
Questo commento disilluso e iconoclasta è stato fatto da un giornalista nero sudafricano. Illustra lo sfacelo di un Paese in cui vengono commessi più di 70 omicidi al giorno, in cui la disoccupazione colpisce circa il 40% della popolazione attiva, in cui il reddito della fascia più povera della popolazione è inferiore di quasi il 50% rispetto al regime bianco precedente al 1994 e in cui più di un terzo della popolazione sopravvive esclusivamente grazie al welfare. Come potrebbe essere altrimenti nel “nuovo Sudafrica”, che è caduto preda del partito-stato ANC, i cui leader, troppo spesso tanto incompetenti quanto corrotti, sembrano non avere altro obiettivo che il proprio arricchimento? Un partito-stato che rischierà molto nelle elezioni del 29 maggio, perché non avrà più l’alibi dell’eredità cosiddetta “negativa” dell’apartheid per scagionarsi dalla sua incapacità predatoria. Infatti, nel 1994, quando il presidente De Klerk portò al potere Nelson Mandela, un Nelson Mandela incapace di prendere il potere con la forza [1], lasciò in eredità all’ANC la più grande economia del continente, un Paese con infrastrutture di comunicazione e di trasporto al pari dei Paesi sviluppati, un settore finanziario moderno e prospero, un’ampia indipendenza energetica, un’industria diversificata, capacità tecniche di alto livello e il più grande esercito africano. Ventotto anni dopo, intrappolati nella rete delle loro stesse bugie, prevaricazioni e inadeguatezze, i leader dell’ANC non sono più credibili quando continuano ad accusare il “regime dell’apartheid” nel tentativo di cancellare le loro colossali responsabilità per l’impressionante bancarotta di cui sono gli unici responsabili. Il tutto in un contesto di aspre lotte all’interno della stessa ANC tra i sostenitori di Cyril Ramaphosa, attuale Presidente della Repubblica, e l’ex Presidente Zulu Jacob Zuma, costretto alle dimissioni nel 2018 a causa di scandali di corruzione. Jacob Zuma è diventato la figura centrale di un nuovo partito, Umkhonto we Sizwe (MK), creato per ostacolare l’ANC nelle elezioni del 29 maggio, dal nome del braccio armato dell’ANC che ha guidato la lotta contro il regime bianco prima del 1994.
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