Il buio che ci sta davanti: dove è diretta la guerra in Ucraina, di JOHN J. MEARSHEIMER_a cura di Roberto Buffagni

 Questo recentissimo articolo di John Mearsheimer, che traduciamo e pubblichiamo, raccoglie gli argomenti fondamentali degli interventi pubblici recenti e prossimi del grande studioso americano. Difficile sopravvalutarne l’importanza. In esso si ritrovano, corredati da un ampio apparato di note e documenti, gli elementi essenziali della situazione in Ucraina, e dei suoi prossimi, probabili sviluppi. Come d’uso, Mearsheimer li esprime con la massima semplicità e chiarezza, in uno sforzo di obiettività e perspicuità che gli fa onore.

Buona lettura,

Roberto Buffagni

 

https://mearsheimer.substack.com/p/the-darkness-ahead-where-the-ukraine?utm_source=profile&utm_medium=reader2

Il buio che ci sta davanti: dove è diretta la guerra in Ucraina

 

JOHN J. MEARSHEIMER

23 GIUGNO 2023

Questo articolo esamina la probabile traiettoria futura della guerra in Ucraina.[1] Affronterò due questioni principali.

 

Primo: è possibile un accordo di pace significativo? La mia risposta è no. Siamo in una guerra in cui entrambe le parti – l’Ucraina e l’Occidente da una parte e la Russia dall’altra – si vedono come una minaccia esistenziale che deve essere sconfitta. Dati gli obiettivi massimalisti di entrambe le parti, è quasi impossibile raggiungere un trattato di pace praticabile. Inoltre, le due parti hanno divergenze inconciliabili per quanto riguarda il territorio e il rapporto dell’Ucraina con l’Occidente. Il miglior risultato possibile è un conflitto congelato che potrebbe facilmente trasformarsi in una guerra calda. Il peggiore esito possibile è una guerra nucleare, che è improbabile ma non si può escludere.

 

In secondo luogo, qual è la parte che probabilmente vincerà la guerra? La Russia alla fine vincerà la guerra, anche se non sconfiggerà in modo decisivo l’Ucraina. In altre parole, non conquisterà tutta l’Ucraina, ciò che sarebbe necessario per raggiungere tre degli obiettivi di Mosca: rovesciare il regime, smilitarizzare il Paese e tagliare i legami di sicurezza di Kiev con l’Occidente. Ma finirà per annettere un’ampia porzione di territorio ucraino, trasformando l’Ucraina in un moncone di Stato disfunzionale. In altre parole, la Russia otterrà una brutta vittoria.

 

Prima di affrontare direttamente questi temi, sono necessarie tre considerazioni preliminari. Innanzitutto, sto cercando di prevedere il futuro, cosa non facile da fare, visto che viviamo in un mondo incerto. Pertanto, non sto sostenendo di avere la verità; infatti, alcune delle mie affermazioni potrebbero essere smentite. Inoltre, non sto dicendo ciò che vorrei che accadesse. Non sto facendo il tifo per una parte o per l’altra. Sto semplicemente dicendo ciò che penso accadrà con il procedere della guerra. Infine, non sto giustificando il comportamento russo o le azioni di nessuno degli Stati coinvolti nel conflitto. Sto solo spiegando le loro azioni.

 

Ora passiamo alla sostanza.

 

Dove siamo oggi

Per capire dove sta andando la guerra in Ucraina, è necessario innanzitutto valutare la situazione attuale. È importante sapere come i tre attori principali – Russia, Ucraina e Occidente – pensano alle minacce che li circondano e concepiscono i loro obiettivi. Quando parliamo di Occidente, tuttavia, ci riferiamo soprattutto agli Stati Uniti, poiché gli alleati europei prendono ordini da Washington, quando si tratta di Ucraina. È inoltre essenziale comprendere l’attuale situazione sul campo di battaglia. Cominciamo con le minacce che circondano la Russia e i suoi obiettivi.

 

Le minacce secondo la Russia

È chiaro sin dall’aprile 2008 che i leader russi considerano una minaccia esistenziale gli sforzi dell’Occidente per far entrare l’Ucraina nella NATO e farne un bastione occidentale ai confini della Russia. In effetti, il Presidente Putin e i suoi luogotenenti lo hanno ripetutamente sottolineato nei mesi precedenti l’invasione russa, quando stava diventando chiaro che l’Ucraina era quasi un membro de facto della NATO.[2] Dall’inizio della guerra, il 24 febbraio 2022, l’Occidente ha aggiunto un ulteriore livello a questa minaccia esistenziale, adottando una nuova serie di obiettivi che i leader russi non possono fare a meno di considerare estremamente minacciosi. Di seguito dirò di più sugli obiettivi occidentali, ma è sufficiente dire che l’Occidente è determinato a sconfiggere la Russia e ad espellerla dai ranghi delle grandi potenze, se non a provocare un cambiamento di regime o addirittura a innescare una disgregazione della Russia analoga a quella dell’Unione Sovietica nel 1991.

 

In un importante discorso pronunciato lo scorso febbraio (2023), Putin ha sottolineato che l’Occidente è una minaccia mortale per la Russia. “Durante gli anni che hanno seguito la dissoluzione dell’Unione Sovietica“, ha detto, “l’Occidente non ha mai smesso di cercare di incendiare gli Stati post-sovietici e, soprattutto, di finire la Russia in quanto maggiore porzione sopravvissuta dell’estensione storica del nostro Stato. Hanno incoraggiato i terroristi internazionali ad aggredirci, hanno provocato conflitti regionali lungo il perimetro dei nostri confini, hanno ignorato i nostri interessi e hanno cercato di contenere e sopprimere la nostra economia“. Ha poi sottolineato che “l’élite occidentale non fa mistero del suo obiettivo, che è, cito, ‘la sconfitta strategica della Russia’. Cosa significa questo per noi? Significa che hanno intenzione di finirci una volta per tutte“. Putin ha poi aggiunto che: “questo rappresenta una minaccia esistenziale per il nostro Paese“.[3] I leader russi vedono anche il regime di Kiev come una minaccia per la Russia, non solo perché è strettamente alleato con l’Occidente, ma anche perché lo considerano figlio delle forze fasciste ucraine che hanno combattuto a fianco della Germania nazista contro l’Unione Sovietica nella Seconda Guerra Mondiale.[4]

 

Gli obiettivi della Russia

La Russia deve vincere questa guerra, poiché ritiene di dover affrontare una minaccia alla propria sopravvivenza. Ma che aspetto ha la vittoria? Il risultato ideale, prima dell’inizio della guerra nel febbraio 2022, era trasformare l’Ucraina in uno Stato neutrale e risolvere la guerra civile nel Donbass, che opponeva il governo ucraino ai russi etnici e ai russofoni che volevano una maggiore autonomia, se non l’indipendenza, per la loro regione. Sembra che questi obiettivi fossero ancora realistici durante il primo mese di guerra, e sono stati infatti alla base dei negoziati di Istanbul tra Kiev e Mosca nel marzo 2022.[5] Se all’epoca i russi avessero raggiunto questi obiettivi, l’attuale guerra sarebbe stata evitata o sarebbe finita rapidamente.

 

Ma un accordo che soddisfi gli obiettivi della Russia non è più possibile. L’Ucraina e la NATO sono legate a doppio filo per il prossimo futuro e nessuna delle due è disposta ad accettare la neutralità ucraina. Inoltre, il regime di Kiev è un anatema per i leader russi, che lo vogliono eliminare. Essi parlano non solo di “de-nazificare” l’Ucraina, ma anche di “smilitarizzarla”, due obiettivi che presumibilmente richiederebbero la conquista di tutta l’Ucraina, la costrizione alla resa delle sue forze militari e l’insediamento di un regime amichevole a Kiev[6].

 

Una vittoria decisiva di questo tipo non è probabile per una serie di ragioni. L’esercito russo non è abbastanza numeroso per un compito del genere, che richiederebbe probabilmente almeno due milioni di uomini.[7] In effetti, l’attuale esercito russo ha difficoltà a conquistare tutto il Donbass. Inoltre, l’Occidente farebbe di tutto per impedire alla Russia di conquistare tutta l’Ucraina. Infine, i russi finirebbero per occupare enormi quantità di territorio densamente popolato da ucraini etnici che detestano i russi e si opporrebbero ferocemente all’occupazione. Cercare di conquistare tutta l’Ucraina e piegarla alla volontà di Mosca finirebbe sicuramente in un disastro.

 

A parte la retorica sulla de-nazificazione e la smilitarizzazione dell’Ucraina, gli obiettivi concreti della Russia prevedono la conquista e l’annessione di un’ampia porzione di territorio ucraino, trasformando al contempo l’Ucraina in un moncone di Stato disfunzionale. In questo modo, la capacità dell’Ucraina di condurre una guerra contro la Russia sarebbe notevolmente ridotta ed è improbabile che essa si qualifichi per l’adesione all’UE o alla NATO. Inoltre, un’Ucraina distrutta sarebbe particolarmente vulnerabile alle interferenze russe nella sua politica interna. In breve, l’Ucraina non sarebbe un bastione occidentale al confine con la Russia.

 

Che aspetto avrebbe questo stato disfunzionale? Mosca ha ufficialmente annesso la Crimea e altri quattro oblast’ ucraini – Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporozhe – che insieme rappresentano circa il 23% del territorio totale dell’Ucraina prima dello scoppio della crisi nel febbraio 2014. I leader russi hanno sottolineato di non avere alcuna intenzione di cedere quel territorio, che in parte non è ancora controllato dalla Russia. In effetti, c’è motivo di pensare che la Russia annetterà altro territorio ucraino, se avrà la capacità militare di farlo a un costo ragionevole. È difficile, tuttavia, dire quanto ulteriore territorio ucraino Mosca cercherà di annettere, come chiarisce Putin stesso[8].

 

È probabile che il pensiero russo sia influenzato da tre calcoli. Mosca ha un forte incentivo a conquistare e annettere permanentemente il territorio ucraino che è densamente popolato da etnie russe e russofone. Vorrà proteggerli dal governo ucraino – che è diventato ostile a tutto ciò che è russo – e assicurarsi che in Ucraina non ci sia una guerra civile come quella che ha avuto luogo nel Donbass tra il febbraio 2014 e il febbraio 2022. Allo stesso tempo, la Russia vorrà evitare di controllare un territorio largamente popolato da ucraini di etnia ostile, il che pone limiti significativi a un’ulteriore espansione russa. Infine, per trasformare l’Ucraina in un moncone di Stato disfunzionale bisognerà che Mosca si appropri di notevoli quantità di territorio ucraino, in modo da essere ben posizionata per arrecare danni significativi alla sua economia. Il controllo di tutte le coste ucraine lungo il Mar Nero, ad esempio, darebbe a Mosca una notevole influenza economica su Kiev.

 

Questi tre calcoli suggeriscono che la Russia probabilmente tenterà di annettere i quattro oblast’ – Dnipropetrovsk, Kharkiv, Mykolaiv e Odessa – che si trovano immediatamente a ovest dei quattro oblast’ che ha già annesso – Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporozhe. Se ciò accadesse, la Russia controllerebbe circa il 43% del territorio ucraino prima del 2014.[9] Dmitri Trenin, uno dei principali strateghi russi, ritiene che i leader russi cercherebbero di conquistare ancora più territorio ucraino, spingendosi a ovest nell’Ucraina settentrionale fino al fiume Dnieper e prendendo la parte di Kiev che si trova sulla sponda orientale del fiume. Scrive che “un passo logico successivo“, dopo aver preso tutta l’Ucraina da Kharkiv a Odessa, “sarebbe quello di espandere il controllo russo a tutta l’Ucraina a est del fiume Dnieper, compresa la parte di Kiev che si trova sulla sponda orientale del fiume. Se ciò accadesse, lo Stato ucraino si ridurrebbe fino a comprendere solo le regioni centrali e occidentali del Paese“.[10]

 

Le minacce secondo l’Occidente

Può sembrare difficile da credere oggi, ma prima dello scoppio della crisi ucraina nel febbraio 2014, i leader occidentali non vedevano la Russia come una minaccia per la sicurezza. I leader della NATO, ad esempio, al vertice dell’Alleanza del 2010 a Lisbona, parlavano con il presidente russo di “una nuova fase di cooperazione verso un vero partenariato strategico”.[11] Non sorprende che l’espansione della NATO prima del 2014 non fosse giustificata in termini di contenimento di una Russia pericolosa. In realtà, è stata la debolezza russa a permettere all’Occidente di far passare a Mosca le prime due tranche di espansione della NATO, nel 1999 e nel 2004, e poi a permettere all’amministrazione di George W. Bush di pensare, nel 2008, che fosse possibile costringere la Russia ad accettare l’ingresso nell’alleanza di Georgia e Ucraina. Ma questa ipotesi si è rivelata sbagliata e quando nel 2014 è scoppiata la crisi ucraina, l’Occidente ha improvvisamente iniziato a dipingere la Russia come un nemico pericoloso che doveva essere contenuto, se non indebolito[12].

 

Dall’inizio della guerra nel febbraio 2022, la percezione dell’Occidente nei confronti della Russia si è costantemente inasprita fino al punto in cui Mosca sembra essere vista come una minaccia esistenziale. Gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO sono profondamente coinvolti nella guerra dell’Ucraina contro la Russia. In realtà, fanno praticamente tutto tranne premere il grilletto o i comandi per l’invio dei missili.[13] Inoltre, hanno chiarito il loro impegno inequivocabile a vincere la guerra e a mantenere la sovranità dell’Ucraina. Pertanto, perdere la guerra avrebbe conseguenze enormemente negative per Washington e per la NATO. La reputazione di competenza e affidabilità dell’America ne risulterebbe gravemente danneggiata, con ripercussioni sul modo in cui i suoi alleati e i suoi avversari – in particolare la Cina – si rapporterebbero con gli Stati Uniti. Inoltre, quasi tutti i Paesi europei che fanno parte della NATO ritengono che l’alleanza sia un ombrello di sicurezza insostituibile. Pertanto, la possibilità che la NATO venga gravemente danneggiata – forse addirittura distrutta – se la Russia vince in Ucraina è motivo di profonda preoccupazione tra i suoi membri.

 

Inoltre, i leader occidentali dipingono spesso la guerra in Ucraina come parte integrante di una più ampia lotta globale tra autocrazia e democrazia, in una prospettiva intrinsecamente manichea. Inoltre, si dice che il futuro del sacrosanto ordine internazionale basato sulle regole dipenda dalla vittoria contro la Russia. Come ha detto Re Carlo lo scorso marzo (2023), “la sicurezza dell’Europa e i nostri valori democratici sono minacciati“.[14] Allo stesso modo, una risoluzione introdotta nel Congresso degli Stati Uniti in aprile dichiara: “Gli interessi degli Stati Uniti, la sicurezza europea e la causa della pace internazionale dipendono dalla… vittoria ucraina“.[15] Un recente articolo del Washington Post illustra il modo in cui l’Occidente tratta la Russia come una minaccia esistenziale: “I leader degli oltre 50 altri Paesi che sostengono l’Ucraina hanno definito il loro sostegno come parte di una battaglia apocalittica per il futuro della democrazia e dello Stato di diritto internazionale contro l’autocrazia e l’aggressione, che l’Occidente non può permettersi di perdere“.[16]

 

Gli obiettivi dell’Occidente

Come dovrebbe essere chiaro, l’Occidente è fermamente impegnato a sconfiggere la Russia. Il Presidente Biden ha ripetutamente affermato che gli Stati Uniti sono in questa guerra per vincere. “L’Ucraina non sarà mai una vittoria per la Russia“. Deve finire con un “fallimento strategico“. Washington, ha sottolineato, resterà in lotta “per tutto il tempo necessario“.[17] In particolare, l’obiettivo è sconfiggere l’esercito russo in Ucraina – cancellando le sue conquiste territoriali – e paralizzare l’ economia russa con sanzioni letali. In caso di successo, la Russia verrebbe estromessa dai ranghi delle grandi potenze, indebolendola al punto da non poter più minacciare di invadere l’Ucraina.[18] I leader occidentali hanno altri obiettivi, tra cui il cambio di regime a Mosca, la messa in stato d’accusa di Putin come criminale di guerra e l’eventuale smembramento della Russia in Stati più piccoli[19].

 

Al contempo, l’Occidente rimane impegnato a far entrare l’Ucraina nella NATO, anche se c’è disaccordo all’interno dell’alleanza su quando e come ciò avverrà.[20] Jens Stoltenberg, segretario generale dell’alleanza, ha dichiarato in una conferenza stampa a Kiev in aprile (2023) che “la posizione della NATO rimane invariata” e che ” l’Ucraina diventerà un membro dell’alleanza“. Allo stesso tempo, ha sottolineato che “il primo passo verso un’eventuale adesione dell’Ucraina alla NATO è garantire che l’Ucraina prevalga, ed è per questo che gli Stati Uniti e i loro partner hanno fornito un sostegno senza precedenti all’Ucraina“.[21] Dati questi obiettivi, è chiaro perché la Russia veda l’Occidente come una minaccia esistenziale.

 

Minacce e obiettivi dell’Ucraina

Non c’è dubbio che l’Ucraina si trovi di fronte a una minaccia esistenziale, dato che la Russia è intenzionata a smembrarla e ad assicurarsi che il nuovo Stato superstite non solo sia economicamente debole, ma non sia nemmeno un membro de facto o de jure della NATO. Non c’è dubbio, inoltre, che Kiev condivida l’obiettivo dell’Occidente di sconfiggere e indebolire seriamente la Russia, in modo da poter riconquistare il territorio perduto e tenerlo per sempre sotto il controllo ucraino. Come ha detto di recente il Presidente Zelensky al Presidente Xi Jinping, “non ci può essere una pace basata su compromessi territoriali“.[22] I leader ucraini restano, com’è naturale, fermamente impegnati ad aderire all’UE e alla NATO e a rendere l’Ucraina parte integrante dell’Occidente[23].

 

In sintesi, i tre attori principali della guerra in Ucraina credono tutti di dover affrontare una minaccia esistenziale, il che significa che ognuno di loro pensa di dover vincere la guerra o subire terribili conseguenze.

 

Il campo di battaglia oggi

Passando agli eventi sul campo di battaglia, la guerra si è evoluta in una guerra di logoramento in cui ogni parte è principalmente interessata a dissanguare l’altra, facendola arrendere. Naturalmente, entrambe le parti si preoccupano anche di catturare territorio, ma questo obiettivo è di secondaria importanza rispetto al logoramento dell’avversario.

 

L’esercito ucraino ha avuto il sopravvento nella seconda metà del 2022, il che gli ha permesso di riprendere territorio dalla Russia nelle regioni di Kharkiv e Kherson. Ma la Russia ha risposto a queste sconfitte mobilitando altri 300.000 uomini, riorganizzando l’esercito, accorciando le linee del fronte e imparando dai propri errori.[24] I combattimenti del 2023 si sono svolti nell’Ucraina orientale, principalmente nelle regioni di Donetsk e Zaporozhe. I russi hanno avuto la meglio, quest’anno, soprattutto perché hanno un vantaggio sostanziale nell’artiglieria, che è l’arma più importante nella guerra di logoramento.

 

Il vantaggio di Mosca è stato evidente nella battaglia per Bakhmut, che si è conclusa con la conquista della città da parte dei russi a fine maggio (2023). Sebbene le forze russe abbiano impiegato dieci mesi per prendere il controllo di Bakhmut, hanno inflitto enormi perdite alle forze ucraine con la loro artiglieria.[25] Poco dopo, il 4 giugno, l’Ucraina ha lanciato la sua tanto attesa controffensiva in diverse località delle regioni di Donetsk e Zaporozhe. L’obiettivo è penetrare nelle prime linee di difesa della Russia, sferrare un colpo sconvolgente alle forze russe e riprendersi una parte sostanziale del territorio ucraino ora sotto il controllo russo. In sostanza, l’obiettivo è duplicare i successi dell’Ucraina a Kharkiv e Kherson nel 2022.

 

Finora l’esercito ucraino ha fatto pochi progressi nel raggiungere questi obiettivi ed è invece impantanato in battaglie di logoramento mortali con le forze russe. Nel 2022, l’Ucraina ha avuto successo nelle campagne di Kharkiv e Kherson perché il suo esercito combatteva contro forze russe in inferiorità numerica, con una densità di presenza sul territorio troppo scarsa. Oggi non è così: L’Ucraina sta attaccando linee di difesa russe ben preparate. Ma anche se le forze ucraine dovessero sfondare queste linee difensive, le truppe russe stabilizzerebbero rapidamente il fronte e le battaglie di logoramento continuerebbero.[26] Gli ucraini sono in svantaggio in questi scontri perché i russi hanno un significativo vantaggio nella potenza di fuoco.

 

Dove siamo diretti

Permettetemi di cambiare marcia e di allontanarmi dal presente per parlare del futuro, iniziando da come gli eventi sul campo di battaglia potrebbero svolgersi in futuro. Come ho già detto, credo che la Russia vincerà la guerra, il che significa che finirà per conquistare e annettere un consistente territorio ucraino, lasciando l’Ucraina come uno stato disfunzionale. Se ho ragione, questa sarà una grave sconfitta per l’Ucraina e per l’Occidente.

 

C’è tuttavia un lato positivo in questo risultato: una vittoria russa riduce notevolmente la minaccia di una guerra nucleare, poiché è più probabile che si verifichi un’escalation nucleare se le forze ucraine ottengono vittorie sul campo di battaglia e minacciano di riprendersi tutti o la maggior parte dei territori che Kiev ha perso a favore di Mosca. È sicuro che i leader russi penserebbero seriamente di usare le armi nucleari per salvare la situazione. Naturalmente, se mi sbaglio sulla direzione della guerra e l’esercito ucraino prende il sopravvento e inizia a spingere le forze russe verso est, la probabilità di un uso del nucleare aumenterebbe in modo significativo, il che non significa che sarebbe una certezza.

 

Su cosa si basa la mia affermazione che i russi probabilmente vinceranno la guerra?

 

La guerra in Ucraina, come ho sottolineato, è una guerra di logoramento in cui la cattura e il mantenimento del territorio sono di secondaria importanza. L’obiettivo della guerra di logoramento è logorare le forze della controparte fino al punto in cui questa abbandona la battaglia o è talmente indebolita da non poter più difendere il territorio conteso.[27] Chi vince una guerra di logoramento è in gran parte funzione di tre fattori: il rapporto tra la determinazione delle due parti, l’equilibrio demografico tra di esse e la correlazione del numero di caduti. I russi hanno un vantaggio decisivo nella dimensione della popolazione e un netto vantaggio nella correlazione del numero di caduti; le due parti sono equamente bilanciate in quanto a determinazione.

 

Consideriamo l’equilibrio della determinazione. Come si è detto, sia la Russia che l’Ucraina ritengono di dover affrontare una minaccia esistenziale e, naturalmente, entrambe le parti sono pienamente impegnate a vincere la guerra. Pertanto, è difficile vedere una differenza significativa nella loro determinazione. Per quanto riguarda le dimensioni della popolazione, la Russia aveva un vantaggio di circa 3,5:1 prima dell’inizio della guerra nel febbraio 2022. Da allora, il rapporto si è notevolmente spostato a favore della Russia. Circa otto milioni di ucraini sono fuggiti dal Paese, sottraendo popolazione all’Ucraina. Circa tre milioni di questi emigranti sono andati in Russia, aggiungendosi alla sua popolazione. Inoltre, ci sono probabilmente altri quattro milioni di cittadini ucraini che vivono nei territori ora controllati dalla Russia, spostando ulteriormente lo squilibrio demografico a favore della Russia. Mettendo insieme questi numeri, la Russia ha un vantaggio di circa 5:1 in termini di popolazione[28].

 

Infine, c’è la correlazione del numero di caduti, questione controversa sin dall’inizio della guerra nel febbraio 2022. Il senso comune in Ucraina e in Occidente è che i livelli di caduti da entrambe le parti siano all’incirca uguali o che i russi abbiano subito più vittime degli ucraini. Il capo del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino, Oleksiy Danilov, arriva a sostenere che i russi hanno perso 7,5 soldati per ogni soldato ucraino nella battaglia per Bakhmut.[29] Queste affermazioni sono sbagliate. Le forze ucraine hanno sicuramente subito perdite molto maggiori rispetto ai loro avversari russi, per un motivo: la Russia ha molta più artiglieria dell’Ucraina.

 

Nella guerra di logoramento, l’artiglieria è l’arma più importante sul campo di battaglia. Nell’esercito americano, l’artiglieria è ampiamente conosciuta come “la regina delle battaglie”, perché è la principale responsabile dell’uccisione e del ferimento dei soldati in combattimento.[30] Pertanto, il rapporto tra artiglierie conta enormemente in una guerra di logoramento. Secondo quasi tutti i dati, i russi hanno un vantaggio nell’artiglieria compreso tra 5:1 e 10:1, il che pone l’esercito ucraino in una posizione di svantaggio significativo sul campo di battaglia.[31] Coeteris paribus, ci si aspetterebbe che la correlazione tra i caduti si avvicini alla correlazione tra artiglierie. Pertanto, correlazione tra i caduti dell’ordine di 2:1 a favore della Russia è una stima prudente.[32]

 

Una possibile sfida alla mia analisi è sostenere che la Russia è l’aggressore in questa guerra, e l’aggressore soffre invariabilmente livelli di perdite molto più alti rispetto al difensore, soprattutto se le forze attaccanti sono impegnate in ampi assalti frontali, che spesso si dice siano il modus operandi delle forze armate russe.[33] Dopo tutto, l’aggressore è allo scoperto e in movimento, mentre il difensore combatte principalmente da posizioni fisse che forniscono una copertura sostanziale. Questa logica è alla base della famosa regola empirica del 3:1, secondo la quale una forza attaccante ha bisogno di un numero di soldati almeno triplo rispetto a quello del difensore per vincere una battaglia.[34] Ma questa linea di argomentazione presenta dei problemi quando viene applicata alla guerra in Ucraina.

 

In primo luogo, non sono solo i russi ad aver avviato campagne offensive nel corso della guerra.[35] Infatti, gli ucraini hanno lanciato due grandi offensive lo scorso anno che hanno portato a vittorie ampiamente annunciate: l’offensiva di Kharkiv nel settembre 2022 e l’offensiva di Kherson tra agosto e novembre 2022. Sebbene gli ucraini abbiano ottenuto sostanziali guadagni territoriali in entrambe le campagne, l’artiglieria russa ha inflitto pesanti perdite alle forze attaccanti. Il 4 giugno gli ucraini hanno appena iniziato un’altra grande offensiva contro forze russe più numerose e molto più preparate di quelle contro cui hanno combattuto a Kharkiv e Kherson.

 

In secondo luogo, la distinzione tra attaccanti e difensori in una grande battaglia non è solitamente in bianco e nero. Quando un esercito attacca un altro esercito, il difensore lancia invariabilmente contrattacchi. In altre parole, il difensore passa all’attacco e l’attaccante alla difesa. Nel corso di una battaglia prolungata, è probabile che ogni schieramento finisca per attaccare e contrattaccare e per difendere posizioni fisse. Questo tira e molla spiega perché i rapporti di scambio di perdite nelle battaglie della Guerra Civile americana e della Prima Guerra Mondiale sono spesso più o meno uguali, non favorevoli all’esercito che ha iniziato sulla difensiva. In effetti, l’esercito che sferra il primo colpo a volte subisce meno perdite dell’esercito bersaglio.[36] In breve, la difesa di solito implica molto attacco.

 

Dai resoconti giornalistici ucraini e occidentali emerge chiaramente che le forze ucraine lanciano spesso contrattacchi contro le forze russe. Si consideri questo resoconto del Washington Post sui combattimenti dell’inizio di quest’anno a Bakhmut: “C’è questo movimento fluido in corso”, ha detto un primo tenente ucraino… Gli attacchi russi lungo il fronte permettono alle loro forze di avanzare di qualche centinaio di metri prima di essere respinte ore dopo. È difficile distinguere esattamente dove si trovi la linea del fronte perché si muove come una gelatina”, ha detto. “[37] Dato l’enorme vantaggio della Russia in termini di artiglieria, sembra ragionevole supporre che la correlazione dei caduti, in questi contrattacchi ucraini, favorisca i russi, probabilmente in modo asimmetrico.

 

In terzo luogo, i russi non stanno impiegando – almeno non spesso – assalti frontali su larga scala che mirano ad avanzare rapidamente e a catturare il territorio, ma esporrebbero le forze attaccanti al fuoco incessante dei difensori ucraini. Come ha spiegato il generale Sergej Surovikin nell’ottobre del 2022, quando era al comando delle forze russe in Ucraina, “abbiamo una strategia diversa… Risparmiamo ogni soldato e continuiamo a schiacciare il nemico che avanza“.[38] In effetti, le truppe russe hanno adottato tattiche intelligenti che riducono il livello di caduti.[39] La loro tattica preferita non è lanciare attacchi frontali su larga scala che mirano a conquistare rapidamente il territorio, ma che esporrebbero le forze d’attacco al fuoco feroce dei difensori ucraini. La loro tattica preferita è quella di lanciare attacchi di sondaggio contro le posizioni fisse ucraine con piccole unità di fanteria, che inducono le forze ucraine ad attaccarle con mortai e artiglieria.[40] Questa risposta permette ai russi di determinare dove si trovano i difensori ucraini e la loro artiglieria. I russi sfruttano quindi il loro grande vantaggio in termini di artiglieria per colpire gli avversari. In seguito, unità di fanteria russa avanzano nuovamente e, quando incontrano una seria resistenza ucraina, ripetono il procedimento. Queste tattiche spiegano perché la Russia sta facendo lenti progressi nella conquista del territorio ucraino.

 

Si potrebbe pensare che l’Occidente possa fare molto per pareggiare la correlazione dei caduti. fornendo all’Ucraina molti più tubi e proiettili di artiglieria, eliminando così il significativo vantaggio della Russia in quest’arma di importanza critica. Tuttavia, questo non accadrà presto, semplicemente perché né gli Stati Uniti né i loro alleati hanno la capacità industriale necessaria per produrre in massa tubi e proiettili d’artiglieria per l’Ucraina; e neppure possono aumentare la loro capacità industriale rapidamente.[41] Il meglio che l’Occidente possa fare – almeno per il prossimo anno – è mantenere l’attuale squilibrio di artiglieria tra Russia e Ucraina, ma anche questo sarà un compito difficile.

 

L’Ucraina può fare poco per rimediare al problema, perché la sua capacità di produrre armi è limitata. È quasi completamente dipendente dall’Occidente, non solo per l’artiglieria, ma per ogni tipo di sistema d’arma importante. La Russia, d’altra parte, aveva una formidabile capacità di produrre armi durante la guerra, che è stata incrementata dall’inizio dei combattimenti. Putin ha recentemente dichiarato: “La nostra industria della difesa sta guadagnando slancio ogni giorno. Nell’ultimo anno abbiamo aumentato la produzione militare di 2,7 volte. La nostra produzione delle armi più critiche è aumentata di dieci volte e continua ad aumentare. Gli impianti lavorano su due o tre turni e alcuni sono impegnati 24 ore su 24[42]. In breve, dato il triste stato della base industriale ucraina, l’Ucraina non è in grado di condurre una guerra di logoramento da sola. Può farlo solo con il sostegno dell’Occidente. Ma anche in questo caso, è destinata a perdere.

 

C’è stato un recente sviluppo che aumenta ulteriormente il vantaggio della Russia nella potenza di fuoco rispetto all’Ucraina. Per il primo anno di guerra, la potenza aerea russa ha avuto poca influenza su ciò che è accaduto nella guerra di terra, soprattutto perché le difese aeree dell’Ucraina erano abbastanza efficaci da tenere gli aerei russi lontani dalla maggior parte dei campi di battaglia. Ma i russi hanno seriamente indebolito le difese aeree dell’Ucraina, il che ora permette alle forze aeree russe di colpire le forze di terra ucraine sulle linee del fronte, o direttamente dietro di esse.[43] Inoltre, la Russia ha sviluppato la capacità di equipaggiare un suo enorme arsenale di bombe da 500 kg con kit di guida che le rendono particolarmente letali.[44]

 

In sintesi, la correlazione tra caduti e feriti continuerà a favorire i russi nel prossimo futuro, il che è molto importante in una guerra di logoramento. Inoltre, la Russia è in una posizione migliore per condurre una guerra di logoramento perché la sua popolazione è molto più numerosa di quella ucraina. L’unica speranza di Kiev di vincere la guerra è che la determinazione di Mosca crolli, ma ciò è improbabile, dato che i leader russi vedono l’Occidente come un pericolo esistenziale.

 

Prospettive di un accordo di pace negoziato

Un coro crescente di voci in tutto il mondo chiede a tutte le parti in causa nella guerra ucraina di abbracciare la diplomazia e negoziare un accordo di pace duraturo. Tuttavia, questo non accadrà. Ci sono troppi ostacoli formidabili per porre fine alla guerra in tempi brevi, tanto meno per trovare un accordo che produca una pace duratura. Il miglior risultato possibile è un conflitto congelato, in cui entrambe le parti continuano a cercare opportunità per indebolire l’altra parte e in cui il pericolo di nuovi scontri è sempre presente.

 

A livello più generale, la pace non è possibile perché ogni parte vede l’altra come una minaccia mortale che deve essere sconfitta sul campo di battaglia. In queste circostanze non c’è quasi spazio per il compromesso con l’altra parte. Ci sono anche due punti specifici di disputa tra le parti in guerra che sono irrisolvibili. Uno riguarda il territorio, l’altro la neutralità ucraina.[45] Quasi tutti gli ucraini sono profondamente impegnati a recuperare tutto il territorio perduto, compresa la Crimea.[46] Chi può biasimarli? Ma la Russia ha ufficialmente annesso la Crimea, Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporozhe ed è fermamente intenzionata a mantenere questo territorio. In realtà, c’è motivo di pensare che Mosca annetterà altro territorio ucraino, se ne avrà la possibilità.

 

L’altro nodo gordiano riguarda le relazioni dell’Ucraina con l’Occidente. Per comprensibili ragioni, l’Ucraina vuole una garanzia di sicurezza una volta terminata la guerra, che solo l’Occidente può fornire. Ciò significa l’adesione di fatto o di diritto alla NATO, poiché nessun altro Paese può proteggere l’Ucraina. Quasi tutti i leader russi, tuttavia, chiedono un’Ucraina neutrale, il che significa nessun legame militare con l’Occidente e quindi nessun ombrello di sicurezza per Kiev. Non c’è modo di far quadrare il cerchio.

 

Ci sono altri due ostacoli alla pace: il nazionalismo, che ora si è trasformato in ipernazionalismo, e la totale mancanza di fiducia da parte russa.

 

Il nazionalismo è una forza potente in Ucraina da oltre un secolo e l’antagonismo verso la Russia è stato a lungo uno dei suoi elementi centrali. Lo scoppio dell’attuale conflitto, il 22 febbraio 2014, ha alimentato questa ostilità, spingendo il parlamento ucraino ad approvare, il giorno successivo, una legge che limitava l’uso del russo e di altre lingue minoritarie, una mossa che ha contribuito a far precipitare la guerra civile nel Donbass.[47] L’annessione della Crimea da parte della Russia, poco dopo, ha peggiorato una situazione già difficile. Contrariamente al senso comune dell’Occidente, Putin aveva capito che l’Ucraina era una nazione separata dalla Russia e che il conflitto tra l’etnia russa e russofona che viveva nel Donbass e il governo ucraino riguardava la “questione nazionale“.[48] L’invasione russa dell’Ucraina, che ha contribuito a far precipitare la guerra civile nel Donbass, è stata un’azione che ha contribuito a peggiorare la situazione.

 

L’invasione russa dell’Ucraina, che mette direttamente i due Paesi l’uno contro l’altro in una guerra prolungata e sanguinosa, ha trasformato il nazionalismo in ipernazionalismo da entrambe le parti. Il disprezzo e l’odio nei confronti dell'”altro” soffocano le società russa e ucraina, creando potenti incentivi per eliminare questa minaccia, se necessario con la violenza. Gli esempi abbondano. Un importante settimanale di Kiev sostiene che famosi autori russi come Mikhail Lermontov, Fëdor Dostoevskij, Leone Tolstoj e Boris Pasternak sono “assassini, saccheggiatori, ignoranti“.[49] La cultura russa, dice un importante scrittore ucraino, rappresenta “la barbarie, l’omicidio e la distruzione“….. Questo è il destino della cultura del nemico [50].

 

Prevedibilmente, il governo ucraino è impegnato nella “de-russificazione” o “decolonizzazione“, che comporta l’eliminazione dalle biblioteche dei libri di autori russi, la ridenominazione di strade con nomi legati alla Russia, l’abbattimento di statue di personaggi come Caterina la Grande, la messa al bando della musica russa prodotta dopo il 1991, la rottura dei legami tra la Chiesa ortodossa ucraina e la Chiesa ortodossa russa e la riduzione al minimo dell’uso della lingua russa. Forse l’atteggiamento dell’Ucraina nei confronti della Russia è riassunto al meglio dal commento di Zelensky: “Non perdoneremo. Non dimenticheremo“.[51]

 

Passando al lato russo della medaglia, Anatol Lieven riferisce che “ogni giorno sulla TV russa si possono vedere insulti etnici pieni di odio rivolti agli ucraini“.[52] Non sorprende che i russi stiano lavorando per russificare e cancellare la cultura ucraina nelle aree che Mosca ha annesso. Queste misure includono il rilascio di passaporti russi, la modifica dei programmi scolastici, la sostituzione della grivna ucraina con il rublo russo, l’eliminazione di biblioteche e musei e la ridenominazione di città e paesi.[53] Bakhmut, ad esempio, è diventata Artemovsk e la lingua ucraina non viene più insegnata nelle scuole della regione di Donetsk.[54] A quanto pare, anche i russi non perdonano né dimenticano.

 

L’aumento dell’ipernazionalismo è prevedibile in tempo di guerra, non solo perché i governi si affidano pesantemente al nazionalismo per motivare la popolazione a sostenere il proprio Paese fino in fondo, ma anche perché la morte e la distruzione che derivano dalla guerra – soprattutto dalle guerre prolungate – spingono ogni parte a disumanizzare e odiare l’altro. Nel caso dell’Ucraina, l’aspro conflitto sull’identità nazionale getta benzina sul fuoco.

 

L’ipernazionalismo rende naturalmente più difficile la cooperazione tra le parti e dà alla Russia un motivo per impadronirsi di un territorio pieno di etnie russe e russofone. Presumibilmente, molti di loro preferirebbero vivere sotto il controllo russo, data l’ostilità del governo ucraino verso tutto ciò che è russo. Nel processo di annessione di queste terre, è probabile che i russi espellano un gran numero di ucraini etnici, soprattutto per il timore che si ribellino al dominio russo se rimangono. Questi sviluppi alimenteranno ulteriormente l’odio tra russi e ucraini, rendendo praticamente impossibile un compromesso sul territorio.

 

C’è un’ultima ragione per cui un accordo di pace duraturo non è fattibile. I leader russi non si fidano né dell’Ucraina né dell’Occidente per negoziare in buona fede, il che non significa che i leader ucraini e occidentali si fidino delle loro controparti russe. La mancanza di fiducia è evidente da tutte le parti, ma è particolarmente acuta da parte di Mosca a causa di una recente serie di rivelazioni.

 

La fonte del problema è ciò che è accaduto durante i negoziati per l’accordo di Minsk II del 2015, che costituiva un quadro per la chiusura del conflitto nel Donbass. Il presidente francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno avuto un ruolo centrale nella definizione di tale quadro, sebbene si siano ampiamente consultati sia con Putin che con il presidente ucraino Petro Poroshenko. Queste quattro persone sono state anche le protagoniste dei successivi negoziati. Non c’è dubbio che Putin si sia impegnato a far funzionare Minsk. Ma Hollande, Merkel e Poroshenko – così come Zelensky – hanno tutti chiarito che non erano interessati all’attuazione di Minsk, ma di averla vista invece come un’opportunità per far guadagnare tempo all’Ucraina per costruire le proprie forze armate in modo da poter affrontare l’insurrezione nel Donbass. Come ha detto la Merkel a “Die Zeit”, si trattava di “un tentativo di dare all’Ucraina il tempo… di diventare più forte“.[55] Allo stesso modo, Poroshenko ha detto: “Il nostro obiettivo era fermare la minaccia, o almeno ritardare la guerra – per assicurarci otto anni per ripristinare la crescita economica e creare potenti forze armate“.[56]

 

Poco dopo l’intervista rilasciata dalla Merkel a Die Zeit nel dicembre 2022, Putin ha dichiarato in una conferenza stampa: “Pensavo che gli altri partecipanti a questo accordo fossero almeno onesti, ma no, si è scoperto che anche loro ci stavano mentendo e volevano solo rifornire l’Ucraina di armi e prepararla a un conflitto militare“. Ha poi aggiunto che l’essere stato ingannato dall’Occidente gli ha fatto perdere l’opportunità di risolvere il problema dell’Ucraina in circostanze più favorevoli per la Russia: “A quanto pare, ci siamo orientati troppo tardi, ad essere onesti. Forse avremmo dovuto iniziare tutto questo [l’operazione militare] prima, ma speravamo solo di poterlo risolvere nel quadro degli accordi di Minsk“. Ha poi chiarito che la doppiezza dell’Occidente complicherà i futuri negoziati: “La fiducia è già quasi a zero, ma dopo queste dichiarazioni, come possiamo negoziare? Su cosa? Possiamo fare accordi con qualcuno e dove sono le garanzie?[57].

 

In sintesi, non c’è quasi nessuna possibilità che la guerra in Ucraina si concluda con un accordo di pace significativo. È invece probabile che la guerra si trascini per almeno un altro anno e che alla fine si trasformi in un conflitto congelato che potrebbe ritornare a essere una guerra guerreggiata.

 

 

Le conseguenze

L’assenza di un accordo di pace praticabile avrà una serie di terribili conseguenze. Le relazioni tra Russia e Occidente, ad esempio, rimarranno probabilmente profondamente ostili e pericolose nel prossimo futuro. Ciascuna delle due parti continuerà a demonizzare l’altra e a lavorare sodo per massimizzare la quantità di dolore e di problemi causati al rivale. Questa situazione prevarrà certamente se i combattimenti continueranno; ma anche se la guerra si trasformerà in un conflitto congelato, è improbabile che il livello di ostilità tra le due parti cambi molto.

 

Mosca cercherà di sfruttare le fratture esistenti tra i Paesi europei, lavorando al contempo per indebolire le relazioni transatlantiche e le istituzioni europee chiave come l’UE e la NATO. Visti i danni che la guerra ha causato e continua a causare all’economia europea, visto il crescente disincanto in Europa di fronte alla prospettiva di una guerra infinita in Ucraina e viste le differenze tra Europa e Stati Uniti riguardo al commercio con la Cina, i leader russi dovrebbero trovare terreno fertile per causare problemi in Occidente.[58] Questa ingerenza rafforzerà naturalmente la russofobia in Europa e negli Stati Uniti, peggiorando una situazione già di per sé negativa.

 

L’Occidente, da parte sua, manterrà le sanzioni su Mosca e ridurrà al minimo i rapporti economici tra le due parti, il tutto allo scopo di danneggiare l’economia russa. Inoltre, collaborerà sicuramente con l’Ucraina per contribuire a generare insurrezioni nei territori che la Russia ha sottratto all’Ucraina. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti e i loro alleati continueranno a perseguire una politica di contenimento a muso duro nei confronti della Russia, che molti ritengono sarà rafforzata dall’ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO e dal dispiegamento di forze significative della NATO nell’Europa orientale.[59] Naturalmente, l’Occidente continuerà a impegnarsi per far entrare Georgia e Ucraina nella NATO, anche se è improbabile che ciò accada. Infine, le élites statunitensi ed europee manterranno sicuramente il loro entusiasmo per la promozione di un cambio di regime a Mosca, per poi processare Putin per le azioni della Russia in Ucraina.

 

Le relazioni tra la Russia e l’Occidente non solo rimarranno avvelenate in futuro, ma saranno anche pericolose, in quanto ci sarà la possibilità sempre presente di un’escalation nucleare o di una guerra tra grandi potenze tra la Russia e gli Stati Uniti[60].

 

La distruzione dell’Ucraina

L’Ucraina si trovava in gravi difficoltà economiche e demografiche prima dell’inizio della guerra dello scorso anno.[61] La devastazione inflitta all’Ucraina dall’invasione russa è orribile. Analizzando gli eventi del primo anno di guerra, la Banca Mondiale dichiara che l’invasione “ha richiesto un tributo inimmaginabile alla popolazione ucraina e all’economia del Paese, con una contrazione dell’attività pari a uno sconcertante 29,2% nel 2022“. Non sorprende che Kiev abbia bisogno di massicce iniezioni di aiuti stranieri solo per mantenere in funzione il governo, per tacere della guerra. Inoltre, la Banca Mondiale stima che i danni superino i 135 miliardi di dollari e che saranno necessari circa 411 miliardi di dollari per ricostruire l’Ucraina. La povertà, si legge, “è aumentata dal 5,5% nel 2021 al 24,1% nel 2022, spingendo 7,1 milioni di persone in più nella povertà e annullando 15 anni di progressi“.[62] Le città sono state distrutte, circa 8 milioni di ucraini sono fuggiti dal Paese e circa 7 milioni sono sfollati interni. Le Nazioni Unite hanno confermato 8.490 morti tra i civili, anche se ritengono che il numero reale sia “considerevolmente più alto“.[63] Sicuramente l’Ucraina ha subito oltre 100.000 caduti sul campo di battaglia.

 

Il futuro dell’Ucraina appare estremamente cupo. La guerra non mostra segni di cessazione a breve, il che significa più distruzione di infrastrutture e abitazioni, più distruzione di città e paesi, più morti civili e militari e più danni all’economia. Non solo l’Ucraina rischia di perdere ancora più territorio a favore della Russia, ma secondo la Commissione Europea, “la guerra ha avviato l’Ucraina su un percorso di declino demografico irreversibile“.[64] A peggiorare le cose, i russi faranno gli straordinari per mantenere la nuova Ucraina economicamente debole e politicamente instabile. Il conflitto in corso rischia anche di alimentare la corruzione, che da tempo è un problema acuto, e di rafforzare ulteriormente i gruppi estremisti in Ucraina. È difficile immaginare che Kiev possa mai soddisfare i criteri necessari per entrare nell’UE o nella NATO.

 

La politica degli Stati Uniti verso la Cina

La guerra in Ucraina sta ostacolando lo sforzo degli Stati Uniti di contenere la Cina, che è di fondamentale importanza per la sicurezza americana, dal momento che la Cina è un concorrente alla pari, mentre la Russia non lo è.[65] In effetti, la logica dell’equilibrio di potenza dice che gli Stati Uniti dovrebbero essere alleati con la Russia contro la Cina e rivolgere tutta la loro attenzione sull’Asia orientale. Invece, la guerra in Ucraina ha avvicinato Pechino e Mosca, fornendo alla Cina un potente incentivo per assicurarsi che la Russia non venga sconfitta e che gli Stati Uniti rimangano bloccati in Europa, ostacolando i loro sforzi di riorientamento verso l’Asia orientale.

 

Conclusione

Dovrebbe essere ormai evidente che la guerra in Ucraina è un enorme disastro che difficilmente finirà presto e che, quando finirà, il risultato non sarà una pace duratura. È necessario spendere qualche parola su come l’Occidente sia finito in questa terribile situazione.

 

Il senso comune sulle origini della guerra è che Putin abbia lanciato un attacco non provocato il 24 febbraio 2022, motivato dal suo grande piano di creare una grande Russia. L’Ucraina, si dice, era il primo Paese che intendeva conquistare e annettere, ma non l’ultimo. Come ho detto in numerose occasioni, non ci sono prove a sostegno di questa linea di argomentazione, anzi ci sono prove considerevoli che la contraddicono direttamente.[66] Sebbene non ci siano dubbi che la Russia abbia invaso l’Ucraina, la causa ultima della guerra è stata la decisione dell’Occidente – e qui stiamo parlando principalmente degli Stati Uniti – di fare dell’Ucraina un bastione occidentale al confine con la Russia. L’elemento chiave di questa strategia era l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, una mossa che non solo Putin, ma l’intero establishment della politica estera russa, vedeva come una minaccia esistenziale da eliminare.

 

Spesso si dimentica che numerosi politici e strateghi americani ed europei si sono opposti all’espansione della NATO fin dall’inizio, perché avevano capito che i russi l’avrebbero vista come una minaccia e che questa politica avrebbe portato al disastro. L’elenco degli oppositori comprende George Kennan, il Segretario alla Difesa del Presidente Clinton, William Perry, e il suo Capo dello Stato Maggiore, il Generale John Shalikashvili, Paul Nitze, Robert Gates, Robert McNamara, Richard Pipes e Jack Matlock, per citarne solo alcuni.[67] Al vertice NATO di Bucarest dell’aprile 2008, sia il Presidente francese Nicolas Sarkozy che il Cancelliere tedesco Angela Merkel si sono opposti al piano del Presidente George W. Bush di far entrare l’Ucraina nell’alleanza. La Merkel ha in seguito dichiarato che la sua opposizione si basava sulla convinzione che Putin l’avrebbe interpretata come una “dichiarazione di guerra“.[68]

 

Naturalmente, gli oppositori dell’espansione della NATO avevano ragione, ma hanno perso la battaglia e la NATO ha marciato verso est, provocando alla fine una guerra preventiva da parte dei russi. Se gli Stati Uniti e i loro alleati non si fossero mossi per far entrare l’Ucraina nella NATO nell’aprile 2008, o se fossero stati disposti ad assecondare le preoccupazioni di Mosca in materia di sicurezza dopo lo scoppio della crisi ucraina nel febbraio 2014, probabilmente oggi non ci sarebbe alcuna guerra in Ucraina e i suoi confini avrebbero l’aspetto che avevano quando ottenne l’indipendenza nel 1991. L’Occidente ha commesso un errore colossale, per il quale, insieme a molti altri, non ha ancora finito di pagare.

 

 

 

[1] Questo documento è stato scritto come base per i discorsi pubblici che ho tenuto o terrò sul conflitto ucraino. Si veda, ad esempio: https://youtu.be/v-rHBRwdql8

[2]
https://nationalinterest.org/feature/causes-and-consequences-ukraine-crisis-203182

https://jmss.org/article/view/76584

https://harpers.org/archive/2023/06/why-are-we-in-ukraine/

https://nationalinterest.org/feature/course-correcting-toward-diplomacy-ukraine-crisis-204171

https://www.amazon.com/How-West-Brought-Ukraine-Understanding/dp/0991076702/ref=pd_vtp_h_vft_none_pd_vtp_h_vft_none_sccl_1/142-3537937-6121237?pd_rd_w=ezoTp&content-id=amzn1.sym.a5610dee-0db9-4ad9-a7a9-14285a430f83&pf_rd_p=a5610dee-0db9-4ad9-a7a9-14285a430f83&pf_rd_r=ZGPKTJ5C49MCEE3RVTNG&pd_rd_wg=TaIQh&pd_rd_r=a9e88789-cd82-47ab-95d8-03165a6f271b&pd_rd_i=0991076702&psc=1

https://scheerpost.com/2022/04/09/former-nato-military-analyst-blows-the-whistle-on-wests-ukraine-invasion-narrative/

 

[3] http://www.en.kremlin.ru/events/president/transcripts/70565

[4] http://en.kremlin.ru/events/president/news/71445

http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391

 

[5] https://nationalinterest.org/feature/course-correcting-toward-diplomacy-ukraine-crisis-204171

https://tass.com/politics/1634479

 

[6] http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391

Putin ha menzionato brevemente questi due obiettivi nel suo discorso del 24 febbraio 2023 che annunciava l’invasione dell’Ucraina. Ma non erano obiettivi realistici, dato che la Russia stava lanciando una “operazione militare speciale” che non mirava a conquistare tutta l’Ucraina. http://en.kremlin.ru/events/president/news/67843

Non sorprende quindi che Putin abbia abbandonato questi due obiettivi durante i negoziati di Istanbul nel marzo scorso. 2022. https://www.ft.com/content/7f14efe8-2f4c-47a2-aa6b-9a755a39b626

 

[7] La Germania invase la Polonia il 1° settembre 1939 con circa 1,5 milioni di soldati. Il territorio polacco conquistato ai fini dell’annessione e dell’amministrazione era di circa 188.000 chilometri quadrati ed era popolato da circa 22,1 milioni di polacchi. L’Ucraina senza la Crimea era di circa 603.601 chilometri quadrati e aveva una popolazione di 41 milioni di ucraini quando la Russia la invase il 24 febbraio 2022. In altre parole, l’Ucraina era geograficamente più di tre volte più grande della parte di Polonia conquistata dai tedeschi nel 1939 e la sua popolazione era quasi il doppio. Per i numeri dell’Ucraina, si vedano le note 9 e 28. Per i numeri della Polonia, si veda Robert M. Kennedy, The German Campaign in Poland (1939), (Washington, DC: Department of the Army, 1956), p. 77; Richard C. Lukas, Forgotten Holocaust: The Poles under German Occupation, 1939-1944 (Lexington, KY: University of Kentucky Press, 1986), p. 2; and http://rcin.org.pl/Content/15652/WA51_13607_r2011-nr12_Monografie.pdf

[8] http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391

[9] L’Ucraina prima del 2014 era 603.628 km quadrati. Crimea (27.000), Donetsk (26.517), Kherson (28.461), Luhansk (26.684) e Zaporozhe (27.180) rappresentano circa il 23% del territorio ucraino. Se i russi annettessero anche Dnipropetrovsk (31.914), Kharkiv (31.415), Mykolaiv (24.598) e Odessa (33.310), controllerebbero circa il 43% dell’Ucraina pre-2014.

[10] https://russiancouncil.ru/en/analytics-and-comments/comments/six-months-into-the-conflict-what-exactly-does-russia-hope-to-achieve-in-ukraine/

https://www.newstatesman.com/world/europe/ukraine/2023/02/russia-cannot-afford-lose-need-victory-sergey-karaganov-what-putin-wants

 

[11] https://www.nato.int/nato_static_fl2014/assets/pdf/2020/4/pdf/2003-NATO-Russia_en.pdf

[12] https://www.rand.org/pubs/research_briefs/RB10014.html

[13] https://www.cfr.org/article/how-much-aid-has-us-sent-ukraine-here-are-six-charts

https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/04/18/russia-ukraine-war-us-involvement-leaked-documents/

 

[14] https://www.france24.com/en/europe/20230330-live-charles-iii-addresses-german-parliament-during-first-trip-abroad-as-king

[15] https://www.congress.gov/bill/118th-congress/house-resolution/322/text

[16] https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/06/14/ukraine-counteroffensive-biden-support/

[17] https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/04/18/russia-ukraine-war-us-involvement-leaked-documents/

[18] https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/04/18/russia-ukraine-war-us-involvement-leaked-documents/

[19] https://foreignpolicy.com/2023/04/17/the-west-is-preparing-for-russias-disintegration/

[20] https://foreignpolicy.com/2023/05/15/ukraine-nato-membership-europe-russia-war/?tpcc=recirc_latest062921

https://www.nytimes.com/2023/06/14/us/politics/biden-nato-ukraine.html

https://www.stripes.com/theaters/europe/2023-06-16/ukraine-status-nato-military-aid-10457960.html?utm_campaign=dfn-ebb&utm_medium=email&utm_source=sailthru

 

[21] https://kyivindependent.com/stoltenberg-says-ukraine-will-join-nato-vows-continued-support-despite-russias-dangerous-and-reckless-nuclear-rhetoric/

[22] https://www.wsj.com/articles/chinas-xi-makes-first-call-to-zelensky-since-russian-invasion-b784bb7f?mod=world_lead_pos2

[23] https://kyivindependent.com/zelensky-ukraine-applies-for-fast-track-nato-accession/#:~:text=30%2C%20President%20Volodymyr%20Zelensky%20said,and%20we%20protect%20each%20other

[24] https://bigserge.substack.com/p/russo-ukrainian-war-schrodingers?utm_source=substack&utm_campaign=post_embed&utm_medium=web

[25] https://bigserge.substack.com/p/the-battle-of-bakhmut-postmortem?utm_source=substack&utm_campaign=post_embed&utm_medium=web

[26] https://www.militarytimes.com/news/your-military/2023/06/12/russias-improved-weaponry-and-tactics-challenge-ukraine-offensive/

[27] https://tass.com/defense/1524515

[28] All’inizio del conflitto, la Russia contava circa 144 milioni di persone, mentre l’Ucraina ne contava 41 milioni, cifra che include gli abitanti del Donbass ma non i 2,4 milioni di persone che vivono in Crimea. Il rapporto è di 3,5:1 a favore della Russia. Come si è detto, circa 8 milioni di ucraini hanno lasciato il Paese dall’inizio della guerra – di cui circa 3 milioni sono andati in Russia e gli altri 5 milioni in Occidente. Inoltre, la Russia ha annesso territori in Ucraina, non tutti controllati. Prima dell’inizio della guerra, nel febbraio 2022, nei quattro oblast’ che la Russia ha annesso c’erano circa 8,8 milioni di persone, alcune delle quali si trovavano in un territorio che la Russia non controlla ancora e altre sono incluse nei 3 milioni di ucraini che si sono trasferiti in Russia. Sembra ragionevole supporre che 4 milioni degli 8,8 milioni che si trovavano in questi oblast prima della guerra siano ora sotto il controllo russo. Pertanto, la Russia ha ora una popolazione di 151 milioni (144 + 3 milioni di rifugiati + 4 milioni di persone nelle aree dell’Ucraina orientale che ora controlla). L’Ucraina, invece, ha 30 milioni di abitanti (41 milioni – 8 milioni di rifugiati – 4 milioni di persone nelle aree dell’Ucraina orientale che la Russia controlla). Questi numeri portano a un vantaggio russo di 5:1. Naturalmente, questi numeri potrebbero cambiare se un gran numero di rifugiati ucraini tornasse a casa o se la Russia conquistasse un numero sostanzialmente maggiore di territori ucraini e li annettesse. In ogni caso, l’Ucraina rimarrà decisamente in inferiorità numerica per quanto riguarda le dimensioni della popolazione.

https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC132458

https://www.economist.com/europe/2022/12/12/the-war-has-worsened-ukraines-demographic-woes

https://www.russiamatters.org/analysis/whats-ahead-war-ukraine

https://tass.com/society/1627949

https://www.rt.com/russia/577546-ukraine-population-shrink-half/

 

[29]
https://kyivindependent.com/danilov-ukraine-lost-7-5-times-fewer-troops-than-russians-in-bakhmut/

https://www.bbc.com/news/world-europe-64955537

 

[30] Per citare un fante ucraino che combatte a Bakhmut, “è un peccato che probabilmente il 90% delle nostre perdite siano dovute all’artiglieria – o ai carri armati e all’aviazione… E molto meno (perdite) nei conflitti tra fanterie“.

https://kyivindependent.com/battle-of-bakhmut-ukrainian-soldiers-worry-russians-begin-to-taste-victory/

https://www.moonofalabama.org/2023/03/ukraine-is-lying-about-casualty-ratios-to-justify-holding-of-bakhmut.html

 

[31]
https://english.elpais.com/international/2023-03-01/ukraine-outgunned-10-to-1-in-massive-artillery-battle-with-russia.html

https://www.nbcnews.com/politics/national-security/russia-ukraine-war-ammo-rcna56210

https://babel.ua/en/news/81312-forbes-russia-has-a-five-fold-advantage-in-artillery-but-western-weapons-can-change-the-situation

https://kyivindependent.com/why-ukraine-struggles-to-combat-russias-artillery-superiority/

https://www.washingtonpost.com/world/2023/04/20/bakhmut-ukraine-war-leaked-documents/

https://kyivindependent.com/battle-of-bakhmut-ukrainian-soldiers-worry-russians-begin-to-taste-victory/

https://kyivindependent.com/ukrainian-soldiers-in-bakhmut-our-troops-are-not-being-protected/

https://www.washingtonpost.com/world/2023/03/13/ukraine-casualties-pessimism-ammunition-shortage/

https://www.washingtonpost.com/world/2023/04/08/ukraine-ammunition-shortage-shells-ration/?utm_campaign=wp_post_most&utm_medium=email&utm_source=newsletter&wpisrc=nl_most&carta-url=https%3A%2F%2Fs2.washingtonpost.com%2Fcar-ln-tr%2F39a85b2%2F6431956453816d1ce09541f1%2F5972c5a9ae7e8a1cf4af1c87%2F31%2F72%2F6431956453816d1ce09541f1&wp_cu=45c484975590037f02458fe7cb0bc152%7CC0E249690CC33FB5E0430100007FF646

https://www.rt.com/russia/575278-ukraine-general-lament-state-army/?utm_source=Newsletter&utm_medium=Email&utm_campaign=Email

 

[32] È difficile determinare il numero di vittime russe e ucraine, poiché entrambe le parti forniscono poche informazioni sulle proprie vittime e informazioni discutibili sulle vittime dell’avversario. Vale la pena notare, tuttavia, che sia i resoconti pro-ucraini che quelli pro-occidentali degli eventi sul campo di battaglia parlano spesso dei livelli notevolmente elevati di perdite subite dalle forze ucraine, mentre non ci sono discorsi equivalenti nelle descrizioni pro-russe del campo di battaglia. Ci sono certamente discussioni sulle perdite russe, ma si vedono poche prove che le forze russe stiano subendo livelli di perdite particolarmente elevati come le loro controparti ucraine. Diversi governi, istituzioni e singoli individui offrono stime sulle vittime, ma non forniscono spiegazioni su come sono arrivati ai loro numeri. Una rara eccezione è rappresentata da un’attenta analisi della lunga battaglia di Bakhmut da parte di un blogger filo-russo, che stima la correlazione dei caduti in quella battaglia abbia favorito i russi per circa 2:1. https://bigserge.substack.com/p/the-battle-of-bakhmut-postmortem?utm_source=substack&utm_campaign=post_embed&utm_medium=web

[33] https://samf.substack.com/p/time-for-ukraines-offensive?utm_source=substack&utm_campaign=post_embed&utm_medium=web

https://www.washingtonpost.com/world/2023/03/06/bakhmut-wagner-mercenaries-russia-ukraine/

https://www.wsj.com/articles/wagner-and-russian-army-cooperate-in-fresh-push-to-take-bakhmut-114fe886

https://www.economist.com/graphic-detail/2023/03/08/how-many-russians-have-been-killed-in-ukraine?utm_content=article-link-3&etear=nl_today_3&utm_campaign=r.the-economist-today&utm_medium=email.internal-newsletter.np&utm_source=salesforce-marketing-cloud&utm_term=3/8/2023&utm_id=1517391

 

[34] https://www.jstor.org/stable/2538780

[35] https://www.russiamatters.org/analysis/whats-ahead-war-ukraine

[36] Per quanto riguarda la guerra civile americana, si vedano le cifre relative alle perdite degli attaccanti e dei difensori iniziali nelle prime dodici battaglie principali di quel sanguinoso conflitto in Richard E. Beringer et al., Why the South Lost the Civil War (Athens, GA: University of Georgia Press, 1986), p. 460. Per quanto riguarda la Prima guerra mondiale, si pensi a due delle principali battaglie che si svolsero nel 1916. Nella battaglia di Verdun, iniziata dalla Germania contro la Francia e in cui furono sparati 23 milioni di proiettili d’artiglieria dalle due parti, ci furono 350.000 vittime tedesche e 400.000 vittime francesi. Nella battaglia della Somme, in cui le forze britanniche e francesi iniziarono l’attacco contro l’esercito tedesco e in cui furono sparati 1.700.000 proiettili solo il primo giorno, gli Alleati subirono circa 620.000 perdite, mentre i tedeschi ne subirono 550.000. Martin Gilbert, Atlas of the First World War (London: Weidenfeld and Nicolson, 1970), pp. 53, 56; and https://www.historic-uk.com/HistoryUK/HistoryofBritain/Battle-of-the-Somme/https://www.britannica.com/event/Battle-of-Verdun

[37] https://www.washingtonpost.com/world/2023/04/20/bakhmut-ukraine-war-leaked-documents/

[38] https://tass.com/defense/1524515

[39] A dimostrazione che le forze di terra russe sono in buona forma dopo quattordici mesi di guerra e che probabilmente miglioreranno in futuro, si veda la recente testimonianza al Congresso del generale Christopher Cavoli, comandante supremo delle forze alleate in Europa.

https://www.stripes.com/theaters/europe/2023-04-26/ukraine-russia-offensive-eucom-congress-9928802.html?utm_campaign=dfn-ebb&utm_medium=email&utm_source=sailthru&SToverlay=2002c2d9-c344-4bbb-8610-e5794efcfa7d

https://armedservices.house.gov/sites/republicans.armedservices.house.gov/files/04.26.23%20Cavoli%20Statement%20v2.pdf

https://www.economist.com/syrsky-interview

https://www.kyivpost.com/post/15227#:~:text=War%20in%20Ukraine-,%27They%20Should%20Not%20Be%20Underestimated%27%3A%20A%20Ukrainian%20Soldier%20Describes,says%20a%20serviceman%20in%20Kreminna.

https://rusi.org/explore-our-research/publications/special-resources/meatgrinder-russian-tactics-second-year-its-invasion-ukraine

 

[40] search/publications/special-resources/meatgrinder-russian-tactics-second-year-its-invasion-ukraine

https://responsiblestatecraft.org/2023/04/17/lieven-inside-ukraine-some-real-breaks-and-insights/

https://kyivindependent.com/battle-of-bakhmut-ukrainian-soldiers-worry-russians-begin-to-taste-victory/

https://www.bbc.com/news/world-europe-64955537

https://www.kyivpost.com/post/15227

https://www.nytimes.com/2023/06/17/world/europe/russia-ukraine-war-tactics.html

https://www.militarytimes.com/news/your-military/2023/06/12/russias-improved-weaponry-and-tactics-challenge-ukraine-offensive/

https://rusi.org/explore-our-research/publications/special-resources/meatgrinder-russian-tactics-second-year-its-invasion-ukraine

https://www.economist.com/europe/2023/05/21/russias-army-is-learning-on-the-battlefield?utm_medium=cpc.adword.pd&utm_source=google&ppccampaignID=17210591673&ppcadID=&utm_campaign=a.22brand_pmax&utm_content=conversion.direct-response.anonymous&gclid=Cj0KCQjwnMWkBhDLARIsAHBOftrBBcuuqhkoC_blsz3jrXFjUYLFreTmzrqvsoZOQhKLRO6oUOAOvEQaAl1iEALw_wcB&gclsrc=aw.ds

 

[41] https://www.ft.com/content/aee0e1a1-c464-4af9-a1c8-73fcbc46ed17

https://www.wsj.com/articles/eu-to-send-ukraine-a-million-artillery-shells-as-russia-gains-ground-5e25a064

https://www.rt.com/russia/573610-russia-ammo-production-putin/

https://bigserge.substack.com/p/russo-ukrainian-war-leak-biopsy?utm_source=substack&utm_campaign=post_embed&utm_medium=web

https://www.wsj.com/articles/u-s-reaches-deep-into-its-global-ammunition-stockpiles-to-help-ukraine-8224d985

https://www.nytimes.com/2023/03/16/world/europe/ukraine-ammunition-bakhmut.html#:~:text=the%20main%20story-,Ukraine%20Burns%20Through%20Ammunition%20in%20Bakhmut%2C%20Putting%20Future%20Fights%20at,jeopardize%20a%20planned%20springtime%20campaign.

https://www.reuters.com/world/europe/germany-only-has-20000-high-explosive-artillery-shells-left-report-2023-06-19/#:~:text=BERLIN%2C%20June%2019%20(Reuters),the%20need%20for%20urgent%20purchases.

 

 

[42] http://en.kremlin.ru/events/president/news/71445

http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391

 

[43] https://www.wsj.com/articles/ukraine-runs-into-russian-air-superiority-82c621c

[44] https://kyivindependent.com/russias-smart-bombs-pose-increasingly-serious-threat-to-ukraine/

https://www.rt.com/russia/575978-ukraine-glide-bombs-offensive/

https://www.nytimes.com/2023/05/25/world/europe/russia-ukraine-soviet-bombs.html?smid=nytcore-ios-share&referringSource=articleShare

 

[45] https://www.rt.com/russia/576996-russia-conditions-ukraine-peace/

[46] Un sondaggio condotto a febbraio e marzo [2023] dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev ha rilevato che l’87% degli ucraini considera inaccettabile qualsiasi concessione territoriale per raggiungere la pace. Solo il 9% ha dichiarato che accetterebbe concessioni se ciò significasse una pace duratura”.

https://www.ft.com/content/d68b4007-4ddf-4320-b29a-f2eee2662d6e

[47] https://www.atlanticcouncil.org/blogs/ukrainealert/the-truth-behind-ukraine-s-language-policy/

Questo articolo chiarisce quanto sia importante la lingua per alimentare i problemi all’interno dell’Ucraina.

[48] http://en.kremlin.ru/events/president/news/66181

[49] https://mondediplo.com/2023/01/04ukraine

[50] https://www.nybooks.com/online/2023/04/21/derussification-ukraine-libraries/?utm_medium=email&utm_campaign=NYR%2004-23-23%20Tallman%20Benfey%20Bell%20Rudick%20Debevec-McKenney%20Schaeffer&utm_content=NYR%2004-23-23%20Tallman%20Benfey%20Bell%20Rudick%20Debevec-McKenney%20Schaeffer+CID_b19f74f0617664032481c98beab30139&utm_source=Newsletter&utm_term=A%20Book%20is%20a%20Quiet%20Weapon

https://www.washingtonpost.com/world/interactive/2023/ukraine-russian-influence-destruction/?itid=hp-top-table-main_p001_f004

 

[51] https://goodfaithmedia.org/understanding-zelenskyys-we-will-not-forgive-we-will-not-forget

[52] https://www.thenation.com/article/world/ukraine-russia-nationalism-war/

[53] https://www.nytimes.com/2023/04/22/world/europe/zelensky-russian-ban-ukraine.html

https://www.wsj.com/articles/schools-in-occupied-ukraine-seek-to-turn-children-into-loyal-russians-d26cf4e?mod=hp_lead_pos6

 

[54] https://www.rt.com/russia/577407-donetsk-ukrainian-language-pushilin/

[55] https://consortiumnews.com/2022/12/13/patrick-lawrence-germany-the-lies-of-empire/

https://www.rt.com/russia/567873-zakharova-merkel-minsk-agreements/

 

[56] https://consortiumnews.com/2022/12/05/scott-ritter-merkel-reveals-wests-duplicity/

https://www.rt.com/russia/577553-poroshenko-minsk-accords-nato/

Su Zelensky, https://www.rt.com/russia/571243-zelensky-minsk-agreements-failure/

 

[57] https://www.rt.com/russia/567967-putin-thinks-shouldve-started-sooner/

http://www.en.kremlin.ru/events/president/transcripts/70565

http://en.kremlin.ru/events/president/news/71445

http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391

https://www.rt.com/russia/578175-lavrov-ukraine-world-order/

 

[58] La Banca Mondiale riferisce che: “L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, la conseguente interruzione delle forniture di energia, cibo, metalli e altro, e l’inasprimento della politica monetaria e delle condizioni finanziarie hanno rallentato drasticamente la crescita in Europa e Asia Centrale (ECA) nel 2022. La crescita dell’attività regionale si è indebolita all’1,2% nel 2022 dal 7,1% del 2021”.

https://openknowledge.worldbank.org/server/api/core/bitstreams/004535c2-fbcd-4e96-9439-bc4bc502c2b3/content

https://www.wsj.com/articles/world-bank-warns-of-lost-decade-for-global-economy-aba506a4

https://www.politico.eu/article/74-percent-of-europeans-agree-with-french-president-emmanuel-macron-on-china-us-defense-report-shows/

 

[59] https://www.nytimes.com/2023/04/17/world/europe/nato-russia-ukraine-war.html

https://armedservices.house.gov/sites/republicans.armedservices.house.gov/files/04.26.23%20Cavoli%20Statement%20v2.pdf

 

[60] https://www.foreignaffairs.com/ukraine/playing-fire-ukraine

Si consideri, ad esempio, come l’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO accrescerà il senso di pericolo della Russia. Non solo Mosca si troverà di fronte a un’alleanza occidentale più formidabile, ma la Finlandia condivide con la Russia un confine lungo 830 miglia e gli Stati Uniti stanno apparentemente pianificando di stabilire una presenza militare in Finlandia. Inoltre, il Mar Baltico, di vitale importanza strategica per la Russia – soprattutto per via di Kaliningrad – sarà ora circondato dai Paesi della NATO. A peggiorare le cose, c’è un serio potenziale di problemi nell’Artico, dove la Russia è uno degli otto Stati rivieraschi e dove è probabile che si verifichino controversie a causa del continuo scioglimento dei ghiacci. Gli altri sette Stati della costiera, tuttavia, sono ora tutti membri della NATO: Gran Bretagna, Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Stati Uniti. In caso di crisi nell’Artico, una Russia in inferiorità numerica e spaventata – con la maggior parte delle sue forze convenzionali bloccate in Ucraina – potrebbe perseguire una strategia militare altamente rischiosa per proteggersi.

https://www.indianpunchline.com/us-sees-in-finlands-nato-accession-encirclement-of-russia/

https://www.zerohedge.com/geopolitical/us-talks-establishing-military-bases-finland

https://www.thearcticinstitute.org/china-russia-arctic-cooperation-context-divided-arctic/#

https://warontherocks.com/2023/03/russia-wont-sit-idly-by-after-finland-and-sweden-join-nato/

https://www.nytimes.com/2023/05/31/world/europe/blinken-arctic-nato-russia.html

 

[61] https://carnegieendowment.org/2012/03/09/underachiever-ukraine-s-economy-since-1991-pub-47451

https://www.britannica.com/place/Ukraine/Economic-difficulties

https://consortiumnews.com/2023/05/08/ukraines-big-mistake/

Per quanto riguarda la popolazione ucraina, si vedano le fonti alla nota 28.

[62] https://reliefweb.int/report/ukraine/ukraine-rapid-damage-and-needs-assessment-february-2022-2023-enuk

https://openknowledge.worldbank.org/server/api/core/bitstreams/004535c2-fbcd-4e96-9439-bc4bc502c2b3/content

https://www.19fortyfive.com/2023/06/the-shocking-economic-damage-to-ukraine-from-russias-invasion/

 

[63] https://www.ohchr.org/en/news/2023/04/ukraine-civilian-casualty-update-10-april-2023

[64] https://joint-research-centre.ec.europa.eu/jrc-news-and-updates/war-exacerbates-ukraines-population-decline-new-report-shows-2023-03-08_en

https://www.rt.com/russia/577546-ukraine-population-shrink-half/

 

[65] https://www.politico.com/news/magazine/2023/06/09/america-weapons-china-00100373

[66] https://www.foreignaffairs.com/articles/russia-fsu/2014-08-18/why-ukraine-crisis-west-s-fault

https://www.nytimes.com/2014/03/14/opinion/getting-ukraine-wrong.html

https://nationalinterest.org/feature/causes-and-consequences-ukraine-crisis-203182

https://www.economist.com/by-invitation/2022/03/11/john-mearsheimer-on-why-the-west-is-principally-responsible-for-the-ukrainian-crisis

https://www.newyorker.com/news/q-and-a/why-john-mearsheimer-blames-the-us-for-the-crisis-in-ukraine

https://youtu.be/JrMiSQAGOS4

[67] https://www.armscontrol.org/act/1997-06/arms-control-today/opposition-nato-expansion#:~:text=Dear%20Mr.,policy%20error%20of%20historic%20proportions.

[68] https://www.theguardian.com/world/2022/jun/07/no-regrets-over-handling-of-vladimir-putin-says-angela-merkel

Il sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate: postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704 oppure iban IT30D3608105138261529861559 oppure 

PayPal.Me/italiaeilmondo

Su PayPal è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (ho scoperto che pay pal prende una commissione di 0,38 centesimi)

Rcep contro Ipef, così gli Usa perdono la “guerra” del Pacifico, di Giuseppe Gagliano

Ratificato a inizio giugno l’accordo Rcep: l’Indo-Pacifico diventa una zona di libero scambio più grande dello spazio Ue. Così gli Usa vogliono bloccare la Cina

Possiamo considerare il 2 giugno una data storica a motivo di una svolta rilevante in Asia-Pacifico. A seguito della sua ratifica avvenuta il 3 aprile 2023 e dal 2 giugno, il Rcep (Regional Comprehensive Economic Partnership) è entrato ufficialmente in vigore per le Filippine, l’ultimo membro a salire a bordo. Pertanto, l’accordo è effettivo per tutti i firmatari. Accanto al Rcep, abbiamo altri due accordi: il Ttp diventato il Cp-Tpp (Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership) e l’ultimo nato, l’Ipef (Indo-Pacific Economic Framework for Prosperity). Una gigantesca partita di giro si gioca tra due forze che sostengono questi accordi. Dato l’enorme impatto potenziale, vale la pena di prendere in esame seppure brevemente.

Il Rcep è un accordo di libero scambio tra quindici Paesi intorno all’Oceano Pacifico costruito su iniziativa dell’Asean. I firmatari sono i dieci Paesi membri dell’Asean, vale a dire: Birmania, Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam, così come altri cinque Paesi che hanno già un accordo di libero scambio bilaterale con l’Asean, vale a dire: Australia, Cina, Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda.

Questo accordo consentirà nuove opportunità commerciali tra i firmatari e certamente finirà per accelerare la ripresa economica della regione dell’Indo-Pacifico. L’accordo siglato eliminerà inoltre le tariffe su oltre il 90% delle merci in un periodo che va dai 10 ai 15 anni e consentirà l’introduzione di regole sugli investimenti e sulla proprietà intellettuale che serviranno per favorire il libero scambio.

Questo accordo copre circa il 30% della popolazione mondiale ed è più ampio certamente dell’accordo siglato tra Stati Uniti-Messico-Canada, più ampio anche dello spazio economico europeo e infine dell’accordo Cp-Tpp al quale il Rcep si sovrappone. Ora, la eliminazione delle tariffe su oltre 90% delle merci creerà un enorme beneficio per tutti i membri firmatari e questo produrrà una spinta enorme per la mobilità di prodotti e servizi nella regione dell’Indo-Pacifico.

Un altro aspetto da sottolineare è il fatto che questo accordo finisce per sostituire i vecchi accordi bilaterali e quindi crea un’unica piattaforma fatta di regole comuni per tutti quanti i membri, consentendo uno sdoganamento più celere delle merci e soprattutto l’introduzione di regole specifiche per i prodotti che saranno armonizzate con il Sistema dell’Organizzazione mondiale delle dogane. Che questo accordo finisca per rafforzare il ruolo della Cina è ovvio, ma è probabile che anche il Giappone trarrà un grande vantaggio, poiché questo accordo darà proprio al Giappone un accordo di libero scambio con la Cina e la Sud Corea per la prima volta.

Ma tutti gli accordi, sia di natura politica che di natura commerciale, presentano una doppia faccia, un doppio volto. Ci sono quindi aspetti negativi da analizzare e fra questi il fatto che la struttura di produzione e consumo dei Paesi membri del Rcep è squilibrata, la concorrenza regionale è superiore alla complementarità e l’ autonomia di funzionamento economico sarà limitata. Infine non tutti i membri di questo accordo sono pronti per la piena realizzazione, che nella sua concretezza richiederà diversi anni.

Hong Kong ha già fatto domanda di adesione. Gli sforzi sono in corso per convincere l’India ad aderirvi. Quest’ultima ha partecipato ai lavori per anni, ma ha rinunciato al momento della firma. Rimangono due entità al di fuori di questo perimetro: la Nord Corea e la regione di Taiwan. È vitale per loro entrarvi. Tutto dipenderà dalla futura evoluzione geopolitica della regione.

Per quanto riguarda il Quadro economico indopacifico per la prosperità (Ipef) esso è un’iniziativa economica lanciata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden il 23 maggio 2022. Il quadro è stato firmato con una adesione di quattordici Paesi membri nella regione indopacifica con un invito aperto, presumibilmente, ad altri Paesi a unirsi.

I Paesi che hanno firmato questo accordo sono 13 e rappresentano circa 2,5 miliardi di persone che concretamente sono il 32% della popolazione mondiale con un prodotto interno lordo di 34,6 trilioni di dollari. Dal punto di vista quantitativo questo accordo è superiore rispetto a quello precedente ma ha diverse debolezze e diversi limiti. Innanzitutto, è guidato dalla volontà egemonica americana. Alcuni esperti vedono l’Ipef come un piatto riscaldato nato dall’iniziativa di Barack Obama, che voleva utilizzarlo come pivot verso l’Asia per contenere l’espansione della Cina.

Poi, questo progetto soffre di una palese incoerenza. Ci si aspetta che questa regione sostenga l’economia americana con oltre 3 milioni di posti di lavoro e quasi 900 miliardi di dollari di investimenti esteri diretti. Allo stesso tempo, si mira, con l’Ipef, ad escludere la Cina, il suo partner commerciale e di investimento più potente, che ha investito 38 miliardi di dollari negli Stati Uniti anche nel peggior anno pandemico del 2020. In nome della cooperazione, si vuole scartare la più potente locomotiva economica della regione. Insomma per usare una metafora è come se qualcuno decidesse di spararsi sui piedi.

In termini di benefici condivisi, anche i contrasti sono sorprendenti: si vede chiaramente la palese opposizione tra le proposte del Rcep guidato dalla Cina e dell’Ipef guidato dagli Stati Uniti. Il primo offre investimenti di oltre un trilione di dollari da parte del loro più grande partner commerciale, mentre il secondo propone solo di creare un meccanismo di facilitazione condiviso per transazioni reciprocamente complementari.

L’Ipef non mira nemmeno ad abbassare le tariffe o ad ampliare l’accesso al mercato, nemmeno gradualmente a lungo termine, per paura che la perdita di posti di lavoro si accentui ulteriormente nei propri territori. Stiamo alludendo naturalmente a quelli americani. Quindi, data la poca attrattiva dell’Ipef, possiamo ragionevolmente porre la domanda sulla reale motivazione dei membri per continuare questa avventura sul lungo periodo.

Per quanto riguarda la sua attuazione, il progetto sta procedendo troppo lentamente, non avendo ancora meccanismi di risoluzione delle controversie, che sono al centro della maggior parte degli accordi economici. Il passaggio davanti al Congresso non è nemmeno considerato. Il Rcep è stato firmato dopo otto anni di lunghe trattative. L’Ipef ha ancora molta strada da fare per diventare un accordo formale. Dobbiamo domandarci dunque realisticamente se questo progetto sopravviverà oltre le scadenze elettorali 2024.

Veniamo adesso all’accordo di partenariato transpacifico Trans-Pacific Partnership (Tpp), un trattato multilaterale di libero scambio firmato il 4 febbraio 2016 che mira a integrare le economie delle regioni Asia-Pacifico e America sugli alti standard che chiuderebbero la porta alla Cina. Il 23 gennaio 2017 Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, firma un ordine esecutivo che disimpegna gli Stati Uniti dall’accordo. Successivamente, gli altri membri dell’accordo iniziale riprendono il trattato, alleggerito da alcune clausole, sotto il nome di Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (Cp-Tpp) e lo firmano l’8 marzo 2018. Il trattato entra in vigore il 30 dicembre 2018.

Il Cp-Tpp, mantenendo la stessa mentalità e coinvolgendo Australia, Canada, Giappone, Messico, Nuova Zelanda, Singapore e Vietnam, rappresenta attualmente 510 milioni di persone con 10,8 trilioni di dollari di Pil. Questo accordo non pesa molto senza la presenza degli Stati Uniti o senza quella della Cina. Inoltre, quest’ultima vorrebbe farne parte e ha già presentato  la sua domanda di adesione. Una volta dentro, sarebbe in grado di prendere il volante al posto del Giappone che è l’attuale pilota.

A quali conclusioni possiamo arrivare? Il Rcep ha come origine la necessità interna di creare in Asia una zona di libero scambio dopo la crisi del 1997, mentre per l’Ipef e il Cp-Tpp la spinta viene molto chiaramente dall’esterno. Dall’America per intenderci. Anche la natura di questi accordi è diversa: si parla di commercio tradizionale nel caso del Rcep, mentre  gli altri due sono finalizzati a contrastare la Cina.

In termini di contenuto, questi accordi mirano anche a diverse priorità. Il Rcep aspira allo sviluppo pacifico tra i Paesi membri appartenenti alla stessa regione in cui regnavano i valori di tolleranza e lo spirito win-win. D’altra parte il Ttp, diventato Cp-Tpp, pone l’accento sugli alti standard per impedire alla Cina di aderirvi. Allo stesso modo, l’Ipef non nasconde la sua intenzione di contrastare il motore economico dell’Asia attraverso l’istituzione di nuovi standard e la costruzione di nuove supply chain specifiche.

Che lo vogliano o meno, Stati Uniti e Cina dipendono l’uno dall’altro. Anche se vi sono evidenti i tentativi di creare piccoli gruppi o di usare in modo sistematico le sanzioni come armi che non farebbe altro che danneggiare sia gli Stati Uniti che la Cina. Cercare di usare le strategie e le tattiche che furono usate durante la guerra fredda in Europa contro l’Urss in questo contesto e in questa fase storica non serve a nulla ma finirebbe al contrario per ritorcersi contro chi le ha proposte.

https://www.ilsussidiario.net/news/scenari-rcep-contro-ipef-cosi-gli-usa-perdono-la-guerra-del-pacifico/2554971/?fbclid=IwAR0QEQBR7NSFIqIIdID3xDOT_j2kvN1c6DKhZgkUGvuRH-kbw0GYajREuiM

Il sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate: postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704 oppure iban IT30D3608105138261529861559 oppure 

PayPal.Me/italiaeilmondo

Su PayPal è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (ho scoperto che pay pal prende una commissione di 0,38 centesimi)

 

Il Falseflag nucleare sulla centrale di Zaporozhye si scalda + Aggiornamenti sui principali Wagner e altro ancora, di Simplicius The Thinker

Open in app or online

La situazione non può che essere considerata urgente, dal momento che l’Ucraina ha reso completamente chiare le proprie intenzioni. Se prima lo sospettavamo con grande sicurezza, ora è un dato di fatto. L’intenzione è quella di distruggere l’impianto ZNPP come ultimo tentativo di “attivare la NATO” dando la colpa alla Russia.

Una campagna completamente coordinata negli ultimi giorni lo ha confermato. Non solo il discorso inaugurale di Budanov, dopo essere riapparso dalla sua trepanazione cranica calibrata, è stato incentrato sulla presunta “estrazione del seminterrato della ZNPP” da parte della Russia, ma ora sono stati diffusi diversi nuovi casi di messaggi altamente coordinati dall’Ucraina e dai suoi controllori occidentali.

(Ripubblico il video di Budanov per averli tutti qui in un unico posto per una facile consultazione).

Infatti, dopo il video di qualche giorno fa, ha diffuso un nuovo messaggio di minaccia ancora più urgente:

“La quarta e la sesta unità di potenza della centrale nucleare di Zaporozhye sono state minate dalla Russia” – Kyrylo Budanov “La situazione non è mai stata così grave come ora. Il piano di attacco terroristico alla centrale nucleare di Zaporozhye è stato completamente sviluppato e approvato. Per accelerare la catastrofe, possono usare mezzi tecnici”, ha dichiarato Budanov.
Ora, Zelensky ha realizzato due video distinti in cui afferma chiaramente che la Russia sta preparando un massiccio attacco terroristico alla centrale ZNPP “proprio come hanno fatto con la diga di Kakhovka”. Prosegue avvertendo severamente il mondo intero e caricandolo della responsabilità di agire con la massima severità in risposta all’imminente attacco russo. In particolare, invoca la minaccia che le radiazioni possano attraversare i confini di altri Paesi della NATO per ottenere un effetto evidente.

E un giorno dopo, in modo coordinato, Lindsay Graham ha minacciato la Russia di una massiccia rappresaglia della NATO nel caso in cui la Russia utilizzasse qualsiasi tipo di aggravante “nucleare”:

He ha persino presentato una nuova risoluzione che cita specificamente la “distruzione di un impianto nucleare” e la “dispersione di contaminanti radioattivi” come un attacco alla NATO stessa:

Ovviamente, questo è abbastanza ironico e ipocrita, dato che gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno appena annunciato la fornitura di munizioni radioattive DU, che fanno esattamente ciò che Graham descrive qui, diffondendo contaminanti radioattivi.

Il resoconto ufficiale dell’ambasciata russa, che cita l’inviato russo negli Stati Uniti, ha risposto affermando che in caso di conflitto tra Russia e NATO, gli Stati Uniti non sarebbero in grado di “nascondersi dietro l’oceano”, riferendosi chiaramente agli attacchi nucleari:

La stampa occidentale si sta già occupando della narrazione:

Che dire, i leader dell’Occidente sono chiaramente psicopatici. Hanno già distrutto un importante gasdotto del Nordstream in un evidente attacco terroristico e ora ne stanno pianificando uno alla più grande centrale nucleare europea.

Il consigliere presidenziale ucraino Podolyak ha aggiunto al comunicato orchestrato una propria dichiarazione, condizionando lentamente la narrazione secondo cui la Russia sta perdendo la presa su Energodar e farà saltare l’impianto per “fermare la controffensiva ucraina”.

La sua dichiarazione è intrinseca alla chiara minaccia all’Europa, contribuendo alla teoria che questa manovra sia in realtà una parte del ricatto nucleare dell’Ucraina.

Tra l’altro, va detto che l’AIEA ha rilasciato una dichiarazione che smentisce le affermazioni di Budanov, per cui sarà interessante osservarla. Nonostante la corruzione dell’agenzia, forse non sono del tutto suicidi e psicopatici:

Ma lo ripropongo per dimostrare che la corrotta AIEA è già stata smascherata come braccio di sorveglianza dell’AFU:

Tuttavia, per iniziare a costruire l’onda della narrazione, il ministero della Salute ucraino ha persino pubblicato questi avvisi di sicurezza preparatori per i cittadini, affinché possano stare al sicuro durante un incidente nucleare da radiazioni:

La Russia ha persino arrestato dei sabotatori con addosso del Cesio-137:

L’FSB ha arrestato cinque persone che stavano cercando di contrabbandare all’estero 1 kg di Cesio-137 radioattivo per un valore di 3,5 milioni di dollari, destinato all’uso nella zona SMO per screditare la Russia. È stato aperto un caso sulla manipolazione illegale di sostanze radioattive e sui preparativi per il loro contrabbando./Izvestia Direi che prima o poi possiamo aspettarci una sorta di incidente nucleare in Ucraina.
Ma possono davvero farlo? Innanzitutto, un potenziale attacco alla centrale nucleare di Chernobyl evoca immagini di vaste zone di esclusione e migliaia di morti e avvelenati. Ma ci sono grandi differenze.

In primo luogo, Chernobyl è esploso con una forza senza precedenti dopo che il suo contenitore a pressione ha raggiunto pressioni immense a causa di una concatenazione di eventi altamente improbabili. L’esplosione fu così potente da far discutere ancora oggi gli esperti se il reattore fosse effettivamente diventato “critico”, ovvero se si fosse verificata una fissione, creando così una mini-esplosione nucleare nel reattore.

Il punto è che una simile esplosione è difficilmente possibile nella ZNPP. Per prima cosa: la centrale, a quanto mi risulta, è in una forma di arresto a freddo. Ciò significa che le barre sono state ritirate e il pericolo di una catastrofe di massa di questo tipo è molto basso. Non è possibile ricreare la potenza dell’esplosione di Chernobyl con mezzi artificiali. Non so quante tonnellate di tritolo si dovrebbero mettere lì, ma sarebbero molte… e dove le mettereste? Sotto il contenitore stesso? Molte prospettive non hanno molto senso.

Gran parte del disastro e della conseguente contaminazione dell’incidente di Chernobyl è stata dovuta alla potenza dell’esplosione e alla distanza con cui ha spedito tutti i pezzi radioattivi del nucleo. Sono stati trovati pezzi di uranio a decine di chilometri o più, e la polvere radioattiva, ecc. si è sparsa ovunque. Questo sarebbe estremamente difficile da ottenere alla ZNPP, soprattutto con un attacco “ordinario”. Anche un grave attacco con missili da crociera sul reattore stesso, ad esempio, non avrebbe ottenuto nulla di neanche lontanamente simile all’incidente di Chernobyl, e di fatto avrebbe creato solo un disastro “localizzato”.

Detto questo, non dobbiamo ignorare il fatto che non importa quanto sia grave il disastro, l’Occidente “fabbrica” la scala che gli conviene. Quindi, anche se dovesse verificarsi un’esplosione minore, con un rilascio di radiazioni di lieve entità, l’Occidente e le sue agenzie corrotte produrranno qualsiasi “dato” falso sia necessario per spingere l’agenda che, per esempio, “massicci pennacchi di radiazioni sono andati in Polonia/Europa/NATO”, ecc.

Quindi, un’idea per la falsa bandiera è che non è necessario creare la catastrofe in sé, ma piuttosto la sua apparenza.

Poi, come potrebbe fare l’Ucraina? Quale piano o trama precisa potrebbero architettare per la falsa bandiera? Beh, credo che Budanov stesso abbia già fornito la merce su questo punto nel suo discorso di “ritorno”. Dopo aver affermato che la Russia ha minato lo ZNPP, ha specificamente lasciato intendere che la Russia potrebbe farlo esplodere durante la ritirata “proprio come hanno fatto a Kakhovka l’anno scorso”, riferendosi alla distruzione della carreggiata (di cui non sappiamo ancora chi sia il vero responsabile) della diga lo scorso novembre.

Quindi, una possibile prospettiva è che, mentre le forze ucraine effettuano un attacco per impadronirsi dell’impianto, quest’ultimo possa in qualche modo essere fatto saltare in aria attraverso dei colpi che verrebbero imputati alle forze russe che lo hanno minato e sabotato, in modo che non cada nelle mani degli ucraini.

Questa è un’eventualità di falsa bandiera che funziona anche se l’Ucraina non cattura necessariamente l’impianto in sé: solo lo spettro della sua cattura può facilitare questa operazione. Tuttavia, è più difficile da realizzare perché come farebbero a farla esplodere se non ne hanno ancora il pieno controllo? Possono tentare di colpirla, ma è molto rischioso, perché qualsiasi tipo di attacco missilistico/bomba/drone può essere tracciato e filmato con l’individuazione del vero colpevole. È più sicuro farlo saltare in aria prendendone il controllo e poi minarlo dall’interno.

Questo mi porta all’unica altra possibilità. Se dovessero impadronirsene, potrebbero dichiarare che la Russia ha attaccato le loro posizioni per dispetto, o che ha semplicemente fatto esplodere gli esplosivi preposizionati dalle forze russe prima di ritirarsi dall’impianto, ecc. Questo è più fattibile perché permette all’Ucraina di farlo esplodere dall’interno senza che sia possibile fornire alcun tipo di prova per incolparli del crimine come nell’esempio precedente.

La verità è che probabilmente hanno contingenze per entrambi i casi, perché si accontenteranno di quello che riescono a ottenere. La cattura sarebbe forse preferibile, ma se le loro forze vengono respinte in un tentativo di massa di cattura, possono molto probabilmente attivare anche il piano B, che consiste nel colpire i reattori e sostenere che le loro eroiche forze avevano già espulso i russi dalla centrale e che i russi l’hanno fatta saltare mentre si ritiravano.

La cosa che dovete capire è che gli MSM occidentali faranno da intermediari e copriranno qualsiasi sia il “piano”. E quando c’è una battaglia in corso, la “nebbia di guerra” crea uno scenario in cui è impossibile stabilire i dettagli esatti, in particolare quando l’intero organo di propaganda occidentale sta pompando informazioni false. Quindi, tutto questo per dire che tutto quello che devono fare è lanciare un attacco per generare alcuni video delle forze ucraine da qualche parte vicino all’impianto.

Le forze russe potrebbero benissimo respingerle, ma la semplice apparizione dell’AFU da qualche parte vicino alla centrale e che combatte sarà presentata dai media occidentali come “eroiche forze ucraine che riconquistano gloriosamente la ZNPP mentre i russi fuggono e si ritirano!”. Le forze russe potrebbero benissimo respingere completamente l’attacco e non fare un passo indietro. Ma finché ci sarà un’apparenza di combattimento vicino alla centrale, il MSM convincerà facilmente il pubblico occidentale che i russi sono già “fuggiti” dalla centrale e l’Ucraina l’ha di fatto “presa”, e poi far saltare la centrale con un attacco può essere facilmente venduto come “le forze russe hanno sabotato e fatto saltare la centrale mentre si ritiravano”.

Sarebbe molto facile farlo, perché lo vediamo fare quotidianamente in una serie di battaglie in tutta l’Ucraina. Anche nella recente offensiva ci sono state battaglie in cui l’AFU è stata completamente demolita, eppure alcuni video di combattimento selezionati a mano che li mostrano in una luce favorevole vengono venduti al pubblico occidentale su tutti i principali titoli del MSM come una grande vittoria ucraina, con centinaia di truppe russe in fuga, uccise, ecc. ecc. Una completa distorsione della realtà, che non c’è modo di fermare.

Per esempio, basta prendere due casi di studio per capire il mio punto di vista: Mariupol e Bakhmut. Quando è avvenuta la resa di Azovstal, è stata venduta al pubblico occidentale come una sorta di “grande vittoria per i difensori di Azovstal”. Tutti i titoli dei giornali la presentavano come un accordo a favore dell’Ucraina, in cui le forze di Azov venivano semplicemente “riorientate” verso un’altra direzione e non effettivamente catturate. È stato estremamente bizzarro vederlo accadere, ma il pubblico occidentale se l’è bevuta tutta.

A Bakhmut, vediamo ancora oggi che gran parte dei sostenitori ucraini non sanno nemmeno che la città è caduta. I media vendono una narrazione secondo cui l’AFU è in realtà ancora trincerata da qualche parte nella parte sud-occidentale della città e sta avanzando ogni giorno di più al suo interno. Questo è verificato dal fatto che persino su wikipedia, la pagina “Battaglia di Bakhmut” mostra la battaglia come ancora “in corso” e si rifiuta di indicarla come una vittoria russa.

Possono facilmente ingannare i creduloni occidentali allo stesso modo quando si tratta dello ZNPP. In effetti, è così facile perché queste persone hanno già formulato i loro giudizi. Basta dare un’occhiata ai social media per rendersi conto che, senza che sia ancora successo, si sono già convinti da soli e tra di loro che è stata la Russia a distruggere lo ZNPP, anche se non è ancora successo. Quindi, indipendentemente dalle prove che verranno fornite, non si allontaneranno mai dalla loro convinzione iniziale.

L’unico modo in cui la Russia può contrastare questo fenomeno è installare molti sensori e telecamere presso la ZNPP, in modo che, se e quando respingeranno un potenziale attacco dell’AFU e Zelensky deciderà di colpire l’impianto, il vettore d’attacco scelto potrà essere registrato in qualche modo, in modo da presentare una prova inconfutabile della sua provenienza dall’Ucraina.

Naturalmente, questo sarà ancora venduto come “false bugie russe” all’Occidente, ma almeno la Russia avrà coperto le sue basi con i suoi alleati, e avrà prove credibili per sapere chi è il vero colpevole, in modo da avere le spalle coperte dalla Russia nel caso in cui le cose degenerino in un vero scenario di terza guerra mondiale.

Ricordiamo che in passato alcuni ucraini di spicco hanno apertamente sostenuto la necessità di colpire gli impianti nucleari. Per esempio, ecco il leader politico ucraino di estrema destra Dmitro Korchynsky che sostiene proprio questo:

Dice che l’unico modo per fermare la Russia è colpire le centrali nucleari, anche se questo crea molte vittime collaterali, ne vale comunque la pena.

Va anche detto che recentemente il direttore dell’SVR russo ha dichiarato quanto segue:

Sono apparse informazioni secondo cui Kiev potrebbe continuare a lavorare alla creazione di una “bomba nucleare sporca” – direttore del Servizio di intelligence estera della Federazione Russa.
E ancora Arestovich, in un’intervista rilasciata giorni fa, ha dichiarato che l’Ucraina può dotarsi di armi nucleari “molto rapidamente” in caso di necessità.

Inoltre, nuovi video dal fondo del bacino sembrano mostrare che il letto del lago si sta prosciugando forse molto più velocemente di quanto molti si aspettassero. È difficile stabilire l’esatta consistenza del suolo, ma giudicate voi stessi:

Ma per quanto riguarda lo ZNPP: l’unica domanda che rimane è quando lo faranno? Sono abbastanza disperati da mettere già in atto un piano del genere, oppure si tratta di un avvertimento, e lo stanno conservando per molto tempo dopo, quando le cose si faranno davvero difficili per l’AFU?

In parte può essere interpretato anche come una minaccia contro la NATO/UE, perché è il modo in cui Zelensky e l’SBU usano il ricatto nucleare per chiedere maggiore assistenza. In breve, dicendo: “Se non ci aiutate a vincere, non avremo altra scelta che far saltare l’impianto e costringervi alla terza guerra mondiale contro la Russia”.

È difficile conoscere la risposta, ma una cosa certa è che la situazione sta diventando critica per l’AFU in termini di estensione eccessiva dei fronti. Hanno subito gravi perdite nella direzione meridionale, e ora si trovano inaspettatamente allungati nella regione settentrionale di Kharkov, per la quale, secondo quanto riferito, stanno inviando grandi quantità di rinforzi frammentari.

Per sottolineare questo aspetto, un paio di giorni fa è arrivata la notizia che l’Ucraina sta chiedendo una mobilitazione di massa in tutto il Paese. Alcuni hanno scambiato questa notizia per una mobilitazione solo nella regione di Ivano-Frankovsk, dato che è stato diffuso un documento di quella regione. Ma in realtà, il link qui sopra conferma che si tratta di ogni regione, solo che ognuna rilascia i propri documenti separati. La nuova mobilitazione sembra dare 10 giorni di tempo a tutti i maschi di età superiore ai 18 anni per presentarsi all’ufficio di reclutamento più vicino.

Questo fa seguito a un nuovo servizio della televisione ucraina, secondo cui solo nella regione di Chernigov si stanno cercando oltre 20.000 persone che si sottraggono alla leva. Si tratta di una cifra gargantuesca per una piccola regione:

Ci sono ora due rapporti separati che affermano che si intende mobilitare da 90 a 300-500 mila nuove truppe:

I centri di reclutamento in Ucraina hanno ricevuto istruzioni di mobilitare fino a 90.000 persone per condurre un addestramento accelerato nell’ambito dei programmi della NATO e inviarle al fronte. Il motivo sono le enormi perdite subite durante la controffensiva. La mobilitazione di massa a Ivano-Frankivsk e Kiev è collegata a questo. Secondo fonti turche, le Forze Armate ucraine stanno pianificando urgentemente di reclutare tra 300.000 e 500.000 persone come parte di un nuovo sforzo di mobilitazione. Ciò avviene dopo le significative perdite subite a Bakhmut e Zaporizhia, dove sia le forze d’élite della NATO che le reclute non addestrate hanno subito una battuta d’arresto. Queste perdite devono essere affrontate rapidamente. L’Ucraina contava 44 milioni di abitanti, ma da allora 17 milioni hanno lasciato il Paese. Con circa 1 milione di perdite e oltre 2 milioni di feriti, disertori e criminali in fuga, il bacino per la mobilitazione si sta riducendo. Inoltre, una parte della popolazione ucraina risiede ora in Russia. Di conseguenza, la capacità dell’Ucraina di mobilitarsi ulteriormente è quasi esaurita.
Ci sono due problemi:

In primo luogo, non credo che l’Ucraina sia in grado di mobilitare anche solo una minima parte di questi numeri. In secondo luogo, qualunque numero mobiliti sarà chiaramente sottoposto a un programma di addestramento molto accelerato, per le ragioni di cui parlerò in seguito, e si tratterà fondamentalmente di carne da cannone del più basso livello possibile e della minima utilità in prima linea.

Vorrei anche ricordare che di recente alcuni hanno sostenuto l’idea che l’Ucraina non può esaurire la propria forza lavoro perché nei Paesi della NATO viene addestrato un flusso costante di truppe per sostituire quelle che si perdono sul fronte. Ho già detto che queste truppe ammontano solo a 2-3k al mese o meno, ma l’Ucraina sta perdendo più di 5-10k al mese, quindi è ancora in forte deficit. Ma ora c’è stata una nuova conferma: l’UE ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di voler addestrare un totale di 30.000 nuove truppe UA per tutto il 2023:

Questo suo valore è ancora più basso della mia stima, poiché ammonta a 2.500 uomini al mese addestrati. Ricordiamo che perdere anche solo 100 uomini al giorno significa perderne 3.000 al mese. L’Ucraina sta perdendo circa 250-700 uomini al giorno, soprattutto nei periodi di maggiore intensità dei combattimenti.

In effetti, gli ultimi dati russi parlano di 10-13 mila vittime per l’AFU dall’inizio dell’offensiva, il 4 giugno. Quindi: i miseri 30k all’anno addestrati sono una goccia nel mare e non bastano a compensare le perdite. Per coloro che non credono che l’Ucraina stia subendo così tante perdite, si noti che un governatore regionale ucraino ha aggiunto scooter elettrici ai suoi cimiteri perché sono diventati così grandi che le persone non possono più camminare da un capo all’altro del cimitero:

 

Per non parlare del fatto che, come si è visto sopra, è stato riferito che l’Ucraina sta scavando vecchie tombe della Prima Guerra Mondiale per fare spazio a nuove tombe, perché sta letteralmente esaurendo lo spazio.I numeri delle truppe
Questo porta al mio prossimo punto. Anche la Russia ha fatto nuovi annunci sulla sua “mobilitazione segreta” in corso. Shoigu ha chiarito ulteriormente alcuni numeri, affermando quanto segue:

Un esercito di riserva sarà formato entro la fine di giugno, e nel prossimo futuro – un corpo, riceveranno più di 3,7 mila pezzi di equipaggiamento – Shoigu Le tesi principali della relazione di Shoigu: Non c’è bisogno di nuovi volontari per il NWO; In media, 1336 persone firmano un contratto al giorno in Russia, cioè ogni giorno “prendiamo un volontario”. La fornitura di armi a Kiev non influenzerà significativamente il corso dell’operazione speciale; Le forze armate ucraine hanno subito perdite significative, hanno ridotto la loro attività, ma avevano ancora forze per l’offensiva: L’esercito russo ha distrutto più di 13 mila soldati delle Forze armate ucraine; sono stati distrutti anche 246 carri armati, di cui 13 occidentali, 595 veicoli blindati, 443 veicoli da combattimento corazzati.
La prima considerazione è che il Ministro della Difesa russo sembra molto fiducioso. Dice che non c’è nemmeno bisogno di altri volontari. Ricordiamo che l’ultima volta aveva detto che si iscrivevano al servizio 10.000 persone al mese, che erano salite a 15.000, facendomi estrapolare che la cifra sarebbe continuata a salire sempre di più. Ora ne abbiamo la conferma: Shoigu ha dichiarato che la Russia sta registrando una media di 1.336 adesioni al giorno. “Un intero nuovo reggimento aggiunto ogni giorno”.

Si noti che si tratta di oltre 40.000 al mese. Sei mesi di questo passo significherebbero 240.000 nuove persone entro la fine di quest’anno. Tuttavia, questo mi porta a un’altra cosa.

Alcuni rapporti fa, ho fornito una ripartizione di ciò che ritenevo fossero i numeri dell’AFU rispetto a quelli della Russia, con alcuni che hanno sottolineato che avevo commesso un errore nel comprendere i numeri originali di Shoigu, e che in pratica avevo aggiunto alla Russia più di 150k truppe che non esistevano. In generale, ho voluto rifare il calcolo ancora una volta perché sono un perfezionista e cerco sempre l’accuratezza, e credo che il mio ultimo calcolo abbia sofferto di alcune possibili sviste. Il nuovo calcolo potrebbe gettare una luce importante su alcuni grandi interrogativi riguardanti la SMO, come ad esempio il motivo per cui la Russia sembra essere inattiva e giocare in difesa.

Per quanto riguarda l’AFU, vorrei ripetere che secondo le fughe di notizie del Pentagono si trattava di circa 60 brigate totali. I dati hanno dimostrato che la maggior parte delle loro brigate sono sotto organico, quindi, considerando una media di 3-4k come base, possiamo ottenere una cifra di circa 180-240k uomini. Tuttavia, questo dato risale all’inizio dell’anno, prima della maggior parte del brutale massacro di Bakhmut e delle recenti perdite offensive. In quel periodo avrebbero potuto perdere altri 40-60 mila uomini. Quindi, anche se si prende il denominatore di brigata più alto di 4000 uomini = 240k, attualmente il totale dell’AFU sarebbe ben al di sotto di 200k.

La mia stima personale per l’AFU è di circa 150-220k uomini rimanenti. Questo è uno dei motivi principali per cui stanno lanciando una mobilitazione ancora più disperata. Inoltre, si tenga presente che, secondo quanto trapelato, 27 di queste 60 brigate erano elencate come truppe territoriali, che sono fondamentalmente guardie di frontiera glorificate. Quindi, anche sui restanti ~150-220k, il numero effettivo di uomini capaci di combattere e adatti alle brigate d’assalto e di manovra è probabilmente inferiore a 100k. Ciò è dimostrato dalle “brigate speciali” create per la grande offensiva, che si dice abbiano un totale di soli 40-60k uomini. La maggior parte di questi sono la crema del raccolto e l’Ucraina probabilmente non ha molta “crema” rimasta oltre a questa.

Passiamo ora alla Russia, dove ho voluto apportare le maggiori correzioni. Avevo ipotizzato che la Russia potesse ipoteticamente avere fino a 700-800k uomini. Ma c’erano alcuni difetti critici nel mio ragionamento, oltre ai 150k magicamente aggiunti che in realtà non esistono.

In primo luogo, per quanto riguarda le perdite, l’intero schieramento alleato russo ha probabilmente 35-50k KIA, ma ovviamente altri 50-75k feriti, una parte dei quali non può tornare a combattere. Ciò significa che gli alleati potrebbero teoricamente avere, diciamo, circa 75k “perdite” totali, cioè persone che dovrebbero essere sottratte dal conteggio totale. Potrebbe anche essere più basso, ma usiamo questo numero solo per amor di discussione.

Come chiunque abbia letto il mio post iniziale sa, sono stato il principale sostenitore dell’idea che la Russia abbia utilizzato meno di 100.000 truppe nella parte iniziale della guerra, contrariamente ai numeri gonfiati dell’Occidente. Ciò significa che le forze alleate totali prima della mobilitazione dell’anno scorso erano solo nell’ordine di 130-150k. Quindi sottraiamo a questo numero le 75 mila vittime precedenti. Otteniamo circa 55-75k rimanenti. Ora aggiungiamo i 300k della mobilitazione e siamo a 355-375k.

Questo non tiene conto delle truppe che hanno semplicemente lasciato il servizio, cosa che avevo già spiegato in una certa misura potrebbe non essere possibile dopo l’anno scorso, dato che il Ministero della Difesa ha messo una moratoria sulle estensioni dei contratti, ma per amor di discussione, diciamo che 20-30k se ne sono andati in qualche modo. Ci troviamo in una fascia di 325-350 mila, più o meno.

Shoigu ha annunciato un totale di oltre 155.000 nuovi arruolamenti e volontari a partire da quest’anno. Questo ci porta a un totale di oltre 480-500 mila persone. Ma ecco la prima grande novità: è stato annunciato che la Russia sta creando:

un esercito completamente nuovo
un nuovo corpo
cinque nuovi reggimenti da aggiungere agli eserciti esistenti
Oggi, in occasione di un incontro del Presidente con i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, è stata sollevata un’importante questione sulla formazione attiva di riserve nelle Forze Armate, sia in termini di equipaggiamento che di personale. Secondo il Ministro della Difesa Sergei Shoigu, 114.000 persone e 52.000 volontari sono stati reclutati con un contratto diretto. Inoltre, le riserve si stanno formando come parte del corpo d’armata, dell’esercito, di cinque reggimenti della 1a e della 20a armata di carri armati. “Infatti, entro la fine di giugno, completeremo la formazione di un esercito di riserva e nel prossimo futuro completeremo la formazione di un corpo d’armata. Anche cinque reggimenti sono stati formati per oltre il 60%. In questo caso, parlo di personale ed equipaggiamento”, ha sottolineato il capo del dipartimento militare. Questi dati ispirano fiducia nella capacità di resistenza della nostra difesa nella zona NVO, soprattutto a fronte delle perdite su larga scala delle Forze Armate dell’Ucraina”. Inoltre, nel discorso del ministro è apparsa la seguente frase: “Sono in corso i preparativi per ulteriori azioni offensive… anche da parte nostra”. Abbiamo ripetuto più volte che la vittoria si ottiene solo con un’offensiva. Speriamo che, dopo aver stremato il nemico in difesa, l’esercito russo proceda a condurre operazioni offensive su larga scala – per liberare i territori ancora occupati della Federazione Russa e in profondità in Ucraina.

Un’armata può essere composta da 2-3 corpi d’armata di ~90k truppe e da un corpo d’armata di 45k. Cinque reggimenti sarebbero circa 5k+, quindi questi combinati fanno circa 150k, che è esattamente il nuovo numero che Shoigu ha appena reclutato quest’anno. Non c’è alcuna dichiarazione o indicazione precisa che i nuovi reclutati saranno utilizzati per questo scopo, ma i numeri si sommano e sembrano indicare questo.

Il punto è che Shoigu ha dichiarato che queste nuove formazioni sono riserve. Ciò significa che non sono destinate alle SMO, ma semplicemente a fortificare e rinforzare i due distretti militari recentemente pianificati della regione di Mosca e Leningrado. Inoltre, possono essere utilizzate per la rotazione delle unità dell’OMU, ma non in concomitanza con le unità dell’OMU.

Quindi cosa ci dice questo? Se gli oltre 150k reclutati di recente non sono per l’SMO, significa che ci rimane solo il precedente totale di circa 350k come numero totale di truppe SMO della Russia. E anche se questo numero potrebbe essere più alto, potrebbe anche essere più basso se mi sbaglio su cose come il numero di truppe russe rimaste dopo la scadenza del contratto o anche le perdite totali.

E sebbene ~350k sia chiaramente più alto dei ~200-250k circa dell’Ucraina, non è di diversi ordini di grandezza superiore. Inoltre, con una rotazione costante, questo dato diventa più o meno 250k sul campo in qualsiasi momento. Il che significa che il numero effettivo di truppe russe in teatro potrebbe essere all’incirca pari a quello dell’AFU. Questo spiega chiaramente perché la Russia non si stia ancora preparando per attacchi massicci e travolgenti di grandi frecce. Inoltre, i 150k appena mobilitati potrebbero essere divisi: una parte andrebbe alla nuova armata/corpo d’armata, mentre il resto andrebbe direttamente alla SMO.

E permettetemi di affermare ancora una volta per la cronaca che le fughe di notizie del Pentagono riportano un totale di 544 battaglioni russi, il che, se usiamo 800 uomini come forza dei battaglioni, ci dà esattamente 435.000 uomini. Tuttavia, utilizzare una forza media dei battaglioni del 100% non è realistico, poiché anche molte unità russe sono sotto organico, proprio come quelle ucraine.

Infatti, pochi giorni fa, l’AFU ha affermato di aver recuperato una serie di documenti bruciati di una compagnia di fucilieri a motore della 136esima brigata russa nelle battaglie di Zaporozhye, che sembrano mostrare che la compagnia è composta da soli 64 uomini. Se i documenti sono veri, ci danno semplicemente un’idea del fatto che anche le unità russe sono talvolta al 60-70% della forza.

Quindi, utilizzando un ipotetico modificatore del 70% per i battaglioni da 800 uomini, otteniamo 560 x 544 (dalle fughe di notizie del Pentagono) = 304k, che non è troppo lontano dalla mia stima di ~350k. Diciamo che molti battaglioni russi sono più vicini all’80-90% del personale: il punto è che è facile arrivare al numero di circa 350-380k usando ipotesi più realistiche sulla forza delle unità.

Ma ecco un ultimo punto importante, che è la ragione del mio ricalcolo: se la Russia ha già raccolto gli oltre 150k necessari per la nuova armata + corpo d’armata di Shoigu, ciò sembrerebbe significare che ogni nuovo reclutamento da questo momento in poi sarebbe “extra” che può essere utilizzato per la SMO. Non c’è una conferma diretta di questo, poiché sembra che ci sia stata una strana dichiarazione di Shoigu, vista sopra, che diceva “non sono necessari altri volontari”. Non è possibile sapere se si riferisca ai volontari piuttosto che agli arruolamenti, in quanto possono avere significati/connotazioni diverse (arruolamento significa un contratto diretto con le forze armate russe / MOD, mentre il volontario va alle unità di volontariato senza contratto, ha benefici diversi, ecc) O se intenda dire che la Russia fermerà tutti i reclutamenti da questo momento in poi. Questo ovviamente avrebbe poco senso, ma sto semplicemente ammettendo che non lo sappiamo.

Tuttavia, se continuano a reclutare allo stesso ritmo indicato in precedenza, cioè ~1.300 al giorno, e se Shoigu ha già ottenuto la sua dotazione per il nuovo esercito/corpo, ciò significa che la Russia può ottenere 40k nuovi uomini al mese per l’attuale SMO e, come ho sottolineato in precedenza, può portare un ipotetico enorme totale di 240k uomini solo entro la fine di quest’anno.

L’importanza di questo punto è di dare un’idea dei piani a lungo termine della Russia e del motivo per cui potrebbe scegliere di essere passiva per ora. Con una situazione di sostanziale parità, per il momento, potrebbero benissimo scegliere di continuare a distruggere l’AFU. Ma immaginiamo, ad esempio, che si costruiscano e reclutino fino all’estate prossima: al ritmo attuale sarebbero 240k in più. Entro la prossima estate potrebbero avere l’enorme esercito di ~350k + 240k + 240k = 800k – 1M di uomini che avevo inizialmente immaginato, che avrebbe completamente sopraffatto l’AFU.

Per ora, però, questo rimane ipotetico e dovremo aspettare di vedere i futuri aggiornamenti e se la Russia continuerà a reclutare allo stesso ritmo. Ma speriamo che per il momento questi nuovi numeri chiariscano la mia posizione sulle attuali disposizioni delle truppe.

Inoltre, dal rapporto citato sopra, si noti quest’ultima parte:

Inoltre, nel discorso del ministro è apparsa la seguente frase: “Sono in corso i preparativi per ulteriori azioni offensive … anche da parte nostra”.
Si dice che si stiano preparando anche controffensive russe:

La Russia si sta preparando per un’operazione offensiva globale lungo l’intera linea del fronte, ha dichiarato il comandante militare Marat Khairullin. Secondo Khairullin, la grande offensiva dovrebbe concludersi con la liberazione di Kharkov. “Credo che si stia preparando una seria operazione offensiva… Qui, nel terzo scaglione in questa direzione, si trova la 5ª Divisione carri armati delle Guardie. Ed è armata, tra l’altro, con carri armati T-90, nuovi, “Breakthrough”.Per farvi capire, i carri armati hanno una loro specializzazione. Il T-90, il più recente, è il nostro carro armato ed è stato premiato con il marchio “Breakthrough”. Ha un’altissima sopravvivenza, un rateo di fuoco: è esattamente il carro armato per l’offensiva. E sto parlando di una sola unità, che si nasconde nella zona vicina, e in realtà ce ne sono molte. Questo la dice lunga”, ha detto il comandante militare, “cioè, stiamo aspettando, stiamo aspettando, come una tigre in agguato tra i cespugli, aspettando pazientemente che la vittima venga coinvolta… Uno dei punti più promettenti per la nostra offensiva è Kupyansk, l’uscita per Kharkov. Finora sono stati fatti progressi in questa direzione… La conquista di Kharkov significherà molto probabilmente la fine dell’intera guerra”, ha dichiarato Khairullin.
Voci come quelle sopra riportate stanno ovviamente alimentando la frenesia delle speculazioni secondo cui lo spettacolo di Wagner di ieri era in realtà una campagna di riorientamento:

Non che io ci creda. La teoria più probabile è che Lukashenko possa ora utilizzare i collaudati servizi di Wagner per proteggersi dall’annunciato tentativo di colpo di stato polacco-lituano che si dice sia imminente. Anche se, naturalmente, dovrebbe fare attenzione che non sia Wagner a finire per fare un colpo di stato al suo posto.

Soprattutto alla luce dei numeri riportati sopra, non vedo alcun tentativo di colpo di stato a Kiev nel prossimo futuro. Kharkov, invece, sembra una forte possibilità.

È interessante notare che il presidente lituano ha rilasciato queste parole:

“Nel caso in cui Yevgeny Prigozhin e la PMC di Wagner dovessero apparire sul territorio della Repubblica di Bielorussia, dovranno rafforzare l’intero fianco orientale della NATO – Presidente lituano Nausėda”.
È quindi molto probabile che la presenza di Wagner fornisca loro un falso pretesto per lanciare i loro attesi tentativi di colpo di Stato. Questo fa seguito ad altre notizie su questa linea:

Il Reggimento Kalinouski dell’opposizione bielorussa ha annunciato che si sta preparando per operazioni attive contro Lukashenko sullo sfondo della ribellione in Russia, aggiungendo che le sue unità stanno aspettando il via libera.
Così come:

Il KGB bielorusso è a conoscenza di agenti dei servizi segreti occidentali che stanno preparando militanti per prendere il potere. Tali attività vengono svolte in Polonia, Ucraina e nei Paesi baltici, ma il dipartimento ha la capacità di “eliminare questa minaccia in modo tempestivo”, ha dichiarato Konstantin Bychek, vice capo del Dipartimento investigativo del Comitato di sicurezza dello Stato bielorusso.
A proposito di Wagner, si dice che l’assedio di ieri abbia utilizzato solo 8.000 degli oltre 25.000 uomini di Wagner. Ecco altri nuovi interessanti dettagli:

Dei 32.000 uomini della PMC “Wagner”, solo 8.000 hanno partecipato alla “ribellione”. È stato detto loro che stavano difendendo Belgorod con lo scopo di “proteggere le zone di confine”, da lì Prigozhin e i suoi uomini disinformati hanno marciato su Voronezh. Il convoglio si è spinto fino all’Oblast’ di Tula. Gli uomini della PMC “Wagner” sono stati ingannati. I dipendenti della PMC “Wagner” hanno già iniziato a firmare contratti con il Ministero della Difesa, in base ai quali lavoreranno in modo simile a come facevano prima. I comandanti della PMC “Wagner” non si sono schierati con il loro finanziatore, Prigozhin. In totale, 33.000 persone dovrebbero firmare contratti con il Ministero della Difesa. I dipendenti con cui ho parlato confermano queste informazioni Mash sostiene che diverse decine di combattenti delle truppe della PMC “Wagner” si sono arresi alla polizia durante il ritiro da Rostov-sul-Don e da altre regioni. Secondo quanto riferito, “non volevano tornare al loro paese e hanno consegnato le armi”.
Il motivo per cui quanto sopra è importante è che ieri molti hanno giustamente sollevato il fatto che la Wagner è fondamentalmente una creazione della GRU. Tutti gli alti comandanti sono ex-GRU, come Anton Yelizarov, nome in codice “Lotus”, di cui ho già scritto in precedenza, e anche Dmitry Utkin. Quindi ci si è chiesti come sia possibile che si ribellino alla Russia, a meno che non si tratti di una rivolta interna al GRU contro il Cremlino. Tuttavia, quanto sopra sembra confermare che i comandanti di alto livello, probabilmente quelli del GRU, non hanno partecipato.

Utkin ovviamente sì, ma sembra essere l’eccezione ed è sempre stato il braccio destro personale di Prigozhin. In effetti, alcuni ritengono che Utkin sia il vero fondatore di Wagner e che Prigozhin fosse solo un suo socio o un co-affarista. Non sorprende che alcuni alti dirigenti russi non sembrino incolpare gli altri comandanti o la GRU, ma piuttosto Prigozhin e Utkin da soli come co-cospiratori. Per esempio, ecco il deputato della Duma e importante ex generale Gurulyov che afferma che sia Prigozhin che Utkin dovrebbero essere giustiziati:

I deputati della Duma di Stato della Federazione Russa sono invitati a recarsi a Mosca domani, riferisce Oleg Tsarev. Sempre domani, secondo alcune indiscrezioni, è previsto un incontro del Presidente con il Ministero della Difesa sulla situazione del PMC Wagner e di Yevgeny Prigozhin.
È interessante notare che un nuovo video profetico mostra Pegov di Wargonzo che chiede a Prigozhin, solo poche settimane fa, quali siano le sue ambizioni riguardo alla marcia su Mosca. Egli rivela che il motivo per cui Wagner è stato tenuto al guinzaglio per quanto riguarda le forniture di munizioni è dovuto proprio al timore che dare loro troppe munizioni avrebbe alimentato le pericolose ambizioni di potere di Prigozhin:

Ricordiamo che a un certo punto Prigozhin chiese al Ministero della Difesa russo di permettere a Wagner di avere 200.000 truppe. A posteriori, ci rendiamo conto di quanto sarebbe stato disastroso, e anche la situazione dei rifornimenti di munizioni comincia ad assumere una nuova luce.

E per coloro che prendono le parti di Prigozhin e credono che non avrebbe agito con tali “ambizioni” se non fosse stato per la presunta “corruzione” del Ministero della Difesa che lo ha “costretto a ripulire il sistema”, ci sono alcune nuove rivelazioni anche su questo.

Per esempio, Sladkov ha informazioni privilegiate sul fatto che una delle altre principali motivazioni alla base dell’ammutinamento di Prigozhin è che di recente il Ministero della Difesa russo ha annullato i contratti di molte altre iniziative commerciali di Prigozhin. Prigozhin è stato a lungo un imprenditore e una sorta di magnate degli affari, con le dita in decine di barattoli di biscotti. Sappiamo tutti che è salito al potere con partecipazioni importanti in catene di alimentari, poi in aziende di catering e in varie attività di cui è comproprietario con la moglie, come centri termali e di bellezza.

Ma sembra che sia anche il proprietario di molte altre imprese che forniscono all’OMU equipaggiamenti militari e che, a quanto pare, si sia arricchito di miliardi di rubli grazie a questi contratti altamente lucrativi. Ora, nel mese precedente, è stato lentamente privato dei suoi guadagni, per non parlare del fatto che il Ministero della Difesa lo stava ovviamente privando di Wagner, costringendolo a firmare contratti con il Ministero della Difesa, il che avrebbe significato di fatto la fine della sua sconsiderata indipendenza e della sua furfanteria.

Sladkov: Primo. Ho informazioni che l’impulso finale alla ribellione è stato il rifiuto del Ministero della Difesa dal contratto (miliardi e miliardi) con le aziende di Prigozhin per la fornitura di prodotti per l’esercito.
Questo è in parte il motivo per cui ora la CIA e i suoi portavoce ammettono apertamente che la “ribellione” è stata vista con largo anticipo e non è stata un “atto spontaneo” come Prigozhin vorrebbe farci credere.

Come già detto, lo sapevano almeno dalla metà di giugno. Alcuni ritengono addirittura che Prigozhin sia stato “preso per il naso” da alcuni dei suoi contatti con i servizi segreti occidentali, che gli hanno promesso che alcuni funzionari interni russi e membri della sicurezza di Stato si sarebbero “sollevati” a sostegno del suo assedio dopo che lo avesse iniziato. Ricordiamo che non è un segreto che Prigozhin abbia contatti con i servizi segreti occidentali. Non solo le fughe di notizie del Pentagono hanno rivelato quanto segue:

Prigozhin avrebbe fatto l’offerta di cedere le forze russe a fine gennaio, in un periodo di pesanti perdite per i combattenti wagneriani a Bakhmut, a contatti che ha mantenuto segretamente all’interno della direzione dell’intelligence ucraina, o HUR, compresi incontri di persona con funzionari dell’HUR in un Paese africano. Due funzionari ucraini hanno dichiarato al Post che Prigozhin ha offerto alla HUR le posizioni delle truppe russe più di una volta, ma che Kyiv ha rifiutato perché i funzionari ucraini non si fidano di Prigozhin o delle sue intenzioni. Secondo il Post, Mosca era probabilmente a conoscenza delle comunicazioni segrete di Prigozhin con l’HUR ucraino.
Ma se ricordo bene, lo stesso Prigozhin una volta si è persino vantato di avere i suoi “contatti” con i servizi segreti dell’altra parte. Potrebbe essere solo uno dei suoi famosi episodi di millanteria, ma è qualcosa da considerare.

Il punto è che è plausibile la voce secondo cui i contatti dei servizi segreti occidentali gli avrebbero detto che i membri del Cremlino sarebbero insorti per unirsi a lui, tutto ciò che doveva fare era accendere il fiammifero per innescare il fuoco. Lo SPIEGEL tedesco riporta ora quanto segue:

‼️🇩🇪

La Germania ritiene che E. Prigozhin non abbia ricevuto il sostegno sperato per la sua ribellione all’interno del Paese, per cui ha smesso di muoversi verso Mosca, – Spiegel. Il Ministero degli Esteri tedesco e il Ministero della Difesa sabato sera hanno informato i capi delle commissioni del Bundestag per gli affari esteri e la difesa sugli attuali sviluppi. Secondo lo Spiegel, durante il briefing, il direttore politico del Ministero degli Esteri Terven Bellmann e il Segretario di Stato per la Difesa Zimtje Meller hanno espresso l’opinione che Prigozhin non ha ricevuto il sostegno sperato dalle forze statali russe nel tentativo di colpo di Stato, e quindi ha fermato la marcia verso Mosca.
Si dice che non ha ricevuto il sostegno “che sperava”. E perché ci sperava? Probabilmente perché gli era stato assicurato che alcuni elementi potenti all’interno del Cremlino sarebbero insorti.

Ma non è successo.

Il che mi porta al parere del prossimo analista. Potrebbe essere lungo ma molto potente, quindi vi invito a leggerlo. Prestate particolare attenzione alla teoria molto plausibile secondo cui Prigozhin avrebbe inscenato tutte le menzogne sulle munizioni per fare segretamente scorta di munizioni proprio per il compito di prendere il Cremlino, per non parlare della sorprendente prospettiva secondo cui avrebbe aspettato proprio questo momento per colpire proprio quando l’esercito russo sarebbe stato più impantanato durante l’offensiva dell’AFU:

Prigozin ha tentato di dimensionare il potere. Si è preparato per mesi. Ha mentito sulla quantità di munizioni fornite per poter fare scorte per il suo colpo di stato. Ha aspettato che iniziasse l’offensiva, in modo che tutto l’esercito russo fosse concentrato a fermare il nemico. Poi ha colpito. Ha diffuso la notizia che l’esercito russo sta crollando – perché è quello che voleva, un esercito russo in ritirata e una nazione in cerca di qualcuno da incolpare. Se le linee difensive fossero state arrotolate, ci saremmo tutti indignati e molti avrebbero pensato a chi fosse il responsabile. In questa situazione, Prigozin interviene e guida i suoi eroi Wagner per stabilizzare la nazione. Un salvatore. Un uomo che salva il giorno. Ma l’esercito russo resiste. Mentre le orde ucraine colpivano, i russi combattevano, si trinceravano e si rifiutavano di ritirarsi o di cedere. L’aviazione ha lavorato 24 ore su 24. Le informazioni erano buone e gli alti generali russi erano nei posti di osservazione avanzati, esattamente dove gli ucraini attaccavano, a comandare la battaglia e la difesa. I rinforzi russi erano pronti, hanno contrastato dove necessario e gli ucraini sono stati annientati. Allora perché fare un colpo di Stato? Pregozin era già impegnato. Aveva paura di fughe di notizie da parte del suo popolo, temeva che l’FSB russo lo fiutasse. Quindi doveva muoversi. Doveva dare il via alla sua grottesca opera. Ha colpito nel momento preciso in cui tutti i difensori della patria stavano trattenendo il nemico. Alle loro spalle. Ha realizzato quel falso video. Una stupida foresta calpestata che doveva essere un attacco missilistico, ma la foresta era verde e non bruciata. È stato presentato un altro attacco missilistico, ma il cratere non era rotondo, bensì quadrato. Con due fuochi accesi in fondo al quadrato. Ma a questo punto Prigozin non poteva più tornare indietro: diffuse l’informazione di un pogrom in prima linea, che l’esercito russo aveva perso un enorme territorio e che gli ucraini stavano avanzando e vincendo. Eravamo confusi, non riuscivamo a capire perché dicesse cose del genere. Alcuni pensavano che fosse solo emotivo, altri che avesse un disturbo da stress post-traumatico, ma la vipera stava lavorando secondo il suo piano. Ha colpito. I suoi uomini erano già nelle retrovie dell’esercito della Russia, si sono mossi per ingrandire il centro di comando russo a Rostov-sul-Don e i campi d’aviazione. Poi si sono spostati a nord verso Mosca. Velocemente. Wagner lo aveva fatto molte volte in Africa. Dimensionare il potere, muoversi rapidamente, prendere gli obiettivi chiave sotto il proprio controllo. conquistare la capitale. Ma nessuno si unì alla causa di Pregozin. I militari si rifiutarono di schierarsi con lui. Unità dopo unità ripudiarono quello che stava facendo. La polizia di Rostov si rifiutò di passare dalla sua parte. I governatori delle regioni non si unirono a lui. I servizi segreti si sono rifiutati di partecipare. I politici si sono rifiutati di schierarsi con il serpente. Khadirov si è rifiutato di sostenerlo e ha invece inviato unità per riprendere Rostov con la forza, se necessario. Senza alcun sostegno, Prigozin ha giocato la sua ultima carta. Niente più violenza in cambio della sicurezza della sua pelle. Si ritirerà da Wagner se la sua pelle sarà protetta. Ecco chi è Pregozin. Non era emotivo, né affetto da PTSD, né perché aveva problemi con questo o quel generale russo: è solo un cattivo.
Una visione interessante, no?

Sono d’accordo con l’idea che per molti versi questa disfatta abbia dimostrato la forza dello Stato russo, semplicemente perché ha mostrato un’unità mai vista prima.

In effetti, in Russia sta accadendo qualcosa di molto interessante. C’è un’energia, una vitalità e una solidarietà che non si sono mai viste prima. La gente è animata da un rinnovato senso di scopo, patriottismo e amore per il proprio Paese. Il nuovo reportage di Patrick Lancaster ne coglie alcuni aspetti:

All’inizio può sembrare confuso per un osservatore esterno, perché la Russia è sempre stata il famigerato mistero avvolto in un enigma. Ma ascoltate le voci della gente, che fa il tifo per Wagner e allo stesso tempo elogia Putin e la Russia con un ritrovato ottimismo per il destino, piuttosto che con il fatalismo degli anni ’90. Lo si coglie perfino nello spirito dello spazzino solitario, che intima che tutto sta andando esattamente secondo i piani per la Russia, nel bel mezzo di quella che sembrava una ribellione armata:

Gli americani possono capire queste cose? Forse solo quelli che hanno letto Dostoevskij.

Questa è una nuova Russia che sta nascendo sotto i nostri occhi, con ogni intoppo, come quello di ieri, che serve solo come parto di una nuova realizzazione dello scopo storico della Russia. Questo è un popolo che, nonostante le massime amplificazioni della propaganda occidentale, ieri non poteva essere scosso o diviso. È sceso in piazza a sostegno sia di Wagner che di Putin, e di tutti gli eroi, perché il narod ora capisce chi è il vero nemico e per cosa sta combattendo il Paese:

Una ripresa sdolcinata, direte voi? Ma è la verità. Qualcosa si sta risvegliando nel popolo russo e chi ha gli occhi sgombri può vederlo chiaramente.

Basta dare un’occhiata alla celebrazione annuale delle Vele Scarlatte di ieri a San Pietroburgo. Un commentatore ha notato la differenza: negli anni precedenti veniva eseguito rap degenerato occidentale, ora musica patriottica, e la gente, anche i giovani, erano in visibilio. Guardate fino alla fine:

“È la festa di laurea delle Vele Scarlatte. Prima ascoltavano Morgenstern (vile rapper occidentalizzato cacciato dalla Russia), ma ora è Mark Bernes interpretato da Shaman. Tra dieci anni avremo i giovani più patriottici. Congratulazioni. Avete risvegliato qualcosa di nuovo”.
Il testo della canzone qui sopra:

Dove inizia la Madrepatria
Dove inizia la Madrepatria?
Dall’immagine nel tuo primer
Con compagni buoni e fedeli
Che vivono in un cortile vicino.
O forse inizia
Dalla canzone che ci cantava nostra madre;
Poiché in ogni prova
Nessuno può portarci via niente.
Dove inizia la patria?
Dalla cara panchina al cancello;
Dalla stessa betulla che si trova nel campo
appoggiata al vento, cresce.
O forse inizia
Dal canto primaverile dello storno
E da questa strada di campagna,
che non ha fine.
Dove inizia la patria?
Dalle finestre che bruciano in lontananza;
Dalla vecchia Budyonovka di mio padre,
che abbiamo trovato da qualche parte nell’armadio.
Forse inizia
Dal suono delle ruote dei carri,
E dal giuramento che in gioventù
Le hai portato nel cuore.
Dove inizia la patria?
E su questa nota, un ultimo messaggio di un soldato russo nelle trincee sulla linea di Orekhov:

“Mi scrivo con i ragazzi del fronte di Orekhovo, come, chiedo, guardano tutto questo. Ma a loro non interessa affatto: “Mentre voi imprecate lì, noi tratteniamo gli ucraini. Ma quello che sta succedendo a voi, non lo capiamo. Sì, posso essere insoddisfatto della leadership di mo, ma nell’esercito c’è un concetto: i comandanti non vengono eletti e gli ordini non vengono discussi. E c’è un giuramento, e ora il nemico è di fronte a noi, e non nelle retrovie. Il fatto che nelle retrovie ci siano giochi politici. “L’opinione di questa persona è importante per me, ero seduto con lui nella stessa trincea sotto i colpi degli aerei nemici dal cabriolet sul fronte di Zaporozhye. E Wagner mi è diventato familiare durante i mesi dell’epopea di Artemov. Sono orgoglioso di aver lavorato con loro spalla a spalla a Soledar, Krasnaya Gora, Bakhmut… Ma non posso accettare quello che sta succedendo ora. Quando stiamo letteralmente combattendo una guerra di sopravvivenza, quando ogni baionetta, ogni elicottero, ogni “pagnotta” conta, quando perdiamo il meglio di noi, gli aerei d’attacco Wagner potrebbero diventare l’avanguardia della nostra futura controffensiva, invece vengono trascinati in uno sporco gioco politico che minaccia di avere conseguenze disastrose per lo Stato. Oggi, anteporre rancori e ambizioni personali all’obiettivo comune significa lavorare contro gli interessi del Paese. Ripeto, ora non c’è la parte di Shoigu o di Prigozhin. Ora c’è la parte del nemico e la parte della Russia, guidata dal Comandante supremo in capo. E io sono dalla parte della Russia e del Presidente”.
Come afferma il soldato, mentre le storie di intrighi vorticano intorno alle retrovie, i militari russi continuano ad andare avanti e a servire il loro Paese. Anche sotto il fumo del travaglio di ieri, i soldati hanno continuato a decimare il nemico, respingendo un altro tentativo di offensiva volto ad approfittare della demoralizzazione percepita.

Vi lascio con un ultimo scorcio di questo.

Innanzitutto, uno dei video più belli della guerra finora. Un Caesar francese da 7 milioni di dollari schiva a malapena un drone Lancet russo, per poi essere distrutto in modo catastrofico e quindi eliminato da una seconda unità:

Un T-90M russo distrugge senza pietà due IMV ucraini (Kozak e Kirpi), poi si gira e li finisce con un doppio tocco:

Un raro scorcio dei Ka-52 russi che distruggono una colonna ucraina, ripreso sia dalla telecamera dell’elicottero interno sia da un drone esterno che osserva il procedimento da una posizione diversa:

Un soldato polacco che si lamenta del fatto che le truppe ucraine da lui addestrate non solo si sono ferite da sole, ma hanno danneggiato di proposito i carri armati polacchi per apparire mentalmente handicappate ed evitare così di dover andare a Bakhmut e altrove:

Zelensky annuncia che l’anno prossimo non ci saranno elezioni presidenziali, rendendosi così sostanzialmente dittatore:

Un’avvincente ripresa in prima persona di mercenari britannici e occidentali distrutti da un attacco russo:

Infine, a dimostrazione della potenza dello Stato multietnico russo, questo video mostra le forze speciali cecene SOBR della 249a brigata che sono venute a presidiare le autostrade di Mosca da Wagner. Lo scorcio della cupola a cipolla di una chiesa ortodossa alle loro spalle è, diciamo, simbolico:


If you enjoyed the read, I would greatly appreciate if you subscribed to a monthly/yearly pledge to support my work, so that I may continue providing you with detailed, incisive reports like this one.

Alternatively, you can tip here: Tip Jar

Wagner è stato finalmente “incorporato”, qual è lo scopo dell ‘”ammutinamento” in un giorno?_dal sito cinese https://m.guancha.cn/

Mi pare una posizione un po’ troppo tiepida_Giuseppe Germinario

Ministero degli Esteri: l’incidente Wagner è un affare interno della Russia e la Cina sostiene la Russia nel mantenere la stabilità nazionale

Fonte: rete di osservatori

25-06-2023 21:47

Secondo quanto riportato sul sito web del Ministero degli Affari Esteri il 25 giugno, il portavoce del Ministero degli Affari Esteri ha risposto alla domanda di un giornalista sull’incidente del Gruppo Wagner.

D: Secondo i rapporti, tutto il personale armato di Prigorzhin e del gruppo Wagner si è ritirato dal quartier generale del distretto militare meridionale russo. Prigorzhin, il fondatore dell’Organizzazione Wagner, ha accettato la proposta del presidente bielorusso Lukashenko di fermare le operazioni dell’organizzazione in Russia e adottare ulteriori misure per allentare le tensioni.Il presidente russo Putin ha garantito che Prigorzhin può andare in Bielorussia e revocherà il suo caso. Qual è il commento della Cina?

R: Questi sono gli affari interni della Russia. In qualità di vicino amichevole e partner strategico globale di coordinamento nella nuova era, la Cina sostiene la Russia nel mantenimento della stabilità nazionale e nel raggiungimento di sviluppo e prosperità.

https://m.guancha.cn/internation/2023_06_25_698182.shtml

Wagner è stato finalmente “incorporato”, qual è lo scopo dell ‘”ammutinamento” in un giorno?

Fonte: rete di osservatori

25-06-2023 19:22

[Text/Observer.com Wang Hui, Fang Jiyi] Quando mi sono svegliato, Wagner era al contrario; quando mi sono svegliato di nuovo, Wagner si è ritirato…

In un giorno non è stato sparato un solo colpo, non è stata vista una sola goccia di sangue e si è placata una tempesta di “ribellione armata” che ha attirato l’attenzione di tutto il mondo.

I risultati delle trattative tra le due parti che sono stati resi pubblici sono:

Wagner ritira le truppe, il procedimento penale contro il suo capo Prigozhin verrà ritirato, lascerà la Russia e andrà in Bielorussia. Per quanto riguarda il personale Wagner, coloro che non hanno partecipato alla “ribellione” in precedenza firmeranno un contratto di servizio con il Ministero della Difesa russo, e coloro che hanno partecipato alla “ribellione” non saranno perseguiti in considerazione dei loro contributi in Russia- Conflitto ucraino.

È questo che voleva Prigozhin? Qual era il motivo e lo scopo della sua “ribellione”? In che modo questa questione influenzerà Putin e le operazioni militari speciali della Russia?

Fonte della mappa dei dati di Putin e Prigozhin: RIA Novosti

Dopo aver lottato, Wagner era ancora “incorporato”

Fondato nel 2013, il Wagner Group è un’organizzazione di servizio militare privato russo fondata da Prigozhin, noto come “Putin’s Chef”. I mercenari “Wagner” sono apparsi in aree in cui si sono verificati conflitti e guerre a Udon, Siria, Libia e Africa.

Prima che si verificasse la recente “ribellione”, Wagner e il Ministero della Difesa russo avevano avuto un risentimento di lunga data, specialmente nel maggio di quest’anno, durante la battaglia per conquistare la città militare ucraina di Bahmut, il conflitto tra le due parti si è fatto più intenso .

In questa battaglia, Wagner è stato il più grande eroe, ma ha anche subito pesanti perdite… Prigorzhin ha detto di aver pagato il prezzo di 20.000 mercenari per questo. Allo stesso tempo, ha ripetutamente accusato il Ministero della Difesa russo di discriminare e deliberatamente non fornire a Wagner un supporto sufficiente per le munizioni.

L ‘”incorporazione” di Wagner da parte dell’esercito russo a giugno è generalmente considerata la miccia che ha intensificato completamente il conflitto.

Il 10 giugno il ministero della Difesa russo ha annunciato che, al fine di migliorare l’efficacia dell’uso delle forze volontarie come parte delle forze congiunte regionali delle operazioni militari speciali della Russia in Ucraina, il ministro della Difesa russo Shoigu ha firmato un ordine che stabilisce che le forze volontarie lo faranno La firma di un contratto con il Ministero della Difesa russo conferirà a queste unità di volontariato lo status legale necessario e creerà metodi comuni per organizzare il supporto a tutto tondo e svolgere compiti.

Una volta firmato il contratto, significa che le truppe guidate da Prigozhin saranno sotto il comando del Ministero della Difesa. I funzionari russi ritengono che le unità di combattenti volontari non appartengano all’esercito russo. Shoigu ha usato questo come scusa per rifiutarsi di fornire pensioni alle famiglie dei caduti in guerra.

Poche ore dopo l’emissione del suddetto ordine, Prigozhin ha palesemente disobbedito all’ordine, dicendo senza mezzi termini che “Wagner non firmerà alcun contratto con Shoigu”.

Liu Jun, vicepresidente del China Institute of International Relations e direttore esecutivo del Russian Studies Center dell’East China Normal University, ritiene che lo scopo della “ribellione” di Prigorzhin sia quello di mantenere il suo controllo assoluto sul gruppo “Wagner”.

Ha detto: “Wagner è una società privata. Se è ‘incorporata’, Prigorzhin non potrà comandare il trasferimento, e quindi non potrà beneficiare della società”.

Tuttavia, a giudicare dai risultati delle trattative tra le due parti, Wagner era ancora “incorporato”.

“In effetti, Prigorzhin sapeva anche come una società privata potesse opporsi all’intero apparato statale, quindi quando il presidente bielorusso Lukashenko è intervenuto nella mediazione, ha accettato il risultato”, ha detto Liu Jun.

L’esperto militare Song Zhongping ha affermato che oltre al “reclutamento forzato” di Shoigu che toccava gli interessi di Prigozhin, Prigozhin voleva anche ottenere giustizia per i soldati di Wagner attraverso questo metodo di “rimostranza”. Combattenti di Wagner gentilmente.

“Dal precedente rifiuto di essere ‘incorporato’ all’accettazione finale, Prigorzhin ha trovato una buona casa per i soldati Wagner: possono essere disarmati e restituiti al campo, oppure possono essere inclusi nella sequenza delle forze militari russe. I soldati Wagner hanno migliore protezione, lo stesso Prigozhin non fu più accusato penalmente e andò in Bielorussia”.

Song Zhongping ritiene che la soluzione attuale possa essere considerata la soluzione migliore. Se l’incidente di Wagner si protrarrà per un periodo di tempo più lungo, l’opposizione interna della Russia, le forze di opposizione e persino le forze armate sotterranee interverranno attivamente, e anche le forze straniere aspetteranno le opportunità per muoversi, il che porterà a un vero scoppio della guerra civile in La Russia, che influenzerà la stabilità del regime russo, lo spirito militare, i cuori delle persone avrà un grande impatto.

Il 24 giugno, ora locale, a Rostov sul Don, in Russia, membri armati del gruppo Wagner hanno lasciato il quartier generale del distretto militare meridionale russo e sono tornati al campo. Fonte: Il giornale

In che modo l’incidente di Wagner influenzerà le operazioni militari speciali della Russia?

Sebbene l’addetto stampa del presidente russo Peskov abbia affermato che l’incidente di Wagner “assolutamente non influenzerà” il processo delle operazioni militari speciali in Ucraina, “la parte ucraina ha intrapreso alcune azioni e vuole sfruttare le turbolenze interne in Russia per avanzare sul campo di battaglia”. Liu Jun ha sottolineato.

Crede: “Questo incidente ha avuto anche un grande impatto sul popolo russo. L’eroe che ha preso Bakhmut nel conflitto russo-ucraino sta ora combattendo con i funzionari russi. Prigozhin una volta è stato condannato penalmente. Questa questione riflette anche la corruzione e i problemi economici della Russia. ”

Fortunatamente la “ribellione” durò solo un giorno e la faccenda finì prima che fermentasse.

“Le contraddizioni interne della Russia sono state esposte nell’incidente. Putin ha risolto la crisi e ha risolto alcune contraddizioni attraverso il compromesso in alcuni aspetti. Penso che questo si sia trasformato in una buona cosa. “Ha detto Song Zhongping, in una certa misura Quanto sopra ha avuto un impatto positivo sul conflitto russo-ucraino, permettendo alla Russia di riconquistare ulteriore unità.

Inoltre, ritiene che “il Ministero della Difesa russo possa anche aver causato una certa divisione all’interno dell’intero gruppo militare Wagner, e persino tra le forze di gestione, gestione e combattimento attraverso i mezzi di alienazione e anti-interferenza. In questo caso, Prigozhin si considererebbe impotente contro i russi, e potrebbe anche andare in discesa”.

Nel corso degli anni, Prigozhin e Putin hanno avuto un ottimo rapporto personale.

“Senza il sostegno di Putin, Prigorzhin non espanderebbe le proprie forze armate private o mercenari. Vale a dire, Wagner è sempre stato usato come un guanto bianco, ma Putin vuole anche impedire a Prigorzhin di allargare i suoi guanti bianchi. , minacciando gli stessi interessi della Russia .” Canzone Zhongping analizzato.

Ha detto: “Il ruolo di Wagner nelle operazioni militari speciali è unico. Wagner può fare un lavoro sporco, duro e faticoso che l’esercito russo è scomodo da fare. L’ampio uso delle truppe di Wagner consente anche all’esercito russo di massimizzare le perdite. ridotto. I mercenari privati ​​non sono gestiti dallo stato come l’esercito russo. Rispetto ai mercenari privati, se più soldati russi muoiono o vengono feriti sul campo di battaglia, il costo pagato dall’esercito russo o dal Ministero della Difesa russo è molto più alto , che è anche un’importante considerazione del Ministero della Difesa russo, ma bisogna capire che senza l’approvazione di Putin, il Ministero della Difesa russo non assumerà Wagner”.

Prigozhin e il personale armato del gruppo Wagner si sono ritirati dal quartier generale del distretto militare meridionale russo. Fonte: Il giornale

L’incidente di Wagner è un campanello d’allarme per Putin

Dopo l’incidente di Wagner, il Wall Street Journal ha affermato che l’incidente ha sollevato seri interrogativi sulla presa del potere di Putin e ha evidenziato crescenti tensioni all’interno dell’establishment russo e delle forze armate.

“Al contrario.” Song Zhongping ha affermato che attraverso questo incidente si può vedere che Putin ha ottenuto un buon controllo sulle istituzioni di potere nazionali, in particolare sulle forze militari; inoltre, Putin comprenderà profondamente che gruppi militari come Wagner , Dobbiamo fare del bene uso di esso, ma non dobbiamo permettere che sia rispettoso di sé.

“Questo incidente è un importante promemoria per Putin che il nemico sul campo di battaglia non è terribile, e le forze ostili fuori dal paese non sono terribili. La cosa più terribile è il cambiamento delle forze interne, che porterà problemi al muro. Questo è ciò su cui Putin si concentrerà sicuramente. L’incidente di Wagner In seguito, Putin imparerà sicuramente da ciò e rafforzerà il suo controllo sull’opposizione interna per evitare che tali incidenti si ripetano”.

Durante l’intero incidente, si può constatare che Prigozhin non ha mai puntato il dito contro Putin, ma solo contro il Ministero della Difesa russo e il Ministro della Difesa russo Shoigu. Liu Jun ha detto che Prigozhin “sa molto chiaramente che non può permettersi di offendere Putin, e che Putin è molto bravo a punire gli oligarchi”.

La rapida repressione dell’incidente in un giorno non solo mostra la saggezza politica di Putin, ma non può essere separata dalla mediazione di Lukashenko.

Lukashenko e Prigozhin hanno una relazione personale da 20 anni. La mattina del 24 ora locale, Putin ha informato Lukashenko sulla situazione del gruppo Wagner nel sud della Russia. I due capi di Stato hanno concordato di intraprendere un’azione congiunta. Dopo il raggiungimento dell’accordo, Lukashenko ha affermato che, sotto il coordinamento di Putin, si sono svolti colloqui con Prigorzhin, il capo del gruppo Wagner.

I colloqui sono durati un giorno e le due parti hanno raggiunto un accordo per fermare lo spargimento di sangue sul suolo russo. Prigozhin ha accettato la proposta di Lukashenko di fermare il movimento dei combattenti Wagner sul suolo russo e di compiere ulteriori passi per allentare le tensioni.

Yakumo viola

ieri alle 21:03

dalla provincia dell’Anhui

guan_15652304292554

ieri alle 19:46

dalla provincia di Henan

È così magico usare il capitale e la stabilità politica del proprio paese per agire?

177
9

Lasciatemi parlare dei miei pensieri. Suggerisco di non usare il pensiero centralizzato dei cinesi per pensare ai problemi di altri paesi, perché i diversi sistemi di ogni paese hanno creato un diverso pensiero politico. La stabilità del regime che pensiamo non è necessariamente lo stesso degli altri Per esempio Due esempi:
Le due guerre cecene sono state combattute così ferocemente, se il pensiero della Cina è cambiato, la Repubblica cecena può ancora esistere? Tuttavia, la Russia non solo ha permesso alla Repubblica cecena di continuare ad esistere, ma le ha anche permesso di mantenere le sue forze armate indipendenti.Questo è l’unico modo di pensare creato dal sistema russo, è stato effettivamente trasferito nella
capitale dall’oratore e da altri senza autorizzazione e controllato con la forza la sua libertà personale, e ha agito correttamente come un ribelle.Se usi il cervello dei cinesi per pensare al paese, il mondo non verrebbe capovolto? Eppure gli Stati Uniti sembrano funzionare ancora normalmente.
A giudicare dal numero di veicoli con cui Wagner ha partecipato all’attacco a Mosca, il numero delle truppe coinvolte era al massimo di 2 battaglioni. La forza principale di Wagner stava guardando lo spettacolo in prima linea tutto il tempo. Questa persona non ha alcune attrezzature pesanti che nemmeno la polizia di Mosca può battere, figuriamoci la guarnigione di Mosca. Il cuoco sapeva molto bene in cuor suo che tutto ciò che aveva era stato dato da Putin, e la differenza di forza era troppo grande, quindi ha solo, e poteva solo mettere in scena uno spettacolo: fare incursioni per migliaia di chilometri in un solo giorno per scivolare e inginocchiarsi fuori Mosca. Ha detto che voleva citare in giudizio la corte imperiale, e la sua forza poteva davvero fare causa solo alla corte imperiale. Il cinese deve pensare che quello che ha fatto il cuoco andava bene, e sarebbe bello salvarti la vita, ed è stato in grado di lasciarlo andare senza ferite, ma Putin lo ha lasciato andare. Il motivo principale dell’insoddisfazione di Cook è che il Ministero della Difesa intende sollevarlo e firmare direttamente un contratto con i soldati Wagner. Ora che ha litigato, Peskov ha detto che il Ministero della Difesa assegnerà contratti ai soldati wagneriani che non sono stati coinvolti nella ribellione. Vale a dire, lo chef non ha mantenuto dall’inizio alla fine il suo apparente nucleo di appeal, ma ha mantenuto solo i suoi compari che non hanno bisogno di firmare un contratto con il Ministero della Difesa, o questo è il vero nucleo che ha può ottenere secondo le proprie forze. E l’appello di Putin è sempre stato che temeva di essere troppo grande per controllare e bilanciare e voleva abbattere clan feudale… Ora il cuoco ha fatto storie, il che ha portato Putin ad abbatterlo con successo senza sparare un solo colpo. In questa lite, entrambe le parti hanno ottenuto ciò che volevano.
Per quanto riguarda la stabilità del paese, ehi, i russi hanno detto che la Cecenia è stata etichettata così, quindi non è un grosso problema. Forse le cose importanti ai nostri occhi non vengono prese sul serio dagli altri. Se non lo prendono sul serio , naturalmente non influirà sulla stabilità. Dopotutto, come luogo di nascita dell’arte astratta: “Noi~noi~Russia↗↗↗è l’immagine~più~astratta~paese~casa nel~mondo~mondo~ .

160
14

Gx

ieri alle 20:50

dalla provincia di Jilin

Il fatto che l’ammutinamento sia finito in un giorno dovrebbe essere dovuto al fatto che non è stata una ribellione ben ponderata, ma una ribellione immatura. Il risultato dell’immaturità è che la probabilità di successo in questa ribellione è estremamente bassa.Chenfeng ha anche analizzato le ragioni dell’immaturità:
1. Attrezzatura insufficiente. In termini di armi ed equipaggiamento, Wagner ha solo una piccola quantità di equipaggiamento pesante e le sue possibilità di vincere contro l’esercito russo regolare sono estremamente basse.
2. Wagner non aveva capacità logistiche, nonostante occupasse Rostov. Ma avere materiali logistici e capacità logistiche sono due concetti.
3. Anche se Wagner dovesse occupare Mosca, nella fase successiva dovrà affrontare il grave problema di come governare.
Per la Russia imperiale di destra russa, considereranno Prigozin solo come un altro traditore russo che ha rotto la guerra e sarà inchiodato al pilastro della vergogna storica. Come il Partito Rivoluzionario nel 1917.
Per quanto riguarda la sinistra russa, penseranno solo che Prigozin è un delinquente del gruppo di corruzione di Putin e che è in collusione con Putin.
In che modo Prigozin gestiva il paese quando nessuno lo sosteneva? Cos’altro può ottenere il paese se non crollare?
4. Riassumendo, si vede che questa ribellione non è matura al momento e nel luogo opportuno. Dovrebbe essere un atto istintivo di passione, come una persona che ti salta addosso, la tua reazione istintiva è quella di reagire? Di fronte all’improvvisa interruzione di corrente dell’imperatore Pu, la reazione istintiva di Prigozin, un uomo spietato, fu di reagire, senza attente considerazioni.
Dopo che la ribellione si è calmata, lui stesso ha iniziato a pensare a questi problemi e, allo stesso tempo, innumerevoli persone devono avergli dichiarato i loro punti di forza.
Nella situazione attuale, se la ribellione di Prigozin avrà successo, Putin morirà sicuramente senza un posto dove seppellirlo. La Russia fallirà sicuramente miseramente nella guerra russo-ucraina e lui stesso non beneficerà di nulla. Alla fine, potrebbe morire peggio di Putin. Ribelli nella storia, anche se la ribellione ha successo, se non hanno abbastanza prestigio per controllare la situazione dopo la ribellione, i risultati sono spesso molto miserabili. Ci sono ampi casi in tutto il mondo.
Ad esempio, nell’incidente di Honnoji nella storia giapponese, Akechi Mitsuhide si ribellò appassionatamente per paura del malumore di Oda Nobunaga. Sebbene avesse ucciso Nobunaga, la famiglia Oda andò in pezzi e lui stesso non riuscì a controllare la situazione. Anche il finale è stato molto miserabile nel fine Chen Hideyoshi.
Un altro esempio è la ribellione di Hou Jing durante le dinastie del sud e del nord in Cina. Hou Jing si ribellò con successo ma non riuscì a controllare la situazione. Alla fine non rimasero ossa e i corpi di lui e di suo figlio furono mangiati dalla gente comune persone.
Un altro esempio sono i giacobini durante la Rivoluzione francese, la rivoluzione ebbe successo e spinse Luigi XVI alla ghigliottina. Dopo aver fallito nel controllare la situazione, fu contro-ucciso e anche Robespierre fu mandato alla ghigliottina.
Certo, c’è anche l’esempio degli stessi russi, il momento più difficile della prima guerra mondiale nel 1917. La borghesia russa è esplosa con la rivoluzione di febbraio e il regime zarista è stato rovesciato, ma la borghesia russa non è riuscita a controllare la situazione e la rivoluzione di ottobre è scoppiata di nuovo.
Se Prigozin va davvero fino all’oscuro, si può dire che la Russia non ha vincitori dall’alto verso il basso in questo processo, se c’è un certo detto, possono essere solo gli Stati Uniti o la Cina. Anche il suo futuro sarà pieno di nebbie e tutto è incerto, l’unica cosa certa è che le sue azioni lasceranno un segno pesante nei libri di storia russi, le prime persone infide e malvagie.
In una situazione del genere, Prigozin sarebbe bloccato se avesse ancora un po ‘di moralità patriottica nel suo cuore. In questo momento Lukashenko ha consegnato un gradino e ha promesso di garantire la sua sicurezza e persino la sua proprietà, e si è ritirato. Penso che dovrebbe essere così.

https://m.guancha.cn/internation/2023_06_25_698157.shtml

Conversazioni sulla Cina 4a puntata_Le ambizioni di una classe dirigente_Con Daniela Caruso

Se si può individuare una costante nella Cina degli ultimi ottanta anni è il sentimento di indipendenza e di ricostruzione nazionale. La Cina, in questo periodo, è incappata in due gravi crisi, la rivoluzione culturale a cavallo degli anni ’60/’70 e la crisi di piazza Tienanmen alla fine degli ’80. Due cicli interni al paese, riflesso di una situazione più generale legata alla drammatica implosione del blocco sovietico, che hanno fatto maturare una ferma convinzione nelle classi dirigenti: l’avvio di un colossale processo di trasformazione della società e dell’economia cinese all’ombra e con l’ossessione della stabilità del regime. Ne è venuta fuori, esempio raro nella storia mondiale, specie dei paesi di grandi dimensioni, si può dire con notevole successo in una sorta di dinamismo controllato, ma dai ritmi vertiginosi. Il segno di un regime in grado di gestire con flessibilità e con orecchie attente alle dinamiche sociali le proprie ambizioni e le proprie strategie di potenza e di sviluppo, contrariamente alla narrazione occidentale. Un merito che le ha garantito di acquisire il prestigio di un modello di riferimento nel mondo estraneo al club occidentale. Che questa aura possa trasformarsi a breve in ambizione imperiale è troppo azzardato affermarlo. Molto dipenderà dalle dinamiche geopolitiche piuttosto che da quelle interne al paese e dalla sua tradizione culturale. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

Il sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate: postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704 oppure iban IT30D3608105138261529861559 oppure 

PayPal.Me/italiaeilmondo

Su PayPal è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (ho scoperto che pay pal prende una commissione di 0,38 centesimi)

https://rumble.com/v2t5xb0-conversazioni-sulla-cina-4a-puntata-le-ambizioni-di-una-classe-dirigente-co.html

 

L’Europa è seria riguardo all’autodifesa o al free riding?_ Di Emma Ashford

Con l’aumentare della tensione USA-Cina, aumenta anche la discussione sul fatto che gli stati europei stiano facendo la loro parte.

Di  , editorialista di Foreign Policy e senior fellow del programma Reimagining US Grand Strategy presso lo Stimson Center, e  , editorialista di Foreign Policy e vicepresidente e direttore senior dello Scowcroft Center for Strategy and Security dell’Atlantic Council .

Gli abbonati FP ora possono ricevere avvisi quando vengono pubblicate nuove storie scritte da questi autori.  | 

Il presidente francese Emmanuel Macron fa un gesto mentre tiene un discorso al forum sulla sicurezza regionale Globsec a Bratislava, in Slovacchia, il 31 maggio.
Il presidente francese Emmanuel Macron fa un gesto mentre tiene un discorso al forum sulla sicurezza regionale Globsec a Bratislava, in Slovacchia, il 31 maggio.
Il presidente francese Emmanuel Macron fa un gesto mentre tiene un discorso al forum sulla sicurezza regionale Globsec a Bratislava, in Slovacchia, il 31 maggio. MICHAL CIZEK/AFP TRAMITE GETTY IMAGES

Matt Kroenig: Ciao Emma! Spero che ti stia godendo questo bel clima primaverile. Sono appena tornato da Stoccolma, dove ho avuto alcune discussioni affascinanti con funzionari del ministero degli esteri e del nuovo consiglio di sicurezza nazionale.

È discutibile

Ho anche avuto un po’ di tempo libero per visitare i musei e, tra le altre cose, ho potuto vedere il cavallo scuoiato, impagliato e montato del re Gustavo Adolfo il Grande!

Emma Ashford: Curiosità: quel cavallo ha partecipato a più azioni militari contro la Russia di alcuni dei nostri alleati europei di free riding.

Quindi gli svedesi entreranno a far parte della NATO? Ora che abbiamo avuto le elezioni turche, ho sentito che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan potrebbe cedere e lasciarli aderire.

MK: Beh, a loro avviso, Erdogan non avrebbe ceduto, ma sarebbe stato all’altezza della sua fine dell’accordo. La Svezia e la Turchia hanno concluso un accordo al vertice della NATO a Madrid lo scorso anno, e la Svezia ha seguito la sua parte, approvando una nuova legislazione per criminalizzare l’appartenenza a un’organizzazione terroristica, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK).

Quindi, ora tocca a Erdogan. L’auspicio di Stoccolma è che la nuova normativa gli permetta di dirsi soddisfatto e che approverà l’ingresso della Svezia nell’alleanza prima del vertice di luglio a Vilnius, in Lituania.

Erdogan potrebbe anche dire, però, che ha bisogno di più tempo per vedere come funziona nella pratica la nuova legge svedese. Ad esempio, la Svezia perseguirà effettivamente i membri del PKK ai sensi di questa legge? Quindi, potrebbe rimandare la decisione.

Tuttavia, Stoccolma sta principalmente pianificando, come se si trattasse di quando, non se, entrerà a far parte della NATO.

Come Macron ha detto senza mezzi termini alla conferenza GLOBSEC di questa settimana: gli europei possono permettersi di lasciare la loro sicurezza nelle mani degli elettori americani ?

EA: Ad essere onesti, non è certo la domanda più importante per coloro che sono preoccupati per la sicurezza europea. La Svezia non è poi così significativa in termini di difesa, Gustavus Adolphus e il suo cavallo impagliato a parte. Forse è per questo che le conversazioni a Washington negli ultimi mesi si sono concentrate principalmente su questioni più importanti: chi dovrebbe garantire la sicurezza europea? Gli Stati Uniti dovrebbero dare la priorità all’Asia rispetto all’Europa? E, come ha detto senza mezzi termini il presidente francese Emmanuel Macron alla conferenza GLOBSEC di questa settimana a Bratislava, in Slovacchia: gli europei possono permettersi di lasciare la loro sicurezza nelle mani degli elettori americani ?

MK: Macron è semplicemente francese. Altri leader europei sono stati chiari sul fatto che parla per la Francia, ma non per l’Europa. Dopo la visita di Macron in Cina, ad esempio, un gruppo di legislatori europei si è sentito obbligato a rilasciare una dichiarazione in cui si affermava: “Va sottolineato che le parole [di Macron] sono gravemente in disaccordo con il sentimento diffuso nelle legislature europee e oltre”.

C’è un modello di sicurezza transatlantica che ha funzionato per tre quarti di secolo, con il contributo degli Stati Uniti e delle potenze europee. Gli alleati europei (come la Germania) devono fare di più, ma non c’è motivo di ripensare radicalmente questo modello di successo.

EA: Sono completamente in disaccordo. Come ho scritto con alcuni colleghi la scorsa settimana, Macron potrebbe essere eccessivamente schietto, ma sta facendo le domande giuste. L’Europa vuole essere un vassallo degli Stati Uniti o un partner capace di reggersi sulle proprie gambe? E perché, quasi 80 anni dopo la decisione degli Stati Uniti di aiutare l’Europa a rimettersi in piedi dopo la seconda guerra mondiale, Washington sta ancora fornendo la parte del leone in finanziamenti, armi e truppe per la sicurezza europea?

È vero che questo modello ha funzionato per molto tempo. Ma le circostanze globali stanno cambiando e ci sono dei costi per continuare a farlo! Gli Stati Uniti sono in relativo declino, la Cina è in crescita e ci sono minacce urgenti altrove che richiedono anche l’attenzione degli Stati Uniti. Continuare a concentrarsi sull’Europa ha costi di opportunità per la base industriale della difesa degli Stati Uniti e per la posizione militare. La politica del dopoguerra degli Stati Uniti nei confronti dell’Europa ebbe un enorme successo! Perché gli americani hanno così paura di abbracciare il nostro successo e adottare un approccio più diretto alla sicurezza europea?

MK: Ho così tanto da dire, non so da dove cominciare. In primo luogo, gli Stati Uniti stanno crescendo. La sua quota del PIL globale è aumentata negli ultimi anni, mentre la crescita della Cina si sta stabilizzando. Washington ei suoi alleati possono gestire contemporaneamente Mosca e Pechino.

EA: Tutto dipende da quale misura usi. La quota degli Stati Uniti sul PIL globale è aumentata. Ma la Cina l’ha superata per alcune misure del reddito nazionale lordo e sta colmando il divario in termini di ricchezza nazionale totale. Nel contesto storico, gli Stati Uniti sono relativamente più deboli di quanto non fossero durante la Guerra Fredda; e in un contesto regionale, il quadro è anche peggiore. Il Lowy Asia Power Index , che tenta di costruire un quadro completo delle risorse militari, economiche e politiche in una regione, suggerisce che gli Stati Uniti e la Cina sono sempre più alla pari in Asia. Quindi puoi selezionare alcuni dati per dimostrare che non ci sono problemi, ma penso che uno sguardo più ampio suggerisca che le cose non sono così rosee.

Non importa che abbiamo appena avuto una resa dei conti sul tetto del debito e sulla spesa pubblica a Washington! Dici “Washington e i suoi alleati possono gestire Mosca e Pechino” – sono d’accordo. Ma con i crescenti vincoli sugli Stati Uniti, quegli alleati devono fare di più. Questo non dovrebbe essere controverso.

MK: La Cina ha superato economicamente gli Stati Uniti solo se si tiene conto della parità di potere d’acquisto. Ciò potrebbe avere senso per i tagli di capelli ma non per la geopolitica.

EA: Mi dispiace, ma non vedo perché dovrebbe essere così. Le armi cinesi sono più economiche; i cinesi ottengono più soldi per il loro dollaro. Letteralmente, nel caso delle spese militari! Questo è un punto che il presidente del Joint Chiefs of Staff Gen. Mark Milley ha fatto al Congresso.
La Germania o la Francia improvvisamente faranno un passo avanti e guideranno le questioni di difesa e sicurezza europee? Negli ultimi anni, il loro istinto è stato più quello di placare la Russia che di resisterle.

MK: Questo è vero. Anche gli ufficiali militari cinesi costano meno. Ma ottieni quello per cui paghi. Gli ufficiali militari statunitensi sono meglio addestrati, istruiti e curati.

Inoltre, per l’influenza internazionale, il commercio, gli aiuti, ecc., i numeri sono assoluti. La Cina non ottiene un bonus perché i noodles sono economici a Nanchino. Gli studiosi di relazioni internazionali usano tipicamente il PIL nominale per misurare il potere per questo motivo.

Sarebbe interessante, tuttavia, che qualcuno facesse uno studio più approfondito su dove gli aggiustamenti della parità di potere d’acquisto siano importanti per il potere e l’influenza internazionale, e dove invece no. Se uno studio del genere esiste, non l’ho visto.

Ma stiamo andando un po’ fuori strada.

Penso che siamo d’accordo sul fatto che gli Stati Uniti ei loro alleati debbano fare di più per la loro difesa collettiva sia in Europa che in Asia. La domanda è come farlo. Io sostengo che il modello tradizionale, in cui gli Stati Uniti guidano e gli alleati contribuiscono, è l’unica soluzione praticabile.

La mia più grande critica all’articolo stimolante di te e dei tuoi colleghi, e altri simili, è che l’alternativa che proponi non è delineata in alcun dettaglio. Dici che gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi sull’Asia e che “l’Europa” dovrebbe “farsi avanti” per provvedere alla difesa dell’Europa. Non so cosa significhi.

Se vuoi che il tuo piano venga adottato, penso che dovresti fornire qualche dettaglio in più su come funzionerebbe.

EA: Beh, sono abbastanza sicuro di poter dire lo stesso della tua affermazione secondo cui “il modello attuale funziona”. Questo ha bisogno di un po’ più di dettagli, per essere sicuro. L’inerzia non è certo una strategia.

Ci sono un sacco di ottimi articoli e libri là fuori che descrivono in dettaglio come sarebbe un approccio più diretto degli Stati Uniti alla sicurezza europea. Barry Posen, ad esempio, ha diversi buoni pezzi che esplorano le ramificazioni della difesa, i costi e i rischi del trasferimento di maggiori responsabilità agli stati europei. Oppure ecco un fantastico forum del Center on Security Studies di Zurigo, con una varietà di autori. Ci sono molti dettagli là fuori se guardi, e molte persone intelligenti su entrambe le sponde dell’Atlantico stanno riflettendo su questo problema.

Ma in generale, farei un paio di punti chiave: 1) Il cambiamento dovrà essere graduale, forse fino a un decennio, per dare agli Stati europei il tempo di avviare la necessaria produzione industriale della difesa e costruire la necessaria forze, e 2) è importante notare che un approccio più diretto alla sicurezza europea non significa che gli Stati Uniti usciranno dalla NATO, né che si disimpegneranno dall’Europa. Affida semplicemente la responsabilità primaria della difesa agli stati europei, rendendo gli Stati Uniti più un backup e meno una prima risorsa.

MK: Ma gli Stati Uniti dovranno continuare a guidare o non funzionerà. Cos’è questa “Europa” di cui parli? La Germania o la Francia (i due pesi massimi dell’economia in Europa) improvvisamente faranno un passo avanti e guideranno le questioni di difesa e sicurezza europee? Negli ultimi anni, il loro istinto è stato più quello di placare la Russia che di resisterle. I paesi dell’Europa orientale si affideranno a Berlino e Parigi per guidare la sicurezza europea? Non credo. Washington può fidarsi di Parigi e Berlino per garantire gli interessi degli Stati Uniti in Europa? La risposta è no. E la deterrenza nucleare? La Germania passerà al nucleare in violazione del Trattato di non proliferazione nucleare? La Francia costruirà fino a 1.500 armi nucleari (un aumento di sette volte) come contrappeso all’enorme arsenale russo?

Queste sono grandi domande e le risposte significano quasi sempre che Washington e il popolo americano si troverebbero in una situazione molto peggiore se tentassero di esternalizzare i loro importanti interessi in Europa a Macron!
L’articolo 5 della NATO dovrebbe essere perfettamente sufficiente per la credibilità senza truppe statunitensi in prima linea.
EA: Matt, sono inglese. Non c’è bisogno che mi diciate che il concetto di “europeo” come identità è fortemente contestato.

Ma il fatto è che l’Europa si è unita in molti altri settori, anche dove ci sono interessi divergenti. La Comunità europea (e successivamente l’Unione) ha costruito un’area di libero scambio nonostante l’opposizione interna di gruppi potenti come gli agricoltori. L’euro è riuscito a sopravvivere alle crisi finanziarie degli ultimi due decenni con tutti i suoi membri intatti. Gli stati europei tendono ad essere relativamente bravi a superare i problemi di azione collettiva quando vogliono.

Per molti versi, è degno di nota il fatto che l’unica area in cui l’Europa continua a lottare per riunirsi sia la difesa, l’area in cui gli Stati Uniti hanno sempre risolto il problema dell’azione collettiva, eliminando la necessità di un compromesso.

Hai ragione sul fatto che gli stati europei non hanno necessariamente tutti le stesse opinioni sulla difesa e sulla politica estera. Forse il risultato finale sarà una sorta di accordo di difesa minilaterale, in cui stati come la Polonia si concentreranno sulla Russia e stati come l’Italia e la Grecia si concentreranno sul Mediterraneo. Ma dire semplicemente “non può succedere” non è una risposta soddisfacente. Gli stati europei si alzeranno in difesa se necessario, il che significa che il governo degli Stati Uniti deve essere chiaro e coerente sulle sue intenzioni e aiutare con una transizione ordinata nella sicurezza europea.

MK: Non sto dicendo “non può succedere” perché non so ancora cosa sia “esso”. Dire che la Polonia si prenderà cura della Russia non ha senso. La Polonia costruirà armi nucleari?

EA: Se gli Stati Uniti non lasciano la NATO, allora il suo ombrello nucleare continua ad applicarsi. E anche i francesi e gli inglesi sono potenze nucleari.

MK: Va bene. Quindi, se l’alleanza continuerà a fare affidamento sugli Stati Uniti per la deterrenza strategica, allora Washington dovrà continuare a svolgere un importante ruolo di leadership. Per essere credibili, gli Stati Uniti dovranno anche mantenere le forze in Europa, idealmente in prima linea, per collegare le forze strategiche statunitensi a una grande guerra convenzionale in Europa. È quello che avete in mente anche voi e i vostri colleghi?

Se sì, qual è il nuovo modello? La Germania fornisce più uomini, carri armati e artiglieria? Mi sembra fantastico, ma non sono sicuro che sia il cambiamento radicale che sembri chiedere.

EA: No. L’articolo 5 della NATO dovrebbe essere perfettamente sufficiente per la credibilità senza truppe statunitensi in prima linea. E onestamente non importa l’esatta composizione della forza nell’Europa orientale fintanto che è europea piuttosto che americana. Ci sono una varietà di opzioni che potrebbero funzionare: Germania e Francia che si fanno avanti, Stati dell’Europa orientale che uniscono le loro risorse e approfondiscono la cooperazione in materia di difesa con il Regno Unito, ecc. Spetterà agli europei decidere.

Ci sono alcuni pezzi eccellenti del Center for Strategic and International Studies proprio qui a Washington che esplorano come alcuni di questi cambiamenti potrebbero apparire in pratica per la difesa aerea , la logistica e le forze navali.

Solo gli Stati Uniti hanno il potere e il diffuso sentimento di buona volontà all’interno dell’Europa per guidare l’alleanza transatlantica.

MK: Questi articoli esaminano i pezzi in cui gli stati europei possono contribuire di più. Sarebbe il benvenuto.

Mi sto un po’ frustrando. So com’è l’attuale architettura di sicurezza transatlantica. Continuo a non capire l’alternativa che proponi.

EA: Non capisco cosa ci sia di così difficile da capire. Una divisione del lavoro all’interno della NATO in cui gli stati europei portano la maggior parte dell’onere – e svolgono la maggior parte del lavoro in termini pratici – di scoraggiare la Russia, difendersi e proteggere le frontiere dell’Europa, mentre gli Stati Uniti adottano un approccio più diretto per concentrarsi sull’Asia, ma è disponibile a fornire risorse e aiuti se una grave crisi lo richiede. Questa è una vera partnership, ed è dove credo che gli Stati Uniti e l’Europa debbano andare se si vuole che la relazione transatlantica continui a prosperare.

Va bene per gli Stati Uniti, va bene per gli alleati americani in Asia, va bene per gli stati europei. Dopotutto, come ha sottolineato Macron, quale Stato si sentirebbe a suo agio nel mettere la propria difesa ai capricci degli elettori di un altro Paese? Con il riscaldamento delle primarie repubblicane degli Stati Uniti, puoi scommettere che nei prossimi mesi sentirai parlare di più sui free rider europei.

MK: Penso che solo gli Stati Uniti abbiano il potere e il diffuso sentimento di buona volontà all’interno dell’Europa per guidare l’alleanza transatlantica. Dovrebbe continuare a fornire una visione d’insieme e un coordinamento. Solo Washington può fornire deterrenza strategica contro la Russia. E penso anche che gli stati europei dovrebbero fornire più dadi e bulloni della difesa convenzionale, dagli aerei ai carri armati al personale, ecc.

Allora, siamo d’accordo o no? Penso che stiamo esaurendo lo spazio, quindi potremmo aver bisogno di tornare su questo in una colonna futura.

EA: Non siamo d’accordo. Ma possiamo essere d’accordo su questo: non passerà molto tempo prima che Macron faccia un’altra dichiarazione da prima pagina che infastidisce i transatlantici di Washington!

MK: C’est la vie.

Emma Ashford è editorialista presso Foreign Policy e senior fellow del programma Reimagining US Grand Strategy presso lo Stimson Center, assistente professore aggiunto presso la Georgetown University e autrice di Oil, the State, and War. Twitter:  @EmmaMAshford

Matthew Kroenig è editorialista presso Foreign Policy e vice presidente e direttore senior dello Scowcroft Center for Strategy and Security dell’Atlantic Council e professore presso il Department of Government e la Edmund A. Walsh School of Foreign Service presso la Georgetown University. Il suo ultimo libro è The Return of Great Power Rivalry: Democracy Versus Autocracy From the Ancient World to the US and China . Twitter:  @matthewkroenig

https://foreignpolicy.com/2023/06/02/nato-macron-defense-europe-spending-free-riding/

Il sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate: postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704 oppure iban IT30D3608105138261529861559 oppure 

PayPal.Me/italiaeilmondo

Su PayPal è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (ho scoperto che pay pal prende una commissione di 0,38 centesimi)

Stress-Test delle relazioni tra Cina e Russia, di Robert E. Hamilton

LINEA DI FONDO
Il dibattito sulla natura delle relazioni tra Cina e Russia infuria da quasi due decenni. Una parte ritiene che i due siano partner strategici; l’altra ritiene che i loro legami siano un “asse di convenienza” privo di profondità.
Comprendere la vera natura delle loro relazioni è di vitale importanza per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Un vero partenariato strategico rappresenta una grave minaccia; legami meno solidi tra i due paesi danno agli Stati Uniti un maggiore margine di manovra nel trattare con loro.
Possiamo ottenere una comprensione più profonda e sfumata dei legami Cina-Russia osservando come interagiscono nelle regioni del mondo in cui entrambi hanno importanti interessi in gioco. Quattro regioni emergono come fondamentali: Asia centrale, Africa, Europa orientale e Asia orientale.
Le dichiarazioni non avrebbero potuto essere più diverse. A marzo, quando il presidente cinese Xi Jinping ha concluso la sua visita in Russia, i due governi hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si descriveva che le loro relazioni avevano raggiunto “il livello più alto della storia”. Lo stesso giorno, il portavoce della Casa Bianca John Kirby ha liquidato le relazioni come “un matrimonio di convenienza”.

La differenza tra le due dichiarazioni inquadra perfettamente un dibattito sulle relazioni sino-russe che continua da quasi due decenni. Una parte insiste sul fatto che i legami tra Pechino e Mosca sono una vera e propria partnership strategica; l’altra sostiene che sono sottili e fragili, con la resistenza condivisa agli Stati Uniti. l’unica cosa che li lega. Come ha sostenuto Bobo Lo nel suo libro del 2008, questa visione vede le relazioni come un “asse di convenienza”.

Pur essendo utili come descrizioni abbreviate della relazione, sia la visione della partnership strategica che quella dell’asse di convenienza sono limitate nella loro capacità di spiegarla. Una visione più sfumata dei legami Cina-Russia emerge dall’esame della loro interazione “sul campo” in regioni in cui entrambi hanno importanti interessi in gioco.

Il dibattito: partnership strategica o “asse di convenienza”
Entrambe le parti potrebbero avere qualche velleità nel dibattito tra i campi del partenariato strategico e dell’asse di convenienza. Il campo del “partenariato strategico” comprende molti funzionari governativi e analisti cinesi e russi che considerano gli stretti legami come il modo migliore per sfidare gli Stati Uniti. Le dichiarazioni dei governi cinese e russo sulle loro relazioni tendono a essere piene di superlativi e poco concrete: Xi ha definito Putin il suo “migliore e intimo amico” e Putin ha osservato che le loro opinioni su tutte le principali questioni internazionali sono “identiche o molto vicine”.

La visione dell'”asse di convenienza” è popolare tra i funzionari governativi e gli analisti occidentali che preferiscono non considerare le ramificazioni negative di una vera alleanza Cina-Russia per i loro Paesi. Secondo questa visione, la relazione sino-russa è “altamente vincolata” e limitata al “reciproco interesse a minare l’ordine internazionale liberale guidato dagli Stati Uniti, che promuove la democrazia, i diritti umani e il libero mercato”.

I sostenitori della visione dell'”asse di convenienza” tendono a credere che i regimi autoritari non possano avere una relazione definita dai valori comuni e dai legami condivisi che, secondo loro, definiscono le relazioni tra gli Stati democratici. Al contrario, le autocrazie sono guidate dal nudo perseguimento degli interessi nazionali. Quando questi interessi si allineano, la cooperazione a breve termine è possibile e può persino prosperare. Ma una volta rimosso il “legante” degli interessi condivisi, la competizione e persino il conflitto tra Stati autoritari sono probabili. Poiché gli Stati autoritari usano la coercizione per risolvere i problemi politici interni, si sostiene, è più probabile che la usino per risolvere i problemi nelle relazioni internazionali, rendendo improbabile una cooperazione a lungo termine tra loro.

Esiste però un altro punto di vista, che sostiene che gli Stati autoritari possono avere e hanno relazioni stabili e produttive. Secondo questa prospettiva, esposta in modo molto convincente dal politologo Mark Haas, non è il contenuto delle ideologie di due Stati (democratici o autoritari) a determinare il loro grado di intesa, ma la “distanza ideologica” che li separa. Gli Stati separati da una distanza ideologica minima non vedono alcuna minaccia l’uno dall’altro. Gli Stati separati da una distanza ideologica significativa sospettano che l’altro minacci la loro sicurezza esterna e la stabilità politica interna. Quindi, le autocrazie vanno d’accordo con altre autocrazie, rendendo una partnership strategica Cina-Russia non solo concepibile, ma anche probabile.

Comprendere la natura delle relazioni tra Cina e Russia è di vitale importanza per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Una vera e propria partnership strategica tra i due Paesi rappresenterebbe una grave minaccia per gli interessi americani. D’altro canto, una relazione poco approfondita ridurrebbe la minaccia di un’alleanza Pechino-Mosca diretta contro gli Stati Uniti. Quasi due decenni di dibattito tra i campi della “partnership strategica” e dell'”asse di convenienza” hanno prodotto molte opinioni forti, ma nessuna conclusione chiara. Questo perché nessuno dei due punti di vista è del tutto corretto.

Una visione regionale
Sebbene le narrazioni del partenariato strategico e dell’asse di convenienza siano utili semplificazioni della realtà, in pratica la relazione tra Pechino e Mosca non è né strettamente un partenariato strategico né un asse di convenienza. Come molte relazioni bilaterali, è una miscela complessa e dinamica di cooperazione, compartimentazione e competizione, fortemente influenzata dal contesto in cui avviene l’interazione. Il modo migliore per verificare i legami tra Cina e Russia non è leggere i loro comunicati al vertice, né misurare il volume degli scambi commerciali tra loro (i partner commerciali sono entrati in guerra tra loro molto spesso nel corso della storia), né misurare la portata e la frequenza delle loro esercitazioni militari congiunte. La migliore finestra sulle relazioni tra Cina e Russia è invece quella di studiare come interagiscono nelle regioni del mondo in cui entrambi hanno interessi in gioco. E qui emergono quattro regioni critiche: Asia centrale, Africa, Europa orientale e Asia orientale.

Queste regioni rappresentano un valido banco di prova per le relazioni tra Cina e Russia, perché offrono ambienti diversi per l’interazione tra i due Paesi e la variazione verifica alcune delle ipotesi fondamentali di ciascun approccio. L’Africa e l’Asia centrale verificano l’ipotesi che il principale motore dei legami tra Cina e Russia sia la resistenza condivisa a quella che entrambi sostengono essere “l’egemonia statunitense”. In queste regioni, la presenza diplomatica, militare ed economica dell’America è più leggera che in gran parte del mondo. La Cina e la Russia, invece, hanno importanti interessi in gioco e una presenza di conseguenza più pesante. In assenza di una presenza significativa degli Stati Uniti, la natura dell’interazione tra Cina e Russia dovrebbe fornire importanti indicazioni sulla vera natura delle loro relazioni.

Asia centrale

La Russia ha una lunga storia di dominio politico e militare sull’Asia centrale e ha visto la regione come il suo “ventre molle” a causa della sua vicinanza all’Afghanistan. Nel calcolo strategico del Cremlino, solo una forte influenza politica e una presenza militare negli Stati dell’Asia centrale possono proteggere la Russia dal calderone di instabilità che l’Afghanistan ha spesso rappresentato per i leader russi. Tre dei cinque Stati ex sovietici dell’Asia centrale sono membri dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, l’alleanza militare dominata dalla Russia. La Russia mantiene forze e basi militari in Kirghizistan e Tagikistan.

L’interesse della Cina per l’Asia centrale è stato principalmente economico: la regione è stata un importante destinatario degli investimenti cinesi in infrastrutture attraverso la Belt and Road Initiative (BRI). In effetti, la Cina ha scelto il Kazakistan come luogo per presentare formalmente la BRI. La regione occupa un posto di rilievo anche nella politica energetica cinese: il 60% del gas naturale fornito alla Cina attraverso i gasdotti proviene dal Turkmenistan. Il Kazakistan e l’Uzbekistan esportano gas in Cina, spesso come pagamento in natura per l’assistenza economica di Pechino. Collettivamente, gli Stati dell’Asia centrale inviano il 22% delle loro esportazioni totali alla Cina e ricevono da essa il 37% delle loro importazioni, e questa dipendenza commerciale è in aumento.

I ruoli di Mosca e Pechino in Asia centrale sono così distinti che i due sono stati definiti “lo sceriffo e il banchiere”. Secondo questa visione, la Russia si concentra sulla sicurezza e sulla stabilità politica, mentre la Cina si concentra sullo sviluppo economico. Se i due riescono a mantenere questi ruoli, coordinando le loro attività in Asia centrale a reciproco vantaggio, ciò dimostra che le loro relazioni sono più solide di quanto molti analisti e funzionari governativi occidentali sostengano.

Ma non è chiaro se sarà così. La Cina ha recentemente ampliato il suo ruolo diplomatico e di sicurezza nella regione, entrando in aree che la Russia aveva dominato. Il primo viaggio all’estero di Xi dopo il COVID è stato in Asia centrale lo scorso autunno. Nel 2016, inoltre, la Cina ha stabilito la prima base militare al di fuori dei propri confini, in Tagikistan. Il modo in cui la Russia risponderà a queste incursioni cinesi nelle sue tradizionali aree d’influenza ci dirà molto sulla sostenibilità della loro partnership in Asia centrale.

L’Africa

L’Africa è un altro luogo in cui Cina e Russia interagiscono sullo sfondo di una leggera presenza militare e diplomatica degli Stati Uniti. L’Africa rispecchia l’Asia centrale per alcuni aspetti e si differenzia per altri. Come in Asia centrale, l’obiettivo di Mosca è stato quello di sostenere i governi amici e di vendersi come fornitore di sicurezza, mentre Pechino si è concentrata sullo sviluppo economico. Ma i mezzi utilizzati dalla Russia in Africa sono diversi da quelli utilizzati in Asia centrale. In Asia centrale, lo strumento principale è l’esercito russo, ma in Africa il Gruppo Wagner ha assunto un ruolo centrale.

Sebbene sia noto di recente per la sua campagna di terra bruciata, finora fallita, per conquistare la città ucraina di Bakhmut e per le faide pubbliche del suo capo Yevgeny Prigozhin con i vertici militari russi, Wagner è presente in Africa almeno dal 2017. Qui Wagner scambia i suoi servizi con accordi per l’estrazione di risorse, utilizzando la disinformazione per minare le relazioni degli Stati occidentali con i governi africani. Si ritiene che Wagner abbia circa 5.000 combattenti in Africa, dislocati in Burkina-Faso, Mali, Algeria, Libia, Sudan, Eritrea, Repubblica Centrafricana e Camerun. Wagner concentra le sue operazioni in Africa in tre aree: operazioni di combattimento, fornitura di sicurezza ai regimi locali e addestramento delle loro forze di sicurezza, e campagne di disinformazione. Il pagamento di questi servizi avviene direttamente o attraverso accordi per l’estrazione di risorse.

La presenza della Cina in Africa è più palese e tradizionale. Incentrate sullo sviluppo infrastrutturale legato alla BRI, le attività cinesi sono spesso formulate con un linguaggio “win-win” e si concentrano su progetti infrastrutturali tangibili e ad alta visibilità. Circa quarantasei Paesi africani hanno aderito alla BRI: complessivamente rappresentano oltre un miliardo di persone e coprono il 20% della superficie terrestre. Nel 2017, in Africa erano presenti circa 10.000 imprese cinesi che generavano entrate per 180 miliardi di dollari all’anno, cifra destinata a salire a 250 miliardi di dollari entro il 2025. I prestiti cinesi all’Africa hanno raggiunto 153 miliardi di dollari tra il 2010 e il 2019, ma potrebbero aver raggiunto il picco massimo poiché la Cina ritiene che alcuni governi africani abbiano raggiunto il limite della loro capacità di prestito. Al vertice del Forum per la cooperazione Cina-Africa del 2021, Xi ha promesso 40 miliardi di dollari in prestiti all’Africa, un calo del 33% rispetto alle promesse dei due vertici precedenti.

Sebbene il ruolo di Cina e Russia in Africa possa sembrare simile a quello di “sceriffo e banchiere” in Asia centrale, vi sono importanti differenze. In Asia centrale, Mosca vede la propria sicurezza come direttamente legata alla sicurezza degli Stati regionali, mentre in Africa la fornitura di sicurezza da parte della Russia ha un carattere letteralmente mercenario. L’interesse della Russia per la sicurezza degli Stati africani è strumentale: conta solo se è redditizio per il Gruppo Wagner e se mina le relazioni occidentali con i governi africani. I sondaggi di opinione indicano che gli africani stanno prendendo coscienza dell’atteggiamento della Russia nei confronti della loro sicurezza: tra il 2021 e il 2022 il gradimento della Russia nell’Africa subsahariana è sceso dal 45% al 35%.

In un’intervista rilasciatami nell’agosto del 2022, il dottor Paul Tembe ha sottolineato la differenza di percezione della Cina e della Russia tra gli africani e l’ineguaglianza complessiva delle loro relazioni. “L’impronta russa… è troppo grezza per essere duratura e creare un tipo di soft power e l’influenza che la Cina ha attualmente”. Ha aggiunto che i russi “non sono sceriffi perché vogliono esserlo; sono sceriffi perché è l’unica posizione a loro disposizione”. Questo accordo rende facile per la Cina “gettare la Russia sotto l’autobus” e “finanziare un nuovo tipo di sicurezza”. Come in Asia centrale, la Cina sta diventando disposta ad assumere un ruolo di sicurezza più diretto in Africa piuttosto che affidarsi alla Russia: Ha aperto una base navale a Gibuti nel 2017 e ci sono voci insistenti che ne stia progettando una sulla costa occidentale dell’Africa, in Guinea Equatoriale.

Europa orientale

L’Europa orientale e l’Asia orientale presentano un diverso tipo di test dei legami Cina-Russia. In ognuna di queste regioni, Pechino o Mosca sono impegnate in una lotta per la supremazia con gli Stati Uniti. In ogni regione, gli Stati Uniti e la Cina o la Russia ritengono che siano in gioco interessi vitali.

In Europa orientale, la guerra della Russia contro l’Ucraina è il crogiolo delle relazioni russo-cinesi. Gli Stati Uniti e la Russia hanno inquadrato la guerra come una competizione per il futuro dell’ordine mondiale e la Russia sostiene di combattere la guerra per la propria sopravvivenza. Gli interessi cinesi in Europa orientale sono di ordine molto inferiore, importanti ma non certo vitali. E la Cina sa certamente che se fornirà aiuti militari alla Russia, pagherà un prezzo in termini di danni alla reputazione e sotto forma di sanzioni secondarie imposte dall’Occidente.

Per questo motivo, le azioni di Pechino sono da tenere sotto stretta osservazione. La continuazione dell’approccio cinese, che fornisce un sostegno retorico alla Russia ma evita il supporto materiale, implica che Pechino non è disposta a sostenere i costi per conto di Mosca, minando la narrativa del partenariato strategico. Ad esempio, la proposta cinese di porre fine al conflitto ripete gran parte della narrativa russa sulle cause della guerra e legittimerebbe il sequestro di parti dell’Ucraina da parte della Russia, ma ribadisce anche il sostegno della Cina al “rispetto della sovranità di tutti i Paesi” e mette in guardia dall’uso di armi nucleari. In ogni caso, Pechino sa che il piano è morto all’arrivo a Kiev e nelle capitali occidentali, il che lo rende non tanto un piano serio per porre fine alla guerra alle condizioni della Russia, quanto un tentativo di minare le accuse che la Cina sia complice silenziosa della Russia.

D’altra parte, il sostegno materiale cinese alla Russia – soprattutto se si considera che Pechino conosce i costi che dovrà sostenere per tale sostegno – fornirebbe un forte sostegno alla narrativa della partnership strategica. La comunità di intelligence e il Dipartimento del Tesoro statunitensi sono giunti alla conclusione che, sebbene la Cina abbia preso in considerazione la richiesta di sostegno materiale da parte della Russia, finora Pechino non è stata disposta a fornirlo, lasciando che la Russia si rivolgesse a Stati come l’Iran e la Corea del Nord. Se i calcoli della Cina cambieranno e Pechino finirà per fornire sostegno materiale alla Russia, ciò rafforzerà la tesi che Cina e Russia sono veri partner strategici. In caso contrario, suggerisce che Pechino non è disposta a sottoscrivere l’avventurismo di Mosca e a permettere alla Russia di trascinarla in un conflitto in cui non ha interessi vitali in gioco.

Asia orientale

La situazione in Asia orientale rispecchia quella dell’Europa orientale. Qui gli Stati Uniti e la Cina sono impegnati in una lotta per la supremazia, e ciascuno di loro rivendica un interesse vitale nel risultato. La Russia, invece, ha in gioco interessi di ordine inferiore. Se la Russia decidesse di dare un sostegno più che retorico alle rivendicazioni territoriali della Cina in questa regione, Mosca sa che creerebbe un confronto ancora più ampio con l’Occidente di quello che sta già affrontando sull’Ucraina. Sebbene la Russia abbia dato un sostegno retorico alle rivendicazioni marittime della Cina nel Mar Cinese Meridionale, non ha intrapreso alcuna azione concreta che possa segnalare la volontà di sostenere dei costi per conto della Cina. In realtà, il sostegno della Russia sembra più volto a delegittimare la presenza americana nella regione che a sostenere concretamente le rivendicazioni della Cina.

Mosca ha suscitato preoccupazione tra gli analisti cinesi – e presumibilmente tra i funzionari governativi – per il suo avvicinamento ad alcuni dei maggiori avversari della Cina nella regione. Le vendite di armi russe al Vietnam rappresentano l’84% delle importazioni di armi del Paese e hanno aiutato Hanoi a trasformare le sue forze armate in alcune delle più moderne e capaci della regione, dotandole di un “limitato ma potente deterrente contro la Cina”. Oltre ai rapporti con il Vietnam, Mosca ha aumentato le vendite di armi alla Malesia e ha cercato di espandere i suoi legami di difesa con le Filippine e l’Indonesia, tutti elementi che sicuramente causano preoccupazione a Pechino.

La Russia ha anche cercato di fare breccia nella sfera energetica. Nel 2018, la Russia e il Vietnam hanno annunciato piani per lo sviluppo congiunto di giacimenti di gas nel Mar Cinese Meridionale, suscitando “forti proteste da parte della Cina, che rivendica la maggior parte del vasto specchio d’acqua e sta costruendo strutture militari nell’area”. Nel 2021, la Cina ha chiesto all’Indonesia di interrompere l’esplorazione di petrolio e gas al largo della sua costa settentrionale, in quello che Pechino ha dichiarato essere “territorio cinese”. Spesso viene trascurato in quella che viene descritta come una disputa bilaterale tra Giacarta e Pechino il fatto che la Zarubezhneft, società statale russa, sta finanziando il progetto.

Conclusione
Le relazioni tra Cina e Russia non sono né un partenariato strategico né un asse di convenienza. È complessa, dinamica e condizionata dall’ambiente in cui le due nazioni interagiscono. E le contingenze si verificano sul campo, non nei vertici e nelle visite bilaterali. In altre parole, nelle regioni del mondo in cui Cina e Russia perseguono attivamente i propri interessi nazionali attraverso attività politiche, militari ed economiche, le interazioni tra i due Paesi sono meno programmate e quindi hanno maggiori probabilità di rivelare verità sulla natura delle loro relazioni.

Piuttosto che cercare di ridurre le loro relazioni a un adesivo, gli analisti dovrebbero identificare le aree in cui i loro interessi nelle regioni chiave convergono e divergono. Ciò potrebbe consentire previsioni pragmatiche e basate su dati concreti sulla futura traiettoria delle relazioni in quelle regioni.

L’Asia centrale, l’Africa, l’Europa orientale e l’Asia orientale sono le regioni chiave da tenere d’occhio in futuro. In queste regioni, il ruolo degli Stati Uniti e l’intensità degli interessi cinesi e russi variano, consentendo di testare le relazioni in condizioni diverse. Pechino e Mosca si stanno espandendo in settori in cui l’altra è stata a lungo dominante: la Cina sta espandendo la sua presenza in Asia centrale e in Africa, mentre la Russia sta facendo incursioni negli investimenti economici in Asia orientale. Fino a questo momento, i due Paesi sono riusciti a compartimentare le loro differenze e a mantenere la loro cooperazione contro quella che definiscono “egemonia statunitense”. Ma questo non è scontato per il futuro.

Ciò che gli Stati Uniti non dovrebbero fare è cercare esplicitamente di “spingere un cuneo” tra Pechino e Mosca. Le loro differenze in regioni chiave del mondo potrebbero allontanarle o almeno limitare la loro cooperazione. Se ciò dovesse accadere, Washington dovrebbe essere pronta ad adattarsi alla nuova normalità. Ma inserendosi nell’equazione, i responsabili politici americani non faranno altro che ricordare ai leader cinesi e russi la loro comune animosità nei confronti degli Stati Uniti, avvicinandoli ancora di più.

Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione del Foreign Policy Research Institute, un’organizzazione apartitica che cerca di pubblicare articoli ben argomentati e orientati alla politica sulla politica estera americana e sulle priorità della sicurezza nazionale.

https://www.fpri.org/article/2023/05/stress-testing-chinese-russian-relations/

Il sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate: postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704 oppure iban IT30D3608105138261529861559 oppure 

PayPal.Me/italiaeilmondo

Su PayPal è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (ho scoperto che pay pal prende una commissione di 0,38 centesimi)

Discorso del segretario Blinken: “Il fallimento strategico della Russia e il futuro sicuro dell’Ucraina”

Un compendio delle argomentazioni della componente più oltranzista e purtroppo dominante della amministrazione statunitense riguardanti. Assatanati! Un compendio che meriterebbe di essere chiosato, stigmatizzato e confutato punto per punto. Servirebbe a riordinare le idee. Blinken rappresenta una classe dirigente che vive in una sfera di cristallo, sino a diventare vittima delle proprie narrazioni; per questo condannata alle estreme conseguenze dei loro atti. Ma è una narrazione che guarda terribilmente lontano. Osservate cosa intende riservare al futuro dell’Ucraina e confrontatelo con il saggio dell’ex ministro ucraino pubblicato su Foreign Affairs e tradotto sul nostro sito tre giorni fa. Buona lettura, Giuseppe Germinario

Discorso del segretario Blinken: “Il fallimento strategico della Russia e il futuro sicuro dell’Ucraina”.

DISCORSO

ANTONY J. BLINKEN, SEGRETARIO DI STATO

MUNICIPIO DI HELSINKI

HELSINKI, FINLANDIA

2 GIUGNO 2023

SINDACO VARTIAINEN:   Eccellenze, signore e signori, cari amici, è con grande piacere che vi do un caloroso benvenuto nella bellissima capitale della Finlandia, Helsinki, e nel municipio di Helsinki. Helsinki ha un grande onore di ospitare oggi questo evento speciale. Siamo onorati e molto grati di avere qui a Helsinki il Segretario di Stato americano Antony J. Blinken.

Helsinki è una città in cui converge l’armoniosa miscela di storia, innovazione, libertà e diplomazia. La nostra capitale è ed è stata un’arena per numerosi incontri ed eventi politici di alto livello, e siamo orgogliosi di fornire la piattaforma per questo momento storico, ora per la prima volta come l’orgogliosa capitale di un nuovo alleato della NATO.

Ora è con grande piacere che vi presento il co-organizzatore dell’evento, il dottor Mika Aaltola, direttore dell’Istituto finlandese per gli affari internazionali. Grazie. (Applausi.)

MR AALTOLA:   Eccellenze, signore e signori, questa è una giornata veramente storica. È la prima volta che un Segretario di Stato degli Stati Uniti si trova sul solido terreno granitico della NATO Finlandia. La visita del segretario Blinken rappresenta una nuova era nelle relazioni finlandesi-statunitensi che hanno legami storici di lunga data. Mai prima d’ora le relazioni tra i nostri due paesi sono state così strette.

Oltre ad essere ora alleati della NATO, la Finlandia e gli Stati Uniti stanno lavorando insieme per rafforzare la nostra cooperazione bilaterale in materia di difesa. Inoltre, la cooperazione economica è aumentata in modo significativo poiché lo scorso anno gli Stati Uniti sono diventati il ​​partner commerciale numero uno della Finlandia.

Anche se fisicamente separati da un oceano, i nostri paesi sono legati da legami che superano le distanze. Affrontiamo sfide di sicurezza comuni, ma, cosa ancora più importante, condividiamo la fede nella democrazia, nei nostri valori comuni e interessi condivisi.

Questi valori sono messi in discussione dalla brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Con il livello di sostegno economico e militare offerto all’Ucraina, gli Stati Uniti rimangono la forza indispensabile in Europa. Gli Stati Uniti erano già svegli quando la maggior parte dell’Europa dormiva ancora, relativamente indisturbata dai giochi politici di potere della Russia. La leadership statunitense è quanto mai necessaria. 

Questa leadership aiuta a tenere le porte aperte e i nemici a bada, ma non ci sarebbe leadership senza una partnership. Questa partnership è qualcosa che la Finlandia ha offerto agli Stati Uniti. La Finlandia è un valido alleato e un fornitore di sicurezza. Ci assumiamo le nostre responsabilità nella nostra regione e oltre, e ci impegniamo a sostenere l’Ucraina e a difendere noi stessi e   i valori che rappresentiamo. Questo impegno è condiviso dalla leadership finlandese ma, cosa ancora più importante, dal popolo finlandese.

La Finlandia si è classificata come il paese meno corrotto, più egualitario, uno dei paesi più istruiti e più democratici del mondo. È anche il paese più stabile del mondo. In questi tempi instabili, questa stabilità ha un valore proprio. Sorprendentemente per molti finlandesi, la Finlandia è anche il paese più felice del mondo. Mettiamo in discussione questo risultato ogni anno, ma ci viene segnalato che è così. È un dato di fatto, quindi quanto devono essere infelici gli altri se noi siamo i più felici. (Risata.)

Ma ora sono davvero felice di poter dare il benvenuto sul palco al Segretario di Stato degli Stati Uniti, il signor Antony Blinken. (Applausi.)

SEGRETARIO BLINKEN:   Grazie. Grazie mille. E sì, oggi provo un senso di felicità maggiore di quanto non provassi da molto tempo. (Risata.)

Sindaco Vartiainen, grazie per averci ospitato qui a Helsinki e in questo municipio assolutamente magnifico.

E Mika, i miei ringraziamenti a te, e anche a tutta la tua squadra – tutti i ricercatori dell’Istituto finlandese per gli affari internazionali, per aver approfondito la borsa di studio sulla diplomazia e anche per aver arricchito il dibattito pubblico.

Sono anche lieto che il mio amico e partner, Pekka Haavisto, sia qui con noi oggi. Abbiamo lavorato a stretto contatto insieme in questo ultimo anno davvero storico e sono grato per la vostra presenza.

A tutti gli illustri ospiti, due mesi fa, sono stato con i nostri alleati a Bruxelles mentre la bandiera della Finlandia è stata issata per la prima volta sul quartier generale della NATO. Il presidente Niinistö ha dichiarato, e cito: “L’era del non allineamento militare in Finlandia è giunta al termine. Inizia una nuova era”.

È stato un cambiamento epocale che sarebbe stato impensabile poco più di un anno prima. Prima dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, un finlandese su quattro sosteneva l’adesione del paese alla NATO. Dopo l’invasione su vasta scala, tre finlandesi su quattro hanno sostenuto l’adesione.

Non è stato difficile per i finlandesi immaginarsi nei panni degli ucraini. Ci erano entrati nel novembre del 1939, quando l’Unione Sovietica aveva invaso la Finlandia.

Come la cosiddetta “operazione speciale” del presidente Putin contro l’Ucraina, la cosiddetta “operazione di liberazione” dell’URSS ha falsamente accusato la Finlandia di aver provocato l’invasione.

Come i russi con Kiev, i sovietici erano fiduciosi di saccheggiare Helsinki in poche settimane, così fiduciosi che Dmitri Shostakovich compose la musica per la parata della vittoria, prima ancora che iniziasse la Guerra d’Inverno.

Come Putin in Ucraina, quando Stalin non è riuscito a superare la feroce e determinata resistenza dei finlandesi, è passato a una strategia del terrore, incenerendo interi villaggi e bombardando dal cielo così tanti ospedali che i finlandesi hanno iniziato a coprire le insegne della Croce Rossa sui tetti.

Come i milioni di rifugiati ucraini di oggi, centinaia di migliaia di finlandesi furono cacciati dalle loro case dall’invasione sovietica. Tra loro c’erano due bambini, Pirkko e Henri, le cui famiglie hanno evacuato le loro case in Carelia: la madre e il padre del nostro ospite, il sindaco della città.

Per molti finlandesi, i parallelismi tra il 1939 e il 2022 sono stati sorprendenti. Erano viscerali. E non avevano torto.

I finlandesi hanno capito che se la Russia avesse violato i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite – sovranità, integrità territoriale, indipendenza – se lo avesse fatto in Ucraina, avrebbe messo in pericolo anche la loro stessa pace e sicurezza.

Lo abbiamo capito anche noi. Ecco perché, nel corso del 2021, mentre la Russia aumentava le sue minacce contro Kiev e accumulava sempre più truppe, carri armati e aerei ai confini dell’Ucraina, abbiamo fatto ogni sforzo per convincere Mosca a ridurre la sua crisi fabbricata e risolvere i suoi problemi attraverso la diplomazia.

Il presidente Biden ha detto al presidente Putin che eravamo pronti a discutere le nostre reciproche preoccupazioni di sicurezza – un messaggio che ho ribadito più volte – anche di persona, con il ministro degli Esteri Lavrov. Abbiamo offerto proposte scritte per ridurre le tensioni. Insieme ai nostri alleati e partner, abbiamo utilizzato ogni forum per cercare di prevenire la guerra, dal Consiglio NATO-Russia all’OSCE, dall’ONU ai nostri canali diretti.

Attraverso questi impegni, abbiamo tracciato due possibili percorsi per Mosca: un percorso di diplomazia, che potrebbe portare a una maggiore sicurezza per l’Ucraina, per la Russia, per tutta l’Europa; o un percorso di aggressione, che comporterebbe gravi conseguenze per il governo russo.

Il presidente Biden ha chiarito che indipendentemente dal percorso scelto dal presidente Putin, saremmo stati pronti. E se la Russia scegliesse la guerra, faremmo tre cose: sostenere l’Ucraina, imporre costi elevati alla Russia e rafforzare la NATO, radunando i nostri alleati e partner intorno a questi obiettivi.

Mentre le nuvole temporalesche si addensavano, abbiamo aumentato l’assistenza militare, economica e umanitaria all’Ucraina. Prima nell’agosto 2021, e di nuovo a dicembre, abbiamo inviato attrezzature militari per rafforzare le difese dell’Ucraina, inclusi Javelins e Stingers. E abbiamo schierato un team del Cyber ​​Command degli Stati Uniti per aiutare l’Ucraina a rafforzare la sua rete elettrica e altre infrastrutture critiche contro gli attacchi informatici.

Abbiamo preparato una serie senza precedenti di sanzioni, controlli sulle esportazioni e altri costi economici per imporre gravi e immediate conseguenze alla Russia in caso di invasione su vasta scala.

Abbiamo adottato misure per non lasciare dubbi sul fatto che noi e i nostri alleati avremmo mantenuto il nostro impegno a difendere ogni centimetro del territorio della NATO.

E abbiamo lavorato incessantemente per radunare alleati e partner per aiutare l’Ucraina a difendersi e negare a Putin i suoi obiettivi strategici.

Sin dal primo giorno della sua amministrazione, il presidente Biden si è concentrato sulla ricostruzione e sul rilancio delle alleanze e dei partenariati americani, sapendo che siamo più forti quando lavoriamo a fianco di coloro che condividono i nostri interessi e i nostri valori.

Nel periodo precedente all’invasione della Russia, abbiamo dimostrato il potere di questi partenariati, coordinando la nostra pianificazione e strategia per una potenziale invasione con la NATO, con l’UE, con il G7 e altri alleati e partner di tutto il mondo.

Durante quelle fatidiche settimane di gennaio e febbraio del 2022, è diventato chiaro che nessuno sforzo diplomatico avrebbe fatto cambiare idea al presidente Putin. Avrebbe scelto la guerra.

E così, il 17 febbraio 2022, sono andato davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per avvertire il mondo che l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia era imminente.

Ho esposto i passi che la Russia avrebbe intrapreso: prima fabbricando un pretesto, e poi usando missili, carri armati, truppe, attacchi informatici per colpire obiettivi pre- identificati, tra cui Kiev, con l’obiettivo di rovesciare il governo democraticamente eletto dell’Ucraina e cancellare l’Ucraina dal mappa come un paese indipendente.

Speravamo – speravamo – di essere smentiti.

Sfortunatamente, avevamo ragione. Una settimana dopo il mio avvertimento al Consiglio di sicurezza, il presidente Putin ha invaso. Gli ucraini di ogni estrazione sociale – soldati e cittadini, uomini e donne, giovani e meno giovani – hanno difeso coraggiosamente la loro nazione.

E gli Stati Uniti si sono mossi rapidamente, con decisione e all’unisono con alleati e partner per fare esattamente quello che avevamo detto che avremmo fatto: sostenere l’Ucraina, imporre costi alla Russia, rafforzare la NATO – tutto questo con i nostri alleati e partner.

E con il nostro sostegno collettivo, l’Ucraina ha fatto quello che aveva promesso: ha difeso il suo territorio, la sua indipendenza, la sua democrazia.

Oggi, quello che voglio fare è illustrare questo e molti altri modi in cui la guerra di aggressione di Putin contro l’Ucraina è stata un fallimento strategico, riducendo notevolmente il potere della Russia, i suoi interessi e la sua influenza negli anni a venire. E condividerò anche la nostra visione del cammino verso una pace giusta e duratura.

Quando si guardano gli scopi e gli obiettivi strategici a lungo termine del presidente Putin, non c’è dubbio: la Russia oggi sta molto peggio di quanto non fosse prima della sua invasione su vasta scala dell’Ucraina – militarmente, economicamente, geopoliticamente.

Dove Putin mirava a proiettare forza, ha rivelato debolezza. Dove ha cercato di dividere, è unito. Quello che ha cercato di impedire, è precipitato. Questo risultato non è casuale. È il risultato diretto del coraggio e della solidarietà del popolo ucraino e dell’azione deliberata, decisa e rapida che noi e i nostri partner abbiamo intrapreso per sostenere l’Ucraina.

In primo luogo, per anni il presidente Putin ha cercato di indebolire e dividere la NATO, con la falsa affermazione che rappresentava una minaccia per la Russia. Infatti, prima che la Russia invadesse la Crimea e l’Ucraina orientale nel 2014, l’atteggiamento della NATO rifletteva la convinzione condivisa che un conflitto in Europa fosse improbabile. Gli Stati Uniti avevano ridotto significativamente le proprie forze in Europa dalla fine della Guerra Fredda, da 315.000 nel 1989 a 61.000 alla fine del 2013. La spesa per la difesa di molti paesi europei era in calo da anni. La dottrina strategica della NATO all’epoca definiva la Russia un partner.

Dopo l’invasione russa della Crimea e del Donbas nel 2014, la marea ha cominciato a cambiare. Gli alleati si sono impegnati a spendere il due per cento del PIL per la difesa e hanno dispiegato nuove forze sul fianco orientale della NATO in risposta all’aggressione della Russia. L’Alleanza ha accelerato la sua trasformazione dopo l’invasione su vasta scala della Russia – non per rappresentare una minaccia o perché la NATO cerca il conflitto. La NATO è sempre stata – e sempre sarà – un’alleanza difensiva. Ma l’aggressione, le minacce e le armi nucleari della Russia ci hanno costretto a rafforzare la nostra deterrenza e difesa.

Ore dopo l’invasione su vasta scala, abbiamo attivato la Forza di risposta difensiva della NATO. Nelle settimane che sono seguite, diversi alleati – tra cui Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Spagna, Francia – hanno inviato rapidamente truppe, aerei e navi per rafforzare il fianco orientale della NATO. Abbiamo raddoppiato il numero di navi che pattugliano il Mare del Nord e il Mar Baltico e raddoppiato il numero di gruppi tattici nella regione. Gli Stati Uniti hanno stabilito la loro prima presenza militare permanente in Polonia. E, naturalmente, la NATO ha aggiunto la Finlandia come suo 31° alleato, e presto aggiungeremo la Svezia come 32°.

Mentre ci dirigiamo verso il vertice della NATO a Vilnius, il nostro messaggio condiviso sarà chiaro: gli alleati della NATO sono impegnati a rafforzare la deterrenza e la difesa, a una spesa per la difesa maggiore e più intelligente, a legami più profondi con i partner indo-pacifici. La porta della NATO rimane aperta a nuovi membri e rimarrà aperta.

L’invasione della Russia ha anche portato l’Unione Europea a fare di più – e di più insieme agli Stati Uniti e alla NATO – che mai. L’UE e i suoi Stati membri hanno fornito all’Ucraina oltre 75 miliardi di dollari di sostegno militare, economico e umanitario. Ciò include 18 miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza, dai sistemi di difesa aerea ai carri armati Leopard alle munizioni. In stretto coordinamento con gli Stati Uniti, il Regno Unito e altri partner, l’UE ha lanciato le sanzioni più ambiziose di sempre, immobilizzando oltre la metà dei beni sovrani della Russia. E le nazioni europee hanno accolto più di 8 milioni di rifugiati ucraini, la maggior parte dei quali non solo ha avuto accesso ai servizi pubblici, ma anche il diritto al lavoro, allo studio.

In secondo luogo, per decenni Mosca ha lavorato per accrescere la dipendenza dell’Europa dal petrolio e dal gas russi. Dopo l’invasione su vasta scala del presidente Putin, l’Europa ha compiuto un rapido e deciso allontanamento dall’energia russa. Berlino ha subito cancellato il Nord Stream 2, che avrebbe raddoppiato il flusso di gas russo verso la Germania.

Prima dell’invasione di Putin, i paesi europei importavano il 37% del loro gas naturale dalla Russia. L’Europa lo ha tagliato di oltre la metà in meno di un anno. Nel 2022, i paesi dell’UE hanno generato un quinto record della loro elettricità attraverso l’eolico e il solare, più elettricità di quella generata dall’UE attraverso carbone, gas o qualsiasi altra fonte di energia. Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno più che raddoppiato la propria fornitura di gas all’Europa, e anche i nostri alleati asiatici – Giappone, Repubblica di Corea – si sono attivati per aumentare l’offerta europea.

Nel frattempo, il tetto massimo del prezzo del petrolio che noi e i nostri partner del G7 abbiamo messo in atto ha mantenuto l’energia della Russia nel mercato globale, riducendo drasticamente le entrate russe. A un anno dalla sua invasione, le entrate petrolifere della Russia erano diminuite del 43%. Le entrate fiscali del governo russo da petrolio e gas sono diminuite di quasi due terzi. E Mosca non riavrà i mercati che ha perso in Europa.

In terzo luogo, il presidente Putin ha trascorso due decenni cercando di trasformare l’esercito russo in una forza moderna, con armi all’avanguardia, un comando semplificato e soldati ben addestrati e ben equipaggiati. Il Cremlino ha spesso affermato di avere il secondo esercito più forte del mondo, e molti ci credevano. Oggi, molti vedono l’esercito russo come il secondo più forte in Ucraina. Il suo equipaggiamento, la tecnologia, la leadership, le truppe, la strategia, le tattiche e il morale, un caso studio di fallimento, anche se Mosca infligge danni devastanti, indiscriminati e gratuiti all’Ucraina e agli ucraini.

Si stima che la Russia abbia subito più di 100.000 vittime solo negli ultimi sei mesi, mentre Putin invia ondate dopo ondate di russi in un tritacarne di sua creazione.

Nel frattempo, le sanzioni e i controlli sulle esportazioni imposti dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e da altri partner in tutto il mondo hanno gravemente degradato la macchina da guerra russa e le esportazioni di difesa, ritardandole per gli anni a venire. I partner e i clienti della difesa globale della Russia non possono più contare sugli ordini promessi, figuriamoci sui pezzi di ricambio. E mentre assistono alle scarse prestazioni della Russia sul campo di battaglia, stanno portando sempre più i loro affari altrove.

In quarto luogo, il presidente Putin voleva costruire la Russia come potenza economica globale. La sua invasione ha cementato il suo fallimento di lunga data nel diversificare l’economia russa, nel rafforzare il suo capitale umano e nell’integrare completamente il paese nell’economia globale. Oggi, l’economia russa è l’ombra di ciò che era, e una frazione di ciò che sarebbe potuta diventare se Putin avesse investito in tecnologia e innovazione piuttosto che in armi e guerra.

Le riserve estere della Russia sono diminuite di oltre la metà, così come i profitti delle sue imprese statali. Più di 1.700 compagnie straniere hanno ridotto, sospeso o terminato le operazioni in Russia dall’inizio dell’invasione. Sono decine di migliaia di posti di lavoro persi, un’enorme fuga di competenze straniere e miliardi di dollari di mancati introiti per il Cremlino.

Un milione di persone sono fuggite dalla Russia, tra cui molti dei migliori specialisti informatici, imprenditori, ingegneri, medici, professori, giornalisti, scienziati del paese. Anche innumerevoli artisti, scrittori, cineasti, musicisti se ne sono andati, senza vedere un futuro per loro stessi in un paese dove non possono esprimersi liberamente.

In quinto luogo, il presidente Putin ha investito notevoli sforzi per dimostrare che la Russia potrebbe essere un prezioso partner per la Cina. Alla vigilia dell’invasione, Pechino e Mosca hanno dichiarato una partnership “senza limiti”. Diciotto mesi dopo l’invasione, quella partnership a doppio senso sembra sempre più unilaterale. L’aggressione di Putin e l’uso come arma delle dipendenze strategiche dalla Russia sono servite da campanello d’allarme per i governi di tutto il mondo affinché compiano sforzi per ridurre il rischio. E insieme, gli Stati Uniti e i nostri partner stanno adottando misure per ridurre tali vulnerabilità, dalla costruzione di catene di approvvigionamento critiche più resilienti al rafforzamento dei nostri strumenti condivisi per contrastare la coercizione economica.

Quindi, l’aggressione della Russia non ci ha distratto dall’affrontare le sfide nell’Indo-Pacifico. In realtà ha affinato la nostra attenzione su di loro. E il nostro sostegno all’Ucraina non ha indebolito le nostre capacità di far fronte a potenziali minacce provenienti dalla Cina o da qualsiasi altro luogo, ma le ha rafforzate. E crediamo che Pechino stia prendendo atto del fatto che, lungi dall’essere intimidita da una violenta violazione della Carta delle Nazioni Unite, il mondo si è mobilitato per difenderla.

In sesto luogo, prima della guerra, il presidente Putin usava regolarmente l’influenza della Russia nelle organizzazioni internazionali per tentare di indebolire la Carta delle Nazioni Unite. Oggi la Russia è più isolata che mai sulla scena mondiale. Almeno 140 nazioni – due terzi degli Stati membri delle Nazioni Unite – hanno ripetutamente votato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per affermare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, per respingere i tentativi di Putin di annettere illegalmente il territorio ucraino, per condannare l’aggressione e le atrocità della Russia e per chiamare per una pace coerente con i principi della Carta delle Nazioni Unite. I governi dell’ovest e dell’est, del nord e del sud hanno votato per sospendere la Russia da numerose istituzioni, dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite all’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale.

Ogni rimprovero e sconfitta per Mosca non è solo un voto contro l’aggressione della Russia, è un voto per i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite. E paesi di ogni parte del mondo stanno sostenendo gli sforzi per ritenere la Russia responsabile dei suoi crimini di guerra e crimini contro l’umanità, dalla creazione di una commissione speciale delle Nazioni Unite per documentare i crimini e le violazioni dei diritti umani commessi nella guerra della Russia all’assistenza alle indagini dei pubblici ministeri in Ucraina e presso la Corte Penale Internazionale.

Settimo, il presidente Putin, per anni, ha cercato di dividere l’Occidente dal resto, sostenendo che la Russia stava promuovendo i migliori interessi del mondo in via di sviluppo.    Oggi, grazie alla dichiarazione aperta delle sue ambizioni imperiali e all’armamento di cibo e carburante, il presidente Putin ha diminuito l’influenza russa su tutti i continenti. Gli sforzi di Putin per ricostituire un impero secolare hanno ricordato a ogni nazione che aveva sopportato il dominio coloniale e la repressione il proprio dolore. Quindi, ha esacerbato le difficoltà economiche che molte nazioni stavano già attraversando a causa del COVID e del cambiamento climatico, tagliando il grano ucraino dai mercati mondiali, facendo aumentare il costo del cibo e del carburante ovunque.

Al contrario, in una sfida globale dopo l’altra, gli Stati Uniti e i nostri partner hanno dimostrato che la nostra attenzione all’Ucraina non ci distrarrà dal lavorare per migliorare la vita delle persone in tutto il mondo e affrontare i costi a cascata dell’aggressione russa.

Il nostro aiuto alimentare di emergenza senza precedenti ha impedito a milioni di persone di morire di fame. Solo lo scorso anno, gli Stati Uniti hanno fornito 13,5 miliardi di dollari in assistenza alimentare. E gli Stati Uniti stanno attualmente finanziando più della metà del budget del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. La Russia finanzia meno dell’uno per cento.

Abbiamo sostenuto un accordo negoziato dal Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres e dalla Turchia per spezzare la stretta mortale della Russia sul grano ucraino, consentendo a 29 milioni di tonnellate di cibo di uscire dall’Ucraina e raggiungere persone in tutto il mondo. Ciò include 8 milioni di tonnellate di grano, che è l’equivalente di circa 16 miliardi di pagnotte.

Insieme ad alleati e partner, stiamo mobilitando centinaia di miliardi di dollari in finanziamenti per infrastrutture di alta qualità nei paesi in cui sono maggiormente necessarie e costruendole in modo trasparente e favorevole all’ambiente; responsabilizza i lavoratori e le comunità locali.

Stiamo rafforzando la sicurezza sanitaria globale, dalla formazione di mezzo milione di operatori sanitari nel nostro emisfero, nelle Americhe, all’aiutare l’azienda farmaceutica Moderna a finalizzare i piani con il Kenya per costruire il suo primo impianto di produzione di vaccini a mRNA in Africa.

Di volta in volta, stiamo dimostrando chi alimenta i problemi globali e chi li risolve.

Infine, l’obiettivo principale del presidente Putin – anzi, la sua ossessione – è stato quello di cancellare l’idea stessa di Ucraina – la sua identità, la sua gente, la sua cultura, la sua agenzia, il suo territorio. Ma anche qui le azioni di Putin hanno provocato l’effetto opposto. Nessuno ha fatto di più per rafforzare l’identità nazionale dell’Ucraina dell’uomo che ha cercato di cancellarla. Nessuno ha fatto di più per approfondire l’unità e la solidarietà degli ucraini. Nessuno ha fatto di più per intensificare la determinazione degli ucraini a scrivere il proprio futuro alle proprie condizioni.

L’Ucraina non sarà mai la Russia. L’Ucraina è sovrana, indipendente, saldamente in controllo del proprio destino. In questo – l’obiettivo primario di Putin – ha fallito in modo clamoroso.

Il presidente Putin afferma costantemente che gli Stati Uniti, l’Europa e i paesi che sostengono l’Ucraina sono decisi a sconfiggere o distruggere la Russia, a rovesciare il suo governo, a trattenere il suo popolo. Questo è falso. Non cerchiamo il rovesciamento del governo russo e non l’abbiamo mai fatto. Il futuro della Russia spetta ai russi deciderlo.

Non abbiamo nulla contro il popolo russo, che non ha avuto voce in capitolo nell’iniziare questa tragica guerra. Ci lamentiamo del fatto che Putin stia mandando a morte decine di migliaia di russi in una guerra che potrebbe finire ora, se lo desiderasse, e che sta infliggendo un impatto rovinoso sull’economia russa e sulle sue prospettive. In effetti, ci si deve chiedere: in che modo la guerra di Putin ha migliorato la vita, i mezzi di sussistenza o le prospettive dei comuni cittadini russi?

Tutto ciò che noi e i nostri alleati e partner facciamo in risposta all’invasione di Putin ha lo stesso scopo: aiutare l’Ucraina a difendere la sua sovranità, la sua integrità territoriale e indipendenza e difendere le regole e i principi internazionali che sono minacciati dalla guerra in corso di Putin.

Lasciatemelo dire direttamente al popolo russo: gli Stati Uniti non sono vostri nemici. Alla fine pacifica della Guerra Fredda, abbiamo condiviso la speranza che la Russia emergesse verso un futuro più luminoso, libera e aperta, pienamente integrata con il mondo. Per più di 30 anni, abbiamo lavorato per perseguire relazioni stabili e di cooperazione con Mosca, perché credevamo che una Russia pacifica, sicura e prospera fosse nell’interesse dell’America – anzi, nell’interesse del mondo. Lo crediamo ancora oggi.

Non possiamo scegliere il tuo futuro per te e non cercheremo di farlo. Ma non permetteremo nemmeno al presidente Putin di imporre la sua volontà ad altre nazioni. Mosca deve trattare l’indipendenza, la sovranità, l’integrità territoriale dei suoi vicini con lo stesso rispetto che esige per la Russia.

Ora, come ho chiarito, praticamente sotto ogni punto di vista, l’invasione dell’Ucraina da parte del presidente Putin è stata un fallimento strategico. Eppure, mentre Putin non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi, non ha rinunciato a questi. È convinto di poter semplicemente sopravvivere all’Ucraina e ai suoi sostenitori, mandando a morte sempre più russi, infliggendo sempre più sofferenze ai civili ucraini. Pensa che anche se perde il gioco a breve, può comunque vincere il gioco lungo. Putin ha torto anche su questo.

Gli Stati Uniti – insieme ai nostri alleati e partner – sono fermamente impegnati a sostenere la difesa dell’Ucraina oggi, domani, per tutto il tempo necessario. E in America, questo sostegno è bipartisan. E proprio perché non ci facciamo illusioni sulle aspirazioni di Putin, crediamo che il prerequisito per una diplomazia significativa e una pace reale sia un’Ucraina più forte, capace di scoraggiare e difendersi da ogni futura aggressione.

Abbiamo radunato una squadra formidabile attorno a questo sforzo. Con la guida del Segretario alla Difesa Austin, più di 50 paesi stanno collaborando attraverso il Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina. E stiamo guidando con la forza del nostro esempio, fornendo decine di miliardi di dollari in assistenza per la sicurezza all’Ucraina con un sostegno forte e incrollabile da entrambi i lati delle ali nel nostro Congresso.

Oggi, l’America e i nostri alleati e partner stanno aiutando a soddisfare le esigenze dell’Ucraina sull’attuale campo di battaglia, sviluppando al tempo stesso una forza che può scoraggiare e difendersi dall’aggressione per gli anni a venire. Ciò significa aiutare a costruire un esercito ucraino del futuro, con finanziamenti a lungo termine, una forte forza aerea incentrata su moderni aerei da combattimento, una rete integrata di difesa aerea e missilistica, carri armati avanzati e veicoli corazzati, capacità nazionale di produrre munizioni e l’addestramento e supporto per mantenere le forze e le attrezzature pronte al combattimento.

Ciò significa anche che l’adesione dell’Ucraina alla NATO sarà una questione che spetta agli alleati e all’Ucraina – non alla Russia – decidere. Il percorso verso la pace sarà forgiato non solo attraverso la forza militare a lungo termine dell’Ucraina, ma anche la forza della sua economia e della sua democrazia. Questo è al centro della nostra visione per il futuro: l’Ucraina non deve solo sopravvivere, deve prosperare. Per essere abbastanza forte da scoraggiare e difendersi dagli aggressori oltre i suoi confini, l’Ucraina ha bisogno di una democrazia vibrante e prospera all’interno dei suoi confini.

È la strada per la quale ha votato il popolo ucraino quando ha conquistato l’indipendenza nel 1991. È la scelta che ha difeso al Maidan nel 2004, e ancora nel 2013: una società libera e aperta, rispettosa dei diritti umani e dello stato di diritto, pienamente integrato con l’Europa, dove tutti gli ucraini hanno dignità e l’opportunità di realizzare il loro pieno potenziale – e dove il governo risponde ai bisogni della sua gente, non a quelli degli interessi acquisiti e delle élite.

Ci impegniamo a lavorare con alleati e partner per aiutare gli ucraini a trasformare la loro visione in realtà. Non solo aiuteremo l’Ucraina a ricostruire la sua economia, ma a reinventarla, con nuove industrie, rotte commerciali, catene di approvvigionamento connesse con l’Europa e con i mercati di tutto il mondo. Continueremo a sostenere gli organismi anticorruzione indipendenti dell’Ucraina, una stampa libera e vibrante, le organizzazioni della società civile. Aiuteremo l’Ucraina a rinnovare la sua rete energetica – più della metà della quale è stata distrutta dalla Russia – e lo faremo in un modo più pulito, più resiliente e più integrato con i suoi vicini, in modo che l’Ucraina possa un giorno diventare un esportatore di energia .

La maggiore integrazione dell’Ucraina con l’Europa è vitale per tutti questi sforzi. Kiev ha compiuto un passo da gigante in questa direzione lo scorso giugno, quando l’Unione ha formalmente concesso all’Ucraina lo status di candidato all’UE. E Kiev sta lavorando per compiere progressi verso i parametri di riferimento dell’UE anche se lotta per la sua sopravvivenza.

Investire nella forza dell’Ucraina non va a scapito della diplomazia. Apre la strada alla diplomazia. Il presidente Zelenskyy ha ripetutamente affermato che la diplomazia è l’unico modo per porre fine a questa guerra, e noi siamo d’accordo. A dicembre ha presentato una visione per una pace giusta e duratura. Invece di impegnarsi in quella proposta o addirittura di offrirne una sua, il presidente Putin ha detto che non c’è nulla di cui parlare fino a quando l’Ucraina non accetterà, e cito, le “nuove realtà territoriali” – in altre parole, accetterà il sequestro da parte della Russia del 20% del patrimonio territoriale ucraino. Putin ha trascorso l’inverno cercando di assiderare i civili ucraini, e poi la primavera cercando di bombardarli a morte. Giorno dopo giorno, la Russia fa piovere missili e droni su condomini, scuole, ospedali ucraini.

Ora, da lontano, è facile diventare insensibili a queste e ad altre atrocità russe, come l’attacco dei droni la scorsa settimana contro una clinica medica a Dnipro, che ha ucciso quattro persone, compresi i medici; o i 17 attacchi a Kiev nel solo mese di maggio, molti dei quali con missili ipersonici; o l’attacco missilistico di aprile alla città di Uman – a centinaia di chilometri dalla linea del fronte – in cui sono rimasti uccisi 23 civili. L’attacco missilistico ha colpito diversi condomini a Uman prima dell’alba. In uno di quegli edifici, un padre, Dmytro, corse nella stanza dove dormivano i suoi figli: Kyrylo, 17 anni; Sophia, 11 anni. Ma quando ha aperto la porta della loro camera da letto, non c’era spazio, solo fuoco e fumo. I suoi figli se n’erano andati. Altre due vite innocenti estinte. Due dei sei bambini uccisi dalla Russia in un solo colpo. Due delle migliaia di bambini ucraini uccisi dalla guerra di aggressione russa. Altre migliaia sono state ferite e altre migliaia sono state rapite dalle loro famiglie dalla Russia e date a famiglie russe. Milioni di persone sono state sfollate. Tutti fanno parte di una generazione di bambini ucraini terrorizzati, traumatizzati, segnati dalla guerra di aggressione di Putin; ci ricordano perché gli ucraini sono così ferocemente impegnati a difendere la loro nazione e perché meritano – meritano – una pace giusta e duratura.

Ora, alcuni hanno sostenuto che se gli Stati Uniti volessero davvero la pace, smetterebbero di sostenere l’Ucraina, e quindi se l’Ucraina volesse davvero porre fine alla guerra, taglierebbe semplicemente le sue perdite rinunciando al quinto del suo territorio che la Russia occupa illegalmente. . Giochiamo per un minuto. Quali vicini della Russia si sentirebbero sicuri della propria sovranità e integrità territoriale se l’aggressione di Putin dovesse essere ricompensata con un quinto del territorio dell’Ucraina?

E del resto, come si sentirebbe al sicuro all’interno dei propri confini un paese che vive vicino a un bullo, con una storia di minacce e aggressioni? Quale lezione impareranno altri aspiranti aggressori in tutto il mondo se a Putin sarà permesso di violare impunemente un principio fondamentale della Carta delle Nazioni Unite? E quante volte nella storia gli aggressori che si impadroniscono di tutto o parte di un paese vicino si sono accontentati e si sono fermati lì? Quando mai questo ha soddisfatto Vladimir Putin?

Gli Stati Uniti hanno lavorato con l’Ucraina – e con alleati e partner in tutto il mondo – per creare consenso sugli elementi fondamentali di una pace giusta e duratura. Per essere chiari, gli Stati Uniti accolgono con favore qualsiasi iniziativa che aiuti a portare il presidente Putin al tavolo per impegnarsi in una diplomazia significativa. Sosterremo gli sforzi – siano essi del Brasile, della Cina o di qualsiasi altra nazione – se aiutano a trovare una via per una pace giusta e duratura, coerente con i principi della Carta delle Nazioni Unite.

Ecco cosa significa.

Una pace giusta e duratura deve sostenere la Carta delle Nazioni Unite e affermare i principi di sovranità, integrità territoriale e indipendenza.

Una pace giusta e duratura richiede la piena partecipazione e il consenso dell’Ucraina – niente sull’Ucraina senza l’Ucraina.

Una pace giusta e duratura deve sostenere la ricostruzione e la ripresa dell’Ucraina, con la Russia che paga la sua parte.

Una pace giusta e duratura deve affrontare sia la responsabilità che la riconciliazione.

Una pace giusta e duratura può aprire la strada a rilievi sanzionatori connessi ad azioni concrete, in particolare il ritiro militare. Una pace giusta e duratura deve porre fine alla guerra di aggressione della Russia.

Ora, nelle prossime settimane e mesi, alcuni paesi chiederanno un cessate il fuoco. E in superficie, sembra sensato, persino attraente. Dopotutto, chi non vuole che le parti in guerra depongano le armi? Chi non vorrebbe che le uccisioni finissero?

Ma un cessate il fuoco che semplicemente congela le attuali linee in atto e consente a Putin di consolidare il controllo sul territorio che ha conquistato, e poi riposare, riarmarsi e riattaccare – questa non è una pace giusta e duratura. È una pace Potëmkin. Legittimerebbe l’accaparramento della terra da parte della Russia. Ricompenserebbe l’aggressore e punirebbe la vittima.

Se e quando la Russia sarà pronta a lavorare per una vera pace, gli Stati Uniti risponderanno di concerto con l’Ucraina e altri alleati e partner in tutto il mondo. E insieme all’Ucraina, agli alleati e ai partner, saremmo pronti ad avere una discussione più ampia sulla sicurezza europea che promuova la stabilità e la trasparenza e riduca la probabilità di futuri conflitti.

Nelle settimane e nei mesi a venire, gli Stati Uniti continueranno a lavorare con l’Ucraina, con i nostri alleati e partner e con tutte le parti impegnate a sostenere una pace giusta e duratura basata su questi principi.

Il 4 aprile 1949, 74 anni prima che la Finlandia entrasse a far parte della NATO, i membri originari dell’Alleanza si riunirono a Washington per firmare il suo trattato istitutivo. Il presidente Truman ha avvertito il gruppo, e cito: “Non possiamo avere successo se il nostro popolo è ossessionato dalla costante paura dell’aggressione e gravato dal costo di preparare le proprie nazioni individualmente contro l’attacco. [Speriamo] di creare uno scudo contro l’aggressione e la paura dell’aggressione – un baluardo che ci permetterà di andare avanti con il vero business di . . . raggiungere una vita più piena e più felice per tutti i nostri cittadini”.

Lo stesso è vero oggi. Nessuna nazione – né l’Ucraina, né gli Stati Uniti, né la Finlandia, né la Svezia, nessun altro paese può salvaguardare il proprio popolo se vive nella costante paura dell’aggressione. Ecco perché abbiamo tutti interesse a garantire che la guerra di aggressione del presidente Putin contro l’Ucraina continui a essere un fallimento strategico.

Nel suo discorso di Capodanno al popolo finlandese, il presidente Niinistö ha identificato uno dei difetti fondamentali del piano del presidente Putin per conquistare rapidamente l’Ucraina, un difetto che ha anche condannato il piano di Stalin per conquistare rapidamente la Finlandia. Come ha affermato il presidente Niinistö, e cito: “Come leader di un paese sotto un regime autoritario, Stalin e Putin non sono riusciti a riconoscere . . . che le persone che vivono in un paese libero hanno la propria volontà e le proprie convinzioni. E che una nazione che lavora insieme costituisce una forza immensa”.

I finlandesi hanno una parola per quella feroce combinazione di volontà e determinazione:  sisu . E oggi riconoscono  il sisu  nella lotta degli ucraini. E quando un popolo libero come gli ucraini ha alle spalle il sostegno di nazioni libere in tutto il mondo – nazioni che riconoscono il proprio destino e la propria libertà – i loro diritti e la loro sicurezza sono inestricabilmente legati insieme, la forza che possiedono non è semplicemente immensa. È inarrestabile.

Grazie mille. (Applausi.)

https://ru.usembassy.gov/secretary-blinken-russias-strategic-failure-and-ukraines-secure-future/

Il sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate: postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704 oppure iban IT30D3608105138261529861559 oppure 

PayPal.Me/italiaeilmondo

Su PayPal è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (ho scoperto che pay pal prende una commissione di 0,38 centesimi)

Multipolarità asincrona: parametri di controllo e vettori di sviluppo, di Ivan Timofeev

Multipolarità asincrona: parametri di controllo e vettori di sviluppo

Un mondo multipolare è diventato da tempo una realtà. Stiamo già vivendo in un nuovo ordine mondiale, dei cui contorni non siamo pienamente consapevoli. Un’adeguata comprensione del nuovo ordine richiede una chiara comprensione di cosa intendiamo esattamente per mondo multipolare e con quale tipo di multipolarità abbiamo a che fare oggi. Questo nuovo mondo può essere chiamato “multipolarità asincrona”, scrive Ivan Timofeev, direttore del programma Valdai Club .

Dalla fine degli anni ’90, il concetto di multipolarità è diventato uno di quelli centrali per la dottrina della politica estera russa. Il mondo multipolare si opponeva all’egemonia unipolare degli Stati Uniti e dei suoi alleati sulla scena mondiale. Le moderne relazioni internazionali erano percepite come una transizione dall’unipolarismo sfuggito di mano a Washington a un sistema più giusto e pluralistico. Tale sistema doveva basarsi, da un lato, sul ruolo fondamentale dell’ONU e, dall’altro, sull’autorità e l’indipendenza delle principali potenze mondiali, compresa la Russia. L’idea di un mondo multipolare è stata sostenuta da una serie di grandi paesi come l’India e la Cina. Anche gli esperti occidentali non hanno rifiutato la possibilità stessa di un mondo multipolare, considerandolo come uno degli scenari per un possibile futuro.

Il concetto di multipolarità in qualche modo ha cominciato ad acquisire le caratteristiche di un quadro ideale del futuro ordine mondiale. Nel frattempo, un mondo multipolare è diventato da tempo una realtà. Stiamo già vivendo in un nuovo ordine mondiale, dei cui contorni non siamo pienamente consapevoli. Un’adeguata comprensione del nuovo ordine richiede una chiara comprensione di cosa intendiamo esattamente per mondo multipolare e con quale tipo di multipolarità abbiamo a che fare oggi. Questo nuovo mondo può essere chiamato “multipolarità asincrona”.

Le realtà delle relazioni internazionali sono tali che i loro diversi segmenti assomigliano a un nuovo ordine a velocità e tempi diversi. Un mondo multipolare non può semplicemente emergere in un determinato lunedì o giovedì. Alcuni elementi dell’ordine si fondono più rapidamente di altri. Oggi abbiamo a che fare proprio con tali dinamiche asincrone. La diversa velocità di variazione dei singoli elementi della struttura portante genera attriti e resistenze. Per gestire almeno in parte i cambiamenti, è necessaria una comprensione dei loro parametri di controllo e vettori di sviluppo.

Il concetto di “polarità” nelle relazioni internazionali è entrato in circolazione accademica alla fine degli anni ’70. La crescita della sua popolarità è stata associata agli sviluppi teorici dell’americano Kenneth Walts, uno dei principali sostenitori della teoria neorealista delle relazioni internazionali. In Unione Sovietica, e poi in Russia, il concetto ha ricevuto il suo sviluppo anche sotto forma di una teoria del sistema strutturale. I neorealisti presumevano che il comportamento degli stati nell’arena internazionale fosse determinato non solo e non tanto dai loro rispettivi interessi, ma dalla struttura consolidata dell’ordine mondiale. È la struttura che definisce i contorni degli interessi e delle strategie nazionali. A sua volta, la struttura è determinata dalla distribuzione del potenziale di potere tra le maggiori potenze.

A seconda di questa distribuzione è possibile tipizzare la struttura del sistema internazionale. Può essere unipolare (la concentrazione di una quota significativa di potere nelle mani di un potere, mentre gli altri possiedono capacità relativamente limitate); bipolare (la concentrazione del potere in due potenze in competizione con le altre dotate di capacità relativamente limitate, il loro raggruppamento attorno a due centri di potere); multipolare (la concentrazione del potere in poche grandi potenze o nelle loro alleanze). Le strategie delle grandi, medie e piccole potenze in queste tre diverse strutture differiranno l’una dall’altra. Una struttura multipolare genera la massima variabilità nelle strategie.

Se l’ordine mondiale è determinato dalla distribuzione del potere, allora sorge spontanea la domanda: cosa costituisce esattamente questo potere? I neorealisti credevano che il concetto di potere dovesse essere ridotto al potenziale militare e alla capacità di garantire la propria sicurezza militare. Se lo stato non dispone di tali opportunità, il resto dei risultati può semplicemente essere ripristinato in caso di conflitto armato o crisi nelle relazioni con altri paesi. Pertanto, i neorealisti hanno deliberatamente escluso le questioni dell’economia o dello sviluppo del capitale umano. Successivamente, l’esperienza dell’Unione Sovietica ha dimostrato che una comprensione così ristretta dei parametri di governo dell’ordine mondiale può essere errata. L’URSS ha ottenuto risultati impressionanti in termini di potenziamento militare,

Tuttavia, è chiaro che nessun modello teorico può tenere conto dell’intero insieme possibile di fattori. Ogni modello ha un insieme limitato di parametri. Ma la complessità del mondo moderno suggerisce che, oltre alla potenza militare, si debbano tenere presenti altri fattori. In definitiva, la capacità di difesa richiede una base di risorse, che a sua volta fa affidamento sulle capacità economiche e sulle risorse umane. In alcuni casi, il potenziale militare può superare le capacità delle risorse. In determinate circostanze di emergenza, gli stati sono costretti a saltare sopra le loro teste – per costruire il loro potere militare nonostante i limiti delle risorse. In altri casi, la base di risorse può superare le capacità di difesa. Tali stati hanno una riserva di risorse per sviluppare ulteriormente il loro potenziale militare. Il multipolarismo moderno dovrebbe essere valutato tenendo conto di tale complessità;

Dal punto di vista della distribuzione dei potenziali di potere militare, il mondo moderno è stato a lungo multipolare. Possiamo sostenere che gli Stati Uniti sono ancora davanti a tutti gli altri paesi messi insieme in termini di spesa militare; ha la capacità di proiettare il suo potere in tutto il mondo e ha l’esercito più addestrato e tecnicamente professionale. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti non possono scatenare arbitrariamente un conflitto militare contro una serie di potenze senza il rischio di perdite enormi e inaccettabili. La Cina sta rapidamente costruendo la sua potenza militare; sarà difficile sconfiggerlo anche se non teniamo conto delle armi nucleari. Si può immaginare una sconfitta locale della Cina, ma non la sua sconfitta totale. Anche il conflitto con la Russia non promette di essere una corsa facile, anche se la NATO attaccasse la Russia con tutte le sue forze. Qui, è molto probabile una rapida transizione da un conflitto convenzionale a uno nucleare. In caso di aggressione della NATO, Mosca non esiterà a utilizzare armi nucleari tattiche con la prospettiva di passare a un livello strategico. Anche un attacco degli Stati Uniti contro avversari più deboli come la Corea del Nord o l’Iran promette gravi perdite. La Corea del Nord potrebbe sfruttare il suo potenziale nucleare esistente, anche se con la prospettiva della completa distruzione dopo un attacco di rappresaglia. L’Iran può essere danneggiato dai bombardamenti, ma occupare il paese nel modo in cui è stato occupato l’Iraq costerebbe molto sangue. Nove di ciò significa che è inutile per gli Stati Uniti mantenere e costruire la propria macchina militare. Mosca non esiterà a utilizzare armi nucleari tattiche con la prospettiva di passare a un livello strategico. Anche un attacco degli Stati Uniti contro avversari più deboli come la Corea del Nord o l’Iran promette gravi perdite. La Corea del Nord potrebbe sfruttare il suo potenziale nucleare esistente, anche se con la prospettiva della completa distruzione dopo un attacco di rappresaglia. L’Iran può essere danneggiato dai bombardamenti, ma occupare il paese nel modo in cui è stato occupato l’Iraq costerebbe molto sangue. Nove di ciò significa che è inutile per gli Stati Uniti mantenere e costruire la propria macchina militare. Mosca non esiterà a utilizzare armi nucleari tattiche con la prospettiva di passare a un livello strategico. Anche un attacco degli Stati Uniti contro avversari più deboli come la Corea del Nord o l’Iran promette gravi perdite. La Corea del Nord potrebbe sfruttare il suo potenziale nucleare esistente, anche se con la prospettiva della completa distruzione dopo un attacco di rappresaglia. L’Iran può essere danneggiato dai bombardamenti, ma occupare il paese nel modo in cui è stato occupato l’Iraq costerebbe molto sangue. Nove di ciò significa che è inutile per gli Stati Uniti mantenere e costruire la propria macchina militare. ma occupare il paese nel modo in cui è stato occupato l’Iraq costerebbe molto sangue. Nove di ciò significa che è inutile per gli Stati Uniti mantenere e costruire la propria macchina militare. ma occupare il paese nel modo in cui è stato occupato l’Iraq costerebbe molto sangue. Nove di ciò significa che è inutile per gli Stati Uniti mantenere e costruire la propria macchina militare.

Esiste un’ampia gamma di compiti politici che può risolvere con successo, dal contenimento alle operazioni “chirurgiche” locali. Tuttavia, su scala globale, non è più possibile parlare di egemonia militare statunitense. Anche altri centri di potere sono limitati nel risolvere i loro compiti con mezzi militari, soprattutto se le grandi potenze stanno dietro a stati medi o piccoli. Il successo di un’eventuale operazione militare della RPC per risolvere la questione di Taiwan è tutt’altro che scontato, a causa del ruolo attivo di deterrenza degli Stati Uniti. Il sostegno militare e finanziario su larga scala all’Ucraina da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati ha reso difficile per la Russia raggiungere gli obiettivi della sua operazione militare speciale. A sua volta,

Dal punto di vista del rapporto tra il potere militare e la sua base di risorse, il moderno mondo multipolare sembra ancora più complicato. Gli Stati Uniti stanno già spendendo enormi risorse per la difesa. Quasi tutte le principali tecnologie militari e duali sono nelle mani degli Stati Uniti. Ha un’economia diversificata. L’attuale conflitto in Ucraina ha illustrato i limiti delle capacità industriali per soddisfare immediatamente le esigenze delle operazioni militari su larga scala in Ucraina. Tuttavia, gli americani hanno le risorse per superare un tale deficit. Inoltre, gli Stati Uniti dispongono di un importante capitale umano sotto forma di un esercito di ingegneri e di personale qualificato, anche “importato” dall’estero. Il potenziale di difesa della RPC si basa anche su una significativa base di risorse, che consente di aumentarlo notevolmente se necessario. La Cina è in ritardo rispetto agli Stati Uniti in una serie di tecnologie critiche, ma sta rapidamente recuperando terreno.

Pechino ha nelle sue mani una base industriale sviluppata, una scuola di ingegneria fortemente rafforzata e un gran numero di lavoratori qualificati e disciplinati. Le opzioni dell’India sono più limitate, poiché vi sono limitazioni sia tecnologiche che finanziarie. Tuttavia, il ritmo dello sviluppo industriale e tecnologico, il potenziale demografico e la crescita del capitale umano fanno dell’India l’attore più importante del futuro. Infine, dovremmo individuare diverse potenze “dormienti” che sono state a lungo sotto l’ombrello militare statunitense, che non avevano autonomia strategica e non avevano alcun incentivo per uno sviluppo militare anticipato.

Tuttavia, i “dormienti” hanno accumulato ingenti risorse industriali, tecnologiche, finanziarie e umane. Qui stiamo parlando della Germania e di alcuni altri paesi europei, oltre a Giappone e Corea del Sud. Possono permettersi un potenziale molto più impressionante rispetto a quello che hanno. Il conflitto in Ucraina è diventato un pretesto per costruire il loro potenziale militare. Può essere rafforzato dalla cooperazione industriale e tecnologica all’interno dell’Unione Europea e della NATO, nonché dalle alleanze bilaterali con gli Stati Uniti.

In Russia la situazione è più complicata. Il paese ha tutte le risorse naturali necessarie. La sua economia resta tra le prime dieci al mondo, nonostante le sanzioni. Mosca non vanta la capacità tecnologica degli Stati Uniti, ma ha a sua disposizione una serie di tecnologie militari critiche, tra cui armi nucleari e missili a lungo raggio. La più grande vulnerabilità della Russia è il suo potenziale industriale e umano. Il superamento del declino industriale richiederà tempo e richiederà una volontà colossale e la concentrazione delle risorse. Nonostante le posizioni di primo piano nelle scienze naturali, il paese ha un disperato bisogno di ingegneri e lavoratori industriali qualificati. La fuga dei cervelli dei primi anni ’90 e ora il deflusso migratorio del 2022 aggravano il problema. Anche qui, c’è il problema dell’efficacia delle istituzioni amministrative e della corruzione che rimane ancora ad alto livello. Il “ripristino dell’ordine” attraverso metodi direttivi e dure repressioni è uno scenario possibile. Ma difficilmente sarà possibile ripetere la modernizzazione di Stalin nelle condizioni attuali, nonostante il diffuso riabbraccio revisionista di Stalin come leader. Il paese semplicemente non ha le risorse demografiche, l’ideologia o la riserva di personale.

Anche la modernizzazione attraverso l’inclusione sconsiderata nella globalizzazione incentrata sull’Occidente si è rivelata un vicolo cieco. Per mantenere il suo ruolo internazionale a lungo termine, la Russia avrà bisogno di una modernizzazione industriale su larga scala basata su altri principi. Le basi e le capacità esistenti le consentiranno di rimanere una grande potenza militare nel prossimo futuro, ma la crisi delle relazioni con l’Occidente e il conflitto in Ucraina richiederanno uno sforzo sempre maggiore delle forze oltre i limiti delle capacità delle risorse.

Dal punto di vista del rapporto tra potenziale di difesa e base di risorse, Polonia e Ucraina si sono rivelate piuttosto notevoli. La Polonia sta subendo un’attiva militarizzazione, superando nettamente il ritmo degli altri membri europei della NATO. La grande domanda è per quanto tempo Varsavia sarà in grado di mantenere un tale ritmo da sola. Per quanto riguarda l’Ucraina, oggi il paese è in gran parte un campo militare fornito dall’esterno, tenuto insieme dalla mobilitazione nazionalista radicale. Qui il livello di militarizzazione è molto al di sopra delle proprie capacità; il suo potenziale umano e industriale è stato minato dalle migrazioni e dalle operazioni militari.

Insieme al rapporto tra potenza militare e base di risorse, la complessità dell’ordine mondiale moderno è determinata anche dal fatto che non solo la forza militare può essere utilizzata come arma. È qui che l’asincronia dell’ordine mondiale si manifesta in modo più evidente. Se militarmente il mondo è diventato multipolare molto tempo fa, allora in alcune altre aree la distribuzione dei potenziali di potere è di natura diversa.

Nella finanza globale, il predominio delle banche statunitensi e del dollaro USA come mezzo di pagamento e valuta di riserva rimane ancora elevato. Tuttavia, la politica di sanzioni finanziarie ed economiche su larga scala ha già avviato il processo di diversificazione degli insediamenti. La Russia è costretta, volenti o nolenti, ad essere in prima linea. Allontanarsi dalle valute occidentali è una questione di sopravvivenza per Mosca. Finora, gli Stati Uniti e l’UE stanno lasciando una “finestra” ristretta per i regolamenti in dollari ed euro con controparti russe. Ma la “finestra”, che si è concretizzata in un pugno di banche non ancora sanzionate, può chiudersi da un momento all’altro. Le sanzioni contro la Russia fanno pensare anche ad altri paesi. E se domani si trovassero nella difficile situazione della Russia? La Cina ha preparato a lungo e silenziosamente il suo sistema finanziario per uno scenario di shock geopolitico.

C’è molto da imparare dai nostri colleghi russi qui: la Banca di Russia e il Ministero delle finanze hanno fatto molto per creare un sistema finanziario autonomo anche prima dell’inizio dell’operazione speciale in Ucraina. Allo stesso tempo, non c’è ancora nessuna rivoluzione nella finanza mondiale. La “maggioranza mondiale”, comprese Cina e India, continua a utilizzare il dollaro e gli algoritmi consolidati per le transazioni finanziarie. Se in termini militari il mondo è diventato da tempo multipolare, allora nella finanza globale gli Stati Uniti mantengono ancora la leadership. Anche la presenza tecnologica globale dell’Occidente rimane tangibile. Sì, la Cina ha fatto un grande balzo in avanti, ma le licenze, il know-how, i componenti critici e i prodotti finiti occidentali sono ancora presenti nelle catene di approvvigionamento globali. Dati i controlli sulle esportazioni su larga scala della Russia, anche qui, bisogna essere in prima linea per spezzare tali catene. Ma anche la “maggioranza mondiale” non cerca di abbandonarli.

Un’altra area di competizione è lo spazio digitale. I giganti digitali occidentali sono riusciti ad affermarsi come attori chiave nelle reti globali di servizi digitali. L’esperienza del conflitto in Ucraina ha dimostrato che i servizi digitali occidentali possono essere utilizzati per risolvere problemi politici. La scommessa russa sulle proprie piattaforme digitali è naturale e inevitabile. La Cina ha abbandonato i servizi occidentali molto prima della Russia, creando il proprio ecosistema digitale. Sia la Russia che la Cina possono diventare esportatrici di “sovranità digitale”, ovvero fornire a paesi terzi le loro piattaforme per diversificare i servizi esistenti. I giganti digitali occidentali manterranno le loro posizioni nodali nella rete globale, ma nella rete stessa sono già apparse grandi falle sotto forma di Russia e Cina.

Infine, dovremmo menzionare l’influenza informativa e il “soft power”. I media occidentali hanno perso da tempo il loro ruolo di monopolisti nel mercato globale, ma il loro ruolo rimane ancora formidabile. La distribuzione del “soft power” è più difficile da valutare, così come i parametri che lo descrivono. È ovvio, tuttavia, che l’infrastruttura occidentale della lotta per le menti sotto forma di sistema educativo, programmi di scambio, classifiche universitarie, database di pubblicazioni e molto altro rimane eccezionale. La lingua inglese mantiene la sua posizione di mezzo di comunicazione internazionale e la cultura di massa occidentale è onnipresente, nonostante i tentativi di rifiuto culturale locale. Nella stessa Russia, il conflitto con l’Occidente non ha portato all’abbandono dello stile di vita de facto “occidentale”, soprattutto perché questo modo di vivere in sé non ha un unico insieme di caratteristiche; anche all’interno dello stesso paese (ad esempio, gli Stati Uniti), può variare da un liberalismo sconfinato a un rigoroso conservatorismo.

La linea di fondo è che abbiamo a che fare con un modello estremamente complesso dell’ordine mondiale. Dal punto di vista del potenziale militare, il mondo è già diventato multipolare. I principali centri di potere possiedono diverse capacità di risorse in termini di mantenimento e sviluppo delle proprie capacità militari. Qui la Russia deve risolvere seri problemi legati alla sua modernizzazione. Allo stesso tempo, il multipolarismo nel campo della sicurezza non è sincronizzato con le capacità degli Stati in altre aree. L’Occidente continua a esercitare un’influenza significativa sulla finanza globale e sulle catene di approvvigionamento. Mentre nuovi poli potrebbero non emergere nel campo delle infrastrutture digitali, almeno stiamo osservando l’uscita di attori importanti come Russia e Cina dall’ambiente digitale globale incentrato sull’Occidente, con la prospettiva di esportare servizi di “sovranità digitale”. Nel campo dell’informazione e del “soft power”, l’influenza occidentale rimane forte, anche se è difficile valutarla come “unipolare” per la varietà delle componenti e l’ambiguità del loro legame con la politica reale. La distribuzione asincrona dei parametri di potenza è una caratteristica importante dell’ordine mondiale moderno. L’ulteriore sviluppo dottrinale del concetto di multipolarità richiede che si tenga conto di questa circostanza. La distribuzione asincrona dei parametri di potenza è una caratteristica importante dell’ordine mondiale moderno. L’ulteriore sviluppo dottrinale del concetto di multipolarità richiede che si tenga conto di questa circostanza. La distribuzione asincrona dei parametri di potenza è una caratteristica importante dell’ordine mondiale moderno. L’ulteriore sviluppo dottrinale del concetto di multipolarità richiede che si tenga conto di questa circostanza.

https://valdaiclub.com/a/highlights/asynchronous-multipolarity-control-parameters/

Il sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate: postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704 oppure iban IT30D3608105138261529861559 oppure 

PayPal.Me/italiaeilmondo

Su PayPal è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (ho scoperto che pay pal prende una commissione di 0,38 centesimi)

Notizie dalla Cina, di Guancha

Cina e India concordano per accelerare la risoluzione delle questioni relative alla sezione occidentale del confine

Fonte: sito del Ministero degli Affari Esteri

2023-06-01 16:31

Secondo il sito web del Ministero degli Affari Esteri, il 31 maggio 2023, Hong Liang, Direttore Generale del Dipartimento dei Confini e degli Affari Oceanici del Ministero degli Affari Esteri, e Amber Lok, Segretario Congiunto della Divisione Asia Orientale e Ufficio del Ministro degli Esteri del Ministero degli Affari Esteri indiano, ha co-presieduto il Meccanismo di lavoro di consultazione e coordinamento per gli affari di frontiera Cina-India a Nuova Delhi ( Alla 27a riunione del WMCC hanno partecipato rappresentanti dei dipartimenti degli affari esteri, della difesa e dell’immigrazione dei due paesi.

Le due parti hanno pienamente affermato i risultati delle precedenti comunicazioni diplomatiche e militari, hanno scambiato opinioni approfondite su questioni attuali di interesse comune e idee di lavoro per la fase successiva e hanno raggiunto il seguente consenso:

In primo luogo, le due parti si sono pienamente scambiate opinioni sull’attuazione del consenso recentemente raggiunto dai ministri degli Esteri dei due paesi e hanno concordato di accelerare la risoluzione del settore occidentale del confine e altre questioni correlate.

In secondo luogo, le due parti hanno concordato di continuare a mantenere la comunicazione attraverso canali diplomatici e militari, continuare a promuovere il raffreddamento della situazione di confine e mantenere ulteriormente la pace e la tranquillità nell’area di confine.

In terzo luogo, le due parti hanno concordato di tenere il 19° round di colloqui a livello di comandanti militari e il 28° incontro del WMCC il prima possibile.

Durante l’incontro, Hong Liang e il suo partito hanno anche invitato il ministro degli Esteri indiano Koweitzer.

https://m.guancha.cn/internation/2023_06_01_695001.shtml

La Cina partecipa al vertice ucraino di pace a Parigi? Risposta del Ministero degli Affari Esteri

Fonte: Il giornale

2023-06-01 15:47

Il 1° giugno, il portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha ospitato una regolare conferenza stampa. Un giornalista ha chiesto, secondo il Wall Street Journal citando diplomatici europei, il presidente francese Macron ha invitato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a tenere un vertice di pace ucraino a Parigi: la Cina parteciperà al vertice?

“La posizione della Cina sulla questione ucraina è coerente e chiara. Ci auguriamo che le parti interessate lavoreranno insieme per promuovere una soluzione politica della crisi ucraina. Per quanto riguarda la questione che hai citato, non ho informazioni da fornire”, ha risposto Mao Ning.

(Il reporter di Paper Wang Lu e Zhang Wuwei)

Leggi 56246
Redattore responsabile: Fang Jiyi
APP Observer, migliore esperienza di lettura

42 commenti

sarò ubriaco

1 ora fa

dalla provincia di Hebei

Conferenza di pace di Parigi? Trattato di Versailles? Vuoi trattare la Russia come un paese sconfitto? Ma Lao Maozi non ha ancora perso e non perderà.

85
2

l’alba è appena spuntata

1 ora fa

dalla provincia del Sichuan

La guerra è ancora in corso e una parte che partecipa alla guerra tiene unilateralmente una sorta di vertice di pace… Questo ridefinisce davvero la connotazione della parola pace.

53

Vecchi, di mezza età e giovani

1 ora fa

dalla provincia di Jiangsu

La Conferenza di pace di Parigi manipolata dall’imperialismo sta arrivando di nuovo

47
1

Sorge a est e tramonta a ovest

1 ora fa

dalla provincia del Guangdong

Una conferenza di pace che escluda la Russia, la parte interessata, non è altro che paesi occidentali che corteggiano più paesi per creare pressioni politiche sulla Russia e costringerla a tornare ai confini precedenti al 2014.
Ma l’ultimo campo di battaglia ha dimostrato che è difficile per l’Ucraina lanciare un contrattacco di successo, e la già povera popolazione dell’Ucraina non è sufficiente per durare a lungo.
Quello che non puoi ottenere sul campo di battaglia, non puoi ottenerlo sul tavolo dei negoziati.
Quindi lascia che si divertano in questa cosiddetta conferenza di pace: prima che l’ultima goccia di sangue venga versata in Ucraina, i paesi occidentali devono ancora continuare un gran numero di trasfusioni di sangue.

https://m.guancha.cn/internation/2023_06_01_694989.shtml

Il sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate: postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704 oppure iban IT30D3608105138261529861559 oppure 

PayPal.Me/italiaeilmondo

Su PayPal è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (ho scoperto che pay pal prende una commissione di 0,38 centesimi)

1 8 9 10 11 12 39