Un’India proattiva nell’era della transizione globale, di Alberto Cossu

Un’India proattiva nell’era della transizione globale
- 10 Agosto 2025
- di Redazione
- in Storia e Cultura

di Alberto Cossu – Vision & Global Trends. Progetto Società Italiana di Geopolitica
Ram Madhav, figura di spicco nel panorama politico e intellettuale indiano, presenta in “The New World: 21st-Century Global Order and India” una disamina penetrante delle dinamiche geopolitiche del XXI secolo, offrendo al contempo una visione ambiziosa per l’India. Il testo si colloca in un momento cruciale, quello di una transizione profonda nell’ordine globale, un periodo che Madhav interpreta non solo come una sfida ma come un’opportunità senza precedenti per la nazione indiana di affermare il proprio ruolo di attore di primo piano.
La sua tesi centrale ruota attorno alla convinzione che l’ordine liberale post-bellico, dominato dall’Occidente, sia in fase di esaurimento, lasciando il posto a un mondo multipolare in cui potenze emergenti, guidate da una visione pragmatica e auto-interessata, giocheranno un ruolo sempre più determinante.
Madhav non si limita a descrivere la fine di un’era; egli ne analizza le cause e le manifestazioni. La crescente inefficacia delle istituzioni multilaterali tradizionali, come le Nazioni Unite, e il declino percepito dell’egemonia occidentale sono presentati come sintomi di un sistema che non riesce più a contenere le nuove forze in gioco.
In questo contesto, l’ascesa della Cina è ovviamente un tema centrale, riconosciuta come una potenza revisionista che sfida lo status quo, ma Madhav estende la sua analisi anche all’emergere di altre “potenze medie” che, collettivamente, stanno ridisegnando la mappa del potere mondiale. L’autore invita l’India a superare quella che definisce una “ingenuità romantica” del passato nella sua politica estera, suggerendo che un approccio più radicato nel realismo e nella massimizzazione degli interessi nazionali sia imperativo.
Civiltà e “smart power” indiani
Una delle colonne portanti del pensiero di Madhav è il richiamo costante alle radici della civiltà dell’India. Non si tratta di una mera nostalgia storica, ma di un tentativo di ancorare la futura politica estera indiana a un’identità distintiva e millenaria. Madhav attinge a concetti della filosofia politica indiana classica, come la “Rajdharma” (la condotta etica del sovrano) e la “Mandala Theory” di Kautilya (un modello strategico di cerchi concentrici di alleati e avversari), per proporre un quadro di riferimento autenticamente indiano per la sua azione globale. Ram Madhav scrive che lo spirito dell’India vive più nella religione che nella scienza.

Questo non è un invito a rifiutare la modernità, ma a garantire che l’etica e i valori non siano mai separati dall’innovazione e dalla governance. Madhav trae ispirazione anche dalla saggezza del Mahatma Gandhi, che una volta dichiarò: “Preferirei vivere con la religione, perché è parte integrante del mio essere”. In un mondo che va verso l’ipermodernità, questi appelli al cuore etico dell’India sono più urgenti che mai.
Questo approccio suggerisce che l’India non dovrebbe semplicemente emulare i modelli occidentali, ma piuttosto attingere alla propria saggezza storica per forgiare una via unica. L’idea è quella di un’India che, pur impegnandosi con il mondo moderno, rimanga saldamente radicata nei suoi valori, offrendo un modello di governance alternativo che egli chiama “Dharmacrazia”. Questa non è mera democrazia in senso procedurale, ma una forma superiore di governo radicata nel dharma, la retta via.
L’autore osserva: “Segui il dharma e, anche se ti ritiri per un po’, alla fine vincerai”. Questa convinzione, radicata nella filosofia della cultura indiana, è ciò che distingue il libro dalla letteratura strategica contemporanea. In conclusione, per Ram Madhav, il futuro ordine mondiale deve essere basato sui valori. Questa, egli afferma, è l’essenza del Vasudhaiva Kutumbakam, l’eterna convinzione indiana che il mondo sia un’unica famiglia. Questa stessa idea è stata il tema ispiratore del G20 del 2023 guidato dall’India.
Questo radicamento nella civiltà indiana si sposa con la necessità, secondo Madhav, di passare da una dipendenza dal soft power a un’adozione più robusta del “smart power”. L’India ha tradizionalmente fatto leva sulla sua cultura, la sua spiritualità e la sua diaspora per esercitare influenza. Madhav riconosce il valore di questi elementi, ma argomenta che, nel nuovo ordine mondiale, essi devono essere accompagnati da una sostanziale forza economica, militare e tecnologica.
Il libro sottolinea l’urgenza di una crescita economica accelerata, di investimenti massicci in ricerca e sviluppo, e di un salto di qualità nelle tecnologie emergenti – intelligenza artificiale, robotica, computing quantistico – come pilastri fondamentali per elevare lo status dell’India a potenza globale. L’idea è quella di costruire un “Brand Bharat” forte e riconoscibile, che proietti non solo un’immagine di cultura, ma anche di capacità e innovazione.
Sfide e criticità di una visione ambiziosa
Mentre la visione di Madhav è senza dubbio ambiziosa e stimolante, essa non è esente da criticità e potenziali punti di frizione. Una delle principali osservazioni riguarda il divario tra l’aspirazione e l’azione concreta. Il libro, pur delineando una direzione chiara per l’India, talvolta sembra privilegiare una retorica di grande visione a scapito di schemi politici dettagliati o piani di implementazione specifici. La transizione da “aspirazione” a “azione” richiede una roadmap complessa che il libro non esplora in profondità.
Ad esempio, sebbene si parli della necessità di migliorare le relazioni di vicinato basate sulla “fratellanza civilizzatrice”, la realtà geopolitica del subcontinente indiano è intrisa di sfide concrete – dispute territoriali, differenze politiche e interferenze esterne – che spesso superano i legami culturali. Un’analisi più approfondita di come superare queste frizioni, al di là di un appello all’unità culturale, sarebbe stata preziosa. E’ possibile che Madhav abbia voluto riservare ad un altro momento una riflessione capace di generare contrasti.
Inoltre, la lettura della storia indiana proposta da Madhav, in particolare per quanto riguarda il declino durante l’era Moghul, è vicina con le interpretazioni nazionaliste indù. Sebbene questa prospettiva sia fondamentale per comprendere la sua visione di un’India forte e risorgente, potrebbe non essere universalmente accettata ed essere percepita come una riscrittura selettiva della storia da parte di alcuni studiosi o commentatori. Questa interpretazione storica informa l’enfasi sulla riaffermazione di un’identità indiana “autentica” che, per alcuni critici, rischia di marginalizzare le complessità e le diverse narrazioni all’interno della società indiana.
Un’altra considerazione riguarda la sfida pratica di tradurre il concetto di “Dharmacrazia” in un modello di governance applicabile in un mondo globalizzato e interconnesso. Sebbene l’idea di una governance etica sia lodevole, la sua implementazione in un sistema statale moderno, con le sue complessità burocratiche e le sue pressioni geopolitiche, solleva interrogativi. Il libro, pur fornendo una robusta argomentazione del perché l’India dovrebbe essere una grande potenza, lascia in parte al lettore il compito di immaginare il “come” essa possa superare ostacoli interni ed esterni, come le disuguaglianze socio-economiche, le tensioni interne e le sfide di governance, che potrebbero ostacolare la sua ascesa.
Conclusioni
“The New World: 21st-Century Global Order and India” rimane un contributo importante nel dibattito strategico contemporaneo. Il suo valore risiede nella capacità di Madhav di articolare una visione corragiosa e coerente per l’India in un’epoca di incertezza globale. Il libro funge da catalizzatore per la riflessione, spingendo i lettori a considerare non solo la posizione attuale dell’India, ma anche il suo potenziale non sfruttato.
La prospettiva di Madhav è particolarmente significativa perché riflette il pensiero di una parte influente dell’establishment politico indiano, offrendo spunti preziosi su come una delle nazioni più popolose e in rapida crescita del mondo intende posizionarsi in un futuro multipolare.
In definitiva, Madhav invita l’India a superare un approccio reattivo alla politica estera e ad abbracciare un ruolo proattivo, plasmando attivamente l’ordine emergente piuttosto che semplicemente adattandosi ad esso. “The New World” è una lettura obbligata per accademici, responsabili politici e chiunque sia interessato alle dinamiche del potere globale e, in particolare, al crescente peso dell’India sulla scena internazionale. Il suo messaggio è chiaro: l’India è pronta e deve essere preparata a reclamare il suo posto legittimo in un mondo in continua riconfigurazione.
The New World: 21st-Century Global Order and India
Ram Madhav
Editore: Rupa Publications India, 2025
Lingua: inglese – 408 pagine – ISBN-10 : 9370038264 – ISBN-13 : 978-9370038264
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