Non “scurdammuce o’ passato”_di Andrea Zhok

Testo utile a ricordare e contestualizzare la recente crisi pandemica. Glissa, però, sulle responsabilità di uno dei protagonisti della diffusione e della gestione della crisi: la Cina! Tutti da accertare i suoi livelli di complicità o di ingenuità_Giuseppe Germinario

Negli ultimi giorni, su pagine di cui ho stima, sono comparsi alcuni testi il cui senso di fondo – senza rendere giustizia delle argomentazioni differenti – può essere riassunto in questi termini: “Lasciamoci la vicenda pandemica alle spalle una volta per tutte. Sono stati commessi errori, certo, ma continuare ad ogni pie sospinto a tornarvi sopra finisce per nutrire il settarismo dogmatico di una minoranza, e ciò rende difficile occuparsi di altri temi, più urgenti e importanti.”

Vorrei di seguito spiegare, nel mondo più conciso possibile, perché credo che questo appello, per quanto comprensibile, sia sbagliato.

Parto dal perché lo ritengo comprensibile.

È indubbio che nelle pieghe della critica alla gestione pandemica si sono incistati argomenti di livello molto diverso ed è emersa una tendenza al settarismo. È sicuro che, essendo stato per alcuni un forzoso “momento di sveglia politica”, esso è divenuto per quelli una sorta di paradigma con caratteri di unicità, il che è una forzatura. Ed è certo che la tendenza a vedere tutti gli eventi con occhiali forgiati dalla vicenda pandemica tende a creare, talora, una ripetitività fastidiosa (e anche controproducente per una stessa riflessione sul passato).

Tutto questo lo condivido e dunque capisco il moto di impazienza che può aver alimentato quelle pagine.

Ci sono però ragioni sostanziali per cui penso sia profondamente sbagliato ogni tentativo di “lasciarsi alle spalle” il problema. Nomino, senza pretese di esaustività, tre ragioni, nell’ordine.

1) C’è un elemento di carattere MORALE, profondo, che non solo non è stato mai affrontato pubblicamente, ma che è stato integralmente rimosso. Si dice “sono tati commessi degli errori”, restando nel vago, ma non si ricorda la miriade di vicende letteralmente schifose, di bullismo istituzionale e personale, denigrazione, character assassination, mobbing, ecc. di cui è stato investito quel 15% circa della popolazione italiana che si è trovata tra i renitenti alle inoculazioni (per sé o per i figli).

Chi cerchi un po’ in rete potrà facilmente trovare una lista, che qualcuno si è peritato di raccogliere, di tutti gli improperi, le offese, le aggressioni verbali, gli auspici di morte violenta o malattia dolorosa formulati da rappresentanti delle istituzioni o figure pubbliche, spesso in prima serata, verso i renitenti (etichettati genericamente come “no-vax”). E senza che seguisse mai nemmeno un rimbrotto da parte di quel vasto mondo che si picca costantemente di essere “inclusivo” e “non stigmatizzante”.

Ma quella era solo la punta dell’iceberg, perché l’autorizzazione dall’alto ha dato il via libera a chiunque, all’ultimo buono a nulla, che – per la prima volta nella sua vita, poteva dirsi dalla parte del giusto – di sentirsi in diritto di bullizzare chiunque fosse dall’altra parte, anche persone fragili, adolescenti, malati, donne in stato di gravidanza, ecc. Questa situazione fomentata dalle istituzioni ha portato alla rottura di famiglie, a divorzi, alla rottura di amicizie, ha spaccato durevolmente rapporti umani.

Ecco, rispetto a tutto ciò, gran parte di quelli che erano dalla parte del “Bene con licenza di bullismo” non ha mai ammesso nulla, non è mai ritornato su quanto successo, ha preferito mettere tutto sotto il tappeto, in attesa che il tempo e l’oblio facciano il loro lavoro. È esattamente questo atteggiamento che spinge l’ampia minoranza dei renitenti, spesso, a ritornare con fastidiosa insistenza su quanto accaduto. Perché si tratta di una ferita morale aperta, che semplicemente è impossibile sia dimenticata fino a che non ci sarà una schietta rielaborazione, con ammissioni di colpe.

2) In seconda istanza c’è una questione parimenti priva di elaborazione che ha a che fare con la sfera delle CONSEGUENZE PRATICHE di tutta la vicenda. Oltre al piano delle questioni di ordine morale, che si riferiscono all’interpretazione di ciò che fu, c’è la questione della realtà emersa da quella vicenda. Per un breve momento all’inizio della pandemia si riconobbe che il sistema sanitario era stato condotto dai tagli precedenti ad una condizione di impotenza di fronte a qualunque sovraccarico di ricoveri. Si improvvisarono risposte raffazzonate, costosissime e fallimentari.

Da allora il sistema sanitario pubblico ne è uscito clinicamente morto, con liste di attesa ingestibili e un passaggio sistematico di chi se lo può permettere alla sanità privata. Tutto questo è passato nel dimenticatoio. Viene letto come fatalità. Le persone che restavano in vigile attesa senza cure fino ad arrivare in ospedale spacciate non se l’è filate più nessuno. Rientra tutto tra gli “errori” e le “fatalità”. Pronti a far ripartire la stessa manfrina senza responsabili al prossimo giro.

Tra le conseguenze pratiche c’è anche la semidistruzione psicologica di una generazione di preadolescenti e adolescenti che dalle brillanti soluzioni pademiche è uscita con tassi di depressione, anoressia e bulimia, disagio mentale, abbandono scolastico, fuori controllo (chiedete agli psicologi giovanili che operano sul territorio). Anche qui il sistema del sostegno psicologico e psichiatrico pubblico è tracollato. Anche di ciò nessun parla, nessuno cerca di porvi rimedio. Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…

Vogliamo parlare delle sconcertanti e penose trafile dei danneggiati (o morti) dopo le inoculazioni? Gente che si è trovata a muoversi in un meccanismo costruito a tavolino per evitare qualunque responsabilità? Un meccanismo dove tutti, dalle case farmaceutiche ai medici vaccinatori erano coperti da varie forme di immunità, dove veniva chiesto di firmare un “consenso informato” che doveva fungere anche da liberatoria, solo che se non apponevi liberamente la firma ti toglievano il sostentamento (non era possibile venire inoculati senza firmare, senza inoculazione niente Green Pass, senza Green pass niente stipendio). Qui la lista dei trucchi adottati per deresponsabilizzare le istituzioni e minimizzare le ammissioni di colpa è letteralmente infinita. Ma siccome di tutto ciò non si è mai voluto discutere pubblicamente, i più continuano a non avere idea di quel che è successo e sbambano di “pochi casi” (spiace, per fare un omelette si deve rompere qualche uovo no?).

3) C’è infine un elefante geopolitico nella stanza. La gestione pandemica ha rappresentato la prova generale di un “serrate le fila” del mondo occidentale a guida americana. Tutti e soli i paesi che rientravano nel cerchio magico delle alleanze militari americane hanno adottato la medesima lettura dei fatti, si sono affidati (obbligatoriamente) ai medesimi vaccini, hanno fornito dati coordinati, hanno bloccato e censurato centralmente le voci dissidenti. Questo fronte includeva Europa occidentale, Usa, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Israele. Al di fuori di questa cerchia le soluzioni e le lettura degli eventi sono state molto variegate, ma di tutto ciò noi non riuscivamo a sapere praticamente nulla. (In Europa l’unico paese che ha adottato soluzioni diverse, e alla fine nettamente migliori, è stata la Svezia, che era fuori dall’eurozona e, allora, fuori dalla Nato.)

Noi oggi sappiamo che sin dall’inizio la gestione della strategia pandemica ha visto la presenza attiva di esperti militari, rappresentanti della Nato che assistevano alle riunioni dei “comitati scientifici”. La motivazione, naturalmente, può essere del tutto comprensibile: poteva trattarsi di un attacco batteriologico e il coordinamento in ottica militare era una reazione sensata. Solo che, al netto del buon senso e anche al netto dell’origine del virus (che oggi sembra oramai accertato essere un prodotto di laboratorio), ciò che è avvenuto davanti ai nostri occhi è stato un cambiamento di paradigma geopolitico epocale, in cui oggi siamo immersi.

Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale la società occidentale è stata subordinata a meccanismi di sorveglianza, inquadramento e controllo di tipo militare, coprifuoco, lockdown, patentini, sistemi di videosorveglianza. Per la prima volta il controllo sull’informazione è stato capillare, con pressioni ai più alti livelli sulle agenzie di stampa e sui social media per bloccare la diffusione di informazioni contrarie alla “ragion di stato”. E che dire delle riviste scientifiche, dove come denunciato da quei pochi che hanno cercato di sottrarvisi (tra le maggiori l’unica eccezione è stata il British Medical Journal) era divenuto virtualmente impossibile pubblicare alcunché che potesse ostacolare lo “sforzo bellico” dell’inoculazione di massa. Che dire degli ordini dei medici e del loro utilizzo disciplinare con sanzioni pesantissime nei confronti di quei medici che, esercitando in scienza e coscienza, ritenevano di dover dissuadere alcuni tra i loro pazienti all’assunzione di un farmaco sperimentale? (Non entro neppure nella serie infinita di schiette idiozie dal punto di vista scientifico che sono state fatte passare per “la Voce della Scienza”, come i mix di vaccini diversi – del tutto privi di sperimentazione – o l’utilizzo raccomandato per donne in stato di gravidanza – laddove le stesse case farmaceutiche affermavano non essere stata condotta alcuna sperimentazione.)

Questo straordinario accentramento del controllo, questo disciplinamento autoritario di quasi un miliardo di persone, utilizzando una chiave di lettura per definizione inaccessibile all’accertamento del grande pubblico – la minaccia di un virus – ha oliato meccanismi di straordinaria pericolosità per tutto ciò che riteniamo essere democrazia. Questo meccanismo ha dato prova di sé così eccellente che a tutt’oggi una maggioranza della popolazione pensa che non sia successo niente, che sia tutto come prima, che viviamo in festose liberaldemocrazie – opposte a quei luoghi di oscurità retriva in cui vivono gli altri 7 ottavi del pianeta.

Ecco, mi sono dilungato sin troppo, anche se non ho detto neanche un centesimo di tutto quello che si potrebbe dire. Quello che mi preme sottolineare in conclusione è solo una cosa. Le ragioni per cui la vicenda pandemica non solo non deve, ma non può essere lasciata dietro le spalle sono ragioni fondamentali.

Esse hanno a che fare con ferite morali non sanate, con conseguenze pratiche lasciate cadere in un oblio senza colpevoli e soprattutto con uno straordinario cambiamento di paradigma nella gestione del potere di quella parte di mondo che ci compiacciamo di chiamare “liberaldemocratico”. Con un potenziale orizzonte bellico che oscura sempre di più l’orizzonte dell’Europa – spiace dirlo – ma ciò di cui avremmo bisogno non è affatto di “lasciarci dietro le spalle” quello che è accaduto, ma, semmai, di renderlo finalmente oggetto di un’aperta e diffusa analisi pubblica.

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Covid e Svezia! La mutazione di un paese. Dal libro di Max Bonelli Con Max Bonelli e Paolo Manzi

La conversazione trae spunto dall’ultimo libro di Max Bonelli “Un pensiero libero nell’era della globalizzazione” reperibile su Amazon, a questo link: https://www.amazon.in/pensiero-libero-nellera-globalizzazione-Italian-ebook/dp/B0CLKYLW7Z

La gestione dell’ultima crisi pandemica, fondata su un mix micidiale di cieco allarmismo ed interventi draconiani ed indiscriminati, ha accelerato in quei tre anni profondi mutamenti, da tempo endemici, nella società e nelle modalità di controllo ed esercizio del potere. Max Bonelli, con il suo ultimo libro “un pensiero libero nell’era della globalizzazione”, ci offre un affresco di situazioni e di riflessioni tale da consentire al lettore di individuare l’inquietante filo conduttore che lega eventi e comportamenti in apparenza distanti. Un canovaccio che tende a riproporsi artatamente in ogni condizione di crisi. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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ONS DEL REGNO UNITO: L’eccesso di morti nel Regno Unito non può essere causato dagli scatti COVID, Steve Kirsch

ONS DEL REGNO UNITO: L’eccesso di morti nel Regno Unito non può essere causato dagli scatti COVID

Un articolo di Lancet elenca le possibili cause dell’eccesso di mortalità dell’8% nel Regno Unito. Il vaccino COVID non è elencato. Non si può trovare ciò che non si cerca.

Il vaccino COVID non è elencato come possibile causa di decessi in eccesso in questo commento co-autore di un dipendente dell’ONS del Regno Unito

Riassunto

Un commento sulle ragioni dell’enorme numero di decessi in eccesso nel Regno Unito, scritto da una collaboratrice dell’ONS britannico (Sarah Caul), è stato pubblicato su Lancet con il titolo Mortalità in eccesso in Inghilterra dopo la pandemia COVID-19: implicazioni per la prevenzione secondaria.

Il documento afferma: “Le cause di questi eccessi di mortalità sono probabilmente molteplici e potrebbero includere gli effetti diretti dell’infezione da Covid-19, le pressioni acute sui servizi per acuti del Servizio sanitario nazionale, con conseguenti esiti peggiori degli episodi di malattia acuta, e l’interruzione dell’individuazione e della gestione delle malattie croniche”.

Si noti che il vaccino COVID non è elencato come possibile causa di decessi in eccesso.

Ecco perché non troveranno mai un segnale: perché si rifiutano di cercarlo.

Il documento dell’ONS ha ragione a ignorare gli scatti del COVID?

No. Norman Fenton e Martin Neil hanno esaminato tutte le cause dell’eccesso di decessi e l’unica spiegazione che aveva senso era il vaccino COVID.

Quindi stanno cercando in tutti i posti tranne che in quello più probabile.

Sintesi

Le autorità sanitarie semplicemente non considerano la possibilità che il vaccino COVID possa essere la causa di un eccesso di decessi. Non si può trovare ciò che non si cerca.

L’analisi di Fenton/Neil chiarisce che gli spari sono la causa più probabile dell’eccesso di morti.

19 Commenti

Commento sulla correlazione/causazione…

Se si verifica una correlazione 1:1 in una singola relazione, i critici piantano le loro bandiere sulla premessa che esiste la plausibilità che il rapporto di causalità non esista.

Se, invece, una correlazione 1:1 si verifica attraverso il tempo e lo spazio in base alla scala, sempre, allora si è incontrata una “relazione” che deve essere investigata per essere compresa.

Si potrebbero porre alcune domande che indicherebbero la necessità di un’indagine se le risposte risultassero ordinate e non casuali, come ad esempio: quali sono le leggi/politiche statali sulla vaccinazione degli studenti e la forza del programma di vaccinazione rispetto alla prevalenza dell’autismo e delle allergie in ogni Stato dell’Unione? Casuale o ordinato per forza? Qualcuno ha i dati?

Quali sono i tassi di adozione dei vaxx rispetto all’aumento della mortalità per ogni nazione del pianeta? A caso, o ordinati in base al tasso di adozione?

Risposta
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E ancora una volta, se i vaccini erano così bravi a prevenire le malattie gravi e la MORTE, perché ci sono più morti attribuite a Covid dopo la vaccinazione quando le varianti erano più lievi?

Questi imbecilli non riescono nemmeno a correggere la loro stessa propaganda e narrazione.

Eccesso di mortalità in Inghilterra dopo la pandemia di COVID-19: implicazioni per la prevenzione secondaria

Open AccessPubblicato:Dicembre 01, 2023DOI:https://doi.org/10.1016/j.lanepe.2023.100802

Molti Paesi, tra cui il Regno Unito, hanno continuato a registrare un apparente eccesso di decessi molto tempo dopo i picchi associati alla pandemia COVID-19 nel 2020 e 2021.

,

I numeri dei decessi in eccesso stimati in questo periodo sono notevoli. L’Office for National Statistics (ONS) del Regno Unito ha calcolato che, rispetto alla media quinquennale (escluso il 2020), nel 2022 sono stati registrati 44.255 decessi in più, pari al 7,2%.

Le cause di questi eccessi di mortalità sono probabilmente molteplici e potrebbero comprendere gli effetti diretti dell’infezione da Covid-19,

Dal luglio 2020, l’Office for Health Improvement and Disparities (OHID) pubblica stime di mortalità in eccesso basate su un modello di regressione di Poisson per l’Inghilterra settimana per settimana, complessivamente e scomposte per età, etnia, regione e causa.

Questo modello rileva che nel periodo compreso tra la settimana che termina il 3 giugno 2022 e il 30 giugno 2023, l’eccesso di decessi per tutte le cause è stato relativamente maggiore per le persone di 50-64 anni (15% in più del previsto), rispetto all’11% in più per le persone di 25-49 e < 25 anni, e circa il 9% in più per i gruppi di età superiore ai 65 anni. Sebbene l’età mediana di questi gruppi sia cambiata rispetto al 2020, l’analisi della mortalità standardizzata per età, suddividendo i tassi di mortalità per sesso, ha rilevato ancora differenze di età più chiare. Il CMI standardizzato per età ha rilevato modelli simili, con i maggiori eccessi di mortalità relativa per il 2022 osservati negli adulti giovani (20-44 anni) e di mezza età (45-64 anni).

Diverse cause, tra cui le malattie cardiovascolari, mostrano un eccesso relativo superiore a quello osservato nei decessi per tutte le cause (9%) nello stesso periodo (settimana che termina il 3 giugno 2022-30 giugno 2023), in particolare: tutte le malattie cardiovascolari (12%), insufficienza cardiaca (20%), malattie ischemiche del cuore (15%), malattie del fegato (19%), infezioni respiratorie acute (14%) e diabete (13%).

Per gli adulti di mezza età (50-64) in questo periodo di 13 mesi, l’eccesso relativo per quasi tutte le cause di morte esaminate è stato superiore a quello osservato per tutte le età. I decessi per malattie cardiovascolari sono stati superiori del 33% rispetto a quelli attesi, mentre per quanto riguarda le malattie cardiovascolari specifiche, i decessi per cardiopatie ischemiche sono stati superiori del 44%, per malattie cerebrovascolari del 40% e per insufficienza cardiaca del 39%. I decessi per infezioni respiratorie acute sono stati superiori del 43% rispetto al previsto, mentre per il diabete i decessi sono stati superiori del 35%. I decessi per malattie del fegato sono stati del 19% più alti del previsto per le persone di età compresa tra 50 e 64 anni, come per i decessi a tutte le età.

Se si considera il luogo di decesso, dal 3 giugno 2022 al 30 giugno 2023 si è registrato il 22% in più di decessi in case private rispetto al previsto, contro il 10% in più negli ospedali, ma non c’è stato alcun eccesso di decessi nelle case di cura e il 12% in meno di decessi rispetto al previsto negli hospice. Per quanto riguarda i decessi per malattie cardiovascolari, l’eccesso relativo nelle case private è stato più alto rispetto a tutte le cause, con il 27%. I decessi in ospedale erano superiori dell’8% e quelli nelle case di cura solo del 3%.

Il maggior numero di decessi in eccesso nella fase acuta della pandemia ha riguardato gli adulti più anziani. Ora il modello è quello di un eccesso persistente di decessi che, in termini relativi, è più evidente negli adulti di mezza età e in quelli più giovani, con i decessi per cause CVD e i decessi in case private che sono i più colpiti. Sono necessarie analisi tempestive e granulari per descrivere queste tendenze e informare così gli sforzi di prevenzione e gestione della malattia. Sfruttare queste conoscenze granulari ha il potenziale per mitigare quello che sembra essere un impatto continuo e diseguale sulla mortalità, e probabilmente un impatto corrispondente sulla morbilità, in tutta la popolazione.

Contributori

Tutti gli autori hanno contribuito alla progettazione dell’articolo, JP-S ha scritto la prima bozza, SC, SM e JN hanno redatto ulteriori sezioni, tutti gli autori hanno rivisto e commentato le bozze.

Dichiarazione di interessi

JP-S è Partner di Lane Clark & Peacock LLP, presidente della Royal Society for Public Health e riferisce di aver ricevuto compensi personali da Novo Nordisk e Pfizer Ltd al di fuori di questo lavoro. SM è Partner di Lane Clark &; Peacock LLP e vicepresidente della Continuous Mortality Investigation. Tutti gli altri autori non dichiarano interessi in competizione.

Riferimenti

  1. 1.
    • Office for National Statistics
    Morti per coronavirus (COVID-19) per mese di registrazione.
  2. 2.
    • Alicandro G.
    • La Vecchia C.
    • Islam N.
    • et al.
    Un analisi completa dei decessi in eccesso per tutte le cause e per cause specifiche in 30 paesi nel 2020.

    Eur J Epidemiol. 2023;https://doi.org/10.1007/s10654-023-01044-x

  3. 3.
    • Istituto e Facoltà degli Attuari
    Inghilterra & Wales mortality monitor – settimana 26.

    2023

  4. 4.
    • Katsoulis M.
    • Gomes M.
    • Lai A.G.
    • et al.
    Stimare l’effetto della riduzione dell’affluenza ai dipartimenti di emergenza per sospette condizioni cardiache sulla mortalità cardiaca durante la pandemia COVID-19.

    Circ Cardiovasc Qual Outcomes. 2020; 14e007085

  5. 5.
    • Dale C.E.
    • Takhar R.
    • Carragher R.
    • et al.
    L’impatto della pandemia COVID-19 sulla prevenzione e la gestione delle malattie cardiovascolari.

    Nat Med. 2023; 29219-225

  6. 6.
    • Ufficio per il miglioramento della salute e le disparità
    Eccesso di mortalità in Inghilterra e nelle regioni inglesi.

    2023

  7. 7.
    • Istituto e Facoltà degli Attuari
    Monitoraggio della mortalità CMI – 4° trimestre 2022.

    2023

  8. 8.
    • Istituto e Facoltà degli Attuari
    Monitoraggio della mortalità CMI – 3° trimestre 2023.

    2023

  9. 9.
    • Ufficio per il miglioramento della salute e le disparità
    Eccesso di mortalità: analisi su misura.

    2023

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Covid e vaccini! Coraggio e prezzo della verità Con Max Bonelli e la professoressa Ute Kruger

Proponiamo una sintesi, migliorata tecnicamente, della recente conversazione con la professoressa Ute Kruger, già ai massimi vertici del sistema sanitario svedese, sulle peripezie sofferte nella sua accurata attività di ricerca delle cause di morti concomitanti e successive alla campagna di vaccinazioni anticovid. La tenacia della professionista offre uno spaccato illuminante delle traversie che hanno dovuto subire tanti professionisti del settore sanitario poco propensi ad accettare acriticamente i dogmi propinatici negli anni recenti, ma che cominciano a vacillare alla luce dell’evidenza dei fatti. Una battaglia ben lungi da volgere al termine. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Covid e Vaccini! Il coraggio e il prezzo della verità Con la professoressa Ute Kruger e Max Bonelli

La gestione della recente pandemia ha avuto i suoi eroi, ha mietuto le proprie vittime illustri. Non c’è stata, però, alcuna consacrazione semplicemente perché eroi e vittime si trovano dalla parte di coloro che hanno contestato quella conduzione; ancora gli artefici tentano di coprire con il velo dell’omertà e della rimozione l’intricata rete di interessi, connivenze ed intenti manipolatori che ha guidato quelle scelte. E’ stato il primo tentativo manifesto e ostentato di manipolazione e conculcamento di una opinione pubblica negli ultimi decenni, seguito a ruota dall’evento bellico in Ucraina. Ha reso evidente la potenza, la pervasività dei mezzi a disposizione di queste élites dominanti, ma anche i limiti della loro capacità di penetrazione nel tempo. Il tempo, però, è il fattore chiave; è nell’immediato che tali comportamenti spianano la strada alle corrispondenti scelte politiche; è nell’immediato che l’esperienza deve educare a tempi e modi di reazione adeguati e tempestivi. Nel tempo lungo gli effetti sono più subdoli, ma ingenerano anche un sentimento di diffidenza direttamente proporzionale al contrasto della narrazione rispetto alla realtà che si vuole soffocare. La vicenda della professoressa Kruger rappresenta un caso emblematico. Ne avevamo già discusso in due registrazioni; offriamo adesso una testimonianza diretta che ci farà toccare con mano la crudezza della realtà. Non è purtroppo un caso isolato, in Svezia come altrove. https://www.gospanews.net/2024/06/07/scandalo-sul-turbo-cancro-da-vaccini-nellue-universita-di-stoccolma-costringe-accademici-a-ritirare-studio-shock-sui-danni-mrna/ Buon ascolto, Giuseppe Germinario

NB_Il video integrale è disponibile solo su rumble

 

https://rumble.com/v50wmfu-covid-e-vaccini-il-coraggio-e-il-prezzo-della-verit-con-la-professoressa-ut.html

Postumi di pandemia, atto III_vaccini, una campagna non proprio disinteressata Con Max Bonelli, Alberto Donzelli, Patrizia Gentilini, Monica Bock

Una conversazione da ascoltare con grande attenzione. La gestione della recente pandemia da coronavirus e la campagna di vaccinazione, individuato come strumento principale, pressoché esclusivo di soluzione del problema, ha assunto sin da subito le caratteristiche di una guerra di religione che non consente dibattito, opzioni alternative e libera espressione; condotte esattamente corrispondenti ai disatri e alle manipolazioni prodotti in questi tre anni di politica sanitaria e securitaria. La conversazione si è focalizzata sulla fretta sospetta con la quale sono state avviate le campagne di vaccinazione nel mondo occidentale accompagnate da una vera e propria coltre di omissioni e di omertà sulle pesanti controindicazioni sempre più evidenti legate all’utilizzo dei vaccini-medicinali mRNA non adeguatamente sperimentati. Da qui la conversazione si è quasi impercettibilmente spostata sulla progressiva medicalizzazione e patologizzazione delle politiche sanitarie, a partire dall’uso indiscriminato e sempre meno selettivo degli “screening”, con un aggravio di costi dei sistemi sanitari a scapito delle politiche di prevenzione e di presidio capillare del territorio e a favore del sistema lobbistico alimentato dalle aziende farmaceutiche e parafarmaceutiche tutto incentrato sulla ospedalizzazione e sulla farmacologizzazione degli interventi. Un rovesciamento radicale della filosofia che ha prodotto negli anni ’70 il sistema sanitario universale, non a caso sempre più snaturato e svuotato, in particolare a partire dagli anni ’90, quelli guarda caso del ministro Francesco De Lorenzo, tornato in auge sotto altre spoglie. Sul seguente link del sito di Italia e il mondo troverete l’intera raccolta di diapositive curate dal dottor Donzelli. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

Ipotesi esplicative per cancri a rapida progressione in giovani (Turbocancri, Max Bonelli 18-1-24) Slide Donzelli

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https://rumble.com/v47ur50-postumi-pandemiciattoiii-vacciniuna-campagna-disinteressatacon-bonelli-donz.html

Postumi di una pandemia Atto II Vaccini e Vaccinati Con Max Bonelli, Panagis Polykretis, Mauro Filigheddu

La coltre di nebbia sulla gestione della pandemia che avvolge l’Italia e l’operato dei protagonisti che per caso, loro malgrado o di proposito hanno dovuto affrontare per oltre due anni la crisi, è stata attraversata da timidi squarci di luce provenienti da oltre confine. Di fatto incidenti di percorso, capitati negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Svezia, soprattutto in Nuova Zelanda, che hanno consentito di estorcere qualche barlume di verità nel muro di omertà che ha avvolto quasi dappertutto l’intero pianeta. Rivelazioni pagate a caro prezzo dagli intrepidi che hanno osato sfidare la narrazione dominante. Troverete un resoconto competente e documentato della vicenda. Vi invitiamo a seguire con attenzione la trasmissione. Su Rumble potrete seguire la registrazione integrale; su YouTube solo i pochi minuti iniziali. I rischi di censura arbitraria e di chiusura del canale sono troppo alti. Buon ascolto, Giuseppe Germinario
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Covid e vaccini, qualcosa non quadra, con Max Bonelli

La recente ondata pandemica è stata l’occasione e il moltiplicatore di appetiti e manipolazioni di una rete di potere e di interessi da sempre all’opera, ma che ha trovato il momento opportuno per scardinare anche la sola parvenza di equilibrio di interessi e di sussunzione o quantomeno contemperamento dell’interesse privato alle esigenze e alla salute di una comunità. I redattori del sito, nella serie di articoli ed interventi, hanno sempre cercato di distinguere l’esistenza oggettiva del problema, compresa la necessità della ricerca scientifica e della problematica complessa che sottende anche nella fase di speriementazione, dalla manipolazione scandalosa della gestione, ben condita di cialtroneria e mire di pesante condizionamento; fermo restando che affrontare un problema simile comporta sempre e comunque una gestione politica ben lontana da pretese di “neutralità”. La gestione della pandemia, purtroppo, rappresenta solo un episodio di questa pesante manipolazione sempre più rude ed ostentata, espressione di élites tanto sicure di sè quanto arroccate e fragili, insensibili alle esigenze di coesione ed equilibrio sociale. In questa conversazione affrontiamo un aspetto di questa gestione in Svezia. Sottolineo che l’Italia ha vissuto situazioni ancora più paradossali, a partire dalla azione censoria e persecutoria di astanti particolarmente portati ad un proscenio da baraccone di luna park. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

https://rumble.com/v3qzc9a-postumi-di-una-pandemia-con-max-bonelli.html

Qui sotto, invece, i link di riferimento della conversazione:

https://rumble.com/v1do1rb-covid-vaccination-and-turbo-cancer-pathological-evidence-with-english-subti.html

https://vigilantnews.com/post/turbo-death-from-turbo-cancers-were-in-trouble-says-dr-ryan-cole

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Il manifesto per gli affari esteri di Olaf Scholz conferma le ambizioni egemoniche della Germania, di ANDREW KORYBKO

Il leader tedesco ha appena pubblicato quello che può essere interpretato come il suo manifesto in cui spiega perché il suo Paese debba presumibilmente ripristinare il suo precedente status egemonico, ed è stato pubblicato nientemeno che dalla stessa rivista del Council on Foreign Affairs, considerato tra le piattaforme politiche più influenti nel Golden Billion dell’Occidente guidato dagli Stati Uniti. Il fatto stesso che abbiano pubblicato il suo manifesto può essere considerato come il tacito sostegno di questo blocco della Nuova Guerra Fredda alle ambizioni egemoniche della Germania.

La Polonia non è così paranoica come qualcuno ha ipotizzato

Il cardinale grigio polacco Jaroslaw Kaczynski non ha sbagliato a mettere in guardia di recente contro il dominio tedesco dell’Europa in commenti che hanno fatto eco a quelli di un anno fa con i quali- accusava quel Paese di voler costruire un “ Quarto Reich ”. Il suo paese in precedenza aveva esaltato la minaccia militare del suo vicino all’Europa centrale in modo che Varsavia consolidasse la sua influenza regionale, ma il manifesto del cancelliere Olaf Scholz per la rivista Foreign Affairs dimostra che le ambizioni egemoniche di Berlino esistono davvero.

La nuova cultura strategica della Germania

Intitolato ” The Global Zeitenwende: How to Avoid a New Cold War in a Multipolar Era “, il leader tedesco ha articolato la gamma di mezzi che il leader de facto dell’UE è pronto a impiegare per rafforzare in modo completo la sua influenza in tutto il blocco sulla base di presunte reazioni al conflitto ucraino . Il primo terzo del pezzo è solo una spiegazione di come tutto sia arrivato a questo punto dal punto di vista del suo governo, ma poi passa a parlare di politiche tangibili.

Nelle parole di Scholz, “il nuovo ruolo della Germania richiederà una nuova cultura strategica, e la strategia di sicurezza nazionale che il mio governo adotterà tra qualche mese rifletterà questo fatto”, che inquadra tutto ciò che segue nel suo articolo. La Russia è l’obiettivo principale di questa strategia, come dimostrato dal Cancelliere dichiarando che “la domanda guida sarà quali minacce noi e i nostri alleati dobbiamo affrontare in Europa, più immediatamente dalla Russia”.

Si è poi dato una pacca sulla spalla per aver promosso le riforme costituzionali all’inizio dell’anno per facilitare i piani del suo governo di esporre circa 100 miliardi di dollari per modernizzare la Bundeswehr, che ha accuratamente descritto come “segnare [ing] il più netto cambiamento nella politica di sicurezza tedesca dai tempi del costituzione della Bundeswehr nel 1955”. Il due percento del PIL sarà anche investito nella difesa in conformità con le precedenti richieste degli Stati Uniti ai suoi partner della NATO.

“Diplomazia militare”

Complementare al rafforzamento militare senza precedenti della Germania dopo la seconda guerra mondiale è la politica di Scholz di revocare il suo precedente rifiuto di esportare armi nelle zone di conflitto attive per equipaggiare Kiev. Non solo, ma il suo paese addestrerà anche un’intera brigata di truppe ucraine sul suo territorio come parte di una nuova missione dell’UE insieme alla sostituzione delle armi dell’era sovietica che i paesi dell’ex blocco di Varsavia danno a Kiev con quelle tedesche moderne.

Al di là dei suoi confini, Scholz ha affermato che “la Germania ha notevolmente aumentato la sua presenza sul fianco orientale della NATO, rafforzando il gruppo di battaglia della NATO a guida tedesca in Lituania e designando una brigata per garantire la sicurezza di quel paese. La Germania sta anche contribuendo con truppe al gruppo di battaglia della NATO in Slovacchia, e l’aviazione tedesca sta aiutando a monitorare e proteggere lo spazio aereo in Estonia e Polonia. Nel frattempo, la marina tedesca ha partecipato alle attività di deterrenza e difesa della NATO nel Mar Baltico”.

Di particolare preoccupazione è stata la riaffermazione del cancelliere che “la Germania continuerà a mantenere il suo impegno nei confronti degli accordi di condivisione nucleare della NATO, anche acquistando aerei da combattimento F-35 a doppia capacità”, che è destinato a scuotere la Russia. Abbastanza chiaramente, Scholz intende che la Germania competa con la Polonia come principale rappresentante militare degli Stati Uniti nell’UE, a tal fine spera che le capacità militari più impressionanti di Berlino e l’attuale partnership di condivisione nucleare con Washington le diano un vantaggio su Varsavia.

Espansione istituzionale

Questa osservazione non dovrebbe essere interpretata come un intento di rivedere l’esito geopolitico della seconda guerra mondiale come alcuni in Polonia hanno ipotizzato rispetto a quelli che chiamano i “territori recuperati” del loro paese che ora formano il suo confine con la Germania. Piuttosto, significa solo che la Germania sta diventando più fiduciosa nel mostrare la sua potenza militare nel senso di migliorare in modo completo le capacità difensive dei suoi partner su richiesta delle loro leadership, anche se è vero che questo rischia di renderli vassalli.

Molto probabilmente, Scholz cercherà di replicare questa stessa identica strategia nei Balcani occidentali favorendo l’adesione definitiva di quegli aspiranti stati all’UE de facto guidata dalla Germania dopo aver completato il cosiddetto Processo di Berlino, come ha parlato di aver rilanciato nel suo articolo . Nonostante abbia riconosciuto le difficoltà di ammettere nuovi membri, il Cancelliere ha parlato della promessa che questo risultato avrebbe per rafforzare il potenziale del blocco di stabilire nuovi standard globali per il commercio e l’ambiente, et al.

Questa ambiziosa agenda sarà portata avanti in piena collaborazione con la Francia, secondo Scholz, che ha descritto come “condivisa [ing] la stessa visione di un’UE forte e sovrana”. Le politiche migratorie e fiscali devono essere riformate, ha affermato, al fine di impedire a forze esterne come la Russia di esacerbare presumibilmente le divisioni all’interno del blocco. La sua soluzione proposta per razionalizzare i progressi su queste questioni delicate è “eliminare [e] la capacità dei singoli paesi di porre il veto a determinate misure”.

Influenza radicata

Non c’è altro modo per descrivere la suddetta riforma se non come un gioco di potere politico senza precedenti, esattamente del tipo da cui l’ Ungheria e la Polonia avevano precedentemente messo in guardia. In caso di successo, si tradurrà nella completa sottomissione di tutti i membri dell’UE al duopolio franco-tedesco, eliminando così quelle vestigia di sovranità che ancora conservano. In altre parole, questo asse della Grande Potenza diventerà l’unico che conta in Europa.

Sarà probabilmente impossibile per gli stati più piccoli ripristinare i propri diritti perduti nel caso in cui la Germania assuma il controllo diretto sui propri eserciti in futuro, come la proposta di Scholz per la standardizzazione dei sistemi d’arma dell’UE suggerisce fortemente che accadrà inevitabilmente. L’espansione della presenza militare dell’egemone in ascesa lungo la periferia orientale del blocco, di cui ha parlato così bene all’inizio dell’articolo, potrebbe inevitabilmente portare a ciò per rafforzare l’influenza politica di Berlino.

Simili cosiddetti “complotti di colpo di stato” come quello che le sue autorità affermano di aver sventato mercoledì potrebbero diventare il pretesto con cui la Germania assume il controllo diretto sulle forze armate dei paesi dell’Europa centrale sulla base del presunto aiuto a garantire in modo sostenibile “legge e ordine”. . Visto che quelle forze avrebbero potuto a quel punto standardizzare i loro sistemi d’arma, sarebbero perfettamente interoperabili con quelli della Germania, soprattutto se a quel punto hanno già effettuato più esercitazioni congiunte.

La vera connessione con la Cina

Il resto dell’articolo di Scholz parlava un po’ dell’imminente approccio della Germania alla Cina, ma quei piani non sono così direttamente rilevanti per le ambizioni egemoniche del suo paese come quelli che è pronta ad attuare contro la Russia, ecco perché rimarranno al di fuori dell’ambito del presente analisi. Esaminando l’intuizione che è stata condivisa finora, è chiaro che ” il complotto secolare della Germania per catturare il controllo dell’Europa è quasi completo “, con ogni giorno che passa riducendo la probabilità di controbilanciare questo scenario.

Il suo leader ha appena pubblicato quello che può essere interpretato come il suo manifesto che spiega perché la Germania debba presumibilmente ripristinare il suo precedente status egemonico, ed è stato pubblicato nientemeno che dalla stessa rivista gestita dal Council on Foreign Affairs, che è considerato tra le più influenti piattaforme politiche nel Golden Billion dell’Occidente guidato dagli Stati Uniti . Il fatto stesso che abbiano pubblicato il suo manifesto può essere considerato come il tacito sostegno di questo blocco della Nuova Guerra Fredda alle ambizioni egemoniche della Germania.

La conclusione è che l’America aspira a ripristinare la sua egemonia unipolare in declino facilitando la rinascita egemonica della Germania al fine di fare affidamento su quel paese come suo principale delegato ” Lead From Behind ” (LFB) per la gestione degli sforzi di contenimento anti-russi del Golden Billion in Europa. Questa politica mira a consentire agli Stati Uniti di concentrarsi maggiormente sull’espansione della NATO nell’Asia-Pacifico in modo da portare avanti i propri sforzi di contenimento anti-cinesi nell’altra metà dell’Eurasia.

Questo sviluppo incipiente ha lo scopo di rendere più probabile che la Repubblica popolare accetti i termini dell’America per la serie di compromessi reciproci tra di loro per stabilire un equilibrio di influenza che alla fine diventerà la “nuova normalità”. È importante che queste due superpotenze facciano progressi tangibili sulla Nuova Distensione in vista del viaggio programmato del Segretario di Stato Blinken a Pechino all’inizio del prossimo anno, ergo la tempistica dietro la pubblicazione del manifesto di Scholz da parte di Foreign Affairs.

Pensieri conclusivi

Il grande contesto strategico all’interno del quale ha articolato le ambizioni egemoniche della Germania è quindi quello di facilitare il graduale riorientamento del suo mecenate americano dall’Eurasia occidentale verso la sua metà orientale mentre il suo paese assume il ruolo di principale procuratore LFB degli Stati Uniti in Europa per contenere la Russia. Questa sequenza di eventi per migliorare il contenimento della Cina da parte dell’Occidente è tacitamente approvata dall’élite del Golden Billion, come evidenziato da Foreign Affairs che pubblica il suo articolo correlato, confermando così che il piano degli Stati Uniti è in atto.

https://korybko.substack.com/p/olaf-scholzs-manifesto-for-foreign?utm_source=post-email-title&publication_id=835783&post_id=89191551&isFreemail=true&utm_medium=email

COVID e vaccini, il dovere della verità_con Max Bonelli

AVVISO!! Il video è stato rimosso da youtube. Rimane disponibile su rumble.

Questo è un dialogo di presentazione di un documentario di indagine delle dinamiche e procedure di adozione dei vaccini anticovid. Le procedure di adozione dei vaccini anticovid hanno goduto di procedure accelerate quantomeno insolite. E’ mancata altresì una adeguata verifica delle controindicazioni emerse in corso d’opera, tanto più che non sono stati rispettati gli usuali tempi di sperimentazione propedeutici all’utilizzo terapeutico. In alcuni paesi tali verifiche sono state praticamente assenti; in particolare in quei paesi nei quali il vaccino è diventato un credo, un dogma indiscutibile, la soluzione salvifica. Il baraccone politico-tecnocratico italiano è stato in prima fila in questa campagna di demonizzazione delle possibili alternative e di approccio unilaterale. La crisi pandemica ha evidenziato, in realtà, tutti i limiti di questa classe dirigente e ha aperto la strada a pratiche di controllo sociale e di gestione prosaica degli affari connessi. Ha evidenziato in Italia l’assenza di un piano di emergenza, l’incapacità di adozione di un piano di azione articolato e differenziato di igiene e sanità pubblica, la reticenza alla sperimentazione di soluzioni terapeutiche diversificate. Un mix esplosivo favorevole all’introduzione di sistemi di manipolazione e controllo sociale ed individuale totalitari e alla proliferazione e coltivazione di interessi lobbistici e di malaffare. Qualche flebile voce sembra emergere anche negli ambienti istituzionali. Il coinvolgimento di un intero ceto politico e di gran parte della classe dirigente nella gestione fanno propendere più verso una strumentalizzazione a fini di regolamento di conti che ad un accertamento serio di responsabilità e di cambiamento delle politiche; almeno sino a quando sarà possibile nascondere il bubbone o sotterarlo nel silenzio. Qui di seguito il link del video originale https://drmorse.tv/video/died-suddenly-documentary/ Buon ascolto e buona visione, Giuseppe Germinario

https://rumble.com/v1yyqci-covid-e-vaccini-il-dovere-della-verit-con-max-bonelli.html

 

 

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