Rassegna stampa tedesca 22 A cura di Gianpaolo Rosani

I Verdi stanno discutendo con l’Unione sulle proposte relative al freno all’indebitamento e ai fondi speciali. L’unica cosa certa è che non accetteranno semplicemente: la loro sfiducia verso l’Unione è profonda dopo le ultime settimane, in cui CDU e CSU hanno bruscamente respinto le proposte dei Verdi per un fondo speciale e una riforma del freno all’indebitamento prima delle elezioni, solo per affrontarle in fretta e furia dopo le elezioni. I Verdi prendono atto con quasi sconcerto del disegno di legge per la modifica della Costituzione. Nella riunione del gruppo parlamentare dei Verdi si parla ora di un “assegno in bianco” richiesto dall’Unione e dall’SPD.

Solo perché Trump considera gli europei deboli e divisibili, non devono fargli il favore di essere deboli e divisibili. E l’UE agisce con un’unità e una determinazione che sorprende molti.

Intervista al politologo Herfried Münkler (SPD) su Donald Trump, l’isteria transatlantica di questi giorni, il potere distruttivo degli smartphone per la democrazia e la politica estera tedesca irregolare degli ultimi anni. “Dopo la Crimea nel 2014 era chiaro: le regole non valgono più, ci stiamo avvicinando a un’epoca di uso del potere completamente spudorato. L’ordine basato sulle regole è finito. I francesi sono stati ingannati dai tedeschi per anni. Il cavallo su cui i tedeschi hanno scommesso, gli Stati Uniti, si è dissolto nel nulla”.

8-9 marzo 2025

L’Unione in agitazione

Il nero-rosso sta negoziando una nuova coalizione di governo solo da una settimana. Friedrich Merz, tuttavia, si sta già presentando in modo molto diverso rispetto alla campagna elettorale.

Di Henrike Rossbach  L’Unione e la SPD stanno negoziando la formazione di un nuovo governo federale a Berlino solo da una settimana. Ma nonostante questo lasso di tempo gestibile, sono già accadute alcune cose sorprendenti, almeno dal punto di vista della CDU e della CSU.

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Lungo articolo del quotidiano economico-finanziario tedesco, con tanti fervidi dettagli sull’incombente riarmo dell’orfana Europa: “Ciò che per i sostenitori di Trump è una promessa, 8500 chilometri più a est rappresenta uno scenario di minaccia che non potrebbe essere più elementare. Il 4 marzo 2025 è una svolta nella storia dell’Europa. Tre anni dopo la prima svolta epocale, è seguita la seconda, politicamente ed economicamente ancora più di vasta portata. La Germania tornerà a essere una potenza militare, per necessità. La questione della sovranità tecnologica dell’Europa si pone più urgente che mai. Solo che creare un’Europa militarmente indipendente non è solo estremamente costoso, ma richiede anche molto tempo”.

07/08/09 marzo 2025

Siamo pronti?

L’Europa è minacciata come mai prima d’ora. Cosa deve fare la Germania per prepararsi alla guerra.

Tradito, venduto – perso? Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump abbandona l’Occidente e si schiera con la Russia. E l’Europa? Mobilita più denaro che mai. Ma le grandi somme da sole non salveranno il continente.

Di M. Koch, J. Münchrath, J. Olk, S. Prange, F. Specht, R. Tyborski, A. Voss – Berlino, Düsseldorf

Washington, martedì sera. La guerra commerciale con Messico, Canada e Cina è iniziata, gli aiuti militari all’Ucraina sono stati interrotti, quando Donald Trump prende la parola al Campidoglio. Parla, parla e parla. Come si è visto finora nella politica mondiale solo dall’ex leader rivoluzionario cubano Fidel Castro. L’inno del presidente a se stesso dura 99 minuti e si conclude con l’annuncio: “Abbiamo appena iniziato”.

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