UNA MERITATA SCONFITTA, di Antonio de Martini

UNA MERITATA SCONFITTA
La domenica compio il rito religioso dell’uomo moderno: compro il giornale.
Leggo “ Le Monde” benché non condivida buona parte delle sue idee.
E’ scritto in una lingua impeccabile, i suoi giornalisti sono istruiti e tradizionalmente rispettano il lettore, mentre da noi sono in prevalenza degli ignoranti convinti di avere a che fare con dei cretini.
Questa domenica ho avuto una sorpresa che mostra che la crisi ha morso dovunque: dodici-pagine-dodici di “Le Monde” sulla “crisi siriana” pensavo fossero meglio.
Non meditano sul decennio di lotta all’ultimo sangue affrontato con stoicismo da un intero popolo e non si chiedono come sia stato possibile che un dittatore abbia suscitato tanta fedeltà, ma ironizzano su “ Assad re delle macerie” indulgono su “ disegni e testimonianze di bambini traumatizzati”, e naturalmente “ un decennio di caos”.
Non c’é guerra che non abbia prodotto macerie, morti e bambini traumatizzati.
La novità giornalistica , casomai, sarebbe stata la vittoria di un Davide contro sette Golia.
Mi rimangio dunque la promessa fatta a me stesso di meditare in pace sul nostro futuro e mi dedico all’evento che non celebra i dieci anni di guerra persa da Arabia Saudita, Turchia, Stati Uniti, Kataweb, UAE, Francia e Inghilterra coalizzati contro un paesino piccolo piccolo, ma che apre di fatto la campagna elettorale presidenziale siriana che si terrà a primavera.
Dopo aver deciso che volevano un “regime change” con le buone, poi un cambiamento forzato a costo di qualche morto e infine una guerra di sette contro uno, gli alleati si sono trovati impantanati in una guerra senza fine in cui hanno perso tutto. Anche il rispetto di molti alleati.
E’ la prima volta nella storia che un dittatore suscita tanta fedeltà dai suoi sudditi, ottiene tanti sacrifici volontari e trionfa su una coalizione tanto vasta e forte, difeso anche da tutte le religioni esistenti ( sedici) sul territorio, e da paesi che avevano tutto l’interesse a non irritare gli Stati Uniti, nonché da tutte le classi sociali.
Credo che senza riempire dodici pagine, una indagine valga la pena di farla.
I DISSIDENTI
Comincerei con i “dissidenti”, poi rivoltosi ed infine “ insurgents”: essenzialmente si é trattato dei fratelli mussulmani ( una setta assistita alla nascita dalla compagnia del canale di Suez ed ora dagli angloamericani), assieme a una fascia di contadini illusi dalla bonifica dell’Eufrate realizzata negli anni ottanta e disillusi dalla siccità provocata dalle dighe costruite a monte dalla Turchia che hanno ridotto del 40% il flusso delle acque dell’Eufrate.
Essendo il malcontento insufficiente a uno scontro armato, la scintilla fu provocata dalla importazione di seicento mercenari reduci dalla Libia a cura della segretaria di Stato Clinton, con trasporto ed equipaggiamento a carico della Turchia.
Altri furono infiltrati dal Jabal Druso a cura dei vicini israeliani, benché nei precedenti venti anni, Siria e Israele non si fossero scambiati un solo colpo di fucile.
Lo slogan , tracotante e infelice, fu “ I cristiani a Beirut e gli Alauiti nella tomba” fu un monito stupido quasi quanto il “niente prigionieri” dell’avvocato Previti alle elezioni italiane che iniziarono a intaccare il successo berlusconiano.
Fu la minaccia che iniziò a coalizzare la nascente borghesia attorno al regime. Tutti amano fare turismo, ma non da esuli. Tutti devono morire, ma non con una tutina arancione.
I FILO REGIME
GLI ALAUITI
Lo zoccolo duro era inizialmente costituito dagli alauiti, una delle religioni-etnie che popolano il Vicino Oriente e a cui appartiene la famiglia Assad.
Essi rappresentano la fascia più povera della popolazione. Ogni famiglia-bene siriana ha tradizionalmente una colf alauita. I matrimoni sempre interni al gruppo hanno prodotto fisionomie caratteristiche simili come negli ebrei e nei drusi.
Gli alauiti hanno- dal 1967 in poi anno della presa di potere di Hafez el Assad , il padre, – fornito allo Stato tutto l’apparato di sicurezza e gran parte dei quadri delle Forze Armate.
In questa guerra, hanno fornito anche la maggioranza dei caduti ( stimo 180.000 su 380.000). L’ex ambasciatore francese Duclos dice a “Le Monde” che “in una famiglia di quattro figli, due sono morti o tornati storpi”.
Ma sapendo che avevano promesso la morte a tutti, pensano di aver fatto un affare.
I CRISTIANI
Divisi in innumerevoli sette e confessioni, hanno tutti abbracciato il principio del male minore. Nel prosieguo della guerra si schierarono sempre più convintamente con la legalità e l’ordine offerto da Assad.
I dittatori in Siria , di fatto ci sono sempre stati:
Le brevi parentesi democratiche erano di facciata.
Ma Bashar el Assad – il figlio di Hafez – non destinato a succedergli, ma subentrato al fratello deceduto, era considerato un “molle” dall’apparato del partito dominante e addirittura un angelo rispetto a RIFAI, lo zio, che fu tanto crudele nella gestione della sicurezza, da dover essere esiliato in Svizzera e poi in Francia, dallo stesso presidente che pure con mano di ferro aveva represso la città di Hama – insorta nel 1982- facendo dodicimila morti.
Il regime, sapendosi minoritario aveva sempre privilegiato le altre minoranze formando una maggioranza grazie a un cartello di gruppi minoritari e ostentando un grande rispetto per il cristianesimo, al punto di ottenere la visita papale ( G P II) di cui si ricorda il discorso di Bashar che sottolineò tra l’imbarazzo dei presenti che a uccidere Gesù Cristo erano stati gli ebrei e che i primi cristiani trovarono asilo in Siria.
I DRUSI
Più complessa la situazione dei Drusi essendo la loro tradizionale zona di insediamento ripartita tra il Libano, Israele e la Siria.
DERAA – dove nacque mio zio Umberto, fu luogo di prima insurrezione- i combattenti drusi sono temibili guerrieri e Israele ha riconosciuto loro il diritto a fare il servizio militare.
Ma la legislazione, recentemente introdotta da Netanyahu per ragioni di politica interna, ha stabilito lo Stato di Israele come “stato degli ebrei” ha fatto dei Drusi cittadini di seconda classe, provocando le dimissioni per protesta dell’ufficiale druso di grado più elevato di Tsahal e i drusi gradatamente si sono schierati coi siriani che – tratto ammaestramento dagli eventi- hanno anche riconosciuto i loro errori e armato un battaglione di ex nemici per il mantenimento dell’ordine pubblico in zona.
I CURDI
Sono prevalentemente sistemati nella zona di Hassake sulla riva sinistra dell’Eufrate ed erano stati tranquilli in comparazione coi curdi di Turchia.
Et pour cause!
Gli agenti turchi incaricati della sovversione non riuscivano a penetrare per atavica incompatibilità e quelli israeliani erano impegnati coi curdi iracheni.
Anche qui, il regime é stato più svelto: evacuando l’area e lasciando in loco alcuni depositi di armi.
Si sono così create milizie volontarie incaricate di difendere persone e beni e – quando giunsero i “liberatori” furono accolti a fucilate.
Un accordo federativo e l’elezione del deputato cristiano di Hassaké a presidente del Parlamento, ha suggellato un accordo federativo che regge agli urti.
Le milizie locali pattugliano ora con i governativi siriani, ora con gli americani, ma niente estranei. Nemmeno i curdi iracheni.
I MUSSULMANI SCIITI
Minoritari e proletari in genere hanno fatto parte del cartello delle minoranze etniche e religiose che si sono schierate con Assad e sono risultate utili nel tessere l’alleanza con l’Iran.
Inoltre avevano un debito col regime che aveva accolto ottocentomila profughi – causa guerra- dal vicino Irak in gran parte sciiti. Sono rimasti fedeli anche loro.
I MUSSULMANI SUNNITI
Si tratta del nerbo della borghesia ricca della Siria che ha sempre privilegiato la tranquillità che propizia gli affari e il non essere riusciti a accattivarsi questo strato degli abitanti rappresenta la maggiore sconfitta politica dei fratelli mussulmani.
Un pò come le brigate rosse non riuscirono che a conquistare esigue simpatie nel P.C.I. e fu isolamento.
Attratti da “legge e ordine” in un paese che non conosceva criminalità comune e che vedeva ogni anno progredire le giovani generazioni che da esclusivamente arabofone avevano ottenuto l’istruzione gratuita, anche universitaria, e facilitazioni per l’apprendimento delle lingue, preferirono restare fedeli al regime, tanto più che col progredire del conflitto si rivelava la trama estera dei finanziamenti e la povertà delle adesioni locali. Assad era visto vincente.
Socialmente parlando, col regime erano schierati i militari, i proletari,i borghesi e tutti i gruppi religiosi, mentre con gli “insorti” i fratelli mussulmani ( che Nasser definì “ chi , quelli che si inc. tra loro?”) e numerosi jihadisti e criminali comuni che con mossa machiavellica il regime ha liberato con una amnistia, contribuendo così a estremizzare gli avversari agli occhi dei moderati.
LA PROPAGANDA DEL REGIME
Il regime ha utilizzato anzitutto la paura dell’esempio libico, poi il terrore dei minacciosi comportamenti jihadisti e la certezza di tutti di un ritorno al passato di qualche secolo.
L’esercito é rimasto fedele con l’eccezione del figlio di un ex ministro della Difesa: Mustafa Tlass) che ancora pascola nei night club di Parigi a spese dello SDECE e della CIA.
La truppa si é rivelata – come i contadini polacchi e quelli spagnoli – tra le migliori fanterie del mondo e gli aiuti esteri ( Russia e Iran e libanesi ) sono stati utilizzati con attenzione: i russi con l’appoggio aereo, i libanesi ( Hezbollah e cristiani) per liberare le alture del kalamun , ossia la comunicazione via terra tra Damasco e Beirut e gli iraniani per i rifornimenti di armi e la finanza di guerra.
Milioni di esuli si accalcano oltre frontiera dimostrando a tutti che é meglio restare a combattere in Patria che vivere mendicando in esilio.
LA PROPAGANDA OCCIDENTALE
Da parte occidentale, accuse di uso dei gas confuse e contraddittorie: la smentita del magistrato incaricato della inchiesta – la svizzera Carla Del Ponte – che diede la colpa ai ribelli e la promozione e decorazione dell’ufficialessa americana che gestì l’eliminazione dei depositi di Sarin e Cloro siriani nel mare di Creta, ha demolito questa accusa.
La sostituzione delle bombe con barili di polvere fu inaugurata dagli israeliani nella battaglia per Gerusalemme nel 1948.
Facevano rotolare nei vicoli in discesa dei barili mancando di aerei.
Le notizie esagerate del numero dei morti hanno mano a mano fatto perdere credibilità, come la storia dei “caschi bianchi” portatori di soccorsi… tanti dejà vus con foto spesso taroccate male.
Belle modelle israeliane presentate come combattenti curde…
Pii mussulmani accreditati con foto di preghiera, ma rivolti in direzioni opposte mentre anche i concorrenti dei nostri quiz TV sanno che si prostrano solo in direzione della Mecca.
L’ultima storiella é l’apertura di una inchiesta preliminare della magistratura inglese a carico della moglie di Assad che é cittadina inglese.
E’ sospettata di aver incitato il marito a compiere crimini di guerra.
O hanno messo un microfono sotto il letto degli Assad o mi sembra una accusa difficile da sostenere contro una donna mite che ha avuto un tumore e una laurea homoris causa all’Università di Roma.
La pessima gestione del contenzioso sorto a latere con la Turchia, la lite e sostituzione dello sceicco del Katar col più docile figlio mi sembra la degna conclusione di tanta incapacità comunicazionale, culturale, militare e politica.
SIRIA, LIBANO E DINTORNI
Due parole a commento del mio post di ieri ( una “sconfitta meritata”, sulla guerra di Siria) che ha avuto 50 “mi piace” e 38 condivisioni.
Spesso sono tentato di non scrivere di “sceicchi e dittatori” pensando di predicare nel deserto, ma poi, quando vedo che un post viene capito da trentotto persone al punto che che si prendono la briga di ripubblicare lo scritto nei loro diari, prendendosene la responsabilità, e diffondendolo ai loro contatti, mi torna la voglia di spiegare, raccontare, decifrare.
Facebook dice che con tre condivisioni si toccano virtualmente tredicimila persone.
Esagerano di certo, ma con trentotto condivisioni – anche calcolando un terzo di quanto asserito da fb- siamo a oltre quattrocentomila persone messe al corrente di una verità che potrebbe salvare delle vite.
La campagna stampa concertata dei media degli stessi paesi che hanno usato le armi fino a che hanno trovato solidali le loro pubbliche opinioni, non é fatta per il piacere di fare i democratici.
Strano per sferrare un altro colpo., ma adesso so che non potranno contare sulla solidarietà ignorante di noi italiani.
Grazie. Di cuore.