Come era verde la mia valle_di WS
		
		Come Monahan,l’ autore di questo articolo, anche io, proprio qui non molto tempo fa , ho scritto un mio “come era verde la mia valle”. Infatti il malinconico rimpianto del passato è un sottoprocesso inevitabile dell’ invecchiamento.
Ma in entrambi i casi “le valli” erano davvero “verdi” e bisognerebbe capire il perché poi siano diventate “grigie”, essendo l’ odierno declino della “classe operaia” solo una parte del declino della classe di chi “ deve lavorare per vivere” , cioè “i lavoratori” come erano chiamati allora, una classe in gran parte formata da “salariati” ( ma non solo ) e che ha avuto i suoi “verdi giorni” nel secondo dopoguerra
Su questi “giorni verdi” molti diranno che siano stati conquistati con le lotte per “la democrazia” , “le lotte sindacali “ ect ect . Ma ovviamente non è vero, come sa chi quella “estate” l’ ha vissuta; perché a quella “classe” allora si aprivano facilmente “ ascensori sociali ” che oggi le vengono chiusi nonostante noi siamo ancora “in democrazia” e ben forniti di “sindacati”.
E sono pochi quelli che si chiedono un perché che in realtà è molto semplice da capire. ALLORA, “ l’altra classe”, quella che “può vivere senza dover lavorare” , aveva bisogno della collaborazione dei “lavoratori” per vincere lo scontro con “il comunismo”; un’ altro sistema composto ovviamente dalle solite “due classi” ma in cui “la misura di tutte le cose” non era “il danaro” ma “l’ appartenenza ”.
Se infatti il sistema “occidentale ” avesse nel 1945 conseguito una vittoria ANCHE sull’ URSS, la borghesia “occidentale” , per usare termini “marxisti” , non avrebbe poi dovuto blandire la sua “classe lavoratrice” e si sarebbe presa tutta per sé la ricchezza prodotta, come in effetti ha cominciato a fare una volta crollato “il comunismo”.
Come spiega la marxista “legge ferrea dei salari” , se niente glielo impedisce , un “capitalista” può sequestrare tutto “il plusvalore” pagando ai suoi salariati solo il salario minimo necessario alla loro sopravvivenza.
Così il declino dei “lavoratori ” americani, è comiciato fin da quando a “chi comanda in “ U$A è apparso evidente che il sistema americano” avrebbe vinto la “guerra fredda” e questa cosa poi è stata estesa anche a tutte le province dell’ Impero.
E quel che è peggio, oggi , l’ automazione e la digitalizzazione riducono progressivamente il numero dei salariati necessari , ponendo la classe dei “lavoratori” in un crescente stato di necessità che permette al “padronato” di comprimere sempre più i salari in una crisi perenne e funzionale solo a LORO.
Monahan qui infatti parla degli effetti della “crisi del 2007” ( o del 1999 ? ) ma non la inquadra storicamente . Ci sono infatti state prima, nel 1907 e nel 1929, altre crisi che hanno prodotto prima uno schiacciamento dei salari e poi la guerra.
Ad esempio , la crisi del ’29 espulse i contadini americani dalle loro fattorie rastrellate dalle banche creditrici, creando così milioni di disperati e morti letteralmente di fame di cui nessuno mai parla , una cosa che mi sorprese leggere , da ragazzo , nell’ amarissimo “Furore” di Steinbeck.
La gente moriva di fame e i granai erano pieni di grano invenduto!
Da noi in Europa non era successo niente di simile , nessuno era morto di fame, perché la solidarietà sociale aveva provveduto , saltando “l’ intermediazione del danaro”, con il baratto di merci , lavoro e cibo . In America invece la crisi fu più dura perché niente lì si poteva avere senza “il danaro”.
Allora mentre l’ Europa “andava a destra” con stati divenuti “imprenditori” , l’ America invece rischiò di “andare a sinistra”. Ma venne Roosevelt a salvare il Capitalismo ” da se stesso” copiando le ricette dei fascismi europei.
La soluzione veramente perseguita non era il tanto celebrato”New Deal”, ma una guerra mondiale programmata di soppiatto fin dall’ inizio; il progetto del B17 l’ aereo di bombardamento strategico a lungo raggio con cui gli americani hanno poi vinto la loro guerra , partì proprio con l’ insediamento di Roosevelt.
La disoccupazione in USA rimase alta per tutti i ‘30. Le “opere pubbliche” di Roosevelt non erano , come veniva allora raccontato, realmente finalizzate a “ dare lavoro” , ma a costruire le infrastrutture che sarebbero state utili nelle futura guerra.
Ad esempio la Tennessee Valley Autority non restitui “la terra ai contadini”, ma creò l’ immensa riserva di elettricità poi usata per arricchire l’ uranio.
L’essenza degli USA infatti era già allora quella descritta da Cogan nel suo monologo finale del film “ Killing them softly” , un film talmente penetrante da non essere stato volutamente apprezzato.
E vale la pena riportare interamente qui quel monologo perché da solo valeva il prezzo del biglietto.
«“Siamo un solo popolo”: un mito creato da Thomas Jefferson. Amico mio, Jefferson è un santo americano perché ha scritto le parole “tutti gli uomini sono creati uguali“, cosa in cui evidentemente non credeva, visto che fece vivere i suoi figli in schiavitù. Era un ricco enologo stufo di pagare agli inglesi troppe tasse; così scrisse delle belle parole e aizzò la plebaglia, che andò a morire per quelle parole, mentre lui rimaneva a casa a bere il suo vino e a scoparsi la sua schiava. E quello [rivolto a Barack Obama, che sta tenendo un discorso alla nazione dopo la vittoria elettorale] viene a dirmi che viviamo in una comunità? Ma non farmi ridere! Io vivo in America… e in America tu sei solo. L’America non è una nazione, è soltanto affari: e adesso pagami!»
Quindi quale è la conclusione? Che “ci risiamo”. Anche questa “crisi” che intenerisce Monahan sarà risolta nello stesso modo , con la differenza che stavolta LORO , “i signori del denaro” porteranno la gente a morire “ senza incentivi” perché “il popolo” gli è ormai diventato superfluo anche per fare la guerra.
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