Il nuovo ruolo strategico del Regno Saudita, di Alberto Cossu

Il nuovo ruolo strategico del Regno Saudita
Autore: Alberto Cossu 20/05/2025
L’Arabia Saudita sta vivendo una trasformazione epocale che la proietta al centro degli equilibri geopolitici mondiali. Il Regno, storicamente percepito come uno Stato rentier, passivo e dipendente quasi esclusivamente dalle rendite petrolifere, si sta oggi affermando come attore proattivo, riformista e strategicamente assertivo. Questa evoluzione è il risultato di una serie di cambiamenti interni e di una nuova visione di politica estera, incarnata dalla Vision 2030 del principe ereditario Mohammed bin Salman. In tale contesto, la recente visita del presidente Donald Trump a Riyadh, scelta come prima tappa del suo secondo mandato, ha rappresentato non solo un gesto diplomatico di grande impatto, ma anche una dichiarazione geopolitica che ha sancito la centralità crescente dell’Arabia Saudita nello scenario internazionale.
La visita di Trump: un nuovo paradigma nelle relazioni bilaterali
La visita di Trump nel maggio 2025 è stata molto più di una semplice riaffermazione dei legami storici tra Washington e Riyadh. Essa ha segnato un punto di svolta, confermando che l’Arabia Saudita non è più vista dagli Stati Uniti come un semplice cliente o fornitore di petrolio, ma come un partner strategico a tutto tondo. L’incontro tra Trump e il principe ereditario Mohammed bin Salman ha avuto luogo in un clima di grande attenzione internazionale, con delegazioni commerciali e di difesa di altissimo livello al seguito del presidente americano. Gli accordi siglati hanno spaziato dall’intelligenza artificiale ai semiconduttori, dall’idrogeno verde alle infrastrutture turistiche, riflettendo la volontà saudita di diversificare la propria economia e di posizionarsi come hub di innovazione e investimenti globali.
Uno degli aspetti più rilevanti della visita è stato l’annuncio della joint venture tra AMD e l’Arabia Saudita per la produzione di chip AI di ultima generazione. Questo accordo pone il Regno in una posizione di leadership nella corsa globale all’intelligenza artificiale, segnando il passaggio da consumatore a produttore e abilitando di tecnologia. Non meno importante è stato il rafforzamento della cooperazione in materia di sicurezza, con un’enfasi particolare sul trasferimento di tecnologia e sulla produzione congiunta di sistemi di difesa, a testimonianza della volontà saudita di raggiungere una maggiore autosufficienza anche nel settore militare.
La visita di Trump ha avuto anche una forte valenza simbolica. In un momento di grandi tensioni regionali, la presenza del presidente americano a Riyadh ha rafforzato il ruolo del Regno come potenza centrale di convocazione in Medio Oriente. L’appoggio di Trump alla richiesta saudita di revocare le sanzioni alla Siria ha rappresentato un importante successo diplomatico, confermando che, quando la regione richiede leadership, Washington guarda ancora a Riyadh come primo interlocutore.
Il nuovo ruolo dell’Arabia Saudita tra i paesi del Golfo
La trasformazione dell’Arabia Saudita non si limita alla sfera bilaterale con gli Stati Uniti, ma si riflette anche nei rapporti con i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC). Tradizionalmente leader del blocco, il Regno ha saputo consolidare la sua posizione grazie a una politica estera più assertiva e a una capacità di mediazione che si è rivelata cruciale nei momenti di crisi, come durante il recente riavvicinamento tra Arabia Saudita e Qatar dopo la crisi diplomatica del 2017-2021.
Oggi, Riyadh si propone come punto di riferimento per la stabilità e la sicurezza della Penisola Arabica, ma anche come motore di integrazione economica e tecnologica. Gli investimenti in settori strategici come l’energia rinnovabile, la digitalizzazione e le infrastrutture hanno rafforzato la posizione saudita all’interno del GCC, consentendo al Regno di guidare l’agenda regionale verso una maggiore diversificazione economica e una riduzione della dipendenza dal petrolio.
Arabia Saudita e Iran: tra rivalità e dialogo
Il rapporto tra Arabia Saudita e Iran rimane uno dei dossier più delicati del panorama mediorientale. Le due potenze, divise da profonde rivalità religiose, politiche e strategiche, hanno attraversato fasi alterne di tensione e dialogo. Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito a un cauto riavvicinamento, favorito anche dalla mediazione della Cina e dal mutato contesto regionale.
L’Arabia Saudita, pur mantenendo una posizione di fermezza nei confronti delle ambizioni regionali di Teheran, ha compreso la necessità di gestire il confronto in modo pragmatico, privilegiando la stabilità e la sicurezza collettiva. Il dialogo avviato tra le due capitali, seppur fragile, ha già prodotto alcuni risultati concreti, come la ripresa delle relazioni diplomatiche e la cooperazione su questioni di sicurezza marittima. Tuttavia, le divergenze permangono, soprattutto in relazione ai conflitti in Yemen, Siria e Libano, dove le rispettive sfere di influenza continuano a scontrarsi. In questo contesto, la capacità saudita di bilanciare il confronto con l’Iran e di mantenere aperti i canali del dialogo rappresenta un elemento chiave della sua nuova postura strategica.
Il rapporto con Israele: normalizzazione e calcolo strategico
Un altro fronte su cui l’Arabia Saudita si sta muovendo con grande attenzione è quello del rapporto con Israele. Sebbene non siano ancora state formalmente avviate relazioni diplomatiche, il dialogo tra i due paesi si è intensificato negli ultimi anni, soprattutto in funzione anti-iraniana e nella prospettiva di una maggiore integrazione regionale. La normalizzazione dei rapporti, già avviata da altri paesi arabi come Emirati Arabi Uniti e Bahrein nell’ambito degli Accordi di Abramo, rappresenta per Riyadh una scelta strategica di grande portata, ma anche un rischio politico, considerata la sensibilità della questione palestinese nell’opinione pubblica saudita e araba.
Il Regno sta valutando attentamente i costi e i benefici di una possibile apertura, consapevole che una mossa in questa direzione potrebbe rafforzare la sua posizione come leader regionale e partner privilegiato degli Stati Uniti, ma anche esporlo a critiche interne ed esterne. In ogni caso, l’Arabia Saudita si sta dimostrando abile nel capitalizzare la propria posizione di ago della bilancia nei nuovi equilibri mediorientali, mantenendo una postura di cauta apertura verso Israele senza compromettere i propri interessi fondamentali.
La Cina: un partner strategico in ascesa
Negli ultimi anni, la Cina è diventata uno degli interlocutori più importanti per l’Arabia Saudita, sia sul piano economico che su quello politico. Pechino è oggi il principale partner commerciale del Regno e uno dei maggiori acquirenti di petrolio saudita. Ma la relazione va ben oltre l’energia: la Cina è coinvolta in numerosi progetti infrastrutturali, tecnologici e industriali nell’ambito della Vision 2030, e il dialogo tra i due paesi si estende anche alla sicurezza e alla diplomazia regionale.
L’Arabia Saudita vede nella Cina un partner alternativo agli Stati Uniti, capace di offrire investimenti, tecnologia e sostegno politico senza le condizioni spesso imposte da Washington. Al tempo stesso, Riyadh è consapevole della necessità di bilanciare il rapporto con Pechino per non compromettere l’alleanza storica con gli Stati Uniti. In questo senso, la diplomazia saudita si sta muovendo con grande abilità, sfruttando la competizione tra le grandi potenze per massimizzare i benefici per il Regno.
La mediazione cinese nel riavvicinamento tra Arabia Saudita e Iran ha rappresentato un esempio concreto della crescente influenza di Pechino nella regione e della volontà saudita di diversificare i propri partner strategici. In prospettiva, la collaborazione con la Cina potrebbe estendersi anche ai settori dell’intelligenza artificiale, delle energie rinnovabili e della sicurezza, rafforzando ulteriormente la posizione del Regno come ponte tra Oriente e Occidente.
La Turchia: rivalità, cooperazione e pragmatismo
Il rapporto tra Arabia Saudita e Turchia è stato caratterizzato da una forte rivalità negli ultimi anni, soprattutto dopo la crisi diplomatica seguita all’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi nel consolato saudita di Istanbul. Tuttavia, le due potenze hanno progressivamente superato le tensioni, avviando un dialogo pragmatico su questioni di interesse comune come la sicurezza regionale, la lotta al terrorismo e la cooperazione economica.
La Turchia, guidata dal presidente Recep Tayyip Erdoğan, vede nell’Arabia Saudita un partner indispensabile per la stabilità del Medio Oriente e per il rilancio della propria economia, mentre Riyadh riconosce l’importanza di mantenere rapporti costruttivi con Ankara per evitare nuove frizioni e rafforzare la propria posizione regionale. La collaborazione si è recentemente intensificata, con la firma di accordi commerciali e investimenti congiunti, a testimonianza di una volontà comune di superare le divergenze e di costruire un partenariato basato su interessi reciproci.
L’India: un ponte tra Golfo e Asia
L’India rappresenta un altro partner strategico di crescente importanza per l’Arabia Saudita. I due paesi condividono interessi convergenti in diversi settori, dall’energia alle infrastrutture, dalla sicurezza alla tecnologia. L’India è uno dei principali mercati di sbocco per il petrolio saudita e un importante investitore nei progetti di sviluppo del Regno. Al tempo stesso, la diaspora indiana in Arabia Saudita costituisce una componente fondamentale della forza lavoro locale e un ponte culturale tra le due nazioni.
Negli ultimi anni, la cooperazione si è estesa anche alla sicurezza e alla lotta al terrorismo, con la firma di accordi bilaterali e la partecipazione a esercitazioni militari congiunte. L’Arabia Saudita vede nell’India un alleato chiave per rafforzare la propria presenza in Asia e per diversificare i propri partner strategici, in un’ottica di crescente multipolarismo.
L’Europa e l’Italia: tra interessi economici e valori condivisi
Il rapporto tra Arabia Saudita ed Europa, e in particolare con l’Italia, è caratterizzato da una forte interdipendenza economica e da una crescente collaborazione in settori strategici come l’energia, la tecnologia e la difesa. L’Unione Europea rappresenta uno dei principali partner commerciali del Regno e un mercato di riferimento per le esportazioni di petrolio e prodotti petrolchimici. Allo stesso tempo, l’Europa è un importante investitore nei progetti di sviluppo sauditi, soprattutto nell’ambito delle energie rinnovabili e delle infrastrutture.
L’Italia, in particolare, ha rafforzato la propria presenza nel Regno grazie a una serie di accordi commerciali e di cooperazione industriale, soprattutto nei settori dell’energia, della meccanica e delle costruzioni. La partecipazione di aziende italiane ai grandi progetti della Vision 2030, come la città futuristica di Neom, rappresenta un’opportunità di crescita e di innovazione per entrambe le parti. Tuttavia, il dialogo tra Arabia Saudita ed Europa non si limita agli aspetti economici, ma si estende anche ai temi dei diritti umani, della sicurezza e della lotta al terrorismo. In questo senso, il Regno è chiamato a bilanciare le proprie ambizioni di modernizzazione con le aspettative della comunità internazionale in materia di riforme politiche e sociali.
La Russia e la partecipazione ai BRICS
Negli ultimi anni, l’Arabia Saudita ha rafforzato i rapporti con la Russia, soprattutto nell’ambito della cooperazione energetica e della gestione dei mercati petroliferi attraverso l’OPEC+. Mosca rappresenta per Riyadh un partner alternativo agli Stati Uniti e all’Europa, capace di offrire sostegno strategico nella definizione delle politiche in materia di petrolio in grado di influenzare il sistema economico globale.
Un elemento di particolare rilievo è la recente adesione dell’Arabia Saudita ai BRICS+, il gruppo di paesi emergenti che comprende Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. L’ingresso del Regno in questo forum rappresenta un segnale chiaro della volontà saudita di giocare un ruolo da protagonista nel nuovo ordine multipolare, rafforzando i legami con le economie emergenti e ampliando la propria influenza a livello globale. La partecipazione ai BRICS+ offre all’Arabia Saudita nuove opportunità di cooperazione economica, tecnologica e politica, ma anche la possibilità di contribuire attivamente alla definizione delle regole del gioco internazionale.
Conclusioni: una nuova centralità globale
L’Arabia Saudita si trova oggi al centro di una trasformazione senza precedenti, che la vede protagonista non solo nello scenario regionale, ma anche in quello globale. La visita di Trump ha rappresentato una tappa fondamentale di questo percorso, sancendo la nuova centralità del Regno e la sua capacità di influenzare le dinamiche internazionali. La politica estera saudita, sempre più assertiva e multilaterale, si basa sulla capacità di bilanciare i rapporti con le grandi potenze – Stati Uniti, Cina, Russia – e di costruire partenariati strategici con attori regionali come Israele, Turchia e India.
In questo contesto, l’Europa e l’Italia sono chiamate a rafforzare il dialogo con Riyadh, cogliendo le opportunità offerte dalla trasformazione del Regno e contribuendo alla definizione di un nuovo ordine internazionale più equilibrato e inclusivo. L’Arabia Saudita, da paese rentier e periferico, si sta rapidamente affermando come attore centrale, capace di guidare la transizione verso un mondo multipolare e di giocare un ruolo da protagonista nelle grandi sfide del XXI secolo.