Il colle, il dragone e Sora Giorgia_di Ernesto
Il colle, il dragone e Sora Giorgia.
C’è un colle in Italia con uno scranno su cui si accomoda un tizio che dovrebbe rappresentare l’unità nazionale ed essere interprete della Carta Costituzionale nella sua evoluzione applicativa: non ci si vuole dilungare nella spiegazione della differenza tra costituzione materiale e costituzione formale. Basti in questa sede sottolineare che, le maggioranze parlamentari, la politica, hanno il compito di interpretare ed applicare la carta costituzionale ed a quel signore sul colle, spetta solo il compito di prenderne atto sorvegliando solo che la stessa non venga palesemente violata.
Insomma, in linea teorica, costui dovrebbe prendere atto della volontà popolare che esprime una maggioranza che ha un determinato programma ed è delegata dal popolo ad applicarlo.
Accade invece che questo personaggio, anche un po lugubre nella postura e nell’espressione, non perda occasione per rappresentare non già l’unità nazionale e gli interessi di questa ma, bensì, gli interessi di organismi sovranazionali a cui, a detta sua, dovremmo affidarci come un messia salvifico.
Non solo.
Egli si circonda di funzionari da Lui scelti e da noi pagati, che tramano per far cadere il governo eletto dal popolo e sostituirlo, senza passare per nuove elezioni, con uno diverso più congeniale ai desiderata di quegli organismi sovranazionali che tanto bene vogliono fare per questa povera Italia che, invece, asina quale è, si ostina a fare resistenza.
In particolare, questo disgraziato paese, ha un governicchio, eletto da un numero miserrimo di elettori che ancora credono che votare serva a qualcosa ma non completamente e del tutto supino a questi organismi sovranazionali.
Non che si opponga ma, sottotraccia e con mezze misure, fa un minimo di resistenza: si grida alle armi ed il governicchio non dice no ma fa poi dei distinguo sulle truppe, sui limiti e sull’opportunità.
Insomma, di mandare le truppe in guerra il governicchio dice che non se ne parla.
Ed allora, nel mentre dal Colle pubblicamente si incita alla adesione senza se e senza ma agli obiettivi di questi organismi, in uno di questi un Ammiraglio che colà, anch’egli, dovrebbe rappresentare gli interessi Italiani e la politica del governicchio, senza consultarsi con alcuno ciancia di attacchi preventivi ad un paese straniero con cui, formalmente, non abbiamo alcuna controversia neppure diplomatica.
Insomma questo Dragone si uniforma all’invito alle armi.
Tutti attendono con ansia una presa di posizione e guardano alla Garbatella da cui si spera, giungano segni di vita: ma niente nel Rione tutto tace.
A parte un malcelato imbarazzo e commenti di ministri vari con opposte valutazioni, Sora Giorgia, non prende una posizione.
Certo, “il bel tacer non fu mai scritto” ma che dire dell’idea della Signora in questione di varare una riforma costituzionale che prevedesse il ritorno alle urne in caso di caduta del governo prima della sua naturale scadenza?
Questa si, una misura che scongiurerebbe trame più o meno occulte per nuove maggioranze posticcie ed eterodirette.
Con buona pace di Colli e Dragoni.
Ma pare che, dopo una durissima lotta per una ennesima “non riforma” della giustizia, non ci sia spazio per altro.
Si tira a campare, come in Borgata.
Peccato che l’orizzonte non sia solo quello della Garbatella ma di un paese intero.