Fine del (primo?) Governo Conte_con Augusto Sinagra

Il (primo?) Governo Conte pare proprio essere giunto all’epilogo. Paradossalmente il più determinato a trarre le estreme conseguenze del gesto di Salvini appare proprio il Presidente del Consiglio. Una situazione che nel male che pare profilarsi costringerà quantomeno ad una demarcazione netta degli schieramenti tra i partiti prima e all’interno di essi dopo sulla base di orientamenti ed opzioni più nette e chiare. Potrebbe essere il prodromo al nascere di nuove formazioni dai programmi e dai proclami più corrispondenti al proprio orientamento di fondo. Buon ascolto _Giuseppe Germinario

IL FIGLIO DI BERNARDO MATTARELLA, di Augusto Sinagra
Il responsabile dell’attuale caos politico e istituzionale è solo lui, sempre lui: il figlio di Bernardo Mattarella il cui fragoroso silenzio si fa sentire in ogni circostanza. È lui che in tutti i modi cerca di deviare l’azione del governo dalla cura degli interessi nazionali alla difesa parossistica degli interessi delle oligarchie monetarie, del pareggio di bilancio, della finanza senza volto, dell’euro e di questa Unione europea.
Egli agisce attraverso i Ministri che lui ha imposto. Agisce attraverso inedite iniziative in alcun modo costituzionalmente compatibili come le aberranti interpretazioni che lui indica al governo a proposito dei provvedimenti del Ministero dell’Interno. Lui che è il Capo del CSM in questo modo ipoteca l’interpretazione da parte dei giudici, interpretazione da lui voluta di provvedimenti legislativi.
Io non ho capito se viviamo in un momento di crisi governativa, anche se ancora non parlamentarizzata, o meno. Quel che è certo è che l’azione del governo, indipendentemente dai giudizi che se ne danno, non potrà svolgersi compiutamente in conformità alla volontà popolare, se non verranno allontanati soggetti come Moavero Milanesi, Tria (Ministro perché amico del figlio del figlio di Bernardo Mattarella) e della Trenta che, in modo eccentrico, ha rifiutato la firma per il nuovo decreto di ingresso della Open Arms nelle acque territoriali italiane, e pare che abbia mandato navi militari italiane a scortarla con il suo carico di “naufraghi paganti” cioè di clandestini.
Non si capisce cosa sia capace di coordinare il giovanotto pugliese Giuseppe Conte.
La crisi è cominciata non l’altro giorno per volontà del Ministro Matteo Salvini, ma nel momento stesso in cui è nato questo governo.
I tempi prossimi saranno tempi duri: l’immigrazione clandestina continuerà sempre più massiccia. L’Italia sarà sempre più sbeffeggiata nel mondo.
Bisogna tenere i nervi saldi. Prima o poi si tornerà a votare e allora ci sarà la resa dei conti e sperabilmente il nuovo Presidente della Repubblica sarà espressione di una diversa maggioranza parlamentare.
Il peggio deve ancora venire ma, come diceva Eduardo De Filippo: “ha da passà ‘a nuttata”.
Perché una cosa è certa: l’Italia è immortale nonostante i piccoli e squalificati personaggi, falsari e traditori, che affollano la attualità.
Nonostante tutto, auguro un sereno ferragosto a tutti.

BORRELLI E L’IPOCRISIA, di Augusto Sinagra

Tangentopoli non fu solo questo. Fu molto altro, politicamente anche molto più importante. Ne abbiamo scritto più volte. Fu però anche quanto scritto qui sotto. Non è poco.Ancora dopo una chiosa apparentemente non correlata alla prima_Giuseppe Germinario

BORRELLI E L’IPOCRISIA

Verso chiunque muore va dato lo stesso rispetto. Ai familiari di chiunque muore va manifestata la stessa comprensione.
È morto Francesco Saverio Borrelli. Ne parlo ora con lo stesso rispetto che ho per chiunque muore, anche l’ultimo degli ultimi.
Il solo tacere sarebbe ipocrisia. La morte non deve impedire di dire la verità con riguardo a chi è morto. Diversamente sarebbe mistificazione o atto di bassa politica.
È giusto allora ricordare che Francesco Saverio Borrelli fu artefice, ispiratore e coordinatore di quella vicenda ancora non chiara che fu “Mani pulite”.
Nei confronti dei suoi collaboratori alla Procura della Repubblica e alla Procura Generale di Milano, si è detto che era un buon capo perché “proteggeva i suoi”. Così forse fa un buon “capo” ma non un buon magistrato che deve prevenire e reprimere gli abusi commessi dai “suoi”. E in quell’epoca, in quell’intreccio di vicende giudiziarie e politiche, di abusi ne furono commessi tanti.
Non so se Francesco Saverio Borrelli sia stato artefice consapevole o inconsapevole di quello che è stato definito un “colpo di Stato”. Forse un giorno lo si saprà. Quel che è certo è che le indagini, i processi, le persecuzioni giudiziarie furono smaccatamente “selettive” con franchigia per l’area comunista e i suoi esponenti. E viene ora da ridere a proposito della bufala dei soldi russi alla Lega quando l’allora PCI ricevette finanziamenti dall’URSS per 989 miliardi di lire, e lo sapevano tutti: cani e porci.
Si disse che i “valorosi” magistrati di Milano (la cui Procura della Repubblica ora come allora pretende competenza territoriale universale in spregio del codice di procedura penale), combatterono la corruzione. Il risultato fu che la corruzione è aumentata in modo esponenziale e Partiti, che pure avevano fatto la storia d’Italia, furono disintegrati (la DC e il PSI).
Io non so se Francesco Saverio Borrelli professionalmente sia stato un buon magistrato o meno. Certamente come lui ce n’erano e ce ne sono tanti.
Quel che non gli perdono è la morte in terra d’esilio di Bettino Craxi: il migliore Capo di Governo dal dopo guerra ad oggi per lungimiranza, cura degli effettivi interessi nazionali, attenzione alla classe lavoratrice, che di lui fecero un vero statista.
Mi auguro che Francesco Saverio Borrelli abbia capito prima di morire cosa intendeva il Presidente Bettino Craxi quando diceva che “la libertà vale più della vita”.
Ma una cosa soprattutto non gli perdonerò mai: di avere utilizzato e immiserito nel contesto di una non commendevole lotta politico-giudiziaria le parole del Presidente della Vittoria, Vittorio Emanuele Orlando che dopo la tragedia di Caporetto, dal banco della Presidenza della Camera dei Deputati, rivolgendosi ai ragazzini di diciassette e diciotto anni attestati sulla riva occidentale del Fiume Sacro, gridò disperatamente: “Resistete, resistete, resistete!!!”.
Ecco, questo a Francesco Saverio Borrelli non glielo perdonerò mai.
Ora lui è morto e ora conoscerà la vera giustizia.
Che Dio abbia misericordia di lui.

DIFENDO LUCA PALAMARA!

È notizia dell’attualità che il noto Luca Palamara è stato sospeso dalle funzioni e da metà stipendio dalla Sezione disciplinare del CSM.
Non giudico le ragioni del provvedimento perché non conosco gli atti. Lo trovo tuttavia sommamente ingiusto sul piano di una giustizia che dovrebbe essere uguale per tutti. Altrimenti non è giustizia ma è discriminazione.
Mi riferisco a quell’ineffabile personaggio di Riccardo Fuzio, Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, indagato per rivelazione di notizie e di atti secretati, proprio a Luca Palamara.
A parte la deplorevoleza del fatto che sia stato il coindagato Riccardo Fuzio in quanto “sodale” di Luca Palamara, a chiedere la sospensione dalle funzioni proprio di Luca Palamara, il CSM, che sembra agire secondo criteri che nulla hanno a che fare con la legge e con la giustizia, avrebbe dovuto sospendere dalle funzioni e dallo stipendio anche e soprattutto il detto Riccardo Fuzio non fosse che per le più importanti e sovraordinate funzioni da lui svolte rispetto al Luca Palamara.
Al contrario, è stata accolta la richiesta di prepensionamento dell’ineffabile Riccardo Fuzio ma con decorrenza dal 20 novembre 2019.
Capisco che il Riccardo Fuzio voglia trascorrere le ferie a intere spese dello Stato, ma non si capisce cosa abbia tale soggetto da sistemare prima del prepensionamento, e cioè dal 1° settembre al 20 novembre p.v. (e cioè a ferie “godute”). Mistero!
Non è tutto: Luca Palamara è stato esposto al pubblico ludibrio (cui lui ha dato causa) e viceversa il Fuzio Riccardo ha ricevuto complimenti e ringraziamenti indovinate da chi? Dal solito figlio di Bernardo Mattarella!
E ancora: se la giustizia ha ancora un senso, perché non si svolgono indagini approfondite anche nei confronti di quegli altri grossi personaggi (Magistrati di vertice della Corte dei conti e Ufficiali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri) che, come ha dichiarato Luca Palamara al CSM, hanno avuto rapporti con quell’imprenditore Fabrizio Centofanti?
È stata aperta la procedura per la nomina del successore di Riccardo Fuzio: se ne occuperà ancora Luca Palamara o quale altra “cordata” di giudici, politici, trafficanti e marchettari?

NAVI CORSARE A LAMPEDUSA, con Augusto Sinagra

Il dispositivo con il quale il Giudice Alessandra Vella ha sollevato da ogni responsabilità penale il Capitano Carola Rackete e l’equipaggio della Sea Watch 3 ha aperto una voragine nella diga, già di per se precaria, posta dal Governo a contenimento dei flussi migratori via mare. Un provvedimento costruito, a detta di numerosi giuristi, su argomentazioni mal costruite e peggio argomentate, ma dalle implicazioni pesantissime. Una deligittimazione del potere esecutivo; un ingresso a gamba tesa dell’arbitro nel campo di gioco politico; un invito alle varie ONG, appollaiate intorno al teatro degli sbarchi, a forzare la mano all’esecutivo. Una figura terza la quale fa fatica a nascondere la propria attrazione fatale verso una delle parti. 

Un confronto politico che si sta trasformando in conflitto istituzionale per il momento tra esecutivo e organi giudiziari, ma che inizia ad estendersi agli organi di polizia e di sicurezza. Buon ascolto_Giuseppe Germinario

IO STO CON CAROLA, di Augusto Sinagra

Tutto sommato anche Salvini sta con Carola; ma non può confessarlo_Giuseppe Germinario

IO STO CON CAROLA

Sto con la trucibalda tedesca per molte ragioni delle quali indico solo alcune.
1. Ha fatto capire che il problema non è di questa fine calcolatrice, nipote di un Comandante nazista, figlia di uno che si occupa di armi e infine priva, a quanto pare, di licenza nautica.
2. Il problema è capire chi realmente comandava la nave.
3. La ragazzotta tedesca, bianca e ricca, al di là dei delitti commessi onde è giustamente detenuta, ha fatto capire che era teleguidata da traditori interni e nemici esterni che vanno individuati nelle varie ONG.
4. Ha fatto capire che è in corso, con la scusa dei poveri africani, una guerra non dichiarata contro l’Italia e promossa da chi vuole destabilizzarla.
5. Ha reso chiaro che dei clandestini africani che non fuggono da niente e che non sono mai stati naufraghi ma merce consegnata dagli scafisti alle varie Carole, con destinazione predefinita altrimenti la Carola di turno non riceve la sua mercede, non gliene frega niente a nessuno.
6. Ha fatto capire quale feccia sia la cosiddetta sinistra italiana che conferma e rinnova il suo tradimento in danno dei lavoratori e dei poveri strumentalizzando una vicenda che nulla ha di umano ma molto ha di criminale, solo per colpire il Governo e in particolare il Ministro Matteo Salvini.
7. Carola ha il merito di avere reso evidente quanti imbecilli e disonesti allignino nel Popolo italiano.
8. Ha mostrato come la Germania mai cambierà il suo spirito nazista, criminale e sopraffattorio.
9. A lei va il merito della lettera inviata dalla Segretario di Stato olandese per le migrazioni Ankie Groekers-Knol al Ministro Matteo Salvini con la quale riconosce che questi ha ragione, che la beneamata Carola ha commesso delitti gravissimi, che la Sea Watch agisce in complicità con gli scafisti, che considera le sue azioni illegali e ne prende le distanze.
10. Sempre per merito della pasionaria bianca, ricca e tedesca, il figlio di Bernardo Mattarella e il Fico tacciono; la velletrana Trenta si è rintanata in un buco e ha aperto bocca solo ad arresto avvenuto della Carola e il giovine Giuseppe Conte per fortuna tace anche lui.
11. Sempre per merito della Carola, in ossequio alla regola “scandalo va e scandalo viene”, è calato il silenzio sulle porcherie che hanno coinvolto il CSM, la ANM, i “Palamara boys”, ecc.
12. Per merito sempre di Carola molti hanno avuto occasione di dare motivo alla propria esistenza. Tra questi, purtroppo, alcuni componenti del Senato Accademico della mia Università di Palermo, promotori di una Nota di sostegno alla scafista bianca, ricca e tedesca. Qualcuno mi dica cosa cavolo c’entra nella questione una qualsiasi Università che della questione non sa niente.
13. Tra quelli che per fortuna tacciono vi è anche quel tale Luigi Patronaggio di Agrigento: forse avrà capito cos’è il reato di sequestro di persona e forse avrà capito che questo reato non fu commesso da Salvini ma lo ha commesso la Carola della quale, poi, non si ha alcun riscontro presso le Università che a lei avrebbero rilasciato titoli prestigiosi, e né si ha riscontro di sue precedenti avventure navigatorie.
Per questi e altri motivi dichiaro fermamente che “sto con Carola”.
AUGUSTO SINAGRA

SE QUESTO É ANCORA UNO STATO?!, di Augusto Sinagra

SE QUESTO É ANCORA UNO STATO?!

La “comandante” della Sea Watch III, la ormai famosa pasionaria Carola Rackete, in commissione di una serie interminabile di reati e da ultimo l’ingresso illegale in acque territoriali italiane e, prima, di complicità con scafisti e trafficanti di esseri umani, fingendo di salvare naufraghi (i filmati ne sono prova), oltre che di sequestro di persona e tratta di esseri umani e violazione delle leggi sull’immigrazione (delitti che prevedono l’arresto suo e dell’equipaggio), pretende di scaricare in Italia e solo in Italia la sua mercanzia umana facendosi beffe del Governo italiano e delle sue leggi.

E ciò a scopo di suo lucro personale (diversamente non la pagano) e a illegittimo scopo della ONG di riferimento.

Premesso che uno dei principali “gestori” della ONG in questione è quel tale Gregor Gysi, già agente della polizia segreta della DDR (la famigerata STASI: sicuramente Rebecca Merkel se lo ricorda) e la medesima ONG fa capo a ignobili speculatori di ogni genere e si colloca nel più vasto contesto di una preordinata destabilizzazione dello Stato italiano oltre che specificamente del Governo in carica, se lo Stato italiano esiste ancora e non si è trasformato in un “cabaret”, esso attraverso i suoi organi deve:

1. trarre in arresto l’equipaggio della Sea Watch e per prima la sua “comandante”.

2. Sequestrare la nave come corpo di reato per poi procedere alla confisca e quindi alla demolizione (Patronaggio permettendo ma sicuramente l’aria è cambiata anche per lui).

3. Procedere all’immediato fermo di tutti i clandestini con immediato trasbordo su unità della Marina Militare italiana, con adeguata scorta armata, riportandoli al punto della loro partenza volontaria e cioè in Libia anche perché pure in Libia funzionano bene i costosissimi cellulari di ultima generazione di cui sono in possesso.

4. Richiamare immediatamente l’Ambasciatore italiano all’Aja e dichiarare l’Ambasciatore olandese a Roma “persona non grata” dandogli 48 ore di tempo per lasciare il territorio nazionale.

Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini si sta giocando tutta la sua credibilità e il vasto consenso elettorale che ha avuto. Lui sa bene che i voti vanno e vengono. Ne tiri le conseguenze anche a costo di provocare una crisi parlamentare di governo.

Il figlio di Bernardo Mattarella non si permetta di aprire bocca. Non ha più autorità istituzionale né politica e né morale. Lui è finito.

Il pampero argentino si taccia e la finisca di frantumare le balle al Popolo italiano e lo si avverta che le intese concordatarie possono essere anche denunciate così i suoi “dipendenti” e cioè i vescovi delle Diocesi italiane che ammorbano l’aria, e fanno perdere la fede ai credenti. La finiscano di interferire negli affari interni dello Stato fino al punto di istigare alla disapplicazione delle leggi.

Alla denuncia del Concordato non fa ostacolo l’art. 7 della Costituzione, come ben sanno i miei Colleghi costituzionalisti. E se è necessario si modifichi l’art. 7 della Costituzione. Qualcuno avverta il pampero argentino che in Italia non c’è più la “religione di Stato”.

A parte il fatto che è proprio il pampero argentino che nega la religione cattolica, offendendo Cristo, i Santi, gli Apostoli e falsificando il Vangelo e le Scritture. Lui non è solo scismatico o eretico, lui è un apostata.

Qui sotto, invece, le dichiarazioni dell’Ammiraglio Nicola De Felice, fino al 2018 comandante di Mariscilia

“Caso Sea Watch: arrestare la Comandante e convocare gli ambasciatori di Paesi Bassi e Germania*

Le convenzioni internazionali sul diritto del Mare delle Nazioni Unite, Il Codice Italiano della Navigazione e le direttive nazionali sulla Sicurezza richiedono delle azioni politiche e giuridiche inoppugnabili: le infrazioni commesse dal Comandante della nave Sea Watch sono tali da richiederne l’immediato arresto se non addirittura l’estradizione in Libia qualora richiesto visto che le prime infrazioni sono state commesse in acque di competenza libica. Inoltre, il passaggio illegale dei migranti è stato commesso in territorio olandese e – in ottemperanza all’articolo 13 del Trattato di Dublino dell’UE – l’Olanda deve farsi carico dei migranti saliti a bordo sulla Nave battente bandiera olandese. La Germania è la nazione della ONG responsabile del misfatto. Ai sensi delle più elementari regole diplomatiche internazionali, gli ambasciatori di tali Stati devono essere immediatamente convocati per giustificare l’inerzia dei rispettivi Governi in tali misfatti. La nave va sequestrata, vanno applicate le sanzioni amministrative previste ivi comprese le spese sostenute dallo Stato per la gestione del caso, come previsto dall’art 84 del codice di navigazione. Tutto ciò va fatto in tempo reale onde evitare che il misfatto sua emulato da altri incoscienti. Ne va della dignità di uno Stato sovrano come il nostro”

 

BANDE E BANDERUOLE, DI SINAGRA, CUCINOTTA, de Martini, MASALA

GUERRA TRA BANDE, di Augusto Sinagra

È superfluo aggiungere commenti allo schifo che stiamo vivendo per la ignobile immagine che la magistratura e il CSM stanno dando di sé per colpa di pochi o tanti, non importa.
Certamente ci sono magistrati che in silente e diuturna fatica danno eccellente prova di essere veramente servitori della legge. Ma come tutti gli onesti, non fanno notizia, specie se sono minoranza.
Desidero ora riprendere una acuta osservazione del Prof. Vincenzo Cucinotta, Ordinario nell’Università di Messina e del quale mi onoro di essere Collega e amico.
Che il cosiddetto “gruppo Palamara” ricomprendente molti altri magistrati e componenti del CSM, ha agito (e agisce ancora?) come un gruppo di potere, una lobby, un centro di interferenze, un comitato d’affari ovvero, per semplicità di linguaggio e per sintesi, come una “banda”, è evidente, ma per una esigenza logica oltre che per una evidenza pratica, è altrettanto evidente che tale “banda” non poteva agire solitariamente bensì in contrapposizione ad altra “banda” portatrice di interessi altrettanto illeciti e altrettanto contrapposti.
Dunque, le indagini che attualmente svolgono gli inquirenti dovrebbero essere rivolte anche alla individuazione e al perseguimento dei componenti di altra “banda” o di altre “bande” contrapposte.
Signori, questa è oggi la magistratura!
Questo è oggi il Consiglio Superiore della Magistratura!
Del figlio di Bernardo Mattarella ho già detto. Non occorre aggiungere altro. Basta il suo silenzio.
Altro Capo di Stato che per molti versi ha onorato la Repubblica e che mi voleva bene, il Prof. Francesco Cossiga, in un’occasione certamente meno grave mandò i Carabinieri al CSM per porre termine ad una seduta illegittimamente convocata.
Come ho già detto altre volte, ormai sono vecchio e come fanno i vecchi amo ricordare cose del passato: ero da due anni in magistratura e partecipai al Congresso della ANM che si svolgeva a Catania nel 1967. Incautamente portai con me mia mamma per farle rivedere Catania dove io nacqui. Presi la parola e proposi la immediata abolizione del CSM. Fui coperto di insulti ma rivendico a me stesso capacità profetiche o di preveggenza.
Se non si vuole abolire il CSM, urge riformarlo funditus con la preliminare abolizione per legge delle “correnti” attraverso le quali si combattono i magistrati dell’una e dell’altra banda. Il CSM venga composto da soli magistrati che, divisi per grado e per funzioni, vengano estratti a sorte, abolendo altresì le designazioni da parte del Parlamento dell’attuale quota di componenti. I Partiti devono restare fuori dal CSM che va presieduto, sì, dal Capo dello Stato ma prima questi deve essere eletto all’esito di un suffragio popolare.
Siamo stanchi e troppo abbiamo subito dai Napolitano e dai Mattarella, per citare solamente gli ultimi due.

SCORRI BANDE, di Vincenzo Cucinotta

Ma sbaglio, o sta cominciando una narrazione della vicenda Palamara che non potrebbe mai stare in piedi?
Qui, si parla solo di questa cricca, ma è evidente che ce ne deve stare un’altra che avversa la prima.
Cioè, io non capisco, come si forma una maggioranza nel CSM, sia plenum che commissione? O è preordinata e allora è anche peggio, oppure ognuno va a cercare i membri con i quali costruire una maggioranza. I metodi di Palamara saranno indecenti, ma alla fine non è che se ne possano usare di molto migliori, si tratta sempre di meccanismi che inevitabilmente in qualche misura riproducono meccanismi mafiosi, cioè il consenso è sempre ottenuto in camera caritatis.
Una lettura credibile della faccenda potrebbe essere che una cricca che aveva elaborato un piano per portare il proprio uomo alla guida della procura di Roma, abbia incontrato sulla sua strada la cricca Palamara, e stia usando armi perfino peggiori di quelle di Palamara (io considero riprendere una ricevuta di un pranzo che ci si fa pagare dall’amministrazione, un metodo abietto per fare fuori una persona).
Una domandina sul perchè la stampa parli solo di una delle due cricche, mi parrebbe doveroso farsela.
Qualcuno poi dica a Mattarella che egli, da PdR protempore, ha la presidenza del CSM, mi pare che si sia voltato da tutt’altra parte, e anche questo è un dato di cui tenere conto.

I PRES. DELLA REP. E IL CSM, di Antonio de Martini

Come è noto, i magistrati del CSM vengono eletti in parte dal Parlamento con una votazione.
La dove c’è una votazione, li vi sono accordi politici che cercano equilibri tra i membri togati e quelli scelti dai Parlamentari.

Ho conosciuto il magistrato PALAMARA quando era un giovane assegnato a Roma dopo il prescritto primo periodo in Calabria.

Il padre era un magistrato morto in servizio. Era rimasto orfano giovanissimo e allevato da uno zio.

Accompagnato da un cugino, Palamara jr. veniva a casa mia a vedere con la mia TV la sua Roma alla domenica.

Non lo vedo da oltre venti anni e ho considerato non seria la sparata televisiva di Cossiga – ripescata negli archivi TV da qualcuno che deve aver lasciato tracce- come una delle tante di un personaggio umorale, ma oggi sintomo di una trappola ben preparata.

Tre giorni Prima, mi dice un uccellino, Mattarella aveva fatto un appello ufficiale a “ votare il candidato migliore”. Invano ?

Agnosco stilum romanae ecclesiae.

Per quanto possa valere la mia esperienza degli uomini e delle metodiche compromissorie, ritengo sia un uomo onesto e sospetto che il polverone sia stato alzato per descrivere sui giornali avvenimenti compromissori della pace familiare.

C’è evidentemente chi pensava – e Il presidente del CSM tra questi- che il procuratore generale di Roma dovesse essere scelto dallo Spirito Santo.

La democrazia – e l’autonomia della magistratura – prevedono invece che sia scelto dagli uomini e che la scelta sia preceduta da confronto, anche con oppositori e possibilmente senza intralciare il lavoro.

Contraddittorio il comportamento di chi – Mattarella per non fare nomi ma solo i cognomi- esalta regolarmente i processi democratici e il dialogo a patto che si risolvano in suo favore.

Quando i risultati gli sono avversi o avvengono a sua insaputa, si dichiara
“ sconcertato ”e vuole dare la colpa allo statuto che “va cambiato”.

Se un dibattito avviene anche fuori dalle sedi istituzionali, ritengo la responsabilità sia di chi dirige l’organismo e non ha creato spazi di confronto adeguati o li inquina con lo zittìo.
O no?

Il Testo, il Contesto e il Trojan, di Giuseppe Masala.

Quando la magistratura è scossa da un terremoto c’è un cambio di regime in corso. Cosa stia succedendo non lo sappiamo: non ne conosciamo né la genesi nè il reale decorso degli eventi. Però possiamo valutarne i primi effetti.
Chiaro indebolimento del Presidente della Repubblica: inutile che ci giriamo attorno; l’uomo era ed è evidentemente scosso, vuole metterci una pezza. Il Grande Burattinaio che ha spinto tutti i corifei dell’informazione a paventare una caduta del governo è lui. Voleva un governo amico e fedele per gestire la mina che è scoppiata al CSM. Vista la malaparata ha provato poi a sondare per sostituire Fofò Bonafede al Ministero della Giustizia facendo circolare il nome di un avvocato torinese vicino alla Lega. I due dioscuri hanno risposto picche. Il governo va avanti e niente rimpasti. E ci credo, i dioscuri non sono certamente dei giureconsulti né degli intellettuali ma da uomini d’azione cresciutia a calci in faccia dati e ricevuti hanno capito benone cosa sta succedendo. Infine il poveruomo ha ricevuto Bonafede a Palazzo. I giornali di regime con eloquio paludato hanno spiegato che il Ministro ha rappresentato al Grande Capo quello che stava succedendo, le sue preoccupazioni e, ovviamente, ha detto che le istituzioni sono compatte. Ce lo sto vedendo Fofò Bonafede che dice queste cose. Qui, l’unico preoccupato è l’inquilino, come usa dire, “del Colle”.
Anche Conte s’è scoperto: è schierato con l’uomo del Colle ma i due dioscuri se ne impippano altamente. Figuriamoci.

Cosa succederà non è dato sapere, ma chi ne esce indebolito già lo sappiamo. Il prossimo inquilino del Colle sarà votato dai Grandi Elettori e da un Trojan. Questa è la Costituzione materiale della Terza Repubblica.

NB_Tratti da facebook

Conflitto politico e conflitti di poteri. Ne parla il professor Augusto Sinagra

Si torna ancora una volta sulla vicenda della gestione dei flussi di immigrati clandestini. Con l’insediamento di Matteo Salvini al Ministero degli Interni si è cominciato, nel caso Diciotti, con una contestazione della Procura di Agrigento e un tentativo di mettere sotto inchiesta il Ministro. Si è proseguito, nel caso di sbarchi successivi, con uno stillicidio di provocazioni da parte soprattutto del Ministro della Difesa e di una componente del M5S favorevoli alla raccolta di profughi addirittura in acque libiche o di altra nazionalità. L’azione giudiziaria verso i “soccorritori compiacenti” superstiti si è dissolta intanto in una bolla di sapone. Il terzo atto ha conosciuto un vero e proprio atto di imperio di un magistrato in opposizione alla volontà politica di un Ministro. Ne discutiamo con il professor Augusto Sinagra_Giuseppe Germinario

GARANTE, MA DI CHI E DI COSA? di Augusto Sinagra e Vincenzo Cucinotta

ORA SI È SUPERATO OGNI LIMITE!

L’art. 74 della Costituzione dispone che “Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata”.
Bene, cosa fa Sergio Mattarella? Ben prevedendo che una seconda deliberazione avrebbe nuovamente approvato la legge sulla legittima difesa ed egli sarebbe stato obbligato a firmarla e a promulgarla, la firma e la promulga (non vedendovi – con questo – alcun profilo di incostituzionalità) e pone in essere un atto qualificabile come estraneo all’ordine giuridico costituzionale; cioè, manda uno strano “messaggio” ai Presidenti delle Camere mettendo “paletti”, come riferisce la stampa e indicando – radicalmente fuori da ogni sua competenza istituzionale – quali debbano essere i criteri interpretativi e applicativi della legge!
Non replico nel merito a quel che egli ha detto. Non scendo a certi livelli di discussione in materia giuridica. Su questo piano io discuto con i miei pari. Aggiungo solo che mi rifiuto di credere che egli non sia consapevole del contenuto, della finalità e del “senso” dell’art. 74 Cost.
Il profilo da sottolineare è l’ennesimo episodio posto in essere dal Capo dello Stato ancora una volta di molto personale interpretazione della Costituzione e oggettivamente finalizzato (e questo è l’aspetto più grave per come esso appare) a trasmettere attraverso un atto improprio un “messaggio” alla magistratura, ad una parte della magistratura, anticipando il suo personale, non richiesto ed eccentrico giudizio non solo in quanto Capo dello Stato ma anche in quanto Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Con ciò implicitamente si suggerisce di percorrere la strada di un artificioso ricorso alla Corte costituzionale da parte dei giudici con la conclusiva finalità di veder dichiarata l’incostituzionalità della legge e dunque la sua abrogazione.
Il tutto in spregio dei poteri sovrani del Parlamento e ancor più della sovranità popolare che il Parlamento rappresenta o dovrebbe rappresentare. Oltre che in spregio dell’autonoma e indipendente valutazione della magistratura in termini di interpretazione ed applicazione delle leggi.
Questo è radicalmente fuori dall’ordine giuridico e politico costituzionale. Come si legge nella giurisprudenza amministrativa, è un caso eclatante di eccesso di potere sotto l’aspetto sintomatico dello sviamento di potere e della funzione per il perseguimento (voglio sperare inconsapevole) di uno scopo indebito e lontano da quello che il legittimo esercizio del potere consente.
Non capisco perché ancora le forze politiche presenti in Parlamento non richiedano la messa in stato d’accusa di questo Presidente della Repubblica che ha smarrito ogni necessario criterio di imparzialità e di neutralità, e con esso ogni credibilità istituzionale.
AUGUSTO SINAGRA

VINCENZO CUCINOTTA

Mattarella pretende forse di riscrivere la costituzione?
Tra il controfirmare una legge approvata dal Parlamento o rinviarla alle Camere, se ne inventa una nuova di sana pianta, la firma, ma la accompagna con una serie di raccomandazioni o paletti che dir si voglia, una procedura non prevista dalla Carta e pertanto tassativamente proibita.
Cosa succede a latere, alimentando ipotesi di intese preconfezionate?
Da una parte la stampa interviene pesantemente attribuendo a quest’atto anticostituzionale chissà quale valenza legislativa, dall’altra la ANM plaude all’intervento del PdR, così incitando i magistrati a tenere conto delle sue parole di accompagnamento.
Per completare il quadro, ricordo che il PdR è anche di diritto il Presidente del CSM, e quindi qui il ruolo di controllo che il PdR dovrebbe esercitare verso i magistrati, si capovolge in una complicità ai danni del Parlamento.
Ma tutto tace, dalla maggioranza parlamentare non viene fuori neanche una flebilissima voce.
Dobbiamo forse concludere che si sia saldata una alleanza criminale contro la nostra beneamata costituzione?

SIAMO IN GUERRA, di Augusto Sinagra

Un male pernicioso si sta pian piano insinuando in tante società occidentali. Probabilmente non siamo ancora giunti al livello denunciato da Augusto Sinagra, ma la direzione presa è sempre meno incerta. Non è certo quella giusta_Giuseppe Germinario

 

SIAMO IN GUERRA

Alla distruzione di “Notre Dame” sono seguiti infiniti commenti. Non aggiungerò i miei.
Siamo in guerra. Le risate e i commenti di molti islamici, anche di seconda o terza generazione, lo attestano e hanno ferito ancor più dell’incendio della Cattedrale di Parigi (che solo i complici degli autori possono definire “accidentale”).

Siamo in guerra e non abbiamo un Governo degno di questo nome e adeguato alle gravi responsabilità del momento.

Il pampero argentino, il falso papa, non parla. Lui è troppo occupato a interferire negli affari interni dello Stato, a promuovere l’invasione islamica, a fare ignobili sceneggiate di bacia-scarpe con telecamera al seguito, a distruggere la fede e la Chiesa cattolica. Un certo Mons. Paglia dice che l’incendio di “Notre Dame” sarebbe “un attacco a tutte le religioni”: la complicità vestita con la più becera ipocrisia della tonaca.

Da parte sua, l’inverosimile Presidente del Consiglio dei Ministri, Conte Giuseppe, corre in Vaticano appena gli fanno un fischio. A fare cosa non si sa. Come l’ineffabile (ex “Lotta Continua”) Gentiloni Paolo con il pluriricercato George Soros.

Le Forze Armate non devono difendere i confini, come dice quel tale Ezio Vecciarelli, Capo di Stato Maggiore Generale della Difesa. Il Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano si inchina a 90° dinanzi all’alcolizzato J.C. Junker.

Del figlio di Bernardo Mattarella preferisco non parlare: si commenta da sé per quel che dice e che non dice, e per quel che fa.

Siamo in guerra. Una guerra esterna ed interna. Ognuno assuma le sue responsabilità senza – disertando – preoccuparsi di difendere egoisticamente il “proprio”: tra poco perderà anche quello.

Le Forze Armate ancora sane si uniscano al Popolo sovrano e compiano il loro dovere di difesa della Nazione e delle Istituzioni democratiche. Non è in gioco solo l’Italia. È in gioco l’Europa.

Nei suoi momenti più tragici questa nostra Patria amatissima sa rialzarsi e vincere: come quei ragazzi del “99” attestati caparbiamente sulla riva occidentale del Fiume Sacro, seppero resistere e vincere.

Il nemico più pericoloso è in casa. Cacciamo i ladri dal Tempio; cacciamo i traditori, e per questi non ci sarà più a proteggerli un nuovo art. 16 del c.d. “trattato di pace” del 1947.
Che nessuno debba poi dire ai propri figli e nipoti, con rimpianto e vergogna, “io non c’ero”.

DALLA TRAGEDIA ALLA FARSA, di Augusto Sinagra

DALLA TRAGEDIA ALLA FARSA
Il titolo di questo mio scritto riproduce alla rovescia il titolo di un mio libro di prossima pubblicazione che riproduce i miei post su FB: “Dalla farsa alla tragedia”.
La tentata strage di 51 bambini a San Donato Milanese sventato dal magnifico intervento dei nostri Carabinieri, è stato assunto dalla stampa e dalla televisione in larga parte moralmente fradicia e professionalmente ignobile, come pretesto propagandistico per riproporre uno ius soli (che peraltro già esiste in Italia) e per promuovere ancora “porti aperti” e immigrazione incontrollata di africani che, deliberatamente senza documenti, sono da qualificare come clandestini.
Non si parla più del pericolo corso da quei ragazzini, non si parla più del criminale senegalese che pur aveva avuto dall’Italia casa, famiglia, lavoro e cittadinanza, non si parla più dei Carabinieri e meno che mai dei due ragazzini italiani cui maggiormente va dato il merito della salvezza di tutti, offrendosi generosamente uno di essi come “ostaggio” nelle mani del criminale senegalese. Si chiama Niccolò ma di lui non si parla per il razzismo della stampa e della sinistra contro gli italiani e perché non funzionale a ius soli e immigrazione tanto illegale quanto illimitata.
Dunque, la tragedia si è trasformata in farsa. L’atto conclusivo sarebbe la concessione della cittadinanza italiana ai due ragazzini, uno egiziano e l’altro marocchino. È stato lodevole il loro comportamento che però avrebbe dovuto essere riconosciuto in qualsiasi altro modo, per esempio la gratuità di tutto il loro corso di studi, Università compresa. O in qualsiasi altro modo.
Ma la cittadinanza non è l’equivalente di una medaglia, come ha detto il “primo” Salvini; il “secondo” Salvini sembra aver cambiato idea.
La legge del 1992 consente l’attribuzione della cittadinanza italiana a chi abbia onorato la Repubblica con meriti speciali. Al di là della prontezza e del coraggio dei quattro ragazzini non mi pare che quel che i due non cittadini, ancorchè nati in Italia e con le famiglie in Italia da tempo, integrino con il loro comportamento la fattispecie in questione.
La decisione del Ministro Matteo Salvini, se così sarà, significa che ad ogni atto di coraggio, vero o ritenuto tale, dovrà corrispondere il conferimento della cittadinanza italiana. Non mi pare una posizione condivisibile.
Peraltro, mi domando perché il 13 maggio 2015 non fu data la cittadinanza italiana al bengalese Sobuy Khalifa che, mettendo a rischio la sua vita e facendosi scoprire come clandestino in Italia con rischio di espulsione, non esitò a buttarsi nel Tevere (non sapendo neppure nuotare bene) salvando la vita ad una signora israeliana.
I problemi sono altri e contrari: togliere la cittadinanza italiana agli ex stranieri autori di delitti di sangue o di atti di terrorismo.
E inoltre, precludere l’acquisizione della cittadinanza italiana a chi discendente da continuità di sangue da nonni o avi trasferitisi all’estero, mai hanno messo piede in Italia, non parlano l’italiano e nulla sanno dell’Italia, e sono interessati solo al passaporto.
Altro da fare sarebbe incrementare nella misura dovuta le espulsioni di chi è in Italia irregolarmente e non è mai sfuggito da guerre e né mai fu sottoposto a torture. Va bene tutto ma non la presa in giro: i giovanottoni palestrati e muniti di smartphone provenienti dalla Libia, non sembra proprio che siano stati torturati o vessati.
Naturalmente il Ministro Matteo Salvini ha più elementi per decidere e deciderà in piena autonomia e responsabilità, ma non commetta specularmente gli errori dei suoi avversari politici.
AUGUSTO SINAGRA

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