Su Kherson, di Scott Ritter

“Chi sa quando può combattere e quando non può, vincerà” – Sun Tzu, The Art of War

La guerra ha una qualità terribilmente avvincente. Le persone sono affascinate dal potere distruttivo che la guerra mette in primo piano e, anche se sono respinte dalla violenza, sono attratte dal fascino di guardare l’uomo fare ciò che l’uomo sa fare meglio: la distruzione organizzata. In passato, persone molto lontane dal conflitto seguivano il corso di una guerra leggendo le battaglie molto tempo dopo che erano state combattute e tracciando i progressi su una mappa. Oggi, con l’avvento delle reti di notizie 24 ore su 24 e dei social media basati su Internet, le persone possono seguire gli eventi quasi in tempo reale. L’intimità fornita da questo accesso alle informazioni trasforma anche le persone lontano dal tipo di tempo e distanza misurati dagli analisti imposti in passato, ad attivisti appassionati oggi auto-potenziati per indovinare le azioni di coloro a cui non è solo affidata la responsabilità di fare la guerra ,

È facile essere un eroe mentre si digita su una tastiera lontana dalla realtà del campo di battaglia.

È un’altra cosa prendere decisioni di vita o di morte mentre gli eventi si evolvono in una zona di guerra attiva.

Quando il generale Sergey Vladimirovich Surovikin assunse il comando dell’operazione militare speciale (SMO), ereditò una situazione che potrebbe essere meglio descritta come “instabile”. L’SMO aveva operato con una struttura di forze non all’altezza del compito, con segmenti significativi della prima linea indeboliti, spesso con soli 30-60 uomini allocati per chilometro e nessuna difesa in profondità. L’esercito ucraino che esisteva all’inizio della SMO era stato sventrato dalle forze russe. Tuttavia, la decisione degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO di rafforzare l’Ucraina con decine di miliardi di dollari di armi pesanti (carri armati, veicoli corazzati da combattimento, artiglieria e aerei) e di fornire una profondità strategica vitale alle forze ucraine per essere organizzato, addestrato ed equipaggiato senza timore dell’interdizione russa,

Con l’assistenza degli Stati Uniti e della NATO (e aiutata da migliaia di combattenti stranieri), l’Ucraina è stata, a metà estate, in grado di ricostituire una forza di circa 50.000 uomini addestrati ed equipaggiati secondo gli standard NATO. In accordo con un piano operativo ideato con l’aiuto della NATO, questa nuova forza è passata all’offensiva contro le forze russe nelle regioni di Kharkov e Kherson. Per prevenire l’inutile perdita di vite umane, la Russia ha deciso di cedere il territorio di fronte alle forze ucraine superiori, consolidando infine le proprie linee lungo un terreno più difendibile.

Il prezzo pagato dall’Ucraina in termini di vite e attrezzature perse è stato pesante, con circa 20.000 soldati ucraini uccisi o feriti e centinaia di carri armati e veicoli corazzati da combattimento distrutti. Le perdite furono così pesanti che, per sostenere l’offensiva, l’Ucraina fu costretta a rinunciare alla formazione di una seconda unità delle dimensioni di un corpo di 50.000 uomini, lanciando invece nell’attacco le unità designate per questa seconda ondata non appena furono rese disponibili .

Scott Ritter discuterà questo articolo e risponderà alle domande del pubblico venerdì sera su Ask the Inspector .

In risposta a questa offensiva ucraina, la Russia ha intrapreso una “mobilitazione parziale” di circa 300.000 uomini; si stima che tra 80-100.000 “volontari” aggiuntivi siano stati assimilati contemporaneamente dai centri di reclutamento russi.

Le forze mobilitate erano tutti uomini con una precedente esperienza militare. Alcuni, che erano stati recentemente rilasciati dal servizio e le cui abilità di combattimento erano ancora fresche, sono stati sottoposti a un periodo di addestramento “rinfrescante” e inviati direttamente allo SMO, dove sono stati integrati nelle formazioni esistenti, rafforzandoli. Il presidente russo Vladimir Putin ha stimato il numero di tali truppe a circa 80.000.

Altri sono stati assegnati alle unità di combattimento di riserva, dove continuano a ricevere una formazione specializzata su tattiche e operazioni a livello di unità. Si stima che queste forze, che contano circa 200.000 uomini, completeranno il loro addestramento a dicembre. Quando verranno inviati alla SMO, saranno organizzati in una forza di circa 10-15 divisioni, completamente equipaggiate e pronte per essere utilizzate al fronte secondo necessità.

Il 16 ottobre il generale Surovikin ha preso il comando della SMO. Due giorni dopo, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha descritto la situazione sul campo nella regione di Kherson come “tesa”. Su suo ordine, le autorità civili hanno iniziato a evacuare persone non combattenti dal territorio detenuto dalle forze russe sulla sponda occidentale del fiume Dnepr, inclusa la città di Kherson vera e propria. Uno dei motivi addotti per giustificare questa azione è stata la crescente preoccupazione da parte dei funzionari russi che l’Ucraina si stesse preparando a distruggere un’importante diga sul Dnepr, a nord di Kherson, presso la centrale idroelettrica di Nova Kakhovka. Se questa diga fosse distrutta, un muro d’acqua alto tra i 5 ei 15 metri spazzerebbe il fiume, spazzando via le infrastrutture critiche, uccidendo migliaia di persone e intrappolando i sopravvissuti, militari e civili allo stesso modo, sulla sponda occidentale. Circa 200, 000 civili e 30.000 soldati russi sarebbero messi a rischio. L’evacuazione dei civili dalla sponda occidentale del fiume Dnepr, vista in quest’ottica, è stata una mossa umanitaria prudente nel totale rispetto delle responsabilità assunte da un comandante militare ai sensi del diritto di guerra.

Durante questa evacuazione, le forze russe hanno resistito agli attacchi concertati dell’esercito ucraino addestrato ed equipaggiato dalla NATO. Questi attacchi furono tutti, senza eccezioni, sconfitti dai difensori russi. Nel solo mese di ottobre, la Russia stima che l’Ucraina abbia perso 12.000 uomini a sostegno di queste operazioni, mentre le perdite russe furono limitate a 1.300-1.500 uomini. La maggior parte delle vittime russe è avvenuta a causa del bombardamento di artiglieria da parte delle forze ucraine, utilizzando la loro artiglieria pesante fornita dall’Occidente, che è stata guidata verso i loro obiettivi dall’intelligence in tempo reale condivisa dagli Stati Uniti.

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Questa guerra di artiglieria veniva condotta a condizioni che favorivano espressamente gli ucraini. In circostanze normali, gli attacchi di artiglieria assumono il carattere di un duello, con ciascuna parte che cerca di localizzare le risorse di artiglieria dell’altra prima o dopo che hanno sparato i loro colpi a distanza. Nonostante le affermazioni occidentali secondo cui i sistemi di artiglieria occidentali forniti all’Ucraina superano i loro sistemi equivalenti russi, questo semplicemente non è vero, e su un terreno di gioco uniforme, la Russia possiede sistemi di artiglieria che, se combinati con tecniche di identificazione del bersaglio (droni, radar di controbatteria, SIGINT, ecc.), consentirebbe all’artiglieria russa di effettuare efficaci colpi di controbatteria contro gli ucraini.

Ma quando gli ucraini possono utilizzare la loro artiglieria in un modo che consenta loro di interdire la logistica russa, rendendo difficile rifornire le unità di artiglieria russe o fornire un supporto operativo e di intelligence efficace (cioè, l’interdizione del comando e controllo russo), il duello di artiglieria diventa uno -laterale, e sono le truppe russe a pagarne il prezzo. Tirando fuori le forze russe dalla riva occidentale del Dnepr, il comando russo stava eliminando il vantaggio dell’artiglieria che l’Ucraina aveva accumulato.

Con le forze russe scavate sulla sponda orientale del Dnepr, l’artiglieria russa sarebbe stata in grado di essere impiegata in modo da massimizzarne i vantaggi qualitativi e quantitativi. In breve, qualsiasi forza ucraina che cercasse di avvicinarsi al fiume Dnepr sarebbe stata presa di mira da incendi di massa, interrompendo la loro avanzata. Allo stesso modo, l’artiglieria ucraina si troverebbe in una posizione insostenibile, incapace di concentrare i propri fuochi o di essere impiegata in modo tatticamente valido per paura di essere rilevata e distrutta dai fuochi della controbatteria russa.

Le forze russe potrebbero benissimo essere state in grado di sostenere una presenza sulla sponda occidentale del Dnepr, ma a quale costo? La razione di vittime altamente favorevole prodotta nei combattimenti di ottobre si sarebbe stabilizzata o addirittura modificata per favorire gli ucraini. La domanda fondamentale che doveva affrontare la leadership russa era questa: quale prezzo era disposta a pagare la Russia per mantenere la sponda occidentale del fiume Dnepr? Nessun leader russo era disposto a sacrificare fino a 3.000 soldati per sostenere una linea del fronte che offriva all’Ucraina tutti i vantaggi. Il generale Surovikin ha raccomandato l’adeguamento e il generale Sergei Shoigu, il ministro della Difesa russo, ha accettato.

Le madri, le mogli e i bambini russi dovrebbero applaudire a questa decisione, così come chiunque tenga in grande considerazione la vita di un soldato russo.

Inoltre, non si può mai dimenticare la minaccia rappresentata dalla potenziale distruzione della diga di Nova Kakhovka. Come potrebbe un comandante responsabile rischiare la vita delle sue truppe sotto una tale minaccia? Immaginate l’indignazione che sarebbe stata espressa da questi stessi eroi della tastiera quando avrebbero cercato di quadrare la morte di migliaia di soldati russi e la potenziale cattura di altre migliaia, all’indomani di una tale catastrofe? Perché i comandanti russi non hanno fatto qualcosa per impedirlo, avrebbero pianto.

Il generale Surovikin l’ha appena fatto.

L’Ucraina ei suoi sostenitori della NATO, ovviamente, si vanteranno di questa significativa vittoria. Ma l’acquisizione di titoli non si traduce in successo sul campo di battaglia. Allo stesso tempo, la Russia sta preservando la sua risorsa più preziosa, la sua forza lavoro, l’Ucraina sperpererà migliaia di vite in più per ottenere valore propagandistico dalle fotografie che mostrano la bandiera ucraina issata a Kherson. La “vittoria” ucraina a Kherson ricorda quella dell’antico sovrano greco Pirro, sconfiggendo i romani ad Asculum in Puglia nel 279 a.C. Mentre le sue forze tenevano il campo, è stato realizzato solo a caro prezzo. “Se vinciamo in un’altra battaglia con i romani”, disse Pirro dopo la battaglia, “saremo completamente rovinati”. Pirro non riuscì a richiamare più uomini ei suoi alleati in Italia si stavano stancando del conflitto. I romani, invece,

Se l’esperienza di Pirro suona familiare, è perché rispecchia direttamente la situazione incontrata dall’Ucraina nell’affrontare la Russia a Kherson nei tempi attuali. L’Ucraina ha perso più di 12.000 uomini nelle settimane precedenti il ​​ritiro russo dalla sponda occidentale del fiume Dnepr e ne perderà altre migliaia nel tentativo di consolidare e mantenere il territorio evacuato dalla Russia. Mentre l’Ucraina è in procinto di addestrare ed equipaggiare circa 20.000 nuove truppe, la capacità di generare più forze oltre a quella è discutibile, data la scarsità di attrezzature moderne che rimangono nell’inventario che può essere trasferito in Ucraina.

La Russia, d’altra parte, sta finalizzando l’organizzazione, l’addestramento e l’equipaggiamento di 200.000 truppe fresche. Quando arriveranno sul campo di battaglia a dicembre, l’Ucraina avrà difficoltà a rispondere in modo significativo. Come Pirro, l’Ucraina, prendendo Kherson, è stata “completamente rovinata”.

E presto le truppe russe saranno come una “fontana che zampilla”.

https://www.scottritterextra.com/p/on-kherson

Guerra tecnologica: 10 punti sui semiconduttori, di Le Grand Continent

I semiconduttori sono al centro della nostra vita quotidiana, ma cosa sappiamo veramente di loro? Mentre le ultime sanzioni americane nei confronti della Cina fanno rivivere l’importanza di questo terreno strategico competitivo, proponiamo uno studio senza precedenti in 10 punti, 12 grafici e 2 mappe per entrare nella matrice della rivalità tecnologica tra Cina e Stati Uniti che strutturare il mondo.

1 — Cos’è un semiconduttore?

I semiconduttori (indicati anche come circuiti integrati (CI) o microchip) rappresentano la base tecnologica essenziale della microelettronica. Si dividono in due categorie principali: chip analogici (si tratta di prodotti più semplici come sensori, attuatori, oscillatori) e chip digitali. Tra questi ultimi si possono distinguere in particolare i processori, che consentono il funzionamento di un dispositivo elettronico, e la memoria. I semiconduttori si trovano in molti prodotti elettronici della nostra vita quotidiana come smartphone, computer o automobili. Sono inoltre presenti in molti settori cruciali per la difesa e la sicurezza nazionale, compresi i sistemi d’arma e la tecnologia aerospaziale.

Oggi, i principali mercati di consumo per i semiconduttori sono l’IT (computer e server) e le telecomunicazioni (smartphone), che nel 2021 valgono rispettivamente $ 225 miliardi e $ 170 miliardi (quasi ⅔ del mercato mondiale dei semiconduttori). Le proiezioni per il 2030 prevedono che questi due mercati da soli peseranno rispettivamente 350 e 280 miliardi di dollari. Allo stesso modo, le previsioni sulle dimensioni del mercato globale dei semiconduttori prevedono un aumento di quasi il 60% nel 2030 rispetto al 2021.

2 — Perché sono importanti?

La produzione di un microchip implica il passaggio attraverso una serie di passaggi che definiscono la catena del valore dei semiconduttori, che è incentrata su sei attori chiave interdipendenti: Cina, Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti, Taiwan ed Europa.

Dagli anni ’70, il numero di transistor nei semiconduttori è raddoppiato ogni due anni. Questo fenomeno è indicato come “legge di Moore”, dal nome dell’ingegnere che ha fatto questa previsione – da allora empiricamente provata – nel 1965. Questi continui sforzi per mantenere questa tendenza di sviluppo tecnologico esponenziale e generare “più Moore” hanno costituito il principale motore di industria microelettronica e crescita del mercato dei semiconduttori negli ultimi anni. Sono possibili riducendo la distanza tra due transistor utilizzando processi di incisione che coinvolgono la tecnologia del tipo 13 micrometri negli anni 2000 (13.10 -6 ) a 20 nanometri nel 2012 e da 5 nanometri (5.10 -9) Oggi. La riduzione delle dimensioni dell’incisione negli ultimi 15 anni è consentita dalla tecnologia di litografia ultravioletta estrema.

Il perseguimento della legge di Moore ha portato a un forte aumento dei costi di progettazione dei chip per renderli più potenti ed efficienti. Inoltre, il costo dei fab a semiconduttori (i fab ) è cresciuto notevolmente con ogni nuova generazione di chip. Ciò ha portato, dall’inizio degli anni ’90, ad una crescente specializzazione degli attori. Mentre alcune aziende continuano a svolgere internamente la progettazione, la produzione e la commercializzazione di chip ( produttori di dispositivi integrati come Intel o Samsung), altre si sono specializzate in attività di progettazione ad alta intensità di ricerca e sviluppo ( fablesscome Nvidia o Qualcomm) e affidare la produzione a fonderie (la più grande delle quali è TSMC), prima di commercializzare i chip.

3 — La catena del valore e l’interdipendenza degli attori chiave

La catena del valore dei semiconduttori è caratterizzata dalla coesistenza di effetti di interdipendenza e tecnologie cosiddette “bottleneck” (tecnologie del punto di strozzatura ). Coloro che controllano queste tecnologie godono di un importante vantaggio strategico. Oltre agli Stati Uniti e alla Cina, gli altri principali attori in questo settore sono Europa, Giappone, Corea del Sud e Taiwan.

Coloro che controllano queste cosiddette tecnologie “collo di bottiglia” godono di un importante vantaggio strategico.

stati Uniti

Gli Stati Uniti svolgono un ruolo ultra-dominante nelle fasi a monte della catena del valore (R&D, progettazione, produzione di software di progettazione) e nel marketing (il 47% dei chip venduti nel 2020 sono stati venduti da aziende americane), che consente loro di produrre 38% del valore aggiunto globale del settore. Ma sul territorio americano non c’è più solo il 13% della produzione mondiale di chip, contro il 37% del 1990. Ciò si spiega con il fatto che molte aziende americane del settore si sono specializzate nella progettazione e commercializzazione di chip, mentre esternalizzano la produzione a fonderie straniere, anche se gli IDM e le fonderie americane hanno ridistribuito la loro produzione nell’Asia orientale.

Molte grandi aziende americane sono quindi ora molto dipendenti da TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, la fonderia di semiconduttori leader nel mondo). I chip progettati da Apple per equipaggiare iPhone, iPad ed elettrodomestici vari sono così prodotti dai taiwanesi. Questo ruolo essenziale di TSMC nell’approvvigionamento degli Stati Uniti è stato messo in evidenza durante il viaggio di Nancy Pelosi lo scorso agosto  ; Durante una visita di 7 ore a Taiwan, il Presidente della Camera dei Rappresentanti ha avuto il tempo di incontrare alti dirigenti di TSMC.

Gli Stati Uniti sono quindi un attore chiave nella catena del valore dei chip, sebbene stiano perdendo slancio nell’importante fase produttiva. Tuttavia, se guardiamo al consumo finale di chip da parte degli Stati Uniti, sembra che siano ancora il mercato leader mondiale, appena davanti alla Cina.

Cina

La Cina ha compiuto progressi impressionanti negli ultimi due decenni per diventare uno dei primi sei attori mondiali nel settore dei semiconduttori. Questo successo si basa sull’interdipendenza globale che ha caratterizzato la catena del valore fino all’intensificazione delle misure di controllo sui trasferimenti tecnologici.

Date le immense dimensioni della sua industria elettronica, la Cina è il più grande importatore mondiale di semiconduttori. Nel 2021, il Paese ha acquistato più di 430 miliardi di dollari in semiconduttori, il 36% dei quali proveniva da Taiwan, mentre solo il 15,7% della sua domanda è stata prodotta sul suolo cinese. Nel 2020, la bilancia commerciale cinese era in deficit di 233,4 miliardi di dollari in semiconduttori, più del petrolio e di tutte le importazioni dal suo principale partner commerciale, l’Unione Europea.

Tuttavia, va notato che gran parte di questi semiconduttori viene utilizzata come input per prodotti elettronici destinati all’esportazione. Vengono quindi riesportati all’interno di computer, smartphone, ecc. Questo spiega perché la Cina rappresenta solo il 24% della domanda finale di chip ( vedi diagramma sopra).

Tuttavia, l’industria dei semiconduttori ha visto una certa crescita in Cina, inizialmente grazie agli investimenti esteri. Le vendite delle società cinesi di semiconduttori, che nel 2015 ammontavano a soli 13 miliardi di dollari (3,8% del mercato mondiale), ammontano a 39,8 miliardi di dollari nel 2020, ovvero un tasso di crescita annua senza precedenti del 30,6% (9% del mercato globale)1. Ciò è dovuto allo sviluppo di un ecosistema fabless specializzato nel design (filiale Huawei, HiSilicon, ma anche ZTE o Omnivision) ma anche fonderie (principalmente SMIC).

Unione europea

La specializzazione dell’industria europea dei semiconduttori è strettamente legata alle specificità dell’industria europea. I produttori integrati europei, STMicroelectronics, NXP e Infineon sono in gran parte importanti produttori di chip analogici, che soddisfano le esigenze delle industrie europee (automobilistiche, sensori per macchine utensili, ecc.). Infatti, in assenza del settore delle apparecchiature informatiche (computer, server, smartphone), la domanda di processori o chip di memoria rimane limitata. Possiamo quindi osservare che la quota degli investimenti europei nei settori della robotica (28%), dell’automotive (30%) e dell’aerospaziale (14%) è molto più alta che nel resto del mondo. . Al contrario, l’Unione resta indietro in termini di investimenti nelle telecomunicazioni (4,

Tuttavia, ha un asset ultra-strategico: ASML. Questa azienda olandese ha il monopolio della produzione e commercializzazione di macchine per litografia ultravioletta estrema, necessarie per l’incisione di chip di ultima generazione. Questa complessa attrezzatura, che costa più di cento milioni di euro l’una, è particolarmente oggetto della piena attenzione dei servizi dell’amministrazione americana preposta al controllo delle esportazioni. Il governo degli Stati Uniti sta facendo pressioni sull’azienda affinché smetta del tutto di esportare in Cina, cosa che ha già iniziato a fare per i suoi prodotti più sofisticati2.

Taiwan e Corea del Sud

Il peso di Taiwan nei semiconduttori e la dipendenza degli Stati Uniti dall’isola per i chip sono diventati sinonimo di quattro lettere: TSMC — Taiwan Semiconductor Manufacturing Company. L’azienda taiwanese è un peso massimo che da sola rappresenta il 53% del mercato globale delle fonderie di semiconduttori. di produzione dalle fonderie di semiconduttori nel 20203. In un segno del suo dominio sul mercato, TSMC ha fornito il 92% dei chip più avanzati nel 2019, secondo un rapporto del Boston Consulting Group4.

Il peso di Taiwan nei semiconduttori e la dipendenza degli Stati Uniti dall’isola per i chip sono diventati sinonimo di quattro lettere: TSMC — Taiwan Semiconductor Manufacturing Company.

La Corea del Sud, con Samsung e SK Hynix, esercita un monopolio virtuale sul segmento dei chip di memoria. Samsung , infatti, svolge un ruolo strategico nel campo dei semiconduttori poiché è il secondo produttore mondiale  : con il suo connazionale e concorrente SK Hynix, esercita una posizione dominante nel segmento delle schede di memoria, con la Corea che ha raggiunto il 62% delle vendite globali nel 2018 .

Ad oggi, solo TSMC (Taiwan) e Samsung (Corea del Sud) producono semiconduttori basati su una tecnologia sub-7 nanometrica. Gli smartphone di fascia alta richiedono un processo di produzione di almeno 7 nanometri per i loro microprocessori, il che significa che l’economia digitale globale, inclusa la Cina, dipende da Taiwan e dalla Corea del Sud.

4 — Perché Taiwan?

Quest’estate, le navi militari cinesi si stavano addestrando per impostare un blocco navale di Taiwan, simulando uno scenario che preoccupa i leader politici di tutto il mondo: non una guerra aperta, ma una chiusura delle catene di approvvigionamento.5.

Centro di produzione e design TSMC a Nanchino. © CFOTO/Sipa USA/SIPA

Una personalità in particolare ha avuto un ruolo importante nel rendere Taiwan un attore chiave nella catena di produzione dei semiconduttori: l’imprenditore Morris Chang. Presente a cena con Nancy Pelosi durante la visita del Presidente della Camera, il fondatore di TSMC ha avuto un’importanza significativa nello sviluppo dell’industria a Taiwan negli ultimi trent’anni.

Rendendosi conto della grande complessità della filiera di questo settore e della sua configurazione in punti di strozzatura tecnologici , Chang ha reso lo Stretto di Formosa un collo di bottiglia fondamentale nella produzione di semiconduttori.6.

5 — Perché i semiconduttori sono al centro della rivalità geopolitica globale?

Di recente, l’amministrazione Biden ha emesso una serie di sanzioni che portano il confronto globale in quest’area ad un altro livello, impedendo alle aziende di inviare in Cina i processori all’avanguardia necessari per eseguire algoritmi.7. Le sanzioni non si applicano solo alle aziende americane, ma anche a tutti coloro che utilizzano input americani nei propri processi produttivi (proprietà intellettuale, software di progettazione, ecc .). Questa decisione fa seguito a una serie di decisioni che hanno già iniziato a rafforzare i controlli sulle esportazioni di semiconduttori verso la Cina.

Mentre alcuni lo vedono come un ritorno al pensiero della Guerra Fredda, questa decisione è emblematica della centralità dei semiconduttori nella rivalità tecnologica globale. Abbiamo già visto come gli attori coinvolti siano anche grandi attori geopolitici, ma una serie di fattori aiutano a sottolineare ancora di più l’importanza dei semiconduttori  : la trasformazione digitale globale in corso, la pandemia covid con i suoi effetti dirompenti sulle catene di approvvigionamento e la guerra in Ucraina che sta incidendo sull’approvvigionamento di materie prime.

Mentre alcuni lo vedono come un ritorno al pensiero della Guerra Fredda, questa decisione è emblematica della centralità dei semiconduttori nella rivalità tecnologica globale.

6 — Qual è la posizione degli Stati Uniti?

La drastica riduzione della quota degli Stati Uniti nella produzione totale di semiconduttori, passata dal 37% del 1990 al 12% del 2020, è oggi identificata come un rischio. La crisi del Covid e i problemi della filiera hanno infatti avuto un forte impatto sui settori a valle, in particolare nel settore automobilistico, destabilizzando la produzione e contribuendo all’inflazione. Le tensioni intorno a Taiwan rafforzano anche il desiderio americano di autosufficienza.

Il Congresso degli Stati Uniti ha quindi approvato nel luglio 2022, all’interno del Chips and Science Act, il finanziamento dei programmi del CHIPS for America Act , volti a sostenere la sovranità americana in termini di produzione di semiconduttori, la sua competitività e infine la sua sicurezza nazionale. L’aiuto finanziario è al centro di questo programma, con fondi per oltre 50 miliardi di dollari, di cui 39 miliardi di sussidi per investimenti volti a costruire, ampliare o ammodernare strutture e attrezzature nazionali per la produzione, l’assemblaggio, il collaudo e il confezionamento avanzato dei chip . Sono previsti 13 miliardi per sostenere la ricerca e lo sviluppo. La legge prevede anche un nuovo credito d’imposta dedicato.

Per garantire l’obiettivo del Congresso di promuovere la competitività nazionale, la legge istituisce misure di salvaguardia per garantire che i destinatari dei fondi federali non possano produrre semiconduttori in paesi che rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale, tra cui Cina o Russia. Uno degli obiettivi principali degli Stati Uniti è quindi quello di limitare il coinvolgimento complessivo delle società di telecomunicazioni con stretti legami con il PCC, tra cui Huawei.

7 — Qual è la posizione dell’Unione europea?

Nella costruzione di una catena di approvvigionamento sempre più incentrata sul Pacifico, il ruolo dell’Unione è diminuito negli ultimi due decenni. Rispetto al suo peso economico (quasi il 23% del PIL mondiale), la quota dell’UE sui ricavi globali dei semiconduttori è di circa il 10% e solo del 6% per l’IT e le comunicazioni. Capacità di produzione limitate per soddisfare la domanda futura, alti costi di ingresso, accesso inadeguato ai finanziamenti e normative diverse rispetto ad altre regioni minacciano la capacità delle aziende europee di rimanere competitive in questo mercato.

La strategia europea per recuperare una certa forma di leadership in questo settore prevede l’adozione dell’European Chips Act . Proposto a febbraio, è il primo strumento che consente all’Unione Europea di entrare nel grande gioco dei semiconduttori – la Commissione Europea ha addirittura dichiarato che l’Unione punta a raggiungere il 20% della produzione mondiale entro il 20308.

Gli obiettivi primari del Chips Act sono sostenere l’innovazione nell’ecosistema europeo dei semiconduttori e la sicurezza della catena di approvvigionamento. Il primo strumento del Chips Act è l’iniziativa “Chips for Europe”, che fungerà da linea guida per le aziende e i centri di ricerca in cerca di sovvenzioni europee e nazionali. La vera novità di questa iniziativa è la creazione di un Chips Fund , destinato a riunire diverse istituzioni e meccanismi europei esistenti rispondendo alle richieste del mondo dell’industria.

Un altro obiettivo del Chips Act è supportare lo sviluppo di stabilimenti europei in grado di produrre in grandi volumi i semiconduttori più avanzati. Il Chips Act fornisce all’Unione lo spazio giuridico per approvare aiuti di Stato a tal fine. Lo scorso luglio, Emmanuel Macron ha annunciato la costruzione di una fabbrica di semiconduttori in Francia il cui progetto di fonderia fa parte dell’European Chips Act .

Tuttavia, se gli obiettivi della Commissione sono ambiziosi e se il Chips Act è solo il primo passo, la posizione dell’Unione Europea resta molto meno ambiziosa rispetto a quella degli altri attori. L’Europa, infatti, ha soprattutto derogato al suo regime di divieto degli aiuti di Stato, ma non ha mobilitato nuovi fondi per sostenere gli industriali. Spetta agli Stati membri sostenere il costo di tali sovvenzioni.

Soprattutto, l’Europa rimane fortemente dipendente dagli Stati Uniti per gli strumenti di progettazione e dall’Asia per la produzione di chip avanzati. Inoltre, rispetto agli Stati Uniti, la debolezza produttiva dell’Europa non è compensata da una maggiore solidità delle attività poste a monte ea valle della filiera.

Centro di produzione e design TSMC a Nanchino. © CFOTO/Sipa USA/SIPA

8 — Cosa si fa o si pianifica per contrastare la carenza di semiconduttori?

Gli Stati Uniti e l’Unione Europea non sono stati gli unici a pianificare potenti investimenti per contrastare i fattori strutturali e ciclici sopra menzionati e per incoraggiare la ricerca e la produzione di semiconduttori. Si tratta di investimenti pubblici, come quelli previsti – e, in alcuni casi, già avviati – per diverse centinaia di miliardi di dollari messi in atto da Cina, India, Giappone e Taiwan (tra il 2014 e il 2018 il governo taiwanese ha fornito sostegno al bilancio a TSMC pari al 3% dei ricavi del gruppo).

Anche questi investimenti sono privati, come quelli previsti dai piani industriali delle principali aziende del settore: tra questi Intel (che prevede di investire 80 miliardi in un decennio solo in Europa) e la società taiwanese TSMC (che prevede di investire tra 40 e 44 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, in parte in Europa). In Estremo Oriente principalmente – ma non esclusivamente – gli investimenti pubblici e privati ​​non si sovrappongono né competono tra loro, ma tendono alla realizzazione di programmi sinergici.

In Estremo Oriente principalmente – ma non esclusivamente – gli investimenti pubblici e privati ​​non si sovrappongono né competono tra loro, ma tendono alla realizzazione di programmi sinergici.

Ma ci sono anche ragioni e motivazioni, non meno importanti, legate agli imperativi di sicurezza e difesa nazionale, acuite dalle forti tensioni che attualmente attraversano il contesto geopolitico. Si può giustamente parlare di investimenti strategici perché contribuiscono a questo processo di ristrutturazione delle catene globali del valore che tende a garantire “  autonomia strategica  ”. Gli attori coinvolti sono in primis gli States (e, in Europa, l’Unione Europea), ma anche aziende, e in particolare Big Tech , come dimostra la scelta di Apple di progettare internamente i chip di cui ha bisogno.

9 — Quale impatto hanno avuto le nuove restrizioni statunitensi sul mercato globale dei semiconduttori?

Le misure recentemente annunciate dal governo statunitense avranno un impatto sulla configurazione globale del mercato dei semiconduttori. Queste nuove misure di controllo delle esportazioni mirano a limitare le aziende che inviano chip e apparecchiature per la produzione di semiconduttori in Cina. Queste sono le misure più significative che gli Stati Uniti hanno adottato nei confronti dell’industria cinese dei semiconduttori, mentre le misure precedenti hanno preso di mira più spesso singole aziende e un insieme più ristretto di tecnologie. Concretamente, i fornitori americani hanno interrotto il supporto delle apparecchiature già installate presso YMTC (Yangtze Memory Technologies, produttore cinese di semiconduttori), interrotto l’installazione di nuovi strumenti e ritirato il personale americano di base a YMTC.

La linea guida di questa manovra tende a ostacolare la capacità della Cina di sviluppare autonomamente i chip più avanzati e di equipaggiare il proprio esercito, e soprattutto di evitare un’escalation verso una nuova guerra fredda.

Ciò avrà un evidente impatto commerciale per gli Stati Uniti. Mercoledì Applied Materials Inc, produttore leader di apparecchiature per la produzione di chip, ha tagliato le sue previsioni per il quarto trimestre, avvertendo che le nuove normative sulle esportazioni taglierebbero le vendite di circa $ 400 milioni in questo trimestre. Questa società ha realizzato oltre il 27% delle sue vendite in Cina nel secondo trimestre, ovvero quasi 1,8 miliardi di dollari. Da parte cinese, l’azienda YMTC sta affrontando un blocco del supporto da parte dei suoi principali fornitori.

La Cina sta spendendo miliardi di dollari per sviluppare un’industria nazionale dei semiconduttori meno dipendente dal resto del mondo, ma questi produttori di chip hanno ancora bisogno di acquistare apparecchiature altamente specializzate da fornitori negli Stati Uniti, in Europa e in altre parti dell’Asia. Gli Stati Uniti ne sono consapevoli e stanno intensificando la loro strategia per soffocare lo sviluppo di un’industria indipendente dei semiconduttori in Cina.

10 — Cosa succede in caso di carenza di semiconduttori?

I semiconduttori sono al centro dello sforzo bellico della Russia. Gli occidentali sono consapevoli che l’esito della guerra dipenderà in parte dal fatto che la Russia troverà o meno un modo per riottenere l’accesso a questi chip e vogliono assicurarsi che non sia così. La Russia è alla ricerca di semiconduttori, trasformatori, connettori, alloggiamenti, transistor, isolanti e altri componenti di cui il paese ha bisogno per alimentare il suo sforzo bellico. La maggior parte sono prodotti da giganti elettronici americani (Marvell, Intel, Holt tra gli altri).

Nella lista delle priorità della Russia c’è il 10M04DCF256I7G FGPA (Field-Programmable Gate Array), prodotto da Intel, che può essere acquistato per 66.000 rubli, o più di $ 1.100 per unità. Prima della carenza di chip, la parte sarebbe costata meno di € 20.

I fornitori militari russi hanno diversi modi per acquisire questi semiconduttori, che vanno dall’acquisto da mercati online non regolamentati all’utilizzo di cassette postali per contrabbandare componenti tecnologici nel paese. Non è da escludere nemmeno l’istituzione di canali e intermediari con Iran, Corea del Nord o persino con la Cina. La strategia delle sanzioni occidentali, tuttavia, sembra funzionare per ora, poiché le forniture russe continuano a diminuire.

La sfida per gli occidentali è sfruttare il deficit tecnologico della Russia e la sua mancanza di semiconduttori, necessari per far funzionare i moderni sistemi di combattimento così come i dispositivi di sorveglianza o di immagini satellitari. Come risultato di queste misure, la Russia è ora alla disperata ricerca dei semiconduttori più sofisticati per supportare la sua industria delle armi.

In una certa misura, l’inasprimento delle sanzioni statunitensi nei confronti dell’industria dei semiconduttori contro la Cina, ampiamente esemplificato di recente dal nuovo round di sanzioni statunitensi imposto il 7 ottobre, ha uno scopo simile. Iscrivendo nell’elenco dei prodotti controllati ( regole dirette sui prodotti esteri ) nuovi beni utili alla fabbricazione di supercomputer, queste misure mirano principalmente a prevenire l’importazione oltre che lo sviluppo di chip avanzati, particolarmente utili per applicazioni di intelligenza artificiale.
In un keynote speech pronunciato il 16 settembre in occasione della pubblicazione del rapporto del Progetto Speciale Studi Competitivi,il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha integrato il posto dato alla concorrenza tecnologica tra Washington e Pechino nella dottrina cinese dell’amministrazione Biden e, più in generale, nella politica estera statunitense. In questo, la logica difensiva lascia il posto a un desiderio più esplicito di rallentare il progresso economico e tecnologico di alcune potenze straniere ritenute minacciose – la Cina è in testa a queste minacce.

Approccio critico analitico aggiornato a quanto sta accadendo in Ucraina_Di Claudio Martinotti Doria

Coloro che festeggiano il ritiro delle truppe e della popolazione russa dalla parte settentrionale dell’Oblast di Kherson temo non abbia mai letto Sun Tzu: L’arte della guerra.

Probabilmente sono gli stessi che hanno ritenuto fosse una grande vittoria la conquista ucraina dell’oblast di Kharkiv un paio di mesi fa, che in realtà è stata possibile grazie a una ritirata russa, eseguita ordinatamente e con pochissime perdite di uomini e mezzi.

In estrema sintesi il generale Sergey Surovikin (denominato Armageddon), fin da quando ha assunto il comando delle operazioni militari in Ucraina, aveva anticipato che avrebbe dovuto prendere decisioni difficili e facilmente equivocabili, cioè che avrebbero assunto il sapore della sconfitta.

Questo perché dallo studio della situazione sul campo, si era subito reso conto di come alcune posizioni fossero alla lunga indifendibili, soprattutto tenendo conto di alcuni fattori oggettivi.

In primo luogo il forte incremento di apporto e supporto NATO in uomini e mezzi fornito all’Ucraina, soprattutto a livello di intelligence, comando e controllo e comunicazioni: in soldoni significa che la NATO sorveglia le posizioni e mosse russe e le segnala all’artiglieria ucraina e alle forze armate.

Inoltre il regime nazista ucraino non si fa alcuno scrupolo morale e conduce una guerra sporca, esattamente come farebbero dei veri nazisti, bombardando obiettivi civili, uccidendo i civili ritenuti collaborazionisti (e basta veramente poco per essere considerati tali), bombarda le centrali nucleari per provocare un incidente radioattivo, prepara una bomba sporca (radioattiva) da far esplodere per poi accusare i russi, compie atti di sabotaggio in territorio russo su addestramento anglosassone, non esiterebbe a far saltare delle dighe per allagare i territori controllati dai russi, provocando numerose vittime civili, ecc..

Consapevole di questi rischi il generale Armageddon ha valutato l’elevata probabilità che tutte queste opzioni fossero adottate dagli ucraini, anche in modalità contemporanea o in rapida sequenza, e le ha anticipate.

Apparentemente le sue mosse, approvate dal Ministero della Difesa russo, sembrano sconfitte, o a essere indulgenti, delle ritirate strategiche, che lasciano ampi margini di manovra militare ma soprattutto politica propagandistica all’avversario, cioè alla NATO e ai suoi utili idioti sacrificabili, cioè gli ucraini.

Oppure, sempre a essere indulgenti, potrebbero preludere a degli accordi sottobanco tra la NATO (leggasi USA) e la Russia per un cessate il fuoco, una tregua o un vero e proprio accordo, come avrebbero dovuto negoziare fin dallo scorso autunno (un anno fa). Ma quest’ultimo caso è il meno credibile, a meno che serva solo a guadagnare tempo per consentire a entrambe le parti in causa di organizzare i loro veri progetti e obiettivi, perché non potrà mai esserci alcuna fiducia reciproca. I russi perché sanno benissimo che gli USA sono totalmente inaffidabili e non esiterebbero un istante a infrangere un accordo (anche se lo farebbero insidiosamente salvando le apparenze), e gli USA non applicherebbero mai un accordo a loro sfavorevole avendo come obiettivo risaputo la distruzione della Russia e la sua frantumazione e sfruttamento intensivo.

Pertanto alla pace non si perverrà mai, proseguiranno fino alla sconfitta di uno dei due avversari.

Dopo queste precisazioni doverose, veniamo alla realtà dei fatti.

Le scelte recentemente operate dalla Russia derivano dalla loro cultura e dottrina militare, la priorità per loro è salvare vite umane, non sacrificare invano i propri soldati o esporre a rischi la propria popolazione. Quindi all’occorrenza ci si ritira su posizioni più difendibili e meno rischiose, anche se potrebbe sembrare una sconfitta dal punto di vista militare.

Dopo di che ci si organizza nel migliore dei modi possibili per conseguire i propri obiettivi.

Il generale Inverno si sta avvicinando, ed è la stagione nella quale i russi combattono al meglio delle loro prestazioni.

Circa 80mila soldati di rinforzo sono già arrivati nel sud dell’Ucraina e altri 220mila arriveranno antro fine mese e i primi di dicembre, raddoppiando di fatto le risorse umane militari disponibili, compresi i mezzi bellici. L’inferiorità numerica rispetto agli ucraini verrà annullata. Nel frattempo continuerà il bombardamento alle infrastrutture ucraine per ridurli al buio, al freddo, riducendo drasticamente i collegamenti, le comunicazioni, i trasferimenti di truppe e mezzi, le riserve alimentari, gli approvvigionamenti, ecc..

Ogni tentativo ucraino di condurre offensive sarà stroncato sul nascere, continuando a colpire duramente con la superiorità dell’artiglieria provocando gravi perdite allo schieramento avversario, le loro difese sull’altra sponda del fiume Dnepr diverranno invalicabili.

Dopo di che si attenderanno gli eventi, cioè lo sviluppo della situazione in Ucraina, nell’UE e nella NATO.

Il tempo lavora a favore dei russi, perché la situazione in occidente e in Ucraina può solo peggiorare.

Se l’Occidente non scenderà a più miti e intelligenti consigli, se al contrario riterrà di essere a un passo dalla vittoria e abuserà della pazienza russa, allora quando sarà il momento propizio, l’orso russo colpirà dando delle zampate feroci dove meno se lo aspettano, e questa volta saranno dolorose, andranno fino in fondo, con determinazione.

Del resto l’unico linguaggio che capiscono è quello della forza, e siccome per eccesso di superbia e supponenza, si ritengono i più forti, solo di fronte a una evidente e sonora sconfitta possono rendersi conto della loro effettiva debolezza.

Il terreno ceduto finora di russi non significa nulla rispetto a quello che potrebbero ottenere al momento propizio, cogliendo i segnali di debolezza dello schieramento nemico, intervenendo con tutta la loro potenza di fuoco e di proiezione con un’adeguata tempistica e accurata organizzazione.

C’è un particolare esiziale che è stato sottovalutato finora, anzi, è stato interpretato al contrario. I russi sono una nazione e un popolo coeso (più popoli uniti) con una guida coerente nella quale ripongono fiducia. L’Occidente è un calderone eterogeneo, disunito, comandato dalla NATO a guida USA, che persegue esclusivamente gli interessi anglosassoni a scapito degli europei, pertanto i dissapori e le conflittualità interne aumenteranno sempre più esasperandosi, anche se inizialmente si manifesteranno in maniera sotterranea e subdola, non è affatto una vera alleanza con un’unità d’intenti, ma un’accozzaglia di egoismi tenuti insieme dall’ipocrisia, dalla minaccia e dal ricatto. Di fronte a rischi gravi e concreti quest’accozzaglia crollerà come un castello di carte. Ognuno andrà per la sua strada e si salvi chi può.

E’ solo questione di tempo, e non si dovrà aspettare molto.

Articolo pubblicabile citando la fonte.

 

 

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

Email: claudio@gc-colibri.com  – Blog: www.cavalieredimonferrato.it – http://www.casalenews.it/patri-259-montisferrati-storie-aleramiche-e-dintorni

Independent researcher, historiographer, critical analyst, blogger on the web since 1996

L’Ucraina è una cartina tornasole_con Antonio de Martini

L’Ucraina si sta rivelando una vera e propria cartina di tornasole in grado di rivelare gli interessi di fondo, la coerenza dell’azione dei vari attori rispetto a questi e la postura e statura di questi nell’agone internazionale. La Russia, l’Ucraina, la Turchia e l’Italia sono l’oggetto di attenzione di questa conversazione con Antonio de Martini. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

https://rumble.com/v1tdr6y-lucraina-una-cartina-tornasole-con-antonio-de-martini.html

I tre scenari più probabili dopo il parziale ritiro della Russia dalla regione di Kherson, di ANDREW KORYBKO

Le tre interpretazioni seguenti forniscono la spiegazione più probabile per l’ultimo sviluppo: 1) Kiev sta respingendo con successo le forze russe con il pieno sostegno occidentale; 2) Mosca sta preparando un’intelligente trappola militare per i suoi oppositori; o 3) ritirarsi parzialmente da Kherson è il prerequisito segreto per un cessate il fuoco.

L’annuncio del Ministero della Difesa russo mercoledì sera che le sue forze si stanno ritirando oltre il fiume Dnepr nella regione meridionale di Kherson, recentemente riunificata, è stato accolto con shock da coloro che in tutto il mondo sono solidali con l’ operazione speciale di Mosca in Ucraina. Anche se le autorità avevano evacuato i civili dalla riva destra nell’ultimo mese e il generale dell’esercito Surovikin aveva precedentemente detto al suo popolo in quel periodo di aspettarsi decisioni militarmente difficili in futuro, pochi da questa parte della Nuova Guerra Fredda si aspettavano ancora un altro ritiro russo.

Ciò segue la battuta d’ arresto a sorpresa nella regione di Kharkov due mesi fa, che è stata molto più caotica e disorganizzata del parziale ritiro dalla regione di Kherson, sebbene la prima menzionata non fosse una parte costitutiva della Federazione Russa quando ciò è accaduto a differenza della seconda. L’ottica dell’ultimo sviluppo è quindi estremamente scomoda e non può essere ricoperta di zucchero, anche se a loro merito il Ministero della Difesa russo non ha tentato di farlo. Invece, il generale dell’esercito Surovikin e il ministro della Difesa Shoigu hanno apertamente informato il popolo russo sul motivo per cui ciò stava accadendo.

Secondo loro, mantenere quel territorio ha poco senso militare, soprattutto perché la spada di Damocle di Kiev che attacca la vicina diga di Kakhovka è sospesa sulla testa di tutti e alla fine potrebbe isolare quelle delle sue forze che rimangono sulla riva destra in quello scenario. Con questo in mente, è stata presa la decisione di iniziare il ritiro delle loro forze da lì. La cosa più dolorosa di tutte, tuttavia, è che anche l’omonima capitale della regione sarà evacuata come parte di questo processo. Per questo motivo, Kiev, i suoi mecenati occidentali e i loro sostenitori stanno celebrando selvaggiamente ciò che è appena accaduto.

Le tre interpretazioni seguenti forniscono la spiegazione più probabile per l’ultimo sviluppo:

1. Kiev sta respingendo con successo le forze russe con il pieno supporto occidentale

Questa interpretazione convenzionale degli eventi postula che la guerra per procura della NATO guidata dagli Stati Uniti contro la Russia attraverso l’Ucraina che ha provocato l’operazione speciale di Mosca in primo luogo si è evoluta al punto da respingere con successo le forze del suo avversario dallo stesso territorio che ora rivendicano come proprio .

2. Mosca sta preparando un’intelligente trappola militare per i suoi avversari

La seconda interpretazione più speculativa è sospettare che le cose non siano come sembrano e che Mosca stia preparando una trappola intelligente per i suoi oppositori per indurli a allungare eccessivamente le loro linee di rifornimento, esporsi più facilmente agli scioperi e combattere una svolta decisiva alla Stalingrado. battaglia nella città di Cherson.

3. Ritirarsi parzialmente da Kherson è il prerequisito segreto per un cessate il fuoco

L’ultima interpretazione è puramente speculativa e si basa sulla sequenza di segnali che gli Stati Uniti hanno inviato prima di questa settimana ( dettagliata qui ) e sulla riaffermazione della portavoce del ministero degli Esteri Zakharova degli interessi della Russia nei colloqui di mercoledì per suggerire che questo ritiro è il prerequisito segreto per un cessate il fuoco .

Per quanto riguarda la prima interpretazione, sarà considerata credibile se si verifica quanto segue:

1A) Le forze sostenute dall’Occidente di Kiev occupano con successo l’intera sponda destra da cui la Russia si è ritirata;

1B) Hanno quindi attraversato con successo il fiume Dnepr nella regione di Kherson;

1C) E questo li porta a scheggiare o schiacciare rapidamente il “corridoio di Crimea” russo.

La seconda interpretazione richiede che avvenga quanto segue per essere considerata credibile:

2A) Le forze di Kiev sostenute dall’Occidente lottano per occupare l’intera riva destra della regione di Kherson;

2B) Allo stesso modo lottano per occupare la città di Kherson;

2C) E i loro sforzi si concludono con la riva destra della regione di Kherson che diventa una zona cuscinetto (smilitarizzata?).

Infine, deve presto accadere quanto segue affinché la terza teoria non venga respinta come coping:

3A) La riva destra della regione di Kherson rimane smilitarizzata o solo leggermente militarizzata da Kiev;

3B) I combattimenti tra le forze appoggiate dall’Occidente di Kiev e quelle russe nella regione di Kherson rallentano o si fermano;

3C) E si ottiene una svolta diplomatica prima, durante o immediatamente dopo il G20 della prossima settimana.

Per concludere, ecco i tre punti principali di ciò che è appena accaduto:

1. La Russia si è ritirata dal territorio che rivendica come proprio con disappunto dei suoi sostenitori;

2. È più probabile che Kiev continui ad avanzare o si impantani in un pantano piuttosto che accettare un cessate il fuoco;

3. E c’è la possibilità che Kiev e/o la Russia reagiscano in modo asimmetrico all’ultimo sviluppo.

https://korybko.substack.com/p/the-three-most-likely-scenarios-after?utm_source=post-email-title&publication_id=835783&post_id=83553511&isFreemail=true&utm_medium=email

Pensiero semplice, mondo complesso di JEAN-BAPTISTE NOÉ

Quante volte l’America è stata dichiarata morta? Dopo lo scioglimento dei Bretton Woods (1971), dopo la loro disfatta del Vietnam, alla fine degli anni ’70, dopo la terribile presa in ostaggio della loro ambasciata in Iran, ecc. Il 2001 avrebbe segnato la fine dell’impero americano. Poi sono arrivati ​​gli annunci di Stati disuniti, frammentati, soggetti a opposizioni etniche e politiche. L’euro doveva competere con il dollaro e tagliare i crupper al suo dominio economico. Dopo la frettolosa partenza dall’Afghanistan (2021), la Russia ha dovuto occupare lo spazio lasciato libero. Certo gli Stati Uniti hanno le loro fragilità, i loro difetti, le loro difficoltà, ma sono sempre i primi. Sono loro che garantiscono la sicurezza dell’Europa, tramite la NATO. È a loro che gli europei si rivolgono spaventati dal vicino russo. A casa, anche di fronte al wokismo, è possibile esprimere un pensiero contraddittorio, avere dibattiti di idee, creare scuole e università, avere una certa libertà di stampa. Cosa che non è possibile in molti altri paesi al di fuori della sfera occidentale. L’annuncio del declino dell’impero americano non nasce forse da una pigrizia intellettuale, che si rifiuta di pensare ai cambiamenti e di adattarsi ad essi? Sì, gli Stati Uniti non possiedono più, come nel 1945, tre quarti dell’oro mondiale. Ma hanno Google e Facebook. Ciò che troppo rapidamente chiamiamo declino non è semplicemente un’evoluzione e una trasformazione del potere? Cosa che non è possibile in molti altri paesi al di fuori della sfera occidentale. L’annuncio del declino dell’impero americano non nasce forse da una pigrizia intellettuale, che si rifiuta di pensare ai cambiamenti e di adattarsi ad essi? Sì, gli Stati Uniti non possiedono più, come nel 1945, tre quarti dell’oro mondiale. Ma hanno Google e Facebook. Ciò che troppo rapidamente chiamiamo declino non è semplicemente un’evoluzione e una trasformazione del potere? Cosa che non è possibile in molti altri paesi al di fuori della sfera occidentale. L’annuncio del declino dell’impero americano non nasce forse da una pigrizia intellettuale, che si rifiuta di pensare ai cambiamenti e di adattarsi ad essi? Sì, gli Stati Uniti non possiedono più, come nel 1945, tre quarti dell’oro mondiale. Ma hanno Google e Facebook. Ciò che troppo rapidamente chiamiamo declino non è semplicemente un’evoluzione e una trasformazione del potere?

Pensiero povero. La conoscenza corre sempre il rischio di accontentarsi della pigrizia intellettuale e del conforto delle fortezze consolidate. Una specie di ricotta pensata, comoda, dolce e infantile, che rifiuta la complessità e che si accontenta di pochi semplici giudizi. Vedere l’islamismo in un paese dove ci sono musulmani, vedere la mano degli Stati Uniti in qualsiasi crisi politica in America Latina, spiegare tutto con la finanza, o con il potere cinese o con qualche altro fattore semplice e unico. Un pensiero semplice che considera che è l’altro, necessariamente, che vive tagliato fuori dalla realtà e che è rinchiuso nel politically correct. Affrontare un pensiero complesso è necessariamente più delicato. Pensare alle molteplici cause, assegnarle priorità, distinguerle, valutare la natura dei cambiamenti, pensare al tempo.

Determinismo e libertà.Che la geopolitica sia usata sempre di più non può che rallegrarci. Bandito dall’università nel 1950, ora è una disciplina di maturità. I libri e le pubblicazioni abbondano, il che è positivo. Ognuno segue la sua teoria e la sua spiegazione del mondo, a volte giusto, a volte fumoso. A forza di essere utilizzata, la geopolitica rischia di non significare più nulla. Procede però da un metodo epistemologico, che va rispettato a rischio di diventare una sciocchezza. C’è naturalmente l’iscrizione geografica, l’analisi a più scale, l’incrocio delle discipline. C’è anche il caso e l’imprevisto. Se la Russia fosse riuscita a conquistare Kiev in tre giorni, se Zelensky se ne fosse andato subito dopo l’assalto del 24 febbraio, la guerra avrebbe preso un altro corso. La geopolitica studia l’uomo nel suo ambiente; tuttavia l’ambiente può essere trasformato e sviluppato dall’uomo e quest’ultimo è libero nelle sue azioni e nei suoi pensieri. Ci sono certamente invarianti, ma non c’è determinismo. Ci sono certamente tracce di storia e di permanenza, ma né la geografia né la storia possono spiegare tutto. Se la Valtellina è stata per molto tempo un punto caldo in Europa, ora è una zona fredda che pochissimi possono individuare su una mappa. Se la Francia punta sull’Africa occidentale, sembra aver completamente dimenticato il Pacifico e l’Asia, che tuttavia facevano parte del suo impero coloniale. Le mappe sono belle, spiegano, danno chiavi, ma sono fatte da uomini e quindi soggette a sospetto. Cambia scala, colore, del pittogramma cambia il messaggio e quindi la comprensione dell’equilibrio di potere. Alla base di ogni giusta analisi in geopolitica c’è la libertà dell’uomo; un pensiero multiplo per un mondo complesso.

https://www.revueconflits.com/pensee-simple-monde-complexe/

LEBENSRAUM (Spazio vitale), di Pierluigi Fagan

LEBENSRAUM (Spazio vitale). Nella foto, un ponte su autostrada a Singapore che cerca di tenere un contatto ecologico tra due parti di spazio eco-naturale diviso dalla strada. Le specie che vivono lo spazio naturale sono un sistema complesso in equilibrio dinamico, se lo spazio si restringesse perché tagliato e porzionato dalle strade, l’intero sistema ecologico subirebbe modifiche esiziali. Così si mantengono collegamenti per dargli la possibilità di continuare ad usare tutto lo spazio a loro necessario. In Germania li fanno anche più semplici. In quel caso è l’autostrada ad interrarsi un po’ di modo che il “ponte” che deve esser largo ed invitante altrimenti rimane barriera, dia l’idea di continuum.
Tale accortezza proviene dagli studi di uno dei principali fondatori della geografia moderna, il tedesco Friedrich Ratzel che, nel 1897, usò il concetto di “spazio vitale” o Lebensraum in un abito di pensiero noto come biogeografia. Ratzel poi morì nel 1908 ma il concetto venne trasposto dai nazisti in teoria geopolitica. Ratzel quindi venne retroattivamente accusato di aver fornito armi ideologiche travestite da scienza ai nazisti, cosa del tutto impropria visto che Ratzel, nel suo lavoro, aveva ben chiara la differenza di complessità tra animali ed esseri umani e comunque morì anni prima si formasse l’immagine di mondo dei nazisti. In effetti, questo trasferimento di concetto, l’aveva fatto uno svedese, Rudolf Kjéllen, uno svedese conservatore che poi è colui che inventò il termine “geopolitica”. Da Kjellén, l’idea passò poi ai geopolitici tedeschi con tendenza molto deterministe come Haushofer e da lì entrò nell’immagine di mondo nazista a supporto dell’espansionismo tedesco.
Per la verità, questa liaison tra pensiero geopolitico tedesco e decisioni strategiche del Reich durò fino ad un certo punto. La geopolitica tedesca nasce e rimane a lungo, ancora in buona parte ancor oggi, euroasiatica. Del resto, fu la geopolitica anglosassone (Mackinder 1904, poi Spykman, poi Brzezensky) ad inquadrare il problema continentale come minaccia si venisse a formare un potere al centro dell’isola mondo che chiamò Heartland, coincidente con la Russia. La Germania diventava candidato problematico a creare un sistema di relazioni con la Russia realizzando così l’eterno incubo geopolitico anglosassone, la Gerussia. Quello che per gli anglosassoni era ed è un problema, ai tedeschi e russi sembrava una opportunità, geografie diverse, idee diverse.
La geopolitica tedesca, quindi, era sì a base, ad esempio, del patto Molotov- Ribbentrop ovvero la realistica decisione di superare opposizioni ideologiche per perseguire l’interesse appunto geopolitico, ma e per la stessa logica, del tutto inorridita dall’idea di Hitler in infrangere il patto e tentare l’invasione della Russia. Lì, la relazione tra geopolitici e nazisti si fratturò. Buona parte di questa storia, manipolata e resa narrativamente più semplice, fu alla base del bando completo della geopolitica dalle sfere di conoscenza, dal 1945 alla fine degli anni ’80, in quanto disciplina nazista.
Americani e sovietici furono almeno su un punto d’accordo: cancellare ogni riferimento alla variabile geografica nei sistemi di pensiero. La geografia e più la geografia politica ha ovviamente i suoi problemi in termini di interpretazione e teorizzazione, ma il fatto che di base si riferisca allo spazio fisico la tiene quasi sempre nell’ambito del realismo. Il conflitto tra americani e sovietici, capitalisti e comunisti era invece uno scontro tipicamente idealista o forse solo tale vestito. Così cominciò Harvard a chiudere nel dopoguerra il dipartimento di geografia, seguita poi dal resto della Ivy League. Gli americani perseguitarono addirittura in pieno maccartismo, un povero geografo americano, tale Lattimore, accusandolo di tramare in aiuto dei comunisti cinesi, cosa del tutto surreale. Per i sovietici la cosa era ancora più semplice, ogni fenomeno politico è lotta di classe, la variabile spaziale per i sistemi umani non serve a niente, non determina niente. Così, ad entrambi risultava utile impacchettare geopolitica con nazismo facendo sì che il peso del secondo trascinasse in fondo al mare del pensiero la prima.
È in parte da questa storia che nasce in America l’altra disciplina che studia questo genere di cose: le Relazioni Internazionali. Disciplina nata in America e lì da sempre sviluppata in alternativa a geopolitica che rimarrà più “continentale”. Nonostante la disciplina nacque realista (Morgenthau) poiché proveniente dal pensiero geopolitico (Spykman, Kennan), ebbe da sempre la tendenza a scivolare nell’idealismo, lì detto liberalismo. Oggi, in America, nonostante il prestigio di Mearsheimer o lo stesso Kissinger (che più che un teorico è un politico intellettuale), il dominio del paradigma idealistico detto liberale, è totale.
Le Relazioni Internazionali sono una disciplina dallo statuto assai problematico poiché partono sì dall’unità metodologica che poi è la stessa della geopolitica ovvero lo Stato, ma lo qualificano come Stato di potenza. Ma gli Stati-potenza, sono in verità solo una frazione del complesso degli Stati (più di 200), sono una proiezione della volontà di potenza, a partire da quella americana, una malattia che non tutti gli Stati hanno poiché non propria dello Stato tout court ma del sistema concreto ed ideologico di specifici popoli-Stato. Per questo, agli studiosi di international relations, risulta assai difficile comprendere fenomeni come il mondo multipolare. Hanno in effetti il concetto di “equilibrio di potenza” nel loro armamentario gnoseologico, ma hanno poi difficoltà a comprenderne ragioni e dinamiche visto che tagliano la conoscenza in modo molto riduttivo.
Se volessimo provare ad applicare il concetto di Lebensraum agli americani, cosa che abbiamo detto impropria nel rispetto del pensiero originario di Ratzel ma che ci permettiamo togliendo ogni determinismo al concetto stesso, cosa ne risulterebbe? Nulla. Gli americani sono sì tanti (circa 332 milioni) ma in uno spazio immenso e ricchissimo, tanto da risultare al 186° posto per densità abitativa e davvero con poco territorio del tutto inabitabile. Si dirà, be’ è il loro stile di vita a richiedere molto più spazio disponibile per alimentare il sistema interno. Gli americani fanno il 25% del Pil mondiale (IMF) sebbene siano solo il 4,5% della popolazione, diciamo che gli piace stare comodi in termini di benessere. Parzialmente vero perché gli stessi Stati Uniti hanno un indice di Gini che li colloca al 121° posto per distribuzione eguale media del reddito, tra Haiti ed il Congo. Ne consegue che dovremmo allora dire che una frazione degli americani, un 10% circa diciamo, monopolizza una porzione enorme di reddito tanto da dover avere un reddito nazionale complessivo ovvero Pil abnorme rispetto alla media popolazione, per comunque aver qualcosa da distribuire anche a questo altro 90%. È questo bizzarro assetto che ha spinto gli americani a promuovere o partecipare in giro per il mondo a ben 25 confitti dal dopoguerra ad oggi, più svariate operazioni militari minori ed altri conflitti non armati ma operati in via economica, finanziaria, culturale, politica e diplomatica.
Lo spazio vitale degli americani ovvero dell’assetto sbilenco della società americana piuttosto che della stragrande maggioranza degli americani, necessita di questo controllo e dominio su uno spazio-Mondo che esubera di molto il loro spazio naturale, ampio e ricco già di suo. Ovviamente non giustificano tutto ciò come necessità di spazio vitale ma come spazio di cui va difesa la libertà. Ovvero la loro unilaterale libertà o meglio la libertà di una trentina di milioni di americani bianchi di varia origine (a maggioranza anglo-tedesca, praticamente sempre i soliti Sassoni), di utilizzare più o meno a piacimento lo spazio-Mondo per alimentare il loro sbilenco ordine interno che regga la sproporzione di reddito e ricchezza che pone il solo suo 10% al vertice del paradiso del benessere terrestre. Data ovviamente la loro unilaterale definizione di Ben-Essere che spacciano per un “universale”.
Prendendo un attimo gli indiani come stile di vita, se tutto il mondo vivesse come gli indiani medi, il pianeta basterebbe ed avanzerebbe un po’. Se invece adottassimo come parametro gli americani, ci vorrebbe cinque Terra. Convincere gli americani a vivere come gli indiani sempre improbabile, ma lo sta diventando anche convincere il Resto del mondo, indiani, cinesi e tutti gli altri 150 Stati non occidentali, a non aspirare ad aver anche loro legittime porzioni di benessere derivato dallo sfruttamento dello spazio.
Da qui il conflitto epocale che segnerà il prossimo decennio, conflitto per lo spazio vitale e per la definizione stesso di “vitale” secondo la risposta alla domanda “cos’è la vita, la buona vita o la vita giusta, adatta?” per i diversi popoli o classi sociali di questi con relative ideologie ed immagini di mondo riflesse.
[Alcune informazioni sono tratte da Cerreti, Marconi, Sellari, Spazi e poteri. Geografia politica, economica, geopolitica. Laterza]

ELEZIONI MIDTERMS-LA DIRETTA

INIZIA LA DIRETTA SULLE ELEZIONI DEL MIDTERM AL CONGRESSO AMERICANO. LA DIRETTA CONTINUERÀ FINO ALLO SPOGLIO FINALE DELLE SCHEDE

Mercoledì 9 Novembre,  Ore 17:15

Manca il responso ancora in cinque stati per sancire il risultato finale al Senato. Il conseguimento della maggioranza a favore dei due partiti si deciderà nelle prossime 48 ore, se non addirittura con il probabile ballottaggio in Georgia, in quanto difficilmente uno dei due candidati riuscirà a superare il 50% dei consensi. Alla Camera la maggioranza in mano ai repubblicani è praticamente acquisita nella sostanza, ma non nelle dimensioni. Il dato finale, probabilmente, confermerà le nostre previsioni di un saldo favorevole tra i 10 e i 20 rappresentanti. Il movimento MAGA, quindi Trump, ha consolidato notevolmente il proprio controllo nel partito ed ora al Congresso. Non ha sfondato, ma questa previsione correva soprattutto nella narrazione dei suoi avversari interni ed esterni, pronti a rappresentare un esito positivo come una cocente sconfitta e a creare, quindi, il terreno favorevole ad una candidatura alternativa a Trump alle prossime presidenziali. Acquisita, purtroppo, la notizia della opacità delle operazioni di voto nei distretti chiave, già riscontrata nelle elezioni passate e non ostante il sistema di controllo più capillare messo all’opera da MAGA. Lo scontro politico futuro, probabilmente, si concentrerà maggiormente all’interno dei due partiti. Nel Partito Repubblicano si concentrerà nella ricerca di un competitore, al quale, comunque, Trump, in fase ascendente, potrebbe essere in grado di offrire qualcosa di sufficiente a rinviare la resa dei conti a dopo le presidenziali; nel Partito Democratico, invece, il prezzo da pagare per una eventuale defenestrazione del duo Biden-Harris si rivelerà molto più sanguinoso e salato. Con queste note chiudiamo la rubrica e proseguiamo con la programmazione normale delle pubblicazioni. Entro la settimana pubblicheremo la consueta videointervista di approfondimento con a disposizione i dati definitivi e con considerazioni più approfondite; nel prosieguo probabilmente qualche scritto.

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 14:00

Cleta Mitchell,
il grande occhio di Trump sugli scrutini degli stati-chiave
L’avvocato gestisce una vasta rete di attivisti responsabili di garantire
l’integrità delle elezioni di medio termine

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 11:45

Seggi in bilico al Senato

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 10:45

Risultati totali parziali (grafica):

rilevati alle 04:46

alla Camera

 

al Senato

al Senato (in evidenza gli stati critici in bilico)

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 06:15

Risultati totali parziali:

 

Senato

Democratici

46 seggi

Republicani

46 seggi

 

Camera

Democratici

184 seggi

Republicani

207 seggi

 

Governatori

Democratici

18 sedie

Republicani

24 sedie

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 05:35

Risultati totali parziali:

 

Senato

Democratici

46 seggi

Republicani

46 seggi

 

Camera

Democratici

178 seggi

Republicani

204 seggi

 

Governatori

Democratici

16 sedie

Republicani

24 sedie

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 05:30

Una veloce analisi fin qui del voto:

Il Senato non appare al momento in pericolo per i Democratici, se i Repubblicani vincono il controllo del senato lo faranno al massimo di un seggio, non di più, tutto ciò in linea con quello che avevamo previsto.

Alla Camera invece, la scia elettorale appare fermamente favorire i Repubblicani, l’unico punto interrogativo è vedere di quanti seggi vinceranno i Repubblicani. I numeri che certi analisti politici prevedevano di 35-40 seggi guadagnati dai repubblicani alla camera, appare un miraggio. Probabilmente se vittoria sarà,  il guadagno repubblicano sarà più in linea con le nostre previsioni di 10-20 seggi massimo.

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 05:16

Il repubblicano JD Vance vince la corsa al Senato degli Stati Uniti in Ohio

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 05:15

Risultati totali parziali:

 

Senato

Democratici

44 seggi

Republicani

46 seggi

 

Camera

Democratici

173 seggi

Republicani

202 seggi

 

Governatori

Democratici

14 sedie

Republicani

24 sedie

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 05:00

Risultati totali parziali:

 

Senato

Democratici

43 seggi

Republicani

45 seggi

 

Camera

Democratici

173 seggi

Republicani

202 seggi

 

Governatori

Democratici

13 sedie

Republicani

23 sedie

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 04:35

Risultati totali parziali:

 

Senato

Democratici

41 seggi

Republicani

41 seggi

 

Camera

Democratici

126 seggi

Republicani

188 seggi

 

Governatori

Democratici

11 sedie

Republicani

22 sedie

 

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 04:23

Risultati totali parziali:

 

Senato

Democratici

40 seggi

Republicani

41 seggi

 

Camera

Democratici

122 seggi

Republicani

181 seggi

 

Governatori

Democratici

10 sedie

Republicani

18 sedie

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 04:11

Il repubblicano Chuck Grassley sconfigge il democratico Michael Franken in Iowa per il senato.

Il repubblicano Kevin Stitt vince la rielezione a governatore dell’Oklahoma. 

Il democratico Michael Bennet vince la rielezione al Senato degli Stati Uniti dal Colorado.

Il democratico Jared Polis vince la rielezione a governatore del Colorado.

Il repubblicano Phil Scott vince la rielezione per il governatore del Vermont.

Il repubblicano Eric Schmitt vince le elezioni per il Senato degli Stati Uniti dal Missouri.

I democratici Jerry Nadler, Alexandra Ocasio-Cortez e Ilhan Omar vincono la rielezione alla Camera degli Stati Uniti.

Il senatore democratico Chuck Schumer vince la rielezione a New York.

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 04:07

Risultati totali parziali:

 

Senato

Democratici

40 seggi

Republicani

41 seggi

 

Camera

Democratici

122 seggi

Republicani

181 seggi

 

Governatori

Democratici

10 sedie

Republicani

18 sedie

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 03:15

Risultati totali parziali:

 

Senato

Democratici

38 seggi

Republicani

39 seggi

 

Camera

Democratici

120 seggi

Republicani

180 seggi

 

Governatori

Democratici

8 sedie

Republicani

15 sedie

 

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 03:00

Risultati totali parziali:

 

Senato

Democratici

37 seggi

Republicani

37 seggi

 

Camera

Democratici

77 seggi

Republicani

116 seggi

 

Governatori

Democratici

7 sedie

Republicani

14 sedie

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 02:45

Il senatore repubblicano Marco Rubio ha vinto la rielezione in Florida.

Il repubblicano Chris Sununu vince la rielezione a governatore del New Hampshire.

La democratica Maura Healey è diventata la prima governatrice gay nella storia del Massachusetts. È anche la prima donna eletta governatore del Massachusetts.

La repubblicana Sarah Huckabee Sanders è stata eletta governatore dell’Arkansas, diventando la prima donna governatrice dello stato.

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 02:16

Il repubblicano Ron DeSantis vince la rielezione a governatore della Florida.

Il repubblicano Bill Lee vince la rielezione a governatore del Tennessee.

Il democratico Richard Blumenthal vince la rielezione al Senato degli Stati Uniti dal Connecticut.

La repubblicana Katie Britt vince le elezioni per il Senato degli Stati Uniti dall’Alabama.

Il repubblicano Kay Ivey vince la rielezione a governatore dell’Alabama.

Il democratico JB Pritzker vince la rielezione a governatore dell’Illinois.

Il democratico Tammy Duckworth vince la rielezione al Senato degli Stati Uniti dall’Illinois.

Il democratico Chris Van Hollen vince la rielezione al Senato degli Stati Uniti dal Maryland.

Il democratico Wes Moore vince le elezioni per il governatore del Maryland.

La democratica Maura Healey vince le elezioni per il governatore del Massachusetts.

Il repubblicano James Lankford vince la rielezione al Senato degli Stati Uniti dall’Oklahoma.

Il repubblicano Markwayne Mullin vince le elezioni per il Senato degli Stati Uniti in Oklahoma.

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 01:46

Risultati del Senato in Indiana: Il repubblicano Todd Young vince le elezioni

Il democratico Peter Welch vince le elezioni per il Senato degli Stati Uniti nel Vermont.

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 01:22

Marjorie Taylor-Greene (R) vince la rielezione

Il repubblicano Rand Paul vince la rielezione al Senato degli Stati Uniti dal Kentucky

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 00:30

Senato: Kentucky

Candidati % Voti
Rand Paul

REPUBBLICANO ATTUALE SENATORE

72.0% 3,366

 

Booker

DEMOCRATICO SFIDANTE

28.0% 1,309

 

Mercoledi 9 Novembre,  Ore 00:23

Le supposizioni sono finite, arrivano i primi risultati:

Senato: Indiana

 

Candidati % Voti
Young

REPUBBLICANO ATTUALE SENATORE

64.0%  

22,945

 

McDermott

DEMOCRATICO SFIDANTE

32.9% 11,775

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 23:24

La calma prima della tempesta. Ora siamo solo in attesa dei primi risultati alla chiusura dei primi seggi.

Sotto gli orari di chiusura dei seggi, in alcuni stati i seggi hanno chiusure diverse, ecco perché lo stesso stato può avere due orari di chiusura diversi:

24:00 

  • Indiana 
  • Kentucky

01:00 

  • Georgia 
  • Indiana
  • Kentucky 
  • South Carolina 
  • Vermont 
  • Virginia 
  • Florida 

01:30

  • North Carolina 
  • Ohio 
  • West Virginia

02:00

  • Alabama 
  • Connecticut 
  • Delaware 
  • Florida 
  • Illinois 
  • Kansas
  • Maine 
  • Maryland 
  • Massachusetts
  • Michigan
  • Mississippi
  • Missouri 
  • New Hampshire 
  • New Jersey 
  • Oklahoma 
  • Pennsylvania 
  • Rhode Island
  • Tennessee
  • Texas

02:30 

  • Arkansas 

03:00 

  • Arizona
  • Colorado
  • Iowa
  • Kansas 
  • Louisiana 
  • Michigan 
  • Minnesota
  • Nebraska 
  • New Mexico 
  • New York 
  • North Dakota
  • South Dakota 
  • Texas 
  • Wisconsin 
  • Wyoming 

04:00 

  • Idaho:
  • Montana 
  • Nevada 
  • Utah 

 

05:00 

  • California 
  • Idaho 
  • Oregon 
  • Washington

 

06:00 

  • Hawaii

07:00

               Alaska 

 

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 22:51

Il 98,7% delle donazioni dei dipendenti di Twitter ai candidati politici, nelle elezioni di medio termine del 2018, è stato destinato ai candidati del Partito Democratico.

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Martedì 8 Novembre,  Ore 22:37

“Quello di cui mi preoccupa… se i repubblicani prenderanno il controllo… ci saranno udienze… indagheranno su Hunter Biden… vorranno fare l’impeachment a Biden… mi preoccupo che sarà molto, molto brutto”.

Martedì 8 Novembre,  Ore 22:32

Il funzionario elettorale della contea di Maricopa (Arizona), Stephen Richer,  si scusa pubblicamente per problemi ai seggi.

Promette che tutti i voti legali verranno conteggiati

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Martedì 8 Novembre,  Ore 22:25

Un uomo di 38 anni, armato di coltello, ha cercato di fermare il processo di voto a uno dei seggi elettorali in West Bend, Wisconsin.

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 22:11

Quasi 1,2 milioni di persone hanno votato a New York fino alle 15:00 ora locale. 

Nel 2018, il numero finale dei votanti di New York era stato di 2,1 milioni.

Questo potrebbe essere un buon dato per i Democratici. Vuol dire che la paurosa onda rossa non si sta`materializzando.

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 22:02

La marijuana potrebbe diventare legale in quasi la metà degli Stati Uniti dopo le elezioni di oggi, se gli elettori di cinque stati approvano oggi i rispettivi referendum.

Martedì 8 Novembre,  Ore 22:00

I primi risultati parziali dovrebbero cominciare ad uscire nei prossimi minuti in seggi di stati come la Carolina del Nord

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 21:46

Le autorità di Filadelfia, responsabili del voto, hanno dichiarato che ritarderanno il conteggio di migliaia di schede cartacee a causa di una citazione in giudizio che li accusa di conteggiare doppiamente alcune schede.

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Martedì 8 Novembre,  Ore 21:36

Il presidente Trump alla protesta dopo che sono stati segnalati problemi di voto in molti stati e città incluso Detroit, Arizona, Pennsylvania: 

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Martedì 8 Novembre,  Ore 21:19

Il giornalista chiede a Kari Lake; “Se eletta ha intenzione di terminare il suo mandato come governatore in caso Trump le chiedesse di diventare la vicepresidente?”

“Non solo sarò governatore dell’Arizona per quattro anni, ma farò anche due mandati e sarò il vostro peggior incubo”

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 21:10

La California fa quello che sa fare meglio…

“I risultati delle elezioni in california saronno soggetti a ritardo di giorni, nell’area di Los Angeles, in alcuni casi, anche settimane ”

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Martedì 8 Novembre,  Ore 20:46

Appello accorato del Senatore Warnock:

“Andiamo gente, non posso avere Herschel Walker che rappresenta mia madre!”

Martedì 8 Novembre,  Ore 20:38

L’Onda Rossa parte da Guam! La prima vittoria per i repubblicani in 32 anni. Il repubblicano James Moylan prossimo delegato al Congresso degli Stati Uniti.

Questo è un delegato senza diritto di voto, ma è comunque un segno dei guai che aspettano i democratici stanotte…

James Camacho Moylan announces candidacy for Guam Legislature

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 20:25

Ecco trovato il motivo dei “problemi” alle apparecchiature di voto in Arizona…

Aggiornamento sull’affluenza alle elezioni dell’Arizona alle 13:00 ora locale

Gli aventi diritto al voto repubblicani superano di gran lungo i Democratici nel voto ai seggi

I seggi chiuderanno in Arizona alle 22:00 ora locale

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Martedì 8 Novembre,  Ore 20:25

La “battaglia” per il conteggio dei voti in Pennsylvania potrebbe protrarsi per molti giorni, Migliaia di voti potrebbe essere in limbo…

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Martedì 8 Novembre,  Ore 20:11

Gli elettori di Harveys Lake, contea di Luzerne, Pennsylvania, in fila che aspettano di votare. Già alle 9:30, questo seggio elettorale, ha esaurito i tabulati delle schede da inserire nelle macchine Dominion. Agli  elettori è stata consegnata una scheda provvisoria da compilare a mano causando apprensione tra gli elettori. 

Guarda caso la Pennsylvania e uno stato Battleground…

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Martedì 8 Novembre,  Ore 20:05

Le lunghe file a Maricopa County (Arizona), quella dei problemi con i Dominion. Questa è una foto fatta a Scottsdale alle 9:00 ore locali. L’affluenza nei vari stati appare altissima a livelli di elezioni presidenziali.

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Martedì 8 Novembre,  Ore 19:59

La storia ci dice che le elezioni di medio termine sono negative, a volte molto negative, per il partito che controlla la Casa Bianca.

Ecco uno sguardo indietro ad alcuni momenti importanti.

https://www.npr.org/2014/10/30/360133533/the-devastating-history-of-midterm-elections

Martedì 8 Novembre,  Ore 19:50

“La Florida sta cercando di impedire agli osservatori del Dipartimento di Giustizia di entrare nei seggi elettorali in diverse città.”

Qualcuno per caso vuole spiegare a Politico che il monitoraggio e le leggi che regolano il voto sono prerogativa dei singoli stati non del governo federale? Basta leggersi la costituzione…

https://www.politico.com/news/2022/11/08/florida-elections-doj-election-security-2022-midterms-00065649

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 19:38

Joe Biden non ha pianificato nessuna apparizione pubblica in questo giorno di elezioni. Lo nascondo perche`?

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 19:37

In circa il 20% dei 223 centri elettorali nella contea di Maricopa in Arizona, le macchine per la tabulazione delle votazioni non funzionano correttamente e non accettano le schede completate. Roba da terzo mondo, con tutto il rispetto per le nazioni più povere. Questi sono gli stessi che vogliono esportare la democrazia altrove…

https://www.wsj.com/livecoverage/election-midterms-2022/card/voting-machine-problems-arise-in-arizona-s-maricopa-county-HtzdafVJdspR2jyU39Dc?mod=e2tw

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 19:30

Notizia dell’ultimo minuto: un giudice della Pennsylvania ha deciso di consentire il conteggio delle schede che vengono ricevute dopo le elezioni, fino al 14 novembre. Accogliendo di fatto l’appello di una causa intentata, all’ultimo minuto (ieri) dalla campagna elettorale di Fetterman. Ora la palla passa alla Corte Suprema della Pennsylvania. Questo intendevano i Democratici quando parlano di molti giorni per contare il numero dei voti…

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 19:24

Un seggio elettorale in una scuola di Kenner, in Louisiana, è stato evacuato a causa di una minaccia minatoria. Problemi si stanno registrando in molti seggi nei vari stati. Da problemi di tabulazioni con le macchine, a minacce ai seggi elettorali e agli ufficiali elettorali. Si registrano anche confronti abbastanza accesi tra agenti ispettori federali e agenti statali.

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 19:22

Nella mappa gli stati con una popolazione più piccola della contea di Los Angeles. Questo per mettere in risalto il perché dell’importanza dei seggi elettorali come metro di misura per aggiudicare le elezioni Presidenziali, invece che del voto popolare. La differenza di popolazione evidenzia anche il perche`delle diverse interpretazioni della costituzione americana fra centri metropolitani e zone rurali, tra stati costieri e stati interni.

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Martedì 8 Novembre,  Ore 19:15

Il New York Post sostiene Lee Zeldin

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Martedì 8 Novembre,  Ore 19:03

Marjorie Taylor Greene ha votato!

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Martedì 8 Novembre,  Ore 19:02

Aggiornamento sull’affluenza alle elezioni in Florida 12:00 ora locale

1,2 milioni di voti contati nelle prime cinque ore, ecco a che punto siamo.

Registrati al partito Repubblicano – 657.288 (54,02%)

Registrati al partito Democratico – 294.092 (24,17%)

Registrati come Indipendenti – 265.356 (21,81%)

L’attuale vantaggio per i repubblicani nello stato è di 679.000 voti.

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 19:00

Il governatore della Florida, Ron De Santis, ha bloccato gli agenti del Dipartimento di Giustizia mandati dal procuratore generale Garland per monitorare il voto, dall’entrare nei seggi elettorali in Florida.

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 18:46

Quasi 4,8 milioni di schede elettorali sono già state tabulate in Florida. Gli iscritti al partito repubblicano superano i democratici per più di 321.000 nel voto anticipato. Il GOP spera di eleggere il governatore Ron De Santis, che è anche un probabile contendente alle elezioni presidenziali del 2024.

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 18:34

“Avremo una grande notte, penso che sarà grandiosa per il Paese”.

L’ex presidente Donald Trump si rivolge ai giornalisti dopo aver espresso il suo voto in Florida.

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Martedì 8 Novembre,  Ore 18:23

Pubblicità dell’American Museum of Natural History di New York:

“Marte non è cioccolato, anche la Via Lattea non è cioccolato, un buco nero è un tizio ucraino”. Hahahahahaha, sono stati per caso hackerati…?

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 18:21

L’Ucraina osserva nervosamente i risultati delle elezioni degli Stati Uniti,  mentre gli aiuti militari sono ora in bilico. Staremo a vedere…

https://nypost.com/2022/11/08/ukraine-nervously-watching-us-midterms-as-military-aid-hangs-in-balance/

Martedì 8 Novembre,  Ore 18:20

Questa elettrice di Biden, in Georgia, dice che quest’anno voterà repubblicano.

“Quando è troppo è troppo”

La Georgia è un altro stato importante per la conquista del senato e della camera.

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 18:08

Il dottor Oz ha votato.

Dr. Oz casts his ballot in midterm election

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 18:06

L’addetto a uno dei seggi nella contea di Maricopa conferma che “non funziona niente” Spiega che le schede rigettate dalle macchine verranno conteggiate stasera…C’e da fidarsi…

 

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 18:03

Diverse “importanti” testate mediatiche hanno pubblicato articoli nelle ultime ore sulle elezioni del 2022 sostenendo, senza prove, che hacker e bot russi interferiranno con le elezioni di medio termine. Tra questi ci sono il The New York Times, Politico, and Reuters.

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 17:52

Le “favolose” macchine dominion di tabulazione del voto continuano ad essere tutte bloccate nella contea di Mercer nel New Jersey!

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 17:50

Aggiornamento sull’affluenza alle urne nella contea di Clark, Nevada ( 8:12 ora locale)

Il Nevada e` importante per il controllo del Senato

Affluenza Totale 12,543

Iscritti al partito Democratico; 2,971 (23,7%)

Repubblicani; 6,332 (50,5%) +3.361

Indipendenti;  3,240 (25,8%)

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 17:41

Code massicce di votanti nella contea di Maricopa. La gente dice di non aver mai visto niente del genere. Sarà forse questo il motivo del problema con i Dominion machine..?

Voters wait to cast their midterm election ballots at Burton Barr Library, a polling station in Phoenix, Ariz., on Nov. 6, 2018. (Nicole Neri/Reuters)

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 17:40

SI REGISTRA UN NUMERO ALTISSIMO DI MALFUNZIONAMENTO DELLE MACCHINE DOMINION NELLA IMPORTANTISSIMA CONTEA DI MARICOPA, ARIZONA!

BREAKING: Voting machines down in New Jersey's Mercer County

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 17:33

Ieri sera delle buste piene di polvere bianca sospetta e alcuni messaggi  “minacciosi” sono stati inviati al quartier generale della campagna elettorale di Kari Lake, la candidata Repubblicana per governatore dell’Arizona.  La polizia di Phoenix e l’FBI, stanno indagando per individuare i colpevoli.

Per molti Kari Lake e la vera rappresentate ed erede del movimento di MAGA. 

 

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 17:26

“Dì NO agli aiuti militari all’Ucraina”

“Noi, come repubblicani, ci preoccuperemo solo dei nostri confini.”

“L’Ucraina dovrà rendere conto di ogni dollaro che gli Stati Uniti hanno inviato.”

Cartelli pubblicitari distribuiti dai repubblicani prima delle elezioni.

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Martedì 8 Novembre,  Ore 17:11

In questo giorno, nel 2018, la percentuale  di approvazione di Trump era di 6 punti superiore a quella di Biden oggi. Per il Rasmussen Reports

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Martedì 8 Novembre,  Ore 17:05

Macchine per il voto a Trenton, New Jersey

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Martedì 8 Novembre,  Ore 17:02

Tutte le macchine di voto sono attualmente bloccate, fuori servizio in ogni distretto della contea di Mercer, nel New Jersey. Gli elettori possono ancora votare utilizzando una scheda elettorale tradizionale nei seggi elettorali. I famosi dominion machine…

 

Martedì 8 Novembre,  Ore 16:36

Ecco la fila al voto a Boro Park, New York. Nessun consulente politico avrebbe potuto prevedere un’affluenza così alta nei quartieri ebraici ortodossi. Gli ebrei ortodossi sostengono il candidato Repubblicano Lee Zeldin. Ci sono sondaggi che vedono addirittura Lee Zeldin in vantaggio sulla democratica e attuale governatore dello stato di New York; Kathy Hochul. 

A testimoniare la debolezza di Houchul in questa tornata legislativa, si è dovuto smuovere Bill Clinton, Hillary Clinton e Kamala Harris che ha tenuto un comizio in sostegno alla Hochul. Non credo che i Repubblicani possano vincere il governatorato di New York, ma ciò dovesse avvenire sarebbe uno shock politico storico.

 

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Martedì 8 Novembre,  Ore 16:24

Ecco i maggiori donatori delle medio termine del 2022:

– George Soros: $ 120 milioni di dollari

– Elizabeth e Richard Uihlein: 80 milioni di dollari

– Ken Griffin della Cittadella: $ 70 milioni

– Sam Bankman di FTX: $ 50 milioni

– Michael Bloomberg: $ 20 milioni

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Martedì 8 Novembre,  Ore 16:07

Varie testimonianze che arrivano da Maricopa County, la contea più famosa e popolosa dell’Arizona, dove praticamente si decideranno queste elezioni in una stato che in questa tornata elettorale è di un’importanza enorme, ci dicono di diversi problemi già di mattina presto. Giusto per ricordarvi che nelle elezioni del 2020 Maricopa County ha contato 20,000 voti senza verificare le firme nelle schede per corrispondenza…

Martedì 8 Novembre,  Ore 16:00

Cominciano i primi problemi: Lunghe file ad Anthem, Arizona, con un lavoratore di seggio che spiega ai cittadini che le macchine che tabulano il voto sono fuori servizio, i famosi Dominion Machine…L’Arizona e uno stato Battleground. Sono cominciati i primi brogli?

Martedì 8 Novembre,  Ore 13:00

Aprono i primi seggi negli stati della costa dell’est. I primi risultati dovrebbero arrivare intorno alla mezzanotte.

Martedì 8  Novembre,  Ore 12:20

I 36 seggi che potrebbero determinare la nuova composizione della Camera del Congresso Statunitense. Tratto dal sito www.theepochtimes.com

 

Martedì 8  Novembre,  Ore 12:00

Il periodico democratico statunitense “Politico” rivela che “Il problema che il presidente JOE BIDEN sta affrontando con gli elettori latini non è che si siano rivolti a lui, affermano i sostenitori.

È che il suo messaggio non sta raggiungendo abbastanza di loro.

Il 44% degli elettori latini ha affermato di non essere stato contattato da nessun partito politico, da una campagna o da qualsiasi altra organizzazione, secondo gli ultimi dati dell’Associazione nazionale dei funzionari eletti e nominati latini.”

La mancanza o l’errore di comunicazione è un ritornello che sentiamo spesso dalla voce dei perdenti di una qualsivoglia elezione. Vedremo se anche questa volta il presagio si allineerà alla realtà

Martedì 8  Novembre,  Ore 08:00

Buone notizie per i Democratici: pare che la partecipazione al voto della generazione di fascia dai 18 ai 35 anni sia stata fino adesso abbastanza corposa. Questa generazione è quella che vota in grande maggioranza per i democratici. Staremo a vedere…

Lunedì 7 Novembre,  Ore 17:00

Gli ultimi sondaggi ci dicono che i repubblicani potrebbero vincere alla Camera; si parla di un vantaggio tra i 10 e i 25 seggi. Se ciò fosse vero, la vittoria Repubblicana sarebbe meno eclatante di quella ottenuta nel 2010 con il movimento Tea Party.  Sempre secondo i sondaggi , il Senato dovrebbe rimanere sotto il controllo dei Democratici. Domani notte avremo le idee più chiare.

Queste sono le corse negli Stati “Battlegrounds” che probabilmente decideranno il controllo del Senato:

ARIZONA:

Mark Kelly (Democratico, attuale senatore)

Mark Kelly Announces Campaign for U.S. Senate | Space

Blake Masters (Repubblicano, sfidante)

AZ Candidate Blake Masters: Conservatives Can't Take the Senate Without Taking Back Arizona

 

GEORGIA:

Raphael Warnock (Democratico, attuale senatore)

 Raphael Warnock May Become 11th Black Senator in Georgia Cliffhanger Shaped by Trump

Herschel Walker (Repubblicano, sfidante)

 Ex-NFL player Herschel Walker says Black Americans shouldn't get reparations - REVOLT

 

NEVADA:

Catherine Cortez Masto (Democratica, attuale senatrice)

 Nevada Sen. Catherine Cortez Masto withdraws from Biden VP consideration - POLITICO

Adam Laxalt (Repubblicano, sfidante)

 Trump Endorses Ex-Nevada GOP AG Adam Laxalt for Senate | Newsmax.com

 

OHIO:

Tim Ryan (D) e JD Vance (R) sono i candidanti alle elezioni per il Senato in Ohio.  Rob Portman (R), eletto per la prima volta nel 2010, non è in corsa per la rielezione perché ha deciso di non ricandidarsi.

Tim Ryan (Democratico)

 Opinion: I'm an elected Democrat, and I know Tim Ryan is a fraud

JD Vance (Repubblicano)

 JD Vance Is Deleting All His Anti-Trump Tweets - Web Celeb Live

 

PENNSYLVANIA:

John Fetterman (Democratico) In corsa per sostituire il senatore in carica prossimo alla pensione; Pat Toomey (R) 

 Braddock mayor John Fetterman campaigns as Senate candidate for change | Times Leader

Mehmet Oz (Repubblicano) In corsa per sostituire il senatore in carica prossimo alla pensione; Pat Toomey (R) 

 Dr. Oz defends weight-loss advice at Senate hearing on diet scams - CBS News

 

WISCONSIN:

Ronald Harold Johnson (Repubblicano, attuale senatore)

Senator Ron Johnson - How did an accountant become a politician? - contactsenators 

Mandela Barnes (Democratico, sfidante)

 Wisconsin Lt. Gov. Mandela Barnes announces run for U.S. Senate

 

 

Queste sono le sfide più importanti che decideranno il controllo della Camera:

 

ALASKA:

Mary Peltola (Democratica, attuale deputata)

Nicholas Begich (Repubblicano, sfidante)

Sarah Palin (Repubblicana. Guarda chi si rivede! Sfidante)

 

CALIFORNIA (22esimo Distretto):

David G. Valadao (Repubblicano, attuale deputato)

Rudy Salas (Democratico, sfidante)

 

COLORADO (Ottavo distretto-Un distretto congressuale di nuova creazione):

Yadira Caraveo (Democrática)

Barbara Kirkmeyer (Repubblicana)

 

NEW HAMPSHIRE (Primo Disretto):

Chris Pappas (Democratico, deputato attuale)

Karoline Leavitt (Repubblicana, sfidante)

 

OHIO (Primo distretto):

Steve Chabot (Repubblicano, attuale deputato)

Greg Landsman (Democratico, sfidante)

 

OREGON (Quinto distretto):

Jamie McLeod-Skinner (Democratica, sfidante)

Lori Chavez-DeRemer (Repubblicana, sfidante)

 

Ci sono infine 36 seggi da governatori in gioco. 20 seggi da governatore sono attualmente repubblicani e 16 democratici Sotto gli stati dove si terranno le elezioni governative:

Alabama 

Alaska

Arizona

Arkansas

California

Colorado

Connecticut

Florida

Georgia

Hawaii

Idaho

Illinois

Iowa

Kansas

Maine

Maryland

Massachusetts

Michigan

Minnesota

Nebraska

Nevada

New Hampshire

New Mexico

New York

Ohio

Oklahoma

Oregon

Pennsylvania

Rhode Island

South Carolina

South Dakota

Tennessee

Texas

Vermont

Wisconsin

Wyoming

 

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 17:27 

Nella foto l’indice di approvazione degli ultimi presidenti alla vigilia delle elezioni di Medio Termine, con a fianco i seggi persi oppure guadagnati.

I democratici, nel 1994, con Clinton (indice di approvazione 44%), hanno perso 54 seggi. 

I repubblicani, nel 2002, con Bush alla Casa Bianca  (indice di approvazione al 63%), guadagnarono 8 seggi. L’Indice alto di approvazione di Bush è dovuto all’onda emotiva degli attacchi alle torri gemelle dell’11 di settembre.

Vogliamo mettere in risalto i dati del 2010 che sotto la leadership di Barack Obama vede la perdita di ben 63 seggi da parte del partito Democratico, travolto dalla famosa onda dei Tea Party. 

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 17:51 

Elon Musk esorta gli elettori indipendenti a votare per i repubblicani nelle elezioni di medio termine.

Elon Musk Is Cash Broke, Uses Burner Phones: Pedo-Guy Lawsuit Shockers | Observer

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 17:58 

Una notizia geopolitica, ma visto che ci siamo… Il Pentagono ha annunciato che sta istituendo un nuovo comando, con sede in Germania, per supervisionare l’addestramento e l’equipaggiamento dell’esercito ucraino durante la guerra con la Russia.

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 18:03

Il Rasmussen Reports, una delle migliori agenzie di sondaggi, nel suo ultimissimo rapporto pubblicato un’ora fa contiene i seguenti dati: Il 42% degli elettori statunitensi approva l’operato del presidente Biden. Il 56% disapprova. L’85% dei probabili elettori degli indipendenti “voterà sicuramente”.I repubblicani sono in testa tra gli indipendenti di 13 punti. Solo il 29% degli elettori pensa che il Paese stia andando nella giusta direzione.

https://www.rasmussenreports.com/public_content/politics

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 18:08 

Si è conclusa la campagna elettorale democratica in Pennsylvania. Per sostenere i candidati democratici, al senato John Fetterman, e per governatore Josh Shapiro, si sono scomodati sia Biden che Obama. Obama era rimasto dietro le quinte fino a una decina di giorni prima delle elezioni, poi si è messo in moto implorato da molti per salvare il salvabile.

La presenza di Obama ci dice che la Pennsylvania è di un’importanza fondamentale e che i Democratici in Pennsylvania sono in difficoltà.

Biden, Obama and Trump converge on Pennsylvania | FREE the WORDS

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 18:20 

Per rimanere in tema Pennsylvania: Un memorandum della campagna elettorale del candidato al Senato della Pennsylvania Fetterman avverte che  “bisogna abituarsi a una lunga settimana elettorale” e prevede che potrebbero volerci “diversi giorni” prima che i risultati siano noti. Stanno mettendo le mani avanti. Brogli elettorali in vista?

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Lunedì 7 Novembre,  Ore 18:42

Secondo Politico le elezioni presidenziali del 2020 sono state piene di false accuse di brogli elettorali e di macchine di voto hackerate senza nessun fondamento reale.

Sempre per Politico in queste elezioni di Medio Termine ci sono rischi reali che gli hacker possano entrare nelle apparecchiature elettorali e in altre infrastrutture elettorali per cercare di minare il voto di martedì.

Quindi per Politico hackerare le apparecchiature di voto era “impossibile” nel 2020, quando Biden ha vinto; ora che i Democratici rischiano di perdere, diventa magicamente possibile che queste macchine vengano hackerate e manipolate. Secondo gli “esperti” le elezioni del 2020 sono state le elezioni più sicure e le accuse di brogli erano infondate…Tutto di un colpo però le elezioni del 2022 sono minacciate dagli hacker…

https://www.politico.com/news/2022/11/07/6-election-security-threats-to-watch-for-on-election-day-00065277

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 19:35

Un’analisi del Washington Post mostra che il filantropo miliardario George Soros ha investito più soldi in questa campagna politica più di chiunque altro donatore.

Secondo l’analisi, i 50 maggiori donatori hanno contribuito con circa 1,1 miliardi di dollari donati ai vari comitati elettorali e ad altri gruppi politici.

Il Post ha compilato la sua lista dei principali donatori utilizzando i dati della Commissione elettorale federale. Soros ha donato un totale di 128,5 milioni di dollari, per lo più ai candidati Democratici, sorpassando di $ 60 milioni di dollari il secondo donatore della lista.

Hungarian official retracts comparing George Soros to Hitler | KTAB - BigCountryHomepage.com

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 19:42

In Pennsylvanie e in Ohio, hanno esaurito le scorte di diesel. Nelle prossime settimane si annunciano enormi problemi per le approvvigionamenti del diesel su scala nazionale. Un problema questo già annunciato e conosciuto un mese fa, ma che per ragioni di narrativa politica, per non mettere in cattiva luce l’amministrazione Biden alla vigilia delle elezioni di medio termine, i media lo hanno completamente ignorato. Ora l’appuntamento con la catastrofe è arrivato, dopo le elezioni questo problema verrà finalmente “scoperto” dai mass media…

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Lunedì 7 Novembre,  Ore 20:00

Ultimi sondaggi, ultime previsione, ormai siamo in dirittura di arrivo. Previsione: Repubblicani 234 seggi alla Camera. Mi sembra troppo ottimistica come previsione in favore dei Repubblicani. I seggi apriranno fra qualche ora, stiamo a vedere…

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Lunedì 7 Novembre,  Ore 20:07

Ultimissimi sondaggi nella corsa per il controllo al Senato; Democratici  51 Repubblicani 49. Personalmente non condividiamo questa previsione. Riteniamo che il Nevada, la Georgia, l’Arizona, e la Pennsylvania potrebbero riservarci delle sorprese…

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 20:21

Secondo fonti non confermate Trump ha detto a i suoi alleati che potrebbe annunciare la sua candidatura per le presidenziali del 2024 già domani!

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 20:34

La deputata della Georgia, una delle poche deputate appartenenti al movimento MAGA, Marjorie Taylor Greene ha promesso che “non un centesimo andrà all’Ucraina” se i repubblicani riprenderanno il controllo del Congresso. “Sotto i repubblicani, Il nostro paese viene prima di tutto”. Una vittoria di molti dei candidati MAGA potrebbe avere un impatto importante sulla Geopolitica americana.

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 20:55

Giusto per per non dimenticare: Il New York Times alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2020 pubblica una foto con le previsione di quando sarebbero stati disponibili i voti nei vari stati: È solo una coincidenza che ogni stato battlegrounds avrebbe impiegato giorni o settimane per ‘contare’ completamente i voti mentre il resto degli stati avrebbe avuto i risultati a disposizione già la stessa notte alla chiusura dei seggi..

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 Lunedì 7 Novembre,  Ore 21:05

Un sondaggio della NBC dice che e` al 28%, il tasso di approvazione di Biden tra gli elettori indipendenti. “Questa percentuale è al minimo storico tra gli indipendenti”.

Non sono buone notizie per i democratici, di solito i voti degli indipendenti sono quelli che spostano l’ago della bilancia elettorale.

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 21:17

Ormai è chiaro che stanno mettendo le mani avanti: La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, sulle elezioni di medio termine negli Stati Uniti: “Potremmo non conoscere i risultati completi delle elezioni per alcuni giorni, ci vuole tempo per contare tutti i voti legittimi in modo legale e ordinato.”

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 21:23

Una rara dose di onestà su come il Russiagate fosse la forma di “negazionismo elettorale” dei Democratici. In uno sprazzo di onestà giornalistica la NBC ammette che la persecuzione incessante, con le varie inchieste su Trump, durante la sua amministrazione ha portato gli elettori repubblicani a diffidare dei risultati. 

Io aggiungerei che i brogli elettorali del 2020 hanno fatto il resto

“Milioni di elettori Repubblicani sono pronti a diffidare dei risultati delle elezioni di medio termine, scrive Lev Golinkin. Ma i democratici devono essere onesti sulle conseguenze delle loro azioni dopo le elezioni del 2016”

https://www.nbcnews.com/think/opinion/trumps-denial-second-big-lie-ask-hillary-clinton-rcna55764

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 21:30

Secondo il New York Times, se eletto, il dottor Mehmet Oz sarebbe il primo senatore musulmano degli Stati Uniti. Però a detta sempre del New York Times i musulmani della Pennsylvania lo hanno invitato a eventi nelle moschee  aspettando di discutere dell’impatto della sua fede sulla sua vita. Oz però si è astenuto ad accettare gli inviti dalla comunità musulmana. 

https://www.nytimes.com/2022/11/06/us/politics/dr-oz-muslim-religion.html?smtyp=cur&smid=tw-nytimes

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 21:39

E arrivato il momento di pubblicare le previsioni nostre, di Italia e il Mondo, sulle elezioni di domani: 

Crediamo che i Repubblicani quadegnaranno + 24 sedie alla Camera. Il totale sara` 237 – 198

+1 Seggio al Senato (51 R- 49 D)

+1 Sedia da governatore (29 R -21 D)

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 22:06

Più di 10 milioni di persone hanno finora votato per posta. Altri 5 milioni circa hanno votato in anticipo e di persona.

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 22:20

Notizia importante che potrebbe influire sull’esito delle elezioni: 5,5 milioni di immigrati illegali hanno attraversato il confine con gli Stati Uniti da quando è in carica Joe Biden. Uno dei punti di discussioni in queste medio termine, insieme all’economia, l’inflazione la sicurezza e appunto l’immigrazione illegale.

Lunedì 7 Novembre,  Ore 22:31

Un segno che la sconfitta dei Democratici alla camera sia ormai certa:

Secondo la CNN, il presidente della Camera e la rappresentante della California Nancy Pelosi hanno annunciato il suo ritiro e pensionamento!

Alla vigilia del giorno delle elezioni, quando si prevede che i Democratici saranno sconfitti dai repubblicani alla Camera, il presidente della Camera ha affermato che l’attacco al marito, Paul Pelosi, ha influenzato la sua decisione di ritirarsi.

In un’intervista esclusiva con il giornalista della CNN Anderson Cooper, Pelosi ha affermato che “si è discusso molto sull’opportunità di ritirarsi se i democratici perdessero la Camera”.

Probabilmente quindi Pelosi, non sarà la presidentessa della camera nel 2023 poiché si prevede che i repubblicani riconquisteranno la maggioranza alla Camera.

Abbiamo la sensazione che la decisione del ritiro della Pelosi abbia più a che fare con la sconfitta preannunciata alle elezioni piuttosto che l’attacco al marito…

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 22:37

Ignorando diversi sondaggi che indicano come i repubblicani stanno aumentando il vantaggio su i Democratici, il senatore democratico Chuck Schumer ha previsto che il suo partito continuerà a controllare il Senato.

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 22:45

“Quello che abbiamo visto nel 2020 e in altre elezioni è che le schede elettorali per corrispondenza sono state espresse più spesso dai democratici che dai repubblicani e in molte giurisdizioni sono state contate dopo il voto di persona…” – Morgan Stanley.

In altre parole il voto per posta favorisce i brogli elettorali e di conseguenza il voto democratico sopprimendo quello Repubblicano…

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 22:46

Il Dipartimento di Giustizia ha annunciato che monitorerà i seggi di voto in 24 Stati per garantire il rispetto della legge sul voto. Con questo dipartimento di giustizia super politicizzato cosa può andare storto…?

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 23:10

L’impianto chimico di Symrise in Georgia scosso da “multiple esplosioni”

Fateci capire; una grande area geografica nello stato della Georgia verrà evacuata, per un enorme incendio chimico un giorno prima delle elezioni ? 

Un film già visto Gorgia, mi sembra di rivivere il 2020, con i tubi dell’acqua che esplodo nei seggi elettorali causando la chiusura dei seggi stessi nel mezzo dei conteggio del voto… 

https://www.foxnews.com/us/symrise-chemical-plant-georgia-rocked-multiple-explosions-fire-police

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 23:18

Le unità di sicurezza cibernetica della Guardia Nazionale saranno attivate in 14 Stati per aiutare a contrastare qualsiasi minaccia alle reti dei funzionari elettorali prima, durante e dopo le imminenti elezioni. I 14 stati includono Arizona, Iowa e Pennsylvania, oltre a Colorado, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Louisiana, North Carolina, New Mexico, New York, Washington e West Virginia.

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 23:29

Più di 41 milioni di voti pre-elettorali sarebbero già stati espressi alle elezioni di medio termine. Numeri in linea, fino ad ora, con la partecipazione al voto delle medio termine del 2018. Vedremo Domani se la partecipazione al voto aumenta rispetto al 2018.

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 23:40

Ricordatevi di votare…Hahaha

 

Lunedì 7 Novembre,  Ore 23:51

Articolo del Wall Street Journal.

https://www.wsj.com/articles/gop-gaining-support-among-black-and-latino-voters-wsj-poll-finds-11667822481

L’analisi del WSJ viene confermata anche da John Anzalone un sondaggista che lavora per il partito democratico: “In in questa tornata elettorale si potrebbe osservare ad un cambio di paradigma, in cui i repubblicani non solo fanno breccia con il voto latino, ma ora stanno facendo breccia anche con il voto afroamericano”.

Cominciano a rendersi conto solo ora che il paradigma è cambiato. È dalle elezioni del 2016 di Trump che il partito repubblicano, o meglio la corrente di MAGA, sta facendo, lentamente, ma inesorabilmente braccio nelle comunità minoritarie americane. Come si dice in gergo hanno scoperto l’acqua santa…

 

Martedi 8 Novembre,  Ore 00:05

Tutto d’un colpo il Washington Post si ricorda improvvisamente che dovrebbe verificare le notizie prima di accettare come verità. E così come per miracolo, subito prima delle  medio termini, dà del Pinocchio a Biden, per una serie di dichiarazioni false. 

La cronica mancanza di serietà da parte di Biden, compromessa anche dal suo stato di salute mentale e fisico, sarebbe dovuta venire alla luce molto tempo fa, se solo avessero applicato lo stesso metro di misura come hanno fatto con Trump.

Avrebbero potuto tranquillamente scrivere questo articolo 2 anni fa. Il tempismo è a dir poco sospetto… 

BIDEN COME PRESIDENTE E` FINITO. I DEMOCRATICI SI PREPARANO A METTERLO DA PARTE! 

Vediamo quanto ci vuole ai geni dei giornalisti Italiani ad aggiornarsi..

 

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Martedi 8 Novembre,  Ore 00:22

Katy Perry ha votato per Rick Caruso come sindaco di Los Angeles.

Sarebbe veramente scioccante se  l’ex repubblicano Rick Caruso vincesse le elezioni a sindaco di Los Angeles.

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Martedi 8 Novembre,  Ore 00:28

Neanche un centesimo  in più` per  l’Ucraina, il nostro paese e il nostro confine vengono prima: La deputata Marjorie Taylor Greene (R-GA) 

 

Martedi 8 Novembre,  Ore 01:12

“Martedì si verificherà probabilmente un “miraggio rosso”, un vantaggio artificiale del voto dei Repubblicani.”  E cioè che dice la ABC, in altre parole, sembrerà inizialmente che stanno vincendo i Repubblicani, per poi nelle ore e giorni successivi, a seguito delle conteggio delle schede per posta, ci sarà il ribaltone…

https://abcnews.go.com/Politics/early-election-night-results-final-tallies/story?id=92762835&cid=social_twitter_abcn

 

Martedi 8 Novembre,  Ore 01:44

La sorsa notte, nel Maryland, almeno tre individui sono stati rimossi per aver contestato il presidente Biden durante un comizio per i candidati democratici.

Il presidente Biden si è unito al governatore democratico Wes Moore in una sala teatrale della Bowie State University, un college storicamente nero, per dare un’ultima spinta ai candidati del partito in vista delle elezioni di metà mandato di oggi.

I manifestanti hanno cominciato immediatamente ad urlare interrottompendo il discorso di Biden. Dope essere stati rimossi il presidente a continuato senzauleriori problemi il suo comizio.

 

Martedi 8 Novembre,  Ore 02:15

Lunedì sera, la campagna elettorale del candidato al Senato della Pennsylvania, John Fetterman, ha citato in giudizio i funzionari elettorali della Pennsylvania, chiedendo ad un giudice federale di ordinare che tutte le schede elettorali per corrispondenza vengano contate indipendentemente dal fatto che abbiano compilato correttamente la data sulla busta o meno.

Lo scorso 1 ° novembre, la Corte Suprema della Pennsylvania aveva stabilito che le schede elettorali inviate per posta senza la data richiesta sulla busta esterna non potevano essere contate.

 

Martedi 8 Novembre,  Ore 02:39

Si e ufficialmente chiusa la campagna elettorale di Kathy Houchul. A testimoniare la debolezza di Houchul in questa tornata legislativa, si èsono dovuti scomodare Bill Clinton, Hillary Clinton e Kamala Harris che hanno tenuto un comizio in sostegno alla Hochul. Non credo che i Repubblicani possono vincere il governatorato di New York, ma ciò dovesse avvenire sarebbe uno shock politico storico.

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Martedi 8 Novembre,  Ore 03:50

TRUMP chiudendo in Idaho la campagna elettorale Repubblicana: “Siamo a poche ore dalle medio termine più importanti della storia americana e abbiamo bisogno di una onda così grande che i democartici non puo truccarla o rubarla. Tutti devono andare e votare! “

 

Martedi 8 Novembre,  Ore 04:19

Il presidente Donald J. Trump  stanotte ha detto: “Farò un annuncio molto importante martedì 15 novembre a Mar-A-Lago a Palm Beach, FL”. “Non vogliamo che nulla sminuisca l’importanza del voto di domani…”

Annuncia` la sua candidatura alle presidenziali del 2024?

https://gettr.com/post/p1xby1j9241

 

Martedi 8 Novembre,  Ore 05:30

Secondo un sondaggio del Wall Street Journal:

“Alla vigilia delle elezioni di medio termine, l’inflazione sta mettendo a dura prova gli elettori a tutti i livelli di reddito”

Mentre gli americani a basso reddito ne risentono maggiormente dell’impatto dell’inflazione, anche le famiglie con reddito più alto stanno ora soffrendo l’alto indice dei prezzi. 

https://www.wsj.com/articles/inflation-strains-voters-across-income-levels-ahead-of-midterm-elections-11667817001

 

 

Martedi 8 Novembre,  Ore 06:41

Altro importante sondaggio del WSJ: “Dal 2020, i repubblicani hanno aumentato la loro influenza sui elettori neri e latini, un altro segno dei problemi che incombono sulle medio termine per i democratici”

Chi vuole dire a quelli del Wall Street Journal che la crescente popolarità del partito Repubblicano tra i latini e gli afro-americani è farina del sacco di Trump, non del partito Repubblicano?

https://www.wsj.com/articles/gop-gaining-support-among-black-and-latino-voters-wsj-poll-finds-11667822481

 

La strategia fallita di Vladimir Putin, di EDWARD LUTTWAK

Considerazioni più simili ad un auspicio. Giuseppe Germinario

Come hanno dimostrato ancora una volta i primi 250 giorni di guerra della Russia in Ucraina, la logica della strategia è paradossale. Non è mai stato lineare, come nel romano Si vis pacem para bellum: se vuoi la pace preparati alla guerra. Poiché la logica della strategia è paradossale, è molto facile sbagliarsi in materia di pace e guerra, ed è molto difficile avere ragione.

Questa è stata la prima lezione della guerra: Putin si è scontrato frontalmente con la logica paradossale della strategia. Le alleanze militari hanno bisogno di un nemico condiviso. Una volta finita la Guerra Fredda, la Nato è diventata sempre più debole, perché interessi diversi – incluso il desiderio di spendere meno – sono sorti naturalmente una volta che non c’era nessun nemico che minacciasse tutti. La Nato è diventata così debole che in Europa si è parlato di un’alleanza militare senza gli USA. Solo persone di sinistra irrilevanti lo hanno detto apertamente, ma molti politici tradizionali in tutta Europa hanno continuato a suggerire che era giunto il momento per la Nato di essere sostituita da un’alleanza dell’Unione Europea.

A febbraio 2022, la Nato evidentemente non era più abbastanza forte da scoraggiare la Russia, quindi la Russia ha attaccato l’Ucraina. Poiché la Russia ha attaccato l’Ucraina, la Nato ha improvvisamente avuto un nemico minaccioso e l’alleanza è diventata rapidamente di nuovo forte. Molti paesi della NATO hanno inviato rapidamente aiuti militari all’Ucraina, il che era essenziale dal punto di vista materiale e molto incoraggiante moralmente. Alcuni erano per lo spettacolo, ma molti erano utili e altri erano semplicemente intelligenti. La Norvegia, ad esempio, ha immediatamente inviato 5.000 razzi anticarro lanciati a mano dalla LAW. Vecchie, economiche e di portata limitata ma armi perfette per i primi giorni di questa guerra, perché chiunque le potrebbe usare anche senza addestramento. Basta puntare e sparare a un veicolo blindato.

Non solo la Nato si è svegliata, ma è anche cresciuta. Pochi giorni dopo l’invasione, l’alleanza iniziò ad espandersi. L’Australia, non un membro della Nato ma un “partner” ufficiale, ha inviato aiuti militari (compresi i blindati Bushmaster con un ponte aereo per oltre 19.600 chilometri). Il Giappone, non membro della Nato, ha inviato importanti aiuti finanziari. Anche prima di presentare domanda di adesione alla Nato, anche Svezia e Finlandia hanno inviato aiuti militari.

La seconda lezione della guerra riguardava il ruolo silenzioso della forza marittima. Ad aprile, l’affondamento dell’ammiraglia russa Moskva 80 miglia nautiche a sud di Odessa ha attirato molta attenzione. I video della nave in fiamme erano ovunque. Ma non ci sono video di battaglie aeronavali nel Nord Atlantico: anche se la Russia dispone di efficaci sottomarini d’attacco, sia a propulsione nucleare che diesel-elettrici nelle acque atlantiche, Stati Uniti e Canada sono stati in grado di sostenere l’Ucraina inviando aiuti del tutto indisturbati . Poiché le forze navali russe sono totalmente dissuase, l’Europa occidentale ha il suo materiale sicuro e la sua profondità strategica nell’Atlantico.

La terza lezione della guerra è stata una dimostrazione dei livelli di strategia. La strategia opera a diversi livelli: il livello tattico, il livello operativo, il livello del teatro di guerra e, infine, il livello della Grande Strategia. È possibile perdere una guerra a uno qualsiasi di questi livelli, ma per avere successo è necessario essere almeno adeguati a ciascuno di essi.

Il livello tattico

In questa guerra, il primo combattimento ha avuto luogo presso l’aeroporto della compagnia aerea Antonov appena fuori Kiev, una battaglia tattica faccia a faccia per la pista di atterraggio. Doveva essere utilizzato per il trasporto di truppe russe per volare nella forza d’assalto che mirava a impadronirsi rapidamente della capitale.

Le truppe russe che arrivarono erano elementi dell’11a brigata d’assalto aereo delle guardie e della 31a brigata d’assalto aereo delle guardie, le truppe d’élite russe. Gli ucraini non avevano una tale forza per opporsi a loro, solo chiunque si trovasse all’aeroporto o nelle vicinanze: alcuni membri della cosiddetta “Guardia nazionale” – solo gendarmi con armi leggere – e poi chiunque potesse arrivare subito da Kiev: alcuni truppe ucraine disperse, volontari civili con qualsiasi arma trovassero, alcuni soldati d’élite attaccati al quartier generale, persino alcuni volontari della legione georgiana in esilio…

Era una ricetta per un massacro: le unità coese e d’élite russe avrebbero dovuto ucciderli tutti rapidamente. Ma poiché non si aspettavano alcuna resistenza (come avevano previsto sia i servizi segreti russi che la CIA sempre sbagliata), furono sconvolti dalla feroce resistenza e presto dovettero fuggire nei boschi vicini. Una vittoria tattica russa non avrebbe vinto la guerra, ma la sconfitta tattica sul campo di Antonov è stata catastrofica, perché l’intero piano di guerra russo era basato su un rapido colpo di stato per impadronirsi del centro di Kiev nel giro di poche ore.

Il livello operativo

Quando le colonne corazzate invadono un paese, dovrebbero avanzare su più vettori. In questo modo, se un vettore viene fermato dal nemico (sconfitta tattica), altri vettori possono continuare ad avanzare, costringendo il nemico a ritirarsi o essere catturato, trasformando il fallimento tattico in una vittoria a livello operativo.

Ma nel piano russo c’era un solo vettore: tutte le forze disponibili dovevano guidare a Kiev. Ma quando il sequestro di Antonov fallì e migliaia di truppe aviotrasportate non poterono essere trasportate in volo, l’unico vettore in avanzamento della Russia dovette fermarsi. Ricordiamo quella doppia colonna di veicoli blindati e camion di rifornimenti in quelle immagini satellitari: non poteva né avanzare né ritirarsi senza impigliarsi in migliaia di ingombranti inversioni a U. Con carri armati e altri veicoli pesanti, lo stop-and-go consuma enormi quantità di carburante e, con molti veicoli bloccati, la doppia colonna è stata esposta a un numero crescente di attacchi audaci.

Le perdite materiali furono grandi e la sconfitta morale maggiore perché i russi non potevano riscattare il catastrofico fallimento a livello operativo che seguì la loro sconfitta tattica sul campo di Antonov, a causa di un errore ancora più fondamentale a un livello strategico superiore.

Il livello della strategia di teatro

La geografia entra in scena a livello di strategia di teatro. L’Ucraina è molto più piccola della Federazione Russa, il paese più grande del mondo. Ma l’Ucraina non è piccola: è il paese più grande d’Europa.

Nell’agosto 1968, quando l’Unione Sovietica decise di invadere la Cecoslovacchia (un quinto delle dimensioni dell’Ucraina moderna), inviò circa 800.000 soldati per invadere la Germania dell’Est, la Polonia, l’Ungheria e verso ovest dall’Ucraina. Entro la prima notte dell’invasione, c’erano truppe di occupazione ovunque, pronte a soffocare qualsiasi resistenza ceca.

Ma Putin, fino al 2022 un giocatore di poker attento che ha vinto territori senza combattere affatto, è diventato un giocatore sconsiderato. Ha invaso il paese più grande d’Europa con un esercito molto piccolo di circa 130.000 persone (compresi i dentisti sul campo), quindi non aveva potenti forze di combattimento pronte a intervenire quando la mossa d’assalto aereo di Kiev fallì.

Ciò che conta a livello di Grand Strategy sono due insiemi di fondamenti. La prima è la Messa: popolazione, economia, tecnologia. Allora Massa x Coesione = potenza. Senza coesione, non c’è affatto forza, anche con molta messa. Secondo è quello che ha un paese all’estero: alleati, neutrali, nemici.

Per quanto riguarda la sua economia, la Russia, sebbene non sia un paese ricco, è del tutto autosufficiente in termini di cibo ed energia. Questo non è vero per la maggior parte dei paesi. Le stesse sanzioni del G-7 che non sono riuscite a fermare la Russia potrebbero fermare la Cina di Xi Jinping, che deve scegliere tra combattere guerre e mangiare proteine. Sì, è possibile immagazzinare più di un anno di riserve di riso e alcuni mesi di carne di maiale congelata, ma non le immense quantità di semi di soia che la Cina importa per nutrire gli animali con latte, uova e carne.

Abbiamo visto tutti che la Russia è debole negli alleati, perché invece di attirare i neutrali dalla sua parte, li ha spaventati facendoli aderire alla Nato o almeno rimanere neutrali. La Russia è anche debole negli alleati perché, anche se ha una marina, non è una potenza marittima. Solo i vicini paesi dell’Asia centrale e la Mongolia, di fronte a una Cina espansionista, hanno ancora bisogno del contrappeso della potenza russa e temono debitamente il suo declino in Ucraina. Ma per riuscire a livello di grande strategia, servirebbe qualcos’altro: la volontaria cooperazione dei paesi insulari, peninsulari e costieri che solo una potenza marittima può avere.

Ma la Russia ha ancora un’assoluta grandezza dalla sua. Con molte più persone di qualsiasi altro paese europeo, a meno che Putin non cambi idea o perda il potere, può continuare a provare e fallire in Ucraina finché non fa le cose giuste. Dei suoi due milioni di riservisti, solo 300.000 sono stati richiamati in servizio, di cui 200.000 potrebbero raggiungere il fronte. Ma 200.000 sono sufficienti per raddoppiare le forze che ora combattono al fronte e, una volta recuperato l’esperienza di combattimento, potrebbero fermare le vittorie dell’Ucraina. In altre parole, la massa della Russia significa che può perdere molte battaglie e tuttavia continuare a combattere.

Ma la vittoria resta improbabile. I successi russi, compreso il recente attacco alle centrali elettriche ucraine, con missili da crociera e droni Shahed 136 kamikaze , sono stati troppo pochi per compensare i numerosi fallimenti operativi degli ultimi 250 giorni. Nella tradizione militare russa, che risale a secoli fa, a un anno o più di sconfitte seguì la vittoria solo con l’aiuto delle grandi potenze alleate, come avvenne da Napoleone alla seconda guerra mondiale. Questa volta, però, non ci saranno alleati per salvare Putin.

HERNAN CORTES – la SECONDA conquista (21° sec.)_di Daniele Lanza

HERNAN CORTES – la SECONDA conquista (21° sec.).
(** nota in merito all’anomala situazione geoculturale odierna nelle Americhe. Un tassello in più per la comprensione del Brasile ed altri)
[da leggere tutto, prego]
Dunque : massima parte di noi ha un’immagine scolpita, cristallizzata, del landschaft culturale latinoamericano, come di un continuum permeato di una certa cattolicità di fondo – di cui la civiltà iberica (ispano/portoghese) è storicamente intrisa – in un carosello sconfinato di cittadine e paesi dedicati a santi e numi tutelari, icone della Madre de Dios…..e processioni variopinte dalle alte sierre del Messico alle giungle amazzoniche, come 1000 documentari e pellicole del cinema ce li hanno riportati.
E’ così per la totalità dei “non preparati” tra chi mi legge (ma anche chi preparato sia, ma senza una conoscenza specifica degli equilibri culturali dell’America latina), ed è naturale che sia in fondo, dato che la cellula culturale di base di cui si parla è quella. Proprio questo tuttavia ci porta a non notare un fatto alquanto curioso : se si sfoglia un qualsiasi report statistico/demografico di un paese (a caso) di quest’area, viene fuori che 1/10 o più degli abitanti sarebbe di fede PROTESTANTE.
La prima impressione, come detto, è quanto mai curiosa (nessuno tra gli stati tradizionalmente cattolici nella storia della vecchia Europa, ha mai vantato un fenomeno demografico di questo livello – fatta eccezione per il caso ugonotto nella Francia del secolo XVI° – o per meglio dire, ha mai accettato una minoranza protestante troppo numerosa nel proprio corpo territoriale). La curiosità diventa poi stupore, andando a sfogliare in serie le statistiche di tutti i paesi circostanti : in quasi tutti la minoranza protestante “danza” tra il 10 – 15% della popolazione. In alcune fasce del continente (vicine allo strategico stretto di Panama, ossia Colombia e Venezuela) si sale ad una forbice tra il 15 -20%. Si conclude col Brasile : il maggiore stato dell’America latina intera, vanta una quota che sfiora il 25% di tutti gli abitanti.
Lo stupore a questo punto diventa attenzione (tre livelli percettivi differenti del lettore) : non si parla di un periferico staterello o provincia al confine con le Galapagos……parliamo di un paese di oltre 200 milioni di abitanti, il colosso della lusosfera (cosmo di lingua portoghese), di tradizione cattolica secolare (dalla fondazione) dove la settimana scorsa si sono concluse combattutissime elezioni (…). L’interrogativo è dunque uno : COSA STA SUCCEDENDO ?
Si ha obiettivamente l’impressione di essersi persi qualcosa, vero ? In effetti è proprio così : chi non vive nella realtà sudamericana non ha potuto notare un trend in corso nelle ultime due generazioni, che consiste nell’attività missionaria pressochè continua e metodica dei gruppi evangelici. Prendere nota di quest’ultimo termine per favore, perché è la CHIAVE di quanto seguirà : “evangelico” sta ad indicare il movimento trasdenominazionale (ossia che non si riconduce a nessuna denominazione tradizionale come “luterani”, “metodisti” o altro), nato e sviluppatori tra le maglie dell’universo protestante/anglosassone a partire dal 18° secolo.
Il protestantesimo stesso – questo tutti lo dovrebbero sapere – altro non è che termine ombrello, utilizzato spesso nella prospettiva cattolica per indicare collettivamente tutti i cristiani che rifiutano Roma come proprio faro (…) : a differenza del mondo cattolico, non esiste un’autorità spirituale universale e unica per i protestanti, i quali a tutti gli effetti non sono che un ensemble di una ventina di differenti manifestazioni senza una gerarchia centralizzata quanto quella cattolico/romana. Considerata questa struttura di base, e le legislazioni molto permissive dell’America anglosassone non deve dunque stupire il proliferare di movimenti religiosi che ne vedrà (l’allegro e talvolta violento circo spirituale di sette piccole e grandi che popola gli USA è noto a tutti). L’evangelismo – per così dire – si inserisce storicamente in questa dinamica, con fortune alterne.
Predicatori, pastori e comunità evangeliche sorgono come i funghi un po dappertutto, nell’ampio contesto anglofono nordamericano, che con i suoi spazi e le sue caratteristiche ne è il laboratorio ideale : a differenza delle correnti protestanti “standard” quelle evangeliche sono caratterizzate da un’energia non comune, una carica di proselitismo e spirito missionario che gli altri hanno perduto e che pare riportare ad antiche origini della cristianità (concetto chiave è il “BORN AGAIN” ovvero rinascita….un re-start esistenziale dell’individuo convertito). Il movimento cresce lentamente lungo tutto il secolo XIX, mentre è nel secolo ancora successivo che avverrà la vera svolta : Nel contesto oramai secolarizzato del 900 le correnti evangeliche esplodono letteralmente (complice il declino delle denominazioni standard, ormai inadeguate a intercettare i bisogni odierni) e se ad inizio secolo sono ancora un fenomeno di costume, verso la fine sono una realtà imponente. Alle soglie del 2000 gli evangelici rappresentano ormai la gran parte del mondo protestante statunitense e senza dubbio il più energico, il più fattivo (ed anche fondamentalista all’occorrenza), al punto da divenire utenza elettorale fondamentale nelle elezioni a stelle strisce, dapprima a livello locale…per arrivare sino alla Casa bianca. Il fenomeno, interno alla cultura statunitense è abbastanza noto : ad ogni elezione d’oltreoceano, decine di commentatori e sondaggisti esperti di politica yankee a spiegarci cosa sia la “BIBLE BELT” e cose simili (ci siamo sì ?).
Orbene, terminata questa (troppo breve in realtà, ma obbligatoria) parentesi introduttiva, torniamo al tema centrale del post : “COSA STA SUCCEDENDO ?” (nell’America latina). Il fatto è che l’evangelismo statunitense vive un successo di tale portata lungo il corso del 900 da non affermarsi soltanto sul suolo patrio e dintorni, ma al punto da USCIRNE, da evadere dal nativo alveo anglosassone e puntare con audacia ad una dimensione del tutto estranea come quella ispanoamericana: i primi nuclei evangelici si impiantano nei principali paesi latinoamericani nel corso della prima metà del secolo (1900-1950). In questa fase sono una realtà del tutto marginale: solite missioni e predicatori anglofoni con bibbia in mano…presenza bizzarra, senza particolare presa sulla società locale.
E’ nel segmento 1950-2000 che qualcosa si innesca. Qualcosa che probabilmente va oltre il semplice successo nell’opera di proselitismo (…) : se torniamo alle statistiche del 1970, l’insieme dei “protestanti” non supera il 3% in un paese come il Brasile, mentre oggi – ripeto – si sfiora ¼ della popolazione. Significa che quasi una persona ogni 4 ha cambiato fede in un lasso di tempo di 50 anni. Le teorie complottistiche (di parte cattolica) punto il dito contro Washington : a parere loro si tratterebbe di un ben preciso ed articolato piano di lunghissimo termine della politica statunitense ben decisa a rafforzare le propria presa politica sui paesi latinoamericani, favorendo l’affermarsi in Mesoamerica e Sudamerica di organizzate ed agguerrite minoranze protestanti, ovvero portatrici di una filosofia culturale “sorella” del protestantesimo anglosassone, con le quali vi sia una lingua comune e una perfetta sintonia di vedute. In parole povere, filiazioni culturali traverso le quali esercitare influenza e pressione nella vita interna di tali paesi. Stando alla visione complottista….la CIA ed altri poteri forti statunitensi avrebbero finanziato tenacemente e pazientemente (mentalità di lunghissimo periodo) l’evangelismo anglosassone nell’America latina a partire dal momento in cui si resero conto della non completa “affidabilità” del cattolicesimo locale : sentito l’odore delle numerose rivoluzioni reali e potenziali che covavano nel contesto latino nella generazione del secondo dopoguerra (Cuba, Cile, Bolivia, Brasile, Nicaragua, etc. nel periodo 1955-1970) lo stato di cose allarma tanto le alte sfere dell’amministrazione a stelle e strisce da indurre Richard Nixon ad approntare una politica apposita* (*tesi cospirazionista esposta ne “The Expansion of Protestantism Was Part of CIA War Plan for South America” di Jorge Rondon, stando al quale, CRUCIALE fu un memorandum del 1969 a Washington, dove si sottolineava come la chiesa cattolica – elemento cruciale della cultura latinoamericana – avesse cessato di fare gli interessi USA).
Fermiamoci un attimo dal capitolo precedente.
Solitamente non sposo le tesi cospirazioniste, anzi le evito: troppo attira l’intrigo della cospirazione o del piano segreto, la mente del lettore comune e non solo…..trasformandosi rapidamente in un morboso gioco infantile, in un processo indiziario che va avanti all’infinito. Scrivo da ANNI sul web, evitando accuratamente di farmi coinvolgere in qualsivoglia (affascinante ed oscuro) castello di carte : eppure………qui c’è qualcosa sotto e di grande. Non sottoscrivo la tesi che vi sia stato un piano accurato e definito (improbabile), ma che una politica di fondo da parte di Washington vi sia stata, posso crederlo. Signori che leggono : qui si parla di oltre 100 milioni di conversioni al protestantesimo (dato statistico reale) in un lasso di tempo di 40-50 anni. Su un terreno di gioco già occupato da un attore importante (chiesa cattolica) da svariato secoli. Da studioso di storia non mi vengono alla mente di casi di conversione (non forzata) di queste dimensioni e in una finestra cronologica così ristretta. C’è qualcosa che non quadra (anche senza voler essere complottisti).
Ritengo pertanto che qualcosa di vero vi sia e funziona più o meno così : un determinato momento (a cavallo tra gli anni 60/70) le amministrazioni statunitensi paventando il trend rivoluzionario (di matrice marxista) in tanti paesi latinoamericani, prendono atto da un lato di non potersi imporre esclusivamente con la forza (logico)…….dall’altro – cosa più critica – che non possono realmente contare sulla fragile e decadente chiesa cattolica di tali paesi per farvi fronte : quest’ultima è il VERO PROBLEMA in quanto debole e corrotta, ma cosa ancor più grave, sebbene sia contraria al marxismo è essa stessa nell’essenza una filosofia affine in un certo senso (“umanistica” se non vogliamo dire “socialista”) fatta di amore e perdono (che significa “lassismo” nella forma mentis anglosassone…) e che in fin dei conti punta alla dimensione sociale dell’uomo anziché quella individuale.
Cerco di riformulare in modo efficace ; la conclusione – e devo dire molto sottile – cui sono giunti consiglieri e decisori della casa bianca è la seguente : sebbene cattolici e comunisti si siano combattuti per generazioni (e pertanto sarebbe stato logico continuare a usare i cattolici a mo di scudo anticomunista)……..in realtà queste due entità sono interconnesse tra loro assai più di quanto non si voglia supporre, nella misura in cui la mentalità ecumenica, orientata alla società più che al singolo individuo, della cattolicità collima con le ideologie “rosse” novecentesche. Profonda è la verità in tutto questo, sebbene i sostenitori di entrambe queste entità non vogliano capacitarsene ancora oggi (la rifiutano i cattolici e ancor più la respingono i comunisti) : la contrapposizione socialismo/cattolicità, vissuta intensamente da generazioni intere, incontestabile dal punto di vista cattolico o socialista rispettivamente…..perde invece consistenza da un punto di vista anglosassone/protestante, “estraneo” ad entrambi i contendenti (ed inizia ad “avvicinarli”, associarli). Il cuore non dicibile di tutto questo è che cattolicità e comunismo sono nemici sì, ma nel senso che sono RIVALI : rivaleggiano si danno battaglia, sul medesimo piano (quello sociale), ma NON lo negano (semplicemente ognuno dei due ne vorrebbe il monopolio !). Comunismo e cattolicità condividono – sebbene da prospettive differenti (una teologica e l’altra secolare) – la medesima idea dell’uomo e del suo rapporto con la società. Idea che NON è condivisa affatto dalla più atomistica visione protestante nordamericana. Da questo assunto ne ricaviamo una conseguenza (ragionando dal punto di vista anglosassone) : la cattolicità in sé non solo non è la soluzione al problema, ma è ESSA STESSA il problema, dal momento che col proprio innato senso sociale costituisce un sostrato culturale che in fondo, involontariamente, genera e nutre il suo superamento storico costituito dal socialismo politico stesso, dal marxismo.
A questo proposito amo sottolineare come l’ortodossia slava – assai più prossima alla cattolicità che non ai protestanti, che di chiesa apostolica si tratta – con la propria anima sociale, universale ha forse, involontariamente, spianato il terreno a coloro che sarebbero venuti dopo (universalismo socialista, che potrebbe essere visto come successore desacralizzato). Forse – involontariamente – hanno preparato la strada alla rivoluzione che li travolgerà (nutrita letteratura russa in tale proposito, sui legami filosofico culturali tra ortodossia e socialismo). In parole altre le ideologie socialiste del XX secolo sono riuscite ad attecchire meglio laddove GIA’ in un certo senso regnavano filosofie sociali…..ossia cattoliche o ortodosse che fossero (contrariamente che alla fredda individualità protestante dell’anglosfera).
Arriviamo al punto, seguendo il probabile ragionamento nordamericano : posto e premesso che SIA il comunismo SIA la cattolicità sono il problema (due facce della medesima medaglia), allora conviene combatterli entrambi, con armi differenti. Se da un lato si finanziano nel breve periodo gruppi anticomunisti, contras etc. (come al solito e come ben si sa), dall’altro (questo meno si sa) inizia una possente offensiva culturale sul lungo periodo, una vera e propria guerra silenziosa, finalizzata a conquistare perlomeno uno strato della popolazione locale ad un’ideologia affine al pensiero anglosassone : a tale scopo anziché affidarsi ad un partito si affidano invece alla FEDE e anche subdolamente, potendo contare su un contesto disastrato ovvero la povertà atavica della società più arretrate del continente sudamericano. E’ tra gli strati più poveri e disperati che gli evangelici fanno proselitismo, conquistando vaste fasce della popolazione (quel 25% di brasiliani divenuti evangelici proviene dalle favelas e altri luoghi disagiati). La stessa cosa negli altri paesi : i poveri in pratica vengono sottratti alla classica “Teologia della liberazione” (socialismo cristiano sviluppatosi nell’alveo cattolico in fondo) che tanto fece parlare di sé in America latina, per darsi invece alla Teologia evangelica che promette un altro genere di liberazione (mobilità sociale, ma di stampo liberista anglosassone). Detto fatto : i sovietici avevano i partiti comunisti di ogni paese al mondo al loro servizio…..e Washington aveva invece i protestanti (evangelici) al proprio.
Il meccanismo ha un che di geniale in sé (seguitemi) : anziché ostinarsi a colpire – come al solito – i ribelli comunisti…..si è scelto invece di colpire l’alveo culturale profondo della mentalità sociale (ovvero i cattolici, supponendo che da questi – indirettamente- nascono i comunisti stessi !). Controintuitivo non è vero ? Ma formidabile se anche solo una parte della premessa su cui si fonda è vera: nel senso che non si affronta il comunista sul campo con un mitra, ma lo si “annulla”, si fa in modo che non venga mai alla luce, eliminando il terreno di coltura (che la mentalità latino cattolica è). Si instaurano quindi poderose minoranze evangelico/protestanti, le quali si rivelano (poteva essere altrimenti ?) estremamente attive in POLITICA e spesso supportando in un modo o in un altro la visione più liberista e più in linea con la mentalità nordamericana (semplifico di molto per forza di cose).
Ripeto (per la seconda volta), non si tratta di un piano preciso – dato che non si può governare con troppa sicurezza del risultato un processo di tali dimensioni – ma sicuramente una tendenza che è stata supportata con ogni mezzo dalle alte sfere di Washington. Forse la più grande manifestazione di Kulturkampf mai avvenuta (e senza che alcuno dall’Europa vi facesse troppo caso).
Washington certo, ha potuto agire contando sull’assoluta libertà di azione che gode nelle Americhe sin da prima dei conflitti mondiali e sull’assoluta supremazia economica che vanta nei confronti di paesi che comparativamente potrebbero essere considerati ancora “secondo mondo” (se non terzo), e forse i risultati raggiunti sono stati ancora più alti di quanto ci si aspettasse, forse un ordine di grandezza non completamente previsto (?), eppure è così. Se gli odierni studi di geopolitica hanno coniato l’espressione “soft power” per indicare l’ampliarsi dell’influenza di una potenza sullo spazio circostante senza l’utilizzo delle armi……direi che questo è un caso di proporzioni ciclopiche (quest’ultimo aggettivo non è esagerato considerate le dimensioni demografiche del fenomeno e ancor più che questo sta avvenendo in relativo silenzio rispetto al mondo esterno, dato che pochi al di fuori dei paesi latinoamericani ne sono veramente al corrente). Anche il lettore che non si ritrovi nelle tesi complottiste può legittimamente porsi una domanda, pensando all’ipotesi che un quarto dei suoi concittadini si converta nello spazio di 50 anni (…).
Nelle elezioni brasiliane della settimana scorsa tutto il mondo evangelico era dalla parte di bolsonaro…e LULA ha vinto per un pelo. Alla luce di quanto detto sino qui direi che non si tratta più di “destra contro sinistra”, o forse sì, ma si dovrebbe a questo punto ridefinire il significato di “destra” e “sinistra”. Bolsonaro e Lula sono entrambi fortemente riformisti, ma di segno diverso : il primo rappresenta il vessillo liberista nordamericano (il modello è quello). Lula invece propone un modello riformista affine allo spirito più “autoctono” del Brasile (si potrebbe dire così) : sebbene Lula sulla carta si di “sinistra” è a modo suo il SOVRANISTA nel contesto brasiliano, puntando ad una permanenza del modo di pensare latino e brasiliano rispetto all’influenza esterna (USA).
No, nella scelta del titolo non ho esagerato : si è di fronte ad una SECONDA conquista del nuovo mondo. Se la Germania nazista intotolò a Barbarossa il piano di conquista dell’URSS, qui si può parlare di piano CORTES.

 

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