Occorre dedicare attenzione, a seguito del noto rapporto dei servizi segreti tedeschi sull’affidabilità democratica e ai principi dello Stato di diritto dell’AFD; partito il quale, a leggere i sondaggi, sarebbe ormai quello primo nel consenso degli elettori tedeschi.
La Costituzione tedesca (Grundgesetz) all’art. 21, II comma, dispone che sull’incostituzionalità dei partiti decide la Corte Costituzionale, La norma è assai ampia e suscettibile di applicazioni altrettanto late; a tale riguardo è stato sostenuto che quella tedesca sia una democrazia protetta, mentre altri testi costituzionali – come quello italiano – segnatamente con l’art. 49 e la XII disposizione transitoria siano democrazie aperte. In effetti in quella italiana, manca l’indicazione di chi giudica sulla costituzionalità, e il dettato normativo è assai più ristretto. La ragione storica di ciò è spesso ricondotta alla fine della costituzione della Repubblica di Weimar – e al dibattito sviluppatosi anche tra i più eminenti giuristi, in particolare Carl Schmitt e Hans Kelsen – sul più ampio problema di chi dovesse essere il “custode della Costituzione”.
La costituzione di Weimar fu “abolita” di fatto, approvando la legge “sui pieni poteri” del marzo 1933 con un voto del Reichstag che rispettava la norma (costituzionale) della maggioranza qualificata, indipendentemente da ogni valutazione del contrasto tra i principi e la forma della repubblica e quelli della “modifica” costituzionale approvata che ne erano la negazione.
E’ palese che la costituzionalità dei partiti e di chi li debba giudicare è un aspetto particolare di una tematica che interessa i principali istituti (e concetti) dello Stato moderno: dalla sovranità al potere costituente, dalla democrazia al principio dell’art. 28 della dichiarazione dei diritti dal 1793 (detta giacobina) per cui ogni generazione ha il diritto di modificare e cambiare la propria costituzione. A tal fine occorre che non si frappongano ostacoli, tenuto conto del pensiero di Pareto, alla circolazione delle élite. E considerando anche, come scriveva Hauriou, che l’ordinamento giuridico è sempre in movimento, vuoi per il cambiare delle situazioni come per quello delle opinioni e, anche per questo, il giurista francese riteneva il sistema di Kelsen “statico” (e di conseguenza poco realistico).
E’ tutt’altro che semplice risolvere le opposizioni concettuali e, quel che più conta, reali (e le loro conseguenze) che si pongono.
La sovranità e non meno il potere costituente sono degli assoluti rispetto alla normativa: e farne dei poteri relativi (cioè limitati) li si nega. La democrazia implica opinioni diverse e per tutti i cittadini uguaglianza di chances nell’accesso al potere; ma se è la Corte costituzionale a decidere cosa bisogna pensare e credere per accedervi, la democrazia se non abolita, ne risulta gravemente azzoppata. Se una comunità vitale è connotata dalla circolazione delle élite, decidere chi possa aspirare (e ottenere) il comando e chi no significa un ordinamento a ZTL, che è poi quello più connaturale al modo di pensare delle élite decadenti, soprattutto in Italia.
D’altra parte occorre riconoscere che ammettere élite incostituzionali nello spazio pubblico, con la conseguente possibile abolizione totale della costituzione è una contraddizione. Tuttavia è un fatto costantemente ripetutosi nella storia, anzi sotto tale angolo visuale, del tutto normale: la teoria ciclica delle forme politiche lo presupponeva, anzi era la la puntuale rappresentazione di come le opere umane siano transeunti. E le transizioni, come scriveva Spinoza, non sono mai pacifiche e legali. Cercare di renderle tali è opera meritoria, ma l’esperienza prova che è assai difficile.
Anche perché norme del genere, animate da buone intenzioni, possono essere utilizzate dalle élite decadenti per impedire l’accesso alle nuove. Specie all’ombra della legalità.
Non aveva torto Machiavelli che, nel chiedersi se in una repubblica facessero più danno quelli che vogliono acquistare il potere o quelli che cercano di non perderlo, riteneva che provocassero più tumulti i secondi “il più delle volte sono causati da chi possiede, perché la paura del perdere genera in loro le medesime voglie che sono in quelli che desiderano acquistare” (D, I, V) e, come sempre, non aveva torto.
Teodoro Klitsche de la Grange
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Il Servizio federale di protezione della Costituzione (funzione del Ministero degli Interni) , nella sua relazione di 1108 pagine (non resa pubblica, ma lo SPIEGEL asserisce di averla visionata), rimprovera al partito AfD di minacciare una «guerra contro il governo» e una «jihad dei coltelli» sulle strade tedesche; chiede inoltre «milioni di rimpatri». L’ex ministra federale dell’Interno Faeser ha reso pubblico il risultato della relazione: «L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione classifica l’Alternativa per la Germania come un movimento di estrema destra». Gli esperti del suo ministero si aspettavano di poterla riesaminare con calma e ciò avrebbe richiesto diverse settimane; la ministra uscente ha insistito affinché il risultato fosse reso noto immediatamente, senza modificare nemmeno una virgola dell’analisi. Ne seguirà una battaglia legale, al termine della quale i giudici dovranno rispondere alla domanda: l’AfD, un partito con decine di migliaia di membri, seggi nel Bundestag, nel Parlamento europeo e in quasi tutti i parlamenti regionali, è contrario alla Costituzione? L’AfD dà l’impressione che la classificazione la lasci indifferente: i funzionari che sono stati classificati da tempo come estremisti di destra minimizzano l’accaduto: secondo loro, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione perderà la causa contro l’AfD e gli elettori si schiereranno dalla loro parte. Intervista: il ministro dell’Interno della Sassonia Armin Schuster (CDU) vede poche possibilità di vietare l’AfD. Consiglia di combattere il partito sul piano politico.
10.05.2025 «Non si intravede alcuna moderazione» ESTREMISMO DI DESTRA – L’AfD minaccia una «guerra contro il governo», denuncia una «jihad dei coltelli» sulle strade tedesche e chiede «milioni di rimpatri»: secondo le informazioni raccolte dallo SPIEGEL, è quanto rimprovera al partito il Servizio federale di protezione della Costituzione nella sua relazione di 1108 pagine.
Di Maik Baumgärtner, Ann-Katrin Müller, Ansgar Siemens, Wolf Wiedmann-Schmidt Perché la perizia sull’AfD è riservata
L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione verifica, attraverso una procedura complessa, se un gruppo o un partito mette in pericolo l’ordine liberale e democratico. In determinate circostanze, il servizio può sorvegliare l’organizzazione con mezzi di intelligence, ad esempio con informatori e osservazioni. Il gruppo può opporsi legalmente. La magistratura verifica quindi se i sospetti sono sufficienti. A tal fine, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione deve presentare documenti che i tribunali non prevedono di rendere pubblici. È il 31 agosto 2024, il giorno prima delle elezioni regionali in Turingia. Sulla piazza del Duomo di Erfurt c’è il candidato di punta dell’AfD Björn Höcke, che spera di diventare primo ministro. Per proseguire cliccare su:
Intervista al segretario generale della CDU Carsten Linneman, che ritiene controproducente vietare il partito. Egli punta sul calo dei consensi nei sondaggi e sull’efficacia del principio anti-coalizione- semaforo. “Sono sicuro che quando finiranno le dispute all’interno del governo e potremo rilanciare l’economia e allo stesso tempo fermare l’immigrazione clandestina, insomma, quando la Germania sarà finalmente governata di nuovo bene, allora indeboliremo notevolmente l’AfD. Perché allora perderà il suo modello di business: stappare lo champagne quando ci sono cattive notizie”.
11.05.2025 Indeboliremo notevolmente l’AfD
Il giorno dopo le turbolenze che hanno caratterizzato l’elezione del cancelliere, Carsten Linnemann appare ancora leggermente esausto, ma comunque ottimista. Nonostante la mancata maggioranza al primo scrutinio, non ritiene che il cancelliere Friedrich Merz sia danneggiato. DI JACQUES SCHUSTER WELT AM SONNTAG: Signor Linnemann, con grande sgomento della maggior parte degli osservatori, Friedrich Merz ha avuto bisogno di due scrutini per diventare cancelliere. In che misura questa sconfitta peserà sul futuro lavoro del governo? Proseguire la lettura cliccando su:
La classificazione di AfD mette sotto pressione il governo federale appena insediato. Ora la coalizione nero-rossa deve decidere quali misure adottare e come comportarsi con il principale partito di opposizione, che è ora ufficialmente riconosciuto come di estrema destra. Finora le risposte dei membri della coalizione non sono state uniformi. L’annuncio del nuovo ministro federale dell’Interno Alexander Dobrindt (CSU) che non ci saranno conseguenze generali per i funzionari pubblici iscritti all’AfD ha portato un po’ di sollievo all’AfD. Ogni caso sarà esaminato singolarmente.
11.05.2025 Blu all’esterno, marrone all’interno
Con una svolta a destra: nemmeno una confezione accattivante può
nascondere il contenuto ripugnante dell’AfD. Foto: imago L’AfD è classificato come partito di estrema destra. All’interno del partito, i funzionari temono ora per il proprio posto di lavoro. E il nuovo governo federale sta lottando per trovare il modo giusto di affrontare l’AfD. Di Von Gareth Joswig und Konrad Litschko Per proseguire, cliccare su:
Tutta la Germania ha gli occhi puntati su questo documento: BILD ha visionato integralmente la perizia di 1108 pagine redatta dall’Ufficio federale per la protezione della Costituzione sull’AfD e ne ha pubblicato il contenuto, garantendo trasparenza e alimentando il dibattito. Ora tutti possono farsi un’idea: estrema destra o no?
10.05.2025 L’AfD è davvero “di estrema destra”? Perizia segreta: ecco cosa dicono gli esperti Proseguire cliccando su:
L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione non definisce più l’AfD come “estremista di destra accertato”. Non esiste alcun nesso diretto o automatismo tra il parere dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione e un procedimento di messa al bando del partito dinanzi alla Corte costituzionale federale: solo la Corte costituzionale federale può decidere se un partito è incostituzionale. Si discute sulla riservatezza della perizia in merito: al momento non è possibile valutare se il parere fornisca prove convincenti, poiché non è accessibile al pubblico.
12 maggio 2025 Procedimento di messa al bando dell’AfD Ex giudici costituzionali criticano la mancanza di trasparenza L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione non definisce più l’AfD come “estremista di destra accertato”. Si discute sulla riservatezza della perizia in merito.
Le informazioni che devono essere utilizzate nel procedimento di messa al bando di un partito devono
essere rese pubbliche al più tardi nel corso di tale procedimento. Gertrude Lübbe-Wolff, ex giudice costituzionale Di Heike Anger – Berlino L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV) ha concesso una “sospensione” Proseguire cliccando su:
L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione ha assicurato che non definirà più pubblicamente l’AfD come “estremista di destra accertato” fino a una decisione urgente del tribunale amministrativo di Colonia. Tuttavia, nei ministeri dell’Interno federali e statali si sta comunque valutando come una riclassificazione del partito da parte dei servizi segreti potrebbe influire sui funzionari che ne fanno parte.
12.05.2025 Fedele alla Costituzione con la tessera dell’AfD? Le conseguenze delle valutazioni dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione per i funzionari pubblici
Di Stephan Klenner L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione ha assicurato che non definirà più pubblicamente l’AfD come “estremista di destra accertato” fino a una decisione urgente del tribunale amministrativo di Colonia. Proseguire cliccando su:
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Dal 2018, gli appaltatori militari privati o mercenari russi sono proliferati in tutta l’Africa. Il più grande gruppo di mercenari è il Wagner Group, guidato da Yevgeny Prigozhin fino alla sua morte nel 2023. I mercenari russi sono un importante meccanismo con cui Mosca cerca di ridurre il suo crescente isolamento economico e politico internazionale. I mercenari aiutano a raggiungere questo obiettivo espandendo l’impronta e l’influenza della Russia a livello globale a un costo relativamente basso.
Sebbene la Russia abbia cercato di capitalizzare le sue relazioni ambigue con i mercenari per ignorare le norme internazionali, Mosca ha assunto un controllo pubblico e diretto su questi gruppi nei Paesi africani. I mercenari russi hanno gestito una forza di spedizione agile, apparentemente non vincolata dalle regole internazionali di guerra, che ha sostenuto i regimi autoritari in Africa a spese della popolazione civile e della sicurezza generale dei Paesi.
Gli autori descrivono come è cambiata la presenza armata della Russia in Africa dalla metà del 2023 al settembre 2024. Gli autori identificano dove i mercenari russi sono presenti in Africa, quali tipi di attività svolgono e le conseguenti implicazioni dell’uso dei mercenari per i governi, le economie e le popolazioni civili africane. Gli autori esaminano anche il modo in cui l’opinione pubblica dei Paesi in cui questi mercenari sono presenti e l’opinione pubblica dei Paesi limitrofi percepisce e discute i mercenari russi e la Russia stessa.
Risultati principali
I mercenari russi sono chiaramente presenti in sei Paesi africani.
Nonostante la creazione dell’Africa Corps (un’entità creata dopo il fallimento della ribellione di Wagner del 2023, con lo scopo di riprendere gli sforzi di Wagner in Africa), la struttura e il marchio del Gruppo Wagner continuano a essere utilizzati in diversi Paesi per sostenere le operazioni esistenti. Questa struttura può variare a seconda del Paese.
Piuttosto che affrontare i problemi di sicurezza e costruire la capacità di difesa dei Paesi in cui operano, i mercenari russi cercano di sfruttare e trarre profitto dall’insicurezza.
La situazione della sicurezza nei Paesi che impiegano mercenari russi sta peggiorando. Il numero di attacchi e di vittime commessi da gruppi militanti islamisti è aumentato significativamente da quando i mercenari russi hanno sostituito le forze di sicurezza delle Nazioni Unite e dell’Africa occidentale.
Un’analisi del sentimento pubblico mostra che in diversi Paesi africani le opinioni sui mercenari russi sono più negative che positive.
Le attività dei mercenari russi non riguardano solo i Paesi che li impiegano, ma anche quelli circostanti. Sia la violenza perpetrata dai mercenari che le attività economiche illecite non sono limitate dai confini e hanno interessato intere regioni.
Un intervento che va certamente interpretato con giudizio e cautela. I vecchi stereotipi interpretativi necessari a dividere il mondo in buoni e cattivi, di sicuro non servono più. Giuseppe Germinario
“È fondamentale che il mondo intero sappia che questa grande trasformazione non è avvenuta grazie agli interventisti occidentali o a persone che volano su bellissimi aerei per darvi lezioni su come vivere e come governare i vostri affari”.
“Alla fine, i cosiddetti costruttori di nazioni hanno distrutto molte più nazioni di quante ne abbiano costruite e gli interventisti sono intervenuti in società complesse che non comprendevano nemmeno loro stessi”.
No, le scintillanti meraviglie di Riyadh e Abu Dhabi non sono state create dai cosiddetti “costruttori di nazioni”, dai neocon o da organizzazioni no-profit liberali come quelle che hanno speso trilioni e trilioni di dollari per non sviluppare Baghdad e tante altre città”.
“Invece, la nascita di un Medio Oriente moderno è stata portata avanti dagli stessi abitanti della regione, le persone che sono proprio qui, le persone che hanno vissuto qui per tutta la vita, sviluppando i vostri Paesi sovrani, perseguendo le vostre visioni uniche e tracciando i vostri destini a modo vostro”.
“Vi hanno detto come fare, ma non avevano idea di come farlo loro stessi. La pace, la prosperità e il progresso alla fine non sono venuti da un rifiuto radicale della vostra eredità, ma piuttosto dall’abbracciare le vostre tradizioni nazionali e da quella stessa eredità che amate così tanto”.
“Avete realizzato un miracolo moderno alla maniera araba”.
Per la traduzione andare su impostazioni, sottotitoli, traduzione, italiano
Tutto va come previsto e presto o tardi i “volenterosi” dovranno fare la loro “campagna di russia”. Ma ci sono dei problemi a “militarizzare” “la confederazione” perché la LORO globalizzazione ha deindustrializzato l’ economia de l’ europa e il LORO “wokismo” ha debosciato le masse europee Quindi per quello che vogliono LORO ( un’ altra WW in europa ) ci vuole “tempo” che potrebbe essere “tardi” per salvare la NATO-Ucraina. E così LORO gradirebbero una postura russa più assertiva per una narrazione che porti ad un più rapido cambio di paradigma sotto la psyop de ” i russi alle porte!” (che però è un favore che Putin non gli farà mai.) Quindi accanto alla narrazione bellicistica ( Putin nuovo Hitler ! ) viene sviluppata la solita azione avvolgente” nella speranza che come spesso è accaduto in passato la Russia si fratturi da l’ interno , Non importa quale “scheggia” poi vinca . “Occidentalisti”? ” Euroasiatisti?, “Slavisti” ? E finanche “comunisti” ? Andranno tutti bene basta che venga rimosso “lo Zar” che tiene la Russia Unita e come tale in grado di fronteggiare l’ ennesima aggressione portatagli da “l’ occidente”. Buona lettura, WS
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Ancora una volta la cortina fumogena dei colloqui di pace cerca disperatamente di oscurare i crescenti progressi russi. Trovo quasi inutile menzionare l’incessante farsa dei “negoziati”, perché si tratta di semplici atteggiamenti da parte di entrambe le parti, ognuna delle quali cerca di superare l’altra sui media per presentare il volto migliore di “costruttore di pace” ai rispettivi alleati.
Nel caso della Russia, Putin evita agli alleati come la Cina di dover rispondere a domande difficili come “Perché continuate a sostenere una nazione palesemente guerrafondaia?”. In questo modo si ottiene una sorta di negazione plausibile, permettendo alla Russia di dire che sta facendo tutto il possibile per la pace. In realtà, la Russia non ha cambiato minimamente le sue richieste, che non sono nemmeno lontanamente soddisfatte dall’Ucraina e dai suoi responsabili occidentali.
In effetti, per la prima volta gli Stati Uniti sembrano aver riconosciuto almeno questo fatto di recente:
Vance ha risposto dicendo che la Russia chiede “troppo”:
Ma sentite come l’ha detto: ammette che la Russia è al posto di guida, avanza e cattura territori e si ferma ad un passo dall’ammettere che gli Stati Uniti stanno negoziando solo per evitare che l’Ucraina crolli completamente sotto il controllo russo:
Il vicepresidente statunitense Vance ha affermato che la Russia non può contare sui territori dell’Ucraina che non ha ancora conquistato, scrive la rivista “Strana”.
Domanda: Ieri lei è intervenuto alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco qui a Washington. Ha affermato che la Russia sta sostanzialmente chiedendo troppo nell’accordo per risolvere la guerra con l’Ucraina. Cosa dovremmo fare ora? Uscire da questa situazione o, al contrario, aumentare il sostegno militare all’Ucraina?
“Vedremo come andrà a finire, ovviamente. Ma guarda, sapevamo che la Russia avrebbe chiesto troppo, perché dal punto di vista russo, ciò che sta accadendo sul campo è la loro vittoria. E naturalmente, gli ucraini vorrebbero un cessate il fuoco, anche perché gli ultimi mesi non sono stati buoni per loro.
La nostra posizione è che non vogliamo il collasso dell’Ucraina. Ovviamente vogliamo che l’Ucraina rimanga un Paese sovrano. Ma la Russia non può aspettarsi di vedersi restituiti territori che non ha nemmeno conquistato. E questo era il loro piano di pace originale.
In realtà, penso che sia un progresso il fatto che russi e ucraini abbiano iniziato a dialogare. È un progresso anche il fatto che ci siano proposte di pace concrete sul tavolo. Sapevamo fin dall’inizio che la prima proposta russa sarebbe stata eccessiva.
Sapevamo che avrebbero chiesto più di quanto fosse ragionevole dare. Succede spesso nelle trattative. Non mi dà fastidio.
Mi preoccuperei se giungessimo alla conclusione che la Russia sta negoziando in malafede. E se ciò accadesse, sì, ci faremo da parte. Il Presidente direbbe: abbandoniamo questo processo.
Tutti sembrano capire – come lo stesso Trump ha lasciato intendere – che la Russia rimane al posto di guida, eppure per qualche motivo si aspettano ancora che la Russia faccia una concessione massiccia accettando semplicemente di smettere di avanzare praticamente senza ricompensa: L’Ucraina continuerebbe a ricevere aiuti militari, potrebbe mantenere la sua ideologia nazista, ecc. È semplicemente assurdo.
Ora i leader europei pensano di aver in qualche modo messo la Russia “all’angolo”, costringendo Putin a un ultimatum. Ma a voi sembra il ritratto di una fiducia conquistata?
Il contrasto tra queste immagini è netto. L’Occidente appare sempre più isolato, debole e disperato. Nella sua rinnovata belligeranza, nei persistenti atteggiamenti coloniali e nei palesi tentativi di riscrivere la storia, si sta escludendo dal mondo multipolare che si sta formando.
Al contrario, il Giorno della Vittoria a Mosca ci ha offerto uno scorcio sui contorni di quel mondo multipolare – un mondo aperto, inclusivo e, quantomeno, impegnato nel dialogo. Riunendo i leader del blocco antimperialista, dalla Cina a Cuba, dal Venezuela al Burkina Faso, portava con sé deboli echi dell’internazionalismo terzomondista che ha plasmato il XX secolo.
In queste immagini possiamo vedere l’edificio ideologico dell’imperialismo crollare : la supremazia bianca, la logica organizzativa di un sistema internazionale dominato dalle potenze imperiali e coloniali, è stata rifiutata.
Insomma, per la prima volta ho sentito un cambiamento molto importante nella frase ampiamente utilizzata per denunciare la Russia. Uno dei principali comprador europei ha definito la Russia “isolata in Europa”. È un cambiamento sottile, ma ancora più eloquente: persino loro non possono più deridere la Russia come veramente isolata, ma piuttosto isolata in Europa, un museo all’aperto sempre più irrilevante, buono solo per il turismo veloce.
La Russia “emana fiducia” dopo un Giorno della Vittoria stellare, con la Cina che ha mostrato pieno sostegno all’OMU; Xi ha persino indossato il nastro di San Giorgio in segno di solidarietà:
Ma tornando al tema degli avanzamenti, come ho detto la cortina di fumo dei “negoziati” ha il solo scopo di dare copertura alla disperata affermazione dell’Occidente che il conflitto è “stagnante” o “congelato” e che i negoziati sono l’unica via d’uscita. Niente di tutto questo: i progressi russi sono di nuovo in aumento, con numerose catture negli ultimi giorni, avvenute sotto la copertura dell’artificio dei “colloqui di pace”.
Questa volta iniziamo con i fatti meno significativi. Suriyak riassume le ultime due settimane in cui le forze russe hanno conquistato una serie di nuove posizioni lungo la vecchia linea di Zaporozhye:
Sul fronte di Kharkov-Lugansk, le forze russe si stanno espandendo da Nove, entrando nella vicina Ridkodub:
Poco più a sud le forze russe sono entrate a Kolodyazi:
Le avanzate più potenti, tuttavia, si sono verificate nelle direzioni di Pokrovsk e Velyka Novosilka.
L’ultima volta che ci siamo lasciati, le forze russe avevano appena raggiunto la periferia di Bagatyr, ora sono quasi a metà della città:
In prospettiva, Pokrovsk è visibile a nord:
Diversi canali militari ucraini di alto livello sono quasi in preda al panico:
“Bogatyr è nei guai fino al collo. I russi sono avanzati verso il centro città molto rapidamente e hanno conquistato gli edifici. Ci sono battaglie in corso per le strade.” “Ieri sera alcuni dei nuovi arrivati se la sono fatta addosso e sono scappati, ed è per questo che la linea difensiva è stata scossa.” “La cosa peggiore è che c’è un sacco di spazio vuoto e non c’è nemmeno un posto dove nascondersi. Quasi tutte le case sono già distrutte così. Buona fortuna a chi è riuscito a scavare.” “Nei video i soldati russi catturati dicono sempre la stessa cosa: “siamo fottuti, non abbiamo niente”, ecc. ecc. Se tutto è così fottuto per loro, perché diavolo vanno avanti su tutti i fronti??”
Appena a nord di Bagatyr, sul fronte occidentale di Pokrovsk, le truppe russe hanno fatto un altro grande passo avanti:
L’esercito russo ha compiuto significativi progressi con la completa cattura di Novooleksandrivka, raggiungendo la periferia di Novomykolaivka e il fiume Solona (a meno di 1 km dall’oblast’ di Dnipropetrovsk), nonché diverse posizioni a sud di esso. Inoltre, le forze russe hanno compiuto nuove avanzate a Horikhove (a 1,2 km dall’oblast’ di Dnipropetrovsk).
Infatti, poco più a sud, a Kotlyarovka, visibile nel cerchio giallo qui sopra, le truppe russe del 2° Battaglione della 35ª Brigata sono state viste piantare la loro bandiera, catturando l’insediamento:
Più a est, in direzione di Konstantinovka, le cose si stanno sgretolando quasi altrettanto male per l’AFU. Non ci sono state conquiste importanti, ma lungo la frastagliata linea rossa che si vede qui sotto le forze russe hanno migliorato le loro posizioni, conquistando territorio sui fianchi per appiattire la linea del fronte in una preparazione vantaggiosa per i prossimi assalti.
L’analista ucraino di punta Maroshnykov ammette che questa direzione si sta deteriorando molto più velocemente di quanto avesse previsto:
Hmm, la direzione di Kostyantynivka sta andando in pezzi più velocemente di quanto pensassi…
In realtà il nemico si sta già avvicinando alle porte della città da sud-ovest.
Sì, solo da un lato.
Ma d’estate sarà molto più comodo per gli occupanti svolgere qui un’operazione generale.
Nessuno pensa che il nemico si fermerà o farà un “accordo”?
Ed è così. Attaccheranno. E attaccheranno in massa. E Kostyantynivka, e Pokrovsk, e Kupyansk, e verso Oskol in direzione dell’estuario. E verso Druzhkivka da Chasovoye Yar.
Solo le Forze Armate dell’Ucraina possono fermarlo.
Ora siamo ostaggi della riluttanza di Trump a fornirci nuovi aiuti. Pertanto, è necessario che gli alleati europei colmino questa lacuna.
In modo che discutano per noi di nuovi pacchetti di armi, e non di “bla bla bla” su “accordi” che non si realizzeranno. Ci stanno solo facendo perdere tempo.
Un rapporto russo su questa direzione:
La nostra più potente 8ª Armata è concentrata in direzione Mirnograd-Konstantinovsky. E il comando nemico vi ha lasciato solo due brigate Tro. La più debole di queste è la 117ª Sumy. I nostri assaltatori notano da terra che nella maggior parte dei casi trovano fortificazioni vuote delle Forze Armate ucraine: decine di buche scavate senza fanteria. La 117ª brigata subiva regolarmente pesanti perdite, che venivano sostituite da “carne fresca”, che si rifugiava nelle retrovie alla prima occasione.
Significative sono le battaglie nella zona dell’incrocio stradale vicino a Novaya Poltavka . Le battaglie si svolgono a nord di Alexandropol, si celebrano le battaglie per Romanovka: le nostre unità DRG avanzate sono state avvistate dal nemico a Yablunovka . Il nemico può salvare la situazione solo con un trasferimento d’emergenza delle riserve, che potrebbe non essere possibile: tutte le forze in eccedenza stanno prendendo d’assalto Tetkino…
Egli menziona il ritrovamento di buche vuote nei punti deboli. Ricordiamo il precedente rapporto dell’AFU da un fronte vicino che diceva specificamente che le unità “verdi” stavano lasciando il fronte con grandi spazi vuoti dove erano fuggite dalle posizioni.
Ecco un rapporto video russo dalle vicinanze:
Rapporto sui combattimenti nell’area a nord di Toretsk. Il nemico sta preparando la difesa qui dal 2022.
Anche il generale di brigata francese in pensione François Chauvancy sottolinea che le forze russe stanno avanzando ovunque:
I russi avanzano di diversi chilometri quadrati ogni giorno e sono fiduciosi della vittoria. Il generale francese Chauvancy sull’inutilità di un ultimatum alla Russia da parte di Zelensky e della “coalizione degli euro-idioti”.
Infine, ancora una volta abbiamo nuovi dettagli sui presunti sbarchi di truppe russe lungo il Dnieper. Nuovi rapporti affermano che la Russia ha catturato grandi catene di isole vicino a Nova Kakhovka, indicate qui:
Le isole sul Dnepr vicino a Nova Kakhovka nella regione di Kherson sono passate sotto il controllo delle Forze armate russe, scrive Divgen Qualcosa bolle in pentola
–
Una cosa interessante da notare è lo spostamento della narrazione sul fatto che sia la Russia a essere contro il tempo, alla nuova ammissione che in realtà è l’Ucraina a “non avere più tempo”:
L’articolo del NYT sopracitato fa notare che l’ultima linea di aiuti militari di Biden si esaurirà quest’estate e che l’Europa impiegherà più di un decennio per rendere operative le proprie linee di produzione:
Mentre i leader e gli investitori europei sembrano intenzionati a investire più denaro nella produzione di armi, i dirigenti del settore e gli esperti prevedono che ci vorranno dieci anni per riportare a regime le linee di assemblaggio.
Chi lo sapeva?
“L’Europa sta cercando di sostituire l’assistenza che abbiamo perso dagli Stati Uniti, ma purtroppo non hanno la capacità di farlo”, ha detto Chernev. “Ci vuole tempo tra la decisione e l’assistenza effettiva”.
Nel frattempo, la produzione russa di componenti chiave per le armi è salita alle stelle:
La Russia ha aumentato notevolmente la produzione di equipaggiamento militare, — infografica di The Economist
▪️Tutti gli impianti di difesa registrano un forte aumento dell’attività dopo il 2022.
▪️Il balzo più evidente si è registrato nello stabilimento di elicotteri di Kazan: i volumi di produzione hanno raggiunto le 950 unità. Spiccano anche gli impianti di polvere da sparo di Perm e Kazan, dove i numeri sono saliti rispettivamente a 598 e 329 unità.
Un nuovo rapporto mostra l’enorme espansione di un nuovo impianto di esplosivi che aumenterà notevolmente la capacità della Russia di produrre proiettili d’artiglieria:
La Russia sta ampliando significativamente l'”Impianto intitolato a Ya. M. Sverdlov” per la produzione di esplosivi – Reuters. Secondo l’agenzia di stampa, citando immagini satellitari e altri documenti, l’impianto sta costruendo una nuova linea di produzione per la produzione di RDX o HMX, entrambi utilizzati nelle munizioni.
I piani prevedono la ricostruzione e la costruzione di almeno 20 nuove strutture, tra cui ulteriori depositi, nuove gallerie, muri di protezione e un ampliamento della linea ferroviaria.
Si prevede che il nuovo impianto sarà completato nel 2025 e sarà in grado di produrre 6.000 tonnellate di esplosivo all’anno, sufficienti a caricare circa 1,28 milioni di proiettili di artiglieria da 152 mm.
Secondo il generale dell’esercito americano Christopher Cavoli, la Russia potrebbe raggiungere un tasso di produzione di circa 250.000 proiettili al mese o 3 milioni all’anno, il che le consentirebbe di accumulare scorte tre volte più grandi di quelle di Stati Uniti ed Europa messe insieme.
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L’Ucraina è costretta a usare l’artiglieria con parsimonia al punto che, secondo un osservatore russo al fronte, ora si è ricorsi all’uso dell’artiglieria principalmente per sparare contro gli assalti nemici, cioè in modo difensivo. Nel ruolo offensivo, i droni hanno quasi esclusivamente la precedenza:
Se l’istruttore di rifornimento è stato sulla LoC l’ultima volta 6 mesi fa, allora non è più un istruttore: le sue conoscenze sono obsolete. Lavorare con la guerra elettronica, le frequenze, il mascheramento, come funziona l’arte, cosa fare in determinate situazioni… Tutto cambia molto rapidamente.
Un anno fa, tutti parlavano di guerra elettronica, e ora l’intero fronte è stato racchiuso in una rete. L’artiglieria nemica era solita smantellare le nostre roccaforti, ma ora è insediata nelle retrovie e apre il fuoco solo sui gruppi d’assalto in uscita. Tutti gli altri interventi nella profondità della nostra difesa, fino a 30 km, sono eseguiti da FPV e droni pesanti delle Forze Armate ucraine. Le fortificazioni vengono ora smantellate esclusivamente con incursioni di droni.
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Alcuni ultimi articoli degni di nota:
Forbes si è accorto della recente distruzione da parte della Russia di un’unità HIMARS con un drone FPV a basso costo:
In totale sono state imposte più di 30.000 sanzioni alla Russia, ma l’anno scorso ha registrato una crescita del 4,3% e l’UE è entrata in recessione.
Tutto questo è una retorica senza senso #bisognafarequalcosa . Le sanzioni hanno un impatto sull’economia dell’UE peggiore di quella russa.
l’unico rallentamento che l’economia russa sta vivendo al momento è stato autoinflitto dal Nabi per cercare di ridurre l’inflazione… quest’anno crescerà comunque più velocemente dell’UE…
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Anche l’analista ucraino Myroshnykov interviene nuovamente su quanto sopra. Ma notate il suo piano per la sopravvivenza dell’Ucraina:
Ora si è diffusa tra le masse una “proposta per un cessate il fuoco di 30 giorni” e, se verrà rifiutata, verranno imposte sanzioni alla Federazione Russa e verrà aumentata l’assistenza militare all’Ucraina.
Beh, la Federazione Russa non rifiuterà categoricamente.
Sarà il classico “Sì, ma…”.
E anche se Trump considerasse questo un rifiuto (il che è molto controverso), la feccia della palude avrebbe starnutito di fronte alle sanzioni.
E l'”aumento degli aiuti militari all’Ucraina” di cui parla Starmer… beh, di cosa si tratta? Di qualcosa che non è stato votato dal Congresso degli Stati Uniti?
Gli Stati Uniti hanno ancora circa 4 miliardi di dollari in aiuti Biden. L’Europa non potrà stanziarne molti di più.
Si tratta cioè di un aiuto attuale, non sostanziale.
L’unica cosa che può costringere la Federazione Russa ad avviare dei negoziati è un significativo rafforzamento dell’Ucraina e delle sue truppe.
Nemmeno un cucchiaino per un’ora. Ma in modo significativo. Cioè, mezzi corazzati, artiglieria e proiettili in quantità pari a 2-3 volte quella già trasferita. Decine di batterie di difesa aerea. Decine (o addirittura centinaia) di miliardi di dollari di supporto militare diretto.
Questa è l’unica via d’uscita.
Sì, non si tratta di dire “Risolverò la guerra in 24 ore/100 giorni”. È un periodo molto più lungo.
Ma non c’è altro modo per risolvere la guerra.
Quindi, l’unico modo per l’Ucraina di sopravvivere è che i “partner” raddoppino o triplichino tutte le spedizioni di armi e mezzi corazzati, con centinaia di miliardi di dollari di aiuti militari diretti. In altre parole: l’Ucraina è nei guai.
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Il principale canale militare ucraino “DeepState” ha pubblicato questa feroce analisi del recente disastroso “contrattacco” lanciato dall’AFU in direzione di Toretsk, durante il quale colonne di uomini e attrezzature sono state incendiate senza alcun risultato:
“Contrattacco” della 100a Brigata Fucilieri Motorizzata a Toretsk
Su Internet, si possono guardare le riprese di un vasto assalto a Toretsk, che ha coinvolto più di due dozzine di mezzi e un numero significativo di fanteria. Guardando gli eventi, si potrebbe pensare a un altro assalto insensato dei Katsap con una colonna meccanizzata in campo aperto. Ma c’è una sfumatura…
L’altro giorno, i combattenti della 100a Brigata fucilieri motorizzata hanno condotto un “contrattacco” nella città di Toretsk, che si è rivelato estremamente infruttuoso, causandoci numerose perdite e dando al nemico un vantaggio tattico e mediatico a Toretsk, già teatro di pesanti combattimenti.
A 3 anni dall’invasione su vasta scala, abbiamo tutti osservato e deriso le azioni d’assalto dei moscoviti in campo aperto con una colonna di equipaggiamento, che i nostri combattenti hanno immediatamente reagito con la sconfitta dei droni FPV e moltiplicato per zero i tentativi corrispondenti. Tutti hanno ripetutamente potuto constatare l’inefficacia di tali tattiche, ma siamo sempre stati salvati dal fatto che i katsap qui non vogliono cambiare. In particolare, sono stati commessi diversi errori fatali:
l’impiego di un gran numero di veicoli in movimento ad alta velocità in un’unica colonna in terreno aperto, che ha permesso di organizzare un safari contro i droni FPV nemici. Il significato di tali manovre è già stato descritto in precedenza ed è pari al 99% a zero;
Mancanza del normale calcolo delle risorse necessarie all’operazione, ovvero: artiglieria, che non disponeva del numero di colpi necessario per supportare le manovre di mezzi e fanteria. Mancanza del numero necessario di droni sia per l’abbattimento che per la disattivazione dei droni FPV. In particolare, il lavoro degli equipaggi nemici è rimasto impunito, il che ha avuto un impatto enorme sulle manovre delle forze principali;
Dall’analisi dei movimenti e delle azioni successive delle nostre forze, emerge la mancanza di misure specificamente pianificate in caso di circostanze impreviste (in parole povere, un piano B), che ha portato a una situazione caotica e all’incapacità di valutare la situazione circostante. Tali manovre vengono preparate in anticipo, studiate nei minimi dettagli, in modo che ogni combattente e ogni unità conosca i propri movimenti al momento opportuno e sia in grado di valutare eventuali cambiamenti nel corso dell’operazione, come dimostrano le azioni della 3a Brigata OSH, Azov, i recenti contrattacchi della “Charter”, ecc.
In conclusione, vorrei sottolineare solo una cosa: bisogna trarre delle conclusioni. La rete sta cercando di presentare questi eventi come “successi”, ma nell’era dell’informazione non si può nascondere tutto questo con i titoli dei giornali, né si possono riportare in vita i soldati caduti che hanno dato la vita per questa assurdità. Domani, i soldati che hanno assistito a tutto questo e sono sopravvissuti dovranno tornare in battaglia, ma la domanda è: con quale motivazione? L’esercito è il bene più prezioso che abbiamo e le loro vite devono essere preservate a tutti i costi. E questo non significa “fare il gioco del nemico”, perché chi ha attuato tutto questo ci ha già giocato, e il modo migliore per non ripeterlo è trarre finalmente delle conclusioni. Le bugie ci distruggeranno tutti…
Riprese dell’attacco respinto dalla parte russa:
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Il famigerato “generale Armageddon” russo Surovikin è stato avvistato dopo una trasformazione fisica nel suo nuovo incarico in Algeria, scatenando paragoni tra “l’esercito russo del 2022 e quello del 2025”:
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Infine, la parata del Giorno della Vittoria del 9 maggio ha segnato l’alba di una partnership senza precedenti tra Russia e Corea del Nord, per non parlare della Cina.
La delegazione dei vice-Stati Maggiori nordcoreani ha rivolto a Putin il discorso più lungo dopo la cerimonia, e gli ha persino dato un caloroso abbraccio:
– Colonnello Generale Kim Yong Bok, Vice Capo di Stato Maggiore Generale;
– Colonnello Generale Ri Chang H, Vice Capo di Stato Maggiore Generale dell’Esercito Popolare Coreano
– Capo dell’Ufficio di intelligence generale;
– Maggior generale Sin Kum Chol, capo della direzione delle operazioni generali dell’Esercito popolare di liberazione del Kosovo.
E altri.
E ora Kim stesso ha fatto un giuramento senza precedenti di difendere il territorio russo inviando immediatamente truppe nordcoreane nel caso di un futuro attacco come quello di Kursk:
“Se i tirapiedi degli Stati Uniti e dell’Occidente, con le loro munizioni scadenti e difettose, dovessero tentare un altro assalto alla Russia, darò senza esitazione l’ordine di utilizzare le forze armate della RPDC per respingere l’invasione nemica. “
Ecco un vero alleato.
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Gianfranco Campa per https://italiaeilmondo.com sugli attacchi al ministro della difesa Usa . Il Dollaro ha un rapporto tossico con molti paesi Brics. La strategia del presidente a riguardo della questione geopolitica dell’america first.
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Il destino della guerra dipende in larga misura dalle capacità relative degli attori. Per definizione, le diverse capacità sono i mezzi di cui dispongono gli attori nelle relazioni internazionali (RI) per raggiungere determinati obiettivi. Alcune di queste capacità possono essere tangibili e, in linea di principio, facili da misurare, ma altre (come il morale o la leadership) possono essere molto intangibili e, quindi, possono essere solo stimate nella pratica.
Per quanto riguarda la politica globale, le RI e la guerra, esistono almeno cinque capacità tangibili dell’attore (in linea di principio, dello Stato-nazione) che possono essere misurate e quindi conosciute:
1) La capacità del potere militare. È direttamente collegata alle questioni relative alle dimensioni e alla capacità delle forze armate dell’attore e alla quantità e qualità delle armi possedute. Logicamente, maggiore è la capacità militare di un attore su questi aspetti, maggiore è il potere accumulato e, quindi, le possibilità reali di vincere la guerra. Tuttavia, nella pratica, di solito non è comune che un attore sia ai vertici di tutti questi aspetti della capacità militare, poiché, ad esempio, lo Stato può possedere armi più avanzate e, quindi, ridurre le dimensioni del proprio esercito in termini di effettivi.
2) Risorse di potere economico. A questo proposito, è importante conoscere diversi aspetti, come il PIL/PNL dell’attore, il grado di industrializzazione dello Stato, il livello di sviluppo tecnologico o la struttura dell’economia dell’attore.
3) Risorse di ricchezza naturale. A questo proposito, la domanda fondamentale è: l’attore dispone di risorse naturali sufficienti per sostenere le proprie capacità militari ed economiche e i propri progetti in materia di relazioni internazionali?
4) Sviluppo demografico. In questo caso, la questione più importante è la dimensione della popolazione dell’attore, poiché una popolazione numerosa contribuisce solitamente ad aumentare le forze armate e la forza lavoro. Tuttavia, allo stesso tempo, è di estrema importanza prendere in considerazione la struttura della popolazione in termini di età, sesso, salute o istruzione. È importante sapere se vi è una forza lavoro sufficiente e se vi sono persone in grado di prestare servizio nell’esercito. Un’altra questione importante è se la popolazione dell’attore è in grado di utilizzare tecnologie moderne e avanzate. Infine, le relazioni tra la popolazione e l’autorità statale sono estremamente importanti, poiché è fondamentale sapere se i cittadini sostengono politicamente il governo o se esistono conflitti sociali, confessionali o interetnici che minacciano l’omogeneità interna e l’unità politica.
5) Importanza della geografia. È importante sapere quali sono le dimensioni del territorio dell’attore, se ha accesso al mare e quanto è lungo, se il suo Stato presenta un paesaggio caratterizzato da alte montagne o fiumi larghi e lunghi che possono fornire una difesa naturale, o se il paesaggio, la geografia in generale e il clima consentono l’agricoltura o il rafforzamento della difesa.
Come esempio delle relazioni tra guerra e capacità nazionali, possiamo confrontare, ad esempio, la Cina e il Giappone da diversi punti di vista:
1) La Cina ha una popolazione più numerosa e un mercato economico più grande rispetto al Giappone.
2) Il Giappone ha un livello tecnologico più elevato rispetto alla Cina.
3) La Cina ha un PIL doppio rispetto al Giappone.
4) La Cina ha forze militari diverse volte superiori a quelle del Giappone.
5) La Cina possiede armi nucleari, ma molte delle tecnologie avanzate del Giappone, se necessario, potrebbero essere convertite in armi militari, comprese quelle nucleari.
6) Il Giappone ha un’alleanza militare con gli Stati Uniti, ma in caso di guerra tra Cina e Stati Uniti, si presume che la Russia sosterrà attivamente la Cina.
Tuttavia, le capacità specifiche non producono un potere generalizzato, ma sono utili solo in contesti particolari. Ad esempio, la tecnologia giapponese è fondamentale per la politica di modernizzazione della Cina, mentre allo stesso tempo il mercato cinese è fondamentale per le esportazioni giapponesi. Nel caso presentato, praticamente ciascuno di essi gode di un vantaggio sull’altro. Dobbiamo tenere presente che un secondo motivo per cui il vantaggio di un attore in termini di risorse tangibili non è sufficiente per giudicare il suo potere relativo è il ruolo e l’influenza di diverse risorse intangibili, che determinano l’efficacia con cui un attore politico (Stato) può realizzare le sue capacità tangibili.
I fattori intangibili fondamentali del potere e del successo in guerra
Esistono quattro fattori immateriali fondamentali che hanno un impatto diretto sul successo in guerra:
1) Determinazione: è un dato di fatto storico che tutte le risorse economiche e militari potenziali e reali di cui uno Stato dispone hanno, di fatto, scarso valore se il governo non ha la volontà di utilizzarle o non è in grado di farlo per mancanza di conoscenze o di possibilità tecniche. Tuttavia, sorge la domanda: un attore è determinato a utilizzare le proprie capacità per raggiungere i propri obiettivi finali di politica estera, compreso l’uso della guerra come strumento? A questo proposito, si può citare l’esempio della guerra del Vietnam del 1965-1975, quando l’amministrazione statunitense, stanca della guerra prolungata, era meno disposta ad accettare perdite elevate rispetto ai vietnamiti.
2) Leadership e competenza: Le domande sono: i leader politici dell’attore sono in grado di mobilitare i cittadini a sostegno delle loro politiche estere? Sono in grado di mobilitare efficacemente le risorse necessarie per perseguire la loro politica estera? Ad esempio, la politica statunitense in Vietnam è stata alla fine compromessa dall’incapacità del presidente Johnson di mobilitare il sostegno pubblico alla guerra.
3) Intelligence: A questo proposito, possiamo porci due domande fondamentali: i decisori comprendono gli interessi di politica estera e le capacità politiche, economiche e militari dei potenziali nemici? Dispongono di informazioni affidabili sulle intenzioni dei nemici e sulla loro capacità di realizzare i propri obiettivi politici? Ad esempio, l’assenza di tali informazioni ha costituito un ostacolo cruciale agli sforzi occidentali nella lotta al terrorismo globale.
4) Diplomazia: Da questo punto di vista, possiamo porci la seguente domanda: in che misura i diplomatici di un paese rappresentano efficacemente i suoi interessi all’estero? I diplomatici efficaci sono in grado di comunicare e diffondere gli obiettivi di politica estera dei rispettivi paesi, valutare gli interessi e gli obiettivi di politica estera di altri Stati e attori, anticipare le azioni degli altri o negoziare compromessi.
Spiegare la guerra tra Stati
Le cause delle guerre tra Stati sono state a lungo un obiettivo centrale dei filosofi politici e dei moderni scienziati sociali. La Genesi racconta duemila anni di storia, dalla creazione biblica al tempo della prima guerra. Non sarebbero mai più trascorsi duemila anni, né tantomeno duecento, senza una guerra.
Si può dire che la guerra è un concetto che, tra la gente comune, si riferisce a diversi tipi di attività. Tuttavia, i conflitti intesi come guerre (anche se, per quanto riguarda le scienze politiche, solo i conflitti militari tra Stati possono essere definiti guerre vere e proprie) sono molto diversi tra loro per portata, poiché possono variare da violenze/conflitti interni tra gruppi subnazionali (le cosiddette guerre civili) a scontri tra Stati confinanti, o addirittura guerre mondiali, ovvero guerre tra molti Stati di continenti diversi. Le guerre, oltre ad avere intensità diverse, possono causare da poche centinaia a decine di milioni di morti. Infine, esistono diversi criteri relativi alla durata, come la Guerra dei Sei Giorni del 1967 e la Guerra dei Cent’anni (1337-1453).
Da un punto di vista puramente metodologico, il primo passo nel complesso processo di analisi della guerra deve essere quello di definire e classificare il concetto di guerra, al fine di garantire che tutti stiano studiando lo stesso fenomeno di ricerca. In pratica, ciò significa distinguere tra guerre interstatali (tra Stati) e guerre intra-statali (all’interno di uno Stato). Dal momento che gli studiosi di relazioni internazionali si sono a lungo concentrati sulle relazioni interstatali, esistono quindi molte spiegazioni della guerra tra Stati. Ad esempio, una definizione ampiamente accettata di guerra interstatale è quella di un conflitto militare tra entità nazionali, di cui almeno una è uno Stato, che provoca almeno 1000 morti in battaglia tra il personale militare. Questa definizione di guerra interstatale è, da un lato, sicuramente arbitraria, ma dall’altro consente la raccolta e l’analisi sistematica dei dati sulla guerra da parte di ricercatori che condividono una definizione identica del fenomeno della guerra.
Una tipologia di guerra è stata ampliata per includere, oltre alla guerra interstatale, le guerre extra-statali tra uno Stato e un attore non statale al di fuori dei suoi confini e le guerre intra-statali tra due gruppi all’interno dei confini dello stesso Stato (di fatto, le guerre civili). In ulteriori analisi della guerra, è necessario introdurre i fattori che contribuiscono allo scoppio della guerra interstatale e considerare come gli attori cercano di gestire questi fattori per ridurre la probabilità di guerra.
Lo Stato come collettività astratta non prende decisioni sulla pace e sulla guerra, ma sono le persone reali, con determinate passioni, ambizioni e limiti fisici e psicologici, a prendere le decisioni. Di conseguenza, a livello di analisi individuale, le spiegazioni della guerra possono essere trovate nella natura e nel comportamento degli individui (cioè degli statisti e dei politici). In ogni caso, se i fattori che scatenano la guerra non possono essere modificati, non è possibile elaborare politiche per prevenirne lo scoppio e, quindi, è prevedibile che prima o poi la guerra scoppi di nuovo.
Il desiderio di più potere è uno dei classici argomenti realisti cruciali sulle cause della guerra che guarda alla natura umana e, in particolare, alla brama di potere. In realtà, questo desiderio di dominare si applica sia agli Stati che agli individui. Si può dire che è un peccato che spinge gli esseri umani ad acquisire più potere. Gli esseri umani sono egoisti con un desiderio innato di accumulare potere e dominare gli altri. Di conseguenza, l’equilibrio di potere può essere l’unico meccanismo funzionante in grado di sopprimere la malvagità umana e il potere maligno.
Una variante scientifica del desiderio di potere individua le cause della guerra nella natura umana, intendendo la guerra come un prodotto dell’aggressività intrinseca. Infatti, l’aggressività è un istinto necessario alla conservazione dell’individuo e dell’umanità. Anche i singoli decisori politici svolgono un ruolo cruciale nelle decisioni di entrare in guerra.
Spiegare le guerre intra-statali
È già un approccio generale nelle scienze politiche e nelle relazioni internazionali che la fine della Guerra Fredda nel 1990 abbia segnato un cambiamento nella natura della guerra: un aumento sostanziale del numero di guerre intra-statali (civili). Dopo il 1990, il mondo ha assistito a una proliferazione di conflitti etnici, nazionalisti, religiosi e di altro tipo tra gruppi subnazionali. Le guerre intra-statali sono oggi molto più diffuse nella politica globale rispetto alle guerre inter-statali.
Comprendere le cause reali delle guerre intra-statali è fondamentale per gestirle e prevenirle. Le guerre civili distruggono le economie nazionali, lasciando la popolazione civile in condizioni di povertà. Tuttavia, le guerre intra-statali possono estendersi agli Stati confinanti e diventare quindi problemi regionali, soprattutto nei casi in cui sono coinvolte comunità etniche transnazionali. Dobbiamo tenere presente che, in generale, le guerre intra-statali sono di natura complessa e, pertanto, per spiegare lo scoppio di una particolare guerra intra-statale è necessario considerare diversi fattori.
In linea di principio, esistono diverse possibili cause delle guerre intra-statali a livello generale. Nelle scienze politiche e nella sociologia, le spiegazioni prevalenti sottolineano le profonde animosità storiche, i conflitti per le risorse scarse, la riparazione delle ingiustizie passate e presenti e i dilemmi di sicurezza derivanti dall’anarchia interna. Le più importanti sono:
1) Animosità interetniche: le animosità interetniche sono, in molti casi, una causa autentica delle guerre civili, anche di quelle che sembrano guerre di identità. Esistono spiegazioni delle guerre interetniche che sottolineano odi antichi o primordiali. Pertanto, alcuni gruppi etnici nutrono rancori profondi che risalgono a tempi remoti. In questi casi, si suggerisce che l’unico modo per raggiungere la pace (ma non necessariamente la giustizia) sia attraverso un’autorità centralizzata forte (anche dittatoriale) e che, quando tale autorità scompare, il conflitto rinasce. Questa teoria, ad esempio, spiega i conflitti interetnici degli anni ’90 nel territorio dell’ex Jugoslavia. Tuttavia, per molti ricercatori questa teoria è controversa e insoddisfacente. In altre parole, se l’antica ostilità è il fattore principale dei conflitti interetnici contemporanei, allora è difficile spiegare i lunghi periodi di pace tra tali gruppi. Inoltre, la teoria suggerisce che sarà praticamente impossibile prevenire conflitti futuri e, di conseguenza, il futuro appare cupo per molte regioni caratterizzate da eterogeneità religiosa e/o etnica. In realtà, molti gruppi etnici e nazionali convivono pacificamente risolvendo le controversie interetniche senza ricorrere alla guerra (come gli slovacchi e i cechi al momento del “divorzio di velluto”, che è stato finalizzato il 1° gennaio 1993). Pertanto, secondo alcuni autori (come Paul Collier), i conflitti nei paesi etnicamente diversificati possono avere un modello etnico senza essere causati dall’etnia.
2) Contesto economico: In alcuni casi, le animosità storiche possono essere solo una scusa per leader ambiziosi, ma gli incentivi e le opportunità economiche forniscono spiegazioni più convincenti per i conflitti interetnici e le guerre civili. Molti risultati di ricerche suggeriscono che esiste una maggiore possibilità di guerre interetniche nei paesi a basso reddito con strutture di governo deboli che dipendono fortemente dalle risorse naturali per i loro proventi da esportazione (come in Nigeria). Pertanto, una spiegazione economica razionale è la ricerca del bottino, ovvero la guerra per arricchirsi personalmente. Risorse naturali preziose come il petrolio (Nigeria), i diamanti (Sierra Leone), il carbone (Kosovo) o il legname (Cambogia) sono motivo di conflitto in quanto forniscono ai ribelli i mezzi per finanziare e equipaggiare i loro gruppi o, se vincono la guerra, per arricchirsi grazie alla corruzione. Tuttavia, la semplice presenza di risorse naturali non è sufficiente per scatenare un conflitto interetnico o qualsiasi tipo di guerra civile. In molti casi, la guerra civile è più probabile se i ribelli hanno lavoratori da sfruttare per le risorse e se il governo è troppo debole per difendere le risorse naturali. In linea di principio, l’argomento della ricerca del bottino si concentra sui guadagni derivanti dalla guerra stessa. I leader di tutte le parti in conflitto creano infrastrutture nel governo e nella società per condurre la guerra e investono massicciamente in armi e addestramento dei soldati. Essi traggono profitto personale da questi investimenti e quindi hanno pochi incentivi a smettere di combattere.
3) Ricerca della giustizia: un’altra teoria sulle guerre interetniche suggerisce che le guerre civili possono essere il prodotto di gruppi che cercano vendetta e giustizia per torti passati e contemporanei. In sostanza, tali guerre sono più probabili quando esiste un’importante stratificazione sociale, con un gran numero di giovani disoccupati, repressione politica o frammentazione sociale. Alcuni teorici sostengono che le persone si ribellano quando ricevono meno di quanto ritengono di meritare e, quindi, cercano di correggere le ingiustizie economiche e/o politiche. Tali gruppi sostengono di essere privati della ricchezza che viene data ad altri gruppi o di essere privati della possibilità di esprimersi nel sistema politico. Tuttavia, non è solo il riconoscimento della privazione a causare le guerre civili. Piuttosto, gli incentivi alla ribellione includono la percezione da parte di un gruppo che la privazione è ingiusta, che altri ricevono ciò che a loro viene negato e che lo Stato non è disposto a porre rimedio all’ingiustizia. Tuttavia, questa teoria cerca anche di spiegare perché sia i gruppi relativamente privilegiati che quelli privati possano mobilitarsi.
4) Questioni di sicurezza: le questioni di sicurezza possono essere fonte sia di conflitti interstatali che di conflitti interni. In altre parole, le questioni di sicurezza possono essere fonte di conflitti all’interno degli Stati quando le autorità statali si disintegrano e creano una condizione di anarchia interna in cui gli sforzi di ciascun gruppo per difendersi appaiono minacciosi per gli altri. La questione della sicurezza è aggravata dall’incapacità di distinguere adeguatamente tra armi offensive e difensive e dalla tendenza di ciascuna parte a segnalare intenzioni offensive con la propria retorica. Le questioni di sicurezza interna possono essere particolarmente gravi perché spesso sono associate a obiettivi predatori, data la dimensione economica di molti conflitti civili.
Terrorismo e guerra
Il terrorismo comporta la minaccia o l’uso della violenza contro i non combattenti da parte di Stati o gruppi militanti. È un’arma dei deboli per influenzare i forti, che mira a demoralizzare e intimidire gli avversari. Il termine “terrorista” è peggiorativo e raramente viene utilizzato per descrivere gli amici. Tuttavia, il terrorismo come forma speciale di guerra e politica è definito dai mezzi utilizzati piuttosto che dalle cause perseguite.
Il terrorismo non è un fenomeno nuovo, ma alcuni aspetti dell’attività terroristica contemporanea sono comunque nuovi:
1) Il livello di fanatismo e devozione dei terroristi contemporanei alla loro causa è maggiore rispetto ai loro predecessori.
2) La loro disponibilità a uccidere indiscriminatamente un gran numero di persone innocenti contrasta con la violenza dei loro predecessori contro individui specifici di importanza simbolica.
3) Molti dei nuovi terroristi sono disposti a sacrificare la propria vita in attacchi suicidi.
4) Molti dei nuovi gruppi terroristici sono transnazionali, collegati a livello globale a gruppi simili.
5) Tali gruppi terroristici fanno uso di tecnologie moderne come Internet e alcuni cercano di procurarsi armi di distruzione di massa.
Si pone quindi una domanda cruciale: come rispondere alla minaccia del nuovo terrorismo? Nonostante alcuni successi ottenuti contro il nuovo terrorismo con mezzi convenzionali, molti critici hanno sicuramente ragione nel sostenere che in molti casi il livello di violenza, gli obiettivi e la struttura organizzativa dei nuovi gruppi terroristici li differenziano dai nemici convenzionali come gli Stati ostili. Tale situazione ha portato molti ricercatori a mettere in discussione il concetto di “guerra al terrorismo” lanciato dal presidente degli Stati Uniti George Bush Jr. Tuttavia, il dibattito sull’opportunità di combattere il terrorismo con la guerra convenzionale solleva ulteriori interrogativi sul rapporto tra terrorismo e Stato-nazione, come ad esempio l’Afghanistan talebano, che lo ha sostenuto.
Dr. Vladislav B. Sotirović
Ex professore universitario
Vilnius, Lituania
Ricercatore presso il Centro di Studi Geostrategici
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Oscurantismo digitale, che al contrario di quello “religioso” che siamo stati allenati a disprezzare ha la finalità di strapparci l’anìma invece che salvarla. Ma quello che ci viene posto come nostro “dio” in realtà è solo lo strumento di altri. E la vera finalità di tutto questo è “la speciazione” ,cioè la separazione del genere umano i due specie diverse : i “semedei” (LORO) e le “semibestie” (NOI). Ma non preoccupiamoci sono sicuro che “l’ oracolo” digitale a ciò consultato ci dirà che “sarà tutto bellissimo”_Buona lettura_WS
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L’ultima tendenza su Xitter è che ogni post contenga una risposta che chiede all’IA interna “Grok” di verificare il post principale con “@Grok, è vero?”. Il contenuto sembra non avere importanza: le immagini sgranate di un sistema di difesa aerea indiano in Kashmir, il cumulo di macerie di un edificio palestinese raso al suolo o quei video “soddisfacenti” di un uomo che lava il suo disco rigido con l’idropulitrice. Le persone, alla deriva nelle infinite maree di spazzatura e contenuti di engagement, si aggrappano a Grok come relitti per evitare che affoghino nella zuppa digitale.
Da fervente tecno-pessimista, sostengo da anni che il vero problema dei sistemi automatizzati e di intelligenza artificiale non è tanto il fatto che dominino i loro regni cibernetici, quanto il fatto che ne superino sempre più i confini e si impongano a noi nel mondo reale. O meglio, nell’era dei chatbot di intelligenza artificiale, sono chiamati da altri esseri umani a farlo.
Un breve aneddoto personale può servire a illustrare questo punto.
Approfittando appieno del meraviglioso clima primaverile di cui siamo stati benedetti, ho deciso di recente di piantare dei fagiolini, principalmente per distrarmi dal mio disastroso tentativo di coltivare pomodori. Ho costruito un arco per farli arrampicare e ho iniziato a predisporre delle bordure in cui piantare le piantine. Mentre ero in ginocchio, a setacciare il terriccio fine e a mescolarci il pacciame, la mia persona più cara (perfettamente disinteressata al giardinaggio) è apparsa e mi ha prontamente detto che stavo sbagliando. Mi ha chiesto se la bordura che avevo costruito fosse profonda 30 cm. Era profonda al massimo 10 cm. Ho quindi preteso spiegazioni sul perché avrei dovuto scavare una trincea profonda 1/3 di metro per piantare le piantine di fagiolini e mi è stato risposto che “ChatGPT lo dice”.
Anche ChatGPT non aveva torto. Gli apparati radicali dei fagioli possono effettivamente raggiungere i 30-40 cm. Il problema era che l’input dava per scontato che le radici non potessero attraversare lo strato di pacciame e penetrare nello strato superficiale del terreno sottostante. Ciononostante, nell’ambiente ordinario del mio modesto orto, mi sono trovato di fronte a un’autorità con un QI di 1000, con accesso a tutto ciò che fosse mai stato scritto sulla coltivazione dei fagioli. Inoltre, ho dovuto giustificare l’uso della mia agenzia piuttosto che sottomettermi docilmente a un’IA che poteva essere tirata fuori dalla tasca posteriore in pochi secondi. Un giardiniere attento avrebbe potuto notare che stavo utilizzando il metodo “No Dig” di Charles Dowding. Non ho letto nessuno dei libri di Dowding; ho solo guardato il suo canale YouTube. Ma ChatGPT ha letto ogni parola che ha mai scritto.
È davvero così che vanno le cose adesso?
Mi viene in mente uno scenario immaginario, anch’esso ambientato in un contesto banale, che non richiede di evocare le conquiste dell’intelligenza artificiale di Skynet e gli scenari apocalittici della singolarità.
Un cliente in un pub si lamenta del fatto che la barista non lascia depositare la schiuma su una pinta di birra prima di riempirla, rendendola più gassosa di quanto ritenga ottimale. La barista risponde che versa pinte in questo modo da anni e che nessuno si è mai lamentato finora. Il cliente tira fuori il telefono e imposta ChatGPT o Grok per stabilire esattamente come versare una pinta di quella particolare birra, e il risultato è che effettivamente si sbaglia. La barista ora ha una scelta: continuare a versare la birra in un modo che sa essere scorretto o inchinarsi all’Autorità Superiore dell’iPhone del cliente e sottomettersi. Tuttavia, arriva il proprietario, anche lui con un iPhone con Grok installato. Inizia a snocciolare statistiche sull’efficienza nel versare le pinte e sottolinea quanto costerebbe alla sua attività se ogni pinta fosse versata secondo le specifiche raccomandazioni.
Ne consegue uno stallo alla messicana, con individui che tengono i telefoni degli altri come rappresentanti dell’autorità divina dell’IA interiore. Invece di usare la propria capacità di agire e il proprio intuito, le relazioni saranno mediate dall’Onnisciente.
Il miliardario della tecnologia digitale Marc Andreessen ha affermato nel podcast di Joe Rogan che il mondo che i magnati della tecnologia stavano costruendo sarebbe stato più simile al Medioevo per le masse, perché avrebbero vissuto in un mondo di poteri superiori incomprensibili. L’inquadratura mi è rimasta impressa, eppure ho pensato che Andreessen si riferisse a droni autoguidati che sfrecciavano sopra le nostre teste o a gadget in grado di assemblarsi da soli. Ora, a distanza di un anno, capisco che non stava esagerando e che la natura onnisciente dell’intelligenza artificiale inizierà, di fatto, ad assomigliare a una forma divina onnipresente, e potrà stare comodamente in tasca.
A differenza del rassicurante bagliore di una chiesa medievale in un cupo paesaggio pre-rete elettrica, l’iPhone è una forma completamente morta che estrae dati senza vita da algoritmi insensibili. La cosiddetta intelligenza è solo un astuto trucco linguistico da salotto, in cui i dati vengono ricostituiti in parole comprensibili a un essere umano. Eppure, la vacuità dell’IA non significa che non saremo costretti ad affrontare le secolari questioni teologiche del libero arbitrio e dell’agire umano. Quanto libero arbitrio avremo se ogni decisione viene elaborata attraverso l’intelligenza digitale?
Questo è già evidente nei nostri feed dei social media. Mentre scrivo, sto ascoltando “Game of Thrones Music & North Ambience Winterfell House Stark Theme” . L’ho scelto perché ho cliccato su play e ho trovato l’atmosfera cupa rilassante. Eppure fa parte di una selezione più ampia di contenuti audio con cui YouTube mi bombarda sulla mia home page.
L’ubiquità dell’IA nella nostra vita quotidiana implica la presenza di un’autorità superiore; non è un Dio, ma un vuoto, e influenzerà sempre di più le nostre decisioni, indipendentemente da ciò. Perché non vorresti versare una pinta di birra correttamente? Perché non vorresti piantare i fagioli alla giusta profondità? E poi, se non usi l’IA per ottimizzare i tuoi risultati, lo faranno altri e non sarai in grado di competere.
Potreste notare che c’è qualcosa di vagamente familiare in tutto questo. Qui, ci troviamo di fronte a un’intelligenza dalla capacità pressoché infinita che ci chiede di sottomettere parte del nostro libero arbitrio per accedere a una conoscenza illimitata… un vero affare, se vogliamo. Potete conservare il vostro libero arbitrio, ma sbaglierete e otterrete risultati peggiori.
Tuttavia, più ci si affida all’Autorità Superiore, più si perde la capacità di pensare in modo indipendente. E tutto ciò avviene in modo del tutto volontario ed entusiastico.
Sembra che stiamo assistendo alla morte dell’agire umano, una versione più grande delle parti del nostro cervello che potrebbero fare calcoli matematici si sta riducendo dopo l’introduzione della calcolatrice. Se le persone ora fanno fatica a leggere mappe o segnali stradali dopo l’avvento del navigatore satellitare, quale sarà l’impatto dell’intelligenza artificiale tascabile che dice loro tutto?
Non c’è bisogno di invocare un supercomputer di intelligenza artificiale autocosciente quando possiamo semplicemente invocare la tendenza delle persone a intraprendere la strada dell’efficienza e della minima resistenza. Dopotutto, la tecnologia dovrebbe semplificare la vita. Quando il lavoro manuale è stato sostituito dalle macchine, gli uomini hanno iniziato ad “allenarsi” in palestra per compensare la mancanza di tono e forza muscolare. A cosa ricorreranno le persone quando il pensiero stesso sarà svolto per noi dalle macchine? Forse ancora più cruciale, come potrà un cervello che si è adattato a malapena per 50.000 anni ed è incline al riconoscimento di schemi e all’inquadramento mitico iniziare a pensare a un dispositivo che pensa per loro, li conforta ed è sempre a portata di mano nelle loro tasche?
Dato che i sistemi di intelligenza artificiale hanno già assimilato ogni testo religioso e riflessione teologica che l’uomo abbia mai scritto e registrato, non c’è motivo di supporre che, se richiesto, l’intelligenza artificiale non possa parlare all’individuo con l’autorità, il manierismo e il tono di Dio stesso. È a questo che si riferiva Marc Andreessen?
L’ideale sembra essere un sacerdozio Tecno-Teocratico che richiede solo di avere fede nell’estrazione di dati. Non hai idea di come funzioni, proprio come non hai idea di come i tuoi dispositivi comunichino tra loro per indirizzarti verso annunci pop-up. Ma va bene così, perché non hai bisogno di sapere nulla. Tanto, tutto il ragionamento si svolge altrove. Diventerà un mondo in cui le cose “accadono e basta”, come stare su un’ombra porta sfortuna o avvistare un gatto nero a tarda notte come vedere il diavolo in un famiglio.
Per essere schietti, non è più un mondo di Illuminismo, ma di oscurantismo dovuto a una saturazione eccessiva di informazioni conoscitive . Diventeremo appendici dello strumento, essendo stati un tempo messi da parte da Dio per riempire il vuoto che Lui ha lasciato vacante. Un mondo un tempo incomprensibile, guidato dall’Onnipotente, tornerà ad esserlo man mano che la nostra capacità di pensare in modo indipendente si ridurrà come le ali di un pappagallo arenato su un’isola senza predatori. Sarà semplicemente “il modo in cui vanno le cose”, e non c’è modo di tornare indietro ora perché ci sono troppi soldi in gioco e la gente è entusiasta della capacità dell’IA di trovare cure contro il cancro in un futuro prossimo.
Sarà strano ma non meraviglioso, e molti si gratteranno la testa riflettendo sul lamento di Goethe tratto dal Faust.
Ho studiato Filosofia / e Giurisprudenza, Medicina, / e persino, ahimè! Teologia, / da cima a fondo, con duro lavoro; / e qui, povero sciocco! Con tutta la mia dottrina, / mi fermo, non più saggio di prima.
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In tarda serata il Presidente russo Putin ha incontrato i media per riassumere gli eventi della celebrazione. Negli ultimi tre giorni è stata fatta una grande quantità di scritti e discorsi, con l’orazione di Putin a coronare il tutto:
Vladimir Putin: Buona sera, o forse già buona notte. Voglio dare il benvenuto a tutti. Care signore e signori, cari colleghi!.
Vorrei ancora una volta congratularmi con tutti voi per il Grande Giorno della Vittoria! Vorremmo ringraziare i nostri amici e partner stranieri che erano a Mosca con noi durante le celebrazioni dell’anniversario per rendere omaggio alla generazione dei vincitori.
Rendiamo onore a tutti coloro che hanno contribuito alla vittoria comune sul nazismo, compresi i nostri alleati nella coalizione anti-Hitler, i soldati della Cina, i membri della resistenza antifascista in Europa, i combattenti dei movimenti di liberazione popolare in Africa, nella regione Asia-Pacifico e i volontari dell’America Latina.
Insieme ai nostri amici e alle persone che la pensano come noi, condividiamo la memoria e il rispetto per la storia, per le imprese dei veri eroi che hanno combattuto per la libertà, e, naturalmente, la responsabilità per il futuro, per la costruzione di un mondo più giusto e sicuro.Le questioni che riguardano direttamente lo sviluppo stabile e sostenibile dell’intera comunità mondiale – Eurasia e altre regioni del mondo – sono state al centro degli incontri bilaterali e multilaterali tenutisi a Mosca.
Naturalmente si sono svolti in un’atmosfera speciale, solenne e festosa, ma allo stesso tempo sono stati estremamente ricchi e informativi, pieni di argomenti dell’agenda politica, economica e umanitaria.
Riassumendo, e vorrei farlo ora, dirò che in quattro giorni – dal 7 al 10 maggio – abbiamo ospitato eventi di visite ufficiali dei leader di tre Paesi stranieri: la Repubblica Popolare Cinese, la Repubblica Bolivariana del Venezuela e la Repubblica Socialista del Vietnam.
Inoltre, si sono tenuti 20 incontri bilaterali con i capi dei Paesi della CSI, dell’Asia, dell’Africa, del Medio Oriente, dell’Europa e dell’America Latina. In totale, hanno partecipato alle celebrazioni 27 capi di Stato della CSI, dell’Asia, dell’Africa, del Medio Oriente, dell’Europa e dell’America Latina, oltre a circa 10 capi di organizzazioni internazionali. Altri sei Paesi erano rappresentati ad alto livello.
Consideriamo una così ampia partecipazione di delegazioni di Paesi stranieri e di organizzazioni internazionali come una prova ispiratrice di un autentico consolidamento intorno alle idee e ai valori duraturi della nostra comune Grande Vittoria.
Siamo grati ai leader di 13 Paesi che hanno inviato unità delle forze armate nazionali per partecipare alla parata sulla Piazza Rossa. La loro marcia spalla a spalla con i nostri equipaggi della parata ha riempito la festa generale di un’energia speciale, lo spirito di fratellanza militare, temprato durante la Seconda guerra mondiale.
Sono stato lieto di ringraziare personalmente i capi militari dell’Esercito Popolare Coreano e di trasmettere le mie parole più calorose ai soldati e ai comandanti delle unità delle forze speciali della Repubblica Popolare Democratica di Corea, che, insieme ai nostri soldati, hanno svolto professionalmente, voglio sottolinearlo, in modo coscienzioso i compiti durante la liberazione delle zone di confine della regione di Kursk dalle formazioni del regime di Kiev. Vorrei sottolineare che hanno dimostrato coraggio ed eroismo, hanno agito – voglio ripeterlo – con la massima professionalità, hanno dimostrato un buon addestramento e una buona preparazione.
E naturalmente è stato un onore speciale per tutti i leader dei due Paesi accogliere sugli spalti i principali eroi dell’Anniversario della Vittoria – i veterani della Seconda Guerra Mondiale di Russia, Israele, Armenia e Mongolia.
Vorrei notare che, nonostante le minacce, i ricatti e gli ostacoli, tra cui la chiusura dello spazio aereo, anche i leader di alcuni Paesi europei sono venuti a Mosca: Serbia, Slovacchia, Bosnia ed Erzegovina. Ripeto: comprendiamo le enormi pressioni che hanno dovuto affrontare, e quindi apprezziamo sinceramente il loro coraggio politico, la loro ferma posizione morale, e la decisione di condividere la festività con noi, per rendere omaggio alla memoria degli eroi della Grande Guerra Patriottica e della Seconda Guerra Mondiale, che hanno combattuto sia per la casa paterna che per liberarsi della peste bruna di tutto il mondo, di tutta l’umanità senza alcuna esagerazione.
Per noi è importante che milioni di europei, i leader dei Paesi che perseguono politiche sovrane, lo ricordino. Questo ci dà ottimismo e speranza che prima o poi, sulla base delle lezioni della storia e delle opinioni dei nostri popoli, inizieremo a muoverci verso il ripristino di relazioni costruttive con gli Stati europei. Compresi quelli che ancora oggi non abbandonano la retorica antirussa e le azioni chiaramente aggressive nei nostri confronti. Come possiamo vedere in questo momento, stanno ancora cercando di parlare con noi in modo becero e con l’aiuto di ultimatum.
Il nostro partenariato globale e la cooperazione strategica con la Repubblica Popolare Cinese possono essere un vero esempio di moderne relazioni paritarie nel XXI secolo. Il Presidente cinese Xi Jinping è stato l’ospite principale delle celebrazioni dedicate all’80° anniversario della Grande Vittoria.
È profondamente simbolico e naturale che i principali, anzi i principali eventi commemorativi legati all’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale in Europa e in Asia si tengano a Mosca e a Pechino, nelle capitali degli Stati i cui popoli hanno affrontato le prove più difficili e pagato il prezzo più alto in nome di una Vittoria comune.
Cari colleghi, credo sia evidente a tutti che durante i colloqui e gli incontri tenutisi a Mosca è stata sollevata anche la questione della risoluzione del conflitto in Ucraina. Siamo grati a tutti i nostri ospiti e amici per l’attenzione che prestano a questo conflitto e per gli sforzi che compiono per porvi fine. A questo proposito, ritengo necessario soffermarmi su questo argomento separatamente.
A questo proposito, voglio dire: come sapete, la Russia ha ripetutamente preso iniziative per un cessate il fuoco, ma queste – queste iniziative – sono state ripetutamente sabotate dalla parte ucraina. Così, il regime di Kiev ha sfidato la moratoria di 30 giorni – voglio sottolinearlo – sugli attacchi alle strutture energetiche dal 18 marzo al 17 aprile, per circa 130 volte, che è stata annunciata in conformità con il nostro accordo con il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump.
Anche la tregua pasquale avviata dalla Russia non è stata rispettata: il cessate il fuoco è stato violato dalle formazioni ucraine quasi cinquemila volte. Tuttavia, per la celebrazione del Giorno della Vittoria – che consideriamo una festa sacra anche per noi, potete solo immaginare quanto abbiamo perso 27 milioni di persone – abbiamo dichiarato una tregua per la terza volta in questa festa sacra per noi.
Allo stesso tempo, abbiamo anche comunicato ai nostri colleghi occidentali, che, a mio parere, sono sinceramente alla ricerca di modi per risolvere il conflitto, la nostra posizione su questo tema, sul cessate il fuoco nel Giorno della Vittoria, che in futuro non escludiamo la possibilità di estendere i termini di questa tregua – ma, naturalmente, dopo aver analizzato ciò che accadrà in questi pochi giorni, sulla base dei risultati di come il regime di Kiev risponderà alla nostra proposta.
E cosa vediamo? Quali sono i risultati? Le autorità di Kiev – come potete vedere chiaramente da soli – non hanno risposto affatto alla nostra proposta di cessate il fuoco. Inoltre, dopo l’annuncio della nostra proposta – e questo è accaduto, come ricorderete, il 5 maggio di quest’anno – le autorità di Kiev hanno lanciato attacchi su larga scala dal 6 al 7 maggio. L’attacco ha coinvolto 524 veicoli aerei senza equipaggio e un certo numero di missili di fabbricazione occidentale, mentre 45 bek – imbarcazioni senza equipaggio – sono state simultaneamente utilizzate nel Mar Nero. In realtà, durante i tre giorni di cessate il fuoco che abbiamo annunciato – l’8, il 9 e il 10 – ciò che avete visto anche dai mass media, in realtà, dai vostri rapporti, era chiaro: durante questo periodo, sono stati fatti cinque tentativi mirati di attaccare il confine di Stato della Federazione Russa nell’Ucraina orientale. nella zona della regione di Kursk e all’incrocio con la regione di Belgorod, esattamente durante i giorni del cessate il fuoco che avevamo annunciato. Inoltre, altri 36 attacchi sono stati lanciati in altre direzioni. Tutti questi attacchi, compresi i tentativi di entrare nel territorio della Federazione Russa nell’area della regione di Kursk e della regione di Belgorod, sono stati respinti. Inoltre, i nostri esperti militari ritengono che non abbiano avuto alcun significato militare, siano stati condotti esclusivamente per motivi politici e che il nemico abbia subito perdite molto pesanti.
Come ho già detto, le autorità di Kiev non solo hanno respinto la nostra proposta di cessate il fuoco, ma anche, come abbiamo visto tutti, hanno cercato di intimidire i leader degli Stati riuniti per le celebrazioni a Mosca. Sapete, cari colleghi, quando ho incontrato i colleghi qui a Mosca, ho avuto questa idea. Condividerò con voi: chi si è cercato di intimidire tra coloro che sono venuti a Mosca per celebrare la Vittoria sulla Germania nazista? Chi avete cercato di intimidire? Dopo tutto, coloro che sono venuti da noi sono leader non per la loro posizione ufficiale, non per la loro posizione, ma per il loro carattere, per le loro convinzioni e per la loro volontà di difendere le loro convinzioni. E chi ha cercato di intimidirli? Chi si mette sull’attenti di fronte agli ex soldati delle SS e li saluta e li applaude? Ed eleva al rango di eroi nazionali coloro che hanno collaborato con Hitler durante la seconda guerra mondiale? Mi sembra che questo sia un tentativo con mezzi evidentemente inadatti, e coloro che stanno cercando di farlo non corrispondono all’oscillazione che essi stessi si aspettano.
Lo ripeto ancora una volta: abbiamo ripetutamente proposto passi verso un cessate il fuoco. Non abbiamo mai rifiutato di impegnarci in un dialogo con la parte ucraina. Vorrei ricordare ancora una volta che non siamo stati noi a interrompere i negoziati nel 2022, ma la parte ucraina. A questo proposito, nonostante tutto, suggeriamo alle autorità di Kiev di riprendere i negoziati interrotti alla fine del 2022 e di riprendere i negoziati diretti. E, lo sottolineo, senza alcuna precondizione.
Proponiamo di iniziare senza indugio giovedì prossimo, 15 maggio, a Istanbul, dove si sono svolti in precedenza e dove sono stati interrotti. Come sapete, i nostri colleghi turchi si sono ripetutamente offerti per organizzare tali negoziati e il Presidente Erdogan ha fatto molto per organizzarli. Vorrei ricordarvi che, a seguito di questi negoziati, è stata preparata una bozza di documento congiunto, siglata dal capo del gruppo negoziale di Kiev, ma che, su insistenza dell’Occidente, è stata semplicemente gettata nel cestino.
Domani abbiamo in programma un colloquio con il Presidente della Turchia Erdogan. Voglio chiedergli di fornire un’opportunità per lo svolgimento di negoziati in Turchia. Spero che confermerà il suo desiderio di contribuire alla ricerca della pace in Ucraina.
Siamo impegnati in negoziati seri con l’Ucraina. Il loro scopo è quello di eliminare le cause profonde del conflitto, per giungere all’instaurazione di una pace duratura a lungo termine nella prospettiva storica.Non escludiamo che durante questi negoziati saremo in grado di concordare alcune nuove tregue, un nuovo cessate il fuoco. Inoltre, una vera tregua, che sarebbe osservata non solo dalla Russia, ma anche dalla parte ucraina, sarebbe il primo passo, ripeto, verso una pace sostenibile e a lungo termine, e non un prologo alla continuazione del conflitto armato dopo il riarmo, il rifornimento delle Forze Armate dell’Ucraina e il febbrile scavo di trincee e nuove roccaforti. Chi ha bisogno di un mondo del genere? .
La nostra offerta è, come si dice, sul tavolo. La decisione spetta ora alle autorità ucraine e ai loro curatori, che, guidati, a quanto pare, dalle loro ambizioni politiche personali, e non dagli interessi dei loro popoli, vogliono continuare la guerra con la Russia per mano dei nazionalisti ucraini.
Ripeto: la Russia è pronta ai negoziati senza alcuna precondizione. Ora ci sono operazioni militari, una guerra, e noi ci offriamo di riprendere i negoziati che non sono stati interrotti da noi. Ebbene, cosa c’è di male in questo?
Chi vuole veramente la pace non può che sostenerla. Allo stesso tempo, vorrei esprimere ancora una volta la mia gratitudine per i servizi di mediazione e gli sforzi compiuti dai nostri partner stranieri, tra cui la Cina, il Brasile, i Paesi dell’Africa e del Medio Oriente e, recentemente, la nuova Amministrazione degli Stati Uniti d’America, finalizzati a una soluzione pacifica della crisi ucraina.
In conclusione, vorrei ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno condiviso con noi le celebrazioni festive dedicate all’80° anniversario della Vittoria sul nazismo.Sono fiducioso che lo spirito di solidarietà e armonia che ci ha unito a Mosca in questi giorni continuerà ad aiutarci a costruire una proficua cooperazione e partnership in nome del progresso, della sicurezza e della pace.
Cogliendo questa opportunità, vorrei anche sottolineare l’enorme ruolo dei giornalisti, dei rappresentanti delle agenzie di stampa mondiali, dei canali televisivi e della stampa che hanno coperto gli eventi dell’anniversario, così come il programma di molte ore di negoziati e riunioni di lavoro in corso. Abbiamo fatto molto per far percepire a tutto il mondo l’atmosfera unica delle festività in corso a Mosca. Ovviamente, vorrei ringraziarvi per questo incontro, perché è piuttosto tardi e, ovviamente, tutti sono già stanchi.
Grazie mille per l’attenzione, perché è quasi l’una e mezza di notte o anche più dell’una e mezza di notte a Mosca, vi lascio andare con Dio.
Grazie mille per la vostra attenzione. Arrivederci. [corsivo mio]
Una mossa molto abile del Presidente Putin, ben inquadrata e articolata. Un’eccellente risposta al cessate il fuoco di 30 giorni richiesto immediatamente da Zelensky e compagni. Le prime parole che Zelensky pronuncia quando gli viene detto che deve negoziare devono essere: “Annullo il mio decreto di non negoziazione”, qualsiasi altra cosa non è credibile. È piuttosto semplice. La Russia continuerà il suo SMO finché la controparte non capitolerà ai negoziati. Il punto è costringere i nazisti e i loro sostenitori dell’UE/NATO a impegnarsi in un modo o nell’altro all’inizio dell’estate. IMO, scopriremo quanto nazista sia diventata l’UE/CE.
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Premetto che questo vuole essere uno scritto rivolto al futuro, una sorta di antidoto contro il senso di negatività che è serpeggiato qua e là negli ambienti cattolici tramite qualche velatissima critica sul pontificato di Bergoglio…”lascia che i morti seppelliscano i loro morti” dice Gesù nel Vangelo di Matteo.
Veniamo a noi.
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Dall’immagine sopra avrete inteso i protagonisti del sogno. Purtroppo, il cardinale Zen non è eleggibile per raggiungere limiti di età, tuttavia non manca di “stressare” lo Spirito Santo in quel di Tor Bella Monaca. E dal video capirete perché lo sono ( qui ): un’entrata trionfale in San Pietro che manca Mel Gibson in Braveheart…
Per farla breve, il sogno prevede il Cardinale Raymond Leo Burke come Papa e il Cardinale Robert Sarah come Segretario di Stato (una figura che racchiude contemporaneamente i compiti di un ministro degli interni e degli esteri, una sorta di numero 2 nella gerarchia ecclesiastica). Leone XIV deriva ovviamente dal secondo nome del Cardinale Burke e, ricordando l’illustre predecessore, farebbe subito capire che l’aria è cambiata (approfondire chi fu Leone XIII, il primo Papa social della storia ( qui ), fa parte dello sforzo personale del lettore, altrimenti viene fuori un papiro).
Ok, fin qui il sogno, ma nella realtà serve davvero unacombodel genere?
Eh beh, direi proprio di sì.
Burke dal punto di vista dottrinale e del diritto è un numero 1 ; è avvocato canonista ed ex Prefetto del supremo tribunale della Segnatura Apostolica (il più alto organo giudiziario e amministrativo della Chiesa).
Sarebbe quindi la figura ideale per rimettere ordine nella stanza, ossia ristabilire con fermezza quali sono i principi immutabili della dottrina cattolica (in quanto stabilità da Gesù Cristo in persona e non da un teologo o da un profeta).
Questo è un passaggio essenziale e propedeutico a qualsiasi parola esca dalla bocca di un cristiano, sia esso un laico o un sacerdote. Altrimenti cosa comunichiamo? Non so, che il matrimonio è sacro e poi la domenica dal pulpito si afferma il contrario? Pensateci bene, l’unicità dell’insegnamento è anche una forma di rispetto verso chi cerca faticosamente di stare sulla retta via e verso i perseguitati: scusate, noi rischiamo la vita in Africa e in Asia per seguire Gesù e voi non riuscite a contenervi 3 giorni di fila? Eh non va mica bene. In ballo c’è la vita eterna, non una promozione o dei like sui social.
Se poi il nuovo Papa iniziasse dal restauro del Padre Nostro, che nella nuova versione nun se po’ sentì , sarebbe davvero fantastico.
Sempre col fine di rimettere ordine nella stanza, Raymond Leo avrebbe anche l’ autorità morale e le competenze giuridiche, come uomo e come sacerdote ancora prima che come Papa, per dare un bel giro di vite ai cardinali e ai vescovi non meritevoli dell’abito che indossano.
Sua Eminenza ha anche un altro plus: è statunitense , può dunque sistemare con cognizione di causa gli abusi commessi oltreoceano e mettere un freno al rischio che la Curia diventi per Roma quello che l’ONU è per New York.
Mica basta. Burke ha da sempre un legame speciale con i cardinali tedeschi , basti ricordare gli stretti rapporti con Ratzinger, Meisner, Brandmuller e Muller; conosce quindi bene la deriva che sta prendendo quella Chiesa e può intervenire duramente, lì credo non ci sia altra alternativa.
E ancora…oggi i critici non devono trovare pane per i loro denti. Burke è anche un grande amministratore , basti guardare il successo del “suo” santuario in Wisconsin ( qui ); non un petalo fuori posto, organizzazione degli eventi impeccabile, contatto coi fedeli costante durante tutto l’anno (preghiere, novene, video, newsletter), una festa per la Madonna di Guadalupe da togliere il fiato: c’erano persino le golf car per portare i fedeli, non so se mi spiego. Andrebbe quindi assai bene per ricominciare le pulizie di primavera presso il Cortile Sisto V (IOR) e via Paolo VI (Governatorato).
Ora, per evitare che uno costruisca e l’altro distrugga, è indispensabile avere come numero 2 un altro mastino della fede.
Che cosa abbiamo?
Sì certo, il guineano Robert Sarah, 80 anni a giugno, perciò elettore per un solo mese, dato che dopo gli 80 si rimane fuori dalla Cappella Sistina; quando si dice il diavolo fa le pentole, ma non i coperti. È arzillo come un 20enne (di una volta, non quelli di oggi), saggio, colto, ha una carriera esemplare alle spalle e un ottimo rapporto con Leone XIV.
Lo so che non vi basta, e allora brevemente gli altri plus.
È originario di quel Global South , ovvero più o meno tutto il resto del mondo esclusi i Paesi NATO, che è in rampa di lancio dal punto di vista geopolitico, economico e demografico. Potrebbe sfruttare il grande ritorno mediatico di una sua nomina a Segretario di Stato. Si è formato in Africa e ci ha lavorato, non è un membro di quell’élite del Continente Nero che ha studiato a Oxford e va in vacanza a Saint Tropez. Conosce la gente comune, è un valido insegnante, sa farsi ascoltare.
Dulcis in fundo tutti e due sarebbero cardinali anche senza Bergoglio, così non inizia la tiritera sulla non legittimità della nomina cardinalizia.
Presentati i due, siccome i tradizionalisti duri avranno comunque da obiettare, vi dico la mia su quello che state pensando, su quel:
“ ah però nemmeno loro hanno detto una parola contro Bergoglio ”.
Anzitutto non è vero, ne han spesso evidenziato gli errori dottrinali (i Dubia del 2016 e del 2023) promuovendo la vera fede; certo, non sono arrivati allo scontro aperto, come del resto nessuno dei Cardinali presenti e passati, ripeto, nessuno. Possiamo pensare che siano tutti impazziti, timorosi o compiacenti? Non penso proprio; magari sanno qualcosa che non è di dominio pubblico o han ritenuto che far saltare il banco avrebbe provocato un danno maggiore alla Chiesa. Non possiamo saperlo con certezza. Andiamo a vedere cosa è stato il 1300 per il Cattolicesimo: 80 anni di gravi tumulti tra lo spostamento del Papa ad Avignone e lo scontro tra Urbano VI e Clemente VII. Oggi, con l’amplificazione dei dati dai mass media (social inclusi) il rischio più sarebbe probabile quello di uno scisma; voi critici ve la prendereste questa responsabilità?
E già che ci siamo, vi dico anche la mia su cosa potremmo fare noi laici “praticanti” in vista del Conclave. Correggere i nostri secolari difetti; so’ sempre quelli: chiuderci nei nostri circoli, discutere se sia più aderente alla tradizione questo o quel prelato quando fuori ci sono intere generazioni che non hanno la minima idea di quale sia la materia del contendere, farci prendere dalla sfiducia, dimenticarci dell’azione dello Spirito Santo e del fatto che i Suoi tempi (l’eternità) non sono i nostri tempi (100 anni se va bene).
E i sacerdoti fuori dal Conclave? Vogliamo risparmiare? Anche loro dovrebbero fare la loro parte per aiutare il prossimo Papa. Venire? Anzitutto, rendendosi riconoscibili (l’abito fa il monaco) e ricordandosi che il loro compito principale per il quale sono insostituibili è amministrare i sacramenti. Tradotto, quando una persona ha la necessità di confessarsi scattare sull’attenti; non dico di andare a recuperare la pecorella smarrita, però, se torna, almeno che trovi il recinto aperto più di un’ora a settimana. Poi accettando il contradditorio, spiegando a chi ha una fede traballante o basata su falsi miti quale sia la vera fede, con parole semplici, con l’esempio e la vicinanza, non con un trattato di teologia e 400 riferimenti a testi antichi; care Eccellenze Reverendissime, cari Don, la persona che avete di fronte probabilmente si ricorda a mala pena il Gloria e l’ultimo l’Eterno Riposo l’ha recitato al funerale della zia.
Infine, se posso permettermi, basta con le polemiche , allontanano le persone. Abbiamo moltissimi esempi di Santi in rapporti non proprio idilliaci col “Vaticano”, eppure hanno continuato la loro missione salvando anime (basti pensare a San Padre Pio) o addirittura correggendo i Papi con successo (Santa Caterina da Siena).
Per concludere, fino a quando non vedremo la fumata bianca, partecipiamo alla Novena suggerita da? Ovviamente dal cardinale Burke ( qui )!
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