Covid in Africa: un po’ di raffreddore?, di Bernard Lugan
Il centro epidemiologico Epicentro annesso a (MSF) Medici Senza Frontiere, ha pubblicato il 28 dicembre 2021 un articolo intitolato “Covid-19 in Africa: il virus circola più di quanto annunciato” e, sotto la didascalia “L’epidemia di Covid 19 è stata sottovalutato? ”
Questi due titoli “allarmisti” nascondono l’interesse principale dell’articolo, che è quello di riportare il “flagello del secolo” alla sua vera realtà. Almeno per quanto riguarda l’Africa, dove la devastazione annunciata non si è verificata poiché i casi ufficiali di Covid, lì sono particolarmente bassi. Un mistero vista la sua contagiosità e il bassissimo tasso di vaccinazione.
Inoltre, per cercare di capire questa eccezione africana, sono stati condotti diversi studi sulla sieroprevalenza, questo marcatore infallibile che consente di contare il numero di soggetti che, in un momento o nell’altro, sono stati in contatto con il virus o i virus. del covid.
Lo studio, che è stato condotto in sei paesi, Mali, Niger, Kenya, Sudan, Repubblica Democratica del Congo e Camerun, ha permesso ai suoi autori di stabilire che la percentuale di persone asintomatiche, cioè che non manifestano alcun sintomo, è molto alta . Così, secondo le analisi di sieroprevalenza, il 42% dei nigerini è stato infettato una volta o l’altra dal, o dal, covid, e questo senza avvertire il minimo sintomo mentre il tasso ufficiale nazionale è dello 0,02%. In Mali i rapporti sono 25% e 0,07%, in Sudan 34% e 0,08%.
Lo studio spazzando via il desiderio delle autorità di camuffare le reali figure dei pazienti, la spiegazione è potenzialmente triplice:
1) Non avendo sintomi, i cittadini di questi paesi non verranno testati.
2) Il virus circola in maniera molto importante, ma sotterranea, e senza provocare forme gravi. Tranne, come in Europa, nelle persone a rischio, i giovani non sono molto sensibili ad esso. Tuttavia, la popolazione africana è giovane. In queste condizioni, scrive il rapporto, “In Niger forse non è necessario vaccinare tutta la popolazione, la cui età media è di 15 anni”. Tanto più che lo studio ci dice che il 42% della popolazione è ormai immune da quando è stato in contatto con il virus…
3) Attraverso ciò che scrivono gli autori, ma senza che lo dicano apertamente, in Africa, l’immunizzazione naturale della popolazione sembra quindi essere una realtà,può essere lo stesso in Europa? Questo merita un nuovo studio.
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