Italia e il mondo

Rassegna stampa tedesca 37 A cura di Gianpaolo Rosani

Secondo il quotidiano svizzero il cancelliere tedesco Merz è riuscito nell’impresa di ingraziarsi
Trump senza apparire servile: ha creato un legame personale tra Trump e la Germania, che
sembra aver gradito al presidente. Trump ha apprezzato anche il fatto che Merz abbia elogiato
all’inizio il suo alloggio a Washington, la venerabile Blair House. L’atmosfera era così creata; aveva
fatto un buon lavoro preparatorio nelle precedenti telefonate con Trump, forse gli aveva fatto capire
che entrambi erano accomunati da una profonda antipatia per l’ex cancelliera Angela Merkel.
Definire «colloquio» l’incontro nell’Ufficio Ovale sarebbe esagerato. Almeno se con questo si
intende uno scambio di opinioni. Merz era presente, ma per gran parte del tempo non è stato
interpellato. È comunque riuscito a inserire alcuni punti per lui importanti nelle poche occasioni che
Trump gli ha concesso.

7 giugno 2025
Un successo diplomatico per Friedrich Merz
Durante la sua prima visita alla Casa Bianca, il cancelliere tedesco ha allentato la tensione nei rapporti
tra Germania e Stati Uniti. Ciò non significa che i conflitti tra i due paesi siano stati risolti, ma è
comunque un inizio.
Di Anna Schiller Proseguire cliccando su:

Per la chiacchierata davanti alle telecamere nell’ufficio presidenziale, Merz ha chiaramente
sviluppato la strategia giusta per trattare con il suo interlocutore narcisista: adulare, lasciare
parlare, non interrompere. Il cancelliere ha superato la prova di coraggio di trascorrere tre quarti
d’ora nello Studio Ovale senza dover andarsene umiliato. Ha persino avuto l’impressione di poter
parlare ragionevolmente con Trump. Questo “successo” ricorda però anche quanto siano ormai
basse le aspettative nei rapporti tra Germania e America. L’unico punto su cui Merz ha preso
chiaramente posizione: “Noi siamo dalla parte dell’Ucraina”, ha detto. Trump ha ascoltato le
dichiarazioni con espressione stoica. Più tardi, in interviste alle emittenti televisive Fox e CNN,
Merz ha confermato indirettamente che Trump non mostra alcuna disponibilità in merito.

07-08-09 giugno 2025
L’armonia come strategia di successo
Durante la sua visita inaugurale a Washington, il cancelliere Merz corteggia il presidente degli Stati Uniti
Trump. Questioni urgenti come la guerra commerciale rimangono irrisolte.

Di Reymer Klüver
È stata una grande accoglienza quella riservata a Berlino a Washington. Proseguire cliccando su:

Il quasi-colloquio Trump-Merz: in tempi normali si sarebbe scritto che il Cancelliere è tornato da
Washington a mani vuote, ma questi non sono tempi normali. L’Ucraina viene solo accennata, non
si parla dell’Europa, con la quale gli Stati Uniti stanno attualmente ingaggiando un’epica battaglia
sui dazi. Né della Germania. E Merz stesso? Durante l’intervista di quasi un’ora davanti alle
telecamere, da coprotagonista diventa comparsa, quasi parte della scenografia dei monologhi di
Trump. Normalmente, a questo punto, un capo di governo tedesco dovrebbe prendere la parola.
Ma il team di Merz gli ha consigliato di non farlo: ha marcato la posizione europea senza entrare in
contraddizione diretta con quella americana: “La guerra non si ferma lasciando fare Putin, ma
sostenendo l’Ucraina”. La stampa tedesca celebrerà in seguito il cancelliere per la sua apparizione
sovrana. In America quasi nessuno se ne è accorto.

07.06.2025
Nell’occhio del ciclone americano
Mentre il cancelliere tedesco è in visita alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump e il suo principale
consigliere, Elon Musk, litigano pubblicamente. L’ospite riesce a mettere a segno alcuni punti

Friedrich Merz ascolta. Il nuovo cancelliere tedesco è seduto giovedì nella sala probabilmente più famosa
del mondo: lo Studio Ovale a Washington. Proseguire cliccando su:

Lo staff di Merz si era preparato a tutte le eventualità. Ma giovedì il presidente, con i suoi
monologhi, ha reso le cose più facili del previsto e del temuto al suo ospite. Friedrich Merz può
davvero già congratularsi con se stesso per aver superato senza incidenti la sua visita inaugurale
alla Casa Bianca e aver persino ricevuto una serie di complimenti? “Sì” è la risposta inquietante
nell’inquietante era di Donald Trump. Non si trattava di conquiste politiche o nuove iniziative,
ovvero dei criteri tradizionali con cui finora sono stati valutati colloqui di questo tipo. L’obiettivo era
limitare i danni attraverso un rapporto personale, affinché la situazione transatlantica non
peggiorasse ulteriormente. Perché la Germania e l’Europa non possono (ancora) permettersi una
fine improvvisa della presenza militare statunitense. Ciò è stato possibile. Merz ha tenuto duro e
ha superato anche la prova che Trump gli ha posto con un cambiamento di programma all’ultimo
minuto. Invece di cercare di entrare in sintonia in un colloquio personale, si sono presentati
direttamente davanti alla stampa, con il rischio di un’escalation come quella che si era verificata
con il presidente ucraino. Non ci sono stati scandali, Trump era di buon umore, ha rinunciato a
qualsiasi forma di attacco e ha parlato principalmente di altri argomenti e di sé stesso. Trump
afferma di non aver mai capito il progetto Nord Stream e cita in questo contesto il nome di Angela
Merkel. Il progetto era stato portato avanti sotto la Merkel. Merz lo ha definito un errore e Trump
dice che questa affermazione gli piace.

06.06.2025
Test superato
Si lodano a vicenda e si adulano. La visita inaugurale di Friedrich Merz nello Studio Ovale è stata
armoniosa, anche se è stato soprattutto Trump a parlare.

Di Daniel Friedrich Sturm
Donald Trump aspira a un “ottimo rapporto” con la Germania. Lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti
giovedì durante la visita inaugurale del cancelliere tedesco Friedrich Merz (CDU) nello Studio Ovale della
Casa Bianca. Proseguire cliccando su:

Come Merz si è preparato all’incontro con Trump.. per quanto ci si possa preparare a qualcuno
come lui. Ha immaginato diversi scenari, ha in mente possibili reazioni. La regola d’oro: aspettarsi
tutto, ma rimanere calmi e determinati. Non farsi provocare. Merz ha interiorizzato la formula. Ha
già parlato quattro volte al telefono con Trump, sa cosa funziona e cosa no. Parlare a lungo non
funziona, né tantomeno interrompere. “Bisogna adattarsi a lui e lasciarsi coinvolgere. E allo stesso
tempo non bisogna sminuirsi”. Non bisogna assolutamente apparire come un supplicante. Ma
questa formula funzionerà anche faccia a faccia? Questa mattina Merz può solo sperarlo e
affidarsi al suo intuito, sa bene che dall’esito del viaggio non dipende solo il ruolo che potrà
svolgere a livello internazionale nei prossimi mesi. Il viaggio influenzerà anche l’immagine che i
tedeschi hanno del loro cancelliere come gestore di crisi e interlocutore di Trump. Finora i cittadini
tedeschi sono divisi: prima del viaggio, molti dubitavano delle sue capacità diplomatiche.

06.06.2025
Un salto nel buio
Trump gioca secondo le sue regole, Friedrich Merz lo sa bene. Durante la sua visita al presidente degli Stati
Uniti deve aspettarsi di tutto

Julia Emmrich Berlino/Washington.
Non è esagerato affermare che gli occhi di tutto il mondo sono puntati su questo incontro: il nuovo
cancelliere tedesco in visita ufficiale da Donald Trump. Proseguire cliccando su:

Merz vuole essere un «cancelliere degli esteri», come i suoi collaboratori lo definiscono da tempo.
Vuole unire gli europei, rafforzarli militarmente e aspirare a un ruolo di leadership. A Washington,
con Trump, il cancelliere dà una prima impressione della sua capacità di tenere testa ai grandi ego
della politica mondiale. La fiducia innata nelle proprie capacità a Washington non sembra così
marcata, si mostra modesto, si mantiene sulle sue. Prima della visita alla Casa Bianca, il suo
entourage ha fatto sapere che non bisognava aspettarsi troppo. Un colloquio abbastanza cordiale
con Trump è già un successo. È una prima prova, Merz la supera. Durante l’incontro con Trump
nello Studio Ovale, Vance e Rubio siedono di fronte a Merz. Restano in silenzio, questa volta
rinunciando a provocare. Chiede a Trump: «È un bene o un male che la Germania stia
riarmando?» che gli risponde: «Penso che sia un bene, almeno fino a un certo punto. Ci sarà un
punto in cui diremo: per favore, non armatevi più», e tutti intorno a lui ridono, compreso Merz.

07.06.2025
Friedrich, il nonno
DIPLOMAZIA – Friedrich Merz ha superato la prova nell’Ufficio Ovale. Trump lo definisce un amico, ma
Merz non dovrebbe darci troppo peso

Di Marina Kormbaki
È risaputo che Friedrich Merz non nutre grande simpatia per la sua predecessora Angela Merkel. Merz e
Merkel, è la storia di una lunga rivalità. Proseguire cliccando su:

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“La guerra è nei geni russi” : un’intervista inedita a Sergei Karaganov, l’architetto della geopolitica di Putin

“La guerra è nei geni russi” : un’intervista inedita a Sergei Karaganov, l’architetto della geopolitica di Putin

Per affrontare la Russia di Putin è necessario comprendere le fonti ideologiche e le dottrine del regime che, invadendo l’Ucraina, ha dichiarato una guerra infinita all’Europa.

Il principale di questi “produttori di ideologia” putiniani è Sergei Karaganov.

Egli concede un’intervista esclusiva a Le Grand Continent.

Sergei Karaganov, direttore del Consiglio per la politica estera e di difesa, viene spesso presentato come il principale architetto della politica estera russa. Vladimir Putin insiste che è uno degli autori che legge regolarmente. Nei circoli del potere russo, è uno dei garanti intellettuali più seguiti e ascoltati della guerrafondaia che il regime di Vladimir Putin sta mettendo in atto in Ucraina e contro l’Europa.

Conoscere le dottrine in competizione – capire a cosa mirano i nostri avversari individuandoci, impegnandosi nella manipolazione e nella propaganda e armando potenti immaginari – rimane una chiave decisiva per la trasformazione geopolitica del nostro continente. È per questo motivo che, dopo aver tradotto, contestualizzato e commentato le principali pubblicazioni di Sergueï Karaganov 1– grazie al prezioso aiuto diMarlène LaruelleeGuillaume Lancereau– abbiamo deciso di intervistarlo;

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Come comprende la convergenza tra Trump e Putin ? Vladislav Sourkov 2sembra pensare, ad esempio, che ” la Russia di Putin] sia ora circondata da sosia e parodistie che la Casa Bianca sta mettendo in campo una strategia verso il Canada, la Groenlandia e il Canale di Panama che non è altro che una “imitazione della nostra nazione [la Russia] audace, consolidata, bellicosa e ‘senza confini'”.” imitazione della nostra nazione [la Russia] audace, consolidata, bellicosa e ‘senza confini’ “. ?

Non ho l’abitudine di commentare le dichiarazioni dei miei colleghi, ma mi sembra perfettamente sciocco porre la questione in questi termini.

Contrariamente a quanto alcuni pensano, Trump ha una filosofia politica ed economica molto personale, secondo la quale prende decisioni in modo certamente radicale, ma sostanzialmente prudente.

Per la maggior parte, la sua filosofia non ha nulla a che fare con la Russia, e paralleli di questo tipo mi sembrano più ridicoli che altro. 

Come definirebbe la filosofia di Donald Trump?

Trump è un nazionalista americano con alcune caratteristiche del messianismo tradizionale degli Stati Uniti. Se a volte può sorprendere, è perché è stato vaccinato contro i parassiti globalisti-liberali degli ultimi tre o quattro decenni;

Proprio nelle sue accuse al liberalismo, sembra spesso proporre valori in comune con la Russia di Putin. Anche sulla guerra in Ucraina, l’amministrazione Trump sembra cercare un riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia. Perché? Come si comprende questo tentativo?

Si parla molto di un possibile compromesso e delle sue varie forme. Anche in Russia, nei media e altrove, si discute con entusiasmo delle opzioni che potrebbe aprire.

Mi sembra però che in questa fase l’amministrazione Trump non abbia alcun motivo per negoziare con noi alle condizioni che abbiamo stabilito – e che quindi questo riavvicinamento sarà difficile. 

Sebbene la guerra in Ucraina sia inutile e persino un po’ dannosa per il Presidente americano – che è solo una comparsa – dal punto di vista principale per gli Stati Uniti, cioè dal punto di vista interno, la bilancia degli interessi è piuttosto favorevole alla sua continuazione.

Spieghi.

La guerra è economicamente vantaggiosa per gli Stati Uniti perché permette loro di modernizzare il proprio complesso militare-industriale, di saccheggiare con rinnovato vigore gli alleati europei e di imporre i propri interessi economici attraverso sanzioni sistematiche contro i Paesi di tutto il mondo;

E, naturalmente, permette agli Stati Uniti di infliggere ulteriori danni alla Russia nella speranza di esaurirla e, idealmente, schiacciarla o eliminarla come nucleo strategico-militare dell’emergente maggioranza globale emancipata. Per non parlare del fatto che la Russia è anche un potente sostenitore strategico del principale concorrente dell’America, la Cina;

Alcuni osservatori e diversi sostenitori del Presidente degli Stati Uniti stanno ora sottolineando l’esistenza di un’operazione complessa, una sorta di Kissinger al contrario : cinquant’anni dopo la visita di Nixon a Pechino, la Casa Bianca starebbe cercando di allontanare la Russia dalla Cina, questa volta avvicinandosi al Cremlino. Ritiene che questa interpretazione sia in linea con le tendenze attuali? E quale rischio comporta per la vostra dottrina del ” maggioranza mondiale ” ?

La rottura della Russia con la Cina sarebbe assurdamente controproducente per noi;

Contrariamente a quanto alcuni potrebbero riferire, mentre i membri dell’amministrazione Trump nel primo mandato hanno cercato di convincerci a farlo, ora hanno capito che la Russia non accetterà mai questa condizione;

Quindi, secondo lei, non esiste una condizione sufficiente per un riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia?

Ci sono tre elementi che potrebbero spingere Trump a negoziare un accordo soddisfacente per la Russia sull’Ucraina.

Il primo sarebbe l’uscita de facto della Russia dall’alleanza con la Cina – possiamo escluderlo;

La seconda, la minaccia di una ripetizione della grottesca ritirata di Kabul, cioè la totale sconfitta e la vergognosa capitolazione del regime di Kiev e l’ovvio fallimento dell’Occidente guidato dagli Stati Uniti;

Il terzo è il rischio che le ostilità si estendano agli Stati Uniti e ai loro beni vitali in tutto il mondo, con ingenti perdite statunitensi, compresa la distruzione delle basi militari.

Ad oggi rimangono solo questi due ultimi elementi.

La sconfitta totale dell’Ucraina – con la sua capitolazione totale che potrebbe avere un effetto domino sull’Europa – rimane il nostro obiettivo, ma sarà estremamente costosa, persino proibitiva, perché porterebbe alla morte di diverse migliaia dei nostri figli migliori, se non sarà sostenuta da un uso più attivo della deterrenza nucleare, che è ciò che sostengo come via d’uscita da questa impasse.

Sarebbe nell’interesse della Russia che la Casa Bianca perseguisse la sua strategia di annessione della Groenlandia sfidando l’integrità territoriale di uno dei suoi alleati della NATO?

Per dirla senza mezzi termini, la NATO non è solo una reliquia della Guerra Fredda: è soprattutto un cancro che corrode la sicurezza europea;

Non so cosa accadrà con l’annessione della Groenlandia ma, se non altro, spero che contribuisca a consegnare la NATO alla pattumiera della storia, prima e meglio che poi. Non merita altro.

Per anni ho criticato i responsabili russi che hanno cercato di ristabilire i legami con questa organizzazione che è, per definizione, ostile, produttrice di conflitti e, per di più, criminale, essendosi macchiata di una serie di atti di aggressione. Ricorderò solo lo stupro della Jugoslavia, la mostruosa guerra che la stragrande maggioranza dei Paesi della NATO ha condotto in Iraq, dove sono morte un milione di persone e dove la perdita di vite umane continua mentre parlo, o l’aggressione della NATO contro la Libia, che ha portato alla distruzione di un Paese relativamente prospero, uno dei Paesi più prosperi del Nord Africa <3.

Spero che la NATO muoia. Non c’è altro futuro per questa organizzazione. In passato ha svolto un ruolo abbastanza positivo, contenendo la Germania, limitando l’influenza del comunismo – che era il suo obiettivo principale – e controbilanciando l’URSS all’interno di un sistema relativamente stabile di confronto tra grandi potenze;

Ma da tempo ormai la NATO non è altro che un’organizzazione dannosa, puramente ed esclusivamente dannosa per la sicurezza globale. Prima scompare, meglio è.

Secondo lei, l’Unione europea è il nemico comune della Casa Bianca e del Cremlino?Il termine “Europa collettiva” vi dice qualcosa?Ha senso per voi? È legatoalla nozione di “eurofascismo”.ora utilizzato dai servizi russi che chiedono una nuova alleanza tra Russia e Stati Uniti  

Sono angosciato dalla traiettoria che stanno prendendo i Paesi europei e l’Unione europea.

A causa del decadimento morale delle sue élite, il progetto europeo è ora in una fase di stallo, dopo aver raggiunto un certo apogeo. L’attuale generazione politica sta fallendo su tutti i fronti e cerca la salvezza nel mantenimento di una crescente ostilità, e persino nei preparativi per la guerra con la Russia, che è davvero sconcertante, una sorta di preparazione per un rapido suicidio. Credo che l’Europa collettiva si dissolverà inevitabilmente. Non mi sembra che possa durare a lungo come entità senza disintegrarsi.

Ciò avrà ovviamente conseguenze positive. Un’Europa collettiva come quella attuale, sotto la duplice guida di un’élite consumistica e di un’élite in bancarotta, che soffia sulle braci dell’isteria bellica, non è certamente nell’interesse della Russia. L’ipostasi precedente, quella di un’Europa pacifica, era molto più in linea con i nostri interessi, per non parlare del fatto che l’attuale politica europea non è nemmeno nell’interesse dei suoi stessi cittadini – ma non voglio parlare per loro.

Quanto all'” eurofascismo “, è chiaro che ne stiamo vedendo i sintomi <4. Lo dico da molto tempo, quasi quindici anni. I fallimenti accumulati e l’arretramento dell’Europa nella competizione internazionale fanno sì che, prima o poi, vedremo questi sintomi manifestarsi in un numero crescente di Paesi europei – spero solo che ciò non avvenga ovunque, anche se i segni sono già visibili. L’ultraliberismo ha sempre assunto la forma del proprio specchio rovesciato.

Ecco perché prevedo un aumento dell’eurofascismo, non nelle forme che ha assunto sotto Franco, Mussolini o Hitler, ma sotto forma di neotalitarismo liberale. L’Europa sta per attraversare un periodo difficile: le tendenze fasciste e nazionaliste si rafforzeranno sicuramente in molti Paesi. Ho l’impressione che la Russia sia ben consapevole di tutto questo e che, questa volta, saremo in grado di affrontarlo, di evitare che l’Europa diventi una minaccia per la nostra sicurezza e per quella del mondo. Come ultima risorsa, saremo in grado di affrontarla da soli. Vi ricordo che sono un europeo russo, anche se eurasiatico. Ma ciò non toglie che l’Europa sia stata la fonte delle maggiori calamità dell’umanità negli ultimi cinque secoli;

Siete favorevoli all’idea proposta daCurtis Yarvine altri intellettuali trumpisti, che le nazioni europeedovrebbero essere aiutate– anche attraversocambio di regime– per ripristinare la loro cultura tradizionale e forme di governo più autoritarie, in collaborazione con la Russia  ? 

Non condivido l’idea che le nazioni europee debbano essere aiutate a farlo, ma spero che ci riescano da sole, in un modo o nell’altro. Qualsiasi interferenza esterna rischierebbe piuttosto di frenare questo movimento . L’Europa è stata la culla delle peggiori correnti ideologiche, di guerre mostruose, di genocidi di massa. Governi o norme più autoritarie potrebbero avere nuovamente effetti catastrofici sul resto del mondo. Per questo motivo, l’opzione che preferisco è quella di riconoscere la fine dell’avventura europea, che la Russia prenda le distanze dall’Europa e riconosca, finalmente, che il suo viaggio europeo sta giungendo al termine. Non abbiamo più nulla da guadagnare dall’Europa, se non minacce militari e il contagio dei suoi pseudo-valori.

Pensa che l’orizzonte eurasiatico si sia definitivamente chiuso?

L’Europa sta perdendo terreno. La sua influenza culturale, un tempo benefica, è ora dannosa. Questo mi rattrista ancora di più perché la Russia, dal punto di vista culturale, è ancora un Paese molto europeo, al 50 o 60 per cento.

Il crollo dell’Europa come fenomeno culturale e morale è una vera perdita, anche per la Russia. Ma non dobbiamo preoccuparci di questo: quello che dobbiamo fare è costruire relazioni costruttive con i singoli Paesi europei.

Ho la netta sensazione che tra dieci o quindici anni, forse anche prima, i Paesi dell’Europa meridionale e gran parte dell’Europa orientale entreranno a far parte della Grande Eurasia;

Per quanto riguarda i Paesi del Nord-Ovest, continueranno a marcire al loro posto e a scomparire dalla scena globale, a meno che, naturalmente, non riescano a superare l’impulso a rifiutare i propri valori fondamentali.

Il Regno Unito e altri tre o quattro Stati continentali diventeranno la periferia, la propaggine europea degli Stati Uniti;

La loro posizione è insostenibile e stiamo iniziando a rendercene conto: hanno sempre più difficoltà a persistere nell’attuale impasse del loro sistema di valori – un fallimento che si sono imposti da soli e che loro stessi mantengono. Ma voglio sottolineare questo punto: la degenerazione o la rinascita morale dell’Europa non ci riguarda.

Per il momento, è meglio prenderne le distanze, approfittando dell’opportunità storica rappresentata dalla guerra scatenata dall’Occidente in Ucraina 6

È evidente che abbiamo una fondamentale differenza di opinione su chi sia responsabile dell’inizio e della continuazione dell’aggressione russa contro l’Ucraina. In che modo ritiene che questa guerra – che il regime russo continua a chiamare “operazione militare speciale” per nascondere il massacro che sta producendo quotidianamente – rappresenti un’opportunità storica?

Questa guerra è stata estremamente vantaggiosa per noi. È tragico che questo risultato sia costato la vita ai migliori del Paese, ma questa guerra ci ha permesso di rompere rapidamente con le nostre ultime vestigia di eurocentrismo e occidentalocentrismo;

Attirando il fuoco su di noi, eliminiamo finalmente quell’élite consumistica che ha lasciato definitivamente la Russia, ripristiniamo la nostra identità, sia nei suoi aspetti tradizionali che in quelli aggiornati, rivolgendoci con decisione verso il Sud e l’Est, dove si trovano le fonti esterne della nostra civiltà e della prosperità futura.

Se l’Europa si riavvicinerà alla sua cultura, ai suoi valori tradizionali e alle sue forme di governo più autoritarie, se raggiungerà un sistema decisionale più efficace senza cadere nel fascismo, ne sarò felice. Allora sarà più facile per noi parlare con i nostri vicini europei, ristabilire quelle relazioni amichevoli con la Russia che oggi agli europei è semplicemente vietato avere.

La Russia ritiene che sarebbe auspicabile consolidareun asse transatlantico illiberale– tenendo conto del fatto che oggi sembra portare con sé entrambe le polarità favorevoli alla Russia, conViktor Orbán in Ungheriae che rimangono a lui sfavorevoli, come per ilPiS in Polonia ?

Sarebbe davvero auspicabile o vantaggioso per la Russia se emergesse un asse transatlantico “illiberale”, perché il liberalismo ha fatto il suo tempo, proprio come il comunismo e il nazismo prima di lui.

Se questo asse sarà filo-russo o anti-russo, lo vedremo;

Noto anche che il contesto sta cambiando in Europa. Non credo, ad esempio, che l’Italia porterà avanti la sua linea antirussa, nemmeno nel medio termine;

Spero anche che la Francia abbandoni la sua posizione attuale, che è assolutamente delirante e suicida. La conseguenza di questa linea è che una parte considerevole dell’Europa entrerà a far parte della Grande Eurasia, un’area il cui scopo non è tanto quello di controbilanciare il potere degli Stati Uniti quanto quello di garantire il trionfo di una politica e di valori normali. Vorrei sinceramente che la Francia uscisse da questo momento patetico della sua storia;

Per quanto riguarda la Germania, temo fortemente che si dimostri incapace di uscire dalla crisi in cui è precipitata. Se ci riuscirà, tanto meglio, ma personalmente preferisco escludere la Germania da tutte le mie previsioni, anche se spero di sbagliarmi.

È evidente che all’interno della stessa popolazione russa ci sono persone che non condividono la sua “idea del sogno russo”. Come vede la gestione – o addirittura la possibilità – del dissenso politico nella Russia di oggi e di domani?

Ci sono effettivamente persone tra i nostri concittadini che non condividono la mia personale concezione dell'”idea del sogno russo” che, per inciso, non è la mia. È una visione che stiamo lavorando duramente per sviluppare, insieme a decine, centinaia di intellettuali e figure politiche di spicco del Paese.

Questa concezione è abbastanza semplice: afferma che nel nostro Paese deve esistere un’ideologia in grado di portarci avanti, un’ideologia condivisa dalla maggioranza della popolazione e obbligatoria per l’élite al potere. Ma né io né, spero, i miei colleghi e amici intendiamo imporre a tutti i cittadini questa ideologia, che chiamiamo “idea-sogno” o “codice dell’uomo russo”.

In nessun caso vogliamo tornare al totalitarismo comunista che ci ha mutilato intellettualmente e ha contribuito al crollo dell’Unione Sovietica.

D’altra parte, credo che sia necessario trasmettere, fin dalla più tenera età, una base comune di valori specifici: i valori sanciti da questo concetto e che ora cominciano a diffondersi. Non è quindi diverso dal modo in cui un tempo ai bambini russi venivano insegnati i comandamenti divini e poi il Codice del Costruttore del Comunismo 7.

Detto questo, mi opporrò categoricamente a qualsiasi forma di oppressione delle persone che non condividono questa ” idea-sogno ” 8. Se non vi aderite, ma pagate le tasse, non andate contro gli interessi dello Stato e non vi mettete al servizio di governi stranieri, allora bene, siete liberi di vivere come volete. Se, invece, aspirate a far parte della classe dirigente russa, allora dovete condividere questi valori e questa politica, promuovere questa identità. Chi si rifiuta di farlo deve essere relegato in una sorta di semi-isolamento 9. Che facciano affari o lavorino in fabbrica, purché siano utili alla società e si prendano cura delle loro famiglie, allora lasciamoli vivere la loro vita. Ma non devono far parte della classe dirigente. E coloro che oggi ne fanno parte ma non condividono questa visione devono essere esclusi.

Come volete liberarvi di loro?

Fortunatamente per noi, i nostri attuali avversari occidentali, quelli che fino a poco tempo fa chiamavamo “partner”, ci stanno rendendo un grande servizio in questo senso. Grazie all’operazione militare, ci siamo liberati a tempo di record di un numero considerevole di quelli che io chiamo “feccia “.

Queste persone hanno lasciato la Russia per l’Occidente   mi congratulo con voi per questo.

La parola “racaille ” [šval’], vi ricordo, è un termine russo che significa “persona indegna ” e deriva dal francese “chevalier “. È stato sentendola pronunciare dai francesi durante l’epoca napoleonica che i russi sono arrivati a riferirsi alle persone indegne di rispetto in questo modo 10.

Leggendo e ascoltandovi, sembra che la guerra sia diventata la matrice della Russia contemporanea. Pensa che sarà anche la chiave del suo futuro? La Russia è entrata in una guerra senza fine?

La Russia sta vivendo un processo accelerato di rinascita spirituale, morale e intellettuale, grazie soprattutto alla guerra;

È deplorevole che questo processo non si sia potuto realizzare con altri mezzi;

Tuttavia, la Russia è un paese di guerrieri e non è mai stata in grado di vivere senza guerra. La guerra è nei geni russi;

Ecco perché, non appena la minaccia è diventata palpabile, ci siamo uniti, abbiamo superato le nostre divisioni e abbiamo radunato le nostre forze;

Tragicamente, abbiamo dovuto pagare il prezzo del sangue: le vite dei nostri figli. Ma la storia è tragica.

Fonti
  1. Si possono trovare diversi testi di Sergueï Karaganov tradotti, introdotti, commentati riga per riga e contestualizzati da esperti di illiberalismo e regimi autoritari come Marlène Laruelle nelle pagine di Le Grand Continent su diversi concetti chiave : il suo rapporto di 50 pagine sulla ” maggioranza mondiale  ; la sua teoria del ” multilateralismo nucleare  o della ” grande Eurasia  ; o le sue 11 tesi sulla Terza guerra mondiale o la sua difesa della guerra nucleare.
  2. Vladislav Sourkov, noto ai lettori francesi nella veste fittizia di ” mage du Kremlin “, è stato a lungo ” l’éminence grise du Kremlin “, responsabile in particolare della questione ucraina nel periodo cruciale che dal 2013 ha visto sia il Maïdan, l’annessione illegale della Crimea, la guerra nel Donbass e gli accordi di Minsk. Dal 2020, e per ragioni ancora poco chiare, è stato emarginato dai vertici del potere, pare addirittura agli arresti domiciliari nel 2022. Si è poi reinventato come pubblicista-ideologo, pubblicando regolarmente articoli a suo nome.
  3. L’argomentazione di Sergei Karaganov è abbastanza classica nella narrativa propagandistica russa, che confonde una serie di Paesi e forze armate indipendenti in un’unica entità, la NATO. Mentre l’autore ricorda che la NATO ha effettuato bombardamenti in Jugoslavia, causando diverse migliaia di morti, senza che questa operazione fosse autorizzata dall’ONU, nel caso della guerra in Iraq lanciata dagli Stati Uniti (che non è la NATO in sé), l’organizzazione di difesa collettiva non ha avviato la campagna né condotto le operazioni – anche se ha intrapreso azioni militari, soprattutto nel campo della sorveglianza, della difesa missilistica e della logistica, su richiesta di Turchia e Polonia. L’assenza della partecipazione francese (anche se all’epoca la Francia non era ancora entrata a far parte del comando integrato della NATO) era di per sé sufficiente a dimostrare che i membri dell’organizzazione erano divisi sull’opportunità di intervenire in Iraq. Infine, nel contesto dell’intervento militare in Libia, la NATO, la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti stavano agendo in base a un mandato delle Nazioni Unite per attuare la risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza, alla quale la Russia si era inizialmente opposta prima di astenersi al momento del voto – e alla quale, quindi, non aveva posto il veto.
  4. Questa nozione è stata raccontata ufficialmente dal regime russo, sulla base di un testo pubblicato dai servizi russi il 16 aprile. Il testo rivela un discorso pseudo-analitico che cerca di presentare l’Europa come la fonte storica del male, accusata di predisposizione al totalitarismo e ai conflitti distruttivi. Sostenendo l’Ucraina, i Paesi europei sarebbero complici di un’eredità nazista, secondo una logica revisionista che inverte i ruoli e accusa l’Occidente di autoritarismo. L’obiettivo ideologico è chiaro: delegittimare l’Europa per promuovere un’alleanza russo-americana contro di essa. Per raggiungere questo obiettivo, il testo si è appropriato di episodi storici (come la guerra di Crimea o la crisi di Suez) per immaginare un’antica convergenza tra Washington e Mosca, finendo per dipingere Churchill come una sorta di euro-fascista responsabile della guerra fredda, con il colpo di scena finale che presenta la Gran Bretagna come il nemico storico degli Stati Uniti.
  5. Dalle elezioni europee ai Giochi Olimpici, passando per la campagna TikTok di Călin Georgescu in Romania, l’ingerenza russa nel nostro spazio democratico e informativo è diventata una costante consolidata.
  6. ” L’operazione militare speciale “, la frase usata dal regime per riferirsi ufficialmente all’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, è stata scatenata il 24 febbraio 2022 da Vladimir Putin. È solo l’ultimo di una serie di atti ostili e violenze perpetrati sul territorio ucraino nel corso di oltre un decennio. Questa lunga guerra in Ucraina, che lo scrittore ucraino Andrei Kurkov descrive come ” la guerra dei dieci anni “, è stata oggetto di articoli quasi quotidiani nelle nostre pagine negli ultimi tre anni.
  7. La serie di massime morali che compongono questo Codice morale del costruttore del comunismo, approvato nel 1961 al XXII Congresso del CPSU, è frequentemente citata nei discorsi di Vladimir Putin, che ne fa una delle principali fonti della sua politica di valori.
  8. Alexei Anatolievich Navalny, il più noto oppositore di Vladimir Putin, è stato ucciso in una prigione russa il 16 febbraio 2024. Le Grand Continent aveva pubblicato la sua ultima grande intervista.
  9. Questo “isolamento ” equivale in un certo senso a stabilire un’oligarchia ideologica  : Così come, alla fine del XVIII secolo o all’inizio del XIX secolo, si distingueva tra cittadini “attivi” e “passivi”, o tra elettori e cittadini eleggibili sulla base di un criterio censitario, Karaganov propone che il pieno e completo esercizio della cittadinanza sia riservato solo agli individui in grado di dimostrare la propria conformità ideologica.
  10. Questa interpretazione etimologica, per quanto diffusa, non è meno dubbia. Al di là del fatto che šval’ ricorda più certamente la parola ” cheval ” che non la parola ” chevalier “, non si capisce per quale inversione linguistica quest’ultimo termine avrebbe acquisito in russo una connotazione così violentemente peggiorativa. Insomma, siamo indubbiamente in presenza di una leggenda etimologica simile a quella che attribuisce la parola francese “bistrot ” al russo bystro.

Se sembra uno struzzo, cammina come uno struzzo… ma vola come un Oresnik, forse non è uno struzzo_di Cesare Semovigo

Se sembra uno struzzo, cammina come uno struzzo… ma vola come un Oresnik, forse non è uno struzzo.

Come la società satellitare dual-use Finnica Iceye , la NATO , 

Tel Aviv e l’onnipresente Sbu avrebbero stretto una join-venture di intelligence e consulenze incrociate.

La società finlandese ICEYE, leader mondiale nei satelliti radar a sintesi d’apertura (SAR), ha ulteriormente consolidato il suo supporto all’Ucraina con significativi sviluppi nella cooperazione militare. L’azienda, che possiede la più grande costellazione SAR al mondo con 38 satelliti lanciati in orbita dal 2018, ha recentemente intensificato la sua assistenza alle forze armate ucraine per operazioni di intelligence e sorveglianza

Da inizio giugno 2025, ICEYE e Rheinmetall hanno implementato un sistema integrato che consente alle forze ucraine capacità avanzate per attacchi in profondità sul territorio controllato dalle forze russe. Questa collaborazione fornisce non solo accesso dedicato ai satelliti ma anche l’utilizzo dell’intera flotta satellitare ICEYE, offrendo immagini ad alta risoluzione indipendentemente dalle condizioni meteorologiche o dall’ora del giorno, un vantaggio tattico cruciale nel contesto bellico attuale

Il memorandum di cooperazione firmato a luglio 2024 tra ICEYE e il Ministero della Difesa ucraino ha posto le basi per questo potenziamento delle capacità di difesa spaziale dell’Ucraina. La partnership, ora entrata nella sua fase operativa più avanzata, permette alle forze ucraine di ricevere immagini satellitari radar di posizioni critiche con una precisione tale da rendere identificabili anche oggetti molto piccoli sulla superficie terrestre, offrendo vantaggi decisivi per sorveglianza, acquisizione di obiettivi e ricognizione

L’evoluzione di questa collaborazione rappresenta un’estensione dell’impegno di ICEYE iniziato nell’agosto 2022, quando stipulò un contratto con la Fondazione di beneficenza Serhiy Prytula per fornire al governo ucraino capacità di imaging satellitare SAR, designando uno dei suoi satelliti esclusivamente per l’uso ucraino nella regione. L’attuale fase della cooperazione include l’integrazione di dati di ricognizione ottenuti da diversi sensori, fornendo una base solida per il processo decisionale e la pianificazione operativa delle forze armate ucraine. 

Organigramma attacco , indizi ed evidenze 

L’attacco alle basi di deterrenza strategica della Fed Russa è di fatto l’Alpha operativo della combinazione Sat dual-use , guida autonoma e riconoscimento bersagli on board ad elevata automazione A/D (conversione biunivoca Analogico/Digitale). 

L’alto livello di integrazione stratificata da una logistica Stealth combinate e una Creatività Laterale di flusso operativo della A Z del personale ,  potrebbero suggerire se non un Operazione di intelligence Out of the box congiunta,( è ipotizzabile estraendo dati pubblici e incrociando evidenze da leaks di pubblico dominio che dimostrano l’avanzato livello di inter operatività della Company Iceye e i tre gruppi i intelligence ) almeno una collaborazione di Superv. Attiva o tutoring prolungato con I Servizi israeliani della Sez”8200” e il coordinamento interforze di intelligence dei paesi aderenti alla NATO . 

Infatti un remote control digitale di Analog device elettromeccaniche , ad esempio l’approntamento operativo dei droni  (semplici Lo-fi tipo Raspberry/Arduino) ,  la gestione delle paratie di occultamento autonoma e probabilmente la presenza di un jamming multibanda difensivo e specialmente il coordinamento olistico di una operazione del genere , un “lavoro “ che difficilmente , il seppure performante Servizio Militare Ucraino (SBU) considerando anche l’esperienza decennale maturata , improbabile autore solitario di un Gioiello multiscplinare operativo manifestamente Hipervisorato come questo.

Azzardo potrebbero aver sintonizzato le RF (radio freq multibanda criptate) o con i nodi ambientali precedentemente preparati riscrivendo un ambiente Hid embedded nel percorso di inserimento nel perimetro operativo oppure ( rischioso) con iot occultati Low-Energy per circoscrivere le rotte di percorso . In ogni caso è Tanta ROBA che non appronti in un attimo .

Chiudo ricordando la nota Collaborazione con la compagni finlandese ICEYE Sat-radar SAR 27x band ad apertura Sintetica e il cerchio si chiude . 

Semplificando , se start up ,attraverso progetti universitari finanziati da corporate project ibridi di ricerca civile , riescono ad accumulare successi , talmente tanti che il mercato di scout privato non riesce ad assorbire [a centinaia ( sopratutto Nord Ue e IndiaIndonesia], è facile immaginare cosa sono in grado di portare a termine collaborazioni dual-use di status progettuale con budget praticamente infiniti e urgenza geo-strategica impellente.

“Out of the box” nell’intelligence . Di cosa si tratta :

Sono Azioni Non Convenzionali, al di fuori dei protocolli standard, spesso basate su ingegno tattico, disinformazione mirata o strumenti non tradizionali (cyber, economia, sabotaggio). 

Vengono usate per aggirare le difese nemiche o ottenere risultati rapidi senza escalation militare diretta. Esempi storici includono sabotaggi a infrastrutture critiche (es. Stuxnet) o operazioni sotto falsa bandiera. 

Precondizione è la costruzione di un diagramma operativo chiuso attraverso il quale vengono disseminati falsi indizi necessariamente preimpostati tramite side Op. preventive atte a depistare e rendere impossibile l’ attribuzione agli investigatori .

Tecniche di infiltrazioni sotto copertura ( spesso prolungata ) disinformazione forzata protette dalla compartimentazione rigorsa , consentono di rafforzarne la sicurezza sopratutto dalle strutture paritetiche di controspionaggio .

L’identificazione pilotata e fuorviante di mandanti ed esecutori , financo alla randomica o concordata pre costruzione di un colpevole , sono metodologie riscontrate su manuali desecretati che da evidenze di ricerca storica.

Target imprescindibile , statisticamente osservabile con preponderanza nel recente presente , ha come obbiettivo subliminale o nascosto , l’attribuzione , sottintesa ed amplificata degli asset di contesto Media , paternità artefatte del contesto politico che si desidera delegittimare o depotenziare . 

Il Gioiellino Finlandese 

Le recenti operazioni condotte con il supporto di questa tecnologia hanno dimostrato un significativo miglioramento nella capacità ucraina di colpire obiettivi strategici in profondità, con un incremento della precisione e dell’efficacia degli attacchi. La combinazione delle capacità SAR di ICEYE con tecnologie di fusione di sensori in tempo reale e capacità di sfruttamento dell’apprendimento automatico ha creato un sistema che offre alle forze ucraine una consapevolezza situazionale senza precedenti, alterando potenzialmente gli equilibri sul campo di battaglia in questo prolungato conflitto

 ICEYE ha ufficialmente stabilito una partnership con il Centro Situazione della NATO (SITCEN), rappresentando il primo accordo diretto tra l’azienda finlandese e il quartier generale della NATO

Questo accordo strategico fornisce al SITCEN accesso diretto alle avanzate capacità di osservazione terrestre di ICEYE, migliorando significativamente la capacità della NATO di fornire valutazioni rapide e basate su dati precisi ai responsabili delle decisioni

La collaborazione amplia l’accesso della NATO a preziosi dati di osservazione terrestre attraverso la tecnologia all’avanguardia di ICEYE

Il valore strategico di questa partnership è evidente: i satelliti SAR di ultima generazione di ICEYE possono fornire immagini con una risoluzione a terra di 25 cm, consentendo un rilevamento accurato degli oggetti e una consapevolezza situazionale in tutte le condizioni di illuminazione e meteorologiche

Questa capacità rappresenta effettivamente il “gioiello” che serviva alla NATO per migliorare le proprie capacità di intelligence e sorveglianza.

Come ha dichiarato Pekka Laurila, Chief Strategy Officer e co-fondatore di ICEYE: “ICEYE fornisce immagini satellitari SAR ad alta precisione e dati per supportare la consapevolezza situazionale e il processo decisionale in ambito difesa e sicurezza. Siamo orgogliosi dell’opportunità di cooperare e supportare gli utenti e i decisori della NATO con i dati della più grande costellazione di satelliti SAR al mondo, di proprietà e gestita da ICEYE”

Questa cooperazione si inserisce in un trend più ampio dell’ultimo decennio, in cui l’industria spaziale commerciale ha assunto un ruolo sempre più importante nella sicurezza nazionale e nella difesa. ICEYE già collaborava con diversi governi e organizzazioni, avendo fornito dati SAR e satelliti a numerose nazioni alleate e amiche della NATO, ma l’annuncio di marzo 2025 approfondisce questa collaborazione direttamente con l’Alleanza Atlantica

L’Operazione Low-Cost che Nasconde un Capolavoro di Intelligence oltre all’osservazione di ICEYE

Il vero genio di questa operazione sta nella sua doppia anima: apparentemente banale, potenzialmente rivoluzionaria. Quei droni da “300 dollari” – che poi, tra sviluppo, componenti e manodopera, difficilmente scendono sotto i 4k l’uno – sono la perfetta copertura per qualcosa di molto più sofisticato.

La Bellezza del Low-Cost Strategico

  • Narrativa perfetta: perfetti per la propaganda “Davide contro Golia” che piace a SBU e MI6. Chi sospetterebbe di un drone costruito con pezzi da Raspberry Pi e Arduino?
  • Plausibile Deniability: anche se catturati, sembrano progetti amatoriali. Ma se sotto il guscio c’è anche solo un singolo componente high-tech – un sistema di guida miniaturizzato, un transponder satellitare nascosto, un modulo RF criptato – il gioco cambia.

 Alpha Operativo: Combinazione Sat Dual-Use, Autonomia e Automazione

L’integrazione di:

  • Satelliti dual-use (militari/civili)
  • Guida autonoma avanzata (AI-driven)
  • Riconoscimento bersagli on-board (real-time)
  • Automazione A/D (Analog-to-Digital) ad alta velocità

suggerisce un livello di sofisticazione che va oltre le capacità ucraine (SBU), anche considerando la loro esperienza.

Logistica Stealth e Creatività Laterale

  • Flusso operativo A-Z: Pianificazione senza soluzione di continuità, con personale altamente specializzato.
  • Tutoring Israeliano: La Unit 8200 è nota per:
    • Remote control di dispositivi analogici/digitali (es. droni Lo-Fi basati su Raspberry/Arduino).
    • Jamming multibanda e gestione di paratie di occultamento autonome.
    • Coordinamento olistico di operazioni multilivello (difficile per un singolo attore).

Tecnologie e Collaborazioni Critiche

  • RF Multibanda Criptate: Sincronizzazione con:
    • Nodi ambientali pre-preparati (es. embedded HID nel percorso operativo).
    • IoT occultati Low-Energy per delimitare rotte.
  • Collaborazione con ICEYE (Finlandia):
    • Satelliti SAR a 27x band (ad apertura sintetica) per sorveglianza persistente.
    • Progetti universitari/dual-use per “bucare” strutture tramite manipolazione di algoritmi HF/fononi.

Perché Non È Solo Ucraina

  • Troppo pulita, troppo precisa: la logistica stealth, l’automazione avanzata, il jamming multibanda… sono firme di chi ha risorse e know-how ben oltre l’SBU.
  • La mano israeliana? La Unit 8200 ha fatto scuola proprio in questo: prendere tecnologie low-cost e trasformarle in armi micidiali (vedi i kit di jamming venduti all’Azerbaijan).

Dove Cercare le Prove

  • Hardware: se nei droni catturati dai russi spunta anche solo un chip con architettura riconducibile a Tel Aviv, il gioco è fatto.
  • Frequenze radio: se usano protocolli criptati tipici di IDF, è un altro indizio.
  • Budget nascosti: quei “300 dollari” sono una copertura. Chi ci sta davvero finanziando?

Se anche fosse un’operazione ucraina, dietro c’è una regia esterna. Il low-cost è la maschera, ma la tecnologia è troppo elegante per essere solo frutto di esperienza sul campo.

“Se sembra uno struzzo, cammina come uno struzzo… ma vola come un Oreshnik, forse non è uno struzzo.”

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La Russia contrattacca mentre l’Ucraina punta sulla guerra asimmetrica del “terrorismo”_di Simplicius

La Russia contrattacca mentre l’Ucraina punta sulla guerra asimmetrica del “terrorismo”.

Simplicius 8 giugno
 
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Gli attacchi russi hanno devastato le città ucraine negli ultimi giorni, colpendo ciò che, secondo i rapporti, è una combinazione di infrastrutture energetiche e centri di produzione di armi. Zelensky si è sfogato in un discorso registrato:

“La scorsa notte la Russia ha colpito Kiev e Lutsk: 400 droni, oltre 40 missili. Persone uccise. Un hotel con atleti scomparso. Case distrutte. La Russia trascina la guerra” .

Traccia degli attacchi:

Questo video esclusivo mostra i missili russi Kh-101 che sparano razzi prima di colpire l’impianto di riparazione di Lutsk, nell’estrema regione occidentale dell’Ucraina:

Colpi russi su “Lutsk Repair Plant Motor”. L’impresa effettuava riparazioni di motori aeronautici AL-21, AL-31 e RD-33.

Un attacco a Kiev sarebbe penetrato in profondità per distruggere una presunta base di produzione di droni:

Le riprese più interessanti sembravano mostrare una coppia di missili presumibilmente balistici che scendevano su Kiev, con la batteria Patriot che inviava una salva dopo l’altra di intercettori. Ecco una compilation esclusiva di tutte le angolazioni dello scontro – si noti il minuto 0:35 in cui l'”Iskander” sembra colpire la postazione Patriot:

Molti hanno ipotizzato che questo video catturi la prima intercettazione di almeno un missile Iskander da parte del sistema Patriot. Tuttavia, la traiettoria e le caratteristiche di volo dei missili sembrano un po’ strane: nel video di apertura sembrano scendere con un angolo poco profondo. Questo è più coerente con il famoso colpo su Kiev di qualche mese fa, che molti ritenevano fosse stato effettuato dal missile balistico nordcoreano KN-23, che è una sorta di imitazione dell’Iskander, spesso soprannominato “Kimskander”:

Si noti che scende più in diagonale, mentre gli Iskander sembrano quasi sempre scendere dritti a 90 gradi.

In ogni caso, ciò dimostra che le batterie Patriot rispondono effettivamente con almeno 2 missili per ogni minaccia balistica, e anche di più. E il tasso di intercettazione è al massimo del 25% o meno, a giudicare dal primo video.

Tra l’altro, gli attacchi sono continuati, e ora la città di Kharkov è stata sottoposta a quello che viene definito il più grande attacco mai effettuato su Kharkov durante la guerra. L’agenzia Reuters sostiene che la risposta della Russia sia solo in fase di avvio:

I funzionari statunitensi ritengono che la risposta della Russia “non sia ancora avvenuta sul serio e che probabilmente sarà un attacco significativo e su più fronti”. Un altro alto diplomatico occidentale ha previsto un ulteriore attacco devastante da parte di Mosca. “Sarà enorme, feroce e implacabile”, ha detto il diplomatico. “Ma gli ucraini sono persone coraggiose”.

Reuters

Il famigerato David Ignatius ha pubblicato un nuovo articolo sullo screditato WaPo che dipinge un quadro allarmante di quanto l’Ucraina si stia preparando a fare per provocare la Russia attraverso operazioni terroristiche allargate:

https://www.washingtonpost.com/opinions/2025/06/05/ukraine-covert-war-russia-espionage/

Ci sono parecchie rivelazioni. La più interessante riguarda la PMR, altrimenti nota come Transnistria. Abbiamo parlato più volte qui dei presunti piani dell’Ucraina di “aprire un nuovo fronte” attaccando la guarnigione russa nella PMR, magari impadronendosi del “più grande” deposito di munizioni d’Europa a Cobasna. Ogni volta non si è mai realizzato perché l’intelligence russa se n’è accorta e ha preso precauzioni o ha fatto indirettamente delle minacce che hanno indotto l’Ucraina a fare marcia indietro. Ignatius, tramite “fonti di intelligence” statunitensi, conferma che l’operazione era in effetti pianificata – e senza dubbio lo è ancora – come eventualità:

I Paesi confinanti con l’Ucraina potrebbero diventare nuovi campi di battaglia con il proseguire della guerra. Un esempio è la Transnistria, una regione separatasi dalla Moldavia al confine occidentale dell’Ucraina che è allineata con Mosca e ospita una forza russa di “mantenimento della pace”. Utilizzando disertori russi e altre forze locali, l’Ucraina ha preso in considerazione un’operazione per attaccare le truppe russe in quella regione, ma ha deciso di non aprire questo nuovo fronte.

Ora, la Russia sta considerando di inviare altre 10.000 truppe in Transnistria e cerca di destabilizzare la Moldavia filo-occidentale, come ha affermato il primo ministro moldavo in un’intervista al Financial Times questa settimana.

Si noti in particolare l’ultimo paragrafo, che dimostra la fetida ipocrisia dell’Occidente. Gli MSM ammettono letteralmente che è stata l’Ucraina a pianificare un attacco illegale sul territorio di un altro Paese non coinvolto, eppure questa settimana hanno stretto le perle e gridato all’allarme quando è stato annunciato che la Russia stava considerando di rafforzare la sua forza di pace in quel Paese:

https://www.thesun.co.uk/news/35261802/putin-10000-troops-european-nation/

L'”agghiacciante complotto” di Putin per scatenare la terza guerra mondiale… il tutto ammettendo che è l’Ucraina a pianificare l’invasione di un altro paese. Vedete come funziona?

L’altra grande rivelazione è che l’Ucraina “stava” – e, ancora una volta, probabilmente sta ancora pianificando – un attacco in stile “Operazione Ragnatela” contro le navi della marina mercantile russa fino al Pacifico settentrionale; notare la parte “e i suoi alleati”.

L’Ucraina ha preso in considerazione una versione navale della tattica di attacco furtivo utilizzata in modo così efficace domenica. Le fonti hanno detto che l’SBU ha valutato di inviare droni marini nascosti in container per attaccare le navi della Russia e dei suoi alleati nel Pacifico settentrionale. Ma, a quanto pare, finora non hanno ancora lanciato queste operazioni.

In qualche modo l’Ucraina ottiene un lasciapassare per aver pianificato di attaccare varie altre nazioni sovrane, proprio come ha fatto durante gli attacchi terroristici di Nord Stream e altri. Infatti, l’articolo cita casualmente l’assassinio della civile Daria Dugina da parte dell’Ucraina come un altro “complotto dei servizi segreti”, omettendo naturalmente di menzionarne la natura di crimine di guerra. Guardate come sorride allegramente Zelensky, insieme al suo compiaciuto intervistatore della ABC, quando rivela che i camionisti civili russi sono stati ancora una volta usati come agnelli sacrificali nel suo attacco con i droni:

Si “dimentica” di dire che i camion si sono “autodistrutti” in seguito, uccidendo apparentemente proprio questi autisti civili, come mostra chiaramente un video. Il terrore, a quanto pare, è un antidoto appetibile quando serve agli interessi dell’Occidente.

Le ramificazioni più sinistre di quanto detto sopra riguardano il modo in cui il terrore dell’Ucraina viene alimentato in concomitanza con il complotto del Regno Unito per sedare la “flotta ombra” della Russia e l’economia in generale. Si tratta chiaramente di un caso in cui l’Ucraina viene usata come punta di freccia per l’arciere di Londra: L’Ucraina è destinata a paralizzare gli interessi economici russi attraverso attività terroristiche sempre più illegali, che saranno “passate” sotto il pretesto del “diritto internazionale”.

In risposta, la Russia ha nuovamente ospitato una serie di esercitazioni della Flotta del Baltico ancora più grandi. L’ultima volta ho pubblicato un video di esercitazioni “antiterrorismo” che simulavano il salvataggio di navi russe “catturate da [terroristi]” nel Mar Baltico. Questa volta hanno partecipato oltre 20 navi da guerra e altri mezzi terrestri come dimostrazione di forza contro chiunque osasse oltrepassare il limite:

La marina militare russa si muove con forza nel Baltico Oltre 20 navi da guerra, portamissili da crociera Kalibr e ipersonici Tsirkon partecipano alle esercitazioni su larga scala, colpendo obiettivi fino a 1.500 km di distanza.

Inoltre, un jet russo avrebbe intercettato un Gripen svedese sul Mar Baltico. Guardate bene: lo svedese sembra salutare il pilota russo.

Intercettazione russa di un JAS 39 dell’Aeronautica militare svedese Gripen (reg 39228) sopra il Baltico Mare oggi.

Qualche rapido aggiornamento dal fronte. Ci sono state molte piccole avanzate in settori meno significativi da parte delle forze russe, come Seversk e persino Zaporozhye, ma per ora ci concentreremo sulle due più significative.

A nord di Bogatyr, le forze russe si stanno facendo strada attraverso Oleksiivka:

Non confondetela con le circa altre 3 Oleksiivka attualmente sotto assalto da parte delle forze russe.

Probabilmente l’avanzata maggiore si è avuta proprio a sud-ovest, nell’area a nord di Velyka Novosilka. Ricordiamo che solo un paio di giorni fa le forze russe hanno catturato Fedorovka, ora sono finalmente entrate a Komar, con rapporti che affermano che le truppe ucraine stanno fuggendo dall’insediamento:

Ancora più a sud-ovest da lì le forze russe si sono espanse verso Malinovka, di cui ho riferito la volta scorsa. Stanno lentamente costruendo il fianco per un’eventuale pressione avvolgente su Gulaipole:

Non ci sono state nuove conquiste eclatanti sul fronte di Sumy, ma le forze russe hanno leggermente aumentato il loro territorio, lavorando più a sud lungo le strade principali da Yablonovka e dall’altra Oleksiivka:

Nella regione di Tetkino, vicino a Kursk, l’Ucraina avrebbe ottenuto un piccolo successo nella cattura di una piccola porzione di territorio, mentre Zelensky continua ad attaccare disperatamente un brandello di terra russa per scopi di pubbliche relazioni. Tuttavia, le forze russe stanno tenendo e probabilmente espelleranno le forze AFU dopo averle ridotte a un numero sufficiente di perdite. Ecco come appare oggi Tetkino, disseminata di carne sacrificabile di Zelensky.

Un rapporto dalla regione di Sumy:

“La nostra fonte riferisce che le Forze Armate ucraine hanno una terribile carenza di gruppi UAV nella direzione di Sumy, che sono stati urgentemente ridispiegati nella direzione Pokrovskoe-Konstantinovskoe, così come nella direzione di Kursk vicino all’insediamento di Tetkino, dal momento che Bankovaya ha gettato tutte le sue forze nella presa di questo insediamento di tipo urbano, che è molto importante per loro per le PR. Per più di un mese, le migliori unità delle Forze Armate ucraine hanno condotto un’offensiva massiccia per ottenere risultati.

Allo stesso tempo, i russi hanno conquistato decine di chilometri quadrati nella regione di Sumy in un mese e si stanno avvicinando alla seconda linea di difesa condizionale delle Forze Armate ucraine in direzione della città di Sumy. La città viene ora preparata per l’evacuazione.

La strategia della Bankova di “attacchi di pubbliche relazioni” porterà a tristi risultati”.

Qualche ultima notizia:

Un soldato russo ha usato un’inaspettata arma segreta per fermare un drone ucraino a fibre ottiche che gli stava dando la caccia:

Una bomba russa Fab-3000 atomizza un blocco di appartamenti ucraini trasformati in roccaforte:

Il giornalista ucraino Volodomyr Boiko riferisce che ben 91.000 AFU hanno già disertato dalle forze armate solo nel 2025:

Una catastrofe militare è in arrivo: Più di 90.000 dall’inizio dell’anno – un soldato delle Forze Armate ucraine sulla portata della diserzione nelle truppe

Il giornalista di Kiev Boyko, che presta servizio nelle Forze Armate dell’Ucraina, riporta la sconvolgente dimensione della fuga dall’esercito.

Nei primi 5 mesi del 2025 sono stati registrati 90.590 casi penali per fuga dalle unità militari:

Gennaio – 18.145,

Febbraio – 17.809,

Marzo – 16.349,

Aprile – 18.331,

maggio – 19.956.

Dall’inizio della Seconda guerra mondiale sono stati registrati 213.722 casi di diserzione.

Boyko osserva che questi dati riflettono solo i casi per i quali sono stati avviati procedimenti penali; la situazione reale è molto peggiore.

Secondo lui, i disertori in realtà non vengono cercati, non tornano in servizio.

“La ragione della catastrofe militare che si sta avvicinando all’Ucraina è ovvia: l’evasione dimostrativa della mobilitazione da parte di fabulisti di corte come Sternenko, Leshchenko o Bigus, lo shabuning di massa – quando decine di migliaia di shabunin, vakarchuks, kipianis e altri leader sono fittiziamente elencati nelle truppe e la mancanza di legge e ordine nelle Forze Armate dell’Ucraina e in altre formazioni militari, causata dalla liquidazione dell’ufficio del procuratore militare nel 2019”, scrive.

Boyko osserva inoltre che in realtà ci sono da 30 a 50 mila soldati delle Forze armate ucraine sulla LBS da parte ucraina.

“Le conseguenze di questa situazione non sono difficili da prevedere”, ha concluso. RVvoenkor

Dobbiamo ammettere che i numeri sono difficili da credere perché sollevano una serie di domande. Se l’Ucraina è davvero così a corto di uomini, allora perché la linea del fronte non sta crollando molto più velocemente?

Per fare l’avvocato del diavolo, alcune possibili risposte:

  1. Il “miracolo dei droni” dell’Ucraina è davvero così efficace come sostengono, dove piccoli gruppi di unità di droni sono in grado di tenere interi fronti da soli contro forze russe molto più numerose.
  2. La maggior parte dei disertori ucraini torna indietro. Quanto detto sopra presuppone che non lo facciano. Tuttavia, i rapporti precedenti hanno sempre rivelato che l’AFU era un’organizzazione lassista in cui le truppe si assentavano continuamente per andare a trovare la famiglia o per “mettere la testa a posto”, per poi tornare alla fine, anche se dopo settimane o mesi. Possiamo supporre che qualche percentuale potenzialmente significativa degli assenti ingiustificati di cui sopra finisca per tornare o per essere riportata indietro con la forza.
  3. L’ultima possibilità: L’Ucraina è vicina al collasso totale del fronte, perché questi numeri sono semplicemente impossibili da sostenere.

Sappiamo che l’Ucraina, stando a quanto riferito, raccoglie più di 15-25k uomini al mese, ma ne perde più di 20k a causa di perdite gravi (KIA più disabili) e, se dobbiamo credere ai numeri di cui sopra, altri 20-30k al mese a causa della diserzione. Questo darebbe una perdita netta di manodopera di circa 20.000 unità al mese, o 240.000 all’anno, il che è impossibile da sostenere.

Tra l’altro, si noti l’affermazione dello stesso giornalista sopra riportata, che confermerebbe la mia opzione n. 1: egli sostiene che l’Ucraina ha solo 30-50k uomini lungo l’intera linea del fronte. Questo sembra molto difficile da credere al valore nominale, tuttavia si consideri quanto segue. Entrambe le parti sostengono di avere 600-800 mila uomini in totale, ma solo una parte di questi si riferisce alle “truppe da combattimento” lungo la linea del fronte. Le truppe da combattimento sono di solito il 20% della forza totale o meno. Molti recenti rapporti ucraini affermano che i russi li superano in numero da 5:1 a 8:1 su vari fronti. Se la Russia ha circa 250.000 truppe da combattimento lungo il fronte e il resto è la “coda”, allora forse è concepibile che il numero di combattenti dell’Ucraina sia davvero così basso, ma è ancora difficile da credere, semplicemente perché sembra quasi troppo catastrofico per essere possibile. Ma potremmo sapere presto la verità, viste le varie previsioni sul “collasso” dell’Ucraina nella prossima estate.


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La strategia di Trump in Medio Oriente: spostamento di potere o spirale di rischio?

La strategia di Trump in Medio Oriente: spostamento di potere o spirale di rischio?

Scopri come il ritiro degli Stati Uniti sta ridisegnando le alleanze, rafforzando i rivali e costringendo Turchia, Arabia Saudita e Israele a un nuovo e volatile ordine di realpolitik.

6 giugno
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Oil painting-style portrait of former U.S. President Donald Trump in a blue suit and red tie, shown in sharp left profile, standing before a detailed but unlabeled antique-style map of the Middle East. The composition is rich in warm, earthy tones, with Trump’s expression appearing resolute and contemplative, evoking themes of foreign policy, geopolitics, and leadership.

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Sintesi

  • La strategia di Washington in Medio Oriente è passata dal predominio diretto al controllo delegato, conferendo a Turchia e Arabia Saudita il ruolo di esecutori per procura, pur mantenendo la supervisione strategica.
  • L’esaurimento interno dovuto agli interventi e il calo dei ritorni militari spingono gli Stati Uniti verso una posizione più snella, sostituendo la presenza persistente con un’influenza mirata e una condivisione degli oneri.
  • Turchia e Arabia Saudita formano un fragile asse tattico in Siria: interdipendenti dal punto di vista militare e finanziario, ma frammentati da capacità asimmetriche, eredità rivali e tempi divergenti.
  • L’ordine regionale è frammentato: l’Iran resiste grazie a interlocutori delegati e alleanze esterne, mentre Israele si evolve in un attore preventivo, che opera con il sostegno degli Stati Uniti ma con una crescente autonomia.
  • Gli interventi ricalibrati di Trump favoriscono azioni rapide e limitate, evitando coinvolgimenti su larga scala e preservando al contempo un’influenza critica sulle rotte petrolifere, sulle alleanze e sugli equilibri geopolitici.
  • Sta emergendo una nuova architettura di volatilità gestita: l’America come broker strategico, le potenze regionali come assorbitori di rischio e la stabilità che nasce non dal controllo, ma dalla concorrenza limitata.

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Arretramento strutturale e ascesa dei proxy regionali

Il principio guida della strategia mediorientale del secondo mandato dell’amministrazione Trump è un passaggio dalla gestione americana diretta della sicurezza regionale a un modello di dominio delegato. Questa ricalibrazione non rappresenta una rinuncia all’influenza, ma una ridistribuzione strategica delle responsabilità. Washington cerca di preservare il suo primato non attraverso una presenza persistente, ma attraverso un rafforzamento selettivo degli alleati regionali, in particolare Turchia e Arabia Saudita.

Questo cambiamento strategico si basa su due vincoli strutturali duraturi:

  1. Stanchezza politica interna per l’interventismo : dopo i prolungati conflitti in Iraq e Afghanistan, gli elettori americani di tutto lo spettro politico sono diventati ostili a impegni militari costosi e senza limiti di tempo. L’amministrazione Trump riconosce che il capitale politico non è più disponibile per schieramenti su larga scala.
  2. Eccesso di potere operativo e rendimenti decrescenti : la posizione militare globale degli Stati Uniti ha raggiunto la saturazione negli anni 2010. L’onere di mantenere un impegno costante in più teatri ha spinto a un riorientamento strategico verso un approccio economicamente più sostenibile, che ridistribuisce l’onere dell’applicazione della legge senza rinunciare ai benefici dell’influenza.

La Turchia e l’Arabia Saudita sono strumenti strutturalmente differenziati dell’architettura strategica americana:

  • La Turchia , che vanta il secondo più grande accesso militare e geografico della NATO alla Siria e all’Iraq, fornisce una piattaforma per la proiezione di hard power e il contenimento delle minacce irregolari.
  • L’Arabia Saudita , custode della liquidità energetica e degli strumenti finanziari, esercita la sua influenza attraverso il capitale, in particolare nella ricostruzione, nell’assorbimento del debito estero e nelle reti di clientela.

La loro cooperazione è più frutto di una necessità reciproca che di un’affinità strategica. Nessuno dei due Paesi possiede la capacità completa di imporre l’ordine regionale in modo indipendente. Questo li intrappola in un allineamento tattico fragile e temporaneo, guidato da imperativi esterni.


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L’allineamento condizionale turco-saudita

Il conflitto siriano, ormai nella sua fase di transizione post-Assad, è diventato l’asse centrale attorno al quale ruotano gli interessi turchi e sauditi. Il loro reciproco impegno nel plasmare la ricostruzione e il futuro politico della Siria ha reso necessaria una forma di allineamento pragmatico. Tuttavia, questa cooperazione si inserisce in un quadro di tensione strutturale, rivalità storica e divergenza strategica.

Tre asimmetrie fondamentali definiscono l’asse turco-saudita:

  1. Portfolio di potere asimmetrico : la forza della Turchia risiede nella sua capacità di proiettare la forza e proteggere il territorio, mentre la sua base economica è fragile e volatile . Al contrario, l’Arabia Saudita non possiede capacità militari interne, ma controlla vaste riserve finanziarie e un peso economico internazionale.
  2. Narrazioni storiche incompatibili : la soppressione della prima statualità saudita da parte dell’Impero Ottomano nei secoli XVIII e XIX ha lasciato cicatrici durature. Queste rivalità non sono semplici note a margine storiche; plasmano la percezione contemporanea della leadership regionale e della legittimità sunnita.
  3. Diversi orizzonti temporali politici : l’Arabia Saudita, nell’ambito dell’iniziativa di modernizzazione dall’alto di Mohammed bin Salman , cerca prevedibilità all’estero per stabilizzare la trasformazione economica interna. La Turchia, al contrario, sta entrando in un periodo di incertezza politica interna , con l’era Erdogan ormai prossima alla fine e senza un chiaro piano di successione.

Nel teatro siriano, entrambe le potenze condividono l’interesse strategico di contenere la rinascita iraniana e di moderare la crescente influenza di Israele sulla sicurezza. Tuttavia, la loro cooperazione si basa su un calcolo rigorosamente vincolato delle reciproche necessità. Il finanziamento saudita è essenziale per la ricostruzione siriana; le forze turche sul campo sono indispensabili per il mantenimento dell’ordine. Questa interdipendenza è reale ma superficiale, e rimane suscettibile di rotture quando gli interessi divergono.

Detailed historical map showing the Ottoman Empire at its greatest territorial extent, spanning Southeast Europe, Western Asia, and North Africa. The core empire is shaded in dark orange, covering modern-day Turkey (Anatolia), the Balkans (including Greece, Serbia, Bulgaria, Albania, Bosnia), the Middle East (Syria, Iraq, Palestine, and parts of the Arabian Peninsula), and North Africa (Egypt, Libya, Tunisia, Algeria). Lighter orange highlights tributary and vassal states such as Crimea, Moldavia, Wallachia, and Transylvania. Key cities like Constantinople, Cairo, Jerusalem, Mecca, Baghdad, and Vienna are labeled. Major bodies of water including the Mediterranean Sea, Red Sea, Black Sea, and Persian Gulf are clearly marked.

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Israele, Iran e i vincoli all’ordinamento regionale

Il Medio Oriente contemporaneo non si adatta a un dominio unipolare. È un contesto di sicurezza frammentato, caratterizzato da egemoni specifici per ogni ambito, ognuno potente nel proprio ambito ma incapace di imporre un ordine sistemico. La posizione strategica dell’amministrazione Trump riconosce questo fatto e opera di conseguenza.

  • L’Iran , sebbene estromesso dalla Siria , mantiene un’influenza duratura in Iraq, dove le sue milizie e i suoi rappresentanti politici formano un ecosistema di potere consolidato. Le sue alleanze esterne con Russia e Cina forniscono risorse finanziarie e tecnologiche che diluiscono l’efficacia delle sanzioni occidentali.
  • Israele , un tempo soddisfatto della deterrenza strategica, si è evoluto in un attore preventivo. Ora conduce operazioni militari in profondità in Siria e oltre, con l’obiettivo non solo di dissuadere, ma anche di indebolire le infrastrutture avversarie prima che diventino operative. Questa dottrina estesa richiede un supporto costante da parte degli Stati Uniti in ambito logistico, diplomatico e tecnologico.

Tuttavia, l’amministrazione Trump ha deliberatamente imposto restrizioni a tale sostegno. Pur sostenendo le prerogative di sicurezza di Israele, è sempre più riluttante a farsi carico dei costi internazionali dell’escalation israeliana. Il risultato è una ricalibrazione delle aspettative. Israele mantiene la libertà operativa; tuttavia, ci si aspetta che gestisca in modo indipendente il contraccolpo politico ed economico. Viene riposizionato non come un soggetto sottoposto alla strategia statunitense, ma come una potenza autoassicurativa che deve calcolare i costi con maggiore precisione.


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Proiezione della potenza degli Stati Uniti in una modalità vincolata

Gli Stati Uniti non hanno abbandonato il Medio Oriente. Piuttosto, hanno adattato il loro metodo di intervento. L’era degli interventi massimalisti, segnata dall’invasione dell’Iraq del 2003 e dalla campagna in Libia del 2011, ha lasciato il posto a interventi tatticamente calibrati e politicamente moderati. Le azioni militari dell’amministrazione Trump seguono uno schema coerente: rapida escalation, obiettivi limitati e rapido ritiro.

Tre casi emblematici illustrano questa modalità vincolata:

  • Yemen : gli attacchi mirati alle infrastrutture degli Houthi hanno dimostrato la determinazione americana, evitando al contempo il pantano di un coinvolgimento a lungo termine.
  • Iran : la campagna di “massima pressione” si basa sulla coercizione economica, utilizzando sanzioni per indebolire il calcolo strategico di Teheran senza scatenare una guerra vera e propria.
  • Gaza : gli Stati Uniti evitano un coinvolgimento diretto, consentendo a Israele di proseguire la sua campagna senza tuttavia garantire loro il tipo di protezione diplomatica a tutto campo di cui un tempo godevano.

Questo modello riflette dure verità strutturali. Gli Stati Uniti non possono permettersi il costo finanziario o politico di rimodellare le società mediorientali. Eppure, i loro interessi duraturi (il transito del petrolio, le rotte commerciali globali e le rivalità tra grandi potenze) impongono loro di rimanere un arbitro decisivo. Pertanto, gli Stati Uniti si sono riposizionati non come un esecutore permanente, ma come un regolatore strategico, intervenendo episodicamente per preservare l’equilibrio senza incorrere nel peso dell’occupazione.


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Il calcolo strategico delle potenze secondarie

Il ritiro parziale della tutela militare statunitense ha creato un contesto di autonomia condizionata per le potenze regionali. Questa nuova libertà d’azione consente a stati come Turchia, Arabia Saudita e Israele di perseguire programmi indipendenti, sebbene sempre all’interno di una rete di vincoli economici, tecnologici e diplomatici imposti da Washington.

Questi vincoli si manifestano attraverso molteplici strumenti:

  • Dipendenza monetaria : l’integrazione dell’Arabia Saudita nel sistema energetico basato sul dollaro statunitense la rende sensibile alla politica fiscale americana e ai regimi di sanzioni globali.
  • Vulnerabilità commerciali : l’esposizione della Turchia ai dazi statunitensi, unita alla sua dipendenza dall’accesso ai mercati finanziari occidentali, limita la sua capacità di operare al di fuori dell’influenza economica americana.
  • Dipendenza dalla difesa : gli armamenti avanzati, i sistemi di sorveglianza e le capacità informatiche di Israele dipendono in larga misura da componenti e contratti di manutenzione americani.

L’approccio transazionale di Trump, che offre sicurezza in cambio dell’allineamento politico, amplifica questa struttura. Di fatto, Washington ha privatizzato la protezione. Gli attori regionali devono ora pagare, con concessioni politiche o integrazione economica, per lo scudo che un tempo ricevevano incondizionatamente. Ciò rafforza la loro responsabilità strategica, ampliando al contempo la loro libertà operativa.


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La ridistribuzione del rischio e della responsabilità

Il quadro di sicurezza post-americano in Medio Oriente non è un vuoto; è un’architettura di spostamento, in cui gli oneri dell’applicazione della legge e del rischio vengono ridistribuiti tra una serie di attori regionali, tutti vagamente allineati sotto la supervisione strategica degli Stati Uniti.

Questa struttura emergente è caratterizzata dalla specializzazione dei ruoli:

  1. Israele attua una difesa avanzata ma assorbe la reazione internazionale.
  2. L’Arabia Saudita finanzia la stabilizzazione ma non ha capacità di proiezione.
  3. La Turchia proietta la forza a livello locale, ma non riesce a sostenere un’espansione strategica eccessiva.
  4. L’Iran resta geograficamente intrappolato, ma sopravvive grazie a una guerra asimmetrica e alleanze con potenze extraregionali.

In questo sistema, gli Stati Uniti rimangono indispensabili, non come potenza egemone, ma come meccanismo di bilanciamento. Intervengono non per riconfigurare la regione, ma per ricalibrarne le frizioni interne. L’approccio di Trump affina la logica del potere americano. Gli Stati Uniti si trasformano così da manager imperiale a mediatore strategico.

Il risultato è una volatilità gestita, in cui la vera stabilità emerge non dal predominio, ma dal delicato equilibrio delle ambizioni competitive. Il Medio Oriente, un tempo plasmato da imperi esterni, ora evolve attraverso ricalibrazioni interne. L’architettura della realpolitik si è trasformata in un’impalcatura distribuita di potere reciprocamente vincolato.

Generale Mike Flynn

Generale Mike Flynn

Sono, infatti, iniziati, grazie a Tulsi Gabbard, i primi accertamenti sul personale di intelligence a conoscenza della progettazione dell’ultimo attacco alle basi russe_Giuseppe Germinario

1. Mentre la maggior parte degli americani rimane beatamente disinformata dalla stampa istituzionale, le due più grandi superpotenze del mondo vengono manipolate da Forze Oscure, sia all’interno che all’esterno del nostro governo, per arrivare a un importante scontro militare che nessun paese vorrebbe, e nessuna persona sana di mente vorrebbe mai.

2. Non ho alcun ruolo nell’amministrazione Trump, ma nel corso di una lunga carriera nell’esercito in uniforme, in particolare nell’intelligence militare, mi sono impegnato a coltivare numerose fonti di informazione in tutto il mondo. Da quello che riesco a ricostruire, desidero condividere le mie profonde preoccupazioni su chi si celi dietro questa marcia verso la guerra e i miei consigli su come la nostra nazione e l’Occidente possano evitare un importante scontro militare con la Russia.

3. Credo che il Deep State americano sia composto da persone che nutrono un odio profondo, viscerale e irrazionale per la Russia, e che queste persone abbiano cospirato per ostacolare il processo decisionale del presidente Trump attraverso la bufala del Russiagate. Durante il periodo in cui l’Unione Sovietica si espandeva e si infiltrava nel nostro governo, ero un aperto anticomunista, ma, nonostante le bugie raccontate dal nostro Stato Profondo, la Russia non è l’Unione Sovietica e Putin non è Stalin. Ancora oggi, anni dopo la scoperta della bufala del Russiagate, gli sforzi del Presidente Trump per portare la pace incontrano resistenza. La stampa istituzionale, profondamente influenzata e talvolta persino controllata dal nostro Stato Profondo, ha etichettato il Presidente Trump e coloro che lavorano per lui come “burattini di Putin” per spingerlo a prendere misure ingiustificate e aggressive contro la Russia. Queste voci provenienti dalla stampa istituzionale riflettono le opinioni dello Stato Profondo, non del popolo americano, né del movimento MAGA, e dovrebbero essere completamente ignorate, se non addirittura derise.

4. Durante quasi tutto il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, e certamente fin dalla fondazione della CIA nel 1947, queste forze oscure e non elette dell’establishment hanno agito per destabilizzare il mondo, portando morte, carestia, assassini, violenza, colpi di stato, rivolte, rivoluzioni e distruzione sul nostro pianeta. Attualmente, queste forze stanno lavorando per provocare la Russia in un conflitto militare di vasta portata, forse definitivo, con l’Occidente.

5. Questa provocazione assume molteplici forme. La più recente riguarda l’attacco a sorpresa con droni all’arsenale strategico della Federazione Russa, che si dice abbia colpito 40 bombardieri, ovvero circa un terzo della flotta di bombardieri strategici russa. Poiché i bombardieri strategici russi e americani sono generalmente tenuti, per accordo, a essere visibili alla sorveglianza satellitare, mai prima d’ora nessuno aveva sferrato un attacco contro questi obiettivi visibili. Se i bombardieri russi possono essere attaccati impunemente, lo possono essere anche quelli americani. Con questa azione, il governo ucraino non ha solo indebolito la Russia, ma ha anche messo a repentaglio l’America. Pertanto, coloro che nel governo ucraino hanno ordinato questi attacchi si sono inimicati non solo la Russia, ma anche gli Stati Uniti. A peggiorare le cose,Questo attacco ingiustificato è stato seguito dagli attacchi ucraini al ponte sullo Stretto di Kerch, che collega Russia e Crimea.

6. Non credo che la recente escalation contro la flotta di bombardieri strategici russi sia stata autorizzata o coordinata con il Presidente Trump. Piuttosto, ritengo che lo Stato Profondo stia ora agendo al di fuori del controllo della leadership eletta della nostra nazione. Credo che queste persone nel nostro Stato Profondo siano impegnate in uno sforzo deliberato per provocare la Russia a un confronto importante con l’Occidente, compresi gli Stati Uniti. È giunto il momento di agire aggressivamente contro coloro che abusano della loro autorità di dipendenti pubblici per manipolare la leadership eletta della nostra nazione.

7. Cresciuto in una famiglia democratica irlandese nel Rhode Island, avevo solo circa cinque anni quando John Kennedy fu assassinato, ma la nostra famiglia considerava John Kennedy un eroe. Non solo per la mia famiglia, uno dei nostri presidenti più amati, John F. Kennedy, nel 1961 si ritrovò manipolato dalle precedenti versioni di queste stesse forze del Deep State quando tentarono di manipolare il presidente Kennedy per lanciare aerei dell’Aeronautica Militare per attaccare Cuba dopo la fallita invasione, provocando un conflitto aperto sia con Cuba che con l’Unione Sovietica. Nel discorso del giugno 1963 all’American University, in cui il presidente Kennedy dichiarava la sua visione di pace con l’Unione Sovietica, si dichiarò nemico di questo Deep State, che, a quanto pare, reagì partecipando al suo assassinio cinque mesi dopo a Dallas. Il Deep State americano non è solo una minaccia per la pace, ma una minaccia per il presidente.

8. Il presidente Trump ha già affrontato almeno due tentativi di assassinio. Se c’è una persona che credo abbia il carattere e l’amore per la nostra nazione per liberare il nostro governo da queste forze, è il presidente Trump. Dopo la sparatoria di Butler, in Pennsylvania, il presidente Trump ha mostrato il tipo di coraggio personale che coloro di noi che hanno prestato servizio nell’esercito ammirano profondamente. Con grande affetto per il Presidente, lo esorto ora a rischiare ancora una volta l’ira dello Stato Profondo, intraprendendo azioni volte a epurare i nemici della nostra nazione all’interno delle nostre agenzie e dei nostri dipartimenti. Rimuovere tali persone dal potere è assolutamente necessario per raggiungere il tipo di pace che ha descritto durante la sua campagna e all’inizio della sua amministrazione.

9. Una volta che il Presidente Kennedy si rese conto di essere manipolato e osteggiato perché cercava la pace, rimosse Allen Dulles dall’incarico di Direttore della CIA e diversi suoi assistenti. Esorto il Presidente Trump a fare immediatamente pulizia in casa di chiunque nel governo avesse avuto conoscenza o vi avesse partecipato in qualsiasi modo, e ad andare oltre dichiarando immediatamente la fine di qualsiasi sostegno alla guerra in Ucraina. Il Presidente Trump ha ragione: questa non è la “sua” guerra. Lo esorto a richiamare dall’Ucraina tutto il personale militare e governativo, palese o segreto che sia.Lo esorto a far rimuovere tutto il personale e a interrogarlo presso l’FBI o l’esercito per scoprire la loro possibile partecipazione ad attività militari non autorizzate. Qualsiasi americano che abbia aiutato e favorito gli attacchi all’Ucraina dovrebbe essere indagato per violazione della legge americana e perseguito se necessario.

10. Credo inoltre che il Presidente Trump dovrebbe prendere le distanze da alcuni leader occidentali, come il Cancelliere tedesco Fred Merz, che hanno agito e parlato in modo irresponsabile riguardo alla guerra in Ucraina. Se ci sono Paesi in Europa che desiderano fornire assistenza militare all’Ucraina, questo è un loro problema e non dovrebbero sorprendersi della risposta del Presidente Putin alle loro azioni contro la Russia. Se tali leader vogliono condurre le loro nazioni alla guerra persistendo in un comportamento così irresponsabile, lo faranno da soli.

11. Esorto il Presidente Trump a prendere le distanze anche dai guerrafondai dichiarati nel nostro governo, tra cui spicca il senatore statunitense Lindsay Graham. Chi ama le guerre combattute da altri non è amico dell’America e non ha il diritto di essere amico del Presidente.

12. Infine, esorto il popolo americano a sostenere con preghiera e risolutezza il Presidente Trump mentre fa pulizia e agisce per perseguire il tipo di pace che il Presidente Kennedy aveva abbracciato. La pace non è la condizione normale dell’uomo. La libertà richiede un prezzo da pagare per ogni generazione. È tempo di impegnare nuovamente la nostra nazione in entrambi i campi.

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Trump-Putin: il giorno dopo del giorno dopo Con Gianfranco Campa

Cinque giorni di assordante silenzio alla Casa Bianca da parte di Trump, Vance, Gabbard e Hegseth hanno suscitato attese e profonde inquietudini, soprattutto perchè accompagnate dalla loquacità e dalla intraprendenza di Graham, Pompeo e Blumental, ovvero la fronda manifesta a Trump. In apparenza un temuto passaggio di consegne nell’esercizio di potere e un ritorno alle pratiche neoconservatrici e apertamente belliciste. Ci ha pensato la telefonata tra Putin e Trump certamente non a determinare una svolta, ma a riportare nell’ambiguità la situazione lasciando di fatto a Putin, ancora una volta, l’iniziativa. Lo scontro politico negli States è tutto confermato nella sua virulenza e, presto, lascerà sul terreno altre vittime illustri, sperabilmente lo stesso Graham; sta attraversando verticalmente la stessa amministrazione con la contrapposizione e l’abbandono polemico, di fatto ormai ostile, di Musk; in Europa il sodalizio bellicista è sempre più strutturato, ma al prezzo di una fragilità che sarà messa a dura prova dai prossimi eventi. I vari punti di attrito fanno ormai parte di un puzzle sempre più complesso e difficile da controllare. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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SITREP 6/5/25: Un’altra trovata di pubbliche relazioni si spegne mentre la Russia stringe la morsa su Sumy, di Simplicius

SITREP 6/5/25: Un’altra trovata di pubbliche relazioni si spegne mentre la Russia stringe la morsa su Sumy

Simplicius 6 giugno
 
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In risposta alle provocazioni ucraine dell’ultima settimana, Putin ha rilasciato una lunga dichiarazione in cui accusa l’Ucraina di essere scivolata nel terrorismo e di sabotare i colloqui di pace:

Putin ha rilasciato una serie di dichiarazioni:

– L’Ucraina sta subendo enormi perdite e si sta ritirando lungo l’intera linea del fronte, quindi sta cercando di intimidire la Russia con attacchi terroristici.

– Il regime di Kiev, già illegittimo, sta degenerando in un’organizzazione terroristica e i suoi sponsor stanno diventando complici dei terroristi.

– L’attacco terroristico al treno nella regione di Bryansk è un attacco mirato contro i civili.

– Il regime di Kiev “non ha affatto bisogno della pace”, perché significherebbe una perdita di potere per lui.

– Una pausa nell’azione militare verrebbe utilizzata da Kiev per una mobilitazione forzata, per rifornirsi di armi e per preparare attacchi terroristici.

Ovviamente si tratta di un discorso piuttosto tiepido, vista la quantità di cose che sono accadute solo negli ultimi giorni, ma l’aspetto importante è che Putin sembra essersi irrigidito nella sua posizione: sarebbe inutile concedere all’Ucraina una lunga tregua per il cessate il fuoco.

Chi si aspettava una risposta furiosa da parte russa, ovvero un bombardamento a tappeto di Kiev con gli Oreshnik e simili, era destinato a rimanere deluso dalla reazione della Russia. E ancora di più dalle dichiarazioni di alcuni funzionari russi, in questo caso del viceministro degli Esteri Ryabkov, che ha affermato che non un solo aereo russo è stato “distrutto” nel raid di droni pianificato da tempo dall’Ucraina:

https://www.pnp.ru/politics/ryabkov-zayavil-chto-povrezhdennye-pri-terakte-vsu-samolety-vosstanovyat.html

Gli aerei danneggiati durante l’attacco terroristico del regime di Kiev il 1° giugno saranno ripristinati. Lo ha dichiarato in un’intervista alla TASS il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov.

È un po’ strano e serve solo a screditare le autorità russe, visto che abbiamo visto foto satellitari fresche di aerei che sembrano chiaramente irrecuperabili. Detto questo, sono state intercalate così tante versioni false generate dall’IA da far sorgere legittimamente domande su “quanti” aerei russi siano andati realmente perduti.

Persino i principali account ucraini erano stufi che la falsificazione dell’IA danneggiasse la credibilità dell’Ucraina stessa:

In particolare, si noti lo strano ibrido missile/aereo nell’angolo in alto a destra.

Ne ho visti diversi altri oltre a quello sopra, per non parlare della prova che alcuni degli aerei non avevano motori e quindi erano cellule di recupero.

FighterBomber ha affermato:

Come ho detto prima, il numero di aerei distrutti è a una cifra. Non decine.

Per volontà del destino, la stragrande maggioranza degli aerei attaccati dagli Hohol erano velivoli non volanti della “fila di ferro”.

Purtroppo, nella nascente era dell’IA è difficile fidarsi di qualsiasi cosa, in particolare di un nemico che sta perdendo e che quindi ha un incentivo incomparabilmente maggiore a saturare lo spazio informativo con “vittorie simulate”.

https://www.reuters.com/business/aerospazio-difesa/l’Ucraina ha colpito meno aerei-russi-di quanto stimato-da-noi-ufficiali-dicono-2025-06-04/

Per quanto riguarda la risposta della Russia, un analista russo l’ha formulata nel modo migliore: “Zelensky ha un disperato bisogno di una tragedia rumorosa.“. Ovviamente, tutti gli attacchi di questo tipo sono progettati per spingere la Russia a fare qualcosa che possa essere venduto come un “massacro senza precedenti” o simili.

Detto questo, questa notte i Tu-95 russi e le navi che lanciano Kalibr hanno inscenato un nuovo attacco che potrebbe rientrare tra le “risposte” della Russia.

Una prima sintesi:

Il Retaliation Strike russo è composto da:

5x TU-95
2x TU-160
4x Navi
400~ OWA-UAVS .

Probabile carico d’attacco da queste piattaforme:

400~ OWA-UAV
24x missili Kalibr
64~ missili Kh-101.

La Russia sta probabilmente prendendo di nuovo di mira le infrastrutture energetiche, con un incendio che si è verificato nei pressi del CHP-5 di Kiev, uno dei principali impianti di cogenerazione della città, che fornisce elettricità e riscaldamento a gran parte della capitale. L’Ucraina sta colpendo anche la Russia questa notte con gli OWA-UAVS che hanno attaccato i campi d’aviazione russi di Saratov, Engels, Ryazan e il deposito di missili balistici Iskander-M nel campo d’aviazione di Bryansk, danneggiando fino a 3 TELS della 26esima brigata missilistica russa. Ucraina Missili Neptune lanciati a Sebastopoli e OWA-UAV verso la Crimea.

Continuano gli avanzamenti sul fronte, anche se sono leggermente rallentati negli ultimi due giorni:

Sul fronte di Zaporozhye, vicino a Gulaipole, le forze russe hanno risvegliato una nuova direzione dalla lunga quiescenza. Ukraine’s DeepState scrive dell’improvviso assalto a Malinovka:

Nelle vicinanze della linea Velyka Novosilka, le forze russe hanno ripreso l’offensiva e hanno catturato Fedorovka come ultimo tentativo prima di Komar:

Operazioni militari attive nella zona di Velikaya Novosyolka.

Attacco delle Forze Armate russe nell’insediamento di Fyodorovka. Il gruppo d’assalto elimina le posizioni delle Forze Armate ucraine nella zona residenziale.

L’avanzata delle Forze Armate russe lungo la sponda occidentale del fiume Mokrye Yaly è di oltre 2 km.

47.953795,36.755597

Nella direzione di Konstantinovka vengono presi d’assalto i villaggi gemelli di Dyliivka:

Uno dei maggiori avanzamenti degli ultimi giorni si è verificato sul fronte di Lyman. Lì le forze russe hanno recentemente catturato Ridkodub e si stanno già spingendo a ovest di esso, oltre a un nuovo saliente parallelo direttamente a sud:

A nord, le forze russe hanno conquistato Kindrashivka, sul fianco settentrionale di Kupyansk:

Dopo intensi combattimenti, i soldati della 27ª Brigata motorizzata di fucili della 1ª Armata di carri armati del Distretto militare di Mosca hanno issato la bandiera russa sul villaggio liberato.

Infine, i maggiori progressi si sono registrati ancora una volta nella regione di Sumy. Nell’ultimo aggiornamento di soli due giorni fa, le forze russe avevano appena raggiunto la periferia nord di Yablonovka, ora hanno conquistato completamente il villaggio:

Come si può vedere, hanno preso anche un tratto di territorio a sud di Andriivka e Oleksiivka, continuando a scendere verso Pysarivka.

Sebbene sia stata catturata in precedenza, Vodolahy – cerchiata in bianco qui sopra – è stata conquistata dal 1443° reggimento di fucilieri a motore delle forze russe; una piccola descrizione della loro impresa:

Il comandante del battaglione con il nome di battaglia “Mazhor” racconta come i militari russi hanno conquistato Vodolagi nella regione di Sumy:

L’offensiva ha avuto successo perché l’unità è entrata da tre direzioni, utilizzando tattiche di aggiramento e di avvolgimento. Abbiamo conquistato completamente l’insediamento in tre-quattro giorni”.

Le difese della regione di Sumy si stanno ora sgretolando e molti “sussurri” suggeriscono che l’intera regione potrebbe crollare e andare perduta. Un commentatore di nome Masno, che vive a Sumy in forma anonima, riferisce:

Da un ufficiale dell’esercito ucraino a Sumy, parole sue, non mie… “Sumy è fottuta, sarà persa per la Russia”. Ha parlato più o meno della maggior parte dell’Oblast’ di Sumy.

Nel frattempo, una donna di Sumy ha postato questo:

Si noti che “Importi” in basso è una traduzione errata di Sumy da parte dell’AI.

Ciò ha fatto seguito alla pubblicazione di Mariana Bezugla:

Ultimi articoli di nota:

https://www.politico.eu/articolo/missili-ucraina-attacchi-drone-bombardieri-russia-guerra-invasione-trattative-pace-conflitto/

Politico lustra l'”Operazione ragnatela” dell’Ucraina, ma alla fine conclude che avrà pochi effetti reali sulla guerra:

È triste dirlo, ma anche se l’attacco complica la scelta della Russia di dove basare i suoi bombardieri strategici e di come proteggerli, la tendenza militare è ancora a favore del Cremlino, con o senza sanzioni economiche più dure. E mentre la Russia aumenta la produzione di droni e missili balistici, la guerra aerea diventa sempre più difficile per l’Ucraina.

Scrivono poi:

Attualmente, si ritiene che il Paese abbia otto batterie di missili Patriot, ma si pensa che solo una mezza dozzina sia in funzione in qualsiasi momento… I Patriot sono circa l’unica arma che l’Ucraina ha per intercettare i missili balistici russi, ma spesso ci vuole una coppia di intercettori Patriot per abbattere un missile in arrivo.

Intanto, secondo Oleh Ivashchenko, capo del Servizio di intelligence estera dell’Ucraina, la Russia prevede di produrre circa 3.000 missili a lungo raggio nel 2025, tra cui 750 missili balistici Iskander e più di 560 missili Kh-101.E sebbene il numero esatto di missili Patriot che l’Ucraina ha a disposizione sia un segreto strettamente custodito, la maggior parte degli osservatori militari sospetta che siano meno di 200. .

In sostanza, i conti non tornano a favore dell’Ucraina.

L’analista ucraino Tatarigami è d’accordo:

Sebbene sia improbabile che questa operazione diminuisca immediatamente la frequenza degli attacchi missilistici contro l’Ucraina, dato che la Russia impiega in genere da 7 a 11 bombardieri per ogni salva, essa ha implicazioni a più lungo termine. Di conseguenza, la perdita anche solo di una parte di queste risorse, soprattutto quelle difficili o quasi impossibili da sostituire, riduce la capacità di proiezione di forze a lungo raggio della Russia e la sua flessibilità geostrategica complessiva. In sintesi, si è trattato di un’operazione significativa e probabilmente di grande successo per l’Ucraina. Sebbene non porti di per sé a una rapida riduzione della minaccia aerea sulle città ucraine, degrada un segmento critico delle capacità di proiezione di forza della Russia. Infine, potrebbe influenzare un potenziale accordo per ridurre e limitare gli attacchi a lungo raggio in futuro.

In breve: non ha alcun effetto reale sull’Ucraina, ma riduce la “proiezione di forza” globale della Russia. La traduzione più accurata è che l’Ucraina sta semplicemente combattendo la battaglia per indebolire la Russia in vista di una futura guerra Russia-NATO, usando se stessa come agnello sacrificale per farlo.

Alla luce di ciò, l’ultimo rapporto ISW sostiene:

Il Cremlino sta continuando a preparare la società russa e la base dell’industria della difesa russa (DIB) a una guerra prolungata con l’Ucraina e a una potenziale guerra futura con la NATO.

Il 30 maggio il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che consente al governo russo di revocare i diritti degli azionisti delle imprese industriali della difesa nel caso in cui l’impresa non adempia agli ordini di difesa dello Stato durante la legge marziale.[4] Il decreto consente al Ministero russo dell’Industria e del Commercio di nominare una società di gestione che agisca come unico organo esecutivo dell’impresa al fine di adempiere agli obblighi contrattuali nei confronti del governo russo. Il decreto si applica alle imprese di aviazione civile e di costruzione navale, alle imprese di sviluppo e produzione militare e ai subappaltatori del governo.

Putin sta probabilmente creando le condizioni legali per consentire al governo russo di requisire elementi dell’economia russa e del DIB nel caso in cui il Cremlino introduca la legge marziale completa per passare il Paese a un assetto di guerra. ISW continua a ritenere che il Cremlino stia preparando la società e l’economia russa a una guerra prolungata in Ucraina, indicando che la Russia non èinteressata a impegnarsi in negoziati in buona fede per raggiungere una soluzione diplomatica alla sua guerra in Ucraina.[5]

L’Ucraina ha annunciato che un altro centro di addestramento è stato colpito a Poltava, questa volta affermando che ci sono stati solo “feriti”:

Due nuovi carri armati Abrams e un Leopard sono stati recuperati dalle forze russe a Sumy e Kursk:

Una presentazione militare a Kiev sostiene che la Russia intende occupare tutto il territorio fino al Dniepr entro il 2026:

La Russia punta a liberare tutto il territorio a est del Dnepr e a tagliare fuori l’Ucraina dal Mar Nero

– Pavlo Palisa, vice capo dell’Ufficio di Zelensky, ha dichiarato che la Russia intende assumere il pieno controllo di tutto il territorio a est del fiume Dnepr nel 2026. L’operazione dovrebbe includere anche le regioni strategiche di Odessa e Nikolaev, eliminando così il restante accesso dell’Ucraina al Mar Nero.

Scarica

Si noti l’affermazione dell’intelligence secondo cui la Russia intende prendere d’assalto il Dnieper e conquistare Kherson entro la fine del 2025. Sanno qualcosa che noi non sappiamo?

All’inizio della giornata, le bombe a mano russe hanno distrutto l’edificio amministrativo della città di Kherson, dove è stata registrata una presenza militare ucraina:

Alla luce di tutte le provocazioni nel Mar Baltico, la flotta russa del Baltico ha inscenato esercitazioni per “respingere il sequestro di navi russe da parte dei terroristi” – possiamo immaginare a cosa si riferisca:

La Flotta del Baltico si sottopone a esercitazioni pianificate per salvare una nave catturata dai terroristi.

I distaccamenti di contro-sabotaggio della Flotta Baltica e le unità delle forze per le operazioni speciali si sono esercitati nella liberazione di una nave catturata dai terroristi.

Secondo lo scenario, una nave civile, che era un rimorchiatore di salvataggio della Flotta del Baltico, è stata catturata da un gruppo di uomini armati che minacciavano di uccidere gli ostaggi se non avessero obbedito.

Il Comando della Flotta del Baltico ha deciso di inviare nell’area dell’incidente navi antisabotaggio e di pattugliamento, nonché imbarcazioni ad alta velocità con personale delle forze speciali della Flotta del Baltico.

Per sostenere le azioni delle forze militari speciali, sono stati coinvolti elicotteri navali con distaccamenti d’assalto a bordo. Durante questo episodio dell’esercitazione, sono state praticate varie opzioni per isolare la nave catturata. Sono stati anche addestrati ad evacuare i feriti e a fornire loro assistenza medica.

Le unità delle forze operative speciali sono sbarcate dal mare e dall’aria sulla nave catturata, hanno bloccato e neutralizzato i finti terroristi. L’equipaggio della nave è stato liberato con successo.

Le truppe russe dimostrano un drone a fibra ottica con una portata record di 50 km su un enorme cilindro:

Un corrispondente russo cavalca uno dei nuovi droni terrestri UGV della Russia:

Un corrispondente della Zvezda ha fatto un giro su un drone terrestre – il progetto militare è in fase di test in uno dei campi di prova della regione di Mosca. Dopo tutte le modifiche, il robot dovrebbe essere inviato nella zona SVO. Può essere utilizzato per consegnare munizioni ed evacuare i soldati: sette persone possono salire contemporaneamente, ha dichiarato Vladislav Kustov. La capacità di carico del drone è di almeno 500 chilogrammi.

Un’unità russa senza nome si lancia in un fulmineo assalto in moto, dimostrando il nuovo volto della guerra:

Una vignetta attuale sull’ossessione tormentosa e, allo stesso tempo, esilarante e senza speranza che tormenta l’Ucraina per il ponte di Crimea:


Il vostro supporto è inestimabile. Se avete apprezzato la lettura, vi sarei molto grato se vi impegnaste a sottoscrivere un impegno mensile/annuale per sostenere il mio lavoro, così da poter continuare a fornirvi report dettagliati e incisivi come questo.

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I colloqui russo-ucraini sono in una situazione di stallo che solo gli Stati Uniti o la forza bruta possono superare, di Andrew Korybko

I colloqui russo-ucraini sono in una situazione di stallo che solo gli Stati Uniti o la forza bruta possono superare

Andrew Korybko3 giugno
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Lo scenario migliore e più realistico per la Russia sarebbe che gli Stati Uniti cercassero seriamente di costringere l’Ucraina a fare delle concessioni, che la Russia non rispondesse in modo devastante alle successive provocazioni disperate dell’Ucraina e che poi l’Ucraina capitolasse poco dopo, una volta che gli Stati Uniti la interrompessero.

Il secondo round dei colloqui russo-ucraini, recentemente ripresi a Istanbul lunedì, non ha portato a progressi verso la pace. Entrambe le parti si sono semplicemente scambiate le rispettive memorandum sui loro prevedibili finali politico-militari a somma zero e hanno concordato un altro scambio di prigionieri . Tale risultato era prevedibile, dato che gli Stati Uniti non hanno ancora costretto nessuna delle due parti a concessioni. Pertanto, a meno che gli Stati Uniti non intervengano e ottengano successo, solo la forza bruta può uscire da questa situazione di stallo.

Per quanto riguarda la possibile soluzione di un intervento americano, assumerebbe forme diverse con l’Ucraina e/o la Russia, se mai dovesse concretizzarsi. Per quanto riguarda la prima, gli Stati Uniti dovrebbero minacciare in modo credibile di tagliare completamente fuori l’Ucraina dagli aiuti militari, di intelligence ed economici se non accettasse alcune delle concessioni richieste dalla Russia per la pace, e poi procedere in tal senso se Zelensky rifiutasse. Anche se gli europei probabilmente non seguiranno l’esempio , non potrebbero sostituire il ruolo allora perduto degli Stati Uniti nell’aiutare l’Ucraina.

Per quanto riguarda la forma che assumerebbe con la Russia, gli Stati Uniti dovrebbero imporre e poi applicare sanzioni secondarie paralizzanti contro tutti i clienti energetici russi, senza eccezioni, con particolare attenzione a Cina, India, UE e Turchia. Oltre a quanto sopra, o in sua sostituzione, a causa del doloroso contraccolpo che tali sanzioni potrebbero comportare, gli Stati Uniti potrebbero anche “escalation to de-escalation” aumentando gli aiuti militari, di intelligence ed economici all’Ucraina, sebbene a rischio di una guerra per un errore di calcolo con la Russia.

Per quanto riguarda la possibile soluzione della forza bruta, anche questa assumerebbe forme diverse da quelle dell’Ucraina e/o della Russia, se mai dovesse concretizzarsi. Per quanto riguarda la prima, l’Ucraina dovrebbe effettuare un numero sufficiente di attacchi strategici con droni contro la Russia per costringere Putin a capitolare alle richieste massimaliste di Zelensky, ma senza provocare una rappresaglia devastante con gli Oreshnik (eventualmente dotati di armi nucleari tattiche). Questo obiettivo è tuttavia irrealistico, mentre i mezzi sono estremamente rischiosi. Ciononostante, l’Ucraina potrebbe comunque tentarlo.

Quanto alla forma che potrebbe assumere la Russia, Putin dovrebbe autorizzare la suddetta rappresaglia per costringere Zelensky a capitolare alle sue stesse richieste massimaliste, ma senza provocare Trump a “de-escalation” in risposta per paura di perdere tutti gli investimenti statunitensi nel “Progetto Ucraina”. La Russia dovrebbe anche essere pronta a rispondere a qualsiasi disperata provocazione europea in tal caso, come il dispiegamento formale di truppe in Ucraina , pur tenendo gli Stati Uniti fuori dalla mischia.

La terza possibile soluzione che alcuni avrebbero potuto concepire, ovvero continuare la campagna sul terreno in assenza di coercizione statunitense su entrambe le parti e senza che nessuna delle due “escalation per de-escalation” a modo proprio, porterebbe inevitabilmente a questo scenario con il tempo. Dopotutto, Trump sarebbe costretto a isolare l’Ucraina o a “escalation per de-escalation” se le linee del fronte crollassero, nel qual caso l’Ucraina o la Russia potrebbero a loro volta “escalation per de-escalation”. Un certo grado di escalation potrebbe quindi essere inevitabile.

Considerando queste dinamiche strategiche, lo scenario migliore e più realistico per la Russia sarebbe quindi che gli Stati Uniti cercassero seriamente di costringere l’Ucraina a fare concessioni , che la Russia non rispondesse in modo devastante alle successive disperate provocazioni ucraine e che l’Ucraina capitolasse poco dopo, una volta che gli Stati Uniti la interrompessero. Purtroppo, l’ ultima… la retorica contro Putin e la bozza di legge sulle sanzioni del suo alleato Lindsey Graham suggerisce che non è pronto a farlo, quindi potrebbe verificarsi lo scenario peggiore.

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Lavrov ha sollevato tre punti importanti sulla diplomazia militare russa

Andrew Korybko6 giugno
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È nell’interesse della Russia amplificare questi punti per contrastare le interpretazioni distorte della sua diplomazia militare, volte a screditare la politica russa presentandola come un partner inaffidabile.

Il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov è stato duramente attaccato da un attivista filo-ucraino che si spacciava per giornalista, il quale, durante il suo ultimo viaggio in Armenia, ha provocatoriamente insinuato che l’uso di armi russe da parte dell’Azerbaigian suggerisse il sostegno di Mosca a Baku anziché a Yerevan. Nella sua risposta, troppo lunga per essere ripubblicata integralmente ma che può essere letta qui , Lavrov ha sollevato tre punti importanti sulla diplomazia militare russa che vale la pena sottolineare, poiché la maggior parte dei media li ha ignorati.

Prima di procedere, è importante definire cosa si intende per diplomazia militare. Questa si riferisce all’uso della vendita di armi per promuovere obiettivi politici, che nel caso della Russia si traduce in tali vendite a paesi rivali nella speranza di mantenere l’equilibrio di potere tra di loro. Ha lo scopo di incoraggiarli ad affidarsi a mezzi politici per risolvere le loro controversie anziché a quelli militari. Al contrario, la diplomazia militare degli Stati Uniti mira a conferire ai propri partner vantaggi rispetto ai loro avversari, in modo che facciano affidamento su mezzi militari.

Di conseguenza, la Russia vende armi sia all’Armenia che all’Azerbaigian, mentre gli Stati Uniti hanno iniziato ad allontanarsi dall’Azerbaigian verso l’Armenia sotto Biden e potrebbero continuare su questa strada sotto Trump. Questi fatti aggiungono contesto ai tre punti importanti sollevati da Lavrov sulla diplomazia militare russa, il primo dei quali è che “Molti paesi hanno le nostre armi, ma ciò non significa che vengano sempre utilizzate in modi che siano in linea con i principi che convengono a tutti”.

A titolo di esempio, ha ricordato al suo provocatore filo-ucraino che “anche l’Armenia ha utilizzato armi di fabbricazione russa negli anni successivi alla sua indipendenza, in particolare per conquistare sette distretti azeri che non aveva mai rivendicato ufficialmente”. Il secondo punto importante sollevato da Lavrov è stato che “acquistare armi da altri paesi non è un problema. Questo spetta ai nostri amici armeni”, ma ha lasciato intendere secondi fini da parte dell’Armenia nell’acquistare armi dalla Francia, paese ostile alla Russia.

La Francia pratica la stessa forma di diplomazia militare degli Stati Uniti, mirando a conferire ai propri partner vantaggi rispetto agli avversari, in modo che si avvalgano di mezzi militari anziché politici per risolvere le controversie. Per quanto riguarda l’acquisto di armi francesi da parte dell’Armenia, ciò suggerisce che la leadership armena potrebbe ancora nutrire obiettivi revanscisti che potrebbero provocare un altro conflitto, il che avvalora la posizione dell’Azerbaigian. preoccupazioni .

I due punti precedenti hanno poi portato direttamente al terzo, su come la Russia abbia cercato di risolvere politicamente questo conflitto in passato, dopo aver armato entrambe le parti in base alla sua dichiarata politica di diplomazia militare. Lavrov ha rinfrescato la memoria a tutti ricordando come la Russia avesse proposto il ritiro dell’Armenia da cinque delle regioni azere occupate, mentre le restanti due sarebbero state “lasciate alle generazioni future”. Nella sua valutazione, “[era] probabilmente una soluzione migliore di quella attuale”, eppure l’Armenia l’ha respinta.

Nel complesso, Lavrov ha sollevato i seguenti tre punti importanti sulla diplomazia militare russa: 1) in ultima analisi la Russia non è responsabile di come i suoi partner utilizzano le sue armi; 2) questi stessi partner sono liberi di acquistare armi da chiunque desiderino (anche se farlo da paesi anti-russi suscita perplessità); e 3) l’Armenia ha respinto il compromesso proposto dalla Russia con l’Azerbaigian sul Karabakh, che si basava sul ruolo di mediazione che Mosca aveva ottenuto attraverso la sua diplomazia militare con entrambi.

È nell’interesse della Russia amplificare i punti sopra menzionati al fine di contrastare le interpretazioni distorte e strumentali che mirano a screditare la politica russa presentandola come un partner inaffidabile. Questa falsa percezione viene poi sfruttata per aiutare il complesso militare-industriale americano a fare progressi a spese del concorrente russo, il che, in questo caso, si traduce in una falsa legittimazione e, di conseguenza, nell’accelerazione del passaggio dell’Armenia verso gli Stati Uniti, che minaccia di destabilizzare la regione.

Trump era a conoscenza in anticipo degli attacchi strategici con i droni dell’Ucraina?

Andrew Korybko4 giugno
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Di seguito sono riportati cinque punti rilevanti, ciascuno accompagnato da brevi argomentazioni sul perché dimostrano o meno che egli ne fosse realmente consapevole, il che aiuterà i lettori a farsi un’idea propria.

Gli attacchi strategici con droni condotti domenica dall’Ucraina contro elementi della triade nucleare russa in tutto il Paese sono stati una provocazione senza precedenti che rischia di aggravare drasticamente il conflitto. Da allora si sono susseguite speculazioni sul fatto che Trump fosse a conoscenza di questi attacchi in anticipo, cosa che il suo addetto stampa ha negato . Di seguito sono riportati cinque punti rilevanti, ciascuno accompagnato da brevi argomentazioni sul perché dimostrino o meno che ne fosse effettivamente a conoscenza, che aiuteranno i lettori a farsi un’idea.

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1. Trump sta spingendo per un bilancio della difesa record di mille miliardi di dollari

* L’escalation e il successivo mantenimento delle tensioni con la Russia, ma soprattutto il loro mantenimento a livelli gestibili, creerebbe un senso di urgenza al Congresso per l’approvazione di questo bilancio record entro la fine dell’anno e ridurrebbe l’opposizione da parte dei principali alleati del MAGA. Il complesso militare-industriale è influente nel Trump 2.0 e lui stesso si è sempre vantato di quanto potenti vorrebbe che diventassero le Forze Armate statunitensi. Potrebbe quindi essere stato a conoscenza in anticipo dei piani di attacco con droni dell’Ucraina, ma non li ha annullati per questo motivo.

– Trump ha investito molto capitale politico nel tentativo di allentare le tensioni con la Russia e ha ricevuto tonnellate di critiche, eppure rimane ufficialmente impegnato in questo (almeno per ora), il che suggerisce sincerità. Per quanto riguarda il suo bilancio della difesa proposto, potrebbe riguardare più la preparazione degli Stati Uniti alla guerra con la Cina, non un’altra guerra infinita contro la Russia per procura. C’è anche un’ampia approvazione del Congresso per contenere la Cina, quindi il suo bilancio della difesa probabilmente non ha bisogno di un’escalation delle tensioni con la Russia per essere approvato.

2. Trump ha sorprendentemente risolto i suoi problemi con Zelensky

* L’ accordo sui minerali , l’ultimo incontro di persona di Trump con Zelensky in Vaticano e l’influenza delle burocrazie militari, di intelligence e diplomatiche permanenti degli Stati Uniti (“stato profondo”) potrebbero essersi combinati per rimodellare la percezione che Trump ha di Zelensky e Putin. Potrebbe quindi essere che, mentre Trump parla di pace con Putin in pubblico, stia complottando contro di lui durante i colloqui con Zelensky. Il loro ultimo incontro di persona potrebbe persino aver visto Trump approvare i piani strategici di Zelensky per l’attacco con i droni.

– Trump è orientato al profitto e volubile, quindi è comprensibile che il suo atteggiamento nei confronti di Zelensky sia cambiato in meglio dopo la firma dell’accordo sui minerali. Allo stesso modo, la sua incapacità di raggiungere accordi simili o più significativi con Putin – che dipendono prima dal congelamento o dalla risoluzione del conflitto ucraino – spiega la sua nuova dura retorica nei suoi confronti. Se Trump fosse stato a conoscenza dei piani di Zelensky in anticipo, li avrebbe annullati per non rischiare di perdere questi potenziali accordi con Putin in seguito.

3. Trump ha avvertito che presto potrebbero accadere cose “DAVVERO BRUTTE” alla Russia

* Il suo scandaloso post è arrivato meno di una settimana prima degli attacchi strategici con i droni dell’Ucraina e potrebbe quindi aver voluto prefigurare questa provocazione senza precedenti, sebbene in modo “plausibilmente negabile” ai fini del controllo dell’escalation. Trump avrebbe anche potuto voler segnalare a Putin che avrebbe fatto meglio ad accettare un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, altrimenti sarebbe stato un disastro. Se è davvero andata così, allora potrebbe star preparando un altro post simile per lo stesso motivo, sperando che possa poi spingere Putin a fare concessioni.

– I critici sostengono che Trump a volte bluffi come tattica negoziale, quindi questo potrebbe essere stato un esempio di ciò in pratica sulla scena mondiale. La formulazione e la tempistica hanno casualmente servito gli interessi rilevanti dello “stato profondo” dell’era Biden, che avrebbe potuto preparare questa provocazione senza precedenti molto tempo fa senza che lui lo scoprisse mai, dato che potrebbe implicare Trump agli occhi di Putin. In tal caso, il processo di pace potrebbe crollare e Trump potrebbe quindi intensificare la sua risposta, proprio come desiderano.

4. Axios inizialmente sosteneva che l’Ucraina avesse informato gli Stati Uniti in anticipo

* Sebbene Axios abbia successivamente corretto il suo rapporto per sottolineare che l’Ucraina non aveva informato in anticipo gli Stati Uniti, la sua affermazione iniziale potrebbe essere stata corretta, ma comprensibili preoccupazioni relative al controllo dell’escalation nei confronti della Russia avrebbero potuto spingere la Casa Bianca a richiedere urgentemente una modifica. Axios potrebbe aver aderito volontariamente per motivi di sicurezza nazionale o perché costretta da minacce legali. In ogni caso, questo incidente ha convinto alcuni che Trump fosse effettivamente a conoscenza in anticipo dei piani dell’Ucraina.

– Axios ha commesso un errore innocente nel suo rapporto iniziale, poi prontamente corretto, oppure si è trattato di una provocazione premeditata da parte di elementi dello “Stato profondo” fedeli ai Democratici per incriminare Trump. Se si fosse verificato il secondo scenario, lo scopo sarebbe stato convincere Putin che Trump fosse realmente a conoscenza in anticipo dei piani dell’Ucraina, il che avrebbe potuto innescare il collasso del processo di pace. Ciononostante, la Russia è ben consapevole dei trucchi dello “Stato profondo”, quindi potrebbe non cadere in quest’ultima possibile trappola.

5. Trump è rimasto sospettosamente in silenzio riguardo a questi attacchi

* Per uno che sembra avere sempre un’opinione su tutto, anche sulle cose più banali e casuali, Trump non ha ancora detto una parola sulla provocazione senza precedenti dell’Ucraina contro la Russia. Il suo silenzio sospetto viene quindi interpretato da alcuni come tacita approvazione. Dopotutto, questi attacchi strategici con droni rischiano di innescare il collasso del processo di pace in cui ha già investito così tanto capitale politico, quindi ne consegue che avrebbe già condannato l’Ucraina se fosse stato davvero contrario a ciò che ha fatto.

– Trump potrebbe essere stato colto di sorpresa da questa situazione tanto quanto Putin, se lo “stato profondo” dell’era Biden avesse davvero architettato tutto molto tempo fa senza che lui lo scoprisse. Pertanto, entrambi potrebbero aver concordato – sia durante una telefonata non riportata domenica, sia durante quella dei loro principali diplomatici lo stesso giorno – di mantenere la calma mentre indagavano congiuntamente, mantenendo così vivo il processo di pace per il momento. In tal caso, il silenzio di Trump sarebbe temporaneo e Putin saprebbe già di non doverlo interpretare erroneamente come un’accettazione.

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La risposta alla domanda se Trump fosse a conoscenza in anticipo degli attacchi strategici dell’Ucraina determinerà l’entità della ritorsione russa e se rimarrà coinvolta nel processo di pace. Lo scenario migliore, dal punto di vista russo, è che Putin si convinca che Trump non ne fosse a conoscenza e agisca contro coloro che nel suo governo lo sapevano, mentre lo scenario peggiore è che Putin concluda che Trump ne fosse a conoscenza e che o l’abbia approvato, o non gliene importasse, o non sia riuscito a fermarlo, ma non lo abbia informato.

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La rappresaglia della Russia agli attacchi strategici con i droni dell’Ucraina porrà fine al conflitto in modo definitivo?

Andrew Korybko1 giugno
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Questa notte sarà decisiva per il futuro del conflitto.

L’Ucraina ha condotto domenica attacchi strategici con droni contro diverse basi in tutta la Russia, note per ospitare elementi della sua triade nucleare. Questo è avvenuto un giorno prima del secondo round dei colloqui russo-ucraini recentemente ripresi a Istanbul e meno di una settimana dopo che Trump aveva avvertito Putin che “cose brutte… DAVVERO BRUTTE” avrebbero potuto presto accadere alla Russia. Non si può quindi escludere che fosse a conoscenza della situazione e che abbia persino manifestato discretamente il suo consenso per “costringere la Russia alla pace”.

Certo, è anche possibile che stesse bluffando e che la CIA dell’era Biden abbia contribuito a orchestrare questo attacco in anticipo senza che lui lo scoprisse, in modo che l’Ucraina potesse sabotare i colloqui di pace se avesse vinto e fare pressione su Zelensky, oppure estorcere alla Russia le massime concessioni, ma le sue minacciose parole appaiono comunque negative. Qualunque sia la portata della conoscenza di Trump, Putin potrebbe tornare a salire sulla scala dell’escalation inviando altri Oreshnik all’Ucraina, il che potrebbe rischiare una rottura dei loro rapporti.

Considerando che Trump viene tenuto all’oscuro del conflitto dai suoi più stretti consiglieri (senza contare Witkoff), come dimostrato dal fatto che ha erroneamente descritto gli attacchi di ritorsione della Russia contro l’Ucraina della scorsa settimana come immotivati, potrebbe reagire allo stesso modo all’inevitabile ritorsione russa. Il suo alleato Lindsay Graham ha già predisposto una legge per imporre dazi del 500% su tutti i clienti energetici russi, che Trump potrebbe approvare in risposta, e questo potrebbe accompagnarsi all’aumento degli aiuti armati all’Ucraina in una grave escalation.

Tutto dipende quindi dalla forma della ritorsione russa; dalla risposta degli Stati Uniti; e – se non verranno annullati di conseguenza – dall’esito dei colloqui di domani a Istanbul. Se le prime due fasi di questo scenario non sfuggiranno al controllo, tutto dipenderà se l’Ucraina farà concessioni alla Russia dopo la sua ritorsione; se la Russia farà concessioni all’Ucraina dopo la risposta degli Stati Uniti alla ritorsione russa; o se i loro colloqui saranno ancora una volta inconcludenti. Il primo è di gran lunga l’esito migliore per la Russia.

La seconda ipotesi suggerirebbe che gli attacchi strategici con droni dell’Ucraina contro la triade nucleare russa e la risposta degli Stati Uniti alla loro rappresaglia abbiano spinto Putin a scendere a compromessi sui suoi obiettivi dichiarati. Questi sono il ritiro dell’Ucraina da tutte le regioni contese, la sua smilitarizzazione, la denazificazione e il ripristino della sua neutralità costituzionale. Il congelamento della Linea di Contatto (LOC), anche forse in cambio di un allentamento delle sanzioni statunitensi e di un’azione incentrata sulle risorse. strategico una partnership con essa potrebbe cedere il vantaggio strategico della Russia.

Non solo l’Ucraina potrebbe riarmarsi e riposizionarsi prima di riprendere le ostilità a condizioni relativamente migliori, ma truppe occidentali in uniforme potrebbero anche invadere l’Ucraina , dove potrebbero fungere da trappole per manipolare Trump inducendolo a “escalation to de-escalation” in caso di attacco russo. Per quanto riguarda la terza possibilità, colloqui inconcludenti, Trump potrebbe presto perdere la pazienza con la Russia e quindi “escalation to de-escalation” comunque. Potrebbe sempre andarsene , tuttavia, ma i suoi recenti post suggeriscono che non lo farà.

Nel complesso, la provocazione senza precedenti dell’Ucraina inasprirà il conflitto, ma non è chiaro cosa succederà dopo l’inevitabile rappresaglia russa. La Russia o costringerà l’Ucraina a fare le concessioni che Putin chiede per la pace; la risposta degli Stati Uniti alla sua rappresaglia costringerà invece la Russia a fare concessioni all’Ucraina; oppure entrambe le situazioni rimarranno gestibili e i colloqui di domani saranno inconcludenti, probabilmente ritardando così l’apparentemente inevitabile escalation del coinvolgimento degli Stati Uniti. Questa sera sarà quindi decisiva per il futuro del conflitto.

Il rafforzamento militare russo lungo il confine finlandese diventerà probabilmente la nuova normalità

Andrew Korybko1 giugno
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Si tratta di una risposta prevedibile alla decisione inutile e altamente provocatoria della Finlandia di aderire alla NATO.

Il New York Times (NYT) ha recentemente pubblicato un articolo su come ” La Russia rafforza le basi vicino al confine con la Finlandia “, basandosi su immagini satellitari per giungere a tale conclusione. Il rafforzamento militare della Russia nel nord del Paese viene descritto come inquietante nell’articolo, con abbondanti speculazioni sui suoi piani post-Ucraina tra gli intervistati. A loro merito, gli autori del NYT hanno effettivamente fatto riferimento alle percezioni della Russia sull’espansione della NATO, ma non le hanno portate alle loro logiche conclusioni per quanto riguarda la Finlandia.

Non si fa alcun accenno a quanto fosse inutile la sua decisione di aderire alla NATO. Prima di allora, la Finlandia era già un cosiddetto “membro ombra” della NATO, nel senso che si era strettamente integrata con il blocco e aveva praticamente ottenuto l’interoperabilità con le sue forze dopo anni di addestramento congiunto. Ciononostante, non aveva le garanzie di difesa reciproca previste dall’Articolo 5, ma oggettivamente non erano necessarie, poiché non c’era mai stato uno scenario credibile in cui la Russia avrebbe lanciato un attacco immotivato o un’invasione totale della Finlandia.

Poco dopo lo speciale Quando l’operazione è iniziata oltre tre anni fa, l’élite liberal-globalista finlandese ha diffuso il panico tra i suoi sostenitori, sostenendo che il loro Paese potesse essere il prossimo dopo l’Ucraina, il che è stato il falso pretesto con cui ha ribaltato la sua posizione decennale nei confronti dell’adesione formale alla NATO. Lungi dall’aderire per sincere preoccupazioni per la propria sicurezza, l’ha fatto unicamente per espandere il confine della NATO con la Russia, che avrebbe potuto essere presentato come una simbolica vittoria occidentale, a prescindere dall’esito di questa guerra per procura in corso .

Ecco tre briefing di base sull’argomento per aggiornare i lettori ignari:

* 8 febbraio 2024: “ La Finlandia apre il fronte di contenimento artico della NATO contro la Russia ”

* 25 maggio 2024: “ Una nuova cortina di ferro si sta costruendo dall’Artico all’Europa centrale ”

* 1 ottobre 2024: “ Non dimentichiamoci di come il fianco nord-orientale della NATO possa creare molti problemi alla Russia ”

Ora verranno riassunti e inseriti nel più ampio contesto geostrategico della Nuova Guerra Fredda .

In breve, l’adesione della Finlandia alla NATO consente al blocco di distogliere una parte delle forze russe da altri fronti come quello ucraino, ampliando al contempo la capacità dell’Occidente di proiettare forze in Russia, rendendola una mossa altamente strategica ma anche estremamente pericolosa. La nuova cortina di ferro che sta calando sulla regione collegando le difese di confine recentemente rafforzate della Finlandia, la “Linea di difesa baltica”, e lo “Scudo orientale” polacco garantirà la persistenza delle tensioni post-ucraine.

Anche nello scenario del nascente Russo – USA ” Nuovo Con la ” distensione ” che si evolve in un partenariato strategico a pieno titolo, basato sulla cooperazione per le risorse, come i progetti congiunti per l’Artico , come quelli proposti da Mosca, i membri europei della NATO potrebbero ancora minacciare unilateralmente la Russia attraverso questi mezzi. In altre parole, la stessa strategia che la precedente amministrazione statunitense ha cercato di adottare contro la Russia potrebbe essere utilizzata dai suoi alleati nominali per provocare una crisi e complicare i rapporti della nuova amministrazione con la Russia, il che è ironico.

Detto questo, la probabilità che ciò venga tentato – per non parlare del suo successo – si ridurrebbe notevolmente se la suddetta “Nuova Distensione” entrasse in vigore, poiché gli Stati Uniti potrebbero semplicemente rifiutarsi di estendere le garanzie di difesa reciproca dell’Articolo 5 a qualsiasi dei suoi “alleati canaglia” che fomentassero problemi su questo fronte, dissuadendoli così. Detto questo, rimane sempre la possibilità che una futura amministrazione statunitense non sia così amichevole nei confronti della Russia o si “stacchi” da essa con qualsiasi pretesto, quindi la Russia non potrà mai abbassare la guardia da qui in poi.

La Russia non guarderà più dall’altra parte mentre la Serbia arma indirettamente l’Ucraina

Andrew Korybko30 maggio
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Qualunque cosa accada, e si spera che non accada nulla di troppo drammatico, è da tempo che la Russia dovrebbe finalmente chiamare in causa Vucic.

Il Servizio di Intelligence Estero russo (SVR) ha accusato la Serbia di aver sparato alle spalle alla Russia armando l’Ucraina. Tali notizie sono circolate per la prima volta in relazione alle fughe di notizie del Pentagono della primavera del 2023, ma sono state smentite dal presidente Aleksandar Vučić, che ha appena sfidato le pressioni dell’UE visitando Mosca durante il Giorno della Vittoria. Ha reagito alle ultime notizie dichiarando che bloccherà la fornitura di armi e munizioni serbe ai paesi sospettati di inviarle all’Ucraina, ma ciò contraddice quanto dichiarato nel giugno 2023 .

All’epoca, disse: “È possibile che stia succedendo? Non ho dubbi che possa succedere. Qual è l’alternativa per noi? Non produrlo? Non venderlo?… Ma non sono uno stupido. Sono consapevole che alcune armi potrebbero finire in Ucraina”. In altre parole, ha chiuso un occhio quando i paesi hanno inviato armi e munizioni serbe all’Ucraina, ma il rapporto dell’SVR suggerisce che la Russia non girerà più dall’altra parte. La Russia potrebbe quindi smettere di sostenere la sua affermazione che le recenti proteste contro di lui siano una Rivoluzione Colorata .

Per essere assolutamente chiari, la Russia non inciterà tali manifestazioni, ma potrebbe rimanere in silenzio se ripetesse queste accuse la prossima volta che ci saranno proteste su larga scala contro di lui. Ciò dimostrerebbe che ci sono motivi legittimi per opporsi a lui, suggerirebbe che i partecipanti non sono tutti tirapiedi filo-occidentali e potenzialmente incoraggerebbe i patrioti a mantenere alta la pressione. Questo non significa che la Russia voglia sostituirlo, ma che potrebbe ora ritenere che tenerlo sotto controllo non sia una cattiva idea.

Dopotutto, non solo sta permettendo ad altri paesi di inviare armi e munizioni serbe in Ucraina, ma il suo generale di punta ha accennato all’intenzione di attuare una svolta militare filo-occidentale sotto la pressione delle sanzioni all’inizio dell’anno. Inoltre, Vučić ha recentemente licenziato il vice primo ministro Aleksandar Vulin, ampiamente considerato il funzionario più vicino alla Russia nel suo governo. Questi sviluppi hanno probabilmente contribuito a spiegare perché l’SVR ha infine deciso di accusare Vučić di aver permesso alla Serbia di armare indirettamente l’Ucraina.

Non si può escludere che la Russia abbia ottenuto informazioni di intelligence che indicano una svolta filo-occidentale più decisa da parte della Serbia, come l’adesione ufficiale alle sanzioni a complemento dei suoi voti contro la Russia alle Nazioni Unite o qualche altra manifestazione, forse la cessazione definitiva dell’uso di armi russe. Questo potrebbe spiegare perché la Russia abbia deciso di denunciare Vučić nonostante anni di difesa. Comunque sia andata, la Russia non vede più Vučić allo stesso modo di prima e ora vuole che il mondo intero lo sappia.

L’SVR ha ricordato a tutti che “la Russia è venuta in aiuto dei serbi più di una volta nei momenti più critici della loro storia. Ricordiamo, ad esempio, la liberazione della Serbia dal giogo dell’Impero Ottomano, la prevenzione di una catastrofe nazionale durante la Prima Guerra Mondiale, la lotta contro gli occupanti fascisti e i loro scagnozzi durante la Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti NATO di Belgrado, la tragedia del Kosovo”. Ciò rafforza il fatto che la Russia si senta tradita dalla Serbia e da Vučić in particolare.

I legami interpersonali rimangono ancora forti, eppure Vucic potrebbe presto colpire duramente la sua popolazione, a maggioranza russofila, con il falso pretesto che la Russia stia tramando la sua rimozione. Non sarebbe sorprendente se un’agenzia di intelligence occidentale lo avvertisse di un finto complotto per provocare la sua prevedibile reazione. Qualunque cosa accada, e si spera che non accada nulla di troppo drammatico, è da tempo che la Russia chiama finalmente in causa Vucic. Lo scenario migliore è che capisca il messaggio e smetta di armare indirettamente l’Ucraina.

Qual è la probabilità che la Russia presto lanci altri Oreshnik sull’Ucraina?

Andrew Korybko29 maggio
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Passo dopo passo, Trump sta trasformando la “guerra del sonnolento Joe Biden” nella sua, esattamente come Steven Bannon lo aveva avvertito di non fare.

La rivelazione del cancelliere tedesco Friedrich Merz secondo cui l’Occidente avrebbe rimosso tutte le restrizioni alla gittata delle armi fornite all’Ucraina ha suscitato una sensazione di déjà vu dalla fine dell’anno scorso. La Russia li aveva messi in guardia dal farlo all’epoca, il momento della verità è finalmente arrivato dopo che loro l’hanno sfidato, e poi Putin ha scalato la scala dell’escalation autorizzando l’uso di un missile ipersonico a medio raggio Oreshnik, fino ad allora top secret, contro l’Ucraina. La storia potrebbe quindi essere sul punto di ripetersi .

Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha descritto la decisione dell’Occidente come “piuttosto pericolosa”, mentre il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha valutato che sia stata evidentemente “presa da tempo e tenuta segreta”, il che è in linea con quanto affermato in seguito dallo stesso Merz nel chiarire le sue dichiarazioni. Ciononostante, questa politica non ha ancora portato ad attacchi strategicamente significativi, né tantomeno a rimodellare le dinamiche del conflitto a favore dell’Ucraina. Se la situazione dovesse cambiare, tuttavia, la Russia potrebbe sganciare altri Oreshnik.

Ciò potrebbe accadere anche in assenza di questi due scenari scatenanti. Trump ha pubblicato in modo minaccioso martedì: “Quello che Vladimir Putin non capisce è che se non fosse stato per me, alla Russia sarebbero già successe un sacco di cose davvero brutte, e intendo DAVVERO BRUTTE. Sta giocando col fuoco!”. Questo post segue quello su come “[Putin] sia completamente impazzito!”, che è stato analizzato qui come prova del fatto che sia stato maliziosamente disinformato dai suoi fidati consiglieri e/o che abbia creato il pretesto per l’escalation statunitense.

È quindi chiaro che Trump si sta preparando alla possibilità che i colloqui di pace possano presto fallire, in vista della quale sta cercando di costruire una narrazione egoistica. Denigrando Putin come “pazzo” e insinuando che “cose brutte… DAVVERO BRUTTE” potrebbero presto accadere alla Russia, Trump sta segnalando una tacita approvazione delle imminenti provocazioni ucraine. Oltre all’uso di missili americani a lungo raggio contro obiettivi strategici, questo potrebbe assumere la forma di una campagna nazionale di omicidi e terrorismo.

Non va dimenticato che la Russia ha incolpato l’Ucraina per l’attacco terroristico al Crocus della primavera del 2024, l’ha accusata di aver complottato per assassinare Putin durante la parata del Giorno della Marina dello scorso luglio a San Pietroburgo e ha appena rivelato che uno sciame di droni russi ha cercato di abbattere il suo elicottero durante la visita della scorsa settimana a Kursk. Inoltre, Trump è rimasto sospettosamente in silenzio dopo che Zelensky ha implicitamente minacciato di attaccare la parata del Giorno della Vittoria a Mosca, quindi è possibile che possa finalmente “lasciare andare l’Ucraina” anche se si ritira dal conflitto.

Nel caso in cui i missili occidentali a lungo raggio dell’Ucraina colpiscano obiettivi strategicamente significativi e/o venga avviata una campagna nazionale di omicidi e terrorismo, soprattutto in presenza di una minaccia credibile per Putin o altri alti funzionari, la Russia potrebbe reagire inviando altri Oreshnik. Per il momento si sta tenendo in disparte, apparentemente per evitare di indurre Trump ad attraversare il Rubicone con i mezzi sopra menzionati, ma non avrà più motivo di rimanere in silenzio se finirà per farlo per primo.

Tutto sommato, le relazioni russo-americane potrebbero presto deteriorarsi a seconda di ciò che farà l’Ucraina, soprattutto se il Cremlino concluderà che si tratta di un ammiccamento e un cenno di assenso da parte dell’America. Non c’è modo che la Russia non reagisca se l’Ucraina intensifica il conflitto. Questo potrebbe molto probabilmente assumere la forma di ulteriori attacchi Oreshnik, che a loro volta potrebbero essere sfruttati da Trump come pretesto per una più diretta escalation statunitense. Passo dopo passo, Trump sta trasformando la ” guerra del sonnolento Joe Biden ” nella sua, esattamente come Steven Bannon lo aveva avvertito di non fare.

Cinque spunti dalle elezioni presidenziali in Polonia

Andrew Korybko3 giugno
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Vincono il MAGA e i conservatori europei, perdono l’Ucraina e l’UE e diminuiscono i rischi di una guerra con la Russia.

Il candidato conservatore polacco alla presidenza, Dr. Karol Nawrocki, ha battuto di misura il suo rivale liberale Rafal Trzaskowski domenica al secondo turno elettorale, con il 50,89% contro il 49,11%, dopo aver perso il primo turno rispettivamente con il 29,54% contro il 31,36%. Il Primo Ministro liberale Donald Tusk ha dichiarato in modo drammatico che le elezioni avrebbero “deciso il futuro della Polonia”, tanto che in tutto il mondo si è manifestato interesse per il voto, data la sua crescente importanza negli affari europei. Ecco cinque spunti di riflessione da quanto appena accaduto:

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1. Questa è la prima vittoria conservatrice in Europa da settembre 2023

Da quando il Primo Ministro slovacco Robert Fico è tornato al potere dopo le elezioni parlamentari del suo Paese nel settembre 2023, non si è registrata una vittoria conservatrice in Europa. I liberali hanno vinto in Moldavia lo scorso novembre, in Germania a febbraio e in Romania il mese scorso. Avendo interrotto la tendenza, la Polonia ha dimostrato che il conservatorismo non è la causa persa che i liberali avevano travisato dopo quelle elezioni. Anzi, essendo il Paese più grande della regione, quanto accaduto in Polonia potrebbe influenzare anche le prossime elezioni di altri Paesi.

2. I populisti nazionalisti si sono schierati a favore dei conservatori, considerandoli il male minore

Al primo turno , i nazionalisti populisti Sławomir Mentzen e Grzegorz Braun hanno ottenuto un totale del 21,15% dei voti, rispettivamente con il 14,1% e il 6,34%. La maggior parte dei loro sostenitori si è poi schierata attorno a Nawrocki, considerandolo il male minore, nella speranza che mantenesse fede alle otto promesse che si era impegnato a rispettare per iscritto dopo l’intervista con Mentzen poco prima del secondo turno. Tra queste, la protezione della sovranità della Polonia nei confronti dell’UE e il rifiuto di autorizzare lo schieramento di truppe in Ucraina .

3. Le relazioni della Polonia con alcuni dei suoi partner chiave potrebbero presto peggiorare

Sulla base dell’ultima promessa, l’Ucraina non è per nulla contenta della vittoria di Nawrocki, sebbene ora stia cercando di mantenere la calma, pur condannandolo per essersi opposto all’adesione alla NATO come una delle sue otto promesse. Allo stesso modo, i rapporti con l’UE potrebbero nuovamente irrigidirsi, anche se non così tanto come lo erano quando i conservatori controllavano anche la carica di Primo Ministro. Lo stesso vale per la Germania, poiché il leader dell’opposizione conservatrice Jarosław Kaczynski ritiene che Tusk sia letteralmente un ” agente tedesco “.

4. I legami con la Russia probabilmente rimarranno tesi nel prossimo futuro…

Anche se Nawrocki finirà probabilmente in disaccordo con l’Ucraina, l’UE e forse persino la Germania, e nonostante sia amico di Trump , i rapporti con la Russia probabilmente non miglioreranno. Come Trzaskowski, sostiene il megaprogetto ” East Shield ” per la costruzione di fortificazioni di confine ad alta tecnologia lungo i confini dello Stato dell’Unione. Lo stesso vale per l’autoproclamata leadership polacca nell'” Iniziativa dei Tre Mari “, che include megaprogetti a duplice uso militare e logistico. La Russia è contraria a entrambi per motivi di sicurezza nazionale.

5. …Ma il rischio di una guerra tra loro per errore di calcolo è crollato

Se c’è un lato positivo nell’elezione di Nawrocki dal punto di vista russo, è che il suo impegno a non schierare truppe in Ucraina (cosa che richiede l’autorizzazione del Presidente, previa richiesta del Primo Ministro) ridurrà notevolmente il rischio di una guerra tra i due Paesi per errore di calcolo. La Polonia continuerà ad armare l’Ucraina a credito , a facilitare il flusso di armi altrui e a costruire quella che oggi è la terza forza armata più grande della NATO , ma finché le sue truppe non saranno schierate in Ucraina, la Russia non avrà motivo di attaccarla.

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” La Polonia è di nuovo pronta a diventare il principale partner degli Stati Uniti in Europa “, ancor più di quanto non lo fosse all’inizio di quest’anno, quando è stata pubblicata la precedente analisi. I conservatori di tutto il continente ora sperano di replicare il suo successo alle prossime elezioni dei loro paesi, riducendo al contempo il rischio di una Terza Guerra Mondiale. D’altro canto, la Polonia continuerà a creare problemi di sicurezza nazionale per la Russia, che disprezza ferocemente il partito orgogliosamente russofobo rappresentato da Nawrocki, quindi questa non è una vittoria per Putin .

Analisi dei rapporti secondo cui la Russia avrebbe concluso un accordo con il Pakistan per ricostruire la sua acciaieria

Andrew Korybko5 giugno
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Sebbene l’accordo segnalato sarebbe apolitico, la conseguente riduzione delle importazioni di acciaio pakistane, l’alleviamento della crisi valutaria e il rafforzamento dell’industria nazionale potrebbero avere implicazioni strategiche per il Pakistan nei confronti della rivalità con l’India.

Il dibattito geopolitico sui social media dell’Asia meridionale è stato dominato la scorsa settimana dalle notizie secondo cui la Russia avrebbe concluso un accordo multimiliardario con il Pakistan per ricostruire la sua acciaieria a Karachi, fondata con il sostegno sovietico nel 1973 e gestita in parte dai suoi funzionari fino al 1992. Secondo Adnan Aamir del Nikkei Asia , il cui articolo ha avuto più ampia diffusione di qualsiasi altro, “L’accordo è stato raggiunto [all’inizio di maggio] durante un incontro tra il presidente russo Denis Nazarov e Haroon Akhtar Khan”.

Essendo stato presumibilmente raggiunto subito dopo l’ ultimo conflitto indo-pakistano , in cui la Russia si è dimostrata sorprendentemente neutrale , è stato naturalmente accolto con entusiasmo dai pakistani e condannato dagli indiani. Sebbene l’accordo presumibilmente sia apolitico, la conseguente riduzione delle importazioni di acciaio pakistane, l’alleviamento della crisi valutaria e il rafforzamento dell’industria nazionale potrebbero avere implicazioni strategiche per il Pakistan rispetto alla rivalità con l’India. Questo spiega la reazione diametralmente opposta di entrambe le società.

Venerdì scorso, l’emittente pubblica pakistana PTV World ha riportato che ” i media globali definiscono la partnership strategica Russia-Pakistan una grave battuta d’arresto diplomatica per l’India “, ma più tardi, quello stesso giorno, Sputnik India, emittente pubblica russa, ha negato l’esistenza di un accordo del genere: “Sebbene i negoziati siano stati effettivamente svolti, Sputnik India non è riuscita a trovare alcuna prova che fosse stato firmato un ‘contratto multimiliardario’. È importante notare che questa ‘notizia’ è stata inizialmente riportata da Nikkea Asia, che ha CESSATO di trasmettere dalla Russia nel 2022”.

L’All India Radio, radio indiana finanziata con fondi pubblici, ha poi riportato quanto segue prima della fine della giornata: “Mosca ha fermamente negato qualsiasi accordo multimiliardario firmato, accusando elementi in Pakistan di cercare di compromettere il solido partenariato strategico tra India e Russia, soprattutto dopo la recente operazione Sindoor dell’India, che ha preso di mira i campi terroristici in Pakistan e PoK. Un alto funzionario russo ha definito i resoconti esagerati e ha affermato che mirano a sensazionalizzare legami che non esistono su tale scala”.

Il loro rapporto e il fact-checking di Sputnik India di venerdì scorso suggeriscono che, sebbene questi resoconti siano fondati, visto che quest’ultimo ha confermato che “i negoziati hanno avuto luogo”, Aamir del Nikkei Asia ha commesso un errore nel riportare erroneamente che un accordo era stato raggiunto o ha deliberatamente fuorviato per creare problemi. Secondo il Ministero dell’Informazione e della Radiodiffusione pakistano , l’unico accordo raggiunto il 13 maggio è stato quello di “formare un gruppo di lavoro congiunto” per la costruzione di una nuova acciaieria, il che non equivale a concludere un accordo.

Ciò non significa che un giorno non possano firmare un “contratto multimiliardario”, ma solo che ciò non è ancora accaduto, il che è importante poiché la tempistica subito successiva all’ultimo conflitto indo-pakistano potrebbe aver inavvertitamente danneggiato la percezione che gli indiani hanno della Russia, sebbene Mosca non abbia intenzioni ostili. Sembra quindi che sia esattamente così, come riportato da All India Radio, citando un alto funzionario russo anonimo, secondo cui questi rapporti “mirano a sensazionalizzare i legami (Russia-Pakistan)” al fine di interrompere quelli russo-indo-indiani.

Molte persone sono state sinceramente ingannate dall’articolo di Aamir per il Nikkei Asia, la cui formulazione è stata o un suo errore innocente o forse indicativa di intenzioni più subdole, e quindi hanno inconsapevolmente contribuito a questa operazione di guerra dell’informazione. In ogni caso, ciò che questo rapporto e la reazione regionale sui social media hanno dimostrato è che tutti ora riconoscono il successo del riavvicinamento russo-pakistano, ma pakistani e indiani lo valutano ovviamente in modo molto diverso.

La percezione dell’India da parte dei politici russi potrebbe cambiare

Andrew Korybko4 giugno
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La fazione politica pro-BRI sta attualmente vivendo una rinascita della sua influenza.

Sembra che sia in atto un cambiamento nel modo in cui i politici russi percepiscono l’India. Il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha avvertito a metà maggio che l’Occidente vuole mettere l’India contro la Cina e ha fatto un forte riferimento al Quad , a cui partecipa l’India, come esempio di formato “apertamente conflittuale”. Poco dopo, ha proposto la ripresa degli incontri nel formato Russia-India-Cina (RIC), nonostante le segnalazioni secondo cui la Cina avrebbe fornito informazioni satellitari al Pakistan durante il suo ultimo conflitto con l’India .

Questo ultimo sviluppo ha coinciso con la visita storica del Vice Ministro degli Esteri russo Alexey Overchuk in Pakistan lo scorso settembre, che oggi ricopre il ruolo di massimo funzionario incaricato di espandere i legami bilaterali, in merito alla ferrovia transeuroasiatica tra Russia e India via Pakistan. Nelle sue parole, “Vogliamo davvero che si stabiliscano buone relazioni tra Pakistan e India, in modo da poter garantire la comunicazione ferroviaria tra Russia, Pakistan e India”.

Tutto ciò è avvenuto dopo la neutralità della Russia durante l’ultimo conflitto indo-pakistano, che è stata elaborata nella precedente analisi con link, ma può essere riassunta come il risultato di una rinascita dell’influenza della fazione pro-BRI a scapito dei rivali più equilibrati e pragmatici. Nel complesso, i rispettivi messaggi inviati dalla Russia sono: diffidenza nei confronti dei legami dell’India con gli Stati Uniti, desiderio che l’India risolva i problemi con la Cina e speranza in una rapida risoluzione del conflitto in Kashmir .

Dal punto di vista dell’India, tuttavia, i legami con gli Stati Uniti non sono diretti contro alcuna terza parte, le relazioni con la Cina rimangono complicate e il Pakistan deve cedere il controllo sulla sua porzione di Kashmir per risolvere il conflitto. Queste politiche sono state pubblicamente articolate, eppure la Russia ha espresso opinioni diverse su queste questioni nell’ultimo mese. Chiaramente, ciò può essere logicamente dovuto solo al mutamento delle sue dinamiche politiche, che precede la visita di Putin in India prevista per la fine dell’anno.

Se questa tendenza continua parallelamente senza alcun cambiamento nella politica indiana nei confronti di Stati Uniti, Cina e Pakistan, non si può escludere che i politici russi possano concludere che l’India stia ostacolando l’integrazione multipolare dell’Eurasia, sebbene ciò potrebbe non portare ad alcun cambiamento di politica, almeno non ancora. Dopotutto, l’India rimane il partner strategico speciale e privilegiato della Russia, come hanno concordato di definire ufficialmente le loro relazioni, è il principale cliente di armi della Russia e l’India è oggi tra i maggiori acquirenti di petrolio russo.

Sarebbe quindi reciprocamente svantaggioso per la Russia prendere proattivamente le distanze dall’India in modo significativo, anche nello scenario in cui i politici la percepiscano diversamente. Ciononostante, la Russia potrebbe attuare informalmente una politica di “doppia associazione”, in cui l’India viene accostata a Cina e Pakistan nella percezione dei politici, portandola così a considerare i loro interessi in ogni rapporto con l’India. Ciò potrebbe a sua volta renderli riluttanti a privilegiare apertamente l’India, come avviene attualmente.

Sarebbe un peccato dal punto di vista dell’India, ma comprensibile da quello della Russia, sebbene Modi potrebbe affrontare questa tendenza con Putin durante la visita di quest’ultimo, nella speranza che intervenga per correggerla. Sono amici intimi e Putin stesso è un pragmatico equilibratore, quindi potrebbe essere aperto alle potenziali lamentele di Modi. La possibilità che la percezione dell’India da parte dei politici russi cambi entro il loro prossimo incontro ne accresce l’importanza e dovrebbe quindi essere monitorata attentamente da tutti gli osservatori.

Il Bangladesh è diviso sull’opportunità di aiutare gli Stati Uniti a creare uno Stato proxy dal Myanmar

Andrew Korybko30 maggio
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In questo momento in Bangladesh è in corso una lotta di potere sulla misura in cui il governo post-golpe del Paese dovrebbe colludere con gli Stati Uniti su questioni geostrategiche regionali.

India Today ha recentemente pubblicato due articoli dettagliati qui e qui sull’importanza del ruolo del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito del Bangladesh, il Generale Waker-uz-Zaman, in una critica alla decisione del governo del Consigliere Capo Muhammad Yunus di partecipare alla creazione di un corridoio umanitario per lo Stato di Rakhine in Myanmar. In sostanza, Waker teme che ciò possa coinvolgere direttamente il Bangladesh in quel conflitto confinante che sta assumendo sempre più i contorni di una guerra per procura sino-americana, come spiegato qui alla fine dello scorso anno.

Di rilievo, il movimento radicale Jamaat-e-Islami (il cui precedente divieto è stato revocato dopo il cambio di regime sostenuto dagli Stati Uniti della scorsa estate ) ha recentemente proposto uno stato indipendente per i Rohingya, i cui co-etnie, il cui futuro è più incerto che mai dopo che l’Esercito dell’Arakan (AA) ha conquistato gran parte della regione. L’AA è composto da nazionalisti buddisti militanti che sono stati in conflitto con i Rohingya musulmani. Fanno anche parte della “Alleanza delle Tre Fratellanze” (3BA), che ha ottenuto importanti progressi dall’ottobre 2023.

Sebbene il Bangladesh sostenga politicamente i Rohingya, il coinvolgimento nella guerra ibrida civile-internazionale in atto in Myanmar, al fianco degli Stati Uniti, consentendo l’invio segreto di armi al 3BA con la copertura di aiuti umanitari, rappresenterebbe un’escalation senza precedenti, che potrebbe danneggiare i legami con la Cina. Il Corridoio Economico Cina-Myanmar (CMEC), che comprende due oleodotti e una ferrovia in progetto lungo un’autostrada, termina al porto di Kyaukphyu, nello Stato centrale di Rakhine.

Qualsiasi ruolo svolto dal Bangladesh nell’ostruire o, in definitiva, bloccare l’accesso della Cina a quella struttura strategica, anche se solo indirettamente, facilitando il flusso di armi americane verso la 3BA, potrebbe portare a una crisi nei rapporti bilaterali, complicando ulteriormente il già difficile equilibrio sino-indo-indiano del Bangladesh dopo il colpo di stato. Inoltre, sarebbe un tradimento degli interessi nazionali, così come le forze armate li intendono, se il loro Paese contribuisse ad armare l’AA, che un giorno potrebbe usare queste armi contro i Rohingya.

Allo stesso tempo, come valutato da India Today in uno dei suoi precedenti articoli citati su questo tema, Yunus potrebbe tramare per sostituire Waker al fine di allentare la pressione militare su di lui affinché indichi elezioni, in modo che lui e la sua cricca possano rimanere al potere più a lungo nonostante le crescenti proteste contro il suo governo. Waker gli aveva anche recentemente comunicato che le elezioni devono essere tenute entro dicembre , ma Yunus è finora riluttante a organizzarle, il che aggrava i sospetti reciproci tra l’esercito e il governo ad interim.

Aiutare gli Stati Uniti a ricavare uno stato proxy dal Myanmar potrebbe quindi essere il prezzo che Yunus dovrà pagare per continuare a sostenere l’America, anche se ciò tradirebbe gli interessi nazionali del Bangladesh. Inoltre, il corridoio umanitario proposto per lo Stato di Rakhine è una questione delicata per i bengalesi, dato che i Rohingya sono loro connazionali, quindi potrebbe dividere il movimento di protesta. L’opposizione di Waker potrebbe anche rivoltare una parte della popolazione contro di lui e generare maggiore sostegno per Yunus che lo sostituirà.

Come si può vedere, in Bangladesh è in corso una lotta di potere sulla misura in cui il governo post-golpe dovrebbe colludere con gli Stati Uniti su questioni geostrategiche regionali, con i militari che scelgono di tenerlo a distanza, mentre il governo ad interim vuole diventarne il principale alleato. Nulla può essere escluso, da proteste più armate (sia contro Yunus che contro Waker) a un colpo di stato militare, il cui esito determinerebbe il ruolo del Bangladesh nell’Asia meridionale durante la Nuova Guerra Fredda .

L’incontro del leader yemenita con Putin dovrebbe essere una verifica della realtà per i media alternativi

Andrew Korybko2 giugno
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Molti sono stati indotti dai più influenti personaggi a credere che la Russia sostenga gli Houthi.

Il presidente del Consiglio di leadership presidenziale dello Yemen, Rashad Mohammad al-Alimi, ha incontrato Putin al Cremlino la scorsa settimana. Gli ha detto con tono significativo: “Sono venuto qui oggi prima di tutto per ringraziarvi per il vostro sostegno al legittimo governo dello Yemen. Dopo il colpo di Stato orchestrato dagli Houthi con il sostegno iraniano, la posizione della Russia nel Consiglio di sicurezza e su tutte le piattaforme internazionali ha costantemente sostenuto la legittimità costituzionale, promuovendo al contempo lo sviluppo e la prosperità dello Yemen”.

Ciò deve aver sorpreso molti membri dell’Alt -Media Community (AMC), indotti in errore da importanti influencer a credere che la Russia sostenga gli Houthi . Uno di questi influencer, Pepe Escobar , si è infuriato affermando che “la posizione ufficiale della Russia sullo Yemen FA ASSOLUTAMENTE SCHIFO. Un disastro di credibilità”. La realtà, però, è che l’unico “disastro di credibilità” è quello che ha appena colpito l’AMC dopo l’incontro di Alimi con Putin, poiché i membri dell’AMC potrebbero ora iniziare a chiedersi perché siano stati ingannati sulla politica russa nei confronti dello Yemen.

Il rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite ha condannato gli attacchi marittimi degli Houthi , una delegazione yemenita ha visitato Mosca nel maggio 2024 per discutere una serie di proposte di cooperazione economica e la Russia sta pianificando di riaprire la sua ambasciata ad Aden , la capitale provvisoria, non a Sana’a, controllata dagli Houthi. Questi fatti avrebbero dovuto screditare le false narrazioni dei principali influencer di AMC sui legami tra Russia e Houthi, ma il loro pubblico si è invece lasciato convincere dalla notizia falsa che la Russia li stesse armando e persino reclutando alcuni membri per combattere l’Ucraina.

Hanno creduto a queste notizie perché sono stati indottrinati da influencer fidati a credere che la Russia sostenga l’ Asse della Resistenza . Alcuni di questi influencer sono affiliati allo Stato, come dimostrato dai loro incontri con alti funzionari e dalla partecipazione a eventi d’élite, resi pubblici. Questo ha instillato nel loro pubblico la percezione che tutto il loro lavoro sia “approvato dal Cremlino” e che potrebbero persino fungere da “voci non ufficiali di infiltrati russi”. Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità.

Come spiegato lo scorso autunno in questa analisi su ” Perché continuano a proliferare le false percezioni sulla politica russa nei confronti di Israele “, molti dei principali influencer di AMC – inclusi i “filo-russi non russi” “adiacenti allo Stato” – si abbandonano a illusioni, nonostante Putin abbia messo in guardia i commentatori strategici contro questo nell’estate del 2022. Alcuni di loro hanno intenzioni innocenti, mentre altri vogliono generare influenza, promuovere un’ideologia e/o sollecitare donazioni dal loro pubblico.

In ogni caso, è un problema tra i principali influencer di AMC, ma la Russia non li spinge gentilmente a correggere le loro affermazioni inaccurate sulla sua politica. Questo perché si pensa che alcuni di loro stiano praticando un approccio di soft power che può essere definito “Potemkinismo”, ovvero la creazione calcolata di realtà artificiali a fini strategici. Le interpretazioni distorte della politica estera russa sono tacitamente autorizzate a proliferare senza ostacoli, nella convinzione che migliorino la sua posizione di soft power agli occhi del pubblico di riferimento.

Questo è esattamente ciò che è accaduto con i rapporti tra Russia e Houthi, ma questa particolare manifestazione di “Potemkinismo” è stata appena screditata dall’incontro di Alimi con Putin, quindi probabilmente non verrà più promossa. Il problema di questo approccio sta proprio qui: i fatti screditano sempre la narrazione che viene diffusa, e con essa i principali influencer di AMC che li hanno spacciati. Quanto appena accaduto dovrebbe quindi essere un punto di riferimento per AMC e ispirare i suoi membri a “mettere più domande”, esattamente come richiede lo slogan di RT.

I talebani tornano sotto i riflettori internazionali

Andrew Korybko31 maggio
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Dato il rinnovato interesse che i principali attori interessati – India, Pakistan, Iran, Russia, Cina e Stati Uniti – hanno nei confronti dell’Afghanistan, il ritorno dei talebani alla ribalta internazionale potrebbe preannunciare una nuova era di cooperazione e competizione tra di loro.

Al Jazeera ha recentemente pubblicato un articolo dettagliato su come India, Pakistan e Iran stiano corteggiando i Talebani, il che è vero, ma ha omesso di menzionare come lo stiano facendo anche Russia e Cina, senza menzionare la nuova pressione che gli Stati Uniti stanno esercitando sul gruppo. Nell’ordine in cui sono stati menzionati, il Ministro degli Esteri indiano, Dr. Subrahmanyam Jaishankar, ha tenuto una chiamata storica con la sua controparte afghana a fine maggio, la prima tra funzionari del loro livello in oltre venticinque anni.

Lo ha ringraziato per aver condannato l’attacco terroristico di Pahalgam di aprile, che ha portato al recente conflitto indo-pakistano, e per essersi lasciato ingannare da fake news mirate a fomentare tensioni tra i due Paesi. Hanno anche discusso dell’ampliamento dei rapporti bilaterali. India e Afghanistan condividono la percezione di una minaccia nei confronti del Pakistan, la prima a causa del conflitto in Kashmir e la seconda per i presunti tentativi di Islamabad di subordinare Kabul. Una più stretta cooperazione tra i due Paesi favorisce quindi i rispettivi interessi, ma suscita profonda diffidenza da parte del Pakistan.

Insinuando interesse negli interessi del Paese, il Pakistan accusa l’Afghanistan di ospitare gruppi terroristici, accusa negata dai Talebani. Il miglioramento dei loro rapporti, una volta risolto il conseguente dilemma di sicurezza, potrebbe aprire la strada alla creazione di un Corridoio Eurasiatico Centrale dal Pakistan alla Russia e oltre. Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha organizzato un incontro tra i suoi principali diplomatici a Pechino a fine maggio, ma non è chiaro se si otterranno progressi tangibili. La reciproca diffidenza potrebbe rivelarsi insormontabile.

Passando all’Iran, il Paese ha da tempo tensioni con i Talebani in materia di diritti idrici e migrazione, ma il suo Ministro degli Esteri ha appena visitato Teheran nel tentativo di contribuire a risolverle. Che ciò accada o meno è un’altra storia, ma l’Iran ha sinceramente interesse a farlo a causa della nuova pressione che gli Stati Uniti stanno esercitando sui Talebani, di cui parleremo più avanti in questa analisi. Il punto è che i rapporti sembrano essersi dissolti e, come minimo, le tensioni potrebbero rimanere gestibili per ora.

I legami dell’Iran con l’Afghanistan sono in netto contrasto con quelli della Russia, che ha recentemente rimosso la qualifica di terrorista dei Talebani, ha appena ospitato una delegazione al recente Forum Mondiale Russia-Islamico di Kazan, dove ha firmato diversi accordi , e ha una visione geoeconomica ambiziosa per l’Afghanistan, descritta in dettaglio qui . Quanto sopra si sovrappone ai piani di connettività del Pakistan, precedentemente menzionati, il che spiega in parte il loro riavvicinamento negli ultimi anni e potrebbe consentire alla Russia di mediare tra quest’ultimo e l’Afghanistan.

Su questo argomento, la Cina sta già mediando, come scritto sopra, ma la Russia sembra oggettivamente più vicina ai Talebani oggi di quanto non lo siano, visti gli ultimi accordi appena firmati. In ogni caso, la Cina è pronta a svolgere un ruolo fondamentale nella ricostruzione dell’Afghanistan, sebbene le continue minacce alla sicurezza derivanti dall’ISIS-K sembrino aver finora ostacolato l’attuazione dei suoi piani. Ciononostante, questi piani rimangono in vigore ed è possibile che possano essere rapidamente attuati in futuro.

Questo è esattamente ciò che gli Stati Uniti vogliono impedire, tuttavia, il che spiega la nuova pressione che stanno esercitando sui talebani attraverso la richiesta di Trump di riprendere il controllo della base aerea di Bagram e la minaccia implicita di Rubio di riclassificare il gruppo come “Organizzazione terroristica straniera” (possibilmente solo se rifiuta). La possibile collusione del Pakistan con gli Stati Uniti sarà fondamentale nel determinare cosa accadrà. Se gli Stati Uniti avranno successo, potrebbero rimodellare la geopolitica dell’Asia meridionale , con grande danno per l’India e forse anche per la Cina.

Dato il rinnovato interesse che i principali attori – India, Pakistan, Iran, Russia, Cina e Stati Uniti – nutrono per l’Afghanistan, il ritorno dei Talebani alla ribalta internazionale potrebbe preannunciare una nuova era di cooperazione e competizione tra di loro. La variabile principale è se il dilemma di sicurezza afghano-pakistano verrà presto risolto e a quali condizioni, ad esempio con la mediazione eurasiatica (Russia e/o Cina) o con la coercizione americana, il che a sua volta porrà queste dinamiche su traiettorie molto diverse.

Trump tra colloqui e colpi bassi Con Giuseppe Germinario, Giacomo Gabellini

Una registrazione di due settimane fa. L’accavallarsi di eventi, ne hanno tardato la pubblicazione.

Propositi di collaborazione che devono fare i conti con una potente fronda interna. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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