

Al termine del confronto bipolare, l’ottimo diplomatico americano allora ambasciatore a Mosca, Robert S. Strauss, segnalava a Washington: “L’evento più rivoluzionario dell’anno 1991 per la Russia non è stato il crollo del comunismo, ma la perdita dell’Ucraina” . A trent’anni di distanza, il destino di questo Paese fratello-nemico resta, per Mosca, uno dei punti più delicati. Attraverso la NATO/America, è quindi a Kiev che si svolgono gran parte delle relazioni tra Europa e Russia. Washington sa perfettamente che, mantenendo la pressione su questo centro nevralgico, mantiene il suo posto di padrone del gioco nella sicurezza europea.

Vittoria in manovra

Nel dicembre 2013, durante le manifestazioni contro il presidente ucraino che si era rifiutato di firmare l’accordo di associazione con l’UE, il vicesegretario di Stato americano per gli affari europei è sceso in modo spettacolare nell’arena. Victoria Nuland si è unita a Independence Square con un grande sacchetto di plastica in mano, da dove ha distribuito i biscotti ai manifestanti. Lo stesso Nuland aveva spiegato al Senato degli Stati Uniti, appena un mese prima, come Washington stesse facendo pressioni sugli europei affinché offrissero questo accordo a kyiv, un accordo redatto in modo tale da poter essere visto solo come una provocazione al Cremlino. Poche settimane dopo, l’audio della conversazione telefonica tra Victoria Nuland e l’ambasciatore americano a Kiev è trapelato alla stampa; li sentiamo orchestrare la composizione del futuro governo ucraino. Fu in questo scambio che il vicesegretario di Stato pronunciò l’ormai famosa frase“Al diavolo l’Ue” , diceva in un linguaggio molto più colloquiale.

Allo stesso tempo, questo ex ambasciatore degli Stati Uniti presso la NATO ha affermato, durante una conferenza d’affari, che Washington aveva investito 5 miliardi di dollari in Ucraina per promuovere “istituzioni democratiche e altri obiettivi”. Ora sottosegretario n. 3 del Dipartimento di Stato per gli affari politici, ha detto al Financial Times che l’America ha non meno di 18 scenari nella manica se gli Stati Uniti dovessero invadere l’Ucraina attraverso Mosca. È anche lei ad affermare che il gasdotto Nord Stream 2 appena ultimato, tra Germania e Russia, verrà bloccato se necessario, anticipando allegramente qualsiasi annuncio ufficiale da parte tedesca. Incoraggia anche l’intensificazione delle consegne di armi “difensive letali”., compresi i missili antiaerei e anticarro, a Kiev, dicendo di voler rendere “una lotta molto sanguinosa” per la Russia.

Continuità americane

Capo di stato maggiore del Dipartimento di Stato sotto l’amministrazione Clinton, consigliere del vicepresidente Cheney sotto George W. Bush, Victoria Nuland incarna perfettamente il consenso bipartisan ampiamente predominante che regna su questi argomenti a Washington. Come si spiega questa coerenza quando, a 30 anni dalla fine della Guerra Fredda, la principale preoccupazione per gli Stati Uniti non è più la Russia – relegata nei documenti ufficiali allo stato di “disturber” – ma la Cina? E che, nella sua strategia di difesa nazionale, l’America non aspira nemmeno più a poter combattere due grandi guerre contemporaneamente?

In realtà, è proprio pensando alla Cina che Washington sta lavorando ancora di più per mantenere le posizioni acquisite in Europa. Perché la cosa principale, per l’America, è la sua politica di contenimento di Pechino, e la leva europea è fondamentale per raggiungere questo obiettivo. Tuttavia, senza lo spettro del pericolo russo, c’è il rischio che i suoi alleati europei gli sfuggano. D’altra parte, se la minaccia russa è forte, gli europei si schierano dietro agli Stati Uniti. In primo luogo, gli alleati orientali si precipitano sotto la loro ala protettiva, anche se ciò significa mettere, come ha detto il presidente Valéry Giscard d’Estaing,  “la fedeltà atlantista al di sopra dell’attaccamento al sistema europeo”. In secondo luogo, in un clima di animosità, essendo i legami di cooperazione gravemente ostacolati, Parigi e Berlino si trovano politicamente (ed economicamente) tagliate fuori dalla Russia. Divisi tra loro, isolati dalla Russia, gli europei sono quindi – fintanto che la questione russa resta in cima al conto – lontani anni luce dalle loro recenti ambizioni di autonomia.

L’eccellente specialista in politica estera e di sicurezza russa, Jean-Christophe Romer, parla giustamente dell’interesse degli Stati Uniti a “impedire una vera unificazione dell’Europa da Brest a Vladivostok – dove l’Ucraina avrebbe potuto fungere da ponte – e quindi un forte riavvicinamento tra l’UE e la Russia. Questa unificazione costituirebbe una competizione inaccettabile per Washington..[1] Tanto più che l’attuale status quo gli conferisce molteplici vantaggi, a cominciare dagli acquisti di armi americane da parte degli alleati, a cui si aggiungono le importazioni di gas naturale liquefatto (il cui volume aumenterebbe esponenzialmente se alcuni paesi, Germania in primis, riducessero ciò che Washington diffama come la loro eccessiva dipendenza energetica dalla Russia). Più in generale, ogni volta che una controversia commerciale contrappone l’UE agli Stati Uniti, molte voci europee si levano per spiegare che un tale fascicolo non merita di “mettere in pericolo le relazioni transatlantiche” . Non c’è da stupirsi che Washington sia soddisfatta dell’attuale stato delle cose e preferisca mantenere la Russia e l’UE il più distanti possibile.

La Nato è l’origine del male

Per realizzare questa strategia americana, la NATO è uno strumento privilegiato. Gli Stati Uniti occupano una posizione dominante innegabile lì, e questa ex controparte del tardo Patto di Varsavia irrita la Russia al massimo grado. Il peccato originale fu la rottura della promessa – a lungo negata in Occidente, ma confermata dall’apertura degli archivi – fatta a Gorbaciov, in base alla quale l’Alleanza non si sarebbe estesa “per un centimetro” verso Oriente…[2] Da allora, come se nulla fosse, il numero degli Stati membri è quasi raddoppiato, dai 16 di allora ai 30 di oggi. E per rassicurare i nuovi paesi, provenienti dall’ex blocco sovietico, la Nato ha installato sempre più le sue infrastrutture, il suo quartier generale, le sue esercitazioni ei suoi missili più a est.

Ultimamente, sempre più esperti americani si stanno rendendo conto dei danni di questo approccio “tutto o niente” , che è andato avanti senza considerare alcuno status speciale per i nuovi membri, né limiti o garanzie particolari.[3] Lo stesso presidente del prestigioso Council on Foreign Relations, Richard Haass, ammette:“L’allargamento della NATO verso est è stata la politica più significativa e controversa del periodo successivo alla Guerra Fredda. Che la NATO continui ad esistere, o anche che si espanda, non è stato scritto in anticipo”. Da parte sua, avrebbe preferito vedere un rafforzamento del programma di Partenariato per la Pace degli anni ’90, che abbracciasse, attorno all’Alleanza Atlantica, i paesi dell’Europa orientale, compresa la Russia. La decisione del presidente Clinton di aprire le porte alla NATO ha presto eliminato tale opzione. Secondo Haass, “la scelta dell’allargamento ha avuto un ruolo nell’alienazione di Mosca” .[4]

Questa tendenza è culminata nel vertice dell’Alleanza a Bucarest nel 2008, la cui dichiarazione finale parlava del futuro del codice per l’adesione di Ucraina e Georgia, senza però dare una data precisa. Al termine di un burrascoso dibattito, il consigliere americano per la sicurezza nazionale aveva deciso: “Dobbiamo far capire alla Russia che la Guerra Fredda è finita e che l’ha persa” . La storica Mary Elise Sarotte paragona la politica americana dell’ultimo quarto di secolo, spingendo per l’allargamento della NATO, a una ruota a cricchetto: ad ogni nuova svolta, anche la più insignificante, le tacche impediscono ogni ritorno sui binari, non possiamo che continuare sempre nella stessa direzione. [5] Anche se ciò significa inimicarsi la Russia e fomentare divisioni all’interno dell’Alleanza.

Europa, parco giochi

È un ovvietà: i paesi europei hanno spesso atteggiamenti diametralmente opposti nei confronti della Russia. Da un lato i baltici, i polacchi, i romeni, i bulgari temono soprattutto una rinascita del potere russo e desiderano sfruttare gli equilibri di potere favorevoli alla NATO per creare le condizioni che lo proibiscano. Dall’altro, Germania, Francia, ma anche Spagna e Italia, sono certamente critiche nei confronti di Mosca, ma aspirano a un approccio più equilibrato. Questi paesi non credono che la stabilità del continente dipenda dal radicamento della Russia, al contrario, l’umiliazione è vista come una fonte di tensione, e sono anche più sospettosi della particolare agenda degli Stati Uniti. .

In effetti, la politica ufficiale di Washington continua ad essere guidata dal desiderio di mantenere la sua posizione di tutela in Europa – e alcuni paesi europei, credendo che l’America sia il loro unico e unico protettore, fungono da intermediari. In questo contesto, l’ambizione della presidenza francese dell’Ue, ovvero “realizzare una proposta europea che costruisca un nuovo ordine di sicurezza e stabilità” è simile alla quadratura del cerchio. Secondo il presidente Macron, intervenuto al Parlamento europeo sull’argomento: “Dobbiamo costruirlo tra gli europei, quindi condividerlo con i nostri alleati nel quadro della NATO. E poi offrilo alla Russia per la trattativa”. Solo che qualsiasi accordo che normalizzi i rapporti con Mosca, grazie a garanzie di sicurezza reciproca, ridurrebbe meccanicamente l’importanza, e quindi l’influenza, dell’America con i suoi alleati europei…

***

[1]Jean-Christophe Romer, Russie-Europe: des malentendus paneuropéens, L’Inventaire, 2016.
[2]National Security Archives, NATO Expansion: What Gorbaciov ha sentito?, Washington DC, 12 dicembre 2017.
[3]ME Sarotte, Contenimento oltre la Guerra Fredda – Come Washington ha perso la pace post-sovietica, Affari esteri, novembre/dicembre 2021 ; Michael Kimmage, È ora che la NATO chiuda i battenti – L’Alleanza è troppo grande – e troppo provocatoria – per il suo bene, Affari esteri, 17 gennaio 2022.
[4]Richard Haass, Un mondo allo sbando: la politica estera americana e la crisi del vecchio ordine, Penguin Press, 2017.
[5]ME Sarotte, Not one inch – America, Russia, and the making of post-guerra fredda stallo, Yale UniversityPress, 2021.

Hajnalka Vincze, Europeans Facing the Old-New American Foreign Policy, Impegno n. 134 (primavera 2022) , ASAF (Associazione di supporto dell’esercito francese).

https://hajnalka-vincze.com/list/etudes_et_analyses/617-des_biscuits_et_des_missiles_en_ukraine_le_triangle_washingtoneuroperussie

Putin ha messo in guardia gli analisti strategici russi dall’indulgere sul pio desiderio, di Andrew Korybko

I previsori strategici devono sempre aspirare a riflettere la realtà nel modo più accurato possibile, comprendendo che ciò è impossibile da fare perfettamente nella pratica, ma tuttavia si muovono continuamente in questa direzione e migliorando regolarmente il loro lavoro a tal fine.

Il presidente Putin ha parlato con lo staff attuale e con i veterani del suo Foreign Intelligence Service (SVR) nel centenario della fondazione della loro intelligence illegale da parte dell’Unione Sovietica. Questo ramo dei suoi servizi speciali si riferisce a quelle spie che non operano sotto copertura diplomatica e quindi non possono essere semplicemente espulse una volta catturate. È senza dubbio il servizio di intelligence più pericoloso ma anche tra i più importanti che chiunque possa fare. Il leader russo ha colto l’occasione per condividere alcuni consigli generali con l’SVR e offrire alcuni commenti su altre questioni correlate, inclusa l’importanza dei previsori strategici che non si abbandonano a un pio desiderio come fanno le loro controparti occidentali.

Secondo il presidente Putin:

“Il Foreign Intelligence Service e altri servizi di sicurezza danno la priorità alle previsioni strategiche dei processi internazionali. E questa analisi deve essere realistica, obiettiva e basata su informazioni verificate e un’ampia gamma di fonti affidabili. Non si dovrebbe indulgere in un pio desiderio. A proposito, il cosiddetto Occidente collettivo si è ritrovato intrappolato, si è infilato proprio in questa trappola e con le sue stesse azioni procede dall’idea che non c’è alternativa al suo modello di globalismo liberale… l’Occidente sta cercando di ignorare un realtà scomoda, la formazione di un ordine mondiale multipolare… Gli atteggiamenti dogmatici del passato e la riluttanza ad affrontare la realtà aumentano inevitabilmente il rischio di azioni premature e impulsive da parte dell’Occidente in futuro”.

Le informazioni di cui sopra verranno ora analizzate.

A livello professionale, i previsori strategici devono sempre aspirare a riflettere la realtà nel modo più accurato possibile, comprendendo che ciò è impossibile in pratica perfettamente, ma tuttavia si muovono continuamente in questa direzione e migliorando regolarmente il loro lavoro a tal fine. Il pio desiderio, che a volte può essere il risultato del credere che la propria propaganda, come ha spiegato il presidente Putin durante il Forum economico internazionale di San Pietroburgo (SPIEF) del mese scorso, fosse al centro della decisione dell’Occidente di sanzionare la Russia senza precedenti, può portare alla formulazione di controproducenti e politiche anche pericolose che contraddicono gli interessi nazionali oggettivi.

Questa saggezza è rilevante anche a livello pubblico.

L’ Alt-Media Community (AMC) si abbandona regolarmente a un pio desiderio rispetto alle loro fantasie sulla grande strategia russa, che molti credono sinceramente essere reali nella loro stessa mente. Ad esempio, un segmento significativo di questa comunità è convinto che il presidente Putin sia segretamente un alleato antisionista con la Resistenza guidata dall’Iran al fine di distruggere Israele nonostante il suo paese sia attualmente di fatto alleato del sedicente Stato ebraico. Un’altra narrativa di pio desiderio immagina che la Russia stia segretamente complottando per destabilizzare Turkiye in un modo o nell’altro, ancora una volta nonostante quei due abbiano gestito in modo impressionante le loro differenze nel corso degli anni.

Queste e altre narrazioni in realtà minano gli interessi russi.

Per spiegare, il pubblico viene fuorviato da queste fantasie di pio desiderio generate da quelle che considerano fonti attendibili e affidabili. Quando la realtà si instaura e l’illusione viene infranta, quelle stesse fonti raramente modificano i loro modelli imprecisi, ma invece raddoppiano su di essi vomitando letterali teorie del complotto per rendere conto di fatti “politicamente scomodi” come Israele e Turchia che rifiutano entrambi le pressioni occidentali guidate dagli Stati Uniti su loro di sanzionare la Russia. Con il tempo, la fantasia di un pio desiderio si distacca completamente dalla realtà e inizia letteralmente a somigliare a un culto, completo di regolari inquisizioni svolte dai guardiani contro i “blasfemi” che “osano” sfidare il loro dogma.

A livello professionale e pubblico, il pio desiderio è quindi una trappola ideologica.

Per quanto riguarda il primo, può letteralmente mettere in pericolo il paese nel modo più diretto possibile essendo responsabile della formulazione di politiche controproducenti che contraddicono gli interessi nazionali oggettivi, mentre il secondo riguarda la perdita involontaria di cuori e menti mentre le persone sobrie diventano disilluse dal letterale teorie del complotto vomitate da persone che affermano di sostenere la Russia. Il problema è intrinsecamente ideologico nel suo nucleo poiché i pio desiderio hanno la tendenza a filtrare i fatti “politicamente scomodi” a causa della loro zelante dedizione a qualunque possa essere la loro causa. Questa è una trappola evitabile, ma da cui è difficile liberarsi una volta che ci si cade dentro.

Può, tuttavia, essere sconfitto.

Ciò che devono fare coloro che sono indottrinati con un pio desiderio è rendersi conto che servono al meglio la loro causa facendo in modo che il loro lavoro rifletta la realtà nel modo più accurato possibile in modo che i responsabili politici e il pubblico rispettivamente possano trarre le proprie conclusioni. I propri funzionari statali non devono mai essere guidati deliberatamente in una direzione che è avulsa dalla realtà, ma a volte ci sono ragioni strategiche per farlo al pubblico, anche se non è responsabilità dei previsori strategici o dei membri dell’AMC ma di professionisti “gestori della percezione ”. In effetti, quei membri dell’AMC che “diventano canaglia” (anche se si sono convinti che sia “per la giusta causa”) possono effettivamente complicare inavvertitamente tali operazioni.

Ci sono quindi diverse lezioni da trarre dall’intuizione del presidente Putin.

In primo luogo, il precedente del pio desiderio dell’Occidente che ha influenzato la formulazione di politiche controproducenti nei confronti della Russia è un avvertimento per i previsori strategici di tutti gli altri paesi. In secondo luogo, i professionisti devono aspirare a riflettere la realtà nel modo più accurato possibile e non lasciare mai che le loro preferenze ideologiche influenzino i loro prodotti informativi. Terzo, l’AMC deve fare lo stesso a meno che non informi apertamente il suo pubblico che stanno agendo come attivisti che spingono l’agenda in modo che nessuno li confonda come analisti. In quarto luogo, quei professionisti e membri dell’AMC che si abbandonano a un pio desiderio lavorano contro la propria causa. E infine, il pio desiderio può essere curato comprendendo oggettivamente il proprio ruolo nel sistema.

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Vladimir Putin si è congratulato con l’attuale staff e con i veterani del Foreign Intelligence Service per il centenario dell’intelligence illegale

Il presidente ha deposto fiori alla Patria, monumento d’onore al valore presso il quartier generale dei servizi di intelligence stranieri a Mosca e si è congratulato con l’attuale personale del servizio e con i veterani per il centenario dell’intelligence illegale.

20:00
Mosca
Vladimir Putin si è congratulato con l'attuale staff e con i veterani del Foreign Intelligence Service per il centenario dell'intelligence illegale.
Vladimir Putin si è congratulato con l'attuale staff e con i veterani del Foreign Intelligence Service per il centenario dell'intelligence illegale.
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Vladimir Putin si è congratulato con l’attuale staff e con i veterani del Foreign Intelligence Service per il centenario dell’intelligence illegale. Foto: RIA Novosti

Presidente della Russia Vladimir Putin : compagni ufficiali, veterani,

Ci siamo riuniti per celebrare una data importante: il centenario dell’intelligence illegale nel nostro paese. Già nel 1922, questa sfera di lavoro è stata praticamente ripristinata nonostante tutti gli sconvolgimenti rivoluzionari, assicurando continuità in un’area vitale per il nostro stato, la sicurezza nazionale e la sovranità.

Vorrei congratularmi cordialmente con tutti coloro per i quali lavorare in questa area critica era la loro vocazione e il loro destino; coloro che per anni e decenni hanno difeso gli interessi nazionali del nostro Paese senza alcuna copertura diplomatica o di altro genere; e tutti coloro che oggi svolgono operazioni uniche, trasmettendo preziose informazioni al Centro.

Il vostro dipartimento ha una ricca storia e tradizioni gloriose. Negli anni ’30 e all’inizio degli anni ’40, agenti sotto copertura acquisirono informazioni urgenti sull’aggressione pianificata da Hitler e dai suoi sostenitori, nonché sulle manovre dietro le quinte dei paesi occidentali che spinsero i nazisti ad attaccare l’URSS, a marciare verso est.

Dopo l’inizio della Grande Guerra Patriottica, agenti sotto copertura rivelarono i piani del nemico, accelerando la Grande Vittoria. Durante la Guerra Fredda, hanno dato un enorme contributo al raggiungimento della parità strategica. Hanno fornito un’assistenza inestimabile nello sviluppo dell’industria e della scienza nazionali, hanno contribuito a rafforzare le capacità di difesa della Patria e hanno aggiunto alla sua influenza e prestigio internazionali.

I nomi di Yakov Serebryansky e Naum Etingon, Dmitry Bystrolyotov e Konon Molody, i Vartanian, Alexei Botyan e altri combattenti del fronte invisibile sono per sempre nella storia del nostro paese, dei nostri servizi di sicurezza e dell’intelligence. Sono un esempio di professionalità e coraggio personale per le generazioni attuali e future di ufficiali dell’intelligence.

E oggigiorno, il lavoro in questo settore è pieno di grandi responsabilità, con ufficiali che devono affrontare requisiti estremamente severi.

La situazione nel mondo resta difficile e cambia rapidamente. Dobbiamo fare i conti con problemi non convenzionali e molte variabili sconosciute, e rispondere a sfide in cui il fattore di incertezza è elevato.

In questa situazione, il Foreign Intelligence Service e altri servizi di sicurezza danno la priorità alla previsione strategica dei processi internazionali. E questa analisi deve essere realistica, obiettiva e basata su informazioni verificate e un’ampia gamma di fonti affidabili.

Non si dovrebbe indulgere in un pio desiderio. A proposito, il cosiddetto Occidente collettivo si è trovato intrappolato, si è gettato in questa trappola e con le sue stesse azioni procede dall’idea che non c’è alternativa al suo modello di globalismo liberale. In sostanza, questo modello è solo una versione aggiornata del neocolonialismo e nient’altro. È un mondo alla maniera americana, un mondo per gli eletti in cui i diritti di tutti gli altri vengono semplicemente calpestati.

Una chiara prova di ciò è il destino di molti paesi e popoli del Medio Oriente e di altre regioni del mondo – e di milioni di persone in Ucraina oggi che vengono cinicamente usate dall’Occidente come materiale di consumo nei suoi giochi geopolitici, nei suoi tentativi di “Dissuadere” la Russia. A proposito, cosa significa scoraggiare? Per impedirci di svilupparci al giusto ritmo e sulla base dei nostri valori tradizionali. È deterrenza? È solo una lotta contro la Russia.

Nel frattempo, l’Occidente sta cercando di ignorare una realtà scomoda, la formazione di un ordine mondiale multipolare. Ovviamente, non possono distogliere completamente lo sguardo da queste tendenze oggettive. Ma nella loro politica pratica, sono guidati da un obiettivo, che è mantenere il loro dominio con ogni mezzo.

Gli atteggiamenti dogmatici del passato e la riluttanza ad affrontare la realtà aumentano inevitabilmente il rischio di azioni premature e impulsive da parte dell’Occidente in futuro. Allo stesso tempo, questo offre nuove opportunità alla Russia e ai paesi che la pensano allo stesso modo – come sapete, ce ne sono parecchie. È vero che alcuni di loro non sono ansiosi di parlare, ma sono più o meno sulla stessa lunghezza d’onda con noi. Ci sono molti paesi, popoli e nazioni che la pensano allo stesso modo che vorrebbero seguire la propria strada sulla base dei principi del vero multilateralismo.

Naturalmente, dobbiamo condurre una discussione separata su un modello e una visione del futuro e un’agenda che non separerà ma unirà l’umanità. Credo sia importante dedicare a questo argomento uno dei miei futuri interventi pubblici o eventualmente scegliere qualche altra forma.

Oggi vorrei sottolineare che il multipolarismo è, secondo me, la cosa principale. Vorrei sottolineare che multipolarità, come la intendiamo noi, significa soprattutto libertà. La libertà dei paesi e delle nazioni e il loro diritto intrinseco al proprio modo di sviluppo e alla conservazione della loro identità e del loro carattere unico. In questo modello del mondo non dovrebbero esserci posto per diktat, stereotipi o ideali di eccezionalismo imposti dai singoli paesi o blocchi.

Vorrei ribadire che è importante vedere il quadro generale sullo sfondo delle trasformazioni fondamentali in corso e utilizzarlo per agire in modo proattivo. Molto dipende, ovviamente, da te, dal tuo lavoro e dalla sua qualità. Mi riferisco in primo luogo alla sicurezza nazionale e alla tempestiva fornitura di informazioni sui piani militari e geostrategici di alcuni Stati e delle loro associazioni, che rappresentano o possono rappresentare una minaccia diretta per il nostro Paese.

Occorre prestare un’attenzione costante alla situazione dell’economia e della finanza globali. È importante studiare la situazione e le tendenze di base nei mercati globali, per elaborare le possibili conseguenze dei passi e delle decisioni che incidono sugli interessi della Russia e degli affari russi, nonché sulla nostra integrazione e sui progetti internazionali.

Come prima, una delle priorità del Foreign Intelligence Service è fornire assistenza allo sviluppo industriale e tecnologico del nostro Paese e al rafforzamento del suo potenziale di difesa. Questo è sempre importante, ma soprattutto in condizioni di pressione sanzionatoria esercitata sulla Russia. Per inciso, come tutti noi sappiamo benissimo, il nostro paese ha sempre vissuto sotto sanzioni durante il periodo sovietico e anche prima. In un modo o nell’altro, si cercava sempre di contenerci.

Un altro obiettivo chiave della nostra agenda è la lotta al terrorismo internazionale. Riguarda, in parte, il supporto informativo per le unità russe dispiegate in Siria, l’identificazione delle rotte lungo le quali vengono consegnati armi e denaro ai terroristi e l’ubicazione delle loro basi, posti di comando e centri di addestramento.

Dobbiamo continuare a prestare attenzione alla sicurezza dei cittadini russi all’estero, anche nel continente americano, in Occidente in generale, in Medio Oriente e in Africa. Vorrei sottolineare in questo contesto che negli ultimi anni il Foreign Intelligence Service ha notevolmente potenziato le proprie capacità operative, informative e di analisi. Le sue risorse umane sono aumentate. Sono fiducioso che farai tutto il necessario per adempiere encomiabile a tutti i compiti che ti sono stati assegnati. Come i tuoi leggendari predecessori, lavorerai in modo accurato ed efficace e servirai la nostra Patria e il nostro popolo in modo onorevole.

Vorrei congratularmi ancora una volta con te. Auguro a te e ai tuoi cari tutto il meglio, buona salute e risultati professionali.

Grazie.

Le mie congratulazioni.

Direttore del Servizio di intelligence estero Sergei Naryshkin: Colleghi,

Ricevere questa alta valutazione delle operazioni del Foreign Intelligence Service, che celebra oggi il suo 100° anniversario, è per noi un grande onore e un segno di speciale riconoscimento da parte del presidente russo Vladimir Putin. Siamo particolarmente orgogliosi che il Presidente abbia espresso questa opinione presso il  Monumento Patria, Valore, Onore presso la sede del Servizio.

Il centenario dell’intelligence illegale è un evento importante per il nostro Servizio e le altre agenzie che stanno a guardia della sicurezza nazionale della Federazione Russa, che è stato notato con grande interesse nella società russa e dai nostri partner stranieri. È un segno di riconoscimento dell’efficacia di questo affilato strumento di operazioni di intelligence a disposizione del Servizio e del rispetto dei russi per l’eroismo del nostro personale di intelligence che ha dedicato la propria vita al servizio della Patria.

Siamo pienamente consapevoli del significato crescente dell’intelligence illegale nel mezzo della crisi politico-militare nelle relazioni con la Russia progettata da Washington e dai paesi della NATO. La leadership e il personale della Direzione S, i nostri agenti illegali, stanno onorevolmente seguendo le orme dei loro predecessori, mantenendo gli elevati standard di combattimento della Direzione e introducendo nuove forme e metodi di lavoro di intelligence nell’ambiente digitale globale e in mezzo alla dura contraccolpo del nemico.

Compagni, vorrei congratularmi ancora una volta con voi per il centenario dell’intelligence illegale sovietica e russa. I russi sono una nazione di vincitori. Faremo tutto il necessario per garantire la sicurezza e la prosperità della nostra grande Patria.

Vorrei augurarvi buona salute, ogni successo e prosperità. Grazie per il vostro servizio.

http://en.kremlin.ru/events/president/news/68790

L’espansione della NATO nel nord è davvero una grande sconfitta per la Russia?_ di Andrew Korybko

In questa narrazione ci sono alcune lacune fatali che screditano il punto esposto.

Il Western Mainstream Media (MSM) guidato dagli Stati Uniti è impegnato a promuovere la narrazione della guerra dell’informazione armata secondo cui l’invito di Finlandia e Svezia ad aderire alla NATO è presumibilmente una grave sconfitta per la Russia che contraddice l’obiettivo che il presidente Putin ha cercato di raggiungere attraverso l’ operazione militare speciale in corso del suo paese in Ucraina. Secondo loro, l’espansione a nord della NATO non sarebbe stata possibile se Putin non avesse autorizzato quella campagna; tale conseguenza presumibilmente metterebbe il suo paese più in pericolo di prima.

In questa narrazione ci sono alcune mancanze fatali  che screditano il punto esposto. In primo luogo, Finlandia e Svezia erano già membri de facto del blocco da anni, quindi la loro appartenenza ufficiale non cambia davvero nulla. In secondo luogo, la NATO non ha (ancora) stabilito infrastrutture militari clandestine come ha fatto in Ucraina negli ultimi anni. Terzo, nessuno dei due ha controversie territoriali con la Russia che potrebbero portare a una guerra con la NATO né è in grado di creare progetti anti-russi come lo è l’Ucraina.

Per quanto riguarda il primo punto, finiranno presto sotto l’ombrello nucleare degli Stati Uniti, ma questo è l’unico vero cambiamento che accadrà. Per quanto riguarda il secondo, la Russia ha già promesso di rispondere al dispiegamento delle infrastrutture militari del blocco in Finlandia e Svezia, il che significa che qualunque minaccia latente potrà materializzarsi lì è gestibile, almeno in teoria. Infine, la loro adesione alla NATO non porterà ad alcuna disputa territoriale o alla creazione di progetti anti-russi poiché per nessuno dei due è realistico data la loro situazione.

È per queste ragioni primarie che il presidente Putin ha detto mercoledì durante una conferenza stampa dopo il Vertice del Caspio ad Ashgabat che “Non c’è nulla che possa ispirare la nostra preoccupazione riguardo all’adesione della Finlandia e della Svezia alla NATO. Se lo vogliono, possono farlo”. Ha anche menzionato i punti di cui sopra in tutta la parte pertinente del suo intervento. Questa intuizione è fondamentale da tenere a mente per sfatare le ultime affermazioni di Infowar di MSM contro la Russia, il cui scopo sarà ora analizzato.

La CNN ha riferito martedì per coincidenza all’inizio del vertice della NATO che ” i funzionari di Biden dubitano in privato che l’Ucraina possa riconquistare tutto il suo territorio “. Ciò asseconda la “narrativa ufficiale” sul conflitto che si è spostata in modo decisivo nell’ultimo mese dal “porno della vittoria” sull'”inevitabile successo” di Kiev contro la Russia al “porno della paura” sulla “invasione” dei paesi della NATO da parte della Russia una volta che Kiev ha perso; l’ultima conferma di essa è con ogni evidenza in seguito al blocco parziale di Kaliningrad motivato politicamente dalla Lituania .

Quel secondo sviluppo non è stato guidato da un sincero desiderio di provocare la Russia in una guerra con la NATO, ma di plasmare la percezione tra l’opinione pubblica occidentale che questo ora sia presumibilmente più plausibile di prima, il che serve anche a distrarre dalle perdite di Kiev nel Donbass. Mentre il G7 e la NATO hanno deciso di continuare a sostenere Kiev a tempo indeterminato, è inevitabile che il conflitto finisca con la sconfitta del loro procuratore e le relative perdite territoriali, ergo il rapporto della CNN.

Considerando il fatto che un tale risultato travalicherebbe oltre l’imbarazzo dopo che Kiev ha ricevuto oltre 54 miliardi di dollari di sostegno dagli Stati Uniti e una manciata di miliardi in più da altri paesi della NATO, i quali collettivamente affermano di essere l’alleanza militare più potente nella storia umana, è importante fabbricare preventivamente una narrazione artificiale che può ancora essere interpretata come un “successo”. Questo, più di ogni altra cosa, spiega la falsa affermazione che l’espansione della NATO a nord sia una grave sconfitta per la Russia.

Non è, però, per le ragioni che sono state già spiegate, ma serve allo scopo di costituire “l’oppio per le masse” e di convincere la loro gente ad accettare che le loro decine di miliardi di dollari di fondi dei contribuenti hanno realizzato qualcosa di tangibile in loro nome anche se il procuratore della loro fazione ha perso più territorio. Questa narrativa armata ha anche lo scopo di attutire il colpo dell’inflazione alle stelle facendo sembrare che valesse la pena soffrirne per “salvare la democrazia di quegli stati scandinavi”.

L’ultima osservazione da fare è che l’Occidente guidato dagli Stati Uniti continuerà a raddoppiare la sua falsa affermazione che la Nuova Guerra Fredda e la successiva ” Grande Biforcazione ” riguardano tutte “le democrazie contro autoritarismo”. Questo non è altro che un disperato meccanismo narrativo di replica per trasformare l’inevitabile sconfitta di Kiev come una “vittoria” fondata sull’espansione della NATO verso nord come risultato del conflitto. La realtà, tuttavia, è che questa non è una grave sconfitta per la Russia, ma solo un mezzo per distrarre dalla constatazione del declino dell’egemonia unipolare degli Stati Uniti.

https://oneworld.press/?module=articles&action=view&id=3035

Qui sotto il testo del trilaterale sottoscritto da Turchia, Svezia e Finlandia, presentato come atto definitivo per l’integrazione nella NATO dei due paesi scandinavi, in realtà un protocollo ancora tutto da definire e mettere in atto. Sullo sfondo rimangono le garanzie degli Stati Uniti per il riconoscimento del ruolo geopolitico della Turchia nel mar Egeo e nel Mediterraneo centro-orientale e il ripristino delle forniture di armi americane alla Turchia. I beoti italici al governo non avranno sicuramente nulla da obbiettare; rimane da attendere la reazione della Grecia e dell’Egitto. Con quest’ultimo Erdogan ha appena iniziato a ricucire la tela. Mi scuso per la traduzione difettosa. Provvederò appena possibile a migliorarla. Giuseppe Germinario

MEMORANDUM TRILATERALE
1. Oggi i rappresentanti di Turkiye, Finlandia e Svezia, sotto il
auspici del Segretario generale della NATO, hanno convenuto quanto segue.
2. La NATO è un’Alleanza basata sui principi della difesa collettiva e della
indivisibilità della sicurezza, nonché sui valori comuni. Turkiye, Finlandia e
La Svezia afferma la propria adesione ai principi e ai valori sanciti dal
Trattato di Washington.
3. Uno degli elementi chiave dell’Alleanza è la solidarietà incrollabile e
cooperazione nella lotta al terrorismo, in tutte le sue forme e manifestazioni,
che costituisce una minaccia diretta per la sicurezza nazionale degli Alleati così come
alla pace e alla sicurezza internazionale.
4. In quanto potenziali alleati della NATO, Finlandia e Svezia estendono il loro pieno sostegno
a Turkiye contro le minacce alla sua sicurezza nazionale. A tal fine, Finlandia e
La Svezia non fornirà supporto a YPG/PYD e all’organizzazione
descritto come FETO in Turkiye. Turkiye estende anche il suo pieno sostegno a
Finlandia e Svezia contro le minacce alla loro sicurezza nazionale. Finlandia e
La Svezia respinge e condanna il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni, in
i termini più forti. Finlandia e Svezia condannano tutto senza ambiguità
organizzazioni terroristiche che perpetrano attacchi contro Turkiye, ed esprimono
la loro più profonda solidarietà con Turkiye e le famiglie delle vittime.
5. La Finlandia e la Svezia confermano che il PKK è un terrorista proscritto
organizzazione. La Finlandia e la Svezia si impegnano a prevenire le attività del PKK
e tutte le altre organizzazioni terroristiche e le loro estensioni, nonché le attività
da individui in gruppi o reti affiliati e ispirati a questi collegati
organizzazioni terroristiche. Turkiye, Finlandia e Svezia hanno deciso di intensificare
cooperazione per prevenire le attività di questi gruppi terroristici. Finlandia e
La Svezia rifiuta gli obiettivi di queste organizzazioni terroristiche.
6. Oltre a ciò, la Finlandia fa riferimento a diversi emendamenti recenti del suo Criminal
Codice in base al quale nuovi atti sono stati emanati come reati di terrorismo punibili.
Le ultime modifiche sono entrate in vigore il 1° gennaio 2022, con le quali il
è stato ampliato il campo di partecipazione all’attività di un gruppo terroristico.
Allo stesso tempo, l’istigazione pubblica relativa ai reati terroristici è stata
criminalizzato come reato separato. La Svezia conferma che un nuovo, più duro,
La legge sui reati terroristici entra in vigore il 1° luglio e che il governo
sta preparando un ulteriore inasprimento della legislazione antiterrorismo.

7. Turkiye, Finlandia e Svezia confermano che ora non ci sono armi nazionali
embarghi in atto tra di loro. La Svezia sta cambiando la sua nazionale
quadro normativo per le esportazioni di armi in relazione agli alleati della NATO. In futuro,
le esportazioni di difesa dalla Finlandia e dalla Svezia saranno condotte in linea con
Solidarietà dell’alleanza e in conformità con la lettera e lo spirito dell’articolo 3 del
il Trattato di Washington.
8. Oggi Turkiye, Finlandia e Svezia si impegnano a compiere i seguenti passi concreti:
• Istituire un dialogo congiunto e strutturato e un meccanismo di cooperazione a
tutti i livelli di governo, anche tra le forze dell’ordine e
agenzie di intelligence, per rafforzare la cooperazione in materia di antiterrorismo,
criminalità organizzata e altre sfide comuni che decidono loro.
• Finlandia e Svezia condurranno la lotta al terrorismo
determinazione, deliberazione e in conformità con le disposizioni dell’art
documenti e politiche NATO pertinenti e prenderà tutto il necessario
misure per rafforzare ulteriormente la legislazione nazionale a tal fine.
• Finlandia e Svezia affronteranno l’imminente espulsione di Turkiye o
richieste di estradizione di sospetti terroristi in modo rapido e completo,
tenendo conto delle informazioni, prove e intelligence fornite da
Turkiye e stabilire i quadri giuridici bilaterali necessari per
facilitare l’estradizione e la cooperazione in materia di sicurezza con Turkiye, in
secondo la Convenzione europea di estradizione.
• Finlandia e Svezia indagheranno e vieteranno qualsiasi finanziamento e
attività di reclutamento del PKK e di tutte le altre organizzazioni terroristiche
e le loro estensioni, nonché affiliati o gruppi o reti ispirati
come indicato al paragrafo 5.
• Turkiye, Finlandia e Svezia si impegnano a combattere la disinformazione e
impedire che le loro leggi nazionali vengano abusate a proprio vantaggio o
promozione di organizzazioni terroristiche, anche attraverso attività che
incitare alla violenza contro Turkiye.
• Finlandia e Svezia assicureranno che i rispettivi cittadini
i quadri normativi per le esportazioni di armi consentono nuovi impegni
alleati e riflette il loro status di membri della NATO.

• Finlandia e Svezia si impegnano a sostenere il più possibile
coinvolgimento di Turkiye e di altri alleati non UE nell’esistente e
iniziative prospettiche della Sicurezza Comune dell’Unione Europea e
Politica di difesa, inclusa la partecipazione di Turkiye al progetto PESCO
sulla mobilità militare.
9. Per l’attuazione di queste fasi, Turkiye, Finlandia e Svezia faranno
istituire un meccanismo congiunto permanente, con la partecipazione di esperti
dai Ministeri degli Affari Esteri, dell’Interno e della Giustizia, nonché
Servizi di intelligence e istituzioni di sicurezza. Il giunto permanente
Il meccanismo sarà aperto alla partecipazione di altri.
1 O.Turkiye conferma il suo sostegno di lunga data alla politica della NATO Open Door,
e accetta di sostenere al Vertice di Madrid del 2022 l’invito della Finlandia
e la Svezia per diventare membri della NATO.
~-‘~· Sua Eccellenza
Signor Mevlut <;avu~oglu
Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Turkiye
Ankara
Sua Eccellenza
Signor Pekka Haavisto
Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Finlandia
Helsinki
d. . /~rle … t.!.~ … ……… .
Sua Eccellenza
Signora Ann Linde
Ministro degli Affari Esteri del Regno di Svezia
Stoccolma
Madrid, 28 giugno 2022

https://www.nato.int/nato_static_fl2014/assets/pdf/2022/6/pdf/220628-trilat-memo.pdf

L’impatto a lungo termine del conflitto in Ucraina e la crescente importanza della parte civile della guerra, di Anthony H. Cordesman

Qui sotto due importanti articoli. Il primo edito dal CSIS, un importante centro studi direttamente collegato agli ambienti governativi di Washington; il secondo edito dal sito italiano Arianna Editrice e ripreso dal sito francese reseauinternational.net. Entrambi importanti non solo per individuare le possibili implicazioni e la funzione di catalizzatore del conflitto ucraino nelle dinamiche geopolitiche e nella caduta definitiva della rappresentazione lirica dei processi di globalizzazione; temi ormai ampiamente trattati su questo sito. Quanto soprattutto per decifrare le capacità interpretative e le conseguenti strategie dei centri decisori implicati. Buona lettura, Giuseppe Germinario

6 giugno 2022

Il conflitto in Ucraina sta già fornendo una vasta gamma di lezioni sul ruolo delle moderne forze militari nella guerra moderna, ma fornisce anche lezioni altrettanto importanti sul futuro della parte civile della guerra. A parte alcuni enormi cambiamenti politici in Russia, il conflitto è un avvertimento che la parte civile della guerra sta diventando molto più pericolosa. Inoltre, è un altro esempio del fatto che il tipo di conflitti e crisi civili emersi dalla guerra Iran-Iraq, dalle guerre civili siriana e yemenita e dalle guerre che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno combattuto contro gli estremisti in Iraq e Afghanistan sono ora la regola e non l’eccezione.

È anche chiaro che, anche se la guerra può concludersi con una sorta di compromesso, accordo o cessate il fuoco – ma qualsiasi conclusione decisiva dei combattimenti ora sembra incerta – è probabile che sia un importante catalizzatore nel plasmare uno scontro civile duraturo tra la Russia e NATO, UE e Stati Uniti.

La guerra quasi certamente assicurerà che la Russia sia un fulcro strategico per gli Stati Uniti tanto quanto la Cina, e la concorrenza statunitense ed europea con la Russia rimarrà molto più vicina allo scontro di quanto fosse probabile che si verificasse prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. È probabile che la guerra spinga anche la Russia ad allinearsi più strettamente e visibilmente alla Cina, e potrebbe incoraggiare la Russia a trovare modi politici ed economici per sfruttare ogni tensione e opportunità in Asia, Africa e America Latina, oltre a cercare nuove basi e opportunità per ottenere l’influenza militare.

Gli impatti civili della guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina è diventata una guerra di logoramento militare che ha portato a un massiccio sostegno militare statunitense ed europeo all’Ucraina. Questa, tuttavia, è solo una parte della storia. La guerra si è anche evoluta in un grande conflitto politico ed economico tra l’Occidente e la Russia, che alla fine potrebbe avere un impatto molto maggiore sulla stabilità globale e sulla strategia statunitense ed europea rispetto ai combattimenti effettivi.

I combattimenti sembrano essersi limitati all’Ucraina orientale ed è diventata una lotta militare per il controllo del Donbass e del trasporto marittimo globale. Allo stesso tempo, ha portato a un’escalation costante degli attacchi russi all’intera economia civile e alla popolazione civile dell’Ucraina, e ha guidato gli sforzi russi per convertire efficacemente il cuore industriale dell’Ucraina in parti della Russia sia a livello politico che economico. In risposta, la NATO, l’UE e gli Stati Uniti sono andati ben oltre la fornitura di aiuti militari all’Ucraina. Stanno conducendo una “guerra delle sanzioni” in costante escalation contro la Russia, mentre la Russia ha risposto cercando di trovare i propri modi per esercitare pressioni politiche ed economiche sull’Europa e utilizzare una combinazione di forza e pressione politica per condurre una guerra economica contro il grano ucraino esportazioni e commercio marittimo.

Il risultato finale è che l’aspetto civile della guerra ora si estende ben oltre le aree mostrate nella prima mappa in cui si sono verificati conflitti militari e attacchi alle città ucraine durante le prime fasi della guerra. La guerra ha ora rimodellato i costi energetici internazionali su base globale, ha contribuito a creare una massiccia carenza di cibo a livello mondiale, ha gravemente danneggiato l’intera economia russa e ha contribuito a innescare un massiccio aumento del tasso di inflazione a livello globale.

Mappa uno: Mappa del Ministero della Difesa britannico della parte militare della guerra in Ucraina

L’impatto militare completo rimane poco chiaro. La Finlandia e la Svezia hanno presentato domanda per entrare a far parte della NATO e la NATO ha reagito collettivamente pianificando importanti aumenti delle sue capacità militari, ma non ci sono ancora piani chiari che abbiano mostrato quali saranno effettivamente le 30 nazioni della NATO, e forse le 32 nel prossimo futuro nel tempo, come rimodelleranno e modernizzeranno le loro capacità di combattimento, come miglioreranno la loro prontezza e interoperabilità e come ridefiniranno la loro capacità di colpire la Russia e fornire una deterrenza estesa.

Al contrario, l’UE ha già dimostrato che potrebbe non essere il forum ideale per un’azione militare collettiva, in particolare rispetto alla NATO, ma può essere un forum efficace per condurre guerre economiche e politiche, può cooperare strettamente con gli Stati Uniti e uno che può intensificarsi a livello politico ed economico con molti meno rischi rispetto all’uso della forza militare direttamente contro la Russia.

Allo stesso tempo, un corpo in costante crescita di video diretti e immagini satellitari mostra che la Russia ha costantemente intensificato il suo uso di moderne armi militari contro obiettivi civili ucraini e in modi che hanno un enorme impatto sulla sua economia e popolazione. La risposta russa alla guerra urbana è diventata un assedio combattuto con missili e artiglieria moderni che sono stati lanciati contro una gamma sempre più ampia di obiettivi civili, distruggendo gran parte dell’economia, delle infrastrutture, delle strutture civili e degli alloggi nell’Ucraina orientale.

Il risultato finale è stato anche quello di creare l’equivalente di ostaggi civili, prigioni politiche, rifugiati e sfollati interni (IDP). Solo una piccola parte di questi attacchi alla Russia si qualifica per quelli che sono formalmente definiti “crimini di guerra”, ma l’effetto netto – come è avvenuto nella seconda guerra mondiale – è l’equivalente di bombardamenti strategici di obiettivi civili con molta più letalità e capacità di concentrarsi sugli obiettivi politici ed economici più critici.

I combattimenti ora includono guerre politiche ed economiche indipendenti e nuovi modelli di azione militare che hanno un impatto diretto sulla popolazione civile e riducono le “leggi di guerra” a qualcosa che si avvicina a gesti vuoti. Avvertono che la dimensione nucleare – e la distruzione reciproca assicurata – sono solo un aspetto di una rivoluzione negli affari militari che può arrecare danni enormi alla popolazione civile e all’economia.

La Russia ha fornito una serie di dimostrazioni tangibili che avvertono che i moderni missili armati convenzionalmente di attacco di precisione, le capacità di guerra informatica, l’analisi dell’intelligence dei sistemi civili e degli obiettivi e un’ampia gamma di altre capacità di attacco militare in evoluzione possono causare immensi danni potenziali a livello locale e regionale obiettivi e capacità civili.

A differenza delle armi di distruzione di massa, queste forme avanzate di attacco non nucleare possono essere usate in combinazione con armi politiche ed economiche, e possono essere usate con notevole flessibilità e molto meno rischio delle armi nucleari che forniscono un certo grado di distruzione reciproca assicurata. Se non altro, il possesso reciproco di armi nucleari da parte della Russia e della NATO tende a scoraggiarne l’uso da entrambe le parti, creando al contempo una situazione in cui entrambe le parti possono ora utilizzare un’ampia gamma di armi armate convenzionalmente e nuove tecnologie per aumentare il loro livello di conflitto civile.

Una guerra che pone fine a tutta la pace civile?

Il crescente impatto civile della guerra mostra anche che sta diventando sempre più difficile porre fine a un conflitto in modi che possano creare una pace duratura. Ora sembra fin troppo possibile che l’Ucraina non riconquisti il ​​suo territorio a est, non otterrà i livelli di aiuto di cui ha bisogno per ricostruire rapidamente, dovrà affrontare continue minacce dalla Russia a est che limiteranno la sua capacità di ricreare un’area industrializzata, e dovrà affrontare gravi problemi in termini di commercio marittimo. Sembra anche fin troppo probabile che qualsiasi pace o cessate il fuoco lascerà un’eredità di rabbia e odio che impiegherà un decennio o più per finire, e un’acuta tensione politica sarà la norma tra la Russia e la maggior parte dell’Europa, così come tra ucraini e russi.

La fine dei combattimenti non porrà fine ai suoi impatti umani economici e civili. L’Ucraina ha già perso gran parte della sua base economica e urbana, delle sue infrastrutture e del suo governo locale e regionale funzionante. Funzionari ucraini hanno parlato di 500 miliardi di dollari da recuperare e ricostruire, ma tali numeri sono nella migliore delle ipotesi, e presumono che la guerra finirà con una pace politica ed economica significativa e stabile che garantisca all’Ucraina almeno il territorio che aveva quando è iniziato il conflitto e consente alla sua economia di funzionare su una base simile al suo livello prebellico.

Inoltre, il continuo livello di tensione politica tra Russia e NATO/UE/Stati Uniti limiterà il commercio, gli investimenti, gli scambi tecnologici e culturali degli Stati Uniti e dell’Europa fintanto che la Russia avrà il suo attuale regime. Sembra più che possibile che la Russia non sarà in grado di ricostruire i suoi livelli passati di commercio di energia e i suoi più ampi legami economici con l’Europa e l’Occidente, e sceglierà di rivolgersi alla Cina e ad altri stati dell’Asia e dell’Africa.

Anche la NATO e la Russia sembrano probabilmente coinvolte in importanti potenziamenti militari per mezzo decennio o più che aumenteranno le loro spese militari di diversi punti percentuali del PIL e che avranno un impatto aggiuntivo sulle loro economie creando al contempo una massiccia corsa agli armamenti ciò amplierà notevolmente la loro capacità di minacciare la popolazione e l’economia dell’altra parte. L’effetto netto della guerra in Ucraina potrebbe essere quello di portare avanti le armi ipersoniche e altre armi d’attacco avanzate, creare armi cibernetiche e spaziali del mondo reale e creare l’equivalente dei piani operativi strategici integrati convenzionalio SIOP. Tali piani di emergenza comporteranno diversi livelli di escalation, ma saranno resi possibili dalla capacità continua delle forze nucleari strategiche statunitensi e russe di creare livelli molto più dannosi di distruzione reciproca assicurata.

La guerra in Ucraina potrebbe anche bloccare seri sforzi per modernizzare e rafforzare qualsiasi forma di controllo degli armamenti nucleari o convenzionali. Potrebbe spingere Putin a schierare tutti i sistemi avanzati di armi nucleari che ha pubblicizzato, indurre gli Stati Uniti a creare missili da crociera nucleari a basso rendimento e altri sistemi teatrali e indurre Gran Bretagna e Francia a ristrutturare le loro strutture di forza nucleare per concentrarsi sulla Russia.

Dall’Ucraina alla Cina e al mondo

Nessuno di questi sviluppi può essere disaccoppiato dall’attenzione che gli Stati Uniti, gli stati europei e i loro partner strategici in Asia stavano ponendo sulla Cina prima che la Russia invadesse l’Ucraina. È fin troppo possibile che un risultato della guerra in Ucraina possa essere quello di spingere la Russia costantemente più vicina alla Cina in un momento in cui la strategia statunitense si sta ancora concentrando tanto sulla Cina quanto sul riemergere della Russia.

In pratica, la “competizione” di grande potere sta diventando “confronto” di grande potere. Inoltre, la Cina ha le risorse economiche e militari per competere direttamente con gli Stati Uniti e per sfidare altre potenze asiatiche in termini militari, nonché la capacità degli Stati Uniti e dell’Europa di proiettare potere in Asia.

La Cina sta già sfidando gli Stati Uniti e partner strategici come Australia, Giappone, Corea del Sud e Taiwan. Come minimo, reagirà alla guerra in Ucraina sviluppando ogni capacità possibile per contrastare qualsiasi tentativo degli Stati Uniti al tipo di guerra politica ed economica contro la Cina che ora sta usando contro la Russia. Anche la Cina, tuttavia, potrebbe ora vedere la Russia come un potenziale partner la cui economia debole, base tecnologica in declino e alienazione dall’Europa la rendono molto più dipendente dalla Cina.

Più in generale, la guerra in Ucraina – e le reazioni a lungo termine di USA, NATO, UE e Russia – influenzerà i piani e le azioni di Corea del Nord, Pakistan e India, Iran e Stati arabi, Turchia e altri importanti potenze militari come Israele e l’Egitto. Il confronto de facto tra la Russia e gli Stati Uniti e l’Europa è quasi certo che si svolgerà tanto nel terzo mondo quanto in Europa, sia in termini di trasferimenti di armi, assistenza alla sicurezza, basi militari, investimenti economici, accordi commerciali e sostegno politico. Ciò sarà particolarmente vero se si verifica un aumento dell’azione combinata o coordinata di Russia e Cina.

A un certo livello, poiché il ruolo decisivo dei droni nei combattimenti tra Armenia e Azerbaigian ha già mostrato come i progressi selettivi nella tecnologia militare possano cambiare radicalmente i risultati politici ed economici. Ad un altro livello, la “guerra delle sanzioni” guidata dagli Stati Uniti contro l’Iran e altri stati ha dimostrato che il lato civile della guerra può influenzare i ruoli delle superpotenze nel trattare con le potenze minori, e le attività di investimento cinesi negli stati con porti chiave ed esportazioni strategiche hanno dimostrato che non vi è alcuna distinzione pratica in alcuni casi tra l’acquisizione di basi militari e il controllo o l’influenza economica.

Questi aspetti dello “spillover” della guerra in Ucraina si verificheranno anche in un ambiente globale vulnerabile. Almeno a breve termine, l’impatto combinato di Covid-19, cambiamento climatico, inflazione globale, pressione demografica e un elenco quasi infinito di tensioni settarie, etniche e tribali – insieme alle ambizioni di molti leader e al fallimento del governo – offrire opportunità dopo opportunità a Russia e Cina.

La vera natura del “globalismo”

Non c’è ancora modo di determinare quanti di questi modelli emergeranno e in quale forma. È, tuttavia, pericoloso per gli Stati Uniti, la NATO, l’UE e la più ampia gamma di partner strategici americani concentrarsi sulle dimensioni militari della guerra in Ucraina e fallire nel concentrarsi sui suoi modelli civili e politici in evoluzione e sulla quasi certezza di uno scontro duraturo almeno con la Russia e con una combinazione di Russia e Cina.

La guerra in Ucraina non è la causa principale di queste tendenze, ma è molto probabile che sia un importante catalizzatore nel peggiorarle. Sembra anche fin troppo probabile che l’ottimismo che ha plasmato l’approccio al globalismo fosse basato più su illustrazioni confortanti che sulla realtà.

Questo commento intitolato The Longer-Term Impact of the Ukraine Conflict and the Growing Importance of the Civil Side of War è disponibile per il download all’indirizzo https://csis-website-prod.s3.amazonaws.com/s3fs-public/publication /220606_Cordesman_Long_Impact.pdf?LayS4B8jE2cZw6OEJETgPq4fQvnf2bye

Anthony H. Cordesman detiene la cattedra emerita in Strategia presso il Center for Strategic and International Studies di Washington, DC. Ha scritto e diretto numerosi libri e studi per il CSIS; è stato insignito della medaglia per il servizio distinto del Dipartimento della Difesa; e ha ricoperto posizioni di rilievo nel Consiglio di sicurezza nazionale, nel Dipartimento di Stato, nell’Ufficio del Segretario alla Difesa, nel Dipartimento dell’Energia e nel personale del Senato degli Stati Uniti.

Il commento  è prodotto dal Center for Strategic and International Studies (CSIS),

L’Europa, dunque, è la grande perdente

di Daniele Perra – 18/06/2022

L'Europa, dunque, è la grande perdente

Fonte: Daniele Perra

Ai primi di giugno, il Center for Strategic and International Studies di Washington (Think Tank assai vicino al Dipartimento della Difesa USA ed all’industria statunitense degli armamenti dal quale viene copiosamente finanziato) ha pubblicato un articolo, a firma Antony H. Cordesman e dal titolo “The longer-term impact of the Ukraine conflict and the growing importance of the civil side of the war”, che ben descrive il nuovo approccio nordamericano al conflitto nell’Europa orientale.
In esso si legge: “sembra ora possibile che l’Ucraina non riconquisterà i suoi territori nell’est e che non otterrà rapidamente gli aiuti di cui ha bisogno per la ricostruzione”. Aiuti che sarebbero stati stimati, molto ottimisticamente, in 500 miliardi di dollari (cifra che non tiene in considerazione la perdita territoriale della sua regione più ricca). Inoltre, l’Ucraina dovrà fare i conti con una continua minaccia russa che limiterà la sua capacità di ricostruzione delle aree industrializzate e che, soprattutto in considerazione delle suddette perdite territoriali, comporterà non pochi problemi in termini di commercio marittimo (il rischio che la Russia, una volta terminate le operazioni in Donbass, possa dirigersi verso Odessa escludendo completamente Kiev dal Mar Nero rimane reale).
L’articolo riporta anche come il conflitto abbia evidenziato, da parte russa, un utilizzo coordinato ed assai flessibile di mezzi militari, politici ed economici al confronto del quale, il mero ricorso alla guerra di propaganda ed al regime sanzionatorio da parte occidentale è sembrato sostanzialmente inefficace. Fattore che, in un modo o nell’altro, ridisegnerà il sistema globale visto che l’eventuale fine dei combattimenti non significherà la fine dei suoi impatti economici e geopolitici di lungo periodo. Senza considerare che Russia e Cina stanno sviluppando una notevole capacità di attirare verso il proprio lato i Paesi africani ed asiatici (il caso recente del Mali che ha optato per l’espulsione dei contingenti francese ed italiano, in questo senso, è emblematico).
Inoltre, contrariamente a quanto sostenuto dalla propaganda occidentale fino ad oggi, Cordesman afferma che solo una “minuscola porzione” (tiny portion) delle azioni russe in Ucraina possono essere formalmente definite come “crimini di guerra” nonostante il loro impatto sulla popolazione civile.
Ora, a prescindere dalle considerazioni dell’Emeritus Chief in Strategy del Think Tank nordamericano (con le quali si può essere in accordo o meno), ciò che appare evidente è il cambio di paradigma nel racconto del conflitto da parte del centro di comando dell’Occidente.
Gli Stati Uniti (quelli che, secondo Kissinger, hanno solo interessi e non alleati) non sono nuovi a simili operazioni di abbandono dell’“amico” quando hanno raggiunto il loro scopo o non lo ritengono più utile (dal Vietnam all’Afghanistan, passando per Panama  e Iraq, la storia è piena di esempi simili). Resta da valutare se gli Stati Uniti abbiano realmente raggiunto i loro obiettivi per ciò che concerne il conflitto in Ucraina o se questo cambio di paradigma possa essere interpretato come una “ritirata strategica”.
In precedenza si è sottolineato come il conflitto in Ucraina stia portando a cambiamenti profondi nella struttura economica, finanziaria e geopolitica esistente a livello mondiale. Si può parlare di evoluzione verso un sistema multipolare? La rispostà è sì, anche se gli stessi Stati Uniti stanno cercando di rallentarla. Come? Oggi sono tre (in futuro potrebbero essere quattro con l’India) le principali potenze globali: Stati Uniti, Russia e Cina (considerate come potenze revisioniste del sistema unipolare). Tuttavia, il principale concorrente del dollaro sul piano globale è l’euro. Ergo, l’obiettivo nordamericano, per guadagnare tempo nella parabola discendente dell’impero nordamericano, è il suo costante indebolimento. Oltre l’Ucraina, chi è la grande sconfitta del conflitto in corso nell’Europa orientale? L’Unione Europea. L’obiettivo USA, almeno dal 1999 in poi, è quello di rendere artificialmente competitiva la propria industria distruggendo quella europea mantendo, al contempo, il Vecchio Continente in una condizione di cattività geopolitica. Questo l’élite politica europea lo sa bene ma è troppo impegnata a seguire i suoi interessi di portafoglio.
Si prenda ad esempio il caso limite dell’Italia la cui strategia energetica di lungo periodo è andata a farsi benedire con l’aggressione NATO alla Libia. Da quel momento in poi, i governi Monti, Letta e Renzi sono stati i principali responsabili della quasi totale subordinazione della politica energetica italiana al gas russo. Oggi, gli stessi Partiti che hanno sostenuto prima la necessità dell’intervento in Libia e poi i governi successivi a quello Berlusconi (responsabile del tradimento nei confronti di Tripoli) sono gli stessi che chiedono e plaudono all’embargo alle importazioni di idrocarburi dalla Russia, ancora una volta in totale spregio dell’interesse nazionale italiano. In questo contesto, l’unica soluzione per l’Italia non può che essere quella di liberarsi il prima possibile dal draghismo.
L’Europa, dunque, è la grande perdente sul piano economico e geopolitico. L’eventualità di una crisi alimentare in Africa e nel Vicino Oriente a causa del protrarsi del conflitto e, di conseguenza, della riduzione delle esportazioni di grano russe ed ucraine in queste regioni potrebbe causare nuove ondate migratorie che investiranno direttamente un’Europa in cui il problema delle forniture energetiche determinerà un’inflazione sempre più alta, una crisi economica strutturale ed un relativo abbassamento della qualità generale della vita.
Da non sottovalutare, infine, il fatto che l’àncora di salvezza per l’Europa (almeno nel breve periodo, visto che la diversificazione via Africa e Israele appare assai lontana nel tempo) sarebbe dovuto essere il gas naturale liquefatto nordamericano. Bene, una strana esplosione ha recentemente messo fuori uso l’HUB della Freeport LNG in Texas da dove partono le navi che portano il gas in Europa. L’infrastruttura sarà nuovamente operativa a partire dalla fine del 2022. Il tutto mentre Gazprom taglia le sue esportazioni in Europa come rappresaglia nei confronti dell’approvazione dell’ennesimo pacchetto suicida di sanzioni.

Si veda:
The longer-term impact of the Ukraine conflict and the growing importance of the civil side of the war, www.csis.org.
L’utopia di chi spera nel GNL di USA, Africa e Israele, www.ilsussidiario.net.
L’UE ed il suo settore energetico, www.eurasia-rivista.com

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/l-europa-dunque-e-la-grande-perdente

https://www.csis.org/analysis/longer-term-impact-ukraine-conflict-and-growing-importance-civil-side-war

Una guida alla teoria delle relazioni internazionali alla guerra in Ucraina, Di Stephen M. Walt

Stephen M. Walt , editorialista di Foreign Policy e Robert e Renée Belfer, professore di relazioni internazionali all’Università di Harvard

Il mondo è infinitamente complesso e, per necessità, ci affidiamo tutti a varie credenze o teorie su “come funziona il mondo” per cercare di dare un senso a tutto questo. Poiché tutte le teorie sono semplificazioni, nessun approccio unico alla politica internazionale può tenere conto di tutto ciò che sta accadendo in un dato momento, prevedere esattamente cosa accadrà nelle settimane e nei mesi a venire o offrire un piano d’azione preciso di cui è garantito il successo. Anche così, il nostro bagaglio di teorie può ancora aiutarci a capire come è avvenuta la tragedia in Ucraina, spiegare parte di ciò che sta accadendo ora, segnalarci opportunità e potenziali insidie ​​e suggerire alcune ampie linee d’azione per il futuro. Poiché anche le migliori teorie delle scienze sociali sono rozze e ci sono sempre eccezioni anche a regolarità consolidate, gli analisti saggi guarderanno a più di uno per intuizioni e manterranno un certo scetticismo su ciò che ognuno di loro può dirci.

Alla luce di quanto sopra, cosa hanno da dire alcune note teorie sulle relazioni internazionali sui tragici eventi in Ucraina? Quali teorie sono state rivendicate (almeno in parte), che sono state ritenute carenti e quali potrebbero evidenziare questioni chiave mentre la crisi continua a svilupparsi? Ecco un’indagine provvisoria e tutt’altro che completa di ciò che gli studiosi hanno da dire su questo pasticcio.

Realismo e liberalismo

Non sono certo un osservatore obiettivo qui, ma è ovvio per me che questi eventi preoccupanti hanno riaffermato la rilevanza duratura della prospettiva realista sulla politica internazionale. A livello più generale, tutte le teorie realistiche descrivono un mondo in cui non esiste alcuna agenzia o istituzione in grado di proteggere gli stati gli uni dagli altri e in cui gli stati devono preoccuparsi se un pericoloso aggressore potrebbe minacciarli in futuro. Questa situazione costringe gli stati, in particolare le grandi potenze, a preoccuparsi molto della loro sicurezza e a competere per il potere. Sfortunatamente, queste paure a volte portano gli stati a fare cose orribili. Per i realisti, l’invasione russa dell’Ucraina (per non parlare dell’invasione americana dell’Iraq nel 2003) ci ricorda che le grandi potenze a volte agiscono in modi terribili e sciocchi quando credono che siano in gioco i loro interessi di sicurezza fondamentali. Quella lezione non giustifica tale comportamento, ma i realisti riconoscono che la condanna morale da sola non lo impedirà. È difficile immaginare una dimostrazione più convincente dell’importanza dell’hard power, in particolare del potere militare.Anche la Germania postmoderna sembra aver recepito il messaggio .

Purtroppo, la guerra illustra anche un altro concetto realista classico: l’idea di un “dilemma di sicurezza”. Il dilemma sorge perché i passi che uno stato compie per rendersi più sicuro spesso rende gli altri meno sicuri. Lo stato A si sente insicuro e cerca un alleato o acquista altre armi; Lo Stato B si allarma per questo passaggio e risponde a tono, i sospetti si approfondiscono ed entrambi i paesi finiscono per essere più poveri e meno sicuri di prima. Aveva perfettamente senso che gli stati dell’Europa orientale volessero entrare nella NATO (o il più vicino possibile ad essa), date le loro preoccupazioni a lungo termine sulla Russia. Ma dovrebbe anche essere facile capire perché i leader russi, e non solo Putin, hanno considerato questo sviluppo allarmante. Ora è tragicamente chiaro che la scommessa non ha dato i suoi frutti, almeno non per quanto riguarda l’Ucraina e probabilmente la Georgia.

Vedere questi eventi attraverso la lente del realismo non significa sostenere le azioni brutali e illegali della Russia; è semplicemente riconoscere tale comportamento come un aspetto deplorevole ma ricorrente delle vicende umane. I realisti da Tucidide in giù attraverso EH Carr, Hans J. Morgenthau, Reinhold Niebuhr, Kenneth Waltz, Robert Gilpin e John Mearsheimer hanno tutti condannato la natura tragica della politica mondiale, avvertendo allo stesso tempo che non possiamo perdere di vista i pericoli che il realismo mette in evidenza, compresi i rischi che sorgono quando si minaccia ciò che un altro stato considera un interesse vitale. Non è un caso che i realisti abbiano da tempo sottolineato i pericoli dell’arroganza e i pericoli di una politica estera eccessivamente idealistica, sia nel contesto della guerra del Vietnam, dell’invasione dell’Iraq nel 2003, sia delperseguimento ingenuo dell’allargamento aperto della NATO . Purtroppo, in ogni caso i loro avvertimenti sono stati ignorati, solo per essere vendicati da eventi successivi.

La risposta straordinariamente rapida all’invasione della Russia è anche coerente con una comprensione realistica della politica delle alleanze. I valori condivisi possono rendere le alleanze più coese e durature, ma i seri impegni per la difesa collettiva derivano principalmente dalla percezione di una minaccia comune . Il livello di minaccia, a sua volta, è una funzione del potere, della vicinanza e del nemico con capacità offensive e intenzioni aggressive. Questi elementi spiegano moltoil motivo per cui l’Unione Sovietica ha dovuto affrontare forti coalizioni di bilanciamento in Europa e in Asia durante la Guerra Fredda: aveva una grande economia industriale, il suo impero confinava con molti altri paesi, le sue forze militari erano grandi e progettate principalmente per operazioni offensive e sembrava avere un carattere altamente revisionista ambizioni (cioè la diffusione del comunismo). Oggi, le azioni della Russia hanno aumentato notevolmente la percezione della minaccia in Occidente e il risultato è stato un’esibizione di un comportamento equilibrato che pochi si sarebbero aspettati solo poche settimane fa.

Tonti e finti tonti_di Roberto Buffagni

Stamattina ho fatto un test, obiettivo: capire che pensano le classi dirigenti italiane del conflitto ucraino.
Telefonato a “Prima Pagina” di RadioTre, conduttore F. Fubini.
Sintesi mia domanda: “Che vuol dire ‘non possiamo permettere che la Russia vinca’? Quali sono gli obiettivi strategici occidentali nel conflitto ucraino? Il 23 giugno scorso la Commission on Security and Cooperation in Europe, nota anche come Helsinki Commission, un organismo del governo federale USA, ha tenuto un briefing dal titolo ‘Decolonizzare la Russia. Necessità morale e strategica di frammentare politicamente la Russia’, con tanto di cartina dove la Federazione Russa appare divisa in una decina di staterelli. D’altronde hanno implicato lo stesso obiettivo strategico di regime change e frammentazione politica della Russia anche i Ministri della Difesa e degli Esteri, e il Presidente degli Stati Uniti, che hanno dichiarato: ‘Dobbiamo indebolire la Russia e far sì che non possa mai più rifare qualcosa come l’invasione dell’Ucraina’. L’unico modo per raggiungere questo obiettivo è espellere la Russia dal novero delle grandi potenze, ossia frammentarla politicamente. Questo è un obiettivo molto difficile da raggiungere, ammesso che sia possibile tentarlo senza innescare un confronto nucleare strategico tra Russia e USA; ma anche se fosse raggiunto, la frammentazione della Russia aprirebbe un buco nero geopolitico in Eurasia in cui precipiterebbe l’intero mondo. Domanda: ci abbiamo pensato seriamente, noi europei?”
Sintesi risposta Fubini: “Dobbiamo ammettere che sul terreno, la Russia sta ottenendo i suoi obiettivi. Pare che i territori del Donbass saranno integrati nel territorio russo, dopo un referendum bandito dai sindaci fantoccio imposti dai russi, quindi sarà impossibile toccarli perché sarebbe una minaccia esistenziale per la Russia [che reagirebbe con le armi nucleari, NdA]. Inoltre le sanzioni alla Russia, contrariamente a quel che anch’io pensavo, non stanno ottenendo l’effetto sperato di indebolire la Russia tanto da impedirle di proseguire la guerra, almeno entro 12 o 18 mesi. Però questa delle sanzioni è una scommessa sul lungo periodo, a lungo termine la Russia sarà indebolita economicamente e anche come potenzialità militari, per esempio perché manca di semiconduttori. Quindi la fermezza è importante e va mantenuta.”
Risultato test. Le classi dirigenti italiane non hanno capito, o fanno finta di non aver capito (la domanda permanente della nostra epoca), assolutamente niente.
Ragioni:
1) non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che gli obiettivi strategici dell’occidente li detta Washington, e punto. Non li detta il Corriere della Sera, non li detta il governo italiano, non li detta la UE.
2) non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che la linea strategica USA è affrontare INSIEME Russia e Cina. L’obiettivo strategico frammentazione della Russia è propedeutico al contenimento del nemico principale, la Cina.
3) non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che la linea strategica degli USA implica necessariamente a) la probabilità di un allargamento e una escalation del conflitto, tanto maggiore quanto più esso si prolunga b) la possibilità reale di una degenerazione nucleare, che inizierebbe con l’uso delle atomiche tattiche e potrebbe escalare a un conflitto nucleare strategico.
4) non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che per gli Stati europei è possibile modificare la linea strategica degli USA soltanto se vi si contrappongono apertamente, rompendo il fronte NATO-UE. I mormorii nei corridoi delle Cancellerie o le virgole allusive nelle dichiarazioni diplomatiche contano zero. Altrimenti resta solo pregare che la prossima Amministrazione presidenziale americana rinsavisca e inverta rotta (probabilità: molto bassa).
5) non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che i numeretti magici della Bocconi non spiegano niente e non decidono niente, in questo conflitto. L’economia vi ha un importante ruolo solo come “potenza latente” trasformabile in “potenza manifesta” militare, e la Russia con le sue risorse e la sua rete di alleanze, in primis la Cina, è economicamente inaffondabile.
6) Non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, che sia la Russia, sia gli USA, fanno sul serio, mortalmente sul serio. Non bluffano, non le sparano grosse per fini propagandistici. Gli obiettivi strategici americani sono quelli, frammentazione della Russia in vista del contenimento della Cina. Per la Russia configurano una minaccia esistenziale immediata. La Cina sa benissimo di essere il prossimo Stato nel mirino, e ne trae le conseguenze logiche.
6) insomma le classi dirigenti italiane non hanno capito, o fanno finta di non aver capito, un ca**o. Dio ci aiuti, anche se non ce lo meritiamo.

Perché la Turchia è improvvisamente “molto più cauta” a vendere droni a Kiev?_ di Andrew Korybko

Basandosi sul pretesto di emanare pragmaticamente un’aura di neutralità più convincente al fine di mediare, si spera, la pace tra le parti in conflitto, Ankara sembra nascondere la sua preoccupazione non dichiarata che Kiev non possa vincere contro Mosca; una realtà che il mondo intero sta cominciando sempre più a rendersi conto oltre che essere testimoniato dal decisivo spostamento della “narrativa ufficiale” nelle ultime settimane.

 Il Wall Street Journal ha citato il presidente dell’Agenzia per l’industria della difesa di Turchia, Ismail Demir, il quale ha affermato che il suo paese è “molto più attento” al momento quando si tratta di vendere droni a Kiev. Secondo lui, “La Turchia è l’unico paese che credo possa chiamare entrambe le parti e portarle al tavolo della pace. Come puoi farlo se mandi decine di migliaia di armi ad una parte?” Il suo annuncio politico coincide con la narrativa dei media mainstream occidentali (MSM) guidati dagli Stati Uniti sul conflitto che si sta spostando in modo decisivo dal “porno della vittoria” che celebra i cosiddetti “successi militari” di Kiev alla realtà che la consegna della NATO contro la Russia è vistosamente sopravanzata visti i costanti progressi di Mosca nel Donbass.

Si ipotizza che i “Tre Grandi” dell’UE – Francia, Germania e Italia – potrebbero aver lanciato durante la visita dei loro primi ministri a Kiev la scorsa settimana una proposta di cessate il fuoco che ha preceduto l’ex presidente degli Stati Uniti Trump nella sua accusa contro paesi europei, senza specificare quali, per aver fatto molto meno del necessario quando si tratta di assistere militarmente quell’ex Repubblica Sovietica. La marea del conflitto ucraino non è cambiata poiché è sempre stata a favore della Russia, ma il MSM ha mentito al riguardo fino a quando è diventato impossibile proseguire senza screditare al massimo la loro causa; da qui l’inversione narrativa delle ultime settimane. Di fronte a questa realtà e non volendo seguire il destino di una nave che affonda, la Turchia ha saggiamente deciso di cambiare tono anche lei.

Sarebbe un vero imbarazzo per il crescente complesso militare-industriale della Grande Potenza se ulteriori esportazioni dei suoi droni armati di fama mondiale non portassero Kiev ad emergere vittoriosa dopo che Ankara ha già un track record dei suoi partner regionali in Azerbaigian e Libia i quali hanno vinto le loro rispettive guerre con l’assistenza dei suoi prodotti. È proprio vero che la Turchia dovrebbe anche porre attenzione agli interessi della Russia, sia per il ruolo insostituibile di Ankara finora svolto nell’ospitare i colloqui di pace tra Mosca e Kiev, ma anche per ragioni pragmatiche legate alla regolamentazione responsabile della loro rivalità; il motivo per cui questa posizione corrente è però ora pubblicizzata, è probabilmente dovuto alla realtà innegabile emergente nel Donbass.

Una cosa è che la Turchia sia d’accordo con Kiev, dando ai suoi droni un credito parziale per la presunta “sconfitta” della Russia nella cosiddetta “Battaglia per Kiev”, che in realtà è stata solo un diversivo per tutto questo tempo e un’altra interamente per il suo partner potenzialmente d’accordo al cessate il fuoco ipotetico dei “Tre Grandi” in futuro che si tradurrà nella cessione di ulteriore territorio a Mosca mentre si fa ancora attivamente affidamento sui droni di Ankara per vincere. Il primo può essere considerato un successo sufficiente nella sfera pubblica in modo da non sollevare dubbi sul presunto impatto “rivoluzionario” dei suoi droni sui conflitti stranieri, mentre il secondo contraddirebbe quel ritrovato mito a scapito dell’esercito e del complesso industriale turco.

Basandosi sul pretesto di emanare pragmaticamente un’aura di neutralità più convincente al fine di mediare, si spera, la pace tra le parti in conflitto, Ankara sembra nascondere la sua preoccupazione non dichiarata che Kiev non possa vincere contro Mosca, dato che il mondo intero sta cominciando sempre più a rendersi conto, oltre che testimoniato dal decisivo spostamento della “narrativa ufficiale” nelle ultime settimane. Tuttavia, questo cambiamento politico implicito non avrebbe dovuto essere pubblicizzato come invece ha appena fatto Demir, cosa che potrebbe aver inteso servire al duplice obiettivo di segnalare alla comunità internazionale la serietà della situazione e di strizzare l’occhio al grande partner strategico russo, geograficamente vicino.

Il significato mondiale dell’incidente in Ucraina e il suo avvertimento alla Cina, di Zhang Wenmu

Una ricostruzione storica per arrivare a cogliere il senso e le implicazioni del confronto geopolitico attuale ed in particolare del conflitto in Ucraina. Come in ogni ricostruzione storica, è importante individuare le particolari chiavi interpretative dell’osservatore. Sono il fondamento propedeutico alla comprensione delle scelte politiche. Buona lettura, Giuseppe Germinario

Zhang Wenmu: Il significato mondiale dell’incidente in Ucraina e il suo avvertimento alla Cina

Fonte: Rete di osservatori

2022-06-22 07:41

Zhang Wenmu

Zhang Wenmuautore

Professore, Centro per la ricerca su questioni strategiche, Università di Beihang

[Introduzione] L’operazione militare speciale della Russia contro l’Ucraina ha suscitato scalpore nell’opinione pubblica mondiale e ha avuto un profondo impatto sul panorama politico ed economico globale. Il presidente russo Vladimir Putin ha spesso menzionato il “golpe sanguinoso” otto anni fa nei suoi discorsi. Perché l’Ucraina è diventata un campo di battaglia tra Russia, Stati Uniti ed Europa? Zhang Wenmu, autore di questo articolo e professore presso il Center for Strategic Issues dell’Università di Beihang, ritiene che la crisi ucraina del 2014 e il ritorno della Crimea alla Russia abbiano significato per l’Europa determinare i limiti e i confini dell’espansione verso est del “nuovo sistema di Versailles” dominato dagli europei. . La Crimea è un luogo di vita e di morte per la Russia e un importante punto di interesse per l’Europa, per la quale la Russia utilizzerà tutte le sue risorse, mentre l’Occidente no. Se conosci la storia dell’appartenenza dell’Ucraina, sai anche che l’incidente dell’Ucraina significa che la storia del contrattacco della Russia contro l’espansione dell’Europa verso est è davvero iniziata. L’impatto degli eventi in Ucraina nel 2014 è stato globale e alcune lezioni sono state cautelative per la Cina. Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta nel 4° numero di “International Security Research” nel 2014. L’autore autorizza l’Observer Network a ripubblicarlo come riferimento per i lettori.

[L’editorialista di Text/Observer Network Zhang Wenmu]

Il 21 novembre 2013, il presidente ucraino Yanukovich ha annunciato che avrebbe sospeso la firma dell’accordo di associazione volto a rafforzare le relazioni commerciali con l’UE e avrebbe invece cercato una più stretta cooperazione con la Russia. L’opposizione ha colto l’occasione per scatenare un’ondata di proteste e ha chiesto a Yanukovich di dimettersi. Ciò ha portato a una crisi politica in Ucraina e al movimento separatista nell’est per la secessione dall’Ucraina e al fatto che la Crimea ha annunciato la sua adesione alla Russia. La crisi del 2014 è stata simbolica non solo per l’Ucraina, ma anche per l’Europa e l’intero panorama geopolitico mondiale.

1. L’istituzione del confine strategico russo-europeo e il suo significato per l’Europa

La crisi ucraina e l’annessione della Crimea alla Russia, questi due eventi significano la formazione di un nuovo sistema regionale Che cos’è questo sistema? Potremmo anche chiamarlo il “Nuovo sistema di Versailles”. Qualcuno dirà: il sistema di Versailles non è già diventato storia? Se confrontiamo la mappa dell’Europa odierna con la mappa dell’Europa prima della seconda guerra mondiale, non è difficile trovare un accordo sorprendente tra i due. Questo non sorprende. La storia sta salendo a spirale. La storia di oggi è una negazione della storia di ieri, ma è un’affermazione della storia dell’altro ieri. Nel pensiero di Hegel, è “la negazione della negazione”.

Nella storia c’è stato il sistema viennese guidato dalla cooperazione anglo-russa fondata sulla sconfitta di Napoleone nel 1815. A quel tempo la Russia fondamentalmente controllava l’Europa orientale, i tre stati baltici e l’Ucraina, proprio come la situazione dopo la seconda guerra mondiale. Con la prima guerra mondiale, l’impero russo si disintegrò. A quel tempo, molti paesi invasero congiuntamente la Russia, costringendola a una Grande Guerra Patriottica di due anni. Quindi l’Occidente stabilì il sistema Versailles-Washington che escludeva la Russia sovietica. In questo sistema, l’Unione Sovietica fu severamente soppressa e l’Europa orientale una volta cadde in Occidente nel suo insieme a causa dell’insoddisfazione per l’eccessiva pressione della Russia zarista.La situazione è simile. Anche così, a quel tempo l’Ucraina – almeno l’Ucraina orientale – non si staccò dalla Russia sovietica.

Tuttavia, la sfrenata repressione da parte dell’Occidente non solo non è riuscita a sopraffare la Russia sovietica, ma ha invece soppresso un’Unione Sovietica e un impero sovietico. Sai, l’Unione Sovietica non è stata annessa dai russi, è stata forzata dall’Occidente. I paesi dell’Europa orientale e dell’Asia centrale che divennero indipendenti dalla disintegrazione dell’Impero Ottomano erano insoddisfatti dello sfruttamento degli occidentali e della stretta diplomatica incentrata sull’Occidente. Alla fine, fu fondata congiuntamente l’Unione Sovietica, l'”Unione dei socialisti sovietici Repubbliche”. Nel 1922, quando fu fondata l’Unione Sovietica, l’Ucraina orientale si unì all’Unione e divenne uno degli stati fondatori dell’Unione Sovietica[1]. L’istituzione dell’Unione Sovietica segnò la stabilizzazione della frontiera orientale del sistema di Versailles.

Dopo aver fallito nel conquistare la Russia e nel definire i suoi confini, i paesi capitalisti dell’Europa occidentale si sono rivolti a stringersi verso l’interno. Eseguì una super oppressione della Germania sconfitta attraverso il cosiddetto “Piano Dawes”[2] e il “Patto di Locarno”[3]. Il 18 dicembre 1925, Stalin predisse al 14° Congresso del Partito Comunista (bolscevico): “Il piano Dawes era originariamente progettato per placare la Germania, ma questo piano porterà inevitabilmente a una rivoluzione tedesca”. “a condizione che le nuove frontiere della Germania fossero mantenute a vantaggio della Polonia e della Francia, che la Germania perdesse le sue colonie e che la Germania, legata al letto di Prokrastis, dovesse allo stesso tempo fare tutto il possibile per estrarre 1300 trilioni di marchi d’oro. Pensare che la Germania progressista lo tollererà è sperare in un miracolo.” Stalin affermò: “Se il Piano Dawes ha dato vita alla rivoluzione tedesca, il Patto di Locarno ha dato vita alla nuova guerra europea”.[5]

L’eccessiva oppressione della Germania in Europa alla fine schiacciò il pasticcio di Hitler, che a sua volta fornì un’opportunità per l’espansione sovietica. Lenin stabilì il confine di Versailles con l’Occidente attraverso una forte resistenza – che è ciò che Putin sta facendo ora; Stalin seguì la linea di Lenin e ottenne l’espansione nella crisi interna dell’Occidente: A quel tempo, l’Europa orientale era sovracompressa dall’Europa occidentale e chiese per l’aiuto dalla Russia sovietica, il confine tra Unione Sovietica e Russia avanza in questa “richiesta di aiuto” ancora e ancora: l’Ossezia meridionale nel conflitto della guerra civile georgiana nel 2008 e la separazione della Crimea dal corpo madre e dalla regione orientale dell’Ucraina nella crisi ucraina del 2014 L’ascesa del movimento separatista sembra essere una ripetizione delle relazioni europeo-russe del primo dopoguerra.

Perché l’Unione Sovietica è crollata? Dov’è il problema? Oltre al motivo del disarmo dell’ideologia verso l’Occidente, la sua eccessiva espansione è anche un motivo importante: sotto Stalin, il potere si estese all’Europa orientale, che aveva raggiunto il suo ragionevole limite di estensione del potere; sotto Breznev, la mano raggiunse verso l’Oceano Indiano – questo non solo Ha varcato il limite del potere dell’Unione Sovietica e ha toccato gli interessi fondamentali degli Stati Uniti, la potenza marittima a quel tempo. Il 12 novembre 1973, Mao Zedong ha sottolineato le carenze dell’Unione Sovietica durante i suoi colloqui con Kissinger. In risposta al punto di vista di Kissinger secondo cui “l’attuale problema in Medio Oriente è impedire all’Unione Sovietica di ottenere il dominio”, Mao Zedong ha detto:

L’ambizione dell’Unione Sovietica è in contraddizione con le sue capacità, deve fare i conti con tanti aspetti: a partire dall’Oceano Pacifico, ci sono gli Stati Uniti, il Giappone, la Cina, l’Asia meridionale, il Medio Oriente e l’Europa a ovest . Un totale di oltre un milione di soldati non è sufficiente per difendere, per non parlare di un attacco, a meno che non lo lasci entrare e gli dia il Medio Oriente e l’Europa, sarà a suo agio. In questo modo, le truppe possono essere spostate verso est. Conteniamo anche alcune delle loro forze, il che è anche vantaggioso per te. In Europa, il Medio Oriente, come la Mongolia, ha truppe di stanza. La mia opinione è che l’Unione Sovietica ha grandi ambizioni, cioè vuole occupare i due continenti dell’Europa e dell’Asia, e anche l’Africa settentrionale, ma manca di forza e deve affrontare grandi difficoltà. [6]

L’analisi di Mao Zedong ha senso e si conforma alla logica storica. Storicamente, le frontiere del potere della Russia non potevano andare troppo lontano. Ma estendendoci all’est dell’Ucraina non c’è nessun problema; all’est dell’Europa è a malapena ragionevole – ecco perché Churchill andò a Mosca e Stalin il 9 ottobre 1944 per raggiungere un “accordo percentuale” sulla divisione della sfera di influenza nell’est Europa [7]. Immagina che Hitler, che era così arrogante all’epoca, non abbia abbattuto l’Ucraina, per non parlare della NATO oggi. Dal 1815 ad oggi, si può vedere che l’accordo percentuale tracciato da Churchill e Stalin è più o meno in linea con l’equilibrio delle forze strategiche tra Europa e Russia. (Figura 1)

Proposta per la divisione della sfera di influenza nei paesi balcanici, scritta da Churchill nell’incontro con Stalin il 9 ottobre 1944[8]

Conoscere i limiti che uno stato può raggiungere e la linea di fondo che può contenere è l’abilità di base per la gestione dello stato. Stalin lo capì, e così non solo rifiutò le proposte di Hitler (e di Roosevelt) per incoraggiarlo ad entrare in India, ma espresse anche la sua incapacità di aiutare la fallita rivolta del KKE del 1948.

Nella seconda guerra mondiale, per conquistare Stalin, Roosevelt propose di includere l’India e l’Oceano Indiano nella sfera di influenza dell’Unione Sovietica, ma Stalin rifiutò [9]; fu trattato freddamente da Stalin. Nelle sue successive memorie, Molotov rivelò questo materiale storico e parlò delle considerazioni di Stalin:

Hitler disse: “Dovresti avere accesso a mari caldi, come l’Iran, l’India.” Gli dissi: “Questa è un’idea interessante. Cosa ne pensi?” Lascia che dica la sua. Non era un discorso serio con me, ma stava discutendo allegramente su come sbarazzarsi della Gran Bretagna, mentre ci portava in India attraverso l’Iran. Questo è un uomo senza una visione, a cui manca una comprensione approfondita della politica sovietica e ci sta mettendo a rischio. Se fossimo bloccati nel sud, la sua situazione sarebbe molto più facile e dovremmo fare affidamento su di lui se l’Inghilterra dovesse combatterci. Sarebbe ingenuo non capirlo. [10]

Il 10 febbraio 1948, Stalin espresse le sue opinioni sulla rivolta greca in una conversazione con rappresentanti di Bulgaria e Jugoslavia. Secondo Milovan Geras, Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista del Sud e Ministro della Propaganda:

Stalin ha poi rivolto l’argomento alla rivolta greca, dicendo: “La rivolta greca dovrebbe essere respinta”. Ha chiesto a Kader, vicepresidente del Consiglio dei ministri jugoslavo: “Credi che la rivolta greca avrà successo?”

Kader ha risposto: “Se non si rafforzano le interferenze straniere, se non si commettono grandi errori politici e militari…”

Stalin ignorò del tutto le parole di Kader e continuò: “Se, se! Non ci sono possibilità di successo. Pensi che la Gran Bretagna e gli Stati Uniti – la potenza più potente del mondo – permetteranno che le loro spedizioni vengano interrotte nel Mediterraneo. Ancora di salvezza? È una stronzata! Non abbiamo una marina. La rivolta greca deve essere repressa il prima possibile”.

In questo momento, qualcuno ha parlato delle recenti conquiste del Partito Comunista Cinese, e Stalin ha ancora insistito sulla propria opinione: “Sì, i compagni cinesi hanno raggiunto risultati. Tuttavia, la situazione in Grecia è completamente diversa. La posizione geografica della Grecia è un importante linea di trasporto nei paesi occidentali. On. Gli Stati Uniti sono direttamente coinvolti in questa regione: gli Stati Uniti sono la potenza più potente del mondo. ” [11]

Stalin non scelse la Grecia e il Mediterraneo o l’India e l’Oceano Indiano, ma sotto la tacita approvazione di Roosevelt, stabilì a portata di mano l’obiettivo della sua espansione nell’Europa orientale. Stalin persuase e fece accettare a Roosevelt di scegliere il luogo del secondo campo di battaglia in Francia La Normandia, piuttosto che la sponda settentrionale del Mediterraneo, a cui Churchill si aggrappava disperatamente, fu un passo chiave verso questo obiettivo per l’Unione Sovietica. Non è affatto un caso che la sconfitta di Hitler coincida con l’instaurazione dell’Impero Sovietico, ma non di altri imperi. Qual era la base giuridica su cui fu fondato l’Impero Sovietico? È il sistema di Yalta, il suo confine europeo-russo è determinato sulla linea della cosiddetta “cortina di ferro” che la Chiesa ha detto “da Stettino nel Mar Baltico a Trieste nel mare Adriatico”[12].

La cooperazione anglosassone anglo-americana nel sistema Versailles-Washington divenne, nel sistema di Yalta, gli slavi e parte della cooperazione anglosassone, la cooperazione sovietico-americana – che sembra essere nel sistema viennese prima della Versailles-Washington system Una ripetizione della collaborazione russo-britannica. Qui l’Europa è caduta vittima.

Questa esperienza storica ci dice che nel gioco delle grandi potenze, per non parlare degli amici, anche degli alleati strategici, gli sforzi in stile Chamberlain da soli non bastano. Stava per piovere in quel momento.La differenza tra il Ciambellano Europeo e Stalin era che il primo era impegnato a ripararsi dalla pioggia, mentre il secondo stava attivamente “piantando riso” prima della pioggia. Di conseguenza, dopo la fine della pioggia, l’Unione Sovietica aveva raggiunto notevoli interessi strategici, in particolare gli interessi strategici più urgenti che l’Unione Sovietica doveva risolvere in quel momento, mentre il Regno Unito aveva perso tutto.

Questa esperienza storica ci dice anche che in un gioco di grandi poteri non basta affidarsi all’incoscienza hitleriana. Stalin è stato uno dei pochi uomini cauti nella storia russa. Durante la seconda guerra mondiale, la portata delle sue arti marziali non è mai stata troppo lontana dal confine dell’Unione Sovietica. In effetti, durante la seconda guerra mondiale, utilizzò realmente le truppe contro l’invasore Germania (la guerra contro il Giappone nel 1945 non fu una vera guerra). Dopo la guerra, voleva solo ottenere l’accesso al mare indirettamente attraverso la Jugoslavia e la Cina rispettivamente nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Pacifico. Sebbene non abbia raggiunto il suo obiettivo, anche nelle condizioni più favorevoli, ha sempre evitato di inviare truppe direttamente dall’Unione Sovietica per raggiungere l’obiettivo strategico della Russia di ottenere l’accesso al mare. Stalin si rese conto dalla dolorosa esperienza russa di combattere per l’estuario dopo Pietro il Grande che sebbene gli estuari siano legati al destino della Russia, sono come arcobaleni nel cielo, che sono oltre il limite delle capacità strategiche della Russia e quindi possono essere visti solo. Non posso toccare. Stalin era una persona che sapeva “volontario” Sebbene non avesse raggiunto l’obiettivo di entrare nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Pacifico, l’Unione Sovietica sotto il suo governo ottenne l’ingresso nel Mar Baltico. Sfortunatamente, i leader sovietici dietro Stalin hanno allungato le mani sempre più lontano: per contenere gli Stati Uniti, Krusciov si è rivolto a Cuba. Fortunatamente, l’Unione Sovietica non ha perso la faccia nonostante abbia perso la faccia nella crisi dei missili di Cuba; è stata questa esperienza quasi umiliante che ha portato Hearst ad adottare una politica prudente di non intervenire direttamente nella questione del Vietnam. Per entrare nell’Oceano Indiano, Breznev ha finalmente inviato truppe direttamente in Afghanistan nel 1979 dopo aver trascinato Vietnam, India e alcuni paesi lungo la costa settentrionale dell’Oceano Indiano nella “famiglia socialista”, cercando di bussare alla porta dell’Oceano Indiano. Di conseguenza, Breznev non ottenne alcun vantaggio anche se iniziò a casa, e l’Afghanistan si trasformò in un’altra “guerra del Vietnam”, che alla fine superò la forza nazionale dell’Unione Sovietica e quindi si disintegrò completamente alla fine del 1991. A questo punto, i russi persero ancora una volta il porto del Mar Baltico che Pietro il Grande e Stalin avevano conquistato per la Russia, per non parlare della Crimea. A questo proposito, il famoso storico americano Warren I. Cohen ha commentato:

Prima che le fondamenta dell’impero sovietico iniziassero a sgretolarsi, sentiva poco il senso del grande raggiungimento della parità con gli Stati Uniti, la comodità di avere il sostegno delle forze associate del mondo e l’euforia di farsi strada impettito verso la leadership mondiale. Non importa quanto diligentemente e ferocemente le truppe sovietiche combattessero, non potevano sconfiggere i guerriglieri afgani sostenuti sia dalla Cina che dagli Stati Uniti. L’economia sovietica – già vacillata anche dalle opinioni più ottimistiche – non poteva più permettersi gli scioccanti aiuti ad alleati come Cuba e Vietnam come prezzo da pagare come impero. [13]

Al culmine della sua vittoria, Stalin mantenne un notevole controllo sulle questioni di Grecia e Corea del Nord, mentre Breznev fece gli stessi errori strategici di Napoleone, Hitler, Hideki Tojo e Bush Jr. Una regione che mostra la forza dell’alleanza Cina-USA – Afghanistan. Il 25 dicembre 1979 l’Unione Sovietica invase l’Afghanistan, la guerra durò 9 anni e la politica e l’economia dell’Unione Sovietica furono gravate da un enorme fardello che alla fine avrebbe fatto crollare l’Unione Sovietica.

Al contrario, Putin non ha mai fatto una mossa di vasta portata da quando è salito al potere e ha osato combattere e vincere quando era vicino al suolo. Sembra che i politici russi di oggi abbiano già la filosofia di Lenin e Stalin.

Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, l’Europa dell’Est si è schiantata di nuovo contro l’Occidente e i confini dell’Europa e la loro storia sembravano tornare al sistema di Versailles. Ciò ha notevolmente gonfiato le incontrollate ambizioni di espansione verso est dell’Occidente, tanto che Zbigniew Brzezinski, un ex consigliere per la sicurezza presidenziale degli Stati Uniti, ha scritto nel suo libro “The Great Chess Game: American Primacy and Its Geostrategy” Zhong ha detto: L’Europa deve essere un processo storico senza fine e non dovrebbe essere limitata dalla geografia che è arbitrariamente diffamata politicamente.”[14] I ricercatori strategici hanno rivelato nel suo libro L’arroganza tabù sono venuti alla ribalta. Insegnò ai russi quasi con comando, disprezzo e sarcasmo:

L’unica vera opzione geostrategica per la Russia, quella che le conferisce un ruolo internazionale realistico e la migliore opportunità per la Russia di trasformarsi e modernizzare la sua società, è l’Europa. Non si tratta di un’Europa casuale, ma di un’Europa transatlantica, allargata e della NATO… Un’Europa del genere sta prendendo forma e potrebbe essere ancora strettamente legata agli Stati Uniti. Questa è l’Europa con cui la Russia deve fare i conti se vuole evitare un pericoloso isolamento geopolitico.

Per l’America, la Russia è troppo debole per essere un partner, ma la Russia è troppo forte per essere solo un paziente dell’America. [15]

Ma il contrattacco decisivo e di successo di Putin in Georgia, e poi in Crimea, ha umiliato Brzezinski mentre l’espansione dell’Occidente in Ucraina ha spinto la Russia alla linea di fondo del “vivi o muori”. Simile alla situazione della sostanziale espansione dell’Europa verso est dopo la sconfitta della Russia zarista nella prima guerra mondiale, l’Occidente di oggi sfrutta la disintegrazione dell’Unione Sovietica per continuare la sua espansione verso est, costringendo i russi al “periodo di Lenin”, che ha raggiunto il punto in cui i russi crolleranno senza un forte rimbalzo. La Russia non può durare a lungo senza il Mar Nero. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, Brzezinski ha finalmente chiarito:

Da un punto di vista geopolitico, la perdita dell’Ucraina ha implicazioni significative, poiché limita notevolmente le opzioni geopolitiche della Russia. Anche con la perdita degli stati baltici e della Polonia, una Russia che controlla ancora l’Ucraina può ancora lottare per essere il leader di un fiducioso impero eurasiatico che domina i non-slavi nel sud e nel sud-est dell’ex Unione Sovietica. Ma senza l’Ucraina e i suoi oltre 52 milioni di slavi, qualsiasi tentativo di Mosca di ricostruire il suo impero eurasiatico rischia di far precipitare la Russia in un conflitto prolungato con non-slavi risvegliati etnicamente e religiosamente. La guerra con la Cecenia è forse solo il primo esempio. Inoltre, qualsiasi nuovo impero eurasiatico costruito sulla potenza russa senza l’Ucraina diventerebbe inevitabilmente meno europeizzato nel tempo, e sempre di più, a causa del calo delle nascite in Russia e del drammatico aumento della popolazione dell’Asia centrale. [16]

Fortunatamente, la Russia non muore e i russi hanno lanciato Putin in questo momento. È vero il contrario: l’apparizione di Putin non è solo inevitabile nella storia russa, ma è anche un “dono” dato dagli occidentali e costringendo i russi ad accettarli sopprimendoli.

In tempi di crisi ogni nazione presenterà i propri politici maturi. Questa volta, sulla questione dell’accettazione del ritorno della Crimea in Russia, l’opinione pubblica russa, compreso l’atteggiamento di approvazione di Gorbaciov, ha mostrato un alto grado di consenso: se si tiene conto del fatto che Putin può continuare a essere rieletto, si vede che opinione di giurare di resistere all’espansione verso est della NATO, è diventato un consenso nazionale in Russia. Il consenso – che sta emergendo in Cina – è l’epitome della forza interiore. Con Putin c’è un consenso nazionale e la Russia ha un clima di ritorno in Unione Sovietica.

La crisi ucraina del 2014 e il ritorno della Crimea alla Russia hanno significato per l’Europa che ha determinato i limiti ei confini dell’espansione verso est del “nuovo sistema di Versailles” dominato dagli europei. I confini sono sempre stati determinati con la forza. Ciò che la fine della Crimea significa per la Russia significa che la Russia ha mantenuto la linea di fondo della sopravvivenza – la linea di fondo è la base e la premessa del futuro risveglio della Russia; per l’Europa, significa che l’espansione dell’Europa verso est ha raggiunto il suo limite. Il motivo è che, data una volontà sufficiente, le risorse della Russia sono più che sufficienti per mantenere questa linea di fondo. Quando Hitler invase l’Unione Sovietica, voleva principalmente controllare l’Ucraina, ma perse tutto. Se la NATO iniziasse una guerra qui oggi, la scala non sarebbe più grande della follia di Hitler. I russi una volta qui sconfissero Hitler. Il risultato dell’uso di la forza può essere immaginata.

Affacciato sul Mar Nero e sulla penisola di Crimea dal Nord Africa [Fotografato da Zhang Wenmu secondo “Topography of the World” (edizione rivista da Planet Publishing House nel 2011 )]

I confini nazionali sono tagli storici della linea di fondo e limiti delle capacità strategiche nazionali. Da Pietro il Grande a Stalin, la Russia ha visto solo rimorchiatori di confine con l’Europa nei tre paesi baltici e in Ucraina, fatta eccezione per Stalin nella seconda guerra mondiale e Gorbaciov nel 1992, la Russia si rimpicciolisce intenzionalmente e lo abbandona in Ucraina. da non perdere. Da Napoleone a Hitler, gli occidentali capiscono che i russi possono spesso vincere nel terreno vicino in cui l’esercito può svolgere un ruolo. Il Mar Nero è troppo vicino alla Russia e la terra è collegata e l’esercito può entrarvi direttamente, mentre i paesi occidentali con potenza marittima sono fuori dalla loro portata. La Crimea è un luogo di vita e di morte per la Russia e un importante punto di interesse per l’Europa, per questo la Russia utilizzerà tutte le sue risorse, mentre l’Occidente no. Hitler ha utilizzato tutte le sue risorse e non è riuscito a conquistare l’Ucraina, e l’Europa di oggi non rinuncerà affatto ai costi in stile hitleriano per questo, in questo modo è generalmente possibile determinare l’esito dell’evoluzione degli eventi in Ucraina. Se conosci la storia dell’appartenenza dell’Ucraina, sai anche che l’incidente dell’Ucraina significa che la storia del contrattacco della Russia contro l’espansione dell’Europa verso est è davvero iniziata. L’influenza europea si ritirerà dall’Ucraina, almeno dall’Ucraina orientale, e poi, in futuro, dai tre stati baltici. (Fare riferimento alla Figura 3)

La linea di fondo della capacità strategica nazionale della Russia dai cambiamenti nel territorio europeo negli ultimi duecento anni (1815-2014), a cura di Zhang Wenmu, l’autore di questo articolo

Quindi cosa significa per l’Europa l’attuale fine dell’Ucraina? Prima di rispondere a questa domanda, dobbiamo prima guardare gli atteggiamenti dei paesi europei e americani.

Si può dire che la reazione più forte all’incidente in Ucraina questa volta è stata la Germania e gli Stati Uniti. Questa eccitazione negli Stati Uniti è dovuta all’ignoranza degli strateghi dello “stile Zhao Kuo” negli Stati Uniti nel corso degli anni, i quali non sapevano che Franklin D. Roosevelt (1882-1945) e George Carteret perché Marshall (George Catlett Marshall, 1880-1959) decide di inviare truppe per fermare Hitler nel momento in cui stava per unificare l’Europa[17]; è ancor meno chiaro che gli Stati Uniti usarono lo sbarco in Normandia per portare l’Unione Sovietica nell’Europa orientale e La ragione di un’Europa spezzata – perché un’Europa spezzata e divisa è l’ambiente necessario per un’America forte. [18]

Va detto qui che lo scopo dell’attacco di Hitler all’Ucraina nel 1941 non era interamente per il petrolio lì. Hitler chiamò il suo piano per l’invasione dell’Unione Sovietica dopo il “Sacro Romano Impero” dell’imperatore Federico I (il “Piano Barbarossa” ). ), indicando che il suo vero scopo è principalmente l’unificazione dell’Europa. Perché l’Ucraina è un luogo di confine per l’Europa, in particolare l’Europa orientale. Quando l’Unione Sovietica controllava l’Ucraina, controllava la Romania e la Bulgaria sulla costa orientale del Mar Nero, riducendo così notevolmente la forza centripeta di questi paesi sull’Europa occidentale. Senza la forza centripeta di questi paesi verso l’Europa occidentale, l’unificazione dell’Europa non può essere realizzata. Con questo in mente, è anche chiaro il motivo per cui gli inglesi hanno reagito indifferentemente alla morte di Margaret Thatcher, che aveva svolto un ruolo importante nella distruzione dell’Unione Sovietica, perché il risultato del rovesciamento dell’Unione Sovietica è stato che il continente europeo aveva uno spazio unificato, e il continente asiatico era unificato. Come per il Giappone, il risultato dell’unificazione del continente europeo farà inevitabilmente sì che la Gran Bretagna si sposti dal centro alla periferia dell’Europa; sapendo questo, è anche chiaro il motivo per cui il cancelliere tedesco Angela Merkel, che ha dato un importante contributo all’unificazione europea, ha un’influenza negativa sugli sforzi della Russia per stabilire una posizione in Crimea.La mossa è così angosciante, perché la spinta della Russia a ovest dell’Ucraina e a sud del Mar Nero renderà il processo quasi completo di unificazione europea prossimo al fallimento. A tal fine, durante la visita del presidente Xi Jinping in Europa, la Merkel ha presentato alla Cina una mappa che si dice sia “la prima mappa accurata della Cina disegnata dalla Germania nel 1735” (vedi figura 4).[19] I confini settentrionali della Cina, quindi ridurre la pressione strategica della Russia sull’unificazione europea in Ucraina – questo è, ovviamente, un pio desiderio.

La Merkel presenta al presidente Xi Jinping la prima mappa accurata della Cina disegnata dalla Germania nel 1735

Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, gli americani non sapevano cosa avrebbe significato per gli Stati Uniti lo squilibrio di potere tra Europa e Russia. A quel tempo, gli americani erano completamente ignoranti della storia e delle basi geopolitiche della loro egemonia, e trasformarono ulteriormente l’opposizione relativa in stile “Zhou Yu che colpisce Huang Gai” originale tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica durante il periodo Marshall in ” Han e ladri non si oppongono l’uno all’altro.” “[20] opposizione assoluta. Nel 1991 e nel 1992, gli Stati Uniti hanno contribuito alla disintegrazione dell’Unione Sovietica e della Jugoslavia e lo spazio strategico della Russia è stato notevolmente ridotto. Nel 1999, nello stesso anno in cui gli Stati Uniti hanno promosso l’adesione di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca alla NATO, ha portato la NATO a lanciare la guerra del Kosovo per separare il Kosovo dalla Serbia. Nel novembre 2002, il vertice della NATO di Praga ha deciso di ammettere sette paesi: Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia, Romania e Bulgaria ad aderire alla NATO. Questa è la più grande espansione della NATO dalla sua fondazione nel 1949. Nel marzo 2004, i suddetti sette paesi hanno formalmente presentato i rispettivi testi legali per l’adesione alla NATO, diventando così nuovi membri della NATO, ampliando il numero dei membri della NATO da 19 a 26 in quel momento. Il 1 maggio 2004, 10 paesi tra cui Malta, Cipro, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia e Lituania sono diventati ufficialmente Stati membri dell’Unione Europea (UE). Questo è il più grande allargamento verso est nella storia dell’UE. Gli Stati membri allargati dell’UE sono passati da 15 a 25. Il 17 febbraio 2008 il parlamento del Kosovo ha approvato la Dichiarazione di Indipendenza e da allora i ministri degli esteri degli Stati membri dell’UE Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia hanno annunciato il riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo. Anche gli Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione scritta il 18 febbraio, annunciando il riconoscimento ufficiale dell’indipendenza del Kosovo. Nel 2011, Francia e Gran Bretagna hanno inviato con successo truppe per controllare di nuovo la Libia.Di fronte alla Russia, che si è ritirata, c’è una sorta di stile “I Hu Hansan è tornato”. Durante la crisi economica mondiale del 2008, l’UE ha approfittato della domanda di prestiti dei piccoli paesi europei e ha gradualmente recuperato la propria sovranità, migliorando ulteriormente il livello di unità europea.

Se diamo un’occhiata alla mappa, siamo sorpresi di vedere che “l’indipendenza” del Kosovo ha causato quella che Churchill descrisse nel 1946 come la “cortina di ferro” “da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico” dalla parte occidentale dell’est Europa Il mondo è letteralmente spinto alla porta della Russia. La potenza europea e la base geografica su cui fa affidamento stanno per tornare allo schema di “Versailles” prima della seconda guerra mondiale La configurazione geopolitica della “Piccola Europa” (cioè l’Europa occidentale) progettata da Roosevelt e Marshall per comprimere l’Europa è cambiata. Si può dire che quando il “sistema Washington” non è apparso in Estremo Oriente, in Europa è emerso un nuovo “sistema Versailles”. L’esito dell’incidente ucraino è senza dubbio un colpo al centro del processo di unificazione che sta per concludersi in Europa. Questa è davvero una buona notizia per gli Stati Uniti e persino per il Regno Unito. Mao Zedong sembra aver affrontato questo problema per molto tempo. Il 21 settembre 1975, quando Mao Zedong parlò della minaccia dell’Unione Sovietica all’Europa, disse all’ex primo ministro britannico Heath in visita: “Cosa accadrà agli americani? Proteggeranno l’Europa? Sono scettico. Lo farà corri, corri indietro, non interferire e poi torna.”[21] Questa caratteristica della diplomazia americana sottolineata da Mao Zedong 40 anni fa si applica ancora oggi all’Europa, e vale anche per la severità di oggi sulla questione delle Isole Diaoyu. Giappone ; se leggi la lettera del 22 giugno 1953 del Segretario di Stato americano Dulles a Syngman Rhee sull’armistizio coreano[22], saprai che gli americani non verseranno più sangue per i loro alleati.

Già nel 1919, subito dopo la fine della prima guerra mondiale, Mackinder pubblicò l’opuscolo “The Geographical Pivot of History”, indicando il percorso dell’Unione Sovietica da cui sarebbe dipesa l’ascesa degli Stati Uniti. Disse: ” Gli Stati Uniti sono recentemente diventati una potenza orientale, e non direttamente, ma attraverso la Russia per influenzare gli equilibri di potere in Europa” [23]. Non so se fosse per tale saggezza.Il 25 aprile 2014, Obama ha detto in una conferenza stampa in Corea del Sud: “Se il presidente Putin annega, ovviamente lo salverò”. connessione” con il popolo russo. ha chiesto se il presidente Barack Obama lo avrebbe salvato se fosse annegato. Putin ha risposto: “Obama è un uomo abbastanza onesto e coraggioso, e sicuramente lo farà”.[24] Se questo dialogo deve essere inteso come una metafora dell’interdipendenza delle due parti nella geopolitica, allora non si può negare che Il presidente Obama ha Con la saggezza di Roosevelt e Stalin costruire insieme il “sistema Yalta” che ha travolto l’Europa. Se è così, quello che manca a Obama è lo staff quasi impossibile “alla Marshall” e il potere che è potente come Roosevelt, cioè indipendente dal capitale monopolistico di Wall Street[25]; se è così, è probabile che il presidente Obama stia aspettando per Nixon—— Mao Zedong ha detto che Nixon si è dimesso perché “ha offeso il conglomerato orientale”[26] – uno scherzo del destino.

Obama è nato nel momento sbagliato: gli Stati Uniti di oggi si sono alienati da un Paese che fa affidamento sulla produzione fisica a un Paese parassitario del “petrodollaro”, e la sua diplomazia punta a garantire che gli acquisti internazionali di petrolio siano regolati in dollari. Per quei paesi che non sono disposti a saldare il loro petrolio in dollari e altre valute, gli Stati Uniti non esiteranno a usare mezzi militari per punirli. In questo momento, la “produzione americana” non si basa più sul lavoro nazionale ma su guerre straniere e la “produzione americana” non si basa più sui prodotti di sussistenza delle persone, ma su dollari USA e vari titoli. Gli Stati Uniti in questo momento sono degenerati dagli Stati Uniti di Washington agli Stati Uniti di Wall Street. Wall Street rende le persone più lontane dal lavoro e più vicine al campo di battaglia; poiché la capitale internazionale di Wall Street, piuttosto che gli interessi della nazione americana, combattere in tutto il mondo è diventato il “modo di produzione” della nazione americana e il “modalità di sopravvivenza” del popolo americano. La Casa Bianca di oggi non ha più poteri fiscali e finanziari indipendenti, per non parlare del sostegno economico statale.La Casa Bianca è stata a lungo rapita dal “complesso militare-industriale” di cui Eisenhower metteva in guardia, ovvero il capitale monopolistico di Wall Street, ed è diventata una vassallo di Wall Street. Se il Roosevelt di ieri è nato con lo splendore di “fare insieme il mondo e la terra”, allora Obama non poteva che affrontare il dolore di “fare eroi e non essere liberi”.

Il compagno Mao Zedong se ne accorse presto. Nel 1965, il giornalista americano Edgar Snow disse alla fine della sua conversazione con Mao Zedong: “Spero che il presidente dica qualche parola al popolo americano. Il popolo americano ha una buona impressione della Cina Mao Zedong rispose bruscamente: “Il popolo americano ha bisogno di essere liberato di nuovo, sono affari loro. Non liberato dal dominio britannico, ma liberato dal dominio del capitale monopolistico.” [27] 8 maggio 1960, Mao Zedong Ricorda agli amici latinoamericani: “I paesi occidentali e gli Stati Uniti sono due dei nostri gruppi. Amici, il che è giusto, vediamo in futuro! Un giorno, il popolo americano non apprezzerà il sistema imperialista”.[28] Ora più che mezzo secolo In passato, il popolo americano ha espresso la propria insoddisfazione per il “sistema imperialista” americano attraverso l’operazione “Occupy Wall Street”, e il compito della “ri-liberazione” è diventato più urgente che mai per il popolo americano.

Roosevelt morì nel febbraio 1945. Il 15 aprile 1945, Stalin disse all’ambasciatore statunitense in Unione Sovietica, Harriman: “Vorrei affidare la mia vita al generale Marshall”. gli Stati Uniti. Stalin fu deluso nel vedere gli Stati Uniti deviare sempre più dalla politica dell’Unione Sovietica di Roosevelt. Il 23 dicembre di quell’anno, Stalin ricevette il Segretario di Stato americano Berners, e dopo aver ascoltato la loquace e inutile difesa della politica statunitense nei confronti della Cina da parte del nuovo Segretario di Stato, sospirò: “Marshall è uno dei pochi politici che sono entrambi politici Un altro soldato.”[30] Stalin capì che cedendo l’Europa orientale all’Unione Sovietica e con l’Unione Sovietica in un “Accordo segreto di Yalta” per dividere la Cina in due lungo il nord e il sud della Grande Muraglia – era dovuto a La marcia di Mao Zedong attraverso il fiume del 1949. Fu la grande strategia che Marshall persuase Roosevelt a formulare per gli Stati Uniti, fu questa strategia che permise agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica di avere l’egemonia del co-governo postbellico di il mondo.

2. “Prendi il sesamo e lancia l’anguria”: diplomazia americana dell’estremo oriente senza filosofia

L’istituzione del nuovo sistema di Versailles ora significa la disintegrazione finale del sistema di Yalta in Europa ieri. Va però precisato che il sistema di Yalta non si è disintegrato in Estremo Oriente, e il suo simbolo è che Taiwan appartiene alla Cina; le quattro isole settentrionali sono ancora in mano alla Russia; Okinawa, Guam e alcune isole del Pacifico sono controllato dagli Stati Uniti o appartiene agli Stati Uniti. Tutti questi mostrano che il sistema di Yalta è ancora intatto in Estremo Oriente. Lo status giuridico di Taiwan appartenente alla Cina è stato stabilito dal sistema di Yalta. Se il sistema di Yalta nell’Estremo Oriente si “disintegrasse” davvero, come dicono alcuni, allora lo status giuridico di Taiwan e persino di alcune isole nell’Oceano Pacifico degli Stati Uniti e della Russia saranno scosse a favore dell’ala destra giapponese. Ieri la Germania, paese sconfitto in Europa, si è dichiarata colpevole ed è stata accettata dagli europei, mentre il Giappone, paese sconfitto in Estremo Oriente, non si è pentito sotto il sistema di Yalta. Ciò dimostra che la pace di Yalta nell’Estremo Oriente è ancora minacciata dai fascisti giapponesi e che la “Guerra del Pacifico” contro il Giappone da parte dei paesi e delle persone del Pacifico non è finita. La Cina e gli Stati Uniti hanno delle contraddizioni, ma le loro contraddizioni con il Giappone sono fondamentali.

Quando il sistema di Versailles fu formato all’inizio del XX secolo, esisteva anche un “sistema di Washington” nell’Estremo Oriente, che a quel tempo era chiamato “sistema di Versailles-Washington”. Quando Germania, Italia e Giappone provocarono la seconda guerra mondiale e la sua sconfitta, il sistema Versailles-Washington dominato dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti si trasformò nel sistema di Yalta dominato dall’Unione Sovietica e dagli Stati Uniti. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il nuovo sistema europeo di Versailles ha sostituito il sistema di Yalta istituito nel 1945. Da allora, gli Stati Uniti iniziarono a “spostarsi verso est”, cercando di costruire fianco a fianco un nuovo “sistema Versailles-Washington” in Estremo Oriente ed Europa. I confini del nuovo sistema di Versailles in Europa sono stati determinati nell’incidente in Ucraina del 2014, ed è appena iniziato il tentativo di stabilire il “sistema di Washington” in Estremo Oriente, e il suo successo o fallimento è ancora incerto: potrebbe essere il Sistema di Washington, potrebbe essere il sistema cinese, o potrebbe esserci un sistema parallelo Cina-Washington. Questo dipende non solo dal fatto che i cinesi siano coraggiosi e bravi a combattere, ma anche se c’è una filosofia nel gioco tra Cina e Stati Uniti. Il risultato di vincere tutto di solito è perdere tutto.Questo era il caso dell’antica Roma, il Regno Unito, l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti oggi non fanno eccezione. Il mondo è molto grande, e anche l’Oceano Pacifico è molto grande.Il miglior risultato nell’interesse della Cina non è di goderselo da solo, ma di “lasciare una parte all’Europa, una parte alla bellezza e una parte all’Est. In un mondo pacifico, il mondo intero è ugualmente caldo e freddo».[31]

Ora che Putin ha bloccato l’espansione della NATO verso est con la forza in occidente, gli occhi degli occidentali hanno iniziato a concentrarsi sulla Cina e sicuramente chiederanno e avranno bisogno della risposta pratica della Cina: qual è la linea di fondo della Cina? Per la Cina, l’errore più grande che fanno gli occidentali è la frivolezza. Sulla questione di Taiwan, le osservazioni di Brzezinski sono state irriverenti quanto quelle di MacArthur a Truman sull’isola di Wake[32], e anche il tono era molto simile. Ha detto:

Se Taiwan non è stata in grado di proteggersi in quel momento, gli Stati Uniti non devono fare nulla militarmente. In altre parole, gli USA dovranno intervenire. Ma questo non è per una Taiwan separata, ma per gli interessi geopolitici dell’America nell’Asia-Pacifico. Questa è una distinzione importante. [33]

Gli Stati Uniti hanno chiaramente perso punti nel gioco sino-americano. Proprio come le conseguenze fatali dell’Unione Sovietica dopo che Krusciov aveva spinto la Cina dalla parte degli Stati Uniti, gli errori sovversivi della diplomazia americana negli ultimi anni sono stati quelli di spingere la Cina dalla parte della Russia. Bush, Hillary e Shinzo Abe sono simili, conoscono solo parole vuote ma nessuna filosofia strategica. I politici americani più maturi sono Kissinger e Powell. Dov’è il vero fallimento dell’America? Non si tratta di quanto profitto economico prende dalla Cina – questo è un piccolo debito di sesamo, ma perché inganna troppo le persone e quindi spinge la Cina verso la Russia – questo è il quadro generale. Senza la stabilità del confine sino-russo, il successo della Russia in Crimea questa volta è inimmaginabile.

Un Paese che storicamente ha combattuto contemporaneamente contro due grandi potenze perderà senza dubbio, perché nessuno ha così tante risorse. Napoleone ha combattuto la Gran Bretagna e ha combattuto molto agevolmente. Nel 1812, ha combattuto la Russia, e fu sconfitto tre anni dopo. Hitler ha combattuto contro la Gran Bretagna e la Francia in Europa, ma nel giugno 1941 è andato di nuovo in guerra con la Russia, e ha perso più di tre anni dopo. Il Giappone combatté contro la Cina. Era già molto difficile, ma alla fine del 1941 andò a combattere gli Stati Uniti. Di conseguenza, Cina e Stati Uniti si unirono e il Giappone fu sconfitto in più di tre anni . Dove hanno perso gli Stati Uniti nella guerra di Corea? La sconfitta fu contro l’Unione sino-sovietica: dopo più di tre anni di lavoro e spedizione, gli Stati Uniti non persero la faccia. Nel periodo più difficile per la Cina negli anni ’60 e ’70, gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica e la Cina si opposero e l’Unione Sovietica fu ancora più pressante. Quella fu la vera “era dei tre regni”. Che fosse la Cina, l’Unione Sovietica o gli Stati Uniti, erano tutti nella difficile situazione di combattere su due fronti. Mao Zedong capì che la diplomazia nazionale non può mai essere contro due grandi potenze contemporaneamente, ma per operare richiede superbe capacità diplomatiche. Mao Zedong, attraverso la battaglia dell’isola di Zhenbao, girò leggermente le carte e consegnò gli Stati Uniti alla Cina. Non si conoscevano senza litigare. Gli americani ammiravano Mao Zedong. Nixon venne in Cina per parlare di filosofia con Mao Zedong sull’aereo. Il 6 gennaio 1972, parlando del lavoro per gli affari esteri con Zhou Enlai e Ye Jianying, Mao Zedong disse: “In realtà, questo comunicato[34] non includeva le questioni fondamentali. La questione fondamentale è che né gli Stati Uniti né la Cina possono combattere su entrambi i lati. Oralmente, va bene combattere su due, tre, quattro e cinque lati, ma in realtà è impossibile combattere su entrambi i lati. “[35] Dopo che Nixon se ne andò, il 24 luglio, Mao Zedong ancora una volta istruirono Zhou Enlai, Ji Pengfei, Qiao Guanhua, ecc.: “In due è la nostra politica che le superpotenze possono trarre vantaggio dalle contraddizioni. Due egemonie, dobbiamo sempre lottare per un’egemonia e non combattere da entrambe le parti. “ [36 ]

Il più grande fallimento della diplomazia americana nel nuovo secolo è stato quello di spingere la Cina verso la Russia: questa è stata “una delle grandi tragedie della storia” che Nixon ha cercato di prevenire.[37] La vicinanza di Cina e Russia ha messo gli Stati Uniti nel dilemma di combattere da entrambe le parti fin dai tempi di Kennedy. E gli imperi che sono stati coinvolti in guerre bilaterali nella storia non hanno mai fallito. Gli amici dell’America sono avversari imbattuti. Attualmente, Cina e Russia hanno stabilito una partnership strategica altamente affidabile, che è la garanzia più importante per la Cina di rimanere invincibile ed è ovviamente un prerequisito per il miglioramento delle relazioni sino-americane. Se usi la semplice formula “1-2=-1″ per valutare la politica estera statunitense nel nuovo secolo, non è difficile scoprire che gli americani che hanno perso negli anni la loro filosofia strategica hanno davvero raccolto semi di sesamo e cocomeri perduti: è in un sacco di Sotto il richiamo di piccoli profitti, la Cina è stata spinta in Russia inconsapevolmente, proprio come Breznev dell’Unione Sovietica ha spinto la Cina negli Stati Uniti con la sua volontà, e l’Unione Sovietica è stata costretta a dividere il risorse diplomatiche originariamente utilizzate per trattare con gli Stati Uniti. Le conseguenze sono naturali. È catastrofico.

Negli anni ’50, due americani avevano ingannato l’America fino al cesso. Uno è McCarthy e l’altro è Kennan. A quel tempo, McCarthy era impegnato nell'”estrema destra” negli Stati Uniti. Chiunque non avesse “anticomunismo” sarebbe stato arrestato. Se non fosse stato “anticomunista”, non avrebbe avuto un lavoro. Forzare gli Stati Uniti Afferma a quel tempo di “preferire la destra alla sinistra”, c’era una sola voce. In concomitanza con questo, Kennan progettò un enorme carro e un bersaglio per gli Stati Uniti, dicendo che avrebbero combattuto contro il comunismo. In questo modo, gli Stati Uniti sono stati ingannati su un carro di “contenimento del comunismo” e si sono precipitati verso un obiettivo al di là della sua portata, seguito dal fallimento della guerra di Corea e della guerra del Vietnam. Prima di Nixon, le capacità strategiche nazionali americane erano in grave declino. Il 1 febbraio 1973 Mao Zedong spiegò il dilemma causato dalla guerra bilaterale degli Stati Uniti e le ragioni per cui la Cina invitò Nixon a visitare la Cina durante i colloqui con i leader del Partito Laburista Vietnamita, Le Duc Thu e Nguyen Weizhen :

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, c’è un vecchio detto in Cina secondo cui “un verme dai cento piedi muore senza essere rigido”. A quel tempo, alcuni dei nostri amici non capivano perché abbiamo invitato Nixon a Pechino. Gli Stati Uniti sono in grande difficoltà e altri luoghi sono tesi: devono calmare la situazione a est prima di poter concentrare le proprie energie sul proprio Paese, l’Europa e il Mediterraneo. Ecco perché è andato a Pechino. Parlano di equilibrio ogni giorno, ma questo mondo è sbilanciato e il potere del mondo intero è sbilanciato. Ogni giorno parlo di partire con le forze, infatti voglio correre, il motivo per cui voglio correre è perché questo posto è davvero disagiato, è difficile stare qui, e altri posti sono nervosi. [38]

Dopo che gli Stati Uniti sono entrati nel 21° secolo, altre due persone, George W. Bush e Rice, hanno minato la politica di Nixon con la Cina, hanno usato “l’antiterrorismo” per tracciare una linea e hanno ingannato gli Stati Uniti facendogli lanciare una guerra inconcludente. Questa guerra in passato era chiamata “anticomunismo”, ma ora si chiama “antiterrorismo” e lo scopo è mantenere l’egemonia mondiale degli Stati Uniti. Bush Jr. era ancora più malvagio di McCarthy e ha creato molte “asce del male”. Dopo che Bush è salito al potere, si è appoggiato ai pugni per parlare, ma era tutto ammaccato. Durante l’era Obama, gli Stati Uniti hanno utilizzato lo “spostamento strategico verso est” per coprire e rimediare al fallimento in Medio Oriente. Per questo motivo, negli anni ’50 gli Stati Uniti hanno cercato di ripristinare l’accerchiamento di contenimento della Cina. cosa per l’Asia era l’indulgenza del militarismo giapponese. Il 24 aprile 2014, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiaramente espresso in Giappone di “accogliere favorevolmente e sostenere” la revoca da parte del Giappone del divieto di autodifesa collettiva nell’area sottostante [39]. In un momento in cui gli Stati Uniti sono in declino, cosa possono fare queste mosse diplomatiche se non stimolare un approfondimento del partenariato strategico sino-russo? Per quanto riguarda gli Stati Uniti, l’approccio di Cina e Russia farà declinare ulteriormente gli Stati Uniti nella formula “1-2=-1” compilata da sola, cos’altro può fare?

Nel 1972, Mao Zedong disse a Nixon che gli piaceva l’ala destra, perché l’ala destra americana Nixon nel 1972 capiva la filosofia e conosceva i confini dell’espansione del potere nazionale americano. La destra americana oggi è meno simpatica perché ha perso la sua filosofia. Chiunque abbia letto un po’ di storia saprà che anche quando gli Stati Uniti hanno raggiunto il loro picco di potere, non hanno formato un controllo effettivo sulla costa occidentale dell’Oceano Pacifico, ed è ancora più incredibile per un paese come la Cina estendere il suo predominio del mare sulla costa orientale dell’Oceano Pacifico.

Sulla questione dell’Estremo Oriente, il pensiero strategico statunitense di oggi sembra essere tornato all’idea di contenimento di Kennan, che equivale a un secondo disastro sia per la Cina che per gli Stati Uniti. La “politica di contenimento” di cui Kennan si rammaricò in seguito costrinse gli Stati Uniti al punto di non ritorno a contenere l’Unione Sovietica su scala globale. Di conseguenza, dopo il rovesciamento dell’Unione Sovietica e il rovesciamento del sistema di Yalta in Europa, l’Unione Europea ne trasse grandi benefici, mentre gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, i due paesi che usarono la seconda guerra mondiale per rovesciare l’egemonia mondiale europea, crollarono e declinarono successivamente. Gli strateghi americani di oggi dovrebbero ricomprendere il valore del pensiero diplomatico di Roosevelt e Marshall per gli Stati Uniti di oggi e riflettere profondamente sulla diplomazia americana dopo Nixon.

Il 4 febbraio 1945, alla Conferenza di Yalta, Churchill chiese a Stalin “cosa ne pensi di Hitler come stratega”, e Stalin rispose che “Hitler come stratega ha un nome falso” [40]. La trasformazione da parte di Stalin della percezione di Hitler potrebbe essere avvenuta il 22 giugno 1941. In precedenza, Stalin sopravvalutava Hitler: dal punto di vista di uno stratega, Stalin non si aspettava che Hitler avrebbe dichiarato nuovamente guerra all’Unione Sovietica se non avesse vinto la Gran Bretagna. Quando Stalin vide Hitler invadere l’Unione Sovietica e quindi mettersi in pericolo di combattere da entrambe le parti, lo status di Hitler come “stratega” agli occhi di Stalin scomparve, la sconfitta di Hitler e il ruolo di pagliaccio politico nella mente di Stalin. Ecco come è stato creato. Da quando gli Stati Uniti hanno conquistato l’Afghanistan all’inizio del 21° secolo, si sono precipitati in Iraq senza fermarsi, per poi rivolgersi alla Cina dopo la sconfitta dell’Iraq, che ancora una volta mette gli Stati Uniti in pericolo di farsi nemici da entrambe le parti. Da ciò possiamo anche dire che gli strateghi americani di oggi sono “già vani”.

Mao Zedong aveva visto attraverso gli Stati Uniti. Il 20 maggio 1970, Mao Zedong ha rilasciato una dichiarazione in cui si diceva: “L’imperialismo statunitense sembra un gigante, ma in realtà è una tigre di carta e sta lottando fino alla morte”. il giudizio è arrivato dopo l’incidente in Ucraina nel 2014 È stato nuovamente verificato nel concorso USA-Russia.

3. L’incidente in Ucraina è un avvertimento per la Cina

Bismarck ha scritto nelle sue memorie: “L’opinione pubblica di solito può capire gli errori commessi in politica estera solo guardando indietro a un’intera generazione della storia umana, e Achivi qui plectuntur (il greco che meritava una punizione) non aveva sempre torto. Immediati contemporanei. Il compito della politica è prevedere il più accuratamente possibile ciò che gli altri faranno in una data situazione. Questa capacità di preveggenza è raramente innata a tal punto da non richiedere una notevole esperienza pratica e la conoscenza personale può svolgere un ruolo. “[84] Bismarck’s le parole furono indirizzate ai tedeschi sotto l’imperatore Guglielmo II, ma potrebbero essere più significative per i cinesi cento anni dopo. [42]

L’impatto dell’incidente in Ucraina è globale e alcune delle lezioni seguenti hanno un significato cautelativo per la Cina.

In primo luogo, è giusto usare il potere della dittatura democratica popolare per consolidare il potere politico popolare. Alcune persone hanno dei dubbi su questo, dicendo che finché la legge sarà rigorosamente seguita, tutti i problemi saranno risolti senza intoppi. Ma la crisi ucraina che ha diviso il Paese nel 2014 è stata la conseguenza dell’unilaterale “agire rigorosamente secondo la legge” di Yanukovich[43]. Sappiamo che il diritto è composto da diritto naturale e diritto scritto, e il diritto naturale è la manifestazione della meccanica piuttosto che della giurisprudenza. . I colpi di scena degli eventi in Ucraina nel 2014 sono una prova meccanica della lotta di classe. Mao Zedong lo mise in modo eloquente:

Lotta di classe, alcune classi hanno vinto, alcune classi sono state eliminate, questa è storia, questa è la storia della civiltà da migliaia di anni. Prendere questo punto di vista per spiegare la storia è chiamato materialismo storico, e l’opposto di questo punto di vista è idealismo storico. [44]

Solo dopo che è stato determinato l’esito della lotta di classe – da cui è formato il diritto naturale – può sorgere il “diritto positivo” o il “diritto statutario”. Quando la borghesia ascese, riconobbe ancora il valore naturale della violenza, cioè la dittatura, superiore alla legge. Copre i principi della violenza nel diritto naturale, sebbene tratti le rivolte sindacali (come vari movimenti di Occupy Wall Street) senza pietà , riducendo il diritto naturale ad astrarre “giustizia”, ​​”procedura”, “ragione”, ecc. Per rovesciare il paese in cui il proletariato ha già vinto, hanno sovvertito la dittatura sostituendo silenziosamente il contenuto della dittatura con il legge, usando la legge per vincolare la costituzione, e usando i risultati della lotta proletaria nella costituzione come “difficili da fare per dieci anni”. Generali, non dovete fallire per un giorno”. serie di leggi specifiche, che hanno fatto dimenticare gli attributi di classe del potere statale nell’interpretazione delle diverse leggi e delle loro controversie, e alla fine hanno raggiunto l’obiettivo di cambiare gli attributi proletari del paese. A tal fine Lenin proponeva il concetto di “coscienza giuridica della classe operaia”[46], che è strettamente integrato con la “dittatura del proletariato”. Nel 1906, Lenin sottolineava:

Una dittatura è un regime illimitato che si basa sulla forza piuttosto che sulla legge. [47]

Nel 1918 Lenin insistette ancora e sviluppò ulteriormente questo punto di vista, affermando:

Una dittatura è un regime che si basa direttamente sulla violenza e non è vincolato da alcuna legge. La dittatura rivoluzionaria del proletariato è un potere politico che è ottenuto e mantenuto dal proletariato con mezzi violenti contro la borghesia, ed è un potere politico che non è vincolato da alcuna legge. [48]

Anche il punto di vista di Lenin è profondo oggi.Il motivo per cui il punto di vista di Lenin è odiato dai cosiddetti studiosi “liberali” è che mostra l’essenza del problema dello Stato in modo semplice, chiaro e nudo. Mao Zedong ha anche contestato direttamente il “diritto della borghesia”, proponendo la teoria secondo cui “la ribellione è giustificata” incorporando i principi rivoluzionari del diritto naturale nel diritto del proletariato (cioè, il “diritto della classe operaia” come Lenin lo chiamò)[49] . Se dimentichiamo la lotta di classe, la dittatura democratica popolare e «l’uso del potere della dittatura democratica popolare per consolidare il potere politico popolare, è una cosa giusta, e non c’è motivo di perderlo»[50]. Se è vero, allora abbiamo perso la coscienza giuridica della classe operaia e siamo vincolati dai diritti legali borghesi.Se questo è il caso, Gorbaciov sovietico e Yanukovich ucraino, che sono superstiziosi sull’onnipotenza dei diritti legali borghesi, sono una lezione dal passato. .

Non ci sono precedenti al mondo per un grande Paese che può essere riconosciuto solo dal cosiddetto “soft power”. Alcune persone dicono, non combattere con gli Stati Uniti, gli Stati Uniti sono il capo e combattere con il capo non avrà buoni risultati. Questo è sbagliato. Allora, gli Stati Uniti combatterono contro l’allora più grande, il Regno Unito: nel 1812, il Regno Unito attaccò gli Stati Uniti, solo per cacciare gli americani; poi gli Stati Uniti si allearono con l’Unione Sovietica attraverso due guerre mondiali, schiacciando l’egemonia europea sotto la guida del Regno Unito, e unì le forze con l’Europa per rovesciare l’egemonia sovietica, e alla fine conquistò lo status di dominio mondiale. Anche l’Unione Sovietica è uscita dalla sfida all’Europa.

Nell’odierno “Nuovo sistema di Versailles”, la Russia ha perso l’Europa orientale, che è anche il risultato dell’eccessiva pressione dell’Unione Sovietica su di loro; ora la potenza dell’Europa occidentale si è nuovamente estesa all’Europa orientale, costringendo l’Ucraina a sfidare direttamente la linea di fondo della Russia . Questo fa sì che i russi abbandonino il mito della “democrazia” promosso dall’Occidente, e non credano molto nel “soft power”, e utilizzino direttamente i carri armati per risolvere il problema. È interessante notare che dopo che i carri armati russi sono entrati in Crimea, anche i cosiddetti “democratici” di Hong Kong hanno cessato per un po’ di tempo. Hanno aperto gli occhi e hanno visto cosa si intende per “l’arma della critica non può sostituire la critica delle armi” [51]. Solo in questo momento hanno capito che la storia non può essere sovvertita dalle parole dei “pubblici funzionari”, e ieri hanno davvero pensato che tenere in mano alcuni “fiori di gelsomino” potesse smuovere il mondo.

Gli studiosi non dovrebbero parlare invano e ci sono macchie di sangue sulla testa [52]. In politica, soprattutto sul tema del potere politico, i discorsi vuoti sono inutili; di fronte alla continua avanzata dell’Occidente non c’è via di scampo; se non c’è il contrattacco, l’Occidente guadagnerà un centimetro. Al giorno d’oggi, molte persone sono superstiziose sull’effetto del soft power quanto Sai Jinhua.[53] Infatti, il risultato di un’eccessiva superstizione nel soft power è la mancanza o la rinuncia al potere. Molte persone pensano che la storia sia creata da entrambe le parti, come se l’economia si fosse sviluppata e la politica nazionale avesse raggiunto lo standard della “democrazia” occidentale, quindi può essere accettata dall’Occidente. Questo era ciò che pensavano Krusciov e poi Gorbaciov. Il 4 dicembre 1959, Mao Zedong disse alla riunione allargata dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese che Krusciov “non è uno statista esperto, non comprende molto bene il marxismo-leninismo e non segue i principi. . La sua cosmologia è il pragmatismo, che è una sorta di idealismo soggettivo estremo. Gli mancano regole e regolamenti, finché è benefico, cambia a seconda delle circostanze. È ossessionato da interessi temporanei e perde a lungo termine interessi.”[54]

Kissinger ha visto la connessione tra le due figure politiche, Krusciov e Gorbaciov. Ha detto: Egli (Krusciov) può essere considerato l’antenato di Gorbaciov nell’avvio del processo di riforma.; Non ha compreso l’impatto della riforma, ma la direzione della riforma glielo fece rimpiangere. Da questo punto di vista, possiamo anche dire che la caduta del comunismo iniziò con Krusciov. [55]

L’odierno presidente dell’Ucraina Yanukovich, che è stato espulso e non si è fatto vedere, è vittima di questi miti “democratici”: ha giocato con l’opposizione nella costituzione, pensando che rigorosamente secondo la legge risolverà tutti i problemi, e di conseguenza ha portato il caos e la pace nel paese disastro. Quando i carri armati russi sono entrati in Crimea, la “donna” ucraina che è uscita dal carcere non ha detto niente, ha visto che la politica era sanguinosa.

In effetti, il fulcro del conflitto tra l’Occidente ei paesi socialisti, compresa la Cina, non è il livello di produttività ma il sistema politico più competitivo della Cina. La Thatcher lo ha chiarito a Houston, negli Stati Uniti, nel 1991, quando ha detto:

L’Unione Sovietica era un paese che rappresentava una seria minaccia per il mondo occidentale. Non sto parlando di minacce militari. In sostanza, non vi è alcuna minaccia militare. Le nostre nazioni sono ben attrezzate, comprese le armi nucleari. Mi riferisco alla minaccia economica. Con l’aiuto dell’economia pianificata, combinata con incentivi spirituali e materiali unici, gli indicatori di sviluppo economico dell’Unione Sovietica sono molto alti. Il suo tasso di crescita del PIL era due volte più alto del nostro. Se prendiamo in considerazione le ricche risorse naturali dell’Unione Sovietica, e se gestite correttamente, è del tutto possibile che l’Unione Sovietica ci elimini dal mercato mondiale. Pertanto, abbiamo intrapreso azioni volte a indebolire l’economia sovietica e creare i suoi problemi interni. [56]

La nostra era non è ancora al di là dell’era della rivoluzione e della costruzione imperialista e socialista, e il comunismo è ancora l’obiettivo del movimento socialista cinese sotto la guida del Partito Comunista. Stalin disse: “Tutte le forze nel mondo possono essere eliminate, ma il potere delle” nazioni “non sarà eliminato”.[57] Pertanto, il nostro principale avversario non è la nazione anglosassone e le persone distribuite in Nord America e in Europa, ma il capitale monopolistico internazionale. La nostra missione storica è unire le persone e le nazioni oppresse del mondo, compresi i paesi britannici e americani, per rovesciare finalmente il capitale monopolistico internazionale e le sue forze imperialiste; e poiché il capitale monopolistico internazionale è contro le persone e le nazioni del mondo, la nostra causa Non in isolamento e sono possibili maggiori vittorie.

In secondo luogo, il commercio è anche una continuazione della politica. Dove c’è meno influenza politica, non può esserci un mercato sostenibile e redditizio. Dai cambiamenti politici in Iraq, Libia, Sudan, Thailandia e Ucraina, anche l’economia è una continuazione della politica. In effetti, i “grassi” economici non possono combattere le guerre. L’economia si è sviluppata, e se non hai forti capacità politiche e militari, allora tale “forza” può solo significare che sei gonfio. A quel tempo, il volume totale degli scambi tra il Giappone e gli Stati Uniti era di gran lunga superiore a quello della Cina prima della guerra del Pacifico, ma non avevamo molto volume di scambi con gli Stati Uniti. Alla fine, Giappone e Stati Uniti hanno combattuto, e la Cina e gli Stati Uniti divennero alleati. Come mostrato nella tabella seguente:

Fonte: Kong Huarun, tradotto da Zhang Jinger: “America’s Response to China”, Fudan University Press, 1989, p. 132

Infatti, non può esserci un mercato sostenibile e redditizio dove c’è meno influenza politica; senza una voce efficace, i contratti economici stipulati con loro non sono garantiti. Il commercio è condizionato dalla politica. Proprio come la verità al tavolo del mahjong, una vittoria fino alla fine è inimmaginabile per un paese debole. La Libia e il Sudan sono cambiati e il nostro popolo si è ritirato, ma sarà difficile tornare indietro e ripristinare il mercato perduto lì. Un Paese è come un bambino che cresce. Essere intelligenti non basta. Se non “combatti” non potrai andare d’accordo nella cerchia degli adulti. Non c’è niente nella storia in cui puoi fare affari senza i militari. Alla fine, il business è ancora determinato dai pugni. Marx diceva: «La violenza è la levatrice di ogni vecchia società che ne concepisce una nuova. La violenza stessa è una forza economica».[58]

A seguito delle precedenti turbolenze e fissione in Iraq, Libia e Sudan, l’Ucraina ha lanciato un primo avvertimento che la situazione commerciale[59] sarebbe stata ribaltata per i cinesi che sono attualmente nel bel mezzo di un trionfo del profitto in stile grande slam. Pensavamo che finché siamo in grado di fornire alla comunità internazionale beni pubblici di alta qualità ed economici, possiamo realizzare un profitto nel mondo e prendere un punto d’appoggio. Ora, ovviamente non è così; come si può fare soldi puramente economico, e deve essere seguito dalla politica. Il commercio è anche una continuazione della politica. La Libia, il Sudan di ieri e la Thailandia e l’Ucraina di oggi sono così, e il loro commercio è politicamente orientato.

Benedizioni, prendi un sorso di campo e non chiedere di più. La Cina non può riprendersi dal mondo gli interessi che non può digerire e le responsabilità internazionali che non può sopportare: un paese del genere soffrirà anche dei sintomi dei “tre massimi”. Il mercato veramente sostenibile della Cina è in Asia. Alcune persone sostengono l’internazionalizzazione del RMB, che sembra un po’ avventata. Gli interessi sono responsabilità e l’internazionalizzazione del RMB renderà internazionalizzate e globalizzate anche le responsabilità della Cina, che la Cina non può permettersi. La regionalizzazione del RMB è fattibile e, dove possono arrivare le nostre mani, i suoi profitti sono sostenibili.

Non possiamo essere superstiziosi sull’onnipotenza del mercato, pensando che finché l’economia migliora, finché c’è profitto nel commercio mondiale, tutto può essere risolto. In effetti, i profitti sono protetti dal potere – il più basilare dei quali è il potere militare – e c’è un limite alla crescita dei profitti al di là della portata del potere. Anche parlare di politica è una regola non detta del commercio mondiale. La guerra è una continuazione della politica, così come il commercio. L’economia è solo un mezzo per servire la politica. L’Occidente una volta ha cercato di utilizzare metodi economici come l’Organizzazione mondiale del commercio per limitare la Cina e costringerci a sottomettersi, ma non ha avuto successo; se questo fenomeno persiste, le persone potrebbero “cercare il pugnale della povertà” in futuro e forzarlo direttamente.

Alba a est e pioggia a ovest, il Tao è affettuoso ma spietato. Nell’incidente dell’Ucraina, il confine di potere tra Europa e Russia è stato risolto, quindi il modello dell’Estremo Oriente è ancora incerto. Al momento, è più in linea con gli interessi strategici di Cina e Russia cercare di mantenere gli Stati Uniti, che hanno dissenso dal sistema di pace di Yalta del dopoguerra, nel sistema di Yalta stabilito congiuntamente da Cina, Russia e Stati Uniti e stabilizzato l’Estremo Oriente per più di mezzo secolo. Se ciò non è possibile, oltre al sistema europeo della Nuova Versailles, puntare per “una parte degli Stati Uniti, una parte della Cina orientale”[60] nell’Estremo Oriente, cioè il sistema cinese che è parallelo al sistema di Washington, dovrebbe anche essere un record necessario per noi. .

Terzo, determinare i confini di sicurezza della Cina in difesa limitata. Se la Cina vuole crescere e raggiungere una scala moderatamente prospera, deve disporre di uno spazio di sicurezza corrispondente. Un’espansione eccessiva non è sicura, ma senza un proprio spazio minimo e il confine di sicurezza più elementare[61], anche la Cina non è sicura.

Quindi, per una Cina in ascesa, quale dovrebbe essere il suo confine di sicurezza più elementare? Dovrebbe trovarsi al confine orientale di Taiwan, cioè a circa 123° di longitudine est. Questo non solo perché l’intera economia costiera orientale formata dalla riforma e dall’apertura della Cina è una “zona d’oro” che guida l’economia nazionale, ma anche perché questa zona è strettamente correlata a tutti i principali punti caldi di conflitto nel Mar Cinese Orientale, tra cui ” Indipendenza di Taiwan”. C’è di per sé un rischio enorme. Ad esempio, i centri di gravità economici della Cina come Shanghai, Zhejiang e Jiangsu, così come il ponte sulla baia di Hangzhou di recente costruzione, sono così vicini ai punti caldi del Mar Cinese Orientale che le nostre forze militari terrestri da sole non possono completare loro compiti di sicurezza. Tecnicamente parlando, sebbene disponiamo di una notevole potenza marittima strategica, senza l’unificazione dello Stretto di Taiwan, la Cina non può entrare liberamente, per non parlare del controllo, nelle acque profonde dell’Oceano Pacifico. Attualmente nelle acque orientali effettivamente controllate dalla Cina, in particolare il Mar Giallo, la profondità e l’ampiezza sono molto limitate.[62] Se non c’è mare profondo, l’efficacia del nostro potere strategico marittimo e il corrispondente controllo marittimo necessario per lo sviluppo della modernizzazione della Cina ne risentiranno notevolmente i limiti. Pertanto, non importa in termini di economia o politica, o in termini di sovranità o potenza marittima, la questione di Taiwan è diventata il più importante fattore di collo di bottiglia nell’avanzamento cinese del controllo marittimo verso le profondità marine. In altre parole, se il confine di sicurezza della Cina contemporanea non può essere spinto fino al confine orientale di Taiwan, la Cina non può nemmeno essere definita un paese del Pacifico, quindi l’obiettivo della Cina di realizzare una società moderatamente prospera a tutto tondo non può essere raggiunto, e anche se raggiunge i suoi risultati, non può essere garantito.

Bene, dopo tutto, siamo un paese socialista e determiniamo i nostri confini di sicurezza non solo sulla base dei nostri interessi come i paesi egemoni, ma su una serie di principi legali stabiliti dopo la guerra da Yalta, Potsdam e altre conferenze. La riunificazione cinese dello Stretto di Taiwan è un diritto concesso dal sistema giuridico di Yalta al paese vittorioso, la Cina, e ora questo diritto è solo sulla carta.Sebbene siano passati più di 60 anni, in pratica il nostro diritto non trova piena applicazione. Pertanto, l’impostazione del confine di sicurezza cinese al confine orientale di Taiwan è conforme sia alle condizioni nazionali cinesi che al diritto internazionale.

Quindi, possiamo raggiungere un tale obiettivo? Certamente. Il motivo per cui Putin è stato in grado di spingere il suo confine di sicurezza al confine meridionale della Crimea nell’incidente dell’Ucraina e la NATO non ha potuto fare nulla è perché il potere della NATO è irraggiungibile lì e non tocca gli interessi fondamentali della NATO: i suoi interessi principali sono nel Mediterraneo. Ma per la Russia, la Crimea è il suo interesse principale e l’interesse principale può utilizzare mezzi illimitati. Se i ricchi incontrano i morti, non c’è suspense di vincere o perdere. Ora la riunificazione dello Stretto di Taiwan è l’interesse principale della Cina e l’interesse principale può utilizzare mezzi illimitati. Inoltre, Taiwan è vicina alla Cina continentale: alcune risorse cinesi continuano ad essere investite e alcune hanno tempo per aspettare il lavoro, mentre gli Stati Uniti devono lavorare lontano per Taiwan. Per gli Stati Uniti, la regione di Taiwan è solo un “bambino virtuale” utilizzato per controllare il Giappone e la Russia a nord e la Cina a ovest. Trattandosi di un “bambino virtuale”, gli Stati Uniti non faranno del loro meglio. Pertanto, è possibile per la Cina stabilire il proprio confine di sicurezza sul confine orientale di Taiwan.

Se la Cina raggiunge il suo obiettivo di riunificare lo Stretto di Taiwan, il più grande pericolo per la Cina è un avanzamento avventato. L’esperienza storica ci dice che l’influenza dell’antica Cina è stata nell’Asia orientale per molto tempo, irradiandosi in Asia, e non importa quanto sia lontana, non sarà in grado di spostarsi. Pertanto, la strategia di Mao Zedong per l’ascesa della Cina è “non cercare l’egemonia”, e l’obiettivo di Deng Xiaoping per noi è un paese benestante. “Xiaokang” è in realtà un’altra espressione del concetto di “paesi moderatamente sviluppati”. I compagni Mao Zedong e Deng Xiaoping hanno avanzato questi concetti non solo per umiltà, ma contengono anche la saggezza dell’Oriente secondo cui “è difficile sostenere la dinastia Tang con una mano, e persino la città sostiene ancora le montagne e i fiumi di Jin “[63]. L’esperienza storica ci dice che l’ascesa delle grandi potenze nasce dal conservatorismo regionale e scompare dall’espansione globale. Tutta la diplomazia dei principali paesi che può svilupparsi in modo sostenibile è conservatrice e, se si espande troppo, inevitabilmente diminuirà. L’antico Impero Romano, l’Impero Britannico, l’Impero Sovietico e l’Impero Americano di oggi declinarono tutti a causa della sovraespansione. Mao Zedong lo capì chiaramente: il 4 marzo 1959, quando incontrò Jackson, Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista d’America, prese gli Stati Uniti come esempio per analizzare:

L’imperialismo statunitense sembra essere forte, ma in realtà è il più forte tra gli imperialisti, ma è anche debole. Le sue truppe sono sparse molto scarsamente, deve presidiare truppe in Europa e anche in Asia, è così disperso che è ovunque, e il risultato è che non va bene ovunque. In termini di aspetti militari, politici ed economici, gli Stati Uniti si sono espansi notevolmente. Più si espande, più si diffonde e più le persone si oppongono, così che le cose andranno contro la sua volontà. Gli Stati Uniti sono come una persona che tiene un mucchio di uova con entrambe le mani: il mucchio di uova è pieno, ma non può muoversi e le uova cadranno quando si muove un po’. [64]

Il 10 dicembre 1972, Mao Zedong avvertì l’intero partito con un’istruzione: “Scava buche profonde, immagazzina ampiamente il grano e non cercare l’egemonia”.[65] Mao Zedong intendeva avvertire la Cina di non ripetere gli obiettivi nazionali in stile statunitense e le risorse nazionali in futuro Disaccoppiamenti che portano al declino del Paese. I problemi visti da Mao Zedong vanno presi sul serio per la Cina, che si sta muovendo verso il centro del mondo, e vanno presi come un monito, per non ripetere la vecchia strada dell’imperialismo. La Cina dovrebbe scegliere una politica di attenersi e operare in Asia per molto tempo e di usare la nostra influenza per infettare il mondo. In questo modo, la nostra forza nazionale non verrà superata; se la nostra forza nazionale non verrà superata, il tempo è dalla nostra parte e solo i paesi con il tempo possono avere un futuro luminoso.

【Appunti】

[1] Alla fine del 1917, nell’Ucraina orientale fu istituito un regime sovietico socialista e fu istituita la Repubblica socialista sovietica ucraina. Durante il periodo dell’intervento armato straniero dal 1918 al 1920, l’Ucraina occidentale (Galizia orientale e Warren occidentale) fu occupata dalla Polonia. Nel 1922, quando fu fondata l’Unione Sovietica, l’Ucraina orientale si unì all’Unione e divenne uno degli stati fondatori dell’Unione Sovietica. Secondo il Trattato di Riga firmato tra la Polonia e l’Unione Sovietica, l’Ucraina occidentale divenne territorio polacco.Nel novembre 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale, la Polonia fu divisa e occupata e l’Ucraina occidentale fu fusa con la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.

[2] Il “Piano Dawes” era un piano degli Alleati per smaltire le riparazioni della Germania dopo la prima guerra mondiale.

[3] La “Convenzione di Locarno”, il termine generale per gli otto documenti adottati dai rappresentanti dei sette paesi di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Belgio, Repubblica Ceca e Polonia tenutisi a Locarno, in Svizzera, il 16 ottobre 1925. Lo scopo di questa convenzione è confermare i confini territoriali postbellici tra le potenze dell’Europa occidentale in Europa dopo la prima guerra mondiale e i paesi emergenti dell’Europa centrale e orientale e ripristinare i normali rapporti con la Germania sconfitta.

[4] Procuste (Procuste, anche tradotto, Proclustes), un ladro nella mitologia greca. Ha aperto negozi neri e derubato i viaggiatori di passaggio. C’era un letto di ferro nel magazzino, quando i passeggeri restavano, accorciava quelli alti e allungava quelli corti in modo che i loro corpi fossero della stessa lunghezza del letto di ferro, uccidendo così i passeggeri.

[5] “The Political Report of the Central Committee” di Stalin al 14° Congresso del Partito Comunista Cinese (18 dicembre 1925), “The Complete Works of Stalin”, Vol. 7, People’s Publishing House, edizione 1958, pp. 225-227.

[6] Compilato dall’Ufficio di ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949~1976)”, Volume 6, Central Literature Publishing House, 2013 Edition, pp. 503-504.

[7] “Churchill rimase a Mosca per otto giorni. Stese una mappa della sfera di influenza e la consegnò a Stalin. Divise la sfera di influenza per percentuali, ad esempio, la Gran Bretagna potrebbe ottenere il 90 per cento della Grecia e il L’Unione Sovietica potrebbe ottenere il 90 per cento, il 90% della Romania e il 70% della Bulgaria, per quanto riguarda Ungheria e Jugoslavia, la divisione è 55. Stalin acconsentì immediatamente senza dire una parola, ma Molotov perseguì e negoziò con Aiden, indebolendo gli inglesi La percentuale di l’Unione Sovietica in ogni paese dell’Europa orientale ha un leggero vantaggio, ad eccezione dell’Ungheria.” Vedi: [America] Henry Kissinger, tradotto da Gu Shuxin e Lin Tiangui: “Grand Diplomacy”, Hainan Publishing House, 1998 Annual Edition, pagina 367. Inoltre, per informazioni su questo aspetto, fare riferimento a Wang Shengzu et al.: “History of International Relations”, Volume 6 (1939~1945), World Knowledge Publishing House, edizione 1995, pp. 332~333.

[8] Questo materiale scritto a mano e fotocopiato è selezionato da [russo] O. A. Lereshevsky, tradotto da Wang Zhongxuan, Qi Zhong e Gao Chunxing: “Stalin and Churchill (1941~1945)”, Oriental Publishing House, edizione 2006, p. 482.

[9] “Records of the talks between Stalin and Roosevelt” (28 novembre 1943), a cura di Shen Zhihua: “Selected Soviet Historical Archives”, Vol. 17, Social Science Literature Publishing House, edizione 2002, pp. 402-403 Fei Qiu Yev, tradotto da Wang Nanzhi e altri: “140 Conversations with Molotov”, Xinhua Publishing House, edizione 1992, pp. 25-26.

[10] Fei Chuyev, tradotto da Wang Nanzhi, ecc.: “140 Conversations with Molotov”, Xinhua Publishing House, edizione 1992, pp. 25-26.

[11] [Sud] Milovan • Geras, tradotto da Zhao Xun e Lin Ying: “Conversation with Stalin”, Jilin People’s Publishing House, edizione 1983, p. 146.

[12] Il 5 marzo 1946 Churchill pronunciò il famoso “Discorso sulla cortina di ferro” a Fulton, USA, che aprì ufficialmente il preludio alla Guerra Fredda contro l’Unione Sovietica e i paesi socialisti. Churchill: From Szczecin on the Baltic Sea to Trieste on the Adriatic Sea (1946), a cura di J. Ejer, tradotto da Zhao Yifan e Guo Xueliang: Words That Make America Great), Hainan Publishing House, edizione 2003, p. 635.

[13] [Stati Uniti] Kong Huarun, redattore capo, tradotto da Wang Chen, ecc.: “Cambridge History of American Foreign Relations” (Parte 2), Xinhua Publishing House, edizione 2004, pp. 438~439.

[14] Zbigniew Brzezinski, tradotto dal China Institute of International Studies: “The Great Chess Game ─ The Primacy of the United States and Its Geostrategy”, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1998, p. 156.

[15] [America] Zbigniew Brzezinski (Zbigniew Brzezinski), tradotto dal China Institute of International Studies: “The Great Chess Game – The Status of the United States and Its Geostrategy”, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1998, p. 154. .

[16] [America] Zbigniew Brzezinski, “The Great Chess Game: The Primacy of America and Its Geostrategy”, tradotto da China Institute of International Studies, Shanghai People’s Publishing House, 1998, p. 154.

[17] Il 31 gennaio 1939, il presidente degli Stati Uniti Roosevelt parlò alla riunione di consultazione del Comitato per i servizi armati del Senato degli Stati Uniti sulla posizione degli Stati Uniti sulla guerra in Europa. Ha detto ai colleghi: “Nell’Atlantico, la nostra prima linea di difesa è la continua esistenza di un gran numero di paesi – continuano ad esistere in modo indipendente. Ora, cosa sono queste, ricorda queste parole, con continua indipendenza Questa connotazione” continua ad esistere indipendente”. L’indipendenza di un paese significa “indipendenza” e non significa “governo” di un altro paese militarmente o economicamente.” Roosevelt calcolò quindi che attualmente ci sono più di due dozzine di paesi indipendenti in Europa e disse: “Ma se il potere militare di Germania e Italia viene mantenuto, e i passi di successo comuni o separati di Hitler e Mussolini continuano, non saranno in grado di Possono essere indipendenti. Perderanno la loro indipendenza”. Fare riferimento a “Verbale della consultazione tra il presidente degli Stati Uniti Roosevelt e il Comitato per i servizi armati del Senato degli Stati Uniti” (31 gennaio 1939), a cura di Li Julian e Wang Side: “Una raccolta di documenti storici sull’origine della seconda guerra mondiale (1937.7- 1939.8)”, East China Normal University Publishing House, edizione 1985, pp. 447-450. )

[18] Cfr. Zhang Wenmu: “Strategia di sicurezza nazionale cinese da una prospettiva globale, sezione 5”, Vol. 2, Casa editrice del popolo di Shandong, 2010, pp. 421-630.

[19] “La Merkel presentò a Xi Jinping una mappa della Cina disegnata nel 1735”, Chinanews.com, http://bbs.chinanews.com/web/mil/65/2014/0331/75602.shtml. Tempo di atterraggio: 27 aprile 2014.

[20] Zhuge Liang: “Imparare dagli insegnanti”, tradotto da Que Xun e altri: “Gu Wen Guan Zhi” (Volume 1), Hunan People’s Publishing House, edizione 1982, p. 436.

[21] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 609.

[22] Nella lettera si legge: “Il principio della solidarietà non può essere raggiunto senza sacrificio. Nessuno può fare solo quello che vuole fare. I giovani in America non fanno quello che vogliono fare. Più di un milione di bambini americani se ne sono andati le loro famiglie, i loro cari e la causa della pace, nella lontana Corea del Nord. Il motivo per cui sono andati lì è che hai proposto il sacro principio della grande solidarietà del mondo libero per salvare il tuo paese da un grande disastro in un ora buia. Del milione di bambini americani che sono andati nel tuo paese, 2,4 Diecimila si sono sacrificati, 110.000 feriti. Abbiamo pagato decine di miliardi di dollari in denaro. Questo è stato parte del prezzo che abbiamo pagato per la nostra fedeltà ai tuoi principi di solidarietà. ” “Dulles to Syngman Rhee (giugno 1953) 22 aprile)”, a cura di Tao Wenzhao: “US Policy Documents on China 1949-1972” (Volume 1, Part 2), World Knowledge Publishing House, edizione 2003, p. 947.

[23] [Inglese] Ha Mackinder, tradotto da Lin Erwei e Chen Jiang: “The Geographical Hub of History”, Commercial Press, edizione 2007, p.69.

[24] Observer Network, “Obama dice di voler salvare Putin che sta annegando”, http://www.guancha.cn/Neighbors/2014_04_26_224692.shtml. Tempo di atterraggio: 27 aprile 2014.

[25] Per l’influenza dei consorzi di Wall Street sulla politica americana, fare riferimento a Zhang Wenmu, “American Political Structure and Foreign Policy”, in International Relations Research, No. 3, 2013.

[26] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito comunista cinese: The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976), Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 594.

[27] “Conversation with Snow” (9 gennaio 1965), “The Collected Works of Mao Zedong”, Volume 8, People’s Publishing House, edizione giugno 1999, pp. 411, 412.

[28] Compilato dall’Ufficio di ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 4, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 390.

[29] [America] W. Averil Harriman, Elie Abel, tradotto da Wu Shimin, ecc.: “The Memoirs of Harriman”, Oriental Press, 2007, p. 532.

[30] Citato da “Post-war World History Long Edition”, Volume 1, Volume 2, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1976, p. 329.

[31] Nell’ottobre 1935, l’Armata Rossa attraversò le montagne Minshan, e la Lunga Marcia stava per vincere. Mao Zedong scrisse “Niannujiao Kunlun”: “Nato dal cielo, il Kunlun è pieno di primavera, e il mondo è piena di primavera. Tre milioni di draghi di giada sono volati in alto, rendendo il cielo freddo. In estate, i fiumi straripano e le persone possono essere pesci e tartarughe. Chi ha mai commentato i meriti e le colpe del passato? Ora chiamo Kunlun: Non essere così in alto, non essere così innevato. Un De appoggiato al cielo estrae una spada e ti taglia in tre pezzi? Una parte è lasciata all’Europa, una parte è data alla bellezza e l’altra parte è restituita a est. In un mondo pacifico, il mondo intero è ugualmente freddo e caldo.” Il 21 dicembre 1958, Mao Zedong commentò “Nian Nujiao Kunlun”: “Kunlun, il tema è Contrastare l’imperialismo non è altro. Cambia uno frase, per mantenere la Cina e tornare in Oriente. È sbagliato dimenticare i giapponesi. In questo modo, Gran Bretagna, Stati Uniti e Giappone sono tutti coinvolti. Altre spiegazioni non sono realistiche. “Si prega di fare riferimento al Central Literature Research Office of il Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1983-1949)” Vol. 1, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 476.

[32] Il 15 ottobre 1950, MacArthur e Truman ebbero una conversazione sull’isola di Wake che avrebbe determinato la sconfitta degli Stati Uniti in Corea del Nord. MacArthur disse al presidente che la ripresa della Corea del Nord avrebbe potuto iniziare solo dopo la fine dell’operazione militare. Credo che gli aiuti ufficiali a tutta la Corea del Nord e del Sud finiranno entro il Ringraziamento. La Corea del Nord ha poca resistenza – rimangono solo circa 15.000 persone – e quelle che non abbiamo eliminato saranno eliminate con l’inizio dell’inverno. Ora ci sono circa 60.000 prigionieri di guerra nei nostri campi improvvisati. Sfortunatamente, stanno perseguendo un obiettivo senza speranza in Corea del Nord. Hanno 100.000 persone addestrate come soldati supplementari, queste persone sono scarsamente addestrate, mal guidate e scarsamente equipaggiate, ma sono molto testarde e odio eliminarle. Stanno solo combattendo per salvare la faccia. Gli orientali preferirebbero morire piuttosto che perdere la faccia. Spero di portare l’Ottava Armata fuori dal Giappone entro Natale. Ciò si tradurrebbe in una quinta armata ricostituita composta dai contingenti 2a, 3a e delle Nazioni Unite. Spero che le Nazioni Unite possano organizzare le elezioni il primo giorno del nuovo anno. L’occupazione militare non ha prodotto nulla. Tutte le occupazioni sono fallimenti. (Il presidente annuisce.) Dopo le elezioni, spero di ritirare tutte le forze di occupazione. Vedi “Verbale della riunione di Wake Island del 15 ottobre 1950”, a cura di Tao Wenzhao: “US Policy Documents on China 1949~1972” (Volume 1, Part 2), World Knowledge Press, edizione 2003, pp. 487~500 .

[33] [America] Zbigniew Brzezinski, tradotto dal China Institute of International Studies: “The Great Chess Game: The Status of the United States and Its Geostrategy”, Shanghai People’s Publishing House, edizione 1998, pp. 245~246 Pagina. .

[34] Si riferisce al comunicato congiunto sino-americano in fase di stesura.

[35] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 422.

[36] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito comunista cinese: The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976), Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 441.

[37] Il 31 dicembre 1975, Mao Zedong ricevette una lettera dell’ex presidente degli Stati Uniti Nixon a sua figlia Julie, in cui diceva: “Se vogliamo portare la pace nel mondo, l’amicizia e la cooperazione sino-americane sono indispensabili. , anche se potremmo non essere d’accordo su alcune questioni. Sarebbe una delle grandi tragedie della storia se cambiassimo i nostri nemici, o se permettessimo la ricostruzione di un muro che ci aveva separato per così tanti anni. Pagare il prezzo finale per la guerra e la potenziale distruzione. Pertanto, in nessun caso dovremmo consentire a qualsiasi disaccordo su questioni importanti, ma in gran parte marginali, o sulle attività di un potenziale stato aggressore, di aprire il nostro Open it.” A cura dell’Ufficio di ricerca letteraria del Comitato centrale del Partito Comunista di Cina: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 631.

[38] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 467.

[39] “Obama dice: le Isole Diaoyu non tengono posizione sull’applicazione della sovranità del trattato di sicurezza tra Giappone e Stati Uniti”, Chinanews.com,

http://www.chinanews.com/gj/2014/04-24/6102309.shtml. Tempo di atterraggio: 27 aprile 2014.

[40] “Records della conversazione tra Stalin e Churchill” (4 febbraio 1945), a cura di Shen Zhihua: “Selected Editions of Soviet Historical Archives”, Vol. 18, Social Science Literature Publishing House, edizione 2002, p. 387 .

[41] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 6, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 299.

[42] [De] Otto von Bismarck, tradotto da Yang Deyou e Tonghongyin, ecc.: “Thinking and Memories – Bismarck’s Memoirs”, Vol. 3, Sanlian Publishing, edizione 2006, p. 127.

[43] Dal 19 al 20 febbraio 2014 si sono intensificati i disordini e le rivolte nella regione di Kiev in Ucraina. Il presidente ucraino Yanukovich ha proposto di ripristinare la costituzione del 2004, che è stata respinta dal parlamento. Il 19 febbraio Yanukovich è stato costretto a raggiungere temporaneamente un accordo di “tregua” con l’opposizione e ha accettato di tenere elezioni presidenziali anticipate. Dalla notte del 20 febbraio alla mattina del 21, Yanukovich ei leader dell’opposizione hanno condotto ardue trattative per 8 ore e mezza, e alla fine hanno raggiunto un accordo per risolvere la crisi interna. Poco dopo il raggiungimento dell’accordo, il parlamento ucraino ha approvato un disegno di legge che ripristina la costituzione del 2004. Finora, l’Ucraina è tornata a un sistema presidenziale parlamentare. Secondo la Costituzione del 2004, ai parlamentari è conferito il potere di formare un governo e la durata del mandato dei parlamentari è estesa da 4 a 5 anni; il primo ministro è eletto dai parlamentari tra candidati nominati dal presidente; il Parlamento nomina il ministro della difesa, il ministro degli affari esteri e il capo del servizio di sicurezza secondo la nomina del presidente; gli altri membri del governo sono nominati dal presidente del Consiglio. Il 21 febbraio il parlamento ha firmato un’ordinanza che ordinava il rilascio dell’ex presidente ucraino Tymoshenko. Yanukovich lo ha dichiarato non valido, ma Tymoshenko era stato rilasciato ed è andato in Piazza Indipendenza per parlare con le persone che l’hanno sostenuta e ha detto che avrebbe partecipato a 5 presidenziali elezione il 20. Allo stesso tempo, il parlamento ucraino ha votato per “perdere automaticamente il potere” a favore del presidente Yanukovich e l’esercito ha affermato che non sarebbe stato coinvolto nel conflitto politico interno. Il 22 febbraio, manifestanti anti-governativi a Kiev sono entrati nella villa del deposto presidente Yanukovich. Non si sa dove si trovi Yanukovich e il parlamento lo ha messo sotto accusa. Il 23 febbraio, il parlamento ha annunciato la destituzione del presidente ucraino Yanukovich da capo di stato. Nonostante la crisi politica sia finita, la divisione dell’Ucraina è davvero iniziata: il 16 marzo 2014 si è tenuto un referendum in Crimea: secondo i risultati del 100% dei voti, il 96,77% degli elettori che hanno partecipato al voto ha votato per la Crimea per unirsi alla Russia Federale, l’affluenza alle urne è stata dell’83,1%. Il 20 marzo la Russia ha ratificato il Trattato di Crimea di adesione alla Federazione Russa. Il 12 maggio Donetsk e Luhansk hanno votato per un altro referendum e il 90% della popolazione ha sostenuto l’indipendenza dei due stati. Entrambi gli stati si dichiararono immediatamente “stati sovrani indipendenti”.

[44] Mao Zedong: “Getta via le illusioni e preparati alla lotta” (14 agosto 1949), Opere selezionate di Mao Zedong, Vol. 4, People’s Publishing House, edizione 1991, p. 1478.

[45] «Se il pericolo ha raggiunto un grado tale che la dignità della legge diventi un ostacolo al mantenimento della legge, allora può essere nominato un capo supremo, che può mettere a tacere tutte le leggi, e sospendere temporaneamente l’autorità sovrana. In questo caso, la volontà generale è fuori dubbio; ed è chiaro che l’intenzione primaria del popolo è che il paese non muoia.” [Francese] Rousseau, tradotto da He Zhaowu: “Il contratto sociale”, Stampa commerciale, Edizione 2003, p.160.

[46] Lenin: “Report on the Question of Peace” (26 ottobre 1917), “Selected Works of Lenin”, Vol. 3, People’s Publishing House, edizione 1972, p. 354.

[47] Lenin: “La vittoria dei cadetti e i compiti del Partito dei lavoratori”, “Le opere complete di Lenin”, Vol. 12, People’s Publishing House, edizione 1987, p. 258.

[48] ​​​​Lenin: “Rivoluzione proletaria e traditore Kautsky”, “Opere selezionate di Lenin”, Vol. 3, People’s Publishing House, edizione 1972, p. 623.

[49] Il 21 dicembre 1939, Mao Zedong pronunciò un discorso alla celebrazione del 60° compleanno di Stalin tenuta congiuntamente dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, dal Comitato del Partito della regione di confine Shaanxi-Gansu-Ningxia e dal governo della regione di confine Shaanxi-Gansu-Ningxia. In ultima analisi, è solo una frase: “la ribellione è giustificata”. Per migliaia di anni si è sempre detto che l’oppressione è giustificata, lo sfruttamento è giustificato e la ribellione è giustificata . Dall’avvento del marxismo, questo vecchio caso è stato ribaltato. Questo è un grande merito.” A cura del Central Literature Research Office: The Chronicle of Mao Zedong (1983-1949), Volume 2, Central Literature Publishing House, 2013 edizione, pagina 152.

[50] Deng Xiaoping: “Punti di discussione a Wuchang, Shenzhen, Zhuhai, Shanghai e altri luoghi”, Opere selezionate di Deng Xiaoping, Vol. 3, People’s Publishing House, 1993, p. 378.

[51] Marx disse: “Naturalmente, l’arma della critica non può sostituire la critica delle armi, e la forza materiale può essere distrutta solo dalla forza materiale; ma una volta che la teoria avrà afferrato le masse, diventerà anche forza materiale.” Marx: “La filosofia del diritto di Hegel” Critica> Introduzione”, Opere selezionate di Marx ed Engels, Vol. 1, People’s Publishing House, edizione 1972, p. 9.

[52] Questo è preso in prestito dalla “Guo Donglin Academy” di Deng Tuo e lo ha usato contrariamente al suo significato. Nel maggio 1960, quando Deng Tuo visitò l’Accademia Donglin, rimase impressionato: “Le lezioni di Donglin seguono Guishan, e si preoccupa di tutto nel mondo; non dire che gli studiosi parlano invano e ci sono macchie di sangue sulle loro teste. “Vedi il libro di Zhang Fan: “The Talented Deng” Extension”, Casa editrice haitiana, edizione 1999, p. 325.

[53] Sai Jinhua (1870 o 1864-1936), il cui nome originale era Zhao Caiyun, noto anche come Fu Caiyun, proveniva dalla contea di Yixian, provincia di Anhui. Da bambina, è stata venduta come prostituta alla cosiddetta “barca dei fiori” di Suzhou. Durante gli anni di Gengzi, Tianjin ebbe problemi con il reggimento dei pugili e Sai Jinhua fuggì a Tongzhou, Pechino. Sai Jinhua ha avuto contatti con Wadsi, comandante delle Forze Alleate delle Otto Potenze, a causa della sua esperienza in Germania e della sua capacità di parlare tedesco. Da un lato, Sai Jinhua ha aumentato le razioni per le forze della coalizione e, dall’altro, ha scoraggiato Wadsi dall’uccidere indiscriminatamente persone innocenti e ha protetto alcuni cittadini di Pechino.

[54] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Vol. 4, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 247.

[55] [America] Henry Kissinger, tradotto da Gu Shuxin e Lin Tiangui: “Great Diplomacy”, Hainan Publishing House, edizione 1998, p. 471.

[56] Citato da Li Shenming, redattore capo: “World Socialist Tracking Research Report (2010-2011)”, Social Science Press, edizione 2011, p. 424.

[57] Selezionato e curato da Liang Zhiyan e Zeng Jingzhong: “Jiang Ching-kuo’s Self-reported”, Unity Press, edizione 2005, p. 112.

[58] Marx: “Das Kapital” Volume I, People’s Publishing House, edizione 1975, p. 819.

[59] “Gli Stati Uniti sono stati l’economia numero uno al mondo dall’inizio degli anni ’70 dell’Ottocento, mentre la Cina, il “leone dormiente”, è stata lasciata sola per molto tempo. È inferiore ai principali paesi commerciali come gli Stati Uniti , Germania e Giappone. Entro il 2013, il valore totale delle importazioni e delle esportazioni della Cina è salito a 4,16 trilioni di dollari USA e anche la sua percentuale sul commercio totale mondiale è balzata dallo 0,76% nel 1948 all’11,05%. . Nel 1948, il commercio totale di importazione ed esportazione degli Stati Uniti rappresentava il 17,28% del mondo; “, http://www.guancha.cn/guan-zhe/2014_05_06_226917_s.shtml. Tempo di atterraggio: 8 maggio 2014.

[60] Mao Zedong: “Nian Nujiao • Kunlun” (ottobre 1935), di Lv Zuyin: “Interpretation of Mao Zedong’s Poems”, Tongxin Publishing House, edizione 1999, p. 79.

[61] La sicurezza di un Paese che entra nel processo di globalizzazione è l’unità di “sicurezza di frontiera” e “sicurezza di frontiera”: la prima è sicurezza della sovranità o sicurezza territoriale, la seconda è sicurezza degli interessi; la prima è limitata, la seconda è infinito, vale a dire, quanto più ampio è il confine di sicurezza, tanto più sicuro è il confine di sicurezza. Zhang Wenmu: “On China’s Sea Power”, Ocean Press, terza edizione 2014, pp. 68-69.

[62] Il Mar Giallo copre un’area di circa 400.000 chilometri quadrati e ha una profondità media dell’acqua di metri 44. La profondità massima dell’acqua è di circa 140 metri sul lato nord dell’isola di Jeju. Il Mar Cinese Orientale copre un’area di circa 770.000 chilometri quadrati e ha una profondità media dell’acqua di metri 370. La profondità massima dell’acqua è di 2.719 metri a nord dell’isola di Miyako, le isole Ryukyu. Il Mar Cinese Meridionale copre un’area di circa 3,5 milioni di chilometri quadrati, con una profondità media dell’acqua di 1.212 metri, e la più profonda tra le Paracels e le Isole Nansha è di 5.559 metri. Il caporedattore Zhang Xusan: “Dizionario navale”, Shanghai Dictionary Publishing House, edizione 1993, pp. 1256-1257.

[63] Il 22 dicembre 1962 e il 29 dicembre 1964, Mao Zedong registrò due volte la poesia “Three Thuigang” di Yan Chengsui della dinastia Qing. A partire da Shatuo, Zhu Liang è così prepotente. È difficile sostenere Tang Sheji con una mano, ma anche la città abbraccia ancora le montagne e i fiumi di Jin. C’è uno strano bambino sotto il vento e la tenda delle nuvole, e ci sono molte lacrime davanti ai corni dei tamburi. Il desolato Sanchuigang scende lungo la strada e la gente canta canzoni per cento anni. .” Fare riferimento al Central Literature Research Office del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Volume 5, Central Literature Publishing House, 2013 Edition, pp. 177, 458.

[64] Compilato dall’Ufficio per la ricerca sulla letteratura del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese: “The Chronicle of Mao Zedong (1949-1976)”, Volume 3, Central Literature Publishing House, edizione 2013, p. 621.

[65] “Mao Zedong Military Works” Vol. 6, Military Science Press, Central Literature Publishing House, edizione 1993, p. 408.

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