Stati Uniti_Elezioni presidenziali! Aggiornamenti e riflessioni

Meno di un mese alla tappa finale delle elezioni presidenziali statunitensi. Le procedure di voto sono, per altro, già avviate. Lo scontro riguarda due schieramenti ferocemente contrapposti dei quali si conoscono di uno i propositi e la effettiva capacità di perseguirli, dell’altro le intenzioni e le incertezze e le mille traversie ed ambiguità che dovrà affrontare e superare per realizzarle. Sono elezioni importanti, ma solo una tappa ulteriore di un confronto esistenziale drammatico il cui esito dipende soprattutto dalla capacità di incrinare la compattezza della macchina del potere, garanzia fondamentale di continuità delle linee di condotta o di praticabilità di reali momenti di rottura. Da oggi, 20 novembre, partono gli aggiornamenti in questa apposita rubrica. Solitamente, in scadenze simili, abbiamo avviato l’iniziativa solo il giorno precedente la scadenza. Questa volta il cammino sarà più lungo e dettagliato. L’importanza dell’evento lo richiede. Comunque vada a finire e stata una cavalcata senza precedenti per la politica americana!  Da relegare negli annali dei libri di storia.

Giuseppe Germinario, Gianfranco Campa

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31/10/2024

 

-5

Buongiorno; mancano 5 giorni alle elezioni presidenziali Americane: Il destino del mondo e appeso a una decisione che il popolo americano sarà chiamato a prendere nel mezzo di una nebbia di imbrogli, ripicche, intrecci, tradimenti, false informazioni e manipolazioni, mentre il tardo impero americano si avvia ad affrontare la sua fase di crisi più acuta dalla fine della guerra civile e che mette in pericolo la sua stessa esistenza.

Sara` Trump Diocleziano o Flavio Onorio Harris? Da questa decisione verrà deciso il futuro del mondo Occidentale…

 

01:20

Dalla Friggitrice del MacDonald all’operatore ecologico, un salto di qualità con relativo aumento dello stipendio…

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30/10/2024

18:20

Michigan: Lo stesso codice di identificazione elettorale con già 29 “voti” distinti e separati…

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18:15

Buzz Aldrin:

Mezzo secolo fa, è stato un onore servire il mio Paese nello sforzo di portare un essere umano sulla Luna. Sono orgoglioso di ciò che abbiamo realizzato allora e ho dedicato la mia vita al perseguimento di una presenza umana duratura nello spazio: è una vocazione che attraversa ogni fibra del mio essere.

Nel corso del tempo, ho visto l’approccio del nostro governo al settore spaziale crescere e decrescere. Ma durante la prima amministrazione Trump, sono rimasto colpito nel vedere come l’esplorazione umana dello spazio sia stata nuovamente elevata a politica di grande importanza. Con il primo mandato del Presidente Trump, l’America ha visto un rinnovato interesse per lo spazio e la sua amministrazione ha riacceso gli sforzi nazionali per tornare sulla Luna e spingersi fino a Marte. L’amministrazione Trump ha anche ripristinato il Consiglio spaziale nazionale e la difesa della nostra nazione è stata rafforzata con la creazione della Forza spaziale statunitense, sempre più importante in quanto lo spazio diventa un dominio conteso. Allo stesso tempo, sono stato entusiasta ed emozionato dai grandi progressi nell’economia spaziale del settore privato, guidata da visionari come @elonmusk

Si tratta di risultati concreti che si allineano alle mie preoccupazioni e alle priorità politiche dell’America.

L’America sta affrontando sfide serie e difficili sia in patria che all’estero. La presidenza richiede chiarezza di giudizio, fermezza e calma sotto pressione che pochi hanno la capacità naturale di gestire o l’esperienza di vita per intraprendere con successo. È un lavoro in cui si prendono decisioni che coinvolgono abitualmente vite americane, alcune con urgenza, ma non senza riflettere. Il lavoro richiede un’analisi sobria di scenari spaventosi e l’istinto di guidare con determinazione. Dai cieli sopra la Corea nei combattimenti aria-aria alla navigazione, all’atterraggio e alla passeggiata sulla Luna, apprezzo questo tipo di pressione. So cosa significa dover prendere questo tipo di decisioni, con fermezza e determinazione.

In queste elezioni, abbiamo una scelta e tutti abbiamo un voto. Per alcuni la scelta potrebbe non essere facile, ma in tempi di incertezza i veri leader sono i più necessari, per guidare e ispirare un popolo, per superare il rumore, riconoscere ciò che conta davvero e portare a termine missioni fondamentali per tutti i cittadini. La maggior parte degli americani considera giustamente un onore esprimere il proprio voto per un leader che ritiene possa servire al meglio la nazione. Per quanto mi riguarda, per il futuro del nostro Paese, per affrontare le enormi sfide e per i comprovati risultati politici di cui sopra, credo che sia meglio votare per @realDonaldTrump

Lo sostengo con tutto il cuore come Presidente degli Stati Uniti. Buona fortuna Presidente Trump e che Dio benedica gli Stati Uniti d’America.”

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18:00

Il Segretario di Stato del Michigan, Jocelyn Benson, ammette che le macchine di voto Dominion hanno un “errore di programmazione” a livello nazionale che colpisce solo gli elettori disabili e i voti potrebbero non essere conteggiati.

Il VAT è un tipo speciale di dispositivo che le persone con disabilità possono utilizzare per marcare la propria scheda elettorale, che viene poi stampata dalla macchina e inserita nel tabulatore. Quanti elettori disabili pensate che riceveranno questo avviso? Quanti voti sono coinvolti?

Jocelyn Benson è la stessa donna che ha annunciato la concreta possibilità di non avere i risultati in Michigan nel giorno delle elezioni stesse.

Benson è la signora che ha ricevuto finanziamenti da George Soros e ha approvato la spedizione di schede ad elettori che non ne hanno fatto richiesta.  

Benson è la stessa che ha ordinato agli impiegati di procedere al conteggio delle schede senza verificare le firme. 

Il Michigan e lo Stato in cui si è scoperto che ci sono 500.000 elettori registrati in più rispetto alle persone che hanno diritto a votare.

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Benson è la stessa donna che si è rifiutata di togliere il nome di RFK JR dalla scheda elettorale in Michigan per danneggiare Trump.

Il Michigan è uno stato Battleground…

 

17:15

Bellevue, Seattle, una donna riceve 16 schede elettorali indirizzate al suo numero di appartamento con nomi diversi.

I cognomi includono “Mohammed” e “Mustafa”.

https://www.king5.com/article/news/politics/elections/bellevue-woman-got-16-ballots-in-mail-to-her-apartment-number/281-5e559bb3-dbab-483d-8951-bfca8247b1ab

 

17:00

Aggiornamento sondaggio del magnifico Trafalgar Group, l’agenzia sondaggistica più accurata degli Stati Uniti! 

In un contesto di elezioni serie e oneste Trump dovrebbe vincere le elezioni; purtroppo però, la serietà e l’onestà non sono parte del processo democratico di voto a stelle e strisce e quindi rimane il serio dubbio sulla vittoria finale, in un momento in cui si  moltiplicano le denunce di brogli elettorali…

Stati Battleground:

North Carolina

Nevada

Georgia

Arizona

Wisconsin

Michigan

Pennsylvania

 

 

16:45

Un errore di stampa delle schede elettorali nella contea di Nevada, in California, ha causato problemi di scansione di 77.000 schede, impedendo alle macchine per il conteggio delle schede di leggerle correttamente.

 

16:30

Nella contea di Bucks, in Pennsylvania, lo Stato battleground per eccellenza di queste elezioni, operativi democratici vanno in giro per i seggi elettorali con distintivi fasulli e si spacciano per addetti ai seggi. Allo stesso tempo, i legittimi funzionari elettorali continuano a dire alle lunghe file di elettori di andare a casa e tornare più tardi. Una combinazione orchestrata per scoraggiare e prevenire il maggiore afflusso di elettori repubblicani ai seggi

Il distintivo fasullo dice “Protezione degli elettori”, il che significa che qualsiasi elettore in buona fede supporrebbe che si tratti di un addetto ai seggi.

 

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16:00

La figlia di George W. Bush, Barbara, appoggia Kamala Harris e fa campagna elettorale con la Harris:

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15:50

Rocky Mountain High…

L’ufficio del Segretario di Stato del Colorado ha dichiarato di aver inviato per errore cartoline a circa 30.000 non-cittadini incoraggiandoli a registrarsi per il voto, attribuendo l’errore a un problema di database relativo all’elenco dei residenti con patente di guida.

https://www.cbsnews.com/colorado/news/colorado-30000-noncitizens-vote-registration-mailer/

Lo stesso ufficio che qualche giorno fa ha pubblicato “per sbaglio” su internet, accessibile a tutti, le password delle macchine elettorali..:(Dominion) dello stato. Lo stesso ufficio  del Segretario di Stato (Democratico) ha dichiarato  che oltre 600 password per le macchine di 63 delle 64 contee dello Stato del Colorado sono state pubblicate per sbaglio per essere visualizzate da chiunque.

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Il Segretario di Stato democratico del Colorado è una certa Jena Griswold (finanziata da Soros); è la stessa persona che lo scorso anno ha cercato di rimuovere il nome di Trump dalla schede elettorali del Colorado con l’accusa di essere un insurrezionalista per poi essere bloccata dalla Corte Suprema

 

15:00

Corriere Della Sera (New York Times)…:

50 Cent ha rifiutato 3 milioni di dollari per esibirsi al comizio di Donald Trump al Madison Square Garden di New York

***

Promettendo invece ai presenti, un concerto di Beyoncé, 30,000 persone nell’Arena si sono accalcate ad ascoltare il comizio della Harris, per poi fischiare la Harris stessa quando Beyoncè si è presentata sul palco ma ha solo tenuto un breve discorso senza cantare. Costo? 10 milioni di Dollari…

 

29/10/2024

 

17:30

Dalla bocca del diretto interessato, autore di un vero cataclisma fra le stanze del potere di Washington

“Jeff Bezos è il proprietario del Washington Post.

Nei sondaggi pubblici annuali sulla fiducia e la reputazione, i giornalisti e i mass media (TRADIZIONALI) sono sempre stati in fondo alla classifica, spesso appena sopra l’indice di approvazione del Congresso. Ma nel sondaggio Gallup di quest’anno siamo riusciti a scendere sotto il Congresso. La nostra professione è ora la meno stimata di tutte. È chiaro che qualcosa che stiamo facendo non funziona.

Permettetemi un analogia. Le macchine per il voto devono soddisfare due requisiti. Devono contare il voto in modo accurato e la gente deve credere che contino il voto in modo accurato. Il secondo requisito è distinto e altrettanto importante del primo.

Lo stesso vale per i giornali. Dobbiamo essere accurati e dobbiamo essere ritenuti accurati. È una pillola amara da ingoiare, ma stiamo fallendo nel secondo requisito. La maggior parte delle persone crede che i media siano di parte (ASSOLUTAMENTE). Chiunque non se ne renda conto presta scarsa attenzione alla realtà, e chi combatte la realtà perde. La realtà è un campione imbattuto. Sarebbe facile incolpare gli altri per la nostra lunga e continua caduta di credibilità (e, quindi, per il declino dell’impatto), ma una mentalità vittimistica non aiuterà. Lamentarsi non è una strategia. Dobbiamo lavorare di più per controllare ciò che possiamo controllare per aumentare la nostra credibilità.

Gli endorsement presidenziali non servono a far pendere l’ago della bilancia di un’elezione. Nessun elettore indeciso in Pennsylvania dirà: “Scelgo l’appoggio del giornale A”. Nessuno. Ciò che gli endorsement presidenziali fanno è creare una percezione di parzialità. Una percezione di non indipendenza. Eliminarli è una decisione di principio, ed è quella giusta”. Eugene Meyer, editore del Washington Post dal 1933 al 1946, la pensava allo stesso modo e aveva ragione. Di per sé, il rifiuto di appoggiare i candidati presidenziali non è sufficiente a farci avanzare di molto nella scala della fiducia, ma è un passo significativo nella giusta direzione. Avrei preferito che il cambiamento fosse avvenuto prima, in un momento più lontano dalle elezioni e dalle emozioni che le hanno accompagnate. Si è trattato di una pianificazione inadeguata e non di una strategia intenzionale.

Vorrei anche chiarire che in questo caso non c’è alcun tipo di contropartita. Né la campagna né il candidato sono stati consultati o informati a qualsiasi livello o in qualsiasi modo di questa decisione. È stata presa interamente a livello interno. Dave Limp, l’amministratore delegato di una delle mie aziende, Blue Origin, ha incontrato l’ex presidente Donald Trump il giorno del nostro annuncio. Ho sospirato quando l’ho saputo, perché sapevo che avrebbe fornito munizioni a coloro che avrebbero voluto inquadrare questa decisione come qualcosa di diverso da una decisione di principio. Ma il fatto è che non sapevo dell’incontro in anticipo. Nemmeno Limp ne era a conoscenza in anticipo; la riunione è stata fissata rapidamente quella mattina. Non c’è alcun legame tra l’incontro e la nostra decisione di appoggiare le presidenziali, e qualsiasi suggerimento contrario è falso.

Per quanto riguarda l’apparenza del conflitto, non sono il proprietario ideale del Post. Ogni giorno, da qualche parte, qualche dirigente di Amazon o di Blue Origin o qualcuno delle altre filantropie e società che possiedo o in cui investo si incontra con funzionari governativi. Una volta ho scritto che il Post è un “complessante” per me. Lo è, ma a quanto pare sono anche un complesso per il Post.

Si può vedere la mia ricchezza e i miei interessi commerciali come un baluardo contro le intimidazioni, oppure come una rete di interessi contrastanti. Solo i miei principi possono far pendere la bilancia da una parte all’altra. Vi assicuro che le mie opinioni qui sono, in effetti, basate su principi, e credo che i miei precedenti come proprietario del Post dal 2013 lo confermano. Naturalmente siete liberi di fare la vostra scelta, ma vi sfido a trovare un solo caso in questi 11 anni in cui io abbia prevalso su qualcuno del Post a favore dei miei interessi. Non è mai successo.

La mancanza di credibilità non è un’esclusiva del Post. I nostri fratelli giornali hanno lo stesso problema. Ed è un problema non solo per i media, ma anche per la nazione. Molte persone si rivolgono a podcast fuori dagli schemi, a post imprecisi sui social media e ad altre fonti di notizie non verificate, che possono rapidamente diffondere disinformazione e approfondire le divisioni. Il Washington Post e il New York Times fanno incetta di premi, ma sempre più spesso parliamo solo con una certa élite. Sempre più spesso parliamo a noi stessi. (Non è sempre stato così: negli anni ’90 abbiamo raggiunto l’80% di penetrazione nelle famiglie dell’area metropolitana di Washington).

Se da un lato non voglio e non voglio spingere il mio interesse personale, dall’altro non permetterò che questo giornale rimanga in funzione e svanisca nell’irrilevanza – superato da podcast non studiati e da battute sui social media – non senza lottare. È troppo importante. La posta in gioco è troppo alta. Ora più che mai il mondo ha bisogno di una voce credibile, affidabile e indipendente, e dove meglio può nascere questa voce se non nella capitale del Paese più importante del mondo? Per vincere questa battaglia, dovremo esercitare nuovi muscoli. Alcuni cambiamenti saranno un ritorno al passato, altri saranno nuove invenzioni. Le critiche saranno parte integrante di ogni novità, naturalmente. Questo è il modo in cui va il mondo. Non sarà facile, ma ne varrà la pena. Sono molto grato di far parte di questa impresa. Al Washington Post lavorano molti dei migliori giornalisti che si possano trovare ovunque, e ogni giorno si impegnano a fondo per arrivare alla verità. Meritano di essere creduti.”

https://www.washingtonpost.com/opinions/2024/10/28/jeff-bezos-washington-post-trust/

 

16:05

Una nuova nota dell’intelligence statunitense avverte che le minacce interne “saranno probabilmente un problema” nelle elezioni del 5 novembre e “potrebbero far deragliare o compromettere un processo elettorale equo e trasparente”.

 

16:00

L’ amministrazione Harris-Biden ha ordinato ai Servizi Segreti di fissare alla recinzione della Casa Bianca 6.000 spuntoni d’acciaio letali, molati a mano. Inoltre a Washington è stata condotta un’esercitazione di risposta alle emergenze. L’addestramento ha incluso una dozzina di elicotteri militari al Campidoglio.

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Il regime Biden-Harris si sta preparando per un conflitto militare nella capitale? 

 

 

15:45

Ci risiamo: Ecco i Russi…

Victoria Nuland dichiara che la Russia sta interferendo nelle elezioni del 2024.

 

 

28/10/2024

 

22:50

E SONO 3!!!

USA Today, il quarto quotidiano più grande della nazione, ha dichiarato di volersi unire al Washington Post e al Los Angeles Times a non appoggiare nessun candidato alle elezioni presidenziali.

Un portavoce del giornale lunedi ha dichiarato al Daily Beast che si concentrerà invece sul fornire “ai lettori i fatti che contano e le informazioni affidabili di cui hanno bisogno per prendere decisioni informate”.

 

19:30

Il proprietario del Washington Post, Jeff Bezos, avrebbe dato al giornale il mandato di assumere un maggior numero di autori di opinioni conservatrici – NY Post

https://nypost.com/2024/10/28/media/washington-post-owner-jeff-bezos-wants-conservative-writers/

Continuano a trapelare le informazioni sulla scioccante decisione presa, la settimana scorsa, dal Washington Post di non sostenere la Kamala Harris per le presidenziali del 2024

In un incontro di stamattina con i giornalisti del quotidiano Jeff Bezos ha raddoppiato la dose e contro i giornalisti che minacciano di andarsene se non avesse invertito la rotta e non avesse appoggiato immediatamente Kamala Harris, Bezos avrebbe detto loro che possono “andare a farsi fottere”. 

Secondo Bezos il WaPo assumerà una linea editoriale con un connotato più centrista che si preoccupi anche di dare una voce ai conservatori.

A sostegno di questa teoria ci sarebbe un’altra dimissione importante dall’editoriale del giornale, dopo quella di Kagan, Michele Morris.

In questo il tweet Michele Morris stesso, il giornalista del WasPost, presenta la sua versione dei fatti:

 “Da ieri ho deciso di dimettermi dal mio ruolo di editorialista del Washington Post – un giornale che amo. In un momento come questo, ognuno deve prendere le proprie decisioni. Questa è la ragione della mia:  la decisione del Washington Post di rifiutare un appoggio che era stato scritto e approvato in un’elezione in cui sono in gioco principi democratici fondamentali è stata un terribile errore e un insulto allo standard di lunga data del giornale, che dal 1976 appoggia regolarmente i candidati”.  La ragione addotta non giustifica in alcun modo il fatto che il giornale abbia abdicato al suo ruolo di informare e guidare gli elettori, come ha fatto nel fare endorsement in altre gare chiave quest’anno, e come ha fatto nell’appoggiare i candidati che correvano contro Trump sia nel 2016 che nel 2020.”

Siccome non siamo nati ieri, sappiamo che la decisione di Bezos non ha niente a che vedere con una ideologia politica ma è piuttosto una decisione presa per motivi di interesse.

Jeff Bezos sta mitigando l’esposizione al rischio del suo modello di business contro il successo di Larry Ellison (Oracle) e Musk (Tesla,SpaceX) con la loro posizione e influenza nell’imminente amministrazione Trump, visto che sia Musk che Ellison hanno dato il loro sostegno incondizionato a Trump

Questi due personaggi hanno una posizione di grande influenza su MAGA e Trump. Ci sono trilioni di dollari e interessi in gioco…Bezos non vuole rimanere fuori dalla porta…

https://x.com/michele_norris/status/1850562547612528680

 

18:30

ANTIFA sta bruciando le schede per nello Stato di Washington, in un’area a prevalenza repubblicana.

https://katu.com/news/local/vancouver-ballot-box-seen-smoking-same-morning-as-portland-ballot-box-arson

 

18:20

 

Florida

Totale voti anticipati: 3.875.197 (+548.609 dal 24 ottobre)

Voto per corrispondenza: 1.947.468 voti ( D+6)

Voto anticipato di persona: 1.926.993 voti ( R+27)

Voti per partito registrato:

Repubblicani 44,9% | 1.738.986 voti (+262.928)

Democratico 34,5% | 1.338.852 voti (+164.695)

NPA/Altro 20,6% | 797.360 voti (+120.986)

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***

 

Carolina del Nord
Posta: 144.055 schede elettorali
Presto di persona: 2.448.641 schede elettorali

Schede elettorali per partito di appartenenza:
Repubblicano 34,5% | 893.412 voti (+104.364)
Democratici 33,2% | 861.313 voti (+88.414)
Altro 32,3% | 837.971 voti (+102.829)

 

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Pennsylvania
Aggiornamento sul voto per corrispondenza
Totale: 1.402.907 (+118.165 dal 25 ottobre)

Democratici 58,4% | 819.112 voti (+56.040)
Repubblicani 31,2% | 437.017 voti (+46.139)
Altro 10,4% | 145.778 voti (+14.986)

 

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18:10

A una settimana dalle elezioni gli aggregati di tutti i sondaggi ci dicono che Trump è in media ha +0.1 su la Harris a livello nazionale, a +0.2 a livello di Stati Battleground e a +24 a livello di scommesse. 

Secondo questi dati NON SIAMO ANCORA OLTRE LA SOGLIA DI SICUREZZA DA ANNULLARE QUALSIASI BROGLIO ELETTORALE CHE I DEMOCRATICI HANNO  PROGRAMMATO, ma siamo vicini, la speranza e che in questi ultimi giorni il divario continua a crescere. Un altro punto di percentuale in più metterebbe a sicuro queste elezioni per Trump

 

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17:50

 

Sondaggio nazionale finale (CES)
Harris: 51% (+4)
Trump: 47%
Indecisi: 3%
Indipendenti: Trump+3
Finale 2020: Biden+8
CES | 10/1-25 | N=48.732LV

 

***

 

Sondaggio in NEW HAMPSHIRE
Trump. 50.2% (+0.4)
Harris: 49,8%
NH Journal | 10/24-26 | N=622RV

 

***

 

I repubblicani dell’Arizona aumentano il loro vantaggio nel voto anticipato a quasi 100.000 voti

REP: 580.951 (+98.795)
DEM: 482.156
IND: 322.346

 

***

Sondaggio TEXAS

Presidente:
Trump: 55% (+10)
Harris: 45%

Senato:
Cruz:(R) 52,4% (+4,8)
Allred: (D) 47.6%

ActiVote | 10/21-27 | N=400LV

 

***

 

Sondaggio FLORIDA

Presidente:
Trump: 56% (+12)
Harris: 44%

Senato:
Scott: (R) 55% (+10)
Powell: (D) 45%

ActiVote | 10/11-27 | N=400LV

 

***

 

Sondaggio in MICHIGAN

Trump: 48% (+1)
Harris: 47%

Senato:

Rogers: (R) 48% (=)
Slotkin: (D) 48%

InsiderAdvantage | 10/26-27 | N=800LV

 

***

 

Secondo ABC/538, se Trump vincesse NV, AZ, NC e GA, avrebbe il 93% di possibilità di vincere le elezioni.

Questo presuppone che i candidati mantengano gli altri Stati del 2020.

Ecco perché il voto anticipato è una questione importante.

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17:30

Il Partito Repubblicano lancia l’allarme sulla “soppressione degli elettori” in Pennsylvania.

“Gli elettori vengono allontanati, ricevono informazioni errate e viene detto loro che le loro schede non saranno contate. Questa è una vera e propria soppressione degli elettori. Chiediamo un immediato intervento finché ogni voto legale venga scrutinato e contato ”. – RNC

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17:15

I repubblicani dell’Arizona aumentano il loro vantaggio nel voto anticipato a quasi 100.000 voti.

REP: 580.951 (+98.795)
DEM: 482.156
IND: 322.346

 

17:10

Il 6,5% dell’intera popolazione del Nicaragua è entrato negli Stati Uniti durante l’amministrazione Biden-Harris.

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02:05

Si sospetta che fino a 30000 schede elettorali  falsificate circolino in Colorado. Non riusciamo ad immaginare la reale quantità di schede fasulle non intercettate in questo e negli altri Stati…

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00:10

Questo è un articolo inquietante del New York Times pubblicato il 24 di Ottobre:

L’articolo del NYT dice che quattro modi per fermare il MAGA sono falliti; sperare che perdesse le primarie, bandire il Trump dalle schede elettorali, far sì che il GOP (I vertici del partito Repubbliacno) andassero contro la base del partito stesso, i suoi elettori, espellendo Trump dal partito, resistenza infine a tutto campo dell’establishment. Ora raccomanda quella che sembra una rivoluzione colorata.

Rimane una quinta strategia: la mobilitazione della società, in altre parole abolire la democrazia per proteggerla usando metodi da rivoluzione colorata…

La gente deve rendersi conto che, per quanto brutale sia stato questo ciclo elettorale, quando/se Trump vincerà il 5 novembre, la VERA battaglia inizierà il 6 novembre. I Democratici faranno tutto il possibile per impedire che le elezioni vengano certificate e che Trump possa prestare giuramento.

Il testo, tradotto, dell’articolo del NYT sottocitato

Ci sono quattro percorsi anti-Trump cui non abbiamo dato seguito. Ce n’è un quinto.

24 ottobre 2024

Di Steven Levitsky e Daniel Ziblatt

Levitsky e Ziblatt sono professori di governo ad Harvard e autori di “Tyranny of the Minority”.

L’autogoverno democratico contiene un paradosso. È un sistema che si basa sull’apertura e sulla competizione. Qualsiasi partito o politico ambizioso dovrebbe avere la possibilità di candidarsi e vincere. Ma cosa succede se un candidato importante cerca di smantellare questo stesso sistema?

L’America si trova oggi ad affrontare questo problema. Donald Trump rappresenta una chiara minaccia per la democrazia americana. È stato il primo presidente nella storia degli Stati Uniti a rifiutarsi di accettare la sconfitta e ha tentato illegalmente di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020. Ora, sul punto di tornare alla Casa Bianca, il signor Trump sta dicendo apertamente agli americani che se vincerà, intende piegare, se non spezzare, la nostra democrazia.

Trump ci ha detto che intende perseguire i suoi rivali politici, tra cui Joe Biden, Kamala Harris, Liz Cheney e altri membri del Comitato ristretto del 6 gennaio; schierare l’esercito per reprimere le proteste e ordinare la deportazione di 15-20 milioni di persone, tra cui alcuni immigrati regolari.

Studiamo le crisi democratiche e l’autoritarismo da 30 anni. Tra noi due, abbiamo scritto cinque libri su questi argomenti. Possiamo pensare a pochi grandi candidati nazionali a una carica in qualsiasi democrazia dalla Seconda Guerra Mondiale che siano stati così apertamente autoritari.

L’opinione che Trump rappresenti una grave minaccia per la democrazia è condivisa dal generale Mark Milley, ex presidente degli Stati Maggiori Riuniti, che lo ha definito “fascista fino al midollo”, e dal suo ex capo di gabinetto John Kelly, generale dei Marines in pensione, che lo ha descritto come un fascista che preferisce la dittatura alla democrazia.

Come può una figura così apertamente autoritaria avere la possibilità di tornare alla presidenza? Perché così tante difese della nostra democrazia sono apparentemente crollate e quali, se ne rimangono?

Abbiamo trascorso l’ultimo anno a ricercare come le democrazie possono proteggersi dalle minacce autoritarie dall’interno. Abbiamo trovato cinque strategie che le forze pro-democratiche di tutto il mondo hanno utilizzato. Nessuna offre una protezione infallibile (nessuna democrazia potrebbe godere di una protezione infallibile e rimanere una democrazia), e alcune di esse presentano importanti svantaggi. Ma la nostra ricerca suggerisce che, di fronte alle minacce estremiste imminenti, queste strategie sono le migliori disponibili.

La tradizionale risposta americana all’estremismo è improntata al laissez-faire, il che rende quasi strano chiamarla strategia. Ci affidiamo al potere autocorrettivo della competizione elettorale. La convinzione è che tutte le opinioni debbano competere liberamente, permettendo al mercato delle idee, o a quello che John Stuart Mill chiamava “la collisione delle opinioni avverse”, di svolgersi. Se lasciamo che tutti i candidati competano, si pensa, le idee e i candidati buoni finiranno per battere quelli cattivi.

La competizione elettorale è, ovviamente, essenziale per la democrazia. Ma un approccio “laissez-faire” ha due importanti limiti. In primo luogo, negli Stati Uniti la competizione è distorta da un’istituzione del XVIII secolo, il Collegio elettorale, che consente ai perdenti delle elezioni di conquistare il potere. In un certo senso, nel 2016 il mercato elettorale ha funzionato come teoricamente dovrebbe: Più americani hanno votato per Hillary Clinton che per Trump. Ma il Collegio elettorale ha permesso a una figura autoritaria che ha ottenuto meno voti di diventare presidente.

Inoltre, la storia ci insegna che la competizione elettorale da sola non è sufficiente a respingere le minacce estremiste. Le buone idee non sempre vincono. E i candidati che cercano di sovvertire la democrazia non sempre perdono. Solo nell’ultimo quarto di secolo, leader come Hugo Chávez in Venezuela, Viktor Orban in Ungheria, Kais Saied in Tunisia e Nayib Bukele in El Salvador hanno ottenuto maggioranze elettorali decisive – e poi hanno usato le loro cariche elettive per minare la concorrenza leale, rendendo quasi impossibile rimuoverli dalla loro carica in modo democratico.

Tuttavia, le democrazie non sono impotenti. Esistono altre quattro strategie per respingere le minacce autoritarie dall’interno. Una di queste è un approccio molto più muscolare, noto come democrazia militante o difensiva. Nata nella Germania occidentale come risposta ai fallimenti democratici dell’Europa degli anni Trenta, la democrazia militante dà alle autorità pubbliche il potere di esercitare lo Stato di diritto contro le forze antidemocratiche. Ossessionati dall’esperienza dell’ascesa al potere di Hitler attraverso le urne, i progettisti costituzionali della Germania Ovest crearono procedure legali e amministrative che consentivano allo Stato di limitare e persino mettere fuori legge discorsi, gruppi e partiti “anticostituzionali”. Negli anni Cinquanta, questi strumenti sono stati utilizzati per bandire sia un partito successore del nazismo sia il Partito Comunista. Oggi le autorità tedesche stanno indagando sul partito di estrema destra Alternativa per la Germania, o AfD.

Steven Levitsky and Daniel Ziblatt (@dziblatt), professors of government at Harvard, are the authors of “Tyranny of the Minority” and “How Democracies Die.”
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Ovviamente, il conferimento ai funzionari pubblici del potere di escludere candidati o partiti dalle elezioni presenta notevoli svantaggi e rischi. La squalifica dei candidati distorce la competizione elettorale e limita la scelta degli elettori. Peggio ancora, gli strumenti della democrazia militante sono facilmente abusati dai politici che cercano di mettere in disparte i loro rivali, come è accaduto con una certa frequenza in America Latina.

Tuttavia, la maggior parte delle democrazie contemporanee utilizza elementi di democrazia militante. In Corea del Sud, nel 2014 la Corte Costituzionale ha bandito il Partito Progressista Unificato, ritenendo antidemocratiche le posizioni filo-nordcoreane del partito. In Brasile, la Corte Suprema Elettorale ha l’autorità di impedire ai politici condannati per corruzione e altri reati di candidarsi e una legge per la tutela della democrazia del 2021 ha reso un reato – punibile fino a 12 anni di carcere – il tentativo di rovesciare un governo democratico. L’anno scorso un ex presidente, Jair Bolsonaro, che, come Trump, ha cercato di screditare e poi rovesciare un’elezione, è stato interdetto dai pubblici uffici per otto anni.

Gli Stati Uniti dispongono di uno strumento per squalificare i candidati anticostituzionali: La Sezione III del 14° Emendamento impedisce agli ex funzionari pubblici che hanno “partecipato a insurrezioni o ribellioni” di ricoprire cariche. Destinata a impedire ai leader confederati di ricoprire cariche pubbliche, la Sezione III avrebbe potuto essere utilizzata per squalificare il signor Trump dal voto, come ha stabilito la Corte Suprema del Colorado alla fine del 2023 in merito alle primarie dello Stato. All’inizio di quest’anno, tuttavia, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che, a meno di una legislazione del Congresso, il 14° Emendamento non può essere utilizzato per escludere Trump dalle elezioni. Con questa decisione, bene o male, l’America ha scelto di rinunciare alla strada della democrazia militante.

Un terzo approccio alla difesa della democrazia è il gatekeeping di parte. In assenza di strumenti legali per bloccare le minacce estremiste, la responsabilità di respingere tali minacce ricade sui partiti politici. In una democrazia sana, i leader dei partiti controllano i propri ranghi, espellendo gli elementi antidemocratici o rifiutando di candidare estremisti o demagoghi alle cariche pubbliche.

I partiti americani sono stati efficaci guardiani per tutto il XX secolo. All’inizio degli anni Venti, Henry Ford, lo schietto fondatore della Ford Motor Company, ammirato da molti americani ma il cui estremismo e antisemitismo erano stati abbracciati da Hitler e dai nazisti, pensò di candidarsi alle presidenziali come democratico. I primi sondaggi lo davano in testa al gruppo dei potenziali candidati. Ma i leader democratici non lo hanno mai preso seriamente in considerazione. Trovando le porte del partito chiuse, Ford abbandonò le sue aspirazioni presidenziali.

Mezzo secolo fa, i leader repubblicani si sono impegnati in un’autopulizia quando si sono uniti alle indagini del Congresso sulle malefatte del presidente Richard Nixon. Quando l’abuso di potere di Nixon fu portato alla luce, i principali leader repubblicani sostennero l’impeachment. Le loro azioni hanno spostato l’opinione pubblica in modo importante. Solo quando un gruppo di legislatori repubblicani si schierò a favore dell’impeachment, a partire dalla fine di luglio del 1974, una chiara maggioranza di americani sostenne la rimozione di Nixon dalla sua carica.

I leader repubblicani di oggi hanno abbandonato il gatekeeping. Anche dopo che Trump ha cercato di ribaltare le elezioni del 2020, lo hanno protetto e sostenuto. Se i repubblicani del Senato avessero votato per condannare e squalificare Trump dopo il suo secondo impeachment, oggi non sarebbe candidato. Ma non l’hanno fatto. E ora, quasi tutti i rappresentanti repubblicani sostengono la candidatura presidenziale di Trump, nonostante abbiano assistito in prima persona al suo assalto alla democrazia e allo Stato di diritto. Prigionieri di un outsider autoritario che avrebbero dovuto tenere fuori, i leader repubblicani ora mettono a rischio, anziché difendere, la democrazia.

Quando gli autoritari arrivano al voto, le forze prodemocratiche possono ricorrere a una quarta strategia: il contenimento, in cui i politici di tutto lo spettro ideologico formano un’ampia coalizione per isolare e sconfiggere gli autoritari. La costruzione di una coalizione multipartitica richiede che i politici mettano temporaneamente da parte molte delle loro ambizioni e obiettivi politici a breve termine. Questo sacrificio è probabilmente nel loro interesse a lungo termine, perché senza istituzioni democratiche, la capacità dei politici di perseguire le loro ambizioni a breve termine e i loro obiettivi politici sarà compromessa.

L’anno scorso, in Polonia, i partiti di opposizione si sono impegnati con successo in un’opera di contenimento. Quando il governo illiberale del Partito Legge e Giustizia ha cercato di ottenere un terzo mandato, l’opposizione polacca, frammentata e ideologicamente diversa, si è unita per sconfiggerlo. La Piattaforma civica di centro-destra dell’ex primo ministro Donald Tusk ha costruito un’alleanza con gli ex comunisti, i verdi, il partito conservatore dei contadini e un partito guidato da Szymon Holownia, personaggio televisivo e aspirante presidente, per affrontare Diritto e Giustizia alle elezioni parlamentari dell’ottobre 2023. I partiti hanno negoziato biglietti unificati – per evitare di dividere i voti – per la corsa al Senato e, dopo aver conquistato insieme la maggioranza dei seggi alle elezioni, hanno eletto un nuovo governo, ponendo fine a quasi un decennio di arretramento democratico.

In diverse occasioni, i partiti francesi hanno contenuto le forze illiberali forgiando quello che chiamano un cordone sanitario – una coalizione elettorale multipartitica volta a isolare e sconfiggere gli estremisti di estrema destra. Questa strategia si è dimostrata straordinariamente vincente a luglio, quando la destra radicale del Rassemblement National di Marine Le Pen era pronta a diventare la più grande forza in Parlamento dopo il primo turno delle elezioni legislative.

Di fronte all’imminente vittoria dell’estrema destra, i leader e gli attivisti dei partiti di tutto lo spettro, compresi i comunisti, i verdi, i socialisti, i centristi e i repubblicani di centro-destra, hanno lavorato insieme, distretto per distretto, per convincere i candidati alleati a ritirarsi e a sostenere un’unica candidatura contro le forze di Marine Le Pen. Nonostante la notevole acrimonia tra i partiti, la strategia è riuscita: Il “fronte repubblicano” unito ha relegato il National Rally al terzo posto.

Negli Stati Uniti, alcuni politici repubblicani hanno abbracciato una strategia di contenimento. In un esempio da manuale, gli ex rappresentanti Liz Cheney e Adam Kinzinger, entrambi repubblicani, hanno collaborato con i democratici nel Comitato della Camera del 6 gennaio. Cheney, Kinzinger, l’ex vicepresidente Dick Cheney e una manciata di altri repubblicani di spicco hanno compiuto l’importante passo di sostenere Kamala Harris per la presidenza, chiarendo che la minaccia rappresentata da Trump supera qualsiasi lealtà di parte o preferenza politica.

Ma il contenimento è difficile in un sistema bipartitico polarizzato. La maggior parte dei repubblicani di spicco che non hanno appoggiato Trump, tra cui il senatore Mitt Romney, l’ex vicepresidente Mike Pence e l’ex presidente George W. Bush, hanno rifiutato di sostenere la signora Harris, scegliendo invece di rimanere in disparte. Altri repubblicani di spicco che avevano dichiarato Trump inadatto alla carica dopo il 2020, come il senatore Mitch McConnell, leader della minoranza, e Nikki Haley, ex governatore della Carolina del Sud e ambasciatrice delle Nazioni Unite, che quest’anno si è candidata contro Trump, ora lo sostengono. Finché i leader repubblicani che in privato considerano Trump un grave pericolo si rifiutano di rendere pubblica questa minaccia, la maggior parte degli elettori repubblicani rimarrà indifferente.

Rimane una quinta strategia: la mobilitazione della società. L’ultimo baluardo di difesa della democrazia è la società civile. Quando l’ordine costituzionale è minacciato, i gruppi influenti e i leader della società – dirigenti, leader religiosi, leader sindacali e importanti funzionari pubblici in pensione – devono parlare, ricordando ai cittadini le linee rosse che le società democratiche non devono mai oltrepassare. E quando i politici oltrepassano queste linee rosse, le voci più importanti della società devono ripudiarli pubblicamente e con forza.

Un esempio recente di mobilitazione sociale è la reazione dell’opinione pubblica tedesca alla rivelazione di un incontro segreto del novembre 2023 in cui i leader dell’estrema destra AfD si sono incontrati con gruppi neonazisti e hanno discusso un piano per la deportazione di massa degli immigrati, compresi i cittadini tedeschi nati all’estero.

Quando l’incontro è venuto alla luce, i presidenti dei consigli di amministrazione di Mercedes-Benz e Porsche si sono uniti ai principali leader sindacali per condannare l’estremismo ed esprimere pubblicamente il loro sostegno alla democrazia, alla diversità e alla tolleranza. Allo stesso tempo, una rete di piccole imprese ha dato vita all’iniziativa Business for Democracy e ha pubblicato una dichiarazione, firmata da oltre 300 leader aziendali, che difende la democrazia e dichiara che “la dignità umana è inviolabile”. In seguito, l’amministratore delegato della Siemens ha ripudiato pubblicamente le politiche dell’AfD e ha dichiarato che era giunto il momento di “alzarsi e intervenire”.

Anche la Chiesa cattolica ha risposto con forza. I rappresentanti di tutti i 27 vescovati tedeschi hanno rilasciato una dichiarazione che condanna il nazionalismo di destra e dichiara:

I partiti estremisti di destra e quelli che si avvicinano a tali ideologie non possono essere un luogo di impegno politico per i cristiani. Questi partiti non sono eleggibili. … Chiediamo a tutti i concittadini … di rifiutare chiaramente le offerte politiche dell’estrema destra”.

Queste dichiarazioni pubbliche hanno avuto luogo sullo sfondo delle più grandi manifestazioni di piazza nella storia della Repubblica Federale Tedesca. Le manifestazioni sono state organizzate da una coalizione della società civile chiamata “Mano nella mano”, che comprendeva 1.300 organizzazioni diverse, tra cui sindacati, chiese, associazioni di medici, agenzie di protezione dei rifugiati e persino gruppi ambientalisti. Milioni di cittadini di tutto lo spettro politico si sono riuniti settimana dopo settimana nelle grandi città e nei piccoli centri in difesa della democrazia. Sebbene l’AfD rimanga molto popolare in diversi Stati della Germania orientale, il suo sostegno nazionale è diminuito di circa il 25% dall’inizio del movimento di protesta.

Quando il presidente Bolsonaro ha iniziato a minacciare le istituzioni democratiche in vista delle elezioni del 2022, la società civile brasiliana si è mobilitata in modo simile. Bolsonaro ha minacciato la Corte Suprema, ha attaccato la legittimità del sistema elettorale e ha cercato di smantellare il sistema di voto elettronico del Brasile. Ciò ha stimolato la mobilitazione di gruppi imprenditoriali, religiosi e civici, che hanno prodotto una serie di lettere pubbliche di alto profilo in difesa della democrazia. Nel luglio 2022, la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di San Paolo ha organizzato una lettera in difesa della democrazia, in cui si dichiarava:

Sappiamo come mettere da parte le piccole differenze per… difendere l’ordine democratico… A prescindere dalle preferenze elettorali o partitiche individuali, invitiamo i brasiliani a rimanere vigili nella difesa della democrazia e nel rispetto dei risultati elettorali. Nel Brasile di oggi non c’è spazio per un ritorno autoritario.

La lettera è stata firmata dall’ex Presidente Fernando Henrique Cardoso, da nove giudici della Corte Suprema in pensione e dai dirigenti di molte delle maggiori banche e imprese brasiliane. Come ha detto un politologo brasiliano, la lettera “ha messo la questione della democrazia nell’agenda elettorale”.

Il mese successivo, la principale associazione imprenditoriale brasiliana, la Federazione delle Industrie di San Paolo, ha guidato una dichiarazione, firmata dalla Federazione delle Banche del Paese, dalla Camera di Commercio e dall’Accademia delle Scienze, dall’Ordine degli Avvocati di San Paolo e da oltre 100 altre organizzazioni, che ha difeso la democrazia come “essenziale” per il futuro del Brasile e ha affermato un “impegno incrollabile verso le istituzioni e i principi fondamentali dello Stato di diritto”.

Infine, nell’ottobre 2022, mentre il Brasile si avviava al ballottaggio tra Bolsonaro e l’ex presidente Lula da Silva, i vescovi cattolici di tutto il Brasile hanno pubblicato una “Lettera al popolo di Dio”, che invitava i cattolici a respingere Bolsonaro. La lettera dichiara che “rimanere neutrali non è un’opzione quando si tratta di scegliere tra due visioni per il Brasile – una democratica e l’altra autoritaria” …. La Chiesa non ha un partito politico, né mai lo avrà, ma prende posizione”.

Bolsonaro ha perso per poco il ballottaggio e il suo tentativo di ribaltare i risultati delle elezioni ha incontrato un rifiuto pubblico schiacciante.

Negli Stati Uniti, la risposta civica alla minaccia di Trump è stata tiepida. Per un momento, i leader economici sembravano pronti a difendere la democrazia. Dopo l’insurrezione del 6 gennaio, molte aziende leader negli Stati Uniti hanno annunciato che non avrebbero contribuito ai legislatori che avessero votato per la decertificazione dei risultati delle elezioni del 2020.

Purtroppo, la maggior parte di queste aziende – tra cui AT&T, Boeing, Comcast, G.E., General Motors, Home Depot, Lockheed Martin, Pfizer, UPS, Verizon e Walmart – ha presto abbandonato l’impegno. Politico ha identificato più di 100 aziende e gruppi commerciali che si sono impegnati a sospendere o rivedere le donazioni ai negazionisti elettorali all’inizio del 2021. Più di 70 di loro hanno ripreso i contributi ai negazionisti prima delle elezioni di metà mandato del 2022. Complessivamente, ProPublica ha scoperto che almeno 276 aziende Fortune 500 hanno contribuito ai negazionisti delle elezioni congressuali.

All’avvicinarsi delle elezioni del 2024, molti dirigenti americani hanno pubblicamente minimizzato la minaccia rappresentata da Trump. Sam Altman, fondatore di OpenAI, ha dichiarato che “l’America andrà bene… indipendentemente da ciò che accadrà in queste elezioni”, mentre Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan Chase, ha affermato che la sua azienda “sopravviverà e prospererà” sotto il candidato di entrambi i partiti. Dimon, considerato influente negli ambienti finanziari, ha sostenuto privatamente la signora Harris ma si è dichiarato pubblicamente indeciso nelle ultime settimane delle elezioni.

Sebbene molti singoli leader aziendali si siano adoperati per difendere la democrazia, le principali associazioni imprenditoriali nazionali, come la Business Roundtable e la Camera di Commercio degli Stati Uniti, sono rimaste in disparte, rifiutandosi di ripudiare l’autoritarismo di Trump.

Anche molti leader religiosi americani sono rimasti in silenzio. La maggior parte dei leader evangelici di spicco è rimasta in silenzio o ha appoggiato Trump. Per fare un esempio, Franklin Graham, pur affermando di essere al di sopra della mischia partitica, ha invitato i suoi seguaci a “pregare per l’ex presidente Donald Trump. I suoi nemici vogliono fare tutto il possibile per distruggerlo”.

Anche i leader cattolici non si sono espressi. Sebbene la Conferenza episcopale degli Stati Uniti abbia rilasciato una dichiarazione pubblica di condanna dell’insurrezione del 6 gennaio, è stata, nelle parole dello scrittore cattolico Thomas Reese, “notevolmente silenziosa” di fronte alla successiva rinascita di Trump. Nel novembre 2023, la Conferenza episcopale ha pubblicato un documento per l’anno elettorale intitolato “Formare le coscienze per una cittadinanza fedele”, come fa ogni quattro anni. La lettera elencava l’aborto come “priorità preminente”, ma non menzionava la difesa della democrazia. La Conferenza episcopale statunitense ha criticato aspramente le politiche di immigrazione della prima amministrazione Trump, ma a differenza della risposta dei vescovi tedeschi ai piani di deportazione di massa dell’AfD, non ha denunciato pubblicamente i piani di deportazione di massa dello stesso Trump.

L’establishment statunitense sta camminando nel sonno verso una crisi. Una figura apertamente antidemocratica ha almeno il 50% di possibilità di vincere la presidenza. La Corte Suprema e il Partito Repubblicano hanno abdicato alle loro responsabilità di controllo, e troppi dei più influenti leader politici, economici e religiosi americani rimangono ai margini. Incapaci di superare le paure o le ambizioni limitate, si limitano a fare le loro scommesse. Ma il tempo sta per scadere.

Cosa stanno aspettando?

 

27/10/2024

 

ore 23:50

OLTRE 94.500 PERSONE AL COMIZIO DEL PRESIDENTE TRUMP AL MADISON SQUARE GARDEN DI NEW YORK!

L’arena ha raggiunto la capienza massima di 19.500 persone e la polizia di New York ne ha segnalate 75.000 all’esterno!

Questo è dei più grandi raduni nella storia della politica americana.

 

ore 23:20

NEW JERSEY Aggiornamento sul voto anticipato di persona: dopo il primo giorno

DEM: 38,5% (+1,2)
REP: 37,3%
IND: 23,5%

Paragonato al primo giorno del 2022: D+19,1

 

22:55

Da New York City chiaro messaggio a Donald Trump…

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ore 07:20

I leader dell’Unione Europea sono nervosi per il possibile insediamento del Presidente Trump: (1) porre fine alla guerra in Ucraina, e poi (2) porre fine al Piano Marshall, tassando così le loro esportazioni verso gli Stati Uniti. Trump richiede la reciprocità tariffaria; infine, (3) costringerli a pagare per i loro precedenti impegni NATO.

Bruxelles ha istituito un ufficio difensivo all’interno della burocrazia dell’UE chiamato “Task Force Trump”. “Dodici diplomatici dell’Unione Europea hanno incontrato gli ambasciatori del blocco per discutere cosa comporterebbe la vittoria di Donald Trump alle elezioni statunitensi”, hanno dichiarato a POLITICO.

il testo dell’articolo di “Politico” sottocitato:

https://www.politico.eu/article/eu-scrambles-to-prepare-for-a-trump-return/

 

ore 07:10

AUMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA NEGLI STATI BATTLEGROUND SOTTO BIDEN-HARRIS

Dall’inizio dell’amministrazione Biden-Harris, la popolazione di immigrati clandestini ha subito un’impennata in diversi swing states.

Il Michigan è in testa con uno sbalorditivo aumento del 775%, seguito dall’Arizona con il 734%, dal Nevada con il 562% e dal Wisconsin con il 467%. Il North Carolina ha registrato un aumento del 446%, la Georgia del 401% e la Pennsylvania del 241%.

Queste cifre potrebbero avere importanti implicazioni per il panorama politico di questi Stati chiave.

ore 07:05

“L’Obiettivo è La Pace!”: Durante il raduno in Michigan i leader musulmani appoggiano convintamente il presidente Donald Trump. “Noi, come musulmani, siamo al fianco del presidente Trump perché promette la PACE – NON LA GUERRA!”

Trump è stato appena appoggiato da numerosi imam, sindaci e leader della comunità musulmana del Michigan.

Nessun repubblicano ha mai ricevuto questo tipo di sostegno prima d’ora.

BREAKING NEWS: Michigan Muslim Leaders Passionately Endorse Him At Michigan Rally

ore 06:55

Il duo Kamala-Biden ha creato un programma che prevede l’ingresso negli Stati Uniti di un numero di stranieri haitiani “inammissibili” fino a due volte superiore a quello dei bambini nati nell’intero Stato dell’Ohio.

 – Il 47% (401.000 / 860.000) dei bambini ispanici nati negli Stati Uniti nel 2023 ha una madre nata fuori dagli Stati Uniti.

– Il 53% (401.000 / 760.000) delle nascite negli Stati Uniti da una madre non statunitense è costituito da una madre ispanica non statunitense.

ore 06:50

TEIXEIRA: IL MOMENTO PROGRESSISTA È FINITO

L’opinionista politico democratico Ruy Teixeira dichiara che “Il momento progressista è finito”. Scrive:

“Non è passato molto tempo da quando i progressisti stanno cavalcando l’onda. Avevano momento, davvero. I loro punti di vista radicali stabilivano l’agenda e il tono del Partito Democratico e, soprattutto nelle aree culturali, erano egemoni nel discorso nazionale. …

* Ridurre la polizia e svuotare le carceri? Certo!

* Abolire l’Ufficio Immigrazione e depenalizzare il confine? Assolutamente sì!

* Sbarazzarsi dei combustibili fossili e avere un “New Deal verde”? Sicuramente!

* Chiedere trilioni di dollari per un progetto di legge “trasformativo” per una ricostruzione migliore? Abbiamo appena iniziato!

* Promuovere il Woke e la lotta per l’equità” (non le pari opportunità) ovunque? È l’unico modo per combattere il privilegio!

* Insistere sul fatto che una nuova ideologia sulla razza e sul genere debba essere accettata da tutti? Naturalmente, solo un bigotto potrebbe opporsi! …

In realtà, molte di queste idee erano piuttosto terribili e la maggior parte degli elettori, al di fuori dei recinti della stessa sinistra progressista, non è mai stata molto interessata ad esse. Questo era vero fin dall’inizio, ma ora il contraccolpo contro queste idee è abbastanza forte da non poter essere ignorato. Di conseguenza, la politica si sta adeguando e il momento progressista è davvero finito. …

Come mai il momento progressista è crollato, apparentemente nel momento del suo massimo trionfo? Non è difficile pensare ad alcune ragioni.

1. Allentare le restrizioni sull’immigrazione clandestina era un’idea terribile e gli elettori la detestano. …

2. Promuovere il lassismo nell’applicazione della legge e la tolleranza del disordine sociale è stata un’idea terribile e gli elettori la odiano. …

3. Insistere sul fatto che tutti debbano guardare a tutte le questioni attraverso le lenti della politica identitaria è stata un’idea terribile e gli elettori la odiano. …

4. Dire alla gente che i combustibili fossili sono il male e che devono smettere di usarli è stata un’idea terribile e gli elettori la odiano. …

Cosa succederà dopo? Certamente Harris sta facendo furiosamente marcia indietro da tutte queste posizioni, ma non è un messaggero particolarmente convincente per un nuovo approccio e non è nemmeno in grado di articolare quale potrebbe essere questo nuovo approccio. Con ogni probabilità, ci vorrà del tempo prima che un nuovo momento emerga e influenzi i Democratici come ha fatto il momento progressista”.

26/10/2024

 

18:05

Abbiamo accennato alle esercitazioni cibernetiche di Atlanta nel giorno delle elezioni. È incredibile ma dopo che il senatore @RandPaul ha iniziato a fare domande sul perché il DHS (Department Of Homeland Security) stesse facendo un’esercitazione informatica su larga scala ad Atlanta nel giorno delle elezioni, il DHS ha rinviato l’intero evento, dando la colpa alla “disinformazione”. Il DHS è una delle nostre agenzie più corrotte, politicizzate e totalitarie…

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18:00

 I giovani stanno abbandonano il Partito Democratico:

– 2016: Il 51% dei giovani uomini si è identificato o propende per il Partito Democratico.

– 2023: Questo numero è sceso al 39%.

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17:45

Parole forti di Bobby Kennedy contro la Food and Drug Administration (Agenzia per gli alimenti e i medicinali, abbreviato in FDA):

“ La guerra della FDA alla salute pubblica sta per finire. Ciò include la soppressione aggressiva di psichedelici, peptidi, cellule staminali, latte crudo, terapie iperbariche, composti chelanti, ivermectina, idrossiclorochina, vitamine, cibi puliti, sole, esercizio fisico, nutraceutici e qualsiasi altra cosa che faccia progredire la salute umana e non possa essere brevettata dalla Pharma. Se lavorate per la FDA e fate parte di questo sistema corrotto, ho due messaggi per voi: 1. Conservate i vostri documenti e 2. Preparate le valigie.”

 

17:40

I funzionari elettorali del Colorado hanno scoperto schede fraudolente inviate per posta. Ma secondo il video conteggeranno lo stesso questi voti (rubati) alle prossime elezioni…

17:30

“E allora cosa intendono fare?  L’intera redazione del Post dovrebbe dimettersi”.

“Come nativa di Washington e abbonata da sempre al Post, sono disgustata. Ci avete perso.”

“ Alla faccia di “La democrazia muore nelle tenebre”. Questa è la mossa più ipocrita e da cacasotto da parte di una pubblicazione che dovrebbe chiedere conto a chi detiene il potere.”

Il mancato appoggio del WasPost alla Harris ha colpito la Susan Rice come una  gastroenterocolite. La Rice esprime la sua Rabbia per il mancato sostegno del Washington Post a Kamala Harris con una serie di Tweet su X.

Dalla reazione dei neocon e dei poteri forti ci sembra che Jeff Bezos si sia attirato più di qualche maledizione. Fossi in Bezos mi guarderei alle spalle…

https://x.com/AmbassadorRice/status/1849872711939494209

 

17:05

Ora sappiamo come sono andate le cose al Los Angeles Time dopo il mancato appoggio alla Harris: Ecco la figlia del proprietario del LA Times, Patrick Soon-Shiong, che spiega: il mancato appoggio del giornale è dovuto al sostegno che Biden/Harris continuano a dare alla guerra di Israele a Gaza.

“Per me il genocidio è una linea nella sabbia”

Dobbiamo credere a quello che dice? E stato realmonte per la situazione a Gaza che il proprietario del L.A. Times ha bloccato il consiglio editoriale dal rendere l’appoggio a Harris ufficiale?

https://x.com/nikasoonshiong/status/1849671252052439145

 

16:45

Cosa sta succedendo?. Altro terremoto: La famosa rivista di sinistra ‘The Nation’ ritira l’appoggio a Kamala Harris: “Kamala Harris non merita l’appoggio di The Nation”

Qualcosa non quadra. Non è possibile che organizzazioni di sinistra, portavoci dell’establishment politicoe dei poteri forti non appoggiano più Kamala. Tutti sapevano che la Harris era una pessima scelta, eppure sono andati avanti come se il candidato scelto non avesse importanza. C’è qualcosa di sospetto nell’aria. Ottobre non è ancora finito..

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07:30

La storia della mancato appoggio a Kamala Harris da parte del Washington Post ha preso una piega tutta particolare, un carattere esplosivo in grado di destabilizzare le stanze del potere di Washington.

Dall’ultimo aggiornamento di ieri sera, quando abbiamo dato pressoché in diretta la notizia della decisione, scioccante aggiungerei, del Washington Post di non sostenere nessun candidato alle elezioni presidenziali, sappiamo ora che è stato lo stesso Jeff Bezos, proprietario del quotidiano, a interdire l’appoggio del direttore del Washington Post a Kamala Harris. La decisione ha scatenato un vero terremoto tra giornalisti e personale del quotidiano.

Il fungo della mini bomba atomica ora comincia a diradarsi e cominciano ad apparire le macerie. La più significativa è l’annuncio delle dimissioni di Robert Kagan.

Tutti coloro che si occupano di politica negli Stati Uniti sanno che il Washington Post, di proprietà della Big Tech Amazon, è di fatto la società di pubbliche relazioni della Central Intelligence Agency (CIA). Non c’è nessuno all’interno della cerchia di Washington che non conosca questa verità di base.

Pertanto, quando Robert Kagan, marito della funzionaria del Dipartimento di Stato, la neocon Victoria Nuland, decide di dimettersi, qualcosa di grosso bolle in pentola.

Voglio ricordare che in una conversazione fatta circa un anno fa fa su questo sito citammo l’articolo di pugno dello stesso Kagan che incitava indirettamente all’assasinio di Trump.

Kagan ha stilato la sentenza sul quotidiano della CIA, chiedendo di fatto che il Presidente Trump ricevesse il trattamento riservato a Giulio Cesare. Il messaggio era più che chiaro; l’auspicio era che la CIA ripetesse la performance di Kennedy riservando la stessa attenzione al Presidente Trump.

Per quanto allarmante possa sembrare questa interpretazione, non ci sono persone intellettualmente oneste che la possano negare

.

 

Bisognerà vedere come andrà a finire questa storia, in stile dramma kafkiano, nella capitale del morente impero a stelle e strisce.

Comunque vadano le cose, Jeff Bezos ha costruito una delle aziende più profittevoli del mondo. Il personale del Washington Post non ha costruito nulla e deve essere sovvenzionato. I parassiti hanno bisogno di ospiti; gli ospiti non hanno bisogno di parassiti. Bezos avrà avuto i suoi motivi e ha tutto il diritto, come proprietario del WasPost, di dettare la linea editoriale. Bisogna solo chiedersi cosa lo avrà spinto a prendere questa decisione…

 

25/10/2024

 

22:30

Cosa succede  a Washington?

Con un editoriale esplicativo della propria decisione, l’editore del Washington Post, Will Lewis, ha dichiarato: “Riconosciamo che questa decisione sarà letta in vari modi, come un tacito appoggio a un candidato, come una condanna di un altro, come un’indicazione di responsabilità. È inevitabile”.

“Ci rendiamo conto che questo verrà letto in diversi modi, anche come un tacito appoggio a un candidato, come una condanna di un altro, come un’indicazione di responsabilità. È inevitabile. Noi non la vediamo in questo modo. Lo consideriamo coerente con i valori che il Post ha sempre sostenuto e che auspichiamo in un leader: carattere e coraggio al servizio dell’etica americana, venerazione per lo stato di diritto e rispetto per la libertà umana in tutti i suoi aspetti. La consideriamo anche una dichiarazione a sostegno della capacità dei nostri lettori di decidere da soli su questa che è la più importante delle decisioni americane: chi votare come prossimo presidente. l nostro compito al Washington Post è quello di fornire, attraverso la redazione, notizie non di parte per tutti gli americani,  opinioni stimolanti riportate dal nostro team di opinionisti per aiutare i nostri lettori a farsi una rappresentazione personale. Soprattutto, il nostro compito di giornale della capitale del Paese più importante del mondo è quello di essere indipendenti. E questo è ciò che siamo e saremo”. (leggi l’annuncio completo)

Se si accetta il fatto che il Washington Post è la società di pubbliche relazioni per la comunità dell’intelligence, c’è evidntemente qualcosa di grosso che bolle in pentola. Questa è la seconda grande testata a rifiutare l’appoggio a Harris. Anche il Los Angeles Times non ha appoggiato il candidato democratico. Sarà che Kamala Harris sia davvero così nociva?

Il team Obama deve essere furioso per essere stato abbandonato sia dal Los Angeles Times che dal Washington Post. Si tratta di un cambiamento ideologico sismico che indica che l’ago della bilancia delle elezioni sta favorendo pesantemente il Presidente Trump?

Questo cambiamento segue anche al rifiuto di diverse organizzazioni sindacali di appoggiare Kamala.

Non si sa come la pensi il proprietario del Washington Post, Jeff Bezos, in merito alla decisione presa dal giornale, ma dubito che non abbia dato il suo assenso all’operazione.

Secondo informazioni riservate che ci giungono da Washington, i giornalisti e i dipendenti in generale del Washington Post sarebbero furiosi per la decisione presa dai vertici del giornale di non sostenere ufficialmente la candidatura di Harris. Molti starebbero valutando quali azioni intraprendere; tra queste le dimissioni, l’abbandono del consiglio di amministrazione o un comunicato ufficiale congiunto a condanna della decisione dell’amministrazione del giornale.

Rimangono da capire i reali motivi di questo passo: è chiaro che Kamala Harris non è rispettata né tenuta in considerazione; non appoggiare però ufficialmente Harris vuol dire, tacitamente, accettare la possibilità che Trump vinca queste elezioni.

Il pessimista in me dice che questa mossa del Washington Post vuol dire semplicemente, che dopo il 5 di Novembre, cioè dopo le elezioni, il paese o per un nuovo furto perpetrato ai danni di Trump (quindi con la probabile reazione non tanto pacifica questa volta delle masse MAGA) o per la reazione inconsulta degli elettori di Harris dopo aver perso legittimamente contro “Hitler” (ne sappiamo qualcosa della vocazione distruttiva delle orde sorosiane di Black Life Matter), il Post semplicemente si cautela così: “Non guardate a noi. Non abbiamo appoggiato nessuno”…

La mia parte ottimista invece vuol credere che lo stato profondo si sia arreso e permetterà a Trump di vincere. Ma cosa succederà dopo?

Rimane una certezza! È indubbio che hanno gravemente sopravvalutato Harris quando hanno deciso di sostituire Biden. Ora si trovano di fronte ad un dilemma esistenziale e forse per la prima volta, visto come si stanno mettendo i sondaggi e visto il team di giustizieri (politicamente parlando), Kennedy, Gabbard, Musk, allestito da Trump, c’è` panico nei centri di potere di Washington..?

Invitiamo i lettori a commentare con le loro ipotesi

22:15

Opinione

Sull’appoggio politico

Una nota dell’editore:

4 min.

Da William Lewis

William Lewis è editore e amministratore delegato del The Washington Post.

Il Washington Post non appoggerà alcun candidato alla presidenza in queste elezioni. Né in nessuna elezione presidenziale futura. Stiamo tornando alle nostre radici di non appoggiare i candidati presidenziali.

Come scrisse il nostro comitato editoriale nel 1960:

“Il Washington Post non ha “appoggiato” nessuno dei due candidati nella campagna presidenziale. Questo è nella nostra tradizione e corrisponde al nostro comportamento in cinque delle ultime sei elezioni. Le circostanze insolite delle elezioni del 1952 ci hanno indotto a fare un’eccezione quando abbiamo appoggiato il generale Eisenhower prima delle convention di nomina e abbiamo ribadito il nostro appoggio durante la campagna elettorale. Alla luce del senno di poi, continuiamo a ritenere che gli argomenti a favore della sua nomina e della sua elezione fossero convincenti. Ma il senno di poi ci ha anche convinti che sarebbe stato più saggio per un giornale indipendente della Capitale evitare un appoggio formale”.

Il comitato editoriale ha fatto altre due osservazioni – prima di un’elezione vinta da John F. Kennedy – che risuoneranno con i lettori di oggi:

“Le elezioni del 1960 sono certamente importanti come quelle di questo secolo. Questo giornale non è in alcun modo indifferente alle sfide che il Paese deve affrontare. Come i nostri lettori sapranno, abbiamo cercato di chiarire negli editoriali la nostra convinzione che, nella maggior parte dei casi, uno dei due candidati ha dimostrato una comprensione più profonda dei problemi e una maggiore capacità di leadership”.

Tuttavia, ha concluso:

“Tuttavia, ci atteniamo alla nostra tradizione di non appoggiare le elezioni presidenziali. Abbiamo detto e continueremo a dire, nel modo più ragionevole e sincero possibile, ciò che pensiamo sulle questioni emergenti della campagna. Abbiamo cercato di arrivare alle nostre opinioni nel modo più equo possibile, con la guida dei nostri principi di indipendenza, ma liberi da impegni con qualsiasi partito o candidato”.

E ancora nel 1972, il Comitato editoriale si pose, e poi rispose, a questa domanda cruciale prima di un’elezione vinta dal presidente Richard M. Nixon: “Nel parlare della scelta del Presidente degli Stati Uniti, qual è il ruolo di un giornale? … La nostra risposta è che siamo, come proclama la nostra testata, un giornale indipendente e che, con un’unica eccezione (il nostro sostegno al Presidente Eisenhower nel 1952), non è nostra tradizione dare un appoggio formale ai candidati alla presidenza. Non ci viene in mente alcun motivo per discostarci da questa tradizione quest’anno”.

Era un ragionamento forte, ma nel 1976, per ragioni comprensibili all’epoca, abbiamo cambiato questa politica di lunga data e abbiamo appoggiato Jimmy Carter come presidente. Ma avevamo le carte in regola anche prima, ed è a questo che torniamo.

Riconosciamo che questo verrà letto in vari modi, come un tacito appoggio a un candidato, o come una condanna di un altro, o come un’abdicazione di responsabilità. È inevitabile. Noi non la vediamo così. Lo consideriamo coerente con i valori che il Post ha sempre sostenuto e che auspichiamo in un leader: carattere e coraggio al servizio dell’etica americana, venerazione per lo Stato di diritto e rispetto per la libertà umana in tutti i suoi aspetti. La consideriamo anche una dichiarazione a sostegno della capacità dei nostri lettori di decidere da soli su questa che è la più importante delle decisioni americane: chi votare come prossimo presidente.

Il nostro compito al Washington Post è quello di fornire, attraverso la redazione, notizie non di parte per tutti gli americani e opinioni stimolanti e riportate dal nostro team di opinione per aiutare i nostri lettori a farsi un’opinione personale.

Soprattutto, il nostro compito di giornale della capitale del Paese più importante del mondo è quello di essere indipendenti.

E questo è ciò che siamo e saremo.

21:00

https://www.washingtonpost.com/opinions/2024/10/25/washington-post-endorsement/

20:30

I funzionari di Lancaster, in Pennsylvania, hanno stroncato uno schema di registrazione elettorale fraudolenta di elettori su larga scala che comprendeva migliaia di domande di schede elettorali con la stessa calligrafia, firme false, indirizzi falsi, etc.

15:00

Biden ha attuato una politica di trasporto, dal loro paese di origine, direttamente all’interno degli Stati Uniti di immigrati illegali, bypassando il confine col Messico, arrivando a trasportarne fino a 45.000 al mese da vari Paesi. Dal lancio di questa politica, nel tardi 2023, sono stati trasportati oltre  823.000 individui. 

A titolo di confronto, nei 10 anni precedenti a questa iniziativa ne sono state trasferite solo 65.000. 

Un numero enorme di persone trasportate direttamente negli Stati battleground (cioè dove si decidono le elezioni) e messe sulla corsia preferenziale per la cittadinanza.

Si può definire Importazione di voti,  il modo per il Partito Democratico di assicurarsi la cannibalizzazione di tutto il paese dando ai poteri forti, rappresentati dal partito democratico, una vittoria perenne e permanente..

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14:30

Il sondaggio FINALE sulle elezioni 2024 del New York Times è stato appena pubblicato.

2024: In virtuale Pareggio

Nel 2020: Biden+9

Nel 2016: Clinton+4

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14:15

CAROLINA DEL NORD

Posta: 134.428 schede elettorali

In persona: 2.162.661 schede elettorali

Schede elettorali per partito di appartenenza:

Repubblicano 34,3% | 789.048 voti (+102.419)

Democratici 33,6% | 772.899 voti (+89.634)

Indipendenti 32,1% | 735.142 voti (+96.868)

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FLORIDA
Totale voti anticipati: 3.326.588 (+514.007 dal 23 ottobre)
Voto per corrispondenza: 1.804.278 voti ( D+6)
Voto anticipato di persona: 1.521.742 voti ( R+27)

Repubblicani 44,4% | 1.476.058 voti (+251.090)
Democratici 35,3% | 1.174.157 voti (+153.760)
NPA/Altro 20,4% | 676.374 voti (+109.157)

 

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PENNSYLVANIA
Aggiornamento sul voto per corrispondenza
Totale: 1.208.063 (+84.554 dal 23 ottobre)

Democratici 60,1% | 726.619 voti (+41.895)
Repubblicani 29,8% | 360.527 voti (+32.453)
Altro 10,1% | 120.917 voti (+10.206)

 

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NEVADA

Aggiornamento sul voto anticipato e per corrispondenza

Totale schede restituite per posta: 221.116 ( D+12)

Totale schede elettorali anticipate: 176,679 ( R+25)

 

Schede elettorali per partito registrato

 Repubblicano 40,1% | 159.388 schede elettorali

 Democratico 35,4% | 140.878 schede elettorali 

 Altro 24,5% | 97.529 schede elettorali

 

11:50

giornalismo spazzatura. La volta del Huffington Post

03:30

Le schede elettorali trovate in un tombino della contea di Orange, in Florida, sono state rubate dalle cassette postali con una chiave master delle poste americane.

Fox 35 Orlando ha riferito che le schede elettorali sono state sottratte dalle cassette postali da un soggetto non identificato che ha utilizzato una chiave a freccia, nota anche come chiave principale, rubata al servizio postale degli Stati Uniti.

Il Supervisore delle Elezioni della Contea di Orange , Glen Gilzean, ha dichiarato: “Recentemente, gli elettori della Contea di Orange e il Servizio Postale degli Stati Uniti hanno fatto sapere al nostro ufficio che una chiave a freccia USPS rubata è stata utilizzata per accedere alle cassette postali della contea”.

“Durante il furto, diverse schede elettorali che il nostro ufficio aveva spedito giorni prima agli elettori sono state gettate via”, ha aggiunto Gilzean.

https://www.fox35orlando.com/news/multiple-vote-by-mail-ballots-found-discarded-orange-county-after-usps-master-key-was-stolen

 

03:00

Perché condurre una “esercitazione” di cybersicurezza il giorno delle elezioni?”.

Il Dipartimento Della Sicurezza Interna (DHS), composto da fornitori, appaltatori e agenzie governative, sta partecipando a una grande conferenza sulle infrastrutture critiche che prevede un’esercitazione “da tavolo” sulle minacce alla sicurezza informatica nel giorno delle elezioni, ad Atlanta, la capitale di uno degli Stati battleground di queste elezioni 2024. 

L’esercitazione, sponsorizzata dalla Armed Forces Communications & Electronics Association International (AFCEA), richiede risposte concrete a delle specifiche domande e dubbi che ci poniamo:

A quali siti remoti accede l’esercitazione?

Quali agenzie federali, statali e locali parteciperanno?

Di chi è stata l’idea di organizzare un’esercitazione sulle minacce alla sicurezza informatica il giorno delle elezioni in uno Stato chiave le elezioni?

Chi controlla l’esercitazione sulle minacce alla sicurezza informatica?

Perché il personale più importante, addetto alla sicurezza informatica del paese, dovre partecipare a queste esercitazioni invece di monitorare le minacce reali proprio nel giorno delle elezioni presidenziali, proprio quando l’ifrastruttura del paese è a più alto rischio di attacco cybernetico?

La tempistica di questa esercitazione riduce ulteriormente la credibilità della Sicurezza Nazionale. La loro Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) è la stessa agenzia che ha affermato che le elezioni del 2020 sono state “le più sicure della storia americana”, mentre i loro stessi server erano stati compromessi da attacchi malware.

Tutto ciò puzza di bruciato…

 

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25/10/2024

19:30

Ieri Trump era Hitler, oggi è tornato ad essere un pervertito sessuale:

L’ultimo scandalo costruito in laboratorio dalla macchina democratica (e non solo) per screditare Trump è stato dispiegato. L’accusa sarebbe che nel 1993, più di 30 anni fa, Trump avrebbe toccato inopportunamente una modella, Stacey Williams.

Le accuse sono state pubblicate sul giornale inglese The Guardian, poi ”confermate” da un video pubblicato dalla “vittima” stessa:

Nel video la signora dice che “Alla fine dell’inverno del 1993, stavo passeggiando con Jeffrey (Epstein) dal suo brownstone nell’Upper East Side lungo la Fifth Avenue, quando Jeffrey mi guardò e mi disse: “Sai, andiamo a trovare Trump”.

L’unico problema per questa signora è che Epstein si trasferì nella villa Wexler al 9 East 71st, l’indirizzo menzionato dalla signora, solo nel 1996, cioè tre dopo la presunta passeggiata…

Tra l’altro il Guardian è recidivo a pubblicare accuse infondate; era già successo nel 2020. Stessa giornalista, stessa pubblicazione, stesse accuse, stessa tempistica, stesso avversario – ma elezioni diverse. 

Ultima cosa; la signora Williams ha lavorato per la campagna elettorale di Obama nel 2008… 

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La signora Stacey Williams ha aspettato 31 anni – e 2 settimane prima delle elezioni – per presentare le sue accuse. Almeno questo ex agente di Obama è stato abbastanza intelligente da nominare un morto come testimone, anche se ha sbagliato indirizzo…

 

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15:30

La storia di Trump-Hitler è una psyop.

Lo dico letteralmente, non in senso figurato. È un’operazione psicologica di livello militare, in più fasi, studiata per rianimare i sostenitori di Harris demoralizzati e – attraverso la stigmatizzazione – ridurre l’affluenza alle urne dei sostenitori di Trump.

Ecco come funziona:

FASE UNO: CARICO

Ia componente più importante di qualsiasi sistema d’arma è il carico utile, cioè il materiale che effettivamente esplode e provoca danni esplosivi. In una psyop, il carico utile è generalmente una narrazione; nel caso di questa psyop, la narrazione è che Trump è un fascista, un simpatizzante di Hitler e un vero e proprio nazista.

Se la vostra reazione iniziale è quella di ridere di quanto sia banale e scontato, non avete torto; pensereste che, dopo otto anni di tentativi di far esistere ex nihilo questa falsa narrazione (“non capite che è letteralmente Hitler?!”), i Democratici e i loro alleati mediatici avrebbero finito per passare oltre. Ma ci sono due ragioni per cui hanno riesumato questo cavallo morto e battuto, e perché lo hanno fatto solo 14 giorni prima delle elezioni:

Motivo 1: sono disperati. Kamala è indietro in quasi tutti i sondaggi nazionali e, in particolare, ha perso un livello significativo di sostegno tra i latini, i neri e gli arabi-americani. Con gli americani bianchi che si sono schierati a favore di Trump più che mai, la campagna di Harris non può permettersi nemmeno il più piccolo spostamento nei modelli di voto tra le minoranze demografiche degli swing-state.

Motivo 2: Purtroppo, l’affermazione nazista fittizia, a margine, è efficace. La maggior parte degli americani, scottati da quasi un decennio di continue bufale mediatiche (dalle “brave persone da entrambe le parti” all’iniezione di candeggina, alle origini del Covid, al portatile di Hunter Biden), se ne accorgerà e la ignorerà immediatamente. Ricordate, però, che solo una manciata di Stati in bilico deciderà queste elezioni; in particolare, i membri delle minoranze sopra citate saranno probabilmente il fulcro di questi Stati. Se, definendo Trump un fascista, la campagna di Harris e i media riusciranno a motivare anche solo un piccolo numero di queste persone ad abbandonare il recinto e a sostenere Harris, e se riusciranno anche a demoralizzare un piccolo numero di aspiranti elettori di Trump negli stessi Stati affinché rimangano a casa il giorno delle elezioni, questo potrebbe fare la differenza.

FASE DUE: IL VEICOLO DI LANCIO

Un’arma non è buona se non può essere consegnata al bersaglio previsto. Nel caso di questa operazione, il primo stadio del veicolo di lancio è stato il New York Times e The Atlantic, che hanno pubblicato le loro storie a poche ore di distanza l’una dall’altra.

Chiedetevi: quali sono le probabilità che due importanti testate giornalistiche, entrambe molto amiche dell’establishment democratico ma (teoricamente) indipendenti l’una dall’altra, pubblichino due articoli distinti con la stessa narrazione, a poche ore di distanza l’uno dall’altro, esattamente due settimane prima delle elezioni?

Esattamente.

TERZA FASE: REAZIONE A CATENA

Il New York Times e The Atlantic offrono credibilità al nucleo della narrazione, ma ciò che non possono offrire è una distribuzione capillare. Gli americani ricevono le loro notizie da una gamma di fonti più ampia che mai e, per quanto possa offendere coloro che hanno preso 200.000 dollari di prestito studentesco per frequentare la scuola di giurisprudenza della Columbia, la maggior parte di loro non si rivolge al cosiddetto giornale dei record o a una rivista letteraria un tempo grande, fatta fallire intellettualmente dalla vedova del tizio che ha inventato l’iPhone.

Fortunatamente per gli orchestratori del nostro psyop, però, se c’è una cosa che i media odiano più di Donald Trump è perdere tutti i click e le impressioni di una storia scottante. A poche ore dalla pubblicazione dei due articoli originali (in alcuni casi in pochi minuti), praticamente ogni altra pubblicazione mainstream ha pubblicato un articolo derivato che riassumeva le salaci affermazioni contenute negli articoli di partenza. Alla fine della giornata di ieri, c’erano centinaia di pubblicazioni di questo tipo, da parte di CNN, NBC/MSNBC/CNBC, ABC, CBS, Newsweek, Axial, Business Insider, Huffington Post, NPR e qualsiasi altra pubblicazione si possa citare.

Questi articoli derivati non si limitano a diffondere ulteriormente il DNA della narrazione, ma servono anche a rafforzarlo e a fornirgli una (falsa) legittimità, creando l’impressione ingiustificata che decine di organi di informazione si siano occupati della questione, anziché solo due. Quando gli americani aprono Facebook e vedono innumerevoli articoli da innumerevoli fonti diverse che dicono tutti la stessa cosa, diventano molto più suscettibili alla narrazione, anche se altrimenti potrebbero essere scettici. L’enorme quantità di loghi e titoli travolge la naturale esitazione della mente a mettere in discussione la propaganda.

È subdolo, ma funziona. E le persone che progettano missioni come questa lo sanno bene.

QUARTA FASE: ITERARE E PERPETUARE

All’inizio di oggi, Kamala Harris ha letto una dichiarazione che denunciava il presunto fascismo di Trump; mentre scrivo queste parole, sta rigurgitando queste affermazioni nel suo townhall televisivo. Anche Biden ha rilasciato oggi una dichiarazione sugli articoli. In questo modo, hanno essenzialmente riavviato il ciclo di notizie per la narrazione, dandole nuova vita e mantenendola al centro dell’attenzione dei media.

Se avete l’impressione che l’attenzione dei media arrivi a ondate, è perché è così (e, come tutto il resto, è deliberato e metodico). Nelle prime 24 ore, l’attenzione si concentra sulle affermazioni originali contenute nei due articoli di partenza. Nelle 48 ore successive, una volta che la storia originale inizia a diventare stantia, l’attenzione dei media si sposta sulla reazione di importanti oppositori di Trump, creando così un altro ciclo di notizie per rafforzare la narrazione. In seguito, i media lanceranno un’altra ondata di notizie, questa volta incentrata sull’intervista a storici (che, opportunamente, riassumeranno i numerosi e convenienti parallelismi tra Trump e i fascisti di un tempo), a elettori di swing-state (che, opportunamente, sosterranno che l’amore per Hitler appena svelato da Trump li ha convinti ad abbandonare la barricata e a sostenere Kamala) e persino a cosiddetti sostenitori di Trump che ora hanno deciso di non votare per lui.

L’obiettivo è mantenere la narrazione davanti al pubblico il più a lungo possibile, dandole tempo e spazio per metastatizzare ulteriormente e continuare a corrodere il sostegno a Trump.

QUINTA FASE: LANCIARE UN ALTRO CARICO UTILE

Mancano 13 giorni alle elezioni. Se pensate che questo sia l’ultimo carico che la campagna di Harris e i media lanceranno nel discorso, avete molta più fiducia di me nella loro decenza.

Aspettatevi almeno altre due di queste nelle prossime due settimane, una delle quali – se posso azzardare un’ipotesi – sarà incentrata su affermazioni fittizie di cattiva condotta sessuale e la seconda si concentrerà sulla storia commerciale di Trump.

Ricordate: se sembra una psyop, cammina come una psyop e parla come una psyop, probabilmente è una psyop. Rimanete vigili, mantenete alto il morale e, soprattutto, votate.

14:45

Sondaggi pubblicato dal Wall Street Journal che conferma quello pubblicato da Forbes ieri e da noi riportato sul sito ieri :

Trump è avanti nei sondaggi a livello nazionale di 3 punti, Forbes era +2 :

Nuovo sondaggio nazionale

Trump: 49% (+3)

Harris: 46%

WSJ | 10/19-22 | N=1.500

In aggiunta sondaggio nazionale del Wall Street Journal sull’indice di gradimento del lavoro svolto.

Trump:

Approva: 52% (+4)

Non approva: 48%

Harris:

Approva: 42% (-12)

Non approva: 54%

WSJ | 19/10-22

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Dopo questi catastrofici numeri  del WSJ per Harris che mostra che Trump è in vantaggio nel voto popolare del 3%; fra un po’ ci sara uno scoop di Kamala che ci racconterà come Trump le abbia palpato il sedere in Kaufhaus des Westens, recitando citazioni dal Mein Kampf in perfetto tedesco.

Quadro generale dei sondaggi: A sinistra il nome delle agenzie, poi la data (prima il mese poi il giorno) dei sondaggi pubblicati infine i numeri dei sondaggi: Wall Street Journal e Forbes condividono la stessa percentuale di Rasmussen, il che li rende più attendibili. Alcuni dei sondaggi sono vecchi di una settimana, attendiamo un ulteriore aggiornamento per capire la situazione, ma se il buongiorno si vede dal mattino per Kamala si sta mettendo male:

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Il Wall Street Journal dava biden +10 nel 2020 e tutti i sondaggi erano contro Trump, giusto  riferimento….

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La strategia dei Democratici per vincere le elezioni presidenziali:

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12:00

da due settimanali francesi

MARIANNE

il camaleonte Harris: il suo passato discutibile di procuratore

VALEURS ACTUELLES

gli argomenti chiave della campagna elettorale

06:00

BUONGIORNO A TUTTI!

Un altro giro di aggiornamenti in questa pazza corsa al traguardo finale delle elezioni presidenziali del 5 Novembre. Ieri era Hitler oggi chi sarà?

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03:05

Robert Cahaly e Matt Towery, sondaggisti di Trafalgar e InsiderAdvantage, si dicono sicuri che sulla base dei rilevamenti Trump vincerà in Georgia e Pennsylvania.

Trafalgar è una agenzia sondaggistica veramente seria. Se queste previsioni saranno corrette, la Pennsylvania consegnerà a Trump la presidenza.

 

03:00

Florida

Totale voti anticipati: 2.812.581 (+561.773 dal 22 ottobre)

Voto per corrispondenza: 1.666.163 voti ( D+6)

Voto anticipato di persona: 1.146.041 voti ( R+27)

Ripartizione per partito di appartenenza:

Repubblicani 43,6% | 1.224.968 voti (+270.294)

Democratici 36,3% | 1.020.397 voti (+175.367)

Indipendenti/Altro 20,1% | 567.217 voti (+116.112)

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La Florida ha 1 milione di repubblicani registrati in più rispetto ai democratici. Quindi questi risultati non sono sorprendenti. Le domande sono: come votano gli Indipendenti e quanti repubblicani voteranno per Harris?

 

00:05

La storia dei generali nazisti ha preso una piega tutta particolare. Kamala Harris ha tenuto un discorso ufficiale dalla Casa Bianca, per conferire, si presume, più autorevolezza e ufficialità alle presunte dichiarazioni di Trump sui generali nazisti fatte 4 anni fa e pubblicate da Atlantic grazie ad una fonte anonima.  Il generale John Kelly, l’allora capo dello staff della Casa Bianca di Trump, avrebbe confermato che l’allora Presidente ha effettivamente elogiato Hitler.

Il tutto appare fabbricato a puntino per essere divulgato e usato contro Trump negli ultimi giorni di campagna elettorale per cercare di far oscillare il pendolo delle elezioni in direzione di Harris.

Sembra davvero strano che una dichiarazione così scioccante e ghiotta da parte di un presidente degli Stati Uniti non solo non sia stata riportata negli ultimi tre anni della sua presidenza, ma sia stata tenuta in sospeso fino a quando la candidata Harris ha cominciato a denunciare serie difficoltà nei sondaggi.

Questo “scandalo” serve anche a un altro scopo. Harris e  i poteri forti che la sorreggono sanno che potrebbero perdere e stanno preparando il terreno per giustificare la violenza quando e se Trump dovesse vincere. Se saranno estromessi dalla gestione del Paese, saranno felici di farne terra bruciata. Lo scopo dell’operazione “Hitler” è quello di preparare il terreno per creare fratture tra i militari dopo le elezioni: State con i nazisti o con i generali in pensione?

Tornando alle accuse anonime ora ‘corroborate’ da Kelly, ogni persona presente quel giorno, in quella occasione, ha smentito Kelly e l’anonimo informatore di Goldberg (mi sorge il dubbio che sia stato lo stesso Kelly a sussurrare la storia dei nazisti all’Atlantic), smentendo quindi la notizia di Jeffrey Goldberg.

Qui un compendio di dichiarazioni che smentiscono Kelly e Goldberg:

Keith Kellogg: Il Vicepresidente Harris è un impostore. Sono stato alla Casa Bianca a livello dirigenziale molto più a lungo del generale Kelly. È complice di questa frode e ha mentito al popolo americano.  Le sue bugie, così come quelle di John Bolton, sono un disservizio per la nazione in questo momento critico. Lo stesso vale per il vicepresidente.

https://x.com/generalkellogg/status/1849144100739744246

Nick Ayers:  Ho sempre evitato di commentare le fughe di notizie, le voci o persino le menzogne all’interno dello staff per quanto riguarda il mio periodo alla Casa Bianca, ma i commenti del generale Kelly sul presidente Trump sono troppo gravi per essere ignorati. Sono stato con ognuno di loro più di altri, e il suo commento è praticamente falso.

https://x.com/nick_ayers/status/1849156855106273331

Parole forti di Kennedy a condanna di Harris:

 “Questo è il tipo di veleno incendiario che divide la nostra nazione e ispira gli assassini. È particolarmente ironico dal momento che Biden/Harris hanno appena fatto approvare la direttiva 5240.01 del Dipartimento della Difesa, che dà al Pentagono il potere – per la prima volta nella storia – di usare la forza letale per uccidere gli americani che protestano contro le politiche del governo sul suolo degli Stati Uniti. Se si vuole capire un politico, le parole della sua bocca hanno poca importanza.

https://x.com/RobertKennedyJr/status/1849189689623806079

La dichiarazione di Kennedy confermerebbe la nostra tesi sul dopo elezioni: Usare le accuse di nazismo per istigare alla causa contro i “ribelli” cittadini che non accettano la sconfitta oppure giustificare l’azione dei centri di potere per istigare le forze armate statunitensi in caso di vittoria di Trump …

John Kelly è rimasto così scioccato dall’ammirazione di Trump verso Hitler da rimuoverla dalla memoria per cinque anni e riesumarla ad appena due settimane dalle elezioni.

 

23/10/2024

19:55

Pubblicato il sondaggio anche a livello nazionale: Trump è a +2 su Harris.

Sulla base del sondaggio pubblicato precedentemente, a livello di Battleground States, Trump è a +8, a livello nazionale, cioè di tutti gli Stati, Trump è a +2, Harris comincia a rischiare veramente grosso; i margini di errore per annullare i brogli elettorali si assottigliano..

Questo stesso sondaggio di Forbes, l’ultima volta dava Harris a +4 su Trump!

Nuovo sondaggio nazionale

Trump: 51% (+2)

Harris: 49%

Ultimo sondaggio: Harris+4

HarrisX/Forbes | 10/21-22 | N=1.244LV

 

19:45

Le brutte notizie si accavallano oggi per Kamala:

Donald Trump è in testa tra gli indipendenti in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania, tutti Stati Battleground. Nel 2020, Biden era in testa in questo gruppo di elettori di 5 punti.

Ricordatevi, come ho già detto, gli indipendenti sono la chiave per vincere le elezioni presidenziali di questo storico 2024

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19:30

I sondaggi cominciano a descrivere uno scenario in cui Trump avrebbe abbastanza voti da sovrastare e annullare i brogli elettorali. Aspettiamo aggiornamenti dal Rasmussen e da Trafalgar per vedere se questi dati sono confermati. Se confermati, otto punti di percentuale di vantaggio, nei Battleground States sarebbe impossibile da superare per la Harris e i poteri forti..

NEW BATTLEGROUND poll (PA/GA/NC/MI/AZ/WI/NV)

Trump: 54% (+8)

Harris: 46%

HarrisX/Forbes | 10/21-22 | N=322LV

 

18:30

Continuano imperterrite le Fake News:

Trump: “Ho bisogno del tipo di generali che aveva Hitler”. L’ultima del tycoon, sempre più attratto dai dittatori

Donald Trump: “Vorrei avere i generali che aveva Hitler”

di Alessia Ripani

 

https://www.repubblica.it/esteri/2024/10/23/news/donald_trump_hitler_generali-423571812/?ref=RHLF-BG-P8-S1-T1

 

https://www.lastampa.it/speciale/esteri/elezioni-usa-2024/2024/10/23/news/trump_ho_bisogno_del_tipo_di_generali_che_aveva_hitler_l_ultima_del_tycoon_sempre_piu_attratto_dai_dittatori-14742239/?ref=LSHA-BH-P4-S1-T1

 

I nostri eroici giornalistici scimmiottano e riportano un pezzo pubblicato dalla rivista Atlantic di proprietà di Laurene Powell Jobs. Powell Jobs è proprietaria di The Atlantic e di una quota di Axios. Jobs e` anche presidente del consiglio di amministrazione di XQ e siede anche nel comitato consultivo del presidente del Council on Foreign Relations. Nel 2023, è stata classificata come la 25a donna più potente del mondo da Forbes.La filantropia di Powell Jobs è stata descritta come di limitata “trasparenza e responsabilità”. Nel 2019, Powell Jobs è stata designata “Least Transparent Mega-Giver” da Inside Philanthropy. (Wikipedia)

 

La Realtà:

Le accuse pubblicate da Atlantic sono proferite dal “giornalista” Jeffrey Goldberg. Sia l’Atlantic sia Goldberg sono recidivi.

Jeffrey Goldberg, il giornalista che ha ingannato l’America sulla guerra in Iraq, è caporedattore di The Atlantic

 “In una cultura giornalistica minimamente sana, Goldberg – che ha venduto agli americani la falsa teoria del complotto secondo cui Saddam era alleato con Al Qaeda per vendere la guerra in Iraq, e poi ha fatto dell’Atlantic il punto di riferimento per la narrazione  delle frodi del Russiagate – può essere considerato il giornalista che più si è adoperato per convincere gli americani della menzogna di Saddam alleato di Al Qaeda.

Ribadiamo che il giornalista che ha fatto di più per convincere gli americani della menzogna esiziale che Saddam Hussein avesse un’alleanza con Al-Qaeda e che quindi ha indotto il 70% degli americani a credere alla menzogna che Saddam Hussein avesse partecipato alla pianificazione degli attacchi dell’11 settembre si chiama Jeffrey Goldberg…

Lo ha fatto in due articoli che hanno vinto persino premi giornalistici. È stato invitato alla NPR e a tutti i programmi domenicali per diffondere questa menzogna… Jeffrey Goldberg ha fatto molto di più per diffondere la falsa teoria del complotto che ha portato alla guerra in Iraq.

È anche diventato il punto di partenza di tutte le frodi narrative del Russiagate; naturalmente, Jeffrey Goldberg non è stato espulso dai media tradizionali.

È stato premiato con questa posizione in seguito alle menzogne che ha fatto per conto dello Stato di sicurezza degli Stati Uniti… I giornalisti che diffondono le teorie cospirative della CIA vengono promossi, mentre i giornalisti che mettono in discussione la CIA vengono distrutti”. (Glenn Greenwald)

Per quanto riguarda la specificità dell’accusa, la storia è categoricamente smentita dai testimoni presenti al momento della presunta dichiarazione sui generali di Hitler.  Le fonti di Goldberg sono anonime, quelle dei testimoni oculari presenti sono reali e rispondono di persona. Nello stesso articolo di Atlantic, citato diligentemente da Repubblica e senza alcun riscontro, il giornalista cita una pesante dichiarazione compromettente di Trump riguardante la somma spropositata da lui coperta, come donazione, per le spese funerarie di Vanessa Guillen-  “Non costa 60mila bigliettoni seppellire una fottuta messicana”,  “Non ci crederai, dei maledetti hanno provato a fregarmi”. Queste le due citazioni più significative.

Mayra Guillen, sorella della specialista dell’esercito Vanessa Guillén, afferma tassativamente che la descrizione degli eventi fatta da Atlantico è falsa, sia sul riferimento ai generali tedeschi che su quello della morte della soldatessa.

https://x.com/mguilen_/status/1848824382572900374?s=46

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Anche il suo avvocato della famiglia di Guillen, Natalie Khawam, nega questo resoconto e accusa l’autore Jeffrey Goldberg di aver mentito per scopi politici. 

”Dopo aver avuto a che fare con centinaia di giornalisti nella mia carriera di avvocato, purtroppo questa è la prima volta che devo parlare apertamente di Jeffrey Goldberg dell’Atlantic: non solo ha travisato la nostra conversazione, ma ha anche mentito nel suo sensazionalistico articolo.

Soprattutto, ha usato e sfruttato i miei clienti e l’omicidio di Vanessa Guillen… per un guadagno politico a buon mercato.

Vorrei anche sottolineare che la tempistica di questa “storia” è alquanto sospetta, poiché questa presunta conversazione di Trump sarebbe avvenuta più di 4 anni fa!

Perché parlarne ora?

Come tutti sanno, non solo Trump ha sostenuto i nostri militari, ma ha anche invitato i miei clienti nello Studio Ovale e ha sostenuto la legge “Io sono Vanessa Guillen”.

Sono grata che siamo riusciti a ottenere un sostegno bipartisan alla legge “Io sono Vanessa Guillen” e grazie al duro lavoro e agli sforzi di tutti i nostri membri del servizio ora hanno più tutele e diritti nel servire il nostro Paese”.

https://x.com/whistleblowerlf/status/1848865275955056983?s=46

Dalla dichiarazione dell’Avvocato c’è il sentore di querela civile nell’aria…

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L’ultimo scoop non verificabile e anonimo su Trump e Hitler è arrivato nella notte. Tra poco sapremo che impatto, se ne avrà, sul voto anticipato.

A dire il vero, Hitler aveva grandi generali, come Erwin Rommel, Heinz Guderian, Erich von Manstein, Walther Model, Walther Wenck e altri – e molti di loro non sostenevano il nazismo. Avere grandi generali che hanno prestato servizio militare molto prima che il partito nazista fosse al potere non ha nulla a che vedere con il sostegno o meno a un’ideologia o a una forma di governo.

Anche la Confederazione aveva grandi generali e per anni i loro nomi hanno adornato le installazioni statunitensi. Probabilmente oggi, nell’esercito americano, abbiamo qualche generale decente che non ha le palle per smettere di sostenere questo sconsiderato governo neocon…

The Atlantic è pura spazzatura. L’intera “storia” è basata su presunte fonti anonime senza nome ne cognome che erano “presenti”. Le accuse mosse sono assolutamente infondate e assurde. Jeffrey Goldberg è un impostore che cerca di far deragliare un’elezione presidenziale con le infamie, come già avvenuto nel 2020.

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07:10

Le Fake News colpiscono di nuovo:

Esteri

Trump, show (finto) al McDonald’s. E la «lotteria» di Elon Musk da un milione di dollari è un caso

Trump, show (finto) al McDonald’s. E la «lotteria» di Elon Musk da un milione di dollari è un caso

https://www.corriere.it/esteri/elezioni-usa/24_ottobre_22/trump-show-finto-mcdonald-lotteria-elon-musk-0897b610-e547-421e-909b-2de8c8566xlk.shtml

Articolo da premio giornalistico :Trump, show (finto) al McDonald’s.

LA REALTA`

Qualsiasi cosa che coinvolge un evento pubblico di un presidente o ex presidente è trattato in maniera prudente e manipolata per ovvie ragioni di sicurezza.  Bisogna andare oltre la messinscena analizzando lo scopo, il fine e la ragione di tale “finto” evento.

Con l’apparizione in un McDonald’s della Pennsylvania, Trump è riuscito a entrare in contatto con la gente comune che va da McDonald’s. Le persone che l’hanno incontrato erano clienti veri, sinceramente entusiasti di essere serviti da lui.

Era lì anche per fare da contraltare a Kamala, che durante un comizio, qualche tempo fa ha dichiarato di aver lavorato da giovane al McDonald’s. L’azienda però sostiene che non ha alcuna traccia del suo impiego in uno dei suoi ristoranti. Questo è il vero finto evento che mette in risalto le bugie della Kamala.

A differenza di Kamala, Walz e Joe Biden, che mentono sempre e fingono di essere ciò che non sono per cercare di ottenere voti, Trump è in realtà un uomo del popolo.

Comunque se fa contenti quelli del Corriere della Sera Trump sarebbe dovuto entrare spontaneamente nel ristorante, fare domanda di lavoro ed essere assunto. Dopo un breve periodo di lavoro alla friggitrice, si sarebbe ricordato di essere candidato alla presidenza e dare il suo preavviso di due ore…

 

07:05

L’Inghilterra, e non la Russia, è il colpevole di una vera e propria storia di interferenze elettorali straniere, come dimostrano i piani trapelati negli Stati Uniti di un gruppo consultivo strettamente legato al Primo Ministro Keir Starmer.

In una fuga di notizie esplosiva con ramificazioni per le prossime elezioni presidenziali statunitensi, i documenti interni del Center for Countering Digital Hate– il cui fondatore è l’agente politico britannico Morgan McSweeney, ora consulente della campagna di Kamala Harris – mostrano che il gruppo ha pianificato per iscritto di “uccidere il Twitter di Musk”, rafforzando al contempo i legami con l’amministrazione Biden/Harris e con i democratici come la senatrice Amy Klobuchar, che ha presentato diverse proposte di legge per regolamentare la “disinformazione” online.

Documenti trapelati dal Center for Countering Digital Hate (Regno Unito) rivelano che il loro obiettivo primario è “uccidere il Twitter di Musk” attraverso pubblicità mirata e sfruttando le normative dell’UE.

L’organizzazione no-profit britannica ha tenuto una conferenza privata con una serie di gruppi che si stanno organizzando contro Musk, tra cui anche, oltre a sopra menzionati, si aggiungono il deputato canadese Peter Julian e Media Matters for America (Soros).

I documenti che dimostrano che l’obiettivo principale è “uccidere il Twitter di Musk” attraverso “la pubblicità” usando l’arma dell intimidazione contro entità o agenzie pubblicitarie,ossia molestando gli inserzionisti dissuadendo quindi da usare X come veicolo di pubblicità e di fatto tagliare e prosciugare gli introiti pubblicitari a Musk.

Gli attacchi a Musk continueranno e si intensificheranno grazie alle orde barbariche finanziate da Soros.

Qui si possono vedere in dettaglio documenti trapelati, grazie alla cortesia di un informatore segreto.

https://disinformationchronicle.substack.com/p/election-exclusive-british-advisors

07:00

Pennsylvania:

Aggiornamento sul voto anticipato e per corrispondenza secondo le schede compilate per partito di appartenenza.Come abbiamo già detto non è una garanzia che i registrati voteranno  per il partito a cui appartengono, ma se il buongiorno si vede dal mattino il risultato, a differenza del Nevada non e positivo per I repubblicani:

Totale: 921.720 (+129.916 dal 18 ottobre)

 Democratici 62,9% | 580.073 voti (+73.753)

 Repubblicani 27,6% | 254.424 voti (+42.409)

 Indipendenti 9,5% | 87.223 voti (+13.754)

06:55

In Europa da Der Spiegel, Le Monde, Le Figaro, Repubblica. Cambiano i direttori, ma la musica è la stessa, comprese le licenze sintattiche arbitrarie

22/10/2024

23:45

Se in caso vi interessa quello che pensano i Tedeschi…I tedeschi prevedono che Kamala Harris vincerà le elezioni presidenziali…

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21:05

Guai in vista per Kamala Harris:

Il Los Angeles Times, il più importante quotidiano della California, Stato di Kamala Harris, ha deciso di non sostenerla. In precedenza, il quotidiano aveva appoggiato Obama, Clinton e persino Biden.

Sta accadendo qualcosa di grosso a livello nazionale e questo non gioca a favore di Kamala.

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20:30

Appello di RKJ:

“Non importa in quale Stato vivete, votate Trump. Questa potrebbe essere la nostra ultima possibilità di proteggere i nostri diritti costituzionali. L’America si sta trasformando rapidamente in uno Stato monopartitico. Finora la Corte Suprema ha frenato il complesso industriale della censura gestito dai Democratici. Ma se vinceranno le elezioni, riempiranno i tribunali con i loro giudici e la democrazia in questo Paese sarà perduta.”

https://x.com/RobertKennedyJr/status/1848727265653203418

 

18:25

Jocelyn Benson, il Segretario di Stato del Michigan, rimuoverà dalla lista  600.000 mila elettori inattivi (non più residenti di quello Stato oppure deceduti), ma solo dopo le elezioni del 2027. Benson  ha anche annunciato che  il Michigan non conoscerà i risultati elettorali fino al giorno successivo alle elezioni.

Il Michigan ha anche 500.000 elettori in più rispetto a quelli aventi diritto legalmente a votare (si tratta probabilmente di immigrati illegali o elettori fasulli) e non lo risolverà questo problema fino a dopo le elezioni.

Nel 2020 abbiamo visto le riprese delle telecamere a circuito chiuso di un furgone che consegnava decine di migliaia di schede elettorali alle tre del mattino, senza controllori, e i voti di Biden sono aumentati durante la notte.

Qui il video della Benson con le sue dichiarazioni:

 

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Discorso di Roger Stone:

I Cheney, i McCain e Kinzinger appoggiano Kamala Harris. Harris può anche tenersi i guerrafondai neocon.

Robert F. Kennedy Jr., Tulsi Gabbard e l’ex governatore Rod Blagojevich – TUTTI UN TEMPO ORGOGLIOSI DEMOCRATICI – si sono uniti in una grande coalizione per eleggere nuovamente Donald Trump presidente.

Questo è il riallineamento!

 

ore 18:00

Ieri, i Segretari di Stato del Michigan, Georgia e Pennsylvania (guarda caso sono tutti stati battleground) , hanno dichiarato ai mass media che non ci saranno la sera delle elezioni i risultati elettorali finali di questi stati. Tutto ciò è chiaramente coordinato.

Perché questi Stati non riescono a conteggiare i risultati in modo tempestivo?

È palesemente ovvio a chiunque abbia un cervello funzionante che stanno pianificando di rubare le elezioni, proprio come hanno fatto nel 2020.

***

Per un sondaggio del Rasmussen (Agenzia di grande serietà): La maggioranza (55%) dei Democratici pensa che ci saranno brogli elettorali (ma non si lamentano). A loro si aggiungono il 58% degli indipendenti e l’83% dei repubblicani.

 

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ore 17:00

In Wisconsin (State Battleground), 31.882 voti per corrispondenza richiesti a indirizzi non validi.

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https://www.stopbogusballots.com/blog/we-purchased-the-absentee-ballot-request-list-from-march-1st-2024-until-a-couple-of-days-ago

 

***

Mentre gli attacchi coordinati contro Elon Musk si intensificano (Italia,USA,Germania, Brasile), per il peccato mortale di essersi allineato con Trump, un personaggio sinistro come la famiglia Soros, colleziona politici come se fossero rare carte Pokemon. I Soros, braccio del pupazziere non tanto nascosto…

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ore 10:00

qualche dubbio sta sorgendo:

su Le Figaro (Francia). In Michigan il voto arabo non è più scontato a favore del Partito Democratico

su Le Monde (Francia)

“i finanziamenti non garantiscono la vittoria”

il Corriere, invece, continua con la propaganda a senso unico con qualche malizia ben riposta

 

21/10/2024

19:30

L’impatto di RFK Jr sui voti

Nelle ultime settimane stanno accadendo molte cose dietro le quinte. La maggior parte degli osservatori politici è ormai consapevole della differenza tra “schede” e “voti” per quanto riguarda le contee chiave: Fulton County, Georgia; Wayne County, Michigan; Philadelphia e Allegany County, Pennsylvania; Clark County, Nevada; Milwaukee e Marquette County, Wisconsin e Maricopa County, Arizona.

Queste sono le contee e le città specifiche (Philadelphia, Atlanta, Milwaukee, Detroit) in cui il processo di invio/distribuzione di massa delle schede elettorali, in combinazione con l’assemblaggio/raccolta delle stesse, incontra il processo di “scansione delle schede” nei centri di tabulazione a livello di contea. Tuttavia, c’è un’altra sfaccettatura, la “fabbricazione delle schede”.

Molte persone, tra cui lo stesso Robert F. Kennedy Jr. e il suo team legale, hanno presentato la situazione del 2024 e posto una domanda. In sostanza:

Perché l’apparato del DNC ha fatto causa per tenere il nome di JFK JR fuori da alcune schede elettorali statali e contemporaneamente ha fatto causa per tenerlo in alcune schede elettorali statali?

Non aveva senso….

… Fino ad ora.

Le schede elettorali a livello di contea sono state appaltate per la stampa localizzata da coloro che intendevano usare le schede bianche per scopi fraudolenti; essenzialmente “fabbricazione di schede”.

Il nome di RFK Jr, inserito o meno nelle schede, cambia la dinamica del formato della carta e l’allineamento fisico nello scanner.

Gli scanner di tabulazione della contea hanno bisogno di un formato di scheda per ogni contea da scansionare per il conteggio dei voti.

Negli Stati in cui hanno prestampato/realizzato le schede fraudolente a livello di contea *senza* il nome di RFK Jr, il DNC ha fatto causa per tenerlo fuori.

Negli Stati in cui hanno prestampato/realizzato le schede elettorali fraudolente a livello di contea *con* il nome di RFK Jr, il DNC ha fatto causa per mantenerlo.

Questa è la risposta.

19:25

Cominciano ad arrivare i dati sul numero di elettori che hanno già esercitato il loro diritto di voto. I numeri rispecchiano il dato per elettori  registrati ai partiti di appartenenza. L’appartenenza al partito non necessariamente significa che chi ha votato lo ha fatto per il partito al quale è registrato, ma ci rende un’idea del livello di entusiasmo e dedizione presente nella base elettorale dei due partiti. Studi di sondaggisti ci dicono che di solito l’83% in media dei registrati ai partiti  vota per il partito cui appartiene. La grande incognita rimangono gli indipendenti, poiché non è dato sapere per chi votano quando si recano ai seggi oppure spediscono le loro schede elettorali.. Per questa ragione i sondaggi fra gli indipendenti sono di un’importanza fondamentale.

Questi ad oggi i numeri registrati nello stato del Nevada:

Nevada:

Aggiornamento sul voto anticipato e per corrispondenza

Totale schede restituite per posta: 117.553

Totale schede elettorali anticipate: 64,106

Democratici 38,1% | 69.126 voti

Repubblicani 37,2% | 67.620 voti

Indipendente 24,7% | 44.913 voti

19:10

Il Comitato per gli Affari Pubblici Pakistano-Americani – Promozione delle relazioni tra Stati Uniti e Pakistan appoggia Trump.

“Siamo orgogliosi di sostenere Donald Trump nelle elezioni presidenziali del 2024. Dopo ampi incontri con le campagne di Trump e Harris, crediamo che l’ex presidente sia il candidato che migliorerà le relazioni e promuoverà la vera democrazia in Leggi la nostra dichiarazione qui sotto:

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https://x.com/PAKPAC/status/1847092107065925972

 

18:55

Gli elettori del Tennessee affermano che le macchine per il conteggio dei voti stanno ribaltando i voti. In questo caso sono gli elettori democratici a lamentarsi:

 

Secondo quanto riferito dal presidente del GOP della contea Allen West, le macchine per il voto nella contea di Dallas, in Texas, non hanno superato il test di logica e di precisione richiesto dalla legge.
Georgia, Tennessee e ora Texas.

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07:00

Con l’avvicinarsi delle presidenziali del 2024 è bene riassumere e ricordare agli elettori le anomalie registrate nelle elezioni del 2020, dove fu sottratta a Trump la vittoria grazie ad una serie di brogli elettorali. Un contesto è necessario a comprendere meglio la posta in palio del 5 di novembre:

-Sei Stati hanno cambiato le loro leggi elettorali due mesi prima delle elezioni per decisione dell’esecutivo, invece di passare attraverso gli organi legislativi. Si tratta di una violazione delle costituzioni statali; questo sarebbe di per sé sufficiente a invalidare i risultati delle elezioni del 2020.

-Sei Stati chiave hanno interrotto il conteggio dei voti la sera delle elezioni per la prima volta nella storia americana. Nel momento in cui hanno interrotto il conteggio dei voti, Donald Trump era in vantaggio su Biden in ciascuno di essi.

-Gli oligarchi, insieme all’FBI, hanno censurato la storia del portatile di Hunter Biden e sulla corruzione di Joe Biden. Soggetti che lavoravano nella comunità dei servizi segreti hanno dichiarato che si trattava di disinformazione russa; solo che quel portatile è stato ammesso come prova nell’ambito di un’indagine dell’FBI e di un’azione penale contro Hunter Biden. I sondaggi successivi alle elezioni hanno mostrato che se la gente fosse stata informata della storia del laptop di Hunter Biden sarebbe cambiato il 17% dei voti.

– 2.036.041 schede elettorali sono state riconosciute anomale ma ugualmente conteggiate.

– 923 cittadini americani hanno sottoscritto denunce ufficiali di frode elettorale e le hanno firmate sotto pena di spergiuro. Nessuna elezione nella storia americana ha avuto 923 testimoni che hanno firmato sotto pena di spergiuro per attestare le irregolarità e i problemi legali riscontrati in vari Stati e osservate da codesti soggetti .

– Oltre 50 tribunali hanno bloccato le udienze probatorie sui presunti brogli riscontrati nel 2020.

– In passato, prima del 2020, ci sono state altre quattro elezioni contestate, una in Florida, una nel 78° distretto del Missouri, una nel 9° distretto della Carolina del Nord e una nel 22° distretto di New York. In ognuno di questi quattro casi, c’è stata un’udienza probatoria.  Per la prima volta nella storia americana alle elezioni del 2020, non c’è stata alcuna udienza probatoria.

– 37 Stati hanno modificato le loro procedure per la raccolta delle schede assenteiste o inviate per posta poco prima delle elezioni del 2020. Se questi 37 Stati avessero usato le stesse procedure di integrità delle schede elettorali utilizzate nel 2018, Biden non avrebbe vinto il conto del collegio elettorale.

–  In Pennsylvania, le contee hanno permesso di compilare e ammettere nuove schede anche dopo il termine di scadenza del giorno delle elezioni.

– Ognuno di questi elementi è sufficiente a confermare che ci sono stati abbastanza brogli nelle elezioni del 2020 da mettere in dubbio il risultato.

 

20/10/2024

 

Ore 20:00

Al 5 di novembre, giorno delle elezioni presidenziali, milioni di elettori avranno già votato anticipatamente, sia per posta che di persona. Gli elettori di dieci Stati hanno iniziato a votare già questa settimana con procedure anticipate. 

Il voto anticipato sta diventando un metodo sempre più popolare tra gli elettori. Oltre 45 Stati offrono una qualche forma di voto anticipato; quasi il 97% dei cittadini in età di voto vive in uno Stato che offre almeno una possibilità di votare prima del giorno delle elezioni. 

 La scorsa settimana hanno aperto i seggi in Georgia, Iowa, Kansas, Rhode Island, Tennessee, North Carolina, Louisiana, Washington, Massachusetts e Nevada.

Secondo i dati raccolti martedì dal New York Times, più di 5,1 milioni di cittadini hanno già espresso il loro voto per posta. Circa 55 milioni di persone hanno chiesto di votare in questo modo.

 

Ore 20:45

Se dal punto di vista mediatico le elezioni presidenziali saranno protagoniste della narrazione, nella realtà le concomitanti elezioni dei rappresentanti della Camera e del Senato del Congresso Federale assumeranno una importanza altrettanto cruciale. Non si deve dimenticare che le due camere dispongono di poteri decisivi sia nella determinazione degli indirizzi e delle particolari scelte di politica estera, sia nella approvazione delle spese di bilancio; per non parlare della facoltà di interdizione della funzione presidenziale.

Alle elezioni del 2024 sono in palio tutti i 435 seggi della Camera dei Rappresentanti. Inoltre, sono soggetti alla rielezione 33 dei 100 seggi del Senato, con elezioni che si terranno in periodo diversi nei vari Stati.

 

Ore 21:10

In tempi ordinari e di procedure rispettose delle norme, la partita tra Donald Trump e Kamala Harris darebbe un esito scontato a favore del primo. Si ripeterebbe, quindi, il successo del 2016 e si sovvertirebbe l’esito del 2020 a favore di Biden, costruito su brogli ampiamente documentati sul nostro sito.

Le premesse annunciate in questa tornata elettorale sono ancora più sconfortanti. Il margine richiesto di consensi a favore di Trump dovrà essere ancora più importante per essere in grado di fronteggiare i pesanti abusi che si prospettano.

Oltre a seguire il dibattito politico e le implicazioni riguardanti l’Europa, sarà particolare cura del sito seguire l’andamento dei sondaggi e le notizie relative alla regolarità delle procedure elettorali poiché le due cose sono direttamente connesse.

I sondaggi ci diranno se Trump avrà il margine necessario per compensare i brogli che inevitabilmente verranno attuati.

I risultati dei voti naturalmente lo sapremo solo la notte del 5 Novembre e nelle ore e giorni successivi; quello però che possiamo fare è quantificare il numero delle schede per posta e del voto fisico registrati fino ad ora, secondo il partito di appartenenza, nel voto anticipato. Mentre la tessera del partito non assicura che l’elettore voterà per il candidato di quel partito, il numero di elettori registrati ai  partiti che esercitano il diritto al voto anticipato o per posta o di persona,  ci da l’idea del livello di entusiasmo e di coinvolgimento della base degli elettori dei partiti. Naturalmente l’incertezza arriva dagli indipendenti poiché non sappiamo che casella marcheranno sulle schede. Altra variante riguarda il numero di immigrati illegali che riusciranno ad infiltrarsi nelle crepe di un sistema di voto altamente compromissibile e che quindi porteranno ad un ulteriore livello di incertezza nei sondaggi e nei risultati finali del voto.

Un ultimo aspetto sarà quello di porre particolare attenzione alle fake news che inevitabilmente verranno riportate dai mass media per confondere e deragliare la campagna elettorale di Trump, disorientare gli elettori oppure l’opinione pubblica mondiale. Riportiamo sotto un primo esempio di tale disinformazione:

“Il surreale comizio di Trump: ferma tutte le domande e fa ascoltare canzoni a ripetizione per 39 minuti, da Bocelli ai Guns n’ Roses

di Andrea Marinelli

Il candidato repubblicano ha ballato sul palco per 39 minuti, senza quasi proferire parola. Nove le canzoni suonate dalla sua playlist: da «Con te partirò» di Andrea Bocelli all’«Ave Maria» di Schubert, fino a Rufus Wainwright ed Elvis Presley”

LA BUGIA: Trump era smarrito, confuso e congelato sul palco mentre l’evento terminava in anticipo. 

LA VERITÀ: Kamala HQ ( https://x.com/KamalaHQ) ha modificato il video nel tentativo di diffamare Trump. 

La campagna di Kamala sta promuovendo una azione diffamatoria coordinata con video appositamente modificati mentre la  Harris barcolla nei sondaggi. 

Ecco i fatti:

– Durante il comizio si sono verificate due emergenze mediche.  

– Le pause di Trump sono dovute al fatto di consentire l’intervento di un dottore o di un medico impegnato nell’emergenza. 

Questo è stato confermato da più fonti. 

Ecco cosa riporta Axios:

“Trump stava tenendo il town hall al Greater Philadelphia Expo Center and Fairgrounds di Oaks, Pa, con il governatore del South Dakota Kristi Noem quando si è verificato il primo incidente medico dopo circa 30 minuti dall’inizio dell’evento.

Il candidato repubblicano alla presidenza ha chiesto che venisse messa un po’ di musica.

Anche l’emittente ABC ha confermato la versione di Axios:

ABC News smonta l’affermazione della campagna di Harris secondo cui Trump avrebbe avuto un “momento di serenità sul palco, *complimentandosi* con Trump per come ha gestito l’emergenza medica.

La ABC afferma che Trump ha deciso di cambiare la scaletta dopo che un paio di sostenitori hanno subito un’emergenza medica durante il suo comizio a Oaks, in PA.

“Dopo 30 minuti, due partecipanti hanno avuto un’emergenza medica”.

“Gli incidenti hanno spostato l’umore, spingendo Trump a interrompere l’intervento e a trasmettere la sua musica preferita”.

“In alcuni ambiti dei social media, una vera giornata campale per questo. E immagino che sugli schermi sia sembrato tutto piuttosto strano”.

“All’interno della sala, tuttavia, la gente si stava divertendo. Cosa posso dirvi? Non sembrava fuori dall’ordinario”.

“Sembrava quasi intimo. E alla fine, Trump ha fatto qualcosa che fa molto raramente. È sceso dal palco e si è mescolato ai suoi sostenitori”.

“Ha firmato autografi e stretto mani”.

Ecco il video della ABC :

Ci aspettiamo una rettifica da parte del Corriere Della Sera e soci…