La Lotaringia, cuore dell’Europa_di WS
Oggi la cronaca geopolitica è priva di grandi novità. Tutto prosegue come prevedibile. E così, mentre viviamo sospesi in questa “bonaccia “, oggi divagherò sulle svolte mancate della SStoria e sui “movimenti tettonici” che periodicamente le ripropongono evidenziando così i sottostanti substrati “culturali”, per non dire “etnici”, che ancora vi sussistono a dispetto della massa di “detriti” che la suddetta SStoria vi abbia nel frattempo deposto sopra.
Farò questo “in lode” degli uomini “perdenti” che queste “svolte” le hanno tentate , non sappiamo quanto coscientemente.
Gli “storiografi” , che sono pressoché sempre i “lacché “ dei “vincitori” , non sono stati mai pagati per farlo.
L’ ho già fatto scrivendo in questa sede “in lode di Niccolò ( e di Giovanni)” per spiegare il “tornante” che ha spezzato per sempre la grandezza italiana cinque secoli fa; lo farò per spiegare il “tornante” che ha spezzato per sempre la grandezza dell’Europa non molto tempo prima .
Come spiega il Toynbee, le grandi civiltà ci impiegano molto a morire, anzi più grandi esse sono state e più l’agonia si protrae.
Roma era infatti già moribonda ai tempi di Augusto; eppure, per i cinque secoli successivi i ( sedicenti) romani del tempo credevano che fosse ancora viva .
L’ Italia, di par suo, fu colpita al cuore cinque secoli fa; eppure, molti italiani fino ad appena un secolo fa pensavano che fosse ancora ”risanabile”; per non parlare poi di un maestrucolo che pensava addirittura di potervi resuscitare “Roma”! Addirittura !
Per spiegare il tornante europeo partirò dalla strana divisione operata dai figli di Carlo Magno, con la quale si ripartirono Il Sacro Romano Impero del padre.
Guardate questa carta:

Cosa vedete in questa mappa ? Non vedete tre “culture”, tre “popoli” ? Non vedete “a sinistra” i “galli” e “ a destra” i “germani” ?
E non vedete nel “centro” i “gallo-germani” , dalla “Belgica” fino alla “ Gallia cisalpina“?
Ma perché questa strana striscia ? Non ne cogliete anche il fattore aggiunto ?
Non vedete la linea del “limes imperiale”, quella della massima romanizzazione prodotta come sempre dall’ insediamento territoriale degli ex-legionari sui territori sui quali avevano prestato servizio di guardia; è la ragione per cui la ex-Dacia si è poi conservata “romanza” in mezzo ad un mare slavo ?
Quella “ striscia” è il luogo di sintesi di tre apporti “culturali “ : celtici, germanici e romani “omogeneizzati” da una comune religione cristiana.
Quella “ striscia è il “ cuore dell’ Europa”; è il luogo fisico dove statisticamente si è poi creata almeno l’ 80% della cultura europea occidentale : religione , arte , letteratura economia.
Tutto ciò che noi oggi consideriamo europeo è nato li .
Non ci credete ? Eppure le tracce di quel grande splendore sono ancora oggi visibili dall’alto .
Guardate qui questa foto notturna de l’ Europa! Dove si concentrano le luci , si concentrano la popolazione e i consumi di luce perché li “ si vive meglio ”.

Ma la mappa ci dice anche un’ altra cosa: una “striscia” per di più spezzata dalla barriera delle Alpi, ben evidenziata anche dalla foto, viene naturalmente schiacciata dalle due ali molto più tozze, omogenee e compatte che l’avvolgono.
La Lotaringia infatti politicamente non resse e finì per essere rapidamente assorbita dal “fratello” più forte e barbaro, la “ grande SSassonia”, che rivendicò per sé l’impero.
Il Sacro Romano Impero Germanico appunto, la cui legittimità però venne subito contestata dal “ re dei Franchi”, in realtà dei Galli (le originali terre dei Franchi erano tutte in Lotaringia ) e dal Papa di Roma che rivendicava per se l’ eredità imperiale di Costantino.
In pratica tutti gli irrisolvibili contrasti che hanno poi travagliato la SStoria dell’Europa in generale e dell’ Italia in particolare erano tutti già li inseminati.
In controtendenza, poco prima che Colombo scoprisse l’ America, provocando così una rivoluzione “copernicana “ nella geopolitica europea , due uomini tentarono di resuscitare la Lotaringia creando per l’ “occidente” una prospettiva diversa.
Ma questo sarà argomento di un’ altra divagazione.