PRUSSIA (note storiche) – cap.1, 2 e 3 di 5_di Daniele Lanza
PRUSSIA (note storiche) – cap.1 di 5
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(provocato dall’iniziativa polacca in merito a Kaliningrad, ripropongo questa serie sulla storia della regione che la ospita).
Età antica*
Un mattino (forse le 9, secondo il vangelo di Marco) di tanto, tantissimo tempo fa in terra di Giudea l’autorità giudiziaria del luogo con quasi un kg di chiodi appende tre individui ad altrettante croci di legno di olivo, poco fuori la città : un paio sono disgraziati qualsiasi, il terzo che sta in mezzo….è un caso particolare (si dice sia un messia).
In quelle stesse ore, ad una incredibile distanza, in una landa altrettanto desolata, ma di aspetto diverso ed assai più fredda, un uomo della stessa età (chiamiamolo Kovikas) assieme ai suoi figli è all’opera dall’alba assieme ai cacciatori dei villaggi : altri volti, altri occhi, altro idioma……ed anche altra fauna e flora. Un’umanità bionda come il miele e ingenua come un fanciullo (a paragone dei suoi contemporanei nella luna fertile), immersa nel rigore di madre natura : nemmeno possono immaginarsi cosa accade al di fuori della mura di Gerusalemme quella mattina…..ma cosa diciamo, non sanno nemmeno che esiste una città con questo nome su una sponda orientale di un mare molto più ricco ed esteso di quanto immaginano, che chiamano Mediterraneo.
Per Kovikas questa è l’ultima delle preoccupazioni, mentre trasporta sulla schiena il cervo abbattuto per un pelo : lui sa solo quello che serve sapere e per prima cosa che è del popolo dei Prūsai (prussiani), in secondo luogo che deve tornare entro sera al proprio lauks (“comunità”) di appartenenza.
No, loro ,le tribù baltiche, sanno poco o NULLA di cosa accade a più di 50 km in linea d’aria di propri confini (confini di villaggio ovvero) in una beatitudine data dall’assenza di predatori naturali nell’arena geopolitica di ogni secolo (ma chi lo vuole il Baltico ?!).
Da quel mattino la terra gira attorno al sole circa 1200 volte…..e ancora poco è mutato. Il centinaio di tribù (aggregati di migliaia di clan), sono sempre al loro posto, e tuttora ignorano di Gerusalemme, Ponzio Pilato e tutto il resto. A chi può interessare ?
Esiste solo un macroscopico problema….se pure a loro non interessa, le vicende dei vangeli sono divenute legge divina per TUTTO il continente attorno a loro, ed ora si stanno avvicinando, metro dopo metro, impossessandosi d fiumi, laghi, colline. Tutta la madre terra dovrà ascoltare il nuovo testamento, loro, gli innocui abitanti del Baltico non costituiscono eccezione.
UNA di queste tribu’ chiama se stessa…..Prūsai (torniamo a noi).
Inizialmente un geografo del IX° secolo li aveva chimati “Brus”, ma alla fine verranno chiamati Prußen dall’elemento germanico che li invaderà : oggi la storia antica li ha catalogati “Prussiani antichi”. Una tribù baltica come altre che la circondano, ma con un privilegio storico : il proprio territorio ancestrale verrà scelto dall’ordine teutonico come base principale dell’espansione ad oriente, anzi diverrà…..il cuore e la carne della teutonicità. Questo territorio ha due vaghe delimitazioni : ad ovest la VISTOLA e ad est fino alla fascia costiera dell’odierna Lituania. Sono organizzati in LAUKS, micro-comunità senza forti legami tra loro, quasi come i “pagi” degli antichi liguri in Provenza al tempo di Roma : abbastanza per approntare una basilare difesa, ma non per superare il livello tribale e darsi alcuna struttura centralizzata.
Proprio questo è il problema : alle soglie del medioevo tardo i prussiani (quanto i propri cugini baltici), rimangono cristallizzati all’età delle denominazioni etno-tribali con le quali aveva a che fare la Roma antica, tra gruppi, sottogruppi e i rispettivi re e principi barbarici.
(CONTINUA)
PRUSSIA (note storiche) – cap. 2 di 5
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Medioevo, ferro e fuoco*.
Siamo rimasti ai LAUKS e i racconti di caccia attorno al fuoco per i nostri amici prussiani dell’antichità.
Metà dei monarchi d’Europa vola (naviga) fino a Gerusalemme per liberarla dalle orde di Maometto e questi simpatici abitanti del Baltico nemmeno sanno cosa sia la Palestina (tantomeno perchè occorra liberarla).
Che connessione può esservi con le loro esistenze ? A prima vista nessuna (ma la “prima vista” in ottica storica è ASSAI ambigua, fuorviante).
Il problema è che l’innocenza inevitabilmente reca con sè un fondo di ignoranza, la quale, purtroppo è una colpa, o ne ha i medesimi effetti : i nostri allegri amici non conoscendo bene la mentalità e le regole delle dimensione cristiana del loro tempo, non ne vedono la pericolosità. Cosa principale, non realizzano il proprio status rispetto a questa nuova dimensione, come sono percepiti : una massa informe di infedeli pagani che brulica silenziosamente le valli che si stendono verso il Baltico, bisognosa di vedere la LUCE (veramente si potrebbe dire che “il resto è storia”).
In breve in prussiani godono di una triplice ignoranza : ignorano cosa avvenga in Terrasanta (passabile). Ignorano cosa sia una “crociata” (più grave). Ignorano….che saranno essi stessi oggetto, obiettivo della prossima d queste (FATALE).
Tutto si sviluppa naturalmente in tempi storici, ovvero è percepito appena dai contemporanei nel corso delle loro vite salvo eventi eccezionali che toccano l’animo, ma una sintesi brutale del processo può descriversi grossomodo così :
Verso l’anno 1000 un missionario (tal Adalberto) inviato dai re di Polonia finisce decapitato nel tentativo di convertire…il vangelo è respinto e segue un relativo vuoto di quasi un secolo e mezzo nel corso del quale i prussiani sono solo menzionati. In questa fase esiste una sola entità minacciosa ed è il regno medievale di Polonia più a sud, ansioso di cristianizzare le regioni mai civilizzate fino alle coste baltiche che ancora non possiede.
I monarchi polacchi nonostante un susseguirsi di iniziative militari dalle alterne fortune lungo il corso del XII° secolo, non alterano fondamentalmente la situazione, salvo render coscienti i prussiani che il mondo esterno esiste e che bisogna prepararsi alla difesa. Dopo questa animata interazione (1150-1200 grossomodo), agli inizi del 13° sec. la situazione prende una piega che dissolve lo stallo esistente : il pontefice Innocenzo III (quello della crociata andata stranamente a finire a Bisanzio anzichè in Palestina..[1204] ), commissiona ad un monaco della Pomerania la cristianizzazione della regione : si avrà quindi il primo vescovo di Prussia, sostenuto da principi polacchi e danesi. Costui tuttavia si ritrova de facto in territorio ostile con una popolazione prussiana ormai in assetto di guerra contro l’invasore cristiano……….
Si chiede aiuto ovunque, fino al giorno in cui appare la bolla papale (di Onorio III) che dichiara la cristianità in guerra contro i prussiani e tutti i loro fratelli del Baltico : la risposta dei pagani sono centinaia di monasteri e conventi bruciati nel giro di un anno. E’ l’inizio di quella che i nostri manuali oggi chiamano la “CROCIATA DEL NORD” (corre l’anno 1217).
Dopo un primo decennio di insuccessi viene assunto per l’alta opera niente meno che l’ordine teutonico, temprato da un trentennio di sangue e fuoco in terrasanta, agli ordini del grande maestro Hermann Von Salza.
I prussiani, direbbe il cinico, non avevano bisogno di sapere di Acri o Gerusalemme, dei cavalieri o dei loro ideali : erano destinati a ritrovarseli davanti a casa comunque.
La marcia teutonica verso oriente (seconda solo alla “Germania” di Tacito, per ispirazione romantica ai pangermanisti della modernità), inizia così, sulla base “legale” di una bolla papale (Rieti, 1234), una imperiale – Sacro romano impero (Rimini, 1226) e di un accordo preso coi polacchi nel 1230 : interpretati a posteriori (molto a posteriori) come ad ognuno fa comodo : ai principi di Polonia l’illusione di usare l’efficiente ordine teutonico come ariete per cristianizzare il Baltico e poi liberarsene con discrezione in cambio di una castagna secca (passatemi l’espressione). Al Papa l’illusione di ritrovarsi un territorio vergine direttamente sotto il controllo della santa sede sfruttando (….). All’imperatore della nazione germanica la lusinghiera speranza di veder estesi magicamente i propri confini ad est da questi battaglieri cavalieri in fondo tedeschi (forse vedevano i teutonici una propria estensione come fratelli di lingua ?).
Le leggi della storia (della geopolitica di ogni era) sono implacabili ed il possesso di qualsiasi cosa che valga è destinato a chi si è sporcato le mani per strapparla al precedente proprietario………ERGO, tutti gli scaltri dalle sacre vestigia sopramenzionati si ritroveranno splendidamente coglionati (passatemi di nuovo l’espressione), e nell’intrigo d’alto livello tra papato, impero e monarchi polacchi…..l’ordine teutonico (che si supponeva esser utilizzato, diciamo), dribbla tutti e crea il PROPRIO stato : un “regno” indipendente.
A parte questa personalissima interpretazione storica che condivido con chi mi legge, la conquista non sarà facile : a partire dal 1230 seguono oltre 30 anni di massacri e violenze….
(CONTINUA)
PRUSSIA (note storiche) – cap. 3 di 5
(provocato dall’iniziativa polacca in merito a Kaliningrad, ripropongo questa serie sulla storia della regione che la ospita).
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Dunque : l’ordine teutonico, reduce della Terrasanta parte alla volta della pagana Prussia (1230). Quest’ultima è demograficamente meno popolata di quanto si pensasse (gli esperti di demografia antica affermano poco più di 150’000 unità alla vigilia del conflitto) e i cavalieri optano strategicamente di iniziare la penetrazione da occidente anzichè da sud come avevano tentato i polacchi, ovvero dalla Prussia occidentale (già parzialmente cristianizzata) patendo quindi da posizioni più stabili.
Seguono 15 anni di conflitto diretto, durante i quali inesorabilmente, villaggio dopo villaggio l’intero paese viene conquistato : quelli che chiamiamo “prussiani” (rammentiamolo), non sono nemmeno un insieme unito quanto un termine ombrello ad identificare una decina di tribù sprofondate nella natura vergine tra i llaghi Masuri ed il Baltico. E’ come una guerra tra pionieri armati e gli indiani del vecchio west : i primi avanzano passo a passo, i secondi si nascondono passano al contrattacco quando meno ce li si aspetta, sono capaci di brutalità anche superiori a quelle (già orrende) dell’occupante germanico….lo stadio barbarico in cui sono, non rende le tribù prussiane differenti dai capi celti, avanti Cristo, che tenevano le teste dei nemici appese davanti all’abitazione.
I teutonici si avvalgono anche dell’aiuto di un ordine defunto di cavalieri (“Milizia di Cristo della Livonia”) quasi distrutto nella lotto contro baltici e finni pagani, che diventa una branca autonoma dei teutonici sotto il nome di ordine livonico….o “Fratelli livonici della spada”.
Dopo una prima rivolta risalente al 1245 i prussiani occidentali sono sostanzialmente pacificati per gli anni 50, consentendo quindi la seconda fase dell’avanzata verso oriente….la più densamente popolata Samland viene conquistata in brevissimo tempo e porta alla fondazione di KONIGSBERG (futura capitale dello stato prussiano).
Segue una seconda GRANDE rivolta negli anni 60 del secolo, che rischia di cancellare tutto ciò che l’ordine teutonico ha costruito e sarà domata definitivamente dopo una dozzina di anni di lotta : il culto dei padri (o paganesimo) è ormai percepito dagli autoctoni come simbolo dell’antica libertà, contrapposta alla sottomissione che il cristianesimo portato da invasori alieni impone, ma le sorti della lotta sono ormai decise.
Risultato (sorvolando peripezie inenarrabili) : dopo 60 ANNI di conflitto continuo, sebbene a differenti intensità, la regione chiamata “Prussia” è definitivamente conquistata dall’ordine teutonico, che vi si insedia per i secoli a venire quasi fosse un nido ideale, una culla, sito della cellula embrionale di una nuova cultura….e così sarà.
Nasce il Deutschordensstaat, o Civitas Ordinis Theutonici. Lo stato monastico da loro fondato ; come si può intendere più che una guerra in senso convenzionale, delimitata cronologicamente ad un certo numero di anni, si tratta di un processo storico di medio corso che porta ad un fenomeno di sostituzione etnica.
I prussiani cessano di esistere come erano sempre esistiti : una parte è stata annientata dal calo demografico dovuto al conflitto, un’altra migrerà verso altri territori. I superstiti, presumibilmente ancora consistenti, verranno integrati a forza nel nuovo stato ovvero cristianizzati e germanizzati. Col tempo il vecchio idioma prussiano (appartenente al ceppo baltico occidentale), scomparirà lasciando traccia solo nelle annotazioni dei monaci che si occupavano della conversione della popolazione e dovevano occuparsene.
Al termine del medioevo il termine “prussiano” rimane ma mutando significato : da allora in poi non starà più ad indicare tribù baltiche e pagane, ma un’etnia germanica e cristiana (più tardi luterana). A ricordare la prussianità dell’antichità qualche fisionomia squadrata e innocente (tipica dei lituani..), e qualche forma di folclore negli spazi rurali (un po di streghe in Prussia, fino al 700).
In questa nuova forma, estremamente disciplinata ed inquadrata faranno parlare di sé nei secoli a venire…..
(nella carta, la massima espansione dello stato monastico)
(CONTINUA)
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