Un male pernicioso si sta pian piano insinuando in tante società occidentali. Probabilmente non siamo ancora giunti al livello denunciato da Augusto Sinagra, ma la direzione presa è sempre meno incerta. Non è certo quella giusta_Giuseppe Germinario
SIAMO IN GUERRA
Alla distruzione di “Notre Dame” sono seguiti infiniti commenti. Non aggiungerò i miei.
Siamo in guerra. Le risate e i commenti di molti islamici, anche di seconda o terza generazione, lo attestano e hanno ferito ancor più dell’incendio della Cattedrale di Parigi (che solo i complici degli autori possono definire “accidentale”).
Siamo in guerra e non abbiamo un Governo degno di questo nome e adeguato alle gravi responsabilità del momento.
Il pampero argentino, il falso papa, non parla. Lui è troppo occupato a interferire negli affari interni dello Stato, a promuovere l’invasione islamica, a fare ignobili sceneggiate di bacia-scarpe con telecamera al seguito, a distruggere la fede e la Chiesa cattolica. Un certo Mons. Paglia dice che l’incendio di “Notre Dame” sarebbe “un attacco a tutte le religioni”: la complicità vestita con la più becera ipocrisia della tonaca.
Da parte sua, l’inverosimile Presidente del Consiglio dei Ministri, Conte Giuseppe, corre in Vaticano appena gli fanno un fischio. A fare cosa non si sa. Come l’ineffabile (ex “Lotta Continua”) Gentiloni Paolo con il pluriricercato George Soros.
Le Forze Armate non devono difendere i confini, come dice quel tale Ezio Vecciarelli, Capo di Stato Maggiore Generale della Difesa. Il Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano si inchina a 90° dinanzi all’alcolizzato J.C. Junker.
Del figlio di Bernardo Mattarella preferisco non parlare: si commenta da sé per quel che dice e che non dice, e per quel che fa.
Siamo in guerra. Una guerra esterna ed interna. Ognuno assuma le sue responsabilità senza – disertando – preoccuparsi di difendere egoisticamente il “proprio”: tra poco perderà anche quello.
Le Forze Armate ancora sane si uniscano al Popolo sovrano e compiano il loro dovere di difesa della Nazione e delle Istituzioni democratiche. Non è in gioco solo l’Italia. È in gioco l’Europa.
Nei suoi momenti più tragici questa nostra Patria amatissima sa rialzarsi e vincere: come quei ragazzi del “99” attestati caparbiamente sulla riva occidentale del Fiume Sacro, seppero resistere e vincere.
Il nemico più pericoloso è in casa. Cacciamo i ladri dal Tempio; cacciamo i traditori, e per questi non ci sarà più a proteggerli un nuovo art. 16 del c.d. “trattato di pace” del 1947.
Che nessuno debba poi dire ai propri figli e nipoti, con rimpianto e vergogna, “io non c’ero”.