KYIV – L’eco degli spari e delle granate non si era ancora placata venerdì, prima che i funzionari russi e ucraini iniziassero a scambiarsi accuse, incolpandosi a vicenda per il massacro in una sala concerti di Mosca che ha causato più di 130 morti.
Nel tentativo di plasmare la narrazione del dopo-attacco, entrambe le parti erano determinate a stabilire la propria versione come quella dominante.
L’ex presidente russo Dmitry Medvedev, che di questi tempi non si esime dal gettare ombre sull’Ucraina e sull’Occidente, si è rivolto al suo canale Telegram per avvertire che se l’Ucraina avesse avuto un ruolo nell’assalto, sarebbe stato un inferno da pagare.