Cina contro Stati Uniti: il fronte orientale della guerra. Teoria della convergenza, di Ding Ke

Si parla molto della concorrenza e del decoupling tra Stati Uniti e Cina. Ma è in corso un altro processo, che passa molto più inosservato: la convergenza nelle istituzioni delle due principali potenze del nostro secolo, nascosta dalla guerra tra sistemi.

Caratteristiche del sistema economico cinese

La terza dimensione del conflitto economico tra Stati Uniti e Cina è la competizione e il conflitto tra i sistemi economici dei due Paesi1. In che misura il sistema economico cinese è unico rispetto al sistema americano di economia di mercato? A questo proposito, la critica di Dennis Shea, allora ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), è istruttiva. In occasione della riunione del Consiglio Generale dell’OMC tenutasi il 26 luglio 2018, subito dopo lo scoppio della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, Denis Shea aveva affermato che «la Cina è in realtà l’economia più protezionista e mercantilista del mondo. Contrariamente alle aspettative dei membri, la Cina non si è mossa verso una più completa adozione di politiche e pratiche basate sul mercato da quando ha aderito all’OMC nel 2001. In realtà, è vero il contrario. Il ruolo dello Stato nell’economia cinese è aumentato». Per quanto riguarda i problemi del sistema economico cinese, ha evidenziato l’intervento del Governo cinese e del Partito Comunista nelle attività economiche e nell’allocazione delle risorse, la capillare presenza di imprese statali, il sistema di economia pianificata simboleggiato dal Piano quinquennale, la politica industriale simboleggiata da Made in China 2025, la creazione di capacità produttiva in eccesso attraverso i sussidi, il danno causato alla proprietà intellettuale da politiche irragionevoli e l’eliminazione dei concorrenti stranieri con lo strumento della politica industriale2.

Sebbene le osservazioni di Shea siano enumerative, possiamo, sulla base di questo indice, evidenziare tre punti sul carattere unico del sistema economico cinese visto dagli Stati Uniti. In primo luogo, il governo cinese dispone di un’enorme capacità di mobilitazione a favore dell’attività economica e per l’allocazione delle risorse. Questo avviene perché la Cina, in quanto Paese socialista, non consente la proprietà privata della terra. Cerca poi, per quanto possibile, di mantenere una forte presenza di imprese statali in aree strategiche come la finanza e l’energia. Inoltre, lo stesso Partito Comunista ha una notevole capacità organizzativa che usa per influenzare le comunità, anche quelle con una popolazione di qualche migliaio di persone. Questa situazione è fondamentalmente diversa dal sistema di economia di mercato degli Stati Uniti, che consente la proprietà privata di quasi tutti i fattori di produzione, compresi la terra e il capitale.

In primo luogo, il governo cinese dispone di un’enorme capacità di mobilitazione a favore dell’attività economica e per l’allocazione delle risorse: la Cina, in quanto Paese socialista, non consente la proprietà privata della terra

DING KE

In secondo luogo, il governo cinese sta cercando di sfruttare questa forte capacità di mobilitazione per avantaggiarsi nella competizione economica globale, in particolare tramite sussidi industriali. Come vedremo in seguito, l’intervento governativo nell’attività economica segue una sua logica. Tuttavia, per gli Stati Uniti, che hanno adottato il principio di allocazione delle risorse sulla base dei principi di mercato, qualsiasi intervento appare inevitabilmente una distorsione del mercato.

Xingzhi Xu

In terzo luogo, il governo cinese ha una forte tendenza a privilegiare alcune imprese con proprietari diversi, al fine di assicurarsi un vantaggio nella competizione internazionale, e non mantiene necessariamente condizioni di parità nella concorrenza. Questa situazione è stata interpretata dagli Stati Uniti come una questione di trattamento discriminatorio rivolto alle aziende straniere – furti di proprietà intellettuale, trasferimento forzato di tecnologia e restrizioni per entrare nel mercato – ma la realtà apprare più complessa. Per attirare le imprese, ci sono anche casi di trattamento preferenziale verso le aziende straniere o, per proteggere le imprese statali, casi di trattamento discriminatorio delle aziende private locali.

La Cina sta perseguendo seriamente la sua politica industriale dalla metà degli anni 2000.3 Durante questo processo, la Cina ha aumentato in modo significativo il suo sostegno a industrie specifiche in termini di sussidi e fondi governativi di orientamento. Secondo la prudente stima di CSIS, la Cina ha dedicato quasi l’1,8% del suo PIL alla politica industriale nel 2019, più di quattro volte il rapporto osservato dagli Stati Uniti nello stesso periodo4. Dopo l’intensificarsi delle tensioni tra Stati Uniti e Cina nel campo dell’alta tecnologia, Pechino ha iniziato a ricostruire il suo sistema nazionale di innovazione e il ruolo del Governo sta aumentando anche in aspetti che esulano dal puro sostegno finanziario, come il coordinamento delle attività di innovazione. Tuttavia, almeno per i quattro aspetti seguenti, c’è ancora spazio per discutere se queste azioni possano essere considerate contrarie al libero mercato e nocive alla concorreza.

In primo luogo, gli strumenti politici adottati dalla Cina, che si tratti di strumenti di sostegno finanziario, come i fondi governativi di orientamento, oppure di meccanismi di supporto alla ricerca di base o di sforzi per creare consorzi di innovazione, sono stati più o meno replicati nelle politiche industriali dei Paesi sviluppati.

In secondo luogo, le politiche industriali del governo cinese, volte a sostenere le industrie in fase di catch-up o quelle già mature, come la cantieristica navale o l’acciaio, hanno effettivamente distorto i principi del mercato e portato alla formazione di un eccesso di capacità produttiva. Tuttavia, a partire dall’implementazione della nuova strategia di innovazione autonoma nel 2006, il focus della politica industriale si è già spostato sulla creazione di industrie emergenti e sulla costruzione di un sistema nazionale dell’innovazione5. Allo stesso modo, l’ambito dell’intervento governativo si è gradualmente spostato dall’obiettivo tradizionale della politica industriale, cioè proteggere e incoraggiare le industrie nascenti, per mirare ora all’eliminazione degli alti livelli di incertezza e asimmetria informativa insiti nella creazione di nuove industrie e nel processo di innovazione.

In terzo luogo, va notato che c’è ancora una competizione feroce tra i governi locali in qualità di attori principali della politica industriale cinese

DING KE

In terzo luogo, va notato che c’è ancora una competizione feroce tra i governi locali in qualità di attori principali della politica industriale cinese. Nella creazione di nuove industrie, il comportamento dei governi locali si avvicina di più a quello dei venture capitalist che a quello del settore pubblico. In qualità di operatore effettivo dei fondi di orientamento governativi, il governo locale è stato in grado di svolgere le funzioni di selezione e incoraggiamento proprie dei venture capitalist, e la concorrenza intergovernativa ha anche incoraggiato la competizione tra i cluster industriali. La Cina ha formato diversi consorzi di innovazione locali, che rappresentano un mezzo importante per creare un sistema nazionale dell’innovazione. È molto probabile che la forte concorrenza tra questi consorzi inneschi in futuro una concorrenza attiva in materia di R&D tra le aziende.

In quarto luogo, per quanto riguarda la neutralità della concorrenza, le politiche discriminatorie nei confronti degli investimenti stranieri in termini di protezione della proprietà intellettuale e di trasferimento forzato di tecnologia hanno effettivamente rappresentato un problema. Tuttavia, questi non sono necessariamente i problemi principali per le aziende statunitensi in Cina, e molti indicatori mostrano un miglioramento, come dimostrano i risultati di un sondaggio condotto dalla Camera di Commercio Americana in Cina6.

Xu Lin, ex funzionario della Commissione per lo Sviluppo e le Riforme, responsabile della negoziazione sui sussidi durante i negoziati di adesione all’OMC, fornisce una valutazione accurata del sistema economico cinese7. Secondo Xu, un profondo intervento governativo è inevitabilmente criticato come strumento che porta ad una concorrenza sleale nel mercato, ma sottolinea che è improbabile che il governo cinese autorizzi la proprietà privata dei terreni o promuova la privatizzazione delle istituzioni finanziarie e delle imprese statali. Xu suggerisce che il Governo cinese dovrebbe limitare il più possibile il suo intervento diretto nell’allocazione delle risorse nell’area dei beni pubblici e allocarle piuttosto in altre aree, seguendo standard trasparenti e aperti e secondo un processo competitivo. In una certa misura, attraverso il meccanismo di convergenza istituzionale, la riforma istituzionale del governo cinese sta andando in questa direzione.

La Cina ha formato diversi consorzi di innovazione locali, che rappresentano un mezzo importante per creare un sistema nazionale dell’innovazione.

DING KE

Convergenza istituzionale tra gli Stati Uniti e la Cina 

Se il conflitto tra Stati Uniti e Cina continua, come si evolveranno in futuro la concorrenza e il conflitto tra i sistemi economici dei due Paesi? Come si trasformerà la divisione internazionale del lavoro, che è stata costruita attorno a due Paesi con istituzioni economiche diverse? A questo proposito, va sottolineato che il meccanismo della convergenza istituzionale, ossia l’aumento graduale del numero di aspetti del proprio sistema che sono simili a quelli dell’altro Paese, è decisamente all’opera tra le parti coinvolte nella competizione intersistemica.

Questo meccanismo è stato suggerito da Jan Tinbergen, il primo vincitore del Premio Nobel per l’Economia, negli anni ’60, con il nome di teoria della convergenza. Secondo Tinbergen, i campi comunista e capitalista, sotto la pressione di un’intensa competizione intersistemica, devono apprendere i punti di forza del sistema altrui per compensare le debolezze del proprio. Di conseguenza, nel blocco comunista sono penetrati elementi dell’economia di mercato, mentre nelle economie libere si è sviluppato il settore pubblico, e i due sistemi hanno avuto una graduale tendenza a convergere8.

Cui Zhiyuan dell’Università Tsinghua ha pubblicato un articolo intitolato «Decoupling or Convergece?» sul China Daily dell’8 ottobre 2019 e, citando la teoria della convergenza di Tinbergen, ha sottolineato che esiste una possibilità di convergenza istituzionale tra Stati Uniti e Cina. Cui ha indicato due casi cinesi che supportano la teoria della convergenza: (1) le misure per gestire l’eccesso di capacità produttiva e (2) il passaggio dalla «gestione dell’impresa» alla «gestione del capitale» durante la terza sessione plenaria del 18° Comitato Centrale sulla riforma della gestione degli asset di proprietà dello Stato. Come esempi da parte statunitense, ha citato invece le discussioni sulla nazionalizzazione del 5G negli Stati Uniti e la nuova politica industriale statunitense9.

Con l’intensificarsi del conflitto tra Stati Uniti e Cina, è probabile che Pechino impari di più da Washington, soprattutto nel campo dell’innovazione

DING KE

Sebbene le idee di Tinbergen, combinate con le analisi di Cui, siano davvero illuminanti, è importante notare alcune sottili e importanti differenze nei meccanismi di convergenza tra Stati Uniti e Unione Sovietica, e quelli tra Stati Uniti e Cina. In primo luogo, i sistemi economici adottati dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica erano fondamentalmente diversi. D’altra parte, il sistema cinese, noto come «capitalismo di Stato» – il nome ufficiale in Cina è piuttosto «economia socialista di mercato» – pur enfatizzando il ruolo dello Stato, ha naturalmente anche un aspetto capitalista o di economia di mercato. Come Paese in via di sviluppo, la Cina ha tratto molto dalle istituzioni e dall’esperienza delle economie di mercato avanzate, in particolare da quella statunitense10. Per quanto riguarda il sistema dell’innovazione, che è al centro del sistema economico generale, la Cina ha incorporato attivamente le istituzioni e le esperienze degli Stati Uniti e di altri Paesi avanzati attraverso il rimpatrio di scienziati e ingegneri, al fine di ricostruire un sistema nazionale dell’innovazione. Con l’intensificarsi del conflitto tra Stati Uniti e Cina, è probabile che Pechino impari di più da Washington, soprattutto nel campo dell’innovazione.

D’altra parte, gli Stati Uniti non avevano inizialmente motivo di indagare sul sistema economico cinese. In risposta però alla sfida di Pechino, e consapevoli delle pratiche e del comportamento economico della Cina, gli Stati Uniti sono stati gradualmente costretti a prendere provvedimenti per rafforzare il loro intervento governativo.

In effetti, i recenti commenti dei politici statunitensi sulla politica industriale sono stati degni di nota proprio per la loro consapevolezza sulla Cina. Ad esempio, nell’articolo «L’America ha bisogno di una nuova filosofia economica», pubblicato su Foreign Policy nel febbraio 2020, prima del suo insediamento, il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, e la sua coautrice Jennifer Harris hanno sottolineato che «Difendere una politica industriale (in senso lato, le azioni governative per rimodellare l’economia) era una volta considerato imbarazzante – oggi dovrebbe essere invece visto come qualcosa di praticamente ovvio» e che «le aziende statunitensi continueranno a perdere terreno nella competizione con le aziende cinesi se Washington continuerà a fare così tanto affidamento sul settore privato». L’articolo chiariva anche che, per affrontare la sfida cinese, era necessario adottare politiche industriali e rafforzare il ruolo del Governo nel processo di innovazione11. La rinnovata importanza degli investimenti pubblici e della strategia industriale nella definizione della politica economica sotto l’amministrazione del Presidente Biden è stata recentemente illustrata da Brian Deese sulle nostre colonne.

Xingzhi Xu

Per quanto riguarda le azioni effettive da parte del governo degli Stati Uniti, le proposte di legge per incoraggiare le strutture di produzione di semiconduttori a ristabilirsi sul mercato interno erano già state prese in considerazione sotto l’amministrazione Trump. E sotto l’amministrazione Biden, è stato approvato il CHIPS and Science Act per consentire un sostegno massiccio nella forma di sussidi. Queste azioni sono considerate molto attente alla politica cinese per l’industria dei semiconduttori. Per quanto riguarda lo sviluppo del settore dell’AI, il rapporto pubblicato dalla Commissione di Sicurezza Nazionale sull’intelligenza artificiale sottolinea chiaramente che la concorrenza deve essere inquadrata dallo Stato per sviluppare l’industria12. Nel campo delle tecnologie verdi, un’altra area considerata essenziale sia dal Governo statunitense che da quello cinese, nell0agosto del 2022 il Congresso ha adottato una massiccia politica di sovvenzioni verdi, l’Inflation Reduction Act, che mira ad aumentare massicciamente la produzione di veicoli, pannelli solari fotovoltaici, energia verde e idrogeno negli Stati Uniti, attraverso le sovvenzioni.

Un altro punto importante che differenzia la situazione attuale dalla convergenza tra Stati Uniti e Unione Sovietica è che, data la profonda interdipendenza tra gli Stati Uniti e la Cina, quest’ultima ha interesse a mantenere la divisione internazionale del lavoro che esiste con gli Stati Uniti.

Data la profonda interdipendenza tra gli Stati Uniti e la Cina, quest’ultima ha interesse a mantenere la divisione internazionale del lavoro che esiste con gli Stati Uniti

DING KE

Ciò si riflette chiaramente in una serie di riforme istituzionali dell’ambiente di investimento per le aziende straniere in Cina dal 2010. Come contromisura ai negoziati dell’Accordo di Partenariato Trans-Pacifico guidato dagli Stati Uniti, la Cina ha introdotto nel 2013 un sistema di liste negative in via sperimentale in quattro zone pilota di libero scambio, tra cui Shanghai. Questo sistema ha abolito il sistema della lista positiva, che designava individualmente quali industrie erano autorizzate ad entrare e consentiva alle aziende straniere di entrare in tutte le industrie non presenti nella lista. Nel 2017, il sistema della lista negativa è stato esteso all’intero Paese e le barriere all’ingresso delle aziende straniere nel mercato cinese sono state rapidamente abbassate. Con l’intensificarsi della disputa tra Stati Uniti e Cina, la parte cinese ha continuato a implementare le riforme istituzionali, tenendo conto della pressione degli Stati Uniti. Dopo la guerra commerciale del 2018, nel dicembre dello stesso anno, il governo cinese ha sottoposto a discussione un progetto di legge sugli investimenti esteri, che è stato adottato nel marzo 2019 ed è entrato in vigore nel 2020, in una data insolitamente precoce. Nella prima fase dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, firmato nel gennaio 2020, il governo cinese ha anche adottato misure per adeguare le istituzioni economiche, in particolare eliminando i trasferimenti forzati di tecnologia e le barriere industriali discriminatorie nei settori bancario, dei titoli, delle assicurazioni e dei pagamenti elettronici. Il governo cinese ha anche fatto alcuni compromessi sull’aggiustamento economico

I risultati della serie di riforme istituzionali sono chiaramente illustrati nel «China Business Climate Survey Report», pubblicato annualmente da AmCham China. Come mostra la tabella qui sopra, la valutazione delle aziende associate ad AmCham China sul clima degli investimenti è peggiorata fino al 2016, ma è migliorata significativamente a partire dal 2017, in seguito all’introduzione del sistema di liste negative a livello nazionale. Anche la percentuale di aziende statunitensi che ritengono di essere trattate in modo equo – un indicatore di neutralità competitiva – è migliorata costantemente. Nello stesso sondaggio, una delle aspettative che le aziende associate esprimevano al Governo statunitense era quella di «impegnarsi per creare condizioni di parità per le aziende statunitensi che operano in Cina». Anche la percentuale di aziende che hanno selezionato questa voce è diminuita, passando dal 47% nel 2018 al 27% nel 2021.

Questo meccanismo di convergenza istituzionale è importante per il futuro della divisione internazionale del lavoro, che è stata costruita intorno agli Stati Uniti e alla Cina. Come spiega Inomata13, il conflitto economico tra Cina e Stati Uniti e la diffusione globale della pandemia di Covid-19 hanno portato «le aziende globali a considerare la forza di varie istituzioni nel Paese di destinazione o l’affinità con l’ambiente aziendale del Paese di origine come punti di riferimento importanti per la valutazione del rischio nell’espansione all’estero». In altre parole, la divisione internazionale del lavoro sarà favorita tra Paesi dotati di quadri istituzionali comuni, come i sistemi economici, gli standard tecnologici e i sistemi legali, mentre c’è una crescente possibilità di decoupling tra Paesi con quadri istituzionali diversi. In queste condizioni, la convergenza istituzionale tra Stati Uniti e Cina è estremamente importante per garantire la base istituzionale necessaria a mantenere l’attuale divisione del lavoro tra i due Paesi.

Va notato, tuttavia, che anche se questi meccanismi continuano a funzionare a lungo termine, è improbabile che i due sistemi economici convergano completamente verso uno stesso modello 14. Ciò è dovuto non solo alle differenze di sistemi politici e di capacità dei governi, ma anche allo scopo fondamentale della competizione tra i sistemi, che consiste nel mantenere una posizione di leadership nei confronti dell’altra parte attraverso la concorrenza. Questo meccanismo è decisamente diverso da quello del coinvolgimento, che incoraggia il cambiamento di regime nel Paese partner invitandolo a integrarsi nell’ordine internazionale esistente. Di conseguenza, quando si tratta di innovazioni che richiedono una fiducia profonda e un coordinamento complesso, o di attività economiche strettamente legate alla sicurezza, come quelle descritte nella seconda parte di questo studio, il margine di cooperazione tra Stati Uniti e Cina probabilmente si ridurrà – e sarà inevitabile un decoupling almeno parziale.

NOTE
  1. In questi ultimi anni, un numero crescente di studi hanno cominciato a interpretare la natura del conflitto tra Stati Uniti e Cina sotto la prospettiva della concorrenza tra sistemi. Brands (2018) si concentra sulle differenze tra regimi politici e Hayashi (2020) studia il carattere unico del sistema economico cinese dal punto di vista delle regole del commercio internazionale. Considerando che quest’opera tratta di conflitti economici, la discussione si concentra sulle differenze tra i sistemi economici dei due Paesi, in particolare sull’unicità del sistema cinese
  2. D. Shea, «Ambassador Shea: China’s Trade-disruptive economic model and implications for the WTO », Consiglio generale dell’OMC, Ginevra, 26 luglio 2018. Per una critica più completa del sistema economico cinese da parte del governo americano, consultare il rapporto annuale al 2022 Report to Congress On China’s WTO Compliance, pubblicato del Dipartimento del commercio americano. Oltre i punti sollevati dall’ambasciatore Shea, il report tocca anche questioni come quella della trasparenza.
  3. Ding Ke, «US-China High-Tech Disputes and the Transformation of China’s Industrial Policy : From Indigenous Innovation to the New Whole Nation System», in Ding Ke (dir.), US-China Economic Conflict : East Asian Responses to the Restructuring of International Division of Labor, IDE-JETRO, 2023.
  4. Gerard Di Pippo, Ilaria Mazzocco et Scott Kennedy, «Red Ink Estimating Chinese Industrial Policy Spending in Comparative Perspective», CSIS Report, maggio 2022.
  5. In alcune industrie emergenti, come l’industria degli schermi LCD, la sovrapproduzione è frequente. Tuttavia, al contrario delle industria tradizionali come l’acciaio, la sovrapproduzione nelle industrie emergenti caratterizzata da progressi tecnologici rapidi presenta un aspetto positivo nella misura in cui accelera l’introduzione di nuove tecnologie intensificando la concorrenza. Per un case study dell’industria cinese degli schemi LCD, rimando a LU (2016, capitolo 7, sezione 3).
  6. 中国美国商会 (AmCham China)『中国商業環境調査報告』(各年版).
  7. 徐林(Xu, L.) 2021.「从加入WTO 到加入CPTPP–中国産業政策的未来」『比較』(5):125-151.
  8. J. Tinbergen, «Do communist and free economies show a convergence pattern ?» Soviet Studies, 1961, 12(4), p. 333-341.
  9. Jonathan Gruber et Simon Johnson, «Jump-Starting America : How Breakthrough Science Can Revive Economic Growth and the American Dream», PublicAffairs, 2019.
  10. Ad esempio, la Cina, per entrare nell’OMC, ha dovuto creare delle leggi necessarie a un sistema di economica di mercato, prendendo spunto dall’esperienza dei Paesi sviluppati (secondo uno scambio di vedute con un esperto di ricerca dell’OMC in Cina l’11 novembre 2021).
  11. 経済産業省(METI)『通商白書』(各年版).- 2021「.経済産業政策の新機軸–新たな産業政策への挑戦」産業構造審議会の配布資料.
  12. Sahashi Ryo, «US-China Economic Conflicts and the Biden Administration», in Ding Ke, US-China Economic Conflict : East Asian Responses to the Restructuring of International Division of Labor, IDE-JETRO, 2023.
  13. 猪俣哲史(Inomata, S.) 2020「制度の似た国同士で分業へ 国際貿易体制の行方」『日本経済新聞』7月14日.
  14. In questo senso, è necessario continuare a seguire i differenti indicatori della tabella 3 per vedere in che misura possono essere migliorati

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Il lancio di un razzo mette in luce le lacune tecnologiche della Russia, di Ekaterina Zolotova

Il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno? Uno strabismo che impedisce di vedere e porre i guai di casa propria (es. la corruzione, la carenza di cervelli) in rapporto a quelli altrui. Un articolo interessante, ma troppo interessato; condito per altro da qualche involontaria confessione sul reale atteggiamento occidentale nei confronti della dirigenza russa negli anni ’90, in un clima di apparente disgelo e sulla inquietudine provocata dalla intraprendenza sino-russa. Giuseppe Germinario

Il lancio di un razzo mette in luce le lacune tecnologiche della Russia

L’industria spaziale è un indicatore dello sviluppo tecnologico di Mosca e degli sforzi di sostituzione delle importazioni.

Di: Ekaterina Zolotova

Giovedì la Russia ha testato con successo un razzo pesante chiamato Angara-A5, il suo primo razzo spaziale sviluppato dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Sebbene il Cremlino lo abbia pubblicizzato come un successo, l’evento è stato afflitto da diversi contrattempi. Il lancio al cosmodromo di Vostochny era inizialmente previsto per dicembre 2023, ma è stato rinviato. È stato riprogrammato per il 9 aprile ma annullato all’ultimo minuto. (I funzionari hanno affermato che si è verificato un guasto al sistema di pressurizzazione del serbatoio ossidante del blocco centrale del razzo.) L’operazione è stata nuovamente rinviata il giorno successivo, a causa di problemi tecnici, prima che il razzo fosse finalmente lanciato l’11 aprile. Questo caso evidenzia le sfide di Mosca nel campo di fronte alle sanzioni occidentali, soprattutto nei settori ad alto contenuto tecnologico come l’industria spaziale.

Per Mosca, l’industria spaziale è fondamentale non solo per mantenere lo status della Russia come potenza spaziale, ma anche per garantire il continuo progresso dei suoi settori della difesa e della tecnologia. Le tecnologie spaziali sono fondamentali per garantire la sicurezza delle comunicazioni, di Internet e dei sistemi di navigazione globale, che hanno scopi sia civili che militari. Sin dall’era sovietica, l’Occidente ha ripetutamente cercato di ostacolare i progressi russi in queste tecnologie. Ad esempio, le restrizioni furono imposte negli anni ’90, quando i razzi russi entrarono nei mercati commerciali, e dopo il 2014 , quando la Russia annetté la Crimea. Il 24 febbraio 2022, il primo giorno dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, gli Stati Uniti hanno limitato la vendita di alcune tecnologie avanzate alla Russia, il che ha portato a carenze di approvvigionamento, all’annullamento dei lanci e alla sospensione dei programmi scientifici.

Lanci di razzi russi, 2018-2024
(clicca per ingrandire)

Da quando le sanzioni sono entrate in vigore, l’industria spaziale è diventata un indicatore dello sviluppo tecnologico della Russia e degli sforzi di sostituzione delle importazioni, non solo nello spazio ma anche nelle industrie correlate, dall’estrazione mineraria alla produzione fino ai trasporti. Il Cremlino ritiene che il successo dei lanci missilistici possa dimostrare che, nonostante le sanzioni, la Russia può sviluppare nuove tecnologie e mantenere il suo programma spaziale, continuando allo stesso tempo a rifornire la sua campagna militare in Ucraina e a stimolare la sua economia.

Il Cremlino non ha molta scelta se non quella di sviluppare tecnologie più avanzate che possano aiutare il suo sforzo bellico e garantire l’accessibilità a Internet per tutte le regioni del paese. Il razzo Proton-M di epoca sovietica, che Angara-A5 è stato progettato per sostituire, sarà in funzione solo fino al 2025. Angara-A5 presenta diversi vantaggi chiave rispetto al suo potenziale predecessore, incluso il fatto che è a base di cherosene e non utilizza sostanze tossiche. componenti del carburante. Inoltre è prodotto solo con componenti russi e può essere lanciato dai cosmodromi russi, a differenza del Proton-M, che viene lanciato dal cosmodromo di Baikonur, uno spazioporto gestito dalla Russia in Kazakistan. La Russia non vuole fare affidamento su un paese straniero per condurre le proprie operazioni spaziali, soprattutto considerando che il Kazakistan ha recentemente sottolineato la sua neutralità, temendo che potrebbe essere colpito da sanzioni secondarie se fosse visto dall’Occidente come un aiuto allo sforzo bellico della Russia.

Il lancio di prova di questa settimana è stato il primo per questo particolare razzo al cosmodromo di Vostochny, nella regione dell’Estremo Oriente russo. I lanci precedenti hanno avuto luogo al cosmodromo di Plesetsk, nella regione nordoccidentale di Arkhangelsk, nel 2014, 2020 e 2021. Sono stati spostati a Vostochny per motivi finanziari e di sicurezza. Secondo il Cremlino, Vostochny consentirà inoltre al Paese di effettuare lanci più frequenti alle proprie condizioni, senza dover fare affidamento su una struttura straniera.

Lanci russi ai cosmodromi, 2023-2024
(clicca per ingrandire)

Oltre ad Angara-A5, la Russia spera di produrre satelliti per comunicazioni completamente gestiti a livello nazionale entro il 2026, dopo che le società straniere avranno smesso di fornire servizi satellitari. Tuttavia, l’industria spaziale di Mosca ha subito molti ostacoli a causa della continua dipendenza da tecnologie e componenti stranieri, nonostante i suoi tentativi di incrementare la produzione e l’innovazione nazionali. L’azienda che produce motori per i razzi della famiglia Angara ha dichiarato che doveva trovare analoghi russi, o almeno analoghi provenienti da paesi amici, delle parti necessarie per fabbricare i motori per soddisfare l’ordine. La Russia dipende ancora anche dall’importazione di componenti microelettronici , il che ha influito soprattutto sul programma spaziale. Anche lo sviluppo del sistema di navigazione russo Glonass si è bloccato a causa della dipendenza da componenti di fabbricazione straniera. (Il satellite utilizza 6.000 tipi di componenti elettronici importati.) Nel 2023, le importazioni russe di stazioni base di comunicazione e relativi componenti sono aumentate del 15%. Queste parti sono prodotte principalmente dalle aziende tecnologiche straniere Huawei, Ericsson e Nokia e fornite molto probabilmente attraverso il programma di importazioni parallele della Russia piuttosto che tramite contratti diretti, il che significa che sono probabilmente acquistate al dettaglio e a prezzi più alti rispetto al passato.

Chiaramente, ci sono molte lacune nel programma di sostituzione delle importazioni di Mosca a causa della mancanza di personale, attrezzature e tecnologie moderne. Nel settore energetico, la Russia resta quasi completamente dipendente dalle fonti estere di catalizzatori, utilizzati nella produzione di vari combustibili, tra cui il cherosene utilizzato dai razzi Angara. Tagliare completamente le forniture dall’estero avrebbe un effetto a catena, chiudendo potenzialmente la produzione in settori che vanno dall’automotive all’alimentare. Nel 2024, nell’ambito del Piano d’azione di Mosca per la sostituzione delle importazioni nel settore dell’ingegneria del petrolio e del gas, la Russia mira ad aumentare l’autosufficienza nella categoria dell’esplorazione geologica, delle attrezzature geofisiche e delle attrezzature sismiche fino a solo il 40%; macchine per il taglio dei metalli al 33%; pompe al 55%; attrezzature e materiali per la perforazione, la cementazione dei pozzi e la revisione dei pozzi al 45%; e reattori e camere di coke al 55%. Le sanzioni hanno anche causato ritardi nella riparazione delle raffinerie di petrolio, costringendo la quarta raffineria più grande del paese a ridurre la produzione di benzina del 40%. In aggiunta a queste carenze, gli impianti di produzione sono ora preoccupati anche per gli attacchi di droni ucraini, che sono diventati più frequenti dall’inizio di quest’anno. Questi attacchi hanno preso di mira le raffinerie di petrolio, che hanno già ridotto la produzione di circa il 10%, e gli impianti concentrati sul mercato interno.

L’industria spaziale russa sta affrontando altri problemi a lungo termine, come la corruzione e la fuga dei cervelli. Una carenza di competenze ingegneristiche e scientifiche crea rischi per la qualità dei servizi e l’affidabilità della flotta satellitare. Inoltre, lo sviluppo di costose tecnologie avanzate richiede fondi ingenti, che potrebbero attirare la corruzione. Nel 2019, il procuratore generale russo ha affermato che più di 1,6 miliardi di rubli (17 milioni di dollari) per modernizzare la base di produzione del paese e l’industria delle armi sono stati rubati alle aziende statali Roscosmos e Rostec.

Sembra che Mosca si renda conto ora che la transizione verso la sostituzione delle importazioni sarà lenta, complicata da problemi strutturali e complessità derivanti da sanzioni e sconvolgimenti geopolitici. Ma il tempo stringe, soprattutto quando si tratta di settori critici come quello spaziale. La mancanza di fondi e la crescente difficoltà nell’attuazione del sistema di importazioni parallele si aggiungono agli ostacoli e, con l’avvicinarsi delle scadenze, il Cremlino cercherà maggiori finanziamenti esterni e cooperazione da parte dei restanti partner internazionali. Nel frattempo, pubblicizza i suoi pochi successi – incluso il lancio di prova dell’Angara-A5 – per distrarsi dai suoi fallimenti.

da: https://t.me/InfoDefITALY

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UN MISSILE ASSOLUTAMENTE NUOVO

⚫️È da notare che i giri del missile russo, lanciato ieri, sono stati visti non solo vicino al sito di lancio, ma anche negli Urali e oltre gli Urali (a Ekaterinburgo). Anche in Daghestan e persino in Iran, all’estremità meridionale del Mar Caspio. I luoghi approssimativi del volo del missile sono segnati sulla mappa. Dopo questo lancio, tutto il mondo si chiede che tipo di missile sia stato.

⚫️Gli esperti hanno notato che la parte separata dal primo stadio del razzo, accendendo il suo motore, ha iniziato a compiere virate non balistiche molto regolari.

🔴Cioè, non si tratta assolutamente del volo di un missile balistico convenzionale. E nemmeno di un Avangard in manovra. È evidente che il missile ha compiuto diverse virate molto ripide e ha volato per almeno 7000 km “solo nella zona di osservazione visiva in aree popolate”.

⚫️E ovunque assomigliava a una “cometa” che manovrava a quote piuttosto elevate (km 40-60) (nell’ultimo video, le sue manovre nella parte meridionale del Mar Caspio).

🔴Insomma, si tratta di un’arma molto strana e assolutamente nuova che la Russia stava testando (https://t.me/yurasumy/14472).

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Gli attacchi dei droni ucraini contro le raffinerie di petrolio russe complicano la candidatura alla rielezione di Biden, di ANDREW KORYBKO

Gli attacchi dei droni ucraini contro le raffinerie di petrolio russe complicano la candidatura alla rielezione di Biden

La decisione di Zelensky di tenere in ostaggio l’offerta di rielezione di Biden minacciando di scatenare una massiccia crisi economica come vendetta per lo stallo del Congresso sugli aiuti all’Ucraina potrebbe essere la sua rovina. Non solo sta mordendo la mano che nutre il suo regime a spese dei contribuenti, ma sta anche minacciando gli interessi nazionali oggettivi degli Stati Uniti.

Martedì la CNN ha pubblicato un articolo dettagliato su come “i droni ucraini dotati di intelligenza artificiale stanno cercando di distruggere l’industria energetica russa. Finora sta funzionando“. Sebbene una fonte senza nome vicina al programma abbia dichiarato che “i voli sono stabiliti in anticipo con i nostri alleati e gli aerei seguono il piano di volo per permetterci di colpire gli obiettivi con metri di precisione”, ci sono ragioni per credere che gli Stati Uniti siano contrari a questo tipo di attacchi. Non ultimo è quello che la stessa CNN ha riportato nello stesso articolo.

Secondo loro, “gli scioperi ucraini contro le raffinerie hanno fatto salire i prezzi del petrolio a livello globale, con il Brent che è aumentato di quasi il 13% quest’anno, lasciando i politici degli Stati Uniti preoccupati per il loro potenziale impatto economico in un anno elettorale importante”. Hanno anche citato un esperto che ha affermato: “Questo era l’accordo con l’Ucraina: Vi daremo soldi, vi daremo armi, ma state lontani dagli impianti di esportazione, state lontani dall’energia russa, perché non vogliamo una crisi energetica di massa”.

In riferimento allo stallo del Congresso sugli aiuti all’Ucrainaquesto individuo ha aggiunto che “se non ricevono le armi e i soldi che sono stati promessi, qual è il loro incentivo a rispettare l’accordo con Washington?”. Ciò è in linea con quanto lo stesso Zelensky ha lasciato intendere in un’intervista rilasciata al Washington Post alla fine del mese scorso, quando ha rivelato che “la reazione degli Stati Uniti non è stata positiva [quando abbiamo attaccato le raffinerie di petrolio russe]… (ma) Abbiamo usato i nostri droni. Nessuno può dirci che non potete farlo”.

Il Segretario di Stato Blinken ha fatto eco a questo sentimento in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo francese martedì, quando ha affermato, in risposta a una domanda sugli attacchi alle raffinerie di petrolio, che “non abbiamo né sostenuto né permesso attacchi da parte dell’Ucraina al di fuori del suo territorio”. La domanda è stata posta dopo che un attacco di droni ucraini ha preso di mira la terza più grande raffineria russa nella Repubblica del Tatarstan, che si trova nel cuore del Paese a ben 800 miglia di distanza dalle linee del fronte.

Riflettendo sulla dichiarazione di Blinken, sul rapporto della CNN e sulle precedenti parole di Zelensky, sembra proprio che gli Stati Uniti non vogliano che l’Ucraina colpisca le raffinerie di petrolio russe per paura che la massiccia crisi energetica che potrebbe catalizzare faccia crollare la candidatura di Biden alla rielezione. Se questa è davvero la sua posizione, ci si chiede quali alleati determinino le traiettorie di volo di questi droni e perché Zelensky rischi di far tornare al potere Trump, che è molto meno favorevole all’Ucraina di quanto lo sia Biden.

È possibile che all’interno della NATO stiano emergendo delle divisioni in merito a questi attacchi, esattamente come ha RT scritto nel richiamare l’attenzione su come la controparte francese di Blinken sembri appoggiare gli ultimi attacchi nella sua risposta alla domanda che le è stata posta durante la conferenza stampa di martedì. La Francia potrebbe quindi fornire questo tipo di assistenza, che potrebbe essere integrata dai contributi complementari del Regno Unito e di altri Paesi, sia da soli che nell’ambito di uno sforzo congiunto.

Per quanto riguarda il motivo per cui Zelensky vorrebbe mettere in difficoltà Biden e rischiare il ritorno di Trump, potrebbe avere un “complesso di Dio” dopo essere stato promosso così pesantemente come leader ecclesiastico negli ultimi due anni, che potrebbe essere diventato parte della sua identità nonostante l’inacidimento dei media nei suoi confronti dalla scorsa estate. Nella sua mente, Biden farà il suo dovere per convincere in qualche modo i repubblicani ad approvare ulteriori aiuti all’Ucraina, pena lo scatenamento di una massiccia crisi energetica con l’eliminazione di altre capacità di raffinazione ed esportazione della Russia.

Biden avrebbe già convinto i repubblicani a farlo se fosse stato in grado di farlo, quindi è illusorio che Zelensky pensi che tenere in ostaggio la sua candidatura alla rielezione possa fare una differenza positiva. Semmai, una maggiore consapevolezza delle sue tattiche delinquenziali da parte dei repubblicani potrebbe consolidare ulteriormente la loro resistenza ad approvare ulteriori aiuti all’Ucraina, dal momento che Zelensky non sta tenendo in ostaggio solo la candidatura alla rielezione di Biden, ma anche l’intera economia americana e quindi minaccia anche gli interessi nazionali oggettivi degli Stati Uniti.

Se dovesse autorizzare una serie di attacchi che catalizzino la massiccia crisi energetica che l’amministrazione Biden teme, allora la fazione antirussa più falco dello Stato profondo, responsabile di aver perpetuato artificialmente questo conflitto, potrebbe perdere l’influenza che esercita sui politici. I loro rivali, relativamente meno falchi, potrebbero sostituire il loro ruolo dominante in questo scenario e forse convincere l’Amministrazione Biden ad accettarefinalmente un compromesso pragmatico per porre fine al conflitto.

La decisione di Zelensky di tenere in ostaggio l’offerta di rielezione di Biden minacciando di scatenare una massiccia crisi economica come vendetta per lo stallo del Congresso sugli aiuti all’Ucraina potrebbe essere la sua rovina. Non solo sta mordendo la mano che nutre il suo regime a spese dei contribuenti, ma sta anche minacciando gli interessi nazionali oggettivi degli Stati Uniti. La disperazione che le sue forze provano sul campo di battaglia losta spingendo a “fare la canaglia”, ma i suoi patroni potrebbero presto stancarsi e decidere di sostituirlo dopo la scadenza del suo mandato, il 21 maggio.

Il coordinamento indiretto tra la coalizione di contenimento costiero guidata dall’Egitto ma fondata dall’Eritrea e gli Stati Uniti per destabilizzare l’Etiopia rappresenta una minaccia senza precedenti alla pace e al multipolarismo nel Corno d’Africa.

Alex de Waal e Mulugeta Gebrehiwot Berhe sono coautori di un articolo per la potente rivista Foreign Affairs del Council on Foreign Relations, intitolato “ L’Etiopia di nuovo sull’orlo del baratro: come l’ambizione spericolata di Abiy e l’ingerenza degli Emirati stanno alimentando il caos nel corno ”. Come suggerisce il titolo, sostengono che il primo ministro Abiy Ahmed sia un dittatore che aspira all’egemonia regionale, incitato dal suo alleato degli Emirati. La realtà, tuttavia, non potrebbe essere più diversa, come spiegherà la presente analisi.

La vera causa del caos nel Corno è la paranoica politica di contenimento regionale perseguita dalle nazioni costiere contro l’entroterra dell’Etiopia, che sospettano di nutrire segretamente ambizioni egemoniche a causa dell’asimmetria di potere tra loro. Sebbene l’Eritrea abbia collaborato con l’Etiopia durante la guerra del Nord di quest’ultima contro il TPLF dal 2020 al 2022, Asmara ha scaricato Addis in seguito all’accordo sulla cessazione delle ostilità (COHA) che il presidente eritreo Isaias Afwerki considerava un tradimento.

Gli agenti d’influenza del suo Paese nella regione, sui social media e tra le varie comunità di esperti in tutto il mondo che condividono la sua visione del mondo di sinistra radicale, hanno successivamente allarmato le intenzioni geostrategiche dell’Etiopia, che hanno raggiunto il culmine dopo che il Primo Ministro Abiy ha rilanciato la ricerca di un porto da parte del suo Paese. Qui è stato spiegato a lungo perché è fondamentale per questo gigante regionale garantire la logistica marittima da cui dipende la sua sicurezza economica e quindi politica, ma molti nella regione sono stati indotti in errore.

Invece di abbracciare lo zeitgeist multipolare dei risultati vantaggiosi per tutti, sono tornati al paradigma a somma zero, influenzato dall’Occidente, spinti in quella direzione dagli agenti d’influenza dell’Eritrea che hanno maliziosamente diffamato l’Etiopia come vendetta per il COHA con il TPLF. L’Eritrea è stata quindi in grado di coinvolgere la Somalia in questa nuova coalizione di contenimento insieme al partner egiziano condiviso da questi due, che è il rivale storico dell’Etiopia.

Hanno poi consolidato le loro relazioni con l’intento di esacerbare esternamente i preesistenti conflitti identitari dell’Etiopia con l’obiettivo di “balcanizzarla”, in assenza della quale potrebbero entrare in guerra contro di essa per fermare il Memorandum d’Intesa di gennaio con il Somaliland (MoU). L’accordo raggiunto all’inizio dell’anno consentirà all’Etiopia l’accesso al porto militare-commerciale nel Somaliland in cambio della partecipazione in almeno una compagnia nazionale e del riconoscimento della sua riconquistata indipendenza .

L’Eritrea, la Somalia e l’Egitto credono che la conclusione positiva del protocollo d’intesa libererà completamente l’Etiopia dal loro piano di contenimento, che gli agenti d’influenza dell’Eritrea hanno temuto avrebbe scatenato il suo presunto potenziale egemonico segreto a scapito della popolazione della regione. Non c’è verità in questa previsione, ma gioca sulla diffidenza storica di alcune persone nei confronti di quel paese molto più grande, consentendo così all’Eritrea di manipolare più facilmente le proprie emozioni e le percezioni associate della geopolitica regionale.

Questa falsa narrazione fa appello anche ai cattivi attori all’estero così come ai dissidenti interni come gli autori dell’ultimo pezzo di Foreign Affairs sul Corno, che a loro volta riciclano quella che può oggettivamente essere descritta come propaganda eritrea per promuovere l’ingerenza occidentale nella regione in generale e dell’Etiopia in particolare. Gli Emirati Arabi Uniti sono uno spauracchio popolare tra tutti e tre – Eritrea, cattivi attori all’estero e dissidenti interni – a causa del sostegno economico-militare all’Etiopia e di una politica estera veramente sovrana.

Queste motivazioni politiche convergenti spiegano il contenuto dell’articolo congiunto di de Waal e Mulugeta in cui hanno raccontato la storia secondo cui il leader dell’Etiopia, presumibilmente legato agli Emirati, aspira all’egemonia regionale e quindi getta l’intera regione nel caos a causa dei suoi piani dittatoriali assetati di potere. Ciò che in realtà è accaduto è che l’Eritrea ha magistralmente manipolato il dilemma della sicurezza regionale tra i piccoli stati costieri e il loro più grande vicino dell’entroterra per creare un ciclo di instabilità autoalimentato.

Ciò a sua volta ha creato spazio per attori non regionali come l’Egitto e gli Stati Uniti per intromettersi a fini di divide et impera, con il ruolo di Turkiye in questo contesto più ampio che rimane poco chiaro dopo aver coltivato stretti legami con l’Etiopia proprio come hanno fatto gli Emirati Arabi Uniti, ma recentemente hanno accettato di farlo. un accordo sulla sicurezza marittima con la Somalia. Quel patto è arrivato circa sei settimane dopo il MoU ed è stato interpretato da Mogadiscio come spinto da intenzioni anti-russe, ma non sembra essere ancora entrato in vigore, forse a causa delle tensioni politiche. crisi nel Puntland.

In mezzo all’ulteriore frattura della Somalia e in vista della probabile offensiva nazionale di tipo talebano di Al-Shabaab che precederà o seguirà il ritiro delle forze straniere entro la fine dell’anno, è nell’interesse oggettivo del Corno che il fornitore di sicurezza regionale dell’Etiopia rimanga stabile. Il ritorno della Somalia allo status di stato fallito potrebbe innescare una “corsa” per quel paese a causa della sua posizione geostrategica lungo l’Oceano Indiano, all’interno del quale i processi sistemici globali stanno rapidamente convergendo nella Nuova Guerra Fredda.

Il piano generale dell’Eritrea di contenere l’Etiopia attraverso mezzi multilaterali come preludio alla “balcanizzazione”, che viene attuato attraverso il coordinamento indiretto con la sua nemesi americana a causa di interessi condivisi, potrebbe ritorcersi contro nello scenario peggiore innescando una crisi regionale di importanza globale. . Gettare il Corno nel caos attraverso questi mezzi potrebbe portare a un massiccio deflusso di rifugiati provocato da innumerevoli conflitti interni che, al confronto, potrebbero far sembrare insulsi il Ruanda e il Congo degli anni ’90.

Lungi dall’essere il catalizzatore di questo scenario peggiore, il partenariato strategico Etiopia-Emirati è l’unico fattore geostrategico che trattiene la regione da questo futuro oscuro, e l’unico modo per evitare un collasso dell’Etiopia a lungo termine è quello di garantire la sua sicurezza marittima. logistica attraverso il protocollo d’intesa con il Somaliland. Il coordinamento indiretto tra la coalizione di contenimento costiero guidata dall’Egitto ma fondata dall’Eritrea e gli Stati Uniti per destabilizzare l’Etiopia rappresenta quindi una minaccia senza precedenti alla pace e al multipolarismo.

Questo presunto schema di reclutamento comporta un notevole rischio di contraccolpi.

Il servizio di intelligence straniero russo SVR ha riferito martedì che le PMC americane stanno reclutando spacciatori messicani e colombiani condannati dal carcere con il sostegno della DEA e dell’FBI. Viene offerta loro un’amnistia completa se sopravvivono, ma a quanto pare i colloqui non stanno andando bene poiché i membri del cartello non vogliono accettare un accordo senza l’approvazione dei loro capi, che secondo SVR stanno mercanteggiando con le agenzie di sicurezza americane per vendere i loro membri. a quelle PMC al prezzo più alto possibile.

È impossibile verificare questa scandalosa affermazione, ma c’è una logica che rende questo rapporto credibile. Le carceri americane sono sovraffollate, quindi c’è un evidente interesse a ridurre la capacità incanalando alcuni dei detenuti stranieri più violenti verso le PMC americane per il dispiegamento in Ucraina. I detenuti latinoamericani tendono anche a formare potenti bande che terrorizzano gli altri detenuti e talvolta anche le guardie. Rimuoverli dal sistema carcerario ha quindi molto senso.

Anche l’Ucraina ha bisogno di tutta la manodopera possibile, soprattutto di chi ha esperienza nella gestione delle armi da fuoco, come ha la maggior parte dei membri del cartello. Il mese scorso è stato presentato alla Rada un disegno di legge per legalizzare la mobilitazione dei prigionieri, mentre il comandante delle forze terrestri aveva affermato all’inizio della settimana che a nessuno è permesso di restare fuori dal conflitto . Ciò ha fatto seguito all’abbassamento dell’età di leva da parte dell’Ucraina da 27 a 25 anni al fine di ricostituire le sue forze esaurite dopo che la Russia aveva affermato a febbraio di aver già perso oltre 444.000 soldati .

Per quanto logico possa sembrare questo presunto schema di reclutamento, comporta un notevole rischio di contraccolpi poiché coloro che sopravvivono potrebbero costituire una minaccia senza precedenti per le loro terre d’origine al ritorno. La regione è già scossa dalla violenza dei cartelli, guidati da gruppi messicani e colombiani, e l’Ecuador è quasi caduto nelle mani dei cartelli all’inizio di gennaio. Quei membri con esperienza sul campo di battaglia potrebbero addestrare altri con l’obiettivo di prendere un giorno con successo il controllo di uno stato.

Naturalmente, le agenzie di sicurezza americane contano che i prigionieri vengano uccisi dalla Russia se accettano di recarsi in Ucraina per partecipare alla delega della NATO guerra , ma anche la sopravvivenza di solo una manciata di persone potrebbe alla fine destabilizzare ancora di più l’America Latina con il tempo che trasmettono la loro esperienza. Un altro punto interessante su cui soffermarsi è il motivo per cui queste PMC presumibilmente reclutano detenuti stranieri. Il rapporto di SVR suggerisce quindi che non sono sufficienti le persone comuni che si uniscono per conto proprio.

Ciò include sia americani che latinoamericani, ecco perché presumibilmente vengono reclutati prigionieri, e non quelli regolari, ma solo quelli stranieri con probabile esperienza nel maneggio di armi da fuoco. I membri delle gang locali del centro città sono probabilmente considerati troppo indisciplinati e il loro eventuale ritorno in strada potrebbe causare un grosso scandalo politico se si spargesse la voce su cosa hanno dovuto fare per essere rilasciati. Le agenzie di sicurezza non vogliono nemmeno che addestrino altri membri di gang.

Tutto sommato, questo presunto piano di reclutamento non dovrebbe cambiare le dinamiche strategico-militari del conflitto ucraino , esattamente come ha concluso l’SVR nel suo comunicato stampa. Il suo unico significato è che rafforza quanto l’Occidente sia disperato nel perpetuare la sua guerra per procura aiutando Kiev a ricostituire alcune delle sue forze per impedire una possibile svolta russa entro la fine dell’anno. Ciò potrebbe essere inevitabile, tuttavia, e renderebbe questo progetto del tutto inutile.

Le ultime mosse militari dimostrano che l’America si sta preparando a “ritornare verso l’Asia” una volta che la guerra per procura NATO-Russia in Ucraina finirà inevitabilmente, il che significa che le tensioni globali non si placheranno tanto presto che la Nuova Guerra Fredda diventerà la nuova normalità. .

Tutto è pronto per la partecipazione del Giappone ai progetti di capacità avanzata del Pilastro II dell’AUKUS (intelligenza artificiale, armi ipersoniche, guerra elettronica, droni sottomarini, tecnologie quantistiche e radar per il tracciamento spaziale) dopo che i ministri della Difesa di quel blocco hanno segnalato il loro interesse in questo progetto congiunto di lunedì. dichiarazione . È stato pubblicato prima del viaggio del Primo Ministro Fumio Kishida a Washington questa settimana, che ha descritto come avvenuto in un “ punto di svolta storico ”, dove prenderà anche parte al primo vertice trilaterale con le Filippine.

La CNN ha enfatizzato quest’ultimo evento pubblicando un pezzo su come questi tre si stanno unendo a causa delle loro preoccupazioni condivise sulla Cina, anche se la realtà è che la loro convergenza militare non è così motivata da interessi difensivi innocenti come hanno fatto sembrare. Le tre controversie separate della Cina con il Giappone, la sua provincia ribelle di Taiwan e le Filippine sono state presentate dall’Occidente come parte di una spinta egemonica da parte della Repubblica popolare per il dominio nell’Asia-Pacifico.

Questa percezione è stata poi sfruttata per radunare gli alleati regionali negli ultimi anni in vista di un’apparentemente inevitabile resa dei conti sino-americana, il che spiega il recente riavvicinamento coreano-giapponese mediato dagli americani e la ritrovata possibilità che il Giappone schieri truppe nelle Filippine . Il manifesto de facto di Kishida , condiviso durante il suo viaggio negli Stati Uniti nel dicembre 2022, ha rivelato che sta cercando di trarre vantaggio dall’accordo NATO-russo guerra per procura in Ucraina per ripristinare la sfera d’influenza perduta del Giappone.

Di conseguenza, già l’estate scorsa è diventato ovvio che “ la nascente alleanza trilaterale degli Stati Uniti con il Giappone e le Filippine si integrerà nell’AUKUS+ ”, con la logica dietro questa mossa che è quella di radicare l’influenza militare americana nella prima catena di isole da Giappone-Taiwan-Filippine. attraverso mezzi multilaterali. Il Giappone e le Filippine sono già partner di mutua difesa degli Stati Uniti, quindi ne consegue naturalmente che gli Stati Uniti vorrebbero che rafforzassero bilateralmente la cooperazione militare sotto la sua egida come parte della cosiddetta “condivisione degli oneri”.

Per quanto riguarda Taiwan, la rivelazione del “ministro della Difesa” a metà marzo secondo cui le forze speciali statunitensi stanno addestrando le truppe del suo sistema politico su una piccola isola a sole sei miglia dalla Cina continentale dimostra che l’America sta anche rafforzando la sua influenza militare anche lì in modo da creare un innesco per intervenire in un conflitto futuro. Con il Giappone e le Filippine pronti a intensificare la cooperazione militare bilaterale, è molto probabile che coinvolgeranno anche Taiwan nel mix, possibilmente attraverso le loro prossime missioni delle forze speciali.

La grande tendenza strategica è che gli Stati Uniti stanno trasformando AUKUS+ in una “NATO asiatica” con lo scopo di contenere la Cina nell’area Asia-Pacifico, nonostante il “cessate il fuoco” informale che i leader di queste due superpotenze hanno concordato durante il loro incontro di metà novembre sul margine del vertice APEC di San Francisco. Il motivo reciprocamente vantaggioso era quello di guadagnare più tempo per posizionarsi meglio prima della resa dei conti apparentemente inevitabile.

Mentre gli Stati Uniti stanno riorganizzando, rinnovando ed espandendo in modo completo la loro base militare-industriale con un pretesto anti-russo e stringendo il cappio di contenimento attorno alla Cina nella prima catena di isole, la Repubblica popolare sta costruendo le proprie forze armate e diversificando la sua vulnerabile offerta Catene. L’equilibrio generale pende a favore dell’America, che dovrebbe manipolare per costringere la Cina a una serie sbilanciata di accordi per una “Nuova distensione”, anche se Pechino potrebbe non essere interessata.

Dopotutto, la Repubblica popolare sa che una guerra calda tra di loro comporterebbe costi inaccettabilmente elevati per entrambi e quindi è improbabile che si adegui a qualsiasi proposta che subordini in qualche modo il loro paese al suo rivale sistemico solo per il gusto di scoraggiare gli americani. aggressione. Tuttavia, il rischio che un conflitto scoppi per errori di calcolo continuerà a crescere, poiché AUKUS+ rafforza ulteriormente le sue forze militari nella prima catena di isole dove si trovano le tre principali controversie marittime della Cina.

Tuttavia, la ripresa dei canali di comunicazione militare sino-americani potrebbe almeno in teoria aiutare a prevenire una spirale incontrollabile verso la guerra nel caso in cui la Cina si scontrasse con i membri giapponesi, taiwanesi e/o filippini di AUKUS+. Anche così, le ultime mosse militari dimostrano che l’America si sta preparando a “ ritornare verso l’Asia ” una volta che la guerra per procura NATO-Russia in Ucraina finirà inevitabilmente, il che significa che le tensioni globali non si placheranno tanto presto che la Nuova Guerra Fredda diventerà Il nuovo normale.

Le comunità dei media mainstream e degli alt-media sospettano da tempo che qualcosa del genere stesse accadendo dietro le quinte, anche se ciascuno per le proprie ragioni ideologiche, ma la realtà è completamente diversa da come entrambi i campi dei media la presentano popolarmente.

Bloomberg ha citato anonime “persone che hanno familiarità con la questione” per riferire sabato che “ La Cina fornisce intelligence geospaziale alla Russia, gli Stati Uniti avvertono ”. La trama intrecciata nel loro pezzo è che la Repubblica popolare non è così neutrale nei confronti della guerra per procura NATO-Russia in Ucraina come affermano i suoi diplomatici, screditando così i loro sforzi per posizionare il loro paese come mediatore . I presunti aiuti sono costituiti da immagini satellitari per scopi militari, microelettronica, macchine utensili per carri armati, ottica e propellenti per missili.

I media mainstream (MSM) e le comunità Alt-Media (AMC) sospettavano da tempo che qualcosa del genere stesse accadendo dietro le quinte, anche se ciascuno per le proprie ragioni ideologiche. Il primo vuole far credere a tutti che la Cina è disonesta e rappresenta una minaccia per l’Occidente, mentre il secondo vuole far credere che sia segretamente l’alleato militare della Russia e che Pechino contenga indirettamente la NATO. La realtà è completamente diversa da quella che entrambi i media la presentano popolarmente.

Per cominciare, i servizi che alcune società cinesi presumibilmente forniscono alla Russia negli ambiti individuati vengono forniti da aziende di propria prerogativa, col rischio di subire le sanzioni secondarie che gli Stati Uniti hanno minacciato di imporre contro tutti coloro che violano le sanzioni primarie. Alcune entità sono state precedentemente sanzionate con questo pretesto, e Bloomberg ha anche riferito che il segretario al Tesoro Yellen aveva avvertito la sua controparte cinese di ciò la scorsa settimana mentre era a Pechino.

Ha minacciato “conseguenze significative” contro quelle aziende che hanno sostenuto materialmente la Russia in modi che potrebbero alla fine finire per avere usi militari contro l’Ucraina. Il numero esiguo di aziende che finora sono state sanzionate per questi motivi suggerisce che ciò in realtà non si sta verificando neanche lontanamente nelle proporzioni suggerite dal titolo di Bloomberg. La questione quindi non è sistemica come parte della strategia cinese, ma opportunistica come parte della corsa delle aziende verso maggiori profitti.

L’articolo inoltre non menziona ciò che l’Insider ha riportato a fine gennaio su come ” Taiwan sia diventata la principale fonte di macchine utensili di alta precisione per l’industria degli armamenti russa “, al quale il Washington Post ha fatto seguito poco dopo fornendo ulteriori dettagli in merito. soggetto. È assurdo ipotizzare che Taiwan, il cui governo autoproclamato sostenuto dagli Stati Uniti non è riconosciuto dalla Russia, stia presumibilmente vendendo queste merci estremamente importanti alla Russia come parte di una strategia più ampia.

Piuttosto, queste accuse “politicamente scorrette” rafforzano il punto secondo cui qualunque scambio avvenga tra le società rilevanti in tutto il mondo e la Russia è parte della corsa della prima per maggiori profitti, non parte di una strategia per conto dei governi a cui pagano le tasse. Inoltre, Bloomberg non ha informato i lettori di ciò che Reuters aveva riportato in esclusiva due giorni prima, citando anche anonime “persone a conoscenza della questione” sui colli di bottiglia bancarie tra Russia e Cina.

Apparentemente durano sei mesi e sono direttamente collegati ai timori di sanzioni secondarie imposte agli istituti finanziari cinesi ad appannaggio degli Stati Uniti se questi ultimi decidono di farlo con i pretesti precedentemente minacciati. Lo stesso vale per quanto riferito da RT a fine dicembre, citando l’autorevole quotidiano economico russo Kommersant, su come le aziende cinesi avrebbero rispettato le nuove sanzioni degli Stati Uniti contro un progetto GNL russo.

Sebbene ufficialmente non confermati, ci sono ragioni per credere che entrambi i rapporti abbiano effettivamente qualche fondamento di fatto, il che a sua volta aggiunge credibilità alla tesi secondo cui le aziende operano indipendentemente dai loro governi. Dopotutto, la Cina non riconosce la legittimità delle sanzioni americane contro la Russia, tanto meno di quelle secondarie contro coloro che sono accusati di violare le sanzioni primarie. È inimmaginabile che il PCC chieda alle aziende e alle banche di conformarsi alle misure unilaterali del suo rivale.

Per quanto riguarda coloro che decidono volontariamente di farlo in difesa dei propri interessi economici per evitare di essere tagliati fuori dai lucrosi mercati americani da cui hanno tratto profitto, il PCC rispetta semplicemente la loro scelta indipendente e non li spinge a riconsiderarla. Questa realtà contraddice le narrazioni diffuse dai mass media e dall’AMC, che affermano regolarmente che la Cina sta segretamente sostenendo l’ iniziativa speciale della Russia. funzionamento come una questione di politica statale, anche se differiscono nel modo in cui lo giudicano.

Se questa teoria fosse stata un minimo di verità, allora Insider – che è stato riconosciuto dalla Russia come agente straniero nel luglio 2022 e di conseguenza bandito – avrebbe presumibilmente affermato a fine gennaio che la Cina era “la principale fonte dell’industria russa delle armi ad alta precisione”. macchine utensili”, non Taiwan. Questo sbocco non ha alcuna ragione logica per implicare un governo separatista di fatto sostenuto dagli Stati Uniti al centro dell’imminente “ Pivot (back) to Asia ” dell’America per rafforzare la campagna militare della Russia in Ucraina.

È vero il contrario: The Insider ha tutte le ragioni per coinvolgere la Cina in questa presunta attività al fine di screditare ulteriormente gli sforzi dei suoi diplomatici per posizionare il loro paese come mediatore e servire come pretesto per imporre ulteriori sanzioni contro le aziende cinesi competitive al fine di dare l’Occidente è un vantaggio. Per essere chiari, questo raro atto di discutibile integrità giornalistica non significa che tutto il resto che hanno prodotto sia accurato o che la Russia dovrebbe sbloccarlo, ma semplicemente che questo particolare rapporto è probabilmente vero.

Riflettendo su questa intuizione, così come sul fatto che Bloomberg ha citato solo anonime “persone che hanno familiarità con la questione” mentre Yellen ha ripetuto la sua minaccia di sanzioni senza sostenerla proprio perché gli Stati Uniti presumibilmente non sono a conoscenza di altri violatori delle sanzioni, l’articolo di Bloomberg è esposto come propaganda. Serve a dare falso credito ai sospetti di MSM e AMC, ma è screditato dagli argomenti e dai dettagli di questa analisi. Chiunque ricicla queste affermazioni rende così un cattivo servizio alla Russia e alla Cina.

Attirare l’attenzione sulla sequenza degli eventi che hanno portato al dramma di venerdì non intende implicare il sostegno all’Ecuador che straccia la Convenzione di Vienna, ma consentire agli osservatori di comprenderne meglio i calcoli.

Il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador (AMLO) ha annunciato venerdì sera che il suo paese sta interrompendo le relazioni diplomatiche con l’Ecuador dopo che la polizia ha fatto irruzione nell’ambasciata messicana per arrestare un ex vicepresidente fuggitivo che si era rifugiato lì e gli è stato appena concesso asilo lo stesso giorno. La Convenzione di Vienna protegge le strutture diplomatiche, motivo per cui il Messico ha accusato l’Ecuador di violare palesemente il diritto internazionale, ma la sequenza degli eventi che hanno portato al dramma di venerdì non è ampiamente nota.

L’ex vicepresidente Jorge Glas sostiene che le accuse di concussione e corruzione che sta affrontando sono una vendetta politicamente motivata contro il governo di sinistra sotto il quale ha prestato servizio. Reuters ha riferito alla fine di dicembre che “Glas, 54 anni, è stato condannato a sei anni di prigione nel 2017 dopo essere stato giudicato colpevole di aver ricevuto tangenti dall’impresa edile brasiliana Odebrecht in cambio dell’assegnazione di appalti governativi”.

Hanno aggiunto che “nel 2020 è stato condannato a una pena detentiva separata di otto anni, così come Correa, per aver utilizzato denaro di appaltatori per finanziare campagne per il movimento politico di Correa. Glas è stato incarcerato e liberato più volte. È stato rilasciato l’ultima volta nel novembre 2022 dopo aver scontato cinque anni di pena. Anche se può muoversi liberamente all’interno dell’Ecuador, non può lasciare il Paese durante il resto della sua pena”.

A Glas è stato ordinato di tornare in prigione, ma è fuggito presso l’ambasciata messicana il 17 dicembre mentre faceva appello contro la decisione. Non ha ricevuto asilo fino a venerdì , lo stesso giorno in cui la polizia ecuadoriana ha fatto irruzione nella struttura diplomatica per arrestarlo, cosa che ha fatto seguito a due sviluppi significativi negli ultimi due giorni. Mercoledì AMLO ha espresso la sua opinione sulle elezioni ecuadoriane dello scorso anno in un modo che il governo del neoeletto presidente Daniel Noboa ha interpretato come metterne in discussione la legittimità.

Giovedì successivo, la decisione di concedere asilo a Glas è stata pertanto dichiarata persona non grata. La sequenza degli eventi mostra che il Messico ha concesso asilo a Glas e ha richiesto il suo transito sicuro fuori dal paese in linea con il diritto internazionale dopo che al suo massimo diplomatico è stato detto di andarsene per protestare contro le osservazioni scandalose di AMLO. Ciò aveva chiaramente lo scopo di alzare notevolmente la posta della loro disputa, gettando l’Ecuador in un dilemma.

AMLO stava calcolando che Noboa sarebbe stato costretto dagli impegni legali internazionali del suo paese a lasciare che Glas lasciasse il paese con l’ambasciatore messicano espulso, ma ha trascurato diversi fatti importanti che alla fine hanno portato al fallimento del suo piano. Per cominciare, l’Ecuador è ancora vicino agli Stati Uniti nonostante il suo nuovo leader abbia annullato la sua precedente decisione di inviare indirettamente vecchie armi russe all’Ucraina dopo che Mosca ha tagliato le redditizie importazioni di banane con pretesti epidemiologici.

Gli Stati Uniti erano anche contrari al governo di sinistra sotto il quale Glas aveva precedentemente prestato servizio, con questi due fattori che isolavano l’Ecuador dalle critiche americane. Non si prevedono quindi misure punitive da parte del suo principale partner commerciale . Anche se in risposta il Messico potrebbe agire per ridurre il commercio bilaterale, gli 818 milioni di dollari che ha condotto con l’Ecuador lo scorso anno sono stati meno dell’1% del PIL di quest’ultimo nel 2022, pari a 115 miliardi di dollari . Al contrario, il commercio con gli Stati Uniti è stato oltre 20 volte superiore, attestandosi a 18 miliardi di dollari quell’anno.

Il denaro parla, indipendentemente da come questa osservazione ti faccia sentire, e l’Ecuador semplicemente ne guadagna di più dagli Stati Uniti che dal Messico. Qualunque riduzione del commercio con il Messico potrebbe seguire a quest’ultimo sviluppo potrebbe essere facilmente sostituita dagli Stati Uniti in modo che l’Ecuador non soffra di alcuna sanzione di fatto. Alcuni dei governi messicani di sinistra nella regione potrebbero criticare l’Ecuador dopo quello che è successo, ma è anche improbabile che cedano volontariamente la loro quota di mercato agli Stati Uniti o ad altri.

La Cina è il secondo partner commerciale dell’Ecuador , ma ha una politica rigorosa di non intervenire negli affari di altri paesi o nelle controversie estere tra loro a meno che non venga richiesto di mediare. Ciò significa che non cederà volontariamente alcuna quota di mercato imponendo sanzioni di fatto per questa violazione del diritto internazionale. Pechino sa che anche Washington considererebbe questa ingerenza per denigrare la Repubblica popolare e si muoverebbe rapidamente per sostituire anche la sua quota di mercato.

Un altro fattore che ha funzionato contro i calcoli di AMLO è che nessuno ha sanzionato Israele dopo aver bombardato il consolato iraniano a Damasco , quindi non c’è mai stata alcuna aspettativa realistica che altri paesi si sarebbero radunati attorno al Messico se l’Ecuador avesse oltrepassato la linea diplomatica per punirlo economicamente. Tutto ciò su cui scommetteva era la “buona volontà” di Noboa, il che fu un grave errore poiché il neoeletto leader non si sarebbe lasciato umiliare dall’escalation diplomatica del Messico.

Ha vinto con una piattaforma di legge e ordine e ha intrapreso una guerra contro quelle bande di narcotrafficanti che hanno tentato senza successo di prendere il controllo del paese a gennaio. Non c’era modo che Noboa potesse conservare la sua immagine se avesse lasciato che un ex vicepresidente fuggitivo lasciasse il paese in Messico, figuriamoci dopo aver ottenuto l’asilo il giorno dopo che l’ambasciatore messicano era stato espulso per le scandalose osservazioni di AMLO che mettevano in dubbio la legittimità del suo governo. Le mosse di AMLO erano ai suoi occhi gravi provocazioni.

In sintesi, Noboa ha scelto di perseguire obiettivi politici interni che considera essere nell’interesse nazionale del paese a scapito di essere accusato di violare il diritto internazionale a sostegno di una presunta caccia alle streghe contro l’ex governo di sinistra. Se AMLO non avesse concesso asilo a Glas, soprattutto il giorno dopo l’espulsione del suo ambasciatore in seguito a quanto affermato da AMLO sulle elezioni dello scorso anno, allora la polizia forse non avrebbe preso d’assalto l’ambasciata e Glas probabilmente sarebbe rimasto lì indefinitamente.

Attirare l’attenzione sulla sequenza degli eventi che hanno portato al dramma di venerdì non intende implicare il sostegno all’Ecuador che straccia la Convenzione di Vienna, ma consentire agli osservatori di comprenderne meglio i calcoli. Noboa sentiva che non farlo lo avrebbe portato a “perdere la faccia” in patria dopo che AMLO aveva notevolmente alzato la posta della loro disputa attraverso il suo tentativo di gettare l’Ecuador in un dilemma, lasciandogli così poca scelta se non quella di reagire dopo aver calcolato che il i costi tangibili sarebbero pari a zero.

Mentre il possibile imminente ritiro delle forze statunitensi dal Niger è sicuramente una sorta di vittoria, la proverbiale “Battaglia per l’Africa occidentale” nella Nuova Guerra Fredda è probabilmente lungi dall’essere finita.

Il mese scorso ci si chiedeva se gli Stati Uniti avrebbero potuto salvare l’accordo sulla base in Niger dopo che le autorità militari avevano annullato il loro patto di partenariato a causa della mancanza di rispetto da parte dei funzionari americani in visita. La notizia che istruttori russi sono appena entrati nel paese per una missione di addestramento segna probabilmente la fine dell’influenza del Pentagono nel paese. La partenza delle truppe statunitensi potrebbe presto seguire, anche se non è chiaro se ciò sarà dovuto alla richiesta esplicita delle autorità militari o alla volontà propria di evitare che la Russia le spii.

In ogni caso, si tratta di uno sviluppo monumentale poiché significa che le forze russe sono ora presenti in tutti e tre gli stati dell’Alleanza / Confederazione del Sahel, dopo essersi schierate nel nucleo maliano diversi anni fa e poi essere entrate in Burkina Faso a gennaio . Il loro blocco si è ritirato anche dall’ECOWAS alla fine del mese, il che ha rafforzato le loro credenziali come nuovo quadro di integrazione regionale a cui altri possono aderire se sono interessati. L’effetto combinato di tutto ciò è che l’influenza occidentale nel Sahel ha subito un colpo mortale.

È prematuro stappare lo champagne, tuttavia, dal momento che si prevede che gli Stati Uniti si orienteranno verso la Costa d’Avorio, come è stato spiegato qui a metà marzo, due settimane prima che un importante influencer di Alt-Media scrivesse lo stesso qui in un modo che indiscutibilmente ha plagiato alcuni dei suddetta analisi. È importante condividere un confronto fianco a fianco che mostri le tre occasioni in cui il secondo scrittore ha plagiato il primo, poiché coloro che sono stati esposti a quell’articolo successivo potrebbero non essere consapevoli che le sue idee sono state rubate da uno precedente:

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* Primo articolo: “La Guinea è il principale contendente (a disertare dall’ECOWAS) a causa della sua recente storia politica e avendo la capacità geografica di fornire alla vicina Alleanza/Confederazione del Sahel un affidabile accesso al mare”.

– Secondo articolo: “La Guinea offre già la capacità geografica per fornire all’alleanza un accesso marittimo credibile. Ciò porterà alla progressiva estinzione dell’ECOWAS con sede in Nigeria, controllata dall’occidente”.

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* Primo articolo: “[La Costa d’Avorio e il Senegal] sono quindi considerati possibili ‘bersagli’ dell’Alleanza/Confederazione Saheliana, partner della Russia, da qui la necessità di ‘proteggerli’ più del Ciad e del Gabon. Per quanto riguarda gli ultimi due, il Ciad ha ricalibrato in modo impressionante la sua politica estera precedentemente incentrata sull’Occidente per bilanciare pragmaticamente quel blocco e la Russia”.

– Secondo articolo: “La Costa d’Avorio è più strategica per Washington rispetto, ad esempio, al Ciad perché il territorio ivoriano è molto vicino all’alleanza del Sahel. Tuttavia, il Ciad ha già ricalibrato la sua politica estera, che non è più controllata dall’Occidente e pone una nuova enfasi sull’avvicinamento a Mosca”.

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* Primo articolo: “Il terreno è quindi pronto affinché gli Stati Uniti dispieghino droni nella base ivoriana francese con pretesti antiterroristici esagerati che servono davvero a tenere sotto controllo l’Alleanza/Confederazione saheliana monitorando allo stesso tempo l’attività russa lì”.

– Secondo articolo: “Cosa ci aspetta per l’Impero? Forse i droni “antiterrorismo” statunitensi hanno condiviso con Parigi la base francese in Costa d’Avorio per tenere sotto controllo l’alleanza del Sahel”.

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Avendo chiarito al lettore disinformato che qualunque cosa abbia letto circolando nella comunità Alt-Media a riguardo in precedenza da quel secondo autore è stato in realtà plagiato dal primo, è tempo di passare ad analizzare esattamente quali potrebbero essere le conseguenze di un simile mossa. Prima della nuova missione di addestramento della Russia in Niger, è stato spiegato qui come quel paese avrebbe potuto trattenere le forze statunitensi mentre cacciava i francesi come una sorta di assicurazione geopolitica dall’essere preso di mira dall’Hybrid . Guerra .

Di conseguenza, lo stesso identico scenario è ora più probabile che mai a causa del fatto che il Niger ha annullato la sua suddetta polizza assicurativa per rispetto di sé dopo essere stato mancato di rispetto da parte di funzionari statunitensi in visita, anche se ciò non significa che sia imminente. Qualsiasi potenziale ridistribuzione della base di droni statunitensi in strutture francesi condivise in Costa d’Avorio porrebbe i vicini Burkina Faso e Mali, l’ultimo dei quali è il nucleo della neonata Alleanza/Confederazione Saheliana, nel mirino dell’Occidente come mai prima d’ora.

Il Mali sta già lottando per respingere le offensive degli estremisti religiosi e dei separatisti etnici (Tuareg), e ciò potrebbe diventare più difficile se gli Stati Uniti e la Francia esercitassero maggiori pressioni sul fronte meridionale. Lo scenario peggiore per il Mali sarebbe se una o entrambe le loro agenzie di spionaggio iniziassero ad operare anche dalla Mauritania, di cui i lettori possono saperne di più qui , e iniziassero a usare la Mauritania e la Costa d’Avorio nello stesso modo in cui fanno loro. stanno attualmente usando la Polonia per portare avanti la loro procura guerra alla Russia in Ucraina.

Se ciò accadesse, potrebbe essere richiesto alla Russia di aumentare la sua assistenza militare al Mali, il che sarebbe probabilmente sufficiente per fermare queste offensive per procura sostenute dall’Occidente sullo stato centrale dell’Alleanza/Confederazione Saheliana, ma poi altre offensive complementari potrebbero iniziare altrove. Il Burkina Faso può anche essere influenzato dalla Costa d’Avorio, mentre il Niger rimane vulnerabile all’influenza della Nigeria storicamente filo-occidentale, anche se Abuja ha fatto molto per voler aderire ai BRICS .

Tenendo presenti questi fattori, mentre il possibile imminente ritiro delle forze statunitensi dal Niger è sicuramente una sorta di vittoria, la proverbiale “Battaglia per l’Africa occidentale” nella Nuova Guerra Fredda è probabilmente lungi dall’essere finita. Coloro che festeggiano non dovrebbero farlo eccessivamente perché la peggiore pressione della Guerra Ibrida potrebbe ancora arrivare, anche se tutto dipende dalla competenza delle agenzie di spionaggio americane e francesi, il che ovviamente non può essere dato per scontato dopo la loro furia di disagi regionali degli ultimi anni.

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Zhou Bo: perché la Cina non è preoccupata di un’altra presidenza Trump negli Stati Uniti

Zhou Bo: perché la Cina non è preoccupata di un’altra presidenza Trump negli Stati Uniti

2024-03-31 09:04:20Dimensione dei caratteri: A- A A+Fonte: OsservatoreLeggi 153197
Ultimo aggiornamento: 2024-04-01 11:06:28

Nota dell’editore: Se Trump sarà rieletto, cosa succederà alla politica degli Stati Uniti nei confronti della Cina? Il 21 marzo Zhou Bo, ricercatore presso il Centro per la strategia e la sicurezza dell’Università Tsinghua, ha pubblicato sul South China Morning Post un commento in lingua inglese intitolato “Perché la Cina può stare tranquilla se Trump viene rieletto presidente degli Stati Uniti”.

Zhou Bo ritiene che anche se Trump dovesse vincere nuovamente le elezioni, la sua politica nei confronti della Cina sarà probabilmente molto simile a quella del governo Biden, rendendo difficile avere un impatto sostanziale sulla Cina, ma piuttosto esacerbando la sua frattura interna e gli alleati centrifughi, rendendo più difficile per gli Stati Uniti recuperare la credibilità e l’autorità morale perse a causa dell’adozione di due pesi e due misure.

[Articolo dell’editorialista di Observer.com Zhou Bo, traduzione di Xinyu Yang

Mentre gli Stati Uniti si preparano a votare per il loro prossimo presidente, Trump è in leggero vantaggio su Biden in alcuni sondaggi nazionali. Se Trump sarà rieletto, quale sarà la politica degli Stati Uniti nei confronti della Cina? La mia risposta: una versione 2.0 dell’amministrazione Trump sarebbe molto simile all’attuale amministrazione Biden.

Dopo l’insediamento di Trump nel 2017, la politica degli Stati Uniti nei confronti della Cina ha subito un cambiamento di 180 gradi, ma la sua principale eredità non è la politica di “disaccoppiamento” proposta da Trump, che è stata continuata da Biden dopo l’arrivo al potere in nome del “de-risking”, ma piuttosto il consenso bipartisan anti-Cina che si è formato nell’ambito ideologico dei due partiti. Il principale lascito di questo cambiamento non è la politica di “disaccoppiamento” di Trump, proseguita dopo l’arrivo al potere di Biden in nome del “de-risking”, ma il consenso ideologico bipartisan contro la Cina.

A dire il vero, Trump non è un fan dell’ideologia. Tuttavia, una volta che le relazioni bilaterali vengono rapite dall’ideologia, il margine di flessibilità si riduce drasticamente. Trump cambierà la sua posizione? L’ex presidente degli Stati Uniti Richard Nixon è un caso perfetto. Nixon era una volta un irriducibile anticomunista di destra, ma è noto soprattutto per il suo viaggio in Cina che ha rotto il ghiaccio.

Tuttavia, mentre Nixon era riconosciuto come stratega, Trump si autoproclama “commerciante”. Nella sua prima autobiografia, The Art of Doing Business, Trump ha scritto: “Faccio affari in modo semplice e diretto. Mi pongo obiettivi elevati e poi alzo un po’ l’asticella finché non ho successo”.

Ironia della sorte, questa strategia sembra funzionare ancora meglio per gli alleati statunitensi. Trump ha dichiarato di incoraggiare la Russia a “fare quello che vuole” a qualsiasi Paese della NATO che non rispetti gli obblighi di spesa militare, un commento che ha lasciato di stucco gli alleati statunitensi.

Se Trump vincerà un secondo mandato, è quasi certo che altri membri della NATO accelereranno la spesa per la difesa fino al 2% del PIL per evitare lo scenario peggiore: l’uscita degli Stati Uniti dalla NATO. Se la politica di Trump è un “bastone”, sarà molto più efficace della “carota” di Biden.

Tuttavia, questo “bastone” non ha alcun effetto sulla Cina. Trump ha promesso di imporre tariffe del 60% o più sulle merci cinesi. Ma questa misura farà sì che la quota di importazioni statunitensi in Cina si riduca quasi a zero, l’industria manifatturiera americana in Cina sarà colpita duramente, i mercati finanziari statunitensi saranno turbolenti e gli americani dovranno pagare prezzi più alti per i beni importati.

È prevedibile che la politica di Trump di limitare il flusso di alta tecnologia verso la Cina non sarà molto diversa dalla politica dell’amministrazione Biden di “piccoli cantieri e alte mura”. Ma nessuna delle due sarà in grado di fermare il flusso di talenti high-tech da tutto il mondo, compresi quelli formati negli Stati Uniti, verso la Cina. Il governo cinese sta investendo massicciamente nell’innovazione ed entro il 2022 la Cina avrà presentato più domande di brevetto di tutto il resto del mondo.

La principale preoccupazione del governo cinese è se l’approccio di Trump a Taiwan sarà diverso. A differenza di Biden, Trump non ha mai dichiarato pubblicamente di voler “difendere Taiwan”, ma il governo cinese non lo prenderà alla leggera.2022 Dopo la visita di Nancy Pelosi a Taiwan, l’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) ha condotto esercitazioni a fuoco vivo nelle acque intorno all’isola. La risposta del governo cinese si intensificherà sicuramente con l’intensificarsi delle provocazioni e con ogni risposta si crea un nuovo status quo. Oggi gli aerei militari cinesi attraversano regolarmente la linea centrale dello Stretto di Taiwan, nonostante le proteste delle autorità taiwanesi.

La politica cinese di Trump dipende anche dal modo in cui otterrà il sostegno interno e internazionale. L’anno scorso, un sondaggio ABC News/Ipsos ha mostrato che tre quarti degli americani ritengono che gli Stati Uniti si stiano muovendo nella direzione sbagliata. Un’America divisa non potrà mai avere una diplomazia forte.

Il conflitto in Ucraina e le guerre in Medio Oriente distrarranno certamente il prossimo presidente degli Stati Uniti da Pechino. Trump ha affermato che se sarà rieletto presidente, potrà risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina in un giorno. Questo è un vanto trumpiano, ma dimostra anche che il sostegno di Washington a Kiev è la chiave per risolvere il conflitto.

Nonostante il pieno sostegno della NATO, la controffensiva ucraina si è conclusa con un fallimento, perdendo ogni speranza di riguadagnare il terreno perduto, mentre la Russia ha dovuto sopportare una NATO allargata. L’esito più probabile del conflitto russo-ucraino è un accordo di cessate il fuoco nel cuore dell’Europa che non soddisfa nessuno.

In Medio Oriente, il più importante risultato diplomatico di Trump – gli Accordi di Abramo, progettati per migliorare le relazioni di Israele con diversi Stati arabi – è stato messo in secondo piano. A differenza di Biden, che ha un rapporto freddo con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Trump e i due sono stati i più stretti alleati politici durante i quattro anni di sovrapposizione dei mandati con Netanyahu. Trump avrebbe un approccio più morbido nei confronti di Israele rispetto a Biden, anche se ciò potrebbe esacerbare il conflitto regionale.

Se Trump verrà rieletto, la questione del nucleare iraniano non potrà che peggiorare. Al momento, Teheran non ha preso la decisione politica di produrre una bomba nucleare, ma più la situazione in Medio Oriente diventa instabile, maggiore è la tentazione per l’Iran di svilupparne una. L’Iran ha accelerato la produzione di uranio arricchito al 60% e presto sarà in grado di aumentare l’arricchimento del 60% al 90% necessario per produrre una bomba nucleare. L’Arabia Saudita ha minacciato che se l’Iran svilupperà una bomba nucleare, anche l’Arabia Saudita ne costruirà una.

(I perdenti in queste due guerre (in Ucraina e in Medio Oriente) non sono solo le parti in conflitto, ma anche gli Stati Uniti. I doppi standard diametralmente opposti adottati dagli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina e di Gaza li hanno lasciati con poca credibilità e autorità morale. L’estrema ipocrisia degli Stati Uniti è stata ampiamente criticata anche nel Sud globale. Un danno del genere è difficile da riparare, soprattutto quando il leader del Paese è un “commerciante” che non si preoccupa di ciò che accade ai cuori e alle menti delle persone.

Se Donald Trump sarà rieletto presidente, quello che la deputata Marjorie Taylor Greene ha definito “il grande divorzio delle nazioni” si aggraverà ulteriormente. Chiunque diventi il prossimo presidente degli Stati Uniti troverà sempre più difficile promuovere il cosiddetto “ordine internazionale basato sulle regole”; pochi Paesi del Sud globale si identificheranno con il cosiddetto “duello tra democrazia e autoritarismo”; persino gli alleati degli Stati Uniti saranno riluttanti a scegliere da che parte stare. Ci saranno più cose da discutere e da cooperare con la Cina.

Quindi di cosa deve preoccuparsi la Cina?

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Verso il multipolarismo tra complessità e semplificazioni Con Tiberio Graziani e Federico Bordonaro

Se la tendenza delle dinamiche geopolitiche volge sempre più verso una fase multipolare o policentrica non è detto che le ambizioni e le volontà dei centri decisori siano in grado di adattarsi ed intendano accettare questa nuova condizione. Il divario tra la complessità crescente del confronto e del conflitto politico e il desiderio di semplificazione delle trame in corso costituisce il fattore più destabilizzante che può portare ad una esacerbazione incontrollata dello scontro. Ne parliamo con Federico Bordonaro e Tiberio Graziani sulla falsariga di due interessanti monografie edite e curate dai due autori. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Il futuro dell’SMO: Il Think Tank dell’Esercito russo si è spaccato + gli UGV entrano in gioco, di SIMPLICIUS THE THINKER

Il futuro dell’SMO: Il Think Tank dell’Esercito russo si è spaccato + gli UGV entrano in gioco

Questa è tecnicamente la terza parte della serie a pagamento “Future of the SMO” che ho realizzato, con la prima parte qui e la seconda qui. Tuttavia, non li numererò più in quanto non si tratta di una continuazione, ma piuttosto di articoli indipendenti su nuovi argomenti che opereranno sotto lo stesso nome della serie, in quanto questa sarà la serie designata per gli abbonati a pagamento. Quindi, se non siete ancora abbonati, non temete di entrare ora, perché l’articolo attuale è a sé stante e segue solo vagamente il tema generale della serie, che consiste nell’analizzare l’SMO da un punto di vista tecnologico-militare e nell’estrapolarne le tendenze e gli sviluppi futuri.

Questo articolo è composto da oltre 6700 parole e questa volta ho deciso di lasciare gratuitamente al pubblico le prime 2500, quindi quasi il 40% dell’articolo, in modo da consentire agli abbonati gratuiti di leggere almeno fino alla rivelazione più importante del “guscio di bomba”. Tuttavia, gli abbonati a pagamento vedranno il nuovo rapporto, più in basso, del primo plotone russo di robot terrestri mobili che prende parte a vere e proprie ostilità, inaugurando una nuova devastante era della guerra.


Nella precedente puntata di abbiamo parlato del documento del generale Baluyevsky, teorico militare russo ,Algoritmi di fuoco e acciaio. Questa volta abbiamo un’altra affascinante pubblicazione dalla rivista militare ufficiale russa del MOD, chiamata АРМЕЙСКИЙСБОРНИКo “Army Digest”. Si tratta di valutare lo stato di apertura dell’SMO e come è cambiato, con quali adattamenti il Ministero della Difesa russo ha apportato per colmare le debolezze emerse nel corso del conflitto.

L’aspetto particolarmente illuminante è la franchezza con cui affronta le limitazioni della Russia, in particolare all’inizio dell’SMO, permettendoci di capire meglio lo stato attuale delle cose e come potrebbe evolvere la guerra in futuro.

Link.

È ospitato sul sito ufficiale del mil russo e a quanto pare blocca l’accesso agli indirizzi occidentali, ma è comunque possibile accedervi tramite VPN.

Per motivi di autenticità, si tratta del numero 3 di marzo del 2024, scritto dal colonnello in pensione e veterano delle operazioni militari Oleg Falichev, e si intitola:

Escludere il fattore umano

Inizia raccontando come Putin abbia recentemente fatto una valutazione dell’OMU alla fine del 2023, e abbia francamente affermato alcune aree problematiche chiave in cui le Forze Armate russe hanno bisogno di lavorare; in particolare: ristrutturare seriamente i sistemi di comunicazione, aumentare il raggruppamento satellitare ISR, migliorare il lavoro della difesa aerea, aumentare la produzione e la fornitura di proiettili ad alta precisione come Krasnopol e molti altri, ecc.

“È positivo che, a distanza di due anni, si sia finalmente cominciato a parlare apertamente dei problemi individuati durante l’operazione speciale. Ma cosa aveva in mente esattamente il Comandante Supremo?”.

L’autore descrive innanzitutto ciò che gli Stati Uniti possiedono in termini di sistema di controllo centralizzato su rete del campo di battaglia unificato, che si dà il caso sia a disposizione dell’Ucraina. Voglio incollarlo per intero perché è un’importante base di consolidamento sull’argomento e crea un netto contrasto con il modo in cui descrive poi le capacità russe:

Negli ultimi 30 anni, negli Stati Uniti sono stati creati diversi sistemi di controllo automatizzati (ACS) per le operazioni di combattimento delle forze terrestri. Tutti sono integrati in un unico contorno, che fornisce l’acquisizione in tempo reale dei dati di situazione elaborati necessari per l’impatto del combattimento sul nemico con tutti i mezzi di distruzione, compresi quelli promettenti.

Il sistema di controllo globale degli Stati Uniti nel suo complesso è costituito da:
uncontorno aeronautico, che comprende veicoli di ricognizione senza equipaggio, aerei di ricognizione, compresi gli aerei di controllo del combattimento e di designazione dei bersagli del tipo AWACS;
uncontorno spaziale, costituito da veicoli spaziali di ricognizione optoelettronici, nonché da satelliti di ricognizione radar e radiotecnici e da satelliti del sistema di allarme missilistico;
comunicazioni spaziali globali sicure, che consistono in satelliti di comunicazione e relè, satelliti meteorologici e altri veicoli spaziali .

La costellazione di satelliti per la ricognizione bellica degli Stati Uniti può comprendere fino a 500 veicoli spaziali, di cui fino a 200 possono essere localizzati oggi sul territorio dell’Ucraina. Tutto questo gruppo lavora per le forze armate dell’Ucraina, trasmettendo dati sulle nostre truppe. Permette di ottenere informazioni video e fotografiche ad alta risoluzione, sufficienti a determinare il numero dei nostri aerei nei campi d’aviazione e il movimento di grandi gruppi di truppe. Tutta la situazione monitorata viene riassunta e raccolta nel Centro di elaborazione delle informazioni della NATO, da dove i dati vengono inviati alle Forze armate dell’Ucraina. Questo include l’uso del sistema Starlink, utilizzato per le comunicazioni e il controllo del fuoco nel collegamento “compagnia (batteria) – battaglione (divisione) – reggimento”.

La combinazione dei mezzi di ricognizione e di distruzione del fuoco del nemico in un unico sistema è stata chiamata concetto di guerra network-centrico nella teoria generale della guerra. Si tratta della creazione di un unico spazio informativo per il controllo e la distruzione del fuoco nell’area del teatro operativo.

Una nota a questo proposito:

In primo luogo, ecco un diagramma recente del totale dei satelliti attivi nello spazio rispetto a Starlink, che sta iniziando a occupare da solo tutta l’orbita terrestre:

I satelliti Starlink di SpaceX costituiscono ora quasi il 60% dell’intera costellazione spaziale operativa.

Di questo passo, Starlink diventerà presto la principale forza dominante nello spazio.

Oltre alla valutazione russa di cui sopra, un recente annuncio ha rivelato che Elon Musk ha firmato un contratto segreto con il governo degli Stati Uniti per convertire, come suggerito da un rapporto, circa 500 satelliti Starlink in versioni militari con speciali proprietà crittografiche:

Sfortunatamente per la Russia, questo pone gli Stati Uniti e i loro alleati, come l’Ucraina, diversi anni, e potenzialmente un decennio o due, avanti rispetto alle capacità russe in questo settore. Come indica il colonnello Falichev nella prossima parte, questo è un settore in cui la Russia ha accumulato un grave ritardo dal crollo dell’Unione Sovietica, semplicemente ignorando il problema poiché le sue ramificazioni non sono mai state percepite in modo palpabile dalla vecchia classe dirigente militare.

Ora si stanno affrettando a realizzare un analogo di Starlink, ma una flotta operativa di base non sarà pronta almeno fino al 2027-2030. Per pareggiare le probabilità nel frattempo, la Russia avrebbe contrabbandato una grande quantità di Starlink illegali, che sostiene di utilizzare al fronte nonostante le proteste di Musk, secondo cui il servizio Starlink non opera “sopra la Russia”. Naturalmente, la linea di contatto del campo di battaglia è una “zona grigia” piuttosto vaga e probabilmente consente alle forze russe di ottenere il servizio.

Anche se, come breve inciso, i problemi di comunicazione della Russia non sono mai così gravi come si sostiene. Proprio ieri un esperto ucraino di comunicazioni ha denunciato con rabbia l’uso sempre più diffuso di una nuova “rete ad onde” russa di radio, che ha descritto come segue:

La soluzione di comunicazione a pacchetto di Wave Network si basa sulla tecnologia MESH. Nell’ambito di questa tecnologia, ogni walkie-talkie non è solo un walkie-talkie, ma anche un ripetitore. In altre parole, tutti i segnali si diffondono verso tutte le stazioni vicine più vicine e non ci sono limiti. Questo è molto utile per i militari. Ad esempio, quando un convoglio di attrezzature si estende per 10 chilometri, tutte le radio trasmettono informazioni lungo la catena. Oppure tutti i soldati lungo il fronte comunicano senza ripetitori.

Per non parlare della crittografia AES128.

Ma mentre la Russia si affanna a raggiungere le capacità di comunicazione degli Stati Uniti, questi ultimi tentano di fare un salto ancora più in là nel futuro con l’annuncio del primo supporto tattico “aereo” ravvicinato al mondo, basato nello spazio:

L’articolo sopra citato lo riassume come segue :

“Le capacità spaziali più grandi non possono integrarsi efficacemente con le unità di spedizione, come le SOF (Special Operations Forces)”, ha dichiarato il capitano Noah Siegel, capo plotone del Triad Experimentation Team, 18a Compagnia Spaziale. Ridurre il nostro equipaggiamento e concentrarci sulla mobilità permette ai nostri soldati di fornire supporto spaziale a unità di tutti i tipi al margine tattico o oltre”. Per i combattenti a terra, questo supporto spaziale tattico consente la sincronizzazione e la convergenza di effetti congiunti e multidominio per migliorare la letalità”.

In breve, si tratta della possibilità di disporre di un’unità di collegamento satellitare mobile di minore impatto, in grado di fornire dati network-centrici e segnali alle unità di prima linea al volo, senza le tradizionali preoccupazioni di interruzioni dei collegamenti di comunicazione dovute a disturbi o alla distanza dai quartieri generali delle unità, o di dover allestire ingombranti relè satellitari fissi. In altre parole, un supporto spaziale a tattico livelloPuò sembrare semplice, ma è qualcosa che le nazioni senza una massiccia infrastruttura satellitare farebbero fatica a fare.

Ma quanto sopra è stato solo un test con una piccola unità e non verrà in alcun modo introdotto in massa nell’esercito americano a breve, come ammette lo stesso articolo.

Tornando indietro, il colonnello Falichev chiede: Cosa abbiamo in confronto?

Che cosa abbiamo?

Guardando al futuro, dirò che stiamo combattendo con successo il sistema di intelligence del nemico utilizzando vari strumenti di guerra elettronica. Ma per molto tempo non siamo stati in grado di far notare il nostro efficace sistema di controllo del fuoco, come si suol dire. Basta ricordare l’analogo sistema Constellation creato fin dai tempi dell’URSS, che lasciava molto a desiderare. Solo di recente hanno sviluppato e lanciato una serie di propri sistemi automatizzati di controllo del fuoco di artiglieria, in particolare il “Tablet-A” (sistema Planshet-A). E l’operazione speciale in Ucraina ha accelerato questo processo.

La JSC “Russian Corporation of Rocket and Space Instrumentation and Information Systems” (“Russian Space Systems”) ha sviluppato il primo analogo nazionale del sistema Starlink. A tale scopo è stato lanciato in orbita il satellite di comunicazione Sphere. Il sistema è già in fase di test in ambito militare. Spieghiamo che JSC Russian Space Systems è specializzata nello sviluppo, nella produzione e nel funzionamento di sistemi informativi spaziali, in particolare nello sviluppo e nell’utilizzo mirato del sistema globale di navigazione satellitare GLONASS, del sistema di ricerca e soccorso spaziale, del supporto idrometeorologico e radiotecnico per la ricerca scientifica nello spazio esterno e del telerilevamento della Terra. Oggi, lo sviluppo di queste tecnologie in Russia ha ricevuto la massima attenzione, come richiesto dall’esperienza della formazione economica gratuita.

Inoltre, il Presidente della Federazione Russa ha preso in considerazione il Concetto di sviluppo tecnologico della Russia fino al 2030. Tra le sue sezioni vi sono sistemi e servizi spaziali promettenti.

Il sistema Planshet-A, di cui ho parlato a lungo, è un sistema di gestione del campo di battaglia che la Russia ha lentamente introdotto dall’inizio del conflitto. Un esempio recente di un nuovo sistema analogo russo sul fronte è stato pubblicato questa settimana, anche se credo che si tratti di un sistema ad hoc più fai-da-te. È possibile vedere la geolocalizzazione in tempo reale dei combattimenti tattici in corso, con le informazioni e le coordinate che possono essere trasmesse alle altre unità interessate:

Esclusivo . Finalmente abbiamo l’ultimo programma per il comando e il controllo.

Progettato per l’interazione, il coordinamento e il controllo tra diversi reparti. Un analogo dell’ucraino “Nettle”, la sua versione estesa.

Vorrei richiamare la vostra attenzione: “Ortica” ha fatto parte delle Forze armate ucraine fino all’età di 2022 anni. Cioè, si stavano preparando per un certo tipo di guerra, a differenza nostra. Sapevano che avrebbero attaccato e sapevano con che tipo di armi.

Da una fonte affidabile.

Tra l’altro, è emerso anche un nuovo video di un altro sistema ucraino di questo tipo, che mostra come gli ucraini siano probabilmente ancora un passo avanti nell’implementazione:

Prestate attenzione a come possono inserire simboli tattici su una mappa, che viene distribuita istantaneamente a tutte le unità che utilizzano uno di questi tablet collegati in rete.

Falichev prosegue sottolineando ciò che ho già anticipato in precedenza: perché la Russia ha iniziato ad accumulare ritardi dopo la caduta dell’URSS, comprese le famigerate riforme Serdyukov del 2008, di cui ho scritto molto in precedenza:

LEZIONI E CONCLUSIONI

Naturalmente sorge spontanea la domanda: perché è successo? Dopo il crollo dell’URSS, abbiamo prestato pochissima attenzione a questo segmento della nostra difesa, così come allo sviluppo delle Forze Armate della Federazione Russa nel loro complesso. Ricordiamo che nel 2010 le Forze Armate hanno subito importanti cambiamenti strutturali. Le divisioni motorizzate di fucili e carri armati sono state trasformate in brigate. Secondo il colonnello generale, dottore in scienze militari e membro corrispondente dell’Accademia russa delle scienze missilistiche e dell’artiglieria Vladimir Zaritsky, l’esercito e le serie di truppe missilistiche e di artiglieria in prima linea sono state abolite. Così, abbiamo perso circa la metà della potenza di fuoco delle unità e delle formazioni di artiglieria e quasi la metà della potenza di fuoco delle forze di terra.

Ma secondo lui l’arrivo di Gerasimov e Shoigu ha inaugurato il ripristino di tutto il potere precedentemente perso:

Ma con l’arrivo della nuova leadership del Ministero della Difesa, il Ministro della Difesa Sergei Shoigu, il Capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov, il ripristino del sistema che era praticamente perduto, in particolare la struttura divisionale, e nelle Forze Missilistiche e l’artiglieria delle Forze di Terra – il ripristino del potere di combattimento.

Egli afferma che, in particolare, è stata prestata particolare attenzione a tali sistemi di intelligence elettronica, che hanno favorito lo sviluppo di nuovi sistemi di ricognizione sul campo di battaglia e di contro-batteria, come l'”Arkus” e la “Penicillina”.

Ma è qui che fa la più grande notizia bomba del rapporto, che è davvero un’esclusiva mondiale nel divulgare queste informazioni per la prima volta in assoluto:

Con l’inizio dell’SVO, avevamo solo una decina di complessi Zoo-1M nell’esercito. Questo ha fatto sì che all’inizio perdessimo il confronto nella lotta di controbatteria. Anche la mancanza di specialisti necessari ha influito sulla situazione.

Per molto tempo abbiamo sentito lamentarsi dal fronte che la Russia aveva bisogno di una maggiore capacità di controbatteria. Ci sono state speculazioni di ogni tipo sui numeri, ma nessuno conosceva le quantità precise. Qui, per la prima volta, rivela che l’intero esercito russo disponeva di appena 10 unità di controbatteria Zoopark all’inizio della SMO.

Certo, all’inizio i contrattacchi d’artiglieria non avevano ancora acquisito l’importanza che hanno oggi, dato che il conflitto aveva un carattere più da spedizione mobile che da guerra d’artiglieria classica e statica come quella di oggi. La Russia iniziò subito ad aumentare la produzione di tutto, ma è ancora estremamente significativo quanto poco avessero le unità di controbatteria all’inizio.

Si tenga presente che esistono altri tipi di controbatteria, quindi Zoopark non è l’unico su cui si fa affidamento. Non c’erano solo le citate Penicilline – anche se potenzialmente anche meno di questi sistemi di prestigio – ma anche cose come lo Yastreb-AV, lo Snar-10 e molte altre unità tattiche portatili più piccole come l’Aistyonok, il Sobolyatnik e persino il Fara-PV. Quindi, anche se la situazione non era così terribile come sembra, era ben lontana dall’essere ideale.

Ora, però, le cose sono cambiate. Proprio il mese scorso Shoigu ha visitato le imprese NPO Splav e NPO Strela, dove gli è stata mostrata una linea di produzione completa degli ultimi Zoopark-1M in costruzione:

Si può notare che l’officina potrebbe avere fino a una dozzina di sistemi in costruzione simultanea. Quindi, anche se non conosciamo il numero esatto di produzione, ecco cosa ha dichiarato NPO Strela:

NPO Strela sostiene di aver completato gli obblighi di consegna dei sistemi radar di controbatteria Yastreb-AV, Zoopark-1M (nella foto) e Aistyonok per il 2023 e di voler aumentare la produzione di due volte nel 2024 e di quattro volte nel 2025 grazie a nuove attrezzature e al passaggio a un programma di 12 ore di lavoro su turni e 6 giorni alla settimana.

Quindi, gli Zooparchi hanno già aumentato la produzione, ma aumenteranno di 2 volte nel 2024 e di 4 volte nel 2025. Nel frattempo, anche la lista di Oryx elenca solo 16 Zoopark totali “provati” e distrutti. Ciò significa che se la Russia ne sta costruendo anche solo 50-100 all’anno – cosa possibile, vista la quasi dozzina di esemplari costruiti contemporaneamente in officina – compensa ampiamente le perdite.

Tornando, Falichev prosegue:

Un altro problema è che non tutto il territorio ucraino è stato sorvegliato dalla nostra costellazione satellitare, mentre il nemico (gli Stati Uniti) ha appeso sopra l’Ucraina, ripetiamo, circa 200 veicoli spaziali che vedono tutto, e con una buona risoluzione (a volte si è scoperto che loro vedono noi, ma noi no). Ma qui si sono comportati bene i nostri velivoli senza pilota, che hanno colmato queste lacune, in particolare veicoli come Forpost, Orlan, Orlan-10, Aileron e altri. Grazie a loro, siamo stati in grado di risolvere i compiti di identificazione delle coordinate degli obiettivi nemici più importanti, delle loro attrezzature e armi e di infliggere loro danni da fuoco.

Pur sottolineando ancora una volta la disparità nella sorveglianza satellitare con l’Occidente combinato, l’autore tempera il tutto con il riconoscimento che la Russia detiene il vantaggio della sorveglianza UAV, che ha permesso di mantenere una certa forma di parità.

L’ho detto fin dall’inizio, ma l’Ucraina e la Russia hanno avuto entrambe vantaggi asimmetrici l’una sull’altra, grazie a filosofie di sistema e capacità totalmente diverse.

Falichev cita poi l’artiglieria, ma non c’è nulla di particolarmente nuovo qui, quindi la salterò – anche se vale la pena di menzionarla:

Manergame = Linea Mannerheim.

Torna sulla situazione delle tavolette, descrivendo più dettagliatamente il Planshet-A russo:

Il software consente di risolvere l’intera gamma di compiti applicati all’artiglieria nel minor tempo possibile, riduce significativamente il tempo di calcolo delle installazioni per i comandanti dei cannoni da tiro (mortai) e aumenta la precisione del loro calcolo. Il “Tablet-A” è interfacciato con diversi strumenti di intelligence, tra cui telemetri laser, strumenti per tutto il giorno, set meteorologici automatizzati e una stazione balistica, e riceve informazioni in modo automatico. Le coordinate degli oggetti esplorati, i risultati dell’addestramento meteorologico e balistico del tiro vengono trasmessi automaticamente al computer.

Inoltre, è multifunzionale: può controllare il tiro di quasi tutti i sistemi di artiglieria in servizio e l’intera gamma di munizioni.

Un’altra utile capacità del “Tablet” è che il sistema non solo opera con mappe elettroniche ottenute da satelliti di vari sistemi, mapuò anche caricare e utilizzare foto scattate da aerei da ricognizione senza pilota o da aerei da ricognizione. Il caricamento dei dati cartografici consente di aggiornare il più possibile le informazioni elaborate nel minor tempo possibile.

La versione di fascia più alta, chiamata Planshet-M-IR, destinata ai comandanti, può fare molto di più, compresa la sovrapposizione di feed UAV di ricognizione in diretta su una mappa per una distribuzione precisa degli obiettivi.

L’unica domanda è quanto siano diffusi questi tablet nelle forze armate: ancora non lo sappiamo. Nell’ultimo anno ho riportato un video occasionale di comandanti di artiglieria che li utilizzano, ma non ci sono ancora indicazioni concrete sulla loro ubiquità.

L’unica prova che abbiamo è indiretta: negli ultimi mesi c’è stata una serie di attacchi russi in profondità che hanno messo fuori uso sistemi occidentali di prestigio come gli HIMAR, i Patriot, ecc. Molti ritengono, a ragione, che questa improvvisa impennata sia il risultato di una sorta di svolta nel complesso d’attacco di ricognizione russo. Un tale aumento può essere solo il risultato del raggiungimento di una massa critica di attrezzature adeguate, che ha permesso alla Russia di stabilire un nuovo livello di capacità operativa. Potrebbe avere a che fare con l’aumento dell’intelligenza artificiale e dei sistemi di identificazione automatica, che consentono ai droni di effettuare scansioni autonome per identificare i sistemi nemici, riducendo notevolmente il carico di lavoro degli operatori umani, che sono troppo sollecitati.

Come funziona? Proprio ieri un gruppo russo chiamato Ploshad Systema (Area Systems) che si occupa di questo problema ha pubblicato una serie di video che mostrano i loro test di identificazione delle unità sul campo di battaglia con la visione artificiale. Come si vede qui sotto, hanno messo a punto il sistema per identificare e seguire automaticamente non solo diversi tipi di sistemi corazzati, ma anche la fanteria:

In particolare, guardate anche il secondo video a 1:55 sopra. Mostra il loro drone FPV a guida automatica che, in modalità completamente automatizzata, è in grado di agganciare e colpire il veicolo di mobilità della fanteria, senza operatore umano.

Ecco il loro resoconto:

🇷🇺🛸 Gli UAV da ricognizione (video 1) e da attacco (video 2) che utilizzano l’intelligenza artificiale sono in fase di sperimentazione da parte delle forze russe, secondo quanto riferito anche nell’ambito dell’Operazione militare speciale.

Recentemente, gli sviluppatori russi hanno presentato il sistema di droni intelligenti “Ploshchad”, in grado di mirare autonomamente.

Nel secondo video, l’operatore indica l’obiettivo al drone, poi l’UAV vola automaticamente verso il bersaglio, senza essere influenzato da misure EW e altre interferenze radio, e lo colpisce. La scritta “AUTO” e il reticolo rosso indicano il funzionamento dell’intelligenza artificiale nel puntamento.

Amici! È passato molto tempo da quando abbiamo parlato degli aggiornamenti dei nostri sistemi di visione artificiale. Al momento, è già pronto un complesso di bordo per gli UAV da ricognizione, che consente di rilevare i bersagli con elevata precisione e di determinarne le coordinate – valutate voi stessi la qualità del riconoscimento.

Inoltre, molti di voi hanno utilizzato la nostra applicazione per analizzare i video catturati. Abbiamo preso in considerazione il vostro feedback sulla velocità del servizio, quindi abbiamo preso la decisione voluta (e forse radicale) di trasferire tutte le operazioni di calcolo sul server. Ci rendiamo conto che questo richiede Internet, ma ora la sede centrale ce l’ha.

Se producete UAV da ricognizione, saremo lieti di collaborare: insieme creeremo le soluzioni più efficaci!

I sistemi senza pilota si evolvono con la maturazione degli UGV

Non sorprende che anche l’Ucraina stia lanciando unità di prova di questi FPV, che sta già utilizzando in combattimento attivo contro le forze russe. Ecco un video mostrato la scorsa settimana, che mostra un FPV che aggancia autonomamente un veicolo russo nonostante un pesante disturbo EW che oscura completamente il canale video dell’FPV:

A circa 0:10 si può vedere che il reticolo si “aggancia” al veicolo, proprio prima che il segnale video ceda. In seguito, si può vedere che l’FPV colpisce ancora con precisione il bersaglio, dimostrando che il disturbo radio è sempre più vicino a diventare obsoleto.

Ora immaginate il prossimo passo dello sviluppo. Da notizie recenti:

In poche ore, uno scienziato ha creato un drone killer dotato di intelligenza artificiale in grado di “dare la caccia” a persone specifiche.

Louis Venus ha introdotto due modelli nell’elicottero: uno riconosce il volto della “vittima” e l’altro ordina al drone di seguire l’oggetto. Secondo lo stesso Venus, questi droni con esplosivi possono diventare armi pericolose nelle mani degli aggressori, poiché la persona media non ha quasi modo di contrastare i droni.

Per quanto raccapricciante, il campo di battaglia potrebbe iniziare a somigliare a questo nel prossimo futuro. Ecco un video di circa un mese fa di uno sfortunato soldato russo perseguitato da un drone: anche se non si tratta di un drone automatico, ci dà un’idea dell’orrore che presto ci aspetta:

Ne approfitto per passare alle seguenti dichiarazioni del massimo esperto di radioelettronica dell’AFU, Serhiy Flash.

In primo luogo, in un video che ho postato di recente – anche se questa è una versione estesa – afferma che la Russia ha iniziato con una quantità di FPV che le consentiva di colpire solo alcuni sistemi importanti come carri armati, stazioni EW, radar, ecc. Poi hanno iniziato a produrne così tanti che sono passati alla fase attuale in cui ne hanno abbastanza per colpire trincee, trincee, ecc.

Ma la svolta decisiva avverrà tra 4-5 mesi, dice. A quel punto la Russia produrrà abbastanza FPV per colpire ogni singolo soldato dell’intera AFU, e la probabilità che ogni soldato muoia sarà del 99%:

Ma la profezia più spaventosa è arrivata sul suo canale di scrittura, quando ha scritto che tra 6 mesi e un anno le battaglie di fanteria in superficie cesseranno di esistere, e tutti saranno scavati nel sottosuolo con robot UGV (Unmanned Ground Vehicle) che combatteranno principalmente in superficie – una visione alquanto inquietante che ricorda le immagini delle scene di guerra future di Terminator 2:

Anche se alcuni possono considerarlo improbabile, negli ultimi mesi c’è stata una notevole impennata nell’uso degli UGV da entrambe le parti. In effetti, ho raccolto video solo nelle ultime settimane, quindi ecco alcune esclusive che non vedrete altrove.

Qui un robot di terra kamikaze ucraino si dirige verso una trincea russa, per esplodere al suo interno:

Un analogo robot suicida ucraino viene distrutto da un drone bombardiere russo:

Ecco una compilation di alcuni recenti, da entrambe le parti. Mostra sia UGV per la posa di mine, sia UGV ausiliari per l’evacuazione e altro ancora:

E un posamine aggiuntivo con un sistema di straordinaria semplicità:

Recente UGV russo che ispeziona un corpo morto (sfocato) sul campo di battaglia:

Un altro sistema visto casualmente:

Un altro nuovo video di un bot di evacuazione russo:

E incredibilmente, proprio nel momento in cui scriviamo, sono emerse nuove immagini di un’intera sottounità robotica russa che assalta le posizioni AFU a Berdychi, a ovest di Avdeevka, con un UGV AGS-17 “Flame” che lancia granate automatiche a guidare l’assalto:

I curatori hanno scritto quanto segue:

Per quanto riguarda il filmato pubblicato del primo utilizzo di droni d’assalto durante l’assalto a Berdychi, nel prossimo futuro saranno pubblicati materiali più dettagliati sul primo attacco completo con droni di terra.

I droni mostrati nel video si sono mostrati molto bene, aiutando a superare le difese nemiche nel villaggio.

I video applicativi degli sviluppatori e dei produttori saranno disponibili domani.

Questa è senza dubbio la prima volta in guerra che assistiamo a un intero plotone robotico meccanizzato che esegue un assalto dal vivo, al contrario delle prove o delle azioni di addestramento nelle retrovie.

Cosa c’è dopo

È ormai chiaro che la premonizione di Serhiy Flash si sta già avverando. Sembra che ci troviamo nelle stesse fasi iniziali di maturazione degli UGV che abbiamo visto per gli FPV all’inizio del conflitto. Se il conflitto dovesse durare altri due anni, potremmo benissimo vedere l’uso degli UGV diffuso quanto quello degli FPV oggi. A quel punto gli FPV saranno probabilmente per lo più automatizzati e esponenzialmente più letali.

Allo stesso modo, il prossimo passo dell’evoluzione che prevedo – che ancora non esiste – è la graduale interazione e coordinazione tra robot aerei e terrestri. Probabilmente questo inizierà con gli UAV che si limitano a fornire ripetitori di segnale – cosa già comune – per estendere il raggio d’azione oltre gli ostacoli. Ma l’utilizzo più complesso riguarderà i droni da ricognizione aerea che trasmetteranno i dati di puntamento e posizione agli UGV di terra, che potrebbero poi puntare autonomamente alle posizioni designate dall’UAV.

Naturalmente, la strada è ancora lunga, perché per ora gli UGV rimarranno probabilmente controllati in modalità wireless dagli esseri umani, piuttosto che autonomi dall’intelligenza artificiale. Tuttavia, alla fine si arriverà a operatori umani dietro l’UAV che sceglieranno i bersagli per il sistema di terra autonomo per sparare da posizioni potenzialmente chiuse, fino alla frontiera finale degli UAV autonomi che troveranno i propri bersagli attraverso la visione artificiale e li trasmetteranno agli UGV autonomi che li potranno ingaggiare da soli.

Tra l’altro, questa notizia è arrivata proprio ieri sui canali ucraini:

L’esperto ucraino che l’ha pubblicata ha osservato:

Il cuore dei sistemi di visione artificiale e di acquisizione dei target è un computer di potenza sufficiente. 

Deve essere piccolo, economico e produttivo. 

Il nemico sta lavorando su questo.

Ha ragione nel dire che, in particolare per i piccoli droni di tipo FPV, i chip devono essere minuscoli e avanzati per consentire un elevato carico di CPU per elaborare tutti i calcoli dell’intelligenza artificiale con un consumo energetico ridotto. La principale debolezza della Russia è stata ovviamente la tecnologia dei chip e dei semiconduttori, quindi questa è stata una delle principali aree di preoccupazione in cui l’Occidente potrebbe fare un passo avanti. Per il momento, però, la Russia sembra in grado di procurarsi i chip e i componenti necessari da altri Paesi e di utilizzare i propri in alcuni punti.

Lo stesso vale per i sensori elettro-ottici, altra area di debolezza russa. Affinché le CPU dell’IA funzionino in modo ottimale, i dati di input iniziali devono essere della massima qualità possibile, in termini di risoluzione, chiarezza, fedeltà, ecc. Un’ottica più debole significa che l’IA ha meno possibilità di lavorare per separare il bersaglio dallo sfondo “sfocato” o pixelato, ecc. Quanto più chiara è la catena elettro-ottica, tanto più raffinata può essere la capacità autonoma, quindi questa è un’altra area di grande preoccupazione per la Russia.

Tuttavia, come per ogni cosa, la Russia potrebbe finire per compensare in modo asimmetrico. I sistemi occidentali potrebbero risultare leggermente più precisi, ma probabilmente saranno sovraingegnerizzati e/o molto più costosi, e quindi prodotti in numero inferiore.

Un esempio: anche l’esercito statunitense sta lavorando su UGV con navigazione autonoma a guida automatica come l’Autopilot di Tesla (si vede alla fine, intorno al minuto 6:55). Ma come per ogni cosa, sembrano scalare cose grandi, ingombranti e costose, rispetto all’attuale concentrazione della Russia su piccoli ed economici robot da campo che possono essere prodotti in grandi quantità:

Anche la Germania sta cucinando:

L’Occidente punta tutto sugli sciami di droni per l’Ucraina

Recentemente è stato annunciato che gli “alleati” intendono raddoppiare la produzione di AI e di droni per l’Ucraina, alla luce della loro incapacità di tenere il passo con la Russia nella produzione di artiglieria e armi convenzionali:

Bloomberg scrive che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna stanno lavorando alla creazione di uno sciame di droni che attaccheranno la Russia. Secondo gli esperti occidentali e gli sviluppatori di droni, questo permetterà alle Forze armate ucraine di compensare la mancanza di proiettili e dare un vantaggio sul campo di battaglia.

I droni sono anche l’unico settore in cui le capacità produttive dell’Ucraina non sono così vulnerabili agli attacchi russi alle infrastrutture energetiche, come quelli delle ultime settimane. Questo perché le officine dei droni operano su piccola scala, con generatori di riserva in grado di sostenerle, non avendo le enormi impronte energetiche di arsenali e imprese su larga scala.

Il problema è che le interferenze russe stanno rapidamente recuperando terreno. Un nuovo rapporto del NYTimes esprime la frustrazione degli equipaggi ucraini che si trovano in un crescente blocco del segnale sui rispettivi fronti:

Leggete qui sotto:

Ciò che colpisce di più di questo rapporto non è l’ammissione del solito quantitativo vantaggio che la Russia ha sull’Ucraina nel reparto di disturbo EW, ma anche quello qualitativo: afferma francamente che le unità russe non solo hanno una maggiore capacità di disturbo – un punto ovvio – ma mostrano un migliore coordinamento tra le loro unità EW e quelle regolari.

L’articolo prosegue affermando che la pressione sulla “capacità non presidiata” dell’Ucraina è cresciuta in modo sproporzionato, man mano che si esaurivano gli armamenti. L’articolo sottolinea tuttavia con acume il vantaggio sempreverde dell’artiglieria:

La forza dell’artiglieria deriva spesso dalla sua imprecisione. Ricoprendo ampie aree con alti esplosivi e frammentazione, può rapidamente interrompere le operazioni sul campo di battaglia, mutilando le truppe e distruggendo i veicoli. È una tattica quasi impossibile da replicare con uno o due droni.

L’ubiquità dei disturbatori russi di tipo “trench dome” è dimostrata qui:

Molte persone si confondono: vedono video di soldati russi colpiti dai droni, ma questi provengono principalmente dalle avanzate – dove le truppe d’assalto russe sono costrette ad andare temporaneamente oltre la copertura EW per sfondare, sfidando rischiosamente zone grigie con scarsa copertura EW.

Ma quando si tratta di aree di guerra posizionale statica, dove le truppe russe sono asserragliate in trincee ben attrezzate, queste posizioni sono spesso adeguatamente protette da un assortimento di unità “trench dome” che le rendono quasi impermeabili agli FPV ucraini.

Ecco l’ammissione chiave:

L’approccio della Russia è stato molto più verticistico, con una pesante supervisione militare. Questo ha reso la flotta di droni del Paese più prevedibile, con meno variazioni nelle tattiche e nei tipi. Ma ha anche permesso ai militari russi di bloccare i droni ucraini sul campo di battaglia senza dover bloccare i propri, coordinando le traiettorie di volo e i disturbatori.

“Non c’è nulla di simile da parte ucraina”, ha detto un operatore di droni che vola per l’Ucraina.

L’aspetto affascinante della guerra dei droni è che ha generato una sorta di cultura industriale di piccoli gruppi specializzati e affiatati che hanno i loro marchi e biglietti da visita. Di fatto, hanno sviluppato le loro piccole sottoculture e i loro “seguaci”, simili alle sottoculture degli “ultras” del calcio.

Un esempio di ciò è stato quando il primo carro armato Abrams è stato recentemente distrutto, tre delle migliori unità di droni russi nella regione si sono quasi scontrate su quale drone avesse battuto il carro armato americano: le squadre Ghoul, VT-40 o Gorb; alla fine è stato Ghoul.

E il già citato esperto ucraino di radioelettronica che studia, si specializza e monitora l’EW russa sul fronte dice che può persino identificare ogni specifica squadra solo dalla sua firma di segnali, che scansiona e rileva 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ogni squadra costruisce e modifica la propria marca di droni, alcuni utilizzando diverse tecniche di stampa 3D, altri utilizzando bande di frequenza radio uniche, ecc. Dice che le “normali” unità di droni russi operano tutte sulla banda di fabbrica e sono facilmente distinguibili dalle squadre speciali d’élite che designano le proprie frequenze proprietarie, rendendo i loro droni molto più difficili da disturbare.

Tuttavia, nonostante le loro limitazioni, l’Ucraina continua a spingersi oltre i limiti dello sviluppo dell’FPV, in genere aprendo per prima un nuovo terreno. Qui di seguito è riportato un esempio di un nuovo progetto di “nave madre” ucraina che lascia cadere un drone secondario per aumentare il raggio d’azione:

Adattamento russo

Per tornare indietro, l’articolo del think tank russo Falichev si conclude con la seguente importante nota:

Un’ultima cosa. Con l’inizio della SVO, la vita scientifica e industriale delle imprese dell’industria della difesa non solo si è ravvivata, ma ha acquisito un impulso particolare. Tutti sono passati alla modalità operativa “24/7”. Hanno capito che la vittoria al fronte dipende dal loro contributo diretto a questo processo.

Per quanto riguarda il Ministero della Difesa della Federazione Russa, sono state firmate molte decisioni congiunte con il Ministero dell’Industria e del Commercio, che oggi permettono alle imprese di rispondere in modo rapido e flessibile alle raccomandazioni del Ministero della Difesa della Federazione Russa, di modernizzare intere linee di prodotti che prima sarebbe stato estremamente difficile migliorare. Alcune procedure burocratiche sono passate in secondo piano. E l’esperienza di un’operazione militare speciale ha giocato un ruolo positivo. Ma questo richiede analisi e generalizzazione, come ha chiesto il Presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso alla riunione congiunta del Consiglio del Ministero della Difesa della Federazione Russa.

Può sembrare il solito linguaggio da boiler che parla di migliorare le cose solo per concludere un articolo con una nota positiva. Ma recenti rapporti hanno dimostrato che quanto detto sopra è dimostrabile. Descriverò brevemente alcuni esempi chiave di recenti miglioramenti al volo apportati dal Ministero della Difesa russo a sistemi d’arma critici, sulla base delle osservazioni e degli insegnamenti tratti dalle ostilità in corso.

In primo luogo, le bombe a vela russe erano dotate di 4 antenne satellitari Kometa-M per i segnali GPS/Glonass. Una foto di una recuperata, come illustrazione:

Ma ora, l’Ucraina ha scoperto che le bombe a razzo russe sono dotate di una quantità doppia, 8 x Kometas (Comete), che le rende estremamente resistenti all’inceppamento, aumentando notevolmente la loro precisione:

Un volontario ucraino sostiene che negli UMPC russi sopravvissuti sono stati trovati ricevitori anti-jamming aggiornati per i segnali satellitari Kometa.

Secondo il nemico, il nuovo tipo di “Komet” è dotato di un nuovo sistema di antenna a 8 fasci, in grado di neutralizzare simultaneamente sette fonti di interferenza.

🔸 Ricordiamo che i “Comet” sono installati non solo sulle bombe aeree con UMPC, ma anche su vari droni, tra cui il “Geran-2”.

🔸 Se i ricevitori aggiornati appariranno sui droni, ciò aumenterà significativamente anche la loro protezione dai sistemi di guerra elettronica ucraini.

Ciò ha avuto un ruolo significativo nella recente devastazione dell’Ucraina causata dalle bombe a effetto planare. Vedete, l’inceppamento non è un’impresa che si può fare tutta o niente. Quando munizioni di questo tipo volano in un ambiente contestato dall’EW, potrebbero semplicemente degradare il loro segnale, rendendo la loro precisione non terribile, ma mediocre. Forse 50 metri di CEP invece di 10-20 metri, ecc.

Ma con il doppio delle antenne, si ottiene una fedeltà del segnale di gran lunga migliore, che li rende più immuni alle perdite e in grado di colpire costantemente con la massima precisione.

Lo stesso vale per gli Iskander. Se ricordate, ho scritto molte volte di come i missili balistici Iskander-M abbiano una porta di espulsione avanzata nella parte posteriore, che spara contromisure elettroniche nella fase terminale del volo per disturbare la difesa aerea:

In alto si notano le porte rotonde sul retro, vicino al motore a razzo, da cui escono le boe EW simili a dardi.

Ma, dimostrando la flessibile capacità di adattamento della Russia, ha scoperto che, con l’esaurirsi della difesa aerea ucraina, gli Iskander non hanno più bisogno delle esche, in quanto sono in grado di aggirare la rete AD deteriorata senza di esse. E allora cosa ha fatto la Russia? Ha sostituito le porte di espulsione posteriori con altri terminali satellitari Kometa-M, che gli ucraini hanno scoperto a malincuore tra i rottami degli Iskander dopo gli attacchi riusciti:

Notate le stesse porte posteriori rotonde, ma al posto delle sonde di contromisura ci sono ora le riconoscibili antenne Kometa. Poiché l’Iskander punta verso il basso quando colpisce, questi ricetrasmettitori puntano direttamente verso il cielo per massimizzare il segnale satellitare. Sebbene la Russia sapesse che l’AD rappresentava una minaccia decrescente, l’EW dell’Ucraina poteva ancora potenzialmente alterare la precisione dei missili disturbando il suo segnale. Così ora la Russia ha rafforzato la sua forza di segnale, apportando modifiche significative ai principali processi di produzione al volo nel bel mezzo di una guerra.

Dal momento che i segnali GPS sono tra i più facili da falsificare e disturbare, e l’Iskander si basa su Glonass/GPS – sebbene abbia anche altre ridondanze di correzione della navigazione – questo potrebbe essere responsabile della recente ondata di colpi precisi dell’Iskander su tutto il fronte, che ha spazzato via concentrazioni di truppe ucraine, sistemi di prestigio come gli HIMAR, ecc.

Questo tipo di rinforzo del segnale è stato applicato a diversi sistemi missilistici russi, in particolare perché quasi tutti i missili russi di punta – Kh-101, Kalibr, Iskander, droni Geran-2 e altri – condividono una qualche iterazione delle antenne satellitari Kometa prodotte da Almaz Antey, il che conferisce alla produzione russa una grande efficienza e interoperabilità per diversi sistemi d’arma. In altre parole, un componente critico serve tutti i principali sistemi d’arma.

Ciò è stato evidenziato meglio che nel video di oggi dove, dopo una serie di attacchi mirati alle centrali termiche ucraine la scorsa settimana, il direttore statale dell’energia ha rivelato apertamente che i missili russi hanno migliorato enormemente la loro precisione dall’anno scorso, per quello che sembra essere un motivo misterioso:

Il direttore esecutivo di DTEK dell’operatore energetico, Dmitry Sakharuk:

“Se parliamo del 22 marzo, purtroppo i due impianti più grandi hanno ricevuto i danni maggiori di tutta la guerra (in DTEK i due impianti più potenti sono Burshtynska TPP e Ladyzhynska TPP). 8 missili sono arrivati a ciascuna stazione. Inoltre, a differenza dei periodi precedenti, lo scorso inverno la precisione dei missili è sorprendente. Precisione a un metro. Se prima erano 100 metri, 200, 300, ora arrivano metro per metro. Purtroppo non è stato possibile abbattere questi missili e le conseguenze sono semplicemente colossali. Lì il campo è pulito, non ci sono tetti, non ci sono attrezzature, terra bruciata…”.

Un altro esempio: abbiamo visto come i missili da crociera russi Kh-101 abbiano improvvisamente ottenuto la capacità di sparare contromisure – cosa che nessun missile da crociera aveva mai fatto prima – quando si avvicinavano ai loro bersagli. Un altro adattamento al volo.

Ma oggi nuovi rapporti indicano che anche il Kh-101 russo ha raddoppiato le dimensioni della sua testata. I Kh-101 e i Kalibr sono stati sviluppati per combattere la NATO e quindi necessitano di un raggio di volo estremamente lungo. Ma i missili possono attraversare l’Ucraina con una frazione dei loro serbatoi di carburante. Quindi cosa fa la Russia? Rimuove una parte del serbatoio e aggiunge una testata supplementare, che aumenta l’esplosività totale da 450 kg a 800 kg:

Come ultimo esempio, le truppe ucraine hanno ora rinvenuto diversi tipi di bombe a collisione russe. Oltre alla classica UMPK, c’è ora una nuova UMPB che si dice sia un analogo della tanto decantata GLSDB (Ground Launched Small Diameter Bomb) americana:

Questo è già stato utilizzato, dato che le truppe ucraine stanno trovando i rottami dopo gli attacchi:

Ciò significa che la Russia fu in grado di sviluppare un sistema di combattimento completamente nuovo, praticamente da zero, nel bel mezzo della guerra. Ci sono molti altri esempi, ma si potrebbe dedicare un intero articolo solo a questo.


Questo è tutto per questa parte, restate sintonizzati per le prossime parti di questa serie in corso, dove continuerò ad aggiornare tutti gli ultimi sviluppi e ricerche sia nella teoria militare che nelle scoperte tecnologiche sul fronte. Se è vero che c’è qualche possibilità che la guerra finisca prima che le cose diventino troppo folli, se invece si protrae per qualche anno, allora potremmo assistere all’esplosione di queste tecnologie dei droni, che si stanno sviluppando in concomitanza con la rivoluzione generale dell’intelligenza artificiale, che nei prossimi anni potenzierà le capacità autonome dei droni in modo imprevedibilmente accelerato.

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Gli Hawks spingono per un tour di reunion dell’asse del male, di DANIEL LARISON

Hawks pushing for 'axis of evil' reunion tour
ANALISI | POLITICA DI WASHINGTON

Il capo del Comando indo-pacifico, l’ammiraglio John Aquilino, ha recentemente messo in guardia i membri della Commissione per i servizi armati della Camera sulla crescente cooperazione tra Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, affermando: “Siamo quasi tornati all’asse del male”.

Negli ultimi anni si è assistito a una sorta di reviviscenza di questa screditata idea dell’era Bush, ed è diventato sempre più comune per i membri del Congresso e ora per gli alti ufficiali militari descrivere le relazioni tra i vari Stati autoritari utilizzando una qualche versione della ridicola frase di George W. Bush.

Se è vero che c’è stata una maggiore cooperazione tra questi quattro governi, è pericoloso e fuorviante suggerire che essi formino qualcosa di simile a una stretta alleanza o coalizione. Se gli Stati Uniti dovessero “agire di conseguenza”, come raccomanda l’ammiraglio Aquilino, rischierebbero di avvicinare molto di più questi Stati e di creare proprio l’asse che i funzionari statunitensi temono.

Le parole di Aquilino sono rivelatrici. Quando ha detto che “siamo quasi tornati all’asse del male”, sembra suggerire che egli pensi che ce ne sia stato uno reale che funge da modello per il gruppo attuale. Il primo “asse del male” denunciato da George W. Bush nel suo discorso sullo Stato dell’Unione del 2002 era composto da tre Stati – Iran, Iraq e Corea del Nord – uniti solo dall’ostilità di Washington nei loro confronti. L’Iran e l’Iraq erano nemici da tempo e lo erano ancora all’epoca, e la Corea del Nord fu aggiunta al mix per non essere completamente concentrata sui Paesi a maggioranza musulmana. Questi Stati non lavoravano insieme e due di essi si opponevano l’uno all’altro.

Non c’era un asse allora e non c’è ancora adesso.

Lo scopo di legare insieme avversari non correlati è sempre stato quello di esagerare le dimensioni della minaccia per gli Stati Uniti per spaventare i politici e l’opinione pubblica e indurli a sostenere più spese militari e più conflitti all’estero. Se gonfiare la minaccia di un singolo avversario non è sufficiente a instillare sufficiente paura, l’invenzione di un asse che includa alcuni o tutti gli avversari del mondo può essere molto utile ai falchi. Poiché richiama automaticamente alla mente la Seconda Guerra Mondiale e la lotta contro le Potenze dell’Asse, li aiuta anche a demonizzare gli altri Stati e a soffocare il dissenso interno. I sostenitori delle politiche dei falchi in ogni regione saranno quindi incentivati ad abbracciare la retorica dell’Asse e a rafforzare queste opinioni tra i loro alleati politici.

Negli ultimi mesi diversi funzionari eletti, attuali e passati, hanno fatto riferimento a un nuovo “asse del male”. Il leader della minoranza del Senato Mitch McConnell (R-Ky.) ha usato questa espressione lo scorso ottobre, dimostrando il suo potenziale di gonfiare le minacce: “È un’emergenza che dobbiamo affrontare questo asse del male – Cina, Russia, Iran – perché è una minaccia immediata per gli Stati Uniti. Per molti versi, il mondo è più in pericolo oggi di quanto non lo sia stato nella mia vita”.

L’ex governatore della Carolina del Sud, Nikki Haley, l’ha usato per rafforzare le sue credenziali da falco quando si è candidata alla presidenza. I senatori Tim Scott (R.C.) e Marsha Blackburn (R.T.) Anche Tim Scott (R-S.C.) e Marsha Blackburn (R-Tenn.) si sono lasciati andare alla paura.

I quattro Stati che i falchi vogliono raggruppare come parte di un asse oggi hanno alcuni rapporti tra loro, ma le loro relazioni di sicurezza sono piuttosto deboli. Nessuno di loro è formalmente alleato della Russia, e Russia e Cina non hanno alcun obbligo di venire in aiuto dell’Iran. Tutti e quattro i governi sono guidati da leader intensamente nazionalisti e nutrono rancori per umiliazioni e conflitti passati che rendono difficile stabilire legami più stretti.

La Russia si è rivolta all’Iran e alla Corea del Nord per ottenere forniture di armi per la guerra in Ucraina, ma questo è stato il limite dei loro legami di sicurezza più stretti. Dei quattro Paesi, solo la Cina e la Corea del Nord hanno un trattato formale di difesa, ma nonostante ciò, la Cina e la Corea del Nord hanno un rapporto difficile. In particolare, la Cina si è astenuta dall’offrire alla Russia aiuti letali nella sua guerra in Ucraina. La partnership “senza limiti” che i due Paesi hanno annunciato poco prima dell’invasione russa del febbraio 2022 si è distinta per il limitato sostegno cinese alla Russia. Non si tratta certo di un’alleanza globale in fieri.

Il pericolo di basare la politica estera degli Stati Uniti su cose immaginarie dovrebbe essere ovvio. Se i politici statunitensi credono che la Russia, la Cina, l’Iran e la Corea del Nord formino un asse quando non è così, questo distorcerà le politiche statunitensi verso tutti e quattro gli Stati in modo distruttivo. Invece di individuare i modi migliori per affrontare le controversie degli Stati Uniti con ciascun Paese, compreso l’uso dell’impegno diplomatico e l’alleggerimento delle sanzioni ove appropriato, ci sarà una forte tentazione di vedere ogni problema con ciascuno Stato come parte di una rivalità globale in cui non ci sarà spazio per il compromesso e la riduzione delle tensioni.

Quanto più i funzionari di Washington vedranno questi Stati come una coalizione ostile, tanto meno saranno propensi a negoziare con qualcuno di loro per paura di dare un segnale di “debolezza” agli altri.

Un’altra insidia della convinzione che questi Stati formino un asse è che ciò compromette la capacità di Washington di stabilire le priorità e di elaborare una strategia realistica per garantire gli interessi degli Stati Uniti. Una volta che i responsabili politici si convinceranno che tutti e quattro gli Stati sono collegati tra loro come parte di un asse, si rifiuteranno di distinguere tra interessi vitali e periferici e insisteranno sul fatto che gli Stati Uniti devono “contrastare” l’asse immaginario in ogni angolo del mondo. Ciò esacerberà le cattive abitudini di Washington di impegnarsi troppo e di investire troppo nelle regioni meno importanti.

Collegare Russia, Cina e Iran come parte di un asse è diventata una delle mosse retoriche preferite da alcuni falchi dell’Iran a Washington. Mike Doran dell’Hudson Institute, ad esempio, ha cercato di usarla per promuovere una politica più aggressiva contro l’Iran proprio di recente:

“L’Iran è l’anello debole dell’asse Russia-Iran-Cina. Gli Stati Uniti dovrebbero insistere su questa debolezza piuttosto che cercare di mantenere lo status quo. Mosca e Pechino ne prenderebbero certamente atto. Il modo più rapido per portare Putin al tavolo dei negoziati è indebolire il suo alleato, l’Iran. Perché le nostre élite di politica estera non sono in grado di riconoscere un’opzione strategica così ovvia?”.

Questo piano presenta alcuni difetti: l’asse in questione non esiste; la Russia e la Cina non avrebbero problemi se gli Stati Uniti volessero sprecare le loro risorse in un altro costoso conflitto mediorientale; la Russia e l’Iran non sono realmente alleati e indebolire l’Iran non sarebbe importante per il governo russo. Se gli Stati Uniti pensano erroneamente di poter infliggere danni a uno Stato autoritario minando gli altri, sprecheranno risorse e opportunità di impegno in cambio di nulla.

Nella misura in cui questi quattro Stati lavorano a più stretto contatto rispetto al passato, le politiche aggressive degli Stati Uniti hanno incoraggiato questa collaborazione. La ricerca del dominio degli Stati Uniti in ogni regione crea incentivi per le potenze regionali ad aiutarsi a vicenda, e il frequente uso di sanzioni da parte di Washington per punire tutti questi Stati dà loro un motivo in più per aiutarsi a vicenda a eludere le sanzioni.

L’approccio corretto degli Stati Uniti per aumentare la cooperazione tra questi Stati è quello di sfruttare le divisioni esistenti e di raggiungere un modus vivendi con il maggior numero possibile di Stati per spingere i cunei tra di loro.

“PER NOI E’ UNA QUESTIONE DI VITA O DI MORTE” – Vladimir Putin, di Daniele Lanza con testo dell’intervista a Putin

“PER NOI E’ UNA QUESTIONE DI VITA O DI MORTE” – Vladimir Putin
(13.03.2024)
***
Da stamane rimbalzano da un capo ad un altro del web le parole del presidente di Russia nella sua ultima intervista tra le mura del Cremlino (da parte di Ria Novosti).
La quasi totalità delle agenzie di informazione internazionali, a partire dalla Reuters, prontamente riportano nei titoli di testa l’uscita che costerna di più – ossia in merito al possibile utilizzo di armi nucleari da parte di Mosca – cosa che ha un po l’effetto di sviare l’attenzione dal resto del discorso di Putin e quindi sorvolarne il messaggio di fondo (che in realtà è una mano tesa, finchè ancora è possibile).
Procediamo in ordine.
A) Le forze armate di Kiev si trovano nell’oggettiva impossibilità id risolvere il conflitto da sole: non si tratta di materiali (che possono continuare ad arrivare a tempo indeterminato), ma di UOMINI che non si riesce più a coscrivere. A differenza della primavera scorsa nemmeno si annuncia una “grande controffensiva”……per il semplice fatto che non ci sono più le riserve per farne una (piuttosto occorre fare attenzione che non sia la Russia a farla, l’offensiva). La guerra – condotta autonomamente da Kiev – è CONCLUSA, con buona pace di chi ha sostenuto a gran voce l’Ucraina per 2 anni. Cosa che ci porta al punto “B”.
B ) L’unica e sola variante che può alterare l’esito è l’intervento diretto, in forze, di UE/USA/UK, eventualità alla quale Vladimir Putin replica in modo cristallino : in caso l’interferenza con la questione ucraina (che riguarda solo la Russia) dovesse salire di livello, con l’invio di truppe sul campo, le forze russe saranno pronte tanto sul piano convenzionale che quello nucleare. Sul piano convenzionale non c’è da dubitare delle forze armate russe – temprate da 2 anni di guerra terrestre, sanguinosa – che ha visto neutralizzare quasi 400’000 ucraini (la cifra sembrerà alta ai supporter filo ucraini, ma disgraziatamente è autentica).
Putin rimarca con una punta di rammarico – si può sentire – il fatto che ora le forze russe verranno poste al confine con la Finlandia, laddove nemmeno ai tempi della guerra fredda vi erano (la neutralità finlandese fu provvidenziale).
Ora, ammesso che le pacificate, benestanti ed attempate opinioni pubbliche UE siano disposte ad accettare perdite umane pari anche solo ad 1/3 della cifra riportata sopra (senza che i propri governi collassino in successione), allora si passa al livello NUCLEARE….che ci prota al punto “C”.
C ) Putin afferma che non è sua intenzione arrivare a quel punto (e c’è da credergli, poichè in realtà nessuno lo vuole), ma si può al tempo stesso credergli quando dice che lo farà se obbligato perchè è in gioco la sopravvivenza della civilizzazione di cui è a capo: tanti – troppi – tra coloro che leggono, non hanno metabolizzato, recepito, un fatto essenziale…….Russia e Ucraina SONO un’unica civilizzazione, benchè separate da un confine politico amministrativo. Una sola civilizzazione suddivisa in 2 stati (3 aggiungendo la Bielorussia, giustamente). Il confine sulla mappe tra Russia ed Ucraina che ci viene presentato come legittima demarcazione politico-amministrativa, ha un valore diverso nel contesto della storia slavo orientale: in sintesi, ciò che per l’osservatore occidentale è un confine DE JURE tra due differenti stati (secondo il diritto internazionale), costituisce invece solo un labile e mutevole punto di riferimento nella prospettiva della storia politica e culturale slavo orientale, dato che la radice è la medesima (in pratica un confine “leggero”, elastico….che esiste, ma potrebbe anche non esistere affatto, a seconda delle circostanze).
Gli osservatori esterni vedono la guerra in corso in Ucraina come una conflitto tra due nazionalità diverse: quella in corso è invece una grande GUERRA CIVILE. Una guerra civile “sovranazionale” dal momento che le due entità si trovano casualmente demarcate da una linea legale (che in altre ere non sarebbe esistita).
Per la RUSSIA……..questo conflitto, significa sopravvivenza, quanto nessun occidentale riesce a capire, i più obnubilati dalla narrativa dell’aggressione, dell’infrazione del diritto internazionale (il Cremlino in questa guerra non risponde ad un diritto internazionale convenzionalmente concepito, ma ad uno culturale e metastorico: se non si ha la capacità di interfacciarsi con tale logica, allora non sarà possibile trattare con la Russia e si rischia per davvero l’opzione atomica).
D ) Putin si dice “PRONTO AI NEGOZIATI”. Questa è la parte più importante, che i media avrebbero dovuto scegliere per i titoli, anzichè essere accecati dalla parola “nucleare” e metterla in primo piano ottenendo volontariamente o meno di connotare a tinte fosche l’intervista (…).
Il presidente di Russia premette chiaro – come era prevedibile – che quanto è stato annesso in questi anni non tornerà indietro. Può sembrare duro, ma nella logica “economica” della geostrategia è invece naturale: non si restituisce qualcosa che è costata 100’000 vite (e men che meno quando la guerra la sta vicendo). D’altro canto……è una mano tesa. Riflettere su questo.
Il leader di Russia sta – a modo suo – proponendo a chiare lettere di mettere fine ad una collisione che dura da un decennio (quindi sin dal 2014, e deflagrata oltre il limite 2 anni fa) : il paladino dell’etica può storcere il naso, certo, ma il conoscitore della politica internazionale si rende conto invece che tale morale non esiste qui. L’offerta che viene fatta è un REGALO all’Ucraina (considerata l’impossibilità da parte di Zelenskiy di continuare il confronto militare) : l’alternativa è un proseguimento del conflitto che può solo costare al governo di Kiev altre vite ed altre provincie che verrebbero gradualmente conquistate ed assimilate.
Un intervento esterno (UE/US) poi, non farebbe altro che centuplicare il livello di distruzione già esistente adesso, come si è detto all’inizio (il cielo non voglia…)
Conclusione:
Non esistono alternative al negoziato. Occorre a tutti, in primo luogo a Kiev, se vuole ancora esistere sulle carte come stato indipendente e non disgregarsi in qualche partizione geopolitica secolare. Utile anche a Washington a questo punto, nel senso che se lo stato ucraino dovesse capitolare in blocco ed essere annesso o subire distruzioni oltre una determinata soglia………allora CHI ripagherebbe le centinaia di miliardi investiti sinora nel paese ?? (si può giurare che gli anglosassoni su questo tasto sono molto zelanti: pochi ideali di libertà e patria, ma conti e calcolatori alla mano: l’Ucraina al momento è il loro debitore n°1 e in quanto tale devono fare in modo che rimanga in vita, perchè se il tuo debitore scompare per un malore (per metterla così) chi rimane a saldare ? Come recupereranno i 300 miliardi bruciati ? Li domandano ai russi vincitori che issano la loro bandiera di regione in regione ?? (il punto è anche questo).
Fermarsi ORA, adesso……….finchè ancora è possibile. Papa Francesco dal canto suo è stato profetico. Quanto inascoltato.
Anche la cartina in basso circola ormai da molti giorni ed è già stata spiegata qua e là, ma ribadiamo qui:
Il “piano” europeo sarebbe quello di schierare proprie unità lungo il tratto di confine con la Bielorussia, come si vede in basso. La cosa non avverrebbe in veste NATO, dal momento che quest’ultima può attivarsi solamente in caso di attacco di un paese estero all’Alleanza Atlantica (famoso ART. 5): quest’ultima si caratterizza come alleanza DIFENSIVA e non mirata alla risposta militare in assenza di offesa ricevuta (…).
Le unità in questione sarebbero quindi inviate “individualmente” cioè come forze nazionali autonome, ma interconnesse, dai vari paesi partecipanti al cordone e senza alcuna precisa direttiva da seguire (questo l’aspetto più enigmatico e pericoloso) : in parole povere tali forze non dovrebbero nè attaccare (non ne hanno la facoltà) nè fare qualcosa di specifico se non rimanere collocate sul posto in modo da creare un cuscinetto vivente che inibisca una potenziale avanzata russa da nord, partendo dalla Bielorussia, in vista di un possibile sfondamento nella primavera-estate.
L’operazione avrebbe una motivazione concreta immediata: liberare circa 130’000 militari ucraini di guardia al confine bielorusso, per permettergli di essere impiegati verso sud, dove il fronte è in situazione critica, in assenza di uomini (al momento dovrebbero essere schierati solo 9 reggimenti per un totale di 45’000 uomini, se sono aggiornato). In pratica si risolverebbe sul momento la carenza di personale facendo ricorso a tutte le forze disponibili, anche quello al confine bielorusso che non potevano essere tolte da lì: si raschia il fondo del barile.
Tornando tuttavia al punto di prima: la cosa si ottiene schierando un cordone di unità occidentali che hanno l’ordine di rimanere sul posto come se la loro semplice presenza fisica potesse essere un deterrente. Si tratta con ogni probabilità di poche migliaia di elementi (l’UE di certo NON ha 100’000 militari in assetto da combattimento da buttare nella mischia nel giro di pochi mesi), non in grado di respingere alcuna penetrazione russa, se mai dovesse verificarsi………….ma allora a cosa servono ?
L’UE nell’ipotesi di attuare un piano simile pone le basi per potenziali catastrofi. Vero che lo scopo primo non è di combattere al fronte, quanto liberare riserve ucraine che andranno impiegate a sud, ma si tratta comunque di un dispiegamento fisico di unità militari sul territorio di una nazione in stato di GUERRA. Ci si rende conto per un attimo ? Tali unità sebbene “ferme” sono pur sempre militari e quindi identificabili come BERSAGLIO. Possono ritrovarsi in mezzo a situazioni di oggettivo pericolo.
Cosa succede se le forze russe – spinte da qualche circostanza – per davvero penetrano dal confine nord bielorusso, per NULLA inibiti dall’aura di “inviolabilità” dei soldati europei ? Che succede se se li trovano davanti ? Li sorvolano ? Li aggirano…..o ci passano sopra ? (?!?)
Forse che l’UE, consapevole della natura puramente difensiva della Nato, cerca allora un cavillo per dichiarare che la Nato è stata attaccata ? In assenza di un attacco del Cremlino verso un paese dell’alleanza atlantica (che mai ci sarebbe perchè Putin non è stupido) allora cosa fanno ? Fanno in modo di piazzare i propri militari in territorio di guerra, in modo tale che se dovessero essere colpiti si potrà dire che la Russia ha colpito la Nato, potendosi così invocare l’ART. 5 ?
(sorvolando che le unità in questione non si trovano sul posto in veste di forze Nato. Oppure verrebbero considerate tali, retroattivamente ?)
MORALE : se vuoi attaccare briga, ma il tuo opponente non è così stupido da toccarti per primo………allora fai tu in modo che questo avvenga: metti le tue forze in fila sorridenti, proprio davanti alle artiglierie nemiche, aspettando e sperando che una scheggia o un colpo impreciso colpisca uno dei tuoi, dandoti così il pretesto per dichiararti vittima di un incidente ed invocare aiuto (come buttarsi deliberatamente contro una macchina, per fare in modo di rimediare un danno fisico da poter invocare di fronte ad una compagnia di assicurazioni).
Sono molto dispiaciuto per quei poveretti delle forze UE che verranno usati come bersaglio se questo piano venisse attuato. Ed esiste un alto rischio che tutto questo avvenga, perchè Putin nel suo discorso è stato chiaro: NON verrà dato alle forze di Kiev alcun tempo supplementare per riorganizzarsi (solo per negoziare). Nel momento in cui le forze russe rilevino un movimento al confine nord (ovvero la massa di militari ucraina si libera perchè sostituita da poche unità europee di figura)………si metterebbe in moto subito un’azione preventiva (forse un attacco da nord, come 2 anni orsono).
Vedo all’orizzonte un’evoluzione potenzialmente incalcolabile (come i vertici europei nemmeno immaginano, chiusi nelle loro torri d’avorio, convinti che basti la semplice presenza UE a intimorire una superpotenza convenzionale e nucleare spalleggiata dalla CINA……).
Abbiamo leader – mi riferisco a chi è europeo – che vivono tra le nuvole, tra raccolta firme per salvare i delfini e parate LGBTQ, party e meditazioni spirituali……….e non su campi di battaglia con migliaia di mutilati e caduti.
Pensate a reparti olandesi, norvegesi e ITALIANI, sperduti tra le paludi nei pressi di Chernobyl, mentre fischiano missili ipersonici e altre diavolerie tutto attorno (non dico altro).
Bruxelles contro il Cremlino ? Immaginatevi – su un piano di tenuta psicologica – l’Europa arcobaleno del 2024 contro l’Europa Stahlhelm (chiodo prussiano, meglio) del 1914, che fanno a pugni tra loro e avrete un’idea.
PASSO E CHIUDO.

Vladimir Putin: la Russia è su un percorso strategico di sviluppo e non si allontanerà da esso

Интервью Владимира Путина Дмитрию Киселеву

1:37:12

Leggi ria.ru in

La cosa più importante è soddisfare le richieste della società, afferma il Presidente russo Vladimir Putin. In un’intervista con il giornalista Dmitry Kiselev, ha parlato dei criteri per un lavoro di successo, degli obiettivi economici e sociali per i prossimi sei anni, del futuro della Russia, delle relazioni con l’Occidente e se si considera un maestro dei destini.
– Vladimir Vladimirovich, quando ha pronunciato il suo discorso, ha figurativamente tirato fuori dalla manica un trilione dopo l’altro. E in questo modo ha proposto un piano per lo sviluppo del Paese che è assolutamente sorprendente: questa è una Russia diversa, con un’infrastruttura diversa, un sistema sociale diverso – beh, proprio il paese dei sogni. Beh, viene voglia di chiedere. Per fare la domanda preferita di Vysotsky: “Dove sono i soldi, Zin?”. Li abbiamo guadagnati?
– Sì , innanzitutto, tutto questo è stato realizzato grazie a un lavoro minuzioso: da parte della comunità di esperti, degli specialisti del governo e dell’amministrazione. Tutto è pienamente in linea con le regole di bilancio e in realtà è piuttosto conservativo. Perché alcuni esperti ritengono che ci dovrebbero essere e ci saranno più entrate, il che significa che avremmo dovuto pianificare più spese, perché questo dovrebbe influire direttamente sulle prospettive di sviluppo economico. Nel complesso, è corretto. Ma nel 2018 abbiamo anche previsto di stanziare altri ottomila miliardi per lo sviluppo dell’economia e della sfera sociale, e poi abbiamo aumentato queste spese. Penso che sia abbastanza probabile che se tutto funziona come dicono gli ottimisti di questo ambiente, che ho detto, gli esperti, allora possiamo, e dobbiamo, e saremo in grado di aumentare queste spese in vari settori.
Президент России Владимир Путин выступает с посланием Федеральному собранию - РИА Новости, 1920, 29.02.2024

E lasciamo che il mondo aspetti: la Russia si prenderà cura di sé.

– Quindi stiamo parlando di un periodo di sei anni?
– Esatto. Stiamo parlando di un periodo di sei anni. Ora stiamo elaborando un bilancio per un periodo di tre anni, per un periodo di pianificazione triennale, come diciamo noi, ma, naturalmente, quando stavamo preparando il messaggio – dico, stavamo preparando il messaggio, perché un intero team stava lavorando – abbiamo proceduto dal fatto che avremmo calcolato le nostre entrate e le nostre spese in quelle aree che consideriamo chiave, prioritarie, per sei anni.
– Tuttavia, ci sono alcuni progetti letteralmente sbalorditivi. Per esempio, l’autostrada Sochi-Dzhubga. Centotrenta chilometri, di cui 90 in galleria e il resto probabilmente in ponte, a giudicare dal paesaggio. Tre miliardi… Un miliardo e mezzo solo nei primi tre anni. E l’autostrada dovrebbe essere idealmente pronta nel 2030. Insomma, quanto di tutto questo è necessario e sarà sufficiente per vincere?
– La gente ha bisogno di questa autostrada. Dopo tutto, le famiglie con bambini non possono raggiungere Sochi in auto. Tutti si fermano da qualche parte vicino a Gelendzhik o Novorossiysk. Perché l’autostrada è molto difficile, una serpentina. Ci sono diverse opzioni di costruzione. Ne discuteremo letteralmente l’altro giorno, nei prossimi giorni. O la facciamo fino a Dzhubga, o la facciamo prima da Dzhubga a Sochi. Alcuni membri del governo suggeriscono di procedere per gradi. Altri ritengono che dovremmo fare tutto in una volta, perché altrimenti ci sarebbe un collo stretto da Dzhubga a Sochi. La prima parte, se si guarda da Novorossijsk, è più o meno decente e la copertura non è male. Ma è molto stretta. E se arriveremo a Sochi come la prima parte, allora in questo piccolo spazio potrebbero esserci degli ingorghi, che ora ci sono abbastanza. In generale, lo stabiliremo. Con gli specialisti. Come, in quali fasi. Ma dobbiamo farlo. È necessario determinare, ovviamente, il costo finale del progetto, per garantire che tutti rimangano nell’ambito di questi piani finanziari. Prima di tutto, gli interessi delle persone. E dell’economia. Lo sviluppo del territorio nel sud del Paese è molto importante.
LIVE: Путин выступает с ежегодным посланием Федеральному собранию

In lineaDiscorso di Putin all’Assemblea federale. Dichiarazioni chiave

– Se possiamo permetterci investimenti di tale portata, significa che il Paese si sta rapidamente arricchendo. Tanto più nelle condizioni della SWO, nelle condizioni di quasi 15.000 sanzioni assolutamente selvagge, e tanto più se ci poniamo il compito di ridurre la povertà, compresa quella delle famiglie numerose. Non è forse troppo audace?
– No. Sentite, quando – se torniamo a questa strada – ho discusso con i membri del governo, beh, come sapete, il Ministero delle Finanze – è sempre così avaro in senso buono, molto conservatore sulle spese, e il Ministro delle Finanze mi ha detto, quasi testualmente, che coloro che non hanno mai viaggiato su questa strada oggi sono contrari alla costruzione di questa strada. E ha ragione, perché, beh, è soprattutto per le famiglie con bambini. Quanto al fatto che stiamo diventando più ricchi o meno, l’economia sta crescendo, questo è un dato di fatto. Ed è un fatto che è stato registrato non da noi, ma dalle organizzazioni economiche e finanziarie internazionali.

Путин: “Минфин – всегда такой в хорошем смысле скупердяй”

0:17

In effetti, in termini di parità di potere d’acquisto, abbiamo superato la Repubblica Federale Tedesca, ne abbiamo preso il posto, siamo la quinta economia del mondo. L’anno scorso l’economia tedesca si è ridotta di uno zero virgola, credo tre decimi di punto percentuale. Noi siamo cresciuti del 3,6%. Il Giappone è cresciuto di una piccola percentuale. Ma se tutto continua a svilupparsi allo stesso ritmo di oggi, abbiamo tutte le possibilità di prendere il posto del Giappone e diventare la quarta economia mondiale. E in una piccola prospettiva, in un futuro non troppo lontano. Ma, e qui dobbiamo essere onesti, oggettivamente c’è una differenza tra le qualità della nostra economia. In termini di parità di potere d’acquisto, cioè in termini di volume, siamo effettivamente quinti ora, e abbiamo tutte le possibilità di prendere il posto del Giappone. Ma la struttura delle loro economie, ovviamente, si confronta con la nostra. E abbiamo ancora molto da fare per garantire una posizione dignitosa non solo in termini di parità di potere d’acquisto, ma anche pro capite. Primo. E la seconda è che la struttura stessa cambi, in modo da diventare molto più efficiente, più moderna, più innovativa. È su questo che lavoreremo. Per quanto riguarda i redditi, in base alla parità di potere d’acquisto, si tratta di un indicatore molto importante. È il volume, la dimensione dell’economia. Significa che lo Stato ha a disposizione fondi attraverso il sistema fiscale a tutti i livelli per risolvere problemi strategici. Questo ci dà l’opportunità di svilupparci come crediamo sia necessario per il nostro Paese.

“Факт, который зафиксирован не нами”: Путин о росте экономики

1:52

– A proposito, lei parla di struttura, della necessità di cambiamenti strutturali nella nostra economia. Ma questo è esattamente ciò che il vostro messaggio prevede, e questo è il compito che vi siete prefissati: che le industrie innovative crescano più velocemente dell’economia media.
– Beh, sì, certo. L’ho già detto: è sulla struttura che dobbiamo lavorare. E molto dipende da essa, il futuro della nostra economia dipende da essa. Il futuro della forza lavoro, l’efficienza, la produttività del lavoro. Ecco uno dei compiti principali di oggi: aumentare la produttività del lavoro, perché con la carenza di lavoratori, di risorse lavorative, abbiamo solo un modo per svilupparci efficacemente, aumentare la produttività del lavoro. Questo, a sua volta, significa che dobbiamo aumentare gli inizi innovativi dell’economia. Diciamo che dobbiamo aumentare la densità della robotizzazione. Oggi abbiamo dieci robot, credo, ogni diecimila lavoratori. Dobbiamo avere almeno mille robot per diecimila lavoratori. Credo che questo sia il caso del Giappone. E per far sì che le persone siano in grado di lavorare con queste nuove attrezzature, non solo di usare la robotica, ma anche altri moderni mezzi di produzione, dobbiamo formarle. C’è un altro problema: la formazione del personale. A questo scopo, abbiamo un’intera direzione, che comprende la formazione ingegneristica. Sicuramente l’avrete notato: abbiamo già lanciato 30 scuole di ingegneria moderna in tutto il Paese e quest’anno ne lanceremo altre 20. E saranno 50. E saranno 50. E abbiamo in programma di lanciarne altre 50 nei prossimi anni. Pertanto, ci muoveremo e ci svilupperemo in questi settori, che sono il futuro del nostro Paese.
Актеры во время акции у здания Европейского парламента в Брюсселе - РИА Новости, 1920, 13.03.2024

Il boomerang è tornato. L’Europa ha calcolato le perdite delle proprie sanzioni

– Ebbene, per porre fine alle sanzioni. Molti hanno espresso l’idea di creare un organismo speciale che si occupi delle sanzioni, della loro riflessione e, in generale, della difesa dalle sanzioni. È prevista una cosa del genere o non ha senso?
– Non c’è bisogno di fare solo. Noi analizziamo – e il governo, la Banca Centrale, il Consiglio di Sicurezza – analizziamo tutto ciò che fanno i nostri nemici. Molte cose non vengono fatte nemmeno per motivi politici o militari, anche se se ne discute, ma semplicemente per motivi competitivi….
– Concorrenza sleale e senza scrupoli.
– Concorrenza sleale con il pretesto di considerazioni politiche o militari. Questo è stato il caso dell’industria aeronautica e di molti altri settori. Ebbene, noi viviamo nel mondo così com’è, ci siamo adattati, abbiamo capito con chi abbiamo a che fare e finora, come si può vedere dai risultati del nostro lavoro, siamo stati abbastanza efficaci.
Выступление Урсулы фон дер Ляйен на сессии Европарламента с ежегодной речью о положении дел в ЕС - РИА Новости, 1920, 05.03.2024

“Blocco totale”: l’Europa chiede la “cancellazione” della Russia

– Ma la perfidia dell’Occidente non si esaurisce con le sanzioni. Ecco una citazione diretta dal suo discorso: “L’Occidente sta cercando di trascinarci in una nuova corsa agli armamenti per logorarci e ripetere il trucco che gli è riuscito negli anni ’80 con l’URSS”. Quanto è grande il nostro margine di sicurezza nelle condizioni di una corsa agli armamenti?
– Dobbiamo fare in modo che per ogni rublo investito nella difesa si ottenga il massimo rendimento. In effetti, in epoca sovietica, nessuno contava queste spese, nessuno, purtroppo, inseguiva l’efficienza. La spesa per la difesa era circa il 13% del PIL del Paese – l’Unione Sovietica. Non farò riferimento alle nostre statistiche, ma a quelle dell’Istituto di Stoccolma (Stockholm International Peace Research Institute). – N.d.T.), l’anno scorso la nostra spesa per la difesa era del 4%, quest’anno è del 6,8%. In altre parole, siamo aumentati del 2,8%. In linea di principio, si tratta di un aumento notevole, ma non è assolutamente critico. Ebbene, nell’Unione Sovietica era del 13%, mentre ora siamo al 6,8%.
Devo dire che le spese per la difesa stimolano l’economia, la rendono più energica, ma ovviamente ci sono dei limiti, lo capiamo. L’eterna domanda – cosa sia più redditizio, le armi o il petrolio – ce l’abbiamo in mente, anche se, ripeto, la nostra moderna industria della difesa è buona in quanto non solo influenza indirettamente le industrie e la produzione civile, ma utilizza anche le innovazioni necessarie per la difesa per produrre prodotti civili. Questo è un aspetto estremamente importante. Ma, prima di tutto, le nostre spese, ovviamente, non sono paragonabili a quelle degli Stati Uniti, sono 800….
Австрийские миротворческие силы НАТО EUFOR - РИА Новости, 1920, 09.03.2024

Agli europei fu ordinato di diventare carne da cannone. Hanno accettato

– Già sotto i 900 miliardi, sì.
– …sotto i 900, beh, 860 – 870 miliardi, sì, non è assolutamente paragonabile alla nostra spesa.
– Penso che sia stato segato lì perché non hanno ipersonico, niente, cos’è…
– Vi spiegherò di cosa si tratta. Il punto è che spendono una quantità enorme di denaro per la manutenzione, e non solo per gli stipendi, ma anche per la manutenzione delle basi in tutto il mondo. E tutto finisce in un buco nero, non si può contare. È lì che viene spesa la maggior parte del denaro. Anche se nella produzione di mezzi di difesa e di armi in generale, anche lì si spende denaro, che è difficile da stimare.
Se si calcola quanto è costato loro, diciamo, il famoso sistema di difesa missilistica, sì, e uno dei componenti principali del superamento della difesa missilistica da parte nostra – Avangard, un missile intercontinentale, un’unità di pianificazione a raggio intercontinentale. Non è paragonabile. E abbiamo sostanzialmente annullato tutto ciò che hanno fatto, tutto ciò che hanno investito in questo sistema di difesa missilistica. Questo è il modo in cui dobbiamo agire, ma naturalmente, senza alcun dubbio, l’economia stessa delle nostre forze armate deve soddisfare le esigenze di oggi.
Погрузка системы противоракетной обороны THAAD в самолет C-17 Globemaster III на авиабазе Fort Bliss в Техасе, США

È impossibile da calcolare. Le “Avanguardie” costrinsero il Pentagono a cambiare tattica

– Vladimir Vladimirovich, la parola “giustizia” è una parola magica per la lingua russa. Lei la usa con molta attenzione, ma nonostante ciò, una volta ha pronunciato questa parola nel suo messaggio. È suonata come un fulmine. Lei ha detto che la distribuzione del carico fiscale dovrebbe diventare più equa in Russia e ha suggerito al governo di pensarci. In che direzione dovremmo pensare?
– La distribuzione di questo carico fiscale dovrebbe essere più equa, nel senso che le società, le persone giuridiche e gli individui che guadagnano di più dovrebbero destinare di più all’erario generale per la soluzione dei problemi nazionali e, soprattutto, per la soluzione dei problemi di riduzione della povertà.
– Un’imposta progressiva?
– Beh, sì, essenzialmente un’imposta progressiva. Non vorrei entrare nei dettagli ora, dobbiamo lavorarci su. E dobbiamo costruire questo sistema in modo che dia davvero un grande ritorno per risolvere, prima di tutto, le questioni sociali e i compiti che lo Stato deve affrontare in questo settore. Abbiamo in programma di ridurre l’onere fiscale, ad esempio, per le famiglie con molti figli, e ci sono molti altri passi da fare in questa direzione.
Президент России Владимир Путин выступает с ежегодным посланием Федеральному собранию - РИА Новости, 1920, 29.02.2024

La nuova élite. Putin ha definito il futuro della Russia

Mi sembra che la società la prenderà in modo assolutamente normale. In primo luogo, e in secondo luogo, l’azienda stessa. Cosa ci chiedono? Ci chiedono di decidere sul sistema fiscale, ma di non toccarlo più, di renderlo stabile. Questa è la richiesta e la domanda più importante delle imprese. È di questo che il governo deve occuparsi nel prossimo futuro e presentare proposte insieme ai deputati della Duma di Stato.
– Vladimir Vladimirovich, imposta progressiva – non spaventeremo nessuno? Avevamo paura di spaventare qualcuno con questa imposta progressiva.
– No, non credo. In linea di principio, abbiamo questo sistema. Anche coloro che erano ardenti sostenitori di questa scala piatta, gli autori di questa scala piatta, ora ritengono che nel complesso siamo maturi per agire in modo molto più selettivo.

“Просят, чтобы мы определились с системой налогообложения” – Путин о требованиях со стороны бизнеса

2:06

– Durante il suo discorso, lei ha ringraziato i suoi colleghi di governo. Questa era la formulazione. Questo significa che il governo Mishustin rimarrà al suo posto in caso di vittoria?
– Tuttavia, dovremmo parlarne dopo le elezioni, dopo che i voti saranno stati contati. Mi sembra che ora sia semplicemente scorretto. Ma nel complesso il governo sta lavorando, come vediamo, i risultati sono evidenti, sono dati oggettivi, sta lavorando in modo abbastanza soddisfacente.

“Работает вполне удовлетворительно” – Путин о правительстве

0:15

– Lei ha parlato di ridurre l’onere fiscale sulle famiglie numerose. In generale, i bambini e la situazione demografica: questi argomenti sono stati molto approfonditi nel suo discorso. In effetti, la questione è piuttosto dolorosa, perché demograficamente la Russia si sta sciogliendo. E l’anno scorso si è registrato un tasso di natalità contrario al record. Ebbene, come sapete, ora…
– Il tasso di natalità, credo sia 1,31 o 1,39….
– 1,39 figli per donna in grado di partorire.
– In età fertile.
– Forse dovremmo idealmente raddoppiare, forse (il coefficiente – NdR) tre, perché questo è letteralmente un disastro per la società. Tuttavia, lei ha proposto un programma su larga scala per sostenere la maternità e questi stimoli demografici. È sicuro che queste misure cambieranno la traiettoria da discendente a ascendente?
– Nel complesso, se procediamo con tutte le misure di sostegno alle famiglie con bambini, prevediamo di spendere fino a 14 mila miliardi di rubli nei prossimi sei anni attraverso vari canali. Si tratta di una cifra enorme. Le aree di sostegno alle famiglie con bambini sono molteplici. A cominciare da quelli sociali generali: costruzione o ristrutturazione di asili, costruzione di nuove scuole, riparazione di quelle vecchie e loro aggiornamento. Sostegno alle donne dalla gravidanza ai 18 anni. Oggi sono quasi 400.000 le donne che ricevono sussidi. Si tratta praticamente di una donna su tre in attesa di un figlio. E più di dieci milioni di bambini ricevono sussidi. È una cosa seria.
Abbiamo continuato il sistema di emissione e fornitura di capitale di maternità. Abbiamo continuato a pagare, ora che la decisione è stata presa, 450.000 rubli per famiglia, se c’è un terzo figlio, per rimborsare un prestito ipotecario. Abbiamo mantenuto le agevolazioni per i mutui ipotecari per le famiglie con bambini. In generale, c’è tutta una serie di aree molto diverse per sostenere le famiglie. E naturalmente, lo avete già detto, si tratta anche della lotta alla povertà, perché, ovviamente, le famiglie con figli sono molto più difficili di quelle senza figli. È comprensibile, i costi sono elevati. Tuttavia, siamo riusciti a fare molto in questo campo. Se guardiamo a 20 anni fa, credo che il 29% della popolazione fosse al di sotto della soglia di povertà. Si tratta di 42 milioni di persone. Ora è il 9,3%, secondo gli ultimi dati. Ma si tratta anche di 13,5 milioni di persone! Certo, è molto. Ovviamente dobbiamo fare di tutto per ridurlo almeno al 7%. E la cifra per le famiglie numerose è più modesta, ma dovrebbe essere aumentata. Ma da dove partiamo quando parliamo di problemi con il tasso di natalità? L’ho già detto molte volte, e lo dicono anche gli esperti. Sono cose oggettive. In particolare, abbiamo avuto due cali molto consistenti del tasso di natalità: durante la Grande Guerra Patriottica, nel 1943-1944. C’è stato un calo analogo subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Uno uguale all’altro. Lo stesso calo del tasso di natalità.
Многодетная семья в парке - РИА Новости, 1920, 07.01.2024

“Abbiamo imparato a farlo”. Come risolvere uno dei principali problemi della Russia

È chiaro perché il sistema di sostegno sociale è crollato: per quanto debole fosse nell’URSS, se possiamo parlarne, c’era ancora. E dopo il crollo dell’Unione Sovietica è scomparso quasi completamente. E la povertà ha iniziato a essere totale. Che cosa devo dire? Non ce n’è nemmeno bisogno. In ogni caso, l’orizzonte della pianificazione familiare in questi anni diminuì. E il tasso di natalità diminuì fino agli anni della guerra. Poi c’è stata una ripresa. E ora abbiamo un numero abbastanza elevato di bambini, giovani che tra qualche anno entreranno nell’età adulta e nell’età fertile. E presumiamo che anche i nostri indicatori aumenteranno.
Quello che lei ha detto è una tendenza globale. Sono pochi i Paesi con economie sviluppate che mostrano dinamiche demografiche positive. In tutti gli altri Paesi, tutto sta andando in territorio negativo. Si tratta di un problema complesso legato all’economia e alle priorità di vita delle donne. È meglio non entrare nel merito ora, lasciare che i demografi facciano del loro meglio per dirci e suggerirci le soluzioni. Ma sapete cosa ci mette di buon umore: l’umore della società. Abbiamo il 70% degli uomini e il 72% delle donne che vogliono avere due o più figli, e lo Stato dovrebbe sostenerli. Stiamo pianificando un’ampia serie di misure di sostegno. Devono essere attuate, e lo faremo.
– Tuttavia, Vladimir Vladimirovich, non c’è ancora alcuna certezza che queste misure possano ribaltare la situazione. Alla fine degli anni ’90, come è noto, lei stesso ha raccontato, ha salvato i suoi figli da un incendio, entrando letteralmente in una casa in fiamme al primo piano, e poi si è ricordato che c’erano dei soldi da qualche altra parte. Quel denaro è bruciato nell’incendio. Questo la dice lunga sulle sue priorità. Prima i bambini, poi i soldi. Forse ora dovremmo sputare su tutto, non solo su 14 trilioni di rubli (trilioni di rubli – N.d.T.). E creare un programma che garantisca l’inversione della situazione.
– È necessario guardare al corso degli eventi, come viene chiamato. All’inizio degli anni Duemila abbiamo compiuto una serie di passi nell’area demografica, tra cui l’introduzione del capitale di maternità e una serie di altre misure che hanno avuto un evidente risultato positivo. Questo significa che possiamo raggiungere gli obiettivi normali di cui abbiamo bisogno.
– Vuoi dire che hai esperienza in questo campo?
– Abbiamo esperienza, naturalmente. E grazie a questa esperienza e ad altri sviluppi moderni, dovremmo comunque aspettarci di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Con l’evolversi degli eventi, modificheremo queste misure o aggiungeremo qualcos’altro alle misure che applicheremo. Per esempio, ora abbiamo dichiarato l’Anno della famiglia e abbiamo un nuovo progetto nazionale chiamato “Famiglia”. Ha elementi che non abbiamo mai usato prima. Ad esempio, 75 miliardi di euro saranno destinati alle regioni in cui il tasso di natalità è inferiore alla media nazionale, soprattutto le regioni centrali della Russia e il Nord-Ovest. Settantacinque miliardi sono una discreta somma di denaro, dobbiamo solo gestirla con saggezza. C’è un’altra componente, come l’assistenza agli anziani, e ci sono altre misure di sostegno. Dobbiamo aumentare il tasso di natalità e la speranza di vita, così stabilizzeremo la popolazione del Paese. Naturalmente, questo è l’indicatore integrale più importante del nostro lavoro di successo. O forse è un lavoro che richiede ulteriore attenzione da parte di tutti i livelli amministrativi e delle autorità.
Прохожие на мосту - РИА Новости, 1920, 28.01.2024

Andiamo nel Nuovo Medioevo!

– Ovunque nel mondo esiste anche un terzo strumento per risolvere i problemi demografici, ovvero l’immigrazione. Di quali cifre possiamo parlare in questo semestre e cosa significa un lavoro sistematico?
– Se parliamo di immigrati per motivi di lavoro, non ne abbiamo così tanti rispetto ad altri Paesi: sono il 3,7% del totale dei lavoratori. Ma si concentrano nelle regioni in cui la vita economica è più attiva, e lì sono, ovviamente, molto più numerosi. Si tratta della regione di Mosca, di Mosca, della regione del Nord-Ovest, di alcune regioni del Nord, dove il livello dei salari è decente. Ma senza dubbio si tratta di un problema che richiede un’attenzione particolare da parte delle autorità locali, regionali e federali.
Ecco cosa vorrei dire. Una cosa molto importante, perché quando attraggono lavoratori immigrati, parlano sempre della necessità di farlo a causa della carenza di manodopera. I nostri imprenditori devono rendersi conto che la situazione per loro in termini di disponibilità di manodopera non cambierà in meglio nei prossimi anni. Dovranno affrontare la carenza di manodopera. Quindi, per risolvere questo problema in modo cardinale, tornando a ciò di cui abbiamo già parlato, dobbiamo aumentare la produttività del lavoro e ridurre il numero di lavoratori nei settori in cui è possibile farlo, ottenendo risultati ancora maggiori grazie all’introduzione di tecnologie moderne. Per farlo, dobbiamo investire in questo ambito e formare il personale. Ne abbiamo già parlato. Questa è la cosa più importante a cui dobbiamo pensare.
Ma in generale, la politica migratoria è uno strumento importante per l’economia. Non è un peccato guardare all’esperienza di altri Paesi. Prima di tutto, ovviamente, dovremmo parlare del rimpatrio dei nostri connazionali. Che cosa sia il rimpatrio e che cosa siano i connazionali è già riflesso nel nostro quadro normativo. Non è necessario ripeterlo in questa sede. Qui dobbiamo parlare di attrarre persone che magari non intendono trasferirsi nella Federazione Russa, ma che in virtù delle loro qualifiche e dei loro talenti in vari settori possono dare un contributo significativo allo sviluppo del nostro Stato e allo sviluppo della Russia. Saremo lieti di attrarre anche queste persone.
Президент РФ Владимир Путин проводит совместную прямую линию с гражданами и большую пресс-конференцию с журналистами в Гостином Дворе - РИА Новости, 1920, 14.12.2023

“La Russia non può esistere senza di essa”: Putin ha fissato un obiettivo per il Paese

Per quanto riguarda i tradizionali immigrati per motivi di lavoro, dobbiamo anche pensare a come prepararli a venire in Russia. Anche con i nostri partner nei Paesi in cui vivono. Ciò significa imparare la lingua russa, le nostre tradizioni, la nostra cultura e così via. Dobbiamo assicurarci che qui si prendano cura di loro e che vengano trattati in modo umano. In modo che si integrino nella nostra società in modo naturale. Tutto questo insieme dovrebbe avere un effetto corrispondente, spero, positivo.
Naturalmente, tutti devono osservare le nostre tradizioni, le leggi della Federazione Russa e, ovviamente, il rispetto delle norme sanitarie e così via è molto richiesto. La sicurezza dei cittadini della Federazione Russa dovrebbe essere al primo posto.
– I russi sono probabilmente la nazione più divisa al mondo. Lei ha avuto una conversazione con i leader russi e uno dei suoi interlocutori ha detto che nella regione di Zaporizhzhya abbiamo scoperto che loro sono russi quanto noi. Si è avuta l’impressione che questo suonasse come una sorta di rivelazione. In generale è vero. Ora stiamo facendo crescere nuove regioni e Odessa, una città russa, è probabilmente una grande speranza anche in questa direzione.
– Certo, la densità di popolazione in queste regioni è sempre stata piuttosto alta – il clima è meraviglioso. Per quanto riguarda il Donbas, si tratta di una regione industrialmente sviluppata. Quanto l’Unione Sovietica ha investito in questa regione, nell’industria mineraria del carbone, nell’industria metallurgica, tutto è di alto livello. Sì, certo, sono necessari investimenti per rendere tutto moderno: la produzione, le condizioni di vita, le condizioni di lavoro delle persone sono state costruite in modo completamente diverso, non come erano un paio di decenni fa.
Per quanto riguarda la Novorossiya, si tratta di una regione con un’agricoltura pronunciata e sviluppata. Qui faremo tutto il possibile per sostenere sia le aree di attività tradizionali sia quelle nuove che si inseriscono organicamente in queste regioni e nel desiderio della gente di svilupparle. E, si sa, la gente del posto ha molto talento. Inoltre, come ho già detto, anche le tasse stanno già affluendo al bilancio federale.
Sì, in questa fase hanno bisogno di aiuto, di sostegno e di essere trainati verso il livello russo tutto repubblicano e tutto federale. Ma guadagneranno soldi, e li guadagneranno molto rapidamente.
Президент России Владимир Путин выступает на церемонии закрытия Всемирного фестиваля молодежи - РИА Новости, 1920, 08.03.2024

Come Ivan Ivanovich e Taras Nikiforovich faranno pace.

– Storicamente, è abbastanza ovvio che i regimi nazisti non si dissolvono da soli, ma scompaiono a seguito di una sconfitta militare; è stato così in Germania, in Italia, in Giappone. Lo stesso sarà ovviamente per il regime nazista di Bandera. E ora stiamo avanzando su tutta la linea del fronte, a giudicare dai rapporti del Ministero della Difesa e dei nostri corrispondenti di guerra. Tuttavia, è stato possibile trovare un modo di combattere in cui le nostre perdite sono minori nell’offensiva che nella difesa. Si tratta cioè di un compito non banale per l’arte della guerra, ma che limita sempre l’offensiva; questa parsimonia è assolutamente giustificata nei confronti dei nostri eroici soldati. Ma sorge la domanda: come avanzare con perdite minime?
– La domanda è chiara e giusta, ma anche la risposta è semplice. Dobbiamo aumentare i mezzi di sconfitta. Il numero e la potenza dei mezzi di sconfitta. Aumentare l’efficienza delle forze e dei mezzi impiegati. L’aviazione tattica e dell’esercito, persino quella strategica. Cioè, ovviamente, in quelle componenti che sono accettabili per conflitti armati di questo tipo. Si tratta di mezzi di sconfitta a terra, tra cui armi di precisione, artiglieria e veicoli blindati. Ci stiamo sviluppando, senza esagerare, a passi da gigante.
– In questa direzione?
– Sì, è quello che succede. Questa è la risposta alla sua domanda. Più potenti e grandi sono i mezzi di sconfitta, meno sono le vittime.
Российские военнослужащие разворачивают флаг России в селе Крынки. Кадр видео

L’Occidente ha una risposta alla domanda “i russi vogliono la guerra”.

– Ma la domanda sorge spontanea: quale prezzo siamo disposti a pagare per l’intero, forse la parola “progetto” non è appropriata, ma per l’intera sfida che siamo costretti ad affrontare storicamente?
– Ogni vita umana è preziosa. Ogni vita. E la perdita di una persona cara in una famiglia, in qualsiasi famiglia, è un dolore enorme. Ma la questione è definire il fatto stesso di ciò che facciamo. Che cosa facciamo? Oggi ci siamo incontrati, avete appena notato, ha detto uno dei partecipanti alla conversazione: abbiamo scoperto con sorpresa che lì ci sono russi come noi. Siamo venuti in aiuto di queste persone. Questa è sostanzialmente la risposta alla nostra domanda. Se oggi abbandoniamo queste persone, domani le nostre perdite potrebbero aumentare di molte volte. E i nostri figli non avranno futuro, perché ci sentiremo insicuri, saremo un Paese di terza o quarta classe. Nessuno ci considererà se non sapremo difenderci. E le conseguenze potrebbero essere catastrofiche per lo Stato russo. Ecco la risposta.

Путин о том, почему Россия пришла на помощь Донбассу

0:45

– Vladimir Vladimirovich, gli americani sembrano parlare di negoziati, di stabilità strategica, ma allo stesso tempo dichiarano la necessità di infliggere una sconfitta strategica alla Russia. La nostra posizione è che siamo aperti ai negoziati. Ma allo stesso tempo, il tempo dei gesti gentili è passato, è finito. Quindi non ci saranno negoziati?
– Non abbiamo mai rifiutato di negoziare.

Путин: “Мы никогда не отказывались от переговоров”

1:07

– Senza gesti, senza compromessi, com’è allora?
– Cercherò di spiegarmi meglio. Quando stavamo negoziando in Turchia, a Istanbul – l’ho già detto molte volte, devo ripeterlo ancora – lo farò. Inoltre, noi e i negoziatori dell’altra parte siamo giunti a un documento, un foglio spesso, in realtà un trattato, una bozza di trattato. L’estratto di questo trattato, che è disponibile, è stato siglato dal capo del gruppo negoziale ucraino, il signor Arahamiya (il politico ucraino David Arahamiya – N.d.T.). L’ha fatto lui, c’è la sua firma. È qui nella nostra amministrazione. Ma poi si sa, come lo stesso Arahamiya ha detto pubblicamente al mondo, anche in un incontro con i giornalisti, anche stranieri, che l’ex primo ministro britannico Johnson è venuto e li ha dissuasi dal firmare finalmente e, di conseguenza, dall’attuare questo accordo. E il tema che lei ha appena citato, ovvero che la Russia deve essere sconfitta sul campo di battaglia.
Военнослужащие отдельной инженерной бригады Центрального военного округа (ЦВО) в Авдеевке - РИА Новости, 1920, 12.03.2024

Vinceremo un’altra volta: l’Occidente riconosce l’inevitabilità dell’abdicazione dell’Ucraina

Siamo pronti per i negoziati? Sì, siamo pronti, ma solo pronti a negoziare, non sulla base di alcuni desideri dopo l’uso di psicofarmaci, ma sulla base delle realtà che si sono sviluppate, come si dice in questi casi, sul terreno. Questa è la prima cosa.
In secondo luogo, ci è già stato promesso molte volte – ci è stato promesso di non espandere la NATO a est – e poi li avremmo visti ai nostri confini. Hanno promesso, senza entrare nella storia, che il conflitto interno in Ucraina sarebbe stato risolto pacificamente, politicamente. Come ricordiamo, sono venuti a Kiev tre ministri degli Esteri: Polonia, Germania e Francia. Hanno promesso che sarebbero stati garanti di questi accordi. Un giorno dopo c’è stato un colpo di Stato. Hanno promesso di rispettare gli accordi di Minsk e poi hanno annunciato pubblicamente che non avrebbero mantenuto queste promesse, ma si sono presi solo una pausa per armare il regime banderita in Ucraina. Ci hanno promesso molte cose, quindi le promesse da sole non bastano. È ridicolo da parte nostra negoziare ora solo perché stanno finendo le munizioni.
Люди на фоне флага России - РИА Новости, 1920, 08.03.2024

Un secolo di guerre è in arrivo: la Russia può evitarlo

Siamo pronti, tuttavia, a una conversazione seria e vogliamo risolvere tutti i conflitti, e a maggior ragione questo conflitto, con mezzi pacifici.
Ma dobbiamo capire chiaramente e distintamente che questa non è una pausa che il nemico vuole prendere per il riarmo, ma una conversazione seria con garanzie per la sicurezza della Federazione Russa. E conosciamo le varie opzioni che vengono discusse. Conosciamo le carote che ci verranno mostrate per convincerci che è arrivato il momento. Vogliamo, lo ripeto ancora una volta, risolvere tutte le controversie, e questa controversia, questo conflitto, con mezzi pacifici. E siamo pronti a farlo. Vogliamo farlo. Ma dovrebbe essere una conversazione seria con la sicurezza della parte avversa. In questo caso, a noi interessa soprattutto la sicurezza della Russia, della Federazione Russa. Procederemo da questo punto di vista.

– Vladimir Vladimirovich, credo che stiamo cercando di essere un po’ troppo nobili. Non si scoprirà che ci inganneranno ancora una volta? E noi ci consoleremo con il fatto che siamo onesti, che ci hanno ingannato, che è nostro destino rimanere sempre degli stupidi. Ma da quando, negli anni ’90, gli americani si sono fatti coniare le medaglie per aver vinto la Guerra Fredda, tutti questi decenni sono stati decenni di grandi bugie. Come possiamo anche solo sperare che vadano a stipulare finalmente un trattato onesto con noi, che rispetteranno e con garanzie per noi? Come potete stare con loro? Credete davvero che una cosa del genere sia possibile?
– Odio dirlo, ma non mi fido di nessuno. Ma abbiamo bisogno di garanzie. E le garanzie devono essere esplicite, devono essere garanzie di cui saremmo soddisfatti e in cui crederemmo. È di questo che stiamo parlando. Ma ora è probabilmente prematuro parlare pubblicamente di ciò che potrebbe essere. Ma di certo non ci lasceremo trascinare da ipotesi vuote.

“Я никому не верю” – Путин о гарантиях для России от Запада

0:36

– Temo che lei sarà citato in modo espansivo. Non si fida di nessuno, o in questo caso si riferisce ai partner occidentali quando dice di non fidarsi di nessuno?
– Preferisco essere guidato dai fatti, piuttosto che dai buoni auspici e dai discorsi su come ci si possa fidare di tutti. Vedete, quando si prende una decisione a questo livello, il grado di responsabilità per le conseguenze della propria decisione è molto alto. Per questo non faremo nulla che non sia nell’interesse del nostro Paese.
Вид на Московский Кремль с Большого Каменного моста - РИА Новости, 1920, 28.02.2024

Il New York Times ha dato ragione a Mosca

– Cosa è successo a Macron? Ha perso la testa? Sta per mandare le truppe francesi a combattere il nostro esercito, sembra un gallo da combattimento gallico, spaventando così tutti gli europei. Come reagiamo a questo?
– Il fatto è che i militari dei Paesi occidentali sono presenti in Ucraina da molto tempo, anche prima del colpo di Stato, e dopo il colpo di Stato il loro numero si è moltiplicato. Ora sono presenti direttamente, sotto forma di consiglieri, sono presenti sotto forma di mercenari stranieri e subiscono perdite. Ma se parliamo di contingenti militari ufficiali di Paesi stranieri, sono sicuro che non cambierà la situazione sul campo di battaglia. Questa è la cosa più importante. Così come la fornitura di armi non cambia nulla.
In secondo luogo, ciò potrebbe portare a gravi conseguenze geopolitiche. Perché se, ad esempio, le truppe polacche entrano nel territorio dell’Ucraina per, come sembra, coprire il confine ucraino-bielorusso, diciamo, o in altri luoghi per liberare i contingenti militari ucraini per partecipare alle operazioni di combattimento sulla linea di contatto, penso che le truppe polacche non se ne andranno mai. Beh, io credo di sì. Perché vorranno tornare… Sognano e vedono, vogliono restituire quelle terre che considerano storicamente loro e che sono state tolte loro dal padre delle nazioni, Joseph Vissarionovich Stalin, e date all’Ucraina. Le rivogliono, ovviamente. E se le unità ufficiali polacche vi entrano, difficilmente se ne andranno. Ma anche altri Paesi che hanno perso parte dei loro territori a causa della Seconda guerra mondiale potrebbero seguire l’esempio. E penso che le conseguenze geopolitiche per l’Ucraina, anche dal punto di vista della conservazione della sua statualità nella sua forma attuale, si presenteranno in tutta la loro gloria e in piena fioritura.

Путин о возможности распада Украины

3:15

– Se torniamo a Macron, forse ha deciso di vendicarsi in questo modo della Russia per il fatto che gli abbiamo “pestato la coda” in Africa, e che lì abbiamo dovuto “stare a guardare e avere paura”? Forse non si aspettava che fossimo così attivi?
– Sì, credo che ci sia del risentimento. Ma quando eravamo in contatto diretto con lui, siamo stati abbastanza franchi su questo argomento. Non siamo andati in Africa e non abbiamo spremuto la Francia da lì. Ma il problema è diverso. Questo famigerato gruppo Wagner. Prima ha realizzato una serie di progetti economici in Siria, poi si è spostato in altri Paesi dell’Africa. Il Ministero della Difesa li ha sostenuti, ma solo sulla base del fatto che si trattava di un gruppo russo, niente di più.
Президент Франции Эммануэль Макрон во время пресс-конференции по итогам встречи по поддержке Украины в Париже - РИА Новости, 1920, 27.02.2024

Macron ha deciso di entrare in guerra con la Russia, dopotutto

Non abbiamo spremuto nessuno. È solo che i leader africani di alcuni Paesi erano d’accordo con gli operatori economici russi, volevano lavorare con loro, e non volevano lavorare con i francesi per alcuni aspetti. Non è stata nemmeno una nostra iniziativa, ma dei nostri amici africani. Ma non si capisce perché dovremmo sentirci offesi a questo proposito. Se uno Stato indipendente vuole sviluppare relazioni con i suoi partner di altri Paesi, compresa la Russia, vuole sviluppare relazioni con la Russia… Non abbiamo toccato loro, gli ex colonizzatori francesi in questi Paesi. Ebbene, sì, lo dico anche senza ironia, perché in molti Paesi in cui la Francia è stata storicamente una metropoli, non vogliono proprio avere a che fare con loro. Non ha nulla a che fare con noi. Probabilmente è più comodo offendersi con qualcuno senza vedere i propri problemi. Forse una reazione così brusca, piuttosto emotiva da parte del presidente francese, è anche legata a ciò che sta accadendo in alcuni Stati africani. Anche se conosco altri Paesi africani che sono tranquilli riguardo alla presenza francese e dicono che sì, siamo pronti a lavorare con loro, ma in alcuni Paesi non vogliono, ma noi non abbiamo nulla a che fare con questo, non stiamo istigando nessuno lì, non stiamo mettendo nessuno contro la Francia. Non ci poniamo tali compiti.
A dire il vero, non abbiamo compiti statali e nazionali al livello dello Stato russo. Siamo solo amici con loro, tutto qui. Loro vogliono sviluppare le relazioni con noi. Bene, per carità, e noi li incontriamo a metà strada. Non c’è nulla da offendere.
Президент Украины Владимир Зеленский и президент США Джо Байден во время встречи на полях саммита НАТО в Вильнюсе - РИА Новости, 1920, 13.03.2024

La posta in gioco si sta alzando. Gli alleati di Kiev stanno considerando una mossa radicale

– Ora in Francia si dice che non ci sono più linee rosse in relazione alla Russia, nulla è impossibile e tutto è possibile. E in generale vogliono parlare con noi in qualche modo sulla base dell’equilibrio di potere, e sentiamo tutto dalla Francia, dall’Occidente e dalla Lituania. In generale, è un coro, non esile, ma ostile. Forse anche noi dovremmo optare per una soluzione non convenzionale e a un certo punto invitare e chiedere aiuto ai due milioni di soldati nordcoreani, per esempio, in cambio del nostro ombrello nucleare su metà della penisola coreana? Perché no?
– In primo luogo, la Repubblica Popolare Democratica di Corea ha un proprio ombrello nucleare. Non ci hanno chiesto nulla. Questa è la prima cosa. In secondo luogo, in linea di principio, come possiamo vedere oggi, sulla base dei risultati di ciò che sta accadendo sul campo di battaglia, stiamo affrontando i compiti che ci siamo prefissati. Per quanto riguarda gli Stati che dicono di non avere linee rosse nei confronti della Russia, dovrebbero capire che la Russia non avrà linee rosse nemmeno nei confronti di questi Stati.
E i piccoli Stati europei? In primo luogo, li trattiamo tutti con rispetto, a prescindere da tutto. In secondo luogo, quando questi piccoli Stati chiedono una politica più dura nei confronti della Russia e alcune misure estreme, tra cui l’introduzione di truppe e così via, sono ancora quegli Stati, e lo capiscono, che non sentiranno le conseguenze delle loro dichiarazioni provocatorie. Ma quelli che possono sentirne le conseguenze, si comportano in maniera molto più contenuta. E giustamente.
Президент Франции Эммануэль Макрон - РИА Новости, 1920, 04.03.2024

La guerra della Francia con la Russia sarà una nuova disgrazia

– E tutti questi balli della Germania con Taurus, (il cancelliere tedesco Olaf – NdR) Scholz dice che non forniamo (missili. – NdR). Ci sono forze che insistono per fornire Taurus all’Ucraina. Gli inglesi si stanno facendo avanti con la loro iniziativa, diciamo di transitare attraverso l’Inghilterra, siamo pronti a inviarlo. L’obiettivo è il ponte di Crimea. I generali tedeschi stanno già pianificando le operazioni, come abbiamo sentito, non solo sul ponte di Crimea, ma anche sulle basi militari, come si dice, in profondità nel territorio russo. Alcuni dicono già che questi missili potrebbero colpire il Cremlino. In genere non sono molto radicati nei loro sogni, vero?
– In primo luogo stanno fantasticando, si stanno incoraggiando da soli. In secondo luogo, stanno cercando di intimidirci. Per quanto riguarda la Repubblica Federale di Germania, ci sono problemi costituzionali. Dicono giustamente: “E se questi Taurus entrano in quella parte del ponte di Crimea, che, ovviamente, anche secondo i loro concetti è territorio russo – questa è una violazione della Costituzione della Repubblica Federale di Germania”. Il fatto è che l’opposizione nella RFT si sta comportando in modo ancora più aggressivo. Vedremo su cosa si metteranno d’accordo, stiamo seguendo la questione da vicino.

“Себя подбадривают”. Путин об угрозах офицеров ФРГ ударить по Крымскому мосту

0:26

Usano questi missili britannici e americani. Non cambia la situazione sul campo di battaglia. Sì, ci danneggiano e basta, ovviamente. Questo è ovvio. Ma in sostanza, questo non cambia il corso delle ostilità e le conseguenze che inevitabilmente ne derivano per la parte opposta. Ora sentiamo cosa hanno nella stessa RFT. Sia i vostri canali, sia quelli stranieri, sia quelli tedeschi mostrano quanto le loro attrezzature siano in uno stato difettoso, quanto necessitino di miglioramenti, ammodernamenti e così via. Lasciateli lavorare.
Come hai giustamente detto, ci sono alcune cose a cui devono pensare. I più intelligenti ci penseranno.

“Это не меняет хода боевых действий” – Путин об отправке западных ракет на Украину

2:23

– Ma i nuovi membri della NATO, Finlandia e Svezia, cosa hanno scambiato? Il ministro degli Esteri svedese Tobias Billström ha improvvisamente dichiarato ai turchi che la Svezia è contraria alle basi NATO sul territorio svedese. Che c’è, non si sono resi conto di dove sono entrati a far parte? Che fine hanno fatto?
– Dovreste chiederlo a loro, non lo so. Avevamo relazioni abbastanza buone, stabili, con questi Paesi. E penso che abbiano beneficiato maggiormente della loro neutralità, perché offre alcuni vantaggi: almeno come piattaforma negoziale per ridurre le tensioni in Europa. Con la Finlandia avevamo relazioni perfette. Semplicemente perfette. Non avevamo alcuna rivendicazione reciproca, soprattutto territoriale, per non parlare di altre aree. Non avevamo nemmeno truppe, abbiamo rimosso tutte le truppe da lì, dal confine russo-finlandese. Perché lo hanno fatto? Secondo me, per ragioni puramente politiche, probabilmente volevano far parte del club occidentale, sotto una sorta di ombrello. Perché l’hanno fatto? Francamente non lo capisco. È un passo assolutamente insensato dal punto di vista della garanzia dei propri interessi nazionali. Tuttavia, è una decisione che spetta a loro. È quello che hanno deciso. Ma noi non avevamo truppe lì, ora le avremo. Non avevamo sistemi di difesa, ora li avranno. Perché? Le nostre relazioni economiche erano molto buone. Usavano il nostro mercato, noi compravamo molto da loro. Cosa c’è di male? Ma ora la situazione cambierà. Con i loro numerosi prodotti su altri mercati, non sono davvero necessari. Il nostro è poco rifornito. Non capisco.
Si tratta di una cosa banale, ma nonostante ciò, negli ultimi anni, sia a Helsinki che, a maggior ragione, nelle zone di confine della Finlandia, i rubli russi erano accettati, anche a Helsinki, nei grandi supermercati. Con i rubli si poteva acquistare qualsiasi merce. Tutte le pubblicità sono in russo, ovunque.
Здание Пентагона - РИА Новости, 1920, 01.03.2024

Il Pentagono conferma che Macron ha ragione: la NATO dovrà entrare in guerra con la Russia

– In questo momento, le terre di confine sono in bancarotta.
– Sì, sì, sì, sì, ma cosa sto dicendo? È dall’altra parte. Da un punto di vista economico, la situazione è molto buona. I prezzi degli immobili hanno tenuto abbastanza bene. Da un punto di vista economico, è stato un bene, ma a quanto pare ci sono state forze, beh, piuttosto conservatrici di destra, nazionaliste, che non hanno gradito molto questo riavvicinamento alla Russia. Alcuni pensavano addirittura che fosse eccessivo. Perché i russi sono lì a comprare case, appartamenti, e perché qui è tutto in russo? A livello interno – non credo nemmeno, che so, che a livello interno sia nata questa russofobia. Forse alcune forze politiche all’interno del Paese hanno deciso di sfruttare questa sorta di pregiudizio interno. Forse. L’insieme di questi fattori ha portato a questa decisione. Credo di sì, ma non posso esserne sicuro al 100%. In ogni caso, non migliora in alcun modo la situazione della sicurezza. Sia nelle relazioni bilaterali che in Europa nel suo complesso.
– Nel frattempo, negli Stati Uniti, la corsa alle elezioni presidenziali è in pieno svolgimento. Non è senza di voi. Siete invisibilmente coinvolti, poiché ognuno dei candidati dei partiti repubblicano e democratico vi cita nei suoi discorsi e nelle sue argomentazioni. In generale, sembra che voi non abbandoniate le pagine dei giornali e i titoli dei notiziari televisivi e che siate un argomento nella campagna elettorale di tutti. E voi state aggiungendo benzina al fuoco.
– Come?
 Дональд Трамп во время предвыборного митинга - РИА Новости, 1920, 04.03.2024

Le sorprese non possono essere evitate. Come si svolgeranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti

– Dire che uno dei candidati è preferibile per noi. Ma se, di fatto, un presidente straniero dice che uno dei candidati di un altro Paese è preferibile, si tratta di una classica interferenza elettorale. In generale, fino a che punto interferite nelle elezioni americane dicendo che Biden è preferibile per noi? E in generale, fino a che punto è vero? Si tratta di trolling o di cosa si tratta in generale?
– No, sapete, vi dirò una cosa che vi dimostrerà che non cambia nulla nelle mie preferenze qui. Uno. Numero due: non interferiamo in alcun modo in nessuna elezione. E come ho detto più volte, lavoreremo con qualsiasi leader che goda della fiducia del popolo americano, degli elettori americani. Ma c’è una cosa curiosa: nel suo ultimo anno di presidenza, Trump, l’attuale candidato alla presidenza, mi ha rimproverato di essere un simpatizzante di Biden. È successo qui più di quattro anni fa. È quello che mi ha detto in una delle conversazioni – vuoi che vinca Sleepy Joe, beh, scusami, lo dirò come ha fatto lui, è solo un discorso diretto, in modo che vinca Sleepy Joe. È quello che mi ha detto quando era ancora presidente. E poi, con mia grande sorpresa, ha iniziato a essere molestato perché presumibilmente lo abbiamo sostenuto come candidato. Beh, è semplicemente assurdo.
Кандидат в президенты от Республиканской партии, бывший президент США Дональд Трамп - РИА Новости, 1920, 05.03.2024

Trump è a un passo dalla vittoria o dall’assassinio

Per quanto riguarda la situazione elettorale odierna, sta diventando sempre più incivile. Non vorrei fare alcun commento in merito. Ma, cosa assolutamente ovvia per tutti, il sistema politico americano non può pretendere di essere democratico in tutti i sensi.
– In generale, ad essere onesti, la sua preferenza per Biden mi sembra piuttosto strana. Dopo tutto, nel 2011 Biden è venuto a Mosca e l’ha convinta a non candidarsi alla presidenza. Ricorda quella storia? L’ha raccontata allora, incontrando l’opposizione russa a Spaso House. E Garry Kasparov* ha scritto che Biden ha raccontato questa storia, che è venuto alla Casa Bianca russa per vedere il primo ministro Putin e lo ha dissuaso in tutti i modi possibili di andare alla presidenza, altrimenti avrebbe organizzato una primavera araba qui. Quindi Biden non era molto affezionato a lei all’epoca. Lei ha un duello storico con lui. Oppure l’ha già avuto, in qualche modo…
– A dire il vero, in qualche modo non ci ho fatto molto caso.
– Non ci stavi nemmeno facendo caso?
– Nessun duello.
Баннер Центральной избирательной комиссии со слоганом президентских выборов на улице Новосибирска - РИА Новости, 1920, 07.02.2024

“Mini rivoluzione arancione”: l’Occidente ha i suoi piani per le elezioni russe

– Quindi per lui era una cosa seria, ma per lei no?
– Questo è esattamente il segno di un intervento.
– Questa è un’interferenza palese al 100%.
– Nei nostri processi politici interni. E abbiamo detto molte volte, e io ho detto molte volte, che non permetteremo a nessuno di farlo.

Путин о вмешательстве в выборы в США

2:48

– Ebbene, se ci allontaniamo dall’interferenza delle battaglie pre-elettorali, in realtà l’escalation continua. E l’impressione è che entrambe le superpotenze – Russia e Stati Uniti – stiano giocando a quello che in America si chiama il gioco del pollo. Quando i polli volano, si attaccano l’un l’altro. E laggiù è un gioco in cui i ragazzi in auto si scontrano con le teste degli altri e chi sterza per primo. Sembra che nessuno sterzerà per primo. Quindi la collisione è inevitabile?
– Perché? Gli Stati Uniti hanno annunciato che non introdurranno truppe. Sappiamo cosa sono le truppe americane in territorio russo, sono interventiste. È così che le tratteremo, anche se dovessero apparire in territorio ucraino. Loro lo capiscono. Vi ho detto che Biden è un uomo, un rappresentante della scuola politica tradizionale, e questo è confermato. Oltre a Biden, ci sono abbastanza altri specialisti nella sfera delle relazioni russo-americane e della moderazione strategica. Perciò non credo che qui si vada a parare su tutto, ma siamo pronti. Ho detto molte volte che per noi è una questione di vita o di morte, mentre per loro si tratta di migliorare la loro posizione tattica nel mondo in generale e in Europa in particolare, di preservare il loro status, il loro status tra i loro alleati. Anche questo è importante, ma non quanto lo è per noi.
Президент США Джо Байден - РИА Новости, 1920, 09.03.2024

Biden ha dichiarato guerra su due fronti

– È interessante che lei abbia detto che siamo pronti. Il filosofo Alexander Dugin, esperto di geopolitica, invita direttamente e praticamente a prepararsi a una guerra nucleare. E quanto più siamo preparati, tanto minore sarà la probabilità di una tale guerra, dice Alexander Dugin. Ma come possiamo essere pronti? Siamo davvero pronti per una guerra nucleare?
– Da un punto di vista tecnico-militare, ovviamente, siamo pronti. Li abbiamo permanentemente in posizione, permanentemente in uno stato di prontezza al combattimento. Questa è la prima cosa, e la seconda, anch’essa universalmente riconosciuta, è che la nostra triade, la triade nucleare, è più moderna di qualsiasi altra triade. Noi e gli americani abbiamo solo questa triade. E qui abbiamo fatto molti più progressi. Abbiamo una componente nucleare più moderna. Nel complesso, abbiamo circa la parità in termini di portaerei e cariche, ma la nostra è più moderna. Tutti lo sanno, gli esperti lo sanno. Ma questo non significa che dobbiamo misurarci con il numero di vettori e di testate. Ma è necessario saperlo. E coloro che devono saperlo, ripeto, gli esperti, gli specialisti e i militari, lo sanno molto bene. Stanno definendo i compiti per aumentare questa modernità e novità, e hanno un piano corrispondente. Lo sappiamo anche noi. Stanno sviluppando tutte le loro componenti. E anche noi. Ma questo non significa che, a mio avviso, siano pronti a scatenare una guerra nucleare domani. Vorrebbero farlo, ma non è questo il modo di farlo. Noi siamo pronti.
Военнослужащие Центрального военного округа ведут боевую работу на специальном бронепоезде Енисей на Краснолиманском направлении СВО - РИА Новости, 1920, 07.03.2024

La Russia ha bisogno di una militarizzazione totale

– Forse, per essere più convincenti, a un certo punto potremmo condurre dei test nucleari. Dopo tutto, non abbiamo restrizioni internazionali in merito.
– Esiste un trattato che vieta questo tipo di test. Ma, purtroppo, gli Stati Uniti non hanno ratificato questo trattato. Pertanto, per mantenere la parità, abbiamo ritirato la ratifica. Poiché il trattato non è stato ratificato dagli Stati Uniti, non è entrato definitivamente in vigore perché non ha ricevuto il numero necessario di ratifiche. Ciononostante, stiamo aderendo a questi accordi. Sappiamo però che gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di condurre tali test. A cosa è dovuto? Il motivo è che quando compaiono nuove testate, alcuni esperti ritengono che non sia sufficiente testarle solo su un computer, ma che debbano essere testate in prima persona. Queste sono le idee che circolano in certi ambienti negli Stati Uniti. Ne siamo al corrente. E stiamo anche osservando. Se conducono questi test, non lo escludo, non necessariamente, ne abbiamo bisogno, non ne abbiamo bisogno, dobbiamo ancora pensarci, ma non escludo che possiamo fare lo stesso.
– Siamo tecnicamente pronti?
– Siamo sempre pronti. Voglio che sia chiaro. Non si tratta di armi convenzionali, ma di un tipo, di un ramo delle forze armate che è costantemente pronto al combattimento.
Президент США Джо Байден - РИА Новости, 1920, 06.03.2024

Gli americani ci minacciano con una guerra nucleare e allo stesso tempo chiedono un dialogo

– Vladimir Vladimirovich, ma comunque, nei momenti difficili dello scorso anno al fronte, in relazione a Kharkiv o Kherson, ha avuto qualche pensiero sulle armi nucleari tattiche?
– Perché? Nonostante il fatto che, su suggerimento degli allora comandanti di questo gruppo, decidemmo di ritirare le nostre truppe da Kherson, questo non significava che il nostro fronte stesse crollando lì. Non c’era niente del genere e niente di simile. È stato fatto semplicemente per non incorrere in perdite inutili tra il personale. Tutto qui. Questo era il motivo principale, perché nelle condizioni delle operazioni di combattimento, quando era impossibile rifornire completamente il raggruppamento situato sulla riva destra, avremmo subito inutili perdite di personale. Questo è stato il motivo della decisione di trasferirsi sulla riva sinistra.
E la correttezza di questa scelta è stata confermata da ciò che il comando ucraino ha cercato di fare in alcune zone della riva sinistra – nello stesso villaggio di Krynki. Hanno gettato la loro stessa gente in un tritacarne, tutto qui. Ultimamente hanno corso a piedi nudi, nel senso letterale del termine. Letteralmente. Hanno cercato di portare lì le munizioni con motoscafi e droni. Che cos’è? Che cos’è? È solo un massacro, viene solo mandato al macello.
Флаг на здании посольства США в Москве - РИА Новости, 1920, 17.02.2024

Minaccia nascosta: gli Stati Uniti temono Darth Putin e la sua Morte Nera

Una volta ho chiesto al Capo di Stato Maggiore, beh, non c’è nulla di segreto qui. Ho detto: ascolta, chi pensi che prenda queste decisioni dall’altra parte? Qualcuno, colui che prende la decisione, non si rende conto che sta mandando la gente a morte certa? Lui: lo sanno. Io dico: beh, chi prende la decisione, perché lo fa? Non ha senso. Non ha senso da un punto di vista militare. E io: “Da quale punto di vista? Beh, non lo so, i vertici politici probabilmente dicono, sulla base di considerazioni politiche, che hanno qualche possibilità di sfondare la nostra difesa, qualche possibilità di ottenere denaro aggiuntivo, riferendosi al fatto che hanno una testa di ponte sulla riva sinistra, qualche possibilità di presentare magnificamente la loro posizione alle riunioni internazionali. La squadra è passata, tutti i capi più bassi cedono automaticamente.
Tra l’altro, i prigionieri che sono stati catturati lì e si sono arresi, dimostrano che non sapevano nemmeno in che tipo di situazione si stavano cacciando. Diciamo che le nuove unità li buttano lì e dicono: lì c’è una difesa stabile, andate avanti, continuate, aiutate. Non riuscirono nemmeno a raggiungere la riva sinistra.
– Tragedia.
– Naturale, dal loro punto di vista, assolutamente. Allora perché abbiamo bisogno di usare mezzi di distruzione di massa? Non c’è mai stata questa necessità.
– Quindi l’idea non le è mai venuta in mente?
-No, perché? Ma le armi esistono per essere usate. Abbiamo i nostri principi. Essi dicono che siamo pronti a usare le armi, comprese quelle che lei ha citato, se si tratta dell’esistenza dello Stato russo o di danni alla nostra sovranità e indipendenza. La nostra strategia prevede tutto, non l’abbiamo cambiata.

“Необходимости не было такой никогда” – Путин о применении средств массового поражения

4:06

– Vladimir Vladimirovich, quando il presidente uscente Eltsin le propose di candidarsi alla presidenza, la sua prima reazione fu: “Non sono pronto”.
– Esatto. È un discorso diretto.
– Da allora ha subito una grande evoluzione. Se dovesse scrivere un telegramma a se stesso in quel periodo, quale sarebbe il testo?
– È come se uno yankee si trovasse alla corte di Re Artù o qualcosa del genere. È impossibile rispondere a questa domanda, perché la domanda è stata posta in quel momento, nel contesto storico ed economico in cui si trovava il Paese, nella situazione politica interna in termini di sicurezza interna. E tutto questo insieme mi ha portato alla risposta che ho dato: “Non sono pronto per questo”. E non perché avessi paura di qualcosa, ma perché la portata dei compiti era enorme e il numero di problemi cresceva ogni giorno come una palla di neve. Quindi l’ho detto sinceramente. E non perché, ripeto, avessi paura di qualcosa. Ma perché penso di non essere pronto a risolvere tutti questi problemi. E Dio non voglia che io faccia qualcosa di peggio. Ecco di cosa si trattava. Quindi ho detto con assoluta sincerità. E se dovessi tornare indietro, direi di nuovo la stessa cosa.
Президент России Владимир Путин - РИА Новости, 1920, 06.04.2023

Un ufficiale dei servizi segreti statunitensi colpito da un tratto del carattere di Putin

– Qual è stato il fattore decisivo? Alla fine ci sei andato tu.
– Probabilmente le conversazioni con Boris Nikolaevich. Soprattutto, dopo tutto, cosa mi disse allora? Ha detto: “Va bene, va bene, va bene, capisco. Torneremo su questo argomento”. E ci siamo tornati più volte. Alla fine disse: “Sono un uomo esperto, so cosa sto facendo, cosa sto proponendo”. Beh, mi ha detto anche altre cose. Deve essere scomodo lodare me stesso – beh, lui ha detto parole così positive. Più tardi lo confermò di nuovo, in modo così positivo. Non ne parlerò ora. E quando il lavoro è iniziato, è stato completamente diverso. Sapete, quando si lavora, si pensa: hai bisogno di questo, di questo, di questo adesso, di questo domani, e così via. Quando si è coinvolti nel lavoro, è una storia completamente diversa.
– Non c’è più tempo per avere paura.
– Non è una questione di paura, ma di comprensione e di capacità di risolvere questi problemi. Vi ricordate com’era il 1999 – nell’economia, nel settore della sicurezza, in tutto. Nella finanza.
Митинг у тюрьмы Матросская тишина 9 мая 1992 года - РИА Новости, 1920, 30.12.2022

La caduta del colosso. Cosa ha veramente rovinato l’URSS

– Una volta mi ha detto che l’ingresso all’Università di Leningrado è stato per lei un punto di svolta – questa preparazione all’ingresso. È stata la situazione in cui hai dovuto fare un passo avanti e capire: o lo faccio adesso e ce la faccio, e allora realizzerò i piani che voglio – e a quel tempo stavi già andando a lavorare nel KGB. Oppure ho perso, e allora tutto è diverso, e non c’è alcuna possibilità. Che c’è, anche la Russia è ora in una posizione in cui si deve giocare all-in?
– Innanzitutto, all’epoca non avevo una posizione del genere. Perché sì, volevo lavorare nelle agenzie di sicurezza dello Stato…..
– Ed è stata l’ammissione a rappresentare un punto di svolta, quella sensazione? O è così o è stato così.
– Non proprio. Sono entrato nell’area della reception e ho detto: “Vorrei lavorare, cosa serve?”. L’alternativa era semplice. Mi è stato detto che dovevo conseguire un’istruzione superiore, preferibilmente una laurea in legge, o prestare servizio nell’esercito, oppure avere almeno tre anni di esperienza lavorativa, ma era meglio prestare servizio nell’esercito. Quindi, se non fossi entrato all’università, mi sarei arruolato nell’esercito. Certo, la strada per raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato era più lunga, ma c’era comunque. C’è sempre un’alternativa.
– L’avete fatto con la tensione?
– Sì, certo, perché ho studiato in una scuola con un orientamento chimico e matematico, ma qui ho dovuto superare le materie umanistiche. Ho dovuto lasciare una e fare l’altra. Sì, certo, c’era tensione. Ho dovuto imparare da solo una lingua straniera, il tedesco in questo caso, ho dovuto studiare la storia, la letteratura e così via.
– Ma anche la Russia si trova ora ad un bivio: o si risolve, o…
– La Russia non è a un bivio, è sul percorso strategico del suo sviluppo e non abbandonerà il suo cammino.

Путин: Россия на стратегическом пути развития и с него не свернет

1:38

– In che misura sente il sostegno della società russa nella sua nuova capacità, perché è emersa una nuova qualità della società russa?
– Era lì, si è semplicemente manifestata. Ed è molto positivo che abbiamo dato a questa società profonda della Russia l’opportunità di esprimersi. Ho la sensazione che la gente aspettasse questo momento da molto tempo, che una persona comune fosse a) richiesta dal Paese, dallo Stato, e b) che il destino del Paese dipendesse da lui. Ed è questo sentimento di connessione interna con la Madrepatria, con la Patria, della loro importanza nella risoluzione di compiti chiave, in questo caso nel campo della sicurezza, che ha portato in superficie questa forza del popolo russo e degli altri popoli della Russia.
– Ti nutri di questo?
– Sempre. Non si tratta di qualcuno che viene alimentato. Il punto è che vedo le esigenze della società. Questa è la cosa più importante: soddisfare le esigenze della società.
Морские пехотинцы Черноморского флота России на позициях в зоне проведения спецоперации - РИА Новости, 1920, 23.02.2024

Uno per tutti – in quale paese torneranno i nostri eroi

– Ma è giunto il momento di riconoscere che voi svolgete un ruolo fondamentale non solo in Russia, ma anche nel mondo, perché miliardi di persone ripongono in voi la loro speranza nella giustizia internazionale, nella difesa della dignità umana e nella tutela dei valori tradizionali. Come ci si sente a sentire questa responsabilità?
– A dire il vero, non lo sento affatto. Sto semplicemente lavorando nell’interesse della Russia, nell’interesse del nostro popolo. Sì, capisco quello che dice e sono pronto a commentarlo. Ma non mi sento una sorta di padrone dei destini del mondo. Mi creda, nemmeno lontanamente. Sto semplicemente compiendo il mio dovere verso la Russia e verso il nostro popolo, che considera la Russia la sua patria. Per quanto riguarda gli altri Paesi del mondo, il modo in cui siamo trattati nel mondo è strettamente legato a questo. È interessante, è un fenomeno, questo è certo. Quello su cui vorrei attirare l’attenzione, lei ha assolutamente ragione, è che molte persone nel mondo guardano a noi, a quello che sta accadendo nel nostro Paese e alla lotta per i nostri interessi. Questo è ciò che ritengo importante. E perché sta accadendo? Non perché siamo formalmente membri dei BRICS o abbiamo relazioni tradizionali con l’Africa. Anche questo è importante, è importante. Ma il punto, a mio avviso, è ben diverso. Il punto è che per secoli – cinquecento anni – questo cosiddetto miliardo d’oro ha praticamente parassitato le altre nazioni. Hanno fatto a pezzi i miseri popoli dell’Africa, hanno sfruttato l’America Latina, hanno sfruttato i Paesi dell’Asia. E per loro, ovviamente, nessuno lo ha dimenticato. E ho la sensazione che non sia nemmeno la leadership di questi Paesi, anche se è molto importante, ma i cittadini comuni di questi Paesi sentono con il cuore quello che sta accadendo. E associano la nostra lotta per la loro indipendenza e la vera sovranità alle loro aspirazioni di sovranità e sviluppo indipendente. Ma a questo si aggiunge il fatto che il desiderio di congelare lo status quo, lo stato di cose ingiusto negli affari internazionali, è molto forte nelle élite occidentali. Sono abituate da secoli a riempirsi la pancia di carne umana e le tasche di denaro. Ma devono rendersi conto che il ballo dei vampiri sta per finire.

“Бал вампиров заканчивается” – Путин о западных элитах

0:36

– Sta alludendo alle loro, come ha detto nel suo discorso, tendenze coloniali, è di questo che sta parlando?
– È così che vanno le cose.
– Ora lei ha dipinto un quadro perfettamente corretto di persone che vedono una sorta di speranza nella Russia. Ma come mai la propaganda occidentale, con tutto il suo potere, le sue enormi risorse e i suoi strumenti, non è stata in grado di avvolgere la Russia, di isolarla e di creare una falsa immagine di essa, anche se ci ha provato, nella mente di miliardi di persone? Come è successo?
– E poiché questo è ciò che ho appena detto, è più importante per le persone. Le persone di tutto il mondo lo sentono nel cuore. Non hanno nemmeno bisogno di spiegazioni pragmatiche per ciò che sta accadendo.
Женщины ведут детей в школу в Париже - РИА Новости, 1920, 02.03.2024

L’Occidente sta distruggendo donne e bambini

– Intende dire che, nonostante il fango di cui sopra, non è stato possibile ottenere un risultato soddisfacente?
– Sì, sì, ma anche nei loro Paesi ingannano la gente e questo ha un effetto. In molti Paesi credono che questo sia nel loro interesse, perché non vogliono avere ai loro confini un Paese enorme come la Russia – il più grande al mondo in termini di territorio, il più grande in Europa in termini di popolazione. Non una popolazione così grande nella dimensione mondiale, non paragonabile alla Cina o all’India. Ma la più grande in Europa in termini di popolazione. E ora è la quinta economia del mondo. Perché abbiamo bisogno di un tale concorrente? Pensano che no, è meglio dividerlo in tre o quattro o cinque parti, come hanno suggerito alcuni esperti americani, così sarà meglio per tutti. Procedono da questo punto di vista.
Президент России Владимир Путин и президент США Джо Байден - РИА Новости, 1920, 07.01.2024

“Pagherà”: il presidente degli Stati Uniti dichiara la sua vendetta contro Vladimir Putin

E loro, accecati da questa – beh, una parte di queste élite occidentali, comunque – accecati dalla loro russofobia, hanno gioito quando ci hanno portato a quella linea, dopo la quale sono iniziati i nostri tentativi di fermare con la forza la guerra in Ucraina scatenata dall’Occidente dal 2014, quando siamo passati a un’operazione militare speciale. Si sono persino rallegrati, credo. Perché pensavano che ora avrebbero finito con noi, ora sotto questa raffica di sanzioni, praticamente una guerra di sanzioni dichiarata contro di noi, con l’aiuto delle armi occidentali e della guerra per mano dei nazionalisti ucraini, avrebbero finito con la Russia. Da qui è nato lo slogan: infliggere alla Russia una sconfitta strategica sul campo di battaglia.
Ma poi si è capito che era improbabile, e ancora più tardi si è capito che era impossibile. E ci si rese conto che, invece di una sconfitta strategica, ci si trovava di fronte all’impotenza. E si sono trovati di fronte all’impotenza nonostante la loro fiducia nella forza dell’onnipotenza degli Stati Uniti. Hanno affrontato l’impotenza di fronte all’unità del popolo russo, ai fondamenti del sistema finanziario ed economico russo, alla sua sostenibilità e alle crescenti capacità delle forze armate della Federazione Russa.

Путин о бессилии Запада перед единством российского народа

6:02

Ed è allora che si è cominciato a pensare – beh, quelli più intelligenti – che sarebbe stato necessario cambiare qualche tipo di strategia nei confronti della Federazione Russa. È allora che hanno cominciato a emergere idee sulla ripresa del processo negoziale, sulla ricerca di modi per porre fine a questo conflitto, sulla ricerca dei veri interessi della Russia. Tra l’altro, si tratta di persone pericolose. Perché chi è guidato da principi così bassi è più facile da combattere.
Vi ricordate cosa si diceva in Russia? La felicità di alcune persone a livello quotidiano consisteva in: “nutrito, ubriaco e con il naso nel tabacco”. Con queste persone è più facile. Nutrito, ubriaco – cioè pieno, ubriaco. Naso nel tabacco perché si usava il tabacco da fiuto. Ora il naso è nella cocaina, non è vero? Ma non importa, è più facile.

Путин об оппонентах в переговорном процессе

1:42

E con i furbi è più difficile, sono più pericolosi, perché influenzano la coscienza della società, compresa la nostra. Con il pretesto di una carota per noi, ci propineranno ogni sorta di desiderio. Lei ha già richiamato l’attenzione su questo aspetto quando ha posto una domanda sulla possibilità di un processo negoziale. Tuttavia, è qui che sono sorte le contraddizioni all’interno della comunità occidentale. È una cosa ovvia, lo vediamo. Non abbiamo intenzione di creare spaccature, lo faranno loro stessi. Ma certamente ci impegneremo affinché i nostri interessi siano rispettati.

Путин о том, с кем проще иметь дело

0:43

– Non posso fare a meno di chiedere, Vladimir Vladimirovich, questi attacchi alle regioni di Belgorod e Kursk, solo le azioni militari che si stanno svolgendo nelle nostre regioni. Si comportano in modo più sfacciato, sentono qualcosa? Da cosa è causato?
– La spiegazione è molto semplice. Tutto questo avviene in un contesto di fallimenti sulla linea di contatto, in prima linea. Non hanno raggiunto nessuno degli obiettivi che si erano prefissati l’anno scorso. Inoltre, l’iniziativa è stata completamente presa in mano dalle nostre forze armate. Tutti lo sanno, tutti lo riconoscono, credo di non dire nulla di nuovo. Ma sullo sfondo di questi fallimenti, devono dimostrare qualcosa, e l’attenzione principale dovrebbe essere rivolta al lato informativo delle cose. Sulla linea di confine dello Stato, il nemico ha cercato di attaccare innanzitutto con gruppi di sabotaggio – ecco l’ultimo rapporto dello Stato Maggiore – che hanno coinvolto fino a 300 persone, compresi mercenari stranieri. Le perdite del nemico sono state più di 200, circa 230 persone. Degli otto carri armati utilizzati, il nemico ne ha persi sette, dei nove veicoli blindati, nove, di cui sette erano Bradley di fabbricazione americana. Sono stati utilizzati anche altri veicoli blindati, ma soprattutto per portare il personale: lo portano, lo buttano fuori e se ne vanno immediatamente. Questo è il tratto di confine di Belgorod. C’è un po’ più in basso, credo, in un punto, con forze molto più piccole. Ma comunque l’obiettivo principale, non ho dubbi, è se non quello di disturbare le elezioni presidenziali in Russia, almeno quello di impedire in qualche modo il normale processo di espressione della volontà dei cittadini. Primo. Il secondo è l’effetto informativo, di cui ho già parlato. Ma la terza cosa è ottenere una possibilità, un argomento, una carta vincente in un possibile futuro processo negoziale: bene, noi vi restituiamo questo e voi ci restituite quello. Vi ho detto che le persone che sono guidate dai principi di “nutriti, ubriachi e con il naso in materiale conosciuto” sono più facili da trattare, perché potete contare su ciò che faranno. È quello che cercheranno di fare anche su altri siti. Ma lo vediamo.
Боец МВД ЛНР демонстрирует форму украинского военного - РИА Новости, 1920, 06.03.2024

“La ragione delle folli perdite”. La principale carenza dell’AFU è diventata visibile dallo spazio

– Vladimir Vladimirovich, abbiamo ricordato l’episodio in cui ha salvato dei bambini da un incendio. Dopo tutto, lei ha già dei nipoti. Che tipo di Paese vorrebbe lasciare ai suoi nipoti?
– In una prima fase dobbiamo realizzare tutto ciò che è stato detto nel discorso all’Assemblea federale di qualche giorno fa. Abbiamo grandi piani, e sono piuttosto specifici: nell’area dello sviluppo economico, nella sfera sociale, nel sostegno alla maternità, all’infanzia, alle famiglie con bambini, e nel sostegno ai pensionati. Di recente ne abbiamo parlato poco o per niente, ma stiamo facendo in modo che anche qui vengano messe in campo le risorse necessarie, tra cui l’indicizzazione delle pensioni, vari sussidi e l’assistenza a lungo termine per le persone che ne hanno bisogno. In generale, vorrei dire che le persone della generazione più anziana sono quelle grazie alle quali oggi abbiamo uno Stato e un’economia abbastanza solidi e stabili, tra le altre cose. Perché nonostante tutte le vicissitudini, le prove più difficili per l’economia negli anni ’90, essa è sopravvissuta grazie al loro eroico lavoro dopo la Grande Guerra Patriottica e durante la ripresa economica. Pertanto, non dovremmo mai dimenticare i meriti della vecchia generazione. Dovremmo sempre ricordarlo e rendergli omaggio, assicurando il loro benessere oggi. Ma il futuro è dei bambini, per cui ho già parlato di programmi nella sfera della maternità e dell’infanzia. Ma tutto questo si fa solo sulla base dell’economia. Mi aspetto che sia più tecnologica, più moderna, basata sulle moderne conquiste della scienza, della tecnologia, dell’informatica, dell’intelligenza artificiale, della robotica, della genetica e così via. La nostra agricoltura si sta sviluppando e anche lì abbiamo bisogno di tecnologie moderne. Le stiamo usando attivamente e continueremo a usarle. E naturalmente il Paese sarà autosufficiente nel garantire la propria sicurezza e difesa. Dovremo moltiplicare tutto questo insieme e il futuro sarà assicurato.
– Grazie, Vladimir Vladimirovich, la sua fiducia è contagiosa. Auguri per le sue nobili imprese.
– Grazie.
– Grazie.
Un individuo che svolge le funzioni di agente straniero in Russia.
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L’elezione di Trump riporterà l’isolazionismo e minaccerà la NATO?_di Uriel Araujo

Le tesi di Uriel Araujo, esposte nel suo articolo, ma particolarmente diffuse nell’area del dissenso qui in Italia, ma anche nel movimento dei BRICS, sono particolarmente significative su almeno quattro aspetti:

  • ha certamente ragione quando sottolinea l’ingenuità di quelle componenti che vedono in Trump, in particolare nella sua passata ed eventualmente prossima amministrazione, il salvatore delle patrie altrui, il sostenitore ed il fiero paladino del multipolarismo e dell’isolazionismo. Trump è espressione rigorosamente statunitense e sintesi particolarmente conflittuale di due componenti, una delle quali più presente tra i centri decisori, l’altra più radicata nel movimento popolare a loro supporto e condizionamento di questi e dell’emersione di nuove élites decisorie. Al meglio Trump, tutto dipende da come si evolverà il confronto interno alla sua compagine, potrà prendere atto dell’affermazione del multipolarismo, piuttosto che di un bipolarismo dai rapporti di forza squilibrati e propugnerà un confronto più improntato alla attività diplomatica, corroborata da esibizione di forza puntuale e dosata, piuttosto che ad un improbabile isolazionismo o ad un uso generalizzato e destabilizzante della forza e delle attività sovversive. È, per altro, il filo logico che ha percorso le intenzioni e in parte la condotta pratica della passata presidenza di Trump e che, probabilmente, percorrerà quella futura, sempre che riesca in qualche maniera, a dispetto dei malintenzionati, a conseguirla. Si vedrà allora, a sua volta, con quale coerenza.
  • ha torto, gravemente torto, a parere dello scrivente, quando definisce in maniera univoca ed unidirezionale il rapporto tra centri decisori, specie quelli presenti e annidati nei settori cruciali dello Stato e la compagine di Governo. Nella fattispecie degli Stati Uniti tra i centri decisori presenti in particolare nelle centrali di intelligence, negli apparati militari e nel complesso militare-industriale-finanziario e la compagine governativa. Ha torto per vari motivi, tra i quali due essenziali: 1- la funzione del Governo e della sua compagine amministrativa non è solo e puramente di immagine e di offerta di un volto presentabile a centri decisori “occulti”. Ha il compito di regolare la circolazione, l’esecuzione, l’accettazione e la pervasività delle decisioni dei centri decisori nel rapporto circolare che si determina tra vertici e base popolare ed intermedia e che si dirama partendo e ritornando solitamente ai vertici 2- riveste, o quanto meno contribuisce a rivestire in maniera determinante, una funzione di sintesi politica e di coerenza delle azioni conseguenti nella gestione dei rapporti di cooperazione/conflitto tra centri decisori all’opera nei vari apparati. Su questo aspetto, Nicos Poulantzas, Louis Althusser e Theda Skocpol, negli anni 70/80, pur non arrivando alla distinzione tra funzione degli apparati e azione dei centri decisori all’interno di essi, esplicitati successivamente ad esempio in Italia dal professor Gianfranco La Grassa, hanno comunque scritto pagine egregie di segnalazione e denuncia degli scompensi e delle fibrillazioni e, in fase acuta o di incancrenimento,  eventualmente dei punti di crisi acuta e di dissesto che si creano nel funzionamento dello stato quando parte di questi apparati si atrofizzano, si destabilizzano o si dissociano dagli orientamenti e dall’azione comune e di sintesi a seguito di dinamiche interne ed esterne sfuggite al controllo sino, a volte, a creare condizioni di rivolgimento rivoluzionario
  • Arajuio, ma non è purtroppo il solo, ha torto, quindi, nel presentare l’azione politica di Trump assimilandola e uniformandola in un unico coacervo a quella della Amministrazione e governo di Trump. A corroborare la propria tesi Arajuio adduce numerosi esempi che in realtà offrono il destro a interpretazioni opposte. Cita l’episodio gravissimo dell’assassinio del generale iraniano Suleimani, ma ignora il fatto che fu una reazione all’atteggiamento gradasso e troppo spregiudicato della dirigenza iraniana nell’assalto all’ambasciata statunitense a Bagdad e dell’umiliazione legata all’ostentazione televisiva dei marinai americani fatti prigionieri e liberati dopo un attacco ad una unità navale della flotta del Golfo Persico sino a scatenare l’istinto di vendetta tra le truppe del quale si era fatto espressione il Generale Flynn ed abile profittatore Pompeo. Atteggiamento che, di fatti, la dirigenza iraniana si è guardata bene dal ripetere in un contesto geopolitico successivo, per altro, ad essa ben più favorevole. Lo stesso Trump, nelle more, è stato colui che, con un atto di imperio, ha bloccato la missione degli aerei ormai in volo, su ordine del suo Segretario Pompeo, per bombardare l’Iran. Lo stesso dicasi per l’analogo contrasto alla decisione di Pompeo di eliminare fisicamente Maduro, in Venezuela e creare una situazione di golpe e di guerra civile; e ancora della citazione del bombardamento, come azione guerrafondaia piuttosto che atto simbolico e senza vittime, di una base siriana dell’esercito di Assad a seguito della montatura dello scandalo dell’uso di gas tossici. Quanto all’atteggiamento bellicoso nei confronti della Cina, l’impostazione originaria di Trump, diversa da quella di parte della sua amministrazione, è stato quello di un confronto duro, ma di carattere diplomatico e prettamente rivolto agli aspetti economici delle relazioni sino-statunitensi. Sulla successiva e progressiva prevalenza della componente più propensa ad un confronto militarista, per altro in combutta sempre più sodale e saldata con la componente di confronto aggressivo e destabilizzante dell’integrità della Russia, ha per altro influito la probabile illusione della dirigenza cinese di poter procrastinare le dinamiche di globalizzazioni sino a quel momento a lei così favorevoli. Illusione resa verosimile dall’atteggiamento più comprensivo manifestato inizialmente nei confronti di Biden e della sua componente demo-neoconservatrice. Quanto all’approccio con la dirigenza russa e all’ostilità crescente con la Russia il discorso è troppo complesso per essere affrontato compiutamente in questa chiosa. Va sottolineato, però, che i centri decisori della NATO, i nuclei decisori rappresentati dal quartetto Nuland, Kagan, Blinken, Sullivan e dei quali fanno parte a pieno titolo la quasi interezza delle élites europee ed europeiste in una particolare scala gerarchica, hanno avuto, durante la Presidenza Trump, un ruolo del tutto autonomo e proattivo sia nel condurre la propria politica russofoba, sia nel sabotare ed infiltrare ulteriormente l’amministrazione presidenziale. Quanto si sta muovendo attualmente in casa Europa non fa che presagire e confermare per il futuro tale attivismo.  Nelle more, le recenti annunciate dimissioni di Nuland dalla sua carica, rappresentano certamente una presa d’atto della situazione vacillante in Ucraina, ma potrebbero nel contempo rappresentare un nuovo riconoscimento delle sue note capacità di destabilizzatrice e di fomentatrice di “rivoluzioni colorate” questa volta ad uso interno agli Stati Uniti, in previsione di una nuova presidenza di Trump e della necessità di distrugger, una volta per tutte il movimento MAGA. Queste sono, infatti, le voci ricorrenti in Europa e, soprattutto, negli Stati Uniti.
  • Araujo sbaglia, quindi e a mio parere, nel presentare l’azione dell’amministrazione di Trump come una serie di atti coerenti, piuttosto che contraddittori, legati alle vicende interne e antitetiche della sua compagine e al conflitto cruentemente ostile, ma sordo con la compagine neocon ancora presente nel Partito Repubblicano ed esplicito con quella neocon-democratica esterna molto ben rappresentate tra i centri decisori e radicati nella società statunitense. Va ricordato, tra l’altro, che il movimento MAGA e Trump non sono riusciti ancora ad assumere il controllo del comitato del Partito Repubblicano che gestisce i fondi, non ostante il crescente radicamento popolare e la presenza sempre più pervasiva negli apparati degli stati federali. Tutto questo a prescindere dalle capacità indubbie, ma anche dalla evidente inadeguatezza sulle motivazioni e sui tanti aspetti delle scelte di Trump. Non a caso il comitato promotore della prima candidatura di Trump, che avrebbe dovuto supportarlo auspicabilmente nell’azione presidenziale, si sciolse a pochi mesi dal suo insediamento e si dissolse dopo la defenestrazione di Flynn da Segretario di Stato.

Non si tratta, quindi, di adottare un atteggiamento falsamente disincantato o partigiano verso un possibile “Podestà Straniero” più o meno benevolo. Atteggiamento, purtroppo, particolarmente diffuso in ambienti così immaturi politicamente come quelli cosiddetti “sovranisti” in Europa, ma presenti anche nei pochi livelli decisori più elevati diffusi nel mondo.

Al contrario si tratterebbe di valutare come l’azione di forze politiche mature, eventualmente presenti in Europa e soprattutto in Italia, visto che qui viviamo e siamo presenti, può approfittare delle contraddizioni e dell’aspro conflitto politico nel paese egemone e contribuire in qualche misura, mi si perdoni il velleitarismo, a determinare l’esito di quello scontro.

La forza e la chiarezza di intenti del movimento MAGA, solo parte delle componenti che sostengono, tollerano o prendono atto del ritorno di Trump e, possibilmente, dell’ascesa di nuovi leader più capaci, sono i fattori in grado di cambiare gli equilibri tra i centri decisori del paese egemone e la formazione di nuovi centri basati su nuove componenti e nuove gerarchie sociali, politiche ed economiche.

Al contrario si tratta di comprendere che solo da un rivoluzionamento e da una destabilizzazione della situazione negli Stati Uniti potranno nascere, assieme ai rischi intrinseci, le condizioni oggettive di una riduzione della presa sul nostro continente e sull’Italia e di una acquisizione di maggiore autonomia, di indipendenza e potenza politica.

Condizioni oggettive, appunto. Quanto a quelle soggettive, ancora più determinanti, quanto, allo stato, scoraggianti, saranno il parametro indispensabile in grado di discernere tra un élite e una classe dirigente in cerca di nuovi padroni cui asservirsi ed una con ambizioni di autonomia in grado di costruire e ricostruire un blocco sociale, una formazione sociale ed uno stato coesi, dinamici, equilibrati e più equi. Un blocco sociale nel quale dovranno trovare posto tutte le figure sociali, ma con pesi e gerarchie diverse.

Per finire, come sottolinea giustamente Urie, ci sono dei limiti nell’efficacia dell’azione di un Presidente, per quanto influente come quello statunitense, sia in politica estera che interna, contano sempre più le dinamiche geopolitiche e le forze esterne al paese, pesano i centri decisori interni, ma i suoi atti non possono essere semplicemente ridotti a pure rappresentazioni scenografiche e semplici espressioni eterodirette.  Giuseppe Germinario

L’elezione di Trump riporterà l’isolazionismo e minaccerà la NATO?

Uriel Araujo, ricercatore specializzato in conflitti internazionali ed etnici

L’accademico indiano Pratap Bhanu Mehta, ex presidente del Center for Policy Research, scrive che un’elezione di Trump rappresenterebbe una minaccia per la democrazia negli Stati Uniti. Altri esperti hanno sostenuto che Trump potrebbe mettere in pericolo la NATO e riportare indietro l’isolazionismo americano. Le cose potrebbero non essere così semplici, però.

Come ho scritto di recente, oltre alla tanto discussa questione dell’allargamento della NATO, bisogna considerare anche l’espansione della famigerata Central Intelligence Agency (CIA) statunitense: secondo un recente articolo del New York Time, negli ultimi dieci anni l’Agenzia ha sostenuto un La “rete di basi di spionaggio” in Ucraina, che comprende “12 luoghi segreti lungo il confine russo” e una “partnership segreta di intelligence”, ha trasformato il Paese in “uno dei più importanti partner di intelligence di Washington contro il Cremlino”. Commentando ciò , Mark Episkopos, ricercatore sull’Eurasia presso il Quincy Institute for Responsible Statecraft, sottolinea il fatto che tale partnership tra CIA e Ucraina in realtà “si è approfondita sotto l’amministrazione Trump, smentendo ancora una volta l’idea infondata secondo cui l’ex presidente Trump era in qualche modo incline agli interessi della Russia mentre era in carica”.

Inoltre, nel dicembre 2017 l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha venduto a Kiev armi “difensive” che, secondo il professore di scienze politiche dell’Università di Chicago John Mearsheimer, “certamente sembravano offensive per Mosca e i suoi alleati nella regione del Donbas”. Naturalmente, i legami ucraino-americani sono cresciuti sotto il presidente in carica degli Stati Uniti Joe Biden, con le provocazioni dell’Operazione Sea Breeze del 2021, la Carta USA-Ucraina sul partenariato strategico dello stesso anno, e molto altro ancora, fino alla crisi odierna. Il punto, tuttavia, è che, sebbene meno palesemente ostile a Mosca (in alcune aree), sarebbe inesatto descrivere la precedente presidenza Trump come qualcosa di lontanamente simile a un’amministrazione “filo-russa”.

È vero che il mese scorso, parlando a una manifestazione, Trump ha affermato di aver detto una volta a un anonimo alleato della NATO che, in qualità di presidente, non avrebbe difeso gli alleati che non rispettassero gli obblighi di spesa per la difesa dell’Alleanza. Secondo lui stesso ha detto: “Non hai pagato? Sei delinquente? No, non ti proteggerei. In effetti, li incoraggerei a fare quello che diavolo vogliono. Devi pagare. Devi pagare le bollette. Questo tipo di retorica, tuttavia, tipico dello stile dell’ex presidente, dovrebbe piuttosto essere interpretato come retorica pre-elettorale per infiammare la sua base – oltre che come una valida critica, dal punto di vista americano, del fatto che la maggior parte dei paesi della NATO non non riescono a raggiungere l’obiettivo di spesa concordato di utilizzare almeno il 2% del loro PIL in spese militari.

Ciò ovviamente sovraccarica Washington, a scapito dei suoi contribuenti. Il punto (retorico) di Trump è stato denunciato da molti come una seria minaccia di lasciare che la Russia “conquisti” gran parte dell’Europa. Nel mondo reale, però, Mosca non ha alcun obiettivo di conquistare l’Ucraina (come vi dirà qualsiasi esperto serio – le sue preoccupazioni principali riguardano l’allargamento della NATO), tanto meno alcun interesse a invadere i paesi NATO dell’Europa occidentale e provocare così la Terza Guerra Mondiale. – e, anche se così fosse, gli Stati Uniti, con o senza Trump, avrebbero ovviamente le proprie ragioni strategiche per opporsi a tale ipotetico scenario intervenendo in difesa dei propri alleati europei, siano essi delinquenti o meno.

Nel mondo immaginario dei propagandisti pro-Biden, Trump è una sorta di “agente russo” determinato a distruggere l’egemonia americana a livello globale e quindi a lasciare prevalere il “male”. Le fantasie di alcuni degli analisti più ingenui di convinzione “antimperialista” sono abbastanza simili, con l’unica differenza che percepiscono ciò come una buona cosa e immaginano il favorito repubblicano come un campione del multipolarismo, della pace mondiale e persino del Sud del mondo, se vuoi ( i venezuelani potrebbero non essere d’accordo ). Niente di tutto ciò dovrebbe essere preso sul serio, ma sfortunatamente, nell’era della propaganda e della guerra dell’informazione, spesso lo fa.

Retorica a parte, lungi dall’essere una posizione marginale, l’idea che la vittoria militare in Ucraina sia irraggiungibile sta lentamente guadagnando terreno nell’establishment americano. Trump potrebbe probabilmente essere un po’ più veloce nel lasciar perdere, ma questo è tutto. James Stavridis, ex comandante supremo alleato in Europa della NATO, scrivendo per Bloomberg nel novembre 2023, ad esempio, ha sostenuto che Washington dovrebbe imparare dalle “lezioni della Corea del Sud” e negoziare un accordo “terra in cambio di pace” per porre fine ai combattimenti in Ucraina. Questo scenario implicherebbe una sorta di ritirata strategica, da una prospettiva occidentale, per poi investire nell’Ucraina occidentale, per così dire, in modo da coltivarla come una sorta di Corea del Sud dell’Europa orientale (con una presenza persistente della CIA, ci si potrebbe aspettare). .

Non è sempre finita, anche quando è “finita”: uno scenario del genere chiaramente non farebbe molto per la stabilità regionale o la pace nel lungo periodo. Come ho scritto in più di un’occasione, anche dopo il raggiungimento della pace, finché la minoranza russa rimarrà emarginata in Ucraina e finché continuerà l’allargamento della NATO, ci sarà ancora ampio spazio per tensioni e conflitti.

C’è ancora un’altra questione: con l’escalation del conflitto in Palestina, il centro di gravità delle tensioni globali è cambiato. Anche la campagna militare in corso di Israele a Gaza e in Cisgiordania, così come le sue operazioni in Siria e Libano, fanno parte della “guerra non ufficiale” dello Stato ebraico contro l’Iran , con conseguenze globali . L’attuale crisi nel Mar Rosso, che coinvolge gli Houthi, è in gran parte un effetto collaterale della disastrosa campagna israeliana nel Levante, sostenuta dagli Stati Uniti. Ebbene, si scopre che Trump è, a detta di tutti, un sostenitore incondizionato di Israele più di Biden, indipendentemente da quante linee rosse siano oltrepassate dallo Stato ebraico in Medio Oriente. Si potrebbe ricordare, ad esempio, che fu allora il presidente Trump ad assassinare il generale iraniano Soleimani . Recentemente, Trump ha notoriamente affermato che Tel Aviv deve “risolvere il problema”.

Quando è stato intervistato per un articolo del Boston Globe intitolato “ Vota tutto quello che vuoi. Il governo segreto non cambierà ”, nel 2014, Michael J. Glennon, professore di diritto internazionale alla Fletcher School of Law and Diplomacy della Tufts University (e autore di “National Security and Double Government”), spiegava che gran parte del I “programmi” di politica estera degli Stati Uniti sono, come disse una volta John Kerry, “con il pilota automatico” e che “una politica dopo l’altra continuano tutte praticamente allo stesso modo in cui erano durante l’amministrazione George W. Bush”. Questa situazione viene spiegata da questo analista con il concetto di “doppio governo”, così descrive un apparato di difesa e sicurezza nazionale quasi autogovernato che opera negli Stati Uniti senza molta responsabilità. Il suddetto libro di Glennon è stato elogiato da ex membri del Dipartimento di Stato, del Dipartimento della Difesa, della CIA e della Casa Bianca. Non c’è motivo di ritenere che le sue conclusioni siano meno vere oggi.

Per riassumere, ci sono dei limiti alla quantità di cambiamenti che un presidente degli Stati Uniti, da solo, può apportare al sistema di “doppio governo” della superpotenza in termini di difesa e politica estera. Il centro di gravità delle tensioni globali sta cambiando e, per dirla senza mezzi termini, l’Ucraina non è più così importante. Infine, il passato di Trump come ex presidente non consente in alcun modo di descrivere la sua amministrazione come “isolazionista” o “filo-russa”.

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Dove sta andando la Cina di Xi? 15 punti per decodificare le due sessioni, di Neil Thomas, Jing Qian

Dove sta andando la Cina di Xi? 15 punti per decodificare le due sessioni

Neil ThomasJing Qian

A Pechino, l’éminence grise di Xi, Wang Huning, e il suo primo ministro, Li Qiang, hanno messo in scena uno spettacolo ben collaudato.

Le riunioni annuali simultanee del Comitato nazionale della Conferenza politica consultiva del popolo cinese e dell’Assemblea nazionale del popolo sono una miniera di deboli segnali da decifrare. Dai grandi orientamenti economici alle nomine strategiche, 15 punti degli esperti del Centro di analisi cinese di Asia Society per aiutarvi a vedere le cose più chiaramente.

La Cina è ovunque e noi non ne sappiamo quasi nulla. La struttura del nostro dibattito pubblico ci porta a sapere molto di più sulle dinamiche interne del Partito socialista francese che sul funzionamento del più grande partito del mondo, il Partito comunista cinese. La nostra quasi totale ignoranza del sistema politico cinese, delle sue dottrine e delle sue tensioni ci impedisce di pensare collettivamente a come posizionarci nel mondo che Xi Jinping intende plasmare. Questo è un problema. Per più di un anno, sulle pagine della rivista, abbiamo cercato di capire le dinamiche profonde che stanno trasformando la Cina di Xi. Se pensate che questo lavoro di analisi e traduzione meriti di essere sostenuto, vi invitiamo ad abbonarvi a Le Grand Continent.

Dove sta andando la Cina? In un momento in cui i mercati crollano, la crescita rallenta, le tensioni internazionali aumentano all’esterno e la politica interna continua a dettare l’agenda di Pechino, questa domanda diventa sempre più urgente. Le “Due Sessioni” attualmente in corso a Pechino sono una miniera di segnali deboli e senza dubbio uno dei punti di riferimento più decisivi per analizzare le principali tendenze della politica cinese dei prossimi mesi.

1 – Cosa sono le “Due Sessioni” e perché sono importanti?
Le Due Sessioni sono le riunioni annuali concomitanti del Comitato nazionale della Conferenza politica consultiva del popolo cinese (CPPCC) – iniziate il 4 marzo di quest’anno – e del Congresso nazionale del popolo (NPC) – che si apre oggi, 5 marzo. Le riunioni si concluderanno la prossima settimana, intorno all’11 marzo, e dovrebbero essere strutturate su una serie di punti salienti.

Il Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (CPPCC) è un’organizzazione del Fronte unito che mobilita i gruppi sociali per sostenere e consigliare il Partito-Stato. Strumento chiave per l’attuazione della strategia del PCC, il Fronte unito è una rete di gruppi e individui controllati dal Partito per servire i suoi interessi. Comprende otto partiti politici autorizzati, tra cui il CPPCC.

Il Congresso nazionale del popolo è l’organo legislativo unicamerale della Cina e, in teoria, l’organo supremo del potere statale. Entrambi gli organi sono tuttavia sotto il controllo del Partito Comunista Cinese (PCC), ma svolgono funzioni politiche importanti e distinte.

Un altro motivo per cui le due sessioni dovrebbero essere oggetto di particolare attenzione è che il segretario generale del PCC Xi Jinping non ha ancora convocato la terza sessione plenaria del Comitato centrale del Partito, che tradizionalmente approva le riforme economiche, e il premier Li Qiang ha quindi colto l’occasione per presentare il suo primo rapporto sul lavoro del governo.

RAPPORTO SUL LAVORO DEL GOVERNO, G.W.R.
Il 5 marzo, in occasione della sessione di apertura dell’Anp, il premier Li Qiang ha presentato, a nome del Consiglio per gli Affari di Stato, il suo primo Rapporto sul lavoro del governo (G.W.R.). La lettura di questo documento è il fulcro delle Due Sessioni. Il “rapporto sui progressi del governo” esamina il lavoro dell’anno passato, definisce i requisiti generali e l’orientamento delle politiche di sviluppo per l’anno successivo ed elenca i compiti specifici che il governo perseguirà.

Contiene una serie di sezioni specifiche, tutti segnali deboli da tenere d’occhio.

L’emblema nazionale cinese si riflette sul finestrino di un autobus mentre i delegati lasciano il Paese dopo aver partecipato alla sessione di apertura del Congresso Nazionale del Popolo (NPC) presso la Grande Sala del Popolo a Pechino, martedì 5 marzo 2024. L’obiettivo di crescita ufficiale della Cina per quest’anno è di circa il 5%, ha dichiarato martedì il premier Li Qiang in un rapporto annuale sui piani e i risultati del governo che dà priorità alla sicurezza e all’economia. Foto AP/Andy Wong
2 – Strategia economica: raddoppiare lo “sviluppo di alta qualità”.
L’economia è al centro delle preoccupazioni del rapporto, ma Li Qiang non ha riservato grandi sorprese il 5 marzo. Nel corso di una riunione tenutasi il 19 febbraio1 , ha dichiarato che il Consiglio di Stato avrebbe dovuto “seguire le istruzioni” impartite dal Partito lo scorso dicembre2 in occasione dell’annuale Conferenza centrale sul lavoro economico (CCTE). Sebbene la CCTE abbia indicato uno spostamento tattico a favore della crescita quest’anno, ha affermato la strategia di fondo di Xi, secondo cui lo “sviluppo di alta qualità” è “la dura verità della nuova era”.Li Qiang ha annunciato un obiettivo di crescita del 5% per quest’anno. Il rapporto del CCTE afferma che il Partito manterrà la sua “politica fiscale attiva” e “inasprirà moderatamente la politica fiscale”, “farà un uso efficace dello spazio di politica fiscale” e porrà maggiore enfasi sugli aggiustamenti anticiclici. Nonostante il recente calo dei tassi ipotecari, il differenziale dei tassi d’interesse tra Stati Uniti e Cina e i timori di fuga di capitali fanno sì che l’allentamento monetario sia meno favorito, e la CCTE si impegna a mantenere una “politica monetaria prudente”. La direttiva di “costruire il nuovo prima e sbarazzarsi del vecchio poi” implica anche la determinazione di Pechino a favorire riforme pianificate e incrementali piuttosto che il tipo di shock politico negativo che ha fatto deragliare i mercati nel 2021. Anche il verbale della riunione dell’Ufficio politico del 29 febbraio3 dedicata alla revisione della RTG si impegna a “creare un ambiente politico stabile, trasparente e prevedibile”, ripetendo sostanzialmente i termini del verbale del CCTE.Li Qiang sta cercando di fare appello alle aziende private e alla comunità imprenditoriale per stimolare la ripresa dei consumi, degli investimenti e del mercato azionario. In occasione della riunione plenaria del Consiglio di Stato del 19 febbraio4 , Li Qiang ha dichiarato che Pechino dovrebbe “attuare misure pragmatiche e incisive per rafforzare la fiducia dell’intera società” e, in occasione della riunione esecutiva del Consiglio di Stato del 23 febbraio5 , ha affermato che la stabilizzazione degli investimenti esteri è un “importante fulcro” della politica economica. Pechino sta anche accelerando l’adozione di una legge per promuovere lo sviluppo del settore privato.Tuttavia, l’evidenza finora suggerisce che i cambiamenti politici consisteranno principalmente nel perfezionamento dei meccanismi di politica economica esistenti, piuttosto che nell’impiego di approcci innovativi. Lo stesso Xi sembra considerare gli attuali problemi come la dolorosa ma necessaria contropartita a breve termine per il guadagno a lungo termine di un’economia più sicura e autosufficiente. Rimangono forti dubbi sulla capacità di Xi di mantenere il tasso di crescita della Cina senza riforme strutturali che stimolino i consumi, migliorino le finanze locali e diano un ruolo maggiore alle forze di mercato.

L’enfasi posta dal CCTE sullo “sviluppo di alta qualità” non suggerisce alcuna revisione dell’approccio statalista di Xi. Questo concetto fa parte dell’attuale piano economico di Xi Jinping, presentato al 19° Congresso del Partito nel 2017, integrato nel 14° Piano quinquennale nel 2021 e approfondito al 20° Congresso del Partito nel 2022. Si tratta di un “nuovo concetto di sviluppo” che bilancia il perseguimento della crescita a breve termine con programmi a lungo termine per rendere la crescita più innovativa, coordinata, verde, aperta ed equa. È inoltre associato a un “nuovo paradigma di sviluppo” incentrato sulla domanda interna, sulle tecnologie locali e sulla riduzione della dipendenza dall’estero.

Come previsto, Li Qiang non ha annunciato un riorientamento definitivo della crescita economica rispetto alla sicurezza nazionale – la sconcertante doppia priorità6 del terzo mandato di Xi. Le recenti dichiarazioni, come i commenti di Xi7 sulle relazioni annuali delle istituzioni del Partito-Stato, hanno fatto rumori positivi sull’importanza della questione economica. Tuttavia, il 27 febbraio, il Comitato permanente dell’NPC (NPCSC) ha rivisto la legge sulla protezione dei segreti di Stato per rafforzare ulteriormente lo Stato di sicurezza, introducendo i “segreti di lavoro” come nuova categoria di informazioni riservate che potrebbero interessare le aziende che fanno affari con la Cina. Solo un segnale forte e chiaro potrebbe ripristinare la fiducia nell’ambiente commerciale cinese.

Lo stesso Xi sembra vedere gli attuali problemi come una dolorosa ma necessaria contropartita a breve termine per il guadagno a lungo termine di un’economia più sicura e autosufficiente.
NEIL THOMAS, JING QIAN
Li Qiang ha anche annunciato nuovi approcci nella lunga battaglia di Pechino per aumentare la quota dei consumi rispetto agli investimenti nell’economia e il lancio di una campagna “Consumare senza preoccuparsi”. Una riunione dell’influente Commissione centrale per gli affari finanziari ed economici, tenutasi il 23 febbraio8 , si è concentrata sul potenziale del rinnovamento delle attrezzature industriali, della sostituzione dei beni di consumo e della riduzione dei costi logistici per incrementare i consumi. È probabile che questa idea prenda la forma di un finanziamento centrale per incoraggiare le famiglie a rinnovare le loro automobili, i loro prodotti elettronici e gli elettrodomestici. Questo approccio consente a Pechino di stimolare i consumi in modo gestito e di creare mercati per le industrie high-tech e verdi che sono al centro dell’agenda di Xi.

Des journalistes tentent de prendre des photos alors que le porte-parole du Congrès national du peuple, Lou Qinjian, arrive pour une conférence de presse à la veille du Congrès national du peuple au Grand Hall du peuple à Pékin, le lundi 4 mars 2024. © AP Photo/Ng Han Guan

Ma Xi si oppone all’aumento diretto dei consumi per motivi ideologici, anche se potrebbe essere più efficace per stimolare la crescita. Lo stesso vale per il rafforzamento della rete di sicurezza sociale e l’abolizione delle restrizioni alla migrazione interna e all’uso della terra. Tuttavia, Xi non sembra ancora disposto o preoccupato di perseguire riforme strutturali così profondamente redistributive9. Di conseguenza, un significativo ribilanciamento a favore dei consumi e una ripresa economica sostenuta non sono ancora all’ordine del giorno.

In sostanza, Pechino dovrebbe utilizzare le due sessioni per annunciare misure tattiche per aumentare la fiducia a breve termine nell’economia cinese, ma senza modificare la strategia di fondo di Xi, che prevede uno sviluppo guidato dallo Stato e dagli investimenti. Cambiamenti importanti nella politica economica sono più ipotizzabili in una terza sessione plenaria presieduta da Xi che in un discorso di Li Qiang alle Due Sessioni. Tuttavia, è probabile che la prossima sessione plenaria, che si terrà nel corso dell’anno, affronti il tema della politica economica se le prospettive di crescita della Cina sono scarse.

È più probabile che una terza sessione plenaria presieduta da Xi preveda importanti cambiamenti nella politica economica piuttosto che un discorso di Li Qiang alle Due Sessioni.
NEIL THOMAS, JING QIAN
3 – Un obiettivo di crescita del 5%
I titoli dei giornali sulla RTG si concentreranno sull’annuncio dell’obiettivo di crescita del PIL per il 2024. Questa cifra è un segnale importante per i politici sulla priorità da dare alla crescita rispetto ad altri obiettivi politici. L’anno scorso, il premier uscente Li Keqiang aveva fissato un obiettivo di “circa il 5%”, considerato relativamente modesto visto che i blocchi e i confinamenti legati al Covid-19 avevano ridotto la crescita nel 2022. Pechino sostiene che l’economia è cresciuta del 5,2% nel 2023, ma la maggior parte degli analisti esterni è scettica su questa affermazione, con stime sulla crescita effettiva della Cina che arrivano all’1,5%10.

Li Qiang ha rivelato un ambizioso obiettivo di crescita del 5% per il nuovo anno. La maggior parte dei governi provinciali, che a gennaio e febbraio riuniscono anche le due assemblee locali, hanno proclamato obiettivi di crescita simili, con una media ponderata del 5,4% – in leggero calo rispetto al 5,6% del 2023. Il governo centrale in genere fissa un obiettivo leggermente inferiore, poiché svolge un ruolo maggiore nel bilanciare la crescita economica con altre priorità politiche. Quest’anno, solo Pechino, Liaoning, Tianjin e Zhejiang hanno rivisto al rialzo i loro obiettivi, il che riflette meglio il desiderio del governo centrale di privilegiare la qualità rispetto alla quantità quando si tratta di sviluppo.

Rispetto allo scorso anno, un obiettivo di crescita di circa il 5% rimane relativamente ambizioso, soprattutto se si considera la lentezza della ripresa cinese post-Covida, le difficoltà del settore immobiliare, la ricorrente deflazione e il calo della fiducia di imprese e consumatori. Questo obiettivo indicherebbe un focus tattico sul ripristino della fiducia e della spesa. Un obiettivo più basso, intorno al 4,5%, suggerirebbe una maggiore attenzione ai programmi di regolamentazione e potrebbe destabilizzare le imprese e i mercati, mentre un obiettivo più alto, intorno al 5,5%, rafforzerebbe le aspettative di ripresa.

Rispetto all’anno scorso, un obiettivo di crescita di circa il 5% rimane relativamente ambizioso, soprattutto se si considera la lentezza della ripresa cinese post-Covida.
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4 – Un obiettivo di deficit: misure di stimolo limitate e maggiore enfasi sulle imprese statali
È improbabile che vengano adottate misure di stimolo in stile bazooka. Xi è determinato ad allontanare l’economia da un modello di crescita basato su un debito rischioso e ancorato al mercato immobiliare, e il Paese è ben lontano da un collasso che potrebbe travolgere il sofisticato apparato di sicurezza interna del Partito. In un discorso tenuto a Davos il 16 gennaio11, Li Qiang ha lasciato intendere che non ci saranno “potenti stimoli” come la crisi finanziaria del 2008 o il crollo del mercato azionario del 2015.

Des officiers militaires chinois arrivent au Grand Hall du Peuple pour assister à une session préparatoire de l’Assemblée populaire nationale (APN) à Pékin, le lundi 4 mars 2024. © AP Photo/Andy Wong
Sono previste misure di stimolo, ma probabilmente saranno moderate rispetto al rallentamento dell’economia cinese. L’anno scorso, Li Keqiang ha annunciato un obiettivo del 3% del PIL, tradizionalmente considerato un limite massimo, ma il CPANP ha rivisto questo obiettivo al 3,8% in ottobre, emettendo 1.000 miliardi di RMB di buoni del tesoro speciali per sostenere la crescita attraverso gli aiuti per i disastri. Li Qiang ha annunciato un rapporto deficit/PIL del 3% per il 2024.Ma l’obiettivo di crescita del PIL del 5% per quest’anno richiederà ulteriori stimoli fiscali o monetari. Il ministro delle Finanze Lan Fo’an ha già dichiarato che la spesa fiscale aumenterà quest’anno e che le emissioni obbligazionarie dell’anno scorso saranno rinviate. Pechino potrebbe fornire un ulteriore sostegno fiscale12 nel corso dell’anno attraverso circa 1.000 miliardi di yuan di obbligazioni speciali del Tesoro e 4.000 miliardi di yuan di obbligazioni speciali per gli investimenti in infrastrutture locali.L’attuale rallentamento strutturale del settore immobiliare, dovuto al calo della domanda, continuerà a turbare il mercato immobiliare e la salute finanziaria delle amministrazioni locali.
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L’attuale rallentamento strutturale del settore immobiliare, dovuto al calo della domanda, continuerà a sconvolgere il mercato immobiliare e la salute finanziaria delle amministrazioni locali. In risposta, ci si aspetta che Pechino faccia sempre più affidamento sulle imprese statali (SOE) per assorbire i debiti e completare i progetti incompiuti dei costruttori immobiliari in difficoltà. Inoltre, è probabile che la costruzione di alloggi a prezzi più accessibili diventi una priorità ancora più alta. Un altro punto da tenere d’occhio, che indicherà se una maggiore liquidità nel settore immobiliare sarà all’ordine del giorno, è se Li Qiang supererà il mantra secondo cui “le case sono per viverci, non per speculare”.L’accentramento del potere da parte di Xi rende improbabili riforme strutturali volte a rafforzare la capacità fiscale dei governi locali, anche se questo è il modo più efficace per ridurre la loro dipendenza dalle entrate immobiliari e porre rimedio alla loro disastrosa situazione finanziaria. È probabile invece che Pechino si concentri su soluzioni per ripianare i debiti locali esistenti, come l’eliminazione graduale delle politiche di taglio delle tasse dell’era Covid, l’ulteriore centralizzazione dei sistemi pensionistici a livello provinciale, l’emissione di un maggior numero di obbligazioni per ristrutturare il debito dei meccanismi di finanziamento dei governi locali e l’eventuale introduzione di un sistema di sovvenzioni in conto capitale per le province più povere. Tuttavia, è probabile che queste misure positive siano accompagnate da un maggiore controllo dei funzionari locali nelle province più povere, con conseguenti epurazioni anticorruzione e un’attuazione disomogenea delle politiche nelle varie province.

5 – Tecnologia e politica industriale: le “nuove forze produttive
È probabile che il rapporto faccia eco alla strategia di Xi di favorire una politica industriale tecnologica e manifatturiera guidata dal Partito rispetto alle riforme guidate dal mercato per affrontare le sfide economiche della Cina. Il 31 gennaio Xi Jinping ha presieduto una sessione di studio dell’Ufficio politico incentrata sull'”accelerazione dello sviluppo” delle “nuove forze produttive”, un concetto introdotto a settembre durante un tour di ispezione nello Heilongjiang. Xi ha dichiarato che lo sviluppo delle nuove forze produttive è “un requisito intrinseco e un asse importante per promuovere uno sviluppo di alta qualità”, il che riassume il suo approccio economico emblematico e indica che in futuro potrebbero occupare un posto importante nella definizione delle politiche. Gli esperti selezionati per condividere con Li Qiang il loro punto di vista sul progetto RTG durante l’incontro del 23 gennaio erano principalmente tecnologi, tra cui Robin Li, CEO di Baidu, Yan Jianwen, presidente di un’azienda di produzione intelligente, e Wang Chunfa, un’autorità in materia di politica dell’innovazione.

Secondo Xi, le nuove forze produttive sono quelle in cui “l’innovazione gioca un ruolo di primo piano” e il “principale indicatore” del loro successo è “un aumento significativo della produttività totale dei fattori”. La crescita della produttività cinese, e in particolare il suo differenziale di produttività rispetto agli Stati Uniti, è diminuita notevolmente negli ultimi anni, a causa della crescita dello Stato e della riduzione del settore privato. Se l’innovazione riuscirà a invertire questa tendenza, aiuterà Pechino ad affrontare sfide economiche come il debito, la demografia e le restrizioni occidentali al commercio e agli investimenti. I massicci investimenti nello sviluppo di tecnologie più avanzate contribuiranno ad aumentare la produttività totale dei fattori, incrementando il valore aggiunto del capitale e del lavoro. Ma è improbabile che possano risolvere i problemi strutturali, ripristinare la fiducia e rilanciare la crescita a un livello vicino a quello che sarebbe possibile con un approccio più orientato al mercato.

Il 31 gennaio Xi Jinping ha presieduto una sessione di studio dell’Ufficio politico incentrata sull'”accelerazione dello sviluppo” delle “nuove forze produttive”, un concetto che ha introdotto durante un tour di ispezione nello Heilongjiang a settembre.
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Il rallentamento della crescita globale e il dirigismo di Xi verso i mercati, il denaro e l’innovazione hanno una chiara conseguenza: i segnali politici stanno diventando sempre più cruciali per le imprese e gli investitori. Il 19 febbraio13 Xi Jinping ha dichiarato alla potente Commissione per l’approfondimento delle riforme che il Partito deve concentrarsi su “cosa deve fare l’innovazione, chi deve organizzare l’innovazione e come sostenere, incoraggiare e proteggere l’innovazione”. I suoi recenti discorsi suggeriscono che investire in nuove forze produttive significa un maggiore sostegno politico alla modernizzazione delle vecchie industrie e alla costruzione di nuove, tra cui l’industria manifatturiera avanzata, la tecnologia agricola, l’intelligenza artificiale, la biotecnologia, l’aviazione commerciale, il digitale, i droni, la tecnologia verde, le scienze della vita, l’informatica quantistica e il capitale di rischio. In occasione di un incontro con economisti giapponesi il 25 gennaio14, Li Qiang ha dichiarato che l’economia digitale, le industrie verdi, la sanità e l’assistenza agli anziani sono settori particolarmente graditi agli investimenti stranieri.

6 – Politica estera: priorità alla stabilità tra Stati Uniti e Cina?
È improbabile che Li Qiang annunci cambiamenti sostanziali alla politica estera cinese, che viene decisa principalmente dalle istituzioni del Partito, dominate da Xi. La sua relazione sulla politica estera riprenderà probabilmente i temi della Conferenza centrale sugli affari esteri15 tenutasi a dicembre. L’autorevole verbale di tale riunione ha fornito la più forte articolazione della strategia diplomatica emergente della Cina per contrastare la leadership degli Stati Uniti, allineandosi con il Sud globale su linee di faglia come il cambiamento climatico, il libero commercio o la Palestina. Questa posizione riflette la crescente sensazione di Pechino di poter sfruttare le crescenti divisioni in Occidente, dall’Ucraina a Gaza, nonché la possibilità di una nuova presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti.

Des hôtesses se préparent à verser du thé avant la session d’ouverture de la Conférence consultative politique du peuple chinois dans le Grand Hall du peuple à Pékin, le lundi 4 mars 2024. © AP Photo/Ng Han Guan

Il 7 marzo, il ministro degli Esteri – chiunque sia in quel momento – terrà una conferenza stampa annuale sulle priorità della politica estera cinese per il 2024. Alla conferenza dello scorso anno, tenutasi poche settimane dopo l'”incidente del palloncino” che ha fatto deragliare le relazioni tra Stati Uniti e Cina, l’ex ministro Qin Gang (poi scomparso dalla scena pubblica l’estate scorsa e licenziato senza spiegazioni) ha criticato l’appello del presidente statunitense Joe Biden a “salvaguardare” la gestione della diplomazia bilaterale. Ora, dopo la fragile stabilizzazione raggiunta al vertice di Woodside lo scorso novembre, qualsiasi commento sulle “salvaguardie” potrebbe riflettere l’attuale disposizione di Xi verso i gruppi di lavoro bilaterali e i meccanismi di controllo delle crisi, e quindi le loro prospettive di successo. È probabile che quest’anno Xi dia priorità alla stabilità per migliorare la fiducia delle imprese in vista delle elezioni americane. Li Qiang incontrerà il presidente della Camera di commercio statunitense il 28 febbraio16 e il vicepresidente Han Zheng sarà l’ospite d’onore di una cena organizzata da AmCham China, la Camera di commercio statunitense in Cina.

È improbabile che Li Qiang annunci cambiamenti importanti nella politica estera cinese, che è decisa principalmente dalle istituzioni del Partito, dominate da Xi.
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Li Qiang dovrebbe anche ripetere le formule standard sulla politica di difesa, come il raggiungimento di alcuni obiettivi di modernizzazione entro il centenario dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) nel 2027, una fase di una più ampia trasformazione le cui principali scansioni sono posizionate nel 2035 e nel 2049. I rapporti sul bilancio riveleranno anche la spesa prevista da Pechino per la difesa nazionale, che si prevede continuerà ad aumentare. L’anno scorso, il budget militare annunciato era di 1.550 miliardi di yuan, con un aumento del 7,2% rispetto ai 1.450 miliardi di yuan previsti per il 2022. Tuttavia, questi dati di crescita devono essere interpretati con cautela17 , soprattutto se confrontati con i dati del PIL, in quanto rappresentano aumenti nominali piuttosto che reali. Quest’anno, Li ha annunciato che il bilancio militare raggiungerà i 1.660 miliardi di yuan (231 miliardi di dollari) – un aumento del 7,2%, come l’anno scorso.

7 – Taiwan e Hong Kong: verso una graduale escalation?
Le posizioni di Pechino su Taiwan e Hong Kong stanno attirando l’attenzione, ma è improbabile che si verifichino cambiamenti politici significativi. Il rapporto include ancora alcune righe su questi argomenti, ma gli analisti dovrebbero essere cauti prima di diagnosticare grandi cambiamenti politici, poiché è più probabile che provengano da Xi. Nel 2020, ad esempio, l’ex premier Li Keqiang ha omesso la parola “pacifico” quando si è riferito al desiderio di Pechino di “riunificare” Taiwan – un allontanamento dalla frase abituale, che alcuni media hanno interpretato come un segnale di “imminente” aggressione. Tuttavia, questa parte del rapporto è stata abbreviata per tenere conto della discussione su Covid-19, e altri funzionari si sono affrettati a ribadire la preferenza di Pechino per la “riunificazione pacifica”.

L’aspetto più interessante da osservare quest’anno è se il rapporto del governo e il CPPCC si impegneranno a “combattere” piuttosto che semplicemente a “opporsi” o a “limitare” l’indipendenza di Taiwan. L’ideologo Wang Huning, anche lui membro del Comitato permanente dell’Ufficio politico, ha usato per la prima volta questo linguaggio in occasione di una conferenza annuale su Taiwan il 23 febbraio18, anche se funzionari di livello inferiore avevano già usato questa espressione negli anni precedenti. Il termine “combattimento” suggerirebbe un maggiore impegno nel dispiegare intimidazioni militari e sanzioni economiche per dissuadere il nuovo presidente di Taiwan, Lai Ching-te, dal cercare una maggiore autonomia dalla Cina continentale.

La cosa più interessante da osservare quest’anno è se il rapporto del governo e il CPPCC si impegneranno a “combattere” piuttosto che semplicemente a “opporsi” o a “contenere” l’indipendenza di Taiwan. Wang Huning ha usato questo linguaggio per la prima volta il 23 febbraio.
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8 – Altri punti politici da tenere d’occhio
Il rapporto include una sezione sulla protezione sociale, che sta diventando sempre più importante per la legittimità politica, dato che la crescita rallenta e il rischio di instabilità sociale aumenta, come evidenziato nel rapporto di Asia Society China 2024: What to Watch. Come l’anno scorso, la GTR dovrebbe puntare a circa 12 milioni di nuovi posti di lavoro urbani e a un tasso di disoccupazione urbana non superiore al 5,5%, ponendo maggiore enfasi sulla disoccupazione giovanile e sull’assicurazione contro la disoccupazione per i lavoratori migranti. Il governo dovrebbe inoltre rispondere alle sfide socio-economiche poste dall’invecchiamento della popolazione, aumentando il sostegno alla cura dei bambini e degli anziani.

Il rapporto comprende anche una sezione sulla politica ambientale e climatica, ma anche in questo caso è improbabile che vengano fatti nuovi annunci importanti. È possibile che venga data maggiore enfasi alle tecnologie verdi come l’energia solare, le batterie e i veicoli elettrici – i “tre nuovi settori” che potrebbero diventare importanti motori di crescita. Tuttavia, sebbene la capacità di produzione di energia pulita stia crescendo a un ritmo costante, la Cina è ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi di riduzione dell’intensità energetica e delle emissioni di carbonio fissati per il 2025. Sarà interessante vedere se il discorso di Li Qiang indicherà che Pechino è ancora determinata a fare il necessario per raggiungere questi obiettivi nel contesto di una traiettoria economica più impegnativa.

Des membres de l’orchestre militaire chinois répètent, un jour avant la session d’ouverture de la Conférence consultative politique du peuple chinois dans le Grand Hall du peuple à Pékin, le lundi 4 mars 2024. © AP Photo/Ng Han Guan

L’NPC ascolterà anche i rapporti annuali della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme (NDRC) sullo sviluppo economico e sociale e del Ministero delle Finanze (MOF) sui bilanci centrali e locali, nonché i rapporti di lavoro del Comitato permanente dell’NPC (NPCSC), della Corte suprema del popolo (SPC) e della Procura suprema del popolo (SPP). Si terranno inoltre le deliberazioni finali sulla prima revisione della Legge organica del Consiglio per gli Affari di Stato adottata nel 1980, che modificherà l’organizzazione del Consiglio in modo da rafforzare il controllo e il potere dell’Anp.

Per quanto riguarda la dimensione ambientale, è possibile che l’attenzione si concentri sulle tecnologie verdi come l’energia solare, le batterie e i veicoli elettrici – i “tre nuovi settori” che potrebbero diventare importanti motori di crescita per l’economia cinese.
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Il rapporto di lavoro del CPANP fornirà indizi su quali punti del suo piano legislativo quinquennale19 saranno inclusi nel piano legislativo annuale che pubblicherà ad aprile. Tra le leggi in sospeso relative alla politica economica e alle operazioni commerciali che la CPANP potrebbe considerare prioritarie quest’anno vi sono la legge sull’imposta sui consumi, la legge sulla stabilità finanziaria, la legge sulle controversie di interesse pubblico, la legge sulle tariffe doganali e la legge sull’imposta sul valore aggiunto, nonché le revisioni della legge sulla contabilità, della legge contro la concorrenza sleale, della legge sulle dogane, della legge sul fallimento delle imprese, della legge sul commercio estero e della legge sulle assicurazioni.

COSA FARÀ LA XI?
Le Due Sessioni sono uno dei pochi eventi politici in Cina in cui Xi non è in prima linea. I riflettori saranno teoricamente puntati sul premier Li Qiang, sul presidente dell’ANP Zhao Leji e sul presidente del CPPCC Wang Huning. Le foto di questi luogotenenti adorneranno la prima pagina del Quotidiano del Popolo, l’organo ufficiale del Partito, ma il giornale continuerà a seguire ogni mossa di Xi, offrendo servizi dietro le quinte che spesso rivelano più dei resoconti principali delle sue attività.

9 – I commenti di Xi: grandi temi politici
I contributi più importanti di Xi durante le Due Sessioni sono i discorsi che fa alle delegazioni provinciali dell’ANP e ai gruppi settoriali della CPPCC, la Conferenza consultiva politica del popolo cinese. Nel 2023 si è rivolto ai delegati dell’Anp del Jiangsu, una riunione congiunta di due gruppi del CPPCC, l’Associazione per la costruzione democratica della Cina (ADCC) e la Federazione nazionale dell’industria e del commercio cinese (NFICC), oltre che ai delegati del PLA, l’Esercito popolare di liberazione, e della Polizia armata del popolo dell’Anp. Xi si rivolge sempre a questo contingente militare, ma in genere visita province e settori diversi da un anno all’altro.

Le Due Sessioni sono uno dei pochi eventi politici in Cina in cui Xi non è in primo piano.
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Questi interventi spesso riflettono o prefigurano temi chiave della politica nazionale. L’anno scorso, ad esempio, Xi ha detto ai delegati del Jiangsu20 che “la chiave per diventare una moderna potenza socialista come previsto è l’autosufficienza tecnologica e l’auto-miglioramento”. Un aneddoto21 ha rivelato che ha aggiunto: “Non dobbiamo mai intraprendere la strada dell’urgenza per ottenere risultati, prosciugare lo stagno per catturare i pesci e preoccuparci solo del PIL”. Alla riunione FNICC-ACDC22 , Xi ha affermato che “i Paesi occidentali, guidati dagli Stati Uniti, hanno attuato il contenimento, l’accerchiamento e la repressione contro la Cina”.

Questi commenti indicano politiche interne che privilegiano la sicurezza rispetto alla crescita e politiche estere che enfatizzano i legami con la Russia e il Sud globale. Tuttavia, è più difficile prevedere il quadro e i messaggi delle attività di Xi rispetto a quelli del rapporto di lavoro del governo. Un punto da tenere d’occhio è se Xi visiterà la delegazione dell’ANP nello Hunan, dove il segretario locale del partito ha recentemente lanciato23 una “grande campagna di discussione per emancipare la mente”, che ha generato un notevole – ma probabilmente ingiustificato24 – clamore mediatico su una revisione della politica economica.

10 – Risultati del voto dell’ANP: una misura del dominio di Xi
Anche la presa di Xi sul Partito sarà attentamente monitorata. L’ANP ha approvato tutto ciò che è stato messo ai voti, ma i margini di approvazione non sono unanimi, poiché il cosiddetto voto anonimo incoraggia alcuni delegati a esprimere la propria insoddisfazione nei confronti di determinate politiche o funzionari votando “no” o astenendosi. Nel marzo 2013, ad esempio, dopo che l’inquinamento atmosferico aveva raggiunto livelli record a Pechino, solo il 67% dei delegati ha approvato la lista di nomi per il nuovo comitato ambientale dell’Anp.

La media annuale dei voti25 dell’NPC a favore del RTG, del rapporto sullo sviluppo della NDRC (la Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme), del rapporto sul bilancio del Ministero delle Finanze e dei rapporti di lavoro del Comitato permanente dell’NPC (NPCSC), della Corte Suprema del Popolo (SPC) e della Procura Suprema del Popolo (SPP) è salita da un minimo dell’85,3% nel 2013, poco prima che Xi diventasse presidente, a un massimo del 98,6% nel 2023, due decenni dopo. Il fatto che un numero maggiore di delegati scelga o si senta obbligato ad approvare ogni mossa di Pechino dimostra la maggiore presa di Xi sul potere rispetto ai suoi predecessori. È probabile che anche quest’anno le votazioni siano quasi unanimi, ma il malessere economico solleva la possibilità di voti di protesta che potrebbero scuotere la facciata di invincibilità di Xi. Questo è un altro punto delicato da tenere d’occhio.

Il fatto che un numero maggiore di delegati scelga o si senta obbligato ad approvare ogni mossa di Pechino dimostra la maggiore presa di Xi sul potere rispetto ai suoi predecessori.
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11 – La conferenza stampa del primo ministro: conoscere Li Qiang
Al termine delle Due Sessioni, Li Qiang avrebbe dovuto tenere la sua seconda conferenza stampa annuale come Primo Ministro, seguendo una tradizione iniziata da Li Peng nel 1991 e formalizzata da Zhu Rongji nel 1998. Ma Pechino l’ha cancellata del tutto.

L’anno scorso, Li Qiang ha spiegato26 che Pechino riteneva di poter gestire le ricadute sociali del rallentamento della crescita perseguendo altre priorità politiche, affermando che “la maggior parte delle persone non è interessata alla crescita quotidiana del PIL, ma piuttosto alla casa, all’occupazione, al reddito, all’istruzione, all’assistenza medica, all’ambiente e ad altre cose concrete che le circondano”. Con un tono più sovversivo, Li Keqiang ha usato la sua famosa conferenza stampa del 202027, l’ultimo anno della guerra di Xi alla povertà, per dichiarare che 600 milioni di cinesi guadagnavano ancora solo circa 1.000 yuan al mese (140 dollari). Nella sua ultima conferenza stampa del 2012528, Wen Jiabao ha chiesto di approfondire la “riforma strutturale politica”. Quest’anno, quindi, non sentiremo il Primo Ministro cinese parlare in questo modo.

Le Premier ministre chinois Li Qiang boit pendant qu’il présente son rapport de travail lors de la session d’ouverture de l’Assemblée Nationale Populaire (ANP) au Grand Hall du Peuple à Pékin, Chine, mardi 5 mars 2024.© AP Photo/Andy Wong

12 – Copertura di leader e delegati: politica d’élite e relazioni tra Stato e società
Altri punti di vigilanza politica riguardano il profilo dei principali luogotenenti di Xi. Il suo capo di gabinetto, Cai Qi, avrà un ruolo di primo piano nella copertura ufficiale, a differenza dei precedenti congressi? Se così fosse, ciò confermerebbe il crescente favore di cui gode come “vice segretario generale” informale di Xi. Li Qiang riceverà più spazio sul Quotidiano del Popolo rispetto a Li Keqiang? Se sì, questo indicherebbe che gode di maggiore fiducia politica e di un campo d’azione più ampio rispetto al suo predecessore. Lo stesso varrà per Zhao Leji o Wang Huning?

Cai Qi, il capo dello staff di Xi Jinping, avrà un ruolo di primo piano nella copertura ufficiale, a differenza dei precedenti congressi? Se così fosse, ciò confermerebbe il crescente favore di cui gode come “vice segretario generale” informale di Xi.
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Più in basso nella gerarchia politica, seguire i delegati e le proposte avanzate dai media del partito dà una buona indicazione delle questioni che il partito vuole far conoscere all’opinione pubblica, sia per affermare la propria legittimità sia per evidenziare le aree prioritarie per le politiche future. Alcune proposte di legge presentate dai delegati possono persino influenzare la direzione e il ritmo dell’agenda legislativa dell’ANP29. Negli ultimi anni, i temi più gettonati sono stati il rafforzamento della tutela ambientale, la possibilità di creare una famiglia a prezzi più accessibili e la creazione di posti di lavoro per i laureati. Queste priorità riflettono la continua, seppur limitata, interazione tra Stato e società in Cina: lo Stato continua a monitorare le principali fonti di insoddisfazione della società e cerca di rispondervi.

RISORSE UMANE: UN RITORNO ALLA NORMALITÀ NEI MINISTERI DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA DIFESA?
L’inizio dello scorso anno ha visto il completamento del trionfo politico di Xi iniziato al 20° Congresso del Partito nell’ottobre 2022: la selezione di una lista di fedelissimi per le posizioni di leadership nell’Anp, nel Pcc e nel Consiglio per gli Affari di Stato era stata assicurata prima e durante le Due Sessioni del marzo 202330.

Ma alcune di queste scelte si sono presto rivelate sconsiderate. Qin Gang è stato destituito da ministro degli Esteri a luglio e si è dimesso da delegato dell’Anp il 27 febbraio31, presumibilmente a causa di indiscrezioni personali quando era ambasciatore negli Stati Uniti. Li Shangfu è stato destituito da ministro della Difesa a ottobre, in seguito a notizie che lo vedevano indagato per corruzione. Entrambi sono stati contemporaneamente rimossi dai loro incarichi di Consiglieri per gli Affari di Stato, una posizione di alto livello che li collocava tra le poche decine di leader della Cina.

Pechino dovrebbe approfittare delle Due Sessioni per completare la transizione ai loro successori. L’approvazione delle decisioni sul personale nella sessione annuale dell’NPC, composta da 2.977 membri, anziché nella riunione bimestrale del Comitato permanente dell’NPC (NPCSC), composto da 175 membri, che ha poteri simili in materia di personale, conferisce un’ulteriore patina di legittimità a questi cambiamenti inattesi.

12 – Un nuovo ministro degli Esteri?
Liu Jianchao è il chiaro favorito per diventare il nuovo ministro degli Esteri cinese. Liu è attualmente direttore a livello ministeriale del dipartimento internazionale del partito, che si occupa delle relazioni tra le parti piuttosto che tra gli Stati. Diplomatico esperto, è stato viceministro degli Esteri, capo della lotta alla corruzione all’estero di Xi, capo della disciplina della base di potere di Xi nella provincia di Zhejiang e vicedirettore dell’Ufficio centrale degli Esteri (CFO) del partito sotto Xi. Tra gli altri candidati figurano Ma Zhaoxu, viceministro esecutivo degli Affari esteri, che ha recentemente rappresentato la Cina alla riunione dei ministri degli Esteri del G20, e Liu Haixing, ex diplomatico e vice direttore esecutivo della Commissione centrale per la sicurezza nazionale.

Liu Jianchao è il favorito per diventare il nuovo ministro degli Esteri cinese.
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Liu è l’unico diplomatico di livello ministeriale attivo all’interno del Comitato centrale e il suo fitto programma di viaggi diplomatici ad alto livello fa pensare che sia stato messo alla prova per la promozione. A gennaio, ha guidato una delegazione insolitamente variegata di diplomatici, economisti e funzionari provinciali negli Stati Uniti, dove ha incontrato il Segretario di Stato Antony Blinken e una vasta gamma di funzionari, dirigenti e accademici. Liu è un diplomatico di talento e un inglese sofisticato, capace di difendere gli interessi della Cina senza alienarsi gli interlocutori. Potrebbe aiutare Xi a stabilizzare le relazioni con l’Occidente e a riparare alcuni dei danni causati dalla diplomazia aggressiva dei “lupi di guerra”.

Ma Liu potrebbe non essere trattenuto. Wang Yi, il numero uno della diplomazia cinese, che fa parte dell’Ufficio politico del Partito composto da 24 persone e che è a capo del CFAO, ha sostituito Qin come ministro degli Esteri lo scorso luglio, assumendo il ruolo che ha ricoperto dal marzo 2013 al dicembre 2022. Wang è ampiamente visto come un custode, dato che ricopre un’altra posizione di alto livello, ma ora domina lo spazio della politica diplomatica sotto Xi, portando alcuni a Pechino a ipotizzare che possa mantenere il suo ruolo.

Se Liu diventerà ministro degli Esteri, ci si chiede se diventerà anche consigliere per gli Affari di Stato. In tal caso, sarebbe l’erede di Wang come diplomatico di punta dopo il 21° Congresso del Partito nel 2027 e avrebbe più voce in capitolo nel processo decisionale. In caso contrario, rimarrebbe ben al di sotto di Wang nella gerarchia e potrebbe ricorrere a politiche più bellicose per cercare di impressionare Xi.

Se Liu diventerà ministro degli Esteri, la domanda è se diventerà anche consigliere di Stato. In tal caso, sarebbe l’erede designato di Wang.
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13 – Nuove promozioni per il nuovo ministro della Difesa?
Dong Jun ha sostituito Li Shangfu come Ministro della Difesa a dicembre. Si prevede che l’Assemblea Nazionale del Popolo lo promuova alla carica di Consigliere per gli Affari di Stato e alla Commissione Militare Centrale di Stato (CMC), che è la controparte dell’omonimo organo del Partito, identico ma più autoritario. Dong è membro del Comitato centrale, ma dovrà attendere la terza sessione plenaria per poter entrare nella CMC del Partito.

Dong è comandante della Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) dall’agosto 2021. È il primo ufficiale di marina a ricoprire la carica di ministro della Difesa, una novità assoluta per la marina sotto Xi e uno dei tanti segnali della crescente enfasi di Pechino sul potere marittimo. Dong ha anche esperienza di comando in aree sensibili come il Mar Cinese Orientale e il Mar Cinese Meridionale, a testimonianza dell’importanza che Xi attribuisce all’avanzamento delle rivendicazioni marittime di Pechino in queste aree.

Le personnel de sécurité enlève une protection contre la pluie pour les marches du Grand Hall du Peuple avant la session d’ouverture de l’Assemblée populaire nationale (APN) à Pékin, Chine, mardi 5 mars 2024. © AP Photo/Ng Han Guan

14 – Nuovi consiglieri per gli Affari di Stato?
Dong è il principale diplomatico militare cinese, mentre Liu sarebbe il principale interlocutore della Cina con i governi stranieri. Dare loro gli stessi ruoli e poteri dei loro predecessori aiuterebbe Pechino a migliorare il suo profilo internazionale in un momento di grande incertezza economica e di conflitti geopolitici. Se né Dong né Liu diventeranno Consiglieri di Stato, ciò potrebbe segnalare un maggior grado di sfiducia e paralisi al centro della leadership di Xi e prospettive peggiori per i tentativi della Cina di gestire le tensioni con l’Occidente e guidare il Sud globale.

Se né Dong né Liu diventeranno Consiglieri per gli Affari di Stato, ciò potrebbe indicare un maggior grado di sfiducia e paralisi al centro della leadership di Xi.
NEIL THOMAS, JING QIAN
15 – Altri rimpasti?
Secondo alcune voci, Wang Qingxian, governatore dell’Anhui, potrebbe sostituire Sun Yeli come direttore dell’Ufficio informazioni del Consiglio di Stato, la principale agenzia di propaganda esterna del Partito. Wang è un ex giornalista che ha lavorato con diversi collaboratori di Xi nello Shanxi e nello Shandong. La sua nomina, che segue gli appelli di Xi a migliorare la propaganda economica, darebbe maggior peso all’idea che Xi consideri le difficoltà del mercato cinese soprattutto un problema di discorso. Meng Fanli, segretario del partito della città di Shenzhen, potrebbe succedere a Wang nell’Anhui.

Un’altra voce sostiene che la leadership del Ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente (MEE) potrebbe essere rinnovata per la prima volta dall’aprile 2020. Questa idea è più speculativa, poiché il segretario del partito Sun Jinlong e il ministro Huang Runqiu sono entrambi ben al di sotto dell’età di pensionamento ministeriale di 65 anni. Tuttavia, Sun era legato alla fazione ormai decimata della Lega della Gioventù Comunista e Huang non è un membro del Partito Comunista, quindi Xi potrebbe volerli sostituire con alleati politici più stretti. Un’altra possibilità è la sostituzione del ministro dei trasporti Li Xiaopeng – figlio dell’ex premier Li Peng – che compie 65 anni a giugno e ricopre la carica dal 2016.

SOURCES
  1. 李强主持召开国务院第三次全体会议
  2. Xi Signals More Growth but Same Strategy at China’s Central Economic Work Conference | Asia Society
  3. 中共中央政治局召开会议讨论政府工作报告中共中央总书记习近平主持会议
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  29. Explainer : What Happens to the Delegate Bills Introduced During Annual NPC Sessions ?
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CRÉDITS
Cette étude a été produite par Asia Society. En plus des auteurs, les experts Taylah Bland, Andrew Chubb, G.A. Donovan, Jie Gao, Bates Gill, Bert Hofman, Lizzi C. Lee, Li Shuo, Kate Logan, Lyle Morris, Haolan Wang, Shengyu Wang, Guoguang Wu, Gavin Xu, Hongjia Yang et Yifan Zhang y ont également contribué. Nous remercions Philippe Le Corre pour la mise en relation.

 

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