DALLA NOVOROSSYA AL DANUBIO. (2/2) (prologo alle note storiche su Moldavia e Romania, ripubb. 2018*), di Daniele Lanza

1805.
Passano solo 13 anni prima che l’equilibrio della pace di Jassy (1792) tra russi e turchi sia compromesso.
Se è vero che ora il mondo intero ha altre preoccupazione su scala più planetaria (Bonaparte imperatore) è altresì vero che gli interpreti più minuscoli trovano il modo di avvantaggiarsi dell’ ”evento globale” e, mentre questo si dispiega, portare avanti il proprio piccolo ma prezioso “evento locale”.
In altre parole, nel mentre che in Europa infuria una vera e proprio conflitto continentale, la scricchiolante potenza turca prende la palla al balzo per iniziare un conflitto, a paragone “regionale” – e rifarsi della sconfitta subita una dozzina di anni addietro.
Per andare al dunque : giunta notizia della vittoria napoleonica ad Austerlitz contro la terza coalizione anglo-austro-russa (1805) e della conseguente debolezza russa (più percepita che reale) il sultano ottomano decide di rompere gli indugi e provocare guerra con la Russia, approfittando del momento giudicato favorevole.
In Valacchia e Moldavia sono deposti i governatori (che erano concordatamente filorussi) in perfetta coordinazione con un’azione francese in Dalmazia (che minacciava una successiva e rapida avanzata traverso i Balcani, giusto fino ai confini meridionali dell’impero russo).
Zar Alessandro I cerca di prevenire la minaccia occupando preventivamente la Valacchia….ed il dado è tratto ! (come costringere l’opponente a DICHIARARTI GUERRA, in modo poi da affermare che LUI costituisce l’aggressore. Si usa tale tecnica con la Russia da oltre 200 anni. Chi ha orecchie per intendere intenda).
Saranno complessivamente 7 anni di guerra (rammentiamo tuttavia che nel lungo corso della storia è solo UNA delle copiose “guerre russo turche” che si contano, le cui scaramucce incessanti caratterizzano la memoria di mar Nero, Caucaso e Balcani).
L’offensiva turca (“contro l’ingiusto invasore”…) è immediata e massiccia, contando giustamente, che lo zar manterrà il grosso delle proprie forze a nord per parare un’eventuale avanzata di Napoleone.
Sfortunatamente per i generali del sultano la debolezza era – come ho sottolineato – solo percepita : in 2 anni di guerra ottengono un sostanziale insuccesso terrestre (nonostante la superiorità locale di forze) e una netta sconfitta sui mari (la marina zarista arriva a controllare il mar Nero). Si andrebbe incontro ad una disfatta già allora se non fosse che da Tilsit in Prussia, Napoleone nel dettare le clausole della sua pace generale impone anche il termine di questo conflitto periferico russo-turco, imponendo allo zar di firmare una pace con gli ottomani (e quindi salvando questi ultimi dalla disfatta prossima).
Il braccio di ferro è solo silente tuttavia e divampa di nuovo l’anno seguente, degenerando tuttavia in una guerra inconcludente che si trascina avanti senza risultati per quasi tre anni : il punto di svolta lo abbiamo solo quando, nel 1811, KUTUZOV (non troppo amato dallo zar, ma considerato dai contemporanei il diretto successore di SUVOROV ovvero il miglior stratega dell’impero) prende in mano la situazione.
Dal momento in cui al generale Kutuzov è affidata la responsabilità di questo quadrante dello scacchiere bellico, nel giro di un anno ottiene una vittoria totale contro il nemico….obbligandolo a firmare la pace esattamente 2 SETTIMANE prima dell’attacco della Grand Armee napoleonica alla Russia nel maggio del 1812 : è il TRATTATO di Bucharest, oggi dimenticato se non dagli storici.
I successivi eventi, riportati sui manuali scolastici di tutto il mondo dal livello elementare in poi, cancellano letteralmente il ricordo di questa piccola guerra, comprensibilmente relegata alla storia dei conflitti minori o regionali, destinandola ad essere eternamente oscurata dall’ombra (colossale) di Napoleone in Russia……ed in tal modo ne viene silenziosamente consegnato all’oblio anche la conseguenza politica :
il trattato di pace firmato prevedeva, in sintesi, la cessione di parte del principato di Moldavia allo stato zarista e per la precisione la metà ORIENTALE, che da questo momento in poi si chiamerà BESSARABIA : una porzione di territorio insignificante in estensione a paragone di altri territori dell’impero russo, ma tuttavia assolutamente nevralgica per la storia a venire.
Grazie alla nuova conquista il confine si sposta dalla linea effimera del Dnestr per andare a toccare il delta del DANUBIO. Per la prima volta nella storia la Russia raggiunge questo importante fiume d’Europa.
Non occorrono altre spiegazioni per chi conosce le basi elementari della storia dei Balcani per immaginare le conseguenze geopolitiche : il confine imperiale russo si trova ora (soglie del nuovo, XIX° sec.) nelle immediate vicinanze di altre popolazioni europee di fede ortodossa, e in buona parte slave, che costellano tutto lo spazio carpatico/balcanico……entità perennemente in stato di tensione contro lo status quo ottomano e ben felici di trovare nello zar, ora confinante, un poderoso ed amichevole vicino.
Oltre a diritti di commercio lungo il Danubio a favore della Russia, si assiste anche ad un prolungato fenomeno di ribellione in Serbia che dopo oltre un decennio di resistenza armata parallela alla guerra russo-turca di cui parliamo, ottengono nel 1815 uno stato di semi-indipendenza dal sultano, creandosi quindi il Principato di Serbia (ancora unità amministrativa dell’impero ottomano, ma già autonoma).
Come si potrebbe descrivere il tutto ? Lo zar di Russia ottiene qualcosa come una striscia di terra geograficamente parland……ma quella striscia è già parte terminale della zona vulcanica ed esplosiva dei Balcani……

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